Diapositiva 1

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Diapositiva 1 Biella, UPBeduca 15 giugno 2016 Alberto Galazzo Giovanna Astrua (1720-1756) Si perfeziona nel canto a Milano sotto la direzione di Giuseppe Ferdinando Brivio. Il suo esordio è a Torino nel 1737, in alcune repliche di Olimpiade composta dal suo maestro e del Demetrio di Geminiano Giacomelli, cui seguono nel 1738, sempre con parti di secondo piano, Demofoonte ancora di Brivio e La Clemenza di Tito di Giuseppe Arena. Il primo impegno importante della sua carriera è nel Ciro riconosciuto di Leonardo Leo su libretto di Pietro Metastasio. In seguito canta in alcuni dei principali teatri italiani; tra questi al Teatro San Samuele di Venezia dove, nel 1739, è protagonista di Creusa, libretto di Urbano Rizzi e musica di Pietro Leone Cardena. L'anno successivo è al Teatro Solerio di Alessandria con il Bajazet di Giovanni Colombi (libretto di Agostino Piovene). La serata registra la presenza di Carlo Emanuele III di Savoia che già aveva ascoltato la Astrua nella Olimpiade di Brivio. Dal 1741 al 1747 è stabilmente al Teatro San Carlo di Napoli dove partecipa come primadonna a tre/quattro allestimenti l'anno: porta in scena lavori di Leonardo Leo, Leonardo Vinci, Domenico Natale Sarro, Johann Adolph Hasse, Gennaro Manna, Egidio Romualdo Duni, Giuseppe de Majo nonché nel 1746 Ipermestra di Christoph Willibald Gluck. A Napoli lavora sovente in copia con Gaetano Majorano detto il Caffarelli. Alla Biblioteca del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli sono conservati due manoscritti. Di entrambi i duetti la Astrua è interprete in coppia con Caffarelli. Il primo è di Leonardo Leo: si tratta del Duetto a' due Canti con Violini dal titolo Ne' giorni tuoi felici tratto dall'opera Olimpiade, per un organico di due soprani, violino primo e secondo, viola e basso continuo. Il secondo è di Leonardo Vinci: Tu vuoi ch'io viva o cara dallo Artaserse, per lo stesso organico. Dopo il periodo napoletano, la Astrua si trasferisce alla corte di Federico II il Grande dove canta dal 1747 al 1756 con una paga di 6.000 talleri annui. Negli stessi anni lo stipendio di Johann Joachim Quantz, insegnante di musica personale di Federico II, è di 2.000 talleri annui mentre quello di Carl Philipp Emanuel Bach, clavicembalista di corte, è di soli 300. Nel suo debutto al Castello di Charlottenburg canta tra l'altro un'aria di Quantz, Sembra che il ruscelletto, inserita ne Il Re Pastore, ovvero Serenata fatta per l'arrivo della Regina Madre a Charlottenburgo, di Federico II, lavoro nel quale, oltre alle musiche del Re di Prussia, trovano spazio composizioni di Graun e altre dello stesso Quantz. A Berlino tiene le stesse medie del periodo napoletano, da tre fino a cinque rappresentazioni l'anno (con tutte le relative innumerevoli repliche), cui si aggiungono gli impegni nelle sale e nei salotti reali con la musica dello stesso Federico il Grande. Tra il 1748 e il 1750 porta in scena sei nuove opere di Carl Heinrich Graun che dal 1740 è Kapellmeister di Federico II: i libretti di Cinna, L'Europa galante, Ifigenia in Aulide, Angelica e Medoro, Coriolano, Fetonte sono tutti dell'italiano Leopoldo Villati che, nella stesura degli ultimi due, collabora con lo stesso sovrano. Illustri musicisti tedeschi quali lo stesso Graun e i fratelli Benda, Georg e František, rispettivamente Kammermusiker e violinista e compositore di corte, la indicano come la più prodigiosa cantante del tempo per «l'espressività negli adagi, il fine gusto e la virtuosità, per la versatilità del canto che sa con pari efficacia piegare alle dolcezze espressive e agli accenti patetici da un lato, dall'altro ai più acrobatici virtuosismi tipicamente settecenteschi»: queste sue caratteristiche inducono Graun a introdurre molte arie di bravura nelle opere scritte per lei. Nel 1750 è a Torino, espressamente richiesta dalla Casa Reale che la vuole partecipe, insieme al Caffarelli, delle feste per le nozze del duca Vittorio Amedeo III con Maria Antonia Ferdinanda infanta di Spagna. La Astrua è la protagonista de La vittoria d'Imeneo con musica di Baldassarre Galuppi e libretto di Giuseppe Bartoli. Le scene sono di Bernardino e Fabrizio Galliari di Andorno Micca. Nella stessa occasione canta in Fetonte sulle rive del Po, con musiche del torinese Giovannantonio Giaj e libretto è di Giuseppe Baretti che riprende la leggenda di Eridano e di Fetonte facendo cadere quest'ultimo, come previsto dalla tradizione torinese, nel sito dove oggi sorge la Chiesa della Gran Madre di Dio e dove un tempo si ergeva un tempio pagano. Soggiorna per tutta la primavera e l'estate in Piemonte, senza accettare altri incarichi oltre a quelli citati, e in autunno ritorna a Berlino. Qui riprende l'attività con i ritmi consueti sia alla Königliches Opernhaus sia al Castello di Charlottenburg. Il compositore di punta è ancora sempre Graun, cui solo nel 1754 si aggiunge Johann Friedrich Agricola. Al librettista di corte Leopoldo Villati subentra nel 1752 Giampietro Tagliazucchi, entrambi condizionati dalle pulsioni letterarie di Federico II. Nel 1751 fa la sua comparsa come scenografo Giuseppe Galli da Bibbiena e, un paio d'anni dopo, vi è la visita di Bernardino Galliari che, più in là nel tempo, lavorerà per la corte prussiana. Tra le tante opere di Agricola e di Graun portate in scena, le più rilevanti, e che riscuotono un grandissimo successo, sono Il tempio d'amore del primo e Montezuma del secondo. Il 27 marzo 1756 alla Königliches Opernhaus vi è la prima di Merope: musica di Graun, libretto di Federico II e Tagliazucchi, scene del Bibbiena. È l'ultima rappresentazione cui partecipa. Infatti, incomincia a perdere la voce e rientra a Torino. Giovanna Astrua, allenata (come scrive Mancini) «a sorpassare qualunque difficoltà», non riesce a vincere la battaglia finale: muore infatti di tubercolosi, trentasettenne, il 28 ottobre 1757, nella capitale sabauda. Caterina Fatta Gabrielli (1730-1796) Caterina Gabrielli è stata un soprano italiano. In vita era soprannominata La Coghetta perché figlia del cuoco del principe Gabrielli, dal quale ultimo il soprano trasse il nome d'arte (così come la sorella Francesca mezzosoprano e il fratello Antonio violinista) sostituendolo a quello della famiglia, Fatta, originaria della frazione Cacciano di Masserano (BI). Secondo l'instancabile collezionatore di aneddotica musicale ottocentesco Alessandro Ademollo, studiò canto a Roma col compositore spagnolo Francisco Javier García Fajer, noto in Italia come Francesco Saverio Garzia, e a Venezia con Nicola Porpora, dal 1744 al 1747, anno in cui debuttò a Lucca, all'età di diciassette anni. Nel 1750 fu a Napoli dove cantò nella Didone di Niccolò Jommelli e successivamente tra il 1754 e il 1755 fu attiva a Venezia al Teatro San Moisé. Indi si recò a Vienna, dove rimase a cantare per il Burgtheater sino al 1758; in questo periodo si esibì soprattutto nei lavori di Christoph Willibald Gluck. Tornata in Italia apparve prima a Milano al Teatro Regio Ducale e poi a Padova, città in cui si perfezionò con il cantante castrato Gaetano Guadagni. Nel 1759 cantò a Parma nell‘ Ippolito ed Aricia di Tommaso Traetta e l'anno successivo fu nuovamente nella capitale austriaca. Ritornata in Italia nel 1761, si esibì in diversi palcoscenici: fu di nuovo a Padova (1761), Lucca (1761-62) e in seguito a Reggio Emilia (1762) e Torino (1762), Milano (1763) e infine Napoli (1763-7). Successivamente rimase tre anni a Palermo e nel 1771 fu a Milano, dove incontrò il giovane Wolfgang Amadeus Mozart. Negli anni successivi fu in viaggiò attraverso l'Europa: tra il 1772 e il 1775 cantò per Traetta a San Pietroburgo e nel periodo 1775-76 si esibì a Londra. Ritornò quindi in Italia, dove continuò a cantare per i teatri di Napoli, Venezia, Lucca e Milano fino al 1782. La Gabrielli fu una delle più importanti cantanti della sua epoca. Fu descritta positivamente da molte personalità di spicco del Settecento, tra cui Charles Burney e da Pietro Metastasio nasce nel 1770 circa e muore intorno al 1840 «seconda donna» (contralto/mezzosorpano) è membro dell’Accademia Filarmonica di Bologna è membro de l’Opéra Italienne a Parigi risiede a Torino attività ... parziale anno città teatro autore opera ruolo note 1808 Venezia La Fenice -- concerto vocale-strumentale -- 1811 Milano Scala Giuseppe Mosca I pretendenti delusi -- 1811 Milano Scala Giovani Paisiello Il barbiere di Siviglia -- sostituto 1812 Milano Scala Pietro Casella Virginia -- sostituto 1812 Milano Scala Stefano Pavesi Tancredi -- 1814 Milano Scala Ferdinando Paer Il fuoruscito Lena 1814 Milano Scala Ferdinando Paer L'Agnese Carlotta 1814 Milano Scala Ferdinando Paer Sargino -- sostituto 1814 Milano Scala Gioachino Rossini Il Turco in Italia -- 1814 Milano Scala Gioachino Rossini Aureliano in Palmira -- sostituto 1814 Milano Scala Giuseppe Farinelli Attila -- 1814 Milano Scala Giuseppe Nicolini Quinto Fabio -- 1814 Milano Scala Pietro Generali La vedova delirante Sofia 1814 Milano Scala Stefano Pavesi La virtù premiata -- 1814 Milano Scala Wolfgang Amadeus Mozart Così fan tutte -- 1814 Napoli S. Carlo Giuseppe Mosca Avviso al pubblico Doralice 1816 Milano Scala Wolfgang Amadeus Mozart Don Giovanni -- 1817 Parigi -- -- concerto vocale-strumentale -- 1820 Barcellona Nazionale Giuseppe Nicolini Balduino duca di Spoleti Matilde 1821 Cremona Concordia Simone Mayr La rosa bianca e la rosa rossa Clotilde 1822 Parma Ducale Wolfgang Amadeus Mozart Don Giovanni -- 1822 Parma Ducale Gioachino Rossini La Cenerentola -- 1822 Parma Ducale Saverio Mercadante Elisa e Claudio -- 1822 Milano Cannobiana Gioachino Rossini Il Turco in Italia Zaida 1826 Napoli S. Carlo Vincenzo Bellini Bianca e Fernando Viscardo "en travesti", prima 1828 Genova Carlo Felice Vincenzo Bellini Bianca e Fernando Viscardo "en travesti", inaugurazione La Scala all’epoca dell’attività di Elisabetta Coda Teatro della Cannobiana Il Turco in Italia di Gioachino Rossini Il Turco in Italia di Gioachino Rossini Il Turco in Italia di Gioachino Rossini ascolto Bianca e Fernando di Vincenzo Bellini bozzetto di scena di Sanquirico atto I scena prima […] Clemente Viscardo: lo scudier più fido Del tiranno.
Recommended publications
  • Programa-Manon.Pdf
    Socios Fundadores Alicia Bourdieu de Menéndez Behety Alejandro H. Dagnino Horacio C. M. Fernández Félix C. Luna Juan Archibaldo Lanús Frank Marmorek Horacio A. Oyhanarte Comisión directiva Presidente / Director general Frank Marmorek Secretario Juan Lasheras Shine Tesorero Enrique Rebagliati Vocal Fernando Romero Carranza Revisor de cuentas Horacio C. M. Fernández Director de elencos Claudio Ratier Gerente de administración y finanzas Cecilia Cabanne Gerente de producción Alejandro Farías Gerente de comunicación y marketing Carla Romano Atención de socios Lorena Mangieri Edición de publicaciones Graciela Nobilo Prensa OCTAVIA Comunicación y Gestión Cultural Buenos Aires Lírica es una asociación civil sin fines de lucro. Buenos Aires Lírica es miembro de OPERA America. Círculo de mecenas Tradicionales Abarrategui, Martín Erize, Mónica Frank Marmorek Adjoyan, Carlos Faifman, Judith V. Margarita Ullmann de Marmorek Alberti, Edgardo Marcelo Fernández Escudero, Josué Alvarez, Alicia Graciela Fernández, Horacio Alvarez, Jorge Ferreirós, Alicia Angió, Alicia Ferreria, Jose Luis Círculo de amigos Angió, Jorge Ferreyra, Mario Félix Antequera, Susana Fiorito, Guillermo Benefactores Arango, Meik Fliess, Reni Luna, María Araujo de Asencio, Medalla Forchieri, Aníbal Mitre, María Elena Arauz, María Antonieta Galanternik, Rafael Ares, Alejandro Garamendy, Arturo Arzeno, María Susana García Vega, Susana Protectores Atucha, Luisa Gelly Cantilo, Alberto Bade de Lanusse, Sofía Betro, Ricardo Gonzalez de Rojas, Adela Brull, Ana Briggiler, Delia González
    [Show full text]
  • “La Bohème”. Di Rosanna Di Giuseppe
    Il “realismo” poetico de “La Bohème”. di Rosanna Di Giuseppe Il libretto della Bohème, tratto dal romanzo di Henri Murger Scènes de la vie de bohème pubblicato a puntate sul <<Corsaire Satan>> dal 1846 a 1849( poi in volume nel 1851), nacque fra polemiche e fu oggetto di sofferte elaborazioni da parte dei due librettisti Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, cui si affiancarono lo stesso Puccini, come sempre, e l’editore Giulio Ricordi, nel suggerire, consigliare, rifare non senza situazioni di stallo e di sconforto. Ci fu infatti bisogno di una gestazione di tre anni e nove mesi, prima che l’opera venisse rappresentata al Teatro Regio di Torino il 1° febbraio 1896 con Arturo Toscanini sul podio e il seguente cast: Cesira Ferrani (Mimì), Evan Gorga (Rodolfo), il mezzosoprano Camilla Pasini (Musetta), Antonio Pini Corsi (Shaunard), Michele Mazzara (Colline), Alessandro Polonini (Benoît e Alcindoro). Dal romanzo di Murger era stata tratta in Francia anche una pièce teatrale ad opera di Murger e Barrière data nel 1849, La vie de Bohème, titolo che poi passò al romanzo, ma fu soprattutto il romanzo a costituire la fonte del libretto di cui Illica fu maggiormente responsabile per la struttura, mentre Giacosa lo fu per la poesia e la versificazione. Il soggetto aveva subito attirato Puccini, risultando di grande interesse in quanto rispondeva al gusto e al clima della Scapigliatura dell’Italia postunitaria. L’opera si presenta divisa in quadri ed è costruita secondo una forma più statica che narrativa così com’è costituita da singole scene (episodietti le definiva Puccini), momenti che risultano non interpendenti tra loro ma piuttosto miranti a definire delle situazioni, in conformità con l’originale di Murger.
    [Show full text]
  • Manon Lescaut 8 from Novel to Opera 9 Act II: Bad Behavior 13
    i The Taming of Manon and Mimì: Engaging with Women in Puccini’s Operas Emily Siar Senior Honors Thesis Music Department University of North Carolina at Chapel Hill Fall 2014 Approved: ii Table of Contents Preface iii Chapter 1: Introduction 1 Social and Political Climate 3 Gender Onstage 5 An “Effeminate” National Composer? 6 Chapter 2: Manon Lescaut 8 From Novel to Opera 9 Act II: Bad Behavior 13 Chapter 3: La Lupa 18 The Taming of the She-Wolf 20 Chapter 4: La Bohème 24 Mimi’s Transformation 25 “Good Girl” and “Bad Girl” Music 28 Vocal Oppositions 35 The Courtyard Act 36 The Domestication of Musetta 37 Chapter 5: Last Words 40 A Verdian Precedent 40 Non voglio morir! Manon’s Death 42 Silenzio: Mimì’s Death 46 iii Preface I began research on this thesis in the late fall of 2013 under the guidance of Tim Carter. The product that has resulted analyzes the female characters in two operas by Puccini, Manon Lescaut and La Bohème, and one interim project, La Lupa, which was never completed. For this thesis, I have drawn the Italian libretto texts from the website “Libretti d’opera italiani” (http://www.librettidopera.it/), and the English translation of these librettos from Dmitry Murashev’s website (http://www.murashev.com/opera/). The one exception is Musetta’s aria, which was translated by Aaron Green (http://classicalmusic.about.com/od/classicalmusictips/qt/quando-Men-Vo-Lyrics-And-Text- Translation.htm). Although the translations are drawn from Murashev and Green, I have modified some of them to ensure that they are accurate and literal translations of the Italian text.
    [Show full text]
  • The Taming of Manon and Mimì
    i The Taming of Manon and Mimì: Engaging with Women in Puccini’s Operas Emily Siar Senior Honors Thesis Music Department University of North Carolina at Chapel Hill Fall 2014 Approved: Tim Carter, Thesis Advisor Annegret Fauser, Reader Jeanne Fischer, Reader ii Table of Contents Preface iii Chapter 1: Introduction 1 Social and Political Climate 3 Gender Onstage 5 An “Effeminate” National Composer? 6 Chapter 2: Manon Lescaut 8 From Novel to Opera 9 Act II: Bad Behavior 13 Chapter 3: La Lupa 18 The Taming of the She-Wolf 20 Chapter 4: La Bohème 24 Mimi’s Transformation 25 “Good Girl” and “Bad Girl” Music 28 Vocal Oppositions 35 The Courtyard Act 36 The Domestication of Musetta 37 Chapter 5: Last Words 40 A Verdian Precedent 40 Non voglio morir! Manon’s Death 42 Silenzio: Mimì’s Death 46 iii Preface I began research on this thesis in the late fall of 2013 under the guidance of Tim Carter. The product that has resulted analyzes the female characters in two operas by Puccini, Manon Lescaut and La Bohème, and one interim project, La Lupa, which was never completed. For this thesis, I have drawn the Italian libretto texts from the website “Libretti d’opera italiani” (http://www.librettidopera.it/), and the English translation of these librettos from Dmitry Murashev’s website (http://www.murashev.com/opera/). The one exception is Musetta’s aria, which was translated by Aaron Green (http://classicalmusic.about.com/od/classicalmusictips/qt/quando-Men-Vo-Lyrics-And-Text- Translation.htm). Although the translations are drawn from Murashev and Green, I have modified some of them to ensure that they are accurate and literal translations of the Italian text.
    [Show full text]
  • A Much Loved Opera: La Bohème
    A MUCH LOVED OPERA: LA BOHÈME Presented by George Kurti Plohn The title of this opera is not meant to be translated, we simply call it by its French name La bohème. Granted, in English it would be The bohemian. But what is its meaning? In our context, certainly it is not about somebody in the region of Bohemia, in the Czech Republic - I hasten to say - but rather people who practice an unconventional lifestyle, often in the company of like-minded people, with few permanent ties, and practicing free love. It involves musical, artistic, literary or spiritual pursuits. Puccini, the composer of La bohème, in his own private life was also a sort of bohemian himself. In his twenties, he went to Milan from his hometown, Lucca, and he studied hard there, while he was penniless and hungry most of the time. And he was also a great womanizer, which reached its highest point in the autumn of 1884, when at 36, he began a relationship with a 24 year old married woman named Elvira Gemignani. Elvira's husband, Narciso Gemignani, was himself an unrepentant philanderer, and Elvira's marriage was not a happy one. Elvira became pregnant by Puccini, and a son, Antonio, resulted from this affair. Elvira, Antonio and Elvira's daughter by Narciso, Fosca, began to live with Puccini shortly afterwards, when Narciso was killed by the husband of a woman that Narciso had an affair with. Only then, in early 1904, were Puccini and Elvira able to marry, and to legitimize Antonio. But the marriage between Puccini and Elvira was also troubled by infidelity, as Puccini had frequent parallel affairs himself, including with well-known singers such as the famous Austrian soprano Maria Jeritza, the Czech operatic legend Emmy Destinn, the Italian soprano Cesira Ferrani who was to sing Mimi’s role in La bohème at its premiere, and the outstanding Romanian-born soprano Hariclea Darclée.
    [Show full text]
  • Programma Di Sala
    Puccini racconta Puccini dato avanti nel lavoro dell’edizione critica e delle annotazioni delle lettere. Questo volume, il primo di una lunga serie, contiene 776 lettere, scritte da Lettere dall’Epistolario 1877-1896 Giacomo Puccini. Epistolario Puccini fra il 1877 e il 1896, un quinto delle quali viene pubblicato per la nell’Edizione Nazionale delle Opere volume I, 1877-1896 prima volta. Scelta dei testi, commento e ideazione di a cura di Gabriella Biagi Ravenni e Dieter Schickling Da questa ricca raccolta di lettere viene fuori un ritratto molto più com - Virgilio Bernardoni, Gabriella Biagi Ravenni, Aldo Tarabella Casa Editrice Leo S. Olschki, Firenze 2015 plesso di Puccini, della sua vita e delle sue composizioni. Da subito si coglie Letture di Michele Placido e Brenno Placido (Edizione Nazionale delle Opere di Giacomo Puccini) un’ampia rete di familiari e amici, tutti legati a Lucca e ai suoi dintorni, che Soprano Serena Farnocchia continueranno a sostenere il compositore per tutto il resto della vita. Mano Premessa Voce recitante Dimitri Galli Rohl a mano che Puccini si libera dai prevedibili ruoli di figlio, di giovane ancora sotto tutela e di studente, i resoconti caratterizzati da rispetto filiale, le ri - «Com’è bella Milano e che giovinezza!!»: studente a Milano In un’epoca ricca di risorse digitali come la nostra, non è sempre facile spie - chieste di denaro, le istanze stereotipate, lasciano il posto a espressioni di più a Albina Magi e Ramelde Puccini (1880-83) gare ai non specialisti com’è stato difficile nel passato scrivere
    [Show full text]
  • Pathways for Understanding; La Boheme
    2 Table of Contents An Introduction to Pathways for Understanding Study Materials 3 Production Information/Meet the Characters 4 The Story of La Bohème 5 The History of Puccini’s La Bohème 7 Guided Listening Che gelida manina! 10 Sì. Mi chiamano Mimì 11 O soave fanciulla 12 Quando me'n vo' 13 Donde lieta uscì 14 O Mimì, tu più non torni 15 Vecchia zimarra, senti 16 La Bohème Resources About the Composer 17 Puccini, Verismo, and La Bohème 20 Online Resources 23 Additional Resources The Emergence of Opera 24 Metropolitan Opera Facts 28 Reflections after the Opera 30 A Guide to Voice Parts and Families of the Orchestra 31 Glossary 32 References Works Consulted 36 2 An Introduction to Pathways for Understanding Study Materials The goal of Pathways for Understanding materials is to provide multiple “pathways” for learning about a specific opera as well as the operatic art form, and to allow teachers to create lessons that work best for their particular teaching style, subject area, and class of students. Meet the Characters / The Story/ Resources Fostering familiarity with specific operas as well as the operatic art form, these sections describe characters and story, and provide historical context. Guiding questions are included to suggest connections to other subject areas, encourage higher-order thinking, and promote a broader understanding of the opera and its potential significance to other areas of learning. Guided Listening The Guided Listening section highlights key musical moments from the opera and provides areas of focus for listening to each musical excerpt. Main topics and questions are introduced, giving teachers of all musical backgrounds (or none at all) the means to discuss the music of the opera with their students.
    [Show full text]
  • THE WOMEN in PUCCINI Daniela
    HEARTBREAK AND TRAGEDY: THE WOMEN IN PUCCINI Daniela Costa The definition “Puccinian heroine” became current in musical criticism and in musicology more than a century ago and indicates, in general, the female figure in the theater of Giacomo Puccini. The use of this expression conjures up the image of a woman suffering for love, the idea of self-destruction and death. Moreover, these poor creatures, often victims of a cruel destiny, are associated with a strong melancholy and a constant feeling of inadequacy. However, beyond a simplistic analysis of their common features, the Puccinian heroines have strong individual characteristics and each of them has a precise place in the development of the operatic production of the composer. In other words, the model of the woman who “lives and dies for love” grows in perfection and refinement as Puccini himself becomes more aware of his own artistic abilities, from innocent Anna in Le Villi to little Liù in Turandot. This latter character sums up all the traits mentioned above, in such a way as to embody the very concept of sacrifice for love: Turandot: “Chi pose tanta forza nel tuo cuore? (What gives your heart such courage?) Liù: Principessa, L’amore!… (Princess, it is love!…) Tanto amore, segreto, inconfessato… (My secret, undeclared love…) grande così che questi strazi sono (so great that these tortures) dolcezza a me, perché ne faccio dono (are sweet to me, because I offer them) al mio Signore…”1 (to my Lord…) It is well known that Mosco Carner, in his biography2, was the first critic to attempt a psycho- analytical interpretation of why Puccini was obsessed with this type of female figure.
    [Show full text]
  • Giacomo Puccini from Wikipedia, the Free Encyclopedia
    Giacomo Puccini From Wikipedia, the free encyclopedia Giacomo Puccini Giacomo Antonio Domenico Michele Secondo Maria Puccini ( 22 December 1858 – 29 November 1924) was an Italian composer whose operas are among the important operas played as standards. Puccini has been called "the greatest composer of Italian opera after Verdi". While his early work was rooted in traditional late-19th-century romantic Italian opera, he successfully developed his work in the realistic verismo style, of which he became one of the leading exponents. Family and education Puccini was born Giacomo Antonio Domenico Michele Secondo Maria Puccini in Lucca in Tuscany, in 1858. He was one of nine children of Michele Puccini and Albina Magi. The Puccini family was established in Lucca as a local musical dynasty by Puccini's great-great grandfather – also named Giacomo (1712–1781).This first Giacomo Puccini was maestro di cappella of the Cattedrale di San Martino in Lucca. He was succeeded in this position by his son, Antonio Puccini, and then by Antonio's son Domenico, and Domenico's son Michele (father of the subject of this article). Each of these men studied music at Bologna, and some took additional musical studies elsewhere. Domenico Puccini studied for a time under Giovanni Paisiello. Each composed music for the church. In addition, Domenico composed several operas, and Michele composed one opera. Puccini's father Michele enjoyed a reputation throughout northern Italy, and his funeral was an occasion of public mourning, at which the then-famed composer Giovanni Pacini conducted a Requiem. With the Puccini family having occupied the position of maestro di cappella for 124 years (1740–1864) by the time of Michele's death, it was anticipated that Michele's son Giacomo would occupy that position as well when he was old enough.
    [Show full text]
  • Dell'opera,Allestito Al Regio Nella Serata Celebrativa
    del l'opera, allestito al Regio nella serata celebrativa tenutasi il14 febbraio 1901 , fu lei la prescel­ ta per onorare la memoria di Verdi, appena scomparso. Passarono due anni eZazà ritornò aTorino , ma al Vittorio Emanuele. Fu nuovamente la protago­ nista atrionfare, in questo caso la napoletana Emma Carelli, colei che, più di qualunque altra can­ tante, per vocazione ecaratteristiche, raccolse l'eredità della Bellincioni, diventando asua volta la primadonna verista per eccellenza. Nel 1903, all 'epoca del debutto torinese, la CareIli era già da quattro anni moglie di Walter Mocchi, uomo politico di estrema sinistra. Un matrimonio che lecreò difficoltà nell'ottenere scritture sulle scene italiane, ma che non le impedì di apparire più volte alla Scala con Toscanini , con un successo che le aprì le porte di molti teatri stranieri , primi fra tutti quelli sudamerican i. Anche a Torino l'ostracismo nei suoi confronti si fece sentire, costringendola ad una sola, sporadica e tardiva, apparizione al Regio (lris di Mascagni, nel 1909).1 torinesi, però, avevano già avuto la fortuna di applaudirla al Vittorio Emanuele nel 1903, intre "cavallidi battaglia" colti nel suo periodo migliore: Fedora, Santuzza e, come s'è detto, Zazà Una Zaz àsicuramente diversa da que lla inprecedenza proposta da Rosina Storchio, meno sottil­ mente costru ila, di grande effetto, ma senza intemperanzené volgarità. Si ritorna invecea parlare di artiste di portata storica facendo cenno, infine, a Cesira Ferrani e Maria Farneti. A Cesira Zanazzio , in arte Ferrani, torinese cresciuta alla scuola della Fricci con sp iccata altitud ine per il genere fyrique Manon Lescaut, musica di GiacomoPuccini.
    [Show full text]
  • VOCAL 78 Rpm Discs Minimum Bid As Indicated Per Item
    VOCAL 78 rpm Discs Minimum bid as indicated per item. Listings “Just about 1-2” should be considered as mint and “Cons. 2” with just slight marks. For collectors searching top copies, you’ve come to the right place! The further we get from the era of production (in many cases now 100 years or more), the more difficult it is to find such excellent extant pressings. Some are actually from mint dealer stocks and others the result of having improved copies via dozens of collections purchased over the past fifty years. * * * For those looking for the best sound via modern reproduction, those items marked “late” are usually of high quality shellac, pressed in the 1950-55 period. A number of items in this particular catalogue are excellent pressings from that era. Also featured are many “Z” shellac Victors, their best quality surface material (later 1930s). * * * Please keep in mind that the minimum bids are in U.S. Dollars, a benefit to most collectors. * * * “Text label on verso.” For a brief period (1912-‘14), Victor pressed silver-on-black labels on the reverse sides of some of their single-faced recordings, usually featuring translations of the text or similarly related comments. BESSIE ABOTT [s]. Riverdale, NY, 1878-New York, 1919. Following the death of her father which left her family penniless, Bessie and her sister Jessie (born Pickens) formed a vaudeville sister vocal act, accompanying themselves on banjo and guitar. Upon the recommend- dation of Jean de Reszke, who heard them by chance, Bessie began operatic training with Frida Ashforth.
    [Show full text]
  • The Impact of Jules Massenet's Operas in Milan
    THE IMPACT OF JULES MASSENET’S OPERAS IN MILAN, 1893–1903 Matthew Martin Franke A dissertation submitted to the faculty at the University of North Carolina at Chapel Hill in partial fulfillment of the requirements for the degree of Doctor of Philosophy in the Department of Music. Chapel Hill 2014 Approved by: John L. Nádas Anne MacNeil Severine Neff David Garcia Bryan Gilliam © 2014 Matthew Martin Franke ALL RIGHTS RESERVED ii ABSTRACT Matthew Martin Franke: The Impact of Jules Massenet’s Operas in Milan, 1893–1903 Under the direction of John L. Nádas The reception of French opera in Italy in the late nineteenth century has received little scholarly attention. This dissertation attempts to fill at least part of that gap through studying the reception of three operas by Jules Massenet (1842–1912), the most internationally successful French composer of the fin de siècle, in Milan, the capital of the Italian music publishing industry. Massenet’s Italian reception demonstrates that opera’s relationship to Italian identity politics in the late nineteenth century was far more complex than has been previously imagined. Massenet’s operas, performed in Italian translation, occupied an ambiguous middle ground in Italian identity politics. Italian critics described Massenet’s operas as purely French, as contributing to Italian musical culture, and as inherently cosmopolitan works. Critics thus translated Massenet’s operas into Italian culture, whether as role models for or foils to Italian musical developments. Massenet also participated directly in Italian musical culture, visiting Milan frequently to supervise productions of his operas and serving as a judge in an Italian competition for new operas.
    [Show full text]