Aspetti Geologici
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PTCP Vicenza approfondimento tematico ASPETTI GEOLOGICI Allegato alla Relazione del PTCP 1 PTCP Vicenza INDICE INTRODUZIONE 3 La Carta Geolitologica GENERALITA’ 4 CRITERI DI ELABORAZIONE 4 LE FORMAZIONI ROCCIOSE 7 I DEPOSITI CONTINENTALI QUATERNARI 17 TETTONICA 20 La Carta Idrogeologica GENERALITA’ 22 INQUADRAMENTO IDROGEOLOGICO 22 ELEMENTI IDROGEOLOGICI 24 LE AREE CARSICHE 26 LE RISORGIVE 30 La Carta Geomorfologica GENERALITA’ 31 CRITERI DI ELABORAZIONE 31 ELEMENTI GEOMORFOLOGICI 32 2 PTCP Vicenza INTRODUZIONE Il territorio preso in considerazione rappresenta l’intera Provincia di Vicenza per un’estensione complessiva di 2.722 kmq. La base cartografica è stata elaborata e fornita dal Dipartimento Urbanistica della Provincia alla scala di 1:50.000. Gli elaborati cartografici prodotti sono i seguenti: • carta geolitologica • carta geomorfologica • carta idrogeologica Le tre tavole geotematiche derivano dalla analisi e rielaborazione di dati prevalentemente già esistenti, desunti in parte da studi e ricerche editi e inediti, in parte integrati e corretti con dati e osservazioni attuali. In particolare i tematismi riportati nelle carte sono desunti dalla “carta geolitologica e geomorfologica con elementi geoidrologici” in 10 tavole alla scala 1:25.000 del Piano Territoriale Provinciale di coordinamento del marzo 1998 (nel seguito PTP 98), integrata dalla “Carta Geologica del Veneto” alla scala 1:250.000 della Regione Veneto. Il dettaglio richiesto per uno strumento di pianificazione su scala provinciale, che dovrebbe esprimere più tematismi su vaste aree, richiede una rilevante quantità di dati puntuali ottenibili solo con metodi esplorativi diretti o indiretti realizzabili in tempi molto lunghi. I tematismi sviluppati mediante gli elaborati cartografici citati hanno richiesto l’applicazione di una metodologia standard opportunamente adattata alle realtà incontrate, tendente a semplificare la classificazione e ad indicare i principali elementi su unità territoriali molto diverse tra loro: aree montane, aree collinari, ampie zone infravallive, aree di pianura. Gli obbiettivi del piano di lavoro hanno portato spesso ad affrontare problematiche non del tutto omogenee tra loro. Si doveva arrivare ad una classificazione delle zone montane – collinari – pianeggianti, destinata a valutare la loro fragilità ai fini delle trasformazioni urbanistiche e territoriali. Nella presente relazione alle tre cartografie prodotte verranno inserite e commentate di volta in volta tutte quelle problematiche che non possono trovare una esplicita rappresentazione nella carta delle fragilità. Nella Matrice 05 – suolo e sottosuolo - la legenda geologica per la, in alternativa a quanto previsto dagli Atti di Indirizzo per il Quadro Conoscitivo dei PTCP della L.R. 11/2004, tiene conto: della necessità di mantenere, per quanto possibile, le Grafie Geologiche Unificate di cui alla D.G.R. 615/1996 relative alla cartografia di analisi geologica dei Piani Regolatori Comunali; di adeguare tali grafie e, di conseguenza, le relative informazioni alla scala di rappresentazione del quadro conoscitivo dei PTCP che è 1:50.000; di semplificare le informazioni geologiche tenendo in considerazione che i dati di partenza sono derivati, per la maggior parte, dalle cartografie dei P.R.G. comunali. Per quanto attiene l’aspetto metodologico, la documentazione necessaria per la matrice 05 (suolo e sottosuolo) del quadro conoscitivo, sarà ricavata per quanto riguarda la geolitologia (c0501) e l’idrogeologia (c0502) facendo riferimento alle Grafie geologiche di cui alla D.G.R. 615/1996, opportunamente ridotte e semplificate. Relativamente alla geomorfologia (c0503) si propone la realizzazione di una cartografia delle Unità Geomorfologiche che meglio rappresenta tali aspetti a scala provinciale. 3 PTCP Vicenza La Carta Geolitologica GENERALITA’ Nel territorio montano e collinare della Provincia di Vicenza la successione stratigrafica dei terreni affioranti comprende un basamento scistoso-cristallino di età paleozoica e sequenze di copertura dal Permiano al Quaternario, le quali sono costituite da rocce sedimentarie prevalentemente marine e da rocce vulcaniche. Tra i numerosi episodi deformativi succedutisi nel tempo, si deve ricordare la grande flessura pedemontana che raccorda morfologicamente l’area degli altopiani con quella collinare e di pianura; essa è riconoscibile per un centinaio di chilometri a partire dall’alta valle del Chiampo fino a Bassano e Vittorio Veneto. CRITERI DI ELABORAZIONE Con il termine litologia si intende dare una descrizione macroscopica e dell'affioramento con riferimento sia alle rocce che ai sedimenti come caratteristiche generali. Le formazioni geologiche, al pari di quanto effettuato per i P.R.G., vanno assoggettate a raggruppamenti in funzione della litologia, dello stato di aggregazione, del grado di alterazione e del conseguente comportamento meccanico che le singole unità assumono nei confronti delle scelte urbanistiche che ogni pianificazione introduce. Rispetto ad una classificazione basata esclusivamente sulle formazioni geologiche, una legenda litologica sviluppa criteri che consentono di distinguere le unità del substrato geologico da quelle delle coperture di materiali sciolti. Per quanto riguarda le unità del substrato si fa riferimento appunto alla compattezza, al grado di suddivisione dell’ammasso roccioso, al grado di alterazione, alla presenza di alternanze di materiali a diverso grado di resistenza o coesione, alla tessitura e grado di cementazione delle singole formazioni. Per quanto riguarda i materiali delle coperture il riferimento fondamentale è quello che richiama il processo di messa in posto del deposito o dell’accumulo, lo stato di addensamento, la tessitura dei materiali costituenti. La carta geolitologica comprende gli elementi di seguito riportati: per esigenze di gestione questi elementi sono stati accorpati in un’unica feature-class che, attraverso l’attributo TIPO, consente di pervenire alla descrizione complessiva delle classi litologiche. Per la realizzazione della carta geolitologica, sono state accorpate le numerose formazioni affioranti in quattro unità geolitologiche omogenee. Tale operazione di sintesi, a causa dell’eterogeneità litologica di alcune formazioni, ha portato in alcuni casi alla disaggregazione in unità litologiche diverse di parti delle formazioni stesse; in altri al contrario alcune formazioni per il loro esiguo spessore o per la modesta estensione areale di affioramento o per affinità litologiche, sono state aggregate alle unità sovrastanti e/o sottostanti. Per una corretta lettura della carta stessa è necessario ricordare alcuni criteri di valutazione adottati in presenza di particolari situazioni geolitologiche nel PTP 98. Per le aree in rilievo, montagnose e collinari, la classificazione litologica delle rocce e depositi affioranti si riferisce alla “carta geolitologica e geomorfologica con elementi geoidrologici” in 10 tavole alla scala 1:25.000 del PTP 98, integrata dalla “Carta Geologica del Veneto” alla scala 1:250.000 della Regione Veneto. Per le aree di pianura la classificazione litologica dei depositi di pianura presenti è desunta dalla “Carta Geologica del Veneto” alla scala 1:250.000. 4 PTCP Vicenza Le rocce vulcanoclastiche danno spesso origine ad estese coltri di alterazione e degradazione in prevalenza di tipo argilloso. Alle caratteristiche meccaniche di queste rocce madri, in condizioni normali di affioramento, potrebbero essere assegnati valori numerici medi (3-4) nell’intervallo individuato per il parametro “unità litologica PTP 98”. A volte tuttavia nell’incertezza degli spessori di tali accumuli, particolarmente predisposti al dissesto, e della loro effettiva estensione areale, si è preferito adottare comunque un criterio cautelativo assegnando anche ai litotipi originari i valori più bassi (2-3). Le caratteristiche meccaniche generali desunte dalla struttura della roccia, dal tipo di stratificazione, dal grado di fratturazione, dall’erodibilità e dallo stato di alterazione, hanno costituito l’elemento formativo base delle unità litologiche. La carta geolitologica è stata realizzata utilizzando in parte documenti ufficiali della bibliografia specifica a scale varie (1:25.000, 1:20.000, 1:10.000), in parte tramite dati di campagna inediti e in parte mediante rilievi sul terreno. Tabella UNITÀ LITOLOGICHE PTP 98 Rocce vulcanoclastiche Brecce di esplosione intra e extradiatremiche, ialoclastiti spesso rimaneggiate, talora ben stratificate, e rocce laviche molto alterate o argillificate, prevalentemente basaltiche. I litotipi, affioranti in orizzonti di spessore variabile da alcuni metri fino ad alcune decine di metri, sono facilmente degradabili e erodibili e tendono ad essere coperti da spessori variabili di detriti alterati in senso argilloso a stabilità precaria. L’infiltrabilità è generalmente modesta, mentre la permeabilità, anch’essa nel complesso moderata, può presentare localmente valori elevati. Complesso lavico Lave di colata, di camino vulcanico e di ammasso subvulcanico. Le rocce si presentano in prevalenza compatte con locali fenomeni di alterazione argillosa. Gli spessori sono variabili da alcune decine fino ad alcune centinaia di metri. Le lave hanno buona resistenza meccanica e bassa erodibilità. L’infiltrabilità in assenza di alterazione superficiale è in genere discreta, la permeabilità è strettamente condizionata al grado di fratturazione. Marne, arenarie e brecce Marne e marne calcaree talora in fitta alternanza e localmente gessose, arenarie silicoclastiche,