ROMEO PAVONI - EMILIO PODESTÀ T
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
STORIA DELL'OVADESE N. 1 Collana a cura di Alessandro Laguzzi Hanno collaborato alle ricerche iconografiche: Paolo Bavazzano, Simone Lerma, Edilio Riccardini Impaginazione di Bruno Paolo Tassistro Segreteria di Redazione Giacomo Gastaldo Ovada, maggio 2008 ISSN 1723 - 4824 Volume realizzato con il contributo della Banca Carige di Genova e dell 'Amministrazione Comunale di Ovada ROMEO PAVONI - EMILIO PODESTÀ t LA VALLE DELL'ORBA DALLE ORIGINI ALLA NASCITA DEGLI STATI REGIONALI Accademia U..... OVADA ARCHIVIO ···1~~···~~·· ACCADEMIA URBENSE. - OVADA STORIA DELL'OVADESE n. 1 - 2008 v grandi cambiamenti sociali e politici degli ultimi anni e la crisi delle ideologie hanno I prodotto una sorta di relativismo etico e cul turale in cui si dissolvono le certezze del passato nell'indifferenza verso il sociale e nell'agire per il presunto interesse contingente. Mai come oggi, il molo della storia assume le connotazioni di "risorsa strategica " per costruire unfuturo che appartenga a tutti. "Il tempo è la sostanza di cui l'uomo è fatto" e la memoria attraversa la dimensione della temporalità. Il tempo è una seque la di momenti, di fatti, di punti di riferimento a cui ciascuno è tenuto a dare significato e connessione. Conoscere la storia del proprio Paese è come dare le fonda menta ad una costruzione. Sapere ciò che è avvenuto nel passato significa valorizzare il pres ente, dargli un lustro diverso, significa far parlare luoghi e cose. Più specificatamente, in tempi recenti è stata proposta una nuova categoria storiografica denominata "storia di paese". Parimenti è utile sottolineare che essa è un sottoinsieme della storia di una civiltà, e conseguentemente, la storia locale ci rimanda ad una dimensione più ampia della civiltà cui si riferi sce, proprio nel suo divenire storico. Dunque, una buona cono scenza della nostra storia locale significa acquisire sapere, favo rire la conoscenza precisa delle relazioni esistenti tra uomo e ter ritorio e produce la consapevolezza di come strutture o eventiPÙt generali si riflettano su di una comunità. Resto convinto che il divenire di una civiltà passa dalla consa pevolezza e dalla percezione delle storie "locali ", come le tracce lasciate dal divenire storico costituiscono una più corretta lettura V I di un territorio . Sul piano formativo, infine, la storia locaLe può contribuire in modo importante al!'educazione civica, al rispetto per L'ambien te e aLla f ormazione dell'identità. In quest 'ultimo senso, una corretta percezione del rapporto tra storia locale, regionale, nazionale, europea e globale può essere determinante p er acquisire la cosc ienza che l'identità sociale è fatta si di differenze e di asimmetrie, ma anch e e molto spesso di parallelismi e di percorsi condivisi. Quindi, la dimensione micro può essere utilmente sperimentata come una sorta di "apertura originaria" in chiave storica: l'apertura permessa dal rapporto più ravvicinato con le cose che ci circondano, il quale tuttavia rinvia immediatamente ad altre esperienze e dimensioni che ci trascendono e che trascendono il nostro consueto, e spesso angu sto, orizzonte. Il Sindaco deLla Città di Ovada Luigi Oddone VII uesto volume, che corona degnamente le celebrazioni del 50° anniversario di fon Qdazione del nostro sodalizio, inaugura la nuova ollana dell ' Accadem ia Urbense dedicata alla storia di Ovada e dell'Ovadese. È il frutto di un progetto formulato a metà degli anni ' 90 del secolo trascorso e nasce dalla constatazione della inadeguatezza delle conoscenze storiche sul nostro territorio, tanto che si può affermare che sino ad oggi non esistano pub bli cazi oni autonome organiche sulla storia di Ovada. Un primo com pendio sull'argomento compare nel 1845 nel noto Dizionario del Casali s, e ques ta contaminazione fra informazione storica e noti zie in campo economico e statistico si riproporr à nelle Guide - la più nota è quell a di G .B. Rossi- che , al volgere del secolo, furono dedicate alla nostra zona. Nel 1907 compare sul «Bollettino Storico Bibliografico Sub alpino» l'articolo di uno studioso ova dese,Ambrogio Pes ce Maineri: Cenni sulla condizione giuridica e politica di Ovada dal secolo X al X V, nel quale l'autore delinea un piano di ricerche e di pubblicazioni di fonti in grado di rico struire un quadro dettagliato del periodo. A questa enunciazione non seguiranno, purtroppo, i fatti , ma il Pesce, che pure continue rà ad occuparsi di storia, abb andonerà il pro getto e sul tema stori co ovadese calerà un lungo silenzio. Nel secondo dopoguerra a rompere questa situazione sarà soltanto qualche sporadico artico lo; solo a partire dagli anni ' 60, con le benemerite pubb lica zioni di Gino Borsari, ehe lumeggiano questo o quell ' episodio eclatan te della storia del borgo ova dese, la comparsa di scritti di argo mento storico, sia pure di taglio eminentemente divu lgativo, si intensificherà. Ne l frattempo sul finire degli anni ' 50 era all 'ope ra un giovane studioso, Emilio Costa che nell'arco di non mo lti anni , grazie a severi studi d' archivio, porterà alla luce l' Ovada del peri odo risorgimentale e i suoi protagonisti da Domenico Buffa a padre G.B. Cereseto. A questo giovane si rivolgerà la nascente Accademia Urbense per formulare e gestire un adeguato pro- VIII gramma di iniziative che mirasse a recuperare i valori del nostro passato. Dopo gli alacri anni sessanta che videro la pubblicazione di diversi opuscoli sui personaggi ovadesi del Risorgimento e il tentati vo di pubblicare una rivista storica: «Archivio Storico Monferrato», l'associazione attraversò una profonda cri si . L'indirizzo dato, nella seconda metà degli anni '70, dal nuovo pre sidente dell' Urbense Arch . Giorgi o Oddini, mirante ad istaurare fecondi rapporti con l'Università di Genova, dava agli inizi degli anni '80 il suo frutto più significativo con la pubblicazione di un articolo di Geo Pistarino: Da Ovada aleramica a Ovada genove se. La pubblicazione segnava l' inizio di un nuovo interesse per la storia ovadese e sarebbe stata seguita dopo pochi anni dall'edi zione, ad opera della Società Storica del Novese 'Novinostra', degli Statuti di Ovada del 1327. A quest'opera collaborò con un prezioso contributo sul quadro storico Emilio Pode stà. Sarà lui che, affiancandosi al nuovo gruppo che va costituendosi all'inter no dell 'Urbense: Paolo Bavazzano, Giacomo Gastaldo e chi scri ve, riprenderà con l'aiuto di Paola Piana Toniolo il filo interrotto del progetto di Ambrogio Pesce. Nasceranno così in occasione delle celebrazioni del Millenario cittadino (991-1991) 1 cartulari di Giacomo di Santa Savina (1283-1289). Storia e vita del Borgo di Ovada alla fine del secolo XIII, a cui seguirà pochi anni dopo Gli atti del notaio G. An tonio De Ferrari Buzallino (1463-1464). Storia e vita del borgo di Ovada nel secolo )(V. Queste pubblica zioni unite al successo ottenuto nelle giornate ovadesi del conve gno del Millenario (San Quintino di Spigno, Acqui Terme e Ovada: un millenario. Fondazioni religiose ed assetto territoria le dell 'Alto Monferrato nei seco li X e XlII) diedero la spinta all'Accademia ad organizzare, nel 1996, sotto la sapiente regia di Geo Pistarino, con il contributo del Comune di Tagliolo Monferrato e l'impegno appassionato di Paola Piana Toniolo , il convegno Terre e Castelli dell 'Alto Monferrato tra Medioevo ed Età Moderna. Fu questo un passaggio fondamentale ai nostri fini, perché fra le relazioni del convegno figur ava un articolo di Rome o IX Pavoni: J Marchesi del Bosco tra Genova e Alessandria, uno stu dio su l ramo aleramico che per secoli aveva signoreggiato sulle terre de ll' Ovadese. Nacque allora l'idea di arrivare ad un vol ume su ll' Antichità e il Medioevo de l nostro territori o. li Prof. Pavoni dette la sua disponibilità a continuare le ricerche sino a11 'uscita di sce na dei Del Bosco a fine Duecento, Emi lio Po destà era entusia sta dell 'idea e si offerse di affrontare le ricerche sul secolo suc cessivo e, a completare il quadro, sarebbe servita la tesi di un bril lante studente ovadese di Pavoni, Edilio Riccardini, che aveva approfondito le vicende quattrocentesche del Borgo conteso in que l secolo fra Milano e Genova. Da allora, con i tempi che l'at tività accademica e i molti impegni gli concedevano, Pavoni si mise all'opera esplorando tutta la documentazione disponibile, mentre il suo lavoro, come un fiume carsico, emergeva di quand o in quan do in convegni che a vario tito lo riguardavano il nostro ter ritorio, o in occasione di cene di lavoro che hanno finito per tra sformare il rapporto occasiona le in una sincera amicizia. Emilio Podestà con l'entusiasmo che lo caratterizzava si buttò ne l]'impresa anima e corpo e in un tempo relativamente breve per venne ad una prima stesura riservandosi di apportare man mano aggiunte e di effettuare le necessarie revisioni. È noto poi come, purtroppo, il male si sia impadronito di lui, piegando la sua fibra forte e spegnendo sul suo viso quel sorriso carico di autoiro nia con cui temperava gli entusiasmi. Sono ormai sette anni che l' a mico è scomparso, ma il ricord o di lui è ancora nitido in tutti noi. I! suo contri buto viene pubblicato cosi come c'era stato conse gnato l'ultima vo lta che lo avevamo visto. Questo spiega il senso di incompletezza che si prova nel leggere le pagine di alcuni capi to li, la mancanza di una bibliografia e certe parti che abbisogne rebbero di un aggiornamento . In quanto al resto, oggi, il fiume carsico è giunto alla foce ed ora il lettore ha di fronte l' intero lavoro di Romeo Pavoni che è anda to oltre ogni nostra più ottimistica previsione, sicché l'Ovadese ha oggi una storia destinata a diventare un classico sulla qua le stu- x dieranno generazioni di studenti e costituisce le basi solide per l'approfondimento degli studiosi.