Indice

1. Introduzione……………………………………………………………………………………………………………………. 3 1.1 Brevi note sulla Valutazione Ambientale nella pianificazione ………………..………... 4 2. Il quadro normativo…………………………………………………………………………………………………………… 7 3. Indicazioni metodologiche sulla procedura VAS ………………………………………………………….….. 12 4. Il percorso di condivisione da attivare……………………………………………………………………………… 14 5. Finalità e struttura del Rapporto Ambientale per la Vas del PUC di ………………….. 17 6. Illustrazione dei contenuti e degli obiettivi principali del PUC …………………………………….... 22 7. Rapporto tra il PUC e gli altri Piani e Programmi …………………………………………………………… 31 7.1 Individuazione dei Piani e dei Programmi pertinenti al PUC di Pisciotta ………… 31 7.2 Rapporto e interazione tra il PUC ed i Piani e Programmi ………………………..……. 52 8. Obiettivi di protezione Ambientale stabiliti a Livello Internazionale, Comunitario o degli Stati Membri, pertinenti al PUC di Pisciotta verifica di coerenza interna ed esterna ……….54 8.1 Verifica di coerenza tra i contenuti del PUC e gli obiettivi ambientali ………. 71 8.2 Verifica di coerenza tra i contenuti del PUC e gli obiettivi sovraordinati ….. 72 9. Aspetti pertinenti allo stato dell’ambiente …………………………………………………………………….. 78 9.1 Risorse ambientali primarie ……………………………………………………………………..……. 78 9.2 Infrastrutture …………………………………………………………………………………………..……. 95 9.3 Attività antropiche ……………………………………………………………………………………..…. 97 9.4 Fattori di interferenza …………………………………………………………………………………. 118 9.5 Caratteristiche ambientali ……………………………………………………………………….….. 124 9.6 Relazioni di sistema ………………………………………………………………………….…………. 124 9.7 Descrizione del territorio ………………………………………………………………………….…. 124 10. Probabile evoluzione dell’ambiente senza l’attuazione del PUC ……………………………….... 130 11. Possibili impatti significativi del PUC sull’ambiente ………………………………………………..…….. 131

12. MISURE PREVISTE PER IMPEDIRE, RIDURRE E COMPENSARE GLI EVENTUALI EFFETTI NEGATIVI SIGNIFICATIVI SULL'AMBIENTE DERIVANTI DALL'ATTUAZIONE DEL PUC E INDICAZIONI PER IL MIGLIORAMENTO DELLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE DEL PIANO IN FASE DI ATTUAZIONE ………………………………………………………………………………………………... 133

13. SINTESI DELLE RAGIONI DELLA SCELTA DELLE ALTERNATIVE INDIVIDUATE E DELLE DIFFICOLTÀ INCONTRATE NELLA RACCOLTA DELLE INFORMAZIONI NECESSARIE ……………………………………………………………………………………………………………………..…………….. 134

14. LA SCELTA DELLE ALTERNATIVE INDIVIDUATE ……………………………………..……………………….. 134

15. MISURE PREVISTE IN MERITO AL MONITORAGGIO ………………………………………..…………….. 134 15.1 Attività nel monitoraggio del “PSC”……………………………………………………………. 134 15.2 Monitoraggio del contesto ……………………………………………….……………………….. 138

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15.3 Interazione tra monitoraggio del piano e monitoraggio del contesto e valutazione delle performance ambientali del “PSC” ………………………………………… 140 15.4 Piano economico ……………………………………………………………………………………… 140 15.5 Rapporto di monitoraggio ………………………………………………………………….…….. 140 15.6 Tempi di attuazione ………………………………………………………………………………….. 141 15.7 Misure correttive …………………………………………………………………………..…………. 141

16. GLI INDICATORI ………………………………………………………………………………………………………….. 141 17. ALLEGATI ……………………………………………………………………………………………………………………. 142

ALLEGATO N.1 Quadro sinottico indicatori ISPRA ALLEGATO N.2 Quadro sinottico indicatori ARPAC ALLEGATO N.3 Piano di Monitoraggio del PTCP ALLEGATO N.4 Elenco dei soggetti competenti in materia ambientale (SCA) ALLEGATO N.5 Elenco dei soggetti costituenti il “pubblico” ed il “pubblico interessato ” ALLEGATO N.6 Quadro normativo di riferimento

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1. INTRODUZIONE Il percorso della Valutazione Ambientale Strategica parte da lontano e il suo sviluppo metodologico ed operativo si riscontra sia negli stati dell’Unione europea che nelle esperienze nordamericane, percorrendo impostazioni disciplinari legate ai temi della cultura ambientalista, poi evolutasi nella ricerca di ipotesi di sviluppo sostenibile, fino a comprenderne gli aspetti legati alla partecipazione nei processi decisionali. A partire dagli anni ’90 anche nel nostro paese si è iniziato ad avvertire la necessità di mettere a punto degli strumenti che consentissero l’integrazione degli aspetti ambientali nei processi di pianificazione territoriale ed urbanistica. Le necessità emerse in quest’ultimo decennio nell’ambito della pianificazione si possono riassumere nei seguenti punti: 1. una maggiore considerazione del contesto e delle variabili ambientali nella definizione dei nuovi interventi, onde evitare di spingere il sistema oltre quei valori soglia per i quali gli effetti sull’ambiente possono diventare dannosi; 2. il recepimento delle istanze provenienti dalla popolazione locale e dai soggetti portatori di interesse , coinvolgendo maggiormente l’opinione pubblica nelle decisioni più rilevanti; 3. la realizzazione dei punti suddetti in modo propositivo, integrandoli nel processo di pianificazione come ulteriori input in grado di migliorare un piano urbanistico , qualificando uno strumento capace di coniugare le esigenze di sviluppo con quelle della conservazione e pervenire di conseguenza ad uno sviluppo sostenibile condiviso e durevole del territorio. La Valutazione ambientale strategica rappresenta, in questo senso, lo strumento per includere gli aspetti sopra esposti nel quadro della pianificazione urbanistica, come è stato riconosciuto dalla Comunità Europea, che ha introdotto la VAS con la Direttiva 2001/42/CE. La procedura VAS ha la caratteristica di affiancarsi al processo di piano, accompagnandolo lungo tutto il suo iter progettuale e amministrativo, con l’intento di intervenire in modo organico nello sviluppo delle strategie territoriali, al fine di elaborare un quadro di sviluppo compatibile con l’ambiente. La VAS ha inoltre il pregio di integrare nel processo di valutazione, a fianco degli aspetti ambientali anche quelli economici e sociali, promuovendo la sostenibilità dello sviluppo nell’ambito della pianificazione.

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1.1 BREVI NOTE SULLA VALUTAZIONE AMBIENTALE NELLA PIANIFICAZIONE Dagli inizi degli anni Settanta si è venuta ad affermare nell’opinione pubblica dei paesi industrializzati una sempre maggiore sensibilità alle questioni ambientali e una presa di coscienza riguardo alle conseguenze provocate da un modello di sviluppo che fino ad allora considerava la qualità dell’ambiente marginale rispetto agli obiettivi di crescita. Diversi sono stati nel corso degli anni i metodi sviluppati per includere la considerazione della dimensione ambientale nei processi decisionali (Partidario, Clark, 2000; Cec, 2001), che potevano determinare interventi con possibili impatti negativi sulla salute umana e sull’ambiente, e le esperienze raccolte in questo campo hanno contribuito alla definizione di tecniche di valutazione ambientale via via sempre più affinate. Anche la disciplina urbanistica si è vista coinvolta in questo processo e si è compresa la necessità di un approfondimento sia teorico che tecnico per la materia. Nasce quindi nei vari paesi l’esigenza di adeguare la propria normativa attuando strumenti di legge in grado di affrontare in modo chiaro ed efficiente le problematiche collegate all’ambiente. Con l’emanazione, nel 2001, della Direttiva 2001/42/CE, la cosiddetta direttiva ‘VAS’, si apre una fase che vede gli Stati membri impegnati nell’applicazione di procedure, metodologie e tecniche per valutare dal punto di vista ambientale progetti, programmi e piani. L’emanazione della direttiva ha portato ad una serie di innovazioni in ambito urbanistico, in quanto favorisce il superamento definitivo della divisione nella disciplina urbanistica tra analisi e progettazione e tende a migliorare il progetto urbanistico attraverso la preventiva valutazione degli effetti ambientali negativi. La VAS si basa sulla considerazione che la valutazione ambientale deve avvenire in una fase preventiva alle modificazioni ambientali, generate dalle trasformazioni territoriali previste dal progetto o dal piano, e deve inoltre essere un processo di “aiuto alla decisione”. Si assiste quindi ad un ulteriore passo in avanti nell’affermarsi del moderno concetto di valutazione ambientale, che diviene così un insieme di fasi valutative che si inseriscono nel processo decisionale, senza esaurirsi in un unico stadio dello stesso, ma affiancandolo e accompagnandolo in ogni suo momento. La VAS è un valido supporto alla pianificazione in quanto è uno strumento di consenso informato , che aiuta il processo decisionale avvalendosi di obiettivi e criteri che vanno definiti e condivisi a priori e che sono la base per l’individuazione delle strategie e degli interventi. Uno degli obiettivi chiave dello sviluppo sostenibile, infatti, è legato alla creazione di processi partecipati, in quanto è ormai chiaro che non può esistere uno sviluppo sostenibile se esso non trova nella comunità locale un elevato livello di condivisione (Therivel, 2006). La VAS si presenta anche come un valido stimolo alla progettazione, poiché permette di individuare l’idea forza adatta per il territorio e le azioni progettuali adeguate e inoltre, prevede esplicitamente la considerazione di ragionevoli alternative. Infine rende il monitoraggio efficace, grazie alla ricca gamma di

4 indicatori di riferimento che verificano il reale raggiungimento degli obiettivi programmati e individuano tempestivamente gli effetti ambientali imprevisti, permettendo l’adozione di misure correttive e un miglioramento continuo del processo attraverso sistemi di controllo. Per una sua corretta applicazione, il processo di VAS deve esplicitarsi in tre diversi momenti: - ex-ante: prima della redazione del piano o programma, in modo tale da mettere in evidenza i problemi ambientali; - in itinere: durante la redazione del piano, prendendo in considerazione i possibili effetti degli interventi, valutando la coerenza con la valutazione ex ante, la pertinenza degli obiettivi e il grado di conseguimento degli stessi; in questa fase il processo di valutazione e quello di redazione del piano devono essere realizzati in modo parallelo così da affrontare le problematiche congiuntamente; - ex-post: una volta realizzato il piano, illustra l’impiego delle risorse, l’efficacia e l’efficienza degli interventi, il loro impatto e la coerenza con la valutazione ex ante; dopo l’approvazione si decide quali indicatori sottoporre a monitoraggio permanente per verificare se le scelte del piano sono consone. Uno degli elementi più innovativi introdotti dalla direttiva VAS è dato sicuramente dalla necessità di formulare alternative di piano, a livello di singole azioni e/o a livello di scenario. La presenza di ragionevoli alternative consente alla valutazione di essere efficiente, e le motivazioni delle scelte, informazioni da riportare nel rapporto ambientale, rendono il processo di decisione più trasparente e facilmente ricostruibile. Il processo di VAS, applicato agli strumenti di pianificazione, comporta l’utilizzo di una metodologia di analisi e di progettazione diversa rispetto alla tradizionale prassi urbanistica, nella quale entrano a far parte altri saperi rispetto a quello urbanistico e in cui la valutazione ambientale assume un ruolo determinante non solo in quanto verifica delle scelte, ma in quanto componente essenziale della progettazione (Jogan, 2007). Come riporta il D.Lgs. 152/2006 (e successive modifiche), il Rapporto Ambientale deve individuare, descrivere e valutare gli impatti significativi che l’attuazione del Piano proposto potrebbe avere sull’ambiente e sul patrimonio socio-culturale, nonché le ragionevoli alternative che possono adottarsi in considerazione dell’ambito territoriale del Piano stesso. E’ quindi uno strumento che deve mettere in evidenza, in via preliminare, come la sostenibilità è stata presa in considerazione nel processo di formazione del PSC e quale sia la probabile interazione tra gli obiettivi del piano e le componenti ambientali sulla base del quale, attraverso le consultazioni preliminari, grazie al supporto dell’autorità competente e dei soggetti competenti in materia ambientale, l’autorità procedente integra al meglio, nel processo di piano, le considerazioni ambientali e gli obiettivi di sostenibilità ambientale nel rispetto degli obiettivi di protezione ambientale e di sostenibilità indicati dalle norme e dai piani e programmi ambientali, europei, nazionali e regionali. Nella procedura di redazione del PSC si assumerà che il Rapporto preliminare costituisca parte integrante del Documento Preliminare, come

5 documento a supporto della valutazione ambientale da svolgere nell’ambito delle Conferenze di pianificazione, e documento sulla base del quale definire, nell’ambito delle consultazioni preliminari, i contenuti del Rapporto Ambientale (Dlg 152/06).

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2. IL QUADRO NORMATIVO

Negli ultimi anni il panorama internazionale ha visto la nascita di molteplici convenzioni, normative e strumenti, finalizzati ad introdurre la dimensione ambientale e incentivare la partecipazione nei processi decisionali pubblici. Nell’ambito della normativa comunitaria sono state in particolare introdotte numerose direttive, volte a disciplinare i procedimenti e i contenuti della valutazione ambientale di progetti (Valutazione di Impatto Ambientale, direttive 85/337/CEE14 e 97/11/CE15), delle aree di pregio naturalistico (Valutazione d’Incidenza, direttiva 92/43/CEE o direttiva Habitat16), dei siti produttivi (Autorizzazione ambientale integrata, direttiva 96/61/CE17), dei piani e programmi (Valutazione Ambientale Strategica, direttiva 2001/42/CE18) e, in prospettiva, anche delle azioni strategiche (Valutazione di Impatto Integrata, COM(2002) 27619). Sulla scorta della Convenzione di Århus,20 il Parlamento Europeo ed il Consiglio hanno poi emanato una prima direttiva sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale (direttiva 2003/4/CE21), un’altra direttiva sulla partecipazione del pubblico nell’elaborazione di taluni piani e programmi in materia ambientale (direttiva 2003/35/CE22) ed una proposta di direttiva sull’accesso alla giustizia in materia ambientale (COM(2003) 62423). Ai fini del nostro lavoro è di particolare interesse soffermarsi sul contenuto della Direttiva 2001/42/CE (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee il 21/07/2001, L197/30) concernente "la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente naturale", che si pone come obiettivo quello di garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente, ed individua nella valutazione ambientale strategica (VAS) lo strumento per l’integrazione delle considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile del territorio e della comunità insediata. Questa Direttiva trae fondamento dall’art.174 del Trattato comunitario, lì dove si stabilisce che la politica della Comunità in materia ambientale contribuisce, tra l'altro, a perseguire gli obiettivi della salvaguardia, della tutela e del miglioramento della qualità dell'ambiente, della protezione della salute umana e dell'utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali, e che essa deve essere fondata sul principio della precauzione. L'articolo 6 del Trattato stabilisce, altresì, che le esigenze connesse con la tutela dell'ambiente devono essere integrate nella definizione delle politiche e delle azioni comunitarie, in particolare nella prospettiva di promuovere lo sviluppo sostenibile degli Stati Membri. Sulla base di questi presupporti fondativi, con la Direttiva 42 l’U.E. ha introdotto un importante strumento per l'integrazione delle considerazioni di carattere ambientale nell'elaborazione e nell'adozione di taluni piani e programmi, agendo direttamente in fase di elaborazione degli stessi e prima della loro

7 adozione. La Direttiva 42/2001/CE, entrata in vigore il 21 luglio 2001, il cui termine ultimo di recepimento nazionale era fissato al 21 luglio 2004, è stata recepita a livello nazionale con il D.Lgs. n.152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale” e s.m.ei.. Il comma 3 dell’articolo 4, titolo I, della parte II del D.Lgs. n.152/2006 (come modificato dal D.Lgs. n.128/2010) chiarisce che “La valutazione ambientale di piani, programmi e progetti ha la finalità di assicurare che l'attività antropica sia compatibile con le condizioni per uno sviluppo sostenibile, e quindi nel rispetto della capacità rigenerativa degli ecosistemi e delle risorse, della salvaguardia della biodiversità e di un'equa distribuzione dei vantaggi connessi all'attività economica. Per mezzo della stessa si affronta la determinazione della valutazione preventiva integrata degli impatti ambientali nello svolgimento delle attività normative e amministrative, di informazione ambientale, di pianificazione e programmazione”. Per «valutazione ambientale» s'intende il processo che comprende:  lo svolgimento di una verifica di assoggettabilità (art.3, paragrafo 3, della Direttiva CE/2001/42 ed art.12 del D.Lgs. n.152/2006 e s.m. e i.);  l'elaborazione del rapporto ambientale (art.5 della Direttiva CE/2001/42 ed art.13 del D.Lgs. n.152/2006 e s.m. e i.);  lo svolgimento di consultazioni (art.6 della Direttiva CE/2001/42 ed art.14 del D.Lgs. n.152/2006 e s.m. e i.);  la valutazione del piano o del programma, del rapporto e degli esiti delle consultazioni (art.8 della Direttiva CE/2001/42 ed art.15 del D.Lgs. n.152/2006 e s.m. e i.); l'espressione di un parere motivato (art.15 del D.Lgs. n.152/2006 e s.m. e i.);  la decisione: il piano o programma ed il rapporto ambientale, insieme con il parere motivato e la documentazione acquisita nell'ambito della consultazione, sono trasmessi all'organo competente all'adozione o approvazione del piano o programma (art.16 del D.Lgs. n.152/2006 e s.m. e i.);  l'informazione sulla decisione assunta (art.9 della Direttiva CE/2001/42 ed art.17 del D.Lgs. n.152/2006 e s.m. e i.);  la messa a punto delle disposizioni della fase di monitoraggio per il controllo degli effetti ambientali significativi dell’attuazione del piano o del programma (art.10 della Direttiva CE/2001/42 ed art.18 del D.Lgs. n.152/2006 e s.m. e i.). A livello regionale, l’art. 47 della LrC n.16/2004 “Norme sul Governo del Territorio” dispone che i piani territoriali di settore ed i piani urbanistici accompagnati dalla valutazione ambientale di cui alla direttiva 42/2001/CE, da effettuarsi durante la fase di redazione dei piani. Secondo quando previsto dalla norma regionale, ”la valutazione scaturisce da un rapporto ambientale in cui sono individuati, descritti e valutati gli effetti significativi dell'attuazione del piano sull'ambiente e le alternative, alla luce degli obiettivi e dell'ambito territoriale di riferimento del piano” , esplicitando al comma 4 che ai piani deve essere

8 allegata una relazione che illustri “come le considerazioni ambientali sono state integrate nel piano e come si è tenuto conto del rapporto ambientale”. Il Regolamento regionale n.5, emanato nel 2011 in attuazione della richiamata norma, ha ulteriormente approfondito l’iter procedurale per la verifica della sostenibilità ambientale dei piani, quale parte integrante del procedimento di formazione dei PUC stesso: in particolare le disposizioni degli artt.2 e 3, puntualmente richiamate e commentate nel successivo paragrafo, sono finalizzate a sviluppare quella fertile sinergia tra la pianificazione urbanistica e la sostenibilità socio-ambientale che, si auspica, possa concretamente migliorare la qualità della vita delle nostre comunità. In quest’ottica il Rapporto Ambientale è parte integrante del progetto di Piano, ed in esso devono essere individuati, descritti e valutati gli impatti significativi che l'attuazione del piano potrebbe avere sull'ambiente, sul patrimonio culturale e sul contesto socio-economico, nonché le ragionevoli alternative che possono adottarsi in considerazione degli obiettivi e dell'ambito territoriale di riferimento. Possiamo concludere che la preparazione del rapporto ambientale e l’integrazione delle considerazioni ambientali nella predisposizione dei piani e dei programmi, costituisce pertanto un processo interattivo che deve contribuire al raggiungimento di soluzioni più sostenibili nell’iter decisionale. In dettaglio, le informazioni da fornire nel rapporto ambientale sono di seguito elencate: a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del rapporto con altri pertinenti piani o programmi; b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell'ambiente e sua evoluzione probabile senza l'attuazione del piano o del programma; c) caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree che potrebbero essere significativamente interessate; d) qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, culturale e paesaggistica, quali le zone designate come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, nonché i territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, di cui all'art. 21 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228. e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale; f) possibili impatti significativi sull'ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l'interrelazione tra i suddetti fattori. Devono

9 essere considerati tutti gli impatti significativi, compresi quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi; g) misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali impatti negativi significativi sull'ambiente dell'attuazione del piano o del programma; h) sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o difficoltà derivanti dalla novità dei problemi e delle tecniche per risolverli) nella raccolta delle informazioni richieste; i) descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio e controllo degli impatti ambientali significativi derivanti dall'attuazione del piani o del programma proposto definendo, in particolare, le modalità di raccolta dei dati e di elaborazione degli indicatori necessari alla valutazione degli impatti, la periodicità della produzione di un rapporto illustrante i risultati della valutazione degli impatti e le misure correttive da adottare; j) sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti. Di seguito sono elencati gli strumenti normativi di riferimento: Normativa comunitaria Dir. 85/337/CEE del 27 giugno 1985 Dir. 97/11/CE del 3/3/1997 Dir. 2001/42/CE del 27 giugno 2001 Dir. 79/409/CEE del 2 aprile 1979 (V.I.) Dir. 92/43/CEE del 21 maggio 1992 (V.I.) Normativa statale L. 8 luglio 1986, n. 349 D.P.C.M. 10 agosto 1988, n. 377 D.P.C.M. 27 dicembre 1988 (Art. 40) L. 22 febbraio 1994, n. 146 L. 3 novembre 1994, n. 640 D.P.R. 12 aprile 1996 (Art. 71) D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 112 D.Lgs. 20 agosto 2002, n. 190 D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 D.Lgs. 16 gennaio 2008, n. 4 D.P.R. 8 settembre 1997 n. 357 (V.I.) D.P.R. 12 marzo 2003 n. 120 (V.I.) D.M. 3 aprile 2000 (V.I.) Normativa regionale D.G.R. 29 ottobre 1998 n. 7636 D.G.R. 28 novembre 2000 n. 6010 D.G.R. 15 novembre 2001 n. 6148 D.G.R. 14 Luglio 2005 n. 916 (Calcolo spese Istruttoria V.I.A./V.I.) D.G.R. 14 marzo 2008 n. 426 10

D.G.R. 15 Maggio 2009 n. 912 Direttiva Prot.n. 1000353 del 18/11/09 (V.I.A. Cave) D.P.G.R. 18 Dicembre 2009 n.17 (Regolamento di attuazione della V.A.S.) D.P.G.R. 29 Gennaio 2010 n.9 (Regolamento di attuazione della V. I.) D.P.G.R. 29 Gennaio 2010 n. 10 (Regolamento di attuazione della V. I. A.) D.G.R. 5 Marzo 2010 n. 203 Approvazione degli Indirizzi Operativi e Procedurali per lo svolgimento della V.A.S. in Regione D.G.R. 19 Marzo 2010 n.324 Linee Guida e Criteri di Indirizzo per l'effettuazione della Valutazione di Incidenza in Regione Campania Circolare Prot.n. 331337 del 15 Aprile 2010 (Circolare esplicativa regolamenti regionali procedure valutazione ambientale) D.G.R. 8 Ottobre 2010 n.683 Decreto Dirigenziale 13 Gennaio 2011 n. 30 D.G.R. 24 Maggio 2011 n. 211 D.G.R. 4 Agosto 2011 n.406 Approvazione del "Disciplinare organizzativo delle strutture regionali preposte alla VIA e alla VI di cui ai Regolamenti nn. 2/2010 e 1/2010, e della VAS di cui al Reg. emanato con D.P.G.R. m. 17 del 18/12/10" Regolamento n. 5 del 4 Agosto 2011 "Regolamento di attuazione per il Governo del Territorio" Circolare Prot.n. 765763 del 11 Ottobre 2011 (Circolare esplicativa in merito all'integrazione della valutazione di incidenza nelle VAS di livello comunale alla luce delle disposizioni del Regolamento Regionale n. 5/2011)

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3. INDICAZIONI METODOLOGICHE PER LA PROCEDURA DI VAS

Il processo di Valutazione Ambientale Strategica si pone importanti obiettivi di lavoro:  realizzare un’efficace sinergia tra processo di pianificazione e di valutazione, con una continua interazione tra le diverse figure professionali coinvolte e gli uffici preposti;  elaborare analisi specifiche commisurate al livello di approfondimento del piano comunale ed ancorate ai dati ambientali effettivamente rilevabili, utilizzando strumenti valutativi e partecipativi effettivamente percorribili, per una reale efficacia della metodologia di valutazione adottata;  sviluppare strategie partecipative e di coinvolgimento dei diversi attori del processo di piano, pianificando tempi, strumenti e luoghi, fin dalla fase di avvio del processo di formazione del PUC. Per quel che riguarda, in particolare, gli strumenti valutativi da adottare, si ipotizza di utilizzare due tipologie di analisi valutative: - un primo gruppo di analisi, cosiddette qualitative, basato sulla costruzione di una, o più, matrici di controllo (tra “obiettivi e strategie di piano” ed “obiettivi di protezione/sostenibilità ambientale” stabiliti a livello internazionale, comunitario, nazionale, regionale e provinciale), che potranno essere funzionali alla verifica degli impatti di quanto proposto dal PUC e, quindi, alla definizione di specifiche indicazioni per il progetto definitivo di piano; - a queste prime analisi ne seguiranno altre di tipo quantitativo, basate sulla costruzione/selezione di indicatori per la definizione di scenari alternativi di sviluppo e per il monitoraggio del piano (ovvero per “misurare” gli effetti sull’ambiente derivanti dall’attuazione del piano nel tempo). I risultati delle analisi quantitative, unitamente a quelli ottenuti con le analisi qualitative, confluiranno nell’elaborazione del Rapporto Ambientale (e della “Sintesi non Tecnica”) e saranno posti alla base del monitoraggio dell’attuazione del piano, per valutare la coerenza degli effetti prodotti (attesi ed inattesi) con i criteri di sostenibilità predefiniti. Il lavoro così sviluppato potrà anche essere funzionale alla elaborazione di una analisi delle potenzialità del territorio (carta della trasformabilità ambientale ed insediativa del territorio comunale), definite sulla base di criteri di interpretazione delle caratteristiche territoriali, esplicitati tramite la costruzione di mappe di potenzialità. Queste mappe, restituendo la rappresentazione cartografica dell’analisi delle caratteristiche intrinseche del territorio, sono finalizzate a definire un sistema analitico che evidenzi la capacità del territorio di “sopportare” destinazioni d’uso specifiche (conservazione, residenza, produzione), in quanto rispondenti alle caratteristiche del sito ricettore. Il vantaggio conseguente, dall’adozione di tale metodologia, deriva dalla possibilità di governare le scelte (soprattutto nel caso di usi molteplici) con approssimazioni successive, esplicitate o esplicitabili, mediante prassi di concertazione e di confronto tra scelte alternative, nelle quali l’arricchimento della base conoscitiva (alle scale idonee) può diventare l’elemento di mediazione e di confronto; analogamente l’adeguamento della mappa alle scelte fatte,

12 mediante monitoraggio successivo degli eventi (interventi e politiche realizzate), comporta verifiche governate e, a loro volta condivise, che servono alla esplicitazione ed alla definizione di scelte successive .

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4. IL PERCORSO DI CONDIVISIONE DA ATTIVARE

La Valutazione Ambientale Strategica segue il Piano Urbanistico Comunale in tutte le sue fasi: dalla redazione alla sua approvazione per proseguire successivamente con il monitoraggio dello stesso. Secondo il regolamento n.5/2011 " DI ATTUAZIONE PER IL GOVERNO DEL TERRITORIO", il processo di costruzione del PUC dovrà essere scandito da fasi di coinvolgimento e di confronto con la comunità locale, con i “portatori di interessi” e con i soggetti competenti in materia ambientale (SCA). Di seguito si sintetizzano gli step di condivisione previsti dalla procedura di piano:

STEP DI ATTORI ATTIVITA' STRUMENTI CONDIVISIONE

I Ufficio di Piano, organizzazioni Condivisione dello stato dell’ambiente e Incontri pubblici con ausilio di sociali, culturali, economico del preliminare di piano questionari (Allegato I) professionali, sindacali ed ambientaliste e cittadinanza II Autorità Procedente e Autorità Definizione dei Soggetti Competenti in Tavolo di consultazione e verbali Competente Materia Ambientale. Nella fase di scoping sarà indetto un tavolo di consultazione, articolato in due sedute: la prima, di tipo introduttivo volta ad illustrare il rapporto preliminare e ad acquisire le prime osservazioni in merito; la seconda, finalizzata ad acquisire i pareri definitivi degli Sca in merito al rapporto preliminare, esaminare le osservazioni ed i pareri pervenuti, prendere atto degli eventuali pareri obbligatori previsti. Durante la fase di confronto tra l'AP e l'AC saranno: - individuati i singoli settori del pubblico interessati all’iter decisionale da coinvolgere in fase di consultazione del pubblico; - individuate le modalità di coordinamento tra le fasi di pianificazione e le fasi di VAS con riferimento alle consultazioni del pubblico; - indivisuate le rilevanze dei possibili effetti. Le attività svolte durante l’incontro saranno oggetto di un apposito verbale, da allegare al rapporto preliminare da sottoporre agli SCA per le attività del tavolo di consultazione. Il tavolo di consultazione ha il compito anche di esprimersi in merito al preliminare di piano contenente le informazioni e i dati necessari alla verifica degli effetti significativi sull'ambiente, sulla salute e sul patrimonio culturale. Il tavolo ha, inoltre, il compito di: definire la portata ed il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel rapporto ambientale; - acquisire elementi informativi volti a costruire un quadro conoscitivo condiviso, per quanto concerne i limiti e le condizioni per uno sviluppo 14

sostenibile; - acquisire i pareri dei soggetti interessati; - stabilire le modalità di coordinamento per la consultazione dei SCA e del pubblico sul Piano e sul rapporto ambientale al fine di evitare duplicazioni delle procedure di deposito, pubblicità e partecipazione previste dalla L.R. 16/2004. Autorità Competente e Messa a disposizione del pubblico della Deposito presso gli uffici e III Autorità Procedente proposta di piano ed del rapporto pubblicazione sul proprio sito ambientale web. Cittadini e in genere Presa visione del rapporto ambientale e Istituto delle osservazioni IV interessati al procedimento presentazione delle proprie osservazioni in forma scritta, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi. Autorità Competente e Acquisizione e valutazione di tutta la Attività tecnico -istruttorie Autorità Procedente documentazione presentata, nonché delle V osservazioni, delle obiezioni e dei suggerimenti inoltrati

Durante il primo step di condivisione l'Ufficio di Piano e i consulenti esterni si confronteranno con i cittadini di Pisciotta in assemblea pubblica. In tale sede saranno esposti gli obiettivi e il ventaglio di azioni che l'Amministrazione comunale ha concepito per rendere il PUC di Pisciotta sostenibile dal punto di vista ambientale. Ai cittadini sarà data l'opportunità di compilare un questionario conoscitivo con riferimento ai temi della sostenibilità, con la possibilità di esprimere considerazioni e avanzare proposte da inserire nel piano. Il questionario sarà disponibile alla cittadinanza fino alla chiusura della fase di scoping a seguito della quale verrà licenziata la versione definitiva del preliminare di piano. Nel processo descritto si svolgeranno attività di consultazione e attività di partecipazione che in parte potranno avvenire contestualmente. La consultazione si rivolge ai soggetti che, ai sensi del Decreto 4/2008, sono competenti in materia ambientale (autorità definite nel par. 3, art. 6 Dir. 2001/42/CE e lettera s, co.1, art. 5, D. Lgs. n. 152/2006). Tra i soggetti che sono coinvolti nel processo di “VAS” ( Regione, provincia, ATO, ASL, Consorzi, etc,…) vi è innanzitutto la figura dell’Autorità Competente, che il D.Lgs. 152/2006, all’art. 5, definisce: “la pubblica amministrazione cui compete l'adozione del provvedimento di verifica.

Autorità Competente Struttura Indirizzo Telefono Fax Posta elettronica

Oltre ai soggetti competenti in materia ambientale è chiamato ad esprimere osservazioni il Pubblico Interessato, che il D.Lgs. 152/2006, all’art. 5, definisce: “il pubblico che subisce o può subire gli effetti delle procedure decisionali in materia ambientale o che ha un interesse in tali procedure; ai fini della presente 15 definizione le organizzazioni non governative che promuovono la protezione dell'ambiente e che soddisfano i requisiti previsti dalla normativa statale vigente, nonché le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, sono considerate come aventi interesse”. Di seguito si riporta un esempio di costituzione dell’elenco (non esaustivo) del “pubblico interessato” (da consultare nei modi ritenuti più opportuni: forum, conferenze, invio di comunicazione, ecc.) utile ai fini della redazione della successiva tabella, da compilare selezionando tali soggetti dall'elenco o aggiungendo altri pertinenti a seconda delle caratteristiche del “PSC/PSA”:

Pubblico interessato 1 2 3 4 5

Nella tabella seguente vanno riportati i contributi pervenuti dai soggetti competenti in materia ambientale durante il periodo di consultazione del “Rapporto Preliminare” e i relativi esiti emanati da questa AP .

N. Contributi Esiti

1 ARPA • sarebbe opportuno riportare … • L’osservazione è stata recepita nel capitolo …, Campania paragrafo … del presente rapporto ambientale

2 Provincia di • sarebbe opportuno tener conto … • L’osservazione non è recepita in quanto si ritiene che …

3 Provincia … …

… … … …

In allegato sono riportati i riferimenti di tutti i soggetti competenti in materia ambientale e i soggetti a diverso titolo interessati alla stesura del piano.

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5. Finalità e struttura del RA per la VAS del PUC di Pisciotta

In dettaglio si propone di elaborare il Rapporto Ambientale che accompagnerà il progetto definitivo di Piano, sulla base dello schema di seguito riportato:

Contenuto del Rapporto ambientale che Coerenza con la Direttiva 42/2001/CE (allegato I) accompagnerà il progetto definitivo di Piano e con il D.lgs. 152/2006 (allegato VI) 1. Illustrazione dei contenuti e degli obiettivi principali del Puc 2. Rapporto tra il Puc ed altri Piani e Programmi a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali delpia 2.1 Individuazione dei Piani e dei Programmi pertinenti al Puc no o programma e del rapporto con altri pertinenti pianio progra 2.2 Rapporto ed interazione tra il Puc ed i richiamati Piani mmi; o Programmi 3. Obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al Puc, e il modo in cui, durante e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello la sua preparazione, si è tenuto conto di detti internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti obiettivi e di ogni considerazione ambientale al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua 3.1 Individuazione degli obiettivi di protezione ambientale preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni pertinenti al piano, stabiliti a livello internazionale, considerazione ambientale; comunitario, nazionale e regionale 3.2 Verifica di coerenza tra i contenuti del Puc e gli obiettivi di protezione ambientale

b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell'ambiente e sua evoluzione probabile senza l'attuazione del piano o del 4. Aspetti pertinenti dello stato attuale dell'ambiente programma; e sua probabile evoluzione senzal’attuazione del Puc c) caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle 4.1 Descrizione dello stato dell’ambiente aree che potrebbero essere significativamente interessate; 4.1.1. risorse ambientali primarie: aria; risorse idriche; d) qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al suolo e sottosuolo; ecosistemi e paesaggio piano o programma, ivi compresi in particolare quelli relativi 4.1.2. infrastrutture: modelli insediativi; mobilità ad aree di particolare rilevanza ambientale, culturale e 4.1.3. attività antropiche: agricoltura; industria e paesaggistica, quali le zone designate come zone di commercio; turismo protezione speciale per la conservazione degli uccelli 4.1.4 fattori di interferenza: rumore; energia; rifiuti selvatici e quelli classificati come siti di importanza 4.2 Caratteristiche ambientali dalle aree interessate comunitaria per la protezione degli habitat naturali e significativamente dal Piano della flora e della fauna selvatica, nonché i territori 4.3 Relazioni di sistema tra le attività previste dal Piano e con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, l’ambiente di cui all'art. 21 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228.

f) possibili impatti significativi sull'ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e 5. Possibili impatti significativi del Puc sull’ambiente archeologico, il paesaggio e l'interrelazione tra i suddetti fattori. Devono essere considerati tutti gli impatti significativi, compresi quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi. 6. Misure previste per impedire, ridurre e g) misure previste per impedire, ridurre e compensare nel compensare gli eventuali effetti negativi significativi modo più completo possibile gli eventuali impatti negativi sull'ambiente derivanti dall'attuazione del Puc e significativi sull'ambiente dell'attuazione del piano o del indicazioni per il miglioramento della sostenibilità programma; ambientale del Piano in fase di attuazione 7. Sintesi delle ragioni della scelta delle alternative h) sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e delle difficoltà incontrate nella individuate e una descrizione di come è stata effettuata la raccolta delle informazioni necessarie valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad 7.1 La scelta delle alternative individuate esempio carenze tecniche o difficoltà derivanti dalla novità 7.2 Difficoltà incontrate nella raccolta delle informazioni dei problemi e delle tecniche per risolverli) nella raccolta richieste delle informazioni richieste; 8. Misure per il monitoraggio i) descrizione delle misure previste in merito al 17

8.1 Misure previste in merito al monitoraggio monitoraggio e controllo degli impatti ambientali significativi 8.2 Gli indicatori derivanti dall'attuazione del piani o del programma proposto definendo, in particolare, le modalità di raccolta dei dati e di elaborazione degli indicatori necessari alla valutazione degli impatti, la periodicità della produzione di un rapporto illustrante i risultati della valutazione degli impatti e le misure correttive da adottare;

9. Sintesi non tecnica delle informazioni di cui ai j) sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere paragrafi precedenti precedenti.

Il Rapporto Ambientale costituisce parte integrante del processo di VAS del “Piano Strutturale Comunale” del di Pisciotta (SA). Il PSC, come tutti i piani elaborati per la pianificazione territoriale o la destinazione dei suoli, deve essere sottoposto al processo di valutazione ambientale strategica secondo le disposizioni della Direttiva 2001/42/CE e del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., così come recepito dalla D.G.R. del 4/8/2008, n. 535 e s.m.i Il Documento di scoping ha la finalità di delineare il quadro di riferimento per la VAS del Piano Urbanistico Comunale e, in conformità a quanto previsto dalla Direttiva Europea 2001/42/CE (art. 5, comma 4) e dal D.Lgs. n.152/2006 (Parte II, art.13, comma 1), contiene le indicazioni utili per definire, attraverso il confronto con i soggetti competenti in materia ambientale (SCA), la portata delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale ed il loro livello di dettaglio. La redazione del RPA non comporta dunque elaborazioni o approfondimenti che non siano già presenti nelle diverse fasi di impostazione ed elaborazione del piano, ma richiede che la descrizione del processo risponda effettivamente a esigenze di chiarezza, completezza e trasparenza e che tale descrizione venga completata con due importanti elementi aggiuntivi: - la redazione della Sintesi non Tecnica, ovvero del documento chiave per la partecipazione del pubblico non “addetto ai lavori” alla definizione del piano; - la descrizione del sistema di monitoraggio per la verifica della sua effettiva capacità di conseguire gli effetti desiderati. Per agevolare il confronto con i soggetti competenti in materia ambientale, il presente documento è articolato in capitoli che ripropongono l’indice del Rapporto Ambientale che si dovrà redigere contestualmente alla elaborazione del progetto definitivo di PUC e, per ognuno di essi, fornisce informazioni relative all’approccio metodologico ed alle fonti informative che si intendono adottare per sviluppare i contenuti previsti. Per precisare la portata ed il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel Rapporto si è tenuto conto di quanto espresso nell’art.5 della Direttiva comunitaria (e dal comma 4 dell’art.13 del D.Lgs. 152/2006), laddove si afferma che il Rapporto ambientale “comprende le informazioni che possono essere ragionevolmente richieste, tenuto conto del livello delle conoscenze e dei metodi di valutazione attuali, dei contenuti e del livello di dettaglio del piano o del programma e, per evitare duplicazioni della valutazione,

18 della fase in cui si trova nell'iter decisionale e della misura in cui taluni aspetti sono più adeguatamente valutati in altre fasi di detto iter”. La proposta di articolazione del Rapporto Ambientale è stata quindi definita sulla base dei contenuti dell’Allegato I della Direttiva 2001/42/CE, dell’Allegato VI alla Parte II del D.Lgs. n.152/2006 e del Regolamento regionale n.17/2009. Il RA dovrà anche dar conto delle difficoltà e delle incertezze incontrate nella fase di definizione delle azioni e nella previsione, indicando gli accorgimenti che dovranno essere messi in atto nella fase di monitoraggio per farvi fronte. Nel documento verranno individuati, descritti e valutati gli impatti significativi che l’attuazione del “PUC” proposto potrebbe avere sull’ambiente e sul patrimonio culturale, nonché le ragionevoli alternative che possono adottarsi in considerazione degli obiettivi e dell’ambito territoriale del “PUC” stesso. Si riportano in esso infatti le informazioni richieste a tale scopo, nei limiti in cui possono essere ragionevolmente richieste, tenuto conto del livello delle conoscenze e dei metodi di valutazione correnti, dei contenuti e del livello di dettaglio del “PUC”. Si da atto, inoltre, che il PUC verrà sottoposto a consultazione unitamente al “rapporto preliminare” per poi prendere in considerazione i contributi pervenuti. Nel documento, inoltre, al fine di evitare duplicazioni nella valutazione, sono utilizzati, ove pertinenti, approfondimenti già effettuati ed informazioni ottenute nell’ambito di altri livelli decisionali o altrimenti acquisite in attuazione di altre disposizioni normative.

Proposta di indice del Rapporto Ambientale: Finalità e struttura del documento di scoping p……. 1. Illustrazione dei contenuti e degli obiettivi principali del Puc p……. 1.1 Il percorso di condivisione attivato 2. Rapporto tra il PUC ed altri Piani e Programmi 2.1 Individuazione dei Piani e dei Programmi pertinenti al Puc p……. 2.2 Rapporto ed interazione tra il Puc ed i richiamati Piani o Programmi p……. 3. Obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al Puc, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale p……. 3.1 Individuazione degli obiettivi di protezione ambientale pertinenti al p……. piano, stabiliti a livello internazionale, comunitario, nazionale e regionale 3.2 Verifica di coerenza tra i contenuti del Puc e gli obiettivi di protezione ambientale 4. Aspetti pertinenti dello stato attuale dell'ambiente e sua probabile evoluzione senza l’attuazione del Puc 19

4.1 Descrizione dello stato dell’ambiente 4.1.1. risorse ambientali primarie: aria; risorse idriche; suolo e sottosuolo; p……. ecosistemi e paesaggio 4.1.2. infrastrutture: modelli insediativi; mobilità 4.1.3. attività antropiche: agricoltura; industria e commercio; turismo 4.1.4 fattori di interferenza: rumore; energia; rifiuti p……. 4.2 Caratteristiche ambientali dalle aree interessate significativamente dal p……. Piano 4.3 Relazioni di sistema tra le attività previste dal Piano e l’ambiente 5. Possibili impatti significativi del Puc sull’ambiente p……. p……. 6. Misure previste per impedire, ridurre e compensare gli eventuali effetti negativi significativi sull'ambiente derivanti dall'attuazione del Puc e indicazioni per il miglioramento della sostenibilità ambientale del Piano in fase di attuazione 7. Sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e delle difficoltà incontrate nella raccolta delle informazioni necessarie p……. 7.1 La scelta delle alternative individuate p……. 7.2 Difficoltà incontrate nella raccolta delle informazioni richieste 8. Misure per il monitoraggio 8.1 Misure previste in merito al monitoraggio p……. 8.2 Gli indicatori p……. 9. Valutazione d’Incidenza p……. 10. Sintesi non tecnica delle informazioni di cui ai paragrafi precedenti p……. ALLEGATI p……. Allegato n.1 Quadro sinottico indicatori ISPRA p……. Allegato n.2 Quadro sinottico indicatori ARPAC p……. Allegato n.3 Piano di Monitoraggio del PTCP p……. Allegato n.4 Elenco dei soggetti competenti in materia ambientale (SCA) p……. Allegato n.5 Elenco dei soggetti costituenti il “pubblico” ed il “pubblico p……. interessato” Allegato n.6 Quadro normativo di riferimento

Ai soggetti competenti in materia ambientale (SCA), ai quali sarà indirizzato il presente documento, si chiederanno osservazioni, suggerimenti e proposte di integrazioni, eventuali correzioni e modifiche, affinché il Rapporto Ambientale che si andrà a redigere possa efficacemente supportare la valutazione delle scelte di piano.

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Tabella tempistica e procedurale VAS 21

6. ILLUSTRAZIONE DEI CONTENUTI E DEGLI OBIETTIVI PRINCIPALI DEL PUC

Il Comune di Pisciotta ha approvato le “Linee programmatiche per l’approvazione del Piano Urbanistico Comunale (PUC)”, ai sensi della L.R. 16/2004. Di seguito si riportano gli indirizzi programmatici proposti dall’Amministrazione dai quali è scaturita la proposta di pianificazione urbanistica. In questo capitolo sono riportati sinteticamente i contenuti, gli obiettivi e le principali strategie di intervento del Puc, con particolare riferimento a quelli pertinenti alla valutazione ambientale: lo scopo è la costruzione di una base minima e condivisa di conoscenza del Piano. 1) Fondamentale nella stesura del PUC sarà l’adesione ai principi, finalità ed obiettivi del P.T.C.P. previsti al’art. 1 c.1 delle norme di attuazione, nello specifico: ambito di sviluppo diversificato e legato alle risorse naturalistiche,culturali ed agro-alimentari e Alburni – indirizzi strategici per le politiche locali • Integrare paesaggi e risorse per valorizzare l’unicità di un territorio PAESAGGI E RISORSE NATURALI: Riqualificazione e valorizzazione del sistema ambientale • valorizzazione del patrimonio naturalistico e forestale • salvaguardia e recupero della integrità fisica e della connotazione paesaggistica ed ambientale • salvaguardia della integrità fisica e della connotazione paesaggistica ed ambientale degli arenili • salvaguardia e recupero della integrità fisica e della connotazione paesaggistica ed ambientale delle fasce costiere • risanamento e valorizzazione della fascia costiera • tutela dei corsi fluviali principali e minori PAESAGGI E RISORSE AGRICOLE: Promozione delle colture tipiche e tradizionali • valorizzazione dei mosaici agricoli ed agroforestali delle montagne, delle colline e delle valli PAESAGGI E RISORSE CULTURALI: Valorizzazione del sistema dei beni culturali, testimoniali, ambientali • valorizzazione del sistema dei beni culturali, testimoniali, ambientali • tutela e valorizzazione dei geositi RISORSE PER IL TURISMO: Qualificazione, diversificazione e destagionalizzazione dell’offerta turistica per sviluppare appieno le opportunità del territorio • potenziamento e qualificazione dei servizi per il turismo balneare • riqualificazione urbanistica ed ambientale di insediamenti di case-vacanze e seconde case, da riconvertire in alberghi e servizi per il turismo • potenziamento dell’offerta di servizi turistici delle aree interne • creazione di una “rete della poesia-arte-musica-filosofia” … Pisciotta: musica classica. 22

• riqualificazione,potenziamento ed adeguamento degli approdi costieri • valorizzazione di una rete di attività commerciali, artigianali e di servizi turistici, • realizzazione di centri di accoglienza per i turisti • potenziamento di percorsi di mobilità sostenibile RISORSE INSEDIATIVE: Salvaguardia e valorizzazione della struttura Insediativa per la costruzione di prospettive di sviluppo • localizzazione di servizi pubblici e privati di rango locale e sovracomunale • promozione dell’insediamento di attività innovative e compatibili con le esigenze di tutela • promozione dell'attività della pesca RISORSE INFRASTRUTTURALI: Potenziamento della rete delle connessioni e delle comunicazioni • potenziamento, completamento ed ammodernamento del sistema stradale • potenziamento delle “vie del mare”, • potenziamento dei servizi pubblici di trasporto su gomma • riconversione del vecchio tracciato ferroviario, che connetta -Pisciotta--. Salvaguardia e gestione dei paesaggi e valorizzazione delle emergenze culturali: • conservazione e mantenimento degli aspetti significativi caratteristici dei paesaggi; • garantire, in una prospettiva di sviluppo sostenibile, il governo del paesaggio al fine di orientare e di armonizzare le trasformazioni provocate dai processi di sviluppo sociali, economici ed ambientali; • definizione di un sistema integrato di azioni volto a mitigare il fenomeno dell’erosione costiera. Potenziamento e qualificazione offerta turistica: • potenziamento dell’attuale offerta alberghiera mediante la realizzazione di nuovi, calibrati, insediamenti privilegiando il riuso del patrimonio edilizio esistente attualmente non utilizzato, sott’utilizzato o da riqualificare; • promozione, qualificazione e integrazione dell’offerta di servizi complementari, attraverso la realizzazione di strutture ricettive legate alla risorse naturalistiche ed agroalimentari – residence, bed and breakfast, case vacanze, agriturismi, country house prioritariamente attraverso il recupero del patrimonio edilizio esistente; • riqualificazione ed ammodernamento dei servizi per il turismo • riqualificazione ed adeguamento degli approdi costieri, anche mediante il risanamento del fronte di mare e prevedendo la riorganizzazione qualitativa e l’eventuale potenziamento delle funzioni ricettive, commerciali, ricreative e per il tempo libero; • rafforzamento, diversificazione e qualificazione dell’offerta turistica balneare e stagionale, attraverso la valorizzazione dell’offerta turistica legata alla scoperta e promozione delle risorse culturali, ambientali, paesaggistiche ed etno antropologiche, nonché dei prodotti della tradizione locale;

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• promozione di una rete di attività commerciali, artigianali e di servizi turistici, quale sistema integrato di promozione delle “risorse”/prodotti locali e di riqualificazione e conservazione “attiva” dell’identità culturale dei centri storici e dei nuclei antichi, interni e costieri. Promozione di una filiera agroalimentare: • valorizzazione dei prodotti tipici agro-alimentari, nonché della produzione artigianale, • promozione dell’agricoltura biologica • contenimento dei carichi inquinanti Localizzazione di attività produttive innovative: • produzione di energia da fonti alternative ed ecocompatibili; • promozione della new economy e della società dell’informazione; Potenziamento della rete delle connessioni: • manutenzione e adeguamento viabilità esistente; • potenziamento dei servizi pubblici di trasporto, nelle diverse modalità • razionalizzazione del sistema della mobilità nel suo complesso; • realizzazione di elisuperfici per l’emergenza, previa verifica di compatibilità paesaggistica ed ambientale; • realizzazione rete telematica per le connessioni immateriali. In tale ottica Il piano del Comune di Pisciotta dovrà affrontare e risolvere: - la problematica della riqualificazione e della mitigazione dei processi di degrado ambientale e della riqualificazione urbanistica riordinando il realizzato ed adeguandolo a densità edilizie sostenibili con i parametri fissati dalle vigenti disposizioni normative, con massicci interventi, soprattutto in corrispondenza degli insediamenti destinati a case vacanza; - la problematica del riuso del patrimonio urbanistico, edilizio al fine di conservare l’identità dei luoghi e di contrastare lo spreco di suolo e di altre risorse incorporate nel territorio; - la problematica relativa al risparmio energetico ed alla generazione di energia da fonti alternative; - la problematica del turismo, della sua consistenza e delle sue dinamiche qualitative e quantitative, in termini di domanda e di offerta di servizi e di strutture. Alla luce di quanto innanzi, il PUC dovrà definire i seguenti obbiettivi strategici: - valorizzare il patrimonio naturalistico ed ambientale; - salvaguardare gli arenili e le coste alte con recupero della loro connotazione paesaggistiche; - riorganizzare e rafforzare il sistema delle infrastrutture e quello ricettivo e dei servizi, valutando anche la fattibilità di percorsi ciclabili e per l’escursionismo; - governare i fattori di rischio ambientale con monitoraggio e mitigazione dei fenomeni di dissesto; - bonificare eventuali siti inquinati da sversamento di rifiuti;

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- conservare e valorizzare le colture tipiche e loro integrazione con i flussi turistici con incentivazione e la diffusione dell’agricoltura biologica; - tutelare e valorizzare i beni storici urbani ed extraurbani, quali gli antichi frantoi e l’architettura religiosa; - valorizzare il paesaggio boschivo, realizzando strutture per il tempo libero e valutando la fattibilità di percorsi per il trekking, attività escursionistica spesso accompagnata da attività naturalistiche e visite ai monumenti, attraverso le quali si potrebbe fornire un input nuovo al turismo locale; - riqualificare la fascia costiera e tutelare e valorizzare la fascia immediatamente a ridosso di quella costiera al fine di potenziare e qualificare l’offerta turistica legata al turismo balneare con la previsione di nuove strutture ricettive, commerciali, di servizio, ricreative per il tempo libero e per i servizi al turista, ad esso connessi utilizzando indici e tipologie edilizie compatibili con le esigenze di tutela e valorizzazione del territorio, anche attraverso il riutilizzo del patrimonio esistente non utilizzato o da riqualificare; - realizzare un programma per la incentivazione e la costruzione di piccole attività artigianali per la lavorazione, la produzione e la vendita di prodotti tipici e per la eliminazione dai centri abitati dei laboratori artigianali non compatibili con l’uso residenziale e di attrezzature e servizi per il porto; - promuovere l’attività della pesca; - promuovere la messa in sicurezza delle strade di altra competenza; - Ammodernare ed adeguare i tracciati viari delle strade comunali, sia per un migliore collegamento tra la ex SS e il porto, sia per creare una viabilità alternativa al lungomare Colombo che favorirà il traffico locale, evitando gli ingorghi sulla viabilità principale, favorendo la creazione di un’isola pedonale a Marina di Pisciotta; - promuovere, con sistemi incentivanti, l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, compatibili con le esigenze di tutela e dei valori paesaggistici delle aree. Per fare ciò occorre che: • le scelte siano, quanto più possibile, condivise con l’Ente Parco privilegiando, ove possibile, interventi in aree già urbanizzate; • si migliori l’accessibilità, con interventi sull’area portuale e sulla viabilità regionale provinciale e comunale, per promuovere lo sviluppo turistico, stimolando, con incentivazioni, la crescita e la qualificazione dell’apparato ricettivo, anche attraverso il recupero ed il riutilizzo del patrimonio abbandonato di casali rurali; • si promuova lo sviluppo turistico con misure di contenimento e mitigazione dell’impatto ambientale con particolare riferimento alle case per ferie, che presentano costi assai maggiori dei benefici individualmente ottenibili; • i soggetti privati siano incentivati per interventi che incidano sull’edilizia di basso valore, sulla sicurezza, e sulle prestazioni energetiche, per favorire il recupero edilizio e la qualità degli insediamenti;

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• la fruizione sociale e turistica dell’intero patrimonio naturale, storico e culturale sia garantita attraverso azioni di recupero e di conservazione; • siano realizzati, riqualificati e valorizzati percorsi, strade e sentieri che possono collegare e rendere più accessibile e fruibile il patrimonio naturale e culturale; Il tema cardine resta, comunque, il turismo estivo che dovrà essere implementato per cercare di renderlo attivo anche nei mesi primaverili ed autunnali, privilegiando quello enogastromico alla scoperta dei borghi antichi (legato alle alici, all’olio ed alla dieta mediterranea con l’olio extravergine) ed escursionistici legati alla notevoli naturalità presenti sul territorio ed a quelle vicine Già Patrimonio UNESCO (, , Palinuro, ). Tessuto storico originario L’ambito del tessuto storico originario è costituito dal tessuto urbano di antica formazione (Pisciotta, Rodio e Marina) che ha mantenuto la riconoscibilità della struttura insediativa originaria e della stratificazione del processo della sua formazione. Vari nuclei antichi che con il passare dei secoli e lo sviluppo di una viabilità di raccordo hanno assunto la configurazione urbana a maglia larga per una popolazione prevalentemente dedita ad attività agricole e per la parte costiera della pesca. L’obiettivo per tali tessuti è assicurare una adeguata tutela relativa alla conservazione di beni culturali ed ambientali che costituiscono oggi traccia della stratificazione, prodottasi nei secoli, dalla cultura e delle opere prodotte dalle passate generazioni, consentendo interventi di adeguamento igienico sanitari e di adeguamento abitativo con miglioramento dell’estetica, ed esecuzione di opere per la realizzazione di aree da destinare a standard urbanistici. Ambito urbano consolidato Stante la struttura policentrica dell'impianto urbano del territorio comunale, nel tempo, subito a ridosso della viabilità di collegamento, si sono realizzati insediamenti lineari, con diversa consistenza, caratterizzati da diverse tipologie edilizie, tutte quasi esclusivamente a destinazione residenziale, con poche piccole botteghe artigiane e qualche attività commerciale. Questi ambiti assumono il ruolo fondamentale per il perseguimento dell’obiettivo di integrazione tra il centro storico e la periferia, per quanto concerne l’accessibilità, il riequilibrio tra dotazioni di servizi, residenza e attività economiche e sociali. Per tale ambito l’obiettivo è quello di una possibile opera di recupero urbano, trattandosi di zone con forti valenze e potenzialità. In tale ambito deve essere perseguita la qualificazione funzionale ed edilizia degli edifici esistenti, nonché un’adeguata integrazione tra la funzione abitativa e le attività economiche e sociali con essa compatibili. Infatti proprio la possibilità del completamento nelle aree libere e la loro prevedibile utilizzazione per zone a parcheggio, servizi o attività complementari a quelle esistenti, rendono tali zone compatibili con interventi di trasformazione urbana, ed edilizia. Dette trasformazioni dovranno uniformarsi a criteri di

26 salvaguardia, valorizzazione e ricostituzione dei caratteri propri e dei connotati spaziali, funzionali ed ambientali, favorendo, con un sistema incentivante, interventi sul patrimonio edilizio privato di adeguamento abitativo tesi a migliorare la qualità urbana degli insediamenti esistenti. Ambito urbani da riqualificare Sono da riqualificare quelle parti del territorio urbanizzato che necessitano di azioni volte alla riorganizzazione territoriale, al miglioramento della qualità ambientale e architettonica e dello spazio urbano, nonché a conseguire una distribuzione di dotazioni territoriali. In tali ambiti l’OBIETTIVO è la riqualificazione e l'ordinamento dell'ambiente urbano nelle parti di territorio, principalmente attraverso la concentrazione delle funzioni presenti, il migliore utilizzo degli spazi interstiziali e di pertinenza degli edifici e l'appropriata sistemazione degli spazi pubblici. Inoltre nelle aree libere, di possibile completamento, la loro utilizzazione deve servire per l’adeguamento degli standard urbanistici (parcheggi, servizi o attività complementari a quelle esistenti). Le trasformazioni edilizie dovranno uniformarsi a criteri di salvaguardia, valorizzazione e ricostituzione dei caratteri propri e dei connotati spaziali, funzionali, ambientali. L’acquisizione delle aree dovrà privilegiare il sistema perequativo finalizzato ad una equa distribuzione dei diritti e degli obblighi edificatori tra i proprietari degli immobili interessati dalle trasformazioni previste dal piano. Ambito produttivo Gli ambiti specializzati per attività produttive sono le parti del territorio caratterizzate dalla presenza di attività economiche, commerciali e produttive. L’obiettivo per tali aree è rappresentato dalla individuazione di nuove aree da destinare al potenziamento del comparto produttivo per piccoli laboratori artigianali dove consentire e favorire la localizzazione e la delocalizzazione delle imprese operanti all'interno dei nuclei urbani o nelle aree di interconnessione tra un nucleo e l'altro. In tal modo si può dare corso anche ad una corretta azione di bonifica ambientale, premessa per il recupero complessivo de i centri storici. Ambito produttivo zootecnico E’ evidente che puntare sull’agricoltura è un aspetto strategico di fondamentale ed attuale importanza, anche in considerazione della presenza di caratteristiche e massicce coltivazioni olivicole, eventualmente, implementate con la coltivazione di agrumi, di fichi, e con l’attività zootecnica. L’obiettivo qui è di garantire la presenza di aree da destinare alla zootecnia. Mentre negli ambiti che comprendono le parti del territorio rurale atti a favorire l’attività produttive connesse con la coltura dell’ulivo e dei fichi, in linea con quanto definito dal PSR Campania, l’obiettivo è quello della protezione, della tutela e dello sviluppo delle attività produttive connesse con la coltura di ulivo e, fichi e previsioni a breve termine di infrastrutture per l’incentivazione dell’agricoltura. Fasce costiere

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Tra le aree di valore naturale e ambientale si connota tutta la fascia costiera storicamente edificata e quella inedificata, per la quale occorre prevedere un piano per definire la costruzione, ricostruzione e miglioramento degli ambienti naturali e per quelli edificati per la messa in rete di attività per il tempo libero, con viottoli per passeggiate e anche per il perseguimento dell’obiettivo di ridurre il fenomeno degli incendi. Tale intervento indurrà ad un percorso ambientale che potrà spingersi alla scoperta di nuovi panorami paesaggistici contribuendo all’incremento delle attività turistiche. Inoltre è proponibile un forte intervento sulle spiagge, con previsione di zone libere attrezzate e di zone in concessione da attrezzare secondo le indicazioni delle norme di attuazione. Negli altri tessuti urbani saranno proposte delle incentivazioni, in termini di incrementi volumetrici, ai proprietari che propongono progetti conformi agli obiettivi previsti nel PUC.

Tenuto conto delle indicazioni sintetizzate nel punto precedente e dei valori identitari del territorio comunale ad esse sottese, le opzioni strategiche che improntano la Proposta Preliminare del PUC vengono ordinatamente esposte in questo paragrafo del Documento. La prima opzione di base assume la valorizzazione sostenibile dell’ambiente e del paesaggio come fondamento delle azioni di riqualificazione territoriale e insediativa e di promozione dello sviluppo sociale ed economico della comunità locale. In tal modo si intende puntare su risorse certe e pienamente disponibili, che al contempo sono legate da relazioni propriamente identitarie con le radici e la cultura della popolazione. La promozione di una più adeguata presenza sul mercato delle attività agricole comporta una serie di indirizzi che dovranno essere considerati sia nella redazione del PUC che nella successiva elaborazione dei piani di sviluppo aziendale. Occorre infatti puntare, in primo luogo, alla integrazione di filiera delle attività primarie, in modo che – soprattutto attraverso forme di cooperazione interaziendale – si determini un’offerta qualificata di prodotti agroalimentari “finiti” e certificati (olio, fichi secchi). In tal senso sarà opportuno verificare la compatibilità di localizzazione di impianti per la relativa lavorazione e la confezione. Occorre poi promuovere una innovativa caratterizzazione polifunzionale delle aziende coltivatrici idonee per dimensione, localizzazione e dotazione di spazi, sì da moltiplicare le aziende in grado di offrire servizi agrituristici, didattici, ricreativi o commerciali “a chilometro zero”. La promozione di una più adeguata offerta turistica concerne una pluralità di strategie, che dovranno inquadrarsi opportunamente anche nelle politiche regionali e nazionali del settore. A tali fini, si dovranno curare, nel breve e nel lungo periodo, ovviamente nel rispetto delle preminenti finalità di tutela paesaggistico-ambientale: - La riqualificazione e la valorizzazione delle infrastrutture di mobilità, su ferro, su gomma e per mare, con le indispensabili integrazioni: in particolare, sarà necessario completare il porto nelle forme più adeguate sia sotto il profilo tecnico che sotto quello gestionale e realizzare

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un’integrazione delle opere viabilistiche che hanno già consentito la riutilizzazione del tracciato ferroviario dismesso: gli interventi necessari sono due, a) la realizzazione di una variante esterna alla galleria (la cui sezione consente oggi un solo senso di marcia) in modo da disporre di un tracciato complessivamente in grado di accogliere in modo permanente entrambi i flussi di traffico, b) la realizzazione di una bretella che colleghi tale tracciato in località Acquabianca con il lungomare Colombo; - La valorizzazione del patrimonio storico, con il restauro e la utilizzazione più adeguata a fini turistico-culturali degli edifici monumentali, il recupero degli edifici e degli spazi urbani in forme e con materiali qualificati in rapporto ai valori estetici e alle tradizioni identitarie, la sistemazione dei percorsi e dei sentieri di interesse paesaggistico ed ecologico; - L’adeguamento dimensionale e/o prestazionale delle strutture ricettive e complementari esistenti; - La verifica della possibilità di insediare nuove strutture ricettive e complementari; - La promozione della utilizzazione, anche solo stagionale, dell’edilizia esistente a ricettività turistica, nelle forme gestionali più innovative e qualificate (paese-albergo; residence comunitari) o tradizionali di qualità (bed & breakfast, pensioni, alberghi, ostelli); - L’adeguamento dimensionale dell’offerta di parcheggi pubblici al servizio dei centri abitati e delle strutture turistiche; - La attenta pianificazione delle concessioni balneari. Con effetti positivi anche sul complesso dell’offerta turistica, sarà necessario infine migliorare le dotazioni di spazi pubblici e di uso pubblico per i residenti, in particolare nel settore del verde attrezzato e degli impianti sportivi. A questo proposito, occorre dar seguito alla individuazione – conseguita nelle iniziative di coordinamento intercomunale con , , e – di una piscina coperta da realizzare al servizio del comprensorio nell’ambito territoriale di Caprioli. Tali prospettive strategiche comportano per coerenza una serie di ulteriori indirizzi programmatici. Occorre infatti qualificare in ogni aspetto l’immagine delle componenti del territorio, curando la compiuta definizione morfologica ed estetica di ogni manufatto, dagli edifici, dalle recinzioni e dagli spazi privati (sia negli abitati che nei territori agricoli) agli spazi collettivi e alle attrezzature pubbliche. Occorre recuperare le strutture abbandonate, individuandone la destinazione opportuna e restituendo ad esse una configurazione qualificata ed attraente. Occorre curare la qualità dei prodotti e dei servizi offerti rendendoli riconoscibili in sé e in quanto parte di un unitario compendio economico-culturale locale. Occorre far percepire la disponibilità accogliente di ambienti qualificati, non solo per caratteri percettivi (abitati ordinati e piacevoli, paesaggi rurali rasserenanti …), ma anche per occasioni di impiego del tempo ed opportunità di benessere.

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La componente strutturale del PUC (PSC) conterrà puntualmente gli elementi analitici e classificatori e le opzioni strategiche di cui ai paragrafi precedenti e definirà una normativa per i diversi ambiti territoriali valida a tempo indeterminato e applicabile in regime di intervento diretto. Ai fini della corretta definizione del “piano operativo” (POC), occorrerà condurre una motivata proiezione demografica, stimare il fabbisogno residenziale decennale (di cui una quota entrerà nel primo POC) e calcolare il fabbisogno decennale di spazi pubblici e di uso pubblico secondo le norme sugli standard urbanistici. La specifica relazione utilizzerà i criteri seguenti : per la proiezione demografica, sulla base degli andamenti registrati nel decennio scorso, si stimeranno il numero di famiglie e abitanti prevedibili al 2025; si calcoleranno come disponibili gli alloggi occupati o in corso di costruzione; si considererà quale fabbisogno residenziale la differenza fra numero di famiglie previste al 2025 e numero di alloggi occupati o in corso di costruzione; si considererà come fabbisogno di spazi pubblici e di uso pubblico la differenza fra il numero degli abitanti previsti al 2025 moltiplicato per 18 mq/ab e la superficie delle attrezzature pubbliche esistenti (computando al doppio quelle eventualmente incluse in zone A o B come definite dal Decreto Interministeriale 1444/1968). 1 Nel POC si inseriranno le edificazioni residenziali o per attività economiche (comprensive dei relativi spazi pubblici e di uso pubblico) e le eventuali specifiche attrezzature pubbliche di elevata fattibilità nel quinquennio 2015-2020, anche sulla base di una ricognizione conoscitiva delle propensioni a intervenire e investire da parte dei soggetti privati interessati condotta mediante un apposito avviso pubblico. 2

1 Le scelte strategiche per il PUC

2 La redazione del PUC

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7. RAPPORTO TRA IL PUC E GLI ALTRI PIANI E PROGRAMMI

INDIVIDUAZIONE DEI PIANI E DEI PROGRAMMI PERTINENTI AL PUC

Di seguito si riporta l'elenco dei Piani e dei Programmi ritenuti pertinenti al Puc di Pisciotta con una sintetica descrizione del loro contenuto. Piano o programma Descrizione sintetica dei contenuti “rilevante” Piano Il PTR rappresenta il quadro di riferimento unitario per tutti i livelli della pianificazione territoriale Territoriale regionale ed è assunto quale documento di base per la territorializzazione della programmazione Regionale socioeconomica regionale nonché per le linee strategiche economiche adottate dal Documento (PTR), Strategico Regionale (DSR) e dagli altri documenti di programmazione dei fondi comunitari. approvato con Il PTR, e gli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica, inoltre attuano sull'intero Legge territorio regionale i principi della Convenzione europea del paesaggio ratificata con legge 9 Regionale n.13 gennaio 2006, n.14. del 13 ottobre 2008 A tal fine il PTR definisce le Linee Guida per il paesaggio in Campania che: a) costituiscono il quadro di riferimento unitario della pianificazione paesaggistica, relativo ad ogni singola parte del territorio regionale; b) forniscono criteri ed indirizzi di tutela, valorizzazione, salvaguardia e gestione del paesaggio per la pianificazione provinciale e comunale, finalizzati alla tutela dell’integrità fisica e dell’identità culturale del territorio; c) definiscono gli indirizzi per lo sviluppo sostenibile e i criteri generali da rispettare nella valutazione dei carichi insediativi ammissibili sul territorio; d) contengono direttive specifiche, indirizzi e criteri metodologici il cui rispetto è cogente ai soli fini paesaggistici per la verifica di compatibilità dei PTCP, dei PUC e dei piani di settore di cui alla legge regionale n. 16/2004, nonché per la VAS di cui alla direttiva 42/2001/CE del 27 giugno 2001, prevista dalla LrC n.16/2004, art.47. La Giunta Regionale della Campania, nella seduta del 30 novembre 2006, con Deliberazione N. 1956 ha adottato, ai sensi del comma 3 dell’art. 15 della legge regionale n. 16 del 22 dicembre 2004, il Piano Territoriale Regionale, che è volto a garantire la coerenza degli strumenti di pianificazione territoriale provinciale, nel rispetto della legislazione statale e della normativa comunitaria vigenti nonché della Convenzione Europea del Paesaggio e dell’accordo Stato-Regioni, in armonia con gli obiettivi fissati dalla programmazione statale e in coerenza con i contenuti della programmazione socio-economica regionale. Il PTR della Regione Campania si propone come un piano d’inquadramento, d’indirizzo e di promozione di azioni integrate. Al fine di ridurre le condizioni d’incertezza, in termini di conoscenza e interpretazione del territorio per le azioni dei diversi operatori istituzionali e non, il documento distingue i seguenti cinque Quadri Territoriali di Riferimento utili per attivare una pianificazione d’area vasta concertata con le Province: Il Quadro delle reti individua la rete ecologica, la rete dell’interconnessione (mobilità e logistica) e la rete del rischio ambientale che attraversano il territorio regionale. Le reti ecologiche, intese come insieme integrato di interventi singoli, di politiche di tutela e di azioni programmatiche, rappresentano una risposta efficace al progressivo impoverimento della biodiversità e, di conseguenza, al degrado del paesaggio. Mediante la rete dell’interconnessione, si intende promuovere una efficiente offerta di servizi, con il miglioramento della qualità generale e la riduzione dei costi, puntando sulla capacità delle infrastrutture di creare valore, ossia di contribuire ad assicurare servizi di trasporto adeguati per favorire lo sviluppo economico. La quantificazione del rischio ambientale complessivo, presente in una certa area, è uno strumento di pianificazione oggettivo, mirato a definire adeguate politiche preventive di mitigazione del rischio, ma anche

31 corrette destinazioni d’uso del territorio ed opportune localizzazioni di infrastrutture strategiche. Dall’articolazione e sovrapposizione spaziale di queste reti si individuano, per i Quadri Territoriali di Riferimento successivi, i punti critici sui quali è opportuno concentrare l’attenzione e mirare gli interventi. In tutti i maggiori documenti programmatici europei si punta, come obiettivo prioritario, allo sviluppo e alla cura del patrimonio naturale, paesaggistico e culturale tramite una gestione attiva e prudente anche ai fini di un ulteriore sviluppo dell’identità regionale, nonché della preservazione della molteplicità naturale e culturale delle regioni e città europee nell’epoca della mondializzazione. Il Quadro degli ambienti insediativi. Individuati in numero di nove in rapporto alle caratteristiche morfologico-ambientali e alla trama, gli ambienti insediativi contengono i “tratti di lunga durata”, gli elementi ai quali si connettono i grandi investimenti. Sono ambiti sub-regionali per i quali vengono costruite delle “visioni” cui soprattutto i Piani Territoriali di Coordinamento Provinciali, che agiscono all’interno di “ritagli” territoriali definiti secondo logiche di tipo “amministrativo”, ritrovano utili elementi di connessione. Ciascun ambiente è un ambito di riferimento spaziale nel quale si affrontano e avviano a soluzione rilevanti problemi relazionali derivanti da caratteri strutturali (ambientali e/o insediativi e/o economico-sociali) che richiedono la ricerca, di lungo periodo e concertata, di assetti più equilibrati di tipo policentrico e reticolare. Il territorio comunale di Pisciotta rientra nell’“Ambiente insediativo” n. 5 (“Cilento e ”). L’ambiente insediativo ”Cilento e Vallo di Diano” viene caratterizzato dai seguenti principali problemi: Profili geologici, geomorfologici, idrogeologici, insediativi, economici e sociali. Il Cilento è da tempo riconosciuto come uno dei territori a scala regionale maggiormente interessato da fenomeni franosi e da alluvioni. Ben 42 sono, infatti, i centri abitati soggetti a consolidamento. Il disordinato assetto idrogeologico naturale, la carenza di manutenzione ordinaria e straordinaria del territorio, il modello di gestione del patrimonio idrogeologico, caratterizzato da eccessivi prelievi delle risorse idriche e minerali e da interventi artificiali di sbarramento e imbrigliamento dei corsi d’acqua, fanno sì che dissesti e frane interessino molte aree collinari e montane. Significativo, a tal proposito, è l’abbandono, nei decenni passati, di interi insediamenti, quali Vecchio, o di parti di essi, come è avvenuto, ad esempio, a San Nicola di Centola. Le inondazioni, invece, interessano le aree vallive, in special modo le aste terminali dei corsi d’acqua. Ai problemi del sistema geomorfologico interno si aggiunge quello legato all’erosione delle coste, che interessa l’80% dei circa 130 km di litorale, compreso quello pisciottano. In riferimento al sistema insediativo e infrastrutturale i problemi si possono così riassumere: - siti archeologici; fortificazioni medievali; i Cenobi Basiliani; i centri storici medievali); - la difficile accessibilità esterna aerea e marittima; - la mancanza di un raccordo veloce tra la parte centrale del Cilento e il Vallo di Diano. I lineamenti strategici di fondo sono: L’ambiente insediativo coincide quasi interamente con il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano (P.N.C.V.D.) comprese le aree contigue. Le scelte programmatiche, quindi, che si vanno definendo sia a livello di pianificazione provinciale (PTCP) che comprensoriale (Piano del Parco) si possono ricondurre a quattro assi principali: - lo sviluppo delle risorse endogene e la riduzione degli squilibri interni; - la conservazione della biodiversità; - il miglioramento della qualità insediativa; - lo sviluppo del turismo compatibile; 32

- lo sviluppo delle infrastrutture portuali, dei collegamenti marittimi e dei trasporti terrestri per il miglioramento dell’accessibilità ai siti naturalistici e turistici in misura sostenibile per il territorio; che passano attraverso : - la valorizzazione della risorsa umana, partendo dal presupposto che lo sviluppo di un territorio ha il suo fondamento nella cultura degli operatori che in esso agiscono; - il miglioramento della qualità del patrimonio naturalistico e culturale, in un’ottica di tutela e di sviluppo compatibile, nonché di sviluppo e migliore fruizione di attività connesse, quali: -il turismo, costruendo una nuova immagine turistica mediante una diversa impostazione tecnico- urbanistica e, in particolare, attraverso la riqualificazione e valorizzazione dei luoghi con il recupero ambientale e la rinaturalizzazione del territorio; -l’agricoltura e, in generale, le attività agro-silvo-pastorali, assicurandone, a garanzia della tutela del paesaggio, la permanenza in loco, promovendo il recupero delle tecniche tradizionali e le specie di produzione per conservare la biodiversità e sostenendo, in uno con l’innovazione tecnologica, le produzioni tipiche e di qualità orientandole ad un’agricoltura biologica; -l’artigianato, con connotazioni spiccatamente qualitative più che quantitative (nascita di nuove aziende e creazione di posti di lavoro). - Il recupero, la riqualificazione e la rivitalizzazione dei centri e dei nuclei storici, intesi come beni culturali, sociali ed economici; - il miglioramento del sistema infrastrutturale delle comunicazioni; - migliore accessibilità ferroviaria: valorizzando la linea tirrenica anche con il recupero, semmai in forma di metropolitana leggera che integri l’attuale precaria viabilità lungo la direttrice costiera Casalvelino-Ascea- Pisciotta-Palinuro, la linea ferroviaria dismessa tra Punta del Telegrafo, nel Comune di Ascea, e Pisciotta ; - migliore accessibilità marittima, completando e potenziando le infrastrutture portuali esistenti, connessi alle linee di traghetti ed aliscafi e ai trasporti via terra; - migliore accessibilità stradale: con il miglioramento compatibile della percorribilità trasversale all’Ambito. - La riconsiderazione dei modelli di intervento, soprattutto sulla fascia costiera, attualmente ispirati da una strategia di intervento definibile della “tirannia dei piccoli interessi”, cioè configurata dai problemi e dalle relative istanze di soluzione posti dai singoli individui, al di fuori di una visione collettiva e, quindi, da una efficace pianificazione degli interventi. Gli elementi essenziali di visioning tendenziale e “preferita” Per quanto riguarda l’ambiente insediativo n. 5 – Cilento e Vallo di Diano – in linea generale l’assetto che si va definendo risulta essere il seguente: - progressivo spopolamento dei nuclei insediativi antichi a favore: a) dei nuovi insediamenti sorti lungo le principali arterie di collegamento stradale e ferroviario; b) di un’edificazione sparsa, diffusa sul territorio, consentita da normative emanate a favore dell’agricoltura (L.R. 14/82), ma che ha comportato, invece, l’occupazione di vaste aree a destinazione agricola; c) degli insediamenti costieri, interessati negli ultimi decenni da un notevole sviluppo legato al turismo balneare; - concentrazione di servizi in pochi centri polarizzanti; - accentuate dinamiche insediative interessanti i comuni costieri e legate allo sviluppo del turismo balneare (forte espansione delle seconde case per la villeggiatura, strutture di tipo residenziale- turistico); - sottoutilizzo dei sistemi portuali e criticità dell’offerta diportistica. Appare, pertanto, necessario ricercare dei correttivi ad un tale processo evolutivo tendenziale, che 33 possono essere individuati nelle seguenti azioni: - recupero, valorizzazione e rivitalizzazione dei centri storici, conferendo agli abitati, in un’ottica di intervento sostenibile, un’immagine di qualità, di confort e di decoro e assegnando ad essi funzioni in grado di frenare l’esodo dei residenti; - promozione di un sistema insediativo unitario, organizzato intorno a centralità di rango locale, assegnando al sistema ruoli urbani significativi e ai centri che lo compongono ruoli e funzioni complementari nel quadro di un’organizzazione policentrica del sistema insediativo complessivo; il tutto supportato da un’adeguata politica di mobilità; - il blocco dello sprawl edilizio , della edificazione diffusa e sparsa sul territorio, nonché delle espansioni lineari lungo le strade principali di collegamento e lungo la fascia costiera; - miglioramento della qualità del patrimonio naturalistico e culturale, in un’ottica di tutela e di sviluppo compatibile; - costruzione di una nuova immagine turistica, mediante una diversa impostazione tecnico urbanistica, la riqualificazione e valorizzazione dei luoghi, soprattutto della fascia costiera, con il recupero ambientale e la rinaturalizzazione del territorio, l’integrazione tra turismo balneare e turismo culturale, la costruzione di reti di connessione tra gli insediamenti costieri e quelli dell’entroterra. Il Quadro dei Sistemi Territoriali di Sviluppo (STS). Il terzo Quadro Territoriale di Riferimento si basa sull’identificazione dei Sistemi Territoriali di Sviluppo. I Sistemi Territoriali di Sviluppo sono stati individuati seguendo la geografia dei processi di autoriconoscimento delle identità locali e di autorganizzazione nello sviluppo (strumenti di programmazione negoziata, distretti industriali, parchi naturali, comunità montane). L’individuazione dei Sistemi Territoriali di Sviluppo non ha valore di vincolo, ma di orientamento per la formulazione di strategie in coerenza con il carattere proprio del PTR, inteso come piano in itinere soggetto a continue implementazioni. L’individuazione dei Sistemi Territoriali di Sviluppo diventa, in tale ottica, la trama di base sulla quale costruire i processi di co-pianificazione. Gli indirizzi strategici sono gli orientamenti di fondo su cui si articolano i contenuti del PTR. Essi vanno intesi come ordinamenti di azioni, che, sulla base di conoscenze e di attori dotati di competenze e di risorse, perseguono determinati obiettivi in tempi e sequenze definiti. Il territorio comunale di Pisciotta rientra nel Sistema Territoriale di Sviluppo a dominante “naturalistica” A5 . La matrice degli indirizzi strategici mette in relazione questi ultimi e i diversi STS al fine di orientare l’attività dei tavoli di copianificazione. Il PTR si fonda su sedici indirizzi strategici riferiti a cinque aree tematiche ponendo al centro della sua strategia tre temi fondamentali, legati a tre “immagini strategiche”: - l’interconnessione come collegamento complesso, sia tecnico che socio-istituzionale, tra i sistemi territoriali di sviluppo e il quadro nazionale e internazionale, per migliorare la competitività complessiva del sistema regione, connettendo nodi e reti; - la difesa della biodiversità e la costruzione della rete ecologica regionale, che parta dai territori marginali; - il rischio ambientale. Accanto ai tre temi generali, vengono evidenziati altri due temi, complementari in qualche misura ai primi, che specificano il quadro strategico di riferimento, in relazione alle caratteristiche dei diversi contesti territoriali della regione: - Assetto policentrico ed equilibrato; - Attività produttive per lo sviluppo economico regionale Nella matrice degli indirizzi strategici , le righe sono costituite dagli STS e le colonne dagli indirizzi 34 che di seguito sono elencati: A. Interconnessione A.1 Interconnessione – Accessibilità attuale A.2 Interconnessione - Programmi B. Difesa e recupero della “diversità” territoriale: costruzione della rete ecologica B.1. Difesa della biodiversità B.2. Valorizzazione e sviluppo dei territori marginali B.3. Riqualificazione della costa B.4. Valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio B.5 . Recupero delle aree dismesse e in via di dismissione C. Governo del rischio ambientale C.1. Rischio vulcanico C.2. Rischio sismico C.3. Rischio idrogeologico C.4. Rischio incidenti rilevanti nell’industria C.5. Rischio rifiuti C.6. Rischio da attività estrattive D. Assetto policentrico ed equilibrato D.1. Rafforzamento del policentrismo D.2. Riqualificazione e “messa a norma” delle città D.3. Attrezzature e servizi regionali E. Attività produttive per lo sviluppo economico regionale E.1. Attività produttive per lo sviluppo industriale E.2.a Attività produttive per lo sviluppo agricolo - sviluppo delle filiere E.2.b Attività produttive per lo sviluppo agricolo – diversificazione territoriale E.3 Attività produttive per lo sviluppo turistico L’azione regionale considera patrimonio essenziale la conservazione e il recupero delle diversità territoriali , intese sia nel senso ecologico, della biodiversità, che socio-culturale, delle identità locali. Le reti ecologiche sono uno strumento concettuale e operativo fondamentale per il perseguimento di tale obiettivo. Con la costruzione della Rete Ecologica Regionale si intende coniugare gli obiettivi di tutela e conservazione delle risorse naturali ed antropiche del territorio campano con quelli di sviluppo sostenibile, attraverso una programmazione integrata che individui le aree d’intervento e i programmi di azioni in grado di attivare modelli di sviluppo locale diffuso e sostenibile. Il controllo dei rischi , sulla base della semplice funzionalità che esprime il rischio funzione della pericolosità (che è la probabilità che, in un dato intervallo di tempo, l’evento si verifichi con una definita intensità nell’area considerata), della vulnerabilità (ovvero della stima della percentuale delle infrastrutture che non sono in grado di resistere all’evento considerato e della perdita presumibile in vite umane) e del valore esposto (che è invece valutato sia in base alla perdita di vite umane che alla previsione del danno economico) deve combinare politiche di prevenzione (volte a ridurre, quando possibile, la pericolosità degli eventi indesiderati) e quelle di mitigazione (volte a ridurre la vulnerabilità e il valore esposto). L’ipotesi di assetto policentrico ed equilibrato del territorio , ripensato come valorizzazione e sviluppo delle diversità e delle progettualità locali, alla luce di un’alta capacità di coordinamento complessivo, deve rafforzare la tendenza che, da tempo, vede ribaltarsi il rapporto città-, ossia tra aree urbane e rurali. Sulla base di tali premesse, se è vero che sono concreti i rischi di una perdita d’identità di molti territori e di città, legata all’incapacità di valorizzare le risorse e le vocazioni locali, diventa indispensabile avviare meccanismi autopropulsivi capaci di valorizzare le specificità di ogni centro urbano all’interno dell’area regionale. Le politiche europee nel settore suggeriscono di favorire la crescita di nuove realtà produttive locali intorno alla valorizzazione innovativa di risorse e prodotti turistici tradizionali ed al recupero di identità e culture locali. La lettura per colonne, del modo in cui un indirizzo strategico incrocia i diversi STS, concentra la sua attenzione sul peso relativo (valore attribuito) che quell’indirizzo assume in un determinato STS in rapporto agli altri. In termini generali i valori attribuiti corrispondono al massimo a 5 categorie (elevato, forte, medio, basso, nullo). I pesi sono i seguenti:

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1 Punto Per la scarsa rilevanza dell’indirizzo

2 Punti Quando l’applicazione dell’indirizzo consiste in interventi mirati di miglioramento ambientale e paesaggistico

3 Punti Quando l’indirizzo riveste un rilevante valore strategico da rafforzare

4 Punti Quando l’indirizzo costituisce una scelta strategica prioritaria da consolidare

? Aree su cui non è stato effettuato alcun censimento

La riga del Sistema A5 “Lambro e Mingardo” riporta i seguenti valori:

– - AGRICOLO AGRICOLO PATRIMONIO CULTURALEME CULTURALEME PATRIMONIO (STS) (STS) ATTUALE ACCESSIBILITA – INTERCONNESSIONE - programmi INTERCONNESSIONE BUIODIVERSITA DELLA DIFESA marginali territori valorizzazione costa riqualificazione VALORIZZAIZONE PAESAGGIO dismesse aree recupero sismico Rischio idrogeologico Rischio estrattive attività Rischio industriale sviluppo produttive attività AGRICOLO SVILUPPO PRODUTTIVE ATTIVITA’ delle filiere sviluppo SVILUPPO PRODUTTIVE ATTIVITA’ TERRITORIALE DIVERSIFICAZIONE TURISTICO SVILUPPO PRODUTTIVE ATTIVITA’

Lambro E.2 E.2 A.1 A.2 B.1 B.2 B.3 B.4 B.5 C.2 C.3 C.6 E.1 E.3 mingard a b o A5 2 2 4 3 4 4 2 3 3 2 2 2 4 4

Piani Stralcio Il piano di bacino è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono per l’Assetto pianificate e programmate le azioni e le norme d'uso finalizzate alla conservazione, alla difesa e alla Idrogeologico e valorizzazione del suolo e la corretta utilizzazione delle acque, sulla base delle caratteristiche fisiche l’erosione ed ambientali del territorio interessato. Il piano di bacino in esame è stato redatto ed approvato per costiera relativi stralci relativi a specifici settori funzionali; essi, tra l’altro, contengono: all’ambito della - il quadro conoscitivo organizzato ed aggiornato del sistema fisico; provincia di Salerno, redatti - la individuazione e la quantificazione delle situazioni, in atto e potenziali, di degrado del sistema ai sensi di legge fisico; dalla - le direttive alle quali devono uniformarsi la difesa del suolo, la sistemazione idrogeologica ed competente idraulica e l'utilizzazione delle acque e dei suoli; Autorità di 36

Bacino - la individuazione delle prescrizioni, dei vincoli e delle opere idrauliche, idraulico-agrarie, idraulico- Campania Sud forestali, di forestazione, di bonifica idraulica, di stabilizzazione e consolidamento dei terreni e di ed ogni altra azione o norma d'uso o vincolo finalizzati alla conservazione del suolo ed alla tutela interregionale dell'ambiente; per il bacino - l'indicazione delle zone da assoggettare a speciali vincoli e prescrizioni in rapporto alle specifiche idrografico del condizioni idrogeologiche, ai fini della conservazione del suolo, della tutela dell'ambiente e della fiume . prevenzione contro presumibili effetti dannosi di interventi antropici;

- PAI dell’AdB - le priorità degli interventi ed il loro organico sviluppo nel tempo, in relazione alla gravità del Interregionale dissesto. del fiume Sele Il Piano Stralcio per il rischio si colloca nel contesto legislativo relativo alla gestione urbanistica e del (pubblicato territorio, secondo quanto previsto dalla L.R. 16/04. Questa, infatti, all’articolo 2 comma 1 precisa sulla GURI che tra gli obiettivi della pianificazione territoriale e urbanistica vi sono: n.247/2012). La rivisitazione a) promozione dell’uso razionale e dello sviluppo ordinato del territorio urbano ed extraurbano del PAI è in mediante il minimo consumo di suolo; vigore dal b) salvaguardia della sicurezza degli insediamenti umani dai fattori di rischio idrogeologico, 23/10/2012; sismico e vulcanico;

- PAI dell’AdB c) tutela dell’integrità fisica e dell’identità culturale del territorio attraverso la valorizzazione Regionale delle risorse paesistico-ambientali e storico-culturali, la conservazione degli ecosistemi, la Sinistra Sele riqualificazione dei tessuti insediativi esistenti e il recupero dei siti compromessi; adottato d) miglioramento della salubrità e della vivibilità dei centri abitati. (Pubblicazione sul BURC La stessa norma mette in evidenza la necessità di una pianificazione integrata nelle aree n.27/2011); interessate da intensa trasformazione e/o da elevato livello di rischio.

Il comune di Pisciotta risulta interamente compreso nel territorio di competenza dell'ex Autorità di - PSEC dell’AdB Bacino Sinistra del Sele.3 Regionale Sinistra Sele L’aggiornamento del Piano Stralcio – Rischio Idraulico 2012 è stato effettuato per i corsi d’acqua La approvato con Fiumarella, Lambro e Mingardo. Oggetto di aggiornamento per quanto riguarda il rischio frane, è D.G.R.C. stato l'intero territorio di competenza, considerata la disponibilità della Cartografia tecnica n.2327/2007. Regionale alla scala 1:5000 (edizione 2006 - volo 2004-2005) e delle relative ortofoto. Piano Stralcio Il Piano Stralcio erosione costiera del Bacino in Sinistra Sele della Regione Campania costituisce Erosione stralcio del Piano di Bacino e possiede, per effetto del combinato disposto dell’articolo 17, commi 1 Costiera e 6-ter, della Legge 18 maggio 1989 n.183, dell’articolo 9 della Legge della Regione Campania 7 febbraio 1994 n. 8 nonché dell’articolo 65 del D. Lgs. 152/2006, valore di piano territoriale. Il Piano Stralcio erosione costiera del bacino idrografico regionale in Sinistra Sele interessa il territorio della Regione Campania e, segnatamente nell’ambito della Provincia di Salerno, insiste sui seguenti: Capaccio, , , , S. Mauro Cilento, , Casalvelino, Ascea, Pisciotta, Centola, Camerota, , Santa Marina, , , . Tale piano incide, in particolare, sugli ambiti territoriali di competenza della predetta Autorità di Bacino Regionale per i tratti costieri che vanno da foce Sele a Torre di Mezzanotte. Il tratto in cui rientra il territorio costiero del comune di Pisicotta è:

3 Dal 15 maggio 2012, le AdB in Destra Sele e in Sinistra Sele e, previa intesa con la Regione (in corso di perfezionamento), l’Autorità interregionale del fiume Sele sono state accorpate nell’unica AdB Campania Sud ed interregionale per il bacino idrografico del fiume Sele (DPGR n. 142 del 15/05/2012, in attuazione della L.R. 4/2011 art. 1 c.255). Gli accorpamenti sono stati attuati nelle more del riordino normativo di cui all’articolo 1 della legge 27 febbraio 2009, n.13 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 30 dicembre 2008, n. 208, recante misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione dell’ambiente), e della conseguente riorganizzazione in ambito regionale. Le AdB di cui alla legge 183/89, ai sensi della Legge n.13 del 27 febbraio 2009, continuano a svolgere le attività in regime di proroga fino all’entrata in vigore del DPCP, di cui al co.2 dell'art. 63 del Dlgs 3 aprile 2006, n.152. Il D.Lgs. 152/06, infatti, all’art.61, co.3, sopprime le Autorità di Bacino previste dalla legge 183/89 ed istituisce i “distretti idrografici”, ossia aree di terra e di mare costituite da uno o più bacini idrografici limitrofi e dalle rispettive acque sotterranee e costiere, che costituiscono le principali unità per la gestione dei bacini idrografici. Parimenti, la DGR 663/2006 garantisce la continuità amministrativa delle funzioni esercitate dalle Autorità di bacino regionali ed interregionali di cui alla L.R. 8/1994.

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- da Punta del Telegrafo a Capo Palinuro - lunghezza linea di costa km 19,50; L'analisi cartografica rileva la presenza di una zona di pericolosità. La carta della pericolosità è evidenziata nella relazione geologica. Piano di Il Piano di Gestione Acque del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale, facendo “perno” Gestione sull’uso sostenibile delle acque, a scala di ecosistema di bacino idrografico, si inserisce nell’azione Acque del complessiva della politica ambientale dell’UE per la tutela e il miglioramento della qualità Distretto ambientale e per l’uso razionale delle risorse naturali. Idrografico In particolare, il Piano è finalizzato a: dell’Appennino Meridionale, - preservare il capitale naturale delle risorse idriche per le generazioni future (sostenibilità adottato dal ecologica); Comitato - allocare in termini efficienti una risorsa scarsa come l’acqua (sostenibilità economica); Istituzionale dell’Autorità di - garantire l’equa condivisione e accessibilità per tutti ad una risorsa fondamentale per la vita e la Bacino Liri qualità dello sviluppo economico (sostenibilità etico-sociale). Garigliano e Gli obiettivi generali del Piano di Gestione sono fissati dalla Direttiva 2000/60/CE all’art. 1 ed all’art. Volturno, 4; nello specifico, per il integrato dai territorio del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale tali obiettivi sono raccolti e rappresentanti sintetizzati in quattro punti: delle Regioni - uso sostenibile della risorsa acqua; appartenenti al Distretto - tutela, protezione e miglioramento dello stato degli ecosistemi acquatici e terrestri e delle zone Idrografico. umide; Il Distretto - tutela e miglioramento dello stato ecologico delle acque sotterranee e delle acque superficiali; Idrografico dell'Appennino - mitigazione degli effetti di inondazioni e siccità. Meridionale, di Il territorio comunale di Pisciotta afferisce all'unità fisiografica corrispondente al Distretto cui Idrografico dell’Appennino Meridionale ed è situato all'interno del Bacino del Sinistra Sele in cui lo fanno parte stato qualitativo dei corsi d’acqua non presenta situazioni di significatività, fatta eccezione per Autorità di alcune situazioni localizzate e temporanee. Lo stato quantitativo dei principali corsi d’acqua Bacino Liri- all'interno del bacino è fortemente influenzato dalla presenza di importanti opere di prelievo Garigliano e realizzate anche con opere di sbarramento, le quali possono determinare situazioni di riduzione dei Volturno, deflussi in alveo e di alterazione dei regimi idrologici. Regione Abruzzo, Pisciotta appartiene inoltre all'"Unità idrografica Alento, e minori del Cilento" pur non Regione ricadendo entro i limiti di nessun bacino idrografico principale. Basilicata, Il territorio è parzialmente interessato nella sua parte nord orientale da un acquifero di tipo C Regione afferente ad un sistema silicoclastico, costituito da da complessi litologici conglomeratici e sabbiosi, Calabria, caratterizzati da permeabilità prevalente per porosità da media a bassa in relazione alla Regione granulometria ed allo stato di addensamento e/o di cementazione del deposito. Tali sistemi Campania, comprendono acquiferi a “potenzialità idrica variabile da medio-bassa a bassa” che presentano una Regione circolazione idrica in genere modesta, frammentata in più falde, spesso sovrapposte. E' inoltre Lazio, Regione parzialmente interessato da corpi idrici sotterranei afferenti a litotipi flyschoidi. Molise e Regione La caratterizzazione del sistema "Patrimonio Culturale" del Distretto Idrografico dell'Appennino Puglia, ha Meridionale ha messo in evidenza l'assenza di interrelazioni tra patrimonio culturale e acque adottato il superficiali e sotterranee in quanto nel territorio non sono presenti beni di interesse storico- Piano di architettonico né aree di interesse archeologico. Gestione delle Tra le fonti puntuali di inquinamento è da rilevare la presenza di scarichi e depuratori presenti Acque il prevalentemente lungo la costa. Per quanto riguarda invece l'inquinamento diffuso derivante 24 febbraio dall'uso del suolo il Piano di gestione individua estese aree interessate da colture permanenti e 2010 zone agricole eterogenee. (Direttiva Comunitaria Non sono presenti aree di criticità ambientale, intese quali ASI, Siti di Interesse nazionale o aree 2000/60, D.Lgs. industriali incluse nel registro INES.

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152/2006, Dall'analisi cartografica emerge che all'interno del programma di monitoraggio è previsto il L.13/2009, monitoraggio di sorveglianza lungo i corsi d'acqua superficiali e il monitoraggio di sorveglianza in D.L. 194/2009). corrispondenza del Monte Stella per quanto riguarda le acque sotterranee. Per quanto riguarda gli strumenti di pianificazione e gli studi specifici di riferimento per la redazione del piano di gestione acque si ricorda che, nell'ambito degli studi e dei progetti effettuati, vi è anche la sistemazione del litorale di Pisciotta. Piano Il Piano di Tutela delle Acque si colloca come strumento sovraordinato di programmazione Regionale di regionale le cui disposizioni sono immediatamente vincolanti. Tutela delle Il Piano individua, in relazione alla specifica destinazione e sulla base dell’analisi dell’impatto Acque, esercitato dall’attività antropica sullo stato dei corpi idrici superficiali e sotterranei, gli obiettivi di adottato dalla qualità ambientale e funzionale dei corpi idrici, gli interventi volti a garantire il loro raggiungimento Giunta o mantenimento, le misure di tutela qualitativa e quantitativa tra loro integrate, nonché le aree Regionale sottoposte a specifica tutela. della Campania con deliberazione n.1220 del 06/07/2007. Enti di Ambito, I Piani d’ambito effettuano la ricognizione delle opere di adduzione, di distribuzione, di fognatura e ex di depurazione esistenti nell’ambito di competenza e definiscono le procedure e le modalità, anche lege 36/96. su base pluriennale, per assicurare il conseguimento degli obiettivi di riduzione dei consumi e - Piano ATO 4, l'eliminazione degli sprechi, nonché il rinnovo delle risorse idriche per non pregiudicare il Delibera patrimonio idrico, la vivibilità dell'ambiente, l'agricoltura, la fauna e la flora acquatiche, i processi di G.R. geomorfologici e gli equilibri idrologici. n.1726/2004 A tal fine i Piani, sulla base dei criteri e degli indirizzi fissati dalla L.R.14/1997, definiscono un programma degli interventi necessari accompagnato da un piano finanziario e dal connesso modelo gestionale ed organizzativo. L’Autorità d’Ambito è un consorzio tra i Comuni appartenenti ad un Ambito Territoriale Ottimale che fu individuato con la Legge Regionale n.°14 del 21 maggio 1997, allo scopo di organizzare il servizio idrico integrato e di provvedere alla programmazione ed al controllo di tale servizio. Il concetto di Ambito Territoriale Ottimale per la gestione del servizio idrico integrato (acquedotto, fognatura e depurazione delle acque) parte dall’art. 8 della L. 319/76 (legge Merli), che assegnava il compito di individuarne la delimitazione nell’ambito della redazione dei Piani Regionali di Risanamento delle acque. L’Ambito Territoriale Ottimale n°4 denominato “Sele” si identifica prevalentemente con la dimensione territoriale, demografica, economico-produttiva, sociale della provincia di Salerno, ad eccezione di un solo comune della provincia di Napoli, e di due appartenenti alla provincia di Avellino. Le funzioni di programmazione del servizio consistono essenzialmente nel predisporre il Piano degli interventi, indicando le risorse disponibili, quelle da reperire ed i proventi da tariffa; scopo del Piano d’Ambito è quindi l’individuazione di una serie di interventi ed investimenti che garantiscano un adeguato livello di servizio di acquedotto, fognatura e depurazione, contenendo la tariffa entro i limiti previsti dalla Legge. L’attività principale dell’Ente d’Ambito, propedeutica alla predisposizione ed adozione del Piano, è rappresentata dalla Ricognizione delle opere di adduzione, di distribuzione, di fognatura e di depurazione esistenti (art.11, comma 3 della stessa legge). La pianificazione è articolata secondo un Piano degli interventi ed un Piano finanziario di investimenti compatibile con la tariffa. Il primo definisce la dotazione di opere e strutture necessarie al raggiungimento dei livelli di servizio prefissati. Questo porta ad un inequivocabile processo iterativo per la disposizione degli interventi previsti, che fa sì che interventi tecnicamente validi, ma non compatibili con le risorse tariffarie, debbano essere rimandati nel tempo. La necessità di procedere ad una attenta valutazione dei fabbisogni deriva dalla indisponibilità di

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uno strumento di pianificazione di settore sufficientemente aggiornato. Ai fini della formulazione del Piano d’Ambito è stato necessario valutare quali sono gli scenari tendenziali di breve-medio periodo per ciascuna delle componenti della dinamica demografica. L’analisi delle proiezioni dell’ISTAT ha portato a considerare, per il 25° anno, come scenario maggiormente attendibile un numero di abitanti residenti per l’ATO4 pari a 776.874, sostanzialmente uguale al valore attuale. A questi dati vanno aggiunti quelli relativi all'analisi della popolazione fluttuante tenendo presente che il censimento delle abitazioni ha rilevato le abitazioni occupate da persone residenti e non residenti, le abitazioni non occupate e gli altri tipi di alloggio solo se occupati (ad esempio roulotte, tende, caravan, ecc.), alla data di riferimento (21 ottobre 2001), ha confermato la spiccata vocazione turistica di alcuni comuni costieri, di cui è significativo questo indicatore che sintetizza le modalità di utilizzo del patrimonio abitativo. Il calcolo del fabbisogno idrico della popolazione residente, nota la popolazione agli anni di riferimento, è stato effettuato attraverso una preliminare classificazione dei comuni dell’ATO 4 per livelli di idroesigenza. Successivamente, per ciascuna classe di comuni sono state valutate dotazioni idriche pro capite per gli abitanti residenti tali da ricomprendere in un unico valore sia i fabbisogni per i consumi diretti, sia i fabbisogni collettivi indiretti per servizi correlati al livello di sviluppo socio-economico. Il modello utilizzato per la classificazione si è basato sull’analisi del terziario, suddiviso nelle sue componenti seguendo il principio che il settore dei servizi, così come accade nelle economie sviluppate, rappresenta il volano per innescare i processi di crescita. I risultati del modello hanno condotto all'individuazione di 5 classi di consumi (A, B, C, D, E). Al comune di Pisciotta è stata assegnata una classe di dotazione B corrispondente a circa 325 lt/ab.g.

Piano Il PRAE: Regionale delle - individua e delimita le aree potenzialmente utilizzabili a fini estrattivi, tenuto conto delle Attività compatibilità con i vincoli paesistici e idrogeologici, con i parchi naturali perimetrati, nonché con gli Estrattive altri programmi di assetto del territorio; (P.R.A.E.), approvato con - definisce i criteri e le metodologie per la coltivazione e la ricomposizione ambientale delle cave Ordinanza del nuove e per il recupero di quelle abbandonate e non sistemate; Commissario - definisce i criteri per la localizzazione delle singole autorizzazioni nelle aree individuate; ad Acta n.11 del 7/06/2006 - definisce i criteri per le destinazioni finali delle cave a sistemazione avvenuta, perseguendo, ove possibile, il restauro naturalistico, gli usi pubblici e gli usi sociali. Proposta di Il PEAR rappresenta il piano settoriale regionale che espone i dati relativi alla produzione e Piano all’approvvigionamento delle fonti energetiche primarie, nonché quelli relativi alla evoluzione e alle Energetico dinamiche del Sistema Energetico Regionale (offrendo uno scenario temporale valido sino al 2020), Ambientale e programma nel tempo le politiche energetiche regionali, sia rendendo più efficienti, sicure e Regionale della pulite le tecnologie basate sulle fonti tradizionali, sia intraprendendo iniziative atte a favorire Campania, l’introduzione e la diffusione sul territorio di fonti rinnovabili, edilizia ecoefficiente, idrogeno e reti adottata con “smart-grid” di distribuzione energetica. Esso indirizza la programmazione regionale guardando al Deliberazione 2020 quale orizzonte temporale e individuando degli obiettivi intermedi al 2013. di Giunta Il Piano, in particolare, individua quattro pilastri programmatici su cui realizzare le attività dei Regionale prossimi anni: n.475 del 18/03/2009 - la riduzione della domanda energetica tramite l'efficienza e la razionalizzazione, con particolare attenzione verso la domanda pubblica; - la diversificazione e il decentramento della produzione energetica, con priorità all'uso delle rinnovabili e dei nuovi vettori ad esse associabili; - la creazione di uno spazio comune per la ricerca e il trasferimento tecnologico; - il coordinamento delle politiche di settore e dei relativi finanziamenti. 40

In quest'ottica, vengono calcolati gli obiettivi minimi specifici di settore, così individuati: - raggiungimento di un livello minimo di copertura del fabbisogno elettrico regionale del 20% entro il 2013 e del 30% entro il 2020; - incremento dell'apporto complessivo delle fonti rinnovabili al bilancio energetico regionale dall'attuale 4% a circa il 10% nel 2013 e al 17% nel 2020. Il PEAR è pertanto finalizzato al conseguimento dei seguenti obiettivi strategici: - valorizzare le risorse naturali e ambientali territoriali; - promuovere processi di filiere corte territoriali; - stimolare lo sviluppo di modelli di governance locali; - generare un mercato locale e regionale della CO2; - potenziare la ricerca e il trasferimento tecnologico; - avviare misure di politica industriale, attraverso la promozione di una diversificazione delle fonti energetiche, in particolare nel comparto elettrico attraverso la produzione decentrata e la “decarbonizzazione” del ciclo energetico, favorendo il decollo di filiere industriali, l’insediamento di industrie di produzione delle nuove tecnologie energetiche e la crescita competitiva. In particolare viene perseguito, quale interesse prioritario, che le energie derivanti da fonti rinnovabili contribuiscano con apporti sempre maggiori alla costituzione di una diversificazione delle fonti di produzione che vede, di contro, una diminuzione dell’apporto delle risorse energetiche di produzione da fonti fossili, al fine di diminuire, nel soddisfacimento della domanda di energia, fonti e cause di inquinamento e così contribuire al riequilibrio ambientale nel territorio. Piano regionale Il Piano, che rappresenta lo strumento attuativo delle previsioni del D.Lgs. 351 del 4 agosto 1999, di risanamento valuta la qualità dell’aria a scala locale su tutto il territorio regionale ed opera una zonizzazione, e effettuata basandosi in primo luogo sui risultati del monitoraggio della qualità dell’aria ed mantenimento integrando questi ultimi con una stima delle concentrazioni di inquinanti dell’aria su tutto il della qualità territorio della regione (la valutazione è stata svolta relativamente ai seguenti inquinanti: ossidi di dell’aria, zolfo, ossidi di azoto, particelle sospese con diametro inferiore ai 10 μm, monossido di carbonio e approvato con benzene). Deliberazione Sulla base di tali dati il Piano individua le misure da attuare nelle zone di risanamento e di del Consiglio osservazione per conseguire un miglioramento della qualità dell’aria (ed ottenere il rispetto dei regionale della limiti fissati dalla normativa vigente), ovvero per prevenirne il peggioramento negli altri casi (zone Campania di mantenimento). n.86/1 del 27/06/2007 VI Programma Il programma costituisce il quadro della politica ambientale europea, contribuisce all'integrazione Comunitario delle tematiche ambientali in tutte le politiche comunitarie e mira, nel perseguire la strategia dello d'Azione in sviluppo sostenibile, a garantire un livello elevato di protezione dell'ambiente e della salute umana, materia nonché un miglioramento generalizzato dell'ambiente e della qualità della vita. di ambiente, Il Programma individua quattro settori prioritari di intervento, tra i quali quello realativo a “Natura 2002- 2012 e Biodiversità” per il quale pone l’obiettivo di tutelare, conservare, ripristinare e sviluppare il Decisione funzionamento dei sistemi naturali, degli habitat naturali, della flora e fauna selvatiche allo scopo di n.1600/2002/C arrestare la desertificazione e la perdita di biodiversità, compresa la diversità delle risorse E del genetiche. Parlamento Europeo e del Consiglio del 22 luglio 2002

Piano I Piani Territoriali Paesistici sono stati redatti ed approvati nella seconda metà degli anni ’90 con Territoriale l’esercizio dei poteri sostitutivi dal Ministero dei Beni Culturali. Paesistico Nel 2003 la Giunta Regionale ha deliberato l’approvazione del documento concernente la “Verifica Cilento di compatibilità tra gli strumenti di pianificazione paesistica e l’Accordo Stato-Regioni del 19 aprile 41

Costiero 2001" finalizzata all’adeguamento dei Piani paesistici della Campania alla Convenzione Europea del approvato, ai Paesaggio. La verifica, pur operata anteriormente all’emanazione del Codice dei beni culturali e del sensi dell’art. paesaggio, conserva la sua validità sostanziale, in quanto è stata svolta comparando le modalità di 1bis della Legge formazione, la struttura ed i contenuti dei PTP previgenti con quanto disposto dall’Accordo Stato- 8 agosto 1985 Regioni del 2001 che ha anticipato alcune delle innovazioni del D.Lgs n.42/04. n.431, I risultati della verifica hanno fatto emergere la non completa conformità dei PTP redatti dal con D.M. Ministero ai contenuti dell’Accordo Stato-Regioni del 2001, in quanto: 4/10/1997 - le norme sono prevalentemente vincolistiche; - non riportano le modalità con le quali è stato effettuato il riconoscimento della differenziazione dei valori costitutivi, ed in particolare non sono adeguatamente esplicitate le loro caratteristiche; - sono assenti riferimenti alle dinamiche socio-economiche e insediative di trasformazione dei territori interessati; - si propone un orientamento della tutela, riqualificazione e valorizzazione del territorio in funzione del livello di integrità e rilevanza dei valori paesistici ed ambientali riferito essenzialmente all’ambiente costruito. Pisciotta non rientra nel P.T.P. Piano del Parco Con delibera di Giunta Regionale n.611 del 14 febbraio 2003 (pubblicata sul BURC n.22 del 19 Nazionale del maggio 2003, e sulla Gazzetta Ufficiale, parte II, sezione espropri, n.ro 120 del 26/05/2006) è stata Cilento e Vallo adottata la proposta di Piano; Con delibera di Giunta Regionale n. 617 del 13 aprile 2007 di Diano (pubblicata sul BURC n.36 del 8 agosto 2008) è stato adottato, ai sensi del comma 3, art.12, della legge 6 dicembre 1991, n.394, il Piano del Parco proponendo al Consiglio Regionale, statutariamente competente, l'approvazione finale del Piano stesso;nella seduta tenutasi in data 24/12/2009 il Consiglio regionale della Campania ha approvato, all’unanimità, la delibera della Giunta regionale campana n.617/2007 (pubb. sul BURC n.9 del 27 gennaio 2010). Ai sensi dell’art.12 della Legge 394/91, il Piano del Parco disciplina i seguenti contenuti: a) organizzazione generale del territorio e sua articolazione in aree o parti caratterizzate da forme differenziate di uso, godimento e tutela; b) vincoli, destinazioni di uso pubblico o privato e norme di attuazione relative con riferimento alle varie aree o parti del piano; c) sistemi di accessibilità veicolare e pedonale con particolare riguardo ai percorsi, accessi e strutture riservati ai disabili, ai portatori di handicap e agli anziani; d) sistemi di attrezzature e servizi per la gestione e la funzione sociale del parco, musei, centri di visite, uffici informativi, aree di campeggio, attività agro-turistiche; e) indirizzi e criteri per gli interventi sulla flora, sulla fauna e sull'ambiente naturale in genere. Per tali fini il piano suddivide il territorio in base al diverso grado di protezione, prevedendo: a) riserve integrali nelle quali l'ambiente naturale è conservato nella sua integrità; b) riserve generali orientate, nelle quali è vietato costruire nuove opere edilizie, ampliare le costruzioni esistenti, eseguire opere di trasformazione del territorio. Sono tuttavia consentite le utilizzazioni produttive tradizionali, la realizzazione delle infrastrutture strettamente necessarie, nonché interventi di gestione delle risorse naturali a cura dell'Ente parco ed interventi di manutenzione delle opere esistenti; c) aree di protezione nelle quali possono continuare, secondo gli usi tradizionali ovvero secondo metodi di agricoltura biologica, le attività agro-silvo-pastorali nonché di pesca e raccolta di prodotti naturali, ed è incoraggiata anche la produzione artigianale di qualità. Sono ammessi gli interventi di manutenzione e restauro del patrimonio edilizio esistente, salvo l'osservanza delle norme di piano sulle destinazioni d'uso; d) aree di promozione economica e sociale facenti parte del medesimo ecosistema, più 42

estesamente modificate dai processi di antropizzazione, nelle quali sono consentite attività compatibili con le finalità istitutive del parco e finalizzate al miglioramento della vita socio-culturale delle collettività locali e al miglior godimento del parco da parte dei visitatori. Piano Il Piano territoriale di coordinamento provinciale è uno strumento di pianificazione di area vasta e Territoriale di definisce gli obiettivi e le strategie di sviluppo, assetto e tutela del territorio di rilievo provinciale e Coordinamento sovracomunale o che costituiscono attuazione della pianificazione regionale. In tale ruolo, il PTCP è della Provincia volto: di Salerno, - a governare temi territoriali complessi che non possono essere adeguatamente affrontati alla approvato con scala comunale (come ad esempio quelli ambientali); delibera di Consiglio - a coordinare e dare coerenza ai piani di settore ed agli interventi nelle materie di specifica provinciale n. competenza della Provincia (come ad esempio la viabilità ed i trasporti, l’edilizia scolastica per 15 del l’istruzione secondaria, ecc.); 30/03/2012 - ad orientare la pianificazione dei comuni in coerenza con le precedenti finalità ponendosi anche come punto di partenza per promuovere il coordinamento dei PUC ai fini di un assetto equilibrato ed armonico dell’intero territorio provinciale. Gli obiettivi generali del PTC della Provincia di Salerno, in coerenza con gli indirizzi e le strategie del Piano territoriale regionale, sono lo sviluppo economico e sociale del territorio provinciale, la sostenibilità dell’assetto territoriale e l’attuazione della Convenzione europea del paesaggio. Per perseguire tali obiettivi il PTCP promuove la valorizzazione delle risorse e delle identità locali, orienta lo sviluppo delle competitività in una logica di sostenibilità ambientale e sociale, definisce misure per la salvaguardia delle risorse ambientali e storico-culturali e per la mitigazione dei rischi naturali e la prevenzione di quelli di origine antropica, delinea indirizzi per la valorizzazione del paesaggio, fornisce indicazioni per la riqualificazione e l’integrazione degli insediamenti e per il potenziamento del sistema infrastrutturale. Esso guida l’attività di pianificazione locale e di settore per il conseguimento di obiettivi comuni per l’intero territorio provinciale, coordinando le strategie di carattere sovracomunale che interessano i Piani Urbanistici Comunali ed orientando la pianificazione di settore. Il PTC della provincia di Salerno, ai sensi della L.R. n.16/2004, è articolato in due componenti: componente strutturale, che ha validità a tempo indeterminato, e componente programmatica, che attiene ai programmi di intervento da attuarsi in un intervallo di tempo definito (5 anni) ed in correlazione con la programmazione finanziaria. La componente strutturale si articola in disposizioni strutturali e disposizioni strategiche. Le disposizioni strutturali individuano e delimitano le diverse componenti territoriali con riferimento ai caratteri ed ai valori naturali (geologici, vegetazionali, faunistici), storico-culturali, paesaggistici, rurali, insediativi e infrastrutturali e ne definiscono le modalità di uso e di manutenzione che ne possano garantire la tutela, la riqualificazione e la valorizzazione sostenibile. Esse inoltre riguardano la mitigazione dei rischi naturali, la prevenzione del rischio antropico e la tutela e gestione delle risorse idriche. Le disposizioni strategiche delineano le scelte di trasformazione di lungo periodo dell’assetto insediativo e infrastrutturale – attraverso indirizzi che orientano il riassetto policentrico dell’organizzazione insediativa e l’integrazione ed il potenziamento del sistema infrastrutturale –, forniscono indicazioni per perseguire la qualità del paesaggio e per la costruzione della rete ecologica provinciale. Le disposizioni programmatiche del PTCP forniscono indirizzi per la pianificazione comunale e definiscono le scelte operative del PTCP. Gli indirizzi che dovranno essere osservati nella predisposizione dei PUC riguardano il dimensionamento del fabbisogno residenziale, degli insediamenti produttivi di interesse sovralocale e locale, del sistema di attrezzature pubbliche, delle sedi per attività terziarie e turistiche. Le scelte operative del PTCP riguardano la rete della mobilità e gli interventi infrastrutturali da realizzare nel quinquennio ed i programmi operativi provinciali ritenuti di rilevanza strategica e quindi prioritari ai fini del perseguimento degli obiettivi del PTCP e per i quali vanno attivate le necessarie intese con le Amministrazioni e gli Enti competenti. Il Ptcp costituisce una prima applicazione sul territorio provinciale delle linee guida e degli indirizzi 43

definiti nel PTR – definitivamente approvato dal Consiglio regionale con legge regionale 13/2008 e va inteso come un piano strategico di carattere sovra comunale che privilegia i contenuti strutturali e paesistico-ambientali. Le politiche del Piano provinciale, sia di carattere generale che quelle specificamente riferite al territorio cilentano, vengono prese interamente in esame, per il carattere e le finalita del PUC del Comune di Pisciotta. Politiche per il turismo Il Ptcp riconosce il ruolo strategico del turismo per lo sviluppo economico e occupazionale della provincia e, in tal senso, promuove la definizione di azioni integrate, fondate sulla tutela e la valorizzazione del territorio nelle sue diverse componenti (ambientali, culturali, antropiche), al fine di perseguire le connessioni tra politica distrettuale dello sviluppo turistico, industria culturale e territorio. Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale fornisce una serie di indicazioni e pone in essere una serie di azioni volte al perseguimento degli obiettivi sopra enunciati e, soprattutto, offre un concreto contributo alla definizione di strategie integrate per la valorizzazione del territorio e delle sue potenzialità turistiche. Il Ptcp individua alla scala provinciale, cinque ambiti territoriali di valorizzazione e potenziamento delle politiche per il turismo: tra i detti cinque ambiti e segnalata la fascia costiera del Cilento, per la quale promuovere strategie di consolidamento e riqualificazione delle attrezzature e dei servizi per il turismo. La Costiera cilentana rappresenta l’altra area del territorio provinciale per la quale la vocazione turistica costituisce una realta economica consolidata da tutelare, promuovere e sviluppare secondo prospettive di sostenibilita. Si tratta di un territorio fortemente caratterizzato da un tipo di turismo balneare e stagionale, da riconvertire o integrare mediante la promozione di azioni di: - tutela e valorizzazione delle risorse ambientali e culturali; - diversificazione ed integrazione dell’offerta turistica; - riqualificazione e potenziamento del sistema dei servizi turistici e ricettivi; - potenziamento del sistema della mobilita in chiave intermodale e sostenibile. In particolare, per tale ambito, il Ptcp propone: - la riqualificazione urbanistica ed ambientale di insediamenti di case-vacanze e seconde case, da riconvertire in alberghi e servizi per il turismo, con particolare riferimento al tratto compreso tra Pisciotta e Sapri; - la realizzazione di strutture turistiche legate alla risorse storiche, naturalistiche ed agroalimentari (residence, bed and breakfast, case vacanze, agriturismi, country house) attraverso il recupero del patrimonio edilizio esistente; - la riqualificazione, il potenziamento e l’adeguamento degli approdi costieri, anche mediante il risanamento del fronte di mare e prevedendo la riorganizzazione qualitativa e l’eventuale potenziamento delle funzioni ricettive, commerciali, ricreative, per il tempo libero e per i servizi al turista; - la valorizzazione di una rete di attivita commerciali, artigianali e di servizi turistici, quale sistema integrato di promozione delle risorse e dei prodotti locali, e di riqualificazione e conservazione “attiva” della struttura fisica e dell’identita culturale dei centri storici e dei nuclei antichi. Riconversione del vecchio tracciato ferroviario Ascea –Pisicotta – Caprioli – palinuro, per realizzare una pista ciclabile e pedonale, ma anche per motocicli leggeri; Sistema Insediativo: gli ambiti identitari e le unità di paesaggio - Il territorio amministrativo di Pisciotta è inserito nell’Ambito Identitario “Il Cilento: Calore, Alento, Mingardo, Bussento e Alburni Sud-Est” ed appartiene alle Unita di Paesaggio, in cui sono articolati gli Ambiti Identitari, 37 – Capo Palinuro Foce Mingardo. Piano Il Piano, elaborato ai sensi dell’art.9 della legge 5 luglio 2007, n. 87, intende definire uno scenario di Regionale rifiuti uscita dalla gestione emergenziale, volto al rientro nell’ordinaria amministrazione e nella 44

urbani della programmazione di tutte le azioni utili alla chiusura nella Regione Campania del ciclo di gestione dei regione rifiuti urbani. Campania, Il Piano dei Rifiuti Urbani costituirà congiuntamente al Piano Rifiuti Speciali ed al Piano Bonifiche, approvato con redatti a cura della Regione Campania, il Piano regionale di gestione del ciclo integrato dei rifiuti, ai Delibera di sensi dell’articolo 10 della L.R. n. 4/2007. Giunta Regionale n.8 Nella elaborazione del Piano sono state prese in considerazione le principali criticità connesse allo del 23/01/2012 svolgimento del ciclo integrato dei rifiuti, che possono essere individuate nel persistente problema dello smaltimento delle cosiddette “ecoballe”; nella necessità di garantire l’avvio alla termoutilizzazione di Combustibile Derivato da Rifiuti (CDR); nell’esigenza di sottoporre a processi di bonifica e messa in sicurezza le aree adibite in passato a siti di smaltimento e attualmente non più attive; nelle problematiche connesse alla salute pubblica derivanti dall’attuazione delle singole fasi del ciclo dei rifiuti (produzione, trasporto, trattamento, smaltimento); nella sottrazione e/o degrado di risorse naturali non rinnovabili o rinnovabili a lungo termine conseguenti alle scelte localizzative inerenti gli impianti necessari al completo svolgimento del ciclo dei rifiuti. Piano d’Ambito Il Piano è stato redatto in ottemperanza a quanto previsto dalla Legge di Conversione n.26 del 26 per la Gestione febbraio 2010, e dal D.Lgs. n. 152/06, al fine di perseguire l’obiettivo, posto dalla stessa Regione, di dei Rifiuti della ‘provincializzare’ il servizio di gestione del “ciclo integrato dei rifiuti urbani”, attraverso le Società Provincia di Provinciali, aperte al capitale privato ed orientate ad economicità ed efficienza industriale dei Salerno – anni servizi erogati al territorio. In tale ottica è stato elaborato il “piano d’Ambito” che tiene in debito 2010 2013 – conto le specifiche competenze locali al fine del superamento della frammentazione della gestione approvato con e della realizzazione di un sistema basato sui principi di efficienza. decreto n.171 L’obiettivo che si pone alla base del Piano è l’impegno dell’Amministrazione provinciale nella del 30 soluzione dei problemi posti dalla gestione dei rifiuti, debba corrispondere da parte dei gestori dei Settembre processi industriali, pubblici e privati, un equivalente impegno nella ricerca scientifica e tecnologica 2010 finalizzata al miglioramento degli standard attuali di protezione ambientale, ottenibili con tecniche di produzione che permettano prima la riduzione e poi il recupero a fini produttivi dei materiali utilizzati. Piano Speditivo In attesa dell'ultimazione del Piano Provinciale di Emergenza, le operazione di circostanza critica il Di Protezione cuilivello preveda la gestione delle emergenze non fronteggiabili dalle sole forze locali o tale Civile comunque da richiedere un intervento coordinato di più forze di cui all'art.2 della legge 225/92 Provinciale avvengono attraverso il piano speditivo di protezione civile, che ha lo scopo di fronteggiare, in approvato con maniera coordinata, gli eventi calamitosi definiti dalla legge n.225/92 e precisamente di tipo a), Delibera di quale attività sussidiaria; di tipo b), quale attittività dl competenza; di tipo c), quale attività di Consiglio affiancamento. Provinciale Il Piano ha dunque i seguenti obiettivi: n.39 del 28/05/2012 - definire i sistemi di allertamento, di allarme e le azioni che la struttura di coordinamento Piano (Prefettura e Provincia) deve svolgere all'insorgere di emergenze di protezione civile, non Provinciale fronteggiabili dalle sole risorse locali; Interno Di - disporre di strutture operative (tutte le componenti del sistema nazionale di cui alla legge 225/92) Emergenza per operazioni di pronto intervento e soccorso in emergenza ad adiuvandum dei Comuni e delle - Piano di primo popolazioni colpite da eventi calamitosi. livello, approvato con Nell'ambito del piano speditivo ogni struttura e/o Ente facente parte del Sistema Nazionale di delibera di Protezione Civile opera attraverso i propri piani interni. Consiglio All'attualità la Provincia di Salerno opera in seno alla sala operativa con propri referenti secondo il Provinciale Piano Provinciale Interno di Emergenza (Piano di primo livello, approvato con delibera di C.P. n.24 n.24 del del 2/05/2008). Detto Piano delinea le modalità di attivazione interna all'Ente; definisce i sistemi di 26 maggio 2008 allertamento, di allarme e le azioni che ciascuna componente programmatoria ed operativa (Assessorati, Direzioni Genero/i, Settori, Servizi, Uffici) deve svolgere al fine di coordinare la risposta organizzativa ed operativa all'insorgere di emergenze di protezione civile. La nuova Europa 2020 contiene la nuova strategia per la crescita dell'Unione europea, attraverso la quale si programmazion intende colmare le lacune dell’attuale modello di crescita e creare le condizioni per un diverso tipo e comunitaria di sviluppo economico. In tal senso la strategia proposta mira a una crescita che sia: intelligente, 45 per il periodo grazie a investimenti più efficaci nell'istruzione, la ricerca e l'innovazione; sostenibile, grazie alla 2014-2020 decisa scelta a favore di un'economia a basse emissioni di CO2 e della competitività dell'industria; e solidale, ossia focalizzata sulla creazione di posti di lavoro e la riduzione della povertà. Per dare maggiore concretezza alle priorità proposte, l'UE si è data cinque obiettivi da realizzare entro la fine del 2020; essi riguardano: 1. Occupazione - innalzamento al 75% del tasso di occupazione (per la fascia di età compresa tra i 20 e i 64 anni) 2. R&S - aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo al 3% del PIL dell'UE 3. Cambiamenti climatici /energia o riduzione delle emissioni di gas serra del 20% (o persino del 30%, se le condizioni lo permettono) rispetto al 1990 - 20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili - aumento del 20% dell'efficienza energetica 4. Istruzione - riduzione degli abbandoni scolastici al di sotto del 10% - aumento al 40% dei 30-34enni con un'istruzione universitaria 5. Povertà / emarginazione - almeno 20 milioni di persone a rischio o in situazione di povertà ed emarginazione in meno La strategia proposta indica anche sette iniziative prioritarie che tracciano un quadro entro il quale l'UE e i governi nazionali potranno sostenere reciprocamente i loro sforzi per realizzare le priorità di Europa 2020, quali l'innovazione, l'economia digitale, l'occupazione, i giovani, la politica industriale, la povertà e l'uso efficiente delle risorse. ll Programma operativo del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale POR FESR 2014-2020 della Regione Campania individua tre strategie regionali: Campania Innovativa, Campania Verde e Campania Solidale. Campania Questa linea di intervento punta allo sviluppo dell’innovazione con azioni di rafforzamento Innovativa del sistema pubblico/privato di ricerca e al sostegno della competitività attraverso il superamento dei fattori critici dello sviluppo imprenditoriale. Assi 1. Ricerca e innovazione Obiettivo tematico: Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione (rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione). 2. ICT e agenda digitale Obiettivo tematico: Migliorare l'accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, nonché l'impiego e la qualità delle medesime. 3. Competitività del sistema produttivo Obiettivo tematico: Promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, il settore agricolo e il settore della pesca e dell'acquacoltura.

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Campania Campania Verde Verde Questa linea di intervento è finalizzata al sostanziale cambiamento dei sistemi energetico, agricolo,

dei trasporti e delle attività marittime, oltre che ad un diverso assetto paesaggistico sia in termini di rivalutazione sia in termini di cura. Assi 4. Energia sostenibile Obiettivo tematico: Sostenere la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori. 5. Prevenzione dei rischi naturali ed antropici Obiettivo tematico: Promuovere l’adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi. 6. Tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale Obiettivo tematico: Tutelare l'ambiente e promuovere l'uso efficiente delle risorse. 7. Trasporti Obiettivo tematico: Promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete. Campania La linea di intervento mira alla costituzione di un sistema di welfare orientato all’inclusione e alla Solidale partecipazione, innalzando il livello della qualità della vita attraverso il riordino e la riorganizzazione del sistema sanitario, lo sviluppo e la promozione dei servizi alla persona, le azioni che promuovono l’occupazione, l’inclusione sociale e il livello di istruzione. Assi 8. Inclusione sociale Obiettivo tematico: Promuovere l'inclusione sociale, combattere la povertà e ogni forma di discriminazione. 9. Infrastrutture per il sistema dell'istruzione regionale Obiettvo tematico: Investire nell'istruzione, formazione e formazione professionale, per le competenze e l'apprendimento permanente. Altri assi 10. Capacità amministrativa 11. Assistenza tecnica Sono inoltre previste due strategie territoriali trasversali: Strategia regionale Sviluppo Urbano; Strategia regionale Aree Interne.

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7.2 RAPPORTO ED INTERAZIONE TRA IL PUC ED I RICHIAMATI PIANI O PROGRAMMI

L’analisi delle interazioni tra il Puc ed i piani e programmi “rilevanti” dovrà essere sviluppata attraverso la costruzione di una matrice (matrice di coerenza esterna) che metterà in evidenza quattro possibili tipologie di interazione:  interazione positiva “gerarchica”, il Puc rappresenta un momento attuativo dell’iter decisionale avviato con un Piano/Programma “rilevante” di livello superiore;  interazione positiva “orizzontale”, il Piano/Programma “rilevante” risulta in rapporto di complementarietà e/o addizionalità con il Puc;  interazione positiva “programmatica”, il Puc contribuisce all’attuazione degli obiettivi previsti dal Piano/Programma “rilevante” anche se questo ha natura meramente programmatica;  interazione potenzialmente negativa: Il Piano/Programma “rilevante” pone vincoli all’attuazione del Puc. L’analisi di coerenza si articola in due momenti principali, ognuno dei quali può essere ulteriormente articolato in relazione alle esigenze operative che guidano l’autorità proponente nella elaborazione del piano. I due momenti sono: − Coerenza esterna − Coerenza interna Coerenza esterna L’analisi di coerenza esterna verifica la compatibilità degli obiettivi e strategie generali del piano rispetto agli obiettivi/principi di sostenibilità ambientale, desunti P/P di riferimento, individuati precedentemente nella fase di verifica preliminare (scoping). L'analisi di coerenza esterna si divide normalmente in due dimensioni: − coerenza verticale, cioè coerenza degli obiettivi del piano con gli obiettivi/principi di sostenibilità ambientale desunti da piani, programmi gerarchicamente sovraordinati e di ambito territoriale diverso (più vasto a quello del piano in esame) redatti da livelli di governo superiori; − coerenza orizzontale, cioè coerenza degli obiettivi del piano con gli obiettivi/principi di sostenibilità ambientale desunti da piani, programmi redatti dal medesimo Ente proponente il piano o da altri Enti, per lo stesso ambito territoriale. Coerenza interna La coerenza interna serve a rendere chiaro il legame operativo tra azioni e obiettivi del Piano e, al tempo stesso, a rendere trasparente il processo decisionale che accompagna l’elaborazione del Piano. Essa consente di verificare l'esistenza di contraddizioni all'interno del piano. In particolare nell’analisi di coerenza occorre verificare: − la corrispondenza tra la indicazioni emerse dall’analisi di contesto (sintetizzata nella fase di analisi preliminare (scoping) e gli obiettivi specifici del piano oggetto di VAS. − la verifica di eventuali fattori di contrasto tra gli obiettivi specifici del piano e gli strumenti previsti per il raggiungimento dei suddetti obiettivi (azioni, indirizzi/proposte di intervento, vincoli, condizioni).

L’analisi matriciale che dovrà essere sviluppata sarà così composta: nella prima colonna richiama il piano o programma ritenuto rilevante in riferimento alla singola componente ambientale; nella seconda colonna riporta la descrizione sintetica del piano o programma preso in considerazione; nella terza, infine, viene descritta la possibile interazione con il Puc.

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Tabella: Esempio di matrice per l’analisi di coerenza interna tra obiettivi del Piano e contesto Piano o programma “rilevante” e relativi riferimenti Descrizione sintetica Interazione con il PUC normativi dei contenuti Il Piano Territoriale Regionale, approvato con L.R. 13 Interazione positiva del 13.10.2008 “gerarchica” Piani Stralcio per l’Assetto Idrogeologico e l’erosione Interazione positiva costiera “orizzontale” Interazione positiva Piano Stralcio Erosione Costiera “programmatica” Piano di Gestione Acque del Distretto Idrografico Interazione potenzialmente negativa dell’Appennino Meridionale Piano Regionale di Tutela delle Acque Piano Regionale delle Attività Estrattive Proposta di Piano Energetico Ambientale Regionale Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria Piano Territoriale Regionale (PTR), Piano Territoriale Paesistico Cilento Costiero Nazionale del Cilento e Vallo di Diano Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Salerno Piano Regionale rifiuti urbani della regione Campania Piano d’Ambito per la Gestione dei Rifiuti della

Provincia di Salerno Piano Speditivo Di Protezione Civile Provinciale La nuova programmazione comunitaria per il periodo

2014-2020

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8. OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE STABILITI A LIVELLO INTERNAZIONALE, COMUNITARIO O DEGLI STATI MEMBRI, PERTINENTI AL PUC

Il presente capitolo ha lo scopo di illustrare e verificare le modalità secondo le quali il Puc del Comune di Pisciotta, in riferimento alle sue specifiche attribuzioni e competenze, farà propri e perseguirà gli obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario, nazionale e regionale e, più in generale, in che modo il Piano prenderà in considerazione la questione ambientale nella definizione dei propri obiettivi, delle proprie strategie ed azioni di intervento. Al fine di agevolare la definizione degli obiettivi, nel corso della redazione del documento definitivo saranno utilizzati, completati, aggiornati ed adattati alle esigenze, alle peculiarità territoriali e fisiche del comune di Pisciotta, i materiali prodotti da ISPRA e ARPAC.

Di seguito si riporteranno: • la selezione degli obiettivi di sostenibilità derivante dall’articolazione e confronto delle informazioni e considerazioni ambientali; • la verifica e la valutazione del grado di coerenza e/o sinergia, correlazione e incoerenza e/o discordanza tra gli obiettivi della proposta di “PUC” e gli obiettivi delle direttive/normative internazionali, comunitarie e nazionali e dei pertinenti piani e programmi regionali di settore e trasversali ( verifica di coerenza esterna ); • la valutazione del grado di sinergia, coerenza e conflittualità tra gli obiettivi della proposta di “PUC” e gli obiettivi di sostenibilità ambientale formulati per il “PUC” ( verifica di coerenza interna ).

Identificazione degli obiettivi di sostenibilità

Gli obiettivi di sostenibilità ambientale generali saranno definiti a partire da:

• l’esame degli strumenti di programmazione e pianificazione regionale vigenti, nonché di documenti preliminari relativi a piani e programmi in corso di aggiornamento, ove disponibili; • l’esame delle strategie nazionali ed internazionali; • l’analisi di contesto ambientale, che permette di evidenziare criticità e potenzialità, sinteticamente individuate, per ciascuna componente.

Tali obiettivi generali saranno precisati in parallelo con la definizione degli obiettivi specifici del piano/programma ed eventualmente per specifiche aree geografiche-territoriali, laddove per la tipologia di piano/intervento se ne ravvisi la possibilità.

Ulteriori specificazioni geografiche, che emergeranno dalla valutazione del contesto e da tenere presenti per la definizione di obiettivi specifici saranno costituite ad es. da:

• aree critiche per la qualità dell’aria; • aree di vulnerabilità per la qualità delle acque; • aree di pregio paesistico e quelle degradate; • aree a rischio idrogeologico, sismico e antropogenico elevato; • aree vulnerabili ai nitrati di origine agricola; • ecc.

Gli obiettivi di sostenibilità saranno individuati sia per i fattori primari e le componenti ambientali (aria e fattori climatici, acqua, suolo, flora, fauna e biodiversità, beni materiali e culturali, paesaggio, popolazione e 54 salute umana), sia per i fattori di interrelazione (mobilità, energia, rifiuti, rischi naturali e antropogenici). Di fatto, gli obiettivi di sostenibilità individuati per i fattori di interrelazione integreranno già al loro interno, contestualizzandoli, i principali obiettivi di sostenibilità individuati per i fattori primari e le componenti ambientali (ad esempio, per il settore energia, lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili concorre al raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti, e così via).

In relazione all'arco temporale del piano/programma, possono essere individuati obiettivi significativi per lo stesso arco di temporale.

Gli obiettivi di sostenibilità ambientale derivano dall’interazione tra gli obiettivi ambientali individuati dagli strumenti di programmazione e pianificazione a vari livelli e le criticità e potenzialità emerse dall’analisi di contesto; essi saranno utilizzati come criteri di riferimento per condurre la valutazione ambientale dei potenziali impatti del piano sulle componenti ambientali e sui fattori di interrelazione.

Nelle tabelle sottostanti si riporteranno gli obiettivi di sostenibilità prescelti (ipotesi) TEMA Obiettivi di riferimento Obiettivi di sostenibilità generali e specifici per il PUC Componente ambientale (livello nazionale e comunitario)

FATTORI CLIMATICI ED Riduzione delle emissioni di gas serra ENERGIA

Risparmio energetico Risparmio energetico e riduzione dei consumi energetici

per settori Fonti rinnovabili Incremento produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (Dir. 2001/77/CE, Dlgs 387/2003) Cambiamenti climatici Riduzione della perdita di copertura forestale

Migliorare la gestione ed evitare il sovrasfruttamento delle SUOLO risorse naturali rinnovabili (suolo

Proteggere le coste dai fenomeni erosivi e le aree costiere Erosione dai fenomeni di subsidenza naturale ed antropica

Rischio idrogeologico Assicurare la tutela e il risanamento del suolo e sottosuolo, Rischio sismico il risanamento idrogeologico del territorio tramite la prevenzione dei fenomeni di dissesto, la messa in sicurezza Desertificazione delle situazioni a rischio e la lotta alla desertificazione – Dlgs 152/2006 Incendi

FLORA E FAUNA, Arrestare la perdita di biodiversità e contribuire a ridurre il VEGETAZIONE ED tasso di perdita di biodiversità ECOSISTEMI

Invertire la perdita di superficie forestale tramite la gestione Sostenibile delle Foreste (Sustainable Forest Patrimonio boschivo Management - SFM), la protezione, il restauro, l'afforestazione e la riforestazione ed aumentare l'impegno per prevenire la degradazione delle foreste -

Rete ecologica Arrestare la perdita di biodiversità e contribuire a ridurre il

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tasso di perdita di biodiversità

Ridurre al minimo i pericoli e i rischi derivanti dai pesticidi Patrimonio agricolo per la salute e l’ambiente

Evitare la generazione di rifiuti e aumentare l'efficienza nello RIFIUTI sfruttamento delle risorse naturali ragionando in termini di ciclo di vita e promuovendo il riutilizzo e il riciclaggio -

Prevenire e ridurre la produzione e la pericolosità dei rifiuti – Dir Rifiuti urbani 2006/12, SSS, SNAA. COM(2005)666

Recupero dei rifiuti mediante riciclo, reimpiego, riutilizzo od ogni Raccolta altra azione intesa a ottenere materie prime secondarie o l'uso di differenziata rifiuti come fonte di energia

Assicurare che i nostri sistemi di trasporto soddisfino le esigenze TRASPORTI economiche, sociali ed ambientali della società minimizzando i loro impatti indesiderabili sull'economia, la società e l'ambiente -

Realizzare un passaggio equilibrato della domanda verso modi di trasporto ecocompatibili ai fini di un sistema sostenibile di trasporto e mobilità -

Riduzione delle emissioni di gas serra dovute ai trasporti - SSS

Riduzione delle pressioni da infrastrutture sul suolo

(frammentazione)

SALUTE

Raggiungere livelli di qualità dell'aria che non comportano Atmosfera impatti negativi significativi per la salute umana –

Ridurre i livelli di sostanze nocive, in particolare sostituendo quelle più pericolose con sostanze alternative, anche non chimiche, più sicure - Rischi antropogenici Riduzione del numero dei decessi e feriti dovuti a incidenti

stradali –

Rumore

Campi Riduzione dei livelli di esposizione ai CEM nocivi per la salute

elettromagnetici umana

Siti inquinati

Rischio di incidente Riduzione rischio tecnologico rilevante

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Incoraggiare la conversione verso una agricoltura che usi quantità limitate di pesticidi o li abolisca del tutto, in particolare Sicurezza alimentare sensibilizzando maggiormente gli utilizzatori, promuovendo l’applicazione di codici e di buone pratiche e l’analisi delle possibilità offerte dall’applicazione di strumenti finanziari -

RISORSE CULTURALI Protezione e conservazione del patrimonio culturale – SNAA E PAESAGGIO Protezione, gestione e pianificazione dei paesaggi –

Paesaggio Protezione, gestione e pianificazione dei paesaggi –

Beni ambientali Protezione e conservazione del patrimonio culturale – SNAA

SOSTENIBILITÀ SOCIALE ED ECONOMICA

Integrazione e Riqualificazione insediativa degli ambiti artigianali e terziari

Strutturazione di un sistema di aree attrezzate di interesse Sistemi produttivi sovracomunale

Valorizzazione delle risorse socio -economiche locali e loro equa distribuzione;

Organizzare e razionalizzare il sistema complessivo della ricettività turistica, incentivando anche l’integrazione tra turismo marino con il turismo rurale ed agriturismo;

Sostenere il turismo sostenibile Turismo Promuovere un turismo completamente integrato con lo

sviluppo economico locale con la finalità di contribuire positivamente allo stesso migliorare la qualità della vita delle popolazioni locali.

Miglioramento delle qualità sociali e della partecipazione democratica Partecipazione e Promozione della consapevolezza e della partecipazione terzo settore democratica al sistema di sicurezza ambientale

Miglioramento dell’equità nella distribuzione di risorse e servizi;

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Migliorare l'utilizzo efficace delle risorse per ridurre lo sfruttamento complessivo delle risorse naturali non rinnovabili e RISORSE NATURALI i correlati impatti ambientali prodotti dallo sfruttamento delle

NON RINNOVABILI materie prime, usando nel contempo le risorse naturali rinnovabili a un ritmo compatibile con le loro capacità di rigenerazione

Utilizzo razionale del suolo per limitare l’occupazione e Consumo del suolo impermeabilizzazione del suolo

Migliorare l'utilizzo efficace delle risorse per ridurre lo sfruttamento complessivo delle risorse naturali non rinnovabili e i correlati impatti ambientali prodotti dallo sfruttamento delle Attività estrattive materie prime, usando nel contempo le risorse naturali rinnovabili a un ritmo compatibile con le loro capacità di rigenerazione

ATMOSFERA E Migliorare la gestione ed evitare il sovrasfruttamento delle AGENTI FISICI risorse naturali rinnovabili (atmosfera)

Atmosfera Prevenzione e riduzione dell’inquinamento indoor e da radon

Campi Il DPCM 8/07/2003 fissa limiti per i CEM e prevede eventuali

elettromagnetici azioni di risanamento

Il DPCM 14/11/97 in ottemperanza alla L 447/95 fissa valori Rumore limite assoluti di immissione delle sorgenti sonore – Dir 2002/49/CE, dlgs 194/2005

Per le acque a specifica destinaz ione funzionale, mantenimento ACQUA delle caratteristiche qualitative specifiche per ciascun Dlgs 152/2006

Qualità delle acque Conseguire il miglioramento dello stato delle acque ed adeguate interne, superficiali e protezioni per quelle destinate a particolari usi – Dlgs 152/2006 sotterrane

Qualità delle acque Proteggere le acque territoriali e marine e realizzare gli obiettivi marino costiere degli accordi internazionali in materia, compresi quelli miranti a impedire e d eliminare l’inquinamento dell’ambiente marino allo scopo di arrestare o eliminare gradualmente gli scarichi, le emissioni e le perdite di sostanze pericolose prioritarie al fine ultimo di pervenire a concentrazioni nell’ambiente marino vicino ai valori del fondo naturale per le sostanze presenti in natura e vicine allo zero per le sostanze sintetiche antropogeniche – Dlgs 152/2006

Individuazione degli obiettivi di protezione ambientale pertinenti al piano, stabiliti a livello internazionale, comunitario, nazionale e regionale

Gli “obiettivi di protezione ambientale” sono rilevanti in base alle questioni elencate alla lettera f) dell’allegato I alla Direttiva europea, ovvero quale scenario di riferimento per la valutazione degli impatti significativi sull'ambiente (ovvero sulla biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l'interrelazione tra i suddetti fattori), compresi quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi.

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Di seguito, si riportano, per macrotematiche, i principali obiettivi stabiliti nelle convenzioni internazionali e nella normativa comunitaria e nazionale rilevante.

Con riferimento alla componente Salute umana

Documenti di riferimento

- Progetto “Health 21” dell’O.M.S., maggio 1998

- Strategia Europea Ambiente e Salute, COM (2003) 338

- Piano di Azione europeo per l’ambiente e la salute 2004-10

- Piano Sanitario Nazionale 2010/2012, Ministero della Salute, Piano Sanitario Nazionale 2011-2013, Bozza

- Piano Sanitario Regionale 2002/2004, Regione Campania

- Legge Regionale del 19 dicembre 2006 n. 24 “Piano Regionale ospedaliero per il triennio 2007-2009”

- Legge Regionale del 28 novembre 2008 n. 16 “Misure straordinarie di razionalizzazione e riqualificazione del Sistema Sanitario

Regionale per il rientro dal disavanzo”

- Piano Regionale Ospedaliero in coerenza con il piano di rientro e Programmazione rete ospedaliera della Provincia di Salerno pubblicto sul BURC n. 65 del 28.09.2010

(ipotesi) Obiettivi di protezione ambientale individuati

Sa1 Ridurre la percentuale di popolazione esposta agli inquinamenti

Sa2 Ridurre gli impatti delle sostanze chimiche pericolose sulla salute umana e sull’ambiente

Sa3 Ridurre il grado di accadimento di incidente rilevante nel settore industriale

Sa4 Migliorare l’organizzazione e la gestione sanitaria Con riferimento alla componente Suolo

Documenti di riferimento

- Convenz. Nazioni Unite per combattere la desertificazione

- Convenzione delle Nazioni Unite di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti (POP) - Regolamento (CE) n.850/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004, relativo agli inquinanti organici persistenti e che modifica le direttive

79/117/CEE e 96/59/CE (Gazzetta ufficiale L. 158 del 30.04.2004)

- Comunicazione della Commissione “Verso una Strategia Tematica per la Protezione del Suolo” COM(2002)179 definitivo Direttiva 2000/60/CE

- VI Programma d'azione per l'ambiente (priorità di intervento "protezione del suolo")

- Strategia di Goteborg (priorità di intervento: "Lotta ai cambiamenti climatici e gestione sostenibile delle risorse naturali”)

- Direttiva 2000/60/CE del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque

- Circolare n.1866 del 4 luglio 1957 “Censimento fenomeni franosi”

- Legge n.183 del 18 maggio 1989 “Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo”

- Legge n.225 del 24 febbraio 1992 “Istituzione del servizio nazionale della protezione civile”

- Legge n.267 del 3 agosto 1998 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania”

- D.M. n.471 del 25 ottobre 1999 “Regolamento recante criteri, procedure, e modalità per la messa in sicurezza, la bonifica ed il ripristino ambientale dei siti inquinati, ai sensi dell’art. 17 del D. Lgs n. 22/97 e successive modifiche ed integrazioni”

- D.P.C.M. 12 aprile 2002 “Costituzione della Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi

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- ORDINANZA n.3274 DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 20 marzo 2003 (pubb. sulla Gazzetta Ufficiale – Serie Generale n.105 del 8-5-2003) “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”

- ORDINANZA n.3316 DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI del 2 ottobre 2003 – “Modifiche ed integrazioni all’ordinanzadel Presidente del Consiglio dei Ministri n.3274 del 20 marzo 2003”

- D.Lgs n.152/2006 Testo Unico recante norme in materia ambientale

- D.M. 14.01.2008 (pub. sulla G.U. n.29 del 04.02.2008), "Norme tecniche per le costruzioni"

- Legge Regionale n. 8 del 7 febbraio 1994 “Norme in materia di difesa del suolo”

- D.G. Regione Campania n.5447 del 7/11/2002 “Aggiornamento della classificazione sismica dei Comuni della Regione Campania”

(ipotesi) Obiettivi di protezione ambientale individuati

Su1 Contrastare i fenomeni di diminuzione di materia organica, impermeabilizzazione, compattazione e salinizzazione dei suoli Su2 Prevenire e gestire il rischio sismico, vulcanico, idrogeologico, la desertificazione e l’erosione costiera, anche attraverso il coordinamento con le disposizioni della pianificazione di bacino e dei piani di protezione civile Su3 Contrastare i fenomeni di contaminazione dei suoli legati alle attività produttive, commerciali ed agricole Su4 Favorire la conservazione e l’aumento della superficie forestale, in considerazione della funzione delle foreste rispetto all’assetto idrogeologico del territorio, e contrastare il fenomeno degli incendi Su5 Favorire la gestione sostenibile della risorsa suolo e contrastare la perdita di superficie (e quindi di terreno) dovuta agli sviluppi urbanistici, alle nuove edificazione ed all'edilizia in generale Con riferimento alla componente Acqua

Documenti di riferimento

- Convenzione di Barcellona - Decisione 77/585/EEC

- Convenzione sul diritto del mare di Montego Bay del 1982

- Strategia di Goteborg (priorità di intervento: "Lotta ai cambiamenti climatici e gestione sostenibile delle risorse naturali”)

- Convenzione di Ramsar sulle zone umide

- Direttiva 91/676/CE “Protezione delle acque dall’inquinamento provocato da nitrati provenienti da fonti agricole”

- Direttiva 91/271/CEE “Acque reflue”

- Direttiva 96/61/CEE “IPPC”

- Direttiva 2000/60/CE del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque

- Decisione n.2455/2001/CE relativa all'istituzione di un elenco di sostanze prioritarie in materia di acque e che modifica la direttiva 2000/60/CE

- Direttiva 2006/11/CE concernente l'inquinamento provocato da certe sostanze pericolose scaricate nell'ambiente idrico della Comunità

- D.Lgs 275/93, Riordino in materia di concessione di acque pubbliche

- Decreto Legislativo 152/99, attuato dal DM 185/2003 - Regolamento recante norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue

- Delibera di Giunta n.700 del 18 febbraio 2003 - Individuazione delle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola ai sensi dell’art. 19 e dell’allegato VII del Decreto legislativo 152/99 e s.m.i. (con allegati)

- APQ Regione Campania “Ciclo integrato delle acque”

(ipotesi) Obiettivi di protezione ambientale individuati

Ac1 Proteggere il Mar Mediterraneo dall’inquinamento marino

Ac2 Contrastare l'inquinamento al fine di raggiungere lo stato di qualità “buono” per tutte le acque ed assicurare, al contempo, che non si verifichi un ulteriore deterioramento dello stato dei corpi idrici tutelati

Ac3 Promuovere un uso sostenibile dell’acqua basato su una gestione a lungo termine, salvaguardando i diritti delle generazioni future

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Ac4 Proteggere gli ecosistemi acquatici nonché gli ecosistemi terrestri e le zone umide che dipendono direttamente da essi, al fine di assicurarne la funzione ecologica, nonché per salvaguardare e sviluppare le utilizzazioni potenziali delle acque

Ac5 Diffondere e favorire un approccio "combinato" nella pianificazione e gestione integrata, su scala di bacino, ai fini della riduzione alla fonte di specifici fattori di inquinamento delle acque

Con riferimento alla componente Atmosfera e Cambiamenti climatici

Documenti di riferimento

Aria - UNFCCC, Convenzione Quadro dell’ONU sui cambiamenti climatici - Rio de Janeiro 1992

- Protocollo di Kyoto - COP III UNFCCC, 1997

- Strategia Tematica sull’Inquinamento Atmosferico - COM(2005)446 Piano d’Azione per le biomasse - COM(2005)628 - Fissa le misure per promuovere ed incrementare l’uso delle biomasse nei settori del riscaldamento, dell’elettricità e dei trasporti

- Direttiva 93/76/CEE del 13 settembre 1993 - Limitazione delle emissioni di CO2 tramite il miglioramento dell’efficienza energetica

- Direttiva 96/61/CE del 24 settembre 1996 - Prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento atmosferico (prevede misure intese a evitare oppure, qualora non sia possibile, ridurre le emissioni delle suddette attività nell'aria, nell'acqua e nel terreno, comprese le misure relative ai rifiuti, per conseguire un livello elevato di protezione dell'ambiente nel suo complesso)

- Direttiva 96/62/CE del 27 settembre 1996 in materia di valutazione e di gestione della qualità dell’aria ambiente

- Direttiva 99/30/CE del 22 aprile 1999 - Discendono dalla direttiva quadro 96/62/CE e stabiliscono sia gli standard di qualità dell'aria per le diverse sostanze inquinanti, in relazione alla protezione della salute, della vegetazione e degli ecosistemi, sia i criteri e le tecniche che gli Stati membri devono adottare per le misure delle concentrazioni di inquinanti, compresi l'ubicazione e il numero minimo di stazioni e le tecniche di campionamento e misura

- Direttiva 2000/69/CE del 13 dicembre 2000, concernente i valori limite per il benzene ed il monossido di carbonio nell'aria ambiente

- Direttiva 2001/80/CE del 23/11/01 concernente la limitazione delle emissioni nell’atmosfera di taluni inquinanti originati dai grandi impianti di combustione

- Direttiva 2001/81/CE del 23 ottobre 2001 - Limiti nazionali di emissione in atmosfera di biossido di zolfo, ossidi di azoto, componenti organici volatili, ammoniaca

- Direttiva 2002/3/CE del 9 marzo 2002, relativa all'ozono nell'aria

- Direttiva 2003/30/CE 8 maggio 2003 (GU L 123 del 17.5.2003) - Promozione dell’uso dei biocarburanti o di altri carburanti rinnovabili nei trasporti; istituisce dei “valori di riferimento” per i biocarburanti pari al 2% della quota di mercato nel 2005 e al 5,75% nel 2010

- Direttiva 2003/76/CE dell’11/08/03 relativa alle misure da adottare contro l’inquinamento atmosferico con le emissioni dei veicoli a motore

- Direttiva 2003/87/CE del 13 ottobre 2003 - Sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità

- Decisione 2003/507 - Adesione della Comunità europea al protocollo della Convenzione del 1979 sull’inquinamento atmosferico transfrontaliero a grande distanza (L’obiettivo del Protocollo è di controllare e ridurre le emissioni di zolfo, ossidi di azoto, ammoniaca e composti organici volatili prodotti da attività antropiche)

- Regolamento 850/2004 Inquinanti Organici Persistenti (POPs) (Scopo del Regolamento è quello di tutelare la salute umana e l'ambiente dagli inquinanti organici persistenti vietando, eliminando gradualmente prima possibile o limitando la produzione, l'immissione in commercio e l'uso di sostanze soggette alla Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti)

- Direttiva 2005/166/CE del 10 febbraio 2005 - Istituzione del meccanismo per monitorare le emissioni di gas a effetto serra nella Comunità e per attuare il protocollo di Kyoto

- Decisione 2006/944 del 14 dicembre 2006 - Determinazione dei livelli di emissione rispettivamente assegnati alla Comunità a ciascuno degli Stati membri nell'ambito del primo periodo di impegno del Protocollo di Kyoto

- Direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa, definisce in particolare gli obiettivi relativi al PM2,52

- D.P.C.M. 28 marzo 1983 (G.U. n. 145 del 28/5/83) - Limiti massimi di accettabilità delle concentrazioni e di esposizione relativi ad inquinanti dell'aria nell'ambiente esterno

- D.M. Ambiente 25 novembre 1994 (G.U. n. 290 S.O. n. 159 del 13/12/94) - Aggiornamento delle norme tecniche in materia di limiti di concentrazione e di livelli di attenzione e di allarme per gli inquinamenti atmosferici nelle aree urbane e disposizioni per la misura di alcuni inquinanti

61

- Legge 1 giugno 2002, n. 120 ratifica del Protocollo di Kyoto - L’obiettivo italiano è quello di raggiungere un livello di emissioni di gas serra pari al 93,6% rispetto a quelle del 1990, corrispondenti a una riduzione del 6,4%

- Delibera CIPE n.123/2002 - Approvazione del Piano nazionale di riduzione delle emissioni di gas serra

- D.M. 2 aprile 2002 n. 60 (G.U. n. 87 del 13/4/2002) - Valori limite di qualità dell’aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo e valori limite di qualità dell’aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio

- D.M. Ambiente (di concerto con il Ministro della salute) n.261 del 1° ottobre 2002 (G.U. n. 272 del 20/11/2002) – Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualità dell’aria ambiente, i criteri per l’elaborazione del piano e dei programmi

- Decreto 23 febbraio 2006 - Assegnazione e rilascio delle quote di CO2 per il periodo 2005-2007

- D. Lgs. 18 febbraio 2005, n.59 - Attuazione integrale della Direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento

- Decreto 18 dicembre 2006 - Piano nazionale di assegnazione delle quote di CO2 per il periodo 2008-2012

- D. Lgs 155 del 13 agosto 2010 - Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente per un aria più pulita in Europa-, pubblicato sulla G.U. del 15 settembre 2010

- Delibera Regione Campania n.4102 del 5 agosto 1992 - Fissazione dei valori delle emissioni in atmosfera derivanti da impianti sulla base della migliore tecnologia disponibile e tenendo conto delle Linee Guida fissate dallo Stato e dei relativi valori di emissione

- Delibera Regione Campania n.286 del 19 gennaio 2001 - Disciplinare tecnico-amministrativo per il rilascio delle autorizzazioni e pareri regionali in materia di emissioni in atmosfera

- Deliberazione Regione Campania n.167 del 14 febbraio 2006 (BURC Speciale del 27 ottobre 2006) Provvedimenti per la

Gestione della qualità dell’aria-ambiente - Approva gli elaborati “Valutazione della Qualità dell’aria ambiente e Classificazione del territorio regionale in Zone e Agglomerati” e “Piano Regionale di Risanamento e Mantenimento della Qualità dell’Aria in Campania”

- Piano d’Azione per lo sviluppo economico regionale Deliberazione di Giunta Regionale n.1318 del 1 agosto 2006 - Individua gli obiettivi di politica energetica regionale e di produzione da fonti rinnovabili al 2015

- Piano Regionale di Risanamento e Mantenimento della Qualità dell’Aria pubblicato sul BURC della Regione Campania del 5/10/07.

Energia e risparmio energetico - Libro bianco “Energia per il futuro: le fonti energetiche rinnovabili”

- Programma Europeo per il Cambiamento Climatico (ECCP)

- Libro verde “Verso una strategia europea di sicurezza dell’approvvigionamento energetico”

- Libro verde: “Efficienza energetica - fare di più con meno”

- Piano d’azione per la biomassa. COM(2005)628 del 7 dicembre 2005

- Strategie dell’unione europea per i biocarburanti. COM(2006) 34 del 8 febbraio 2006

- Rapporto sui biocarburanti. Rapporto sul progresso raggiunto un materia di utilizzo di biocarburanti e di altri carburanti energeticamente rinnovabili negli stati membri dell’UE. COM(2006) 845 del 10 gennaio 2007

- Linee guida per le risorse energetiche rinnovabili. Le risorse energetiche rinnovabili nel 21°secolo: costruire un avvenire più duraturo. COM(2006) 848 del 10 gennaio 2007

- Piano d’azione del Consiglio europeo (2007/2009) - Politica Energetica per l’Europa (PEE). Allegato 1 alle “Conclusioni della presidenza”, Bruxelles, 8-9 marzo 2007

- Direttiva 2001/77/CE sulla promozione delle fonti energetiche rinnovabili

- Direttiva 2002/91/CE sull’uso razionale dell’energia negli edifici

- Direttiva 2003/30/CE sui biocarburanti

- Direttiva 2003/87/EC sull’Emission Trading

- Direttiva 2004/8/CE sulla cogenerazione

- Direttiva 2005/32/CE relativa all’istituzione di un quadro per l’elaborazione di specifiche per la progettazione ecocompatibile dei prodotti che consumano energia

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- Direttiva 2006/32/CE sull’efficienza degli usi finali dell’energia e i servizi energetici

- Piano Energetico Nazionale (PEN)

- Libro bianco per la valorizzazione delle fonti rinnovabili

- Delibera CIPE del 19/11/98 n.137 “Linee guida per le politiche e misure nazionali di riduzione delle emissioni di gas serra”

- Delibera CIPE del 19/12/02, n.123 “Revisione delle linee guida per le politiche e misure nazionali di riduzione delle emissioni. dei gas serra”

- Piano Nazionale di Assegnazione dei permessi di emissione Legge 9/91 “Norme per l’attuazione del nuovo Piano Energetico Nazionale: aspetti istituzionali, centrali idroelettriche ed elettrodotti, idrocarburi e geotermia, autoproduzione e disposizioni fiscali”

- Legge 10/91 “Norme per l’attuazione del PEN in materia di uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili

- D.P.R. 26 agosto 1993, n.412/93 “Regolamento recante norme per la progettazione, l’installazione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell’articolo 4, comma 4, della Legge 9 gennaio 1991, n.10”

- D.P.R. 15 novembre 1996, n.660 “Regolamento per l’attuazione della direttiva 92/42/CEE concernente i requisiti di rendimento delle nuove caldaie ad acqua calda, alimentate con combustibili liquidi o gassosi”

- D.P.R. 9 marzo 1998, n.107 “Regolamento recante norme per l’attuazione della direttiva 92/75/CEE concernente le informazioni sul consumo di energia degli apparecchi domestici”

- Decreto legislativo 31 marzo 1998, n.112 “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali, in attuazione del Capo I della legge 15 marzo 1997, n.59”

- Decreto Legislativo 16 marzo 1999, n.79 “Attuazione della direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica”

- Decreto Ministeriale 11 novembre 1999 “Direttive per l’attuazione delle norme in materia di energia elettrica da fonti rinnovabili di cui ai commi 1,2,3 dell’articolo 11 del Dlgs 16 marzo 1999, n.79”

- Decreto Legislativo 23 maggio 2000, n.164 “Decreto legislativo di attuazione della direttiva 98/30/CE relativa a norme comuni per il mercato interno del gas”

- Deliberazione Autorità per l’energia elettrica e il gas n.224/00 in materia di scambio sul posto dell’energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici con potenza nominale non superiore a 20 kW

- Decreto Ministeriale 18 marzo 2002 “Modifiche e integrazioni al decreto del Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato, di concerto con il Ministro dell’ambiente, 11 novembre 1999, concernente “direttive per l’attuazione delle norme in materia di energia elettrica da fonti rinnovabili di cui ai commi 1, 2 e 3 dell’art. 11 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79”

- Legge 120/2002 “Ratifica ed esecuzione del Protocollo di Kyoto alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, fatto a Kyoto l’ 11 dicembre 1997”

- Decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387 “Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità”

- Decreti Ministero Industria del 04 luglio 2004 “Nuova individuazione degli obiettivi quantitativi per l’incremento dell’efficienza energetica negli usi finali di energia, ai sensi dell’art. 9, comma 1, del decreto legislativo 16 marzo 1999, n.79.” e “Nova individuazione degli obiettivi quantitativi nazionali di risparmio energetico e sviluppo delle fonti rinnovabili, di cui all’art.16, comma 4, del decreto legislativo 23 maggio 2000, n.164.”

- Decreto legge 12 novembre 2004, n.273. “Disposizioni urgenti per l’applicazione della direttiva 2003/87/CE in materia di scambio di quote di emissione dei gas ad effetto serra nella Comunità europea”

- Legge 239/04 “Riordino del settore energetico, nonché delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia”

- Legge n.316 del 30/12/2004 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 novembre 2004, n. 273, recante disposizioni urgenti per l'applicazione della direttiva 2003/87/CE in materia di scambio di quote di emissione dei gas ad effetto serra nella Comunita' europea. (GU n. 2 del 4-1-2005)

- Decreto Legislativo del 30/05/2005 n° 128 sulla “Attuazione della direttiva 2003/30/CE relativa alla promozione dell’uso dei biocarburanti o di altri carburanti rinnovabili nei trasporti”

- Decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192 “Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia”

- Decreto del Ministero delle Attività produttive del 24 agosto 2005. “Aggiornamento delle direttive per l’incentivazione dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili ai sensi dell’articolo 11, comma 5, del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79.”

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- Decreto del Ministero delle Attività produttive del 24 ottobre 2005. “Direttive per la regolamentazione dell’emissione dei certificati verdi alle produzioni di energia di cui all’articolo 1, comma 71, della legge 23 agosto 2004, n. 239.”

- Decreto Legge 10 gennaio 2006 n° 2. “Interventi urgenti sui settori dell’agricoltura, dell’agroindustria, della pesca, nonché in materia di fiscalità d’impresa”

- Decreto Legislativo 29 dicembre 2006, n° 311. “Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005, n°192, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell’edilizia”

- Decreto Legislativo 8 febbraio 2007, n°20. “Attuazione della direttiva 2004/8/CE sulla promozione della cogenerazione basata sulla domanda di calore utile nel mercato interno dell’energia, nonché modifica alla direttiva 92/42/CEE.”

- Decreto del Ministero dello sviluppo economico di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze del 19 febbraio 2007.

“Disposizioni in materia di detrazioni per le spese sostenute per l’acquisto e l’installazione di motori ad elevata efficienza e variatori di velocità (inverter), di cui all’articolo 1, commi 358 e 359, della legge 27 dicembre 2006, n. 296”

- CONTRATTO QUADRO sui biocarburanti (181206), stipulato ai sensi degli articoli 10 e 11 del Decreto legislativo 27 Maggio 2005 n. 102, per prodotto da utilizzare ai sensi dell’articolo 2 quater della Legge 11 marzo 2006 n. 81- presentato il 10/01/2007.

- Decreto del Ministero dello sviluppo economico di concerto con il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare del 19 febbraio 2007. “Criteri e modalità per incentivare la produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaca della fonte solare in attuazione dell’articolo 7 del decreto legislativo 29 dicembre 2003 n°387”

- Decreto del Ministero dell’economia e delle finanze di concerto con il Ministero dello sviluppo economico del 19 febbraio 2007. “Disposizioni in materia di detrazioni per le spese di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente ai sensi ell’articolo 1, comma 349, della legge 27 dicembre 2006, n° 296

- Le linee guida varate in attuazione del DM 26 giugno 2009 sul rendimento energetico in edilizia

- Lr 1/2011 “MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE 28 DICEMBRE 2009, N. 19 (MISURE URGENTI PER IL RILANCIO ECONOMICO, PER LA RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO ESISTENTE, PER LA PREVENZIONE DEL RISCHIO SISMICO E PER LA SEMPLIFICAZIONE AMMINISTRATIVA) E ALLA LEGGE REGIONALE 22 DICEMBRE 2004, N. 16 (NORME SUL GOVERNO DEL TERRITORIO)”.

- Linee guida per la valutazione della sostenibilità energetica e ambientale degli edifici – Protocollo Itaca sintetico 2009, come previsto dalla Lr 1/2011

Inquinamento elettromagnetico - Direttiva 96/2/CEE del 16/01/96 - Comunicazioni mobili e personali

- Direttiva 2001/77/CE del 27/09/01 - Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità

- Legge n.36 del 22/02/01 - Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici (G.U., parte I, n. 55 del 7 marzo 2001)

- Deliberazione 29 gennaio 2003: Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Approvazione del Piano nazionale di assegnazione delle frequenze per la radiodiffusione televisiva terrestre in tecnica digitale (PNAF-DVB) (Deliberazione n. 15/03/CONS su GU n.43 del 21/2/2003)

- DPCM del 8/07/03 - Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz.

(GU n. 199 del 28/8/2003)

- DPCM del 8/07/03 - Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50Hz) generati dagli elettrodotti (GU n. 200 del 29/8/ 2003)

- Decreto Legislativo 1 agosto 2003, n. 259: Codice delle comunicazioni elettroniche. (GU n. 214 del 15/9/2003 Suppl. Ordinario n.150)

- Decreto 27 novembre 2003: Ministero delle Comunicazioni. Proroga dei termini di cui al decreto 22 luglio 2003, recante:

"Modalità per l'acquisizione dei dati necessari per la tenuta del catasto delle infrastrutture delle reti radiomobili di comunicazione pubblica" (GU n. 289 del 13/12/2003)

- Decreto Legislativo n.387 del 29/12/03 - Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità

- Legge regionale 24.11.2001, n. 13: Prevenzione dei danni derivanti dai campi elettromagnetici generati da elettrodotti (B.U.R.C. Speciale, del 29 novembre 2001)

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- Legge regionale 24.11.2001, n. 14: Tutela igienico sanitaria della popolazione dalla esposizione a radiazioni non ionizzanti generate da impianti per teleradiocomunicazioni (BURC speciale del 29 novembre 2001).

- Deliberazione della Giunta R.C. n. 3202: Approvazione del documento: "Linee Guida per l'applicazione della L.R. n.14/2001" (BURC n° 40 del 26 agosto 2002)

- Delibera di Giunta Regionale 30 maggio 2003 n. 2006 L.R. 24/11/01 n. 14 –Modifiche ed integrazioni al documento approvato con deliberazione di G.R. n. 3202/02”

- Delibera di Giunta Regionale 30 dicembre 2003 n. 3864 L.R. 14701 e D. Lgs. 259/03 "codice delle comunicazioni elettroniche" - Determinazioni B.U.R.C. n. 7 del 16 febbrio 2004 Inquinamento acustico - Direttive 70/157/CEE del 06/02/70 e 99/101/CE del 12/12/99 concernenti il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri circa il livello sonoro ammissibile e al dispositivo di scappamento dei veicoli a motore

- Direttiva 80/51/CEE del 20/12/79 modificata dalla Direttiva 83/206/CEE del 21/04/83 e Direttiva 89/629/CEE del 4/12/89 concernenti la limitazione delle emissioni sonore degli aeromobili subsonici civili e a reazione

- Direttiva 2000/14/CE dell’8/05/00 - Emissione acustica ambientale delle macchine ed attrezzature destinate a funzionare all’aperto

- Direttiva 2002/30/CE del 26/03/02 - Norme e procedure per l’introduzione di restrizioni operative ai fini del contenimento del rumore negli aeroporti della Comunità

- Direttiva 2002/49/CE del 25/06/02 - Determinazione e gestione del rumore ambientale

- Direttiva 2003/10/CE del 06/02/03 - sulle prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (rumore)

- D.P.C.M. del 01/03/91 - Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno

- Legge n.447 del 26/10/95 - Legge quadro sull’inquinamento acustico

- D.P.R. n.496 del 11/12/97 - Regolamento recante norme per la riduzione dell’inquinamento acustico prodotto dagli aeromobili civili

- D.P.R. n.459 del 18/11/98 - Regolamento recante norme di esecuzione dell’articolo 11 della legge 26 ottobre 1995, n. 447, in materia di inquinamento acustico derivante da traffico ferroviario

- D.M. del 03/12/99 - Procedure antirumore e zone di rispetto negli aeroporti

- D.P.R. n.476 del 09/11/99 - Regolamento recante modificazioni al decreto del Presidente della Repubblica 11 dicembre 1997, n.496, concernente il divieto di voli notturni

- D.M. del 13/04/00 - Dispositivi di scappamento delle autovetture

- Decreto Legislativo 262 del 04/09/02 - Attuazione della direttiva 2000/14/CE concernente l’emissione acustica ambientale delle macchine ed attrezzature destinate a funzionare all’aperto

- DPR n.142 del 30/03/04 - Disposizioni per il contenimento e la prevenzione dell’inquinamento acustico derivante dal traffico veicolare, a norma dell’articolo 11 della legge 26 ottobre 1995, n. 447

- Decreto Legislativo n.13 del 17/01/05 - Attuazione della direttiva 2002/30/CE relativa all’introduzione di restrizioni operative ai fini del contenimento del rumore negli aeroporti comunitari

- Decreto Legislativo n.194 del 19/08/05- Attuazione della direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale. (GU n. 222 del 23-9-2005). Testo coordinato del Decreto-Legge n. 194 del 19 agosto 2005 (G.U. n. 239 del 13/10/2005)

- Delibera G.R. Campania n. 8758 del 29/12/95 - Linee guida per la zonizzazione acustica del territorio in attuazione dell’art. 2 del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 1 marzo 1991 Deliberazione n. 1537 del 24/04/03 - Procedure regionali per il riconoscimento della figura di Tecnico Competente in Acustica Ambientale ai sensi dall’art. 2, commi 6 e 7, della Legge 447/95 e DPCM 31/3/98

- Delibera G.R. Campania del 01/08/2003 N. 2436 Classificazione acustica dei territori comunali. Aggiornamento linee guida regionali

Inquinamento luminoso - Decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della l. 15 marzo 1997, n. 59.” (G.U. n. 92 del 21/4/1998, S.O.).

- Legge Regionale 25 luglio 2002, n. 12 “Norme per il contenimento dell’inquinamento luminoso e del consumo energetico da illuminazione esterna pubblica e privata a tutela dell’ambiente, per la tutela dell’attività svolta dagli osservatori astronomici professionali e non professionali e per la corretta valorizzazione dei centri storici” (pubb. Sul BURC n.37 del 05 agosto 2002

(ipotesi) Obiettivi di protezione ambientale individuati

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Ar1 Contribuire al perseguimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto: ridurre le emissioni di gas ad effetto serra

Ar2 Accrescere la biomassa forestale e aumentare conseguentemente la capacità di fissaggio del carbonio (carbon sink)

Ar3 Migliorare la qualità dell’aria: ridurre le emissioni di inquinanti in atmosfera da sorgenti lineari e diffuse, anche attraverso il ricorso all'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili

Ar4 Contenere e prevenire l’inquinamento elettromagnetico

Ar5 Contenere e prevenire l’inquinamento acustico nell’ambiente esterno

Ar6 Contenere l’inquinamento luminoso ed il consumo energetico da illuminazione esterna pubblica e privata a tutela dell’ambiente Con riferimento alla componente Biodiversità ed Aree Naturali Protette

Documenti di riferimento

- Global Strategy for the Management of Farm Animal Genetic Resources (FAO, inizio anni ’90)

- Convenzione sulla diversità biologica - Rio de Janeiro 1992

- Direttiva 79/409/CEE “Uccelli” concernente la conservazione degli uccelli selvatici e Direttiva 92/43/CEE “Habitat” Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche

- Global Action Plan for the conservation and better use of plant genetic resources for food and agriculture (1996, Leipzig, Germania)

- Strategia comunitaria per la diversità biologica (COM(98) 42)

- International treaty on plant genetic resources for food and agriculture (FAO, 2001)

- COM(2006) 216 halting the loss of biodiversity by 2010 — and beyond.

- Legge n.394 del 6 dicembre 1991 - Legge Quadro sulle aree protette e Legge Regionale n.33 dell’1 settembre 1993 – Istituzione di parchi e riserve naturali in Campania

- D.P.R. n.357 dell’8 settembre 1997 e s.m.i. - Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche

- Legge Regionale n.17 del 7 ottobre 2003 - Istituzione del sistema parchi urbani di interesse regionale

(ipotesi) Obiettivi di protezione ambientale individuati

B1 Migliorare il livello di conoscenza sullo stato e l’evoluzione degli habitat e delle specie di flora e fauna (studi ed attività di monitoraggio)

B2 Promuovere la conservazione e la valorizzazione di habitat e specie

B3 Contrastare l’inquinamento, la semplificazione strutturale, l’artificializzazione e la frammentazione degli ambienti naturali e seminaturali

B4 Ridurre gli impatti negativi per la biodiversità derivanti dalle attività produttive

B5 Promuovere e sostenere l'adozione di interventi, tecniche e tecnologie finalizzate all’eliminazione o alla riduzione degli impatti negativi sulla biodiversità correlati allo svolgimento di attività economiche

B6 Promuovere interventi di miglioramento ambientale mediante azioni volte ad incrementare la naturalità delle aree rurali e alla conservazione delle specie di flora e fauna selvatiche

B7 Limitare la frammentazione degli habitat naturali e seminaturali e favorire il ripristino di connessioni ecologico-funzionali

B8 Promuovere la conservazione in situ di varietà, razze ed ecotipi Con riferimento alla componente Rifiuti e Bonifiche

Documenti di riferimento

Rifiuti - Direttiva 91/689/CEE del Consiglio, del 12 dicembre 1991, relativa ai rifiuti pericolosi

- Direttiva 94/67/CE del Consiglio, del 16 dicembre 1994, sull'incenerimento dei rifiuti pericolosi

- Direttiva 99/31/CE del Consiglio, del 26 aprile 1999, relativa alle discariche di rifiuti

66

- Direttiva 2000/53/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 settembre 2000, relativa ai veicoli fuori uso

- Direttiva 2000/76/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 4 dicembre 2000, sull'incenerimento dei rifiuti

- Direttiva 2002/96/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 gennaio 2003, sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE)

- Direttiva 2006/12/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 aprile 2006 , relativa ai rifiuti

- Decreto Legislativo 5 febbraio 1997, n.22 “Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio”

- Decreto Legislativo n.36/2003 “Attuazione della Direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti”

- Decreto Legislativo 25 luglio 2005, n. 151: Attuazione delle direttive 2002/95/CE, 2002/96/CE e 2003/108/CE, relative alla riduzione dell'uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche, nonche' allo smaltimento dei rifiuti”

- Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n.152: Norme in materia ambientale. - Testo vigente - aggiornato, da ultimo, al D.L. 28 dicembre 2006 n. 300 e alla Finanziaria 2007

- Legge 27 dicembre 2006, n.296 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)”

- L.R. n. 10 del 10/02/93, recante “Norme e Procedure per lo smaltimento dei rifiuti”

- Piano Industriale per la Gestione d Rifiuti Urbani Della Provincia di Salerno Anni 2010 – 2013 Decreto n.171 del 30 Settembre 2010

Bonifiche - Direttiva 99/31/CE del Consiglio, del 26 aprile 1999, relativa alle discariche di rifiuti

- Decreto 25 ottobre 1999, n.471: Ministero dell'Ambiente - Regolamento recante criteri, procedure e modalità per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati, ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n.22, e succ. m. ed i.

- D.M. 18 settembre 2001, n.468: Regolamento recante: “Programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale”

- Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n.152: Norme in materia ambientale.

(ipotesi) Obiettivi di protezione ambientale individuati

RB1 Ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti prodotti

RB2 Aumentare i livelli della raccolta differenziata al fine di raggiungere i target stabiliti dalla norma

RB3 Incentivare il riutilizzo, il re-impiego ed il riciclaggio dei rifiuti (recupero di materia e di energia)

RB4 Bonificare e recuperare i siti inquinati presenti sul territorio Con riferimento alla componente Paesaggio e Beni Culturali

Documenti di riferimento

- Convenzione riguardante la tutela del patrimonio mondiale, culturale e naturale (Parigi, 16 novembre 1972);

- Convenzione relativa alla conservazione della vita selvatica e dell'ambiente naturale in Europa (Berna, 19 settembre 1979);

- Convenzione per la salvaguardia del patrimonio architettonico d’Europa (Granada, 3 ottobre 1985);

- Convenzione europea per la tutela del patrimonio archeologico (rivista) (La Valletta, 16 gennaio 1992);

- Convenzione sulla diversità biologica (Rio, 5 giugno 1992).

- Direttiva sulla “Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche” (92/43/CEE);

- Carta del paesaggio Mediterraneo - St. Malò, ottobre 1993

- Strategia paneuropea della diversità biologica e paesaggistica - Sofia, 25 novembre 1995

- Strategia paneuropea della diversità biologica e paesaggistica - Sofia, 25 novembre 1995

- Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo - Postdam, 10/11 maggio 1999

- Risoluzione del Consiglio relativa ad una “Strategia forestale per l'Unione europea” (1999/C 56/01);

- Comunicazione della Commissione sulla “Gestione integrata delle zone costiere: una strategia per l’Europa” (COM/2000/547);

67

- Convenzione Europea sul Paesaggio - Firenze, 20/10/2000;

- “Sesto programma di azione per l'ambiente della Comunità europea - Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta" (COM/2001/31);

- Comunicazione della Commissione “Strategia tematica per l’uso sostenibile delle risorse naturali” (COM/2005/670)

- Comunicazione della Commissione “Verso una strategia tematica sull’ambiente urbano” (COM/2005/718);

- Regolamento del Consiglio sul “Sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale” (n. 1698/2005);

- Decisione del Consiglio relativa agli Orientamenti strategici comunitari per lo sviluppo rurale - Periodo di programmazione 2007– 2013 (n. 5966/06);

- proposta di Direttiva comunitaria per la protezione del suolo (COM/2006/232).

- Legge n. 378 del 24 dicembre 2003 - Disposizioni per la tutela e la valorizzazione dell'architettura rurale

- Decreto Legislativo n.42 del 22 gennaio 2004 - Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’art.10 della Legge

6/7/2002 n.137, integrato e modificato con i DD.Lgs. n.156 e 157 del 24/03/2006 e con i DD.Lgs. n.62 e 63 del 26/03/2008

- Legge n.14 del 9/01/2006 “Ratifica ed esecuzione dalla Convenzione Europea sul Paesaggio, fatta a Firenze il 20/10/2000”

- Delibera di G.R. n°1475 del 14 novembre 2005, con cui viene siglato un Accordo con i principali enti ed organismi pubblici competenti per l’attuazione della CEP in Campania (documento conosciuto anche sotto il nome di Carta di Padula);

- Delibera di G.R. n.1956 del 30 novembre 2006 “L.R. 22 Dicembre 2004, n. 16 - Art 15: Piano Territoriale Regionale – Adozione” alla quale sono allegate le “Linee guida per il paesaggio”

(ipotesi) Obiettivi di protezione ambientale individuati

PB1 Promuovere azioni di conservazione degli aspetti significativi o caratteristici di un paesaggio, giustificate dal suo valore di patrimonio derivante dalla sua configurazione naturale e/o dal tipo d’intervento umano

PB2 Gestire il paesaggio, in una prospettiva di sviluppo sostenibile, al fine di orientare e di armonizzare le sue trasformazioni provocate dai processi di sviluppo sociali, economici ed ambientali

PB3 Pianificare i paesaggi al fine di promuovere azioni di valorizzazione, ripristino o creazione di nuovi valori paesaggistici

PB4 Coinvolgere il pubblico nelle attività di programmazione e pianificazione che implicano una modifica dell’assetto territoriale e paesaggistico, al fine di garantire il rispetto dei valori attribuiti ai paesaggi tradizionali dalle popolazioni interessate

PB5 Conservare, recuperare e valorizzare il patrimonio culturale al fine di favorire lo sviluppo della cultura, garantirne la conoscenza e la pubblica fruizione

PB6 Conservare, recuperare e valorizzare il patrimonio culturale al fine di preservare le identità locali, di combattere i fenomeni di omologazione e di ripristinare i valori preesistenti o di realizzarne di nuovi coerenti con il contesto in cui sono inseriti.

Con riferimento alla componente Ambiente Urbano

Documenti di riferimento

- Agenda 21 – UNCED - Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile, Rio De Janeiro, 4 giugno 1992

- Comunicazione della Commissione COM(2004) 60 - Verso una strategia tematica sull'ambiente urbano, Bruxelles, 11 febbraio 2004

- Comunicazione della Commissione COM(2005) 0718 relativa alla Strategia tematica sull'ambiente urbano, Bruxelles, 11 gennaio 2006

- Risoluzione del Parlamento europeo INI/2006/2061 - sulla strategia tematica sull'ambiente urbano, Bruxelles, 26 settembre 2006

(ipotesi) Obiettivi di protezione ambientale individuati

AU1 Promuovere - per l’area Metropolitana e le principali città e/o sistemi di centri urbani - l’adozione di adeguate misure, anche a carattere comprensoriale, per la Gestione Urbana Sostenibile nonché per il Trasporto Urbano Sostenibile, anche attraverso l’attivazione di processi partecipativi quali le Agende 21 Locali

AU2 Contribuire allo sviluppo delle città rafforzando l'efficacia dell'attuazione delle politiche in materia di ambiente e promuovendo un assetto del territorio rispettoso dell'ambiente a livello locale

AU3 Ampliare le aree verdi, le aree permeabili e le zone pedonalizzate nei processi di riqualificazione ed espansione urbanistica

AU4 Aumentare il rendimento ambientale degli edifici con particolare riferimento al miglioramento dell’efficienza idrica ed energetica Esempio Tabella elenco obiettivi ambientali 68

Elenco obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario, nazionale e regionale, pertinenti al Piano

Sa1 Ridurre la percentuale di popolazione esposta agli inquinamenti

Sa2 Ridurre gli impatti delle sostanze chimiche pericolose sulla salute umana e sull’ambiente componente Salute umana Sa3 Ridurre il grado di accadimento di incidente rilevante nel settore industriale

Sa4 Migliorare l’organizzazione e la gestione sanitaria

Su1 Contrastare i fenomeni di diminuzione di materia organica, impermeabilizzazione, compattazione e salinizzazione dei suoli Su2 Prevenire e gestire il rischio sismico, vulcanico, idrogeologico, la desertificazione e l’erosione costiera, anche attraverso il coordinamento con le disposizioni della pianificazione di bacino e dei piani di protezione civile componente Suolo Su3 Contrastare i fenomeni di contaminazione dei suoli legati alle attività produttive, commerciali ed agricole Su4 Favorire la conservazione e l’aumento della superficie forestale, in considerazione della funzione delle foreste rispetto all’assetto idrogeologico del territorio, e contrastare il fenomeno degli incendi

componente Acqua

… ……

…. … ……

… …..

… … …..

Per l’organizzazione degli elementi conoscitivi utili alla integrazione della conoscenza ambientale si impiega come riferimento metodologico lo schema DPSIR (Driving forces, Pressures, States, Impacts, Responses). Tale schema (vedi figura), sviluppato in ambito EEA e adottato dall’ANPA per lo sviluppo del Sistema conoscitivo e dei controlli in campo ambientale, si basa su una struttura di relazioni causali che legano tra loro i seguenti elementi:

_ Determinanti (settori economici, attivita umane) _ Pressioni (emissioni, rifiuti, ecc.) _ Stato (qualita fisiche, chimiche, biologiche) _ Impatti (su ecosistemi, salute, finzioni, fruizioni, ecc.) _ Risposte (politiche ambientali e settoriali, iniziative legislative, azioni di pianificazione, ecc.).

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Il modello DPSIR: schema metodologico

Il modello DPSIR: schema metodologico

 Determinante (D) e attivita generatrice di fattori di impatto ambientale;  Pressione (P) e fattore di impatto ambientale;  Stato (S) e stato di qualita di una componente ambientale sensibile al fattore d’impatto esaminato; Impatto (I) e cambiamento dello stato di qualita della componente ambientale;  Risposta (R) e l’azione del piano volta a contrastare le pressioni ambientali, in modo da riportare l’impatto entro le soglie di ammissibilita o piuttosto in modo da conseguire le condizioni di sostenibilita. I Determinanti , quindi, possono essere identificati con le attività e i processi antropici che causano le pressioni (produzione rifiuti, consumi energetici, trasporti ed idrici), coincidono con i fattori connessi al processo di sviluppo che influenzano l’ambiente. Essi individuano le relazioni esistenti tra i fattori responsabili delle pressioni e le pressioni stesse, aiutano i decisori nell'identificare le fonti di esternalita negative su cui intervenire per ridurre le problematiche ambientali Le Pressioni descrivono le variabili che causano direttamente i problemi ambientali (emissioni tossiche di CO2, PM10, rumore, ecc.); rilevano direttamente i fattori responsabili del degrado ambientale, comportano l’individuazione e la quantificazione delle cause che portano cambiamenti nello stato ambientale. Lo Stato , con indicatori di carattere descrittivo, fa emergere le condizioni in cui versa l'ambiente all'istante considerato e aiuta a valutare il grado di compromissione dell'ambiente, ovvero di come la 70 natura sia portata a modificarsi a tutti i livelli in seguito alle sollecitazioni umane (temperatura media globale, livelli acustici, ecc.). Gli Impatti principalmente hanno la funzione di rendere esplicite le relazioni causa-effetto tra pressioni e stato. Il modificarsi dello stato della natura comporta “impatti” sul sistema antropico (salute, ecosistemi, danni economici), quasi sempre negativi, poiché la sua modifica in genere coincide con un suo allontanarsi dalle condizioni, favorevoli al benessere umano e prioritariamente esistenti. Le Risposte mettono in risalto gli sforzi operativi compiuti dalla società (politici, decisori, pianificatori, etc.) per migliorare la qualità di vita e dell'ambiente di fronte all’azione negativa. Essi reagiscono attraverso “risposte” (iniziative politiche ambientali, iniziative legislative e pianificazioni) basate sul meccanismi che la determinano. Le risposte vanno indirizzate sia alle cause immediate degli impatti (cambiamenti) sia alle cause più profonde, fino alle pressioni e ai fattori che le generano (determinanti).

8.1 Verifica di coerenza tra i contenuti del Puc e gli obiettivi ambientali

Una volta giunti ad una ricostruzione esaustiva per macrotematiche (Acqua, Aria e Cambiamento Climatico, Biodiversità, Paesaggio, Suolo, etc.) degli obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario, nazionale e regionale, si procederà a valutare le interazioni tra gli “obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello normativo” e gli obiettivi, le strategie e le azioni di intervento proposte dal Puc, al fine di verificare le “azioni con effetti significativi” e le “azioni senza effetti significativi”.

Tale valutazione sarà effettuata rapportando gli obiettivi del Puc con gli obiettivi di protezione ambientale individuati come nel paragrafo precedente, attraverso la costruzione di una matrice ad hoc.

Ai sensi del D.Lgs 152/06 e s.m.i. - Allegato VI, lettera f), è necessario effettuare la valutazione dei “possibili impatti significativi sull’ambiente…, e per questi devono essere considerati tutti gli impatti significativi, compresi quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi”. Nel processo VAS, La valutazione degli effetti sulle componenti ambientali eventualmente influenzate, così come stabilito nel D.Lgs n. 152/06 e s.m.i., sarà affrontata attraverso l’individuazione e la descrizione degli impatti significativi che le azioni del Piano potrebbero avere sull’ambiente.

La valutazione sarà effettuata ricorrendo ad una “matrice di verifica degli impatti” da cui dovranno emergere i possibili effetti significativi sull’ambiente. La matrice sarà costruita precisando che nelle colonne della “matrice di verifica degli impatti” saranno riportate le proposte d’intervento più rilevanti del Programma e nelle righe della medesima matrice le componenti ambientali influenzate e/o gli specifici impatti ambientali. I principali aspetti di criticità delle singole componenti ambientali, che emergeranno dalla procedura di verifica, saranno indicati nella suddetta matrice con simboli convenzionali riconosciuti.

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Esempio di matrice di confronto per gli obiettivi ambientali

Matrice di valutazione di coerenza tra gli obiettivi del Puc e gli obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario, nazionale e regionale Obiettivi di Obiettivi Popolazione umana Salute Suolo Acqua e Atmosfera Cambiamenti Biodiversità ed Protetteà e Paesaggio culturali beni e Rifiuti e Rifiuti piano piano e climatici Naturali Aree ed bonifiche urbano Ambiente bonifiche PSu1 PSu2 PSu…n S1 S2 S…n A1 A2 A…n ACc1 ACc2 ACc…n B1 B2 B…n P1 P2 P…n Rb2 Rb1 Rb2 Rb1 Rb2 Rb1 Rb…n Rb…n Rb…n Rb…n

8.2 Verifica di coerenza tra i contenuti del Puc e gli obiettivi sovraordinati

Il PUC si inserisce all'interno di un contesto territoriale gestito da differenti ambiti di competenze. Affinché lo strumento di governo del territorio comunale risulti coerente con quanto predisposto dai piani sovraordinati, è innanzitutto necessaria l'individuazione degli obiettivi degli stessi (PTR, PTCP), per portare successivamente a confronto gli obiettivi del redigendo Piano Urbanistico Comunale con le finalità di ciascuno di essi.

Secondo il PTR, approvato con L.R. n.13 del 13.10.2008 (BURC 45/bis del 10.10.2008), il territorio di Pisciotta rientra nel sistema dominante naturalistico A5 “Lambro e mingardo”. Le strategie specifiche individuate dal PTR per l’STS in argomento e la definizione della loro priorità sono riassunte nella “matrice degli indirizzi strategici”, queste le priorità principali:

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La riga del Sistema A5 “Lambro e Mingardo” riporta i seguenti valori:

ACCESSIBILITA

– TTIVE SVILUPPO (STS) (STS) INTERCONNESSIONE ATTUALE INTERCONNESSIONE programmi- DIFESA DELLA BUIODIVERSITA valorizzazione territori marginali riqualificazione costa VALORIZZAIZONE PATRIMONIO CULTURALEME PAESAGGIO recupero aree dismesse Rischio sismico Rischio idrogeologico Rischio attività estrattive attività produttive sviluppo industriale ATTIVITA’ PRODUTTIVE SVILUPPO AGRICOLO- sviluppo filieredelle ATTIVITA’ PRODU AGRICOLO DIVERSIFICAZIONE– TERRITORIALE ATTIVITA’ PRODUTTIVE SVILUPPO TURISTICO

Lambro A.1 A.2 B.1 B.2 B.3 B.4 B.5 C.2 C.3 C.6 E.1 E.2a E.2b E.3 mingar do 2 2 4 3 4 4 2 3 3 2 2 2 4 4 A5

Nella matrice degli indirizzi strategici, le righe sono costituite dagli STS e le colonne dagli indirizzi che di seguito sono elencati: A. Interconnessione A.1 Interconnessione – Accessibilità attuale A.2 Interconnessione - Programmi B. Difesa e recupero della “diversità” territoriale: costruzione della rete ecologica B.1. Difesa della biodiversità B.2. Valorizzazione e sviluppo dei territori marginali B.3. Riqualificazione della costa B.4. Valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio B.5. Recupero delle aree dismesse e in via di dismissione C. Governo del rischio ambientale C.1. Rischio vulcanico C.2. Rischio sismico C.3. Rischio idrogeologico C.4. Rischio incidenti rilevanti nell’industria C.5. Rischio rifiuti C.6. Rischio da attività estrattive D. Assetto policentrico ed equilibrato D.1. Rafforzamento del policentrismo D.2. Riqualificazione e “messa a norma” delle città D.3. Attrezzature e servizi regionali 73

E. Attività produttive per lo sviluppo economico regionale E.1. Attività produttive per lo sviluppo industriale E.2.a Attività produttive per lo sviluppo agricolo - sviluppo delle filiere E.2.b Attività produttive per lo sviluppo agricolo – diversificazione territoriale E.3 Attività produttive per lo sviluppo turistico

Esempio di matrice di confronto per gli obiettivi Ptcp Salerno

AZIONE 1 INTERVENTI

tutela delle componenti peculiari geologiche, geomorfologiche, vegetazionali e paesaggistiche che connotano l’assetto fisico del territorio;

riqualificazione e/o la rinaturalizzazione dei siti che presentano caratteri di degrado

tutela, la gestione e la valorizzazione del patrimonio geologico (geositi), custode di valori ambientali e scientifici, anche per favorirne la conoscenza e la fruizione valorizzazione del patrimonio naturalistico e valorizzazione delle emergenze naturalistiche dell’area a fini didattici e forestale turistici; localizzazione di nuovi percorsi di servizio, scientifici o didattici; promozione di azioni di recupero e riuso delle costruzioni rurali dismesse o in via di dismissione da destinare a centri di documentazione ambientale, punti informativi, basi escursionistiche, rifugi attrezzati, etc.;

salvaguardia e recupero della integrità fisica e della connotazione paesaggistica ed ambientale dell’intero territorio del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, e aree contigue, divieto assoluto di effettuare sondaggi ed eventuali estrazioni di idrocarburi e di PAESAGGI E RISORSE attraversamento di condutture di alta pressione – maggiore di 30 bar – NATURALI: lungo tutta la costa cilentana, da Sapri ad Agropoli e lungo le aste Riqualificazione e fluviali principali quali fiume Bussento, Mingardo, Alento, valorizzazione del sistema ambientale non modificazione del suolo e di esclusione di usi o attività suscettibili di condizionarne la FUnzionalità ecosistemica e la fruibilità

non alterazione del regime di apporti sedimentari di origine sia continentale che litoranea; - la non alterazione delle dinamiche morfoevolutive

salvaguardia della non alterazione delle condizioni di stabilità delle coltri superficiali detritiche e integrità fisica e della pedologiche connotazione paesaggistica ed la definizione di un sistema integrato di interventi per contrastare o ambientale degli mitigare il fenomeno dell’erosione costiera arenili, delle fasce dunali, delle coste alte e delle il recupero ambientale e paesaggistico dei siti degradati o destrutturati, falesie ovvero alterati dalla presenza di insediamenti o manufatti inconciliabili con le esigenza di tutela e di riqualificazione, prevedendo interventi di riqualificazione o di creazione di nuovi paesaggi

conservazione dell’integrità fisica del suolo e nuovi interventi antropici, per un tratto di ampiezza tale da preservare l’integrità di tali componenti (salvo gli interventi necessari alla messa in sicurezza e ad eventuali limitati percorsi e attrezzature di servizio a minimo impatto);

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interventi per il mantenimento delle caratteristiche naturalistiche e vegetazionali interventi per l’eliminazione dei fattori di degrado, sia naturali che antropici, e per il ripristino dello stato originario dei luoghi salvaguardia e esclusione della realizzazione di interventi o la localizzazione di recupero della funzioni che possano contribuire ad alterare o ridurre l’integrità ecologica integrità fisica e della degli ambiti connotazione riqualificazione degli insediamenti edilizi urbani ed extraurbani paesaggistica ed ambientale recupero ambientale e paesaggistico dei siti degradati, destrutturati, o alterati delle fasce costiere dalla presenza di attività ed insediamenti o manufatti inconciliabili con le esigenze di tutela, riqualificazione, valore storico ed identitario risanamento e valorizzazione della fascia costiera cilentana da Sapri ad Agropoli con messa in sicurezza dei litorali ed in riferimento alle infrastrutture portuali prevedere in via prioritaria l’ammodernamento , messa in sicurezza ed eventuale ampliamento delle strutture esistenti prevenzione e riduzione dell’inquinamento dei corpi idrici superficiali e di falda, nonché delle acque marine limitando l’uso di pesticidi ed anticrittogamici, promuovendo il completamento e l’adeguamento del sistemi di depurazione, ontrollando le emissioni provenienti dai cicli produttivi, e regolando il prelievo dalle falde acquifere tutela dei corsi fluviali governo dei fattori di rischio ambientale, con particolare riferimento al principali e minori, monitoraggio e mitigazione dei fenomeni di dissesto idrogeologico – delle relative aree di anche nelle aree devegetate e/o disboscate a causa degli incendi, pertinenza, e soprattutto se ricadenti in zone a rischio elevato riqualificazione delle ricomposizione ambientale di siti estrattivi – anche in alvei fluviali – aree degradate degradati, dismessi e/o abbandonati, mediante il rimodellamento morfologico ambientale e il recupero delle aree in dissesto bonifica dei siti inquinati da sversamenti/stoccaggio di rifiuti e perseguimento di politiche comprensoriali per la raccolta, la differenziazione, il trattamento e lo smaltimento dei R.S.U. AZIONE 2 la conservazione, la diffusione e la promozione delle colture tipiche e tradizionali (gli oliveti, i vigneti valorizzazione dei PAESAGGI E RISORSE diversificazione ed integrazione delle attività agricole (lavorazione di mosaici agricoli ed AGRICOLE: Promozione produzioni agricole locali, allevamento, apicoltura ed attività zootecniche) agroforestali delle delle colture tipiche e attraverso la valorizzazione del patrimonio agricolo-naturalistico anche a fini montagne, delle tradizionali turistici colline e delle valli diffusione dell’agricoltura biologica quale presidio territoriale, fattore di contenimento dei carichi inquinanti ed elemento di valorizzazione dell’offerta agroalimentare

AZIONE 3

recupero e la valorizzazione dei centri e dei nuclei storici urbani e rurali

valorizzazione del tutela e la valorizzazione dei beni storico-architettonici e testimoniali sistema dei beni extraurbani PAESAGGI E RISORSE culturali, testimoniali, CULTURALI:Valorizzazi messa in rete e la promozione della rete di “istituzioni culturali” ambientali, anche al one del sistema dei fine di promuovere realizzazione di nuove istituzioni e siti con scopi divulgativi e scientifici, al fine beni culturali, la definizione di “reti di potenziare, integrare, diversificare e valorizzare l’offerta culturale dell’area testimoniali, tematiche”, Parco ambientali diversificate ed tutela e la valorizzazione dei geositi integrate tutela e la valorizzazione della fascia costiera nelle sue diverse componenti, naturali ed antropiche, al fine di potenziare e qualificare l’offerta turistica più strettamente legata al turismo balneare AZIONE 4

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potenziamento e qualif riqualificazione urbanistica ed ambientale di insediamenti di case-vacanze e icazione dei servizi per seconde case, da riconvertire in alberghi e servizi per il turismo, con particolare il turismo balneare riferimento al tratto compreso tra Pisciotta e Sapri realizzazione di strutture ricettive e di servizi ad esse connessi utilizzando indici, tipologie e soluzioni compatibili con le esigenza di tutela e RISORSE PER IL valorizzazione, e privilegiando il riuso del patrimonio edilizio esistente TURISMO: attualmente non utilizzato, sott’utilizzato o da riqualificare Qualificazione, diversificazione e realizzazione di strutture turistiche legate alla risorse storiche, naturalistiche ed destagionalizzazione agroalimentari prioritariamente attraverso il recupero del patrimonio edilizio potenziamento esistente dell’offerta turistica dell’offerta di servizi per sviluppare appieno turistici delle aree creazione di una “rete della poesia-arte-musica-filosofia” … Pisciotta: le opportunità del interne musica classica territorio riqualificazione, potenziamento ed adeguamento degli approdi costieri

valorizzazione di una rete di attività commerciali, artigianali e di servizi turistici

l’intensificazione del servizio, nei periodi di punta della domanda di trasporto, e la riqualificazione delle potenziamento dei stazioni esistenti servizi sul corridoio ferroviario tirrenico

facilitare la mobilità locale e turistica da/per i maggiori centri urbani della regione e con i principali terminali di mobilità nazionale ed internazionale, favorendo in tal senso una logica di intermodalità potenziamento delle “vie del mare”, linee di comunicazione locali da attivare tra i principali porti del Cilento e della Costa d’ linee di comunicazioni locali per il turismo escursionistico e balneare

potenziamento dei servizi pubblici di trasporto su gomma

riconversione del vecchio tracciato ferroviario per realizzare di una pista ciclabile e pedonale, ma anche per motocicli leggeri, che connetta Ascea-Pisciotta-Caprioli-Palinuro.

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Esempio matrice obiettivi del PUC

OG 1 :Salvaguardia e OG 2 : Valorizzazione del Valorizzazione del OG 3 : Riqualificazione e rifunzionalizzazione dei sistemi OG 4: Riqualificazione urbanistica e paesistica per il miglioramento della patrimonio storico - paesaggio infrastrutturali, produttivi e ricettivi fruizione sociale e turistica ambientale agrario e forestale

ne ne

O O LITA'

CASERMA CASERMA

-

-CAPRIOLI ABELLA CONVERSIONE CONVERSIONE ABELLA ELLO RURALE CA -LACCO CA G arie

IVI ERICETTIVI IVI

-

I E DEI PERCORSI PUBBLICI PERCORSI EIDEI TIVE RODIO - COMPLETAMENTO RODIO TIVE UZIONE ARTIGIALE - RODIO - RODIO ARTIGIALE UZIONE GASTRONOMICI E RURALI E GASTRONOMICI

E E BIO - ARCHEOLOGIA RURALE - RURALE ARCHEOLOGIA - EEBIO ali di Pisciotta e Caprioli Caprioli e di Pisciotta ali

PALAZZO LANDULFO - LANDULFO PALAZZO

DEL PATRIMONIO NATURALISTICO NATURALISTICO PATRIMONIO DEL PiscIotta - Caprioli - Rodio - Caprioli PiscIotta NE RETE "TIPICA" LABORATORIALE E LABORATORIALE "TIPICA" RETE NE CCHIA STAZIONE - PIANO DI MARE - MARE DI PIANO - STAZIONE CCHIA cina comprensoriale - Caprioli - - Caprioli comprensoriale cina NAGIBILI DA DISSESTO IDROGEOLOGICO DISSESTO DA NAGIBILI PRODUTTIVA SISTEMI RICETTIVI SISTEMI PRODUTTIVA DEI CENTRI STORICI DI PISICOTTA ERODIO PISICOTTA DI STORICI CENTRI DEI RTIVE - MARINA DI PISCIOTTA - MARINA PISCIOTTA DI - MARINA RTIVE

-

QUALIFICAZIONE ATTREZATURE ACCOGLIENZA ACCOGLIENZA ATTREZATURE QUALIFICAZIONE LIZZO STRUTTURE A TORRE RIZZICO - (via della della -(via RIZZICO ATORRE STRUTTURE LIZZO complessi storici PISCIOTTA - RODIO - RODIO PISCIOTTA storici complessi tivi PRESIDI ALIMENTARI TIPICI- PICCOLA PICCOLA TIPICI- PRESIDI ALIMENTARI tivi NCA/GOZZIPUODI NCA/GOZZIPUODI

PISCIOTTA MARINA COLLEGAMENTO MECCANICO MECCANICO COLLEGAMENTO MARINA PISCIOTTA tralità E DELLA LEGATITA' urbana urbana LEGATITA' E DELLA tralità erti SPAZI AGGREGAZIONE E URBANIZZAZIONI EURBANIZZAZIONI SPAZI AGGREGAZIONE erti aturali e culturali e di interesse paesistico- PARC paesistico- di interesse e e culturali aturali e viabilistica e paesistica di ambiti urbani VIABI urbani ambiti paesistica di e viabilistica e iera LUNGOMARE SAULLO - LITORALE PIETRACCIAIO - PIETRACCIAIO - LITORALE SAULLO LUNGOMARE iera EVENTI azionalizzazIone e potenziamento opere urbanizzazio opere potenziamento e azionalizzazIone PARCHEGGI PIETRALATA ALBERGHIERA CARABINIERI PISCIOTTA PISCIOTTA CARABINIERI individuazione AREE PIP individuazione DISTRIBUTIVA AL DETTAGLIO AL DISTRIBUTIVA rivitalizzazione BORGO MARINARO BORGO rivitalizzazione SVILUPPO DI UNA RETE ECOLOGICA RETE UNA DI SVILUPPO FRUIZIONE SOCIALE DELL'AMBIENTE SOCIALE FRUIZIONE AMBIENTALE -MONUMENTALI ULIVI AMBIENTALE PASSARIELLO - PISCIOTTA CAPOLUOGO - PISCIOTTA PASSARIELLO CANTIERISTICA NAUTICA- ARTIGIANALE NAUTICA- CANTIERISTICA SALVAGUARDIA INTEGRITA' PAESISTICA INTEGRITA' SALVAGUARDIA RIASSETTO VIABILITA' Pisciotta Marina - Marina Pisciotta VIABILITA' RIASSETTO POTENZIAMENTO ATTREZZATURE PORTUALI ATTREZZATURE POTENZIAMENTO AMMODERNAMENTO PRODUZIONE OLEARIA PRODUZIONE AMMODERNAMENTO Tutela e miglioramento dei parametriecologici dei miglioramento e Tutela Salvaguardia del territorio e delle aree rischio a delle e territorio del Salvaguardia RIFUNZIONALIZZAIZONE EDIFICIO FF.SS. Caprioli FF.SS. EDIFICIO RIFUNZIONALIZZAIZONE Contenimento dei consumi di suolo e di risorse prim risorse e di suolo di consumi dei Contenimento TUTELA E VALORIZZAZIONE USO AGRICOLO DEL SUOLO DEL AGRICOLO USO ETUTELAVALORIZZAZIONE

difesa) RIQUALIFICAZIONE ASTA FLUVIALE GELSO-FIUMIC FLUVIALE ASTA RIQUALIFICAZIONE difesa) VALORIZZAZIONE AMBIENTALE E PAESISTICA DELLO SPAZIO DELLO PAESISTICA E AMBIENTALE VALORIZZAZIONE Recupero, restauro e rivitalizzazione di edifici - edifici di e rivitalizzazione restauro Recupero, ATTREZZATURE DA DIPORTO - RIMESSAGGI LOC. ACQUABIAN LOC. - RIMESSAGGI DIPORTO DA ATTREZZATURE Riqualificazione e integrazione delle aree cimiteri aree delle integrazione e Riqualificazione Riqualificazione e integrazione delle aree sportive aree delle integrazione e Riqualificazione AMMODERNAMENTO PRODUZIONE OLEARIA RODIO - PISCIOTTA - RODIO OLEARIA PRODUZIONE AMMODERNAMENTO PROMOZIONE DI UNA RETE DEGLI INSEDFIAMENTI PROPDUTT INSEDFIAMENTI DEGLI RETE UNA DI PROMOZIONE PROMOZIONE DI RETI E CIRCUITI TURISTICI CULTURALI, CULTURALI, TURISTICI ECIRCUITI RETI DI PROMOZIONE RIQUALIFICAZIONE E TRANSIZIONE ECONOMICO ECONOMICO ETRANSIZIONE RIQUALIFICAZIONE INTEGRAZIONE attrezzature sportive- palestra e e pis palestra sportive- attrezzature INTEGRAZIONE Recupero, restauro e rivitalizzazione di edifici e e edifici di e rivitalizzazione restauro Recupero, VALORIZZAZIONE DEI CONTESTI AMBIENTALI, DEGLI SDPAZ DEGLI AMBIENTALI, CONTESTI DEI VALORIZZAZIONE POLO DI PROMOZIONE DELL'IDENTITA' PISCIOTTANA -PROD PISCIOTTANA DELL'IDENTITA' PROMOZIONE DI POLO Riordino e qualificazione degli insediamenti produt degli insediamenti qualificazione e Riordino SALVAGARDIA E VALORIZZAIZONE DELLA BIODIVERSITA' E BIODIVERSITA' DELLA VALORIZZAIZONE E SALVAGARDIA VIA FORESTA P.ZZA PINTO - VIA TUVOLO - PARCHEGGI VE - PARCHEGGI TUVOLO -VIA PINTO P.ZZA VIAFORESTA Riqualificazione delle strutture portanti della cen della portanti strutture delle Riqualificazione RIQUALIFICAZIONE - CARATTERIZZAZIONE - INCENTIVAZIO CARATTERIZZAZIONE - RIQUALIFICAZIONE Qualificazione del paesaggi agrari e degli spazi ap deglispazi e agrari paesaggi del Qualificazione RECUPERO TUTELA E VALORIZZAZIONE ARCHITETTURA RURAL ARCHITETTURA EVALORIZZAZIONE TUTELA RECUPERO CAMPAGNA - STRUTTURE AGGREGAZIONE ATTREZZATURE SPOR ATTREZZATURE AGGREGAZIONE -STRUTTURE CAMPAGNA Potenziamento della ricettività TURISTICA ACQUABIA ricettività della Potenziamento ATTREZATURE RICREATIVE PER BAMBINI E ANZIANI ESPO EANZIANI PERBAMBINI RICREATIVE ATTREZATURE RECUPERO PEREQUATIVO EDIFICI DANNEGGIATI E/O RESI I RESI E/O DANNEGGIATI EDIFICI PEREQUATIVO RECUPERO Valorizzazione delle rete di fruizione delle mete n mete delle fruizione di delle rete Valorizzazione SALVAGUARDIA E RIPRISTINO DELLE MORFOLOGIE ANTICHE ANTICHE MORFOLOGIE DELLE ERIPRISTINO SALVAGUARDIA Riqualificazione e trasformazione della fascia cost della fascia e trasformazione Riqualificazione Riqualificazione, rigenerazione urbana, sistemazion urbana, rigenerazione Riqualificazione, Potenziamento dell'accessibilità ESTERNA E INTERNA ESTERNA EINTERNA dell'accessibilità Potenziamento NATURALISTICO FIUMICELLO A RODIO - BONIFICA ERIUTI - BONIFICA ARODIO FIUMICELLO NATURALISTICO riqualificazione piazza Santa Caterina a Caprioli r Caprioli a Caterina Santa piazza riqualificazione RIQUALIFICAZIONE PIAZZALE FF.SS. POTENZIAMENTO ERI POTENZIAMENTO FF.SS. PIAZZALE RIQUALIFICAZIONE

0S2.4 0S2.5 0S1.3 0S2.2 0S2.3 OS 1.2 OS 1.4 OS 1.5 OS 1.6 OS 1.7 OS 2.6 OS 2.7 OS 3.6 OS 3.7 OS 3.8 OS 3.9 OS 4.8 OS 4.9 OS OS 4.1 OS 4.2 OS 4.3 OS 4.4 OS 4.5 OS 4.6 OS 4.7 OS OS 1.1 OS 2.1 OS 3.4 OS 3.5 OS OS-3.1 OS-3.2 OS-3.3 OS 3.10 OS 4.10 OS OS 4.11 OS 4.12 OS 4.14 OS OS 3.11 OS OS 4.13 OS OS. 4.15 OS.

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9. ASPETTI PERTINENTI ALLO STATO DELL’AMBIENTE

Per la descrizione dello stato dell’ambiente, vengono considerate le componenti elementari e le tematiche ambientali che più probabilmente, in relazione alle priorità e agli obiettivi individuati dal Puc, possono essere interessate dagli effetti del piano. In particolare nel corso della stesura del documento definitivo si provvederà a valutare di volta in volta lo stato dell’ambiente in base a parametri e valori oggettivi riferiti al territorio, riscontrabili in letteratura, presso agenzie preposte e, in alternativa riferibili a dati rilevati in luoghi limitrofi di pari caratteristica. Qui si ricostruirà un quadro dello stato dell’ambiente nell’ambito del territorio comunale, riferito a quattro settori principali di riferimento, corrispondenti ad altrettante categorie tipologiche di risorse, fattori e/o attività: RISORSE AMBIENTALI PRIMARIE: ARIA Mantenere uno stato ottimale della qualità dell’aria è obiettivo prioritario per ogni attività di pianificazione e programmazione. La componente aria infatti è essenziale per la vita degli organismi animali e vegetali. Le numerose emissioni di inquinanti in atmosfera derivanti da sorgenti di tipo antropico (processi dei motori a combustione, traffico veicolare, riscaldamento domestico, agricoltura etc) e naturale (le emissioni dei vulcani, gli incendi, ecc. sottopongono la qualità dell’aria a un degrado quotidiano. L’aumento dei problemi sanitari derivanti dall’inquinamento atmosferico e degli effetti indiretti prodotti dai gas “serra” immessi in atmosfera (Cambiamento Climatico) negli ultimi anni, ha richiesto un’attenzione maggiore per il problema dell’inquinamento atmosferico. Per questo il fenomeno dell’inquinamento atmosferico non può essere considerato solo a livello locale ma va considerato anche in rapporto agli effetti generati a livello globale indotti dalle condizioni climatiche (vento, temperatura, umidità, etc.). La limitazione delle emissioni in atmosfera e la gestione della qualità dell’aria, a livello locale e nelle zone dove non sono registrabili problematiche particolari, dovrà essere affrontato assumendo misure di

contenimento e di riduzione delle emissioni puntuali, lineari e diffuse.

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Zonizzazione regione campania In particolare, nell’ambito del presente Rapporto saranno analizzate le seguenti tematiche: Clima Poiché non esiste una stazione di rilevamento in territorio di Pisciotta, capace di restituire caratteristiche climatiche locali, sarà possibile utilizzare i dati provenienti dalle stazioni meteo della Rete Agrometeorologica della Regione Campania. Essa è costituita da 37 stazioni di rilevamento automatico di cui otto sono localizzate nel territorio della provincia di Salerno. È fondamentale per le finalità del presente rapporto tener conto, in campo climatico, delle analisi e delle risultanze climatiche definite nel Piano Regionale Triennale 2014-2016 per la Programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi , con particolare attenzione al territorio del comune di Pisciotta. La Campania ricade secondo la classificazione di Köppen (1936) nelle zone temperate ed in particolare nelle aree mediterranee. Il clima mediterraneo è caratterizzato da estati asciutte e molto calde, con piovosità invernale uguale o superiore al triplo delle piogge estive (Ri³3Re) sui valori climatici. Il territorio del comune di Pisciotta rientra nella fascia del clima temperato marittimo mediterraneo con media annua fra 14.5 °C e 16,9 °C, media del mese più freddo fra 6 °C e 9,9 °C, con 4 mesi con temperatura media ı 20 °C ed escursione annua fra i 15 e 17 °C.

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Sul territorio regionale la temperatura massima annua varia tra i 27 e i 29 °C. Per temperatura massima annua si intende la temperatura climatica massima raggiunta dalla località in esame, essa è calcolata come media di oltre quarant’anni di dati. Tali temperature non contemplano le punte massime di temperatura estiva che in buona parte del territorio regionale possono superare i 40 °C. anche per più giorni consecutivi.

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La precipitazione cumulata annua varia in Campania tra gli 900 e i 1100 mm di pioggia. La distribuzione annua delle piogge non è uniforme sul territorio regionale. La più alta piovosità si riscontra nel comune di con 1200 mm. Seguono la parte meridionale del Cilento.

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La distribuzione varia anche nell’arco dell’anno, infatti le precipitazioni autunno-inverno sono particolarmente abbondanti, mentre si presentano scarse nel periodo primaverile-estivo; tale scarsezza di precipitazioni favorisce il fenomeno incendi. Nella Regione Campania è possibile distinguere, come già accennato, tre aree con condizioni meteorologiche alquanto omogenee: 82

a) le pianure costiere e le loro inserzioni vallive con temperatura media annua tra i 16 e 17 °C (media del mese più freddo 8 °C, media del mese più caldo 25 . 26 °C), minime estreme poco al disotto dello 0 °C e massime assolute intorno ai 38 °C. Le precipitazioni medie sono per lo più inferiori a 1.000 mm annui, di cui solo 1/3 in estate. b) la parte bassa dei rilievi con temperatura media annua di 15 °C; c) La parte alta dei rilievi con una temperatura media annua tra 8 e 13 °C I valori di temperatura massima sono gradualmente aumentati, a differenza delle temperature minime che hanno subito una lieve inflessione negativa. In relazione alle precipitazioni si è registrato un graduale aumento negli anni e gli eventi precipitosi si concentrano in eventi di straordinaria intensità che acuiscono i fenomeni erosivi, in particolare in zone prive di vegetazione. Il trend analizzato in un decennio dimostra che effettivamente le condizioni climatiche tendono ad essere sempre più aride e pertanto più pericolose dal punto di vista della probabilità dell’innesco, strettamente favorita dalle condizioni di aridità delle stazione climatica e delle vegetazione. L’area costiera di cui fa parte il territorio del comune di Pisciotta è attraversata da un sistema di venti come appresso riportato e rilevato dalla stazione di Palinuro che registra venti con prevalenza di direzione NE (da 330° a 310°) e S, SE (da 135° a 165°) (Figura 62) e 10% di calma.

Anemogramma con direzione dei venti prevalenti dal 1/01/2004 al 31/12/2013 stazione di Palinuro

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Per la stazione di Palinuro il vento predominante è il maestrale che proviene da N-O con velocità che superano i 7,5 m/s (Figura 65).

Anemogramma con direzione dei venti prevalenti dal 1/06/2013 - 01/10/2013 stazione di Palinuro

É indubbio che la elevata ventosità, soprattutto, in zona costiera, rappresenti un fattore di aggravamento del fenomeno, sia nel determinare condizioni di pericolo attraverso la riduzione dell’umidità dei combustibili, sia nel favorire l’alimentazione d’ossigeno che la propagazione dei focolai. Qualità dell’aria Si ritiene inquinata, l'aria la cui composizione eccede limiti stabiliti per legge allo scopo di evitare effetti nocivi sull'uomo, sugli animali, sulla vegetazione, sui materiali o sugli ecosistemi in generale. Essa è costituita da una miscela eterogenea formata da gas e particelle di varia natura e dimensioni (O2, N2, Ar e CO2 e altre componenti in quantità minori), che si modifica nello spazio e nel tempo per cause naturali e non, perciò risulta non oggettivo definirne le caratteristiche di qualità. Gli inquinanti immessi in atmosfera si possono, a loro volta, classificare in: macroinquinanti e microinquinanti. L'inquinamento dell'aria può essere di origine naturale (ad esempio dovuto alle eruzioni vulcaniche o agli incendi boschivi), oppure provocato dalle attività umane (origine antropica).

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Per il controllo della qualità dell’aria, le stazioni regionali di misura fisse sono ubicate in siti significativi delle situazioni caratteristiche della regione dal punto di vista delle condizioni meteoclimatiche dell'orografia, e della presenza di sorgenti di emissioni inquinanti in atmosfera. Non sono presenti stazioni di misura sul territorio comunale di Pisciotta. In Campania la rete di rilevamento della qualità dell’aria è gestita dall’ARPAC (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Campania) attraverso una rete fissa di 20 centraline, localizzate nei capoluoghi di provincia, e da una rete di centraline mobili. Le centraline sono in attività dal 1994 e misurano, ad intervallo di un’ora, la concentrazione in atmosfera degli inquinanti. Le centraline di tipo A forniscono un valore da utilizzare come riferimento, essendo ubicate in aree verdi. Emissioni in atmosfera. La Regione Campania è dotata di Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria. In esso sono riportati i dati relativi alle emissioni in atmosfera dei seguenti composti e sostanze inquinanti: ossidi di zolfo (SOx), ossidi di azoto (NOx), monossido di carbonio (CO), composti organici volatili (COV), polveri sospese (PM10). In particolare, il Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria, della Campania ha stimato (anno di riferimento 2002) le emissioni di SOx, NOx, CO, COVNM e PM10 per i diversi comuni della regione raggruppandoli in classi, e distinguendo tra emissioni “diffuse” ed emissioni dovute ad “impianti” produttivi. Il comune di Pisciotta non rientra tra le “zone di mantenimento” della zonizzazione del territorio prevista dal Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria. PIANO DI RISANAMENTO E MANTENIMENTO DELLA QUALITA’ DELL’ARIA – ZONIZZAZIONE

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Risorse idriche La qualità dell’acqua costituisce un elemento in grado di influenzare in maniera diretta la salute umana, pertanto è un tema di grande importanza. la valutazione di tale componente ambientale, deve prendere necessariamente in considerazione la qualità delle acque potabili, di quelle destinate all’agricoltura e di quelle di balneazione. Essa comprende la corretta gestione del ciclo integrato dei rifiuti e l’articolazione degli interventi di bonifica dei siti contaminati. In Campania il principale utilizzo della risorsa idrica prelevata avviene nel comparto agricolo, poi in quello civile e infine, in quello industriale. Il carico inquinante che proviene dalle attività agricole nelle aree di piana, e nelle aree a forte antropizzazione, come quelle urbane o le grosse aree industriali rappresenta la maggiore pressione sullo stato qualitativo della risorsa idrica nel territorio campano, quindi. Per una gestione sostenibile delle risorse idriche è necessario tenere conto dell'intero ciclo dell'acqua, a garanzia di un consumo di acqua più contenuto e contrastando il fenomeno della dispersione. Nell’ambito del rapporto ambientale, la componente ambientale “acqua” sarà affrontata sia sotto l’aspetto delle risorse idriche superficiali che sotterranee. Per entrambe saranno considerati sia i parametri fisici (portate, consumi, prelievi, ecc.) che chimico, (presenza di inquinanti). Le tematiche di riferimento Saranno le seguenti: - balneabilità delle acque marine. Il comune di Pisciotta è Bandiera Blu dall’anno 2000. L’importante riconoscimento FEE, arriva a testimonianza dell’alta qualità delle acque di balneazione come rilevato dalle procedure ARPAC. Il riconoscimento è anche testimonianza di una serie di servizi e di impegni n campo ambientale messi in campo negali anni dal Comune di Pisciotta. PRELIEVO PRELIEVO STAZIONE DI DI STAZIONE COORDINATE COORDINATE BALNEAZIONE BALNEAZIONE BALNEAZIONE (CODICE) (CODICE) TRATTO ACQUA DI ACQUA TRATTO FINE COORDINATE DI ACQUA TRATTO COORDINATE INIZIO INIZIO COORDINATE ID_AREA_BAL ID_AREA_BAL (D.Lgs.116/08) (D.Lgs.116/08) Acqua di balneazione balneazione Acqua di BALNEAZIONE (Metri) (Metri) BALNEAZIONE LUNGHEZZA ACQUA DI DI ACQUA LUNGHEZZA CLASSIFICAZIONE 2015 2015 CLASSIFICAZIONE ACQUA DI BALNEAZIONE DI BALNEAZIONE ACQUA DI BALNEAZIONE ACQUA LAT LONG TRATTO FINE TOPONIMO LAT_inizio LONG_inizio LAT_fine LONG_fine TOPONIMO INIZIO TRATTO TRATTO INIZIO TOPONIMO ACQUA DI BALNEAZIONE DI BALNEAZIONE ACQUA

3364 IT015065096002 Fosso della Marina 40,1181 15,2117 1,3 Km sud Fiumicello 600 mt a Nord del Porto Pisciotta 40,1215 15,2081 40,1102 15,2204 1690 Eccellente

3365 IT015065096003 Marina di Pisciotta - Acquabianca 40,1073 15,2230 600 mt a Nord del Porto Pisciotta Radice del Molo di Sovraflutto 40,1102 15,2204 40,1057 15,2244 636 Eccellente

3366 IT015065096004 Ficaiola 40,0956 15,2368 Radice del Molo di Sottoflutto 650 mt Sud Torre Ficaiola 40,1038 15,2259 40,0899 15,2423 2206 Eccellente

3367 IT015065096005 40,0838 15,2578 650 mt Sud Torre Ficaiola Valle di Marco 40,0899 15,2423 40,0799 15,2654 2388 Eccellente

3368 IT015065096006 Gabella 40,0733 15,2709 Valle di Marco 450 mt Nord Torre dei Caprioli 40,0799 15,2654 40,0668 15,2763 1770 Eccellente

Fonte: ARPAC, CLASSIFICAZIONE 2015 (D.Lgs.116/08), ANNO 2001 - collettamento delle acque reflue; I dati che seguono sono gli ultimi pubblicati e disponibili, naturalmente da aggiornare nel corso di redazione del documento definitivo e sono ricavati dalla Stima del carico inquinante delle acque reflue in termini di abitati equivalenti nei comuni della costa cilentana (Fonte: Istat) 86

Comune Pisciotta Popolazione residente nel 2006 2.906 Popolazione presente non residente 90 Popolazione in case sparse -883 Lavoratori e studenti pendolari -47 Posti letto alberghi campeggi e alloggi turistici 2.947 Abitazioni in seconde case non destinate ai turisti 2.011 Ristoranti e bar 871 Microindustria 1.584 Piccola media e grande industria 51 abitanti equivalenti totali urbani (aetu) 9.479 abitanti equivalenti totali (aet) 9.530 ARPAC - Relazione sullo stato dell’ambiente in Campania 2009

Seguono i dati relativi alla Stima del grado di efficienza della depurazione delle acque nei comuni della costa salernitana (rielaborazione Arpac su dati Istat). Riferimento al comune di Pisciotta, per le stesse annualità Comune Pisciotta Tipo di Impianto Biologico a fanghi attivi Corpo Recettore Acque superficiali (torrente Santa Caterina,San Macario e Fiumicello) Popolazione residente al 2006 2.906 abitanti equivalenti totali 9.530 Abitanti equivalenti serviti 8.500 Grado di efficienza della depurazione delle acque 89

- risorse idriche superficiali; il territorio del comune di Pisciotta si presenta con una elevata ricchezza di acque sorgive( casale, acqua delle ferrovie, granatieddi, vetrano …) la quantità di acque che già fuoriesca sul territorio grazie a captazioni esistenti potrebbe sopperire il fabbisogno di acqua dell’intero territorio. Senza ulteriori opere di captazione ma solo con una buona azione di incanalamento e raccolta delle acque in superficie è possiible valutare la realizzazione di una riserva di acque potabili (con successiva distribuzione sul territorio) capace di contribuire in modo significativo al fabbisogno di acqua potabile all’intero bacino del CONSAC. - qualità delle acque superficiali; l’ ARPAC – nella Relazione sullo stato dell’ambiente in Campania 2009, scrive: (nel Cilento) La qualità delle acque superficiali è certamente migliore rispetto a buona parte della Campania; gli stati di sofferenza, generalmente circoscritti alle foci dei corsi d’acqua, sono dovuti all’assenza o all’inadeguatezza degli impianti di depurazione, spesso di dimensioni estremamente ridotte e, che escludono ogni possibilità di gestione industriale. Non esistono ancora, praticamente in tutto il Cilento, sistemi di trattamento di livello comprensoriale mentre sono ancora in uso piccoli impianti a servizio di singole frazioni della consistenza di poche centinaia di abitanti. Infine nell’ambito territoriale del Cilento, la rete idrografica è fortemente ramificata e si concentra a valle in pochi e brevi corsi d’acqua che sfociano a mare in modeste pianure alluvionali (l’Alento, il Lambro, il

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Mingardo e il Bussento) e la relativa fascia costiera è costituita da tratti di costa alta, tra i quali si aprono generalmente piccole pianure alluvionali con tratti sabbiosi.

Lo stato risorse idriche sotterranee e la qualità delle acque sotterranee saranno verificate nel corso di stesura del documento. - consumi idrici; l’approvvigionamento idrico del comune di Pisciotta è gestito dal CONSAC di . Le tabelle che seguono sono prese dal censimento istat sulla distribuzione di acqua potabile. Da esse è possibile confrontare i consumi con quelli del il capoluogo di provincia

Insieme di dati: Distribuzione di acqua potabile

Tipo dato acqua immessa nelle reti comunali di distribuzione dell'acqua potabile - migliaia di metri cubi

Tempo e frequenza 2012

Pisciotta 615

Istat

Tipo consumo di acqua fatturata per uso domestico pro capite - metri cubi

dato

Anno 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Salerno 75.7 76.0 74.7 73.1 74.1 73.8 73.9 71.4 71.5 71.3 71.2 74.5

Istat per capoluogo di provincia

I dati che seguono invece sono stati messi a disposizione direttamente dall’uffiico manutenzioni del consac e si riferiscono all’anno 2014

Consumo idrico annuo pro-capite (2014) (sulla base del fatturato) 307 l/abit*giorno

Consumo complessivo totale e per frazione: Caprioli 579 utenze 87.121 mc Marina 287 utenze 38.593 mc Capoluogo 1.371 utenze 159.019 mc Rodio 209 utenze 16.704 mc TOTALE Fatturato 2014: 301.437 mc Quota di abitanti servita: Utenze attive: 2.446 Abit. ISTAT: 2.687 Linea idrica e sorgenti che alimentano la stessa per il comune di Pisciotta: Sorgente Faraone; Acquedotto Elce; Lunghezza rete idrica complessiva (secondo i dati in nostro possesso): Km 31,1 CONSAC – DATI 2014 Problematica da affrontare per il comune di Pisciotta in termini di distribuzione della risorsa idrica è la presenza di tratti di linea in cemento amianto.

presenza cemento tubazioni in cemento amianto sviluppo complessivo rete idrica amianto comune ml ml % Pisciotta 414,51 27.849,84 1,49%

88 l’ufficio preposto del CONSAC in proposito scrive.

Una ricorrente preoccupazione della cittadinanza è l’effetto che possa eventualmente avere sulla salute umana l’utilizzo di condotte in cemento amianto per il veicolamento dell’acqua potabile.

Le condotte in cemento amianto hanno avuto una grande diffusione a partire da metà anni ’60 , uso interrotto dagli anni ’90 a seguito del divieto di produrre e commercializzare prodotti contenenti amianto (L.257/92).

La seguente tabella riporta la percentuale di condotte in cemento amianto nelle reti interne dei Comuni a gestione Consac.

Può evincersi che l’incidenza del cemento amianto rispetto ad altri materiali è molto contenuta, talora nulla.

Le condotte in cemento amianto sono costituite da amianto in matrice compatta di gran lunga meno pericoloso rispetto al friabile (libero, tessuto, spruzzato). Il possibile rilascio di fibre dalla matrice cementizia delle tubazioni in cemento amianto dipende dalla sottrazione di ioni calcio e dall’ aggressività dell’acqua (ph, alcalinità e durezza calcica) e l’acqua distribuita da Consac, è poco aggressiva. Studi internazionali su popolazioni esposte attraverso l’acqua potabile a concentrazioni di 1- 200×10.6 di ff/l non hanno fornito sinora chiare evidenze fra eccesso di tumori gastrointestinali e consumo di acqua contenente amianto.

- carichi sversati nei corpi idrici superficiali;

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SUOLO E SOTTOSUOLO La componente suolo rappresenta una risorsa non rinnovabile caratterizzata, da una notevole velocità di degrado, ma anche da una quasi nulla capacità di rigenerazione se soggetta ad usi non finalizzati e correttamente indirizzati. I fenomeni di diminuzione di materia organica e della biodiversità, dissesto idrogeologico, impermeabilizzazione, desertificazione, compattazione, erosione, salinizzazione, e inquinamento diffuso e puntuale sono i principali problemi di degrado che interessano il suolo. La sua difesa e la sua salvaguardia devono essere, obiettivo prioritario degli strumenti di programmazione e pianificazione territoriale. Nel rapporto ambientale saranno approfondite le tematiche più significative nel caso di Pisciotta: il rischio Idrogeologico, il rischio erosione ed il rischio sismico. Le caratteristiche del suolo e del sottosuolo del territorio del comune di Pisciotta si desumono dalla relazione e dalla carta geologica allegata al PUC nelle varie fasi di stesura.

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ECOSISTEMI E PAESAGGIO Il comune di Pisciotta è localizzato nella parte meridionale della provincia di Salerno e presenta una superficie territoriale di circa Ha 31.00,00. Dal punto di vista morfologico, il territorio comunale si estende tra le colline di Ascea ad Ovest con la frazione Rodio, e le colline di San Mauro ad Est con la frazione Caprioli, con una orografia molto variabile; l’area costiera della frazione Marina e della frazione Caprioli (capo d’arena) si estende dalle pendici rocciose delle Cale di Ascea alla spiaggia Sabbiosa della spiaggia delle Saline in località Gabella. Sono presenti tratti di costa rocciosa (Pietracciaio, Majola) e tratti ciottolosi. A livello di evoluzione del suolo, nella Carta dei Sistemi di Terre della Regione Campania (Fonte: Risorsa.info, 2002) il territorio di Pisciotta, viene compreso in due grandi Sistemi di Terre il Sistema della Collina Costiera ed il sistema della pianura costiera. Il Sistema Collina Costiera, definito Sistema E, comprende i rilievi collinari costieri, ad interferenza climatica bassa, con elevato rischio di deficit idrico estivo. Questo grande sistema comprende, in corrispondenza delle superfici a maggiore stabilità, suoli a profilo moderatamente differenziato, talvolta fortemente differenziato, per redistribuzione interna dei carbonati o de carbonatazione del profilo, formazione di orizzonti profondi ad accumulo di argilla illuviale. In corrispondenza dei versanti soggetti a più intense dinamiche erosive comprende suoli troncati a profilo poco differenziato e suoli minerali grezzi. Il paesaggio delle colline costiere è l’ambiente dell’ulivo pisciottano, che occupa il 10% dell’intero territorio, e dei muretti a secco. Uliveti a matrice continua, spesso con un’estensione superiore ai 100 ha, e un mosaico ambientale ricco di contenuti ecologici sono i punti di forza della fascia collinare costiera il cui sviluppo è limitato dalla fragilità dei suoli con frequenti fenomeni franosi e da un problematico accesso alle strutture territoriali più isolate che si configurano come picchi ed alture, spesso con insediamenti urbani direttamente esposti a frane. Pisciotta ha una superficie boscata di ha 713,42 una superfcie ulivetata di ha

668,35 ed infine una superficie di castagno di ha 49,00 (Programma Operativo Interregionale n“Energie rinnovabili e risparmio energetico 2007 – 2013” Green Communities nelle Regioni Obiettivo Convergenza).

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Nel territorio comunale si distingue il sottosistema definito Collina Costiera argillosa Cilentana (E.22) che comprende i rilievi collinari costieri del Cilento su litologie marnoso – arenacee, conglomeratiche, 92 argillose e calcaree, a quote comprese tra 0 e 950 m. s.l.m. La morfologia del sottosistema E.22 è caratterizzata da dorsali collinari a più elevata energia, con creste arrotondate, di forma allungata, e versanti lunghi, irregolarmente ondulati. Queste caratteristiche delineano un territorio eterogeneo per quel che riguarda la copertura vegetale del suolo. Qui si ritrovano anche usi diversi del suolo; nel sottosistema E l’uso prevalente è agricolo con oliveti, colture cerealicole e foraggere, anche se nelle aree incolte o lungo i versanti più acclivi insistono pure i boschi termofili a prevalenza di leccio e la vegetazione sclerofilla. Le caratteristiche del sistema agricolo sono quindi fortemente influenzate dalle qualità dei suoli e dalla orografia dei luoghi. Il sistema della pianura costiera (località “Gabella”): aree della pianura costiera ad interferenza climatica assente o lieve, con elevato rischio di deficit idrico estivo, dune antiche e terrazzi marini, apparati donali e spiagge (L3.1) Il grande sistema comprende suoli su sedimenti eolici di duna, sedimenti fini di laguna, sedimenti organici e depositi antropici di colmata. I suoli sono calcarei con proprietà chimico fisiche influenzate dalla tessitura sabbiosa o da idromorfia superficiale legata alla presenza di falde poco profonde ad elevata salinità. Sono anche presenti suoli su depositi di duna antica o di terrazzi marini, a profilo moderatamente o molto differenziato per de carbonatazione, rubefazione e formazione di orizzonti profondi ad accumulo di argilla alluvionale. Attraverso la lettura della Carta dei Sistemi di Terre si potrà arrivare bad una più idonea destinazione ed utilizzazione dei suoli grazie ad un quadro conoscitivo sulle potenzialità del territorio comunale.

CARATTERI NATURALISTICI: FLORA E FAUNA Le popolazioni animali e vegetazionali presenti sul territorio del comune di Pisciotta tendono a modificarsi nel tempo, come in ogni territorio, secondo percorsi diretti verso sistemi strutturalmente più complessi. Questo normale procedere viene spesso interrotto o disturbato da fattori esterni. Si tratta sia di disturbi di carattere naturale (vento, fulmini o frane) sia antropico, ovvero dovuto all’intervento dell’uomo. La diversità del disturbo, dell’area interessata e del trascorrere del tempo sono tutti elementi determinanti per la classificazione dell’habitat. Di questi fattori quello spesso determinante è proprio l’azione dell’uomo. Una risposta sul come studiare e preservare l’ambiente nella sua complessità, visuale e spaziale, nella quale si realizza l’integrazione geosfera, biosfera e manufatti prodotti dall’uomo è l’ecologia del paesaggio. Si tratta di una risposta ad un problema concreto: quello di individuare, rappresentare ed analizzare e cartografare tanto i sistemi naturali quanto quelli antropici al fine di pianificare le risorse e i processi naturali che determinano gli alti livelli di biodiversità. Questa è la ragione per cui nel corso di stesura del documento definitivo si presterà attenzione particolare all’ecologia del paesaggio come parametro generale e complessivo del territorio. Nel territorio di Pisciotta sono presenti entità tipicamente meridionali di ambienti aridi al loro limite superiore di espansione insieme a specie, a distribuzione prettamente

93 settentrionale, che qui raggiungono il limite meridionale del loro aerale analogamente a quelle ad aerale tipicamente orientale od occidentale. Nel corso della dinamica evolutiva del territorio le piante hanno occupato tutte le nicchie ecologiche disponibili, compreso quelle via via create dall’uomo, arricchendo il già ampio mosaico della biodiversità. Esse si sono, lentamente e gradualmente, evolute ed associate in comunità di piante altamente specializzate ed in equilibrio con l’ambiente costituendo l’attuale paesaggio vegetale tipico del Cilento. La fascia mediterraneo-arida del territorio comunale è regno della multiforme e policroma macchia mediterranea che comprende: il corbezzolo (arbutus unedo), dialettale “accummaro ”- pianta sempreverde tipica della macchia mediterranea, molto diffusa su tutto il territorio del comune. I frutti, simili a grosse fragole nel dialetto locale chiamati “sorva pilusa” sono utilizzati per liquori e marmellate. Il mirto o mortella (myrtus communis) dialetto murtiddu- arbusto sempreverde e molto diffuso nelle regioni mediterranee, cresce allo stato selvatico in luoghi asciutti e assolati. Può raggiungere l’altezza di 4 metri. Coni frutti, di un intenso colore viola, si preparano liquori. Il lentisco (pistacia lentiscus) dialettale ( lentisco ) – arbusto sempreverde e aromatico cresce in forma di grossi cespugli. Dagli steli si ricava una resina come gomma da masticare. Fiorisce nel periodo autunnale in concomitanza con la stagione delle . Viene anche detto falso pepe perché, se strofinato emana un forte odore di pepe. L’erica (erica arborea) dialettale erica – arbusto tipico della macchia mediterranea è, insieme al corbezzolo, molto diffuso nel territorio di Pisciotta, i rami, raccolti in mazzetti e legati vengono utilizzati come scope e perciò viene anche detta “scopa maschio”. Il ciocco, in dialetto “vozza” è molto pregiato attraverso la sua lavorazione si producono le pipe. La ginestra (serothmnus scoparus) dialettale “fringi” - arbusto privo di spine che può raggiungere un’altezza di 2 metri. L’arbusto si è diffuso in tutta l’area mediterranea, soprattutto nei luoghi aridi ed assolati. Le foglie sono piccole, ellittiche dal gambo corto, leggermente tormentose. Il gambo verde da alla pianta un aspetto sempreverde, benché questa sia decidua. I fiori sono di colore giallo intenso. La ginestra del Cilento (genista cilentina) – è una pianta appartenente alla famiglia Fabaceae, endemica della Campania. È una pianta perenne a portamento arbustivo, le foglie sono trifogliolate, i frutti sono legumi ellittici e pelosi. La pianta è un rarissimo endemismo del Parco Nazionale del Cilento con distribuzione puntiforme, in corrispondenza di agglomerati e affioramenti rocciosi. La sua distribuzione ricade soprattutto nella fascia costiera cilentana tra Capo Palinuro e Marina di Ascea. Sono presenti anche Il leccio, Il cisto, La quercia, L’ulivo. La stesura del documento conterrà una maggiore caratterizzazione delle specie vegetazionali. Rilevante la flora dunale riscontrabile lungo il litorale sabbioso di Caprioli dove cresce il “giglio di mare” o “pancrazio” (pancratium maritimum). La vegetazione dunale è d’importanza comunitaria (direttiva

94 habitat 92/43 CEE) recepita dalla legge italiana; la convenzione di Barcellona del 1976 e successive modificazioni prevede la “protezione e prevenzione della diversità biologica come valore di eco-servizio irrinunciabile”. E’ noto che la duna protegge dall’erosione marina, inoltre si sta verificando in varie zone della costa cilentana e nella spiaggia di caprioli, che nidifica la tartaruga Caretta-caretta. INFRASTRUTTURE - modelli insediativi Il comune di PISCIOTTA è costituito dal capoluogo, ubicato in posizione collinare quasi baricentrica nel territorio, e dalle frazioni di Marina, che si sviluppa lungo un breve tratto di costa, di Caprioli che copre ampia parte del territorio essendo costituita da piccoli insediamenti e case sparse, impegnando anche un esteso tratto di costa nella parte confinante con il Comune di Centola e la località Palinuro, e infine la frazione di Rodio, situata all’interno, in prossimità del confine con il comune di Ascea. Va rilevata poi la presenza di diversi aggregati in contesto extraurbano: Marina Campagna, Pietralata e Vecchia Stazione, Torracca. Le analisi condotte sul sistema insediativo e riportate negli allegati cartografici del preliminare di piano evidenziano questi insediamenti per epoche: • insediamenti al 1907 (rif. catastale d'impianto) • insediamenti al 1956 (rif. IGM) • insediamenti al 1986 (rif. cartografia di base del PRG) • insediamenti al 2004 (rif. ortofoto e Carta Tecnica Regionale) • insediamenti al 2015 (rif. ortofoto e Carta Tecnica Comunale). Le parti del territorio di interesse storico sono rappresentate dai centri storici di Pisciotta Capoluogo e Rodio. Entrambi di Epoca medievale e con passato storico diversificato presentano rilevanti tracce architettoniche e di impianto che ne caratterizzano il tessuto e la tipologia costruttiva. Il borgo marinaro di marina di Pisciotta risulta incorniciato dalla presenza delle due torri costiere di epoca vicereale Acquabianca e Passariello. Anche se il degrado e gli esempi di superfetazione sono estesi, ancora ampio è il margine di riqualificazione e recupero del patrimonio. Di rilevante importanza risultano piccoli aggregati extraurbani dove la fattura edilizia e la tessitura urbana riferiscono di un significativo scenario rurale – naturalistico, in cui costruito e ambientazione naturalistica risultano di notevole pregio: ambito torri costiere, Marina Campagna, Chiusa, Santa Caterina, Caprioli “C”. Le zone urbane di recente formazione a destinazione prevalentemente residenziale ed a struttura consolidata sono ubicate sostanzialmente ai margini dei centri Storici citati e, in maniera più massiccia alla Frazione Caprioli e alle porte della Frazione Marina.; 95

Le aree edificate extraurbane sono presenti in misura ridotta alla località Strafacciata nei pressi di Pisciotta e in aree estese alla frazione Caprioli . In particolare il Preliminare dovrà definire la perimetrazione di eventuali insediamenti abusivi esistenti e oggetto di sanatoria al fine di realizzare una adeguata urbanizzazione primaria e secondaria; garantire il rispetto degli interessi di carattere storico, artistico, archeologico, paesistico, ambientale, idrogeologico; realizzare un razionale inserimento territoriale ed urbano dell'insediamento. Tali insediamenti coincidono sempre, in tutto o in parte, con gli insediamenti extraurbani Sarà in fase di stesura definiva di piano che verranno evidenziate, altresì:  l’eventuale presenza in ambiti extraurbani, di rilevanza agricola, di attività produttive connesse all’artigianato di manutenzione, al commercio, al turismo, ecc., risultanti da iniziative individuali realizzate in assenza di un complessiva programmazione, che hanno concorso alla diffusione del fenomeno dello sprawl edilizio (urbanizzazione selvaggia);  la concentrazione di attività produttive di diversa natura  la eventuale diffusione del fenomeno dello sprawl edilizio in contesti agricoli, connesso anche alla dimensione residenziale;  la individuazione di interventi sistematici al sistema viario, principale e secondario, anche attraverso la realizzazione di manutenzione e talvolta di adeguamento, nonché, la realizzazione di una più efficiente connessione con la rete principale sovralocale ed, in particolare, con la variante alla SS 18 e con il Comune di Ascea al fine di superare gli ostacoli posti dall’area in frana alla località “Rizzico”. - mobilità Il comune di Pisciotta è ubicato nella zona meridionale della provincia di Salerno, cel cuore del territorio costiero del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Esso confina ad ovest con il comune di Centola, a nord con il comune di Ascea, ad est con il comune di San Mauro. Costituito da 3 nuclei abitati principali, il capoluogo Pisciotta e le frazioni di Marina, sul mare, Caprioli tra il mare e la bassa colina e Rodio all’interno. Pisciotta dista circa 90 Km da Salerno, circa 150 Km da Napoli, circa 40 da Vallo della Lucania e da Sapri, che costituiscono i centri urbani con servizi dedicati e generali più prossime. Pisciotta gode della presenza della propria Stazione ferroviaria, Pisciotta Palinuro, a carattere locale ma che garantisce anche alcune tipologie di treni a piu etsesa tratta che percorrono la direttrice. L’aeroporto più vicino è quello di Salerno-Costa d’Amalfi. Il porto di Marina di Pisciotta è a destinazione turistica e per la pesca. Il porto più vicino a destinazione commerciale turistica e crocieristica è quello di Salerno. Il territorio è attraversato, dalla SS 447. La connessione con la variante alla SS18 (S.P.430/D), per la quale non esiste accesso diretto nel territorio comunale, è utilizzabile mediante gli svincoli: - di Poderia (attraverso il tratto Mingardina)

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- di Centola ( attraverso la provinciale che attraversa Caprioli - Di (attraverso la provinciale che attraversa Rodio) La SS 447 durante i mesi invernali ha un volume di traffico molto basso, mentre, nei mesi estivi il volume di traffico diventa più consistente. Le altre strade sono classificabili come strade locali. L’autostrada più vicina è la A3 Salerno-, raggiungibile mediante la la variante alla SS 18 attraverso gli svincoli di /Padula, a sud o , a nord. Il trasporto pubblico collettivo su gomma propone corse di collegamento con Vallo della Lucania. Non sono presenti ulteriori servizi di trasporto pubblico/collettivo. Una fitta rete di percorsi pedonali integra la viabilità carrabile. Essa attraversa aree di grande pregio naturalistico e paesaggistico e costituisce una risorsa da valorizzare al fine di promuovere forme di turismo escursionistico e naturalistico. È da rilevare la presenza di un importante tracciato destinato oggi al traffico interno, che riprende il vecchio tracciato ferroviario. Già interessato da rilievi funzionali in ambito di PTCP, detto tracciato rappresenta una concreta soluzione al traffico da e per Marina, oltre a consentire la realizzazione di un arteria a traffico ecologico tra Ascea, Pisciotta e Palinuro. La dotazione di aree per parcheggi pubblici, risulta fortemente insoddisfacente in relazione alle esigenze che emergono principalmente durante la stagione turistica soprattutto al Capoluogo. ATTINITA’ ANTROPICHE - agricoltura Il territorio del comune di Pisciotta ricade all’interno del Sistema Territoriale Rurale n. 26 (Comprende 43 comuni, Regione Campania 2013, VI Censimento Generale Agricoltura) Colline del Cilento Costiero con una superficie complessiva di Ha 1.044, pari al 7.7% del territorio regionale e al 21,2% di quello .

Numero di aziende, Superficie Agricola Utilizzata (SAU) e Superficie Totale (SAT), in ettari - Anni 2010-2000 provincia comune aziende 2010 aziende 2000 var. % SAU 2010 SAU 2000 var. % SAT 2010 SAT 2000 var. % SA PISCIOTTA 427 740 -42.30 1020.50 1106.15 -7.74 1393.33 1958.38 -28.85

Aziende e relativa superficie, in ettari, ad olivo provincia comune aziende 2010 aziende 2000 var. % 2010 (ha) 2000 (ha) var. % SA PISCIOTTA 425 713 -40.39 652.78 653.61 -0.13

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I territori ricompresi nell’STR n. 26, tra questi quello di Pisciotta, sono costituiti per il 75% della superficie dai paesaggi rurali della collina costiera su conglomerati, flysch, argille e calcari con energia di rilievo da moderata a elevata; la morfologia è caratterizzata da sommità e creste arrotondate, con versanti dolcemente ondulati e incisi. La collina costiera si caratterizza rispetto alla collina interna per una maggiore estensione della vegetazione seminaturale (boschi misti di latifoglie termofile e leccio, macchia, gariga, praterie xerofile), che occupa circa il 38% della superficie complessiva. Ciò è il risultato degli intensi processi di forestazione spontanea di pascoli ed oliveti marginali dell’ultimo quarantennio, con un incremento dei boschi e delle aree a macchia. Le aree agricole attive sono caratterizzate da una larga prevalenza degli arboreti (oliveti) e dei seminativi arborati rispetto al seminativo semplice, con una diffusa presenza, specie sui versanti marittimi, di sistemazioni tradizionali (terrazzamenti e ciglionamenti), frequentemente in precarie condizioni di manutenzione e oggi fortemente danneggiati dal passaggio degli ungulati. Accanto ai processi di abbandono colturale, è possibile localmente riscontrare una opposta tendenza alla specializzazione e razionalizzazione degli impianti legnosi, riconducibile alla valorizzazione delle produzioni tipiche locali (olio, vino). Tuttavia i paesaggi della collina costiera sono sottoposti ad una intensa pressione d’uso legata al turismo: nel periodo 1960/2000 la superficie urbanizzata degli insediamenti pedecollinari, pedemontani e costieri è aumentata considerevolmente, passando dallo 0,6% al 5% della superficie complessiva del Sistema. La popolazione residente di questo STR, alla data del 9 ottobre 2011 (15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni ISTAT) è di 126.139 unità e corrisponde a circa il 12% della totale popolazione residente nella provincia di Salerno. La densità demografica è pari a 121 abitanti per Kmq (valore provinciale 222 ab/kmq), il carico demografico è distribuito in modo piuttosto uniforme tra i comuni (Agropoli escluso). Il territorio del Comune di Pisciotta, unitamente a quello degli altri comuni individuati all’interno dell’STR n.26 ricade nei limiti del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, istituito con legge n. 394 del 6 dicembre 1991, che si sviluppa su una superficie di 181.048 ettari. Il Parco comprende, in tutto o in parte, i territori di 8 Comunità montane e di 80 Comuni. Dal 1998 è dichiarato Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco (con i siti archeologici di Paestum, Velia e la ), dal 1997 è Riserva della Biosfera; nel 2010 è stato il primo parco nazionale italiano a diventare Geoparco. In base ai dati del 6° Censimento generale dell’Agricoltura si è registrata una diminuzione delle aziende agricole sul territorio individuato. Esse sono complessivamente pari a 11.253 (-30,7% Rispetto al 2000 quando operavano 16.232 aziende); tale diminuzione unitamente alla contrazione della SAU di un valore percentuale minore (6,8%) ha determinato l’aumento della dimensione media aziendale che è passata da 2,5 ettari del 2000 a 3,2 ettari del 2010. La diminuzione del numero di aziende registrata nel decennio

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2000-2010 ha riguardato in larga prevalenza le realtà aziendali di piccole e piccolissime dimensioni, senza mostrare significativi spostamenti verso altre tipologie strutturali.

Il 50% della SAU presente nel territorio delle Colline del Cilento Costiero (STR 26) è destinato alla coltivazione di legnose agrarie, il 40,5% a prati e pascoli permanenti, l’8% a seminativi (soprattutto cereali per la produzione di granella e foraggere avvicendate. Nel complesso, nel territorio del Sistema è presente il 31% della SAU provinciale destinata alle legnose agrarie, ed in particolare tra gli ordinamenti colturali presenti si evidenzia il peso delle singole colture sul totale provinciale: il 25% della SAU a vite della provincia ed il 36% di quella a olivo). Gli oliveti caratterizzano sia i paesaggi rurali della collina costiera che quelli dei versanti meridionali dei rilievi montani calcarei costieri. La preminenza dell’olivicoltura è rafforzata dalla presenza di due importanti marchi di qualità (DOP Colline Salernitane e DOP Cilento). La viticoltura interessa una superficie di 835 ettari, pari al 4,6% della superficie arboricola del STR 26. Tra i fruttiferi si coltivano: il castagno (800 ettari, il 16% della superficie totale della provincia) ubicato sui versanti alti, ad esposizione fresca; il fico (697 ettari che rappresenta ben il 92% della superficie provinciale destinata a tale coltura).

I comuni del Sistema collinare del Cilento Costiero ricadono nell’areale di produzione di alcune produzioni tipiche campane che rappresentano importanti realtà agricole della nostra regione, ed in

99 particolare troviamo i seguenti marchi DOP: … “Fico bianco del Cilento”, … “Olio extra vergine di oliva Cilento”. In questa area L’allevamento zootecnico è presente in 831 aziende (pari al 7% delle aziende censite in nell’area). L’allevamento bovino è praticato da 332 aziende, con 4.798 capi; quello bufalino da 47 aziende, con 9.018 capi. L’allevamento caprino interessa 299 aziende, quello ovino 199 aziende, 214 aziende sono specializzate nell’allevamento avicolo e 102 aziende praticano l’allevamento di equini. Il dettaglio dei capi allevati per specie del comune di Pisciotta è riportato nella tavola 5.

Le aziende presenti nel STR 26 operano prevalentemente su terreni “di proprietà” (87,7% del totale aziende del Sistema). La superficie collegata rappresenta il 75% in termini di SAT e il 68% in termini di SAU della totale superficie dell’area considerata destinata all’agricoltura. Coltivano terreni “in affitto” il 2,3% delle aziende in termini numerici, mentre in termini di superficie la percentuale aumenta e si attesta sul 7,6%; a tale forma contrattuale fa maggiormente ricorso l’azienda di maggiori dimensioni; il ricorso alla forma “uso gratuito” interessa il 2,7% delle aziende. La forma mista “proprietà uso gratuito” è utilizzata da un ulteriore 4% di aziende agricole. Il confronto con i dati del 2000 fa affermare che, in linea con il valore provinciale, nel Sistema si è avuta una diminuzione delle aziende che coltivano su terreni con titolo di possesso “solo proprietà”

La forma giuridica prevalente è “l’azienda individuale”, per il 99% delle aziende totali. Le aziende il cui centro aziendale alla data del Censimento è ubicato nel Sistema 26 sono quasi totalmente a conduzione “diretta del coltivatore” (98%). Il dato si mostra in linea con quello della provincia di Salerno (97%); il contributo del STR 26 al totale provinciale è del 23%. Dal confronto con i dati del 2000 si evidenzia una sostanziale stabilità del dato. Il numero di aziende ubicate nel Sistema Colline del Cilento Costiero che ha dichiarato di realizzare attività remunerative connesse all’agricoltura sono 700 unità; le attività realizzate in modo prevalente sono la “prima lavorazione dei prodotti agricoli” e “l’agriturismo”.

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- industria e commercio La realtà economica locale in un periodo recente e con gli attuali connotati di drammaticità e la difficoltosa situazione congiunturale è quella messa in mostra con i dati aggiornati all’anno 2014 ad oggi disponibili. Dal “Rapporto sullo stato dell’Economia provinciale” per l’anno 2013, elaborato dalla Camera di Commercio di Salerno si evince che la provincia di Salerno è quella che presenta le maggiori opportunità economiche in Campania, con un valore aggiunto pro-capite pari al 67,2% della media nazionale nel 2002 (a fronte del

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63,6% campano e del 66,4% meridionale), che si è però ridotto rapidamente, per effetto della crisi, portandosi al 65,4% nel 2013, inferiore anche rispetto al dato meridionale complessivo. Infine il Rapporto Camerale mette in rilievo che i settori che possono far guardare al futuro all’economia salernitana, rivitalizzandola, sono, in primis, quelli dell’industria culturale e creativa, basata sulla tipicità agroalimentare e artigianale locale, ma anche sugli eventi culturali e di spettacolo. Accanto alla cultura, l’economia del mare, ha ampi margini di crescita. Infine, la green economy porta molte imprese ad investire in metodologie produttive di tipo ecosostenibile, per accrescere la competitività di costo e di prodotto. Ulteriori elementi significativi ai fini del presente rapporto possono essere tratti dalla “Analisi Socio- Economica per il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Salerno” redatta nel dicembre 2010 dal Centro di Economia del Lavoro e di Politica Economica dell’Università degli Studi di Salerno, e riferita al Sistema Locale del Lavoro di Camerota (Camerota, Centola, San Mauro e Pisciotta). Significativi sono poi i dati derivanti dall’8° Censimento generale e dal 9° Censimento generale dell’ Industria e Servizi, rispettivamente tenuti negli anni 2001 e 2011, dai quali emerge, la situazione numerica del comune di Pisciotta.

Struttura della popolazione

Censimento 2011 Pisciotta Questi i dati per Pisciotta al 2001 Il 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni, più brevemente Censimento 2011, fotografa la popolazione italiana al 9 ottobre 2011. I dati definitivi della popolazione legale di ogni comune italiano sono stati diffusi dall'Istat il 19 dicembre 2012, mentre la presentazione completa di tutti i dati rimanenti è prevista per il 31 marzo 2014. È stato il primo censimento online, nel senso che i questionari potevano essere compilati ed inviati anche via web. Variazione demografica del comune al censimento 2011 Variazione della popolazione di Pisciotta rispetto al censimento 2001.

Comune Censimento Var % 21/10/2001 9/10/2011

Pisciotta 3.038 2.748 -9,5%

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Popolazione Pisciotta 2001-2014

Variazione percentuale della popolazione Le variazioni annuali della popolazione di Pisciotta espresse in percentuale a confronto con le variazioni della popolazione della provincia di Salerno e della regione Campania.

Flusso migratorio della popolazione Il grafico in basso visualizza il numero dei trasferimenti di residenza da e verso il comune di Pisciotta negli ultimi anni. I trasferimenti di residenza sono riportati come iscritti e cancellati dall'Anagrafe del comune. Fra gli iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri comuni, quelli dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative).

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La tabella seguente riporta il dettaglio del comportamento migratorio dal 2002 al 2014. Vengono riportate anche le righe con i dati ISTAT rilevati in anagrafe prima e dopo l'ultimo censimento della popolazione. La tabella seguente riporta il dettaglio del comportamento migratorio dal 2002 al 2014. Vengono riportate anche le righe con i dati ISTAT rilevati in anagrafe prima e dopo l'ultimo censimento della popolazione.

Movimento naturale della popolazione Il movimento naturale di una popolazione in un anno è determinato dalla differenza fra le nascite ed i decessi ed è detto anche saldo naturale. Le due linee del grafico in basso riportano l'andamento delle nascite e dei decessi negli ultimi anni. L'andamento del saldo naturale è visualizzato dall'area compresa fra le due linee.

Popolazione per età, sesso e stato civile 2014 Il grafico in basso, detto Piramide delle Età, rappresenta la distribuzione della popolazione residente a Pisciotta per età, sesso e stato civile al 1° gennaio 2014. La popolazione è riportata per classi quinquennali di età sull'asse Y, mentre sull'asse X sono riportati due grafici a barre a specchio con i maschi (a sinistra) e le femmine (a destra). I diversi colori evidenziano la distribuzione della popolazione per stato civile: celibi e nubili, coniugati, vedovi e divorziati. 105

In generale, la forma di questo tipo di grafico dipende dall'andamento demografico di una popolazione, con variazioni visibili in periodi di forte crescita demografica o di cali delle nascite per guerre o altri eventi. Distribuzione della popolazione 2014 - Pisciotta

Maschi Femmine Totale

Età /e /e /e /e

Celibi Celibi % % % /Nubili /Nubili Vedovi Vedovi Divorziati Divorziati Coniugati Coniugati

0-4 73 0 0 0 36 49,3% 37 50,7% 73 2,7%

5-9 78 0 0 0 42 53,8% 36 46,2% 78 2,9% 10 -14 114 0 0 0 57 50,0% 57 50,0% 114 4,2% 15-19 122 0 0 0 64 52,5% 58 47,5% 122 4,5%

20-24 123 4 0 0 66 52,0% 61 48,0% 127 4,7%

25-29 136 17 0 1 86 55,8% 68 44,2% 154 5,7% 30-34 86 54 1 0 66 46,8% 75 53,2% 141 5,2% 35-39 65 83 0 1 77 51,7% 72 48,3% 149 5,5% 40-44 65 114 0 7 93 50,0% 93 50,0% 186 6,9% 45-49 53 193 4 3 118 46,6% 135 53,4% 253 9,4% 50-54 36 163 4 3 105 51,0% 101 49,0% 206 7,7% 55-59 23 139 11 7 85 47,2% 95 52,8% 180 6,7% 60-64 21 139 11 6 81 45,8% 96 54,2% 177 6,6% 65 -69 16 120 18 3 80 51,0% 77 49,0% 157 5,8% 70-74 9 99 28 2 64 46,4% 74 53,6% 138 5,1%

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75-79 10 92 58 2 67 41,4% 95 58,6% 162 6,0%

80-84 12 78 47 0 63 46,0% 74 54,0% 137 5,1%

85-89 10 35 51 0 34 35,4% 62 64,6% 96 3,6% 90 -94 3 6 22 0 6 19,4% 25 80,6% 31 1,2% 95 -99 0 1 3 0 1 25,0% 3 75,0% 4 0,1%

100+ 0 0 2 0 0 0,0% 2 100,0% 2 0,1%

Totale 1.055 1.337 260 35 1.291 48,0% 1.396 52,0% 2.687 indici demografici e Struttura di Pisciotta Struttura della popolazione e indicatori demografici di Pisciotta negli ultimi anni. Elaborazioni su dati ISTAT. Struttura della popolazione dal 2002 al 2015 L'analisi della struttura per età di una popolazione considera tre fasce di età: giovani 0-14 anni, adulti 15-64 anni e anziani 65 anni ed oltre. In base alle diverse proporzioni fra tali fasce di età, la struttura di una popolazione viene definita di tipo progressiva, stazionaria o regressiva a seconda che la popolazione giovane sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana. Lo studio di tali rapporti è importante per valutare alcuni impatti sul sistema sociale, ad esempio sul sistema lavorativo o su quello sanitario.

Anno Totale 0-14 anni 15-64 anni 65+ anni Età media 1° gennaio residenti 2002 382 1.837 809 3.028 44,9 2003 374 1.792 827 2.993 45,4 2004 371 1.798 809 2.978 45,5 2005 355 1.778 824 2.957 46,2 2006 346 1.765 835 2.946 46,5 2007 329 1.759 818 2.906 47,0 2008 321 1.760 821 2.902 47,2 2009 316 1.748 833 2.897 47,6 2010 297 1.796 786 2.879 47,5 2011 301 1.808 771 2.880 47,5 2012 277 1.715 754 2.746 47,6 2013 272 1.691 757 2.720 47,7 2014 265 1.695 727 2.687 47,9 107

2015 257 1.680 732 2.669 48,1 Indicatori demografici Principali indici demografici calcolati sulla popolazione residente a Pisciotta.

Indice di Indice di Indice di Indice di ricambio struttura carico Indice di Indice di Indice di Anno dipendenza della della di figli natalità mortalità vecchiaia strutturale popolazione popolazione per donna (x 1.000 ab.) (x 1.000 ab.) attiva attiva feconda

1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 1 gen-31 dic 1 gen-31 dic 2002 211,8 64,8 126,6 93,4 21,7 6,6 13,0 2003 221,1 67,0 116,0 97,6 22,9 6,7 10,4 2004 218,1 65,6 128,4 102,2 22,7 3,0 10,1 2005 232,1 66,3 114,6 111,7 22,9 4,7 12,2 2006 241,3 66,9 114,6 114,2 22,1 5,8 11,3 2007 248,6 65,2 127,6 119,9 21,7 6,2 17,2 2008 255,8 64,9 135,8 121,4 20,9 6,2 9,7 2009 263,6 65,7 135,2 130,3 20,7 5,2 12,5 2010 264,6 60,3 135,1 137,3 21,8 4,9 11,5 2011 256,1 59,3 160,5 136,6 20,5 7,1 16,0 2012 272,2 60,1 144,4 132,4 21,3 4,0 17,9 2013 278,3 60,9 120,2 134,2 22,4 6,7 14,1 2014 274,3 58,5 145,1 144,6 21,7 8,2 14,2 2015 284,8 58,9 146,7 138,6 22,4 - - Glossario Indice di vecchiaia Rappresenta il grado di invecchiamento di una popolazione. È il rapporto percentuale tra il numero degli ultrassessantacinquenni ed il numero dei giovani fino ai 14 anni. Ad esempio, nel 2015 l'indice di vecchiaia per il comune di Pisciotta dice che ci sono 284,8 anziani ogni 100 giovani. Indice di dipendenza strutturale Rappresenta il carico sociale ed economico della popolazione non attiva (0-14 anni e 65 anni ed oltre) su quella attiva (15-64 anni). Ad esempio, teoricamente, a Pisciotta nel 2015 ci sono 58,9 individui a carico, ogni 100 che lavorano. Indice di ricambio della popolazione attiva Rappresenta il rapporto percentuale tra la fascia di popolazione che sta per andare in pensione (55-64 anni) e quella che sta per entrare nel mondo del lavoro (15-24 anni). La popolazione attiva è tanto più giovane quanto più l'indicatore è minore di 100. Ad esempio, a Pisciotta nel 2015 l'indice di ricambio è 146,7 e significa che la popolazione in età lavorativa è molto anziana. Indice di struttura della popolazione attiva Rappresenta il grado di invecchiamento della popolazione in età lavorativa. È il rapporto percentuale tra la parte di popolazione in età lavorativa più anziana (40-64 anni) e quella più giovane (15-39 anni). Carico di figli per donna feconda È il rapporto percentuale tra il numero dei bambini fino a 4 anni ed il numero di donne in età feconda (15-49 anni). Stima il carico dei figli in età prescolare per le mamme lavoratrici. Indice di natalità Rappresenta il numero medio di nascite in un anno ogni mille abitanti. Indice di mortalità Rappresenta il numero medio di decessi in un anno ogni mille abitanti. Età media È la media delle età di una popolazione, calcolata come il rapporto tra la somma delle età di tutti gli individui e il numero della popolazione residente. Da non confondere con l'aspettativa di vita di una popolazione.

Popolazione per classi di età scolastica 2015 Distribuzione della popolazione di Pisciotta per classi di età da 0 a 18 anni al 1° gennaio 2015. Elaborazioni su dati ISTAT. 108

Il grafico in basso riporta la potenziale utenza per l'anno scolastico 2015/2016 le scuole di Pisciotta, evidenziando con colori diversi i differenti cicli scolastici (asilo nido, scuola dell'infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di I e II grado).

Distribuzione della popolazione per età scolastica 2015

Età Maschi Femmine Totale 0 12 8 20 1 7 9 16 2 5 6 11 3 14 4 18 4 4 8 12 5 6 10 16 6 15 6 21 7 4 12 16 8 15 2 17 9 5 11 16 10 3 6 9 11 7 9 16 12 15 9 24 13 7 9 16 14 16 13 29 15 14 16 30

109

16 13 5 18 17 13 9 22 18 15 20 35

Imprese per settore di attività economica (sito comune)

AGRICOLTURA E PESCA 2

INDUSTRIA ESTRATTIVA -

INDUSTRIA MANIFATTURIERA 17

COSTRUZIONI 37

COMMERCIO E RIPARAZIONI 64

ALBERGHI E PUBBLICI ESERCIZI 36

TRASPORTI E COMUNICAZIONI 6

CREDITO E ASSICURAZIONI -

ALTRI SERVIZI 55 TOTALE 217

Altri dati statistici

popolazione residente al 2011

numero abitanti incidenza % del comune sul totale provincia

Pisciotta 2.748 0,3

Territorio Pisciotta Tipologia unità unità locali delle istituzioni non profit Tipo dato numero unità attive numero addetti Anno 2001 2011 Ateco 2007 totale 12 6 1 sanità e assistenza sociale 1 2 1 assistenza sociale non residenziale 1 2 1 attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 2 3 .. attività creative, artistiche e di intrattenimento 2 .. .. attività di biblioteche, archivi, musei ed altre attività culturali .. 1 .. attività sportive, di intrattenimento e di divertimento .. 2 .. altre attività di servizi 9 1 .. attività di organizzazioni associative 9 1 ..

110

Le istituzioni pubbliche al 2011

Territorio Pisciotta Tipologia unità unità locali delle istituzioni pubbliche Tipo dato numero unità attive numero addetti Anno 2001 2011 2001 2011 Ateco 2007 totale 1 8 9 0 6 83 amministrazione pubblica e difesa assicurazione sociale obbligatoria 1 3 2 7 15 amministrazione pubblica e difesa, assicurazione sociale obbligatoria 1 3 2 7 15 istruzione 6 5 7 9 68 sanità e assistenza sociale . 1 1 . .. assistenza sanitaria . . . 1 . .. assistenza sociale non residenziale . 1 .. . ..

Le imprese al 2011

Territorio Pisciotta Tipologia unità unità locali delle imprese Tipo dato numero unità attive numero addetti Anno 2001 2011 2001 2011

Ateco 2007 i totale 238 210 409 335 agricoltura, silvicoltura e pesca 2 1 6 2 silvicoltura ed utilizzo di aree forestali 1 1 1 2 pesca e acquacoltura 1 .. 5 .. attività manifatturiere 19 12 30 21 industrie alimentari 5 1 9 1 industria delle bevande .. 1 .. 1 industria del legno e dei prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili), fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio 2 2 2 4 fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature) 6 5 11 12

fabbricazione di mobili .. 1 .. 1

riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature 6 2 8 2

fornitura di acqua reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento .. 1 .. 1 attività di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti recupero dei materiali .. 1 .. 1 costruzioni 37 50 77 93 costruzione di edifici 19 19 45 37

ingegneria civile .. 1 .. 5 lavori di costruzione specializzati 18 30 32 51 commercio all'ingrosso e al dett. riparazione di autoveicoli e motocicli 67 37 79 55 commercio all'ingrosso e al dettaglio e riparaz. di autoveicoli e motocicli 6 2 6 2 commercio all'ingrosso (escluso quello di autoveicoli e di motocicli) 8 4 10 5 commercio al dettaglio (escluso quello di autoveicoli e di motocicli) 53 31 63 48 trasporto e magazzinaggio 13 6 35 11 trasporto terrestre e trasporto mediante condotte 7 2 10 2 magazzinaggio e attività di supporto ai trasporti 2 1 16 1

servizi postali e attività di corriere 4 3 9 8 attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 39 47 69 74 alloggio 16 21 31 40 attività dei servizi di ristorazione 23 26 38 34 111 attività finanziarie e assicurative 1 2 1 4 attività di servizi finanziari (escluse le assicurazioni e i fondi pensione) 1 1 1 3 attività ausiliarie dei servizi finanziari e delle attività assicurative .. 1 .. 1 attività professionali, scientifiche e tecniche 34 36 39 53

attività legali e contabilità 14 17 17 28 attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale 1 .. 1 .. attività degli studi di architettura e d'ingegneria, collaudi ed analisi tecniche 11 17 11 23 altre attività professionali, scientifiche e tecniche 8 2 10 2 noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 5 3 47 4 attività di noleggio e leasing operativo 1 .. 1 ..

attività dei servizi delle agenzie di viaggio, dei tour operator e servizi di prenotazione e attività connesse 1 1 1 2 attività di servizi per edifici e paesaggio 2 1 44 ..

attività di supporto per le funzioni d'ufficio e altri servizi di supporto alle imprese 1 1 1 2 sanità e assistenza sociale 6 6 10 9 assistenza sanitaria 6 5 10 9 assistenza sociale non residenziale .. 1 .. .. attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 2 4 2 3 attività creative, artistiche e di intrattenimento 1 .. 1 ..

attività sportive, di intrattenimento e di divertimento 1 4 1 3 altre attività di servizi 13 5 14 5

riparazione di computer e di beni per uso personale e per la casa 2 .. 2 .. altre attività di servizi per la persona 11 5 12 5

112

Territorio Pisciotta Sesso totale 2014 Tempo e frequenza 2011 2012 2013 2014 Gen - Feb - Mar - Apr - Mag - Giu - Lug - Ago - Set - Ott - Nov - Dic-2014 2014 2014 2014 2014 2014 2014 2014 2014 2014 2014 2014 Tipo di indicatore demografico

popolazione inizio periodo 2748 2746 2720 2687 2687 2689 2682 2680 2677 2671 2671 2672 2669 2671 2671 2670 nati vivi 4 11 18 22 3 2 2 0 0 4 2 1 2 3 1 2 morti 12 49 38 38 3 4 1 1 6 2 3 6 4 1 3 4 saldo naturale -8 -38 -20 -16 0 -2 1 -1 -6 2 -1 -5 -2 2 -2 -2 iscritti da altri comuni 20 64 27 38 5 2 4 2 1 0 3 3 9 4 3 2 cancellati per altri comuni 16 53 65 44 4 6 7 7 2 2 1 1 6 5 2 1 saldo migratorio interno 4 11 -38 -6 1 -4 -3 -5 -1 -2 2 2 3 -1 1 1 iscritti dall'estero 2 16 8 7 3 0 0 2 1 0 0 0 1 0 0 0 cancellati per l'estero 0 15 3 4 2 1 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 saldo migratorio estero 2 1 5 3 1 -1 0 2 1 0 0 0 1 -1 0 0 saldo migratorio 6 12 -33 -3 2 -5 -3 -3 0 -2 2 2 4 -2 1 1 iscritti per altri motivi 0 0 71 1 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 cancellati per altri motivi 0 0 51 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 saldo per altri motivi 0 0 20 1 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 saldo migratorio e per altri motivi 6 12 -13 -2 2 -5 -3 -2 0 -2 2 2 4 -2 1 1 totale iscritti 26 91 106 46 11 4 6 5 2 4 5 4 12 7 4 4 totali cancellati 28 117 119 48 9 11 8 8 8 4 4 7 10 7 5 5 unità in più/meno dovute a variazioni 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 territoriali saldo totale (incremento o decremento) -2 -26 -33 -18 2 -7 -2 -3 -6 0 1 -3 2 0 -1 -1 popolazione fine periodo 2746 2720 2687 2669 2689 2682 2680 2677 2671 2671 2672 2669 2671 2671 2670 2669 numero di famiglie 1283 1285 1260 1253 ...... popolazione residente in famiglia 2742 2720 2687 2669 ...... numero medio di componenti per 2,14 2,12 2,13 2,13 ...... famiglia numero di convivenze 2 0 0 0 ...... popolazione residente in convivenza 4 0 0 0 ......

113

Le imprese sul territorio di Pisciotta indagine 2009

ISTAT Attività economica Sede U.L. Addetti Classif. 01 Agricoltura, caccia e relativi servizi 61 62 78 02 Silvicoltura e utilizzaz.aree forestali 4 4 8 05 Pesca,piscicoltura e servizi connessi 1 1 4 10 Estraz.carbon fossile e lignite -estraz.torba 0 0 0 11 Estraz.petrolio greggio e gas naturale 0 0 0 14 Altre industrie estrattive 0 0 0 15 Industrie alimentari e delle bevande 7 10 8 16 Industria del tabacco 0 0 0 17 Industrie tessili 0 0 0 18 Confez.articoli vestiario -prep.pellicce 0 0 0 19 Prep.e concia cuoio -fabbr.artic.viaggio 0 0 0 20 Ind.legno,esclusi mobili -fabbr.in paglia 2 2 2 21 Fabbric.pasta -carta,carta e prod.di carta 0 0 0 22 Editoria,stampa e riprod.supp.registrati 0 1 0 23 Fabbric.coke,raffinerie,combust.nucleari 0 0 0 24 Fabbric.prodotti chimici e fibre sintetiche 0 0 0 25 Fabbric.artic.in gomma e mat.plastiche 0 0 0 26 Fabbric.prodotti lavoraz.min.non metallif. 0 0 0 27 Produzione di metalli e loro leghe 0 0 0 28 Fabbricaz.e lav.prod.metallo,escl.macchine 5 5 12 29 Fabbric.macchine ed appar.mecc.,instal. 1 1 1 30 Fabbric.macchine per uff.,elaboratori 0 0 0 31 Fabbric.di macchine ed appar.elettr.n.c.a. 0 0 0 32 Fabbric.appar.radiotel.e app.per comunic. 0 0 0 33 Fabbric.appar.medicali,precis.,strum.ottici 0 0 0 34 Fabbric.autoveicoli,rimorchi e semirim. 0 0 0 35 Fabbric.di altri mezzi di trasporto 3 3 3 36 Fabbric.mobili -altre industrie manifatturiere 4 4 32 37 Recupero e preparaz. per il riciclaggio 0 0 0 40 Produz.energia elettr.,gas,acqua calda 0 0 0 41 Raccolta,depurazione e distribuzione acqua 0 0 0 45 Costruzioni 54 55 114 50 Comm.manut.e rip.autov. e motocicli 7 7 6 51 Comm.ingr.e interm.del comm.escl.autov. 4 4 3 52 Comm.dett.escl.autov -rip.beni pers. 43 55 58 55 Alberghi e ristoranti 37 55 169 60 Trasporti terrestri -trasp.mediante condotta 7 8 27 61 Trasporti marittimi e per vie d'acqua 0 0 0 62 Trasporti aerei 0 0 0 63 Attivita' ausiliarie dei trasp. -ag.viaggi 3 4 7 64 Poste e telecomunicazioni 0 4 0 65 Interm.mon.e finanz.(escl.assic.e fondi p.) 0 1 0 66 Assic.e fondi pens.(escl.ass.soc.obbl.) 0 0 0 67 Attivita' ausil. intermediazione finanziaria 2 2 2 70 Attivita' immobiliari 1 1 0 71 Noleggio macc.e attrezz.senza operat. 2 2 1 72 Informatica e attivita' connesse 0 0 0 73 Ricerca e sviluppo 0 0 0 74 Altre attivita' professionali e imprendit. 4 4 23 80 Istruzione 0 0 0 85 Sanita' e altri servizi sociali 1 1 0 90 Smaltim.rifiuti solidi, acque scarico e sim. 1 1 5 91 Attivita' organizzazioni associative n.c.a. 0 0 0 92 Attivita' ricreative, culturali sportive 3 4 2 93 Altre attivita' dei servizi 7 9 9 Imprese non classificate 2 7 2

TOTALE 266 317 576

Tav. 1 - Popolazione residente e densità abitativa al 01/01/2008. Comuni della provincia di Salerno

Densità Comuni della Provincia Superf. (kmq) Maschi Femmine N. Residenti (ab/kmq) Pisciotta 30,35 1.424 1.478 2.902 95,6 114

Tav. 2.3 - Imprese attive per forma giuridica nei Comuni della provincia al 31/12/2008

SOCIETA' DI SOCIETA' DI IMPRESE ALTRE Comuni della Provincia TOTALE CAPITALE PERSONE INDIVIDUALI FORME Pisciotta 20 27 210 9 266

Le imprese agricole

Dati: Utilizzazione del terreno per

ubicazione delle unità agricole Tipo dato numero di unità agricole Caratteristica della azienda unità agricola con terreni Anno 2010 superficie superficie totale (sat) totale superficie superficie agricola utilizzata (sau) arboricoltur boschi annessi superficie (sat) Utilizzazione dei terreni agricola utilizzata a da legno ad aziende agricola non

seminativi vite coltivazioni orti familiari prati dell'unità agricola (sau) annessa ad agricole utilizzata e legnose permanenti e aziende altra agrarie, pascoli agricole superficie escluso vite Pisciotta 465 462 24 45 457 142 53 12 125 286

Fonte: ISTAT- 14° Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni – Attività economica COMUNI Agricoltura Industria Altre attività Totale

Pisciotta 165 178 490 833

Tipologia unità impresa Ateco 2007 totale Tipo dato numero unità attive numero addetti numero lavoratori esterni numero lavoratori temporanei Anno 2001 2011 2001 2011 2001 2011 2001 2011 Pisciotta 217 198 391 332 19 1 .. .. - turismo

2003 2004 2005 2006 2007

Categoria Posti Letti/ Posti Letti/ Posti Letti/ Abitant Posti Letti/ Posti Letti/ Abitanti Abitanti Abitanti Abitanti

Comune Comune letto 100mila letto 100mila letto 100mila i letto 100mila letto 100mila

Totale Alberghiere 2.978 331 11.115 2.957 331 11.194 2.957 331 11.194 2.957 331 11.194 2.957 456 15.421 Totale 2.71 2.978 2.707 90.900 2.957 2.718 91.917 2.957 2.718 91.917 2.957 91.917 2.957 2.730 92.323 Complementari 8 2 Stelle 2.978 39 1.310 2.957 39 1.319 2.957 39 1.319 2.957 39 1.319 2.957 174 5.884 3 Stelle 2.978 292 9.805 2.957 292 9.875 2.957 292 9.875 2.957 292 9.875 2.957 282 9.537 Alloggi Agrituristici 2.978 102 3.425 2.957 102 3.449 2.957 102 3.449 2.957 102 3.449 2.957 102 3.449 e Country-House Alloggi in affitto 2.978 38 1.276 2.957 38 1.285 2.957 38 1.285 2.957 38 1.285 2.957 38 1.285 Bed & Breakfast 2.978 0 0 2.957 0 0 2.957 0 0 2.957 0 0 2.957 12 406 Campeggi e 2.56 2.978 2.567 86.199 2.957 2.567 86.811 2.957 2.567 86.811 2.957 86.811 2.957 2.567 86.811 Villaggi turistici 7

Pisciotta Pisciotta Case per ferie 2.978 0 0 2.957 11 372 2.957 11 372 2.957 11 372 2.957 11 372 Dati: osservatorio nazionale del turismo – M AA CC e T

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I dati esposti nella tabella precedente rappresentano il trend del comune di Pisciotta in merito ai flussi turistici divisi per categoria di settore ricettivo. La Relazione camerale sull’economia della provincia di Salerno presentata nel 2014 (dati 2013) evidenzia, come già riferito, che l’economia salernitana si basa essenzialmente sul terziario, nell’ambito del quale un ruolo rilevante riveste il settore del turismo, che dispone di un’offerta ricettiva che ad oggi può contare su 3.858 esercizi ricettivi e oltre 100mila posti-letto. In particolare è il segmento della ricettività complementare quello che evidenzia la maggiore crescita grazie a piccole o micro-strutture ricettive, più adatte, anche in termini di costi, a rispondere alle esigenze di un turismo con minori disponibilità economiche, come quello prodotto dalla crisi. Anche l’offerta alberghiera, comunque, cresce, ed a ritmi più rapidi di quelli campani e nazionali, indicando come vi siano spazi di espansione anche per un turismo più tradizionale. L’incidenza percentuale dell’offerta alberghiera è però non particolarmente rilevante. La distribuzione degli esercizi complementari evidenzia una notevole prevalenza degli alloggi in affitto. Infatti, gli alloggi in affitto costituiscono la modalità più semplice e meno costosa per offrire ricettività, e possono quindi essere incrementati, dai titolari di immobili, nel modo più semplice possibile e senza necessità di grandi investimenti. La seconda modalità di offerta ricettiva complementare è quella dei bed and breakfast, anche questa una forma di ricettività particolarmente adatta a tempi di crisi, ch e si rivolge ad una clientela low cost, che è diventata particolarmente abbondante. Lo studio camerale evidenzia inoltre che la Provincia di Salerno ha registrato, nel 2012, più di un milione di arrivi (il 27% circa del totale regionale) e quasi 6,5 milioni di presenze (più del 35% del totale regionale). E, tuttavia, i flussi turistici hanno registrato, fra il 2009 ed il 2012 una contrazione del 14% in termini di arrivi e del 12,7% in termini di presenze, risentendo in modo particolare del calo di afflusso di turisti italiani. Favorevole per il futuro è il recupero di capacità di attrazione di turisti stranieri, e quindi di consumi turistici sul territorio (è noto infatti che il turismo straniero, caratterizzato da livelli di permanenza media più alti, ha una capacità di spesa superiore rispetto a quello domestico). E quindi, giustifica l’investimento in ampliamento delle strutture ricettive, anche di tipo tradizionale ed alberghiero. Lo studio camerale evidenzia infine che la provincia di Salerno è caratterizzata, in positivo, anche da una permanenza media piuttosto elevata (6 giornate, a fronte delle 3,7 della media nazionale); è il segnale di una tendenza del turismo provinciale ad attrarre flussi caratterizzati da più elevata capacità di spesa. Sul territorio del comune di Pisciotta sono distribuiti:villaggi turistici, alberghi, bad and breakfast, case vacanze e seconde case per una ricettività complessiva di circa come segue (fonte: Il Turismo in provincia di Salerno Scenario, quadro strutturale, strategie e politiche di sviluppo , CCIAA di Salerno, anno 2011):

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Tab. 4 – Composizione comunale degli alberghi a 3 stelle in provincia di Salerno (2009; val ass.) Comuni Numero Letti Pisciotta 4 304

Tab. 6 – Composizione comunale degli alberghi a 2 stelle in provincia di Salerno (2009; val. ass.) Pisciotta 1 14

Tab. 10 – Comp. comunale degli esercizi alberghieri in provincia di Salerno (2009; val. ass.) Pisciotta 5 318

Tab. 12 – Composizione comunale degli esercizi complementari e Bed & Breakfast in provincia di Salerno (2009; valori assoluti) Pisciotta 17 2.813

Tab. 14 – Composizione comunale dei campeggi e villaggi turistici in provincia di Salerno (2009; valori assoluti e %)

Pisciotta 8 2.727

Tab. 19 – Composizione comunale dei Bed & Breakfast in provincia di Salerno (2009; val. ass.) Pisciotta 3 18

Tab. 21 – Composizione comunale degli alloggi agro -turistici in provincia di Salerno (2009; valori assoluti) Pisciotta 6 68

Nella tabella seguente sono riportati i dati sulkla ricettività turistica del Comune di Pisicotta nell’anno 2014

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FATTORI DI INTERFERENZA - rumore L’ambiente in cui viviamo, sia esso lavorativo o abitativo, è costituito da emissioni sonore che per la loro qualità o quantità possono superare le soglie normali e costituire quindi un pericolo per la salute psicofisica dell’uomo. In questi casi l’emissione sonora viene definita “rumore”. Con il termine rumore si definisce una energia sonora che causa una sensazione uditiva sgradevole; ciò lo differenzia anche etimologicamente dal suono in cui al contrario la percezione è generalmente gradevole. In termini fisici poi i suoni sono formati da insiemi armonici di frequenze mentre nei rumori le frequenze sonore sono irregolari e caotiche. I maggiori rischi per la salute sono presenti nelle città e nei grossi centri urbani dove tra le diverse fonti di rumore troviamo quelle da traffico, quello industriale, quello derivante da attività artigianali, quello domestico, ecc..il fattore rumore sarà affrontato sulla base delle risultanze del Piano di Zonizzazione Acustica allegato al Puc di Pisciotta. - energia La questione energetica sarà affrontata sotto un duplice aspetto, ovvero facendo riferimento alle seguenti tematiche: - risorse energetiche; Nel comune di Pisciotta non sono presenti fonti energetiche primarie (petrolio, gas naturale). Per la produzione da fonti energetiche secondarie (derivati del petrolio) non si rilevano nel territorio comunale attività di trasformazione energetica, in quanto non sono presenti raffinerie e neppure centrali termoelettriche. Anche per quanto concerne gli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti energetiche rinnovabili non si riscontra la presenza di alcuna tipologia fatta eccezioni che per taluni impianti (di tipo fotovoltaico o a solare termico) di uso domestico. - consumi energetici. La tematica in oggetto si riferisce ai consumi energetici, di cui non si dispongono, però, dati a livello comunale. A livello provinciale i consumi generali di elettricità (all’anno 2007) sono stati stimati pari a 3.653,3 GWh, distribuiti come segue nei diversi settori : - agricoltura: 92,6 GWh (2,5%); - industria: 1.416,8 GWh (38,8%); - terziario: 1.086,7 GWh (29,8%); - usi domestici: 1.057,2 GWh (28,9%). Pertanto, si registra un consumo annuo di 6,88 MWh/ab con un incremento del 14,9% relativamente al periodo 2003-2007.

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- rifiuti La questione dei rifiuti costituisce l’aspetto più critico dei territori della Campania, che quotidianamente si trovano ad affrontare una grave situazione di emergenza. Per il comune di Pisciotta, è un problema complesso in termini di costi e di incrementi periodici per l’aumento vertiginoso delle presenze sul territorio nel periodo estivo. Allo scopo di comprenderne la dimensione del problema si riportano, di seguito, i dati relativi a: - produzione di rifiuti; - raccolta differenziata; - trattamento dei rifiuti. Ridurre alla fonte la produzione dei rifiuti e gestire in modo sostenibile il loro smaltimento è la sfida maggiore dello sviluppo sostenibile. Gli indicatori relativi alla produzione dei rifiuti fanno riferimento ai rifiuti solidi urbani ed ai rifiuti speciali. Ecco la scheda di rilevamento della produzione di rifiuti urbani e della raccolta differenziata relativa al comune di Pisciotta la cui produzione di rifiuti nell’anno 2011 è di 606.620 Kg rifiuti solidi urbani non differenziati e di 511.330 kg di raccolta differenziata Segue la tabella di produzione di rifiuti nelle annualità 2011/2015

2011 2012 2013 2014 2015* kg kg kg kg kg Quantità di rifiuti solidi urbani prodotta per anno 1.117.950 1.360.855 1.351.790 1.419.350 459.460 Produzione annua pro capite di rifiuti solidi urbani

Raccolta differenziata 2011 2012 2013 2014 2015* kg kg kg kg kg Imballaggi in carta e cartone 45.950 31.310 52.710 67.960 20.520

Imballaggi in materiali misti 81.430 41.720 89.010 102.160 39.760

Rifiuti dell’eliminazione della sabbia **

Fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue **

Carta e Cartone 24.090 43.680 11.870 29.980 15.520

Vetro 48.140 88200 123.220 174.000 49.920

Scarti di cucine e mense 309.720 327.440 308.280 379.420 122.120

Prodotti tessili 3.120 54.840 5.180

Apparecchiature fuori uso contenenti clorofluorocarburi 7.470 3.980 Apparecchiature elettriche ed elettroniche contenenti 4.705 4.120 componenti pericolosi Legno e Metallo 4.860 28.260 19.990

Rifiuti urbani non differenziati 606.620 716.520 725.080 556.360 132.000

Rifiuti ingombranti 2.000 91.830 41.560 26.370 45.780 *Dati relativi al primo semestre ** Rifiuti gestiti dal comune

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Nel territorio del comune di Pisciotta esiste un Sito di discarica in via di bonifica in località Sant’Elia a Rodio, mentre come impianti di gestione, trattamento e/o smaltimento è presente sul territorio comunale Nr. 1 Centro di Raccolta Comunale (Isola Ecologica)

Seguono i dati del settore desunti dalle analisi condotte dalla CCIA di Salerno per le annualità 2010 – 2011- 2012:

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Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Salerno

Analisi per Sezioni di Raccolta - Anno 2012

Dati relativi a 157 Comuni su 158 Comuni totali pari al 99,82% della Popolazione totale

Comun e Totale Totale Di cui Di cui Di cui Di cui Altri Rifiuti Di cui Altri Rifiuti Di cui RAEE Indifferenziata Differenziata Differenziata Imballaggi Multimateriale Non Pericolosi Pericolosi

Pisciotta 734,99 679,56 586,75 42,02 41,72 9,00 0,07 0,00

Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Salerno

Sezioni di Raccolta - Analisi Storica sugli ultimi 3 anni

2 0 1 0 2 0 1 1 2 0 1 2

Comuni Comuni % popolazione Comuni Comuni % popolazione Comuni Comuni % popolazione Totali Serviti servita Totali Serviti servita Totali Serviti servita

Provi ncia di SALERNO 158 150 98,28% 158 155 99,58% 158 157 99,82%

Provincia di SALERNO - Riepilogo della Provincia

Sezione di Raccolta 2010 2011 2012

Raccolta Differenziata 261.108,31 257.542,78 263.013,85

di cui Altri Rifiuti Pericolosi 225,18 124,68 155,19

di cui RAEE 4.258,54 3.652,53 3.112,19

di cui Imballaggi 28.414,34 27.573,94 20.564,46

di cui Multimateriale 32.534,40 35.474,67 29.192,15

di cui Altri Rifiuti Non Pericolosi 8.376,71 7.534,14 12.762,87

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Raccolta Indifferenziata 209.148,38 188.571,04 191.055,46

Totale 470.256,68 446.113,82 454.069,31

Comune di Pisciotta

Sezione di Raccolta 2010 2011 2012

Raccolta Indifferenziata 611,02 630,94 734,99

Raccolta Differenziata 927,09 658,67 679,56

di cui Imballaggi 277,48 50,43 42,02

di cui Multimateriale 25,47 81,43 41,72

di cui Altri Rifiuti Pericolosi 0,00 0,43 0,07

di cui RAEE 17,38 9,54 0,00

di cui Altri Rifiuti Non Pericolosi 0,00 1,78 9,00

Totale 1.538,11 1.289,61 1.414,55

Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Salerno

Tipologie di Raccolta - Analisi Storica sugli ultimi 3 anni

2 0 1 0 2 0 1 1 2 0 1 2

Comuni Comuni % popolazione Comuni Comuni % popolazione Comuni Comuni % popolazione Totali Serviti servita Totali Serviti servita Totali Serviti servita

Provincia di SALERNO 158 150 98,28% 158 155 99,58% 158 157 99,82%

RACCOLTA INDIFFERENZIATA

Comune 2010 2011 2012

Comune di Pisciotta 611,02 630,94 734,99

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Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Salerno

Tipologie di Raccolta - Analisi Storica sugli ultimi 10 anni

2 0 0 2 2 0 0 7 2 0 1 2

Comuni Comuni % popolazione Comuni Comuni % popolazione Comuni Comuni % popolazione Totali Serviti servita Totali Serviti servita Totali Serviti servita

Provincia di SALERNO 158 154 99,04% 158 157 99,88% 158 157 99,82%

RACCOLTA INDIFFERENZIATA

Comune 2002 2007 2012

Comune di Pisciotta 1.298,32 1.554,72 734,99

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9.5 Caratteristiche ambientali In corso di elaborazione del Rapporto Ambientale si valuterà l’opportunità di caratterizzare in maniera dettagliata e dunque descrivere le singole componenti ambientali delle sub-aree che il Puc andrà ad individuare oppure descrivere le caratteristiche ambientali generali del territorio. La scelta, cadrà in sede di concertazione nei casi di rilevante e significativa previsione di Piano per la sub-area . 9.6 Relazioni di sistema Le relazioni di sistema tra le attività previste dal piano e l’ambiente saranno dettagliate e valutate in fase di redazione, come processo fondante dell’attività di verifica da attuare attraverso il documento ambientale. 9.7 Descrizione del territorio Il territorio del Comune di Pisciotta è situato nel cuore del Cilento costiero. Esso è caratterizzato da un lungo litorale (circa 7 km) eterogeneo (con costa alta, ciottolosa e sabbiosa) e da un retroterra lussureggiante collinare il cui paesaggio è dominato dalla presenza imponente di secolari piante d’ulivo. Se la costa soffre di una costante azione di erosione, l’interno è invece soggetto a continui movimenti franosi che ne modificano costantemente lo scenario. Il territorio è posto tra i comuni di Ascea a nord, Centola a Sud e San Mauro La Bruca ad est. L’intero fronte ovest guarda a mare. La popolazione è divisa in quattro nuclei principali che caratterizzano anche territorialmente l’intero sviluppo orografico: Pisciotta che è il capoluogo, Marina di Pisciotta, posta tra il mare ed il capoluogo a cui è collegata oltre che visivamente anche fisicamente attraverso un percorso storico pedonale esistente; Rodio, posto all’interno e con caratteristiche evidentemente diverse dal Capoluogo, seppur di caratteristiche antropiche vicine a quelle del capoluogo; Caprioli caratterizzata da case sparse, distribuite su un territorio estremamente esteso e con vari piccoli agglomerati anche di antica formazione. Le frazioni di marina e Caprioli interessano anche la costa che va dalla torre del telegrafo (Ascea) sino alla torre di Caprioli (Centola- Palinuro). La costa si presenta, seppur fortemente differenziata, in massima parte rocciosa con pareti che scendono direttamente a mare o si fermano a pochi metri dall’acqua con pietrame di grossa pezzatura a difesa della pareti verticali retrostanti. Il margine è generalmente ciottoloso con erosioni regolari ampie e curvilinee, ciottolose e ghiaiose sono anche le piccole cale che si incontrano lungo le pareti di coste strapiombanti. La vegetazione lungo la costa è di tipo macchia mediterranea con oleastro, mirto, lentisco, mentre le aree antropizzate sono coperte di vasti uliveti. Il territorio è longitudinalmente attraversato dalla strada statale 562 che da Ascea conduce a Palinuro e dalla linea ferroviaria Salerno – Reggio Calabria con stazione ferroviaria posta tra marina di Pisciotta e Caprioli. La linea ferroviaria che in buona parte passa in galleria e la statale 562 che attraversa il territorio a quota più alta, segnano la linea di costa in tutta la sua lunghezza. Il territorio è caratterizzato in generale da forti pendenze e da un susseguirsi di ripide colline. Un numero considerevole di incisioni, a volte profonde (tra due di queste sono ubicati sia l’agglomerato 124

Pisciotta che quello di Rodio), dovute alla scarsa permeabilità dei terreni, realizzano una fittissima rete di valloni e vallette di piccole dimensioni. La punta più alta del sistema orografico è posta a quota 805 mt s.l.m. in località Castelluccio, sul confine est con il comune di San Mauro. L’orizzonte immediatamente superiore alla fascia intermedia coltivata ad polivo e vite è caratterizzato dal paesaggio boschivo con dominane di cerro e roverella che cedono il posto nella fascia più alta a ontano e castagno. Nel complesso il sistema paesaggistico dell’area è,individuabile dagli elementi planovolumetrici seguenti: catene collinari incise da profonde valloni che scendono direttamente a mare e ricoperte di maestosi ulivi secolari “Pisciotta”, incorniciati dalla macchia mediterranea a monte che punteggia anche l’arco costiero a valle. Le principali direttrici panoramiche si sviluppano in senso longitudinale alla linea di costa. L’intera area oltre ad essere dotata di intrinseche qualità paesistico-ambientali , fruisce di riferimenti paesistici appartenenti ad arre limitrofe, in particolare il promontorio coni l suo splendido arenile e le falesie di Ascea (Cale). Storia e caratteristiche architettoniche ambientali del capoluogo Pisciotta, presumibilmente è stata fondata nel VI –V sec A.C. con la colonizzazione greca della costa ed ha assunto nel medioevo l’attuale conformazione, di pregevole centro storico-paesistico. L’abitato di Pisciotta capoluogo è raggruppato su di un alto sperone roccioso, incuneato fra due profondi valloni. Posto in una splendida cornice di alberi sempreverdi (ulivi pisciottani e macchia mediterranea), si affaccia direttamente sulle acque della marina. Percepibile dal mare in maniera netta anche a lunghissima distanza, contrariamente a quanto accade per i paesi di mare del Cilento, ad eccezione di S. Maria di Castellabate, l’insediamento appare compatto e chiuso da una cortina esterna di case a torre a mo di baluardo difensivo contro le scorrerie piratesche. Le prime notizie storiche di Pisciotta risalgono al XII secolo (catalogus baronum), ma il paese si sviluppa a partire dal 1464, quando con la distruzione della vicina Molpa, i profughi di questa città, scampati dalle distruzioni si rifugiarono sull’alto e protetto colle di Pisciotta. L’abitato è stato feudo dei Caracciolo, dei sanseverno, ed infine dei pappa coda, famiglia che dette i natali a Luigi pappa coda, vescovo di capaccio e poi di lecce che diede grande impulso allo sviluppo del Barocco Leccese. Il palazzo baronale posto alla sommità dell’agglomerato urbano storico porta ancor il nome della famiglia del vescovo illuminato. Nel 1773 il feudo di Pisciotta, passo alla famiglia Doria e Dario (principe di , lo detenne fino soppressione delle feudalità decretata dai francesi nel 1806. L’abitato si caratterizza per la presenza di numerosi edifici civili e religiosi di pregevole fattura, che per forma dimensione e tipologia, si differenziano dal restante tessuto edilizio. Aspetti di indubbio pregio e carattere ambientale, scaturiscono dalle spontanee aggregazioni costruttive, modulate su archi e corpi di diverse volumetrie. Inoltre una serie di percorsi, alcuni inaccessibili, quasi sempre gradonati, con frequenti

125 sottopassi bui e terrazze inattese, alternano alla vista spiragli di panorami sul mare aperto, sul promontorio di palinuro e sulle colline circostanti. Una caratteristica fondamentale dell’aggregato urbano è la sua integrazione con il paesaggio circostante: le case costruite con le stesse pietra su cui poggiano ed intonacate con il colore della terra che le sostiene, i percorsi a volte lastricati (alcuni di recente) stretti e gradonati che salgono, scendono, si incuneano tra le case e la roccia e si allungano nella campagna circostante.

L’elemento qualificante di questo ambito paesaggistico è il profilo del borgo medioevale dal colore dorato sullo sperone di roccia su cui è posto, compreso tra le balze verdeggianti, tra ulivi secolari, macchia mediterranea e mare.

Il luogo sembra il posto dove natura e uomo si incontrano per disegnare un paesaggio di grande valore ambientali cui segni sono testimonianza di un lungo e lento processo di urbanizzazione del territorio e sono rappresentati e leggibili negli innumerevoli manufatti sparsi nelle campagne: terrazzamenti in pietra, sentieri, muri di contenimento a secco, canali e vasche di raccolta delle acque, piccoli ricoveri per gli animali, piccoli campi, e orti sparse e fontane.

Tutti elementi testimoniali legati ad una economia prevalentemente agricola basata sull’autoconsumo che ha caratterizzato questa realtà fino agli ultimi decenni (oggi fondamento delle teorie della resilienza).

Il significato ed valore di questo pregevole sistema,leggibile nel paesaggio consolidato, è rappresentato proprio da questo stretto legame di convivenza tra uomo e natura:qui l’uomo sembra non essere riuscito ad avere il sopravvento sulla natura ed a dominarla con le propri azioni.

L’aspetto più importante dell’ambito va, pertanto ricercato, non tanto nei valori architettonici ed artistici particolari, seppur di notevole pregio, legati a presenze edilizie, bensì nel paesaggio umanizzato che caratterizza l’intera area e nel quale si sono sviluppati e conservati i valori legati alla qualità dell’ambiente.

In considerazione dell’evoluzione storica dei fenomeni di crescita edilizia, il centro storico di Pisciotta ha un impianto urbanistico che si articola in tre ambiti principali, che corrispondono a tre diversi gradi di utilizzazione, conservazione e trasformazione del patrimonio edilizio, in conseguenza del diverso grado di accessibilità dell’area:

1- L’originario nucleo storico sviluppatosi intorno al castello, alla chiesa e alla piazza che, delimitato dalla statale, presenta più marcati i caratteri della omogeneità, della compattezza e della uniformità. L’antico abitato è composto da un blocco di strutture edilizie che si presentano quasi come un organismo nato di getto, in cui è difficile distinguere le fasi nell’evoluzione costruttiva, per cui si caratterizza come un contesto fortemente definito nelle sue linee urbanistiche ambientali e morfologiche. In questo contesto pochi sono gli elementi architettonici emergenti : le case, che tipo logicamente quasi tutte uguali si ammucchiano una sull’altra in forma ripetitiva.

Il tessuto edilizio si svolge secondo concetti semplici e tradizionali in stretto rapporto con la natura dei luoghi e i bisogni alimentari di una comunità caratterizzata da un’economia di autoconsumo. In questa porzione di centro abitato sono presenti gli edifici di culto, una volta (anche qualche attività artigianale tradizionale. Le case, che formano l’abitato semplici e modeste, solo a volte di grande qualità abitativa, si sviluppano su uno o due livelli. Hanno una copertura a tetto ad una o piu falde, una scala interna o esterna 126 e sono fornite di vano terreno, adibito a deposito, poche volte abitativo, un tempo ricovero per gli animali. L’edilizia dominate è povera, ripetitiva nelle forme, ma complessa e suggestiva nell’articolazione spaziale che assume importanza e significato nel contesto complessivo e negli innumerevoli aspetti corali che la contraddistinguono. All’articolazione dell’insieme urbanistico si contrappongono le forme semplici ed elementari dell’aggregato, determinando un organismo complesso, ricco di significato ed interesse e di fascino suggestivo. Oggi, nonostante un rinnovato interesse di proprietari e turisti, ancora molte sono le case abbandonate o semi-abbandonate, soprattutto per la scarsa accessibilità dell’area.

Nel tessuto edilizio gli spazi esterni ed i percorsi sono importanti quanto l’intervento sull’edificio. strade slarghi e vicoli qui non sono solo un vuoto che assorbe funzioni distributive, ma un volume, un prolungamento delle case stesse, luoghi di lavoro, di incontro, e di socializzazione. Queste forme di organizzazione dello spazio esterno tra case e case, tra case e strade rispondono ad una precisa modalità di abitare, ad una volontà da parte delle comunità insediate di comunicare e di vivere con coesione e solidarietà, utilizzando al massimo i vantaggi del vicinato. Ogni casa è legata alla strada e al vicolo. I percorsi che avvolgono e definiscono gli isolati ne esplorano gli interni , li perforano in galleria, li attraversano con lunghe gradinate.

È per questo che si trovano con frequenza soluzioni tecniche spericolate ed ardite, espressione di una singolare capacità di manipolare lo spazio per consentire e favorire la volontà di comunicare ed interagire. Le costruzioni, grazie a questo atteggiamento e consuetudine non sono soggette a costruzioni dettate da regole e schemi prefissati e soprattutto sono state realizzate senza condizionamenti di natura catastale e privatistica. La crescita sembra essere avvenuta secondo regole consuetudinarie derivanti dalla precisa volontà di aggregare spazi e di vivere e crescere in comunità vive;

2- Il nucleo incuneato tra il primo insediamento sul poggio e la strada statale che è in parte costituito da edilizia dell’800 e del 900, in parte da edifici pubblici sorti nell0area per la disponibilità di spazi liberi accessibili ai mezzi motorizzati; quest’area rappresenta il primo importante ampliamento al di fuori del borgo e dei suoi confini. L’edilizia conserva i caratteri delle costruzioni tradizionali nella forma, nelle volumetrie, nei materiali e nelle tecniche costruttive ed, essendo meno condizionata dalla acclività dei luoghi, si presenta di forma disorganica dal punto di vista urbanistico con numerosi elementi di pessima edilizia sia pubblica che privata. 3- L’area lungo la statale a monte della stessa, formata in gran parte (con l’eccezione di pochi edifici che prospettano proprio sulla statale) da fabbricati di recente costruzione o di sostituzione edilizia. Costituisce un tessuto edilizio disomogeneo, dal punto di vista costruttivo e disorganico dal punto di vista urbanistico. Un tessuto in cui sono state costruiti edifici e palazzine a più piani, di scarsa fattura, in parte causa di degrado ambientale. Lungo la statale, in prossimità della piazza, è concentrato il maggior numero di attività commerciali, di attrezzature e di servizi.

Lungo la statale, unico collegamento viario con la costa, transita il traffico per Palinuro, Camerota ed oltre, determinando un certo disagio per l’abitato di Pisciotta. In generale, l’acclività dei luoghi, la carenza di spazi idonei, ha condizionato lo sviluppo dell’abitato. La dotazione di attrezzature e servizi appare insufficiente visto che questi sono limitati essenzialmente al municipio, edifici religiosi, scuole e dall’Ufficio del Giudice di Pace.

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Pisciotta appartiene alla categoria dei paesi del Cilento arroccati sulle colline: insediamenti caratteristici dei territori di montagna e di collina e , più in generale, di quei luoghi dove la popolazione si addensò nel medioevo per motivi di difesa (evitare le scorrerie dei saraceni) o per sfuggire alla malaria che affliggeva le zone paludose vallive. Per secoli l’insediamento contadino è stato dipendente dal luogo del lavoro agricolo, un lavoro autarchico e assai poco influenzato da scambi di merci e movimenti delle persone, rimasti nel tempo assai modesti e difficili per la precarietà delle vie di comunicazione. Quella dei piccoli insediamenti è stata la soluzione di un’organizzazione sociale elementare capace di adeguarsi meglio enl tempo, ai vincoli posti dalla morfologia dei luoghi, dalla scarsa disponibilità di acqua sorgiva e dalla localizzazione dei terreni capaci di assicurare l’autoconsumo. L’aggregato storico di Pisciotta è suddiviso in due ambiti edilizi contigui, divisi dalla strada principale che li attraversa longitudinalmente. Da essa dipartono sottofornici che interrompono il continuum edilizio , piccoli vicoli e ripide gradinate. Le abitazioni poggiano su terreno in pendenza, adeguandosi alla morfologia dei suoli, e si dispongono secondo le isoipse, l’una a ridosso dell’altra.

Il tipo di abitazione che scaturisce da questo genere di insediamento è la “casa di pendio”con abitazione sovrapposta al rustico, con o senza scala di collegamento tra i livelli. Il più delle volte, all’abitazione posta al piano superiore si accede dalla scala esterna in muratura posta sulla facciata. La scala è anche l’elemento di unione tra lo spazio esterno e quello interno, luogo di prolungamento delle attività domestiche, oltre che elemento di collegamento con spazio urbano. questo tessuto di piccole case una posta a ridosso dell’altra, era dominato dalla mole dei palazzi gentilizi, dal castello e dalla chiesa. In questo contesto sono visualizzati i i due tipi edilizi principali:il palazzo gentilizio e la casa.

Il palazzo gentilizio di Pisciotta ( se ne trovano diversi lungo la dorsale oggi occupata da via Roma ed prolungamento di essa verso la Marina) si differenzia notevolmente, per forma e dimensioni, dall’edilizia comune. È una costruzione normalmente di forma regolare quadrata o rettangolare, spesso con androne e corte interna, a più livelli con ampia scala interna: su modello di palazzo gentilizio settecentesco - ottocentesco napoletano con evidenti richiami ad elementi decorativi di gusto tardo rococò e neoclassiche.

Al piano terra sono posti i depositi, mentre i piani superiori sono destinati alla sola funzione residenziale. Gli ambienti sono specializzati: ampia cucina con camino, camere da letto, dispense. È il palazzo del ricco borghese (proprietario terriero e commerciale) che, non appena ha accumulato un sostanziale patrimonio, ha realizzato la dimora, come segno tangibile del benessere raggiunto. Il palazzo è l’espressione significativa della forza economica dello status sociale acquisito e si impone per consistenza e fattura sul restante tessuto edilizio in cui si colloca.

Questi edifici sono posti lungo la starata principale, occupando sempre, in ogni caso una posizione privilegiata rispetto ala restante edilizia. Pochi sono gli elementi decorativi, ma ben evidenziati. La forma e la tipologia non è condizionata dalle caratteristiche catastale topografiche del lotto, ma il palazzo scaturisce da un’idea progettuale ben definita. Il prospetto principale è caratterizzato da una rigida composizione simmetrica, scandita da una teoria di finestre e balconi. Il cornicione, aggregante (anche con elementi in cotto o in pietra rimasti a vista per la non completezza dell’opera) è il coronamento del fabbricato . la copertura lignea è a quattro falde con manto ci coppi e sottocoppi.

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Marina di Pisciotta Borgo marinaro con chiara valenza e tendenza turistica. Il borgo è collegato a Pisciotta dalla strada provinciale 257 con innesto sulla sp 447. Il borgo è ancora interamente contenuto, come nelle origini, per difesa delle incursioni saracene, tra le due torri vicereali di Passariello (ancora abitata) e Acquabianca (oggi rudere inglobato dalla vegetazione). È strettamente collegato al capoluogo attraverso la strada pedonale (e in parte carrabile) che attraverso la località chiusa conduce al cuore del centro storico di Pisciotta. A chiara valenza turistica, morfologicamente si presenta limitata a sud e a nord da due grandi incisioni occupati dai torrenti Fiore e San Macario. Alle spalle si stende a mo di Altipiano, la località piano di mare, attraversata dal vecchio tracciato ferroviario che collega longitudinalmente una grande fetta di territorio tra Marina Campagna e la Vecchia Stazione. Le infrastrutture dell’ex percorso ferroviario sono di epoca Fascista.

Rodio (350 m. slm) Centro agricolo a 7 Km dal capoluogo, raggiungibile mediante la strada nazionale 447 e la strada provinciale sp257. Le prime notizie certe sulla frazione Rodio risalgono al XII secolo risultando commenda del Sovrano militare dell’Ordine di Malta insieme a San Mauro La Bruca. L’origine del nome è stata messa in rapporto con la rosa “rodon” e con Rodi, sede dell’Ordine Gerosolimitano dei Cavalieri di Malta. La notizia più antica risale al 1279, quando il feudo venne affittato dal Priore di Capua, Ugo de Salent a Giovanni Bono di Gaeta. Nel 1564 iL Carafa, CONTE DI Policastro vendette il feudo a Giovanni Battista Mottola. Da questa famiglia fu ceduto per vendita nel 1616 a livio Greco e poi, dai suoi discendenti, a Lionora della Forza nel 1621. Nella seconda metà del ‘700 fu di proprietà di Cosma Basile. Al centro del paese si trova la chiesa parrocchiale, oggi Santuario, dedicata a S. Agnello Abate, il cui nucleo primitivo risale al XV secolo. Il campanile è a pianta quadrata su cui è posta una celletta a base ottagonale, sovrastata da una cpola a pera che rievoca lo stile barocco. All’ingresso del paese è posta la cappella di S. Antonio(risalente anch’essa al XV sec) mentre su una collinettaa poca distamza a ovest dell’abitato, lungo uno dei tanti sentieri che si diramano dalla strada principale che attraversa longitudinalmente tutto il paese, si erge la Cappella del Carmine (già in precedenza dedicata alla Madonna della neve). In una antica carta del 1626 si evidenzia la presenza di altre tre Cappelle poste sulla strada di acceso al borgo, dedicate a rispettivamente a Santa Sofia alla sommità del paese, a Santa Maria degli Angeli (nella parte bassa), e a San Michele Arcangelo lungo la strada che portava a Pisciotta. Elemento caratterizzante del borgo è il Palazzo Baronale (Palazzo Landulfo, oggi edificio di proprietà del Comune di Pisciotta). Altri edifici signorili sono posti lungo la strada principale che fa anche da spartiacque, snodandosi sul crinale del fianco della collina a cui sono aggrappati gli edifici. Del Palazzo Landulfo non si hanno notizia certe: forse fu costruito alla fine del XVII secolo da un Basilio, barone della Commenda di Rodio e già barone di Mandia. Lungo i fiumi che scorrono in prossimità del paese si trovano numerosi mulini e frantoi, a testimoniare le forti tradizioni agricole del paese, produttore di grano e soprattutto di olio di oliva.

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La strada che da Pisciotta conduce a Rodio, è costeggiata da macchia mediterranea e da estesi castagneti, che incorniciano in modo suggestivo il borgo medievale. Caprioli (207m. slm) Sorge a circa 5 km dal capoluogo e ha assunto, nel tempo, l’immagine di area residenziale del comune di Pisciotta. Ospite il maggior numero di complessi turistici del territorio comunale e si snoda in gran parte lungo la S.S. 447. È caratterizzata dalla presenza di numerose case ed insediamenti sparsi, anche di recente realizzazione.

10. PROBABILE EVOLUZIONE DELL'AMBIENTE SENZA L’ATTUAZIONE DEL PUC

La descrizione della possibile evoluzione degli aspetti pertinenti in caso di mancata attuazione del piano è importante come quadro basilare di riferimento: tale situazione può essere vista come la cosiddetta opzione zero. In particolare, cosi come alle disposizioni di cui ai paragrafi b), c), e d) dell’Allegato I della Direttiva 42/2001/CE, ed all’Allegato VI alla Parte II del D.Lgs. n.152/2006 e s.m. ed i., in riferimento alle circostanze dio verifica di mancata attuazione del piano, saranno presi in consideraizone:: b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell'ambiente e sua evoluzione probabile senza l'attuazione del piano o del programma; c) caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree che potrebbero essere significativamente interessate; d) qualsiasi problema ambientale esistente pertinente al piano o programma, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, culturale e paesaggistica, quali le zone designate come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, nonché i territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, di cui all’art.21 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n.228. Per rispondere alla lettera b) l’interesse sarà incentrato sullo stato dell’ambiente in tutta l’area coperta e significativamente interessata dal piano, sia allo stato attuale che senza la sua attuazione. Le informazioni riguarderanno lo stato attuale dell’ambiente, il che vuol dire che saranno quanto più aggiornate possibile. Per la lettera c) saranno fornite informazioni sulle aree che possono essere significativamente interessate dal piano: informazioni che possono essere viste come precisazioni di quelle fornite ai sensi della lettera b). Per quel che riguarda il punto d), l’interesse si incentrerà sui problemi ambientali esistenti, pertinenti al piano: la “pertinenza” riguarda anche i possibili effetti significativi, o anche quelli non significativi che, combinati ai problemi ambientali esistenti, potrebbero crearne di significativi.

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Nel corso della stesura definitiva del documento si verificheranno le possibili conseguenze circa la mancata attuazione delle strategie, delle misure specifiche e delle azioni di intervento previste dal Puc, per quanto concerne gli aspetti di interesse con riferimento alla componente aria, acqua e suolo in ogni loro manifestazione. Verranno verificate le ripercussioni dirette ed indirette sia al fine di preservare la integrità delle componenti sia al fine di contenerne i cambiamenti e/o migliorarne le condizioni . Sarà verificato se la mancata attuazione di efficaci strategie di tutela e valorizzazione delle risorse naturalistiche ed agroforestali, di corrette politiche di difesa suolo, di strategie di razionalizzazione del sistema della mobilità, la mancata promozione di politiche di efficientamento energetico connesse alla realizzazione di aree produttive ecologicamente attrezzate o di nuovi insediamenti programmati nel rispetto dei parametri bioclimatici, del contenimento dei consumi energetici e della cogenerazione da fonti rinnovabili, possano determinare, fenomeni di progressivo peggioramento della qualità dell’aria e l’impossibilità di contribuire fattivamente a contrastare i fenomeni connessi al cambiamento climatico. Inoltre rispetto alle politiche di riqualificazione urbanistica e di recupero qualitativo del patrimonio edilizio esistente sarà verificato se la mancata attuazione, del puc possa garantire di intervenire e promuovere la riduzione delle emissioni di inquinanti in atmosfera da sorgenti lineari e diffuse, ed il ricorso all'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili. Lo strumento di stesura definita infine consentirà di verificare se la mancata attuazione del Puc non rendesse impossibile perseguire efficaci azioni volte a garantire il miglioramento della sostenibilità ambientale della struttura urbana e del mantenimento della qualità dei paesaggi e delle componenti ambientali.

11. POSSIBILI IMPATTI SIGNIFICATIVI DEL PUC SULL’AMBIENTE Attraverso questo capitolo del rapporto si intende dare risposta alle disposizioni di cui al punto f) dell’Allegato I della Direttiva 42/2001/CE, ed all’Allegato VI alla Parte II del D.Lgs. n.152/2006 (così come così come modificato ed integrato con il D.Lgs. n.4 del 16 gennaio 2008). Il rapporto ambientale infatti deve informare anche relativamente a : “… possibili impatti significativi sull'ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l'interrelazione tra i suddetti fattori. Devono essere considerati tutti gli impatti significativi, compresi quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi …”. La valutazione dei possibili impatti ambientali significativi del Puc sarà effettuata attraverso il confronto tra gli obiettivi del Puc (declinati in strategie di intervento, azioni, progetti, norme, etc.) ed i quattro settori principali di riferimento, di cui alla relazione sullo stato dell’ambiente (Risorse ambientali primarie: aria; risorse idriche; suol e sottosuolo; ecosistemi e paesaggio; Infrastrutture: modelli insediativi; mobilità; Attività antropiche: agricoltura; industria e commercio; turismo; Fattori di interferenza: rumore; energia; rifiuti) , anche in funzione delle criticità ambientali emerse in fase di analisi territoriale e ambientale. 131

Per tale confronto sarà utilizzata una matrice di valutazione costruita ad hoc, che registri i possibili impatti sull’ambiente derivanti dall’attuazione del Piano comunale. Gli impatti saranno qualificati utilizzando una griglia di valutazione che comprenda le caratteristiche declinate nella tabella che segue:

Categoria Definizione Declinazione Note Impatto netto Valuta la significatività e la natura positivo La natura dell’impatto sarà preponderante dei potenziali impatti negativo qualificata sulla base di un significativi, in relazione allo specifico incerto bilanciamento tra i obiettivo ambientale positivo non significativo potenziali impatti positivi e negativi. Durata Valuta la presumibile durata duraturo La durata sarà attribuita dell’impatto. temporaneo sulla base della natura strutturale e non strutturale del Diretto indiretto Valuta se l’interazione del lineamento Diretto o strategico con l’obiettivo è di tipo indiretto diretto o indiretto.

Il punto esclamativo Valuta se si ravvisa la presenza di evidenzia la presenza di una criticità anche in funzione delle ! Criticità criticità, la cui esplicazione è qualificazioni attribuite alle categorie No riportata in precedenti. una successiva matrice.

Legenda matrice: Effetto: P=postivo; N=negativo; I=incerto Durata: D=duraturo; T=temporaneo Diretto/indiretto: D=diretto; I=indiretto Criticità: !=si ravvisa l’esistenza di criticità; No=non si ravvisa l’esistenza di criticità N.S:= effetti non significativi

Matrice di valutazione dei possibili impatti risorse ambientali Attività fattori di infrastrutture primarie antropiche interferenza

Obiettivi di piano (strategie/azioni/progetti/norme)

aria aria idriche risorse sottosuolo e Suolo paesaggio e Ecosistemi insediativi modelli mobilità agricoltura commercio e industria turismo rumore energia rifiuti

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12. MISURE PREVISTE PER IMPEDIRE, RIDURRE E COMPENSARE GLI EVENTUALI EFFETTI NEGATIVI SIGNIFICATIVI SULL'AMBIENTE DERIVANTI DALL'ATTUAZIONE DEL PUC E INDICAZIONI PER IL MIGLIORAMENTO DELLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE DEL PIANO IN FASE DI ATTUAZIONE

Lo scopo della lettera g) dell’Allegato I della Direttiva 42/2001/CE (Allegato VI alla Parte II del D.Lgs. n.152/2006 e s.m. e i.), a cui fa riferimento questo capitolo, è di garantire che il rapporto ambientale discuta in che modo gli effetti negativi significativi che vengono descritti debbano essere mitigati. Le misure potrebbero essere previste e prescritte nel piano o discusse nel rapporto ambientale. Va ricordato che le stesse misure di mitigazione possono avere conseguenze negative sull’ambiente che devono, quindi, essere evidenziate. Si valuterà la possibilità di utilizzare alcuni metodi di mitigazione associati alle valutazioni sull’impatto ambientale che sono stati ritenuti validi anche in questa sede per la valutazione del piano. Dovranno essere fornite indicazioni per assicurare la compatibilità ambientale delle previsioni di Piano, ivi inclusa le eventuali misure di mitigazione da rispettare nell’attuazione delle previsioni strategiche e/o operative. In particolare, per ciascuno degli Obiettivi specifici e/o Programmi Operativi del Puc, per i quali si rileveranno elementi di criticità, alla luce di possibili impatti negativi o potenzialmente negativi in relazione alle componenti ed ai fattori considerati, si predisporranno schede, delle quali:  si evidenzierà l’aspetto di piano interessato dall’impatto negativo: - risorse ambientali primarie: aria; risorse idriche; suolo e sottosuolo; ecosistemi e paesaggio; - infrastrutture: modelli insediativi; mobilità; - attività antropiche: agricoltura; industria e commercio; turismo; - fattori di interferenza: rumore; energia; rifiuti.  si evidenzierà il tipo di impatto, con riferimento alla sua natura (reale o potenziale), alla sua durata (permanente o temporanea), alla relazione con l’obiettivo considerato (diretta o indiretta);  si descriveranno in modo esteso ed esaustivo le questioni rilevate;  si definiranno le misure previste per impedire, ridurre e compensare gli impatti rilevati, evidenziando gli eventuali, ulteriori, impatti negativi determinati dall’adozione delle misure individuate, anch’esse soggette a valutazione. Per fare ciò il puc sarà analizzato attraverso una matrice di verifica dei sistemi interessati costruita sul seguente modello:

SISTEMA (AMBIENTALE, INSEDIATIVO, … Obiettivo generale di Obiettivo specifico di Tematica ambientale Problematiche Misure previste per Puc Puc interessata Impatto rilevato emergenti impedire, ridurre e/o compensare gli impatti rilevati

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13. SINTESI DELLE RAGIONI DELLA SCELTA DELLE ALTERNATIVE INDIVIDUATE E DELLE DIFFICOLTÀ INCONTRATE NELLA RACCOLTA DELLE INFORMAZIONI NECESSARIE Le informazioni concernenti la scelta delle alternative sono essenziali per comprendere perché determinate alternative vengono sottoposte a valutazione e quale è il loro rapporto con il progetto di piano. Una descrizione dei metodi usati nella valutazione è utile quando si giudicano la qualità delle informazioni, le conclusioni e il grado di affidabilità.

Un resoconto delle difficoltà incontrate chiarirà anche questo aspetto.

14. LA SCELTA DELLE ALTERNATIVE INDIVIDUATE La definizione di un approfondito quadro conoscitivo, sulla base del quale saranno poi assunte le scelte strutturali della pianificazione comunale, tutte volte ad assicurare la tutela e la valorizzazione delle risorse territoriali, nelle loro diverse declinazioni (naturalistico-ambientali, storico-culturali, paesaggistiche, semiologiche-antropologiche) sarà la base di partenza della elaborazione del Piano Urbanistico del Comune di Pisciotta, conformemente alle previsioni della L.R.16/04 e nel rispetto delle indicazioni della Pianificazione territoriale e di settore sovraordinata. le diverse strategie di intervento, complessivamente volte ad assicurare lo sviluppo sostenibile del territorio saranno valutate e definite partendo da tali scelte fondative. Il Piano Urbanistico del Comune di Pisciotta rappresenta l’attuazione delle previsioni del Piano del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e degli altri piani sovraordinati che costituiscono strumento di pianificazione territoriale per la tutela dei valori naturalistici-ambientali e dei valori paesaggistici, quali valori espressivi dell’identità di questo territorio e strettamente connessi dall’azione di fattori naturali, umani e dalle loro interrelazioni. La non attuazione del Piano stesso rappresentata lo scenario fondamentale con cui ci si confronterà nell’ambito dell’intero processo di elaborazione del P.U.C. scenario che rappresenta l’opzione zero, cosi come viene descritta, nell’ambito dell’analisi dello stato dell’ambiente, considerato in assenza del Piano Urbanistico Comunale

15. MISURE PREVISTE IN MERITO AL MONITORAGGIO

Il sistema di monitoraggio ha lo scopo di verificare le modalità e il livello di attuazione del PUC, di valutare gli effetti delle linee d’azione e di fornire indicazioni in termini di ri-orientamento del piano stesso. L’ambito di indagine del monitoraggio dovrà comprendere necessariamente: - il processo di piano, ovvero le modalità e gli strumenti attraverso cui il piano è posto in essere; - il contesto, ovvero l’evoluzione delle variabili esogene, non legate alle decisioni di piano e su cui è basato lo scenario di riferimento (monitoraggio ambientale); 134

- gli effetti di piano, ovvero gli impatti derivanti dalle decisioni di piano, il grado di raggiungimento degli obiettivi in termini assoluti (efficacia) e di risorse impiegate (efficienza). Una volta identificati gli indicatori più utili per la strutturazione del successivo Piano di monitoraggio, si procederà all’acquisizione dei dati e delle informazioni, provenienti da fonti interne ed esterne all’Ente. Ai sensi dell’art. 18 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. “il monitoraggio assicura il controllo sugli impatti significativi sull'ambiente derivanti dall'attuazione dei piani e dei programmi approvati e la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, così da individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e da adottare le opportune misure correttive. Il monitoraggio è effettuato dall’Autorità Procedente in collaborazione con l’Autorità Competente del Comune di Pisciotta anche avvalendosi del sistema delle Agenzie ambientali e dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale”. Per assicurare un adeguato sistema di monitoraggio sarà opportuno organizzare tali misure in uno specifico Piano di Monitoraggio che definisca le modalità per: o la verifica degli effetti ambientali riferibili all’attuazione del programma, condotta rispetto sia alle modifiche dello stato dell’ambiente (indicatori di contesto) che all’efficienza ed all’efficacia delle misure del Piano (indicatori prestazionali); o la verifica del grado di conseguimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale individuati nel Rapporto Ambientale; o l’individuazione tempestiva degli effetti ambientali imprevisti; o l’adozione di opportune misure correttive in grado di fornire indicazioni per una eventuale rimodulazione dei contenuti e delle azioni previste nel programma; o l’informazione dei soggetti con competenza ambientale e del pubblico sui risultati periodici del monitoraggio del programma attraverso la redazione di specifici report. Pertanto il Piano di Monitoraggio dovrà prevedere: o la descrizione dell'evoluzione del contesto ambientale (monitoraggio del contesto), attraverso gli indicatori di contesto, direttamente relazionati agli obiettivi di sostenibilità ambientale. Il monitoraggio dell’evoluzione del contesto tiene conto dell’insieme delle trasformazioni in atto sul territorio, disegna la loro evoluzione a partire dal momento in cui è stata effettuata l’analisi di contesto per il rapporto ambientale. o la registrazione degli effetti dell'attuazione del piano (monitoraggio del piano), tramite indicatori prestazionali. Essi descrivono le azioni messe in atto dal PSC anche in relazione agli obiettivi di sostenibilità ; in tal modo sarà possibile verificare il grado di attuazione del piano e quindi il conseguente perseguimento degli obiettivi di sostenibilità nello stesso definiti. o la descrizione delle modalità di correlazione tra gli indicatori di contesto, ove popolati, e di piano. Esso dovrà inoltre descrivere in maniera esaustiva:

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1. gli obiettivi ambientali di programma e gli effetti ambientali da monitorare; 2. le fonti conoscitive esistenti e i database informativi a cui attingere per la definizione ed il popolamento degli indicatori; 3. le modalità di raccolta, elaborazione e presentazione dei dati; 4. i soggetti responsabili per le varie attività di monitoraggio; 5. la programmazione spazio-temporale delle attività di monitoraggio. Gli argomenti di cui ai punti elencati potranno costituire l'indice stesso del Piano di Monitoraggio. Il monitoraggio ambientale dunque, dovrà raggiungere due obiettivi principali: - valutare l'efficacia delle azioni programmate in relazione agli obiettivi ambientali stabiliti; - individuare tempestivamente gli effetti negativi imprevisti, al fine di mettere in atto ogni eventuale misura correttiva opportuna; Il monitoraggio deve essere strutturato in tre fasi: - rilevamento dei dati; - acquisizione dei dati e creazione di database; - pubblicizzazione dei dati. I Fase. rilevamento dei dati . Riguarda principalmente dati di carattere territoriale, come la dotazione di standard urbanistici e la loro distribuzione sul territorio; tali dati territoriali appartengono ovviamente al set di indicatori di pressione forniti dalla valutazione ambientale per ogni tematica ambientale affrontata. Il sistema di monitoraggio e la conseguente valutazione in corso d’opera si configurano in tal modo come attività destinate ad incrementare ed innovare la conoscenza. II Fase. aggiornamento in tempo reale dei dati necessari . Consente di verificare in ogni momento lo stato di attuazione delle azioni proposte dal Piano ed il relativo livello di efficacia. III Fase. pubblicizzazione dei dati . Le operazioni di monitoraggio ambientale hanno carattere tecnico e devono essere eseguite periodicamente dal personale dell’ufficio comunale responsabile della gestione del Piano utilizzando uno strumento operativo snello e complesso, capace non solo di accumulo dati ma anche di organizzazione delle informazioni, come strumento di gestione e supporto dei processi decisionali. Il monitoraggio quindi permette di valutare l’andamento dell’applicazione del Piano, di aggiornare il rapporto ambientale e di proporre eventuali revisioni o integrazioni del piano. La VAS viene considerata come punto di partenza per la verifica, durante l’attuazione del Piano, dell’effettiva efficacia delle azioni previste, attraverso la costruzione di un sistema informativo locale. 15.1 Attività e responsabilità nel monitoraggio del “PSC” Le attività di monitoraggio saranno strutturate sulla base dello schema sotto riportato; per ciascuna di esse devono essere specificati i soggetti coinvolti e i rispettivi ruoli.

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Ipotesi di distribuzione delle attività di monitoraggio.

Soggetti” Distribuzione dei ruoli e delle responsabilità dei “soggetti” • coordina le attività del monitoraggio; • popola il sistema degli indicatori di contesto e di piano. Per tale attività si avvarrà del supporto ……; • controlla gli effetti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione del “PSC”; • valuta la performance ambientale del “PSC” e verifica il grado di conseguimento degli obiettivi di sostenibilità, in collaborazione ove necessario con l’Autorità Competente; Autorità • redige il rapporto di monitoraggio ambientale. Per tale attività, ove necessario, si avvarrà del supporto de….. Procedente ………; • individua misure correttive onde prevenire eventuali effetti negativi imprevisti, in collaborazione con l’Autorità Competente; • pubblica il rapporto di monitoraggio sul proprio sito web e lo trasmette all’autorità competente e …………, affinché facciano lo stesso.

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Soggetti” Distribuzione dei ruoli e delle responsabilità dei “soggetti” • collabora con l’Autorità Procedente alla verifica del grado di conseguimento degli obiettivi di sostenibilità; Autorità • collabora con l’Autorità Procedente alla individuazione di misure correttive onde prevenire eventuali effetti Competente negativi imprevisti; • pubblica il rapporto di monitoraggio sul proprio sito web. Dipartimento • collabora con l’Autorità Procedente alla verifica del grado di conseguimento degli obiettivi di sostenibilità; Urbanistica e • collabora con l’Autorità Procedente alla individuazione di misure correttive onde prevenire eventuali effetti negativi Governo del imprevisti; Territorio • pubblica il rapporto di monitoraggio sul proprio sito web. • supporta l’autorità procedente nel popolamento del sistema degli indicatori di contesto e di piano; ARPA • supporta, ove richiesto, l’autorità procedente nella individuazione tempestiva di criticità onde prevenire Campania eventuali effetti negativi imprevisti; • supporta, ove richiesto, l’autorità procedente nella redazione del rapporto di monitoraggio.

15.2 Monitoraggio del contesto Il monitoraggio del contesto potrà essere effettuato con il supporto di Arpa Campania, I dati prodotti dal Sistema Agenziale (Arpa + Ispra) rappresentano comunque il nucleo di partenza per le analisi di contesto e per l’aggiornamento delle informazioni in esse contenute ai fini del monitoraggio Le misure di monitoraggio del PSC contengono gli indicatori di contesto prescelti e le fonti da cui desumere i dati necessari al loro popolamento. Gli indicatori di contesto sono inoltre messi in relazione con gli obiettivi di sostenibilità. Il sistema di monitoraggio del contesto del PSC potrà impostato secondo lo schema seguente:

(Si specifica che non dovranno necessariamente essere prese in considerazione tutti i “TEMI” riportati in tabella bensì quelli ritenuti significativi).

TEMA Obiettivi di sostenibilità generali Indicatori di Unità di Fonti per il Valore di Componente e specifici del PSC contesto misura popolamento riferimento ambientale Fattori Climatici ed Energia

Risparmio energetico Fonti rinnovabili Cambiamenti climatici Risorse naturali non rinnovabili Consumo del suolo Attività estrattive Atmosfera e agenti fisici Atmosfera Campi elettromagnetici Rumore Acqua Qualità delle acque interne,superficiali e sotterranee

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TEMA Obiettivi di sostenibilità generali Indicatori di Unità di Fonti per il Valore di Componente e specifici del PSC contesto misura popolamento riferimento ambientale Qualità delle acque costiere Suolo Erosione Rischio idrogeologico Rischio sismico Desertificazione Incendi Flora e fauna vegetazione ed ecosistemi Patrimonio boschivo Rete ecologica Patrimonio agricolo Rifiuti Rifiuti Urbani Raccolta differenziata Trasporti

Salute Atmosfera Rischi antropogenici Rumore Campi elettromagnetici Siti inquinati Rischi di incidente rilevante Sicurezza alimentare Risorse Culturali e Paesaggio Paesaggio Beni ambientali

a. Monitoraggio del “PSC” All’interno del monitoraggio del piano sono previsti gli indicatori prestazionali, definiti in relazione agli obiettivi e alle azioni attivante dal piano per ciascuno degli obiettivi di sostenibilità scelti. Al fine di accrescere l’efficacia del processo, il sistema di monitoraggio propone anche l’individuazione di soglie di riferimento (target) , al di sotto delle quali valutare la necessità di implementare adeguate misure per la rimodulazione ed il miglioramento del PSC (meccanismi di retroazione) Come riferimento per l’organizzazione delle informazioni inerenti gli indicatori di piano può essere adottato

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lo schema seguente: Indicazioni per la costruzione delle schede di monitoraggio.

Obiettivi di Target al Intervento – sostenibilità Fonte dato / .../.../..... obiettivo del Indicatore Modalità di rilevamento del PSC/PSA informazione PSC/PSA (inserire data)

Soggetto: Occorre misurare quanto segue: …………… Inserire un Intervento XX eventuale XX (descrizione ) valore target

Documento: Unità di misura : …………….. percentuale [%], etc...

15.3 Interazione tra monitoraggio del piano e monitoraggio del contesto e valutazione delle performance ambientali del “PSC” La valutazione degli effetti del piano sugli obiettivi di sostenibilità, ovvero della performance ambientale del PSC/PSA, è effettuata a partire dalla stima del contributo degli indicatori prestazionali alla variazione dell’indicatore di contesto associato al medesimo obiettivo di sostenibilità. La stima di tale contributo consente di valutare, seppur qualitativamente, la direzione che il piano sta prendendo rispetto al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità scelti. Le informazioni da fornire sono riassunte come segue:

Stima del TEMA contributo del Obiettivi di Indicatori di Indicatori prestazionali piano alla Componente sostenibilità contesto variazione del ambientale contesto

15.4 Piano economico In riferimento alla sussistenza delle risorse necessarie per la realizzazione e gestione del monitoraggio si specifica che tutte le attività che riguardano la gestione e l’attuazione del monitoraggio (coordinamento delle attività, popolamento del sistema degli indicatori di contesto e di piano, controllo degli effetti significativi sull’ambiente, valutazione della performance ambientale, verifica il grado di conseguimento degli obiettivi di sostenibilità, redazione del rapporto di monitoraggio, individuazione delle misure correttive onde prevenire eventuali effetti negativi imprevisti), sarà effettuato dal Comune di Pisciotta. Nel caso in cui per lo svolgimento di tali attività occorressero indagini, ci si avvarrà del supporto di ARPA Campania.

15.5 Rapporto di monitoraggio Il Comune di Pisciotta, in qualità di Autorità Procedente, attraverso il proprio sito web, darà adeguata informazione circa le modalità di svolgimento del monitoraggio, dei risultati e delle eventuali misure

140 correttive adottate. Il rapporto di monitoraggio si articolerà in funzione dei seguenti contenuti: 1. un aggiornamento dello scenario di riferimento attraverso: • la descrizione dell’evoluzione delle condizioni normative, delle politiche e delle strategie ambientali; • l’analisi di piani, programmi, progetti attivi sul territorio di riferimento del “PSC”; • il popolamento e l'aggiornamento delle proiezioni degli indicatori di contesto ambientale. 2. la descrizione dello stato di attuazione del “PSC” e l’aggiornamento, (ad esempio se il piano ha subito delle modifiche rispetto alla versione approvata) della valutazione della previsione degli effetti ambientali dello piano stesso; 3. gli esiti delle verifiche del grado di raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità, esaminando le cause di eventuali scostamenti rispetto alle previsioni; 4. la verifica ed aggiornamento delle previsioni in merito alla possibilità del “PSC” di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità alla luce dei cambiamenti dello scenario di riferimento e dello stato di attuazione del piano; 5. la descrizione e valutazione del processo di partecipazione attivato nell’attuazione del “PSC”; 6. le indicazioni per le successive fasi di attuazione, con riferimento ad un possibile ri-orientamento dei contenuti, della struttura del piano o dei criteri per l’attuazione, in tutti i casi in cui si verifichino scostamenti rispetto a quanto previsto in sede di pianificazione e di VAS (ad esempio mancata realizzazione delle azioni, mancato raggiungimento degli obiettivi, variazione dello scenario di riferimento, mancata efficacia degli strumenti per l’integrazione ambientale progettati, ecc). Il rapporto di monitoraggio, configurato con i contenuti descritti, si presta ad essere il documento di base per la verifica di assoggettabilità di eventuali modifiche al PSC.

15.6 Tempi di attuazione L’attività di monitoraggio della componente ambientale del piano affiancherà il suo sistema di monitoraggio per tutta la sua durata.

15.7 Misure correttive Il Comune di Pisciotta è responsabile della revisione del piano che si innesca a seguito del verificarsi di ogni impatto ambientale negativo imprevisto. La revisione del piano seguirà l’iter previsto ai sensi della L.R. Ti tale azione di correzione il Comune di Pisciotta darà pubblicità attraverso il proprio sito web.

16. GLI INDICATORI Gli indicatori sono gli strumenti necessari per una comunicazione essenziale, comprensibile e sintetica sia dello stato dell’ambiente, sia dell’efficacia delle strategie di governo del territorio. Essi dovranno rispondere ad alcuni requisiti chiave che ne garantiscono la validità scientifica ed una relativa facilità di reperimento; in particolare:  essere rappresentativi della componenti ambientali e dei determinanti economici che si intende “misurare”;  essere semplici e di agevole interpretazione;  indicare le tendenze nel tempo;  fornire un’indicazione precoce sulle tendenze irreversibili;  essere basati su dati facilmente disponibili o disponibili a costi ragionevoli;

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 essere basati su dati adeguatamente documentanti e di qualità certa;  poter essere aggiornati periodicamente. Dal punto di vista dell’efficacia nella descrizione del fenomeno, o della tematica che si vuole rappresentare sinteticamente, gli indicatori non avranno alcun valore se gli obiettivi di qualità e sostenibilità ambientale non saranno opportunamente esplicitati mediante un valore soglia, un target o un valore di riferimento con cui confrontare l’indicatore stesso, per valutare l’allontanamento, l’avvicinamento ed il trend rispetto agli obiettivi individuati. Nell’ambito della redazione del Rapporto Ambientale sarà opportuno considerare differenti tipologie di indicatori e l’utilizzo di dati e indicatori già costruiti e inseriti in sistemi informativi esistenti – a partire dal Piano di Monitoraggio del vigente PTCP – costituisce un importante accorgimento al fine di evitare la duplicazione di attività di analisi e valutazione (in coerenza con quanto stabilito dalla Direttiva comunitaria e dal D.Lgs. n.152/2006). In allegato al presente Documento si riportano due elenchi di indicatori (Allegati n.1 e n.2), derivanti dalle banche dati dell’ISPRA e dell’ARPAC, che in parte potrebbero essere popolati ai fini della strutturazione del piano di monitoraggio del Puc, in sede di stesura del Rapporto Ambientale. L’Allegato n.3 contiene, invece, il Piano di Monitoraggio del vigente PTCP, comprensivo degli indicatori utilizzati per il Piano provinciale.

ALLEGATO N.1 Quadro sinottico indicatori ISPRA ALLEGATO N.2 Quadro sinottico indicatori ARPAC ALLEGATO N.3 Piano di Monitoraggio del PTCP ALLEGATO N.4 Elenco dei soggetti competenti in materia ambientale (SCA) (ovvero le autorità così come definite al paragrafo 3, art.6, della direttiva 2001/42/CE, e dalla lettera s), co.1, art.5, del D.Lgs. n.152/2006, come succ. i. e m.). ALLEGATO N.5 Elenco dei soggetti costituenti il “pubblico” ed il “pubblico interessato” (ovvero il “pubblico” così come definite al paragrafo 4, art.6, della direttiva 2001/42/CE, e dalle lettere u) e v), co.1, art.5, del D.Lgs. n.152/2006, come succ. i. e m.). ALLEGATO N.6 Quadro normativo di riferimento

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