Cronache CAI Dall'international Mountain Summit

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Cronache CAI Dall'international Mountain Summit FOCUS EVENTI CC rroonnaacchhee CCAAII ddaa llll’’IInntteerrnnaattiioonnaall MMoo uunnttaaiinn SSuummmmiitt Bressanone 30 ottobre 7 novembre 2010 LL’’eevveennttoo Dal 30 ottobre al 7 novembre si è svolta a Bressanone la seconda Diverse le sezioni in cui si è articolato il edizione dell’“International Mountain Summit”, piattaforma programma dell’IMS: Congress&Talk, Walk, internazionale che consente di “esaminare, discutere e celebrare Film, Foto, Projects, Media, il Boulder sotto tutti i suoi aspetti lo spazio di vita “montagna”. La Festival ed infine gli Special Events. Tra gli manifestazione ha visto la presenza di alcuni dei più importanti eventi più significativi, si sono tenuti un alpinisti di livello mondiale: Reinhold Messner, Nives Meroi, Denis congresso sul tema “La libertà di rischiare Urubko, Hans Kammerlander, Krzysztof Wielicki, Andy Holzer, Steve – Sulla libertà in montagna”, “Il turismo House, Mick Fowler, Simone Moro, Alessandro Gogna, Jerry Moffatt, sostenibile in montagna”, “Dolomiti Silvio Mondinelli, Kurt Diemberger, Stephen Venables. Patrimonio Mondiale Unesco”, e Avrebbe dovuto essere presente anche Kurt Albert, tragicamente l’intervento di Messner su “Dolomiti – scomparso il 28 settembre in seguito alla caduta da una via ferrata. partenza per i monti pallidi”. Si è svolta Unanime il cordoglio per la perdita di questa grande personalità del anche una tavola rotonda su “Le donne e mondo dell’alpinismo. Tra gli arrampicatori invece Rudi Moroder, la montagna” con Oh Eun Sun, la prima Christian Core, Paul Robinson, Kilian Fischhuber, Nalle Hukkataival, donna ad aver messo piede sulle vette Alizée Dufraisse, Alex Puccio, Anna Stöhr, Alex Johnson, Alexandra tutti i 14 Ottomila. Alla tavola rotonda Ladurner. hanno partecipato inoltre Billi Bierling, alpinista estrema e giornalista pubblicista, Eva Bachinger, giornalista della carta stampata specializzata tra l’altro in alpinismo, Ingrid Runggaldier, traduttrice e pubblicista, inoltre membro del comitato organizzatore del Festival internazionale di film della montagna di Trento. Moderatrice dell’incontro è stata Kay Rush, giornalista, conduttrice radiofonica e autrice televisiva. All’evento sono inoltre stati proiettati i contributi video di Gerlinde Kaltenbrunner e Reinhold Messner. Tra gli Event Partners del Summit anche il Club Alpino Italiano, presente inoltre con una “Serata CAI” sabato 6 novembre, con lo show di Lucio Gardin “Una montagna di risate”. LLaa lliibbeerrttàà ddii Renzler rriiss cchhiiaarree.. Wadsack SSuu llllaa lliibbeerrttàà Schlemmer iinn mmoonnttaaggnnaa Huber Martedì 2 novembre si è tenuto un congresso sul tema “La libertà di rischiare”, preceduto da una conferenza stampa. In programma anche l’intervento di Robert Renzler, segretario generale Club Alpino austriaco, sul tema “Diritto, rischio e responsabilità personale”. Warwitz Moltissimi i relatori intervenuti e assai ampia la ricchezza degli argomenti portati nella discussione. Christian Wadsack, presidente Club Alpino Austriaco, ha svolto una breve panoramica su alcuni degli incidenti più gravi della storia dell’alpinismo, sottolineando che Aichner “occorre sempre cercare un equilibrio tra motivazione e rischio. Quando si è pronti a vivere fino in fondo la propria passione per le montagne, si è anche disposti a morire, a osare. L’alpinismo è intrinsecamente rischioso, richiede grande preparazione psico-fisica e un’assunzione di responsabilità”. Tamara Schlemmer, Kratzer vicepresidente Club Alpino tedesco, ha parlato del ruolo e dell’importanza dei club alpini come motore per promuovere la conoscenza della montagna e le attività che vi si svolgono. “Le nostre associazioni tengono corsi di prevenzione e formazione per gli appassionati. La Wagner sicurezza è importante, e bisogna dotarsi degli strumenti per valutare correttamente il rischio, che fa parte dell’alpinismo ma può essere gestito”. Alexander Huber, famoso alpinista, ha ricordato alcune figure chiave di grandi pionieri della montagna, come Paul Preuss, Hermann Buhl, Reinhold Messner. Dopo le Mayrl imprese compiute da scalatori d’eccezione, Huber ha sottolineato che comunque l’alpinismo prosegue. “Non si tratta solo di salire le vette più alte, o di fare alpinismo estremo. Zanantoni Ermacora Zeller Simeoni Le emozioni che si possono provare scalando per esempio nelle Dolomiti, sono qualcosa di unico. L’alpinismo riserva sempre nuove dimensioni, nuove esperienze, a chi lo pratica”. Siegbert Warwitz, psicologo sperimentale e studioso di imprese rischiose, ha invece parlato dell’equilibrio tra saper affrontare il rischio e seguire comunque comportamenti responsabili. E’ intrinseco nell’uomo il desiderio di conoscenza, di superare i limiti. E questo comporta inevitabilmente una dose di rischio. “Ciò coinvolge anche la sfera dell’apprendimento. Cercare di realizzare i propri sogni porta a volte a compiere imprese eccezionali, che producono effetti benefici su tutta la società. Il limite del rischio deve comunque sempre essere la responsabilità personale”. Christian Aichner, di “Tirol Werbung”, ha invece parlato del tema “La svendita del rischio: lo sballo come prodotto di mercato”, in rappresentanza di Thilo Bohasch, direttore marketing presso la medesima realtà. Nel mondo del business turistico è fondamentale “offrire vacanze in sicurezza”. Il rischio quindi, ove presente, va spiegato ai clienti, che sono poi liberi di scegliere se svolgere lo stesso attività che presentano rischi. “In Alto Adige abbiamo un’importante tradizione alpinistica, ha spiegato il relatore, quindi sappiamo come preparare le offerte turistiche quando si tratta di montagna, sempre avendo al primo posto la sicurezza dei clienti”. Clemens Kratzer, redattore della rivista “Alpin”, ha parlato del rapporto tra montagna, giornalismo e mass-media. “Sempre più spesso, ha spiegato, la qualità dei contenuti viene purtroppo sacrificata al sensazionalismo, l’offrire contenuti impressionanti a un pubblico che lo richiede. Questo contribuisce talvolta a restituire un’immagine negativa della montagna”. Gli stessi giornalisti andrebbero formati meglio per fornire un’informazione più obiettiva e completa, ha concluso Kratzer. Si è poi discusso di aspetti legali relativi al tema del rischio e della sicurezza. Wolfgang Wagner, direttore del settore sport alpini DAV, ha sottolineato che le regole per la sicurezza sono fondamentali in montagna, ma chiedendosi se “sia ammissibile addirittura chiudere alcune montagne alla frequentazione. Va perciò trovato un equilibrio tra limitazioni legislative e responsabilità personali”. Hubert Mayrl, referente alpino AVS, ha evidenziato che leggi restrittive entrate in vigore anche in anni passati non hanno impedito alcuni episodi di incidenti gravi o addirittura morti, e che “dobbiamo sempre andare in montagna con responsabilità”. Carlo Zanantoni, delegato al CEN per l’Italia, CAI, ha parlato dell’importanza di rispettare le libertà degli alpinisti, sottolineando che “le associazioni alpinistiche devono essere pronte a difendere queste libertà”, posizione sostenuta tra gli altri anche da illustri scalatori. Andreas Ermacora, vicepresidente Club Alpino austriaco, ha parlato di “Responsabilità personale e giuridica nell’alpinismo sportivo”. Ha portato all’attenzione del pubblico alcuni casi di incidenti realmente accaduti nell’ambito del Club Alpino austriaco, nei quali si è dovuto procedere a un lavoro di accertamento di responsabilità, ed ha sottolineato che occorre puntare sulla “educazione e continua formazione” dei soci e degli istruttori. Karl Zeller, deputato alla Camera, ha parlato dell’importanza di vigilare sull’applicazione delle leggi, cosa che non sempre avviene, e di distinguere tra elementi oggettivi e soggettivi in caso d’incidente. “E’ importante stabilire dove vi sia dolo o colpa, e accertare tutti gli elementi importanti per chiarire la dinamica e la responsabilità dei fatti”. Georg Simeoni, presidente AVS, ha ringraziato l’International Mountain Summit per aver organizzato un dibattito su temi così importanti, legati a drammatici fatti d’attualità, e sottolineato che i club alpini “desiderano che il settore alpinistico resti libero da una legislazione eccessivamente vincolante. Sarebbe auspicabile avere meno leggi, ma farle rispettare di più. In ogni caso al rischio va sempre affiancata la responsabilità individuale”. La parte finale del convegno si è svolta in forma di tavola rotonda cui hanno partecipato lo stesso Simeoni, Michael Paus (direttore e moderatore di “Bergauf- Bergab”), Alexander Huber, Hanspeter Eisendle (alpinista e guida alpina), Christian Aichner, Christian Wadsack. Sono emersi come contenuti principali, tra gli altri, il ruolo e l’importanza dei vari club alpini per una corretta formazione e valutazione del rischio. Moderatore dell’evento Volker Steinbrecher, incaricato per la chiesa e lo sport del Land Württemberg. IIll ttuurriissmmoo ssoosstteenniibbiillee iinn mmoonnttaaggnnaa La Convenzione dei Carpazi, ha sottolineato il relatore, ha tra i propri obiettivi “lo sviluppo sostenibile, la protezione dell’ambiente, l’instaurazione di collaborazioni transfrontaliere e la promozione di questa fascia montuosa in Europa”. Un nuovo tipo di sviluppo attraverso la conservazione è possibile, ha proseguito Sandei, e vi sono diverse iniziative già messe in campo a favore dell’educazione sui temi ecologici, anche a livello scolastico. Franco Capraro, Board Member CAI, ha parlato de “Il turismo sostenibile dal punto di vista dei Club Alpini Italiani”. Tra i concetti principali del suo discorso, il diritto e la libertà
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