LA RESISTENZA VADESE a Giovanni E Sara ISREC

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LA RESISTENZA VADESE a Giovanni E Sara ISREC ALMERINO LUNARDON LA RESISTENZA VADESE A Giovanni e Sara ISREC Istituto Storico della Resistenza COMUNE DI e dell’Età Contemporanea VADO LIGURE della provincia di Savona ALMERINO LUNARDON LA RESISTENZA VADESE VADO LIGURE 2005 LA RESISTENZA VADESE di Almerino Lunardon Pubblicazione promossa da: Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea della provincia di Savona Comune di Vado Ligure Sponsor Provincia di Savona Cassa di Risparmio di Savona Unione Industriali della Provincia di Savona Contributo di Guido Malandra: cap. VI “I Volontari della libertà vadesi” Collaborazioni per alcune ricerche d’Archivio e trascrizione di documenti: Donatella Ventura, Paolo Ramagli, Luca Bottaro Collaborazioni per alcune interviste: Roberto Costagli e Luca Bottaro Hanno fornito alcuni materiali e notizie: Piero Morachioli, Giorgio Preteni, Sergio Leti, Sergio Istello, Enrico Vigneto, Giancarlo Esposito, Don Nicola Lorini In copertina: dipinto di Sergio Palladini “Le Rocce Bianche”. Progetto grafico: Almerino Lunardon e Mario Lorenzo Paggi Foto utilizzate: Arch. Personale pp. 47,48,49,65,158,161,301; Arch. Esso Italiana pp. 48,49 (in basso) S.O.M.S. Pace e Lavoro - Valle pp. 95,101,132,148,161 (in basso),166,210,227,228 Ciarlo Beppe pp.66,232,233,245,274,294,303,314, 378, 395; Vigneto Enrico p.156,198,306,396,422 (in basso); Faccio Silvio pp. 194,195, 491; Esposito Giancarlo pp. 171,176,181,183; Leti Sergio p.269; Preteni Giorgio pp.105,242,386,422; Fulvio Scotto p. 234; Babboni Giancarlo p. 50; Cabiati Vincenzo pp.382,389; Bressano Mara p. 399; dal “Catalogo A.Cabiati” p.384; dal libro “Non dimentichiamo” p.284; dal libro “Bergeggi: un’isola…” p. 187; dal libro “La valle rossa” p. 134, 219; dipinto donato al Museo Civico Villa Groppallo dal partito dei DS di Vado Ligure, pp.6,270; dal libro “Il movimento cattolico a Savona” p. 300; dal libro “Il teccio del Tersé” p. 237; da “Novant’anni di Croce a Vado L.” pp. 260,264; dal “Diario Garibaldino” p.106; dal “Diario di Delfo e Diario di Milly” pp.288,291,292. Si ringraziano per la disponibilità ad essere stati intervistati: Carlo Russo, Piero Morachioli, Angelo Parodi, Dino Bolla, Luciano Bessi e Osvaldo Pessano, Edoardo Zerbino, M. Luisa Cocito, Vincenzo Cabiati, Mara Bressano, Ines Marabotto. Un particolare ringraziamento va a mia moglie, Gemma Babboni, che mi è stata vicina durante la preparazione e l’elaborazione del libro. Questo lavoro è stato possibile per la frequentazione, su indicazione del Comitato Direttivo dell’ISREC della provincia di Savona, con Giuseppe Amasio che mi ha fatto dono del suo archivio personale e con Pietro Morachioli che mi ha seguito con entusiasmo e competenza fino alla fine. © Copyright 2005 - Almerino Lunardon Istituto Storico della Resistenza e dell’età Contemporanea della provincia di Savona Comune di Vado Ligure Stampa: Marco Sabatelli Editore, Via Servettaz 39, Savona PRESENTAZIONE Vado Ligure ha avuto moltissimo dalla Resistenza: quanto ha avuto il resto dell’Ita- lia e ancora qualcosa in più. Il ritorno della libertà ha consentito la ripresa e lo sviluppo della ricca rete dell’as- sociazionismo e del volontariato, dalle Società di Mutuo Soccorso alla Croce Rossa; ha permesso la crescita e l’affermarsi di un forte movimento per la difesa dei diritti e delle condizioni dei lavoratori e delle loro famiglie. Inoltre ha dato una spinta alla unificazione e alla maturazione di una forte identità civica del Comune di Vado Ligure. Lunardon illustra molto bene, soprattutto quanto descrive la storia dei sei distaccamenti della Brigata SAP “Clelia Corradini”, come l’i- dentità dei borghi e delle frazioni si sia trasfusa in un movimento unitario. Qui la Resi- stenza appare come una vera e propria rifondazione della città. Attraverso un sapiente intreccio di ricorso alle fonti documentali, alle testimonianze dei protagonisti e a quanto di più valido è emerso dalle precedenti ricerche e pubblica- zioni, questa storia de “La Resistenza Vadese” ci offre le caratteristiche fondamentali che ha avuto la nostra lotta di Liberazione. Tra le altre, vorrei sottolineare: • il profondo legame con le realtà di fabbrica e del movimento operaio; • l’importanza militare assunta nel vadese dalla lotta partigiana; • la tensione sostanzialmente unitaria, nei rapporti tra popolazione e partigiani e tra le forze politiche e correnti culturali. In questo 60º Anniversario della Liberazione credo che non si sarebbe potuto rende- re omaggio migliore ai caduti partigiani, e a tutti i loro compagni di lotta, che con la pubblicazione di un testo documentato e organico come questo. Voglio pertanto ringraziare l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contempo- ranea, il professor Almerino Lunardon, e quanti hanno collaborato alla realizzazione del presente volume. Voglio ringraziare infine, per tutto ciò che hanno fatto durante e dopo la Resistenza e anche per il contributo diretto alla redazione di questo volume, tutti coloro che hanno portato le loro testimonianze. Molti in questi anni sono mancati, ma resta indimentica- to e indimenticabile il contributo che hanno dato alla causa della democrazia nel no- stro paese, dedicando ad essa le loro vite e invitando i giovani a continuare questa bat- taglia ideale. Carlo Giacobbe Sindaco di Vado Ligure “Tortura alla partigiana Clelia Corradini” di Achille Cabiati. PRESENTAZIONE Il lavoro di Almerino Lunardon dedicato alla Resistenza Vadese è, per molti aspetti, un lavoro esemplare. Esso è documentato in modo preciso, analitico e approfondito, ricco di riferimenti; è un testo di lettura certo complessa, ma piacevole e vivace. Il primo elemento che viene valorizzato è il quadro di riferimento politico e sociale nazionale e internazionale nel quale si svolgono gli avvenimen- ti narrati. Si passa dalla storia nazionale a quella locale e questo consente di avere una visione d’assieme più ampia e organica e di cogliere in modo corretto le specificità dei fatti locali. Questa ricchezza di prospettiva e di analisi dà la giusta evidenza alla realtà storica esaminata. La storia di Vado appare, con la chiave di lettura proposto da Lunardon, assolutamente straordinaria sia per le radici profonde della sua storia industriale, così ricca e ampia, sia per la presen- za, in un certo senso conseguente, di una classe operaia organiz- zata e avanzata. Giuseppe Amasio Le presenze sindacali e politiche già prima del fascismo lasciano una traccia profonda e significativa che sfocia in una solidarietà ampia e diffusa nei confronti della Resistenza di un’amplissima fascia di popolazione. Vado è naturalmente, fisio- logicamente, antifascista. A Vado si mettono in luce già nella Resistenza dirigenti poli- tici di grande valore e l’intreccio naturale è tra la classe operaia dell’industria, i partiti antifascisti (in modo particolare e specifi- co il partito comunista), una tradizione popolare di forti radici fatte di coesione e compattezza. La Resistenza è nel vadese contemporaneamente una lotta di Armando Magliotto liberazione, una difesa dei diritti civili e della convivenza, la voglia di costruire un mondo nuovo. Non a caso si parla non solo di “Resistenza vadese” ma anche – ricorda Lunardon – di un “partito comunista vadese”, tale era il ruolo complessivo che, nel contesto provinciale, aveva il grup- po dirigente del PCI di Vado: basta ricordare i vadesi Amasio, Magliotto e Morachioli, protagonisti di primo piano della vita politica e amministrativa del dopoguerra che proprio nella pale- stra dell’antifascismo vadese si formano e assumono ruoli diri- genti già durante la guerra di liberazione. Mi sia consentito di considerare questo testo un commosso omaggio alla loro memo- ria e al loro impegno. Pietro Morachioli È un intreccio complessivo, non facilmente districabile, un 8 La Resistenza vadese comune sentire che tiene assieme per un periodo straordinario e fecondo tutta una popo- lazione nelle sue diverse sensibilità culturali, politiche e religiose. Il lavoro di Lunardon consente un’altra riflessione fondamentale: per gli anni rac- contati parlano i fatti, gli atti, i comportamenti incontestabili e le scelte dei singoli. Giunti al termine della lettura possiamo chiederci: è applicabile una categoria “revi- sionistica” a queste vicende? C’è da riapprezzare e da rimodulare il giudizio sugli avversari, sui nemici? Ci sono zone d’ombre significative ed equivoche, come oggi si cerca di valorizzare in altri contesti, nel movimento della Resistenza Vadese? La rispo- sta è chiaramente no ad ognuna di queste domande. L’antifascismo che si cementa con la classe operaia e si salda con la popolazione (basta ripensare al ruolo importantissimo delle SAP), e che nella durezza della lotta armata prefigura ed avvia la costruzione della democrazia appare come un valore certo, fondante e positivo sul quale poter edificare l’Italia del dopoguerra. Il gruppo dirigente che esce dalla Resistenza è quello che si porrà alla testa della ricostruzione e delle amministrazioni, sancendo un’intesa profonda tra le nuove istituzioni e la Resistenza la cui sintesi è la Costituzione. Questo e non altro è il messaggio chiaro che viene fuori, con buona pace dei revi- sionismi vecchi e nuovi, dalla lettura dei documenti, degli atti e delle testimonianze. Di queste indicazioni dobbiamo essere grati a Lunardon nel momento in cui ci consegna questa storia della Resistenza Vadese che resterà certamente un punto fermo nella ricer- ca storica seria e appassionata che dobbiamo estendere e coltivare nello specifico inte- resse della conservazione del ricordo, della memoria e della formazione delle genera- zioni future. Sergio Tortarolo Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea della Provincia di Savona PREFAZIONE Una delle difficoltà che gli storici si trovano di fronte studiando il Novecento è quella relativa alla memoria che di questo tempo ne hanno molti protagonisti e in ge- nerale quanti lo hanno attraversato in tutto o in parte e sono in grado di darne la loro testimonianza. E ciò, non soltanto perché vi è chi pensa che la propria memoria coincida con la sto- ria del Novecento ma perché del secolo appena trascorso vi sono memorie, ancor oggi, profondamente divise.
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