Chico Il Professore
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Collana anarchici e movimento operaio 1 Chico il professore ISBN: 978-88-95950-31-0 Prima edizione italiana maggio 2013 Associazione culturale “Zero in Condotta” Casella Postale 17127-Milano 67 20128 Milano tel. 3771455118 e-mail: [email protected] www.zeroincondotta.org Edizioni La Fiaccola Associazione Culturale “Sicilia Punto L” via Garibaldi 2 A , 97100 Ragusa sezione la Fiaccola via Tommaso Fazello 133, 96017 Noto (SR) tel. 0931 894033 [email protected] www.sicilialibertaria.it 2 ANTONIO ORLANDO ANGELO PAGLIARO CHICO IL PROFESSORE Vita e morte di Francesco Barbieri, l’anarchico dei due mondi prefazione di Francisco Madrid Santos La Fiaccola 3 Chico il professore “…tutto è così allegro e nessuno si occupa di te. E questo mi succede sempre e dappertutto. Ognuno si è procacciato il suo posticino sulla terra, ha la sua calda stufa, la sua tazza di caffè, la sua donna, il suo bicchiere di vino la sera e così è soddisfatto. Io non sto bene da nessuna parte. È come se fossi arrivato ovunque troppo tardi, è come se il mondo non avesse proprio previsto la mia esistenza”. (Joseph Karl von Eichendorff, Vita di un perdigiorno, 1826) “…et forsan haec olim meminisse iuvabit”. (Virgilio, Eneide, I, 203) 4 Ringraziamenti Questo libro è frutto di un lavoro comune, da noi avviato, però, se- paratamente, in tempi e modi diversi; soltanto nella parte conclusiva, allorquando è cominciata la stesura finale del testo, per uno di quegli inspiegabili e fortunati accidenti del destino, il caso ha voluto che noi due ci incontrassimo. Così il materiale da ciascuno raccolto nel corso di un quindicennio di ricerche, è diventato patrimonio di entrambi e ciò ha consentito di realizzare un libro molto più completo di quan- to si sarebbe potuto ottenere individualmente. La stesura del testo è, però, comune. Naturalmente, nel corso di questi lunghi anni, abbiamo contratto una serie di debiti di riconoscenza con decine e decine di per- sone, che ci hanno aiutato, consigliato, sostenuto, incoraggiato e a tutti costoro rivolgiamo il nostro ringraziamento più sincero. Con alcuni di loro il rapporto si è trasformato in amicizia e forse questo, tra tutti, è il risultato più bello che potessimo sperare di ottenere. Dobbiamo, però, menzionare alcune persone con le quali abbiamo particolari debiti di riconoscenza a cominciare da Aurelio Chessa, alla cui memoria questo libro è idealmente dedicato, che per primo, tanti anni fa, ci spinse ad indagare sul Nostro, verso il quale nutriva uno strano sentimento fram- misto di ammirazione e risentimento; e poi sua figlia, Fiamma, punto di riferimento fondamentale ed ineludibile di tutte le nostre ricerche nonché ancora di salvezza nei momenti difficili: la sua disponibilità e la sua signorilità sono veramente impareggiabili, segno di un amore ver- so il suo lavoro che svolge con grande competenza e forte passione. Un grazie particolare a Francisco (“Paco”) Madrid Santo s, studioso del- l’anarchismo spagnolo, profondo conoscitore del pensiero di Berneri, con il quale, per qualche anno, abbiamo intrattenuto una corrisponden- za quasi quotidiana; a Maria Luisa M agagnoli, giornalista e scrittrice raffinata; ad Adriana Atan, giovane giornalista argentina che ha ese- guito per nostro conto ricerche ed indagini a Buenos Aires e con la qua- le abbiamo avuto modo di confrontarci e discutere; a Osvaldo Bayer, storico e giornalista argentino, esule in Germania durante la terribile dittatura militare ed autentica memoria storica del movimento liber- tario sud-americano; e ancora al prof. Giuseppe Masi , Direttore del- l’I.C.S.A.I.C. di Cosenza, studioso attento, amico, consigliere, un’altra ancora di sicurezza; al dr. Rocco Lentini, Direttore dell’Istituto “Ugo Arcuri” per la Storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea in provincia di Reggio Calabria, al prof. Agostino Formica, al prof. Anto- nio Bagnato, tutti insigni studiosi della realtà calabrese. Negli ambienti anarchici abbiamo trovato immensa disponibilità sia tra gli accademici – e la nostra gratitudine va al prof. Claudio Venza dell’Università di Trieste, al compianto prof. Luigi Di Lembo dell’Università di Firenze e al prof. Gianni Carrozza dell’Università La Sorbona di Parigi – sia 5 Chico il professore tra i militanti del movimento, come Franco Iachetta e Franco Schirone, che ci ha fornito documenti preziosi ed originali, Paolo Finzi, Tomaso Mar abini ed altri. Ringraziamo, inoltre, i funzionari dell’Archivio di Stato di Roma e degli uffici anagrafe dei comuni di Briatico e Zambrone e Alessandro Bagnato per il loro aiuto nelle ricerche in loco. Un ringra- ziamento speciale dobbiamo rivolgere al prof. Fabio Cuzzola, perché grazie alla sua grande carica e al suo entusiasmo siamo riusciti a supe- rare difficoltà ed ostacoli che sembravano insormontabili, e alla d.ssa Valentina Confido, editor, che ha curato la prima stesura del lavoro. Non possiamo, infine, dimenticare le nostre famiglie che hanno sop- portato i nostri sbalzi d’umore ed alle quali, spesso, abbiamo imposto sacrifici e rinunce; senza il loro silenzioso apporto non sarebbe stato possibile portare a termine quest’opera. 6 Indice Prefazione pag. 9 Introduzione 25 Capitolo 1 Briatico, storici entusiasmi 35 Capitolo 2 L’infanzia, la giovinezza, la prima emigrazione e la guerra 41 Capitolo 3 L’epopea argentina 57 Un’Argentina effervescente 58 Anarchici espropriatori 63 Nell’inferno di Buenos Aires 68 Fascismo en Italia, violencia en la Argentina 72 Capitolo 4 Intermezzo europeo Un amaro ritorno, un esilio forzato 99 Contro il fascismo: tra spie, delatori e fuoriusciti 110 Arresto ed espulsione 118 Dalle Baleari al carcere 132 7 Chico il professore Capitolo 5 Di nuovo in Spagna per la Rivoluzione libertaria pag. 153 Da “Monte Pelato” a Barcellona. 159 Plaza de l’Angel 166 Investigacion anarquista 170 Capitolo 6 Maggio 1937 193 Uno scontro fratricida 203 Due anarchici italiani 214 Dentro il vortice 229 Capitolo 7 Un omicidio politico 255 Le ragioni di un delitto politico 270 Un banale regolamento di conti “tra amici”? 287 Capitolo 8 Una “non” conclusione 327 Bibliografia 333 Indice delle abbreviazioni 347 8 Prefazione Francesco Barbieri e Camillo Berneri, due anarchici uniti da uno stesso destino di Francisco Madrid Santos I problemi che ha dovuto affrontare l’anarchismo fin dal suo nascere sono molti, ma, secondo la mia opinione, due emergono tra tutti gli altri e per di più si ripresentano costantemente, dimostrando, tra le altre cose, che essi non si risolvono una volta per tutte, poiché necessitano di essere analizzati in ciascun momento storico. Questi due problemi riguardano la questione della violenza e l’organizzazione; due aspetti che sono, per di più, strettamente connessi. Per quelle organizzazioni, partiti, sindacati, gruppi, ecc., basati sul principio di autorità, sia asso- luta, che “democratica”, il problema organizzativo si risolve con rela- tiva facilità richiamandosi alla disciplina e all’osservanza degli ordini emanati dall’autorità legittimamente costituita. Esse rappresentano il riflesso fedele della società dentro la quale sono immerse e portano a termine il loro compito con grande efficacia, risolvendo i loro problemi di dissenso con colpi ad effetto che servono per lo più da espediente per purificare il corpo incancrenito di questi organismi; allo stesso modo si comportano i poteri istituzionali della società. Per gli anarchici, inve- ce, il problema dell’organizzazione non è certo risolvibile accogliendo imput dall’alto, perché così facendo si andrebbe contro uno dei fonda- menti più importanti su cui poggia questa ideologia, proprio mentre è necessario trovare il modo di organizzare la lotta contro lo Stato e il Capitale nella forma più efficace possibile senza sminuire l’autonomia individuale nel suo significato proprio. Per questo non c’è da meravi- gliarsi se, nel corso dell’evoluzione del movimento anarchico, si siano sperimentate e messe in atto numerose forme di organizzazione, e tra queste, la più efficace, sia risultata quella che prevede la flessibilità del gruppo di affinità anarchica. La sua azione si dispiega su tutti i fronti di lotta aperti nello scontro con lo Stato e lo sfruttamento del Capitale, collegandosi al tempo stesso con la struttura organizzativa che i lavo- ratori hanno realizzato nella lotta contro lo sfruttamento capitalistico, finendo così per imprimerle la sua particolare impronta libertaria. Più avanti analizzeremo le difficoltà che si presentano in questo tipo di or- ganizzazioni e come questi svantaggi vengano utilizzati dai critici del- l’ideologia anarchica. Per cui rispetto al tema della violenza, mi preme in primo luogo analizzare la violenza repressiva scatenata dallo Stato e dalle sue istituzioni contro il movimento anarchico in modo preven- 9 Chico il professore tivo ossia prima ancora che questo manifesti qualche atto violento. Per quel che riguarda altri tipi di violenza, e i tentativi d’identificazione dell’anarchismo con il terrorismo, mi occuperò più avanti. La persecu- zione dell’ideologia anarchica da parte degli Stati rispondeva alla de- terminazione di combatterla e distruggerla, perché tra i due non poteva esistere nessun tipo di accordo. Questo concetto lo espresse con grande chiarezza Sagasta, un uomo di governo spagnolo, anche se si riferiva all’Internazionale, faceva di fatto allusione all’anarchismo, che era ri- sultato essere la tendenza maggioritaria in Spagna, e finì per affermare che “era l’utopia filosofica del crimine”. Fu il primo grido di guerra, che sarebbe stato ripetuto instancabilmente da tutti quelli che detenevano o ambivano al potere e da quanti prosperavano alla sua ombra. Alcuni anarchici scelsero la strada dell’azione e portarono a termine attentati sanguinosi, giustificabili dal punto di vista della lotta disperata contro la cieca repressione dello Stato e delle sue istituzioni, ma non si tratta di giustificare questi gesti, quanto di analizzarli da tutti i punti di vista possibili. Tra il 24 novembre ed il 21 dicembre del 1898 venne convocata, a Roma, una conferenza anti-anarchica alla quale parteciparono diversi Stati europei; l’obiettivo era quello di affermare la criminalizzazione dell’anarchismo equiparandolo al terrorismo.