Elaborato Finale
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PISA Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere Corso di Laurea in Scienza dei Beni Culturali Tesi di laurea triennale La casa volante RELATORE CANDIDATO Prof. Denise Ulivieri Greta Petacco ANNO ACCADEMICO 2016-17 SOMMARIO pagina ABSTRACT ....................................................................................................................................... III INTRODUZIONE ................................................................................................................................ 1 CAPITOLO 1: LA CASA .................................................................................................................... 7 1.1 Da dove nasce l’idea ................................................................................................................. 7 1.2 Costruzione e funzionamento .................................................................................................... 9 1.3 La casa finita e come è oggi .................................................................................................... 25 1.4 Curiosità .................................................................................................................................. 28 CAPITOLO 2: L’INVENTORE ANNUNZIO LAGOMARSINI ..................................................... 31 2.1 Vita .......................................................................................................................................... 31 2.2 Altre invenzioni ....................................................................................................................... 33 2.3 Apparizioni su riviste e TV ...................................................................................................... 37 CONCLUSIONI................................................................................................................................. 38 INDICE FIGURE ............................................................................................................................... 39 FONTI E BIBLIOGRAFIE ................................................................................................................ 41 II ABSTRACT Un titolo molto particolare, tanto quanto l’opera che rappresenta: la presente tesi verte infatti sullo studio di un’abitazione piuttosto singolare nel suo genere, in grado di potersi elevare, girare su se stessa e camminare, e dell’abilità del suo costruttore Annunzio Lagomarsini, il quale, senza aiuto alcuno se non delle sue sole forze, è riuscito a realizzare un’opera d’ingegneria straordinaria, ammirata in tutto il mondo, ma che ancora nessuno è in grado di capirne il funzionamento per rimetterlo in pratica in altri edifici. A causa dell’avanzata età dell’inventore, i colloqui realizzati con lui per la redazione di questo studio sono stati integrati anche con interviste già precedentemente condotte negli anni passati. L’elaborato si compone di due capitoli: nel primo si introduce il tipo di edificio e se ne illustra la storia, o meglio l’idea che diede avvio alla realizzazione e le dinamiche costruttive; il secondo capitolo traccia invece una biografia del Sig. Lagomarsini, soffermandosi brevemente anche sulle altre invenzioni da lui realizzate, per concludersi poi con le apparizioni sui giornali/riviste e in TV, ospite di programmi Rai e non. Il capitolo introduttivo presenta un excursus sulla storia e lo sviluppo delle “case mobili”, categoria nella quale possiamo inserire il soggetto principale di questo studio, donandogli quindi un contesto esistenziale più ampio. La scelta di trattare questo particolare tema scaturisce dalla volontà di riportare in luce l’ormai dimenticata dimora “volante” e il suo singolare inventore, il quale nel corso degli ultimi anni si è ritrovato più volte a pensare di abbattere la sua creazione senza lasciarne più traccia se non qualche fotografia sbiadita o articolo di giornale ingiallito. L’obbiettivo di tale studio quindi è quello di rendere omaggio al sig. Annunzio e al suo genio e fare in modo che la casa diventi un monumento da ammirare e del quale godere. III INTRODUZIONE Le case mobili La dimora che andrò ad analizzare, per quanto straordinaria e unica sia, può però essere inserita in un contesto storico e architettonico di più ampie dimensioni che è quello delle cosiddette “case mobili”. Si pensi infatti che le costruzioni in movimento sono in uso da quando l’umanità ha cominciato a costruire, ma solo recentemente si è iniziato a considerarle come architetture; infatti l’idea di movimento e nomadismo si è sempre accompagnata alla provvisorietà, alla transitorietà, alla precarietà. Non sempre questo è vero perché mobilità è progresso ed evoluzione, mentre immobilità è staticità, mancanza di comunicazione e interrelazione.1 Il moto, la mobilità e il movimento sono alla base della vita sulla terra e ciò era sostenuto anche dal geniale Leonardo Da Vinci; abitare in movimento e quindi vivere la mobilità è un concetto antico ma allo stesso tempo moderno2. Questo tipo di costruzione si sviluppò in primis nell’ambiente statunitense, ove l’architettura ha sempre avuto un carattere distintivo rispetto ad altre culture architettoniche: la casa americana infatti è da sempre più transitoria e temporanea, fino ad arrivare al concetto di mobile home o di caravan. La storia dell’architettura europea è fatta di stili litoidei, romanici, gotici, rinascimentali o barocchi, fatti di pietre, di marmi, graniti, porfidi che costruiscono imponenti cattedrali, castelli e città murate, mentre la storia architettonica americana è caratterizzata da strutture leggere di legno o di acciaio e vetro per realizzare villette monofamiliari o alti edifici, costruiti però sotto magistero dei carpentieri dei clippers3 e dell’architettura navale tradizionale4. L’architettura tradizionale è stata rivalutata e le costruzioni che prima venivano etichettate come “primitive”, adesso vengono riconosciute come una valida risposta alle condizioni ambientali, sociali e culturali5; basti pensare come la forma più tradizionale di strutture come tende, teepee6 e 1 M. RUFFINI (prefazione), Abitare on the road, di E. Trivellin, Firenze 2003, p.10. 2 Ibidem. 3 Sono lunghi e stretti vascelli di legno con alte vele di tela, le navi più veloci al mondo che hanno dominato gli oceani dal 1843 al 1868. La parola “clipper” potrebbe trarre origine da “clip” che significa “correre rapidamente”. http://www.encyclopedia.com/history/united-states-and-canada/us-history/clipper-ships, ultimo aggiornamento 2003, consultato 23 settembre 2017. 4 M. RUFFINI (prefazione), Abitare on the road, di E. Trivellin, cit. 5 R. KRONENBURG, Portable Architecture, Berlino 2008, p.8. 6 Tenda dei Nativi Americani, generalmente realizzata con un telaio conico formato da lunghi pali, sopra il quale viene posizionata una coperta fatta di pelle animale; presenta nella parte sommitale un’apertura per la ventilazione e un’entrata a “falda”. 1 yurt7 utilizzano delle sofisticate tecniche di costruzione e complessi schemi abitativi che non solo hanno conservato la loro rilevanza per milioni di anni, ma sono anche collegate ad alcuni dei più sofisticati esempi di edifici di oggi8. Nel mondo sviluppato, i fabbricati smontabili sono già largamente usati in diversi luoghi – nel commercio, nell’industria, nell’istruzione, assistenza sanitaria, alloggio e per i militari9. Breve storia Le più antiche civiltà di cui si abbia notizia sono quelle dei popoli nomadi. Le grandi migrazioni avvennero perché le popolazioni erano costrette a cambiare continuamente sede in cerca di luoghi ove i frutti fossero più abbondanti, il clima più temperato, la selvaggina più numerosa; furono gli intermediari della civiltà e come tali promossero il progresso umano nel mondo10. Ad ogni modo, lo spostamento attuato da queste popolazioni era periodico per garantire la sopravvivenza e la riproduzione del gruppo. Con lo sviluppo dell’agricoltura e la nascita della vita pastorale, gli uomini decisero di insediarsi stabilmente in un territorio e ciò portò ad enormi cambiamenti nel modo di vivere della maggioranza della popolazione, ma nonostante il manifestarsi di questo fenomeno, parte di essa ritenne il nomadismo come una componente fondamentale della propria cultura, come una necessita e per alcuni una scelta11. Le più tipiche dimore mobili di queste popolazioni sono le tipi, caratteristici dei primi abitanti paleolitici del Nord America, tende, proprie dei popoli nomadi del Nord Africa e beduini, yurt o ger, utilizzati dalle tribù che vanno dall’Iran fino alla Mongolia, indlu, ovvero le capanne tipiche della popolazione Zulu, ma non sono le uniche12. Queste strutture portatili vengono affiancate dalle cosiddette boat ‘dwellings’13 e wheeled ‘buildings’14; le prime sono state la più antica forma di trasporto disponibile all’uomo, in grado di attraversare grandi distanze, diventando la dimora dei marinai. In certe circostanze inusuali, la priorità delle caratteristiche della barca vengono subordinate a quelle dell’abitazione. In alcune aree del mondo, l’acqua rappresenta il posto migliore http://www.dictionary.com/browse/teepee, ultimo aggiornamento 2012, consultato 22 settembre 2017. 7 È una dimora a tenda della popolazione Mongola e Turca dell’Asia Centrale, consistente di mura cilindriche formate da pali che creano una struttura reticolata e con un tetto conico anch’esso realizzato con pali, entrambi coperti da feltro e pelli. http://www.dictionary.com/browse/yurt, ultimo aggiornamento 2012, consultato 22 settembre 2017.