Da Cervantes a Welles: Luce Su Don Quijote

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Da Cervantes a Welles: Luce Su Don Quijote DA CERVANTES A WELLES: LUCE SU DON QUIJOTE Brigidina Gentile (*) Desocupado lector: sin juramento me podrás creer que quisiera que este libro, como hijo del entendimiento, fuera el más hermoso, el más gallardo y más discreto que pudie- ra imaginarse. Miguel de Cervantes Non mi piace il cinema se non quando giro; allora biso- gna sapere non essere timidi con la macchina da presa, farle violenza, abbattere le sue difese, perché essa è uno spregevole meccanismo: Quello che conta è la poesia. Orson Welles (Bazin, 1980: 157) Don Quijote film di Orson Welles (1957-1969-incompleto) Regia: Orson Welles. Produttori: Orson Welles, Oscar Dancigers. Sceneggiatura: Orson Welles, dal romanzo Don Quijote di Miguel de Cervantes. Voce del narratore: Orson Welles. Direttore della fotografia (bianco e nero): Jack Draper. Aiuto cameraman: Orson Welles. Fonico: Jack Draper. Operatori alla macchina: Ricardo Navarrete, Giorgio Tonti. Aiuto regista e segreteria di edizione: Paola Mori, Maurizio Lucidi. Montatori: Renzo Lucidi, Maurizio Lucidi, Mauro Bonanni. Cast: Francisco Reiguera (don Quijote), Akim Tamiroff (Sancho Panza), Orson Welles (se stesso), Patty Mc Cormack (Dulcinea), Paola Mori (la ragaz- za sul motoscooter e altri). Girato in Messico (Città del Messico, Puebla, Tepozlan, Texcoco, Rio Frio), Spagna (Pamplona, Siviglia), Italia (Roma, Manziana, Civitavecchia). (*) Università di Roma “Tor Vergata” 127 AISPI. Actas XXIII (2005). Brigidina GENTILE. Da Cervantes a Welles: luce su don Quijote Brigidina Gentile “Certo, non si può decidere niente finché tutto non è finito, ma anche allo- ra non si può essere sicuri: perché come si fa a sapere quando una cosa è finita, per davvero e per sempre?”. Ho voluto prendere in prestito questa frase1 pro- nunciata da Michael O’Hara nel film The Lady from Shangai (1948), per iniziare questo viaggio con Orson Welles e don Quijote. Una frase che ben si adatta alla never ending story del suo in-finito film, una delle più audaci versioni cinemato- grafiche del romanzo di Cervantes. “Avevo cominciato a fare un programma per la televisione di mezz’ora” -aveva detto Welles in un’intervista- “ma poi mi sono così perdutamente innamorato del mio soggetto che l’ho ingrandito via via e ho continuato a girarlo man mano che guadagnavo dei soldi” 2. Si può dire che il film si è ingrandito mentre lo faceva. È un po’ quello che è accaduto a Cervan- tes che si era messo a scrivere un racconto ma poi si accorse che don Quijote e Sancho Panza non potevano restare confinati dentro quel limite e li fece cavalca- re dentro due voluminosi libri. L’avventura del don Quijote di Welles iniziò nel- l’anno 1955. L’idea era di girare un programma televisivo3 ma non potendo uti- lizzare l’attore Mischa Auer, che aveva già altri impegni, Welles decise di far fare il personaggio del Quijote allo spagnolo Francisco Reiguera, esiliato in Messico dopo la Guerra Civile Spagnola. Per questo motivo il 29 giugno del 1957 Welles partì alla volta di Città del Messico, effettuando le prime riprese con Akim Tami- roff e Francisco Reiguera in agosto per poi proseguire fino alla fine di ottobre, girando a Città del Messico, Tepoztlan, Rio Frío, Texcoco e Puebla. Welles filmò altre scene del film a Roma nell’agosto del 1958. Dopo queste riprese la lavora- zione venne sospesa per due anni, durante i quali Welles fece altre cose, lavo- rando tra cinema e teatro, anche per raccogliere il denaro necessario a conti- nuare il “suo” film sul Quijote. Riprese a girare nel 1960, sempre in Italia, prose- guendo qui anche il lavoro di montaggio. Nello stesso periodo presentò alla RAI- TV italiana, il progetto di un documentario sulla Spagna, intitolato “Nelle terre di Don Chisciotte”. La Rai approvò il progetto del documentario4 e nell’aprile 1 Questa frase la pronunciava Michael O’Hara al suo primo incontro con Elsa Bannister al Central Park (Naremore, 1993: 376). 2 Welles, in “Catalogo film: Don Chisciotte di Orson Welles”, http://www.municipio.re.it 3 Orson Welles, preparando una sorta di sceneggiatura per questa trasmissione televisiva di trenta minuti (commissionatagli da Frank Sinatra che voleva inserirla nella sua programmazio- ne settimanale per la American Broadcasting Company), scrisse che Don Quijote e Sancho Panza “Son tan eternos como el tiempo. Es el Anno Domini 1955 pero no han cambiado. Nunca lo harán. La electricidad y el motor de gasolina han llegado a España pero harán falta más que automó- viles y motos para desplazar del camino español a esta pareja. En el sueño de Don Quijote, donde los molinos son gigantes, las motos son dragones, y una joven hermosa siempre es Dulcinea” (Juan Cobos, 1993: 18) 4 Realizzato in nove episodi, per complessivi 203’ nell’edizione completa, mandato in onda per la prima volta dalla TV italiana nel 1964-65, una seconda nel 1987, ripetutamente negli anni da “Fuoriorario” e infine da RAISAT nel 2002. Cfr Ghezzi, 1995. 128 AISPI. Actas XXIII (2005). Brigidina GENTILE. Da Cervantes a Welles: luce su don Quijote Da Cervantes a Welles: luce su don Quijote del 1961 Welles partì con la moglie Paola Mori, la figlia Beatrice e il produttore esecutivo Alessandro Tasca di Cutò, alla volta della Spagna. Nell’estate dello stes- so anno chiamò in Spagna anche Tamiroff e Reiguera, e girò molte scene del film Don Quijote proprio durante la lavorazione del documentario per la RAI. Sempre in questo fortunato e fruttifero periodo Welles fece registrare anche un tema musicale del chitarrista Juan Serrano per i titoli di testa del film. Tutte le riprese del Don Quijote vennero girate in agosto e in settembre perché, come lo stesso Welles aveva spiegato a Mauro Bonanni, suo aiuto montatore dall’aprile del 1969 al marzo del 1970, soltanto in questo periodo si vedono quelle partico- lari nuvole a cumulo che sono il leit motiv del film. Nel 1969 Welles, che si trova- va in Italia, riuscì a trascorrere due giorni a Civitavecchia con il suo operatore, che in quel periodo era Giorgio Tonti, per girare delle panoramiche della cam- pagna per il Don Quijote. Sembra siano state le ultime inquadrature di questo film. Reiguera aveva 81 anni, e nel novembre di quello stesso anno morì. L’an- no seguente morì anche Tamiroff, ma Welles non smise mai di pensare al suo film sul Quijote. Era sicuro che un giorno, molto presto, nonostante le difficoltà, lo avrebbe concluso. Che fosse il film della sua vita lo dimostra anche il fatto che Welles, nel giugno dell’85, quattro mesi prima della sua morte, invitò il monta- tore Mauro Bonanni a Los Angeles perchè si divertisse ancora un po’ con lui al montaggio delle preziose pellicole sul don Quijote che tanto gelosamente aveva conservato. E tutto questo avvenne ben quindici anni dopo le ultime riprese. (Garofalo, 1992b: 14) Certo fare un film sul Quijote non è facile perchè lui non si lascia “imbrigliare”, nemmeno dalla macchina da presa. Non c’è riuscito neppu- re Terry Gilliam che, contrariamente a Welles, aveva trovato un produtto- re e quindi i soldi per realizzarlo, ma non aveva fatto i conti con questo goffo cavaliere fuori del tempo che sfugge alle convenzioni e anche alle dinamiche cinematografiche. Gilliam iniziò le riprese nel 2000 in Spagna ma per una serie di situazioni sfavorevoli, dovette rinunciarvi. La sua impresa impossibile è stata documentata con un film5, una sorta di mise en abîme, intitolato Lost in La Mancha. 5 “È un film divertente ma anche molto amaro questo Lost in La Mancha di Keith Fulton e Louis Pepe. Amaro e commovente, come quando il nostro donchisciottesco Gilliam deve arren- dersi di fronte all’evidenza. ‘Non riesco più a immaginare il mio film’ dice nel momento più tri- ste e più tenero. Quando ci si arrende, non è forse quello il momento in cui si scopre una verità che si poteva capire fin dal primo istante ma non abbiamo voluto vedere? Il romanzo che ha scritto Miguel de Cervantes è la storia dell’impossibilità umana di far fronte ai propri miraggi, alle illusioni gigantesche del prometeismo moderno. È storia dell’ironia che vince sull’eroismo e in questo senso si può giustamente considerare come l’inizio del romanzo moderno.”, Fran- co Berardi Bifo, Non è facile fare un film su Don Chisciotte, in http://www.urla.com. 129 AISPI. Actas XXIII (2005). Brigidina GENTILE. Da Cervantes a Welles: luce su don Quijote Brigidina Gentile Welles fu “eroico” nel continuare il suo film sul Quijote, mentre le diffi- coltà pratiche crescevano di giorno in giorno, di anno in anno. Simile al famoso hidalgo,“nelle sue ambizioni chimeriche e nell’integrità delle proprie idee” (Riambau, 1985: 76) anche lui, uomo fuori del tempo, era partito alla conquista del suo sogno, imprimendolo sulla pellicola attraverso il linguaggio onirico e universale del cinema. Welles riuscì a cogliere il profondo e intimo significato del romanzo di Cervantes trasmettendolo alla macchina da presa6 attratto dall’idea delle “antiche e polverose virtù” della cavalleria, che sem- bravano dire ancora qualcosa al mondo moderno, pur essendo, “secondo ogni logica, disperatamente irrilevanti”.7 Questo il motivo per cui don Quijote lo aveva ossessionato tanto e così a lungo. Una volta gli venne anche chiesto se l’idea del suo film fosse stata di fare del Quijote un contemporaneo: “Don Quijote non può mai essere un contemporaneo” - rispose Welles - “è questa l’i- dea. Eppure continua a vivere: perfino oggi cavalca per la Spagna […] Ai tempi, allora moderni, di Cervantes, l’armatura da cavaliere di don Quijote era un anacronismo, che oggi non ha più il risalto necessario […] Io ho sempli- cemente tradotto quell’anacronismo. Il mio film dimostra che lui e Sancho Panza sono eterni.” (Rosenbaum, 1993: 128) Entrambi creature della fantasia e più reali della vita stessa “il mio don Quijote e il mio Sancho Panza, sono fedelmente tratti da Cervantes”, disse Wel- les (Bazin, 1980: 116), ma le loro avventure, anziché nella Spagna del XVII secolo, avvengono nelle strade caotiche della Spagna degli anni 60-70.
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