26 Valle } Il Valle Tanaro } Il Monte Armetta 27 u 1. Il Monte Armetta Gli appassionati delle foriture primaverili non potranno non apprezzare questa semplice escursione, in parte ad anello, che conduce sulla sommità del Monte Ar- metta. Se invece preferite gli ampi panorami, dovete puntare sulle prime giornate autunnali, quando i cieli tersi consentono fantastiche vedute sull’arco alpino, sul vicino Mar Ligure e, con un pizzico di fortuna, perfno sulla Corsica! In piena estate, la calura e un ’ di foschia possono invece nascondere il mare. Non perdetevi al rientro una sosta al Rifugio Pian dell’Arma, per una veloce meren- da o, volendo, per una gustosa cenetta. Tempo di percorrenza: 1:20 - 1:30 ore al Monte Armetta, 2:35 - 3:00 ore l’intero anello. Dislivello: +422 / -17 m al Monte Armetta, +483 / -483 m l’intero anello Distanza: 3158 m al Monte Armetta, 7489 m l’intero anello Difcoltà: E l (adatta a famiglie con bambini) Quota massima: 1744 m uu Si scende lungo la strada sterrata bandoniamo definitivamente la pista e di accesso al Rifugio Pian dell’Arma imbocchiamo il sentiero che si stacca a La Piana di Albenga e il Mar Ligure dal Rifugio Pian dell’Arma (1339 m) per qualche decina di metri e destra. si imbocca la pista sterrata che si stacca Ci si tiene inizialmente a sinistra di un ne dal sentiero (alla data del rilevamento ora si riduce a traccia, ben segnalata però a sinistra al primo tornante. Andiamo a basso muretto a secco, per poi salire piut- era presente un cartello artigianale con da ometti in pietra; in seguito torna evi- sinistra anche alla prima, vicina, biforca- tosto ripidi per prati fino alla Colla Bassa la scritta “Grotta”), sia l’ingresso della dente e guadagna lentamente quota ri- grotta (una fessura per entrare nella quale (1570 m, 0:45 - 0:50 ore dal Rifugio Pian montando l’ampia dorsale prativa. zione e raggiungiamo l’abitazione presso bisogna accucciarsi): tuttavia la bella e am- la quale termina la pista. Si prende il sen- dell’Arma), sullo spartiacque principale Lasciata a sinistra una diramazione per pia sala d’ingresso, che può essere visitata , un’ultima rampa conduce sulla tiero (segnavia ATT-Alto Tanaro Tour) tra le valli Tanaro e Pennavaire. comodamente in piedi, vale il tentativo. vetta del (1744 m, 0:35- che passa di fronte alla casa e si continua Monte Armetta In questo tratto, il sentiero ora si biforca 0:40 ore dalla Colla Bassa), punto idea- in falsopiano tra vecchi terrazzamenti fatto usata come punto di valico, mentre fino a un bivio, dove si svolta a sinistra è assai più di frequente percorsa da chi Il Garb del Dighea per il Monte Armetta. Il sentiero s’in- segue il sentiero di crinale. Al colle ci si immette sul sentiero proveniente dal Il Garb del Dighea ha uno sviluppo com- nalza con stretti tornanti e giunge sulla plessivo di circa 250 per un dislivello di po- soprastante dorsale prativa. Si piega a si- Colle di (segnavia A02) e si chi metri, ed è costituita da un’ampia sala nistra, e si risale il dolce crinale: si incro- svolta a destra. principale dalla quale si dipartono diversi cia una pista sterrata, che si ritrova an- Poco oltre la Colla Bassa, una deviazione sul- rami minori. Nota alle popolazioni locali cora poco dopo. La si segue verso destra la sinistra conduce dapprima all’ingresso di da secoli, incisioni al suo interno risalenti a fne ‘800 sono coeve dei primi studi ef- per una cinquantina di metri, quando ci una grotta (Garb del Dighea o Garb del Di- ghè) e, subito dopo, a una fontana (sovente fettuati alla ricerca di fauna troglobia (spe- si immette su un’altra pista sterrata, un in secca). Con percorso a semicerchio, que- cializzata per la vita in grotta), che hanno poco più grande. Si va a sinistra, anche sta diramazione tocca i ruderi di una stalla e rilevato la presenza in questa cavità di un in questo caso solo per poche decine di sale a ricongiungersi all’itinerario principale. artropode miriapode endemico della Val metri: all’altezza di una baita riattata ab- Non è facile individuare sia la deviazio- Tanaro. [Lux in Tenebris, n.7/2000 p. 19] 28 Valle Tanaro } Il Monte Armetta Valle Tanaro } Il Monte Armetta 29

si può raggiungere in pochi minuti per traccia di sentiero), poi incominciamo a scendere. Superato un ripetitore si torna sul crinale e si perde quota rapidamente, prima su sentiero, poi nel fitto lariceto lungo un’ampia mulattiera. Arriviamo così a un trivio segnalato, dove abbando- niamo la mulattiera che prosegue innanzi per il Colle di Caprauna e seguiamo in- vece la mulattiera che si stacca a sinistra. Dopo una breve discesa nel bosco di la- tifoglie, la mulattiera si riduce a sentiero e conduce diretta- mente alle spalle del Rifugio Pian dell’Arma (1339 m, 1:15- 1:30 ore dal Monte Armetta). uAccessi: da Ceva si risale la Valle Tanaro superando Ga- Alle pendici del Monte Armetta ressio e Ormea, proseguendo poi in direzione Imperia fino a le per una sosta pranzo e per godersi un fino alla Colla Bassa dove, invece di svol- Cantarana, dove si svolta a sini- panorama davvero notevole: a sud-est il tare a sinistra per il rifugio, si continua Mar Ligure, a nord-ovest le Alpi e, ai pie- diritti, tenendosi un poco a sinistra del stra per Caprauna. Poco oltre il di del monte, l’abitato di Ormea con la crinale. Dopo una breve risalita, taglia- Colle di Caprauna, una strada sua caratteristica forma a cuore. La di- mo in costa tra pini e arbusti le pendi- sterrata sulla sinistra conduce scesa avviene lungo il percorso di salita ci del (la cui vetta al Rifugio Pian dell’Arma. uPunti d’appoggio: Rifugio Il Geotritone Pian dell’Arma, gestito, Nelle grotte che si aprono nel Monte Ar- www.rifugiopiandellarma.it metta è segnalata la presenza del Geotrito- cell. +39 337 108 3410 ne. Si tratta di un anfbio adattatosi a vivere uCartografia: in zone poco luminose e molto umide, che Fraternali editore n. 19, si trova quindi sovente all’interno di grotte 1:25.000 e anfratti nella roccia. Mancando di polmoni, respira attraverso la pelle (per questo motivo, se doveste incon- trarlo, non toccatelo con le mani!). Può superare i 12 cm di lunghezza e si nutre di insetti, di dimensioni tali da poter essere ingoiati, che cattura con la lunga lingua che proietta in avanti, a colpire la preda. [Anfbi e rettili della Val Tanaro p. 38] 30 Valle Tanaro } L’anello del Bosco delle Navette Valle Tanaro } L’anello del Bosco delle Navette 31 u 2. L’anello del Bosco delle Navette Ancora una volta, come spesso accade per le Alpi Liguri, il suggerimento è di com- piere questa meravigliosa escursione in autunno, potendo verso la fne di ottobre, quando i larici color oro rendono davvero magica l’atmosfera all’interno del Bosco delle Navette, e quando le giornate fresche e terse regalano panorami mozzafato fno al mare. Ma questa escursione è comunque ottima dalla tarda primavera e per tutta l’estate, perché alle quote più basse ci si muove spesso all’ombra del lariceto. Sebbene l’intero percorso non presenti difcoltà tecniche (salvo qualche breve tratto in cui il sentiero pare perdersi), tuttavia la durata e il dislivello com- plessivi lo rendono adatto a escursionisti sufcientemente allenati: la fatica sarà senz’altro ripagata! Chi invece non se la sente di compiere l’intero anello, può fermarsi al Colle delle Selle Vecchie, compiendo in ogni caso una bella escursione. u u Dal grande posteggio ai piedi dell’a- Tempo di percorrenza: 2:35 - 2:55 ore bitato di Upega (1280 m), si segue la al Colle delle Selle Vecchie (4:25 - 5:00 strada provinciale per un centinaio di andata e ritorno), 6:10 - 7:00 ore l’inte- metri in direzione della Colletta delle ro anello Salse. A sinistra della carreggiata (pa- Dislivello: +836 / -19 m al Colle delle Le vette delle Alpi Marittime si stagliano all’orizzonte dal Colle delle Selle Vecchie line) si imbocca una sorta di mulattiera Selle Vecchie; +1196 / -1196 m ore Ignoriamo a destra la mulattiera inerbi- inerbita che s’innalza decisa, poi spiana, Il Bosco delle Navette l’intero anello ta proveniente da Upega e svoltiamo a lascia a sinistra il bivio per il Poggio del Il Bosco delle Navette è un ampio lariceto Distanza: 5884 m al Colle delle Selle sinistra su una malandata pista sterrata Lagone e prosegue nel lariceto tra vecchi che si estende a monte (ovest) della pro- Vecchie, 17085 m l’intero anello (segnavia A32). terrazzamenti. vinciale che collega Upega a Monesi. At- Difcoltà: E l La pista segue dall’alto il corso del Rio Seguendo le rade tacche bianco-rosse, 2402 m tualmente inserito nel territorio del Parco Quota massima: Nivorina, quindi si trasforma in comoda una traccia ci riporta sulla soprastante naturale del Marguareis, il bosco è stato Cappella della Madonna della Neve mulattiera e prosegue a lungo a mezza- ampiamente sfruttato e modifcato dall’uo- strada provinciale, poco a monte di un costa sulla sinistra orografica della Valle mo nel corso dei secoli: pascoli all’interno tornante. Scendiamo allora a destra fino di Upega. del bosco alle quote più alte, ampi disbo- al tornante dove, sul lato opposto della Alternando tratti in lieve pendenza e scamenti per le coltivazioni nelle vicinanze carreggiata, si staccano due stradine: una delle borgate, tagli delle piante di maggiori brevi ripide salite, si tagliano soleggiati sale in poche decine di metri alla Cappel- dimensioni per ottenere ottimo legname pendii, dove vecchi terrazzamenti invasi la della Madonna della Neve (1325 m), da opera. Nonostante il bosco stia lenta- dalla ginestra si alternano a pareti roccio- risalente al XIII secolo, l’altra scende ad mente evolvendo verso l’abetina frammi- se; sul lato opposto dello stretto vallone sta a faggio, alcune particelle sono iscritte alcune abitazioni. si trovano le estreme propaggini del bel- all’albo nazionale dei boschi da seme. In au- Imboccata quest’ultima direzione, la lissimo Bosco delle Navette. tunno il Bosco delle Navette s’incendia del stradina diventa quasi subito sterrata. Il sentiero conduce così ai ruderi delle giallo-oro dei larici e ofre di sé la sua veste Senza considerare due diramazioni, la più afascinante. (1587 m, 1:05 - 1:15 ore [Boschi del piemonte, p. 47] prima a destra e la seconda a sinistra, Case Nivorina da Upega). Tra i resti delle abitazioni Varcona e, dopo qualche decina di metri, scendiamo ad attraversare il torrente su ignoriamo a destra la traccia per Case volgiamo decisi a sinistra (sud) per gua- un recente ponte in cemento e metallo. 32 Valle Tanaro } L’anello del Bosco delle Navette Valle Tanaro } L’anello del Bosco delle Navette 33 dare il piccolo torrente. Il Colle delle Selle Vecchie La mulattiera si porta quindi, sempre Passando tra alcune roccette arriviamo con discrete pendenze, sulla panoramica subito a un praticello, al limitare del la- Valico di notevole rilevanza in epoche pas- dorsale nord-occidentale della Cima di riceto, dove una palina segnavia indica di sate, probabile via del sale, è stato ampia- Vélega (Cime de Vélègue), dove piega mente utilizzato dai pastori brigaschi nelle seguire la traccia a destra che si addentra loro transumanze verso i pascoli ai piedi decisamente a sinistra (ruderi militari), nel bosco. del Massiccio del Marguareis. stacca a destra la traccia per Morignole e Una ripida, ma breve salita verso nord-o- Il toponimo fa riferimento alle “selle”, ov- infine s’innalza fin nei pressi della vetta. vest conduce su un ampio crinale, dove vero “celle” per la conservazione dei for- La successiva discesa porta a un colletto la pendenza diminuisce sensibilmente; il maggi, un tempo evidentemente presenti a nord del : qui la vec- sentiero qui piega a ovest sud-ovest, di nei dintorni. Le selle sono in genere edifci chia mulattiera si riduce a sentiero, piega fatto seguendo la displuviale, e si allunga seminterrati in pietra, con volta a botte, a sinistra lungo le pendici settentrionali coperta e isolata con zolle di erba per ga- quasi rettilineo su un soffice tappeto di del Monte Bertrand e perde quota con rantire all’interno temperatura e umidità aghi di larice, in un tratto estremamente costanti. [Nel cuore delle Alpi Liguri, p. 34] alcuni tornanti per aggirare un salto di suggestivo. roccia. Dopo la lunga ascesa sbuchiamo in Alla Colla Rossa dal valico, seguiamo quello di sinistra Dal colletto, una traccia si stacca a destra un’ampia radura, dove sono evidenti le (segnavia A35) che segue il crinale. (segnavia A41A) e, salendo lungo il crinale, radura, facendo attenzione, sugli alberi tracce della stabulazione delle mandrie, A una breve ripida salita segue la discesa guadagna la sommità del Monte Bertrand in sulla sponda opposta, a individuare il mentre del sentiero si perde ogni traccia. sul Colle del Vescovo (Col de l’Evêque, circa 20 minuti. segnavia bianco-rosso che indica il per- Seguiamo allora per circa duecento metri 2162 m, 0:20 - 0:25 ore dal Colle delle Ora ai piedi delle imponenti bancate sedi- corso. Guadiamo quindi il solco scavato la sponda destra idrografica del letto (tal- Selle Vecchie). mentarie del Monte Bertrand, traversia- dal rio e rientriamo nel lariceto, dove volta asciutto) del piccolo rio che solca la Bosco delle Navette, sentiero nella salita al Colle delle Selle Vecchie dove torna immediatamente evidente il Il larice sentiero. Il sentiero piega subito a nord- est, si porta sul crinale di fronte e inverte Il larice (Larix decidua) è l’unica conifera alpina caducifoglia: in autunno gli aghi repentinamente la direzione di marcia. assumono una caratteristica colorazione Puntando ora a ovest, si incomincia dorata prima di cadere. In Piemonte, tra un’ascesa assai ripida e un po’ faticosa, i 1000 e i 2300 metri, il larice è la conifera sempre all’interno del lariceto, con an- maggiormente difusa, spesso favorita damento quasi rettilineo interrotto da dall’uomo a discapito dell’abete bianco poche svolte. La salita termina con l’im- perché le leggere e luminose chiome del la- missione sulla rotabile ex militare che rice consentivano il pascolamento all’inter- no del bosco. Albero di prima grandezza collega, con ardito tracciato, Monesi al (può raggiungere anche i 40 metri di altez- Colle di Tenda. za), ed estremamente longevo (può vivere Si segue la strada sterrata verso destra anche 500 anni, con alcuni esemplari che in leggera salita, abbandonandola però hanno superato di gran lunga tale limite), dopo alcuni minuti per salire sulla sini- il larice è una pianta pioniera in grado di stra le facili roccette che portano al Colle colonizzare anche terreni spogli con suoli (2097 m, 1:30 - 1:40 poco evoluti. I suoi morbidi aghi riuniti in delle Selle Vecchie ciuf da 20 a 40 lo rendono facilmente di- ore da Case Nivorina), posto solo qual- stinguibile dalle altre conifere autoctone. che metro al di sopra della carreggiata. [Boschi del Piemonte, p. 46] Ignorando i vari sentieri che si dipartono 34 Valle Tanaro } L’anello del Bosco delle Navette Valle Tanaro } L’anello del Bosco delle Navette 35 mo tra radi larici e qualche colata detriti- Si imbocca invece la strada sterrata che, ca, e continuiamo la discesa fino all’am- di fronte (poco spostata sulla sinistra) pia depressione prativa della Colla Ros- punta in direzione nord verso le Case dei sa (2172 m, 1:20 - 1:30 ore dal Colle del Cacciatori. In leggera discesa, sempre at- Vescovo), il cui toponimo è legato alla traverso il lariceto, a quota 1870 la ster- colorazione delle rocce qui affioranti. rata lascia a destra una traccia per Upega Sul valico incrociamo il sentiero, in real- (palina) e giunge di fronte al cancello del- tà qui poco evidente, che collega Upega le Case dei Cacciatori (1835 m). a Morignole. Lo seguiamo verso sinistra Ci spostiamo allora a sinistra, costeggian- (segnavia A45), facendoci guidare dai se- do la recinzione e aggirando la proprietà gnavia che conducono a fianco di un vec- privata. chio rudere militare. Con un traverso in Ripreso il sentiero sul lato opposto del- discesa entriamo nel lariceto, inizialmen- la tenuta, dopo un breve tratto pianeg- te rado, poi sempre più fitto, del Bosco giante, ignoriamo una traccia a sinistra e delle Navette, già conosciuto durante la scendiamo verso destra (palina). salita al Colle delle Selle Vecchie. Il sentiero, sempre all’interno del fitto Il sentiero si porta sull’ampio crinale e lo lariceto, si sposta nuovamente sul crina- discende diritto a lungo, fino ad arrivare le; scendiamo allora piuttosto ripidi, con al Poggio del Lagone (1897 m, 0:30 - percorso rettilineo, fino a una piccola 0:35 ore dalla Colla Rossa). radura, dove si tralascia una traccia sulla Panorama verso la dal Colle delle Selle Vecchie In questo vero e proprio crocevia ci si destra diretta a Pian Formigola. imbatte nella strada sterrata ex militare Continuiamo innanzi con una ripida tiera: ignoriamo il ramo di sinistra, nuo- che collega Monesi con il Colle di Tenda, ma breve discesa che ci porta a immet- vamente per il Colle delle Selle Vecchie, incontrata in precedenza al Colle delle terci sul sentiero A41: a sinistra si va al e prendiamo a destra per Upega. Selle Vecchie, che si ignora; si trascu- Colle delle Selle Vecchie, mentre noi ci Complice il terreno moderatamente agevole, ra anche la traccia di fronte, che scen- teniamo a destra. Scendiamo ancora, al- il Bosco delle Navette è un vero dedalo di de diretta su Upega via Pian Formigola ternando tratti ripidi ad altri più dolci, sentieri: la segnaletica è buona, ma bisogna (sempre segnavia A45), dopo essere pas- incrociamo un sentiero non segnalato e, fare attenzione a non mancare qualche bi- sata a fianco del sottostante laghetto. poco oltre, ci immettiamo su una mulat- vio, onde evitare di perdere l’orientamento. L’ultimo tratto del percorso, danneggiato Il rastrellamento tedesco dell’autunno 1944 dall’alluvione del novembre 2016, se non interamente ripristinato, obbliga a qualche Upega è testimone di un drammatico episodio legato alla guerra partigiana. Una manovra piccola deviazione dal tracciato originale. tedesca incominciata l’8 ottobre 1944 costringe due brigate della II divisione Garibaldi “Fe- lice Cascione” a riunirsi e ripiegare a Piaggia. Il comando e i feriti vengono poi spostati a Inizia ora un tratto piuttosto ripido e dal Upega. Ma truppe tedesche, scese inaspettatamente dal Passo di Tanarello, sferrano un at- fondo sconnesso, con il quale la mulattie- tacco al paese il 17 di ottobre, cogliendo totalmente di sorpresa e impreparati i partigiani. La ra perde quota, seguito da due tornanti resistenza è vana: il commissario “Giulio” (Libero Briganti) cade quasi subito, il vice coman- ravvicinati. dante “Cion” (Silvio Bonfante), ferito, si suicida. Gli sbandati delle due brigate si ritrovano la Con Upega ormai in vista, la mulattiera sera stessa a Carnino, per svalicare in Val Corsaglia via Bocchino dell’Aseo e trovare rifugio a Fontane. I caduti di quella giornata saranno più di venti. Tutti i componenti salvatisi faranno tende a confondersi tra i terrazzamenti e ritorno in Liguria tra il 13 e il 15 novembre, appena in tempo per sfuggire all’ofensiva tedesca le tracce lasciate dagli animali al pascolo. nelle vallate monregalesi. [Pannello informativo in loco] Piccolo speccchio d’acqua al Poggio del Lagone 36 Valle Tanaro } L’anello del Bosco delle Navette Valle Tanaro } L’anello del 37

Compie una svolta a destra presso un ri- uAccessi: da Ceva si risale quasi inte- u 3. L’anello del Monte Galero piano prativo, passa in successione due ramente la Valle Tanaro, superando Or- rii, e tocca una fontana. Presso di essa in- mea. Giunti a Ponte di Nava, si svolta a Siamo all’estremità meridionale dell’arco alpino: qui le montagne digradano lenta- comincia una pista inerbita, che scende destra per Viozene, da dove si prosegue mente fno a tufarsi nel Mar Ligure. Il Monte Galero, forse l’ultima cima di rilievo, fino alla ormai nota Cappella della Ma- fino a Upega. A Upega sono disponibili supera a fatica i 1700 metri, ma la sua posizione piuttosto isolata ofre agli escur- donna della Neve. Lasciata la cappella a molti posti auto. sionisti panorami assai ampi che valgono da soli l’ascesa. Davvero intriganti sono sinistra, si raggiunge la vicina strada pro- uPunti d’appoggio: Rifugio Porta del poi i pinnacoli rocciosi che ne caratterizzano la dorsale sud-occidentale, vere e pro- vinciale: qui si può decidere se rientra- Sole, locandaupega.com/rifugio, prie colonne di roccia (brecce, in termine tecnico) che emergono imponenti dalle re a Upega (1280 m, 1:25 - 1:35 ore dal tel. +39 0174 390401 pendici prative. Solo l’ultima parte dell’anello, tra malandate piste da esbosco ed Poggio del Lagone) seguendo la strada, o uCartografia: esili sentierini, risulta meno attraente. se percorrere a ritroso il sentiero utilizza- Fraternali editore n. 19, 1:25.000 Le quote basse e la vicinanza al mare rendono questa escursione ideale nel periodo to all’andata. primaverile e, ancor più, autunnale. Tempo di percorrenza: 1:30 - 1:45 ore al Monte Galero, 3:00 - 3:25 l’intero anello Dislivello: +536 / -2 m al Monte Galero, +630 / -630 l’intero anello Distanza: 2918 m al Monte Galero, 6921 m l’intero anello Difcoltà: E l Quota massima: 1714 m u u In corrispondenza del Bocchino più lungo, maggiori pendenze, maggior di- delle Meraviglie (1180 m) la strada ster- slivello e qualche breve tratto un po’ aereo. rata si biforca in due piste forestali. Assai caratteristico è però l’esilissimo crinale Si tiene il ramo di sinistra, che sale a tratti al Passo delle Caranche: chi intende allun- abbastanza ripido nel bosco. Trascuria- gare il percorso, può optare per questa va- riante. mo una diramazione minore a sinistra e continuiamo fino al primo tornante ver- Il sentiero si mantiene in un fitto bosco so destra quando, poche decine di metri di faggi e abeti, guadagna velocemente oltre il tornante, dobbiamo lasciare la quota con diversi tornanti e raggiunge la strada e imboccare a sinistra un eviden- dorsale orientale del Monte Galero. te sentiero (segnavia A01). Il sentiero si - addentra nella faggeta con lunghi traver- tiero proveniente dal Passo delle Caran- si e qualche tornante, alternando tratti che (segnavia A01): si svolta a destra e in falsopiano a brevi salite. Giunti a un si rimonta l’ampio e panoramico crinale bivio segnalato, abbandoniamo anche il sentiero principale che prosegue innanzi verso il Passo delle Caranche e svoltiamo a destra (segnavia A01). Il sentiero per il Passo delle Caranche condu- ce sempre al Monte Galero, ma con percorso

Palina segnavia in vetta al Monte Galero. A sinistra, sullo sfondo, il 38 Valle Tanaro } L’anello del Monte Galero Valle Tanaro } L’anello del Monte Galero 39 che, con pendenze sostenute, conduce pizzico di attenzione), quindi si torna sul alla base della cuspide prativa terminale. crinale prativo. Il sentiero si cala ora ripi- Con una breve, ma assai ripida salita, si dissimo tra i caratteristici pinnacoli roc- guadagna infine la vetta del Monte Gale- ciosi che si elevano dal pendio e conduce ro (1714 m, 1:30 - 1:45 ore dal Bocchino alla base della dorsale del Monte Gale- delle Meraviglie). ro (1507 m, 0:25 ore dal Monte Galero), La vista, che spazia a 360°, è davvero appa- dove la pendenza diminuisce improvvi- gante e ricompensa per la fatica. La vetta è samente. Il sentiero si biforca: dobbiamo però piuttosto angusta, sovente battuta dal svoltare bruscamente a destra (segnavia vento. Un posto migliore per la meritata so- A25) e traversare in discesa nella faggeta, sta pranzo è il piccolo colletto che si incontra passando a valle dei pinnacoli rocciosi. Il poco oltre, non appena si inizia la discesa. sentiero attraversa una zona di esbosco Proseguendo lungo l’esile crinale verso (si trovano i segnavia sui tronchi degli ovest (segnavia A24), scendiamo a una alberi che non sono stati tagliati), incro- biforcazione presso una selletta: di fron- cia una pista sterrata, rientra nel bosco, te un sentierino risale alla vicina antici- si porta su un crinale e lo segue in disce- ma (la vetta è di fatto bifida), e la breve sa fino alla località nota come Prato del digressione vale senz’altro la pena; per Poco. Ignoriamo la traccia di fronte che continuare il nostro anello dobbiamo scende verso Trappa, e quasi invertiamo però tenerci a sinistra, sul versante me- il senso di marcia puntando a destra (est), seguendo quel che resta di una vecchia discesa un breve traverso, agevole ma pista forestale. La pista serpeggia assecon- leggermente esposto (prestate solo un- dando l’orografia del terreno e giunge L’ampia dorsale prativa che conduce alla vetta del Monte Galero Discesa lungo la dorsale del Monte Galero

Le brecce del Monte Galero all’impluvio del Rio Bianco, devastato da una recente frana. Si abbandona allora I pinnacoli rocciosi sono costituiti da “brec- la pista e si scende a sinistra. Dopo una ce”, rocce sedimentarie originatesi dalla breve risalita, il sentierino si cala a lungo disgregazione di altre rocce in ciotoli (o tra i faggi poi riprende velocemente quo- clasti) non arrotondati (detriti di falda) e “cementati” assieme da un legante chimi- ta con una serie di strette svolte e arriva co, come ad esempio il calcare. alla Fontana delle Meraviglie (1174 m), Nelle brecce, la composizione della roccia risorgiva chiusa da una poco poetica cap- dipende in buona parte dalla roccia madre: tazione in cemento. Superato il piccolo la formazione, che si estende tra il Monte rio che ivi si origina, saliamo i pochi me- Galero e il Monte Alpe (cima assai meno ele- tri che ci separano da una pista sterrata. vata in direzione sud-est), è caratterizzata Seguendola verso destra (segnavia A36) da clasti prevalentemente dolomitici e cal- carei che, in alcuni casi, possono raggiunge- si ritorna al vicinissimo Bocchino delle re dimensioni davvero considerevoli. Meraviglie (1191 m, 1:05 - 1:15 ore dalla [Carta Geologica Albenga-Savona] dorsale del Monte Galero). 40 Valle Tanaro } L’anello del Monte Galero Valle Tanaro } La Colla del Pizzo 41 uAccessi: da Ceva si risale la Valle Ta- uNote: la discesa dal Monte Galero, as- u 4. La Colla del Pizzo naro fino a Garessio. All’ingresso della sai ripida, prevede un breve tratto legger- cittadina si svolta a sinistra e si seguono mente esposto, che è meglio non affron- C’è un pizzico di avventura in questa piacevolissima escursione, con poco dislivello le indicazioni per Albenga. Si sale fino tare in caso di pioggia o terreno bagnato. ma non del tutto banale, che si svolge interamente lungo la dorsale tra la Colla dei al Colle San Bernardo dove, sulla destra Alla data del rilevamento la strada sterrata Termini e la Colla del Pizzo. L’intero percorso ofre ampi panorami, dal mare alle alle spalle di una pala eolica, ha inizio di accesso risultava interrotta per frana a vicine vette delle Alpi Liguri. La discesa al Lago del Pizzo, seppur breve, si svolge una strada sterrata (consigliate auto alte circa un chilometro dal Bocchino delle di fatto in assenza di sentiero, ma l’amenità del luogo la rende irrinunciabile. Gli da terra). La strada, inizialmente con Meraviglie, era necessario proseguire a appassionati di storia, con due brevi deviazioni, potranno visitare i resti di trince- buon fondo che poi peggiora, continua piedi (dislivello in salita di circa 100 metri ramenti francesi risalenti alla fne del Settecento. Unica pecca la lunga e sconnessa per circa tre chilometri fino al Bocchino e tempo di percorrenza di 0:20 - 0:25 ore). strada sterrata per arrivare alla Colla dei Termini, dove ha inizio il sentiero. L’e- delle Meraviglie (ignorare le numerose uCartografia: scursione è adatta all’estate e all’autunno, ma questa stagione è da preferire per diramazioni laterali). Un piccolo slargo Fraternali editore n. 26, 1:25.000 evitare le mandrie al pascolo e i non sempre afabili cani da guardianìa. consente di posteggiare alcune auto. Chi u u Il sentiero (segnavia A18) ha inizio non vuole fare in auto la strada sterrata, Tempo di percorrenza: 1:35 - 1:45 ore alla Colla dei Termini (2011 m), in cor- per raggiungere il Bocchino delle Mera- (3:05 - 3:30 ore andata e ritorno) rispondenza del grosso termine in me- viglie dal Colle San Bernardo deve tenere Dislivello: +252 / -186 m tallo che segna appunto il confine tra i in conto un dislivello aggiuntivo di circa Distanza: 5108 m territori dei Comuni di Frabosa Sopra- 230 m e un tempo di percorrenza aggiun- Difcoltà: E l tivo di 0:55-1:00 ore. na e di Ormea. L’evidente traccia taglia Quota massima: 2226 m in direzione ovest sud-ovest le pendici settentrionali della Punta dei Termini, dapprima su pendii coperti di mirtilli e l’individuazione del sentiero non crea pro- rododendri, poi tra piccoli arbusti. blemi grazie all’aiuto della segnaletica oriz- In questo tratto iniziale sono numerose le zontale. Per visitare i resti dei trinceramenti tracce lasciate dalle mandrie al pascolo, ma napoleonici presenti sulla Punta dei Termini, invece, bisogna spostarsi in assenza di sen- La disgrazia della Colla dei Termini tiero, rimontando verso sinistra in mezzo a è il 20 dicembre 1877. Una piccola comiti- fastidiosi arbusti di rododendro buona parte va di 10 persone, perlopiù giovani donne, dei circa 90 metri di dislivello che la sepa- s’incammina alle prime luci dell’alba da rano dalla Colla dei Termini. Sulla sommità Fontane di Frabosa Sottana. La loro meta è si trova ciò che resta di un muro in pietra a la Liguria, terra nella quale avrebbero pas- secco dal fronte tenagliato. sato l’inverno per lavorare come “olivere”, Raggiungiamo senza fatica un primo col- raccoglitrici di olive. Quella mattina il desti- letto prativo, dove ci si sposta sul versan- no serba per loro una sorte avversa: i mal- te meridionale della dorsale, aggiriamo capitati giungono alla Colla dei Termini, da ore sotto la bufera di neve. Tutto è bianco, verso sinistra una modesta elevazione e il freddo e il vento non danno scampo; si arriviamo a una seconda, più ampia, sella salvano solo i quattro ragazzi. Nel luglio pascoliva. Il sentiero tende a scomparire 2018 una targa commemorativa è stata e bisogna prestare attenzione ai segnavia posta sul termine di confne presente alla sul terreno; si lascia a destra la labile di- Colla dei Termini. ramazione per le Celle degli Stanti (se- [Una voce tra i monti, n.1 2018, p. 12] 42 Valle Tanaro } La Colla del Pizzo Valle Tanaro } La Colla del Pizzo 43

si tutti, invero, ridotti a traccia, a testi- La battaglia della Punta dei Termini monianza della scarsa frequentazione del La guerra iniziata nel 1792 tra la Francia repubblicana e gli alleati austro-piemontesi, all’inizio luogo): a sinistra si scende verso il Lago dell’estate del 1795 versava in una sorta di stallo da quasi due anni. Gli austro-piemontesi del Pizzo e il Rifugio Valcaira (segnavia decidono allora di passare all’ofensiva, e una battaglia ha luogo proprio nella zona percorsa A17), a destra si divalla in direzione della da questo itinerario. Qui di fatto correva la linea del fronte. I Francesi erano trincerati sulla Sella Revelli e del Bivacco Cavarero (se- displuviale Monte Antoroto - Pizzo d’Ormea, con ridotte alla Punta dei Termini, alla Cima gnavia E06), mentre proseguendo innan- Ferrarine e alla Cima Ciuaiera, e con pezzi di artiglieria su due modeste elevazioni quotate zi sul crinale una traccia si eleva fino alla 2022 e 1964, situate tra il Monte Baussetti e la Colla dei Termini. […] Una vecchia mulattiera, verosimilmente realizzata per posizionare le artiglierie, si rintraccia ancor oggi con partenza vetta del Pizzo d’Ormea. dalla Colla dei Termini. Per canto loro i Piemontesi avevano le ridotte sul Monte Baussetti e la Noi dobbiamo scendere a sinistra, per Cima Robert. Dal 25 giugno, fno al 5 luglio, si susseguono vari assalti da parte dei Piemontesi raggiungere il piccolo ma assai pittoresco per conquistare il Colle dei Termini. Ma a parte furibondi scontri, le posizioni sul campo non Lago del Pizzo, ben visibile poco a valle. mutano. I resti delle ridotte francesi sono ancora oggi ben evidenti sia sulla Punta dei Termi- Trovare il sentiero è un’impresa: ci sono

ni che sulla Cima Ferrarine. [Storia militare del Piemonte, pp. 527; Campagnes dans les Alpes 1794-96, pp.272] Il piccolo e appartato Lago del Pizzo rade tacche segnavia e la traccia, che solo Sia per il lungo avvicinamento in auto, gnavia E12A, palina) e, quando si ritrova potrete dire di aver raggiunto anche una vet- a tratti si intuisce, è sovente coperta da sia per il sentiero non sempre immediato, il sentiero evidente, si è ormai alle pendi- ta nel corso dell’escursione! bassa vegetazione o pietre accatastate. giungere in questo luogo richiede un po’ In ogni caso la meta è evidente e, scen- ci meridionali della Punta Torracca. Aggiriamo, sempre a meridione, la cima, di fatica, ma il laghetto è incantevole e dendo con un pizzico di attenzione gui- Ci spostiamo a sud della displuviale per poi riprendiamo lo spartiacque e lo se- sostare per pranzo sulle sue sponde dav- dati dalle tacche che si riescono a scor- aggirare anche questa modesta elevazione guiamo fino al colletto alle pendici di vero rilassante. Non vi arrabbiate però gere, in breve si arriva al facendo però attenzione a non imbocca- Cima Ruscarina. Lasciata una traccia Lago del Pizzo se incontrate altri escursionisti: ci sono (2077 m, 0:15 ore dalla Colla del Pizzo). re un sentiero piuttosto evidente a uso a sinistra, si inizia una breve ma ripida vie decisamente più agevoli per giungere pastorale che si stacca a sinistra. salita lungo il crinale, quindi ci si sposta Il consiglio è di prestare attenzione al per- fin qui, sebbene assai meno spettacolari corso durante la discesa, perché nella risalita Dopo due tornanti ravvicinati, peraltro come consuetudine a sinistra (lato Valle e “avventurose”! Il rientro alla partenza gli unici di questa lunga cavalcata di cre- verso la colla è decisamente più complesso Armella), per aggirare la vetta con un individuare la traccia. dell’itinerario avviene seguendo a ritro- sta, il sentiero piega lentamente a sinistra tratto un poco malagevole e quasi privo so lo stesso percorso. e si porta ai piedi della Cima Ferrarine. di sentiero a causa di massi accatastati, La ridotta francese a Cima Ferrarine Cima Ferrarine ospita i resti di una seconda roccette e rododendri. fortificazione campale francese. Si tratta di Doppiata anche la Cima Ruscarina tor- una ridotta difesa da un solido muro in pietra niamo sul crinale, qui esile, dove bisogna a secco, con fronte tenagliato, ancora in di- inerpicarsi per un paio di metri su alcu- screte condizioni, che circonda l’intera som- ne roccette un poco insidiose (prestate mità del monte. Cima Ferrarine è raggiungi- attenzione, specialmente in discesa, e bile senza problemi spostandosi su terreno ancor più con terreno bagnato). Oltre il agevole e senza percorso obbligato; la salita piccolo ostacolo, non resta che prosegui- è consigliata lungo il versante orientale, che risulta decisamente il meno scosceso. Se vo- re con qualche leggero saliscendi, poco lete vedere una sola delle due fortificazioni a sud della displuviale, fino allo stretto toccate da questo itinerario, il suggerimento intaglio della Colla del Pizzo (2196 m, è di puntare decisamente su questa, sia per 1:20 - 1:30 ore dalla Colla dei Termini). il miglior stato di conservazione, sia per la Nonostante il valico sia decisamente an- maggior facilità nel raggiungerla, sia perché gusto, da qui originano vari sentieri (qua- 44 Valle Tanaro } La Colla del Pizzo Valle Tanaro } Da Chionea a Quarzina 45 uAccessi: da Ceva si risale la Valle Ta- rosse sono spesso alternate a vecchie tac- u 5. Da Chionea a Quarzina naro fino a Ormea dove si svolta a destra che arancioni; alcune tacche bianco-ros- in Piazza della Libertà (poco prima del se sono posizionate in modo erroneo, e Un piccolo tufo nel passato, tra terrazzamenti, castagneti secolari, vecchie borga- distributore di benzina). Al fondo dello possono condurre fuori dal sentiero. Si te ancora con la loro fsionomia poco intaccata dal turismo, campi e pascoli. slargo si prosegue diritti sulla piccola sconsiglia in caso di scarsa visibilità per Una traversata facile, ma decisamente piacevole, che termina con sentieri afaccia- strada asfaltata in direzione di Valdar- i problemi di orientamento che possono ti sul mare. Le quote relativamente basse, i molti tratti esposti a mezzogiorno, ne mella. Prima di raggiungere la frazione sorgere. La zona è interessata al pascolo fanno la gita ideale quando si scioglie la neve, con belle foriture primaverili, e fno si svolta a destra per la borgata Villaro. di ovini e bovini, prestare attenzione ai all’autunno inoltrato, dove ci si trova immersi in una tavolozza di colori; un po’ Si supera Villaro e si arriva alle poche cani da guardianìa durante la stagione calda, invece, se afrontata in piena estate. case di Cascine, dove termina l’asfalto. Si della presenza di mandrie e greggi negli Anche gli appassionati della buona cucina non resteranno delusi da questa escur- prosegue su sterrato piuttosto sconnesso alpeggi in quota. sione: sia il Rifugio Chionea che il Rifugio Quarzina, nelle due omonime frazioni, per oltre 8,5 km (vivamente consigliata uCartografia: sapranno ofrirvi ottimi piatti (ma se siete fuori stagione, verifcate l’apertura)! un’autovettura a trazione integrale o suf- Fraternali editore n. 19, 1:25.000 Tempo di percorrenza: 2:15 - 2:35 ore al Lago del Lao, 3:10 - 3:35 ore a Quarzina ficientemente alta da terra). Trascurando Dislivello: +544 / -78 m al Lago del Lao, +598 / -376 m a Quarzina le varie diramazioni laterali (all’unica Distanza: 7197 m al Lago del Lao, 10479 m a Quarzina biforcazione di rilievo, a quota 1593, si Difcoltà: E l (adatta a famiglia con bambini) tiene la sinistra), la sterrata raggiunge la Quota massima: 1620 m Colla dei Termini, dove si lascia l’auto. uNote: nonostante il discreto numero u u Nel centro di Chionea (1104 m) si pluvio del Rio Chiapino, scavalcato da un di segnavia, il sentiero non è sempre evi- imbocca la strada asfaltata che scende a antico ponte in pietra. dente e le tracce delle mandrie al pascolo sinistra (ovest) a fianco della chiesa. Gli Aboi sovente confondono sulla direzione da Usciti dal paese, la strada diventa sterra- Durante l’alluvione del novembre 2016, il Rio seguire. Recenti tacche segnavia bianco- ta (segnavia A20); al primo bivio (palina) Il lunedì della settimana di Carnevale, grup- bisogna seguire il tratturo sulla destra, tra pi di giovani provenienti dalle frazioni di prati, castagneti da frutto e ciliegi. Poco Chionea e di Chioraira, indossando un cap- dopo ci si immette su un’ampia mulattiera pello nero cui erano cuciti nastri colorati o che, con percorso pianeggiante, raggiunge travestendosi da donna con lunghe tuni- Porcirette Sottane (1094 m, fontana). Tra che bianche e scialli, vagavano suonando, cantando e facendo la questua attraverso le case della borgata si ignora un primo le varie frazioni di Ormea. Raccoglievano bivio, a destra, per Porcirette Soprane; uova, vino e viveri dai residenti, traspor- continuando diritti si arriva in poche de- tando il tutto a dorso di mulo. Gli Aboi, così cine di metri a un’ulteriore biforcazione: venivano chiamati, erano ospitati dagli non scendiamo a sinistra in paese ma pro- abitanti locali: durante il giorno organiz- seguiamo innanzi anche in questo caso. zavano canti, balli e scherzi. La domenica Un piacevole e rilassante tratto in piano, organizzavano un banchetto con quanto raccolto. Questa antica tradizione pare si tra pregevoli muretti a secco e bei casta- ispiri ai festeggiamenti per la cacciata dei gneti da frutto, conduce fino alla chiesa Saraceni dalla Val Tanaro nel X secolo. di Case Rian. Prima dell’edificio religioso La festa è caduta in disuso negli anni ‘50 si svolta a sinistra, scendendo dapprima del secolo scorso. è stata riproposta dal all’interno della borgata, quindi all’im- 2005 dalla locale sezione del CAI.

[Piemonte Parchi n.163, p. 36] 46 Valle Tanaro } Da Chionea a Quarzina Valle Tanaro } Da Chionea a Quarzina 47

Durante l’alluvione del novembre 2016, il Il lago del Lao rio Chiapino ha allargato enormemente il suo letto e ha quasi travolto il vecchio ponte in Nel piccolo specchio d’acqua, vive una nutrita colonia di specie anfbie. Oltre un secondo ponte, in pietra e legno, per con- alla Rana temporaria (Rana temporaria), sentire di superare il nuovo e più ampio alveo. nel Lago del Lao si trova anche il ben più raro Tritone alpestre (Mesotriton alpestris, Oltre il ponte, una mulattiera selciata tra- subsp. apuanus), che ha qui una delle sue versa in ripida salita sul versante opposto stazioni più settentrionali. Questo piccolo poi, con un paio di tornanti, si immette su urodelo (anfbio dotato di coda), dall’a- un’altra mulattiera, pianeggiante e inerbi- spetto molto vagamente simile a una lu- ta. Andiamo a sinistra, fino a raggiungere certola, può raggiungere i 12 anni di vita. la stradina asfaltata che serve il cimitero [Anfbi e rettili della Val Tanaro, p . 36] di Chioraira. Seguiamo la stradina ancora verso sinistra e ci lasciamo condurre nella costruzioni, in gran parte dirute, di Stalle ll Lago del Lao La Croce dei Gasti bella frazione Chioraira (1097 m, 0:40 - Colletto (1312 m). Poco oltre le case una 0:45 ore da Chionea, numerose fontane). mulattiera inerbita si stacca a sinistra La Colma, se ci sforziamo di non vedere il bondanti), che guidano tra aperte distese Tra le case del paese imbocchiamo a de- (sud): dopo un tratto pianeggiante nel bo- vicino poggio irto di antenne, è un luogo de- prative fino alla località nota come Croce stra una pista sterrata (pilone votivo, pa- sco, non perdiamo i segnavia che ci guida- cisamente ameno: una sorta di pianoro in dei Gasti (1616 m circa, 0:15 ore dal Lago quota, solcato da muri a secco, punteggiato lina, segnavia A20) che, in un centinaio no a destra su un sentiero. del Lao), dove si incontra una malandata da radi alberi e arbusti, affacciato sul mare e croce di legno. Oltre questo punto la trac- di metri, si immette sulla strada sterrata Risaliamo il pendio all’interno di una fre- decisamente baciato dal sole. Anche il Lago (anch’essa proveniente da Chioraira, ma sca faggeta, che più in quota si mischia del Lao, se si visita in una stagione in cui è cia si fa più evidente, e scende tra erba, più da valle) diretta a La Colma. con larici e ciliegi. Passato l’impluvio del pieno d’acqua, seppur piccolo, merita una roccette e radi pini su un lungo costone. Andiamo a destra. La sterrata s’innalza piccolo Rio Rava Grossa e superato un sosta, magari alla ricerca di suoi piccoli abi- Al termine della discesa si arriva alle spal- lentamente con lunghi tornanti: supera la breve tratto tra pietrame, la salita por- tanti (che non vanno però disturbati o presi le delle poche case di Biranco (1437 m, borgata Rizzi, circondata da un fantastico ta a una strada sterrata che proviene da in mano). 0:20 ore dalla Croce dei Gasti). Scendia- castagneto secolare, tocca la borgata La Aimoni, proprio in corrispondenza di un Alle spalle del laghetto si estende una mo a valle delle abitazioni e raggiungiamo Costa, e infine termina presso le poche tornante. Seguiamo la strada verso destra, zona acquitrinosa che è meglio evitare: bi- la strada sterrata che serve la borgata (non all’ombra di un filare di larici, sbucando sogna spostarsi verso destra, scavalcare il considerate nessuna delle due piste ster- sull’ampia dorsale pascoliva de La Colma lungo muretto a secco poco distante, e se- rate che dai pressi di Biranco puntano a (1500 m, 1:20 - 1:35 ore da Chioraira). guire il sentierino segnalato che sale verso ovest). Proseguiamo verso est e superia- Alla nostra destra raggiungiamo la ben vi- sud-ovest tra ondulati dossi prativi. mo quasi subito il sentiero a destra per sibile Cappella di San Giovanni Battista. In pochi minuti ci troviamo così su un’al- Merea (segnavia A22); la strada (sempre Alle sue spalle inizia una vecchia mulat- tra strada sterrata, questa volta provenien- segnavia A22). La strada continua in leg- tiera (segnavia A12) che taglia in costa tra La seguiamo verso destra, gera discesa tra pendii terrazzati; molto erba, arbusti e roccette. A tratti ridotta a per circa 300 metri, quando dobbiamo più avanti, quando la sterrata si biforca, sentiero, la mulattiera aggira un costone e prestare attenzione alla palina segnavia ignoriamo il ramo di sinistra che sale a La raggiunge il Lago del Lao (1570 m circa, che indica di abbandonare la strada per Colma e continuiamo diritti. 0:15 ore da La Colma). imboccare una traccia che si stacca a sini- In breve si raggiunge la stradina asfaltata che porta a (1326 m, 0:20-0:25 La Chiesa di San Giovanni Battista a La Colma; stra. La traccia non è affatto evidente e ci Quarzina sullo sfondo, il Pizzo d’Ormea si deve affidare ai segnavia (nemmeno ab- ore da Biranco). 48 Valle Tanaro } Da Chionea a Quarzina Valle Tanaro } Il Rifugio Mongioie e il Mongioie 49 uAccessi: da Ceva si risale la Valle Ta- u 6. Il Rifugio Mongioie e il Mongioie naro fino a Ormea dove si svolta a destra qui a ritroso fino a Chionea, oppure limi- in Piazza della Libertà (poco prima del tare l’ascesa fino al Lago del Lao per poi Due escursioni in una. Una breve, al Rifugio Mongioie, ideale per una scampagnata distributore di benzina). Al fondo del- rientrare. In caso di scarsa visibilità può in compagnia e una buona polenta in rifugio (la cui cucina permette però scelte lo slargo, a sinistra, si prende la piccola sorgere qualche problema di orientamen- ben più ampie). L’altra lunga, faticosa, alla vetta del Mongioie. La seconda cima strada asfaltata che sale a Chionea e Chio- to tra il Lago del Lao e Biranco. delle Alpi Liguri (più bassa del Marguareis solo di una ventina di metri) è, perlome- raira. Al primo bivio si svolta a destra, uPunti d’appoggio: Rifugio Chionea, no nel parere dell’autore, la vetta “escursionistica” più spettacolare di questo set- seguendo le indicazioni per Chionea. Po- gestito, www.rifugiochionea.com, tore delle Alpi. La sua cuspide di bianchissime rocce calcaree, l’essere tutto som- chissimi i posti auto disponibili. cell. +39 331 9699697; mato isolata, la vista che spazia dalla Val d’Aosta fno al mare, sono caratteristiche uNote: Trattandosi di una traversata, è - che non mancheranno di ammaliare anche voi. consigliabile lasciare un’auto a Chionea e quarzina.com, cell. +39 339 1978652 Se il Rifugio Mongioie è raggiungibile in assenza di neve quasi tutto l’anno (l’acces- uCartografia: so con la neve esula dallo scopo di questo libro), la salita al Mongioie va compiuta deve tornare sui suoi passi puntando da Fraternali editore n. 19, 1:25.000 indicativamente tra metà luglio e settembre; un’unica accortezza: bisogna rag- giungere la vetta già di buon mattino se non ci si vuole ritrovare in mezzo a nuvole basse che, nelle giornate estive, si formano con ragionevole certezza e abbraccia- no afettuosamente tutte le cime delle Alpi Liguri. Tempo di percorrenza: 0:50 - 1:00 al Rifugio Mongioie (1:25 - 1:40 andata e ritorno), 3:40 - 4:10 ore al Mongioie (6:10 - 7:00 andata e ritorno) Dislivello: +308 / - 0 m al Rifugio Mongioie, +1389/ -0 al Mongioie Distanza: 1728 m al Rifugio Mongioie, 6532 m al Mongioie Difcoltà: E l al Rifugio Mongioie (adatta a famiglie con bambini), E/EE l al Mongioie Quota massima: 2631 m

u u Il sentiero (segnavia A07) ha inizio a fontana. Oltre le ultime case del paese la Viozene (1242 m), sul retro della chiesa strada prosegue come pista sterrata. Parrocchiale di San Bartolomeo. Si ignora sulla destra una malandata pista Una ripida salita in cemento porta a una sterrata che scende ad attraversare il Tor- stradina asfaltata, che seguiamo a destra rente Regioso e si giunge a un evidente in salita, incontrando poco dopo una bivio, dove si tiene la sinistra (indicazioni Pian Rosso 50 Valle Tanaro } Il Rifugio Mongioie e il Mongioie Valle Tanaro } Il Rifugio Mongioie e il Mongioie 51

che protegge il rifugio dalle mandrie al una miriade di tagli e scorciatoie hanno pro- pascolo, in direzione nord nord-est, si vocato un forte dissesto del suolo, con note- stacca il sentiero per il Bocchino dell’A- voli danni al sentiero principale che, specie seo. Trascurato il bivio a sinistra per il in quota, tende a diventare sempre più ripido Passo del Cavallo e il Rifugio Mondovì, e faticoso per la progressiva scomparsa dei tornanti. Si raccomanda una volta di più di ritroviamo poco oltre il sentiero che sale seguire il sentiero principale senza percorre- da Viozene, abbandonato poco prima re le scorciatoie. del rifugio. Seguendolo verso sinistra, traversiamo lungo pendii detritici iner- Oltre il boschetto, dopo alcune ampie biti punteggiati da rada vegetazione; svolte e un ripido traverso, il sentiero passato un impluvio, lasciamo ancora a piega quasi pianeggiando verso destra sinistra il sentiero per il Bocchino delle (est) e, con una nuova serie di tornanti Scaglie (possibile via più impegnativa (sorgente pochi metri a destra del sentie- per il Mongioie). ro a quota 2035 circa), guadagna la conca Con un repentino aumento di pendenza, prativa di Pian dell’Olio. ci addentriamo nel Vallone della Vastera, Il tracciato spiana di nuovo leggermen- risalendo con stretti tornanti alternati a te, attraversa la conca sul versante destro brevi ripidi traversi un boschetto di pini. orografico e riprende a salire deciso per superare la balza rocciosa che, tra impo- Lungo la salita al rifugio, ma soprattutto nei tratti più ripidi verso il Bocchino dell’Aseo, nenti pareti calcaree, sembra sbarrare il La cresta che conduce alla vetta del Mongioie La testata della Valle Corsaglia e il Lago Raschera dal sentiero per il Mongioie a sinistra per il “Sentiero Natura”, segna- ridiscende verso Viozene poi, alla succes- via A07). La pista sale all’interno di un siva biforcazione, teniamoci a destra. bosco di latifoglie miste e termina poco Una salita piuttosto ripida, con qualche oltre, presso una baita riattata. svolta, conduce alla “Cabana de Cian Proseguiamo a destra dell’abitazione, su Ruscet”, bella baita in pietra che lascia- sentiero dal fondo a tratti sconnesso ed mo sulla destra. eroso dalle acque di ruscellamento. Tra- Usciti dal bosco, si è ormai ai margini scuriamo una prima traccia a sinistra che dell’ampio pianoro pascolivo di Pian Rosso: a un crocevia si trascurano a de- La via del sale per il Bocchino dell’Aseo stra sia il bivio per il Bocchino dell’Aseo Per questo valico sarebbe transitata una e il Mongioie (segnavia A07, percorribi- antica via di comunicazione, una delle le da chi non vuole passare dal rifugio), numerose ‘Vie del Sale’, che avrebbe col- sia quello per il Pian del’Arma (segnavia legato la Liguria con Mondovì, attraverso ATT, Alto Tanaro Tour). la Colla della Balma in Val Maudagna. Sul Si volge invece a sinistra (ovest) e si rag- versante meridionale del valico, il toponi- mo Pian dell’Olio avvalora tradizioni e leg- giunge in pochi minuti il Rifugio Mon- gende sul luogo ove pare avvenissero i pa- gioie (1550 m, 0:50 - 1:00 ore da Vio- gamenti dei dazi e gli scambi commerciali. zene). Appena prima della recinzione [Alpi Liguri, p. 440] 52 Valle Tanaro } Il Rifugio Mongioie e il Mongioie Valle Tanaro } Il Rifugio Mongioie e il Mongioie 53

parecchi posti auto. uCartografia: uPunti d’appoggio: Rifugio Mongioie, Fraternali editore n. 19, 1:25.000 gestito, www.rifugio-mongioie.com, tel. +39 0174 390196

A sinistra: le prime luci sul Mongioie, visto dalla Val Corsaglia. La salita alla vetta avviene lungo l’enorme piano inclinato a sinistra nella foto. A destra, il Rifugio Mongioie vallone. Il vallone termina invece apren- difficoltosa la salita e il panorama via via dosi, ed un comodo tratto di sentiero più ampio. Arrivati sul filo di cresta, lo che punta a nord raggiunge il Bocchino si percorre verso sinistra (sud sud-ovest), dell’Aseo (2295 m, 2:05 - 2:20 ore dal Ri- per alcune decine di metri su roccette, fugio Mongioie). fino a raggiungere la croce posta in vetta Il Bocchino dell’Aseo è un ampio e agevole al Mongioie (2631 m, 0:45 - 0:50 ore dal valico prativo che mette in comunicazione la Bocchino dell’Aseo). Valle Tanaro con la testata della Valle Corsa- Maestoso il panorama, con la vista che glia. Nelle limpide giornate autunnali, la vi- spazia in ogni direzione, dal mare alle sta spazia fino al lontano gruppo del Monte cime della Valle d’Aosta. uAccessi: da Ceva si risale quasi intera- versanti delle Alpi, uno che guarda la pianu- ra, l’altro il mare, rende il valico sovente bat- mente la Valle Tanaro, superando Ormea. tuto da venti intensi. Giunti a Ponte di Nava, si svolta a destra per Viozene. A Viozene sono disponibili Pochi metri prima del Bocchino dell’A- seo una palina segnaletica ci indica sul- la sinistra l’inizio del sentiero (se tale si può definire) per la vetta del Mongioie (segnavia A07B). Il percorso alterna tratti con stretti tor- nanti, tratti scalinati su roccette e tra- versi. Costanti però restano la forte pen- denza, il pietrisco che rende un po’ più 54 Valle Tanaro } Il Rifugio Don Barbera e Punta Marguareis Valle Tanaro } Il Rifugio Don Barbera e Punta Marguareis 55 u 7. Il Rifugio Don Barbera e Punta Marguareis Un po’ come per l’itinerario precedente, potete scegliere tra una gita di medio impegno, al Rifugio Don Barbera, o una escursione decisamente lunga alla vetta più alta delle Alpi Liguri, Punta Marguareis. Ma avete anche una terza possibilità: per godere appieno dei luoghi, e nutrire buone speranze di giungere in vetta prima delle nuvole che sovente la avvolgono, il consiglio è di spezzare l’escursione in due giorni. Si pernotta al Rifugio Don Barbera, dove l’accoglienza è cordiale e il cibo anche migliore, e la mattina successiva ci si alza di buon’ora per l’ascesa. Andando al concreto, la parte più interessante della gita è a monte della Gola della Chiusetta, quando pascoli e bacini lacustri interrati preludono ai tipici paesaggi carsici che si incontrano tra il rifugio e il Colle della Gaina, con le bianche rocce modellate e incise dai fenomeni erosivi. Grandioso il panorama dalla croce di vetta ma, se sofrite di vertigini, non afaccia- tevi sul lato della Valle Pesio: avete sotto di voi una parete verticale di circa 600 metri! I mesi estivi, da luglio a fne settembre, costituiscono il periodo ideale per questa gita. La salita verso Punta Marguareis Tempo di percorrenza: 2:15 - 2:35 ore al Rifugio Don Barbera (3:55 - 4:30 ore anda- un grosso prefabbricato metallico. ta e ritorno), 4:00 - 4:30 ore a Punta Marguareis (6:45 - 7:40 ore andata e ritorno) Il toponimo “Lago dei Signori” Alle sue spalle, distante poche decine di Dislivello: +716 / -14 m al Rifugio Don Barbera, +1314 / -39 m a Punta Marguareis Il primo dei due pianori, oltre la Gola del- metri ma assai più invitante nell’aspetto, Distanza: 5735 m al Rifugio Don Barbera, 8539 m a Punta Marguareis la Chiusetta, oggi noto come Piana della si trova anche il nuovo Rifugio Don Bar- Difcoltà: E al Rifugio Don Barbera, E a Punta Marguareis l l Chiusetta, era la sede del Lago dei Signori. (2079 m, 1:00 - 1:10 ore dalla Gola Quota massima: 2652 m bera Sebbene il lago si sia parzialmente trasfor- della Chiusetta). mato in torbiera, la sua presenza è testi- uu Dal posteggio a valle di Carnino stra il bivio per il Passo delle Mastrelle Il Rifugio Don Barbera (1377 m circa), imbocchiamo (segnavia A04), traversa ai piedi di alcuni moniata dal toponimo del Colle del Lago Superiore dei Signori, valico al confne con la Francia La prima realizzazione del rifugio risale al la viuzza che passa tra le case della bel- salti di roccia e raggiunge lo stretto in- ubicato alla testata del Vallone dei Maestri. 1966, grazie alla sezione del CAI di Albenga. la borgata e ne esce in direzione ovest. taglio della Gola della Chiusetta (1811 [La Guida del Parco Alta Valle Pesio e Tanaro, p. 200] Si trattava di una struttura prefabbricata in Lasciamo quasi subito a sinistra il bivio m, 1:15 - 1:25 ore dal posteggio a valle metallo con 18 posti letto. Non più in gra- per il Passo del Lagarè (segnavia A29) e di Carnino Superiore). rale proveniente dal Rifugio Don Bar- do di soddisfare le esigenze del moderno seguiamo il sentiero che si addentra nel passaggio, che dà accesso al Vallone dei bera. Tenendoci a destra delle costruzio- turismo alpino, l’allora Parco Naturale Alta Vallone di Carnino (segnavia A03). Maestri, porta a una prima piana pasco- ni, e ignorando la pista, imbocchiamo il Valle Pesio e Tanaro (oggi Parco Naturale Il percorso, tortuoso, nella parte iniziale liva, cui ne segue una seconda, ben più sentiero che si allunga sul versante sini- del Marguareis) decide di farsi carico della costruzione di un nuovo rifugio al Colle dei si snoda lungo caldi e assolati versanti, ampia, dopo una breve risalita. La piana, stro orografico del vallone. Con un lungo Signori, inaugurato nel 2006. coperti in prevalenza da vegetazione ar- sede dell’alpeggio delle Selle di Carnino, diagonale tra distese pascolive e roccette è dedicato alla fgura di Don Umberto Bar- bustiva. Una piccola fontana, con la vi- recentemente riattato, dei ruderi del Ri- affioranti guadagniamo lentamente quo- bera, classe 1886. Preso il sacerdozio nel cina panca in legno, è l’unico punto di fugio Selle di Carnino e della Cappella di ta; lasciata a destra la diramazione per il Vecchio Seminario di Albenga, si diploma ristoro che si incontra. Sant’Erim, che seppur vicina al sentiero Colle del Pas (segnavia A03B), dopo una maestro elementare. Alpinista, è molto at- Il sentiero taglia quindi il versante sini- rimane però nascosta alla vista, è rag- breve ma erta impennata tra roccette, ci tivo nell’avvicinare i giovani alla montagna; stro orografico del vallone, lascia a de- giunta da monte da una pista agro-pasto- appare infine di fronte il vecchio rifugio, muore nel 1946, all’età di 60 anni. [Rifugio Don Barbera, Don Umberto Barbera]