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CINEMA La versione di Grant

Every Everything: The Music, Life & Times of di . di Roberto Curti

“COME ON IN! Let me show you around di definitività che ci si attende. Certo, my place here…” Il nostro anfitrione ci fa un’ora e mezza è un soffio di vento per rias- accomodare in casa: attenzione ai gradini sumere oltre cinquant’anni di vita di cui d’ingresso, qui c’è lo studio con il tavolo da quaranta spesi facendo musica (ed ecco ba- lavoro, laggiù il caminetto con la foto del lenare At the Hop di Grant Hart and the Har- padre e del figlio. Tutto questo ormai è solo tbeats, anno 1973, con il dodicenne Grant nella sua testa: quella casa è andata distrutta imberbe e cicciottello a condurre per mano in un incendio nel gennaio 2011, ciò che è ri- il suo primo vero gruppo), ma alla fine si masto è un rettangolo di prato, dove l’uomo rimpiange che Bechard non abbia scelto per – un ultracinquantenne un po’ macilento, il suo documentario un formato-monstre occhialini da vista e capelli scriminati nel come Larry Wessel con Iconoclast. Lo si sta- mezzo, impermeabile chiaro, camicia rosa, rebbe ad ascoltare per ore, Hart, tanto è improponibili scarpe a punta color rosso fluido, ricco, acuto il suo eloquio, che parli fuoco – si muove seguendo l’invisibile filo del suo stile e delle sue influenze (Moon, dei ricordi. Quell’uomo è Grant Hart. Ringo, Krupa) o si dilunghi sulla passione Dopo Color Me Obsessed, Gorman Be- per il modellismo e le Studebaker che l’ha chard racconta un’altra pagina fondamen- portato a restaurare una 1955 Champion. tale della storia del rock statunitense: ma se La versione di Grant è intrigante, oltre nella pellicola dedicata ai Replacements di che per i percorsi che segue nel rievocare un costoro non v’era nemmeno l’ombra, in pezzo di mitologia rock, per come lo fa, Every Everything: The Music, Life & Times of dalla prima jam con Mould vista come un Grant Hart, come anticipato dal regista (BU duello western di due pistoleri al tramonto, #180), Grant è il motore unico e il solo ful- al leggendario “Blue Paint Show” in quel di cro della narrazione – la sua narrazione, rac- potutto un Mi ricordo, sì, io mi ricordo rock, Chicago, il 23 marzo 1981, che valse agli contandosi, da straordinario affabulatore che come tale è soprattutto una meditazione Hüsker Dü il contratto con la SST (e che Be- qual è, dal primo all’ultimo minuto, a di- sul tempo che divora (o viene divorato: chard ricrea con un inserto animato che è la spetto di quando dichiarava che non “Suonavamo i 26 minuti di quel disco in cosa meno riuscita del film), alla creazione avrebbe sprecato il proprio futuro a parlare tipo 15” ricorda Hart a proposito della tour- della copertina di “”, di cui il del passato. E a differenza di Color Me Ob- née con cui i tre promuovevano “Land regista scova location e scatto originario, a sessed, dove dei ’Mats non si udiva una sola Speed Record”), e non torna più. Il tempo, il colori pastello, anche più fascinoso dell’ori- nota, Every Everything straborda di musica, passato, la memoria: per Grant Hart, un de- ginale (e il misoneista Hart non perde occa- un incessante tappeto visivo e sonoro che ne stino segnato fin da quando, a dieci anni, sione per sottolineare che con Photoshop un accompagna i novantatré minuti di durata. eredita il drum set del fratello defunto, e ini- risultato così si sarebbe ottenuto in un’ora a In primis gli straordinari frammenti live con zia a battere sulle pelli per perpetuarne il ri- fronte delle due giornate di lavoro da lui gli Hüsker Dü (di cui ascoltiamo anche cordo. impiegate…). frammenti della prima registrazione esi- Ma fin da subito si capisce che quel rac- Ma sono altre le strade che l’ex-Hüsker stente, Do the Bee, anno di grazia 1979) con il contarsi non è affatto la tipica autocelebra- Dü percorre con maggior piacere: la pas- batterista che pesta come un dannato, zione da rockstar (quale celebrazione, poi, sione per i collage (con affascinante dimo- Mould che si sgola e Norton che pare avere l’essere sopravvissuto all’eroina? E quando strazione pratica in time-lapse) come il dono dell’ubiquità da come salta in lungo mai Grant è stato una rockstar?), ma piutto- strumento per esprimere il subconscio, ad e in largo sul palco. E poi ancora perfor- sto una seduta psicanalitica in forma di mo- esempio, o l’amicizia tenerissima con Wil- mance in solitario o con i Nova Mob, e per- nologo, segnata dalla consapevolezza liam S. Burroughs. Ne esce il ritratto di un sino chicche come le schegge video che orgogliosa della propria marginalità, che artista colto e umorale, che ama presentarsi documentano una jam con gli Swallows e non ottunde il giudizio ma anzi lo affila gra- come artigiano per il modo in cui sa cesel- un’esibizione live con gli Yanomamos, i due zie all’arma dell’ironia—quella stessa che lo lare suoni e rime, ma che in quanto speri- gruppi con cui Grant s’era brevemente ba- portava ad autografare al contrario le copie mentatore non esita a paragonarsi a loccato dopo la fine degli Hüskers. di “Metal Circus”, per fare pendant con la Duchamp (“Avrebbe potuto dipingere Nudo Eppure la musica passa in secondo copertina ... che scende le scale per il resto della vita, ma piano rispetto al fiume di parole che Hart ri- Eppure, nonostante il titolo, Every Every- ha continuato a spingersi in là, esplorando versa sullo spettatore. Every Everything è do- thing non è affatto contornato da quell’alone nuove strade”) e John Cage; che biasima il 134 BlowUp198.qxd:Blow Up 16-10-2014 14:37 Pagina 135

nuovo che avanza, la democratizzazione other tangible things.” E se in un filmato quelle odierne, con lui smunto e quasi irri- delle arti (musica inclusa) e l’inevitabile de- del 1996, a chi gli chiedeva di una reunion conoscibile, un po’ bohémien un po’ clo- grado che ne consegue. rispondeva: “Sì. (pausa ad effetto) Davanti chard, e quelle inseparabili scarpe a punta E quando arriva a toccare i fatti più alla corte federale”, oggi appare più mor- che paiono un frammento di uno dei suoi sgradevoli, intimi e privati, Hart lo fa co- bido, quasi zen, al punto da uscirsene con prediletti, coloratissimi collage: per una munque a modo suo: Bechard accosta la una disarmante dichiarazione d’affetto per volta, forse, meglio svanire a poco a poco rievocazione dell’incontro con la ragazza il rivale (“I love him, you know”). Ritrova che bruciare. Ci sono poi gli scorci di Min- che gli diede un figlio nel corso di una tem- la mordacità che gli è propria quando neapolis che segnarono la sua storia, luoghi poranea divagazione eterosessuale (“Non spende parole di fuoco per Greg Ginn o che non esistono più, se non in forme o con ho mai avuto i privilegi e le responsabilità sfiora il tema dell’eredità-Hüsker sulle ge- nomi radicalmente diversi. E, soprattutto, del crescere un figlio”), a una registrazione nerazioni successive di musicisti: sentite c’è Grant che passeggia sui resti della casa d’epoca in cui il musicista improvvisa un come liquida disgustato il povero Billy Cor- che non esiste più, mostrandoci invisibili ci- beffardo poemetto sulla paternità che pare gan – anzi, “that guy from the Pumpkin meli, le things lost in the fire di un’intera una strofa di Charity, Chastity, Prudence and band” – che s’era vantato di “aver portato vita: passato l’effetto surreale, che ricorda i Hope. Anche le acque limacciose del rap- un passo avanti” il suono degli Hüskers. tennisti mimi di Blow-up, e che Bechard ac- porto con Mould e della fine degli Hüsker Ma ne ha anche per se stesso, specie per il centua raddoppiando e triplicando l’imma- Dü sono affrontate di petto: Hart indica periodo Nova Mob (“i grandi liquidatori gine del protagonista, come a illustrarne le come l’inizio della fine l’uscita di due sue del rock’n’roll”: poco dopo l’uscita del loro varie vite e reincarnazioni artistiche e non, canzoni come 45 giri da “Candy Apple debutto la Rough Trade va in bancarotta la- ciò che resta è un acuto senso di malinconia Grey” (“quando scelsero Sorry Somehow sciandoli in brache di tela), di cui dichiara e caducità. Che si acuisce alla vista del ma- come secondo singolo, da quel momento la senza mezzi termini di odiare il secondo e gazzino dove Hart ha raccolto le cose scam- mia vita diventò insopportabile”), ma non ultimo album. pate all’incendio: mappamondi, vecchi si tira indietro quando si tratta di rievocare Bechard gli lascia briglia sciolta, e opera nastri, casse di cianfrusaglie. “Se mi guardo i trascorsi da tossicomane (incluso l’episo- un certosino lavoro di montaggio, incen- intorno, vedo ben poche cose che davvero dio della bottiglia di metadone durante il trato sull’idea del tempo che passa. Ini- vorrei ripulire, deodorare e reinserire nella tour del 1987 raccontato da Azerrad in Our ziando con la miriade di immagini che ci mia vita. Mi dicevo, le uniche che ho per- Band Could Be Your Life), e sintetizza la di- mostrano Hart dall’infanzia a oggi, dai pri- duto sono cose che possono andare a fuoco. pendenza da eroina così: “I started inve- mordi degli Hüsker Dü (giubbotto di pelle, Vuol dire che dopotutto non erano così im-  sting in my blood stream rather than in basette, guanciotte piene e pancetta) a portanti.” Di certo, non quanto i ricordi. rn Hart Grant

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