$LOGOIMAGE IL SISTRI..... SINTOMO DI UNA GUERRA CHE VERRA'......

IL SISTRI... SINTOMO DI UNA GUERRA CHE VERRA'....

Abbiamo cercato, fino all'ultimo, di sottrarci dal commentare le ultimissime "novità" del SISTRI, ovvero del sistema informativo/informatico che (in buona sostanza) sostituirà (per la tracciabilità, per il controllo dei flussi di movimentazione dei rifiuti) l'impianto cartaceo costituito dai registri di carico e di scarico e dai formulari di identificazione dei rifiuti (FIR).

L'idea sottesa al SISTRI è nota, cosiccome il calvario normativo che l'ha accompagnato nel tempo, le grandissime lamentazioni dei soggetti obbligati al sistema (e al contributo di iscrizione cui sono assoggettati, avente natura di tributo) e pure sono note le traversie giudiziarie che (anche recentissimamente) ne hanno dato risonanza anche ai non addetti ai lavori.

Per approfondimenti e disamine, sia permesso rinviare ai nostri (invero numerosi) contributi in questa rivista "Gazzetta enti locali on line", oltre agli scritti (e note ad altrui interventi) contenuti nel Nuovo Manuale di diritto e di gestione ambientale (Rimini, 2012), nonché in altre riviste del settore (Rivista di diritto e giurisprudenza agraria, alimentare e dell'ambiente, L'Ufficio Tecnico, ecc.).

Chi ci legge conosce da tempo quale sia la nostra posizione al riguardo e che non siamo certo adusi a strumentalizzare le altrui per così dire "debolezze", per quanto qui ci riguarda: del SISTRI e dei protagonisti dell0....affaire, dove invece, ora, molti si stanno scatenando in chiave quantomeno scandalistica e da giallo.

Sembra (infatti) che alcuni abbiano facile gioco a "sparare" sul SISTRI, cavalcando le notizie che appaiono sui media, prendendone dei pezzi, enfatizzandole altri, criticando il SISTRI nella sua essenza e sostanza, additando protagonisti (veri o presunti che siano), paventando complotti e trame segrete, ecc. ecc.

Ma, basterebbe che i pazienti lettori andassero a leggersi cosa questi signori (chiamiamoli parodiando un film: "lord- SISTRI") scrivevano nei tempi in cui il SISTRI, come dire .... s'aveva da fare: allora (salvo pochissimi, tra i quali - obiettivamente - ci annoveriamo) era tutto un osannare, tutto un coro di complimenti, tutto un commento (se non commercio) proattivo, tutto un ingraziarsi i potenti di turno... Anche questo per noi è un sintomo del carattere italico di gran parte dei nostri esperti, consulenti, studiosi (che non denota certo quel coraggio intellettuale alla Giordano Bruno o di altri nostri grandi pensatori che rivendicando la libertà e l'autonomia del propri pensiero si sono posti anche contro il "potere", sacrificando i propri interessi, se non - addirittura , come è avvenuto col rogo di Giordano Bruno - la propria vita).

Ma, intanto, quasi tutti (all'epoca ove il SISTRI s'ha da fare) si "offrivano" (ricavandone, ad impressione di molti, sproporzionati profitti) con prestazioni di consulenza e con continui (spesso inflazionati) corsi e/o incontri di formazione ai disgraziati soggetti che venivano dal nostro legislatore (sic!) blanditi e obbligati al SISTRI.

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In queste occasioni (anche con scritti e atteggiamenti più o meno da guru) si creava il mercato del SISTRI, seminando un po' di terrore e molte conoscenze precarie, inconcludenti, malcerte (come ben ha mostrato il sistema nel suo divenire: accidentato, modificato, sospeso, spesso derogato e oggetto di continui interventi lobbistici, se non negoziato).

E, quindi, rieccoci al consueto festival dell'italica ipocrisia (dove non pochi consulenti e formatori ancora si stanno sfregando le mani pensando al rinnovato business, nonostante in questo momento i medesimi consulenti e formatori sembrano battersi il petto, sciorinando lacrime e lamentazioni a go go....).

Che dire? Intanto (per dovere di informazione minimale) che il d.m. 20 marzo 2013 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 19 aprile 2013, n. 92) col quale di dispone il "riavvio progressivo del Sistri" che era stato "sospeso" (nei termini di avvio) al 30 giugno 2013. Si doveva verificare (dal Ministero che si è avvalso del Digita PA) se il SISTRI corrispondeva come servizio e fornitura a quanto anzitempo il Ministero aveva progettato e (solo) poi (sembra con rilevanti varianti) pattuito con l'affidatario SELEX - SEMA del Gruppo Finmeccanica... invece, qui si è tirato dritto, affermando semplicemente che se non si riavvia il sistema si rischia di perdere quanto tesaurizzato come dati e informazioni (stante il loro disallineamento) e che per il 2013 l'affidatario ha manifestato (bontà sua) l'assenso (sic!) a non chiedere agli obbligati assoggettati il contributo SISTRI.....

Il tutto con un avvio meno impattante, poiché (art. 1: operatività del SISTRI) si stabilisce (comma 1) che "Per i produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi con più di dieci dipendenti e per gli enti e le imprese che gestiscono rifiuti speciali pericolosi, individuati all'art. 3 comma 1, lettere c), d), e), f) g), h), del decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 18 febbraio 2011, n. 52, e successive modifiche ed integrazioni, il termine iniziale di operatività del SISTRI è fissato al 1 ottobre 2013", e che (comma 2) "Per gli altri enti o imprese obbligati all'iscrizione al SISTRI il termine iniziale di operatività è fissato al 3 marzo 2014", aggiungendo (comma 3) che "Gli enti e le imprese di cui al comma 2 possono comunque utilizzare il SISTR I su base volontaria dal termine di operatività di cui al comma 1".

L'articolo 2 (Allineamento del sistema e iscrizioni) impone la verifica e l' attualità dei dati e delle informazioni trasmesse" con loro "riallineamento" entro termini diversamente stabiliti per i soggetti di cui all'art.1.

L'art. 3 (regime transitorio) prevede che "fino alla scadenza del termine di trenta giorni dalla data di operatività del SISTRI prevista dal presente decreto per le diverse categorie di enti o imprese, continuano ad applicarsi gli adempimenti e gli obblighi di cui agli articoli 190 e 193 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni".

Infine, l'art. 4 (Contributo SISTRI) non si capisce perché (ma si può ben intuire) inizia precisando che "in accordo con SELEX-SEMA"...."il versamento del contributo di iscrizione al SISTRI è sospeso per l'anno 2013

Copyright © Alberto Pierobon - Tutti i diritti riservati 2/14 $LOGOIMAGE per gli enti e imprese già iscritti alla data del 30 aprile 2013".

E torniamo a manifestare il nostro pensiero (piuttosto che limitarci a leggere quel che scrive la norma) sperando che possa essere utile a far meglio comprendere questa vicenda, almeno per coloro che dedicati alle cose "terrene" (tirare a campare in una crisi finanziaria ed economica vieppiù violenta) non riescono a seguire questi veri e propri "deliri" che appartengono ad altri livelli e vite.

A nostro modesto avviso peccano di ovvietà le critiche al sistema circa lo inseguimento del rifiuto da parte del SISTRI solo sulla motrice (non sul rimorchio, non sul cassone), un po' meno quelle che si rivolgono ad altri "buchi" del sistema, soprattutto per quanto concerne le movimentazioni interne agli impianti (il vero punto che molti controllori ancora non capiscono!), per le miscelazioni sconosciute oltre la mera addizione di CER diversi (ovvero che non tiene in considerazione le componenti chimiche, le reazioni, ecc.), le spedizioni transfrontaliere (si chieda ai consolati e alle ambasciate di Paesi limitrofi cosa ne pensano degli obblighi imposti ai loro vettori), e così via.

Meno si è detto su talune positività connesse al potenziamento del ruolo del produttore, che viene "relazionato" dal SISTRI agli altri soggetti (trasportatore, impianti di trattamento, eventuali intermediari e commercianti, ecc.) per così dire "spostando/modificando" la ricostruzione lineare della gestione dei rifiuti, in un diverso mosaico che vede nel SISTRI ricomporre le fasi e i passaggi tra i diversi soggetti...., non consentendo ai medesimi soggetti di "vedere" questo diverso "sistema" che prima si "aggiustava" sulla carta (e su quanto esse mostrano della fisicità della gestione, ma per come rappresentata). Il tempo del SISTRI era infatti (agli inizi del progetto) positivamente terrificante nella sua istantaneità che spezzava il tempo cartaceo. Poi, via via , le deroghe, le specificità, e altre "benevolenze" hanno tolto questa iniziale "potenza" al SISTRI, lasciando un approccio (o logica) eccessivamente poliziesco, con una visione limitata (in parte statunitense, alla Al Capone, in gran parte "vecchia" ed inutile per le casistiche odierne).

In effetti il SISTRI è ridotto da questa logica a una lettura che non tiene conto delle sofisticherie gestionali, dove la contrattualistica, la materia societaria, la stessa logica soggiacciono a "torsioni", creando espedienti, lasciando vie di fuga (probatorie, legal-documentali, ecc.) così come avviene in materia fiscale, assumendo altre prospettazioni anche per la qualità e quantità fisica delle movimentazioni dei rifiuti oggetto della famosa tracciabilità (ma la tracciabilità finanziaria e quella occulta non si è ancora capita!).

Qui il sistema si mostra essere il frutto di una idea che ancora non si è evoluta ai tempi e alle metodiche attuali. Le organizzazioni criminali (si badi: non certo la stragrande parte dei produttori e degli operatori del settore) possono dribblare il sistema, ovvero "inventarsi" altri espedienti, giochetti, ecc., per evitare di accendere i riflettori del controllo (che quando avvengono spesso è solo per caso!) e quindi loro incriminazioni...... queste organizzazioni - lo sappiamo tutti ormai bene - possono incaricare menti finissime, società di software e studi professionali specializzati (financo internazionali) su tutti questi aspetti di proprio "pericolo" o di "rischio" (gabbando anche gli incroci dei dati e delle informazioni che vuole il SISTRI, proprio perché il "SISTRI-pensiero" è evincibile e diversamente ricostruibile).

Copyright © Alberto Pierobon - Tutti i diritti riservati 3/14 $LOGOIMAGE Questo, tra altri, il grave limite di un sistema che vuole coprire tutto e in realtà diventa opprimente per tutti i soggetti senza però concentrare le proprie risorse e pure l'impegno dei "controllori", sui comportamenti, sui soggetti e sugli oggetti cosiddetti " a rischio" e/o che hanno interesse ad attivare comportamenti illegali...

Siamo alle solite. Non è l'intenzione (il progetto inteso in senso generico) ad essere sbagliata/o, bensì tutta la sua impostazione e gestione, anzi la "mentalità" che sta ... dietro.

Inoltre, smettiamola di liquidare la questione addebitando la colpa a questo o a quel ministro, oppure a questo o quel consulente. Chi ha uso di mondo sa che non si tratta di individualità, bensì di veri e propri centri di potere e di influenza (pubblica e privata, embricati tra loro). La domanda allora è: chi veramente comanda? Il SISTRI nasce recuperando (e cercando di rimediare) il progetto SIRENETTA (rifiuti prodotti in Campania durante l'emergenza: anche qui buttando un po' di soldi, visto che la Corte dei Conti si era attivata per danno erariale) e altre similari iniziative.... L'abbiamo già scritto anni fa, così come abbiamo detto che il contratto stipulato tra la Selex e il Ministero grida "vendetta" (vedasi le varianti, il sinallagma sproporzionato o incongruo) e apre vari scenari (inadempimento? Risoluzione contrattuale? Risarcimento danni? Transazione?), tra altro complicando le "fonti" di conoscenza del sistema (manuali operativi e comunicati nel portale del SISTRI derivanti da tavoli di lavoro, con discrezionalità e integrazioni di disciplina che fanno sorgere più di qualche perplessità...).

Nel 2007 l'allora Ministro (Pecoraro Scanio) aveva autorizzato l'iniziativa di un sistema di tracciabilità (con la Finmeccanica) che riguardava solo i rifiuti pericolosi; poi la dilatazione (se non la voracità) del sistema esteso a tutti i rifiuti (a quasi tutti i soggetti), difesa veementemente dallo staff del successivo Ministro (Prestigiacomo); l'attuale Ministro (Clini) si è trovato in mezzo al guado , ma con parlamentari che avevano (per vari motivi: elettorali, clientelari, corporativi, ecc.) già sollevato (e posto in sede istituzionale) la problematica del SISTRI, e, addirittura, con una procedura giudiziaria in corso che aveva parimenti sollevato gravi dubbi e molte riserve sul come era stata avviato e gestito il SISTRI (già oggetto di scoperchiamento di taluni aspetti sconosciuti, quali il segreto di Stato, avanti il ricorso TAR Lazio avanzato da un gruppo di softwarehouse, contenzioso poi transato).

Non è vero che tutto il Ministero dell'Ambiente sia, come dire... "positivamente orientato" al SISTRI, probabilmente si sta considerando (nel complesso) il danno minore (alla luce di quanto ha anche osservato l'Avvocatura di Stato), ma ciò (sia detto) in una sorta di continuità tra governo della sinistra, governo della destra, governo dei tecnici, proprio perché il potere non risiede (come forse ingenuamente ancora si crede) nel Parlamento, ma è "fuori"...

Neppure talune associazioni di categoria possono dirsi immuni da critiche: sovente esse ai loro associati mostrano di fare battaglia e scrivono invettive di fuoco, per poi sedersi bonariamente ai tavoli istituzionali rassicurando la parte pubblica (ministero e Selex) sul fatto che promuoveranno le iscrizioni al SISTRI, che ne difenderanno l'iniziativa, e altro ancora... Insomma , sempre la solita ipocrisia e tanta collusione tra il pubblico-privato, ma non necessariamente semplificabile (come si sente e si legge) in questa o quella persona (sia esso ministro, dirigente, presidente di associazione, amministratori di società private o pubbliche e così via).

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Sappiamo di rischiare di essere fraintesi, se non aspramente criticati sugli aspetti dianzi accennati, ma la nostra esperienza e conoscenza è questa (e non solo nostra, basti frequentare il settore con apertura mentale e cercando di capire i problemi veri: ma purtroppo i "giri" sono questi e, come si dice - efficacemente - al bar sport, "cane non mangia cane").

Perché, allora, il SISTRI non è stato limitato ai soli rifiuti pericolosi e sopra una certa soglia quantitativa? Perché si rincorrono sempre le violazioni "stupide" (formali, bagatellari, ecc.) che saranno quelle maggiormente oggetto di sanzione ("gettonate") col SISTRI?

Ma (ci domandiamo) che mondo è mai questo dove (ancora) non si comprende che siamo alle soglie di una guerra (sicuramente economico-finanziaria, forse sociale, forse....) se la situazione continuerà a procedere ed aggravarsi in siffatto modo? Si buttano via (o nelle tasche di qualcuno: non siamo noi l'organo competente a verificare) decine di milioni di euro ogni anno, che gravano su produttori e operatori che poi debbono programmare altri costi "interni" (di organizzazione, di adattamento delle risorse/at trezzature, di consulenza, ecc.) e tutto questo in un periodo dove le macerie si accatastano, dove anche fiscalmente parlando, gli imprenditori dichiarano che preferiscono non pagare le tasse (visto che non serve a nulla) e che pensano a chiudere od andarsene dall'Italia? Eppoi, chi ha il coraggio (o la forza) di rimanere in questo agone italico (od europeo: visto che il tramonto dell'Occidente è ineluttabile) si trova ad affrontare sempre più complicazioni, talvolta assurde (pensiamo alla tematica della microraccolta nelle varie "tesi" della dottrina, pensiamo - lo vedremo la prossima settimana - alle problematiche delle autorizzazioni per gli impianti mobili che seguono logiche diverse per le diverse regioni o provincie, ecc.) spesso penalizzanti o terrorizzanti...

Ma dove andremo a finire con questo modo di fare e di pensare? Possibile che chi veramente comanda (...) non possa strategicamente pensare a concedere un po' di "illusioni", quale per esempio applicare il SISTRI solo ai rifiuti pericolosi e solamente ove la produzione superi una certa quantità, piuttosto che (invero stolidamente) continuare a ribadire le scelte (opinabili, a tacer d'altro) del passato?

E, intanto, l'ipocrisia dilaga.

AMBIENTE NEWS

Le associazioni ambientaliste a : "Difenda il Ministero dell'ambiente"

Le associazioni ambientaliste scrivono al presidente incaricato Enrico Letta e nel fargli i migliori auguri per il pieno successo del Suo incarico, richiamano la Sua attenzione sulla necessità di mantenere inalterato il presidio ambientale "al più alto livello istituzionale e quindi governativo con una titolarità specifica nell'ambito

Copyright © Alberto Pierobon - Tutti i diritti riservati 5/14 $LOGOIMAGE della nuova compagine governativa, e che vengano garantite le risorse perché il ministero sia messo in condizioni di operare proficuamente".

"Tale presidio - scrivono le associazioni - è ampiamente legittimato dalle rilevanti, consistenti e pervasive conseguenze che le problematiche ambientali rivestono per l'economia, la società e quindi per il presente ed il futuro del Paese, soprattutto nello scenario dello sviluppo delle politiche europee. Pertanto le chiediamo di accogliere questa nostra perorazione anche possibilmente sotto il profilo di una continuità operativa di alta competenza e riscontrata credibilità internazionale".

La lettera si chiude quindi con un rinnovato augurio per il successo dell'incarico assunto e i saluti e dei presidenti delle associazioni:

Umberto Martini ( Club Alpino Italiano),

Giuseppe Onufrio ( Greenpeace),

Andrea Carandini ( Fondo ambiente italiano),

Marco Furlan ( Federazione Nazionale Pro Natura),

Vittorio Cogliati Dezza ( Legambiente),

Franco Iseppi ( Touring club italiano),

Dante Caserta ( WWF).

Copyright © Alberto Pierobon - Tutti i diritti riservati 6/14 $LOGOIMAGE (Fonte: Eco dalle città)

Orlando, curare ferite da cattivo sviluppo

La prima cosa da fare sara' ''curare le ferite inferte da un cattivo sviluppo industriale''. Cosi', dalle pagine del Secolo XIX, il neoministro per l'Ambiente , parla delle priorita' che intende dare al dicastero.

''Bisogna dare risposte immediate sulle calamita', sui crimini ambientali e pensare alle emissioni inquinanti . ha detto Orlando -, attrezzare questo Paese per affrontare le calamita' naturali e rimuovere gli elementi di deterioramento del territorio. Penso anche agli elettori del Pd magari ancora scettici su questo governo: le nostre risposte dovranno essere immediate e efficaci''.

Sul Pd: ''Non ci sono stati dissapori ma dibattiti sinceri. Avevamo espresso dubbi sul dare carta bianca al Colle, non eravamo certi di poterci fidare del Pdl. Abbiamo visto lavorare Letta e ci siamo fidati. Sara' una sfida''.

(Fonte: Ansa)

Rinnovabili, Eurostat: in Europa coprono il 13% dei consumi elettrici

Nel 2011 il 13% dei consumi di energia dell'Unione europea è stato soddisfatto da fonti rinnovabili, rispetto al 7,9% del 2004 e a fronte di un obiettivo finale del 20% del 2020. Questa la fotografia scattata da Eurostat (> ricerca Eurostat), l'Istituto di statistica dell'Ue. L'Italia, in particolare, ha raggiunto quota 11,5%, facendo registrare un significativo passo avanti rispetto al 2004, quando era ferma al 4,9%, ma mostrandosi ancora lontana dal suo target al 2020 (17%). L'Estonia, a questo proposito, è il primo Paese dell'Unione a 27 ad aver già centrato il suo obiettivo del 25% previsto per il 2020, avendo raggiunto quota 25,9%.

Secondo i dati Eurostat, nell'Ue le reginette delle fonti verdi sono tutte nel Nord Europa: Svezia (46,8% dei consumi da rinnovabili), Lettonia (33,1%), Finlandia (31,8%) e Austria (30,9%). Poca cosa rispetto al 64,7% della Norvegia, ormai a un passo dall'obiettivo del 67,5% del 2020. Le "cenerentole" Ue sul fronte rinnovabili sono invece Malta (0,4% contro un obiettivo del 10% per il 2020), Lussemburgo (2,9% e il suo target e' dell'11%), Gran Bretagna (3,8% contro un obiettivo del 15%), Belgio (4,1% contro il 13%) e Olanda (4,3% rispetto ad un obiettivo del 14%). La Croazia, che dal primo luglio sara' il 28/o Stato membro, e' al 15,7%, contro un obiettivo del 20%.

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A registrare il salto maggiore nella fetta di energia da rinnovabili fra il 2004 e il 2011 sono invece Svezia (dal 38,3% al 46,8%), Danimarca (dal 14,9% al 23,1%), Austria (dal 22,8% al 30,9%), Germania (dal 4,8% al 12,3%) ed Estonia (dal 18,4% al 25,9%).

(Fonte: Eco dalle città)

100 top ristoranti NY, riduciamo rifiuti

NEW YORK - Svolta all'insegna dell'ambiente nella ristorazione di New York: cento tra i più celebri templi della cucina a cui si sono aggiunte alcune catene di fast food si sono impegnate a ridurre del 50 per cento la spazzatura prodotta in cucina. L'iniziativa si unisce ad altre del sindaco Michael Bloomberg per rendere sempre piu' verde la Grande Mela affidata fino alla fine dell'anno alle sue cure. New York produce ogni giorno 20 mila tonnellate di spazzatura e i ristoranti sono responsabili del 70 per cento dei rifiuti commerciali.

Hanno aderito al progetto gli chef dello 'chicchissimo' Le Bernardin, il popolare 'noodle shop' giapponese Momofuku, i ristoranti di Mario Batali e Lidia Bastianich e quelli di Danny Meyer, dal lussuoso Gramercy Tavern alla linea di hamburgherie Shake Shack. ''Speriamo che questi cento siano solo i primi'', ha detto Bloomberg, che alla fine di dicembre lascera' City Hall dopo tre mandati, presentando l'iniziativa a una conferenza su come rendere le citta' ecologicamente sostenibili: ''I ristoranti hanno un ruolo chiave per contribuire a ridurre i rifiuti urbani di una metropoli''.

(Fonte: Ansa)

Bici sul tram: per la prima volta si può. A Milano dal 4 maggio

A partire da sabato 4 maggio data i ciclisti potranno portare gratuitamente la propria bici su tutta la rete metropolitana dal lunedì al venerdì, dall'inizio del servizio alle 7,00, dalle 10,30 alle 16 e dalle 20 sino al termine del servizio; il sabato e la domenica l'accesso per le bici sarà gratuito per tutto il giorno.

Non solo metrò: le bici potranno salire, per la prima volta nella storia del trasporto pubblico milanese, a bordo delle linee tram 7 e 31. Per i mezzi di superficie il trasporto sarà consentito dall'inizio del servizio alle 7,00 e dalle 20 al termine delle corse; tutto il giorno il sabato e la domenica.

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La sperimentazione verrà sospesa, secondo il regolamento ATM, nel mese di dicembre.

(Fonte: Eco dalle città)

Rifiuti in Campania: Italia verso maximulta Ue

In base a quanto si apprende da fonti comunitarie riprese dall'agenzia Ansa, la Commissione Ue defererirà a maggio o giugno l'Italia per la seconda volta alla Corte Ue, cosa che implica la comminazione di una multa, per la non esecuzione della prima sentenza della stessa Corte sulla gestione dei rifiuti in Campania. "Ci possiamo aspettare che non ad aprile ma alla prossima tornata di procedure d'infrazione a maggio o giugno ci sia il secondo ricorso alla Corte Ue per la non esecuzione della sentenza della stessa Corte del maggio 2010", hanno riferito le fonti. Il secondo deferimento implica anche il pagamento di sanzioni pecuniarie salate. "E' andata avanti per troppo tempo, l'Italia ha avuto molti avvertimenti", hanno sottolineato le fonti, spiegando che per Bruxelles "il cronoprogramma non sembra essere sufficientemente credibile" e che "i piani di gestione non sembrano ugualmente sufficienti".

La Corte di giustizia Ue ha respinto oggi il ricorso con cui l'Italia chiedeva in sostanza lo sblocco dei fondi europei Fesr destinati al piano di smaltimento dei rifiuti in Campania. Lo stop deciso da Bruxelles, secondo la Corte, è legittimo perché direttamente collegato al finanziamento con soldi Ue delle misure al centro della procedura d'infrazione aperta, ovvero la realizzazione del sistema di gestione e smaltimento dei rifiuti in Campania e, in particolare, per la raccolta differenza.

Comune di Napoli: da Ue atto dovuto

"La decisione della Corte di Giustizia Ue rappresenta un atto dovuto, essendo ancora aperta la procedura di infrazione verso lo Stato italiano iniziata nel 2006": lo afferma il vicesindaco di Napoli Tommaso Sodano commentando la decisione della Corte di giustizia Ue che ha respinto oggi il ricorso con cui l'Italia chiedeva lo sblocco dei fondi europei Fesr destinati al piano di smaltimento dei rifiuti in Campania. "Si tratta comunque - aggiunge Sodano - di una decisione che non intacca i finanziamenti comunitari a supporto dell'estensione della raccolta differenziata e della realizzazione degli impianti intermedi in città, sui quali l'amministrazione del Comune di Napoli sta puntando". "L'infrazione europea - spiega Sodano - nasce negli anni della drammatica emergenza rifiuti per la pessima gestione del ciclo e per la man cata raccolta differenziata. Da due anni Napoli non vive più l'emergenza, anche grazie al nuovo clima creatosi tra le istituzioni, cresce la raccolta differenziata, abbiamo aperto le ecologiche, un sito di trasferenza temporanea dei rifiuti e, ora, stiamo lavorando per la realizzazione di impianti di compostaggio. Su queste politiche - conclude Sodano - esiste condivisione da parte dell'Ue e siamo certi che non farà mancare il suo sostegno".

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(Fonte: Eco dalle città)

New Deal Verde entro il 2020, l'Europa deve darsi da fare...

L'Unione europea deve rafforzare i suoi interventi in materia di clima, rifiuti e sicurezza delle sostanze chimiche, per dare vita ad un 'New Deal verde' da qui al 2020. L'appello arriva dagli eurodeputati della commissione ambiente, in una relazione votata a larga maggioranza sul settimo programma d'azione sull'ambiente dell'Ue, che sara' adottato alla fine di quest'anno.

"Il settimo programma d'azione per l'ambiente - spiega l'eurodeputato francese dei popolari, Gaston Franco, relatore del testo - può servire come grande manifesto ambientale per l'Ue di fronte ai cittadini e al resto del mondo, fondamenta di un 'New Deal verde' in vista del 2020, che coniuga crescita verde e creazione di occupazione''. Secondo la relazione, l'Ue dovrebbe superare il suo target di riduzione delle emissioni del 20% al 2020 rispetto al 1990, sollecitando obiettivi vincolanti per la CO2, rinnovabili ed efficienza energetica, per il 2030.

Allo stesso tempo gli eurodeputati chiedono alla Commissione Ue di far rispettare le regole della direttiva quadro sull'acqua, visto che appena la meta' (53%) dei corpi idrici europei risultano in buono stato di salute. Altro capitolo importante quello sui rifiuti, per i quali secondo gli eurodeputati occorre puntare ad un futuro a rifiuti zero, portando al minimo l'uso delle discariche. Quanto alle sostanze chimiche, l'Ue deve tenere presente la scadenza del 2018 per un ambiente non tossico, evitando il più possibile l'esposizione agli interferenti endocrini e ad altre sostanze chimiche nocive.

(Fonte: Eco dalle città)

Imu: tre ipotesi per cambiare l'imposta municipale unica

Meta: Il nuovo governo fra le sue urgenze ha la riforma dell'Imu ecco le tre vie possibili

Abbiamo fatto il Governo adesso dobbiamo fare le riforme; questo potrebbe essere il motto simbolico che accompagna le prime ore di vita del nuovo esecutivo targato Enrico Letta. L'esigenza di avere un governo in tempi brevi era tanto forte quanto quella di avere delle riforme soprattutto dal punto di vista fiscale dove ci sono i nodi più importanti da sciogliere, Imu su tutti. La tassa sulla casa è stato l'asso nella manica del Pdl, la sua abolizione e restituzione il "comandamento" che

Copyright © Alberto Pierobon - Tutti i diritti riservati 10/14 $LOGOIMAGE ha permesso al Pdl di effettuare quella inaspettata rimonta elettorale che si è concretizzata alle ultime elezioni e proprio per questo il neo premier Letta non vuole essere passivo sull'argomento nè lasciarlo tanto meno alla sola gestione della squadra del Cavaliere. L'abolizione e la restituzione, infatti, sono impraticabili e nella pratica sarebbero un vero e proprio boomerang perché creerebbero un buco di 4 miliardi l'anno, denaro che spetterebbe alle casse dei Comuni, da quest'anno unici beneficiari della tassa sulla prima casa, che si troverebbero in una situazione di forte disagio economico, soprattutto quelli che hanno già i conti in dissesto e che aspettano l'indotto Imu come una boccata d'ossigeno. Questo pericolo, tuttavia, è destinato a rimanere solo una spiacevole ipotesi, non solo perché c'è la garanzia di Letta di trovare una via alternativa che si fondi su un consenso di larghe intese e che quindi non affidi i meriti e le responsabilità solo al Pdl, ma anche perché all'interno del nuovo esecutivo ci sono due figure come Graziano Derio, presidente dell'Anci, e nuovo ministro degli Affari Regionali e Flavio Zanonato, sindaco di Padova, nuovo ministro dello Sviluppo Economico che sono sinonimo di garanzia e tutela per le sorti dei municipi. Dunque Letta è chiamato a fare ciò che forse gli riesce meglio; mediare. Va però detto che ieri Brunetta ha subito messo le cose in chiaro minacciando che il Pdl non voterà la fiducia la governo qualora l'Imu non venga restituita però, come detto, questa ipotesi è pura utopia mentre vie decisamente più percorribili sono una moratoria per il 2013, l'aumento delle detrazioni base attualmente a 200 euro o esenzioni speciali per le famiglie con un Isee inferiore ai 15 mila euro. Vediamole dunque nello specifico. E' stata ipotizzata una moratoria del pagamento dell'Imu solo per quest'anno, per prendere tempo in attesa di una riforma complessiva che riguarderebbe anche la Tares. Bloccare l'Imu per quest'anno potrebbe essere sufficiente per calmare l'aggressività in materia del Pdl ma avrebbe il limite di essere molto costosa, questa scelta infatti comporterebbe la rinuncia dei 4 miliardi destinati ai Comuni e questa cifra, in un modo o nell'altro andrebbe recuperata in bilancio. Il Pd, dal canto suo, punta di più sulla possibilità di un aumento della detrazione di base, al momento di 200 euro, fino a 600 euro. Questo provvedimento comporterebbe l'esenzione del 40 -45% dei proprietari e i benefici riguarderebbero l'85% dei contribuenti Imu e il costo sarebbe sicuramente più abbordabile di quello della moratoria; infatti secondo le stime della Uil servizio politiche territoriali, ogni 100 euro di detrazione in più costano 500 milioni, quindi portare la detrazione a 600 euro costerebbe circa 2 miliardi in più. Infine c'è la terza via. quella proposta dal sindaco di Roma Gianni Alemanno che, giova ricordarlo, è in piena bagarre da campagna elettorale; considerare esenti coloro che hanno un reddito Isee sotto la soglia dei 15 milia euro che corrispondono ai 30 - 32 mila euro lordi di reddito familiare, due figli a carico e un mutuo residuo di circa 30 mila euro. In base a questi parametri sarebbero esentati circa il 50% dei contribuenti, quelli nelle condizioni più disagiate. Il governo potrebbe anche optare per l'incremento immediato delle esenzioni riservandosi così una scelta definitiva in sede di discussione della legge di stabilità in autunno. L'Imu comunque non è l'unica problematica di cui discutere, bisogna sciogliere i nodi dell'ingorgo fiscale, degli aumenti Iva di luglio e della Tares oltre la necessità per la cassa integrazione in deroga, le missioni militari, i precari della pubblica amministrazione. Nel complesso si tratta di 7 -8 miliardi oltre all'aumento delle risorse per il decreto "salda debiti". Dunque è possibile che sia fissata una audizione con Saccomanni, nuovo ministro dell'Economia, per modificare il Def prima del 6 maggio, data in cui è prevista la discussione nell'aula di Montecitorio.

anci - Delrio e Zanonato Ministri della Repubblica, un riconoscimento al ruolo dell'Anci per lo sviluppo del Paese

Un governo che riconosca l'importanza strategica degli enti locali per lo sviluppo del Paese, tante volte invocato dall'Anci, non è più una chimera. Il premier incaricato Enrico Letta, sciogliendo la riserva sulla sua investitura da parte del Capo dello Stato, ha lanciato un messaggio di cambiamento rispetto al dialogo tra Stato centrale e periferia. Lo ha fatto indicando

Copyright © Alberto Pierobon - Tutti i diritti riservati 11/14 $LOGOIMAGE come ministri, in dicasteri strategici come gli Affari regionali e lo Sviluppo Economico, il presidente dell'Anci e il delegato Anci all'Immigrazione Flavio Zanonato, sindaci di Reggio Emilia e Padova. Un riconoscimento, questo, che arriva in un momento delicatissimo nei rapporti tra centro e periferia, con questioni ancora aperte e cruciali per consentire una reale ripresa del Paese. Tra queste, l'attuazione del Federalismo fiscale, la modifica del Patto di stabilità, il riconoscimento dell'autonomia dei diversi livelli di governo. Tradotto in modo più pragmatico, si parla insomma della possibilità per i Comuni e gli enti locali di riprendere gli investimenti, di Imu, di Tares.

Un compito, quello al quale i due massimi esponenti dell'Anci dovranno contribuire ad assolvere, tutt'altro che semplice. Lo stesso Zanonato, poche ore dopo la nomina, né è consapevole: 'Credo sia necessario - dice alle agenzie - che questo governo riesca a portare fuori il Paese dalla situazione di emergenza economica che sta creando danni molto pesanti al tessuto delle imprese ed alle famiglie. Sento il peso di una responsabilità così delicata ma credo che con il concorso di tutti sapremo fare un lavoro utile per il Paese". (mv)

Ma chi sono i due nuovi ministri-sindaci? Di seguito una breve presentazione:

Graziano Delrio

Cattolico e padre di nove figli, primo sindaco di Reggio Emilia, dal dopoguerra ad oggi, a non aver militato nel Partito comunista, medico endocrinologo e da un anno presidente dell'Anci, Graziano Delrio e' il nuovo ministro per gli Affari regionali e le Autonomie.

Nato a Reggio nell'Emilia, il 27 aprile 1960, Delrio è docente e ricercatore all'Università di Modena e Reggio Emilia ed ha perfezionato i suoi studi fra la Gran Bretagna ed Israele; è inoltre autore di una produzione scientifica di rilievo che lo ha portato a tenere seminari in America ed in Europa. Ha fondato e presieduto l'Associazione Giorgio La Pira, con cui ha promosso numerose iniziative culturali ed allacciato rapporti con il Medioriente. Ha ricoperto il suo primo incarico istituzionale nel 1999, subentrando al consigliere comunale Giuseppe Davoli, che si dimise perché assunse l'incarico di assessore in Giunta. Graziano Delrio quindi, primo dei non eletti, prese il suo posto come consigliere comunale a Reggio Emilia per il Partito popolare italiano. Nel 2000 diventa Consigliere regionale dell'Emilia-Romagna, sempre per il Partito popolare italiano, con oltre 4000 preferenze. In Consiglio regionale ha presieduto la commissione Sanità e politiche sociali. Nel 2001 ha aderito alla Margherita. Alle elezioni comunali del 12 e 13 giugno 2004 è eletto sindaco di Reggio Emilia al primo turno con il 63,2% dei voti. Alle elezioni comunali del 6 e 7 giugno 2009 è stato riconfermato sempre al primo turno con il 52,5 % dei voti.

Delrio è stato vicepresidente dell'Anci dal 2005 al 2011. Dal 5 ottobre di quello stesso anno ne diventa Presidente, succedendo a Sergio Chiamparino. E' membro della Conferenza Stato-Citta' ed Autonomie locali. Presiede la campagna nazionale per i diritti di

Copyright © Alberto Pierobon - Tutti i diritti riservati 12/14 $LOGOIMAGE cittadinanza e il diritto di voto per le persone di origine straniera 'L'Italia sono anch'io' promossa da una ventina di associazioni della societa' civile.

Flavio Zanonato

Nato nel 1950, è attualmente sindaco di Padova. E' stato consigliere comunale e segretario provinciale del Pci. La sua carriera politica prosegue a Roma: Piero Fassino lo porta nella Direzione nazionale del partito. A Botteghe Oscure ricoprirà la carica di direttore del settore immigrazione ed emigrazione. Nel 1993 diventa per la prima volta sindaco di Padova, in seguito ad un accordo tra le diverse forze politiche, in un delicato momento politico, a causa delle inchieste di Tangentopoli. Verrà quindi rieletto sindaco nel 1995, quando viene utilizzato il sistema dell'elezione diretta, e ricoprirà questa carica per quattro anni. Nel 1999 si candida alla riconferma, ma viene battuto al ballottaggio da Giustina Mistrello Destro. Il 13 giugno 2004 il confronto elettorale si ripete: Zanonato è eletto sindaco di Padova al primo turno con il 5 3,4% delle preferenze. Il 22 giugno 2009 è riconfermato sindaco di Padova ottenendo il 52% delle preferenze contro il 48% del candidato del centrodestra Marco Marin.

Nell'Anci ricopre la carica di delegato alla Sicurezza e all'Immigrazione.

Renzi verso presidenza Anci, a Bankitalia scelta interna

Matteo Renzi verso la presidenza del'Anci, l'associazione dei comuni italiani. O almeno il sindaco di Firenze sarebbe in pole position nella rosa dei favoriti. Mentre per la Banca d'Italia la soluzione più probabile al momento sembrerebbe quella della successione interna. E lo stesso per l'Istat la cui presidenza resta vacante dopo la nomina di al Lavoro. Ma l'ultima parola spetta al Governo. Per quanto riguarda il nuovo leader dell'associazione dei sindaci, dopo l'uscita di Graziano Delrio ora Ministro per gli affari regionali, da più parti secondo i primi cittadini (voci che vengono dal Pd ma anche da Pdl e Lega) il sindaco di Firenze avrebbe "tutti i titoli" per presiedere l'associazione grazie anche e soprattutto alla sua capacità "di unire", visto che l'Anci prende le sue decisioni all'unanimità. In termini più generali - si fa notare - non è la prima volta che un presidente dell'associazione viene chiamato alla responsabilità di un ministero: infatti negli anno scorsi Enzo Bianco alla guida dell'associazione dovette lasciare il suo incarico perché chiamato a far parte come ministro di un governo.

Per procedere ora si convocherà o un congresso nazionale (a luglio) che però vorrebbe dire rinnovare tutte le cariche, oppure un'assemblea nazionale dei delegati (circa 800) che nominerebbe il solo presidente. Per via Nazionale la soluzione più probabile al momento appare quella interna. C'é da trovare infatti un nuovo direttore generale e in pole ci sarebbero Salvatore Rossi, nominato da Mario Draghi segretario generale anche con deleghe nuove, facendone, de facto, un 'ministro degli esteri' dell'istituto centrale e membro del Direttorio per i problemi della politica economica e Fabio Panetta, autore di alcuni fra i più importanti studi e ricerche della Banca negli ultimi anni. Infine l'Istat: per l'uscita di Giovannini molti i nomi che circolano. Tra questi in pole ci potrebbe essere quello di Gian Paolo Oneto, a capo della Direzione centra le della contabilità nazionale. Ma

Copyright © Alberto Pierobon - Tutti i diritti riservati 13/14 $LOGOIMAGE molti sono i nomi anche degli altri colleghi delle altre direzioni. L'ultima parola comunque spetterà al Governo. Infine tra le sostituzioni da fare quella del sindaco di Padova dopo la nomina di Flavio Zannonato allo Sviluppo economico.

(Fonte: Ansa)

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