Piano Faunistico Venatorio Della Provincia Di Siena 2012‐2015

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Piano Faunistico Venatorio Della Provincia Di Siena 2012‐2015 PPIIAANNOO FFAAUUNNIISSTTIICCOO VVEENNAATTOORRIIOO DDEELLLLAA PPRROOVVIINNCCIIAA DDII SSIIEENNAA 22001122--22001155 VOLUME II PIANIFICAZIONE FAUNISTICA E VENATORIA A cura del Settore Risorse Faunistiche e Aree Protette della Provincia di Siena ALLEGATO A2 Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Siena 2012‐2015 INDICE PREMESSA ................................................................................................................................1 Cap. 1 - OBIETTIVI DI PIANIFICAZIONE ........................................................................................2 1.1 OBIETTIVI GENERALI ................................................................................................................................ 2 1.2 OBIETTIVI FAUNISTICI E VENATORI ......................................................................................................... 5 CAP. 2 - DESTINAZIONE DIFFERENZIATA DEL TERRITORIO AGRICOLO FORESTALE .............................6 2.1 SITI DI IMPORTANZA REGIONALE ............................................................................................................ 8 2.2 CRITERI PER L’ISTITUZIONE E LA GESTIONE DEGLI ISTITUTI PUBBLICI A TUTELA DELLA FAUNA............. 8 2.3 CRITERI PER L’AUTORIZZAZIONE E LA GESTIONE DEGLI ISTITUTI PRIVATI ............................................ 22 2.4 AREE PER L’ADDESTRAMENTO, L’ALLENAMENTO E LE GARE DEI CANI ................................................ 33 2.5 FONDI CHIUSI......................................................................................................................................... 38 2.6 CRITERI PER LA GESTIONE DEL TERRITORIO A CACCIA PROGRAMMATA.............................................. 38 CAP. 3 - FAUNA SELVATICA: CONSERVAZIONE E INCREMENTO DELLA FAUNA SELVATICA, ANCHE AL FINE DI GARANTIRNE LA COESISTENZA CON LE ATTIVITÀ ANTROPICHE PRESENTI SUL TERRITORIO, E CRITERI UNIFORMI PER LA GESTIONE DEGLI UNGULATI SUL TERRITORIO ....................................... 40 3.1 CRITERI GESTIONALI PER LA PICCOLA FAUNA STANZIALE..................................................................... 40 3.2 CRITERI GESTIONALI PER LA FAUNA MIGRATRICE ................................................................................ 42 3.3 CRITERI GESTIONALI PER GLI UNGULATI ............................................................................................... 44 3.4 SPECIE OGGETTO DI PIANI DI LIMITAZIONE NUMERICA ....................................................................... 50 3.5 INCIDENTI STRADALI, RECUPERO FAUNA SELVATICA, SMALTIMENTO DELLE CARCASSE..................... 52 3.6 FAUNA VERTEBRATA OMEOTERMA DI ELEVATO VALORE CONSERVAZIONISTICO............................... 54 CAP. 4 - CRITERI E MODALITÀ PER IL MONITORAGGIO DELLA FAUNA .............................................. 57 4.1 MONITORAGGIO DEGLI UNGULATI ....................................................................................................... 57 4.2 MONITORAGGIO DELLA PICCOLA SELVAGGINA STANZIALE E DEI PREDATORI ..................................... 57 CAP. 5 – CRITERI PER LA REALIZZAZIONE DEI MIGLIORAMENTI AMBIENTALI NEGLI ISTITUTI FAUNISTICI PUBBLICI ............................................................................................................... 59 CAP. 6 - CRITERI E MODALITÀ PER LA PREVENZIONE E PER IL RISARCIMENTO DANNI IN FAVORE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI PER I DANNI ARRECATI DALLA FAUNA SELVATICA ALLE PRODUZIONI AGRICOLE E ALLE OPERE APPRONTATE SUI FONDI........................................................................ 60 6.1 Competenze........................................................................................................................................... 60 6.2 Soggetti beneficiari................................................................................................................................ 60 6.3 Prevenzione danni ................................................................................................................................. 60 6.4 Procedure per l’erogazione dei contributi per le opere di prevenzione............................................... 61 6.5 Risarcimento danni................................................................................................................................ 62 6.6 Procedure per il risarcimento dei danni................................................................................................ 62 6.7 Procedure per il risarcimento dei danni alle opere funzionali all’attività agricola ............................... 64 6.8 Commissione arbitrale........................................................................................................................... 65 6.9 Liquidazione del danno.......................................................................................................................... 65 6.10 Banca dati georeferenziata.................................................................................................................. 65 Cap. 7 – LA VIGILANZA VENATORIA............................................................................................ 66 CAP. 8 - QUADRO FINANZIARIO DI RIFERIMENTO......................................................................... 68 ALLEGATI – TABELLE E TAVOLE .................................................................................................. 71 Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Siena 2012‐2015 PREMESSA La Provincia di Siena si trova oggi a gestire un patrimonio faunistico rilevante, il cui valore intrinseco è sempre meglio compreso dall’opinione pubblica e la cui rilevanza economica e sociale appare sempre più evidente. In quest’ottica siamo chiamati a realizzare una moderna politica di conservazione e gestione delle risorse faunistiche e a incardinare il Piano Faunistico Venatorio Provinciale in un progetto più ampio di tutela e valorizzazione della biodiversità e di riduzione del conflitto fauna selvatica – attività produttive. Negli ultimi anni la gestione della fauna è diventata sempre più difficile e complessa e la pianificazione dell’attività venatoria ha assunto un ruolo marginale rispetto ad altre operazioni gestionali, quali per esempio il controllo delle specie predatrici e delle specie problematiche nei confronti delle colture agricole e il recupero della fauna in difficoltà. L’impianto normativo esistente andrebbe in tal senso adeguato, perché non risolve alcune problematiche, di seguito sinteticamente elencate. - Il controllo della fauna è consentito per una serie di finalità (LR 3/94 art. 37 co. 2), tra le quali non è elencata quella della sicurezza stradale. Dove la gestione ai sensi della LR 3/94 è stata effettuata correttamente e la densità di ungulati raggiunta è ritenuta sostenibile per l’agricoltura, ma si verificano comunque incidenti stradali con fauna selvatica, oggi proprio le carenze normative lasciano intravedere nelle Provincie la responsabilità al risarcimento, senza che le Provincie stesse abbiano né la delega né gli strumenti per effettuare un controllo mirato specifico. - Al di là delle finalità del contenimento, le modalità (peraltro estese dalla Regione Toscana rispetto alla normativa nazionale, che non prevede le guardie volontarie né i cacciatori abilitati agli interventi) utilizzabili dalle Provincie sono comunque divenute insufficienti rispetto alla dimensione del problema. Occorre quindi in primo luogo incrementare le conoscenze sulla dinamica di popolazione degli ungulati nella nostra Provincia, potenziando e migliorando i metodi e le attività di monitoraggio (soprattutto sulla specie cinghiale); in secondo luogo dovremo adottare strategie efficaci sulla base di (anche nuove e/o diverse) indicazioni tecnico- scientifiche (ISPRA) e considerazioni socio-economiche. Le criticità sopra citate sono aggravate da alcuni fattori quali: - la diminuzione del numero di cacciatori e l’età media sempre più alta, che rende sempre più difficile il coinvolgimento in attività che in pratica si svolgono tutto l’anno; la gestione del territorio e della fauna non può più reggersi solo sul mondo del volontariato (cacciatori e guardie volontarie) perché sono diventati troppo onerosi gli sforzi richiesti per catture e lanci, contenimenti, opere di prevenzione, censimenti, vigilanza, manutenzioni del bosco, delle strade bianche e dei fossi, ecc.; - la crisi economica in genere e del comparto agricolo in particolare ha inasprito il rapporto caccia/agricoltura e rischia di compromettere un equilibrio faticosamente raggiunto, che ha visto destinare una parte consistente delle risorse della Provincia e degli ATC (e nella nostra Provincia della Fondazione MPS) agli agricoltori per i miglioramenti ambientali a fini faunistici, ha visto i cacciatori impegnati nel controllo e nelle opere di prevenzione, i proventi delle quote dei cacciatori utilizzati per la gestione faunistica e ambientale, ecc… - le modificazioni socio-economiche intervenute nel territorio rurale hanno in alcuni casi creato una diversa percezione dell’importanza di un territorio correttamente gestito dal punto di vista faunistico-venatorio, abbassando la soglia di sostenibilità del conflitto uomo/fauna selvatica, e si è affievolita la consapevolezza della figura del cacciatore, non solo come elemento di cultura e tradizione tipico delle aree rurali della nostra Provincia, ma anche del ruolo sociale di soggetto regolatore; sempre di più (anche indipendentemente dai danni alle colture) si assiste alla realizzazione di fondi chiusi,
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