VALLE DEL CHIESE

12 MESI L’ANNO ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO

Un mondo di luminosi prati, antichi alpeggi, fresche foreste, e poi montagne, torrenti e laghi. La Valle del Chiese, al confine tra e Lombardia, accorpa 14 comuni nei quali sopravvivono, intatti, i segni della civiltà rurale cullata, nei secoli, tra Bondo e . Un luogo da vivere tutto l'anno, perché qui ogni stagione offre esperienze e suggestioni affascinanti, dove è possibile riappropriarsi del proprio tempo tra piccoli borghi storici, castelli, passeggiate e attività acquatiche. Natura, arte, antichi mestieri, memoria e sapori si fondono in un territorio in cui ogni attimo sa di autenticità.

INDICE MEDIA KIT

1. IL TERRITORIO P.5 4. COSA FARE P.15-18 4.1 L’offerta sportiva estiva 4.2 L’offerta sportiva invernale 4.3 Laboratori creativi

2. LE TRACCE DELLA STORIA P.6-7 5. E…STATE 2012 IN VALLE DEL CHIESE P.19-23 5.1 Alla ricerca del tempo perduto – Vacanza rurale 5.2 Piccolo mondo antico – Vacanza famiglia 5.3 Sport activities – Vacanza attiva

3. PERCORSI TEMATICI P. 8-14 6. LA MAGIA DEL NUMERO 12 P.24 3.1 Il progetto Ecomuseo “Porta del Trentino” 3.1.1 Natura 3.1.2 Arte e memoria 7. EVENTS P.25-26 3.1.3 Sapori

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I NUMERI DELLA VALLE DEL CHIESE

Informazioni generali:

Regione: Trentino-Alto Adige

Provincia:

Superficie: la Valle del Chiese si estende dal territorio di Bondo e Roncone, fino a toccare le sponde del Lago d’Idro, occupando la parte sud- occidentale del Trentino per una superficie complessiva di 38.562 ettari

Comuni: 14 (, Bondo, , Brione, Castel , , Condino, , , Pieve di Bono, , Prezzo, Roncone, )

Altitudine media del fondovalle: 700 metri

Popolazione residente: 12.881

Arrivi annuali di turisti: 17.897 (dato 2011)

Presenze annuali di turisti: 168.430 (dato 2011)

Numero dei Borghi: 14

Capacità ricettiva e ristorazione:

Alberghi: 23

Posti letto alberghieri: 752

Rifugi alpini: 2

Posti letto nei rifugi: 75

Malghe: 25

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Ristoranti: 28 (annessi alle strutture hotel, agritur, rifugi, campeggi) + 7 (solo ristorante/pizzeria)

Agritur: 8

Posti letto negli agritur: 60

Bed and breakfast: 9

Posti letto nei B&B: 39

Garnì: 2

Posti letto nei garnì: 29

Affittacamere: 2

Posti letto negli affittacamere: 28

Ostelli: 1

Posti letto negli ostelli: 18

Campeggi: 1

Posti letto nei campeggi: 66 piazzole

Campi da calcio: 5

Pista ciclabile: 1 di 24 km + 5 km

Noleggi bike: 1

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COME RAGGIUNGERCI

In auto Da sud: uscita dall’autostrada Milano–Venezia al casello di Brescia Est, si prosegue verso Lago di Garda e Madonna di Campiglio seguendo la SS 237 bis, si costeggia il Lago d'Idro, si raggiunge Ponte Caffaro che immette nel Trentino e quindi nella Valle del Chiese. Da est: uscita dall’autostrada Modena-Brennero al casello Sud, quindi Mori, si raggiunge Arco e successivamente Sarche. Da qui si prosegue in direzione Tione, si supera il suggestivo canyon del Limarò, si prosegue in direzione Brescia e dalla sella di Bondo si entra in Valle del Chiese.

In treno Si arriva fino alle stazioni di Trento o Brescia e, tramite collegamento quotidiano con pullman di linea, si raggiunge la Valle del Chiese. Info: www.ttesercizio.it .

In aereo Voli settimanali dalle principali città italiane verso gli aeroporti di Milano, Bergamo e Verona Villafranca

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1.IL TERRITORIO

Per sua natura terra di confine, la Valle del Chiese si svela poco a poco, con lentezza, fra emozioni inaspettate e profondi piaceri. Un confine che separa e, allo stesso tempo, unisce universi differenti: cultura germanica e latina, Trentino e Lombardia, montagna e pianura, mondo rurale e industria, oltre a due affascinanti e imperiosi mondi geologici, quello del granito, a ovest (nel gruppo Adamello-Presanella ), e quello delle rocce sedimentarie, a est (nel celebre Gruppo di Brenta ). Collocata nel lembo sud-occidentale del Trentino , dista pochi chilometri da Trento, dalla blasonata Madonna di Campiglio e dal lago di Garda. Sua caratteristica il paesaggio rurale di antichissima origine, ottimamente conservato (qui le malghe , archetipo della civiltà alpina, costituiscono ancora un'economia vitale). Senza dimenticare la natura rappresentata da valli selvagge in cui addentrarsi, cascate potenti e panorami suggestivi. Il fiume Chiese ha forgiato l’intero territorio, sgorgando dai maestosi ghiacci dell'Adamello, facendo di tutta la valle un luogo di acqua glaciale, che scorre in impetuosi torrenti, scroscia in spettacolari cascate oppure si ferma in specchi lacustri come il piccolo lago di Roncone con il suo canneto e il più grande Lago d'Idro, attrazione naturale e sportiva, dove la pratica degli sport acquatici si affianca al relax delle sue spiagge. Da segnalare, la famosa Valle di Daone , apprezzata soprattutto dai climber per le sue cascate di ghiaccio, regno dell'arrampicata invernale. Lunga ben 24 chilometri, il suo solco vallivo è la porta più meridionale del Parco Naturale Adamello-Brenta che si apre con la spettacolare Val di Fumo . In Valle di Daone si trovano il Lago di Boazzo , quello di Bissina e la grande diga idroelettrica costruita negli anni ’60 che, con i suoi 60 milioni di metri cubi d'acqua, è il lascito imponente della corsa allo sfruttamento energetico dei bacini alpini. Fra le sorprese che questi luoghi riservano, uno in particolare è assolutamente da visitare: la Cima Cablone , dove vivono molte specie botaniche endemiche. Poco lontano si trova anche Cima Tombea , “giardino del mondo”, come viene chiamata, per la sua ricchezza floristica. Entrambe appartengono al Sito di importanza comunitaria di Tombea-Tremalzo , conosciuto in tutta Europa.

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2. LE TRACCE DELLA STORIA

Quasi marginale, “accucciata” nella propria intimità, la Valle del Chiese è tuttavia ricca di memorie e di trascorsi nel cuore della Grande Storia. Una Storia che qui si può ancora abitare, vivere e toccare con mano. Come accade nelle malghe che, con i loro pascoli, gli edifici caratteristici e la quieta presenza degli animali, sono il lascito più emblematico di un passato di fatiche e di una vita condotta in pieno equilibrio con la natura. L'uso di andare in malga, come testimoniano le evidenze archeologiche di Malga Vacil e Dosso Rotondo , è antichissimo in questi luoghi. Una pratica essenziale per la sopravvivenza delle genti del Chiese che fu regolamentata nel dodicesimo secolo. La transumanza non era possibile e allora gli spostamenti avvenivano in verticale: si seguiva la praticabilità dei suoli e si saliva mano a mano che le nevi si scioglievano. Ma la storia qui è stata segnata anche da combattimenti e lotte per il potere , di cui fu protagonista la potente famiglia dei Lodron , incontestati e temuti signori della zona a partire dalla fine del Trecento, dopo che ebbero superato i duri contrasti con le prime espressioni di autonomia delle comunità locali e le rivendicazioni di altre potenti famiglie, come i signori di Campo e quelli di Arco. Castel Romano, presso Pieve di Bono, fu il centro della loro signoria. Raggiunsero il massimo del prestigio nei primi decenni del Quattrocento con Paride, detto "il Grande", che recò straordinari servizi a Venezia durante le guerre contro Milano, ricevendo dalla Serenissima la contea di Cimbergo in Val Camonica e il titolo di conte, beni a Gargnano sul Garda, case a Venezia, Padova e Verona, lasciando così agli eredi una signoria ben consolidata. Agli inizi del 1500 la potente famiglia Lodron combatte per l’imperatore, in importanti azioni militari come le spedizioni in Italia di Georg Frundsberg, la repressione delle rivolte contadine, il sacco di Roma, per citarne alcune. I lanzichenecchi sono all'epoca mercenari reclutati da un imprenditore della guerra nelle varie regioni dell’impero. Si ricordano qui in particolare per il loro passaggio nell’ottobre del 1515, con l'obiettivo di occupare la Rocca d’Anfo, nel 1516, quando fu fatto prigioniero Ludovico Lodron e nel 1526 quando al seguito di Georg Frundsberg passarono per la Valle del Chiese diretti verso Roma. Il 6 aprile del 1452, l'imperatore Federico III concesse il titolo e la dignità di conti imperiali ai figli di Paride, Giorgio e Pietro. I Lodron si divisero allora in due rami: quello di Castel Lodrone e quello di Castel Romano. Che proseguirono insieme una spregiudicata politica: ebbero dal principe vescovo di Trento la conferma degli antichi feudi e il capitanato delle Giudicarie oltre il Durone, furono ossequiosi verso il duca del Tirolo, ma sempre fedeli alleati della Repubblica di Venezia. Il sogno di una signoria formata dai territori delle Giudicarie, della Valle del Sarca e della Val Lagarina si interruppe, però, verso la fine del Quattrocento: le ambizioni della famiglia furono definitivamente sepolte dall'esito clamoroso della famosa battaglia combattuta a Calliano nel 1487, che obbligò Venezia, sconfitta dall'esercito tirolese, ad abbandonare le mire espansionistiche verso nord.

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Durante il Cinquecento gli interessi dei Lodron si spostarono a Trento e poi nelle terre tedesche, dove si affermò uno dei personaggi più celebrati della famiglia: Paride di Castelnuovo, che fu principe e arcivescovo di Salisburgo dal 1619 al 1653 e che è ricordato ancora oggi nel Walhalla di Ratisbona tra le autorità più importanti del mondo tedesco. Oltre ai resti materiali, sono arrivate fino a noi due leggende, come memoria della storia dei Lodron: quella della Contessa Dina di Castel Romano e la leggenda di Ricco-Massimo (da cui deriva, si dice, anche il nome del paese omonimo). Ma il sigillo della Storia è stato qui posato anche da Garibaldi in persona. Allo scoppio della III guerra di Indipendenza ai volontari di Garibaldi fu comandato di controllare il lungo fronte che divideva la Lombardia dal Trentino. La via di penetrazione assegnata era quella posta a sud, presso il Lago d’Idro, da dove raggiungere Trento. Progressivamente l'”eroe dei due mondi” riuscì a penetrare la Valle del Chiese verso Cimego e Storo e poi verso la Val di , dove rimarrà noto alle cronache per il suo «Obbedisco» a Bezzecca. A memoria di quel passaggio resta il Sacrario militare sul ciglio della strada che dal Lago d'Idro porta a Bagolino, a ricordo dei caduti italiani. Ma segni immateriali restano presso Palazzo Cortella a Storo , dove Garibaldi eresse il suo quartier generale, prima di spostarlo a Cologna, frazione di Pieve di Bono. E ancora a Condino-Cimego e a Forte Ampola di Storo , luoghi di battaglie importanti di quella fase eroica. Come accaduto in numerosi altri siti delle Alpi, la Prima Guerra Mondiale non ha lasciato indenne il territorio della Valle del Chiese. Il confine dell’impero austriaco era stato stabilito, infatti, a Ponte Caffaro, sbarrando la valle con una linea difensiva posta nella stretta al torrente Revegler, a sud di Lardaro. Tre le postazioni di difesa che furono costruite: l’opera principale di Forte Larino, la cosiddetta Tagliata Revegler e l’ opera di fiancheggiamento Danzolino. Nel 1860 fu eretto il Forte Ampola (Glisenti) che, a quattro chilometri da Storo verso est, sbarrava l’altra strada verso Trento. Nello stesso periodo sorsero anche Forte Corno e Forte Carriola, due avamposti, originariamente collegati fra loro da una serie di camminamenti, trincee e gallerie, che costituivano un imponente sistema difensivo a controllo della Valle del Chiese dall'alto e, ancora oggi, costituiscono un interessante esempio delle opere difensive del genio militare austriaco. Allo scoppio della Grande Guerra i valligiani vennero coinvolti sia direttamente che indirettamente. Le prime chiamate alle armi giunsero a distanza di un mese dall’attentato di Sarajevo. L’Italia aveva dichiarato la propria neutralità, ma l’Austria non si fidava e mandò in Valle del Chiese un esercito di tecnici di rinforzo. La linea difensiva avrebbe tagliato in due la valle all’altezza dello sbarramento di Lardaro, costruito con lo scopo di impedire un’eventuale avanzata del Regio esercito italiano nella regione del Tirolo. La guerra di posizione che seguì produsse 1300 morti, moltissimi feriti e le devastazioni dei paesi spesso dovute, più che a esigenze di carattere bellico, a ripicche reciproche fra le parti. Il primo conflitto mondiale ha inciso profondamente il tessuto sociale della Valle del Chiese: le testimonianze sono ancora oggi interpretate in chiave storica, culturale, ambientale e turistica.

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3. PERCORSI TEMATICI

3.1 IL PROGETTO ECOMUSEO “PORTA DEL TRENTINO”

Porta di accesso al mondo alpino, l' Ecomuseo della Valle del Chiese è un riuscitissimo connubio di narrazione della storia e spettacolari forme della natura, connotato da sentieri etnografici e dall'attraversata sul fiume Chiese, dove affiorano botteghe, segni delle attività umane e di vecchi mestieri: un'antica fucina, un mulino, l'angolo del boscaiolo, la per la calce, il roccolo. Non luogo fisico, né idea univoca, ma progetto culturale in un paesaggio rurale, si potrebbe dire che l'intero territorio e la sua comunità siano l'Ecomuseo, all'aperto, al vivo. Tre sono i percorsi tematici di ispirazione: Natura, Arte e Memoria, Sapori . È attorno a questi grandi temi che si snodano gli itinerari proposti dal progetto eco-museale, finalizzati a immergere il visitatore nelle atmosfere più vere e suggestive della Valle del Chiese. E così si tesse la tela di luoghi fisici, iniziative culturali e ricreative, pubblicazioni e percorsi: una rete virtuale e immateriale che permette agli ospiti di rivivere nei fatti che hanno forgiato la civiltà contadina dei luoghi, attraversandone gli ambienti che in parte ancora oggi si possono frequentare. La realizzazione dei percorsi e delle attività è possibile grazie alla collaborazione di numerose realtà associative, riflesso del legame antico e profondo che la comunità di questa valle ha stabilito con l’ambiente che la circonda. La gestione del progetto è in forma associata fra i 14 Comuni della Valle del Chiese , con il Consorzio dei Comuni del B.I.M. del Chiese.

3.1.1 NATURA

Il tipico paesaggio alpino e prealpino trova nella Valle del Chiese una delle sue manifestazioni più sorprendenti e complete, riuscendo a concentrare in pochi chilometri paesaggi naturali, espressioni vegetali e presenze faunistiche fra le più diversificate. Il solco tracciato pazientemente dal fiume Chiese con il suo lavoro millenario diventa così percorso di scoperta, itinerario che conduce dall'ambiente lacustre del fondovalle, caratterizzato dalla presenza di specie arboree ed essenze tipiche dei climi più temperati, fino al massiccio granitico dell'Adamello e ai suoi ghiacci perenni.

Il Parco Naturale Adamello Brenta Dominato dall'imponente ghiacciaio dell'Adamello e bagnato da oltre 80 laghi , disseminati come preziose gemme fra le cime delle montagne, è la più vasta area protetta del Trentino occidentale: con i suoi 620 chilometri quadrati, comprende i gruppi montuosi dell'Adamello e del Brenta, che si estendono tra le Giudicarie e le valli di Non e di Sole.

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Il parco è un'enorme caleidoscopio di paesaggi: la presenza di laghi, cascate e zone umide, alternate a foreste e pareti rocciose, aumenta la varietà non solo ambientale, ma degli animali e della vegetazione: la presenza di una fauna tra le più ricche dell'arco alpino – con tutte le specie montane, inclusi lo stambecco e l'orso bruno – foreste di conifere, prati e pascoli punteggiati di ranuncoli, genzianelle, anemoni, negritelle, stelle alpine e altre decine di specie di fiori oggi quasi introvabili, frutti di bosco, migliaia di insetti, pesci, uccelli e animali la cui vita ha un ruolo determinante per gli equilibri biologici della Terra, fanno di questo territorio un vero e proprio paradiso conosciuto in tutto l'Arco alpino per l'inestimabile valore. Le cinque Case del Parco, diffuse sul territorio, illustrano al visitatore un percorso reale nel mondo della natura, nella storia del territorio e delle genti che lo abitano, attraverso moderni pannelli espositivi, filmati, ricostruzioni, attività interattive, diorami, animali naturalizzati, libri e giochi multimediali.

La Valle di Daone Imponente solco glaciale scavato dal fiume Chiese, è la porta meridionale d’accesso al Parco Naturale Adamello Brenta. È caratterizzata da un fondovalle particolarmente ricco di vegetazione che si apre, di tanto in tanto, per far posto a spianate dove sorgono fienili dalla tipica architettura. Numerose sono inoltre le valli laterali, in parte antropizzate, ma ancora sostanzialmente intatte, dove si possono ammirare scorci di straordinaria bellezza. Molte le convalli che terminano per lo più in circoli glaciali oggi occupati da piccolo laghi alpini. Ed è proprio l’acqua a giocare un ruolo determinante in questi luoghi. Nella Valle di Daone si possono infatti trovare laghi (il Lago Campo, il Lago Mare, il Lago Nero, il Casinei e il Copidello …) di numerose forme e dimensioni, ruscelli e torrenti che si gettano vorticosi nel fiume Chiese che solcando il territorio, crea insenature, rientranze e luoghi sempre diversi e sorprendenti. Mentre cascate limpide e imponenti creano scenografie visive di grande impatto, come la cascata “Tina de l’Ert” e la cascata del Leno che d’inverno diventa la “Regina del lago”. La Valle di Daone termina con la Valle di Fumo : caratterizzata dal tipico disegno a “U”, è sicuramente fra i più espressivi luoghi di alta montagna di tutto il Trentino. Una comoda passeggiata conduce fino al Rifugio Val di Fumo : partendo da Malga Bissina (1.800 metri), costeggiando il margine occidentale del bacino artificiale omonimo, lungo la strada sterrata, si potranno conoscere luoghi incantevoli e lasciarsi affascinare dallo spettacolo della natura.

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L’altipiano di Boniprati Adagiata fra il Monte Melino e le verdi coste che salgono verso Malga Table, alterna nel corso ciclico delle stagioni sfumature cromatiche eccezionali, date dai prati verdeggianti e dalle stupende fioriture stagionali. Oggi si presenta al visitatore come una piana di ampio respiro a 1.160 metri di altitudine, che si apre nella sua sorprendente e variopinta bellezza, dopo la tortuosa ascesa dal fondovalle. Questa distesa verdeggiante, per secoli fulcro dell'economia agro-pastorale delle comunità di Prezzo, Bersone, Cimego e , rappresenta oggi l'ideale campo base per numerose attività sportive ed escursioni di varia difficoltà, dalle tranquille e rilassanti passeggiate fra i boschi e i prati dell'altipiano, ai molteplici percorsi in quota.

Cima Tombea Uno splendido giardino fossile adagiato sulle Alpi. Così può essere descritta Cima Tombea, la cima delle tombe, custode di leggende e di un inestimabile patrimonio naturalistico. Inserita nel gruppo montuoso che si estende tra il lago di Garda e il Lago d'Idro, al confine tra la provincia di Trento (comuni di Storo e Bondone) e quella di Brescia ( di Magasa), non spicca per altitudine, come le montagne vicine, ma è sicuramente interessante per il paesaggio e per la formazione geologica.

3.1.2 ARTE E MEMORIA

Le vicende legate alla famiglia Lodron e alla Grande Guerra sono i punti cardine dell’itinerario della Memoria, che si snoda tra gli eloquenti segni lasciati dal tragico conflitto mondiale e opere di grande prestigio storico di una valle di confine, antichi edifici circondati da leggende cresciute nel corso dei secoli. Fanno loro da cornice i luoghi simbolo della Civiltà del Lavoro dedicati all’operosità del mondo contadino e alle attività dell'industria moderna, che hanno mutato le condizioni di vita e il paesaggio locale. Infine, le suggestioni dell’Arte emergono fra le antiche Pievi cristiane e le opere create da sapienti artigiani e artisti del legno, ancora oggi attivi nei villaggi della valle. Custodi di un forte legame tra passato, presente e futuro.

La Grande Guerra Testimoni possenti della Prima Guerra Mondiale sono sicuramente i forti messi a guardia delle linee austro-ungariche. Dei cinque originali che formavano lo Sbarramento di Lardaro ne rimangono tre: Forte Larino a sud di Lardaro, Forte Corno nel Comune di Praso e Forte Carriola nei territori di Pieve di Bono.

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Originariamente collegati fra loro da una serie di camminamenti, trincee e gallerie, andavano a comporre un imponente sistema difensivo, che dominava e controllava la Valle del Chiese dall'alto, e rappresentano ancora oggi una interessante manifestazione della progressive evoluzioni del genio militare austriaco. Luogo di memoria storica e di conservazione è anche il Museo della Grande Guerra di Bersone , che custodisce una ricca raccolta di reperti lasciati dai soldati di molte nazioni che in questi luoghi hanno combattuto. Nel luglio del 1991, volontari e appassionati hanno dato vita a un'associazione che, tramite l'allestimento del museo e un’accurata attività di ricerca, si pone lo scopo di testimoniare la tragedia, la miseria e le sofferenze patite dai soldati e dalla popolazione locale durante quel tragico periodo storico. Altri eloquenti segni lasciati dal conflitto si notano dall'impressionante quantità di trincee , alcune delle quali ancora in buono stato e collocate sia alle quote più basse, che in alta montagna: di particolare interesse sono quelle visitabili lungo il Sentiero etnografico del Rio Caino, percorribili sui monti Stigolo, Cadria e Bozzolo. Trincee che sono percorse anche dal Sentiero della Pace, un suggestivo “tracciato della memoria” che, coniugando natura e storia, si snoda per 300 chilometri nel territorio Trentino fra ghiacciai d'alta quota, creste, altipiani e vallate, partendo dal Passo dello Stelvio, per poi attraversare le Giudicarie, il Pasubio, la catena del Lagorai, e giungere infine al massiccio della Marmolada. Infine il Cimitero Monumentale di Bondo , fatto costruire nel 1916 dal comandante austriaco Theodor Spiegel, ospita 697 salme di soldati di quello che fu l'esercito di Francesco Giuseppe, tutti, tranne cinque, identificati. Realizzato con lo scopo di dare onorevole sepoltura ai militari austriaci che avevano combattuto e perso la vita sulle montagne giudicariesi, con il passare degli anni è diventato un monumento ai caduti di tutte le guerre, come simbolo del tacito e sempre attuale invito alla pace fra i popoli di ogni nazione e ideologia.

I Conti Lodron, i castelli e i palazzi La famiglia dei Lodron, gli antichi feudatari che dominarono incontrastati queste terre, ha lasciato testimonianze ancora oggi tangibili del tormentato e glorioso periodo di cui fu protagonista nei castelli, nei palazzi e nelle leggende che attorno a essi e ai loro mitici occupanti sono fiorite nel tempo. Simboli del potere e dello splendore raggiunto, i tre maestosi castelli fatti costruire dai Lodron lungo la valle. Il primo che si incontra arrivando da sud è Castel San Giovanni , retto in posizione strategica su uno sperone di roccia in faccia al Lago d'Idro, sotto il paese di Bondone. È possibile raggiungere il castello in macchina, percorrendo la strada che si snoda a tornanti fra Baitoni, sulla riva del lago, e Bondone, oppure a piedi, arrampicandosi su per il sentiero che parte da Baitoni, sistemato e attrezzato con panchine e zone di sosta. La Rocca di Santa Barbara , invece, ormai ridotto a rudere, domina Lodrone da quasi mille anni. Avamposto strategico nel corso del Medioevo, per via della sua posizione tra il confine trentino e quello bresciano, di questo castello poco si sa se non che fu la sede principale dei Lodron fino al 1361.

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Vi si può salire a piedi in meno di mezz'ora per una via di montagna da Darzo e in pochi minuti da Ladrone, anche se la struttura è purtroppo inagibile. Il terzo maniero è Castel Romano che si erge sopra la conca della Pieve di Bono. Da struttura importante dal punto di vista strategico, andò verso un inesorabile degrado da quando i conti Lodron trasferirono il loro potere in altre zone del Trentino, in Austria e in Germania. Saccheggiato diverse volte e ridotto a un cumulo di macerie durante la Prima Guerra Mondiale, negli ultimi anni è iniziato un lento lavoro di recupero grazie al quale, in estate, la struttura si trasforma in cornice di vari appuntamenti culturali. Oltre ai castelli sono rimaste a testimonianza della presenza dei Lodron le loro ricche residenze: Palazzo Caffaro , una pregevole architettura rinascimentale, costruita nella prima metà del Cinquecento per iniziativa di Sebastiano Ladrone, e la residenza fortificata di Palazzo Bavaria .

Le malghe e i fienili di montagna Fiore all’occhiello del territorio, la civiltà della malga ha radici che affondano nella notte dei tempi, quando a partire dal 1400 a.C. le popolazioni qui residenti cercavano in estate pascoli migliori per il bestiame. Oggi le 25 malghe sparse nella zona montana formano quasi una corona che sovrasta e cinge la Valle del Chiese. In parte recuperate e utilizzate nel periodo estivo per ospitare mandrie e greggi, spesso offrono agli escursionisti la possibilità di pernottamento o di acquisto dei prodotti caseari, che vengono lavorati secondo le antiche tecniche artigianali. I fienili di montagna , invece, venivano utilizzati in particolare per la fienagione estiva e per ospitare gli animali in primavera e in autunno; essi hanno avuto in passato anche una funzione protettiva, utilizzati dagli abitanti che vi si recavano per sfuggire ai pericoli legati alle epidemie e alle guerre. Proprio le malghe e i fienili rappresentano ancora oggi un collegamento tangibile con quella che fu la vita in valle fino a pochi decenni fa, presentando, anche nella struttura architettonica, le connotazioni tipiche degli edifici di un tempo.

Il Sentiero etnografico del Rio Caino Sviluppato tra i 450 e i 750 metri di Malga Caino, può essere considerato un vero museo all'aperto interamente dedicato alla cultura contadina , testimonianza del lavoro dell'uomo e del suo rapporto con il paesaggio. In circa quattro ore si scoprono gli opifici e i manufatti legati ai mestieri di un tempo, luoghi leggendari, come l'alcova di Fra' Dolcino e Margherita , eretici vissuti a Cimego fra il 1300 e il 1303, e l'orto della strega Brigida , in cui è possibile curiosare tra le diverse erbe officinali utilizzate dalla maga vissuta nel vicino villaggio intorno al 1470. Oltre ai luoghi storici, come le trincee militari coperte della Prima Guerra Mondiale , è possibile visitare due bellissimi edifici rurali, scelti e ricostruiti perché architettonicamente e strutturalmente rappresentativi della Valle del Chiese. Giunti in Località Caino, alla fine del percorso, sarà inoltre possibile far visita agli animali, asinelli e caprette, che animano la vita tranquilla della malga.

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Lungo il sentiero è presente un’ antica segheria idraulica alpina , anche detta Veneziana, che sarà presto rimessa in funzione. Un tempo molto diffuse in tutte le valli, le segherie a forza idraulica sono scomparse in pochi decenni dal panorama economico- produttivo delle Alpi: ne restano solo alcune testimonianze allo stato di ruderi oppure recuperate e talvolta ancora operanti, anche se solo come reminescenze culturali.

Casa Marascalchi La civiltà contadina, antica protagonista della vita della valle rivive anche tra le mura di Casa Marascalchi. Restaurata e aperta al pubblico nello storico quartiere di Quartinago a Cimego, si presenta come un museo delle tradizioni e degli usi popolari, perché custodisce intatte al suo interno le caratteristiche originali della casa contadina giudicariese e un enorme quantitativo di materiale: dagli attrezzi per la campagna agli utensili della casa. Gli ambienti hanno mantenuto la loro destinazione d'uso, con arredi e oggetti che un tempo erano utilizzati dalla famiglia residente, emigrata nel 1962. Nel 1998 è stata acquistata dal Comune di Cimego per essere destinata a uso museale; a essere precisi, più che di un vero e proprio museo, correttamente si deve parlare di “ riambientazione ” visitabile, perché chi vi accede è in grado di entrare nelle varie scenografie, fruendo di uno spaccato di vita quotidiana storicizzata.

Casa Bonus La vita quotidiana della tradizione contadina della valle rivive nel centro storico di Bondo. Negli avvolti a piano terra della antica Casa Bonus sono stati disposti con gusto e cura attrezzi e suppellettili d’uso comune. Interessante e divertente ritrovare per ogni oggetto la denominazione originale in dialetto, in italiano e in tedesco.

La tradizione del legno L'abbondanza di legname in passato era una delle poche ricchezze del territorio: venduto alle segherie o destinato alla produzione di carbone, oltre che utilizzato come materiale da costruzione e come legna da ardere, il legno si è affermato anche come materiale privilegiati per l'intaglio e la lavorazione a fini pratici o artistici. Per questo, l’artigianato del legno vanta nei territori della Valle del Chiese una tradizione notevole: fregi, volute e decorazioni floreali si possono osservare sui portoni dei palazzi signorili e negli arredi delle case. Ma è soprattutto nelle chiese che si trovano le migliori opere degli artigiani intagliatori che avevano la loro bottega in ogni paese e villaggio della zona.Per valorizzare e rendere fruibile questa peculiarità, a Praso, è stato creato il Percorso del Legno , una vera e propria mostra all'aperto realizzata grazie all'iniziativa degli scultori, che hanno voluto donare al paese le loro prime opere.

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Le pievi e le chiese cristiane Testimonianze di una tradizione religiosa secolare, le pievi e le chiese cristiane si ergono nel cuore di ogni singolo villaggio della valle e costituiscono l'espressione più alta dello spirito artistico di questi luoghi, in cui la sapienza dell'artigianato e dell'arte popolare si fonde con il genio e il talento dei grandi Maestri che qui transitarono. Il percorso di visita ai più importanti monumenti religiosi della valle traccia, quindi, un filo rosso che la percorre in tutta la sua lunghezza. Dalla Chiesa di San Floriano a Storo , realizzata da maestri comacini all'inizio del 1500, si prosegue per Condino, dove si trova la Pieve di Santa Maria Assunta, la più interessante e ricca della zona, per risalire poi a Pieve di Bono, dove la Pieve di Santa Giustina offre un importante ciclo affrescato del 1410, e terminare, infine, con la Chiesa di Santo Stefano a Roncone che custodisce un prezioso organo ligneo del XVII secolo.

3.1.3 SAPORI

Se la gastronomia è lo specchio fedele della storia di un popolo, è facile capire perché la parola chiave della cucina di questi luoghi sia semplicità. Ecco spiegato quindi anche il simbolo della tavola, la polenta , preparata secondo due celebri interpretazioni: carbonera e macafana . Antica come le tradizioni di questa terra, schietta e genuina come la gente che la abita, è la farina gialla di Storo , certificata Dop. Dal caratteristico granoturco della Valle del Chiese le pannocchie vengono lentamente macinate per conservarne intatti principi nutritivi e profumi autentici. Ma non solo. Qui, la cura dei prati, lo sfalcio costante e l’erba profumata conferiscono anche al latte doti che si traducono in produzione di formaggi deliziosi. Il più apprezzato, che arriva direttamente dagli alpeggi, è la Spressa : formaggio tipico, anch’esso fregiato di recente del marchio Dop. Il nome deriva probabilmente dalla pressatura che subiscono le forme o dai numerosi processi di scrematura che subisce il latte. Nato come sottoprodotto del burro, è rimasto ancor oggi un formaggio molto magro, stagionato dagli 8 ai 12 mesi. In una valle tipicamente alpina non poteva mancare il miele di montagna, prodotto da 50 apicoltori della zona. In vari paesi della valle si possono vedere da vicino gli alveari e scoprire il paziente lavoro che le api svolgono per offrirci questo naturale prodotto di qualità, selezionato in diversi gusti: millefiori, acacia, sambuco, tarassaco, rododendro, castagno per dirne alcuni. Da segnalare anche il “ Radicchio dell'Orso ”, un'erba, simile all'asparago, di colore verde e rosa, che cresce nei pascoli pedemontani. Assai familiare nella gastronomia tipica valligiana è anche il pesce, soprattutto la trota e il salmerino , “re” di tutti i pesci d’acqua dolce, allevati nelle fresche acque di torrente che hanno favorito la nascita di allevamenti intensivi, forniti di uno speciale sistema di costruzione delle vasche, con dislivelli che permettono una riossigenazione naturale dell'ambiente. E poi altri piccoli tesori dei boschi, come funghi, castagne, miele e piccoli frutti, da gustare in molteplici combinazioni dolci o salate.

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4. COSA FARE

Un territorio che non va mai in vacanza, forte della sua “dimensione” naturale e culturale da vivere 12 mesi l’anno: estate, autunno, inverno e primavera, in Valle del Chiese, riservano sorprese e opportunità tutte da scoprire.

4.1 L’OFFERTA SPORTIVA ESTIVA

Passeggiate La valle offre innanzitutto la possibilità di gradevolissime passeggiate. Rinomati sono i percorsi sul bell' altopiano di Boniprati , con i suoi fertili prati, su dolci declivi. Il luogo, punteggiato di radure e boschi, è un punto di partenza ideale per numerose escursioni, da primavera fino all'autunno. Si incontra anche un interessante e piccolo biotopo: la piccola Torbiera di Palù , con i suoi affascinanti “sfagni”, particolari tipi di muschio. C'è poi il Sentiero Botanico , che conduce dal paesino di Cologna (150 abitanti) alla frazione di Pro, fra pioppi tremuli e betulle, faggi e saliconi, carpini neri e ginepri, imparando i segreti degli alberi da utili bacheche informative. Si giunge, alla fine, a una terrazza affacciata sull'intera valle, presso Castel Romano. Altro percorso che unisce fascino e grande accessibilità è il Sentiero storico-naturalistico che parte dalla piana di Pracul, a 920 metri, e conduce a Manon, a quota 1.100 metri, oasi di verde e di pace. Dal Dos de Manon si domina un gran tratto della valle e si possono osservare i resti dei camminamenti e delle trincee della Grande Guerra. Si incontra poi la Grotta dei Ciclopi , da sempre rifugio dei montanari e oggetto di racconti e leggende. Infine si attraversa la radura di Gincanave , che ospita un interessante museo geologico all'aperto.

Trekking Per gli amanti del trekking non mancano le escursioni alla scoperta di boschi, malghe e laghi. Si possono scegliere svariati itinerari alla portata di tutti, come i giri delle malghe – da Malga Maggiasone a Malga d’Arnò, o da Bondone di Sopra a Malga Avalina – oppure percorsi più impegnativi. Un grande classico è quello che porta nella Val Danerba, dal lago di Boazzo al Bivacco Agusella , che dispone di sei posti letto. Per chi ha tempo e voglia di cimentarsi in un'intera giornata di cammino, c'è il Sentiero della Pace , che copre 17 chilometri di percorso. Sempre per i più allenati, in nove ore (agibile da primavera ad autunno inoltrato) si può percorrere il sentiero che conduce da Storo al Passo Tremalzo. Giunti alla Cima di Cablone (o Passo della Guardia), la vista si apre, ripaga della fatica e, in una giornata dal cielo limpido, si possono vedere anche gli Appennini, il gruppo del Baldo, del Brenta, il Carè Alto e l'Adamello.

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Arrampicata e free-climbing Climbing a tutti i costi. E così in valle non mancano luoghi e strutture per una delle più divertenti e di successo attività outdoor tipiche delle Alpi: l'arrampicata. Il free climbing trova qui ottime occasioni di espressione nelle palestre naturali di Storo , con dieci tracciati e una parete scuola per ragazzi, e di Baitoni, una falesia con sette itinerari tracciati che vanno dal 5a al 6c. In entrambe ci si può arrampicare anche in inverno, nelle ore calde del primo pomeriggio. C'è poi la fantastica parete di arrampicata realizzata sulla Diga di Bissina , una struttura unica nelle Alpi Orientali e una delle poche in Europa. Posta a 1.800 metri di quota è l'ideale per arrampicare in estate. Si concentra sul bastione centrale della diga dove si trovano le tre aree di arrampicata. È predisposta con ogni accorgimento per soddisfare le esigenze degli atleti già affermati e degli appassionati come dei nuovi adepti. L'area sottostante, ampia e recintata, è predisposta per assicurare accoglienza, sereno svago e riposo. La parete è attrezzata con 3.000 prese a rilievo di diverso colore per identificare un itinerario. I percorsi di arrampicata sono periodicamente rinnovati per offrire agli appassionati nuovi spunti e difficoltà.

Mountain-bike Anche gli appassionati delle due ruote non resteranno delusi: in Valle del Chiese i numerosi tracciati che costeggiano i laghi, sfiorano resti di castelli e antiche dimore, incontrando baite e paesi, saranno l’ideale per una gita in sella alla propria mtb. Tanti i possibili percorsi, navigabili anche con il GPS: fra questi i più allenati potranno cimentarsi con il tour in bici della Valle : di quota in quota, la mountain-bike si spingerà dal Lago d'Idro fino al cuore del Parco Naturale Adamello Brenta.

Bouldering L’arrampicata a mani nude sui massi, nata negli anni Settanta e tornata in voga negli ultimi tempi, trova nella Val di Daone un luogo privilegiato di esercizio sulle grandi rocce che la punteggiano e sfidano l'abilità e i muscoli degli appassionati.

Parapendio Per chi è in cerca emozioni forti, la valle offre moltissime piattaforme di lancio naturali, da dove poter spiccare il volo in parapendio e deltaplano e godere in silenzio e con un’altra prospettiva lo splendido paesaggio sottostante.

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Sport acquatici Ma l'outdoor rurale in Valle del Chiese significa anche e soprattutto acqua. Lungo il selvaggio torrente Palvico si può praticare il canyoning , mente il Lago d'Idro aspetta tutti gli appassionati di canoa, vela, surf, e kite-surf. Ma acqua qui significa anche pesca , armati di lenza e pazienza. Sin dal freddo febbraio torrenti e laghi si popolano di un numero sempre crescente di pescatori. Per chi vuole godersi a pieno il panorama, invece, niente di meglio che la navigazione sul Lago d'Idro, esperienza da concludere magari con un bel pranzo a base di pesce.

Sport indoor Non mancano ovviamente gli sport più “classici” come tennis, palestra e piscina. Impianti attrezzati e gestiti con professionalità si trovano a Baitoni, Bondo, Castel Condino, Cimego, Condino, Daone, Darzo, Lodrone, Pieve di Bono, Roncone e Storo. Ci sono poi le palestre di Darzo e Roncone e le piscine di Lodrone (coperta) e di Cimego (scoperta). Per chi invece vuole correre in mezzo alla natura, tra ruscelli, cascate e spettacolari punti panoramici, non mancano i percorsi, a Cimego e a Bondo, studiati per chi intende misurarsi con se stesso, mantenere un'alta efficienza fisica e variare la tipologia di allenamento.

4.2 L’OFFERTA SPORTIVA INVERNALE

Racchette da neve Per scoprire a pieno le bellezze del territorio, passo dopo passo, a distanza ravvicinata e a ritmo lento, niente di meglio di una ciaspolata fuori dagli itinerari cari al turismo di massa per addentrarsi agilmente fra i boschi innevati e di perlustrare angoli di territorio inesplorati.

Arrampicata su ghiaccio Inverno in Valle del Chiese vuol dire anche Valle di Daone, il regno delle “pareti di cristallo” (sono circa un centinaio quelle conosciute). La Valle di Daone è una delle zone del Trentino con il maggior numero di cascate ghiacciate, che assumono qui dimensioni imponenti, trasformandosi in un’ottima palestra per tutti gli ice-climbers armati di picozza, ramponi, casco e imbragatura. Ogni nuova via viene battezzata dal primo sportivo che la scala, nella migliore tradizione alpinistica.

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Sci alpinismo In inverno si organizzano anche raduni di sci alpinismo, l'unione di due tra gli sport più belli ed esaltanti della montagna. Armati di sci e pelli di foca, gli sci alpinisti si godono così le discese faticosamente conquistate.

Sci di fondo Il territorio dispone di due anelli dedicati a questo sport che di anno in anno vede ingrassare le fila dei suoi appassionati. La Pista Raggio di Luna , nel Comune di Bondo (850 metri) – lunga due chilometri, larga cinque metri, con punte di pendenza massima intorno al 3% –, è posta a cavallo tra la Valle del Chiese e la Valle del Sarca. La zona, per la sua particolare posizione geografica alla confluenza di quattro valli, è soggetta ad abbondanti nevicate che garantiscono un innevamento costante fino a tarda stagione. La Pista "Le Brume" si trova invece nella cornice della Valle di Daone, tra le località di Pracul e Vermongoi, a 974 metri e ha uno sviluppo complessivo di cinque chilometri. La larghezza utile della pista è di quattro metri, mentre la pendenza media arriva al del 2,6%. Grazie a queste caratteristiche tecniche il tracciato si presta allo svolgimento di un'attività di tipo sportivo-turistico in tecnica libera. La presenza di un punto in cui il tracciato di andata e quello di ritorno si avvicinano consente di percorrere un anello con uno sviluppo ridotto a circa 3,5 chilometri.

4.3 LABORATORI CREATIVI

Per quelli che anche in vacanza non smettono di voler imparare, si organizzano laboratori creativi e divertenti. Si spazia dai laboratori per cuocere il pane, a quelli dedicati alle erbe e ai loro segreti, che sono una parte della storia misteriosa di questi luoghi. Ci sono poi laboratori per imparare a costruire oggetti come giocattoli e sculture in legno, materia prima atavica delle vallate alpine, e mini corsi per lavorare il feltro, un'arte antica fatta di abilità artigianali e di proprietà manuali. Non mancano laboratori per imparare i segreti dei pesci e della pesca e per conoscere le piccole ma preziose api, le instancabili impollinatici che ci regalano i fiori.

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5. E…STATE in VALLE DEL CHIESE

Rurale , in famiglia o attiva . L’estate 2012 in Valle del Chiese si presenta così: tra antiche malghe, sapori autentici, tradizioni e mestieri secolari; proposte pensate per una vacanza “esperienziale”, oppure a misura di bambino, senza dimenticare le attività outdoor che uniscono il benessere fisico al fascino di un ambiente rimasto intatto nelle sue risorse e qualità.

5.1 ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO Vacanza rurale: relax autentico Un tuffo in un mondo fatto di genuinità, calda accoglienza e antiche tradizioni. Dentro l'essenza di luoghi discreti e per questo emozionanti, per vivere vere e proprie esperienze rurali alla scoperta della cultura del luogo fatta di malghe, antichi mestieri e tracce della grande Storia. Le malghe, ad esempio, sono un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato. Con passione, duro lavoro e tutto l’amore per la natura, i malgari sono ancora oggi i portatori dei sani valori della tradizione contadina. In una delle 25 strutture del territorio si potranno assaporare profumi e sapori del luogo, formaggi artigianali, come la Spressa, vini e grappe oppure la tipica polenta di Storo o il raro salmerino alpino. Assolutamente da provare una notte in malga , per immergersi nella pace di un paesaggio stellato e tonificarsi al risveglio fra profumi e gesti antichi. Vivamente consigliato, a famiglie e gruppi di amici, è il pic-nic in uno dei tanti rilassanti prati, fra cime e foreste. Per conoscere la fauna del luogo e per divertirsi imparando, è opportuna una visita alla Casa Fauna del Parco Naturale Adamello-Brenta, a Daone, presso Villa De Biasi. Tra camosci e stambecchi, marmotte e aquile reali, si raccontano ai più piccoli, ma anche agli adulti, l'incantesimo della natura e il fascino degli animali. Per immergersi invece nella tradizione del mondo contadino, si possono visitare Casa Bonus e Casa Marascalchi , nel paese di Cimego e nel borgo di Quartinago, dove si conservano strumenti e attrezzature caratteristiche della pratica dell’alpeggio e si racconta la storia contadina di queste terre. Per una vacanza che sia davvero esperienza diretta del territorio il sentiero etnografico del Rio Caino è un percorso che non ha eguali : vero e proprio museo all'aperto, in circa quattro ore, lungo il suo tragitto si può visitare un insieme straordinario di insediamenti artigianali come fucine e fornaci per la calcina, insieme ai luoghi del fabbro ferraio, del casaro, del boscaiolo, del carbonaro, nonché un interessante gioiellino botanico, l'orto della strega Brigida . La storia della valle si scopre passeggiando anche per i borghi più vecchi con le tipiche case di pietra addossate l’una all’altra per sfruttare i tratti pianeggianti, entrando nei forti austro-ungarici Larino e Corno, salendo alla Cima Tombea, sulle tracce di Caspar von Sternberg, il botanico che, all’inizio dell’Ottocento, per primo riconobbe l’interesse floristico Omnia Relations 19

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della zona. La storia più drammatica e recente del territorio si può osservare in presa diretta nei luoghi della Grande Guerra.

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polenta di patate, pernottamento in malga, colazione e visita della malga monticata a Stabolone di Sopra con degustazione di formaggio di malga.

5.2 PICCOLO MONDO ANTICO Vacanza famiglia: natural style Lontana dal turismo di massa e dai “luoghi comuni”, la Valle del Chiese è un “ parco giochi ” a cielo aperto pronto, ogni giorno, ad accogliere i suoi più piccoli visitatori e le famiglie che vorranno avventurarsi tra visite guidate e laboratori creativi, come quello dedicato al pane casereccio durante il quale, all’interno del mulino ad acqua del Sentiero Etnografico del Rio Caino, i ragazzi avranno la possibilità di assistere a tutte le fasi della preparazione e potranno creare da sé il proprio panino che sarà poi cotto nel caratteristico forno a legna. O, ancora, Conoscere le api , percorso grazie al quale si potrà visitare un laboratorio nel paese di Por destinato alla smielatura, assistendo alla creazione di una candela in cera d'api, ammirando l'apiario e i suoi alveari e assaggiando, infine, il delizioso nettare. Mentre Le erbe officinali della strega Brigida prevede la visita all'Orto omonimo e mira al riconoscimento e alla classificazione delle piante raccolte durante il percorso con la creazione di un piccolo erbario. Tappa da non perdere quella al Breg Adventure Park , in Val di : tanti giochi nella natura, un'area attrezzata per pic-nic immersa nel verde e una zona barbecue coperta. 60 le attività presenti, suddivise in 5 percorsi di diversa difficoltà per cimentarsi con passerelle, ponti tibetani e teleferiche mozzafiato, il tutto in totale sicurezza.

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- Invito in Val di Fumo Sabato: Breg Adventure Park

- “Rio Caino Experience” fra antichi mestieri e tradizioni, con laboratorio creativo “L'albero racconta” e “Il pane di Frà Dolcino”

- “Il Mondo dell'Alpeggio”, alla scoperta della vita in malga

- Laboratorio “Piccoli Pescatori” ed escursione alla scoperta della Grande Guerra

- Breg Adventure Park

- Gadget “A fior d'acqua!

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5.3 SPORT ACTIVITIES Vacanza attiva: in vetta allo sport Chi ama l'attività fisica in Valle del Chiese troverà il contesto ideale per vivere un’intera estate a ritmo di sport a partire dalle proposte acquatiche come canyoning , canoa , vela, surf e kite surf sul Lago d'Idro. Chi preferisce invece rimanere “con i piedi per terra” potrà approfittare di percorsi dedicati al trekking e numerose escursioni alla scoperta di boschi, malghe e laghi. A Cimego e Bondo sono disponibili due tragitti vita attrezzati per chi intende mantenere un'alta efficienza fisica e variare la tipologia di allenamento. In bicicletta o mountain bike sarà invece possibile percorrere strade asfaltate, sterrate e forestali, piste ciclabili e vecchie stradine di campagna immerse in una natura incontaminata. Anche l 'arrampicata libera trova qui ottime occasioni di espressione nella palestra naturale di Storo, in quella di Baitoni e nella parete attrezzata presso il gigantesco sbarramento della Diga di Bissina.

IN VETTA ALLO SPORT: montagna attiva Sport puro. Per chi ama l'outdoor, due le offerte organizzate per un assaggio delle più emozionanti attività della valle: il canyoning, lungo il selvaggio torrente Pelvico, e il trekking nel gruppo dell'Adamello. Canyoning experience Trekking dell'Adamello

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-1 mezza giornata di canyoning (comprensivo di attrezzatura) -1 trekking di una giornata con accompagnatore e guida agli itinerari

-1 trekking di una giornata con accompagnatori -1 pranzo presso il Rifugio Val di Fumo

-1 cena a base di polenta e prodotti tipici della Valle del Chiese -1 cena a base di polenta e prodotti tipici della Valle del Chiese

6. LA MAGIA DEL NUMERO 12

Estate 2012 , scelta non a caso. Per presentarsi al mondo del turismo nazionale, la Valle del Chiese gioca infatti il numero 12 .

• Una località da vivere 12 mesi l’anno.

• 12 euro: il costo del week-end di lancio della stagione. Il 2 e 3 giugno si potrà soggiornare una notte, con prima colazione inclusa, in diverse strutture ricettive della zona.

• 12 i prodotti gastronomici che si potranno vincere, nel corso dell’anno, grazie al concorso 12 prodotti per 12 mesi . Un prodotto diverso al mese per un viaggio di un anno tra genuinità e tradizioni locali.

• 12 i protagonisti dello speciale week-end Notte in malga, in programma il 30 giugno-1 luglio : 4 blogger, 4 giornalisti e 4 opinion leader saranno i viaggiatori-narratori invitati a vivere una vera e propria social experience in un luogo-archetipo della civiltà alpina.

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7. EVENTS

Rampinada, Valle di Daone – 1 Luglio Gara nazionale di mountain-bike di 35 chilometri e 1.500 metri di dislivello nella splendida cornice della Valle di Daone (www.rampinada.it ).

9 ore di Bondo, Bondo – 7 Luglio Quinta edizione della staffetta cross country a squadre, una delle gare emergenti del panorama endurance, anche quest'anno pronta ad aprire le porte al popolo dei biker di tutto il nord Italia ( www.9orebondomtb.it ).

Altrotempo – L’era dei forti, Forte Larino di Lardaro – 28 e 29 Luglio Teatro, musica, storia e letteratura nei luoghi della Grande Guerra in Valle del Chiese: nella tre giorni, storici, esperti, attori, musicisti e giornalisti animeranno le fortezze di Larino e Corno, insieme al Cimitero Monumentale di Bondo.

Speed Rock, Valle di Daone – 28 e 29 Luglio Spettacolare competizione valida per il circuito di Coppa del Mondo di Arrampicata specialità Speed Climbing. Nel corso degli anni è diventata una delle competizioni più prestigiose dell'arrampicata sportiva a livello mondiale. La sfida ha come teatro l'imponente struttura artificiale realizzata sulla diga Enel di Bissina in Valle di Daone ( www.speedrock.it ).

Festa del Carbonaio, Bondone – 29 Luglio All’interno dell’iniziativa Suoni e profumi della montagna , l’ultima domenica di luglio si svolge questo appuntamento presso la malga Alpo di Bondone. Un’occasione per riscoprire le antiche pratiche legate all’allevamento del bestiame, alla transumanza, alla lavorazione del latte per la produzione dei prodotti caseari, avvolti nell’incontaminato mondo degli alpeggi, dove rilassarsi con degustazioni, esibizioni musicali e la mostra fotografica Visioni Alpine .

I Suoni delle Dolomiti – Luglio e Agosto Storico festival della musica in quota, unisce da anni la passione per le sette note a quella per la montagna, attraverso concerti in luoghi di straordinaria suggestione: una perfetta sintonia tra arte e ambiente. La Valle del Chiese sarà protagonista di questa importante rassegna con due appuntamenti. Il primo luglio, presso il Rifugio Val di Fumo, il Coro Val Sella si esibirà all’interno della giornata Dolomiti d’Incanto : un rito musicale collettivo che vedrà protagonisti dieci cori trentini in altrettanti rifugi, in onore delle montagne Patrimonio naturale dell’Umanità Omnia Relations 25

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UNESCO. Il 2 agosto è attesa, invece, Dobet Gnahoré, cantante, ballerina e percussionista della Costa d’Avorio, una grande voce e una travolgente presenza scenica, figlia del maestro percussionista di Abidjan Boni Gnahorè (www.isuonidelledolomiti.it ).

Festival Internazionale degli Artisti di Strada, Bondone – Agosto Le strade, i vicoli e le piazze del piccolo borgo affacciato sul Lago d'Idro saranno animate dai più interessanti artisti di livello internazionale: performance no stop dalle 18.00 a notte fonda.

Mondo Contadino, Roncone – Settembre Nella suggestiva cornice della Valle del Chiese, agricoltura, ambiente e tradizioni ritrovano le proprie radici e la propria essenza, in un evento capace di coniugare le bellezze del territorio con l'economia agraria, da secoli patrimonio della vallata. Mondo Contadino è un appuntamento ideato per promuovere e valorizzare il territorio, le tradizioni e le produzioni locali in un momento di incontro e confronto tra agricoltori, allevatori, artigiani e visitatori. Questo festival dell'enogastronomia rurale sarà una vetrina delle eccellenze del luogo, che consentirà ai visitatori di conoscere in maniera approfondita gli aspetti più caratteristici e talvolta più nascosti dell'attività agricola e di allevamento del bestiame.

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