Pecora Bergamasco Documenti 3 .Rtf

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Pecora Bergamasco Documenti 3 .Rtf LA PECORA BERGAMASCA Storia e presente di una razza ovina Autore: Prof. Michele Corti Docente di Zootecnia Speciale e di Zootecnia di montagna, Facoltà di Agraria di Milano Il Dr. Graziano Sangiorgio ha collaborato alle ricerche bibliografiche e alla redazione dell’allegato statistico INDICE Indice, pag. Premessa pag . Cap. 1 - Gli ovini domestici nell’antichità, pag. Cap. 2 - Collocazione della pecora Bergamasca nell’ambito delle razze ovine, pag. Cap. 3 - Razze ovine affini alla Bergamasca , pag. La pecora Biellese, pag. Razze ovine minori lombarde di tipo bergamasco, pag. Altre razze ovine presenti in Lombardia, pag Fuori della Lombardia pag. Cap. 4 - La “razza sudanica”: tra leggenda e conformismo, pag. Cap. 5 - Elementi storici circa l’origine della popolazione da cui è derivata la pecora Bergamasca, pag. Cap. 6 - Storia della transumanza ovina bergamasca nel medioevo, pag. Cap 7 - La transumanza bergamasca tra XV e XVIII secolo, pag. Considerazioni sul periodo XV-XVIII secolo, pag. Le “Pecore di Spagna” in Lombardia: storia di un fallimento, pag. Cap 8 –Il XIX secolo e la decadenza dell’allevamento ovino bergamasco Cap 9 - Nel novecento la crisi continua, pag. Cap 10 - L’organizzazione della transumanza tra passato e presente, pag. In montagna, pag Trasferimento dai monti al piano, pag. La pianura (la batìda), pag Dimensioni e composizioni del gregge, pag Gli altri animali al seguito del gregge bergamasco, pag Altri aspetti della vita pastorale, pag. Evoluzione recente della transumanza bergamasca, pag. Cap. 11 - Il lanificio bergamasco e la lavorazione della lana “nostrana”, pag. Ai giorni nostri, pag. Cap. 12 - La razza Bergamasca e le sue caratteristiche morfologiche, produttive e riproduttive, pag Misure biometriche ed evoluzione della razza, pag Caratteristiche della lana, pag. Aspetti riproduttivi, pag. Produzione di carne, pag. Fonti, pag. Riferimenti bibliografici, pag. Allegato A. Standard ufficiale di razza, pag. Allegato B. Appendice statistica, pag. Premessa Sul tema della pastorizia bergamasca, considerata dal punto di vista della vita e della cultura pastorale, sono stati editi in tempi recenti diversi lavori. Fondamentale è il lavoro della parrese Anna Carissoni (CARISSONI , 1985). Ricordiamo anche i lavori di Franco Rho (RHO , 1991, 1998) che hanno contribuito con il corredo di belle immagini fotografiche alla divulgazione del tema della pastorizia bergamasca. L’opera che presentiamo intende affrontare il tema della pecora e della pastorizia bergamasca da una differente angolazione. Sono stati trattati infatti trattati in modo specifico alcuni aspetti di etnografia zootecnica e di storia dell’allevamento ovino bergamasco che appaiono importanti per apprezzare la realtà di questa razza. Razza riconosciuta come tale già nel secolo scorso, anche al di là delle Alpi, è stata sovente utilizzata per migliorare razze locali in Italia e altrove in ragione di caratteristiche pregevoli e distintive. Tra le razze italiane, nonostante diverse altre risultino più importanti dal punto di vista numerico, è tutt’oggi tra le più conosciute. Se si escludono le piccole razze locali allevate in ambienti marginali è certamente tra le più antiche razze ovine italiane più antiche e meno influenzate da tipi genetici introdotti da altri ambienti. La storia della pecora Bergamasca appare inscindibile da quella del suo caratteristico sistema di allevamento che, pur se assimilabile ad altri sistemi di transumanza ovina, si caratterizza per delle importanti particolarità legate alle condizioni ambientali entro cui si svolge la transumanza, ma anche ai connotati sociali dei proprietari-pastori. La storia della transumanza lungi dal collocarsi “fuori dal tempo” si sta evolvendo ancor oggi sotto i nostri occhi, dimostrando la vitalità di una pratica pastorale troppo frettolosamente liquidata come un residuo arcaico. Proprio questa vitalità, legata certamente ad aspetti economici, ma anche ad un forte senso di identificazione nel gruppo professionale e nelle sue tradizioni, ha consentito il mantenimento di significativi elementi culturali. La pecora Bergamasca e il sistema di allevamento che la contraddistingue possono guardare al presente e al futuro con più serenità rispetto a solo qualche anno addietro. L’interesse per i sistemi di allevamento tradizionali, che sono riusciti ad affermare nei secoli un equilibrato utilizzo delle risorse, non è solo un interesse “museale”. Al di là dell’interesse per i risvolti storici e culturali, di per sé estremamente importanti, un sistema di allevamento come quello transumante della pecora Bergamasca risponde alle esigenze di una agricoltura “sostenibile” dal punto di vista ecologico e può pertanto trovare spazio in quegli ambiti territoriali (aree vulnerabili, parchi, zone periurbane) con presenza di attività agricole di prevalente contenuto di manutenzione e protezione territoriale piuttosto che produttivo. Il rinnovato interesse per i pascoli alpini e l’esigenza di un loro utilizzo integrato tra attività zootecniche, di protezione ambientale e turistiche, concorre anch’esso a rilanciare il ruolo dell’allevamento ovino. Una prospettiva di lungo periodo esige, però, anche una “sostenibilità” economica dell’allevamento ovino. Da questo punto di vista il miglioramento selettivo della razza Bergamasca, in vista di una produzione di carne più efficiente, e la valorizzazione ed il riconoscimento del suo ruolo ecologico risultano entrambi cruciali per garantire il futuro della pecora Bergamasca. E’ evidente, infatti, che solo all’interno del riconoscimento del carattere ecologicamente sostenibile dell’allevamento transumante che potrà essere assicurato in futuro l’utilizzo degli spazi territoriali e delle risorse foraggere a basso costo indispensabili per l’esecizio questo tipo di allevamento. Ciò implica la presenza di figure in grado di svolgere per conto dei pastori da interlocutori con gli enti pubblici che possono condizionare gli spostamenti ed il pascolo dei greggi. Non si dovranno tralasciare neppure eventuali iniziative in grado di valorizzare il prodotto lana. L’opera è stata concepita anche con l’intento di fornire un ampio inventario delle fonti reperibili sulla pecora Bergamasca e il suo sistema di allevamento. Abbiamo comunque ritenuto di trattare oltre agli aspetti etnografici, storici e a quelli più strettamente zootecnici anche il tema della vita pastorale perché l’evoluzione negli ultimi anni delle tecniche della transumanza bergamasca si è rivelata profonda e tale da meritare un confronto con la situazione tradizionale descritta dagli autori precedenti. Ci è parso opportuno, inoltre, comprendere la Valcamonica, storicamente legata a Bergamo fino al secolo scorso e caratterizzata da un sistema di produzione ovina analogo a quello bergamasco, nella nostra trattazione. Pur risultando confermata la presenza di una “culla” imperniata intorno ai centri di Clusone e Parre è infatti da ritenere che l’areale tradizionale della Bergamasca debba comprendere un più vasto ambito seriano-scalvino-sebino-camuno. Oltre a queste ragioni storiche l’allargamento dell’area di studio della pecora e della pastorizia bergamasca alla Valcamonica trova riscontro nella recente estensione in provincia di Brescia dell’area ove sono presenti gli allevamenti iscritti al Libro Genealogico della razza ovina Bergamasca. Ogni trattazione del sistema pastorale e della vita dei pastori non può che limitarsi ad una superficiale esplorazione di un mondo che appare sorprendentemente ricco e complesso e che un approccio semplicistico rischia di interpretare in modo fuorviante. Rimane un che di insondabile nelle logiche della vita pastorale che pure rispondono certamente a criteri tecnici ed economici forniti di interna coerenza. Il fatto che gli schemi di interpretazione tecnica, economica, sociologica non riescano a cogliere appieno le logiche del mondo della pastorizia bergamasca rappresenta un fattore di stimolo ad approfondire le nostre conoscenze ed a rivedere i nostri schemi convenzionali. In ogni caso è forte l’impressione che questa realtà ha molto da insegnarci se solo la si accosti senza pregiudizi (compreso quello di una fuorviante mitizzazione). La complessità del mondo della pastorizia bergamasca è tale da rendere arduo il compito di una trattazione esaustiva; per questo motivo chiediamo di considerare con benevolenza i molti dettagli, comunque importanti, che possono essere stati tralasciati dal nostro lavoro. La trattazione storica della realtà della pastorizia bergamasca mira a mettere in luce il grande ruolo economico e sociale che essa ha esercitato per secoli ed a rimuovere l’immagine di una pastorizia “naturalmente” marginale ed arcaica. I pastori hanno sempre svolto un ruolo imprenditoriale che li ha visti (e li vede) nelle vesti di operatori commerciali e, persino, finanziari. Le modalità di utilizzo delle risorse territoriali da parte della pastorizia bergamasca ha determinato nei secoli dei conflitti, a volte acuti, con il mondo agricolo derivanti dalla progressiva affermazione dei diritti esclusivi di proprietà, in contrasto con tradizioni profondamente radicate. In questo quadro i pastori sono apparsi come dei “perturbatori” dell’ordine costituito, sono divenuti oggetto di diffidenza e di una interminabile sequela storica di disposizioni tese a metterne sotto controllo l’attività. Questa esperienza storica ha profondamente condizionato la percezione sociale della pastorizia. Al di là dei condizionamenti culturali del passato i pastori vanno considerati e rispettati per quello sono stati e
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