DI GROTTAFERRATA PROVINCIA DI ROMA

Opera:

Nulla Osta Vincolo Idrogeologico (D.G.R 6215 del 30.07.1996; D.G.R. Lazio 3888 del 29.07.1998) Realizzazione di un compendio immobiliare sostituzione edilizia in applicazione della L.R. 21/09 (piano casa)

Viale J.F. Kennedy n. 33

F.C. 2, p.lle 54,138,139,140,141,142,247,304,495,496,497,805,1377,1379,1393,1394,1395,1676

MV Geologia di Dott. Geol. Giada Vichi Tivoli (RM) - Via Macera, 8 - Tel-fax 0774.550413 cell. 347-9053533; e-mail: [email protected] pec: [email protected]

P.IVA 09985471003 C.F. VCHGDI74H68G141T

Committente Data:

FV Immobiliare 2010 srl APRILE 2017

Il relatore : Dott. Geol. Giada Vichi RELAZIONE GEOLOGICA INDICE

1. Premessa...... 2 2. Inquadramento geologico e geomorfologico generale...... 3 3. Sismicità dell’area...... 6 4. Geologia, geomorfologia, idrologia ed idrogeologia dell’area esaminata...... 12 5. Caratterizzazione e modellazione geologica, geotecnica e sismica...... 13 6. Fattibilità dell’opera in funzione delle caratteristiche geo-litologiche dell’area...... 14 7. Conclusioni...... 15

ALLEGATI: ALLEGATO 1 - Ubicazione topografica del sito, scala 1:25.000 ALLEGATO 2 - Ubicazione geologica del sito, scala 1:10.000 ALLEGATO 3 - Cartografia del rischio di frana (PAI AB Tevere), scala 1:25.000 ALLEGATO 4 - Carta idrogeologica dell'area di Roma, scala 1:50.000 ALLEGATO 5 – Carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica – Livello 1 di MS

Ns. rif. Soc. FV Immobiliare 2010 srl_Grottaferrata_17 MV Geologia 2 / 17 DI G IADA V ICHI - G EOLOGO N.O.V.I. S OC . FV I MMOBILIARE 2010 SRL Sostituzione edilizia VIALE J.F. K ENNEDY 33 L.R. 21/2009 GROTTAFERRATA , R OMA

1. P REMESSA

Lo scrivente è stato incaricato dalla Soc. FV Immobiliare 2017 srl di redigere una relazione geologica a supporto della “Richiesta di Nulla Osta Vincolo Idrogeologico (R.D. 3267/23; R.D. 1126/26; D.G.R. 6215/96; D.G.R. 3888/98) per la realizzazione di un compendio immobiliare (sostituzione edilizia in applicazione della L.R. 21/2009 “Piano Casa”) ” in un lotto di terreno sito nel Comune di Grottaferrata (RM), Viale J.F. Kennedy n. 33 e contraddistinto nel F.C. 2 dalle p.lle 54, 138, 139, 140, 141, 142, 247, 304, 495, 496, 497, 805, 1377, 1379, 1393, 1394, 1395, 1676. Le finalità della seguente relazione sono la determinazione delle caratteristiche litologiche, morfologiche, idrologiche ed idrogeologiche del sito, al fine di verificarne l'idoneità in relazione all'opera in progetto. Per la caratterizzazione litostratigrafica e geotecnica dei terreni si è fatto riferimento a dati bibliografici e alle osservazioni condotte sul sito, nonché alla conoscenza personale dei terreni. La presente relazione è redatta in conformità con il Regolamento per la gestione del Vincolo Idrogeologico del Servizio Geologico della Provincia di Roma (febbraio 2008).

Cartografia di riferimento L'area in esame risulta essere compresa all'interno delle seguenti carte :

•Foglio 150 (Roma) della Carta Geologica d’Italia, scala 1: 100.000;

•Tavoletta 387 I () della Carta Topografica d'Italia, scala 1:25.000

•Sezione 387040 “” della C.T.R. Lazio, scala 1:10.000

•Tavola 12 “Inventario dei fenomeni franosi e situazioni di rischio da frana” della cartografia PAI, A.B. Fiume Tevere

•Carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica del Comune di Grottaferrata (RM), scala 1:10.000

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2. I NQUADRAMENTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO GENERALE L’area in cui ricade la zona esaminata ricade all'interno del Foglio 150 "Roma" della Carta Geologica d’Italia (cfr. allegati). L’area esaminata si colloca all’estremità settentrionale del Vulcano Laziale, delimitato ad est dal gruppo montuoso dei Monti Lepini-Ausoni-Aurunci (dorsale dei Volsci) e ad ovest dalla Pianura Romana. La successione dei terreni affioranti in questo settore ha una età compresa tra il Giurassico ed il recente. L'intervallo di tempo compreso tra il Giurassico e il Cretacico è rappresentato da depositi riferibili ad un ambiente di piattaforma carbonatica, ed in particolare di margine, come dimostra la presenza di fossili specifici, tra cui le rudiste. Tale dorsale risulta essere delimitata, nella parte nord-orientale, dalla Valle Latina, e nella porzione sud-occidentale, dalla Pianura Pontina. La Valle Latina è una depressione di origine tettonica che separa la dorsale dei Monti Lepini-Ausoni-Aurunci dalla più interna dorsale, anch’ essa carbonatica, dei Monti Simbruini. In tale depressione, il basamento calcareo risulta coperto da coltri di varia potenza di depositi terrigeni sintettonici (Formazione di Frosinone), da depositi marini e continentali Plio-Pleistocenici ed, infine, da depositi alluvionali recenti (Olocene – Pleistocene). Dal punto di vista strutturale e tettonico l’azione orogenetica che ha prodotto l’attuale assetto e posizionamento delle due dorsali carbonatiche di piattaforma si è svolta prevalentemente nel periodo Neogenico (Tortoniano – Messiniano); come in altre aree dell’Appennino, anche in questo settore la tettonica compressiva si è sviluppata in diverse fasi, a partire dal settore lepino-ausono-aurunco per arrivare, nella fase messiniana, a quello ernico- simbruino. In sostanza, l’attuale assetto strutturale si è venuto a determinare per la migrazione nel tempo del sistema orogenico (catena-avanfossa-avampaese) dai settori occidentali verso quelli orientali. Successivamente alla fase orogenica durante la quale si è venuto a costruire l’edificio a falde sovrapposte dell’Appennino (due delle quali sono per l'appunto la Serie di Transizione e la Serie Laziale Abruzzese) si è attivata una tettonica distensiva, connessa con lo sviluppo del Bacino Tirrenico, durante la quale all’interno delle falde impilate si sono create fasce ribassate (“Fosse tettoniche” o “Graben”) invase dal Mare Tirreno nel Plio-Pleistocene. In tali bassi strutturali si

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imposta, quindi, una fase di sedimentazione, con complete sequenze trasgressive (argille-sabbie-conglomerati) note in letteratura scientifica come ciclo neogenico (in relazione all’età) o Ciclo Sedimentario Postorogenico (in relazione alla causa che ha prodotto le aree ribassate su cui è ingredito il mare). I sedimenti terrigeni di questo ciclo sono diffusamente presenti nei Bacini intramontani, in particolare nella porzione terminale del Bacino Tiberino (Graben del Tevere), del Bacino reatino-cigolano e nella parte terminale della Valle Latina (limiti SE della Regione). In concomitanza con la fase tettonica distensiva connessa all’apertura del mar Tirreno, l’area Laziale è stata interessata da attività vulcanica, dapprima acida (, Cerite e Manziate; tra 2 e 0.8 MA) e quindi potassica (Distretto Pulsino, Distretto Vicano, Distretto Sabatino e Vulcano Laziale o Complesso Vulcanico dei Colli Albani; 0.8 Ma-20.000 anni fà). Quest’ultimo rappresenta il più meridionale dei distretti vulcanici a struttura centrale presenti nel Lazio. Questo occupa una posizione particolarmente significativa nell’ambito dell’assetto strutturale della Catena Appenninica: «confina» a nordovest con le Unità Meso-cenozoiche alloctone dei Monti della Tolfa, a sud con i terreni di piattaforma carbonatica dei Monti Lepini, ad est con le successioni Meso-cenozoiche dei Monti Prenestini e Tiburtini, oltre che, sempre verso nord, con l’altro importante sistema vulcanico dei Sabatini. La formazione dell’apparato ha avuto inizio tra i 500.000 e i 600.000 anni fa, mentre i prodotti più recenti sono stati datati a circa 20.000 anni fa; in questo periodo sono state emesse coltri di depositi vulcanici estesi su una superficie di circa 1500 Km2 (da poco a sud della Bassa Valle del Tevere, sino alla Pianura Pontina): all’interno della «provincia magmatica romana», i Colli Albani sono l’apparato vulcanico caratterizzato dalle maggiori dimensioni e - tra i vulcani centrali - dal maggior volume di lava e di prodotti piroclastici eruttati (circa 290 Km 3). Come per gli altri vulcani, anche per i Colli Albani si possono individuare varie fasi di attività principali intervallate da periodi di stasi: il vulcano esordisce con la Fase Del – Artemisio che occupa quasi metà dell’intera vita del vulcano (da circa 600.000 a circa 300.000 anni fa) e ha dato luogo alla messa in posto di 200 Km3 (circa il 70% del totale) durante quattro cicli che prendono il nome di I, II, III e IV Colata Piroclastica del Tuscolano-Artemisio; l’attività è caratterizzata da eruzioni esplosive parossistiche con messa in posto, principalmente, di ignimbriti, con effusioni laviche e depositi di ricaduta intercalati

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tra i principali eventi eruttivi. A seguire, tra i 300.000 ed i 200.000 anni fa, l’attività procede col la Fase Dei Campi Di Annibale (o delle Faete): caratterizzata da attività mista all’interno dell’area calderica del Tuscolano-Artemisio, risulta sicuramente meno importante della prima, soprattutto se si considera la quantità totale di materiale eruttato (poco più di 2 Km3 ). L’attività del complesso vulcanico del Colli Albani si conclude con una fase legata principalmente alle interazioni tra il magma residuo e l’acqua (Attività Idromagmatica Finale): esplosioni caratterizzate da energie veramente notevoli, provocano la formazione di tutta una serie di crateri eccentrici, più o meno allineati in direzione nord - sud, i più importanti dei quali (anche sotto il profilo paesaggistico) sono quelli di , ed Albano, ai quali si aggiungono quelli di Prata Porci, Castiglione, Pantano Secco, Valle Marciana e Giuturna. Le ultime datazioni disponibili indicano che i prodotti più recenti di questa ultima fase sono rappresentati dai materiali eruttati dal cratere di Albano, e risalgono a circa 20.000 anni fa. I sedimenti più recenti in affioramento sono rappresentati dai depositi quaternari che costituiscono le Pianure Costiere ed i fondi alluvionali delle valli fluviali. Tra i depositi recenti, maggiore interesse dal punto di vista geologico- geografico rivestono le Pianure costiere, ed in particolare l’Agro Pontino; queste sono costituite in affioramento da una fascia di depositi eolici (sabbie con orizzonti argillificati di paleosuoli) che rappresentano i cordoni dunari antichi e recenti; con una larghezza sino a qualche chilometro, separano dalla costa i depositi più interni, di origine fluvio-palustre e di natura limo-argillosa. Le forme del paesaggio del territorio testimoniano la netta influenza, sotto il profilo morfo-evolutivo, dell’assetto tettonico dominante, oltre che delle caratteristiche meccaniche dei litotipi affioranti. I rilievi carbonatici, infatti, presentano versanti fortemente acclivi mentre i sedimenti di età più recente, rappresentati dai sedimenti clastici del ciclo marino plio-pleistocenico e dalle coperture vulcaniche ed alluvionali sono generalmente collinari e/o pianeggianti in vicinanza di importanti aste fluviali.

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3. S ISMICITÀ DELL ’AREA L’area in esame si localizza in prossimità dell’apparato Vulcanico dei Colli Albani, caratterizzato da terremoti di intensità media ma molto frequenti, fino all’ VIII° della scala MCS/MSK. Tale area si configura, quindi, da un punto di vista sismico, come una zona particolare rispetto al restante territorio laziale, tanto da essere considerata un distretto sismico a parte.

In particolare, nell’anno tra il 1989 e il 1990, l’area ha conosciuta una sequenza sismica di notevole importanza per quanto concerne il numero di eventi registrati (circa 3000) dal network di stazioni ubicate nell’area. L’ordinanza n° 3274 del Presidente del Consiglio dei Ministri del 20 marzo 2003 ha emanato nuove disposizioni in termini di classificazione sismica e normative tecniche, portando a 4 il numero delle zone sismiche, differenziate sulla base di quattro corrispondenti valori di accelerazione orizzontale con probabilità di superamento pari al 10% in 50 anni e relative stime del valore di accelerazione orizzontale di ancoraggio dello spettro elastico di risposta (ag/g). In particolare, il Comune di Grottaferrata viene fatto ricadere nell’ambito della Zona sismica 2, cui corrisponde un valore di ag/g (accelerazione orizzontale di ancoraggio dello spettro elastico di risposta) pari a 0,25 ed una accelerazione con probabilità di superamento pari al 10% in 50 anni compresa tra 0,15 e 0,25. In accordo con l' O.P.C.M. 3519 del 28 aprile 2006 il valore di ag può essere considerato compreso tra 0,150 e 0,175. La più recente classificazione rappresentata dal DGR 387/09 e smi fa ricadere il comune di Grottaferrata nell' ambito della zona sismica 2, sottozona B cui è attribuito un valore di accelerazione

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orizzontale con probabilità di superamento pari al 10% in 50 anni compreso tra 0,15-0,20. La tabella che segue è una compilazione dei principali eventi risentiti nell’area dal 1695 al 1998, tratti dal DBMI04 (Database macrosismico 2004) disponibile sul sito dell’ INGV con relativa rappresentazione degli eventi in funzione dell’anno.

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Come risulta dalla tabella, l'area risente frequentemente di sismi provenienti da zone dell'appennino centrale, la cui intensità risentita nell'area (Is) risulta essere generalmente basse rispetto alle intensità epicentrali (Io). L'area tuttavia risulta essere sede epicentrale di terremoti. Tra gli eventi più significativi verificatisi nell’area si ricordano quelli del 1806 (), del 1892 (), del 1899 () e del 1927 (Nemi), tutti con un’intensità pari all’ VIII grado della scala M.C.S. L’area di risentimento è in genere limitata ai Colli Albani, in conseguenza della modesta profondità epicentrale; fa eccezione, tuttavia, il terremoto del 1806 che venne avvertito fino a Napoli. In accordo con il DISS (Database of Individual Seismogenetic Sources ) dell’ INGV, la sorgente sismogenetica è localizzata in corrispondenza dell'apparato vulcanico (in giallo nella figura seguente).

Le maggiori intensità macrosismiche rilevate nel territorio comunale di Grottaferrata sono pari a 7, mentre le magnitudo dei terremoti registrati nell'area risultano essere M< 4, come osservabile nella figura seguente, tratta dal sito dell' INGV. La frequenza degli eventi sismici e la molto modesta variazione della Magnitudo all’aumentare del tempo di ritorno (un decimo di unità per tempo di ritorno di un secolo) fa ritenere che la massima intensità registrata nell’area (Magnitudo 5.2), sia la massima prevedibile.

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In accordo con il DISS (Database of Individual Seismogenetic Sources ) dell’ INGV, la sorgente sismogenetica più vicina all'area di studio è quella ubicata in corrispondenza dell'apparato vulcanico dei Colli Albani.

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I dati di disaggregazione della pericolosità sismica (variabilità in termini di Magnitudo e distanza) permettono di stimare in M<5 (M= 4.670) la magnitudo massima attesa nel sito.

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4. G EOLOGIA , GEOMORFOLOGIA , IDROLOGIA ED IDROGEOLOGIA DELL ’AREA ESAMINATA

L’area in esame si localizza ad una quota di circa 310 m. s.l.m. Da un punto di vista morfologico, l’area presenta morfologia collinare, con versanti debolmente acclivi (<10%; allegato 1 ). La successione stratigrafica che caratterizza l’area esaminata è rappresentata, nella parte più superficiale, da paleosuoli, che rappresentano la facies pedogenizzata della sottostante unità a scorie e lapilli, cui possono essere intercalate colate laviche. I depositi più recenti sono rappresentati da limitate alluvioni a riempimento di fossi ( allegato 2 ). Gli elementi idrografici più significativi sono il Fosso dell'Acqua Marciana, che scorre a S dell'area in esame, e una serie di fossi ad andamento SE-NW, privi di toponimo. L’area rientra nell'ambito della Cartografia PAI dell'Autorità di bacino del Fiume Tevere. Sulla base della cartografia disponibile (assetto geomorfologico, allegato 3) in un vasto intorno dell'area in esame non sono presenti dissesti gravitativi in atto o potenziali. L'area non rientra nella perimetrazione delle aree a rischio idraulico. Non è segnalata la presenza di sorgenti. Da un punto di vista idrogeologico, i depositi presenti appartengono al Complesso idrogeologico delle piroclastiti indifferenziate , caratterizzato da buona capacità di immagazzinamento e contenente falde di importanza regionale, soprattutto in corrispondenza dei principali apparati vulcanici. La falda regionale si attesta, nell’area, alla profondità di circa 200 m. dall’attuale p.c. ( allegato 4 ). Il Comune di Grottaferrata ha avuto validato dal competente ufficio regionale lo studio di microzonazione sismica di livello 1; sulla base della cartografia esistente, l'area è suscettibile di amplificazione, ma non di instabilità, a seguito di evento sismico ( allegato 5 ).

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5. C ARATTERIZZAZIONE E MODELLAZIONE GEOLOGICA , GEOTECNICA E SISMICA

La successione vulcanica presente nell'area è rappresentata da depositi piroclastici grossolani,a matrice lapillosa, che possono presentarsi alterati nella porzione superficiale, mostrando una componente argillosa prevalente. Sulla base di tali informazioni, il sottosuolo di intervento può essere suddiviso nei seguenti intervalli geologici, cui possono essere attribuiti i parametri geotecnici a lato riportati:

Stratigrafia Livello Spessore γ φ Cu geotecnico ( m) (kN/m 3) ( ° ) (kPa) comportamento Porzione argillificata della Prev. coesivo 2 15 25 0,3 formazione a scorie e lapilli depositi piroclastici formati Prev. incoerente 7 18 28 / da scorie e lapilli Lave litoide 1 28 / /

La caratterizzazione geotecnica dei litotipi è stata tratta da Ventriglia (2002 - Geologia del territorio del Comune di Roma , a cura dell'Amministrazione Provinciale di Roma). Una indagine di tipo MASW, disponibile alla scrivente ed effettuata in aree contermini e su terreni analoghi, ha evidenziato che, nei primi 2 metri circa di sottosuolo, la velocità di propagazione delle onde “s” è pari a circa 259 m/s; successivamente si registra un aumento di tale velocità, che passa a valori pari a 486 m/s: tale valore è uniforme almeno fino alla profondità di 6 m dal p.c. Successivamente è stato registrato un ulteriore aumento della velocità delle onde “s” che raggiungono i 556 m/s, rimanendo costanti fino alla profondità di -9 m dal p.c. Qui si registra un ulteriore aumento delle Vs che si attestano a 712 m/s, rimanendo costanti per la restante profondità significativa investigata. Pertanto, il valore di Vs 30 risulta essere pari a 590 m/s e il sottosuolo oggetto di intervento è inquadrabile nell'ambito della categoria di sottosuolo “B” . Questo dato è in accordo con quanto indicato nella carta delle microzone omogenee in prospettiva

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sismica, SA3 (substrato geologico non rigido consistente; coltri ignimbritiche indifferenziate, lave e tufi litoidi con spessori elevati).

6. F ATTIBILITÀ DELL ’OPERA IN FUNZIONE DELLE CARATTERISTICHE GEO -LITOLOGICHE DELL ’AREA

Il Nulla Osta vincolo Idrogeologico viene richiesto relativamente al progetto di sostituzione edilizia ai sensi della L:R. n. 21/2009 e s.m.i. Di un compendio immobiliare legittimato con Permesso di Costruire in Sanatoria n. 72 del 10 luglio 2013. Il progetto prevede un intervento di sostituzione edilizia secondo la definizione data dall'art. 3, comma 1, lett. d) del T.U. 380/2001 in applicazione dell’art.3ter comma 1 della L.R. 21/2009 e ss. mm. ii. La sostituzione edilizia (prevista dall’art 26 delle NTA del PTPR) attraverso la demolizione e ricostruzione sarà migliorativa della qualità del paesaggio e dei nuovi insediamenti. Non verranno realizzate superfici interrate. La struttura verticale ed orizzontale sarà in cemento armato mentre il tetto sarà realizzato con struttura lignea sia nell’orditura primaria che in quella secondaria. La particolarità della struttura verticale consisterà nella realizzazione di setti in c.a. con casseri a perdere costituiti da laterizio interno e pietra esterna in modo da coniugare la resistenza sismica di un manufatto moderno con l’aspetto esteriore di un manufatto tipicamente agricolo. Le unità immobiliari saranno collocate in modo da rispettare la presenza delle essenze arboree circostanti che nella fattispecie costituiranno l’elemento peculiare dell’aspetto ambientale. Il Progetto rientra in quelli previsti dalle Norme Tecniche di Attuazione del PTPR (art.26 sostituzione edilizia) che nella fattispecie impongono questo tipo d’interventi proprio per la riqualificazione ambientale nel rispetto delle “aree collocate in zone pedecollinari con qualità ambientali da tutelare” , rientranti nel “paesaggio agrario di continuità di PTPR all’interno della zona omogenea “F” dove peraltro è assente l’area boscata. L’intervento inoltre prevede la realizzazione di una tipologia edilizia tipica delle case di campagna sia in senso formale che dal punto di vista dei materiali. Pertanto l’effetto sulla vegetazione presente, sarà circoscritto e pressoché nullo. In ottemperanza alla

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normativa vigente in materia energetica si prevede la collocazione, di pannelli solari per la produzione di energia elettrica, acqua calda sanitaria e riscaldamento (vedi schema inserito nell’elaborato grafico), opportunamente schermati e pressoché non visibili. Sulla base delle caratteristiche tecniche delle opere da realizzare, della loro disposizione spaziale e delle caratteristiche geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche e geotecniche del terreno, è possibile escludere la possibilità di innesco di potenziali instabilità nel terreno stesso, sia a breve, sia a lungo termine, dovute alle nuove realizzazioni; al contempo è possibile escludere che le stesse opere possano indurre modifiche sostanziali nell’assetto geologico, idrologico ed idrogeologico attuale dell'area.

7. C ONCLUSIONI

Il presente studio geologico è stato redatto su incarico della Soc. FV Immobiliare 2017 srl a supporto della “Richiesta di Nulla Osta Vincolo Idrogeologico (R.D. 3267/23; R.D. 1126/26; D.G.R. 6215/96; D.G.R. 3888/98) per la realizzazione di un compendio immobiliare (sostituzione edilizia in applicazione della L.R. 21/2009 “Piano Casa”) ” in un lotto di terreno sito nel Comune di Grottaferrata (RM), Viale J.F. Kennedy n. 33 e contraddistinto nel F.C. 2 dalle p.lle 54, 138, 139, 140, 141, 142, 247, 304, 495, 496, 497, 805, 1377, 1379, 1393, 1394, 1395, 1676. Nell’area in esame affiorano i depositi vulcanici derivanti dall'attività pleistocenica del Vulcano Laziale, che nella parte più superficiale possono presentarsi pedogenizati. Da un punto di vista morfologico, l’area presenta morfologia pianeggiante, con acclività <10%. L’area rientra nell'ambito della Cartografia PAI dell'Autorità di bacino del Fiume Tevere. Sulla base della cartografia disponibile (assetto idraulico ed assetto geomorfologico) in un vasto intorno dell'area in esame non sono presenti dissesti gravitativi in atto o potenziali. L'area non rientra nella perimetrazione delle aree a rischio idraulico. L'idrografia superficiale è praticamente assente. La falda regionale si attesta a profondità tali da non interferire con l'opera in progetto. Non è segnalata la presenza di sorgenti.

MV Geologia – Via Mauro Macera n. 8– 00019 Tivoli (RM) Tel. e fax 0774-550413, cell. 347-9053533– e-mail: [email protected] MV Geologia 16 / 17 DI G IADA V ICHI - G EOLOGO N.O.V.I. S OC . FV I MMOBILIARE 2010 SRL Sostituzione edilizia VIALE J.F. K ENNEDY 33 L.R. 21/2009 GROTTAFERRATA , R OMA

Da un punto di vista idrogeologico, i depositi presenti appartengono al Complesso idrogeologico delle piroclastiti indifferenziate , caratterizzato da elevata permeabilità. Tale area appartiene alla Zona sismica 2 (O.P.C.M. n. 3274 del 20 marzo 2003), sottozona B del DGR 387/09 e smi. Da un punto di vista sismico, l'area è ubicata nelle propaggini settentrionali dell'apparato vulcanico dei Colli Albani, dove è presente una sorgente sismogenetica, responsabile di eventi sismici con M <5 e intensità fino a 8 della scala MCS. Il sottosuolo interessato dal progetto risulta essere costituito, nella sua porzione superficiale, da litotipi che rappresentano la porzione alterata e pedogenizzata della sottostante formazione vulcanica. Tale intervallo è stimato avere uno spessore di circa 2 m. Al di sotto si rinviene l'unità a scorie e lapilli, per uno spessore di circa 9 metri. Il sensibile aumento della velocità delle Vs alla profondità di 9 m. è stato interpretato come il passaggio ad un corpo di lava, come suggerito dalla cartografia geologica disponibile. I parametri geotecnici delle unità geologiche sono stati tratti dalla bibliografia con particolare riferimento allo “Studio del territorio del Comune di Roma” di Ventriglia (2002). Indagini sismiche disponibili da aree contermini ed effettuate su terreni analoghi hanno restituito una categoria di sottosuolo di tipo B. Sulla base delle caratteristiche tecniche delle opere e della loro disposizione spaziale, nonché delle caratteristiche geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche e geotecniche del terreno, è possibile escludere la possibilità di innesco di potenziali instabilità nel terreno stesso, sia a breve, sia a lungo termine. Al contempo è possibile escludere che le stesse opere possano indurre modifiche sostanziali nell’assetto geologico, idrologico ed idrogeologico attualmente esistente. Si rimane a disposizione per ulteriori chiarimenti.

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ALLEGATI

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ALLEGATO 1 - UBICAZIONE TOPOGRAFICA DEL SITO DATI VALORE Quota 310 m s.l.m. Latitudine 41,796858 N Longitudine 12,664392 E Tavoletta 387 I “Albano Laziale”

Legenda

Localizzazione dell'area in esame

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ALLEGATO 2 - UBICAZIONE GEOLOGICA DEL SITO DATI VALORE Quota 310 m s.l.m. Carta geologica Foglio 150 “Roma” scala 1:100.000 Località Grottaferrata Formazione geologica Scorie vulcaniche grossolane

Legenda

Area in esame

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Legenda

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ALLEGATO 3 - CARTOGRAFIA DEL RISCHIO DI FRANA (PAI) DATI VALORE Quota 310 m s.l.m. Cartografia PAI Autorità di Bacino del Fiume Tevere

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ALLEGATO 4 - CARTOGRAFIA IDROGEOLOGICA DELLA REGIONE LAZIO (scala1:250.000) DATI VALORE Quota 310 m s.l.m. Cartografia Boni, Bono, Capelli (1988)

Legenda

Ubicazione area in esame

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ALLEGATO 5 – CARTA DELLE MICROZONE OMOGENEE IN PROSPETTIVA SISMICA – LIVELLO 1 DI MS DATI VALORE Quota 310 m s.l.m. Cartografia Comune di Grottaferrata

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