<<

MAT2020 - n°30 Aprile 2016 MAT2020

KEITH EMERSON THE WINSTONS LORENZO MASOTTO THE ARISTOCRATS MUSICISTI BASSO LAZIO Marzo/Aprile 2016 Il nuovo numero di MAT 2O2O è ancora una volta caratterizzato da una perdita musicale importan- tissima, quella diKeith Emerson. In molti lo hanno ricordato, ma la testimonianza che proponiamo in questo spazio è quella di Corrado Canonici, suo agente e amico personale, ed ha quindi una valenza supplementare. Anche George Martin ci ha lasciato, e poco prima Paul Kantner: Athos Enrile e Gianni Sapia ne trac- ciano i profili. Il versante live è limitato ma rilevante: Antonio Pellegrini ci descrive il concerto londinese dei The Who, realizzato a febbraio, mentre Francesco Pullè ci parla del concerto bolognese dei The Aristo- MAT 2020 - MusicArTeam racconta... crats. [email protected] Per le nuove uscite discografiche MAT20 2020 propone gli dei The Wistons e de La Fabbrica Angelo De Negri dell’Assoluto (Athos Enrile), dei Silver Key (Alberto Sgarlato), di Lorenzo Masotto (Edmondo Roma- General Manager and Web Designer no), più le novità in casa Lizard, BWR e Ma.Ra.Cash. Di alto impegno la proposta di Claudio Milano che descrive “Nequaquam Voodoo Wake”, di Coucou Athos Enrile Sélavy. 1st Vice General Manager and Chief Editor Sempre Pullè ci riporta alla serata di “laurea italiana” di Peter Hammill, mentre Franco Vassia evi- denzia un progetto che riporta alle radici culturali italiane, quello dei Musicisti del Basso Lazio. Massimo ‘Max’ Pacini 2nd Vice General Manager, Chief Editor and Webmaster Ancora Antonio Pellegrini si focalizza su un periodo particolare dell’eraBowie , gli anni ’70, ricordan- do album e film del periodo. Marta Benedetti, Paolo ‘Revo’ Revello Spazio anche al nuovo libro dedicato al Prog, “PROG ROCK! 101 DISCHI DAL 1967 AL 1980”, i cui au- Administration tori non hanno bisogni di presentazione: Riccardo Storti e Fabio Zuffanti.

Web Journalists: E veniamo alle rubriche, sempre intriganti: Carlo Bisio Carlo Bisio ripropone il suo abbinamento tra musica e sicurezza sul lavoro, mentre Riccardo Storti Corrado Canonici conclude la sua analisi iniziata nel numero scorso, relativa ad una tappa particolare del lavoro diAlan Noemi Gallo Sorrenti, quella relativa al disco “Sienteme, It’s Time to Land”. Maurizio Mazzarella Per l’angolo metal Maurizio Mazzarella ci parla dell’ultimo album deiPulse-R , mentre Alberto Sgar- Claudio Milano lato rispolvera un album dei Groundhogs del 1972. Antonio Pellegrini Francesco Pullè A chiudere la lista lo storico collaboratore Mauro Selis, che propone il solito interessantissimo ango- Edmondo Romano lo psicologico musicale e, nella ricerca della musica Prog del terzo millennio, e si sofferma sull’Iran: i Gianni Sapia suoi sono angoli inesplorati che nessuno pensa mai a illuminare, e vale la pena di seguire le sue linee guida. Mauro Selis Alberto Sgarlato Come sempre un numero di MAT 2020 corposo, carico di argomenti e di passione: ormai una realtà Riccardo Storti nel panorama nazionale! Franco Vassia

MAT2020 is a trademark of MusicArTeam.

2 3 sommario MAT2020 - n° 30 Aprile 2016 58 The Aristocrats 68 Lorenzo Masotto 72 L’immagine di copertina: . Paul Kantner 76 Silver Key In questo numero: (click sul titolo per andare alla pagina) 78 Musicisti Basso Lazio Keith Emerson 6 84 The Who 10 David Bowie Le Rubriche di MAT2020 (click sul titolo per andare alla pagina) Cocou Sèlavy 26 New Millennium Prog Metalmorfosi a cura di Mauro Selis a cura di Maurizio Mazzarella MEDIO ORIENTE 2° PARTE: PULSE -R La Fabbrica dell’Assoluto 34 IRAN 22 30 42 George Martin Once I wrote some poems Careful with that axe, Eugene a cura di Alberto Sgarlato a cura di Carlo Bisio GROUNDHOGS COME RENDERE LA STRADA The Winstons 48 HOGWASH 38 40 UN LUOGO PIU’ SICURO?

Storti/Zuffanti 53 Psycomusicology Gioielli Nascosti a cura di Mauro Selis a cura di Riccardo Storti L’INVINCIBILITA’ DI ANDREA ALAN SORRENTI Peter Hammill 54 50 66 SIENTIME, IT’S TIME TO LAND 4 5 Keith Emerson dei Nice e degli Emerson, Lake & Palmer, il Jimi Hendrix delle tastiere: non è uno scherzo di cattivo gusto, quel Keith Emerson non è più tra noi. Keith è morto nella notte fra il 10 e l’11 marzo contro con Keith pochi giorni dopo aver incontra- KEITH EMERSON nella sua casa di Santamonica, . Mari, to Stewart; l’appuntamento con Keith è a Londra, la sua compagna di lunga data, donna bella, in- Goodge Street. Non trovo il ristorante, quindi lo telligente e devota a Keith ed alla sua musica, lo chiamo: “Dov’è il ristorante? Non ti trovo”. E lui ha trovato così, tornando a casa. Non riesco a mi guida al telefono con il suo tipico humour: non pensare a Mari costantemente, alla forza di “Attento quando attraversi la strada, guarda cui avrà bisogno per fronteggiare un trauma così quell’auto che sta arrivando, ecco ora è libero” un ricordodi Corrado Canonici grande. – quindi lui mi vedeva ma io no! Gli chiedo dove Ma non vogliamo ricordare Keith per la parte fi- diavolo è, ma lui ridendo sotto i baffi non me lo Nel momento del pieno sconcerto, appena avuta la notizia della scom- nale e tragica della sua vita, pensiamo invece a dice. Improvvisamente me lo trovo di fronte sul quello che ci ha regalato, agli geniali che marciapiede, letteralmente saltato fuori da die- parsa di Keith Emerson, la prima cosa che ci è venuta in mente è stata hanno cambiato la storia del rock. tro un cartello, atterrando a gambe larghe come quella di ricordarlo in modo adeguato, con la sola nostra possibilità Come lo ricordo io? per dire: “Signore e Signori, Keith Emerson”. Scop- che è quella dell’utilizzo di carta e inchiostro digitale. Ci siamo rivolti Ricordo l’incontro con il manager storico di EL&P, pio a ridere, lui mi stringe la mano; tutto inizia in Stewart Young, quando l’ho contattato per ve- quel ristorante di sushi, nostra passione comune. a Corrado Canonici, suo agente, già collaboratore di MAT2020: chi dere se gli andava di avere Emerson di nuovo in Ricordo con orgoglio il primo tour organizzato meglio di lui, che gli ha vissuto accanto, poteva lasciare un ricordo tour: mi incontra a Notting Hill e mi fa un’inter- per lui, iniziato con difficoltà (cattivi promoters vista inquisitoria, serissima, voleva essere sicuro si incontrano, a volte) ma poi diventato di grande significativo? che fossi la persona giusta. Ricordo il primo in- successo, accoglienze fantastiche dappertutto. 6 7 d’altre, grande divertimento. Il tour russo è stato uno dei SUGGERIMENTI migliori, con il concerto finale alla “Creation Of Peace Festi- https://youtu.be/m6kyalyX8Ek val”, dove oltre a Keith come dall’ultimo concerto di ELP, High Voltage Festi- headliner c’era Patty Smith. val, Londra, 2010 250,000 persone di pubblico, bellissimo; poi seguito da due https://youtu.be/avR0nA3IG50 date a Mosca ed una a San Pie- dal concerto di Mosca di cui ci sono disponibili troburgo – dalle date di Mosca CD e DVD sono usciti un CD ed un DVD. Mi sento orgoglioso ed onora- https://youtu.be/aV9TvkVhHug to di aver contribuito a quelle RAI1, 50 Canzonissime, dove ho avuto per la pri- creazioni di Keith, attraverso il ma volta il piacere di suonare con lui. live. Vorrei concludere con quello www.emersonlakepalmer3c.com che penso sia un atto di giusti- la nostra tribute band che Emerson ha “battez- zia: dare ad Emerson ciò che zato” e a cui ha dedicato un video-messaggio. è di Emerson. Infatti, sebbene sia fuor di dubbio che Emer- Corrado Canonici, di base a Londra, nasce come son, Lake & Palmer siano una contrabbassista professionista per poi diventa- reazione chimica a tre, e tutti re agente, rappresentando fra gli altri proprio e tre sono necessari per farla Emerson dal 2004. accadere, è anche vero che la Dall’anno scorso ha formato, assieme ai vecchi musica è prevalentemente di amici Colò e Carlini, la ELP tribute band CC&C, Keith, lo è sempre stata. Keith che Emerson ha ribattezzato 3C www.emerson( - era il visionario, con l’intuizio- lakepalmer3c.com) ne geniale di abbattere fron- tiere musicali creando quello che in fondo è stato il primo ‘villaggio globale’ della musi- ca – dove rock, classica, blues, jazz e ballads coesistono e si Ricordo la sua felicità di essere tornato on stage tastiera, al che lo guardo scherzosamente con arricchiscono a vicenda creando un panorama e la voglia di continuare, che poi lo ha portato sufficienza e gli dico: “Ovviamente no” (nella mia musicale inedito ed interessantissimo. Nel nostro ad incontrare il suo collaboratore Marc Bonilla, ‘vita precedente’ ho suonato professionalmente, piccolissimo, continueremo con la tribute band grandissimo chitarrista e vocalist che ha saputo ho le note in testa, non devo suonarle per scri- “3C” a portare la bandiera della sua musica a cui stimolare Keith così tanto da, finalmente, tornare verle). Vedo un cambio nel suo atteggiamento, tanto teneva. Il nome ce l’ha dato Keith stesso a registrare un nuovo album dopo anni di inattivi- un sorriso compiaciuto; quando Keith capisce di quando ha registrato gentilmente un video-mes- tà discografica. Ricordo un altro tour, il concerto aver a che fare con musicisti diventa diverso, si saggio di saluto per noi, gesto di grande genero- in Austria davanti al suggestivo castello di Wie- avvicina. Per Keith, se uno ama la musica e la può sità, tipico del personaggio. sen, poi il giorno dopo il volo su Roma, alla stessa suonare, vuol dire che lo può capire. Penso che ora della finale del campionato mondiale, quello il cambiamento da agente ad amico sia avvenu- vinto dall’Italia. Ho viaggiato in aereo vicino ad to lì, in quell’hotel, con me che gli scrivo le note Keith Emerson: grazie di cuore. Sei stato un ge- uno dei figli di Keith, Darren, che aveva deciso di dell’Inno di Mameli. nio. Ci mancherai tantissimo. seguire alcune date per stare vicino al padre. Ci Impossibile non ricordare quando ci è capitato di siamo fatti quattro risate, Darren si muove come suonare alcune note assieme, lui al ed io Keith da giovane ed ha lo stesso humour. Il giorno al contrabbasso; e Keith che mi dice “Perchè non dopo si suonava a Roma. Keith mi chiede di scri- suoni con me alla RAI il prossimo mese?”. Suo- vergli l’inno italiano, che vuole suonare al Moog nare con Emerson: da ragazzino me lo sognavo. per iniziare il concerto. Mi chiede se mi serve un A quell’apparizione RAI ne sono seguite un paio 8 9 di Antonio Pellegrini https://tonyinviaggio.wordpress.com

Dicono che David Bowie sia morto. In realtà, si è ucciso ripetutamente, ogni volta che dopo aver portato in scena, in maniera compiuta, un nuovo personaggio, lo metteva da parte per sempre, dando vita a una creatura nuova. Il suicidio più plateale è stato quello del 3 luglio 1973, nell’ultimo concerto del tour dedicato a “Ziggy Stardust”, all’Hammersmith Odeon di Londra, dove dal palco disse: «Questo è l’ultimo concerto che faremo», e poi si mise a cantare “Rock ‘n’ Roll Suicide”. In realtà, stava uccidendo il personaggio di Ziggy, prima che questo uccidesse lui. In un certo senso, Bowie è padre di se stesso, delle sue innumerevoli incarnazioni. In un’intervista del 1975, a Russel Harty, Bowie annunciò il suo ritorno in Inghilterra a maggio dello stesso anno, dopo il periodo in cui visse in USA. L’intervistatore gli disse che gli sembrava di capire che, quando sarebbe tornato in UK, non avrebbe portato con sé lo stile glam del personaggio di Ziggy Stardust. David rispose: «Penso che probabilmente sarò molto più spontaneo. L’immagine che porterò sarà me stesso. Sto in un certo senso cercando di inventarmi attualmente. Mi sto auto-inventando». DAVID BOWIE Bowie non si limitava a creare un personaggio, da portare sulla copertina di un disco o nei concerti: la sua trasformazione era interna e molto più ampia. NEGLI ANNI ‘70 L’era successiva sarebbe stata quella degli album della trilogia berlinese “Low”, “Heroes” e 4 album fondamentali e 1 film “Lodger”, e del film “The Man Who Fell to Earth”. Di seguito, uno spunto per riscoprire il Bowie degli anni’70, con 4 album fondamentali, e il film in cui l’alieno Bowie fa mostra di sé. 10 11 Hunky Dory (1971)

Uscito l’anno prima di “Ziggy Stardust”, “Hunky Dory” è un piccolo capolavoro di bellezza pop rock. Un disco semplice, coerente, e perfetto nella sua godibilità. “Changes”, con cui si apre l’album, rimane un capolavoro che trascende il tempo, e suggerisce la voglia di nuovo e di cambiamento. “Life On Mars?” è la “My Way” di David Bowie. Ogni sua esecuzione live è sempre stata splendida, e il brano è da alcuni considerato il suo pezzo migliore. Sebbene fu da subito apprezzato, il vero e proprio successo commerciale di “Hunky Dory” fu solo successivo all’uscita di “Ziggy Stardust”. Nell’album emerge la teatralità di Bowie, e, a tratti, l’ambiguità sessuale.

Bowie così ricorda l’album, in un’intervista del 1999: «Hunky Dory mise in movimento una fantastica onda lunga. Credo che mi abbia assicurato, per la prima volta in vita mia, un vero pubblico. Voglio dire, la gente veniva da me e mi diceva “Buon disco, belle canzoni”. Una cosa del genere non mi era mai successa prima». 12 13 The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars (1972)

In un numero di “MUSICA! Rock & Altro” del 1997 Giuseppe Videtti descrive così l’album: «David Bowie... si carica di tutti i significati del rock che si sono stratificati negli anni, si cuce addosso un personaggio che è quello che si coltiva dentro fin dall’inquieta adolescenza, s’inventa una sublime e ambigua storia che rende la creatura che impersona ancora più divina, intrigante, irraggiungibile».

E’ il disco della consacrazione di Bowie. Si tratta di un concept album. Ci sono canzoni stupende, dal rock alle ballate, il tutto ricoperto da una intrigante storia, che vede al centro un ragazzo divenuto rockstar grazie ad un aiuto alieno. Il racconto è condito da un’immagine trasgressiva e molto glam.

Musicalmente, il disco è sostenuto dagli Spiders From Mars, il gruppo che accompagna Bowie, dando una godibilissima compattezza rock al tutto. Fra gli elementi della band, spicca, per sound e personalità musicale, il chitarrista Mick Ronson, con il quale David in concerto si diverte a mimare atti sessuali.

Ci sono canzoni godibilissime anche isolate dal contesto come “Five Years”, “Moonage Daydream“, “Starman”, “Ziggy Stardust”, e “Suffragette City”.

Si tratta di un disco imperdibile per chiunque ami la musica e il rock in particolare. 14 15 Low (1977)

«Ho letto che hai rivalutato “Low” dopo che Trent Reznor ti ha praticamente detto che quello, per lui, è stato un album fondamentale per la sua carriera. E’ vero? » «Sì, è vero. Sono andato a riascoltarmelo per capire cosa intendesse. Be’, in effetti è un album stramaledettamente buono, per la miseria! Sono proprio contento che sia mio! [ride] ».

Così Bowie risponde alla domanda che Eleonora Bagarotti gli pone in una intervista del 2000, pubblicata sul numero del mensile “Classic Rock” di marzo 2016. Nell’estate del 1976, Bowie lasciò Los Angeles, per trasferirsi in Europa, nel tentativo di cercare di vincere la tossicodipendenza da cocaina. “Low“ fu registrato in buona parte a Parigi, e concluso a Berlino. Fu fondamentale per la realizzazione del disco l’incontro con . Decisiva anche la produzione di Tony Visconti, che già aveva collaborato precedentemente con Bowie. Il disco è una sperimentazione continua, dalle musiche ai testi, ed è ispirato musicalmente ai suoni degli artisti tedeschi Kraftwerk e Neu!. L’album inizia e finisce con brani prevalentemente strumentali, “Speed Of Life” e “Subterraneans”, che cominciano e terminano con dissolvenze. Il disco è freddo, ma coinvolgente. Il pezzo più orecchiabile è “Sound And Vision”: sospeso tra una base funky godibilissima, e un testo breve e intenso, che racconta l’attesa dello spunto creativo. 16 17 Heroes (1977)

La canzone più nota, e per certi versi più intensa, dell’album è quella che gli dà il titolo. Viene registrata prima una backing track, su cui poi sono aggiunte tre chitarre suonate da Robert Fripp. Manca ancora il testo, quando Bowie vede dalla finestra il produttore Tony Visconti, che lavorava con lui al disco, baciare una ragazza “by the wall” (lungo il muro di Berlino), e da qui si ispira per scrivere le parole.

Dei tre album della trilogia berlinese, questo è l’unico registrato davvero interamente a Berlino.

L’album esce lo stesso anno di “Low”. Questa volta il disco, seppur molto originale nel sound e nella composizione, è fatto per metà di brani più orecchiabili rispetto al precedente: dalla title track, a “Joe The Lion” e “Beauty And The Beast”.

Il disco viene pubblicizzato dalla RCA con la frase: “There’s Old Wave. There’s New Wave. And there’s David Bowie...”. 18 19 Il film: “L’uomo che cadde sulla Terra” (1976) di Noemi Gallo David Bowie esordisce sul grande schermo nel 1976 con L’uomo che cadde sulla Terra. Il ruolo, che pare scritto apposta per lui, è quello di un alieno dalle fattezze umanoidi arrivato sulla Terra per trovare rimedio alla siccità che sta uccidendo il suo pianeta natale. Ma quella raccontata nel film di Nicolas Roeg è una storia di perdenti, non di eroi e il protagonista è destinato a veder fallire il suo piano di salvezza, minato e consumato dalle passioni umane. Stiamo parlando di un film di fantascienza, un genere la cui peculiarità è partire da mondi lontani per arrivare all’essenza dell’uomo. Bowie, nei panni dell’alieno Thomas Jerome Newton, stringe legami con le (poche) persone che lo circondano, si innamora della cameriera Mary- Lou, ma rimane il “diverso” costretto all’omologazione. Indossa parrucca e lenti a contatto per nascondere la sua identità aliena e l’esposizione ai vizi terreni innesca un percorso di corruzione che lo vede come carnefice di se stesso, mentre fissa nei molti monitor televisivi ammassati nella sua stanza ciò che è l’uomo e il suo modo di vivere. La trama procede per brusche ellissi, confondendo i confini spaziotemporali. Al centro di questo sogno allucinato c’è lui, David Bowie, carico di fascino magnetico e androgino, in quella che è (a mio modo di vedere) la migliore interpretazione della sua carriera d’attore. Riferendosi alle precarie condizioni fisiche e mentali in cui si trovava all’epoca delle riprese a causa dell’uso di droghe, lui stesso la ricorda come «una buona esibizione di qualcuno che cade letteralmente a pezzi di fronte a te». Nelle sue parole il confine tra l’alieno e l’umano si fa meno definito. 20 21 New Millennium Prog Agah Bahari il Progressive del terzo millennio Agah Bahari è un compositore, produttore e chitarrista nato a Teheran nel 1983. All’età a cura di MAURO SELIS di sette anni ha iniziato a studiare musica [email protected] con lo xilofono per poi passare alla chitarra classica/elettrica e alla tastiera. Come icona della scena musicale underground iraniana, la musica di Agah è stato riconosciuta pubblicamente come sospetta e subito dopo Medio Oriente 2° parte: criminalizzata da parte del governo islamico iraniano (Suprema Magistratura Corte e del Ministero della Cultura) nel 2006, a seguito delle sua “influenze occidentali”. Dopo essere stato bandito dal regime è fuggito dall’Iran recandosi in Canada a Toronto. Nel 2008, ha Dopo Siria e Libano prosegueIran l’esplorazione del prog medio-orientale. In questo pubblicato in maniera indipendentemente il numero ci rechiamo in un territorio estremamente complicato sotto vari profili, suo primo album solista The Second Sight of dal sociale al politico, dal religioso al culturale. E’ davvero importante che la a Mind, album strumentale prog metal che musica possa trovare spazio in ogni luogo, seppur in condizioni disagevoli. è stato ripubblicato, nell’Aprile 2009, dall’ etichetta canadese “Unicorn Digital”. Mavara Line up: Agah Bahari: Chitarra. Derek Sherinian: tastiera,Virgil Donati: batteria, Ric Certamente formare un gruppo progressive Fierabracci e Rufus Philpot al Basso. in Iran non è per nulla semplice, ma la volontà ferrea del compositore e tastierista Farhood Link utile: SITO UFFICIALE Ghadiri nel 2001 ha creato la possibilità di avere un ensamble che produce un tipo di Album consigliato: The Second Sight of a Mind (2008) musica etichettato come Neo-Prog con chiare influenze e Porcupine Tree. Across the Waves I Mavara, il cui significato del termine è “al di là di tutto ciò che si pensa”, sono attivi Gli Across the waves sono una band discograficamente dal 2005. Il combo asiatico strumentale di Teheran formatasi nel 2010, ha prodotto finora tre dischi ricevendo una ha all’attivo un album “War ends,misery buona accoglienza dalla critica e facendo date stays” (2012) e due EP (Gaze to the horizon del anche in Europa, Francia in particolare. 2011 e Down into the muck del 2015). Il loro sound propende maggiormente sul versante post rock ma si possono trovare interessanti tessiture ambient. Line up attuale: Soheil Ershadi: chitarra e tastiere. Mehdi Mansouri:chitarra. Behzad Khadivi basso e alla batteria Hadi Fayaz.

Link utile: SITO UFFICIALE Link utile: BANDCAMP Album consigliato: Season of Salvation (2012) Album consigliato: War Ends, Misery Stays (2012) 22 23 Arashk Faraz Golpayegani Gli Arashk sono una band prog metal di Farzad Golpayegani è un polistrumentista Teheran con all’attivo quattro album di cui tre nato a Teheran nel 1979, attualmente vive strumentali: Abrahadabra (2006), Sovereign negli Stati Uniti. Come musicista ha sfornato (2007), Ustuqus-al-Uss (2008) composti nel terzo millennio sei album con un suono che da Salim Ghazi Saeedi e uno più hard rock fluttua tra prog/metal e fusion. Ha poi creato Yell (2008)con parti cantate composto da musiche per cortometraggi, videogiochi, Shahram Khosraviani e Pouyan Khajavi che si pubblicità e film d’animazione. cimenta anche come cantante. Line up : Pouyan Khajavi (chitarre, voce, basso), Salim Ghazi Saeedi (chitarre, tastiere) e Shahram Khosraviani (batteria).

Link utile: SITO UFFICIALE Link utile: SITO UFFICIALE Album consigliato: Abrahadabra (2006) Album consigliato: Five (2011) Salim Gahzi Saeedi Ahoora Salim Ghazi Saeedi nato nel 1981 a Teheran, Gli Ahoora sono un gruppo formatosi nel versatile polistrumentista ed ex membro degli 2002, attivi discograficamente dal 2006 con Arashk. Nel 2010 ha deciso di intraprendere tre dischi dal suono molto orientato verso un una carriera solistica ed ha inciso Iconophobic crossover/prog hard rock con afflati seventies. seguito nel 2011 da Human Encounter e nel Line up: Ashkan Hadavandkhani (voce). Milad 2012 da namoWoman. Tangshir (chitarra) Mohammad Baei (basso) I suoi album sono lavori concettuali che Ali Masoomi (batteria) fluttuano tra musica classica, elettronica e prog . Salim si descrive come “un continuo improvvisatore… sia nell’esibirsi che nel comporre.”

Link utile: SITO UFFICIALE Link utile: MYSPACE Album consigliato: namoWoman (2012) Album consigliato: Awkward Diary (2015) 24 25 Coucou Sèlavy è attore, ricercatore vocale, del principe, del soldato, del mendicante, del compositore, poeta, drammaturgo (in chiave frate sfratato o del mistico ortodosso, mentre Coucou Sélavy unicamente teatrale lo pseudonimo fa lui, in quanto cantante, era condannato a restare riferimento anche all’attrice e cantante Silvia prigioniero di quelle vocali tutte oscurate, Pegah Scaglione). omogeneizzate, indifferenziate.” (cit. Matteo Invocazione, cercata come in un rito, fatto di Marazzi); Artaud; il primo Carmelo Bene; Nequaquam Voodoo Wake fantasmi, morti e resurrezioni, decorticazioni, . l’implosione progressiva di Leo De Berardinis. Ma di Claudio Milano Farsi tutt’uno col tutto, ridurre il momento a una anche Johnny Cash, Leo Ferré, Richard Benson, vita e la vita a un momento. Poesia che diventa i caratteristi del cinema, dell’avanspettacolo immagine, scenario e declamazione teatrale che che fu e i doppiatori, il polimorfismo vocale di “Il fratellino piccolo (è in India!) qui, di fronte al tramonto sul prato di garofani.” reclama, anche, il cinema, quello delle prime Sopor Aeternus e Mario Panciera (Devil Doll), qui (A. Rimbaud) avanguardie del ‘900. Ma non è in oggetto il parlar imbevuto in ambienti e riverberi ora enormi, ora di un disco? No. Null’ affatto. E’ in oggetto il parlar secchissimi, ma davvero, la lista sarebbe infinita, di vita, quella che abbandona il senso del dovere, d’altari (mai tabernacoli, qui non c’è nulla che per diventare “essere”, sempre, indistintamente. dia la sensazione di “permanenza”, neanche Non è possibile parlare di un “solo” lavoro del negli amori, neanche nel ricordo della propria l’artista (e in questo caso caso il termine ha storia personale), come di gente da buttare giù un significato “antico”, mitteleuropeo, di chi da una torre. In questa Voce, l’ossessione per la favorisce nuovi linguaggi a bocche stanche di ricerca di rotondità nei gravi, si sposa a falsettoni proferire stessi verbi), perché in contemporanea rinforzati d’una eleganza senza pari, medi, mai, c’è un intero mondo che si muove appreso ad spinti, a cercare un lirico “cantar moderno” esso e che tra le tracce di un disco non compare, che celebra l’acuto, ma piuttosto un’antica idea non dichiaratamente. E’ presente solo per chi ne di esprimer suono che cercava emozione e segue le tracce con costanza. Un canale Youtube non era figlia della ricerca di un’accordatura di in continuo aggiornamento: quattro muscoli (queste benedette/maledette) corde vocali, che si fan corpo integro e teso (ma https://www.youtube.com/channel/ nella lirica la tensione non è abominio? Forse, UCNniEM3lfIDZnH8_pEgAdsA ma qui c’è teatro, quello che vive anche su un marciapiede), a caccia di stelle da accendere e una pagina Facebook che diviene diario su cui spengere una a una e non “esibizione circense”. appuntare intuizioni, incontri, maledizioni, Eppure la tecnica c’è e stupore genera, continuo, giochi: persino fino al paradosso assoluto, ma è quello stupore che nasce dalla poesia, dalla percezione https://www.facebook.com/silvia.francesco. di una unicità. Sporcature di una cattiveria coucou?fref=ts senza pari (si è oltre screaming e growling, pur presenti), perché il livello, acido, d’emissione, Al centro della poetica è la voce, intesa come è tale e tanto, da puzzare d’assenzio, sigari, strumento d’indagine e manifestazione. In narghilé, oppio, comunicare un senso di profonda questa Voce, ci sono tutte le voci che l’Europa malattia, dell’anima. Pustole purulente a margini ha generato dal Barocco almeno, ad oggi. Numi di corde invece (si spera) intatte, che non tutelari che a citarli tutti si diventa ridicoli, ma risparmiano urlo e carezza, quando si librano a tant’è che son morti nella memoria collettiva, cercare “il fratellino d’India” del citato (e amato) che almeno riportare il fatto che “son stati”, Rimbaud, come a creare vortici di fantasmi, diviene cosa che se a muover qualche interesse, che rendono la vita, un set dove tutto può male non farebbe. Chaliapine, ad esempio, accadere e mai nulla cambia, né può cambiare. “ a cui nessun cantante d’opera piaceva; che Un senso di decadentismo che non si astiene preferiva applaudire gli attori russi, che li in alcun modo all’esser lirismo puro, elegiaco. invidiava quando, con la loro voce, imitavano ed Apparizioni e assenze, dissolvenze, persistenti evocavano i colori e gli accenti del contadino, bui in sala e la percezione di una volatilità del 26 27 male, improvvisa, come dopo una boccata di chitarra, basso e pianoforte, in Nequaquam le introduzione”. Fosse nata da chi, tra i grandi CD autoprodotto indagatori della musica del proprio tempo, cloroformio, o un’iniezione di morfina a rendere voci, disegnano, su poche sillabe, un canovaccio 2016 il dolore un puntino sempre più distante, fino al di suoni che esplorano l’intero mondo possibile di come nell’800, ma anche banalmente, tra gli bianco di uno schermo nudo e crudo, che diviene emissioni, a partire da cavernosità abissali, acidità ultimi critici degni di questo nome del ‘900 (un consolazione, ultima e definitiva. Ma c’è anche stregonesche, sovracuti che scomodano i grandi nome “a caso”, Luigi Pestalozza), che davvero Tracklist: tanta ironia, del tutto estranea a spauracchi soprani dei primi del ‘900, timbriche che sposano conoscevano tutto quanto prodotto (ammesso Incipit “dark”, gotici, espressionisti, esistenzialisti. il Medio Oriente. Un graffiare organi, muscoli e oggi sia possibile farlo...) e la materia musicale Un’ironia che a volte va a pescare in una cultura nervi, riportando Roma (qui nasce Coucou Sèlavy) nella sostanza sua più profonda, forse queste Precipices così trash da rendere la narrazione irresistibile. alle fiamme e privandola dell’acqua che l’han parole avrebbero un senso. Proviamo dunque L’Entropico Squallore Quello che qui si coglie è LA vita, non quello che resa “caput mundi”. L’orgia vocale si fa ancora più a darglielo assieme, uno che sia. Non ci sarà vorrebbe, o “dovrebbe” essere. Si, è vero, non c’è estrema, stregonesca, in Orfeo, Banfi, Lino-lillà, oltremodo alcun voto. Questa musica, questo To the Center (of the Earth, of the Hearth) la canzone che gira per radio e neanche quella agitata da monsoni di scariche elettriche e un percorso, che non hanno pretese di vendita (30 Nequaquam che è andata a generarla su spoglie chiamate più ossessivo incidere dark wave, che si stempera in copie stampate del CD), che vorrebbero rivolgersi Orfeo, Banfi Lino-lillà nobili, pur non essendoci neanche dissonanza, un inciso fantastico, dove le ritmiche sembrano a tutti quanti disposti ad accoglierli, ma DEVONO destrutturazione, urgenza di far parte del field: un gioco di battito di mani a due persone; la starsene, loro malgrado in un angolo, richiedono All this World “Ciao! Io sono l’avanguardia-spauracchio è ho melodia diviene canto folk senza tempo, sublime una cosa sola: Nada Rosso Sangre alla Sera la faccia che tutti i Festival del Mondo e The il bridge, il finale deraglia in un cameoKosmische essere VISTI, ASCOLTATI, LETTI. Wire mi chiedono d’avere”. Le strutture che Musik. Uno di quei pezzi che scaraventano avanti What hides (or Skyes) definiscono i brani sono mutevoli, non cercano ad oggi e molto, molto più in là, le poetiche di Signori, a voi, Coucou Sélavy: una “definizione”, non la vogliono e non se ne Bauhaus e Virgin Prunes, senza avere necessità di Durata: 25’37” trova da darne, se non Teatro/Musica/Poesia, produzioni importanti di chi ha mezzi ma meno “Quando rientro in case che dicono non essere le che siamoci onesti, sarà mica una definizione! sostanza (Zola Jesus, Pharmakon). Ritorna un mie Dura poco più di 25 minuti, ma la tale densità po’ di pace nello splendido folk di All This World, Altro che aspettare Tutte le voci e strumenti a cura di Coucou Sélavy del percorso è tale da parlare di CD e non EP. apocalittico, direbbe qualcuno, se certo David Pietrificato, ibernato per stagioni a venire, Genere: Teatro/Avantgarde Nequaquam Voodoo Wake. Il viatico: da i due Tibet e i Black Sun Productions, fossero calati immobili gli epicentri, eppure ai margini, movimenti, uno dei quali, Precipices, primo direttamente in una rupe, tra effluvi magmatici tutt’attorno e dentro è un agitarsi come di insetti singolo estratto, che introducono all’opera, e baluginio di farfalle tropicali. Ancora furore in attorno alla luce ambedue sospesi tra citazioni neoclassiche Nada Rosso Sangre alla Sera e conclusione con E quegli insetti a soffiare ancora stelle, alberi, vie ed elettronica deviata e più semplicemente ritmiche EBM, che si raffreddano in un drone Che ci aspettano nelle case che abitammo” “sospesi” come etere, carichi di bagliori e voci mesmerico, nella conclusiva What hides (or (da “Case”) che come tante parti del sé raccontano di ciò che Skyes). Nella dimora dei fantasmi, non poteva Link: si è stati e forse si sarà, si giunge a L’Entropico mancare una ghost track, che ironicamente è Squallore, primo episodio dove la cupezza 24.000 Baci, certo, proprio quella. Un’ironico Orfeo, Banfi Lino-lillà: diviene necessaria quanto respirare, quando rimando a quel Cara o Che?, disco dello scorso https://www.youtube.com/ d’aria inizia a scarseggiarne. La voce, prima anno, dove rilettura dei brani è pretesto per re- watch?v=T2e64JErKbg profonda e progressivamente articolata su più invenzione assoluta (leggere, scomposizione, piani e registri emotivi e d’appartenenza dirange, ri-composizione e definizione ultima), capacità Più baccano faccia il temporale (da Céline su si presenta talmente a fior di lacrime da favorire di giocare con icone, mode e modi, piegando Boccherini): l’immagine di un’anima strappata a brandelli e l’intero mondo alla propria estetica, senza “se e donata a chi ascolta. To the Center (of the Earth, ma”, con stile, irriverenza, passionalità abrasiva. https://www.youtube.com/ of the Heart) è sarabanda di ritmiche cerimoniali Non è questo, disco di cui si può “parlare”. Non è watch?v=Y6wccES5dF4 poggiate su un organo chiesastico, fiati elettrici, questo, artista, o meglio, genio, perché davvero chitarre sintetiche, voci che più che avvicinarsi al “a tutto alieno, dentro il suo tempo e in un posto Vocal Frei, vanno a raschiare il barile di una cassa di cui un giorno (forse), sapremo raccontare”, di whisky abbandonata da Tom Waits, per ergersi di cui si deve “parlare”. Soprattutto, non è uno solenni ad altezzosità da controtenore con scribaccino di bassa leva, in assenza di poesia e risonanze chiare da mezzosoprano ed incepparsi talentuosità artistiche come il sottoscritto, il più in un ossessivo, reiterato, distorto declamare in indicato a farlo e questo scritto non vuole essere ritmo dispari. Su una struttura minimale, fatta di in alcun modo “critica”, solo una “personale 28 29 METALMORFOSI di MAURIZIO MAZZARELLA

PULSE - R “Across the Sky” 30 31 Il 2011 è l’anno dei Pulse-R che esordiscono il composizione ed affinamento del lavoro senza SIDE OF THE ROAD NEVER loro debut album omonimo, una miscela di rock, mai perdere lo spirito dell’improvvisazione in fase Un pezzo con ispirazioni quasi funky su un testo Un finale ricco di pathos e speranza. Un pezzo metal, sperimentazione ed una vena melodica di registrazione tipica della band. La prima fase intimo e personale. Energia crossover al 100%! intenso ed intimo allo stesso tempo. Restare in irresistibile. L’album in uscita il 18 Marzo per della composizione del disco ha visto impegnati FEARS AWAY un Paradiso per non morire mai. l’etichetta New Idols raccoglie 11 tracce di pura Jac e Gabriele a La Fucina Studio nello stendere Corale. La band al massimo del divertimento e adrenalina da ascoltare ed assaporare una per strutture dei brani ed arrangiamenti, in maniera degli incastri sonori per allontanare le paure ed una. quasi istintiva senza porsi domande o chiedersi abbracciare il presente. La pulsante sezione ritmica composta da Michel cosa fosse giusto o sbagliato. La seconda fase ha Agostini alla batteria e Mirko Serra al basso non visto la band impegnata nelle registrazioni dei dà tregua per un solo attimo fondendosi in un pezzi portando quell’elemento di imprevedibilità unica entità sonora, mentre le esperte e bizzarre e personalità che ciascun membro della band chitarre di Gabriele Bellini portano una marcia in sa introdurre al momento giusto poi rifinito con più alla band. La voce di Giacomo Jac Salani ricama sapiente mestiere da Jac a La Fucina Studio. Una tutto questo scenario, a volte delicata a volte band che si presenta con un disco ricchissimo di urlata in un crescendo di emozioni interpretative. spunti, non semplice all’ascolto, ma stratiforme. I Pulse-R nascono per gioco mettendo insieme Ci si può fermare al primo livello ed apprezzare musicisti di esperienza e da anni sulla scena le melodie, oppure cominciare a scendere nella musicale; ciascuno proveniente da progetti spirale sonora e scoprire gli incastri e le sorprese molto diversi tra di loro i Pulse-R riescono ad che solo ripetuti ascolti possono portare in avere una forte identità ed un’anima. Il disco si evidenza. Un lavoro da ascoltare dall’inizio alla presenta come una delle uscite più attese del fine, nella sua totalità. 2011. L’uscita dell’album è accompagnata dal primo video/singolo “I Am I” e la partenza è ESCAPE sorprendente! Seguono live, svariati clip ed un Un brano diretto, immediato dal forte impatto più che ottimo responso di critica e pubblico. sonoro. Si è davvero liberi di fuggire da tutto? Inizia il 2012 ed esce l’EP “Pull Me Down” che BREATHING IN comprende 2 nuovi brani tra i quali la cover Il primo singolo. Un trademark dei Pulse-R: (versione completamente rivisitata) dei Depeche una folle corsa ed un ritornello che ti si stampa Mode “It’s No Good” più le versioni (radio edit) addosso. di altri 2 brani estratti dal primo album. Il tutto DIFFERENT SOULS si presenta con una sostanziale evoluzione Un brano atipico, epico ma con improvvise creativa/stilistica e l’impatto risulta nettamente aperture melodiche ’80. Trovare la propria più potente e ancor più accattivante!! uguaglianza nella diversità. LIFE Arriva il Dicembre del 2015 ed i Pulse-R tornano Un esperimento ben riuscito, tra la follia dei Mr. con il loro attesissimo terzo lavoro ufficiale, Bungle ed il metal sperimentale. “Across The Sky”, il primo dopo l’uscita dalla CHANGES band del bassista Mirko Serra e l’ingresso di Vieri I cambiamenti non devono spaventare. Un pezzo Pestelli. Un lavoro articolato ricco di sfumature e folle fatto di inaspettate aperture melodiche e tanta musica. Una band che porta con sé radici e violenti cambi di scena. background diversi tra di loro, ma mai incompatibili ACROSS THE SKY ed allora si possono ascoltare accostamenti tra il La title track del disco. Un pezzo che abbraccia metal più sperimentale, le melodie accattivanti la musica a 360° senza mai essere un esercizio di del pop ed un gusto mai banale per le sorprese stile o forzare la mano. Se la guerra interiore ha sonore. Il disco nasce da un lungo lavoro di fine non resta che andare al di là del cielo.

32 33 1984: L’ULTIMO UOMO D’EUROPAdi Athos Enrile (Black Widow Records) protagonista è uno solo, probabilmente virtuoso, Oggi sono nella condizione di scrivere dei roma- ma dopo l’attento ascolto di “1984: L’ULTIMO Non capita spesso di poter commentare un nuo- ma elemento singolo. ni LA FABBRICA DELL’ASSOLUTO dopo averli visti UOMO D’EUROPA”. vo album avendo la certezza di cosa la band pos- E poi, si sa, una band che si rispetti da il meglio all’opera, a Genova, circa tre mesi fa. Scrivevo allora: “Musica complicata, di non facile sa dare dal vivo. di sé su di un palco, cercando di scaldare un au- Nel mio commento post concerto - quel giorno assimilazione, costruita nei dettagli, con risvolti In studio, di questi tempi, si possono realizzare dience che, se soddisfatta, ripagherà con la mi- non avevo ancora sentito il loro disco di debut- tecnici impegnativi preferiti agli aspetti melodi- capolavori da attribuire ad orchestre e magari il glior moneta possibile: l’entusiasmo. to - trassi delle conclusioni che trovano confer- ci; tempi composti impossibili e una voce narran- 34 35 te coinvolgente e recitativa. Trame vintage con i sacri crismi, quindi con l’attenzione rivolta a tut- LINE UP una proposizione tastieristica variegata e molto ti i vari elementi costitutivi. Claudio Cassio: voce, cori Tutti i brani sono statiregistrati al Miniver Studio seventies, atmosfere rarefatte che in alcune sfu- Una tecnica sopraffina è uno dei comuni deno- Daniele Fuligni: Hammond, Minimoog model D, tra Ottobre 2014 e Marzo 2015 ad eccezione del mature inventano una miscela corposa fatta del minatori della band, con le tastiere d’altri tempi Mellotron, pianoforte, Binson Echorec 2, Logan brano “Bispensiero” realizzato presso lo Studio mondo hammilliano intriso di fratelli Shulman.” di Daniele Fuligni, il virtuosismo chitarristico di String Melody, Davolisint, effetti sonori Sette” (www.facebook.com/studiosetterecor- Da quel giorno il nome della “Fabbrica” è diven- Daniele Sopranzi, una pazzesca sezione ritmica Marco Piloni: basso elettrico, basso fretless, con- dingfactory) tato di uso comune per gli amanti della musica composta dal drummer Michele Ricciardi e dal trabbasso, generatore BF, Jen sx 1000, effetti so- Mixato da “La Fabbrica dell’Assoluto” Ingegnere progressiva italiana, e in un ristretto spazio tem- bassista Marco Piloni e la voce penetrante del nori di Mastering: Alessandro Cavallo, Studio Sette porale il gruppo ha trovato una pregiata dimen- frontman Claudio Cassio. Michele Ricciardi: batteria, percussioni Musica e testi: La Fabbrica dell’Assoluto sione, costruita soprattutto sulla stima della criti- Significativa la presenza di Pino Ballarini - il big Daniele Sopranzi: chitarra elettrica, chitarra acu- Copertina tratta dall’opera “La Libertà di Scelta”, del pittore Cesare Modesto (www.cesarearte.it) ca e sul buon seguito di pubblico. tra gli ospiti -, ex vocalist de Il Rovescio delle Me- stica, lapsteel, generatore BF, Binson Echorec 2, effetti sonori, cori Fotografo: Asdrubale Gallo (www.asdrubalegal- L’album racconta, riassume e diventa colonna daglia, presente anch’esso al concerto genovese lophoto.com) sonora del romanzo distopico per eccellenza, di dicembre. Grafica: Pino Pintabona “1984”, di George Orwell, pubblicato nel 1949. Un album destinato a lasciare il segno nel mon- do della musica progressiva, un disco che ha per- Special guests: Pino Ballarini: Voce in “La Canzo- In estrema sintesi… trattasi della descrizione ne- ne del Castagno” gativa di un futuro buio in cui, dopo una guerra messo di far conoscere al grande pubblico di set- tore il valore de LA FBBRICA DELL’ASSOLUTO. Francesco Rinaldi: Parlati in “I due minuti dell’o- nucleare, il mondo resta diviso in potenze totali- dio”, “Bispensiero”, “Amava il Grande Fratello” tarie; l’Inghilterra - la storia si svolge a Londra - fa Marco Palazzi, Sara Imperatore: Cori in “2+2=5” parte della macro-nazione dell’Oceania, gover- Stefano Matteucci: Sassofono in “2+2=5” Luca nata da un regime che si ispira ad una forma radi- Violini: Voce narrante in “I due minuti dell’odio”, cale di socialismo, e in questo contesto si muovo- “O’brian”, “L’occhio del Teleschermo”, “Giulia”, no i personaggi che ritroviamo in forma esplicita TRACK LIST: “Amava il Grande Fratello” Banda musicale di nell’album: Winston Smith e Julia - membri del 1)I DUE MINUTI DELL’ODIO Montopoli: ”Amava il Grande Fratello” Partito Esterno - O’Brien - membro del Partito In- 2)4 APRILE 21984 terno, principale antagonista dei protagonisti - e 3)CHI CONTROLLA IL PASSATO CONTROLLA IL il Grande Fratello, che permea con al sua presen- FUTURO, CHI CONTROLLA IL PRESENTE CON- za tutto il romanzo. TROLLA IL PASSATO Un forte attacco ad ogni forma di perversione, 4)O’BRIAN senza connotazione politica, senza ideologie e li- 5)BISPENSIERO nee temporali, e in questo senso il libro appare 6)LA BALLATA DEI PROLET tremendamente attuale, capace di evidenziare i 7)L’OCCHIO DEL TELESCHERMO risvolti della rigida manipolazione dell’informa- 8)GIULIA zione e la ferrea repressione di ogni forma di li- 9)LO SGUARDO NEL QUADRO bertà intellettuale e politica. 10)PROCESSO DI OMOLOGAZIONE Affrontare il debutto discografico con un simile a.Il risveglio messaggio, attraverso un concept fatto di impe- b.La Tortura gno sociale e indagine psicologica, non era obiet- c.2+2=5 tivamente facile, ma il tutto è nato spontanea- 11)LA STANZA 101 mente, con la piena condivisione delle parti. 12)LA CANZONE DEL CASTAGNO La musica proposta riporta a schemi antichi, ad 13)AMAVA IL GRANDE FRATELLO un’idea… diffusamente analogica, ad una struttu- ra articolata che svela i suoi segreti nel momento in cui il tutto fluisce, le liriche si fondono alle -at mosfere e il simbolismo di certi atteggiamenti - vedi l’uniforme da palco - propone immagini che pesano come macigni. L’artwork magnifico contribuisce a consolidare il contenitore musicale, che appare davvero com- pleto, come capita ad ogni disco prog fatto come 36 37 inaspettato: l’eclettico e creativo chitarrista leader degli Anelli di Tolkien (altra figura di riferimento ONCE I WROTE SOME POEMS… McPhee decide di iniziare a sperimentare anche per molti autori prog-rock), che non per il risultato Riflessioni sugli album che hanno maggiormente segnato la mia esistenza con le tastiere. Ma non quel classico pianoforte finale in sé e per sé. da rock’n’roll infuocato alla Jerry Lee Lewis, e “3477 James Road” riporta la band nei territori del a cura di ALBERTO SGARLATO nemmeno grandi svisate di organo Hammond blues, ma non quello “duro e puro” degli esordi; distorto e pieno di Leslie rotary speaker No, semmai un sound più edulcorato attraverso dei [email protected] tutto al contrario. Tony è conquistato dai suoni costrutti chitarristici alla Wishbone Ash (altra del Minimoog e del Mellotron, due feticci, epici fantastica band sempre a cavallo tra blues, prog, ed iconici, del rock progressivo di quegli anni. folk e hard) e con melodie vocali che ricordano Ne nasce un album, “Hogwash”, che persino The Who. indubbiamente spiazza gli ascoltatori; i cultori “Sad is the hunter” è di nuovo uno degli episodi del blues si sentono forse traditi da una svolta più prog del disco: negli stacchi introduttivi così lontana dalla tradizione; i proto-metallari squisitamente barocchi, nel riff di chitarra che che avevano scosso la testa e alzato le braccia al accompagna il cantato e che sembra partorito cielo invocando il Cristo che ci aveva donato la da Gary Green dei , nel repentino bomba atomica maldigeriscono atmosfere così cambio di tempo che annuncia l’arrivo del solo soffuse e ricercate. Mettiamoci anche il fatto di chitarra, persino nell’accelerazione che porta il che il titolo dell’album non è certamente dei più brano al suo finale. apprezzabili: hogwash, infatti, è il nome con cui L’incedere deciso e scandito di “S’One Song”, nelle fattorie inglesi viene indicata la ‘sbobba’ che attraversato da imprevedibili ricami elettronici, si dà ai maiali. Un titolo che va in netto contrasto anticipa persino di qualche anno, nella sua con un disco che, invece, si pone tra i più raffinati ruvida essenzialità i primi vagiti della new wave nella carriera della band londinese. britannica. Ma a metà un robusto riff riporta la Per un veneratore del prog come il sottoscritto, band su più tipici territori tra hard e blues, ma invece, “Hogwash” è il capitolo più nobile, comunque con un finale spiazzante. riuscito e affascinante nella storia di McPhee e Gli spazi siderali di “Earth Shanty” sono gli stessi soci. E siccome questa “come più volte ribadito” di “2112” dei Rush o degli album del periodo è volontariamente una rubrica di non-critica, ma dorato degli ; anche qui una lunga e piuttosto uno spazio fatto di ricordi, emozioni, struggente introduzione al Mellotron lascerà sensazioni, diventa giusto e anzi, persino senza parole i progster più romantici, mentre doveroso parlarne. gli arpeggi di chitarra acustica ci portano a In “You had a lesson” la presenza massiccia del ondeggiare a cavallo tra le ballads di Greg Lake e basso evoca con almeno tre o quattro anni di quelle dei Jethro Tull e un bellissimo intervento anticipo quello che diventerà il sound dei Rush, “cosmico” di Minimoog arriva inaspettato a metà mentre gli stacchi all’unisono di tutti i musicisti canzone. hanno persino qualcosa di gentlegiantiano. Bisogna arrivare alla conclusiva “Mr. Hooker, Sir Proprio in questa traccia il Mellotron che sembra John” per ritrovare nei Groundhogs il loro blues quasi “arrivare da lontano” e a metà del brano integralista degli esordi. Il brano (come si capisce esplode letteralmente ci porta in territori cari già dal titolo) è un”appassionata dichiarazione d’amore per John Lee Hooker. Del resto il nome Groundhogs – Hogwash (1972) ritmica (Peter Cruickshank al basso e Dave ai . Gli stessi Rush appena citati li Boorman alla batteria). Il loro album più famoso, ritroviamo anche nella massiccia e solenne intro stesso Groundhogs (il porcellino di terra è quel di “I love Miss Ogygy” (in alcune edizioni riportata buffo insetto che si chiude a palla se sfiorato) I Groundhogs sono probabilmente una delle “Thanks Christ for the bomb”, trasuda blues in un modo pauroso e affianca testi fortemente politici anche come “I love you, Miss Ogyny”), brano il è mutuato da un classicone proprio di Hooker: bands-simbolo del cosiddetto British Blues: cui titolo è un buffo e irriverente gioco di parole. “Groundhog’s Blues”. essi incarnano la più significativa, archetipica, a un sound talmente roccioso da spingere la band al limite dei territori dell’hard-rock. “The ringmaster” è un brano per sola batteria, rappresentativa delle formazioni di questo trattata attraverso effetti e sonorità elettroniche genere, cioè quel cosiddetto power-trio, Eppure Eppure Eppure nel 1972, soltanto due anni dopo quel “Thanks Christ” che aveva scalato (un po’ come in “Tank” degli ELP); brano più guidato dal chitarrista e cantante Tony McPhee interessante per la ricerca sonora, molto avanti e supportato da una potente e rocciosa sezione le classifiche e conquistato ottimi passaggi radiofonici, succede qualcosa di abbastanza per l2epoca, e per il titolo che evoca il Signore 38 39 o fidanzata per dirle dell’accaduto. CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENE Il testo termina poi con una testimonianza di Wreck on the Highway quanto un avvenimento del genere possa scuo- (https://www.youtube.com/ a cura di CARLO BISIO tere la serenità di chi vi ha assistito. Il protago- watch?v=UNVrzbRat3A) http://www.carlobisio.com/ nista periodicamente rimane sveglio la notte e pensa alla storia in cui è stato coinvolto. Last night I was out driving Le ultime parti del testo rimandano quindi in Coming home at the end of the working day modo crudo alle conseguenze che gli incidenti I was riding alone through the drizzling rain stradali hanno sulle famiglie e sulle reti affettive On a deserted stretch of a county two-lane in cui le persone sono coinvolte, e alle conse- When I came upon a wreck on the highway guenze emozionali presso chi, anche solo in qua- lità di spettatore, deve elaborare il trauma nelle There was blood and glass all over Come rendere la strada settimane e nei mesi successivi. And there was nobody there but me Lasciarsi alle spalle un episodio traumatico non è As the rain tumbled down hard and cold facile, la nostra mente deve cicatrizzare una feri- I seen a young man lying by the side of the road un luogo più sicuro? ta dovuta al fatto che abbiamo percepito una mi- He cried Mister, won’t you help me please naccia profonda alla nostra identità (un episodio come questo ci rammenta la nostra finitezza, ci An ambulance finally came and took him to Riv- Bruce Springsteen ci propone attraverso la sua quantità sia tollerata a certe condizioni riporta alla concretezza della fine, ecc.), e spesso erside arte una profonda riflessione sulla sicurezza stra- dal Codice della strada, le buone prassi compare quella che viene chiamata una sindro- I watched as they drove him away dale nella sua canzone Wreck on the Highway ci rammentano che è più sicuro evitare me da stress post-traumatico. And I thought of a girlfriend or a young wife (The River, 1980) di bere nel modo più assoluto; l’alcol può Entra in gioco quella che viene definita “resilien- And a state trooper knocking in the middle of La canzone racconta di una persona che mentre provocare tempi di reazione più lunghi, za”, cioè la capacità di superare situazioni difficili the night torna a casa dal lavoro, in una strada deserta, in- minore attenzione, sonnolenza; e molto minaccianti, trovando le risorse dentro o To say your baby died in a wreck on the highway contra un incidente in cui un uomo ha perso la • mantenere l’attenzione alla guida: questo fuori di noi. Talvolta in questi casi un aiuto psico- vita, descrive una scena in cui si vedono sangue significa anche non impegnarsi in conver- logico può giovare, altre volte le persone fanno Sometimes I sit up in the darkness e vetro sparsi ovunque, e si presta ad attivare e sazioni impegnative, né al telefono né con i conti da sole con la severità di certe situazioni, And I watch my baby as she sleeps attendere i soccorsi assieme ad un’altra persona chi è presente (sebbene il Codice della spesso con l’aiuto di una rete affettiva che le so- Then I climb in bed and I hold her tight che era sul luogo. strada ammetta l’uso del telefono a cer- stiene. I just lay there awake in the middle of the night Con quale frequenza episodi simili avvengono te condizioni, molti studi rivelano che ciò In ogni caso, credo che il messaggio più interes- Thinking ‘bout the wreck on the highway in Italia? Gli incidenti stradali nel 2014, secondo provoca una minore attenzione al com- sante e teso alla costruzione di una cultura di un recente report ACI/Istat (Nov. 2015, su www. pito di guida); e significa anche, dove la sicurezza non sia quello che ciascuno alla guida aci.it), sono stati 177.031, che hanno provoca- guida è monotona e lunga, interromperla può fare gravissimi danni; piuttosto il messaggio to 3.381 decessi, di cui 1.505 su strade urbane, periodicamente per evitare il subentrare va letto in positivo: ciascuno alla guida può pro- 287 su autostrade, e 1.589 su strade extraurbane di disattenzione o addirittura di colpo di durre delle situazioni sicure per sé e per le altre (escluse autostrade). sonno; persone che sono sulla strada, ma anche più ras- La gravità degli incidenti è più alta sulle strade • se la guida è lunga, evitare anche di ap- sicuranti per chi aspetta a casa. extraurbane (escluse autostrade) con un indice pesantirsi con il pasto, per evitare sonno- di mortalità maggiore. La domenica è il giorno in lenza; cui avvengono i sinistri più gravi (3,1 morti ogni • non si richiamerà mai abbastanza l’impor- 100 incidenti), seguito dal sabato. tanza di regolare la velocità e la distanza Cosa possiamo trarre da questi dati e dagli sti- di sicurezza sulla base della visibilità, del- moli che la canzone ci offre? Credo che gli spunti le condizioni atmosferiche e di altri fatto- siano numerosi, primi fra tutti quelli relativi alla ri, ovviamente senza superare mai i limiti prudenza quando si è alla guida. Essere esaustivi indicati; nel rammentare le principali norme di compor- Va notata la buona prassi messa in atto nella can- tamenti sicuro alla guida sarebbe impossibile in zone (prassi che peraltro costituisce un obbligo) questa sede, ma voglio richiamare solo alcuni dei di fermarsi a prestare soccorso. comportamenti sicuri alla guida che frequente- La riflessione successiva che la canzone ci propo- mente vengono disattesi, e che possono portare ne è sull’episodio che il protagonista immagina a incidenti gravi: che sarebbe successo da lì a poco, di un funzio- • non bere alcolici: sebbene una piccola nario di polizia che bussa alla porta di una moglie 40 41 LA SCOMPARSA DI GEORGE MARTIN di Athos ENRILE Articolo già apparso su FMD (http://faremusic.it/)

42 43 Anche Sir George Martin, il compositore “La famiglia desidera ringraziare tutti per e produttore soprannominato “Il quinto i loro pensieri, le preghiere e i messaggi di Beatle”, per il ruolo importante giocato nel sostegno.” portare i Fab Four alla ribalta mondiale negli anni Sessanta, ci ha lasciato, all’età di 90 anni. Martin iniziò la collaborazione con i Beatles Come si può condensare la storia della musica tramite una conoscenza comune, il loro in poche righe? manager Brian Epstein, nel 1962, quando E come lo si può fare, in questo caso, senza la band stava cercando, senza successo, di esaltare il percorso dei Beatles, altri costruttori trovare chi potesse accogliere le loro prime delle fondamenta dell’espressione musicale idee. moderna? “Le registrazioni, per dirla in modo soft, non L’appellativo di “Quinto Beatles” ha un erano affatto sorprendenti,”scrive Martin nel significato ben preciso, al di là delle suo libro di memorie, “All You Need Is Ears”, a suggestioni linguistiche e degli affascinanti proposito di quei demo. luoghi comuni, perché contiene l’essenza del “Potrei anche capire le difficoltà nel trovare lavoro di costruzione di un puzzle di successo, qualcuno che gli permettesse di registrare, noto ormai anche alle pietre. ma c’era una certa qualità insolita nel loro Martin era innanzitutto un musicista, poi un suono, qualcosa che non avevo mai sentito manager, nel senso della capacità di vedere prima.” oltre, di anticipare i tempi, di plasmare un elemento in embrione che occorre fare Dopo un incontro negli studi di Abbey Road crescere con delicatezza e fermezza. Martin pensò che i quattro giovani musicisti Un buon padre di una famiglia difficile da facevano per lui, in modo particolare per gestire, per ovvi motivi. il palese ingegno, e immaginò per loro un Mi piace ricordare una pillola lontana futuro luminoso. dal mondo dei Fab Four, un brano a cui Disse Martin a Melody Maker: “Non avevo arrivai attraverso la musica dei Van der ancora capito le loro possibilità compositive, Graaf Generator, quel “Theme One” che non mi avevano certamente dimostrato Martin scrisse come sigla per BBC 1, trama che avrebbero potuto scrivere materiale di strumentale ripresa successivamente da valore”. molte band: Ma iniziò a lavorare sodo e in una delle loro prime session Martin convinse i Beatles ad https://www.youtube.com/ accelerare il ritmo di “Please Please Me”, watch?v=rGHat7IeNaA trasformandola da ballad a brano rock: fu quello uno dei primi successi della band di Ma torniamo al condensato degli ultimi eventi Liverpool. e alla sinossi estrema di una vita in musica. Attraverso il lavoro con il gruppo Martin diventò uno dei più grandi produttori della diverse registrazioni in una sola. tecniche utilizzate ampiamente in canzoni Ringo Starr è stato il primo a piangere la storia della musica pop, sfornando decine di Nel brano “In My Life”, del 1965, tratto come “Tomorrow Never Knows”, da morte del produttore, utilizzando i social hits nel Regno Unito e negli Stati Uniti, lungo dall’album “Rubber Soul”, il solo tastieristico “Revolver” (1966). media. La notizia è stata successivamente una carriera durata sessant’anni. di Martin fu registrato a velocità dimezzata, e Martin fu anche, come già detto, un musicista confermata dall’Universal Music Group e dal I Beatles, in parte grazie a lui, diventarono quando fu riprodotto a pieno regime risultò capace, aggiungendo assoli e arrangiamenti a management di Martin: famosi anche per l’uso di tecniche da studio insolitamente acuto e veloce: innovativo per canzoni come “I Am The Walrus”. “Possiamo confermare che Sir George Martin complesse, considerando l’era pre-digitale; quei giorni! Sviluppò anche una buona reputazione per è morto serenamente, a casa, ieri sera,” dice un esempio per tutti “Strawberry Fields Sperimentò anche registrazioni in loop, la sua capacità di incidere sulle decisioni il comunicato ufficiale. Forever”, canzone in cui Martin sintetizzò due in doppio-tracking e l’inversione di suoni, della band; qualche esempio? Convinse Paul 44 45 McCartney a inserire un quartetto d’archi su “Yesterday” e scrisse gli arrangiamenti d’archi di “Eleanor Rigby”.

Dopo lo scioglimento del gruppo costruì la Air Studios, sull’isola caraibica di Montserrat, continuando a lavorare con altri artisti, tra cui Bob Dylan, Sting e Elton John.

Martin è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1999, per il suo straordinario contributo dato alla musica.

46 47 anche con la conoscenza perfetta della storia disegnare è la perfezione concettuale di un pregressa. album che mi piace definire “didattico”, al Sono dieci brani che potrebbero rappresentare di là delle emozione che può provocare nel la sinossi musicale di un certo rock - dal beat pubblico più sensibile. dei primi pub londinesi all’esperienza lisergica Non mi è chiaro se il progetto The Wistons The Wistons2016 (AMS Records) della costa ovest americana, passando per il sia nato spontaneamente o se esiste la piena prog più classico, con soste sul versante jazz e consapevolezza e conseguente pianificazione di Athos Enrile su quello psichedelico. dell’evoluzione; non mi altresì chiaro se questo Non affronto la lettura dei singoli brani, contenitore è quello del divertimento, dello perché sono gli stessi autori ad entrare nel sfogo, del lasciarsi andare infischiandosene dettaglio nell’ultimo numero di PROG, una delle conseguenze, anche se il rilascio rivista che non mancherà certamente nelle del disco ha creato un buon sconquasso, case dei cultori del genere, ma preferisco attirando immediatamente l’attenzione di provare a delineare l’atmosfera generale. musicofili e addetti ai lavori, e quindi esistono Ascoltando le tracce in sequenza sono tornato i presupposti per dare la giusta collocazione al “mio” mondo originale, ai miei concerti visti a quello che poteva essere pensato come negli anni ‘70, al vintage puro, all’analogico, al percorso parallelo. rito del vinile, alla forza che solo certa musica Come tutti i gruppi che si rispettino, la fase è in grado di dare. live è decisamente da privilegiare, e il tour di Ho rivisto passare tuti i gruppi con cui mi aprile, presentato a seguire, invoglia ad una sono formato, ma il mix è talmente riuscito solerte partecipazione. da favorire l’entrata, l’uscita, lo scorrere dei L’album - ed è questo un simbolo preciso che 1000 dischi ascoltati in un passato lontano; un sottolinea il profumo del passato - uscirà su continuo altalenare di situazioni che prevede, CD, Vinile e musicassetta! ad esempio, il materializzarsi di Ray Manzarek La cover è opera dell’artista giapponese Gun subito dopo Keith Emerson, uno scambio di Kawamura, autrice delle liriche di due brani favori tra Elton Dean e David Jackson, con il (Diprotodon e “Number Number) cantate in passaggio del testimone tra i Fab Four e Sid giapponese da Gabrielli e Dell’Era. Barret, passando per Daevid Allen. Giudizio altissimo per questo anomalo power Le citazioni e le suggestioni potrebbero trio! continuare a lungo, ma ciò che mi preme

Ed ecco l’album che non ti aspetti. Me la vedo dell’album non avrei mai pensato di trovarci la felicità composta e controllata di Matthias l’essenza della musica, un pugno di canzoni Sheller dopo il primo ascolto! Tutto questo che ridisegna un periodo musicale irripetibile, ben di Dio in una botta sola? quei seventies che hanno visto la nascita e il I tre fratelli Wistons - Enro, Rob e Linnon - sono massimo splendore della musica progressiva, in realtà musicisti carichi di mostrine sulla ma non solo quella. divisa, e hanno in comune il DNA Afterhours La differenza rispetto a quanto viene (come membri o collaboratori): Roberto proposto normalmente, è che in questo caso Dell’Era, Enrico Gabrielli e Lino Gitto. la contaminazione è dichiarata, voluta, ci si Quando un’amica mi ha suggerito l’ascolto sguazza dentro con competenze estreme, ma 48 49 testa ed avvolto il corpo terreno, ma so che ho sono frantumati in 1000 pezzi, troppo sottili per avuto un periodo spensierato, così mi ha sempre raccoglierli senza farsi male, troppo ostili per raccontato mia nonna, l’unica “cum grano salis” combatterli senza colpo ferire. Psycomusicology della famiglia, solo che non me lo sono mai Io invece mi sono “offeso” tagliandomi il corpo: a cura di MAURO SELIS ricordato e anche qua dove la mia anima aleggia il ricovero in Psichiatria fu inevitabile, il primo tra le nubi dell’etereo c’è solo fitta nebbia se di una lunga serie. Una mera apologia delle [email protected] ripenso alla mia infanzia. sensation seeking (per saperne di più http:// Ricordo che giocavo da solo con i supereroi come www.stateofmind.it/2014/10/sensation- amici e il mito televisivo di Goldrake, la prima seeking-rischio/ ). serie robotica ad essere vista in Italia negli anni Io ragazzo bomba con i tuffi da uno scoglio molto settanta. elevato chiamato “Il Cristianetto”… io ragazzo “Vai, che il tuo cuore nessuno lo piega / Con te, la proiettile con le virate in motorino tra le macchine razza umana non morirà / invincibile sei perché che suonavano il clacson, di sicuro lo facevano per Actarus c’è / che combatte con te dentro te”. acclamare il mio coraggio… io ragazzo cannone https://youtu.be/jANO2-6IM9E (Goldrake: Sigla non solo per le miriadi di fumate ma per quei originale) salti nel vuoto legato ad un filo: tanto rischiare Di sicuro ho sofferto di quello che - da Freud per sentirmi vivo. in poi - è stato definito Il Complesso Edipico Agivo e non riflettevo anche perché se ti soffermi (per saperne di più http://www.treccani.it/ troppo sull’ipotetico tempo che ti rimane da enciclopedia/complesso-di-edipo_(Dizionario- passare sulla terra, non lo usi più per vivere di-Medicina)/ ). e la mia raccolta indifferenziata di emozioni https://youtu.be/rRDAgQK8USI (Raffaele erano terapie fenomenali per la mia fragilità, Mazzei: Viaggio dentro Edipo) preoccupata per quella sindrome “Near Miss” che indica qualunque cosa che non si realizza per un soffio, io invece volevo il pieno in ogni cosa, per ogni cosa… https://youtu.be/AmeFXKXwflc (Fiorella Mannoia: Fragile) Noia e frenesia sono due figure fondamentali al centro di ogni psicopatologia della dipendenza ed io al fumo aggiunsi un pò di sostanze sintetiche che esacerbarono la mia instabilità mentale. “Artificial energy is wrestling my mind/I’ve got a strange feeling/I’m going to die before my time/ I’m coming down off amphetamine”: https://youtu.be/13r9ylRcWaU (Byrds: Artificial Memorie da un luogo etereo: energy)

L’invincibilità di Andrea E’ vero: mia madre era una depressona, anche un po’ alcolizzata, ma ricordo che l’amavo e l’accarezzavo; mio padre invece era poco Mi sento invincibile, sono invincibile… anche da (Polidramnios, per saperne di più: http://www. propenso alla responsabilità genitoriale, non questa landa lontana dalle passioni terrene, dalle medicinamaternofetale.it/medicina-fetale/ c’era mai (camionista) e una volta a casa era come emozioni e dalle perturbazioni cognitive, sono liquido-amniotico). se non ci fosse; ricordo l’astio nei suoi confronti. invincibile! Anche da bambino sono sempre stato massiccio Mai che mi prendesse in braccio, prediligeva https://youtu.be/KsMVdDB5AZ0 (Cristiano De di corporatura, un pò rotondetto. Qualche Giulia la mia sorellina più piccola. Andrè: Invincibili) scherno dei compagni lo rammento bene, ora lo https://youtu.be/80lUxaMDSMM (Estra: Giulia) Mi chiamo Andrea, soprannominato Ercolino, chiamerebbero bullismo. Tra ricoveri - anche coatti - in cliniche psichiatriche, Ho iniziato a fumare cannabis molto presto e sono nato di 4,6 kg avendo sofferto di macrosomia Non so quando ebbero precisamente inizio incursioni oltre la porta della percezione, non ad un certo punto i pensieri sono deragliati e si fetale con eccessivo liquido amniotico quei pensieri intrusivi che mi hanno adornato la avevo limiti e mi sentivo sempre più invincibile 50 51 come se potessi contrastare materia e limiti di metri, l’apoteosi della frammentazione Riccardo Storti – Fabio Zuffanti mancare nello scaffale del vero appassionato. umani! corporea: https://youtu.be/4umk9xkvSOg Per i due autori, prog – aggettivo che tende a es- Per il principio dell’indeterminazione di (Delirium: Johnnie Sayre). sere usato con una certa disinvoltura – designa Heisenberg (per saperne di più: https:// Mi sento invincibile, sono invincibile… anche da tutte quelle musiche che, a partire dai tardi anni it.wikipedia.org/wiki/Principio_di_ questa landa lontana dalle passioni terrene, dalle Sessanta, hanno cominciato a espandersi e, con- indeterminazione_di_Heisenberg) non si può emozioni e dalle perturbazioni cognitive, sono PROG ROCK! taminandosi con stili diversi, hanno allargato il prevedere con assoluta certezza la velocità e la invincibile! concetto di pop song, sperimentando arditi acco- posizione di una particella per cui le persone 101 DISCHI DAL 1967 AL 1980 stamenti tra diverse influenze senza il timore di fanno le loro scelte ed esse - a volte - sono difficili In memoria del vero paziente Andrea (1968- ricercare nuove melodie, armonie, suoni e strut- ture. Quindi, è progressive tanto il rock sinfonico da controllare. 1994), travolto da un treno mentre era alla degli Yes quanto la musica cosmica dei Tangeri- ricerca della sua invincibilità. ne Dream, l’hard psichedelico degli High Tide, il jazz-rock dei Nucleus, l’art-pop dei Roxy Music, le favole celtiche di Alan Stivell e molto altro. Il prog, insomma, non come definizione di un ge- nere codificato, quanto come filosofia, modo di essere e approccio a ciò che si suona e si ascolta: qualcosa che ha portato la musica rock a scalare un gradino in più e che ha contribuito ad aprire diverse porte della percezione. In centouno schede i dischi senza i quali il prog non sarebbe il prog.

RICCARDO STORTI

E’ questione di priorità, nella vita non puoi Docente di Storia della Musica presso l’Universi- verificare tutto, al contrario io pensavo che tà della Terza Età di Genova, è il fondatore e coor- fosse per quel fattore di impossibilità di essere dinatore del Centro Studi per il Progressive Italia- vinto che non avrei mai ceduto a nessuna falce no di Genova. Ha mosso i primi passi nel mondo della saggistica musicale con Aereostella, casa o similare... “some die just to live...”: https:// editrice che ha pubblicato diversi suoi volumi su youtu.be/VbJm1OcII-g (Pearl Jam: Immortality). Battiato, De André, Mozart, New Trolls, Vecchio- Quella sera di fine estate ero allucinatamente ni e, naturalmente, sul (Codice convinto delle mie azioni, sentivo una scarica di Zena e Rock Map). adrenalina che mi avevano già fatto attraversare Arcana edizioni - pp. 410 - 25,00 euro la superstrada a piedi dividendo le auto come FABIO ZUFFANTI Mosè le acque (con il senno di poi qualcuno avrebbe potuto fermarmi ma nessuno le fece) mi Ha al suo attivo più di quaranta dischi nel’ambi- to del prog e suoi derivati, da solista e con band diressi verso i binari ferroviari con l’intenzione quali Finisterre, la Maschera Di Cera e altre. Di- che potevo addomesticare anche i treni come un Prendete uno dei saggisti musicali più preparati rettore artistico dell’etichetta Mirror Records, ha domatore le bestie feroci. ed eclettici in circolazione, e un musicista prog inoltre composto due opere rock, collaborato a Avvertivo una poderosa e stupefacente forza, tra i più attivi e rappresentativi della scena ita- liana (e non solo). Metteteli davanti a un micro- svariati reading letterari in compagnia di Tomma- scavalcai con un balzo il muretto di protezione so Labranca, Wu Ming e Antonio Moresco, con- ed incominciai a passeggiare sulle rotaie come fono, o una telecamera, e otterrete Astrolabio. Dapprima fortunata trasmissione radiofonica, dotto trasmissioni radio e tv e scritto due libri (O un funambolo sul filo senza rete di protezione. Il poi televisiva, ora si materializza su carta trasfor- casta musica, Vololibero, 2012, e Ma che musica treno Interregionale delle 22,05 - strano a dirsi, mandosi in PROG ROCK!: un libro unico, un testo suoni?, Zona Editrice, 2014). in perfetto orario - m’incocciò come un insetto di riferimento, nel quale Storti e Zuffanti scelgo- il parabrezza di una Ferrari in autostrada e no, commentano, analizzano, contestualizzano sparpagliò le mie membra in un raggio di centinaia e raccontano i 101 dischi prog che non possono 52 53 Al Conservatorio di Piacenza lo scorso 16 Gennaio Laurea italiana per PETER HAMMILL di Francesco Pullè

54 55 Sabato 16 gennaio a Piacenza, presso il locale le vicissitudini dei cuori pedoni con ears wide Conservatorio Giuseppe Nicolini, si è tenuta la open. cerimonia di consegna della laurea honoris causa Non a caso, anche a distanza di parecchi anni, le a Peter Hammill (alcuni giorni prima il medesimo creazioni del sessantasettenne bardo di Ealing titolo era stato conferito a Greg Lake, il quale conservano un carattere attualissimo, per molti purtroppo non aveva potuto presenziare per versi ancora da decifrare nel loro enigmatico motivi di salute). nucleo interno, rispetto a tante opere coeve In un’aula magna affollata, il neodottore ha precocemente invecchiate. partecipato con vago imbarazzo scherzosamente Un plauso quindi all’accademia piacentina che dissimulato, ma anche con palese soddisfazione, ha abbracciato con tanto affetto il nostro thin all’informale proclamazione, al termine della man, nella speranza che questa onorificenza sia quale ha deliziato i presenti con un mini recital di buon auspicio per tempi in cui musicisti colti e davvero toccante: mezzora di preziosissime illuminati ricercatori popular possano dialogare suggestioni piano voce, che ha raggiunto il senza barriere mentali e vetusti pregiudizi. suo climax nelle vibranti esecuzioni di Just Citando la semplice e profonda sentenza con Good Friends e A Better Time, per concludersi cui Peter ha chiuso la sua performance: “viva la magistralmente con una sontuosa, solenne, musica!” quasi liturgica, interpretazione dell’anthem Still Life. Da segnalare un emozionato ed emozionante intervento di Emilio Maestri, deus ex machina del benemerito Van der Graaf Generator Study Group, a sottolineare come questo riconoscimento ad Hammill venga a colmare una lacuna e stia a rappresentare quasi un atto dovuto e riparatorio verso un artista superdotato per talento, espressività e visionaria ispirazione, che a dispetto di una formazione autodidatta ha saputo creare pagine di straordinaria complessità, e che per di più da sempre intrattiene un affettuoso e scambievole rapporto privilegiato col nostro paese, tra i primi a riconoscerne il genio e ad accompagnare con curiosità e partecipazione ogni uscita della band d’origine così come della copiosa discografia solista e dei numerosi recital italiani. Ed una volta tanto è un piacere sottolineare la lungimiranza di una nostra istituzione culturale, che ha saputo premiare i meriti di un autore il cui repertorio incarna da sempre una brillante conciliazione degli opposti, sul filo di un raro equilibrio tra sperimentazione rock e tradizione classica, armonia e dissonanza, placidità e furore, razionalità e passione, meditazione e raptus, e le cui raffinate realizzazioni, mediate da un personalissimo e melodrammatico registro vocale, hanno scosso cuore, stomaco e cervello di ogni pellegrino che si è fermato a contemplare 56 57 Live in Bologna 7 Febbraio 2016 di Francesco Pullè

58 59 Non conoscevo bene i The Artstocrats e sono an- dato ad ascoltarli con molta curiosità. Sono an- dato alla cieca per sentire chitarra e batteria del grande Steven Wilson (quanto al bassista poi non ne sapevo nulla), e aspettando di ascoltare una band di virtuosi hard fusion, diciamo sulla falsari- ga dei Liquid Tension Experiment di Petrucci, Le- vin, Rudess e Portnoy. In realtà questo trio è molto ben amalgamato e ha un repertorio solido, composto in egual mi- sura dai tre musicisti, che non è semplicemente una successioni di assoli, ma consta di temi mol- to strutturati di derivazioni disparate: jazz, funky, metal, country, prog e quant’altro si possa imma- ginare. Quindi non la liquiderei come mera fusion, sep- pure a livelli di difficoltà esecutiva sovrumana, qui c’è anche cuore e cervello. Notevole poi la presenza scenica accompagnata da una sponta- nea verve giocosa e goliardica, che non guasta. Prometto di recuperare il tempo perduto ed ascoltare con attenzione la loro discografia che mi pare consti di tre album di studio ed un live. Magari comincerò proprio da quest’ultimo, per- ché mi pare che la dimensione del concerto pos- sa essere quella più adatta a questo potentissimo trio per sprigionare meglio il suo enorme poten- ziale. E intanto… le fotografie parlano in mia vece!

Bryan Beller 60 61 Marco Minnemann 62 63 Guthrie Govan 64 65 GIOIELLI NASCOSTI a cura di RICCARDO STORTI Parte 2

[email protected] Chi lo avrebbe detto? Un articolo in due parti triche, grazie anche al virtuosismo di Larry per recensire Sienteme, It’s Time to Land di Blackshere alla marimba. Alan Sorrenti. Queste sono le sorprese della ALAN SORRENTI complessità, anzi di un approccio alla com- E che possiamo aggiungere delle mosse lati- plessità. Il fan è libero di fare il tifo per chi vuo- ne di Island Queen? Basso e flauto su conga, Sienteme, It’s Time to Land le, ne ha pieno diritto; ma noi che scriviamo mentre Sorrenti ricama melodie con il solito (Harvest, 1976) non possiamo permettercelo, almeno quan- timbro duttile e strisciante. In Sliding on the do abbiamo la penna in mano. Più il gioiello Wire America, Africa e Brasile si incontrano in è nascosto alle nostre orecchie, più si alza il un melange già anni Ottanta con anticipazioni tiro teso a motivarne la scelta. In questo caso, che vanno dall’easy listening in salsa fusion ai inoltre, non parliamo del solito gioiello perso Roxy Music. nell’oblio. No, parliamo di un disco di discre- Talune atmosfere vagamente per- to credito che, comunque, per 16 settimane meano sia la soft song Seagull Song sia Li- non superò la diciottesima posizione: la sto- sten (reprise dell’hit Sienteme). A proposito ria dell’Hit Parade, però, ci informa che, per di quest’ultima, benché famosissima, merita almeno 4 mesi, il brano pilota (la title-track) qualche minimo rilievo per il gioco di sovrain- girava in radio. Silenzio, si ascolta. cisioni vocali dello stesso Sorrenti, a cui si può Alba è un vero inizio: non è più quella dell’in- aggiungere un solo (semplice ma efficace) di censiere, ma c’è un’ “aria” che caratterizza un Corrado Rustici. Riporto qui, quanto mi è sta- mood addirittura più maturo, quasi orientato to raccontato dalla sorella Jenny che, pur non tra la ballata alla Nick Drake e certi ambigui accreditata, partecipò alla session del brano: panorami jazzati, suggeriti da un persuasi- “Il pezzo è davvero bello: l’abbiamo fatto as- vo sax e dai brevi appunti schizzati dal piano sieme a Roma al Planet, improvvisando mol- elettrico. Altrettanto convincenti le mosse to: ci si trova un po’ d’Africa, un po’ di Inghil- funky-soul di The Prisoner and the Dance, so- terra e un po’ di Napoli”. prattutto nella parte centrale, dove si assiste Sienteme, It’s Time to Land è un album che va ad un interplay fiatistico di notevole qualità, oltre perché racconta una bella storia musi- avvalorato da percussioni e piano acustico. cale, a tratti anche abbastanza coraggiosa. Il Fiati al centro anche in Try to Imagine, qui pubblico di Sorrenti aveva già voltato le spalle siamo in bilico tra Philly Sound e determinate al proprio beniamino e quello nuovo si stava ammiccanti primizie di Barry White con una radunando in pista per misurare quanto fosse sezione ritmica disco e coretti da tappezzeria. alta la febbre del sabato sera. Una transizione Quasi zappiano suona l’attacco jazz-rock di esemplare che mostra la compenetrazione Your Love is Magic, caratterizzato da un’intro tra i due mondi lontanissimi e che, probabil- trascinante e coinvolgente: il groove è sicuro mente, solo a distanza di 40 anni si riesce ad e va dritto al cuore delle nostre sinapsi me- apprezzare con il “suono di poi”.

66 67 “Rule and Case” Il gioco della regola e del caso LORENZO MASOTTO di Edmondo Romano

68 69 “… la tua esistenza, il tuo talento, il tuo successo disturba gli altri, i mascalzoni… e allora tu disturbali con più grinta, con genio! Se loro hanno il genio del Male, tu hai il talento per esprimere l’indicibile e suscitare emozioni che loro non proveranno mai. E’ questa la loro tragedia… il tuo talento è sotto gli occhi di tutti, tu non hai bisogno di corrompere la gente perché ti ascolti e ti ammiri”.

Questa breve frase è tratta dal bel libro alla sperimentazione nel mondo dei vari “L’hammam” dello scrittore Tahar Ben Jalum, strumenti, nelle loro possibilità timbriche ed la storia di un pianista che non si riesce a effettistiche. Ruoli importanti sono affidati posizionare felicemente nel mondo, perché alla batteria e alla ritmica elettronica, mai ancora incapace di proteggersi dai mali che lo indiscreti. circondano. Regola e caso, difatti ogni brano del CD Questo album di Lorenzo Masotto, dal presenta nelle ambientazioni sonore concetti titolo “Rule and case”, primo realizzato per e mondi spesso differenti tra loro, anche nei l’etichetta di Cracovia “Preserved sound” titoli: Kepler 452 b, Chrono, Parkour, Photos… (anche qui il nome ci riporta a Ben Jalum), Le tracce che più coinvolgono l’ascoltatore si muove in ambiti musicali più delicati e sono a mio avviso Orient express, con la morbidi del suo precedente lavoro, nulla qui sua misteriosa cupa e passionale melodia è invadente ma si esprime anche in modo davvero avvolgente, l’effettistico e minimale chiaro e deciso… si difende dai mali che lo Polyphonic dreams, che ti trasporta nel ritmo circondano, noncurante anche del fatto di senza utilizzo alcuno di strumenti ritmici, racchiudere al suo interno (come dichiara l’antico e moderno Sweet winter che coniuga l’autore stesso) tre espressioni musicali bene la rumoristica del sintetizzatore e il differenti: la scrittura della musica classica/ suono del pianoforte, gli intrecci degli archi minimale; i suoni e gli sfondi dell’elettronica; di Branchie, a tratti vivaldiano. Forse il brano le ritmiche del post rock… le tre forme musicali che però racchiude in modo più definito che l’autore predilige. e lucido il percorso di “Rule and case” è la prima traccia, “Senhal” (composizione Lo score vede come strumento principe accompagnata da un video di animazione un quartetto d’archi, la coinvolgente intimista ed interessante), dove coesistono sonorità lunga e vibrata delle larghe arcate in giusto equilibrio tutti gli ingredienti del in contrapposizione al passionale ma CD: la guida melodica del piano, il largo ritmico martelletto del pianoforte. Vuole legante degli archi, la profondità nello spazio essere il primo lavoro dedicato alla ricerca, dell’elettronica e la ritmica della batteria.

70 71 aver perso confuso da guerra, denaro e pote- Penso a Gesù, a Gandhi, Martin Luther King, re. Confuso dal suo innato egoismo masche- Nelson Mandela. Sì certo, Paul non era così rato da perbenismo, dall’insano desiderio di santo, c’erano marijuana, LSD e tanto altro controllare l’incontrollabile, di dettare regole nella sua vita, cose di cui il Mahatma, Mar- che pochi stabilivano per molti, confuso dai tin e Nelson probabilmente facevano a meno. binari tronchi su cui viaggiava. Prima la beat Per quanto riguarda Gesù non c’è abbastan- generation, poi gli hippy e il treno sbanda su za documentazione sotto quest’aspetto. Paul quei binari giusti, deraglia e inizia una nuova aveva i suoi difetti, come tutti gli uomini, ma corsa, fatta di curve improvvise, salite e pic- Paul aveva un’utopia in cui credere, come po- chiate velocissime che lasciano una scia d’ar- chi uomini e cercava di mostrarla agli altri con cobaleno, fatta del sapore e dell’odore dei le immagini che le sue canzoni creavano nei colori, fatta di epidermide trapuntata di mu- pensieri delle menti predisposte. Non menti sica, viscere impastate da suoni immaginifici. istruite e superiori, ma soltanto predisposte. Vita. Quei binari giusti non erano poi così giu- Predisposte al fatto che esistono anche gli al- sti. È estate, perché le cose belle succedono tri e anche gli altri hanno sentimenti, emozio- d’estate. 1967, l’estate dell’amore. Il palco- ni e vigliaccherie proprio come noi, che vivere scenico è , già calcato da tipi insieme e meglio di vivere contro, che la tol- come Jack Kerouac e Allen Ginsberg, tanto leranza è meglio di un pugno nella faccia, che In memory of per dirne due e stanno ora per salire alla ri- noi è meglio di io. Paul Kantner naturalmente balta altri grandi protagonisti, che incar- è stato anche un grande musicista, chitarri- neranno con la loro musica il desiderio di sta ritmico d’eccellenza e autore visionario. cambiamento, di discussione, di contrappo- Lui e i Jefferson Airplane sono stati i primi sizione, mutuo soccorso, amicizia, fratellanza in tante cose. Furono il primo gruppo di San e la emergente consapevolezza che un altro Francisco ad esibirsi in uno dei «concerti dan- punto di vista, beh, potrebbe essere miglio- ce» organizzati dal grafico Alton Kelley alla re del proprio. Come spesso accade, anche in Longshoreman›s Hall nell›ottobre 1965. Furo- questo caso è la musica il veicolo migliore per no i primi inoltre a firmare un contratto disco- viaggiare attraverso un tale cambiamento e grafico con un›importante etichetta, i primi Paul un gruppo, più di altri, fa da carburante per il ad apparire in una trasmissione televisiva in motore delle coscienze: i Jefferson Airplane. onda su scala nazionale, i primi a raggiungere Nascono proprio a San Francisco per mano, record di vendite e i primi ad andare in tour mente, voce e plettro di Marty Balin e Paul nella costa atlantica degli Stati Uniti e in Euro- Kantner. Persone straordinarie, protagoni- pa. Cose che io non sapevo, le ho prese dalla ste di tempi straordinari, che diventano miti rete. E forse non lo sapevano neanche Paul e quando vengono spogliati dall’immortalità i suoi soci e probabilmente poco gli interessa- di Gianni Sapia KANTNER che sembrava vestirli. Paul Kantner ora è un va. Paul Kantner ora è un mito tra i miti che mito. Non c’ero, avrei voluto esserci ma non più o meno recentemente sono diventati tali, “Non vuoi qualcuno d’amare? Non hai bi- che i polmoni ne siano saturi e il cervello che c’ero, non ho potuto nemmeno sentire l’odo- cominciando da Brian Jones, Janis Joplin, Jim sogno di qualcuno d’amare? Non ameresti elabora , anzi no, che semplicemente vive, lo re del fiore che sboccia, il fiore dell’utopia che Morrison, John Bonham, John Lennon per ar- qualcuno d’amare? Sarebbe meglio ti cercassi scorrere di nuove emozioni da cui è attraver- sembra diventare reale, fiore che gente come rivare a Jon Lord, Ray Manzarek, Lou Reed, qualcuno d’amare”. E poi basta, potrei finirla sato. Allucinazioni, o forse soltanto un’altra Paul Kantner ha contribuito a far crescere con David Bowie, tutti artisti splendidamente- dif qui. Tempi d’amore e allucinogeni, tempi di realtà. Le porte della percezione si allargano la sua musica, le sue parole, i suoi pensieri. I ferenti con cuore e cervello tempestati di mu- pace e psichedelia. Immagini fatte di solo co- e il vecchio certo trema sotto i colpi del dub- grandi uomini seminano, accudiscono e cre- sica, tutte splendide menti che hanno avuto lore, trascendenza visiva, aria fatta di musica bio. Niente di nuovo in fondo, soltanto un ri- scono utopie, soprattutto una grande utopia, la fortuna di vivere quel tempo in cui ci si ren- da annusare, respirare intensamente, fino a torno alla spiritualità, che l’uomo sembrava quella della pace e dell’amore tra la gente. deva conto che quel binario non era poi così 72 73 giusto. Paul Kantner era uno dei macchinisti di quel treno che improvvisamente deragliò. Incarnazione di un tempo in cui pace e amo- re sembrava dovessero avere la meglio. Sem- brava soltanto. Poi l’ego dell’uomo, più forte d’ogni altra cosa. L’onda di mille colori dell’e- state dell’amore si infrange sugli scogli dell’e- goismo umano, l’acqua torna cheta, il treno torna sui binari, quelli giusti e smettiamo di cercare qualcuno d’amare. Grazie lo stesso Paul per aver provato a risvegliare coscienze ammutolite, per le visioni sonore che ci hai fatto vivere, per aver provato ad alimentare le nostre menti.

When the men on Quando gli uomini the chessboard sulla scacchiera get up and tell you si alzano e ti dicono where to go dove devi andare And you’ve just had E tu hai appena pre- some kind of mush- so qualche specie di room, fungo, and your mind is e la tua mente sta moving low affondando Go ask Alice, Prova a chiedere ad I think she’ll know Alice, penso che lei saprà (la risposta) When logic and pro- Quando la logica e portion le proporzioni have fallen sloppy sono cadute morte dead al suolo And the white E il cavaliere bianco knight is talking sta parlando all’in- backwards contrario And the red queen’s E la regina di cuori off with her head ha perso la sua testa Remember what the Ricorda quello che dormouse said aveva detto il ghiro Feed your head, Alimenta la tua feed your head mente, alimenta la tua mente

74 75 SILVER KEY “The screams empire” di Alberto Sgarlato

A non molta distanza dall’album d’esordio anni ‘80; il tutto si stempera in una scuola che “In the land of dreams”, i milanesi Silver è quella del neo-progressive rock britannico, Key consegnano un secondo titolo alla loro e non solo dei già citati Marillion, ma di volta discografia, il nuovo “The screams empire”. in volta attraversato dalla malinconia degli La band nasce come tributo ai Marillion, IQ, dai toni epici dei Pallas, dalla dolcezza dei nello specifico focalizzato sull’era-Fish della Pendragon. band, e con qualche incursione in scaletta Musica agile, dinamica: poco spazio per nel repertorio solista fishiano. Sarebbe le soft ballads, ma anche i brani più veloci però assolutamente ingiusto, superficiale, riescono a emozionare grazie all’efficacia frettoloso e sgradevole liquidarli nel semplice dei loro temi melodici. E niente suites di calderone delle bands derivative o emulative proporzioni titaniche, ma brani comunque nei confronti di un particolare soggetto. della ragguardevole lunghezza media di 6 o Staccandosi dal loro modello di riferimento, 7 minuti ciascuno, anche se va detto che le infatti, i Silver Key hanno saputo dar vita tracce dalle 4 alle 8 vanno a formare una a un loro sounds, davvero difficilmente sorta di “concept” all’interno del disco. E, a riconducibile a un filone preciso. Il grande proposito di concept, non vanno trascurati i calderone è sempre e comunque quello del testi fantascientifici, di elevato spessore sia progressive rock, ma nelle loro composizioni per forma, sia per contenuti, del cantante Yuri si captano mille sfumature: c’è un impatto Abietti, che si divide tra le molteplici attività melodico, sempre gradevolissimo e tenuto creative di musicista, scrittore e blogger e che ben presente in primo piano, di gusto quasi grazie a questi suoi molteplici talenti riesce a “americano”, che può persino arrivare a conferire alla band quel tocco in più. ricordare i Toto o i Rush della loro fase di metà 76 77 78 79 80 81 82 83 LIVE IN LONDON 13/02/2016 GLI WHO DEGLI ANNI DUEMILA SONO IN PIENA FORMA

di Antonio Pellegrini https://tonyinviaggio.wordpress.com

Non è stata questa la prima volta in cui ho visto Peggio ancora è andata nel 2014, quando a quando alla fine del 2015 ho saputo del concerto posto nella seconda delle tre aree della platea. Le un concerto degli Who. In realtà, a parte una dicembre sono stato di nuovo a Londra, per di febbraio 2016 alla Wembley Arena di Londra, premesse a questo punto erano buone, dovevo bellissima tournée italiana di Roger Daltrey nel vedere la data del tour “The Who Hits 50!”, ma ho investito soldi e impegno per fare tutto il solo sperare che tutto andasse bene. 2012, e un suo concerto londinese nel 2011, Roger si ammalò, e venne annunciato che il possibile per vedere finalmente gli Who come Sono partito da Genova in aereo venerdì 12 avevo già provato due volte a vedere la band dal concerto sarebbe saltato, proprio mentre io ero Dio comanda. febbraio, per poi passare la serata a cena dal mio vivo. in viaggio. Un mio amico che vive lì mi accolse, in Prima di tutto, ho acquistato la membership alla amico che vive lì, il quale fortunatamente questa La prima volta è stata nel 2013, quando ho piedi davanti a un pub londinese con una pinta community del sito ufficiale degli Who, in modo volta non mi ha dato brutte notizie, ma mi ha assistito, alla O2 Arena di Londra, allo show di di birra in mano, dicendomi: «Lo sai vero che il da poter comprare i biglietti in anticipo, rispetto bensì accolto a casa sua con un’ottima pasta alla “Quadrophenia”. Purtroppo, per risparmiare sul concerto è saltato?». Lascio immaginare la mia alla messa in vendita sul circuito ufficiale. carbonara: poco British, ma davvero gustosa. biglietto, avevo preso un posto molto indietro, risposta. Dopodiché, appena usciti i biglietti, scartando La mattina di sabato 13, il giorno del concerto, così sentivo poco, e non vedevo praticamente Scaramanticamente non volendoci contare il primo settore, che aveva prezzi davvero ho fatto un giro nel quartiere di Brixton, dove è nulla. troppo, ma allo stesso tempo molto determinato, improponibili, mi sono accaparrato un buon nato David Bowie. Sono stato a vedere il murales 84 85 che lo ritrae, poco lontano dalla fermata della platea, anche perché nei corridoi antistanti c’era metro, dove ancora, a un mese di distanza dalla parecchia gente e molta confusione. sua morte, c’erano fiori e mille bigliettini e ricordi Dopo vari giri, sono riuscito a trovare l’entrata dei fan. Inoltre, tutto il muro attorno al murales giusta, e, finalmente seduto nel mio comodo era ricoperto di frasi a lui dedicate, un po’ come posto, mi sono messo a sfogliare il programma è stato per diverso tempo sul muro di cinta della del tour, mentre, sullo schermo dietro il casa di Freddie Mercury. palco, venivano proiettate alcune slide, che Successivamente, ho fatto un velocissimo giro raccontavano la band. nella magnifica National Gallery, un pranzo a Alle 19.30 circa, c’è stata una mezz’ora di apertura base di hamburger e patatine, e infine mi sono allo show principale da parte di un ragazzo con la dedicato ad un po’ di relax pomeridiano in chitarra acustica: Barns Courtney, per me ignoto albergo, in attesa di essere pronto e riposato per fino a quel momento. la lunga serata che mi attendeva. Intorno alle 20.15 è cominciato il concerto degli I cancelli della SSE Arena di Wembley aprivano Who. Dopo alcuni mesi di sosta forzata, per un alle 18.30. Mi sono messo in viaggio con la problema di salute di Roger Daltrey, la band era metropolitana verso le 18.00, e sono arrivato sul davvero in ottima forma. luogo del concerto intorno alle 19.00. Si trattava di un concerto di riscaldamento, prima Sceso dalla “Jubilee Line” della metro alla fermata di un leg americano del tour per il 50esimo “Wembley Park”, mi sono trovato di fronte ad anniversario del gruppo. un sottopassaggio, con una grande immagine Appena iniziato lo show tutto il pubblico si è alzato del tour “The Who Hits 50!” sul muro laterale, in piedi. Purtroppo diverse persone erano molto davanti alla quale molti fan si facevano foto. Il alte, anche se non mi considero basso essendo tutto era accompagnato musicalmente dai pezzi un metro e 75, ma dovevo comunque guardare classici degli Who, che venivano sparati da alcuni fra una testa e l’altra, per riuscire a vedere il altoparlanti. palco. L’audio invece era godibilissimo nella mia La SSE Arena si trova subito dopo lo stadio di posizione, e ho potuto assaporare appieno ogni Wembley. Lungo il percorso che si fa oltre il nota suonata. suddetto sottopassaggio, si incontra un lungo Roger era davvero in ottima forma vocale, e viale dritto che porta allo stadio. Camminando in raggiungeva note molto alte, come, tra i concerti questa strada, echeggiavano nella mia mente le a cui ho assistito, l’ho sentito fare solo a Genova immagini del video “Live at Wembley” dei Queen, nel 2012. in cui si vedevano migliaia di persone percorrere Pete era anche lui in buona forma, rideva e il rettilineo. L’emozione di vedere davanti a me la scherzava con il pubblico, e ci intratteneva spesso struttura, seppur rinnovata, è stata notevole, per con i suoi tipici discorsi sopra le righe. il ricordo di tutto quello che ha ospitato, dal “Live Personalmente adoro Roger, ed è a pelle quello Aid” in avanti. degli Who che mi sta più simpatico, ma per me Arrivato finalmente all’Arena, la mia mente questo è stato il concerto di Pete. Roger lo avevo ha avuto di nuovo un piccolo cortocircuito già visto dal vivo varie volte, mentre questa era emozionale, ripensando a tutti gli artisti la prima volta che riuscivo a vedere bene il suo britannici che hanno suonato lì dentro. Si pensi amico-antagonista alla chitarra. solo che gli Who hanno fatto lì 19 concerti; il Oltretutto, avevo in linea d’aria davanti a me una primo è del 1965, quando la location era nota persona, io credo alta due metri, che era il centro come Wembley Empire Pool, in quanto in origine di una perfetta linea retta tra me e la postazione c’era una piscina. del microfono di Roger. Quindi Daltrey ho potuto Entrato dentro, ho subito comprato un tour vederlo solo quando prendeva il microfono in program, e poi una maglietta commemorativa mano, e si muoveva per il palco. I miei occhi proprio di questa specifica data. erano quindi quasi sempre puntati su Pete. Non riuscivo assolutamente a capire da quale Una cosa che ho trovato incredibile, è stata il fatto ingresso potevo raggiungere il mio posto in che gli Who storici mi sembravano decisamente 86 87 più giovani delle ultime volte che li avevo visti. Forse perché erano in forma, ed erano riposati. Forse perché avevano molta voglia di ripartire, dopo la sosta forzata. Forse per un premio che il destino ha voluto darmi, per la tenacia dimostrata. La scaletta del concerto, studiata apposta per Setlist il tour del 50esimo anniversario della band, è stata bellissima: una sorta di greatest hits, con all’interno qualche pezzo che, pur essendo Who Are You bellissimo, rimaneva spesso in secondo piano, come ad esempio “Pictures of Lily”, “Join The Seeker Toghether”, e “Bargain”. Hanno iniziato da subito davvero molto bene, The Kids Are Alright con una potente esecuzione di “Who Are You”, seguita da “The Seeker”. I Can See for Miles Ho apprezzato molto “Bargain”, una delle mie canzoni preferite degli Who, “Join Toghether”, e My Generation “You Better You Bet”, un altro pezzo che adoro. Bellissima la seziona dedicata a “Quadrophenia”. Pictures of Lily Pete è stato come sempre molto intenso nel cantare “I’m One”, accompagnandosi con la Behind Blue Eyes chitarra acustica. Non mi aspettavo l’esecuzione della strumentale “The Rock”, con la malinconia Bargain che sa trasmettere. Questo momento speciale è terminato con Roger, che ha cantato “Love, Reign Join Together O’er Me”. A seguire, un’intensa esecuzione dei pezzi da You Better You Bet “Tommy”, e il finale con le due classiche hit più esplosive della band: “Baba O’Riley” e “Won’t I’m One Get Fooled Again”. Non sono stati suonati bis, ma il concerto è The Rock stato comunque lungo e molto godibile, con Love, Reign O’er Me l’esecuzione di 20 pezzi, uno più bello dell’altro. Sono uscito dalla Wembley Arena alle 22.30. Eminence Front Penso che questo probabilmente sarà l’ultimo concerto degli Who che vedrò. Un pò perché Amazing Journey loro sono oramai ultrasettantenni, un po’ perché andare a Londra ha comunque un costo non Sparks indifferente, e richiede un viaggio in aereo, un po’ perché non vorrei rovinare la bella immagine Pinball Wizard che ho negli occhi di una band di non più giovani ma in piena forma, e che è così somigliante a See Me, Feel Me quella che ho visto in molti DVD dei loro show anni 2000. Solo un loro concerto in Italia penso Baba O’Riley che potrebbe farmi cambiare idea. Won’t Get Fooled Again

88 89 Carmignani (batteria), Marco Carloni (basso), che Ozric Tentacles. Le novità si ispira sia al progressive rock italiano e inglese Un progetto, nella sua ambientazione fanta- degli anni 70 (riferimenti King Crimson, Banco, urbana, definito anche “Heavy Mental Poetry: una Perigeo, Genesis), sia al progressive più moderno ricerca poetica che ambisce ad un nuovo connubio ( Porcupine Tree e Steven Wilson in primis). musica-parola, non semplice accompagnamento LIZARD RECORDS “The Painkeeper” è il loro debutto su lunga alla lettura, ma contrappunto puntuale a parole durata, un concept album dedicato alla poesia che vogliono essere dure come pietre, taglienti ENTEN HITTI “Musica Humana” e le disarmonie degli uomini di varie e diverse “Il Custode dei Dolori” dell’intellettuale pisano come lame e leggiadre come farfalle. (LIZARD CD 0119 - barcode 8003102201193) estrazioni culturali. Federico Vittori: nove brani dal raffinato gusto Echi psichedelici iperamplificati, riff ossessivi, Una ricerca dell’armonia che trova origine nella estetico neo-prog (ma non solo), ricchi di elettronica e un immaginario a forti tinte pulp. sofferenza e nella crisi dell’esistenza. atmosfere tastieristiche/chitarristiche, tensioni Il titolo “Musica Humana” trova riferimento elettriche e melodie che possono trovare affinità SAILOR FREE “Spiritual Revolution Part 2” nell’opera del filosofo romano Boezio e nella sua anche col moderno progressive inglese di band (KTD 58) tripartizione della musica: come IQ, Pallas, Arena. musica mundana”, o armonia sonora dei Una trama avvincente, ottima padronanza corpi celesti in movimento, per molti motivi tecnica e compositiva, grande forza espressiva non udibile ad orecchio umano; “musica e poetica, fra tratti ritmici decisi e momenti più humana”, o armonia dell’anima e del corpo, delicati e introspettivi (particolarmente efficace udibile da chiunque “discenda in se stesso” l’inserimento del sax di Federico Avella in “NREM” con la meditazione; “musica instrumentalis”, e “A tender spark of unknown”) musica prodotta con gli strumenti. Un nome nuovo per la scena italian-prog da Qualche curiosità sui brani: tenere in grande considerazione!!! “Club Andergraund” cita il locale del film “Underground” di Emir Kustorica. . PSICOTAXI “Effects of the Head’s Mass” ENTEN HITTI, progetto tuttora attivo, è uno “Tepatzi” riprende un canto maori di iniziazione (SUBSCD001) dei tesori nascosti dell’underground italiano e all’età adulta. “Musica Humana” in particolare è l’album mai “Ulan Bator” è frutto di una meditazione e di una pubblicato dal Consorzio Produttori Indipendenti registrazione notturna nei boschi sopra il lago di che trova finalmente la sua ufficialità grazie a Como. In copertina il dipinto “Canto alla macchia” di Lizard Records. Il secondo capitolo della saga “Spiritual Un album che avrebbe dovuto essere il seguito Egidio Marullo, autore anche del progetto grafico Revolution”, liberamente ispirato al “Silmarillion” del loro primo lavoro “Giganteschi pagliacci del di J.R.R. Tolkien, ma concettualmente riferito mondo solare” (1997), di cui raccoglie l’eredità EVELINE’S DUST “The Painkeeper” (LIZARD CD 0121) al movimento “Spiritual Revolution People”, ritualistica più ancestrale, tra arcani richiami a è l’ennesima dimostrazione di classe e finezza nomi come Popol Vuh, Can, Dead Can Dance, espressiva in chiave progressive-art-rock a tinte sino al minimalismo classicistico dellaPenguin psichedeliche. Cafe Orchestra. PSICOTAXI è una creatura aliena, collocabile su Le atmosfere si fanno spesso più soffuse, Ricerca e sperimentazione sono volte ad esplorare coordinate “psychedelic-progressive-space- rarefatte, ma l’attacco di “The Maze of Babylon” sonorità arcaiche mescolandole a suggestioni mental”, nata nel 2010, con Andrea Bordoni non può che riecheggiare tensioni elettriche contemporanee, sempre accomunate da una (basso), Luca Bresciani (sintetizzatori), Lamberto KingCrimsoniane. La voce calda ed elegante di poetica originale ed evocativa. Carboni (chitarra) e Virgile Mermoud (batteria). David Petrosino è da sempre l’inconfondibile Pierangelo Pandiscia (chitarre, corno, voce, Sul finire del 2015 esce per Subsphera il loro comune denominatore del sound SAILOR FREE, percussioni, cetra), Gino Ape (oboe, voce, tastiere, primo album “Effects of the Head’s Mass”, che che con la saga “Spiritual Revolution” si è fatto arpa celtica), Giampaolo Verga(violino), Adriana contiene 6 brani di cui 3 strumentali e 3 con la quanto mai eclettico, ancora epico, evocativo, Pulejo (voce), coadiuvati da svariati ospiti che partecipazione, in forma di reading, col giornalista/ ultraterreno, degno della fantasia immaginifica arricchiscono la tavolozza di colori timbrici scrittore Manlio Benigni. Un sound allucinogeno Tolkeniana. con l’aggiunta di batteria, tromba, violoncello, EVELINE’S DUST è un altro sorprendente gruppo a forti tinte pulp che potrebbe trovare un ideale contrabbasso e samples, ci conducono in un toscano, composto da Nicola Pedreschi (tastiere punto di incontro nello space-rock e nella natura viaggio (geografico e spirituale) fra le armonie e voce), Lorenzo Gherarducci (chitarre), Angelo visionaria di band come Hawkwind, Can, Tool e 90 91 SILVER KEY - The Screams Empire CD Digipack Ivano Tognetti - Bass guitar Davide Manara - Keyboards, synths, samples Viviano Crimella - Drums, percussions.

Flyte Reaction– Magnetophon Distances CD limited hand numbered edition

FUNGUS – Stati Uniti del Nulla CD Digipack Metadrive – Over Reality Cd Digipack

Ed Ecco, finalmente, il secondo lavoro dei Silver Key, che dopo il notevole successo del loro primo album “In the Land of Dreams”, ispirato ai lavori di autori come Lovecraft e Chambers, ad un “hor- ror-fantasy” sui racconti delle Terre dei Sogni, e Oggi Flyte Reaction torna sulle scene con quel- dopo molte esibizioni live pubblicano questo lo che probabilmente è il suo frutto più maturo, “The Screams Empire”. Questo secondo album, certamente il suo album migliore e più equilibra- pur rimanendo nei canoni del “neo-prog”, è più to. Ricco di influenze da Syd Barrett agli XTC più sperimentale. Il cambio di lineup che ha portato psichedelici, irrorato dal polline dei Beatles di Re- Ivano Tognetti al basso al posto di Alberto Gras- Primo album per questa band elettronica italia- volver e Sgt. Pepper, delle produzioni di Joe Boyd si e Roberto Buchicchio alla chitarra al posto di giù all’UFO Club, pagando anche un profondo na formatasi tra Mantova e Verona nel 2014 che Carlo Monti ha inevitabilmente cambiato un po’ abbandona gli schemi classici e ci porta in una rispetto al padre di molte delle correnti sottoma- le influenze e il sound della band. Questo nuovo rine che hanno colorato di genio le isole britan- I Fungus nascono nel 1997 a Pavia, l’ispirazione nuova dimensione musicale: suoni siderali, pro- lavoro, quindi, ha influenze che vanno dal prog di matrice progressive rock e le varie influenze gressioni spazio temporali, magia, visioni di infi- niche dopo i Fab Four, l’amatissimo e rimpianto classico al pop-rock dall’hard-rock al jazz, dal Daevid Allen dei cui Gong e Soft Machine qui si musicali provengono da gruppi come Primus, nito e di bellezza. Formazione a trio stranissima metal alle tipiche “ballad” più orecchiabili. Per Rush, Uzeb, King Crimson per dar vita a un gene- con doppia tastiera e batteria ci propone un ge- possono sentire i sentori di rare spezie. Un album quanto riguarda l’aspetto tematico in The Scre- fresco, divertente, singolarmente intelligente e re inedito della band di matrice progressive rock nere che la avvicina alla musica elettronica anni ams Empire i riferimenti sono a Philip K. Dick, a con influenze psichedeliche. Tra i brani vi sono ottanta ma con un piede nel synth-wave, allo profondo; un grande ritorno che segnerà un capi- Isaac Asimov, alle grandi saghe distopiche e post- tolo indimenticabile nella storia del rock inglese. momenti di pura follia compositiva e storie sur- space ed alternative rock in lingua inglese. Stru- apocalittiche, da 1984 al film di Lucas THX 1138 o reali narrate e musicate in maniera originale ma menti analogici e digitali come sezioni distinte in a Fahrenheit 451. La storia della suite è quella di comunicativa. Nel disco ci sono momenti di forte un unico cuore pulsante. Il loro suono innovativo rettili alieni che invadono la Terra con la compli- atmosfera caratterizzata da sonorità poco comu- nell’album di debutto “Over Reality” è un viaggio T i to l i g i à p u b b l i cati : cità della razza umana . In questo nuovo impero LINO CAPRA VACCINA – Arcaico armonioso ni e momenti di sana e forte pressione sonora. tra luci e ombre, dove la natura umana si evol- chi urla più forte ha ragione e ha più seguaci e Ascoltare per credere... ve, muta forma, si nasconde, scappa, combatte PAOLO TOFANI – Real essence voti. Non importa quello che dici , fintanto che JOHN GREAVES – Piacenza live e ritorna a splendere. Uno splendido racconto in è assordante e ripetuto ovunque. Tracks List: 1) http://ifungus.bandcamp.com/releases musica. KEITH TIPPETT – Musician solo IV – Live in Pia- Screams Behind the Whispers 2) Stargazing 3) cenza YouTube Video: https://www.youtube.com/ A.S.I. (The Singularity) 4) Event Horizon 5) The watch?v=VN5dTzx1J2A Screams Empire (suite) - i. Random Frequencies 6) ii. The Arrival 7) iii. A Quest in Time 8) iv. Resis- tance 9) Adrift Gruppo Yuri Abietti - Vocals, acous- tic guitar Roberto Buchicchio - Lead and acoustic 92 93 VERUNO PROG FESTIVAL - The Best of 2 Days IL BALLETTO DI BRONZO – Cuma 2016 DC Prete, Showmen, Napoli Centrale, Sud Express) e il futuro, con decisione e consapevolezza, senza Prog 2015 Alfonso Mocerino alla batteria, Alessandro Cre- paura di lasciare le terre conosciute per affronta- AA.VV. (Area, Magma, Beardfish, Sylvan, Pine- scenzo e Tony Guido alle tastiere. «La passione re l’ignoto. La musica e lo stile sono stati asciuga- apple Thief, Arabs in Aspic, Zuffanti band, Run- è l’ossigeno dell’anima» ha più volte affermato il ti di ogni tecnicismo e virtuosismo tipici di quel away Totem...) noto direttore della fotografia Bill Butler e in que- progressive rock nel quale l’autore si è cimentato sto album essa trasuda da ogni “solco”, da ogni negli ultimi anni. traccia, da ogni nota. CUMA 2016 d.C. è un disco Potremmo definire questa musica ‘conceptual sincero, un atto d’amore nei confronti del mondo rock’, ma si tratta innanzitutto di uno stile mol- delle “7 note”, quello dove dimorano chitarre di- to personale e originale, dove alle atmosfere de- storte, sezioni ritmiche potenti, tastiere di gran- scrittive e suggestive si alternano vere tempeste de impatto e tanta energia. “ ritmiche, con muri di chitarre e voci vibranti e potenti. In SC.SF. c’è la volontà di comunicare, prima di tutto e di essere diretti, scegliendo la via più semplice e immediata. E’ un album che ti colpi- ALEX CARPANI - “So Close. So Far” cd digipack sce con decisione e, a tratti, anche con violenza, senza paura di fare male, perché il viaggio sarà comunque sicuro, affidato a navigatori esperti “ CUMA 2016 d.C. non ha il sapore di una sem- che sanno come far provare le emozioni più di- plice e ormai sempre più comune operazione di sparate, senza perdere la bussola. revival in cui la nostalgia detta le regole dell’a- scolto. CUMA 2016 d.C. è un progetto figlio dell’a- more e della passione per la musica rock di Lino Arriva come ogni anno il doppio Dvd che ci raccon- Ajello e Marco Cecioni (ex Balletto di Bronzo) con ta le imperdibili performance degli artisti ospiti special guest Gianni Leone leader ed erede de Il KERYGMATIC PROJECT – NOW AND AGAIN – cd al Mega Festival di Veruno. Anche quest’anno la Balleto di Bronzo nato due anni fa che rimette digipack simpatica cittadina novarese ha fornito ospiti il- in gioco metà della prima formazione di questa lustri che hanno fatto battere di gioia i nostri cuo- band che nel 1970 pubblicò l’album Sirio 2222 ri. Così in questo doppio dvd potremo vedere le (RCA) ponte di dialogo tra il rock degli anni ’60 So Close. So Far. significa semplicemente così vi- incredibili esibizioni di Area, Magma, degli incre- e le nuove sonorità progressive di matrice pin- cino, così lontano. dibili Beardfish, dei nuovi idoli Pineapple Thief kfloydiane. In questo nuovo lavoro discografico Questo è un album sull’incomunicabilità, che , dei Sylvan insieme ad Arabs in aspic, la nuova ritroviamo il cantante Marco Cecioni, che dopo parla di come, a volte, sia impossibile comunica- formazione di Fabio Zuffanti, I Runaway Totem, una lunga esperienza artistica come pittore gra- re nonostante la vicinanza, nonostante la tecno- i giapponesi Yuka & Chronoship, i Maschine ed i fico e scultore maturata in Svezia si è rimesso in logia. Syncage. Quasi 4 ore imperdibili che ci fanno ri- gioco scrivendo la maggior parte della musica e Le cose (e le persone) possono sembrare vicine, cordare tre serate indimenticabili. dei testi delle nuove canzoni, eccezion fatta per mentre invece sono lontane e non è solo una il brano “Ordine Disordine” composto con il bas- questione di distanza, ma di percezione, di pun- Inoltre sono sempre disponibili i doppi Dvd delle sista Alessandro Stellano e con il chitarrista Lino ti d’osservazione, di relatività. Due pesci rossi edizioni dal 2010 al 2014 Ajello. Quest’ultimo, dopo l’esperienza prog con in due acquari vicini si osservano, si avvicinano, I Kerygmatic Project nascono nel 1998 da un’idea Gianni Leone con l’album “YS” (Polydor 1972) del Balletto di Bronzo, ritornato in Italia, ha riacce- sembrano sfiorarsi, ma non potranno mai toccar- di Samuele Tadini, Danilo Nobili e Marco Campa- so il suo amplificatore e imbracciato la chitarra. si perché sono in due ‘mondi’ separati. gnolo, con la finalità di comporre brani originali Ad Alessandro Stellano si devono anche tutti gli Questo è inequivocabilmente un disco rock e che recuperassero nello stile e nella realizzazio- arrangiamenti del disco compreso una new ver- forse non sono necessari altri aggettivi. E’ un di- ne la grande tradizione del progressive rock bri- sion di “Neve Calda” in cui spicca la presenza del sco dei giorni nostri, con un sound moderno e tannico degli anni settanta e ottanta, tradizione tastierista e compositore Gianni Leone (al secolo potente dal sapore internazionale, sia perché è rinnovata secondo una nuova chiave di lettura in LeoNero). Con i tre componenti storici Cecioni, cantato in inglese, sia perché musicalmente è grado di abbracciare anche differenti stili, tanto Ajello e guest Leone (che ritroviamo anche nel concepito guardando al mondo, al cosmopoliti- da costituire un sound originale e ben riconosci- brano “Ordine e Disordine”) in CUMA 2016 d.C. smo, usando un linguaggio universale sotto tutti bile. hanno suonato con energia, professionalità e per- i punti di vista. Le composizioni dei Kerygmatic Project risento- sonalità: Francesco del Prete (figlio di Franco del Rispetto ai tre album precedenti, Carpani compie no, infatti, dei vari contributi ricavati dal rock, dal una virata di 180 gradi, dirigendo la prua verso pop, dal jazz, dalla fusion e dalla musica classica, 94 95 proponendo composizioni che, di fatto, difficil- DAYS BETWEEN STATIONS IN EXTREMIS (DI- GLASS HAMMER ONE (CD-R) mente potrebbero essere categorizzate in un ge- GIPACK) GLASS HAMMER PERELANDRA nere ben preciso e che sono il frutto di una ben DAYS BETWEEN STATIONS SAME (DIGIPACK) GLASS HAMMER THE BREAKING OF THE definita filosofia. Secondo una definizione che DISCIPLINE PUSH & PROFIT WORLD sembra appropriata, i Kerygmatic Project posso- no essere considerati come l’espressione più fre- DISCIPLINE THIS ONE’S FOR ENGLAND (2 CD) HANDS CAVIAR BOBSLED (DIGIPACK) sca del prog & pop, termine coniato dal gruppo, (DIGISLEEVE) KALABAN DON’T PANIC in quanto sono tra i pochi ad aver posto in una DISCIPLINE TO SHATTER ALL ACCORD (DIGI- KARCIUS EPISODES coesione non stucchevole, ma ben equilibrata, PACK) KARCIUS THE FIRST DAY (DIGIPACK) ciò che di gradevole e non banale deriva della DISCIPLINE UNFOLDED LIKE STAIRCASE KINGCROW IN CRESCENDO musica pop con l’art-rock derivato dalla tradizio- DJAM KARET NO COMMERCIAL POTENTIAL KOPECKY BLOOD ne del progressive. (2 CD) KOPECKY ORION La scelta di organizzarsi in trio, dando molta par- DJAM KARET REGENERATOR 3017 (DIGIPACK) te alle tastiere, non è solo un elemento che può MAJESTIC V.O.Z. (2CD) DJAM KARET SWAMP OF DREAMS (DIGI- ricordare gli Emerson, Lake & Palmer, ma anche PACK) MORSE PORTNOY GEORGE COVER2COVER l’espressione più tipica di chi vuol fare con l’es- MORSE, NEAL SAME senziale qualcosa che lo trascenda. Alcuni fra gli DJAM KARET THE HEAVY SOUL SESSIONS (DI- MORSE, NEAL SECRET PLACE: WORSHIP SES- estimatori del gruppo, lo definiscono un trio alla GIPACK) SIONS VOLUME 3 Emerson, Lake & Palmer, con sonorità e carattere DJAM KARET THE RITUAL CONTINUES alla Genesis dell’epoca Collins, ma con un’origi- DJAM KARET THE TRIP (DIGIPACK) MORSE, NEAL SEND THE FIRE: WORSHIP SES- SIONS VOLUME 2 nalità tutta propria. (CD + DVD) (DIGI- PACK) MORSE, NEAL SO MANY ROADS (3 CD) (DIGI- N O V I T A ’ E C A T A L O G O I N A R R I V O D A G L I U S A PACK) ECHOLYN COWBOY POEMS FREE (DIGIPACK) MYSTERY BENEATH THE VEIL OF WINTER’S 3RDEGREE ONES & ZEROS: VOLUME 1 ECHOLYN I HEARD YOU LISTENING (DIGI- FACE (DIGIPACK) PACK) (DIGISLEEVE) MYSTERY DESTINY? ECHOLYN MEI (DIGIPACK) ABIGAIL’S GHOST D_LETION (DIGIPACK) MYSTERY ONE AMONG THE LIVING (DIGI- ECHOLYN SAME (2 CD) (DIGIPACK) ABIGAIL’S GHOST SELLING INSINCERITY (DI- PACK) GIPACK) ECHOLYN (DIGIPACK) OBLIVION SUN SAME ADVENT CANTUS FIRMUS ECHOLYN WHEN THE SWEET TURNS SOUR PARMENTER, MATTHEW ASTRAY ADVENT SILENT SENTINEL (DIGIPACK) EDISON’S CHILDREN SOMEWHERE BETWEEN PARMENTER, MATTHEW HORROR EXPRESS HERE AND THERE (DIGISLEEVE) AFTER THE FALL BEFORE… PERFECT BEINGS II (DIGIPACK) EDISON’S CHILDREN THE FINAL BREATH BE- AFTER THE FALL IN A SAFE PLACE FORE NOVEMBER (DIGISLEEVE) PERFECT BEINGS SAME (DIGIPACK) ALIAS EYE A DIFFERENT POINT OF VIEW ELEPHANTS OF SCOTLAND EXECUTE AND PRESTO BALLET LOVE WHAT YOU’VE DONE ANABASIS, THE BACK FROM BEING GONE BREATHE (DIGIPACK) WITH THE PLACE (DIGIPACK) AT WAR WITH SELF A FAMILIAR PATH ELEPHANTS OF SCOTLAND FAR AWAY FROM SHADOW CIRCUS ON A DARK AND STORMY AT WAR WITH SELF ACTS OF GOD HOME (DIGIPACK) NIGHT BEHIND THE CURTAIN TILL BIRTH DO US FRENCH TV I FORGIVE YOU FOR ALL MY UN- SPACED OUT EPONYMOUS PART HAPPINESS SPACED OUT EPONYMOUS II BERNARD, ED POLYDACTYL (DIGIPACK) FRENCH TV INTESTINAL FORTITUDE ST. ELMO’S FIRE SPLITTING IONS IN THE CANNATA MY BACK PAGES (DIGIPACK) FRENCH TV PARDON OUR FRENCH! ETHER CANNATA MYSTERIUM MAGNUM (DIGIPACK) FRENCH TV SAME TEA CLUB, THE QUICKLY QUICKLY QUICKLY (DIGIPACK) CAST ARSIS (DIGIPACK) FRENCH TV THIS IS WHAT WE DO TEA CLUB, THE RABBIT (DIGIPACK) CAST ART (DIGIPACK) GIANNOTTI THE GREAT UNKNOWN (DIGI- THEO THE GAME OF OUROBOROS CAST VIDA (DIGIPACK) PACK) UNWRITTEN PAGES PT. 1: NOAH (2 CD) CATHEDRAL STAINED GLASS STORIES GLASS HAMMER CHRONOMOTREE WINTER TREE, THE EARTH BELOW (DIGI- CHAOS CODE III PROPOGANDA GLASS HAMMER DOUBLE LIVE - DELUXE EDI- TION (2 CD + DVD) PACK) 96 97 98 99 100 101