AIRPORTMAN ESTEFANO GIACCONE

MAT2020 - cinquanta - 0419 RICCARDO ROMANO LAND RICCARDO ROMANOLAND FRANCESCO DIGIACOMO feat. JENNIFER ROTHERY feat. 50 annidi“TOMMY” GIANNI LAMAGNA APRILE 2019

La Primavera risveglia la voglia di musica e di concerti dal vivo, ma nel numero di aprile di MAT2020 MAT 2020 - MusicArTeam racconta... viene commentato un solo evento, quello a cui ha assistito Evandro Piantelli a Genova: Riccardo [email protected] Romano con la partecipazione di Jennifer Rothery.

Angelo De Negri Come sempre sono tanti i commenti dei progetti discografici: Valentino Butti propone il secondo General Manager and Web Designer dei Tacita Intesa mentre Luca Nappo mette in evidenza il nuovo lavoro della Fungus Family; tocca ad Antonio Belfiore raccontarci del disco di Macchina Pneumatica e ad Athos Enrile farci sco- Athos Enrile prire un diverso volto del poliedrico Franco Giaffreda; Max Rock Polis fa emergere la storia, sotto 1st Vice General Manager and Chief Editor tutti i punti di vista, proponendo un chitarrista mitico italiano, Andrea Braido, che a sua volta rende omaggio ai grandi del passato. Ancora Evandro Piantelli sottolinea il prog degliEveline’s Dust, e An- Massimo ‘Max’ Pacini drea Pintelli si “fa in tre” per presentare l’album di inediti diFrancesco Di Giacomo, AIRPORTMAN / 2nd Vice General Manager, Chief Editor and Webmaster Stefano Giaccone e Markus Stockhausen e Alireza Mortazavi. Andrea Zappaterra si concentra sulla Spagna e sul nuovo disco degli ON THE RAW, Alberto Sgarlato sull’esordio prog di Belloni/Mugiati e Marta Benedetti, Paolo ‘Revo’ Revello Gianni Sapia dà risalto ai suoi concittadini Next Station, arrivati al secondo album. Administration La fine penna diFranco Vassia si concentra sulle radici della nostra musica (Paese mio bello, l’Italia di Web Journalists: Gianni Lamagna che cantava e canta”) e Claudio Milano sviscera in modo impeccabile il “suo” 2018, dettagliando le sue preferenze e spingendo il lettore verso nuove conoscenze. Antonio Belfiore Valentino Butti Antonio Pellegrini fa felice un vasto pubblico rock, ricordando a tutti che “Tommy”, il capolavoro dei Maurizio Mazzarella The Who, compie 50 anni. Claudio Milano Alessio Secondini Morelli Oltre a qualche novità arrivata da Camelot Club, sono sempre in evoluzione le rubriche fisse: Luca Nappo Riccardo Storti chiude l’articolo iniziato a febbraio (THE TAB TWO - Hip Jazz), mentre Mauro Selis Antonio Pellegrini chiude il cerchio del prog australiano e prosegue il suo racconto, in bilico tra musica e psiche. Evandro Piantelli Andrea Pintelli E poi l’angolo metal: un articolo diAlessio Secondini Morelli ci parla di un esordio discografico, quel- Max Rock Polis lo di Gianluigi Giorgino. Edmondo Romano Gianni Sapia MAT2020 sempre sul pezzo!!! Mauro Selis Alberto Sgarlato Riccardo Storti Franco Vassia Andrea Zappaterra WWW.MAT2020.COM

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2 3 sommario MAT2020 - cinquanta 0419

Le Rubriche di MAT2020 (click sul titolo per andare alla pagina)

Metalmorfosi L’immagine di copertina: a cura di Maurizio Mazzarella THE WHO per il cinquantennale di Tommy 58 GIANLUIGI GIORGINO New Millennium Prog In questo numero: a cura di Mauro Selis (click sul titolo per andare alla pagina) AUSTRALIA THE WHO “TOMMY” 6 64 AIRPORTMAN/GIACCONE 12 Psycomusicology 2018 SUONI E MUSICHE 16 a cura di Mauro Selis COME POSSO DIRTI CHE HO ANDREA BRAIDO 44 PAURA? BELLONI/MUGIATI 46 84 NOVITA’ CAMELOT 48 Gioielli Nascosti a cura di Riccardo Storti FRANCESCO DI GIACOMO 50 THE TAB TWO ON THE ROW 53 90 “Hip Jazz” EVELINE’S DUST 54 FUNGUS FAMILY 56 MACCHINA PNEUMATICA 57 GIANFRANCO GIAFFREDA BAND 60 STOCKHAUSEN/MORTAZAVI 68 GIANNI LAMAGNA 70 NEXT STATION 76 PAOLO SIANI E NUOVA IDEA 80 TACITA INTESA 88 RICCARDO ROMANO LAND/JENNIFER ROTHERY 92

4 5 “TOMMY” il capolavoro dei THE WHO compie cinquant’anni

Di Antonio Pellegrini

Il 2019 è un anno davvero incredibile per quanto musica ad interpretarne i personaggi principali. riguarda gli anniversari nella storia della musica. Per l’occasione Pete registra una colonna sonora Quello a cui sono più legato, non può che con arrangiamenti orchestrali prodotti dai riguardare la mia band del cuore: The Who! sintetizzatori e nuove parti strumentali incise dagli Who stessi e da altri musicisti. Negli anni Il 1° maggio 1969 Townshend e soci pubblicano il ’90, “Tommy” diventa anche un musical. doppio disco “Tommy”, il quarto album di studio del gruppo. “Tommy” è il primo grande successo La storia del disco comincia l’anno precedente commerciale della band, e sarà presentato in varie la pubblicazione: il 19 settembre 1968 gli Who forme negli anni a seguire. Nel 1975 il regista Ken entrano agli IBC Studios di Londra, per cominciare Russel dà vita a una versione cinematografica le registrazioni del nuovo album. Pete Townshend dell’opera, con Roger Daltrey che incarna il ruolo ha preparato le demo di diverse canzoni nel suo di “Tommy”, gli Who e altre grandi star della home studio, e il resto della band ha fiducia in 6 7 8 9 porterà a diventare un campione di flipper e, della maturità compositiva per Pete Townshend, tornato normale dopo aver superato lo shock, a e la definitiva scoperta per Roger Daltrey di un dar vita a una sorta di movimento religioso, dai nuovo modo di cantare, oltre che aiutarlo a cui seguaci verrà poi però abbandonato. definire il personaggio di “rock god” che porterà in scena da lì in avanti. L’opera è ormai compiuta. Il disco è caratterizzato da suoni delicati, per la maggior parte acustici, e le parti vocali hanno un sound molto pulito, quasi etereo. Molto più rock sarà invece la versione che la band porterà dal vivo. L’album “Tommy” segna il raggiungimento

Tracklist

Overture It’s a Boy 1921 Amazing Journey Sparks Eyesight to the Blind (The Hawker) Christmas Cousin Kevin The Acid Queen lui e nel progetto, quindi gli lascia sviluppare le compagni il mattino successivo. Underture sue idee liberamente. I problemi legali e i costi Le registrazioni si concludono il 7 marzo 1969, Do You Think It’s Alright? elevati per i concerti, dovuti principalmente alla anche se il gruppo avrebbe desiderato produrre Fiddle About distruzione degli strumenti sul palco, hanno ulteriori sovra-incisioni, ma si trova a dover reso la situazione economica della band molto partire per il tour di presentazione del disco, già Pinball Wizard precaria. Pertanto “Tommy” deve essere un precedentemente fissato. La copertina del vinile There’s a Doctor successo, altrimenti il gruppo sarà probabilmente è disegnata dall’artista Michael McInnerney, che Go to the Mirror! costretto a sciogliersi. realizza anche un libretto interno con i testi e le Tommy Can You Hear Me? Il manager del gruppo, Kit Lambert, incoraggia immagini che illustrano la storia. Townshend a realizzare finalmente un album Smash the Mirror che abbia la forma di un’opera. Vorrebbe anche Pete, nel 1968, descrive così a la Sensation coinvolgere un’orchestra, ma Pete si rifiuta: vuole trama dell’album in lavorazione: “So che non mi Miracle Cure che gli Who siano in grado di riprodurre dal vivo crederà nessuno, ma io sto davvero pensando di il disco, quindi è necessario che siano incisi solo scrivere un’opera rock che abbia per protagonista Sally Simpson gli strumenti che gli elementi del gruppo sono un giocatore di flipper sordo, muto e cieco. Non I’m Free in grado di suonare. Alla fine vengono registrate sto scherzando, anche se per ora è solo un’idea Welcome chitarre acustiche ed elettriche, basso, batteria, che ho in testa. Non c’è niente di definito”. percussioni varie, pianoforte, organo e alcuni Tommy’s Holiday Camp fiati, oltre a varie parti vocali e cori. Il progetto In estrema sintesi, la storia alla base del disco We’re Not Gonna Take It continua a svilupparsi in corso d’opera, tanto che è, appunto, quella di un ragazzo sordo, cieco e See Me Feel Me – Listening To You alcuni giorni Pete ha necessità di tornare a casa muto a causa di un trauma subito in tenera età, per produrre nuove demo che sottopone ai suoi che riesce però a percepire le vibrazioni: ciò lo 10 11 AIRPORTMAN / STEFANO GIACCONE

“Ca.pez.zà.gna”Di Andrea Pintelli

12 13 accumunate da una qualità ormai molto rara: La voce indigena di sono, entrambe, voci indigene, quindi nascita, origine etnica, appartenenza geografica, e più in Lalli e Violeta Parra senso lato che danno voce alla gente, al popolo, di cui fanno fieramente parte. Violeta, nata in Cile e per tutta la vita promotrice e ricercatrice Airportman, band e progetto musicale della tradizione popolare cilena; Lalli, astigiana di ventennale, con alle spalle diversi album alcuni nascita, torinese di adozione, fonda l’intera sua dei quali seminali in ambito avanguardista e opera nel suono, nei colori, nella lingua dove è sperimentale, rilasciano questo nuovo lavoro, nata e vissuta. Proprio a loro è dedicato questo frutto della collaborazione conStefano Giaccone, lavoro, che fa confluire i colori e i profumi del folk non nuovo alla loro corte. Trattasi di un disco nella sfera del domani sonoro, di cui Airportman che continua il discorso legato alle loro corde, si fanno alfieri, dentro un microcosmo che ha in in cui elevano sussurri, (tante) voci, silenzi, luci sé sguardi, riverberi ed essenze, come fosse una ombrose, dissonanze, a un livello oltre il fin qui sorta di fisiologico passaggio senza artifici fra conosciuto. Discorsi se ne possono fare a riguardo, epoche molto più vicine di quanto i più possano parecchi, ma è indubbio che chi cerca una nuova captare. via, slegata dai canoni stereotipati ANCHE della musica contemporanea, è da premiare. Nel primo brano è proprio la voce di Violeta Per cui “CA.PEZ.ZÀ.GNA – La voce indigena di Lalli Parra a darci il benvenuto, ben chiara e “vicina”, e Violeta Parra”: la capezzagna è il tratto estremo qui supportata dallo straniante sax di Giaccone di terreno coltivato, che permette il passaggio dei e due chitarre su sottofondo incrociato. Nel macchinari e del contadino, un limite necessario secondo brano, registrato durante il Concerto per invertire la marcia, ripartire, attraversare. della Mietitura del 14 giugno 2018, la musica All’indomani dell’incontro del gruppo con il film degli Airportman si avvale della collaborazione Violeta se fue a los cielos, di Andrés Wood, uscito del coro etereo di Roata Chiusani, arricchita in Italia nel 2013, gli Airportman si mischiano dall’inconsueto flicorno di Diego Dutto e dallo nuovamente a Stefano Giaccone, musicista, splendido violoncello di Cinzia Mansu Mureddu. teatrante (già fondatore di Franti, con Lalli) qui Partendo in maniera piuttosto lineare, si apre ancora in qualità di sherpa, e spiccano il volo della con le parole significative nella voce di Giaccone. ricerca sonora partorendo questo straordinario Poesia messa in musica. Il terzo, quarto, quinto significato di questa opera. I nostri si spingono Ascoltate attentamente queste parole, lasciatevi lavoro. e sesto brano, sono stati registrati in unica take, nello spazio dell’io per dipingerne il subconscio. portare altrove. Ne vale la pena. L’ottavo brano, risalente al 2014. Pensandole come un tutt’uno, Trance artistica che fa bene alla gioia di (ri) e ultimo di questo viaggio, è composto proprio Para olvidarme de ti, qui parte il vero discorso verso il domani. I conoscere il futuro a piccole dosi. E’ acqua, ora da due pezzi. Subito “La Jardinera” (sopra citato) Voy a cultivar la tierra, nebbiosi e impalpabili suoni e le ambientazioni mare che sbuffa quasi sonnolente, ora fiume di Violeta Parra, Le voci di Lalli e Miguel Acosta, En ella espero encontrar, oniriche create da Paolo Bergese e Francesco che scorre lento verso di esso, è aria che ricade a braccetto con la chitarra di quest’ultimo eil Remedio para mi pena. Alloa riescono a costruire un paesaggio da nella solita e attesa e desiderata carezza, è terra, basso di Stefano Risso, in cui l’impronta popolare ammirare a 360°, senza alcuna remora. Le soprattutto terra, che si fa madre ancora una la fa da padrone. Mondo vicino a tutti noi, volenti Ritorno a coltivare la terra, chitarre, elettrica di Marco Lamberti e acustica di volta, instancabile nel suo essere determinante o nolenti, siccome anche nostro. Esso è noi, noi per scordarmi di te, Giovanni Risso, ci conducono in una dimensione con umiltà, è fuoco, a volte, che si può dominare siamo esso. Successivamente “Brigata Partigiana in lei spero di ritrovare dilatata, dove si può solo dolcemente scivolare soltanto con rispetto e raziocinio. Poi viene il Alphaville (A Mio Padre)” di Lalli (tratta dal disco la cura per il mio dolore. verso un invito. Provare a descrivere i colori riposo, indispensabile per assistere all’evolversi “Tempo di Vento”), interamente interpretata dalla risulta assai complicato, in presenza di artisti che della vita, un arpeggio indefinito che culla le voce e dalla chitarra di Stefano Giaccone. Cile e Queste le parole iniziali di “La Jardinera”, il brano nella loro tavolozza ne hanno una gamma quasi stagioni, assicurandone l’andirivieni. E’ vita, e Piemonte. Piemonte e Cile. Mondi vicinissimi che di Violeta Parra. L’interpretazione al canto è della infinita; ma la meraviglia, che porta ad uno stato molte e troppe volte ce ne scordiamo. Il settimo alcuni vorrebbero allontanare quanti i chilometri “voce-cantante”, come lei stessa si definisce, di serenità indotta, è che li usano tutti quanti, brano è soprattutto Lalli, che, con voce di che li separano. Noi siamo quelli che vogliono Lalli. Due cantanti e musiciste, compositrici, essendo loro capaci di dosarli con parsimonia Giaccone, ci porta alle atmosfere del suo libro abitare il mondo intero. Le barriere lasciamole a poetesse, figure fondamentali della Musica e senza fretta. E, si sa, dalla commistione di “Nevicherà sul mare” (2017), arse di popolare chi ha paura. Abbracci diffusi. Popolare Latino-Americana e Italiana, ma qui essi, ne nascono di nuovi: lì, proprio lì, sta il saggezza e profondamente dense di situazioni. 14 15 di This Life e nei suoi suoni inauditi, si fa davvero composizione altrettanto essenziale. Permane importante. Una composizione gestita con gran- un senso di profondo spaesamento, trasmesso 2000 e 18 anni de senso della misura nei singoli interventi sonici, attraverso sonorità che sembrano provenire da organizzati al pari di un›estesa orchestra elettro- metalli sonori. L’equivalente di pietre sonore, nica. La spazializzazione è fatta di micromovimen- qui diviene oggetto metallico fatto risuonare (e qualche migliaio prima) ti, senza eccessi stereofonici nell›organizzazione nelle coscienze. L’organizzazione spaziale del del panpot. Assai bilanciato nell’organizzazione suono è qui assai mossa e il brano si presenta dello spettro sonico, il brano ha suoni medi sta- articolato in più sezioni, attraverso strutture bili a cui fanno da contraltare glissati-sirena di ritmiche (assai prossime a suoni di djembe) e per dar suono a musiche, frequenze acute e gravi imponenti. Un monoli- melodiche tonali che si susseguono con continui te che nell’ideazione si discosta dalle lentissi- cambi di scena, fino a reiterarsi con un›ostinato me trame dei drones prodotti negli ultimi anni di simil-arpa, un po› stucchevole alla lunga. Una oggi chiamate “nuove” da Rafael Anton Irisarri, Christian Fennesz, Ben nuova forma di musique concrete assai vicina ad Frost e comprimari. Il senso di allarme che se ne un›impressionismo per epoca digitale. Il finale “Ho preso appunti per un intero coglie ha un violento impatto emotivo che si fa torna anche qui a sfumare i contorni. Ad ogni anno, a definire gli ascolti a mio via via insidioso nel finale. Sebbene il disco inte- modo e con soluzioni “cantabili”, un senso di se- ro abbia senso di essere valutato come fatto per renità emerge negli sviluppi di questa traccia. avviso più innovativi del 2018, rimanere tra i capisaldi del genere, Kayed Out è tra centinaia di pubblicazioni ascoltate. Lonnie Holley della psicosi, non ha alcun cedimento, come in Ne è venuto fuori un articolo “I Snack Off the Slave Ship” e “I Woke Up un rituale catartico che conosce il solo sfinimen- massivo, a fotografare all’incir- to come battuta d’arresto. Ben poco peso avreb- in a Fucked-Up America” (da MITH) be (purtroppo) il suo racconto, drammaticamen- ca 50 brani/segnalazioni di live te “scompensato” e pur artistico a prescindere, appartenenti ad ambiti assai di- se non fosse accompagnato da una confezione sonica di pura eccellenza, della quale il cantore stanti: classica contemporanea, non è minimamente responsabile. Qualcuno ha nuovo jazz e musiche afro-americane, folk, rock, elettronica, musiche ben capito che su di lui e la sua storia si poteva speculare e lo ha fatto straordinariamente bene. di confine tutte...” Una band di jazzisti di prim’ordine e della scena Claudio Milano d’avanguardia newyorkese, intesse fraseggi ora cupi, ora cinici, ora spietatamente diretti, talvolta 1. Playlist da Spotify: https://open.spotify.com/playlist/1buYqwHse4PlCK8oO1PViU “cosmici”, in un richiamo a Sun Ra, che qui però trova tutt›altra materia di partenza. Due episodi Tim Hecker Tim Hecker è compositore nel senso antico del del disco sono impressionanti per la saturazione “This Life” e “Kayed Out” (da Konoyo) termine. La sua musica in quanto a composizione emotiva che il canto e quanto tessuto appresso però non apporta nessuna particolare variante ad esso, riesce a rendere. Lontano da biografie alquanto truculente che a quanto fatto in ambito classico tonale/ I Snack Off the Slave Ship, è una lunghissima de- riguardano la vita di Lonnie Holley, ciò che mi minimale ed elettronico. E› fatta di progressive clamazione ad opera di corde vocali devastate interessa riportare è il suo essere artista vero stratificazioni non dissimili da quelle di David ma evocative all’inverosimile e capaci tanto in un e d’ampio raggio. Di vite sfortunate ce ne sono Toop, estranee alla benché minima dissonanza e roco da ex baritono leggero, prossimo al suono di state milioni e poche di queste hanno prodotto con intervalli assai prossimi, da studente di Con- una tromba, quanto in una purezza di emissione bellezza, anzi, molto spesso hanno contribuito servatorio che ha disimparato ogni tecnica per elegante e ricca di armoniche gospel/soul. Il pia- ad alimentare gli orrori in cui erano vissute. Il ritornare alla pura percezione del suono origi- noforte appena scordato, affronta fraseggi ora cantore americano è essenzialmente uno straor- nario, tranne che nel fare uso di continui effetti melodici, ora cupissimi. Le percussioni afro sono dinario oratore in musica. Ad un salmodiare che di pitch, detune, autotune ad indurre una sensa- da preludio all’intervento ben più evocativo di avvicina blues della prim’ora, gospel e rap, è da zione di malessere in chi ascolta. Una cifra stili- una batteria a creare spirali nella percussione dei ascrivere il suo canto devastato da abusi di ogni stica ad ogni modo, che nella splendida scrittura piatti. L’elettronica è sempre presente diretta sorta. La densità del racconto, accesa al limite 16 17 quanto atmosferica. Un fischiettare contribuisce qualsiasi produzione rap o hip hop che sia. Hol- li. Una brevissima sospensione chiude ciò che è raggio; volumetria plastica. Tutto questo in una a rendere il tratto pollockiano materia sonica ley e sodali brevettano con questo disco una da annoverare tra le migliori ideazioni di scrittu- carrellata, la mia e pur ampiamente selezionata densa, organica e pulsante. Dilaniante come po- formula di soundpainting armato e psicotico, da ra avant degli ultimi anni. Una scrittura “colta” tra migliaia di ascolti, che di lavorare in modo che cose io abbia mai ascoltato. “azione sonora” non dissimile da rito sciamanico (in epoca in cui questo aggettivo è visto dai mu- autonomo e non “romantico” appresso ad I Woke Up in a Fucked-Up America, fa uso di pul- o reading primordiale. Suoni e versi lucidamente sicisti in primis come spauracchio), altamente armonia, intervalli di suono (in breve, la distanza sazioni elettroniche roboanti, marziali, applicate anarchici a dichiarare attraverso rughe sensibile, emozionale quanto creativa ad ampio tra le note), ricerca timbrica e spazializzazione anche alla batteria. Il pianoforte conserva il suo dell’anima, quanto una dittatura culturale (non raggio nell’esplorare tutte le componenti del fare sonica, proprio non vuole saperne e anzi, addita tratto romantico-decadente, i fiati sono trattati solo in America) sia da sempre presente, accettata musica: suono; ideazione; impianto armonico, con scherno e disprezzo chi questi ambiti indaga, al pari della batteria a creare una sorta di urlo passivamente e inammissibile in un’epoca storica melodico e ritmico; ricerca timbrica ad ampio controcorrente. “post tutto”, destrutturato quanto agguerrito e in cui torna ad essere apertamente dichiarata. diretto. Un’invettiva nettamente più incisiva di Kip Harnahan nahan percussionista e compositore, nonché “Our Reflection in the Turbulent Heat (It’s figlio del linguaggio afro-americano più volte derground mondiale, il resto accoglie Nico della Julia Holter really you...)” (da Crescent Moon Waning) rinnegato e riabilitato non certo in ultima istanza, “Everyday Is an Emergency” (da Aviary) sacra trilogia “The Marble Index”, “Desertshore”, si presenta con un disco assai affascinante, ricco “The End”, quanto Lana Del Rey e . Di di- di melodie sensuali e ritmiche che spesso si sco pop si tratta in larga parte, seppur arrangiato muovono in misura autonoma rispetto al canto. in maniera eccezionalmente arty, tale da tener Non è soluzione nuovissima, ma qui condotta conto delle più recenti evoluzioni soniche e di dire ai termini estremi. Our Reflection in the Turbu- la propria in materia. Sono gli episodi più estremi lent Heat ne è esempio mirabile e sintetico. Il a risultare i più riusciti, perché in grado di spo- canto jazz-soul porta alla mente Daryl Hall, il bas- stare l’angolo di visione della scrittura contempo- so elettrico disegna una reiterata linea melodica ranea avanti e con convinzione. Everyday Is an che sembra evocare i temi più ariosi di certo Mi- Emergency è in questa direzione composizione chael Jackson e fa testo a sé. Allo stesso modo le di grandissimo interesse. Parlo di composizione percussioni si muovono come un treno lanciato perché sarebbe inadeguato far ricorso al termine in una corsa sfrenata e carica di suggestioni ca- “canzone”. Suoni vocali e orchestrali iperacuti, raibiche. La fusione che ne nasce non può che es- sono gestiti con attacchi sfalsati di pochi sere originale, è portatrice di una cifra persona- Kerouac asseriva che negli anni ‘60 il jazz era intervalli di secondo a generare un movimento lissima, completamente a fuoco e godibilissima. Julia Holter torna con album da ascrivere appieno morto e per ogni morte il genere ha avuto, una, armonico prorompente all’attacco e poi sempre La lista dei musicisti coinvolti è talmente lunga e alla sempre più esigua nicchia dell’ “” tout dieci, cento resurrezioni. In ultimo istanza, dopo più circolare nell’allungamento dei tempi di degna di nota da raccogliere l›intera storia di un court. Un disco estremamente vario nelle atmo- l’exploit della scena nord-europea del decennio esecuzione e nel discendere progressivamente linguaggio e annovera tra le sue fila gente come sfere e nella gestione della materia sonica, dove che sta per chiudersi, gli Stati Uniti sembrano su registri medi e poi gravi. Grande l’impiego di Fernando Saunders e Jack Bruce. arrangiamenti e linee vocali si muovono in di- pronti a raccoglierne il testimone. Kip Har- rezioni non sempre unilaterali, ma tali da mani- “melodine” (evoluzione del ben noto plug in di festare una sorta di identità autonoma che va a “accordatura” autotune) nel trattamento di voci e suoni strumentali, anche perché le dissonanze, definire un quadro complessivo a priori. E’ que- John Homes A monte di ogni parodia che possa far capo a tra semitoni e microtoni necessitano di accorda- sto uno dei pochissimi dischi degli ultimi anni a “Whose Hat Is This?” (da Everything›s nome della band e titoli assortiti, Tim Lefebvre, non disdegnare uno studio dell’armonia tale da tura al limite, cosa laddove non concessa a Ligeti, Okay – feat. Kokayi) bassista nell’ultimo atto della discografia di accogliere sistema tonale come atonale, in flori- è oggi possibile grazie a mezzi tecnici sin troppo , è riuscito ad ottenere un meritato legi di dissonanze organizzate attraverso scrittu- generosi. Intorno al quarto minuto, la progres- e unanime riconoscimento grazie a più progetti. ra digitale e dunque pari a ceselli di un mosaico sione discendente si arresta. Segue un piano- Uno di questi, John Homes, non è ancora appro- perfettamente a fuoco, pur in visioni non di rado forte elettrico ulteriormente liquefatto da effetti dato in Italia ma negli USA inizia già a far culto. distoniche. Non solo, laddove l’interesse per l’in- elettronici assortiti, su cui la voce disegna una Il combo muove i suoi passi a partire dall’espe- dagine sull’emissione vocale sembra completa- melodia pari a filastrocca. L’elettronica ricama rienza di Sun Ra (il cui nome è già apparso in mente tramontato, la Holter sciorina iperacuti trame atonali appresso al tutto e le dissonanze questa lista) e della Bonzo Dog Band, andan- “di flauto”, derivati da uno studio sull’emissione si fanno non solo mistero ma volutamente “sgra- do a rimodellarle sulla base del linguaggio hip ragguardevole e degno di plauso. Se si esclude la ziate” pur nella perfezione dell’ordito sonico. I hop e dell’elettronica contemporanei. Il tutto, prima traccia che chiaramente fa il verso a Björk, controcanti raggiungono vette pari a squittii e registrato dal vivo in un lungo album. Per quan- sempre più modello per decine di voci dell’un- sono sostenuti all’unisono dai suoni orchestra- to analogie possano essere rinvenute pure con 18 19 Rig Rip & Panic e Pop Group, l’esito è da anno- jazz pronto a deragliare come un vulcano ad dal nobile repertorio del compianto songwriter e per riduzione della materia sonica e focalizzando verarsi come portatore di identità autonoma esplodere lapilli. La voce di Kokayi è un razzo, bassista inglese. L’intera operazione è riuscita l’attenzione sulla magnificenza delle melodie, e strettamente contemporanea. Una miscela sputa parole con una velocità impressionante, alla perfezione, complice il misuratissimo rese con una moltitudine di sfumature timbriche, esplosiva che in Whose Hat Is This? richiama tale da scaldare il sangue e mandare in fibrilla- apporto al pianoforte di Max Repetti, capace da sussurrati spenti ad accensioni cariche di pa- anche alla mente i primissimi Prodigy. Un jazz zione neuroni. L›elettronica funge da collante di fraseggi costantemente al limite tra classica thos e comunque mai sopra le righe, Annie funky hop violentissimo e diretto, sostenuto dal dall›inizio alla fine e lungo l›album crea autentici e jazz, mai invadenti e quasi mai ad avvicinare traduce in florilegi emotivi l’immortalità dei temi basso solidissimo dello stesso Lefebvre (in un scenari cosmici. Per chi è ancora convinto che il parallelo con Keith Emerson. Laddove questo di In the Wake of Poseidon (dove più volte balza fantastico solo atonale a conclusione del pezzo), il punk sia l’espressione sonica iconoclasta per accade, Karn Evil 9, si ha l’unico episodio debole alla mente l’eleganza di Barbra Streisand), Me- da una batteria capace di scansioni ritmiche irre- eccellenza, questo è acqua santa ben gradita. del lotto. Per il resto la resa è immacolata, anche mories of an Officier and a Gentlemen, The Sage/ golari quanto cronometriche, un sassofono free negli ambiziosi Medley che richiedono cambi di The Great Gates of Kiev (e qui il finale “There›s no registro emotivo pari a improvvise dissolvenze end to my life, no beginning to my death: death incrociate cinematografiche. C’è qualcosa però is life” mi ha strappato più di una lacrima). C’est cati rispettivamente a Cage e Morton Feldman, Gianni Lenoci/Earle Brown che rende questo disco speciale, è che a mio la Vie, su tutte, per la contrita leggerezza vocale questa volta la scelta di interpretazione e rilettu- “October 1952” (da Selected Work for avviso e per quanto eretica possa sembrare la con cui la Barbazza accompagna il tema, prima ra ricade su uno dei tanti geni del ‹900 a cui ben Piano And/Or Sound-Producing Media) cosa, alcune interpretazioni sono superiori alle di un crescendo di potenza e armonici e per il pochi allori sono stati dedicati e la cui memoria è originali, in quanto a resa emotiva e tecnica di lirismo pianistico che il tutto segue senza voler riservata a culto di nicchie: Earle Brown. una voce che ormai si attesta tra i timbri più disturbare l’emozione che emerge passo dopo L’importanza della gestualità per il compositore importanti ascoltati negli ultimi anni. Agendo passo, è gioiello inestimabile. statunitense, è vissuta dal pianista di Monopoli con fare rispettoso quanto profondamente per- sonale. La componente di alea presente nella notazione browniana, ben si presta alla ricerca Anna von Hausswolff prima che le bacchette di una batteria a percuo- di Lenoci sui suoni generati dalla meccanica tutta “Ugly and Vengeful” (da Dead Magic) tere i piatti e una voce violentemente sospesa del pianoforte. Al tempo stesso è rispettata la sa- tra risonanze strozzate in pianto tra gola e naso cralità con cui il gesto pianistico è mosso con fare (tutt’altra grazia hanno i controcanti) prendano meditabondo, nell›elargire semi di creazione la scena. Imponente un organo a canne segue pura. In October 1952, emerge una spiritualità all’unisono con chitarre elettriche e percussioni assai generosa dove ogni singoli note, accordi e marziali in una visione wagneriana del far mu- pause, hanno un peso immensamente diverso e Gianni Lenoci è pianista e compositore eurocol- sica. Il canto di Anna von Hausswolff, evocativo assai misurato, come a pesare il valore delle par- to in quanto conoscitore del linguaggio afroame- a richiamare misteri est europei e mediorienta- ticelle di pulviscolo nell’aria, o quello del cuore e ricano in tutte le sue declinazioni. Da più di due li emerge ancora prima dell’inizio di un’oscura di una piuma. Un’esperienza sensoriale che alte- decenni offre una personalissima visione delle cavalcata cosmica a suon di registri organistici ra la percezione del tempo in un brano di appena possibilità tecniche ed espressive che il piano- sempre più arditi, cosmici, in fraseggi di puro de- un minuto. Vale un salto nel vuoto. forte può offrire. Dopo due capitoli incisi per la lirio atonale prossimo alla dodecafonia. Torna la nobile Amirani Records di Gianni Mimmo, dedi- voce di Anna e poi ancora il misterico fraseggio, in un’alternanza scenica che sembra avvenire in Certi dischi hanno consapevolezza di poter tempo reale al pari del più truculento dei riti pa- Annie Barbazza e Max Repetti Annie Barbazza è interprete al mondo di giovane osare, già a partire dalla durata delle tracce gani. E’ un susseguirsi di armonizzazioni vocali, “C’est la Vie” (da Moonchild) età con il maggior numero di collaborazioni suoni siderali, modulazioni armoniche imponenti eccellenti neanche immaginabile per chi non che presentano. Un drone di organo trattato elettronicamente si muove assieme a una ma non stucchevoli, capaci di risucchiare in au- è a conoscenza del suo percorso e questo è il tentici vortici. E’ questa la sola Ugly and Venge- disco che ne sancisce l’indiscutibile caratura. nota di voce pari a canto di sirena e tenuta in lontananza alla maniera di un loop. Suoni acu- ful con i suoi quasi 17 minuti, che da soli valgono Nel suo timbro da contralto ricco di armonici un disco intero e che si attestano tra le più grandi e sfumature, nei suoi appoggi dentro e fuori il stici elettrificati sottolineano un incidere marzia- le. L’arrivo del canto a declamare il testo, è pari intuizioni avant rock odierne, tra estetica dro- ritmo a trovare la giusta dimensione dell’anima, ne, kosmische musik, gothic e azione sonica. Già è l’eco delle più grandi voci femminili del folk di alla rivelazione di un oracolo e sembra provenire da un altro mondo. La naturale evoluzione dei un classico del rock tale da poter essere amato sempre, da Laura Nyro a , passan- da chi giovane è e chi è lo rimasto nello spirito, do per Sinead O›Connor. L›esperienza umana percorsi di Dead Can Dance, This Mortal Coil e Carla Bozulich. Il concetto di suono puro sembra non per chi ha fatto finta di esserlo, o non lo è ancor prima che artistica, maturata al fianco di mai stato. Greg Lake, l›ha portata a scegliere una selezione essere completamente assente, tutto è filtrato 20 21 Gianni Maroccolo pertura per chitarra ritmica, campionamento da Dalila Kayros: “Hanged” (da Transmut- grata la ricerca timbrica in un canto di “registro” “Cuspide” (da Alone) organo elettrico MIDI, elettrica ancora satura e tions – I – ) e non più di “voce estesa”. Ogni singolo brano del percussioni da campionamenti. Segue un’evolu- disco presente manifesta un›elettronica non più zione ritmica più solida che si muove marziale affine al campo neo-industrial ma “art pop”, tale ma tale da lasciare spazio ad evocatività. Quarto da integrare ritmiche trip pop, hip pop, o sempli- quadro a carico delle chitarre lasciate sole, quin- cemente funzionali alla solida ricerca armonica. to con arpeggiatori di synth e campionamenti di Questa è tale da annullare steccati della forma vento a rimaner soli in coda assieme a rantoli canzone, generando romanze elettroniche forte- vocali. Soundtrack per mente lasciata libera di mente legate al legame tra ritmo ed espressioni- scorrere per lidi liberi, ma anche assai a fuoco. smo vocale sciamanico ma ora capace anche di Pur con qualche roboante eccesso, un disco forti slanci lirici. Tutto è strettamente contempo- affascinante tutto. Costante della Contempo Re- raneo anche nell’essere “in” nel recupero di certe cords, ferma nella salvaguardia di estetiche anni atmosfere e modalità care agli anni ‘90 più flori- ‹80, il brano segnalato è dipinto glaciale, che di di. Hanged (come Mothland) è episodio eccezio- decenni addietro però non ha il suono, solo il Nuhk di Dalila Kayros è stato uno degli album più nale. Il canto si muove serpentineo tra singulti L’irruente ingresso sonico del brano, ottenuto gelo di storie già vissute che tornano agli occhi importanti dell’underground mondiale di questo elettronici altamente sincopati, destrutturati. con distorsioni a carico di synth, chitarra elet- in lacrime e rabbia, maturate al freddo di nude decennio e il fatto che in pochi l’abbiano La voce raggiunge vette da soprano pop che nel trica e spettrali echi vocali, si stempera in un’a- anima e ossa. incontrato non esclude che ciò possa accadere e timbro non ha possibili termini di paragone ma presto. Cinque anni sono passati nel frattempo, un›unicità che di lei fanno un›autentica divinità la ricercatrice vocale sarda è stata (ed è tuttora) contemporanea. I controcanti seguono il canto voce degli eccezionali SYK, in due dischi che hanno rendendo la dimensione del suono ampiamen- catturato l’attenzione dell’avant metal mondiale te circolare. Tutto è perfetto, godibile, misterico, e ha realizzato un disco in duo con Luca Pissa- drammatico senza generare alcun senso di disa- vini. La grande esperienza maturata l›ha portata gio in chi ascolta, eppure profondamente “altro”. Father Murphy: “Agnus Dei” (da RISING. A sue liriche, che fossero scritte da un italiano, pur a realizzare un lavoro completamente differente Dalila ha trovato la chiave per raggiungere e con Requiem for Father Murphy) nella loro sincera e profonda enfasi spirituale, sa- da quello d›esordio. Abbandonata la lingua sarda il solo supporto di un›elettronica gestita auto- rebbero oggetto di sola derisione. a favore dell›inglese, conclusa l›esperienza con nomamente, un pubblico ampio e cosmopolita. Eppure i due cantori a dar voce a questo dischetto Antonio Zitarelli in qualità di co-arrangiatore, A lei l›augurio di far breccia in quanti più cuori di risonanza mondiale, sono veneti e la registra- esteso il campo emotivo dall›unilaterale livore di possibili, capaci di accogliere cotanta potenza co- zione del lavoro è avvenuta negli studi torinesi prima istanza ad uno spettro ben più ampio, inte- municativa. dei leggendari Larsen, ovvero Fabrizio Modonese Palumbo e Paul Beauchamp. E’ disco che sinceramente non valuto neanche nel complesso, perché davvero povero in slanci compositivi e ancor meno interessante nell’uso di voci costantemente al di sotto di un limite de- Low: “Dancing and Blood” (da Double cente di intonazione. Negative) La parabola della band americana di Mimi Parker Due brani però sono davvero eccellenti: Agnus e Alan Sparhawk, sta assumendo sempre più le Dei e la seguente Communion. parvenze di miracolo. Dalle origini avant folk, La prima merita davvero di essere inserita tra i alle evoluzioni arty che che lo sorso anno l’aveva vista ribattezzarsi come Organ Reframed, a intes- Un disco (incondizionato l’amore che Michael migliori ascolti dell’anno trascorso. sere litanie di cristallina purezza su lunghi pedali Gira degli Swans nutre per il progetto) che mette Un drone oscuro, autenticamente apocalittico, tenuti di organi chiesastici, l’elettronica di Double in luce un’America di predicatori da sempre viva caldo quanto saturo di distorsioni emerge Negative sembrava quasi attesa. e vitale, ma che raramente giunge ad esiti soni- lentamente e con dovizia di oscillazioni di Il disco è stato ampiamente lodato dalla critica ci capaci di rappresentare una contemporaneità intonazione mentre su di esso si innesta florido mondiale e italiana in primis, ma a ben vederle le autentica. Abbiamo goduto per anni del canto di un canto femminile cristallino. Una meraviglia canzoni del lotto, ascoltate nel tour in corso sono David Eugene Edwards (16 Horsepowers/Woven asciutta, diretta e auto-rappresentativa al punto proprio canzoncine, che solo nell’impressionante Hand) e certamente lo abbiamo accolto proprio da mettere da parte il resto e ritagliarsi un posto lavoro in studio d’incisione trovano un abito che perché non abbiamo dato retta ai contenuti delle nell’anima. 22 23 da solo sa essere contenuto. a creare una sorta di disfacimento della materia Maisie: “Ruderi e Macerie #3” (da Male- sonica dalla seconda sezione in poi, Ruderi e Ma- Dancing and Blood rimarrà uno dei classici rock di sonica. Il meglio avviene nella sospensione dette Rockstar) cerie #3, a distanza di più di un anno dall’uscita fine decennio. centrale, quando un suono pari a quello del del disco, è brano che sento assai vicino. Un ribattuto imponente ad aprire, sorta di rumo- segnale di partenza di una nave, sommato a Non solo, vi sono coinvolti Francesco Chiapperi- re ecografico o di risonanza magnetica riportato una voce con un andirivieni di pitch genera un ni, collaboratore alla quasi totalità dei miei pro- in musica, a cui si sommano suoni più insidiosi in progressivo crescendo che filmicamente rende getti e Vito Emanuele Galante, del RADIATA 5tet, progressiva stratificazione (meccanismo vecchio una sorta di arrivo di uno sciame di insetti. La mi- di cui pure ho fatto parte. da far paura) e il canto che appare pesantemente scela genera qualcosa di semplicissimo ed elabo- Decostruzione e imponente zeuhl nel primo soggetto a effetti di ogni sorta, qui piacevole, sul rato al contempo, non certo da dancefloor, ma movimento, che prevede una marcata teatralità resto del disco spesso noioso. Le chitarre sono la appannaggio di chiunque cavalchi tutt’ora l’ag- nell’esasperazione dell’indagine di emissione cosa migliore con effetti di detune applicati e altri gettivo “minimale” affiancato a “pop”. della voce; jazz-folk assai drammatico nel canto partigiano del secondo; lo stemperamento del fare marziale, da inno, del tema vocale originario nel terzo, che diviene spirituale fino Quanto i Maisie abbiano dato con la loro ultima alla rarefazione elettronica degli interventi di pubblicazione è ciò che giustamente gli è stato Luigi Porto sul Kyrie. Il disco di suo è composto attribuito da critica e pubblico. Un lavoro di tanti racconti, che spesso fanno del dialogo colossale di grande valenza socio-politica e teatrale componente cinematografica (la splen- pur estraneo a noia, perché dichiaratamente dida Wilma e il Diavolo, Folkpolitik), ma capaci esilarante e più che cinico “clinico” nello sguardo anche di sintesi al fulmicotone in Un Programma al reale. Politico Sintetico, Inefficace ma Divertente. S’è Sigh: “Heresy II: Aconism” (da Heir to De- I Sigh sono definiti band avant metal. In real- A sinistra, certo e chiedetevi perché ad esporsi a detto di tutto sul disco e giustamente. Del- fat to che in mezzo c’è l’intero underground italico spair) tà di avant hanno ben poco se non il ricorso a destra cantando “brutto negro di merdaaaaaaaa, ormai istituzionalizzate forme progressive e un brutto frocio di merdaaaaaaaa, terroneeeeeeee, a coprire generi e sottogeneri diametralmente canto affascinante. Mirai Kawashima ha un tim- rabbino maledettoooooo, musulmano inferio- opposti, che chi della musica non sopporta bro davvero stregonesco. Soltanto a sentirlo vien reeeeeeeee, Dio ti voglio bene ma ammazzali l’elemento teatralizzato l’odierà a morte, che chi male alle corde vocali, nel pensare la compres- tutti tranne meeeeeeeeee ecc ecc ecc” il suono è della musica vive l’ideale romantico della stessa, sione che su quelle esercita per far fuoriuscire un proprio ridicolo. Ci sarà pure un motivo no? lo guarderà in cagnesco. Piace o non piace, di solo rantolo adenoidale e strozzato. Ovviamen- Complice anche un mio intervento non proprio certo è uno di quei parti nati per restare e questo te i temi vertono su argomenti occultisti, cosa parco nella stesura di testo, ideazione e perfor- è il destino che gli spetta, indipendentemente da che fa fumetto più che altro. Il secondo episodio mance delle sezioni vocali, gestione della trama opinioni e gusti personali. della suite del disco, utilizza formule sinfonico romantiche al ralenti (chi ricorda i Devil Doll?) strumentali e leggerezza mai banale delle linee e assai ben orchestrate, puntando su tutto sul- I Hate My Village: “Aquaragia” (da I Hate vocali. Il singolo Aquaragia, è un vero e proprio la voce, di suo già ipercompressa sulle corde vo- My Village) manifesto programmatico. La sezione strumen- cali false e poi abbondantemente trattata con tale si fa tutta pulsazione afro, non solo basso elettronica a rendere ulteriore spaesamento. e percussioni, elaboratissime nella multi-stra- Un break finale comporta l’uso di estremi “suoni A monte del blasonato “ritorno agli anni ‘90”, ciò tificazione delle poliritmie da cardiopalmo, ma di fischio” (frequenze vocali iperacute ottenute che mi è sembrato più evidente in questo scorcio anche le chitarre seppur mai impiegate con ac- comprimendo le corde vere e lasciando un solo di fine decennio, è stato un ritorno al suono violen- cordi, come nella tradizione dell’elettrica non so- piccolo foro a vibrare nella sezione più alta. to: punk (quello meno pettinato), heavy metal e lista. Un vortice che avvicina il surf e che supera L’aria viene immessa con respirazione inversa, poi tutti i fenomeni legati alla musica black non di slancio le intuizioni manifestamente tecniche portando l’addome dentro). Non solo, in questa necessariamente da Grammy Awards (rap, hip dei King Crimson di “Discipline” e le reiterazio- sezione viene adoperata elettronica glitch a hop, trap, soul, funky, gospel, disco music). Il tut- ni dei Talking Heads di “I Zimbra”, conducendo devastare l’ordito sonico, fatto anche da fiati free to a ricordare più la fine degli anni ‘70 in risposta tutti in pista. Musica colta per le masse, che solo jazz, noises assortiti, musica concreta. Splendido, minacciosa all’incedere delle destre mondiali, o una formazione con fuoriclasse militanti in Cali- potrebbe essere la naturale evoluzione del per- semplicemente a segnalare un disagio che spara bro 35, Afterhours, Verdena, Bud Spencer Blues a destra e a manca senza visualizzare responsa- corso dei Naked City, se John Zorn avesse ancora Un disco godibilissimo con dei momenti dav- Explosion, poteva concepire con una coesione bili. voglia di mettersi in discussione. vero superlativi per sbrigliatezza delle sezioni simile. Un esordio assai più che semplicemente 24 25 memorabile e il miglior asso nella manica su cui P.S.: Difficile trovare in rete una data di pubblica- fuoco, l’ode folk per arpa e voce (che nel finale progressivo con pochi paragoni. Un accordo la Tempesta Records oggi possa fare affidamen- zione unanime. 2018 o 2019? Poco importa, non raggiunge un DO5 con grande naturalezza) di So- di sospensione armonica prelude a un breve to. Un disco che deve avere eco internazionale, è musica tale da invecchiare in fretta. othsayer Song; la romanza per piano e voce di I recitativo, mentre in lontananza si sente il suono qualora ciò non avvenisse, sarebbe puro dolo. Was Glad, dalle armonizzazioni ben ricercate; la di un pianoforte come nelle vecchie incisioni in magnifica Adieu Color Adieu, che trova una di- cui era possibile percepire appena in anticipo mensione estaticamente corale e non ha timore lo sviluppo dei brani (i nastri venivano usati più variazione in 12/8 che nel terzinato sembra vole- Ryley Walker: “Accomodations” (da Deaf- nell’affrontare spigolose dissonanze in apertura e volte durante le take dello stesso pezzo in studio, re arricciare l›emozione a fior di pelle. Una voce man Glance) chiusura del pezzo; l’incanto mistico della pasto- per non incorrere in sprechi). L’andamento che assai bella ma non originalissima nel timbro, per- rale Eternity, con un bel violoncello a dar calore; segue è da tipico pastorale canto chiesastico ché invero assai simile a quella di Brendan Per- le sublimi trasfigurazioni di The Peak of Paradise, americano, con annesso lirismo vocale intimista. ry, comunque portatrice di emozionalità e au- non estranee ad un’elettronica discreta quanto Le armonizzazioni però vanno a complicarsi in torevolezza declamativa. L›assetto armonico su funzionale; l’andamento glam rock di Challen- sviluppi ora tardo romantici, ora da slancio glam scale esatonali discendenti si avvicina al jazz più ger che riporta direttamente alla mente alcuni rock. Poi una sospensione centrale con più modu- ricercato e all’ultimo Scott Walker, ormai faro episodi da “Transformer” di Lou Reed. E› il disco lazioni e un’innesto di chitarra elettrica dal suono (quasi) unilaterale dello sparuto songwriting col- nel complesso (notevoli anche The Virgin of the grottesco, mentre violoncello e arpa aggiungono to. Le percussioni di Mikel Avery suonano come il Snow, Lord of Love, la “blakeiana” Little Lamb) a calore. Il canto trova nell’inserimento di contro- miglior Thomas DiMuzio di “Hunger›s Teeth”, ca- risultare degno di nota, così come lo era stato, ad canti, una dimensione ancora più convincente. polavoro dimenticato dei 5uu›s. Sono un insieme esempio “This Coming Gladness” del 2008 (con Torna un breve recitativo e poi ancora un coro brulicante di suoni elettronici e acustici sparsi nel- la stralunata e magnifica Lullaby to All dove gli di voci dalle armonizzazioni swing primo ‘900. lo spazio. Si muovono come in un quadro astratto strumenti tutti facevano guerra tonale al cantato A seguire l’irrompere di un’elettrica roboante a frammentare il ritmo anche quando potrebbe dagli intervalli ubriachi). e psichedelica a cui fa eco un lungo arpeggiato risultare stabile. Il pianoforte semina accordi pari La title track, ha la capacità di riassumere tutto, d’arpa in detune. Adorabile, non ho altre parole. a martellate atonali. Solo l›incedere del basso, Che il miglior brano avant progressive dell’anno in chiusura, attestandosi come gioiello di folk potesse giungere da chi da sempre è valutato in alleggerisce il tutto nella microvariazione reite- qualità di folksinger, non è neanche una novità, rata. Un flauto traverso assai jazzy e minimale basti ricordare certe derive di Tim Buckley e Roy disegna le trame del suono sulle frequenze più Vessel: “Arcanum (for Christalla)” da nel modo di trattare strumentazione che voci e Harper, per non maturare particolari sorprese. acute. Intorno al secondo minuto c’è anche “Queen of Golden Dogs” tali da risolvere in un bizzarro coro che mette E’ “Deafman Glance” disco tutto affascinante, spazio per una variazione armonica condotta da assieme Medioriente, Nord America e Vecchia ma Accomodations è composizione superlativa. elegantissimi fiati. Un accenno prima del ritorno Europa, sono un bel momento e l’esasperazione melodine Il canto mantiene dall’inizio alla fine una sottile del tema misterico di base, ora affidato al solo dell’impiego di in modo “grezzo”, rende tensione emotiva, stemperata in una breve pianoforte. Magnifico. il tutto ancora più curioso. L’esotismo del canto di Torno-me eles e nau-e, che viene ridotto a po- lifonia (madrigale a tratti) classico-contempora- Josephine Foster: “Faithful Fairy Harmo- qua. La cantautrice americana che voleva nea, lo è molto di più. Nel lotto spiccano pure i ny” (da Faithful Fairy Harmony) essere cantante lirica, ma che da anni alterna rantoli industrial di Sand Tar Man Star, che risol- l’insegnamento della voce alla registrazione di al- vono in una sorta di coro di sirene tra Nord Africa bum in buona misura tutti pregevoli e portatori e musica black americana e la più ruffiana Fanta- di identità autonoma, è arrivata lo scorso sma, dove un quartetto d’archi con armonizzazio- anno alla pubblicazione di un doppio disco. ni atonali incorre in derive dance (ma con dovizia “Svanito” come sempre e tanto più vario nella di armonizzazioni da Bollywood). proposta delle singole tracce, ma unilaterale Su tutte e per dono di sintesi, l›altezzoso cla- nell’espressione di una spiritualità autentica e di Altro disco fuori dalla grazia di Dio per segnalare ancora una volta come se vi lamentate di ascolta- vicembalo barocco di Arcanum, con cori bellezza “altra”. Il suo canto da soprano leggero onomatopeici da soundtrack cartoon annessi con scarso sostegno (in breve, la voce “traballa”), re solo la stessa solfa è perché siete pigri. Un lavoro di piccoli bozzetti musica da camera e archi. L’elettronica qui ubriaca il tutto ha un fascino antico, sembra quello della vicina di progressivamente fino a sfaldarne i contorni e casa freak che avrebbe voluto altro dalla vita, ma iniettata con abbondanti soluzioni elettroniche e qualche sapore esotico, è quanto il Dj Sebastian attestare fieramente “è il 2018”. si è ricavata una dimensione così fuori dal mondo Da encomio per la capacità metalinguistica, per da risultare assai meglio di quello che avrebbe Gainsborough, in arte Vessel ci dona in ascolto. L’esito è interessante, anche se a volte non pro- l›inaudita faccia tosta. Il tutto non allontana la Il culto di Josephine Foster è appannaggio voluto (una semplice esecutrice). Sono tanti gli sensazione di esercizio di stile, ma il quadro è tal- episodi del disco a risultare completamente a prio “aggraziato”. Le armonizzazioni ardite di Za- di pochi ma assidui seguaci da molti anni in hir, organizzate su piani distanti tra loro, tanto mente singolare da avvincere. 26 27 Richard Youngs: “As the Mind Shrinks It appena accennate come scarabocchi/scriccioli di tra i due sono l’equivalente d’avanguardia di Di che il brano apre con una elegante intro. Il pezzo Tends Towards Disappearing” (da Belief) pensiero latente, organizzazione ritmica e tanto Meola e John McLaughlin in ambito fusion. L’inte- si muove come un treno in folle corsa sul quale i meno per la voce il cui timbro richiama alla men- razione è tale che distinguere i due è impossibile, passeggeri si muovo sull’intero spettro di visione te e in modo netto, Robert Wyatt (quante volte ciò che conta è il linguaggio ed è linguaggio che ha immaginabile, abbattendo ogni confine tonale e tornerà questo nome in questa lista!). consapevolezza di tutta l’evoluzione jazz e delle abbracciando un sistema misto, ma senza risulta- Qualche lavoro nel mucchio si distingue ed è il derive classico contemporanee più prossime re in alcun modo sgradevole. caso di “Belief” dello scorso anno (ovviamente alla performing art che non alla composizione Una meraviglia da custodire con enorme cura, un nuovo, orrendo capitolo, “Dissident” è stato scritta ed eseguita in modo accademico. Con loro erano anni che non ascoltavo qualcosa di simile e già sfornato). l’agilissimo e geometrico fraseggio di Scott Col- per la precisione dal magnifico “Duo Milano”, che As the Mind Shrinks It Towards Disappearing, è ley al basso elettrico e Tom Rainey alla batteria, vide nel 2007 all’azione Cline con Elliott Sharp. a mio avviso la traccia di maggiore interesse di recente produzione. Il canto abbandona i riferi- menti abituali e torna ad abbracciare una sorta Oneida: “Bad Habit” (da Romance) E’ un gioco di “fase” applicato al delay a rendere di primordiale lamento nativo americano, per la traccia da me segnalata come qualcosa di coincidenza peraltro non dissimile dalla scrittura molto più che “una canzone”. dei brani più lenti di Cobain, ripetuto fino ad ol- L›accordo è uno solo. Basso elettrico e chitarra Quasi 200 album pubblicati in meno di vent’anni. tranza su una cascata di suoni che si affastellano. si limitano a regolare il numero di oscillazioni Un record cercato ma non un attestato di meri- La chitarra elettrica iper-satura è ad ogni modo per secondo e il relativo transito da un canale to. Richard Youngs, dopo “The Naive Shaman” lo strumento principe del disco, assieme ad una all›altro per mezzo del panpot. Su tutto si inne- del 2005 ha coniato una singolare modalità di batteria elettronica low-fi (MIDI?). Il risultato è sta la voce straniata e monocorde di Papa Crazy. composizione. Attestato un modo di scrittura assai onirico e trova uno sviluppo nella sezione Poi qualcosa cambia e sull’oscillazione preceden- che accenna un tema senza svilupparlo, fa così finale grazie ad un ribattuto di chitarra dal suono te si articolano puri noises di chitarra. Il gioco si economia di tempo, non risparmiando però sulla cristallino a creare atmosfera e un basso elettrico ripete ancora una volta, con effetti ancora più ricerca sonica. E’ questo l’unico pregio oggettivo solido e fuori tonalità che suona quasi come un surrealisti e siderali, affidati alle corde e comun- del suo lavoro: il suono (e certo la musica que- richiamo lontano, una sorta di sirena, espediente que sull›impianto monolitico dell›accordo su sto è, ma non solo...). Un suono sempre un passo sin troppo ricorrente in questa lista di brani fin cui il pezzo è creato. Il brano si svuota e poi ri- oltre dove la maggioranza dei musicisti giunge. qui citati. Inutile dirlo, nessuno ha copiato nes- Lo si aspettava da tempo un nuovo capitolo della prende il delirio sonico, ma con il solo intervento Per il resto, non particolarmente rilevanti l’at- suno, certe idee sono nell›aria quanto gli allarmi discografia dei corrieri cosmici dell’hard rock di dell›elettrica. tenzione per armonia, intervalli melodici, liriche che le sollevano. Un buon momento. Brooklyn ed è arrivato, infine. Nel complesso E’ come assistere a un film con gli stessi protago- nulla di eclatante, ma due tracce del lotto sono nisti a muoversi in direzioni diverse per l›intera intuizioni che hanno del geniale: All in Due Time e durata. Straniante e anche per questo, assai gra- The Nels Cline 4: “Furtive” (da Currents, pochi chitarristi al mondo che possono vantare soprattutto Bad Habit. dito. Constellations) tutt’oggi l’attestato di “avant hero”. Mo- stro sacro dell›improvvisazione, si è distinto tan- to negli ambiti del rock di confine che in quelli Sleep: “The Sciences” (da The Sciences) A scanso di equivoci, l’ultimo disco degli Sleep è del jazz, con un fraseggio personalissimo, atten- semplicemente perfetto. Ha un unico difetto e to ad armonizzazioni aperte ed intervalli tali da non da poco, suona come se fosse stato concepito raggirare ogni armonia di partenza, oltre che per 30 anni fa. L’unico brano a far la differenza è una ricerca di suono elegantissima anche quan- quello che introduce il bellissimo lotto di canzoni do prossima alla soglia del rumore puro. ed è per questo che lo segnalo. L’ultima pubblicazione lo vede in quartetto con E› traccia fatta come per il brano degli Oneida, di l’ex enfant prodige Julian Lage, da anni alla cor- regolazioni di effetti in presa diretta. te di John Zorn e autore dell›autorevolissimo Il quadro in questo caso è più mosso, perché gli “Modern Lore”, candidato al Grammy come Best accordi sono più di uno (su cui si avverte la fretta Contemporary Instrumental Album, dopo una di ripiegare comunque) e figura qualche grappo- caterva di premi raccolti col precedente “Mount lo di note, intervallato da suoni percussivi sparuti Royal”. e marziali, prima del sopraggiungere di un peda- Noto ai più per la lunga avventura musicale e Nella traccia di partenza, Furtive, che da sola vale le d›organo chiesastico a chiudere il tutto. umana maturata con Wilco, Nels Cline è uno dei “Currents, Constellations”, i dialoghi serratissimi Ricordo che negli anni ‹90 tracce come questa 28 29 (ma ben più ordite) venivano poste come ghost glaciali come “Faust IV”, della band tedesca dei Paola Tagliaferro: “Mrs Yin and Mr Yang” a raccogliere anni di studio di canto microtonale track a conclusione del tutto ed erano delle ‘70 che assieme ai Neu! e a Klaus Schulze, ha a (da Fabulae) e strumentazione indiana con Amelia Cuni e una derive noise che gli Smegma soltanto, i Sonic sua volta originato questo percorso. costante ricerca spirituale, punto di forza della Youth e gli Hüsker Dü, avevano realizzato come Questa materia sonica fatta di un accordo solo o sua poetica. Dell›album, le tracce più esplicita- possibilità di canzone. Poi, sarebbero arrivati poco più, modulato nelle infinite varianti che un mente capaci di edificare un ponte mentale tra i Sightings e la scena noise americana di inizio semplice pedale applicato allo strumento elettri- culture, distanti geograficamente ma da sempre millennio. co può offrire, conduce alle origini della materia vicine per scambi culturali, economici e non in Cos›hanno dunque il brano degli Sleep e quel- suono con un fare che esprime angoscia, disagio ultimo, guerre, sono: Algoritmo: Un Ponte Tra I lo degli Oneida che ho segnalato, in quanto a ed è molto più che una “manifestazione” provo- Due Mondi e La Signora Yin E Il Signor Yang .Ov- nuovo? Semplice, la profonda linearità, peren- catoria. viamente la distanza che si avverte in questi sol- toria, apocalittica, sanguigna e organica deriva- Più che propedeutico al resto, la sintesi di ogni chi è in primo luogo di spirito, ma anche di for- ta dall›estetica dei drones degli ultimi anni e che sviluppo. ma sonica, ben distante da quella della canzone da quelli ha preso le distanze da dischi ben più tradizionale e più vicina a un canto libero, altret- tanto liberamente sostenuto da una strumenta- zione acustica, con effetti di musique concrete e qualche sparuto, ma indispensabile intervento Fabulae è il terzo album di Paola Tagliaferro e elettrico/elettronico. Disponibile in rete la sola arriva dopo l’altrettanto bello Milioni di Lune del versione inglese del disco, dove a risultare più 2012, realizzato in coppia con Max Marchini. La avvincente è la seconda traccia. Una carezza per materia sonica si fa in questo lavoro cosmopolita l’anima.

2. Da altre piattaforme: SOPHIE: “Pretending” (da OIL OF EVERY addosso che da solo fa la differenza. In qualche Lawrence Dunn: Disappointment Rondeau gnare lavori domestici e transiti in automobile. PEARL’S UN-INSIDES) caso, la forma canzone viene superata del tutto e https://www.youtube.com/ La musica classica contemporanea, soprattutto l’esito si libera da costrizioni di sorta. L’episodio watch?v=c5fK70yPo_c lontano dall’Italia è consapevole di questo e da migliore è a mio avviso Pretending. tempo propone forme nuove in chiave piacevole E’ un brano che parte con un lunghissimo e side- quanto irriverente. rale drone costituito da elettronica cosmica (in Nei nostri Conservatori gli allievi si laureano senza quasi tutti i solchi del disco invece il suono è in- conoscere alcunché sia stato prodotto nel secolo dustrial) e voce affocata a seguirne le movenze scorso, figuriamoci oggi e laddove a conoscenza sinusoidali. Come in una “Nascita di Venere” di del nuovo dovessero giungere, vengono guidati memoria botticelliana, il miracolo umano si ma- ad odiare nuove formule per opera dei docenti nifesta nell’emersione, qui non dalle acque ma stessi, per i quali l’ignoranza è attestato di gloria da un non meglio precisato mistero cosmico, che alla stasi piatta che vive il proprio cervello. si fa canto e difatti la voce come simulazione arti- Il punto è che la musica contemporanea (quella ficiosa di vagito, emerge. riconosciuta a livello mondiale, non Allevi o Ei- Alcuni suoni sono davvero grotteschi, come quel- naudi) ha una pretesa, quella che il linguaggio li che chiudono la traccia, simili al motore di una musicale vada conosciuto, al pari di quello giuri- Sophie Xeon (che non si può urlare tutto a motocicletta che fatica a partire, ma la loro es- Da decenni il mondo accademico musicale è radi- dico, ingegneristico, medico. caratteri cubitali, pseudonimo, titolo del disco, senza da “cartoon” regge comunque . L’immagi- calmente mutato. Difficile prenderne atto in Ita- Ora, nessuno (o quasi) si improvviserebbe inge- come a dire “se urlate io urlo più di tutti”), è ne della musicista (cosa dichiarata pure nel bel lia dove lo spazio dato alle musiche contempora- gnere, a ben vedere neanche critico d’arte, ma una Dj che si è fatta immediatamente notare brano Faceshopping) si accolla, novella alfiere nee è non pari a nulla ma irrisorio e guardato con tutti si improvvisano grandi conoscitori di musica con un album di debutto candidato ai Grammy. della body art, il ricorso ad un’essenza plasticosa sospetto. Il timore maggiore è quello di dovere perché nella vita hanno ascoltato una trentina Si tratta di un disco pop confezionato benissimo, per non riconoscere i propri limiti/pregi umani avvicinare qualcosa di difficile, noioso, quando di album sparsi. con delle canzoni piuttosto banali nell’impianto e l’intero disco esibisce contraddizioni interne a invece le consuete forme musicali conosciute dai Cosa c›entra con questo Lawrence Dunn? Il suo e nella tessitura delle melodie, ma con un vestito tutto spiano e con coerente incoerenza. Sfizioso. più in giovane età (20-30 anni massimo), permet- linguaggio è “giovane, trendy”, in un›epoca in cui tono viaggi sonici più accomodanti, ad accompa- le porte di Conservatori sono aperte e giustamen- 30 31 te, ai linguaggi più eterogenei e Jonny Greenwo- ad ottenere onomatopee. Karate, anche lui ad elettronica e voci. Comprima- usare, apparentemente, note. od viene eseguito assieme a Beethoven con pari L›equilibrio del tutto è sofisticatissimo, bilancia- ri, ma con caratteristiche assai differenti. Ognuno Di un›eleganza superlativa “Cascade”, dove il gloria (più o meno giustamente, questo). to, non è qualcosa che “tutti potrebbero” (The mostra un carattere a sé ma funzionale alla resa dialogo fra fiati, qui davvero superbi per capacità La sua musica ha conoscenza di linguaggio orto- Grand Vizier’s Garden Party di Nick Mason, su collettiva, come ad essere attore di “carattere”. timbriche e il sottile disegno del contrabbasso- of dosso e meno e proprio per questo può permet- “Ummagumma” dei Pink Floyd è concettualmen- Più spiccatamente jazzy e soundtrack oriented il fre un Miles Davis mai ascoltato (che non solo del tersi anche di associare oggetti domestici a pro- te progenitrice di tutto questo, ma al confronto percorso di Kinzelman, cinicamente diretto e mai proprio strumento son fatti i jazzisti e Davis certo durre suono, al pari di percussioni tradizionali. sortisce l›effetto “vorrei ma non posso proprio”). sopra le righe; a cavallo tra jazz e rock il basso non solo trombettista era). A chi gliene importerà qualcosa? Certamente a Pur divertente, giocosa e indubbiamente nuova di Rehmer, dalle geometrie traino, mai bana- Gli esposti si fanno sempre più morbidi nel suono chi giovane (d›età o di spirito) quanto lui vorrà nel suono e nello spirito (meno nella sostanza li; avant (jazz, rock, progressive, che importa?) ad incontrare il Canterbury sound dagli esposti sentirsi riconosciuto come studente di musica (o della proposta), la materia di Dunn esposta in il drumming di Karate, di nazionalità italiana più eurocolti (Henry Cow) in “Buckle” e poi a co- musicista) inserito nel proprio tempo. questo brano, ha tutti i sacri crismi della musica (Stefano Tamborrino. Basterà questo a far cir- verizzare Wyatt in quella meraviglia che è “Born Se una casalinga dovesse vedere questo video classica. Piacerà a chi in quell›ambito ha esperito colare la band in radio tra la canzone su tre che Again Cretin”. con l›ensemble Slagwerk Den Haag ad eseguire e chi ha fame di conoscere, annoierà (forse) chi deve essere a stelle e strisce, o ci rifileranno solo “Amudsen – Evidently Chickentown”, si apre con un suo brano, non importerà un accidente e così manco sa cosa il nuovo in musica sia, ma tutto Al Bano?) capace di un florilegio di invenzioni canto a doppia cavità mongolo e suoni elettronici a un musicista medio in ambiti pop, rock e jazz. pretende di sapere. a tutto spiano a seminare suoni assortiti pari a inquieti ma non drammatici, il disco non suona A sentirlo invece, il brano (e per quel che dura) Non in ultimo, per chi mai s›è chiesto cosa pos- schegge ritmiche impazzite quanto frutto di un mai ostico, scorre e piacevolmente, dall›inizio scorre e potrebbe funzionare da perfetto “cor- sa essere la classica “oggi”, non 30-40-60-100 disegno geometrico da action painting. alla fine. Una conclusione invero “epica” per du- tocircuito” tra un brano e l›altro di Virgin Radio anni fa (avanguardia è termine assai “elastico” Il brano d’ingresso, col suo incedere di contrab- rata (25›25”), ma non per esiti. Se gli Henry Cow Classic. nei templi “alti”), la composizione in oggetto e basso in riff, percussioni spezzate a disegnare fossero nati oggi, la loro “Udine” sarebbe questa La proposta di Dunn (lo trovate qui, non su Wi- la performance che l’accompagna potrebbero quadri stereofonici e a mescolare trame in un e siccome gli Henry Cow non sono nati oggi, que- kipedia: http://www.lawrencedunn.co.uk/) che risultare un effetto del tipo “dove ho vissuto fi- frullatore, fiati a dialogare come incompresi in sto brano a loro non somiglia affatto. Chi vuole usa intervalli sonici carichi di mistero a creare una nora???”. Visto che il tempo per leggere un libro un lucido esposto, è una meraviglia che farà in- capire mi capisca, un parallelo d›intenti non im- sorta di soundtrack cartoon, è tutt’altro che inav- di Fabio Volo, per guardare partite di calcio, stu- namorare estimatori della Fire!Orchestra, dei plica l›impiego degli stessi mezzi sonici. vicinabile, non per chi ha fatto di Danny Elfman pide tribune elettorali in show politici quotidiani, Morphine, dei King Crimson di “Red”, dell’elet- La decostruzione sonica, si trasforma in un (l’autore delle colonne sonore più note dei film di Sanremo, lo spazio lo si ha (bisogna pur essere tronica “prestata a” o a “definire la” jungle meno ostinato ritmico/tellurico con voce rap (la Tim Burton) una referenza, seppur minima. “sul pezzo” no?), da chi come me non sa, chiedo: eterodossa, dei Dale Cooper Quartet in chiave contestazione un tempo era atonale/esatonale/ Suoni di percussioni tra i più svariati, guida- “già, dove accidenti siamo vissuti, tutti?”. non narcolettica, il tutto senza escludere quanto dodecafonica o comunque seriale, oggi è a ti da due marimba, seguono un andamen- fatto da Dave Kerman in anni di incisioni passate mezzo d’enfasi ritmica, anche vocale). L’effetto è to di laptop preregistrato con unico suono A Lawrè ‹a paperella nun fa› più ride, usa e pa- inosservate ai più. “cosmicamente straniante”. Un viaggio tra dro- straniante, ottenuto attraverso l’uso di quinte rolacce dodec(c)afoniche, score e pernacchie e L›esito è da New York 2019, ma con consapevo- nes e rumori sommessamente industriali a creare del campionamento stesso. La stratificazione vedi che in Italia fai li soldi co ‹a De Filippi! Johnn lezza della storia sonica del Vecchio Continente un esteso “trip” ambient che chiude il tutto in sonica è progressiva sino a saturazione, per poi Cheige (tacci sua) i fece co ‘a bonanima de Maike tutto. qualità di manifesto di libertà d’espressione andare a sgonfiarsi lasciando le sole percussioni Bbongiorno, me devi da crede! Per niente da meno la seguente “Salsa Ca- sonica tutta. liente”, dove il basso si fa elettrico con annessi Essenziale oggi ma son certo potrà esserlo anco- trattamenti elettronici a favorire distorsione, la ra tra qualche tempo. batteria mantiene l›identità detta, suoni da lap- top creano vertigine da astrattismo sonico. L›intera produzione della band, la trovate su Hobby Horse: Helm (da Helm) E› il disco in sé che si fa racconto tutto e diventa Bandcamp: https://hobbyhorse3.bandcamp. https://www.youtube.com/watch?v=Zc53H_ Sinceramente innamorato di “Helm”, se- esploso nella magnifica “The Go Round”, dove la com/ . DYUiE sto capitolo discografico di una band jazz per ascendenza, Hobby Horse, ma per vocazione batteria diviene capace di dire a gran voce senza senza appartenenza di territorio alcuno. Si per- ché il suono è apertamente “cinematografico”, quanto ricercato e diretto. A condurre le trame, indistintamente, i fiati di grande impatto e pro- fondità di Dan Kinzelman, co-artefice di trame elettroniche sofisticatissime e contemporanee, suoni vocali; il granitico basso di Joe Rehmer, an- che all’harmonium, all’elettronica, a voci; la vul- canica, estremamente creativa batteria di Don 32 33 Cristiano Calcagnile: Oltre gli Stomi – da saggi e di uno di questi scriverò. L›importante Far Corner: Unapproachable; Past Deeds, cezionale se non vi fosse un suono assai duro di St()ma carriera dell›artista, di fatto tra i più grandi ses- Present Treacheries; Night of Odds derivazione avant-metal e un›elettronica targa- sion man italiani contemporanei, assieme a https://weinsist.bandcamp.com/track/oltre-gli- (da Risk). ta 2018. Può sembrare poco, ma in un genere (e Sebastiano De Gennaro, Enrico Gabrielli, giusto questo è disco di genere), dove la rievocazione stomi-excerpt https://cuneiformrecords.bandcamp.com/al- per citarne qualcuno e scontentare (senza voler- di suoni analogici e forme ritrite all›inverosimile bum/risk lo, lo giuro) 500.000, potete leggere qui: http:// (esemplare in materia un disco come quello co- www.cristianocalcagnile.eu/ . evo dei VAK, perfetto, ma completamente vec- La ricerca in ambito sonico affrontata nel disco chio), è norma. Il brano d›ingresso ha però una ed espressa in questo poco più di un minuto, è marcia in più. Qui il lavoro compiuto in studio di quella delle percussioni intese in chiave orche- registrazione è tale da alternare quadri in una strale/contemporanea. Ogni suono impiegato frazione di secondo attraverso un cut-up di suoni corrisponde ad una voce strumentale pura o di grande effetto. Splendida in materia “Night of trattata elettronicamente, a creare un quadro Odds”, dove la musique concrete si fa imponen- ricchissimo, estremamente vario nella tavoloz- te ronzio sonico a sostegno di un racconto per za, strettamente contemporaneo, di un›identità onomatopee da libreria di suoni. Molta composi- disarmante per quanto mai a cercare manifesta- zione è chiaramente eseguita digitalmente, non- zione tecnica che non sia al servizio di una com- ché povera di dinamiche (straniante il pianoforte St()ma di Cristiano Calcagnile non lo trovere- posizione in cui si percepisce un senso di urgenza elettrico, che trova maggiore interesse nelle tra- drammatica difficilmente spiegabile. me neo-classiche della sola “SolonEye”) e tutto te in rete, se non in piccoli ma significativi as- C’è un disco che quest’anno ha saputo far diffe- Meglio ascoltare. suona talmente perfetto da apparire una sorta di renza in ambito avant progressive ed è “Risk” colonna sonora da incubo fantascientifico. Il ri- dei Far Corner. Una differenza che nasce dalla sultato è ottenuto con stessa roboante enfasi su capacità di gestione del suono al servizio della “Myopia”, dove la band non riesce ad esimersi Officina F.lli Seravalle: Atrofia del Verbo e l’altro della mente a cercare spazi scomodi. composizione e non viceversa. E’ questa cifra dall’impiego di un Hammond usato come se si (da Us Frais Cros Fris Fics Secs) Lo fa allo stesso modo nelle rarefazioni di Bu- delle migliori produzioni Cuneiform, storica eti- fosse nel 1975. Laddove la materia si fa principal- http://progstreaming.nl/pages/play-album. ran, che si fanno premonizioni/ossessioni da chetta per la quale la band ha pubblicato questo mente elettro-acustica (la bellissima “Past Deeds, php?activeAlbum=2018-11-24-01%20-%20 mille deja vu che emergono d’impeto, nella nuovo lascito. Sinceramente, non tutte le tracce Present Treacheries”, dove è un basso fusion a Officina%20F.lli%20Seravalle%20-%20Us%20 disintegrazione sonica a caracollare in vortici riescono nell’impresa di superare quanto espres- regalare qualcosa di autenticamente DIVERSO), Frais%20Cros%20Fris%20Fics%20Secs ritmici di GW150914, nella violenza sommatoria so da seminali capostipiti di un rinnovamento de- l›esito acquista una chiave inedita. al limite di tortura psichiatrica di Padiglione 6, gli anni ‘90, quali Dave Kerman. Le trame della Piacerà ai cultori di un suono vecchio, quanto a negli sfalsamenti ritmici di N-a Fost sa Fie, negli composizione sono ovunque roboanti, fatte da quelli alla ricerca di una variante su tema, che “avvertimenti” ampiamente confermati di Je Fais rapidissimi fraseggi su scale esatonali, alternate in questo caso, è spesso minima, ma in qualche Sembiant D’Etre Ici. a brevissime sospensioni per archi. Nulla di ec- Tutto dichiaratamente perentorio, fastidioso caso di autentico interesse. quanto invero necessario. La ricerca sonica dei F.lli Alessandro e Gianpietro OTEME: Il Cimitero delle Fate (da Il Corpo La proposta dell’ensemble capitanata dal M° Ste- Seravalle, abbraccia elettronica ad ampio spet- nel Sogno). fano Giannotti rimane tra le più singolari espresse tro, industrial, la stessa modalità diretta di cer- https://www.youtube.com/ dalla scrittura “rock cameristica” dell’ultimo to metal (appena evocato), noise, il jazz meno watch?v=KnVb2Es784I decennio ed è ben lungi dall’esaurire le sua ortodosso (ad emergere tra gli appoggi pianistici ricerca e carica propulsiva. Assai stretta tra le e di synth in Brevi Apparizioni). rigide maglie del rock progressivo, anche nell’ac- Un’identità personalissima che può essere avvi- cezione di Rock in Opposition, perché senza alcun Esorcizza la paura questo disco, per affermare la cinata da chiunque ami il rock tutto, la musica prurito di “aderenza a campo istituzionalizzato”, volontà di vivere con determinazione. elettronica di oggi/ieri/domani, la classica che accetta solo cloni, seppur di livello, OTEME, Lo fa nel brano segnalato decorticando l’anima minimale non estranea ad “alterazioni” piscotro- unisce arti performative, musique concrete, radio con suoni elettronici al vetriolo dosati come un pe del sistema tonale... art intesa (anche) nell’ottica di ready made sono- medicinale che può gravemente nuocere ma che Da indagare assolutamente, tanto su disco che ro assai fluido, a vocalità estranee a pulsazioni a mandarlo giù se ti va bene stai meglio, altri- nel film “Brevi Apparizioni” su regia di Simone emotive. Una sorta di flusso di coscienza dove gli menti “amen”; con cluster pianistici minimali e Vrech. scenari si organizzano in modo assai geometrico, reiterati, ritmiche che rimbalzano tra un anfratto anche quando l›astrattismo sonico è il principa- 34 35 le mezzo. In questa direzione è sensazionale «Il fetto complessivo è davvero straniante e rappre- Ingrid Laubrock: Contemporary Chaos John Zorn, ma con modalità completamente per- Cimitero delle Fate», prima sezione di «Nascita senta in sé una vera opera d’arte comunicativa, Practices - Part 1 & Part 2 sonali, il percorso di Ingrid Laubrock integra lin- dei Fiori». Un senso misterico-pagano, comple- da annoverare in qualità di “musica contempora- (da Contemporary Chaos Practices). guaggi diversi in una nuova Babele di suono, che tamente avulso da fiabesche declinazioni, è reso nea”, estranea e generi di sorta. alterna esposti orchestrali monolitici abbondan- https://www.youtube.com/ da un collage di suoni sintetici e acustici, ai quali Un’esperienza necessaria. temente accompagnati da elettronica e di grande watch?v=zbH3dxz4isI la voce aggiunge accennati suoni pre-vocali. L’ef- impatto percettivo, a momenti di improvvisazio- il bellissimo teaser: https://www.youtube. ne jazzistica. La conoscenza del linguaggio e della com/watch?v=_cHUa30CoFg materia musicale, è assai vasta e tale da ordire vere e proprie folate/sciami sonici, alternati o sovrapposti ad armonizzazioni tardo-romantiche e verbo jazz in un’idea assai vasta di “suono”. I momenti più affascinanti sono quelli classici e “ultra-minimali” come altri più caotici, dove tutto diventa “free”, gli strumenti intesi come “macchine di produzione sonica”, abbracciando Old Time Relijun: El Naranjo Gritando li di derivazione siberiana. Allo stesso tempo, la materia trova soluzioni post-punk più sbrigliate e la seminale esperienza di Peter Brötzmann (di (da SEE NOW AND KNOW). “Machine Gun”), Mats Gustaffson (di “Hydros https://oldtimerelijun.bandcamp.com/ a fuoco di marca affine ai Talking Heads (“I Know I’m Alive” , “Jeremiad”). Impressionante davve- One”), Derek Bailey (di “Improvisations for Cello ro l’uso di diplofonie su frequenze iper-gravi in And Guitar”), tutti dischi DA ASCOLTARE. “Crows in A Road”, dove l’acida deriva del blues di Anche le voci, ricorrono a «pre-emissione», in Captain Beefheart e il canto spiritato del primo modo estremamente più elementare però di quanto fatto da Minton/Moss/Blonk in «Five Nick Cave, si fa incubo iniettato di suoni d’organo L’esasperato studio delle meccaniche dei singo- Man Singing» (altro capolavoro). Hammond impiegato nel produrre clusters pari a li strumenti viene abbondantemente esperito Tutto mantiene oltremodo una dimensione cine- stilettate. Il brano che più rimane a mente, è la nella nuova pubblicazione orchestrale di Ingrid matografica e non risulta mai ostico, a rendere meravigliosa invettiva di «El Naranjo Gritanto», Laubrock, musicista di formazione jazz, appro- avvicinabile quanto da altre avanguardie non era cantata in messicano e su un riff reiterato al limi- data alla composizione contemporanea tout stato reso tale. te dell’ossessione psicotica; lacerata da chitarra court. Allo stesso modo della produzione di Or- Un lavoro degno di grandissimo encomio. elettrica e sassofono, la ritmica si muove invece nette Coleman, Terje Rypdal, Fausto Romitelli, tra suggestioni da rito di santeria e funky, la voce estremizza il riff di “Double Dare” dei Bauhaus splende ed è We’ll Take It. L’album riprende la inventandosi al tempo stesso mille diavolerie tra Oneohtrix Point Never: We’ll Take It sorprendente ricerca fatta da librerie di suoni emissione di fischio, iper-distorsione indotta che (da Age Of). Da sempre in campo “armati” sonicamente, assemblati in modo orchestrale, alla maniera nel finale crea una progressione da far balzare https://www.youtube.com/ con la voce e il sassofono di Arrington De Dio- di un ready made fatto musica e questa volta da una sedia, falsettone nasalizzato quanto vo- watch?v=deNNFkbO5xg nyso che “uccidono i fascisti”, gli O.T.R. non la tendenza è cercare di concentrare visioni in lutamente sgraziato. L’esperienza di De Dionyso potevano stare in silenzio in un momento storico piccoli bozzetti. We›ll Take It, riduce i Nine Inch in Thailandia, peraltro in un periodo drammati- così critico per l’emergere di odi latenti da ogni Nails di “Mr Self Destruct” a cartoon, orchestra- co per la regione e in stretto contatto con le po- dove, materializzati in legge. Più punk di qual- to come se fosse una sorta di cortocircuito me- polazioni indigene e le loro ritualità, si fa suoni siasi band in circolazione, il combo ritorna in diatico dove tutto appare follemente ordito alla di fiati etnici, chitarre a riprodurre frequenze e studio dopo anni, forte di una maturità acquisita perfezione, dalle voci rese infantili a quelle di ge- portamenti di strumenti a corda dell’Estremo in concerti lungo tutto il globo, nei quali i modi miti. Ogni suono è calcolato con dovizia di pieni Oriente e modo armonico che conduce in un flo- vocali e di composizione sono stati scandagliati e vuoti, a bilanciare una vera sinfonietta digitale rido altrove. Colori etnici sono applicati al post- a fondo fino alle estreme conseguenze. L’esito ordita da uno street artist, arte nella quale Lopa- punk evoluto in forma d’Oriente Estremo, con è un EP, che farà felici i fan della prima ora, le- tin mostra di essere maestro, tanto più quando impiego di un mellotron ad emulare una sezione gati a quel noise-garage di prim›ora che qui si lontano da formule compresse. In questo brano, d’archi e un sassofono che s’insinua tra le pieghe inietta però di colori jazzistici degni di nota e tutto è magnifico. della musica ad imporsi abrasivo. Un EP che vale ritmiche funky (Dragon Juice), mentre la voce di P.S.: Ovviamente mezzo mondo vi parlerà del un disco di durata piena. De Dionyso estremizza gli studi sulle diplofonie “miracolo Rustin Man”. Ha fatto un gran disco, impiegando modalità care ai canti funebri delle ESSENZIALI, oggi più che mai. Sinceramente non il miglior disco di Daniel Lo- perfetto per chi è convinto che imitare Robert donne nord-africane e compressioni aritenoida- patin, “Age Of”, eppure nel mucchio qualcosa Wyatt non sia mai abbastanza. 36 37 in su mai si è interrogato sull’evoluzione del ascolti, visioni, letture, schifo. Un racconto da 3. “Outsiders”: percorso dei mercati artistici, l’ha preso come un›universo a parte, colto quanto popolare, per- dato di fatto e ciò che non gli viene offerto, ché appartenente a tutti al pari di un archetipo di Alla stregua della comunicazione mediatica, che non lo cerca. Per altre ragioni i giovanissimi, al percezione. dalla politica all’informazione tutta si manifesta pari dei ventenni, cresciuti in recessione vivono Questo è realtà espressa nella rielaborazione di con brevi comunicati spot sui social network, si un fly down perenne che non contempla il rischio temi quanto nell›invenzione di motivi originali. sta diffondendo la necessità di pubblicare in tem- artistico, al quale viene prediletto un facile Like Lazarus (I Shake my Ass in every Tomb I’ve po reale canzoni sul web. mestiere in musica con allegato, antico sogno di Left) è uno di quelli di più recente produzione che E’ certo una modalità che nega la progettualità, “successo”, economico in primis. più hanno avuto risonanza su di me in quanto a spesso impossibile per i costi che le etichette Poi e ancora, diversamente è vissuta la musica risposta a “punto d’urgenza” personale. discografiche richiedono a una pubblicazione. nei pochi Paesi che sostengono le politiche cul- Da una profondissima, abrasiva rilettura di Vec- Registrata con una chitarra senza due corde, si Registrazione, produzione, stampa, spese di di- turali, nazioni che peraltro proprio non riescono chia Zimarra, passando per i giocosi “New Be- muove in una sorta di pastorale ballata apocalit- stribuzione, SIAE (che corrisponderà ai musicisti a capire come altrove possa andare diversamen- atles” di Hello Goodbye che diventa Bandiera tica, accarezzata da slide, arpeggiati, un piano- solo quanto relativo a eventuali concerti, più di te e si auto-convincono di essere “superiori per Rossa (o forse no?...) in coda, è la creazione di forte tintinnante, un solido basso (in chiusura) e rado dai passaggi televisivi e radiofonici), boo- DNA” in quanto a “invenzione”. un teatro-musica fatto di presenze-assenze, inserti di elettronica, ognuno ad aprire porte di king e ufficio stampa sono a carico di chi propone Tutto questo per dire che tanti musicisti nonli percezione reale e di fantasmi che divengono più un teatro mentale assai organico. Non solo voci musica e nella quasi totalità dei casi sono richieste si troverà mai su Spotify o su Bandcamp e non reali della realtà stessa. Il tutto a mezzo di voci dunque, qui condotte ad ancora più estreme con- anche la metà delle copie del disco, per il quale certo perché il loro percorso creativo abbia meno ordite a mezzo di un puntillismo con mille colori/ seguenze di compressione su corde vocali false, l’autore non percepirà un centesimo. Il tutto valore, ma perché si tratta di persone che la for- facce/interpreti dello spettro d’emissione, a vere e aritenoidi. Di colpo il quadro s’infrange al in cambio di un marchio che nega l’attestato tuna o non sono riusciti a crearsela, o proprio carico di un’unica personalità vivisezionata con minuto 2.26, il valzer pianistico riprende, il mas- di “autoproduzione” (di fatto reale), ma che non hanno avuto mezzi per avvicinarla. lucidità, irriverenza, devozione alla vita che la sacro sonico di distorsione/liquefazione dell’in- consente di essere almeno recensiti su riviste di Detto questo la fortuna non è un merito, come morte annuncia, in un’idea di spazio e tempo cedere si fa spettrale e rarefatto tra diplofonie settore e webzine. non è un merito l’equivalenza tra il valore di una che non ha origine, né fine. Si è ben oltre la acutissime in falsettone stregonesco che gelano Molti musicisti dunque preferiscono l’urgenza persona (creativa o meno) e il suo peso econo- manifestazione tecnica, qui si racconta la gloria il sangue. della singola traccia comunicata in tempo reale mico. delle possibilità offerte dall’attuale tecnologia Ho avuto paura ascoltandola, molta e non so se ai propri followers, consapevoli anche della velo- Di due artisti parlerò, senza pietistiche introdu- d’incisione, resa arte performativa, ad uso di una di vivere, morire o di trascinarmi in attesa di un cità con cui i mondo musicale si muove. zioni ai loro percorsi, dicendo solo ciò che hanno mente capace di guardare il tempo nell’accezione finale che merita la più violenta delle invettive. E’ una modalità comunque diversa dalla pubbli- presentato, nel 2018 uno e dell’altro in anni pas- più ampia immaginabile e cosciente di vissuti, cazione dei vecchi 45 giri e che non esclude a pri- sati, quando una concomitanza di situazioni gli ori la stampa di un disco una volta trovati i fondi ha permesso di mettere in rete un progetto com- per darlo alla luce, magari con una forma diver- impazzire. piuto. Due grandi, indipendentemente dal pare- Matteo Capogna: L’Alchimista da Giovane sa cucita addosso ai singoli pezzi prima offerti Non mi pare sia autore di dischi e pochissimi re mio o del vostro, ma dei quali credo si possa e https://www.youtube.com/ in ascolto (e non solo, perché ormai è possibile sono i documenti audio e video che di lui si han- si debba scrivere, parlare, discutere. watch?v=_6NE97rB1HU&t=92s scaricare con trucchetti pirata, dalla maggioranza no in rete. Ironia della sorte, a pochi metri abitano, in quel delle piattaforme). Nulla di postato lo scorso anno, qualcosa messa di Roma, ambedue oltre che musicisti, sono ri- Ovviamente il discorso è altro per il pop da in rete all’inizio del 2019 e di cui non è dato sape- cercatori vocali, drammaturghi, attori, ognuno classifica dai più inteso come unica manifestazione re il periodo di ideazione. con peculiarità assai a fuoco espresse in identità culturale. Non dimentichiamo che fino a pochi Mi permetto dunque di forzare i limiti temporali di unicità assoluta. decenni fa in classifica albergavano vere e di questo excursus dedicato al 2018, per parlare proprie avanguardie e che chi ha dai 40-50 anni di una performance pubblicata on line per la bella realtà Studiolo Laps, nel 2014. Un EP considerando la durata della traccia. Coucou Sèlavy: Like Lazarus (I Shake my di pubblicare in rete ogni sua creazione, come a Una chitarra classica flamenco, gestita in im- Ass in every Tomb I’ve Left) esprimere l›urgenza creativa di chi in quella sa provvisazioni pirotecniche che abbracciano tan- https://www.youtube.com/ mettere tutto quanto in quel momento resta da to modi antichi che classico-contemporanei, watch?v=2qvXSwyv5jg dire. A delineare un possibile seguito di “Cara o incontrano un coro a cui è affidato il racconto cover version che?”, una pletora di “presunte” , Maniacale. Invita tutti in un angolo Matteo Ca- dialettico. I tragici greci che si fanno commedia pop Dopo due album pubblicati rispettivamente nel dove i temi affrontati, dalla musica lirica al , pogna, con un torrenziale, vorace esposto os- atroce, usando ogni tipo di espediente possibi- rock 2015 (Cara o che?) e nel 2016 (Nequaquam Vo- al , diventano puro pretesto di creazione in- sessivo/compulsivo tale da infrangere e defini- le alla phonè su frequenze medio-acute (e iper- odoo Wake), Coucou Sèlavy non ha mai smesso dividuale. tivamente, uno dei primordiali tabù: la paura di acute), acidule, di un farsesco fatto carne. E› 38 39 come se improvvisamente i volti di “Trionfo del- traverso (vero), il tutto contrappuntato da ono- to da una sola chitarra acustica e da una voce resa che tiene conto tanto della realtà dei rave party, la Morte”, “Margherita la Pazza”, “Caduta degli matopee vocali costanti ed elettronica riconosci- davvero magica dallo scorrere degli anni e ora quanto pianeta dark nelle sue declinazioni non Angeli Ribelli”, “Paese della Cuccagna” di Peter bile tra mille. Ricomincia il siparietto da cinema più che mai capace di bassi cavernosissimi, si è eteree. La sezione ritmica è il loro punto di forza, Bruegel Il Vecchio iniziassero a parlare, tutti as- muto a chiudere grottescamente qualcosa che distinto per dei live recital di gran spessore emo- tanto nell’uso di percussioni che per un basso sieme. L›elettronica è gestita in piccole dosi ve- non ha tempo, non ha spazio, non ha collocazio- tivo. Questo a raccontare come, anche quando elettrico assai solido e nelle migliori intuizioni lenose, pennellate su quanto è compiuto in acu- ne alcuna. un musicista non si manifesta con un nuovo al- usato con abbondanti iniezioni funky. Il canto ha stico, da corde di nylon e cellule. Piccoli effetti Identità autonoma, irriverente, vitale. bum o davanti a grandi platee, possa lasciare un forte personalità soprattutto nell’uso di uno stre- ritmico onomatopeici aggiungono carattere. Identità a raccontare in conclusione, un viaggio solco, un seminato che forse non apparirà chiaro gonesco falsettone. Siamo appena al minuto 2’30”, ma sembra di fatto da storie parallele a un mainstream, anche al momento, ma che prima o poi appirirà nella Da vedere. aver attraversato secoli in reincarnazioni mai se spacciato per “alternative”, in buona misura sua bellezza. Perché ci sono vite che sanno brilla- Link: https://www.youtube.com/ dimenticate, come se il transito di una vita fosse ad uso e consumo di chiunque. re anche solo con un silenzio. watch?v=QMbsFmeG1pc perenne e cosciente. “Il gatto maculato tre Le essenziali tra le tante, tantissime, a cui mi sono Link: https://www.youtube.com/watch?v=5- volte miagolò, il tronfio porcospino tre volte (n) avvicinato in un anno che preannuncia un 2019 a m42pUOVWE Da poco i C’Mon Tigre hanno licenziato un disco, grufolò. Qui sento un accordo di cet(e)ra stram- cui tutti (me incluso) vogliono far parte con una ancora una volta di interesse assoluto, se vi capita ba, sorelle! Sorelle! si canta!” è l›invocazione che pubblicazione, a mettere un piede dentro ad un I The Soft Moon non hanno licenziato un disco di vederli, li troverete più vitali e convincenti su segue a suoni di oggetti ad uso percussioni do- nuovo decennio in arrivo, con una sbornia che di particolare importanza nel 2018 ma la loro un palco, che non tra le pareti di uno studio. Allo mestiche assortite con cura. come sempre avrà voci di circostanza, altre d’es- macchina sonica ha raggiunto dal vivo una potenza stesso modo dicasi per i già citati I Hate My Vil- Nasce l›esilarante rito di preparazione di una po- senza. comunicativa degna di nota. E’ il loro tribalismo lage. zione, a voce di non meglio precisate streghe. A Dedicato alla memoria di Glenn Gould, Arnold a far la differenza. Una modalità personalissima chiudere un “ahi!Ahi! Mi prude un pollice... qual- Schönberg, Igor Stravinskij e... a chi afferma con cuno si avvicina (eh) porta aperta in casa mia, per vigore che chi è musicista, di musica non deve chi bussa chiunque sia”. I suoni di chitarra sono scrivere. IN MEMORIA: emessi a “corda vuota” su ponte di chitarra, per Parlare di scrittura, quando non si sa che lingua poi lanciare una fuga da siparietto teatrale, a ri- si sta pronunciando, non è auspicio a nessuno, Didier Lockwood - un breve omaggio cordare cavatine d›inizio ‹900. Non ci si risparmia è “parola in suono per chi sordo vuol rimanere”. neanche il ricorso a cordofoni indiani, per poi ri- Che certo le parole suono ed evocazione sanno, piegare su intervalli jazz fusion. I suoni flautistici ma la musica atto d’amore richiede, di chiunque, to jazz e rock, ma anche porte aperte nelle sale sono ottenuti, anche, con l’impiego di strumenti ma in particolar modo di chi amare sa e a non da concerto “colto”. Dalla sua immensa discogra- auto-costruiti. Segue una progressione squisita- sapere amare, si fa solo danno. fia andrò a segnalare due titoli estranei al mon- mente classico contemporanea, un solo di flauto do del rock, la “Suite Concertante Pour Violon Et Orchestre”, per lui composta da Jean-Philippe Vanbeselaere, nel 2010 e “Open Doors”, buona 4. Piccola parentesi live: profondamente creativo, su un palco quanto e pagina jazz-fusion pubblicata nel 2017 assieme più che in studio. a Antonio Faraò, André Ceccarelli, Daryl Hall. Si Il tour che è seguito al bellissimo “The Tower”, Non si usa più da tempo in ambito critico va- tratta di due capitoli che mostrano ampiamente ha visto il combo al massimo del proprio poten- lutare i dischi dal vivo come momento creati- quanto fervida fosse la vena del musicista negli ziale, capace di disegnare caleidoscopiche evolu- vo tout court e non strettamente celebrativo. Lockwood, noto a qualcuno in quanto membro ultimi anni. Con quartetto citato in ultimo, il violi- zioni di suono appresso a brani pari a monoliti, La storia del rock tutta è costellata da gemme fondatore dei Magma, è stato uno dei più grandi nista ha regalato alcuni bellissimi concerti nei pri- granitici, a tratti marziali quanto iniettati da so- imprescindibili e gli ultimi anni non sono stati violinisti contemporanei, ma anche compositore mi giorni del 2018 (da ricordare quello a Parigi, il luzioni jazzistiche. Qualcosa di davvero lisergico, da meno, nonostante questo capitoli essenziali e direttore d’orchestra dalle qualità insondabili. 29 Gennaio), prima dell›improvvisa scomparsa. tanto più grazie al contributo al mellotron di un come “Inni” dei Sigur Rós o “Cut the World” In qualità di strumentista quanto in quella di au- Non essendo disponibili in rete video del 2018, grande Reine Fiske, glorioso polistrumentista nei di Antony and the Johnsons siano stati ridotti tore, ha segnato una pagina importante di una ripiegherò su altri, uno in quartetto del 2017: Dungen. Un esito che è valso alla mente di mol- a celebrazione, quasi la musica non fosse anche musica che ha voluto abbattere barriere tra ge- https://www.youtube.com/ ti l’appellativo di “best live band on the planet”. auto-manifestazione dipendente dall’esecuzione neri, portando il jazz prima e poi la classica ad ac- watch?v=Dw8it9RNFVw Forse no, forse... di un musicista. cettare elementi provenienti dalla musica rock. Il Qui, a Vienna nel 2011 e in chiave appena più Link: https://www.youtube.com/ Negli ultimi anni i Motorpsycho si sono distinti punto è che il musicista francese, lo ha fatto con “avant”, assieme a Mike Stern, Dave Weckl, Tom watch?v=FOZIGd_jGN4 con un’attività dal vivo senza tregua e tale da una cognizione di causa e una preparazione che Kennedy: garantire ai propri cultori un suono in costante in pochissimi hanno mostrato. Questo gli è valso https://www.youtube.com/ Diverso il caso di Bill Callahan, alla memoria di evoluzione, potente, dinamico, immaginifico, l’encomio dei più grandi musicisti coevi in ambi- watch?v=8qIhSQXx3GU molti chiaro con il moniker SMOG. Accompagna- 40 41 Lo straordinario tributo di “musica altra” a Djan- avvertimenti (“Eden”, “Desire”, “The Rainbow”). a dischi altrui. go Reinhardt: Mentre scrivevo questo articolo, nel Febbraio La critica parla di slow core (un genere di cui si Non viene annunciato alcun tour promozionale, https://www.youtube.com/ 2019, Mark Hollis è scomparso e non solo dalle faranno alfieri i Codeine e i Low su tutti (questi di Hollis si perdono le tracce (le collaborazioni, watch?v=4FXAfCCxnus scene. ultima anche tra i protagonisti di questo lungo avvengono sotto pseudonimo). Si è trattato in articolo). A posteriori si dirà che da questo disco realtà di un addio progressivo andato consuman- ha avuto origine il post-rock, movimento a cui dosi con la definizione della maturità creativa. aderiranno formalmente June of 44, Tortoise, Tra le poche tracce pubblicate in futuro il solo Rachel’s, Stereloab (tra i più nomi più aderen- tema di “ARB Section 1” (2012), era già rivelatore Mark Hollis - un breve ritratto: ti alle geometrie soniche del filone, di cui pure di “altro dove”, ma è “Smiling & Waving” (2001) faranno parte la deriva più psichedelica dei Bark con Anja Garbarek ad essere parto compiuto e Psychosis e le dilatazioni nordiche/paesaggisti- degno d’assoluta attenzione, tale da rifondare in che dei Sigur Ros). In realtà si tratta di qualcosa modo compiuto l’idea originaria di Canterbury di non codificato e non codificabile. Un perfetto Sound. In molti come me, hanno auspicato un equilibrio tra forma canzone e sinfonismo figlio ritorno a lui solo accreditato, ma probabilmente del minimalismo di fine anni ‘70/primi ‘80 e non era avvenuta consapevolezza di un cerchio chiu- estraneo al post-modernismo di quegli anni, del so, cosa certo riscontrabile nei solchi di “Laughing quale non viene accolta la tendenza a mostrare i Stock” e del disco solista. Chi come il sottoscritto generi in quadri isolati, cosa più affine all’estetica però, fatica a trovare degni alfieri di materia così del . nobile, difficilmente è riuscito ad accettare que- La forma canzone scomparirà quasi del tutto sto abbandono. nell’ancora più estremo “Laughing Stock”, del C’è qualcosa che sfugge oggi nella valutazione del 1991 (“Myrrhman”, “After the Flood”, “New percorso di Mark Hollis e forse è meglio così, che Grass”), anche in questo caso si deve parlare di rimanga sfuggente, perché domani ci sarà ancora capolavoro, dall’afflato più estenuato, carattere da indagare e con il tempo che un ascolto così im- monolitico e da sussulti che si fanno lacerazione portante richiede. Anzitutto io non resto sorpre- della forma in “Tapehead”. Come osservare con so di come un uomo che ha fatto del rispetto del attenzione un dipinto di Caspar David Friedrich, silenzio in musica, non provocatorio (Cage è altra nell’ambiente intimo del proprio agito. cosa), oggi per il silenzio con cui dal mondo della La carriera dei Talk Talk si interrompe e inizia quel- musica si è tenuto in disparte, venga ricordato. Tutti lo conoscono in modo più o meno diretto, e a destabilizzarlo nelle fondamenta. Nebulose la solista di Hollis, che in realtà darà alle stampe In seconda istanza, dischi come “Spirit of Eden” e come autore coi Talk Talk di alcuni dei più sofisti- soniche pari a pulviscolo, dal quale emergono, un unico album (omonimo, nel 1998) di cantau- “Laughing Stock”, da decenni sono culto per ogni cati brani di synth pop, genere del quale fu pio- improvvisi, volti in realtà sempre presenti, ma torato cameristico estremamente bilanciato nel musicista che abbia orecchie. Chi scrive di “fia- niere assieme e in maniera diversa, a John Foxx, che non siamo riusciti a vedere. In questo nuovo rendere un recital spoglio e con improvvise in- sco commerciale” parla di un primo responso di Tears for Fears, OMD, Eurythmics, Frankie Goes percorso, Hollis identifica la composizione in mu- crespature a innestare la materia sonica in inflo- pubblico, ma a posteriori quei dischi hanno ven- to Hollywood, Soft Cell, Depeche Mode. sica con un fare pittorico. Grandi tele vengono rescenze rigogliose (“A Life 1895 – 1915”, “The duto centinaia di migliaia di copie, il che vuol dire La hit più famosa della band, “Such a Shame”, nel dipinte anche con piccoli inserti, tocchi indispen- Gift”) . E’un disco dove è il silenzio ad aprire la che sono entrati in centinaia di migliaia di case, 1984 stazionò nella top ten italiana per più di un sabili quanto le stesure massive (“April 5th”). prima traccia (“The Colour of Spring”, a riprende- cosa oggi neanche immaginabile per un disco di mese. Dopo il significativo capitolo «Live in London» re il titolo dell’album della svolta), come un invito successo medio. Non solo, credo proprio nel suo A partire dal terzo album, “The Colour of Spring” dove la materia del suono, nota ai più, si espande diretto a chi ascolta e manifesto programmatico. disco solista alberghino i semi di un’intimità uni- (1986), i Talk Talk iniziarono una parabola ina- all›inverosimile nel cercare coesistenza tra melo- Il disco diviene un classico del genere da accosta- versale ancora più grande e in questo caso, per spettata e gestita alla perfezione con altrettanto dia perfetta e sofisticata forma, il percorso del re (se proprio necessario) a quelli dei più gran- molti ancora da scoprire, per tanti, da rivalutare. (e caso unico) riconosciuto plauso di critica e di combo giunge ad una definizione autenticamente di alfieri dello sparuto nugolo di musicisti che lo Ti ho aspettato 21 anni nella speranza di un nuo- pubblico, in buona misura a posteriori e mai ab- artistica, anche nella gestione della composizio- hanno avvicinato con stessa intensità intimista, vo album, un rientro (forse e anche) “altro”, quel bastanza in Inghilterra. ne tra gli studi di registrazione, nell›album “Spirit Robert Wyatt, il Peter Hammill meno verboso, miracolo che solo a Scott Walker è spettato. Cu- Le forme dei brani iniziarono a diventare più of Eden” (1988), considerato unanimamente uno John Cale, il primissimo Gavin Friday, David Syl- riosamente, nell’averti perduto, Mark Hollis, è articolate e vennero introdotti elementi desun- dei capolavori della storia della musica del tardo vian e poi, Kate Bush nella maturità (50 Words stato come averti ritrovato con un’intensità inau- ti dalla musica blues/jazz e da quella classica, ‘900. Qui tutto diviene a fuoco, le forme si fanno for Snow), giusto per fare alcuni nomi. Una gem- dita. in una modalità estremamente elegante, mai estenuate a dare importanza al silenzio quanto ma che curiosamente chiude anche una parabola “Mark Hollis”, il disco solista: https://open.spo- dimostrativa, non trionfalistica, ma come a a veri pieni orchestrali. Forme che si presentano artistica, se si eccettuano sparute partecipazioni tify.com/artist/1dKzjmxVJw8SSE0LVxW2Dp insinuarsi sotto il tessuto della materia sonica con introduzioni atonali e cameristiche simili ad 42 43 RECENSIONI MAT2020 Uno dei non molti chitarristi italiani, direi mon- vido in questa riproposizione. diali, sui quali non è possibile al giorno d’oggi discutere sull’abilità tecnica e compositiva è lui: Subito dopo arriva il primo dei due brani a firma Andrea Braido - Origins Andrea Braido. Il quale se ne esce con un altro Braido, questi Prati Ventosi in cui la chitarra, o disco solista, si fa per dire visti i musicisti che lo meglio le tracce sovrapposte delle varie chitarre hanno aiutato nell’opera: Gianluca Manca alla di Andrea, ne fanno un’altra strumentale sognan- voce, Niclas Campagnol, Giovanni Giorgi, Marco te e in perfetto stile Rock blues, si direbbe quasi composta una quarantina di anni fa. 01 - Stranger to himself ANDREA Vattovani e Roberto Segala alle batteria, Carlo Giardina alle tastiere. Il resto è tutto opera sua, Poi viene la Deeppurpleiana “Maybe a Leo”, riti- 02 - South California Purple comprese alcune tracce di batteria. tolata e rifatta in uno stile un po’ più Funky, ma BRAIDO Basta vedere i titoli e gli autori delle tracce per sempre con la grande perizia negli assoli. 03 - Comfortably Numb avere la certezza di quello che si intuisce dal ti- “The Pump”, incisa da Jeff Beck nel 1980, è un’al- tolo stesso dell’album: stiamo parlando di cover, tra strumentale piena di assoli fantasiosi ed ener- 04 - Can You See Me sì, ma sempre riprese e interpretate Braido-style, getici, come non ci si può non aspettare dai per- le origini delle sue personali influenze, dai tardi sonaggi in gioco. anni ‘60 fino agli inizi degli ‘80. E ci sono proprio 05 - Peaches and Diesel “Origins” tutti: da Hendrix ai Traffic, a Clapton, ai Deep- pur La penultima è il classico da “Tommy”, pure dal ple, The Who, Pink floyd: dovunque una chitarra titolo leggermente modificato, che anche se con 06 - Windy Meadows notevole abbia potuto ispirare Andrea in qualche un sound più moderno e vicino ai nostri giorni modo. riporta tutta l’atmosfera e la solistica del pezzo 07 - Maybe a Leo originale. Videoradio Si comincia con quattro colpi di bacchetta per i Traffic al tempo in cui ce l’avevano -con Bar L’ultima è ancora a firma Braido, dal ritmo inizial- 08 - The Pump leycorn, ma il risultato sonoro è eccellente e di mente dolce e pacato che si sviluppa nei suoi ol- grossa ispirazione per Braido. Sicuramente vi ri- tre 7 minuti in una intensa e corposa strumentale 09 - We’re Gonna Take You cordate il gruppo più per le tastiere che per le dove cambiano le chitarre, ma non il chitarrista chitarre di Winwood, ma qui vengono ben evi- e tanto meno la bravura nel confezionare scale, 10 - Memory denza le seconde. melodie sovrapposte e momenti di grande spes- di Max Rock Polis sore artistico. Il tutto si chiude con più calma ma Il prossimo “South California purple” dall’album lo stesso con passione. di debutto dei Chicago è un bel Blues, qui con forti venature Funk e assoli che spazzano via ogni stanchezza e pigrizia. C’è poco da fare, qui la testa degli amanti del Atmosfera sospesa per uno dei brani che dal vivo Rock non può non partire in volo alto, molto alto, esaltano Gilmour, con un assolo che lascia il se- mentre ci si accorge che questo non è solo un gno. “Comfortably numb” non può non esaltare omaggio alle origini che Andrea ha voluto fare a anche in questa versione, che riprende e poten- chi lo ha preceduto e ispirato, ma una vera rie- zia quella in studio portandola tecnicamente ed dizione personale, un fare proprie le canzoni, un emozionalmente più vicina a quella live e rega- metterci molto del suo, abilità tecnica e composi- landole anche un finale, un punto fermo verso la tiva, con l’obiettivo di trasportare tutto il proprio prossima traccia. pubblico verso un’angolazione nuova, moderna e molto, molto energetica dove serve, o anche di “Can you see me” forse non sarà la canzone più atmosfera. conosciuta di “Are you experienced”, ma la sua andatura decisamente ancora Funky e moderniz- Del resto Andrea Braido è così spesso e solido zata fa spazio ad assoli di mezzo e finale di note- da non far trasparire proprio influenze stilistiche vole pregio e godibilità. da altri eroi della chitarra che tutti noi conoscia- mo. Lo stile è il suo e ce ne da bella prova in que- Ed è l’album con la celeberrima cover di J.J. Cale ste dieci canzoni, che diventano omaggi ai suoi che contiene come ultima traccia “Peaches & ispiratori, che guardano oltre l›originale, e si sen- Diesel”, mid-tempo strumentale davvero da bri- te sempre. 44 45 RECENSIONI MAT2020 “A Lifelong Journey”è il titolo con cui si presenta al di là dell’oceano. Stiamo ovviamente parlando, Genesis nei temi di tastiere, qualche nostalgia il nuovo progetto di Brian Belloni (chitarre) e al di là dell’Atlantico, degli Spock’s Beard e, qui floydiana nei tappeti di organo Hammond ad Mauro Mugiati (tastiere e chitarra acustica), in Europa, sul Mare del Nord, dei Flower Kings. ampio respiro, persino qualche ammiccamento giovani musicisti appartenenti al giro dei Beggars’ O, se preferite, delle contaminazioni nate tra di gusto cantautorale americano negli intrecci di Farm e Giorgio “Fico” Piazza Band). questi progetti, come i Transatlantic. Tredici chitarre elettriche e acustiche. Il concept-album, articolato su tredici tracce, si tracce, dicevamo. Ma in realtà tutto è ben coeso Un disco, quindi, che fa subito breccia nel cuore snoda (come gli stessi titoli recitano) tra Ombre nell’andare a formare una sola suite di circa 50 di chi, come il sottoscritto che lo sta recensendo, BELLONI e Realtà, Illusioni e Disillusioni, Riflessioni ed minuti di durata. è cresciuto profondamente ‘immerso’ (per ovvie Empatia: tutto ciò che fa parte della nostra Sì, effettivamente si respira un’aria molto questioni generazionali) nel rock progressivo quotidianità, quindi. Tutto ciò che rappresenta ‘transatlantica’ nello squisito, elegante e molto degli anni ‘80 e ‘90, in quel momento in cui gli MUGIATI effettivamente “il viaggio di una vita”, come ben virtuosistico neo-prog di Belloni e Mugiati. Un USA e la Scandinavia sembrava persino avessero riassume il titolo di copertina. genere che non cerca mai troppo il cerebrale, la meglio, per creatività, prolificità e varietà di I frequenti alternarsi di Mellotron struggenti il cervellotico, l’ipertecnico fine a se stesso, ma formazioni, rispetto alla tradizione britannica. che poi esplodono in roboanti ma molto mette la grande perizia tecnica al servizio di un Tuttavia è un disco che potrà catturare anche chi melodici e “cantabili” temi di Moog, così come gusto melodico che rimane sempre in primo si sente legato alla storia progressiva dei decenni “A Lifelong gli altrettanto brillanti “salti” tra riff chitarristici piano. precedenti. quasi hard e rapide fughe di tastiere e piano E, ovviamente, se di Flower Kings e di Spock’s elettrico di gusto molto fusion/jazzrock, sono Beard si parla, è inevitabile andare con la mente Journey” tutti fattori che richiamano immediatamente un po’ più indietro nel tempo, a quelli che a loro all’orecchio quei due “pilastri” del new-prog volta sono le loro influenze più evidenti: gli Yes degli anni ‘90 che forse più di ogni altro hanno di And You and I nei crescendo di Mellotron e influenzato e condizionato il genere al di qua e nelle languide steel-, la melodiosità dei (2019)

di Alberto Sgarlato

46 47 PHIDEAUX – Infernal 2 cd Digipack – Chronomonaut Celeste - Il Risveglio del Principe CD NOVITA’ CAMELOT

Dopo ben sette anni dal precedente “Snowtorch” I Glass Hammer sono uno di quei gruppi che ci Celeste “è un gruppo prog di Sanremo, formato- ecco il capitolo finale della trilogia iniziata nel hanno abituati a tanti album di buona o elevata si nel 1972. La band ha pubblicato un album nel 2006 con “The Great Leap” e continuata nel qualità ed ora ecco il nuovo album “Chronomo- 1976, si è sciolta nel 1977, e riformata nel 2016. CLUB 2007 con “Doomsday Afternoon”, incentrata sui naut” con numerosi ospiti ad aggiungersi ai vari Ci sono stati altri due album, uno pubblicato nel temi dell’autoritarismo e del collasso ecologico. Babb, Schendel, Bogdanowicz e Raulston. Un al- 1991 che presentava brani del 1977 prima del- Tutta la line-up di “Doomsday Afternoon” èdi bum concept che si può considerare il seguito di lo scioglimento , ed uno nel 1992, con musica nuovo all’opera, con l’aggiunta del tastierista “” del 2000. Tom, il protagonista, per una colonna sonora pubblicata nel 1974. Johnny Unicorn che nel vecchio disco c’era ma ormai adulto ha la sua band e con essa compie un La band si è riformata con nuovi membri, e nel solo come ospite. Ecco nuovamente le belle voci viaggio a ritroso nel tempo sino agli anni settanta. gennaio 2019 ha finalmente pubblicato un nuo- femminili di Valerie Gracious, di Linda Ruttan- “Chronomonaut” si dipana in 12 tracce per circa vo album chiamato “Il Risveglio del Principe” con Moldawsky e di Molly Ruttan (quest’ultima è 70 minuti di durata e vede,tra gli altri, la presen- nuovo materiale. Prog taliano con molta influen- ancora l’artefice della bella copertina), le tastie- za di Matthew Parmenter (voce dei Discipline) za classica ed un sottofondo di musica folk e jazz. re di Mark Sherkus, il basso di Mathew Kenne- e Chris Herin (chitarrista dello stesso gruppo). La musica è per lo più pastorale, ma è tutt’altro dy, la batteria di Rich Hutchins, il violino di Ari- Un album abbastanza tipico per la produzione che “solita”. E ‘molto bella e rilassante e non sem- el Farber, le chitarre di Gabriel Moffat, al quale Glass Hammer con buoni spunti (“The land of bra mai essere datata. Il lavoro è molto profes- è stato nuovamente affidata la produzione, ed lost content”, “Roll for initiative”, “The past is sionale ed in molti casi assolutamente originale infine lui, Xavier Phideaux alla voce, al piano e past”, “Blinding light”), un ottimo strumentale ( Ancora una volta, il 2019 ci ha consegnato un al- alla chitarra. Oltre a questo nucleo ci sono, come “It always burns sideways”), ma anche i soliti mo- tro album eccellente, con musica che potrebbe di consuetudine, diversi ospiti impiegati essen- menti meno efficaci che un po’ hanno caratteriz- sembrare semplice, ma è molto più complessa di zialmente per le parti corali oltre alla violoncel- zato la vasta produzione del gruppo. quanto non sembri in superficie ed ha molte sor- lista Stefanie Fife e a Andy Camou alla tromba. prese per l’ascoltatore. I suoni sono come al solito molto belli, limpidi, perfetti con eleganti impasti tastieristici che in- cludono come al solito il Mellotron, ritroviamo poi gli elementi acustici della chitarra, il cantato di Phideaux che ormai è un marchio di fabbrica, col suo stile molto cantautoriale, i cori, gli ampi riferimenti ai Pink Floyd come anche ai Genesis. “The Error Lives On” con le suggestive parti co- rali ed i riferimenti a “The Lamb”, o “Inquisitor”, Floydiana fin nel midollo, con suggestioni che ci portano dritti dritti a “The Wall”, insieme a “The Order of Protection (One)”, con intrecci di piano e tastiere molto Genesisiani, una “The Sleepers Wake”, dalle colorazioni prevalentemente acusti- che, molto bella nelle sue progressioni melodi- che e la seconda parte di “The Order of Protec- tion” sono le migliori di un album che non può mancare ai fans di questo grande gruppo. 48 49 schianto. Lacrime immediate che solcano il viso, respiro di chi voleva davvero essere. Alla fine di immediatamente risvegliato da quella notizia uno dei concerti del Banco del Mutuo Soccorso al FRANCESCO DI GIACOMO che non avresti mai voluto sentire. Allora spegni quale ho avuto l’onore di assistere, ci regalò uno TV, cellulare, tutto, e via a letto, sperando che dei suoi insegnamenti, disse: “…e siate gentili”. l’indomani porti più sogni che incubi. Al risveglio, Davvero in poche parole riusciva a metterti di “La Parte Mancante” fai ancora fatica a crederci, per cui guardi internet fronte alle responsabilità. Di Andrea Pintelli e ovunque si conferma quanto ascoltato poche Venendo al disco, esso è pieno di tesori, come ore prima. Tremenda perdita, profonda frattura fosse uno scrigno da aprire e scoprire piano col passato. Sali in macchina e metti “Darwin” e piano. Alcune canzoni escono alla distanza, ma ancora il corpo tutto si informicola. Avverte che la in ogni passaggio si ha la sensazione di intimità. pressione sale, provata da cotanta tristezza. Entri Quasi un poeta che ci parli in prima persona. Date in ufficio, non saluti nessuno, e speri che le 17.00 uno sguardo all’iconica copertina per partire a arrivino alla svelta. Tanto gli altri capiranno, pensi capire la magnificenza che pervade quest’opera. fra te e te. Il pensiero è sempre là, sulla barba “In quest’aria”, in apertura, è un inizio splendido, e sul sorriso beffardo del destino, che la sera dalle sue parole si capisce quanto avesse dentro prima si era vestito da Francesco Di Giacomo, di sé questo infinito essere umano. Ascoltate portandocelo via. Sì, perché LUI è di tutti noi, è un parola per parola, non lasciatevi sfuggire nulla, mistero e una ricchezza, un vanto e una strada da perché sono dritte preziose. La sua voce ha percorrere nella serenità. Certamente. Se ne può potenza e ti fa guardare lontano. Permette e se ne deve parlare al presente, siccome chi ha tantissimo. Accompagnata soavemente da battiti costruito, chi ha dato, chi ci ha fatto scoprire l’oro di suoni che sembran cuore. ”Il senso giusto” ti fa oltre la banalità, non morirà mai. Ogni nostro chiedere perché intorno a noi non possano esserci pensiero verso di lui, lo farà vivere sempre. più persone o personaggi come Francesco. Ti fa Però, al tempo stesso, e senza fare gli ipocriti, arrabbiare tutto ciò, perché basterebbe davvero diciamo, e forse urliamo, che ci manca molto. La poco per camminare meglio. “Emullà” è una song sua arte vive e vivrà con noi, ma non potremo sperimentale, dal testo ai suoni aggressivi, che ascoltare più la sua voce in una nuova intervista, prendono sia da certo jazz che dall’elettronica in un programma radiofonico, in TV, dappertutto. big beat. Inusuale, ma davvero più avanti di chi E dormi, ancora, sperando in un miracolo. si definisce così. “Luoghi comuni” sono sei minuti Puntuale come il mattino, accade. Quello che di echi, voci più voci più voci che Francesco non si aspetta, arriva, prima o poi. Già, mancava ci regala in un’ottica di estremo coraggio. qualcosa, un parte o un solco, un altro suo Modernità della più fine, senza mai lasciare da commento-insegnamento sulla vita, un qualcosa sola la sua poetica. Fatevi ammaliare da alcuni di grande come LUI, che era meravigliosamente passaggi che profumano di importanza. “4 parti” BIG in ogni senso. Questo miracolo è il nuovo è un passaggio giocato sugli archi, un minuto album di Francesco insieme a Paolo Sentinelli, sottovoce quasi, che ci conduce a “Insolito”. uscito da pochi giorni solo nelle edicole (per ora) e Quanti sentimenti vicini al Paradiso (ovunque fortemente voluto anche da sua moglie Antonella esso sia) ci vogliono per scrivere, cantare con Caspoli: “La Parte Mancante”. Pensato, creato e tanto trasporto, interpretare una così profonda realizzato durante gli incontri fra i due, dopo i speranza? Quante tonnellate di limpidezza e Certamente. Ma per nulla scontato. I brividi può imbattere in una faccia nazional-popolare loro pranzi-meeting, a casa dell’uno o dell’altro. bellezza può contenere un solo uomo? Io non arrivano anche se non li chiami e, a volte, proprio (Fabio Fazio), in un programma evento che Paolo è riuscito a musicare l’immensa poetica lo so, ma Francesco lo sa. Personalmente tutto non ne vogliono sapere di andarsene. Eccoli, rappresenta il massimo del nazional-popolare di Francesco, dando risalto alla sua inimitabile ciò mi ha commosso. Ti tocca nel profondo, eccoli che arrivano, e non ci si può fare nulla. Ti (festival di Sanremo), e che proprio quella faccia voce, senza mai coprirla di strumentazione oggettivamente. Quasi un’implorazione. “La prendono, ti avvolgono e se son veri, ti tengono ti comunichi, prendendosi una parentesi da quel varia. Ne è uscito un lavoro che, in alcuni casi, parte mancante”, title track, è un capolavoro, compagnia, che lo si voglia o meno. Possono nulla musicale, che uno dei più importanti in senso mette i brividi, ancora loro, ma stavolta fatti di senza dubbio. Un pianoforte perfetto, la sua essere di tante tipologie, ma sempre vibrare ti assoluto, la voce del prog e degli anni ‘70 ma non bellezza, orgoglio e speranza ripagata, mischiati voce intensa che riempie ogni spazio, le alte fanno. Così capita che dopo una giornata di lavoro, solo (insieme a Demetrio Stratos, ovviamente), a una goccia di malinconia. D’altronde Francesco parole declamate, insieme sono una meraviglia. sprofondato nel tuo divano preferito, facendo l’icona del rock made in Italy non ci sia più. Stop. era, ed è, lo splendore di “casa nostra”, il lungo Si rinasce ogni volta che la si ascolta. Incredibile. zapping qua e là in cerca di evanescenza, ci si Fine. Game over. Volato via, dopo un tragico 50 51 “Lo stato delle cose” prosegue nel discorso del mio paese, venivano note musicali che RECENSIONI MAT2020 Capita di sovente che quando ascoltiamo qualche della profondità d’animo, pervasa com’è da una gravitavano potenti sopra le nostre chiacchiere lavoro musicale di buona fattura si rimanga un luce che la pervade. Insieme si può, sembra di una calda serata d’estate. Mi intrufolai, grazie pò interdetti nell’ascoltare altre novità, perchè dire. Un messaggio da tenere stretto e fare al compiacimento di un mio vicino di casa alla pensi che difficilmente potranno interessarti nostro, per non perderlo mai più. “Quanto mi cassa d’ingresso, e rimasi sbalordito: era la prima maggiormente di quello che hai appena ascoltato. costa”: la stranezza dell’oggi, messa in versi, volta che assistevo a qualcosa al di fuori della Questo album, “Climbing the Air” - interamente una riflessione musicata in modo quasi sinistro, Musica Classica. Sentii che c’era qualcosa che la strumentale - degli spagnoli On The Row, invece a volerne sottolineare i sussurri. Aprite le comprendeva, ne esaltava i concetti, insieme al ON THE ROW sorprende piacevolmente, perché appena orecchie, spalancate gli occhi, in piedi tutti. “In mio nuovo amore rock. E poi quella presenza sul uscito fa riaprire quello spioncino sul mondo favore di vento”, chiude in maniera splendida palco che ipnotizzava. Erano i ragazzi del Banco che non pensavi più di aprire, ti fa capire che è questo grande LP, che è il regale che Francesco del Mutuo Soccorso, e quello era il mio primo ancora possibile ascoltare dell’ottima musica, ha voluto farci per dirci che c’è tanto ancora da concerto. Un altro regalo. Non posso che sentire vibrante ed emozionante, in un compendio prog, fare per noi stessi, che siamo la possibilità della tutto il mio bene per Francesco Di Giacomo, gli jazz, rock, fusion, electro, groove felicemente gioia. Un arrangiamento sopraffino, un coro che devo i miei ringraziamenti per avermi migliorato amalgamato, dosato, basato su brani di piano va a braccetto alla voce che sale fino in cielo per con la sua poesia, ovunque egli sia. Sicuramente melodici, in cui si inserisce una chitarra acustica, spronarci ad essere migliori. Non è fantascienza, anche dentro di me. Abbracci diffusi (oggi “Climbing the trasformando la suite in un crescendo Jazz/Rock, è solo e fortissimamente Vita. soprattutto a LUI). sostenuta da un Sax Tenore e dal coro. Oppure Quando avevo nove anni, dal campo sportivo un hammond usato come basso, che invita i fiati Air” a entrare in sintonia con una struggente chitarra elettrica, a cui fa da sfondo una percussione jazz molto libera e disinvolta, flauti cinguettanti e poi un rapido capovolgimento di ritmo sul rock/prog con controtempi vertiginosi. Altri brani creano un’atmosfera soffusa e notturna, in cui spiccano sax e keyboards, che non sembrano seguire la struttura iniziale per poi tornare, con squisiti intermezzi di basso e Di Andrea Zappaterra percussioni, a riprendere gli accordi originali e la melodia di una chitarra acustica. Dovessi definire questo tipo di musica paragonandola al passato direi che i Soft Machine potrebbero esserne i progenitori, ma a differenza loro qui si esalta molto una certa ricercatezza melodica, una passionalità latina, che li avvicina molto anche ai Santana. I brani, uno più bello dell’altro, accompagnano piacevolmente l’ascoltatore in un viaggio attraverso le più svariate sonorità in un tempo giusto di degustazione, non eccedendo ne in effetti altisonanti ne in accordi troppo impegnativi, ma con il solo ausilio del proprio estro e virtuosismo oltre che una grande sensibilità musicale.

52 53 RECENSIONI MAT2020 Quando vengo a sapere che un artista del mio amici e, in generale, quelli che le vogliono bene). futuro (“There won’t be any “us” when summer Paese ha pubblicato un disco con un’etichetta Ne viene fuori un racconto ricco di drammaticità, nights are gone”). Un pezzo che mi ha fatto vera- straniera, sale in me sempre un moto di orgoglio, ma anche la descrizione di una ragazza che, non- mente commuovere, impreziosito dalla presenza perché mi fa piacere che la creatività italiana sia ostante il male e la sofferenza, lotta e non si da discreta ma importantissima del violoncello. riconosciuta e apprezzata anche a livello inter- per vinta, vivendo la sua vita fino alla fine, come Il disco si conclude con il pezzo più lungo di nazionale. Quando poi l’etichetta in questione è una vera eroina dei nostri tempi. Da notare che questo lavoro, cioè ”Rain over gentle travellers” (nientepopodimeno) che la Giant Electric Pea, tutti i testi del disco sono in inglese. (9’36”), Un brano (che racconta della strenua EVELINE’S cioè la stessa di un gruppo mitico ed amatissimo Il disco inizia con “A new beginning”, con il racco- lotta di K contro la malattia) che inizia in sordina come gli IQ, l’orgoglio e la contentezza sono an- nto dei genitori di K (“She will always be our pre- per crescere a dismisura con bel solo finale di cora più grandi. L’artista, o meglio, la band che cious little thing”). Il pezzo apre con una chitarra chitarra. DUST ha pubblicato con la GEP si chiama Eveline’s Dust frippiana, per poi allargarsi a sonorità più dure, Dopo l’ascolto di questo disco si resta piacevol- e il disco, la cui uscita ufficiale è prevista per il per farci subito capire che in “K” non bisogna mente sorpresi: un lavoro che, pur raccontan- giorno 08.04.2019, si intitola “K”. aspettarsi l’ennesimo tappeto di tastiere, perché do di un’esperienza terribile, non scivola mai Gli Eveline’s Dust sono un gruppo che circola in questo lavoro il prog va a braccetto con il jazz nell’autocommiserazione e nello sconforto. I sulla scena prog dal 2012, quando è uscito il rock. pezzi sono suonati benissimo dagli Eveline’s dust “K” loro primo lavoro, l’EP (o mini-CD, se preferite) Il secondo brano, “Fierce Fear Family” è ancora e dagli ospiti, con una menzione particolare per “Time changes”, ma è solo con il secondo lavoro più elettrico, ritmato e jazzy (il dialogo tra la chi- la voce di Nicola Pedreschi, che canta bene in in- “The painkeeper” (uscito nel 2016), che la band tarra e le tastiere mi ricorda quello di Julio Fer- glese, cosa che potrà permettere al disco di farsi ha raggiunto una certa notorietà. Infatti questo nandez e Tom Shuman degli Spyro Gyra). maggiormente conoscere ed apprezzare da un 2019 Giant Electric Pea Records album è stato presentato live con un’intensa at- Con “Hope” andiamo invece verso atmosfere più pubblico internazionale. tività concertistica che ha permesso alla band di intimistiche, in quanto la canzone parla del rap- Un lavoro che suggerisco non solo agli amanti del di Evandro Piantelli partecipare ai maggiori festival italiani (primo porto di K con gli altri ragazzi e di come essi la prog, ma a chi, in generale, ama proposte musi- tra tutti il Veruno 2 days+1 Prog, che ve lo dico a vedono. A parere del sottoscritto è il brano del cali diverse e nuove. Un disco che non annoia mai fa’?) e di far conoscere l’album anche in Europa. disco maggiormente intriso di drammaticità. e che, ascolto dopo ascolto, rivela inattesi paes- Il buon successo del disco ha spinto la band a Nella successiva “K” è la stessa protagonista a aggi sonori. Da non dimenticare, poi, l’ottima co- mettersi ulteriormente al lavoro e a trascorrere raccontarci il suo rapporto con la malattia (“I hate pertina, opera di Francesco Guarnaccia . parte dell’estate 2018 in studio di registrazione you and always will”). Il brano parte con sonorità Auguro agli Eveline’s Dust che questo disco, gra- per lavorare ad un nuovo album che ripetesse e jazzate per culminare in un finale quasi metal. zie anche alla distribuzione internazionale, per- migliorasse le già buone qualità presenti in TPK, In “Lost in a lullaby” il neo-prog sembra sposare metta loro di farsi conoscere ed apprezzare an- senza esserne un semplice doppione. il sound degli Steely Dan, ma prosegue poi con cora di più, perché se lo meritano davvero. Per E infatti “K” si differenzia dal lavoro precedente sonorità decisamente crimsoniane che ci spiaz- quanto mi riguarda, salvo imprevisti, sarò in pri- (che presentava un prog moderno con sonorità zano piacevolmente. ma fila il prossimo 12 aprile all’Angelo Azzurro di elettro-acustiche), per una virata in direzione de- La dolcissima “Faintly falling” è cantata dalla bella Genova – Borzoli per godermi questa band che cisamente jazz-rock. Ma andiamo con ordine. voce di Lorenza Catricalà ed è una disperata can- presenterà “K” dal vivo. La formazione che ha lavorato alla realizzazione zone per un amore che è destinato a non avere del disco è la seguente: Nicola Pedreschi alle tastiere e voce solista, Lorenzo Gherarducci alle chitarre e cori, Marco Carloni al basso e Ange- lo Carmignani alla batteria. Ci sono anche degli ospiti che partecipano ad alcuni brani: Lorenza Catricalà alla voce e ai cori, Federico Avella al sax e flauto traverso e Nicolò Zappavigna al violon- cello. “K” è un concept album che parla di una ragazza (Katia, Katrhrina?) affetta da una malattia incura- bile. Ma la narrazione non avviene in modo aset- tico, ma anzi, è fatta direttamente dalle persone che sono tutti i giorni vicino alla ragazza (famiglia, 54 55 RECENSIONI MAT2020 Quella dei Fungus, band genovese nata nel RECENSIONI MAT2020 esempio, sembra essere trapiantata nel suono da 2002 dalla passione e dall’improvvisazioni dal alcune band dell’epoca; le tastiere - di cui si fa gusto retro prog/psych di Alessandro Vernetti largo impiego lungo tutto l’album - sono quelle (chitarra) e Carlo Barreca, già Zerothehero, a cui ci hanno abituato in quegli anni. La struttu- (basso, Chapman stick), è una storia di una vera e ra dei brani è piuttosto costante, con l’alternanza propria famiglia che ha visto diversi cambiamenti, avvicendamenti e ritorni e che, oggi, dopo la di sezioni musicali libere a strofe/ritornelli vocali firma per l’etichetta Black Widow Records eil (tranne l’ultima traccia, interamente strumenta- FUNGUS MACCHINA le). cambio di nome, appunto Fugus Family, presenta il quarto album ‘The Key Of The Garden’, a Le maggiori influenze italiane provengono da confermare in maniera più esplicita il legame tra PNEUMATICA gruppi come Balletto di Bronzo, Museo Ro- FAMILY i suoi componenti e a porre le basi per un nuovo senbach o Banco del Mutuo Soccorso. Le sezioni ciclo di emozioni sonore. vocali hanno uno stile che varia e che unisce ten- La band attuale comprende, oltre al già citato denze del beat italiano, del progressive (Deme- Carlo Barreca, Dorian Deminstrel (voce, chitarra trio Stratos e Gianni Leone) ma anche di un pop “The Key of the acustica) Alessio Caorsi (chitarra), Claudio Ferreri “Riflessi e (tastiere) e Cajo (batteria) e si arricchisce in più moderno. questo nuovo capitolo d’un illustre ospite in due Tuttavia, è chiaro che anche il progressive inglese Garden” tracce, la leggenda Nik Turner, tra i fondatori dei Maschere” abbia in qualche modo influenzato il disco: infat- seminali . ti, sento una certa vicinanza (anche se probabil- Black Widow records “La chiave del giardino” completa la trilogia di Antonio Belfiore mente non cercata) ai Quatermass; ma anche e iniziata con gli eccelsi episodi precedenti, ‘Better soprattutto ai King Crimson (il tema iniziale del- Than Jesus’ e ‘The Face Of Evil’, confermando la la traccia Come me, è un rimando a I talk to the bontà tecnica ed esecutiva della band ligure che, wind, solo per fare un esempio). come un ricco giardino citato nel titolo, ci offre All’inizio del 2019 la band Macchina Pneumati- una vasta gamma d’umori, onirici ed introspettivi, ca fa uscire per l’etichettaBlack Widow Records “Riflessi e Maschere” è un disco per chi ama le tra psichedelia floydiana e progressive anni ‘70, l’album progressive “Riflessi e Maschere”. tastiere (a cui vengono riservate varie e le idee come nelle lunghe e suggestive ‘1Q84’, ‘Suite No La prima caratteristica che appare dal disco è più apprezzabili della band); a chi piacerebbe ria- 5-Part I’ e ‘Holy Picture’ ma anche passaggi più sicuramente la sua trasparente italianità: le scoltare in una veste diversa la musica a cui sopra di Luca Nappo energici e dalle atmosfere quasi doom di pezzi melodie, le sonorità e i ritmi hanno chiaramen- ho fatto riferimento, ma anche a chi ama la musi- come ‘Demo-crazy’ e ‘Eternal Mind’. te e principalmente un rimando al repertorio ca italiana da radio: credo infatti che i Macchina L’alternarsi d’elementi più soffusi e parti più italiano (progressive, ma non solo)della fine de- Pneumatica siano piuttosto radiofonici. Inoltre, energiche rendono l’ascolto accattivante, l’album potrebbe piacere per l’ordine e la pulizia aggiungendo un sapore speciale nella fruizione gli anni ’60 e degli inizi dei ’70. La chitarra, ad delle strutture sonore. Tuttavia, i ritmi sono spes- dell’album, con questo alternarsi tra tastiere e chitarra che ben traducono gli amori della band so un po’ statici/scarni e le scelte melodiche/ar- per il suono del passato. moniche sovente appaiono già sentite e datate, Un tributo alle proprie influenze che si completa nonostante una certa vitalità. Un altro aspetto anche con due cover (non presenti nel vinile migliorabile è che nei brani non è presente un ma solo nell’edizione in cd), ‘See Emily Play’ dei momento di culmine, né di puro riposo. Sebbene primi Pink Floyd e ‘The Weaver’s Answer’ dei con lievi inflessioni, tutto gira su un’intensità co- grandi Family, proposte con devozione e gusto stante. Questo è un aspetto che coinvolge forse personale. l’intero album: non c’è, per intenderci, una qual- Particolarmente riuscita la cover art di Jessica Rassi del The Giant’s Lab che riesce a descrivere che track a cui fare riferimento per identificare perfettamente le sensazioni che questo disco ci senza dubbio l’opera e la band. regala, un caleidoscopio d’emozioni dal fascino Per concludere, “Riflessi e Maschere” è un bel arcano, presentate con una tale abilità esecutiva ricordo di alcune esperienze musicali passate. che ci conferma d’essere di fronte ad una realtà Speriamo che i Macchina Pneumatica continuino della scena psych/prog nostrana. il loro percorso e - chissà - sfruttino questo album Uno dei dischi da inserire nella playlist di questo per lanciare uno sguardo nel futuro e in nuove 2019. esperienze musicali per un prossimo disco.

56 57 RUBRICHE MAT2020 METALMORFOSI di MAURIZIO MAZZARELLA

Giallo Recording Di Alessio Secondini Morelli

Ciò che stupisce del variegato e interessante backing-tracks. Certamente grazie alla presenza album d’esordio del giovane chitarrista di una solida quanto versatile sezione ritmica salentino Gianluigi Giorgino, è il suo continuo composta dal drummer Giulio Rocca e dal e convintissimo porsi contro le ormai logore bassista Fabio Capone. Ma anche nelle solide convenzioni dell’ultra-tecnica, ancor oggi armonie chitarristiche di accompagnamento copiosamente presenti nei dischi Rock-Metal del brano, che sicuramente non si possono dir strumentali basati sulla chitarra elettrica. Il nostro secondarie in quanto a feeling e gusto musicale. possiede un linguaggio musicale fortemente La ruffianissima maniera di padroneggiare anti-conformista, che fa della nota lunga e l’espressività più “disperata” del puro Blues glissata uno degli elementi centrali del proprio chitarristico in “Mailman Blues” non fa altro che stile (presumo, con abbondante uso di aggeggi confermare il valore aggiunto del magico tocco quali il bottleneck e l’e-bow). In ottimi brani quali del nostro “eroe della chitarra”. Chiude il disco “The Soul Catcher” e “Room 1136” i fraseggi e i l’unico brano classicamente shredder, “Icarus”, GIANLUIGI temi sono padroneggiati con indiscussa bravura, dove Gianluigi riesce comunque a non perder in continuo dialogo con parti chitarristiche più mai il pieno controllo ed il pacato fraseggio che tradizionalmente bluesy che sanno tanto di contraddistinguono il suo stile. con sprazzi del più ispirato Gary Un buon esordio, di assoluta e straordinaria GIORGINO Moore. Sconfinando addirittura nella Fusion su qualità. “Freezing In Space”, anche qui con una costante e calda tenuta delle note. Per contro abbiamo anche un gusto particolare nella composizione, “Feeling Unreal” nell’arrangiamento e nell’esecuzione delle 58 59 FRANCO GIAFFREDA BAND ”Gli strani giorni di NOInessUNO” Di Athos Enrile

Grande stupore personale nel venire a conoscenza Giaffreda a raccontare nell’intervista a seguire. di un progetto “solo” di Franco Giaffredda, un Ho ascoltato a lungo il disco - che ho ricevuto artista poliedrico che ho visto magnificamente in anteprima un paio di mesi fa - e l’ho fatto all’opera in situazioni molto diverse tra loro: anche dopo aver chiarito le idee, i soliti tre “giri chitarrista del Biglietto per l’Inferno nel 2013, al di giostra”, cioè quanto mi necessita in genere FIM di Albenga, e successivamente, in un paio per poter commentare un album; sto quindi di occasioni, vocalist/frontman/flautista dei sottolineando il fatto che mi è piaciuto così Get’em out, una band che ripropone il repertorio tanto che è entrato nella mia ideale playlist del dei Genesis, all’interno della quale Franco si momento. Perché? propone, in alcuni casi, come clone di Peter Diciamo intanto che si sente la genuinità della Gabriel, non solo dal punto di vista musicale ma proposta, la necessità di mettere un punto e anche da quello attorale, proponendo i famosi sancire uno stato mentale e di vita, un racconto travestimenti dell’epoca. di come ci si può sentire in un periodo difficile Ma il nuovo album mi ha spiazzato, non essendo come quello che stiamo vivendo, giovani ma non a conoscenza di un atto precedente, datato 2004, giovanissimi, spesso confusi dagli accadimenti episodio che viene definito “l’antefatto”(“Angeli sociali e personali problemi di tutti, ma un nel Vento”), cioè il punto da qui si è dipanato musicista ha almeno la possibilità di sfogarsi, questo nuovo sentiero che trova ora compimento e forse il suo lasciarsi andare può aiutare a far totale, un altro concept, come è lo stesso riflettere elementi terzi. 60 61 INTERVISTAMAT2020 Liriche chiare, in italiano, e una storia lunga Prog/Rock Metal (è possibile leggere la breve I suoni sono effettivamente hard rock, ma dei primi due lavori degli Evil Wings e per me e circa 38 minuti, con tracce (13) strumentali storia degli Evil Wings su wikipedia). Nel 2004 rispecchiano più che me stesso, il mood dei testi, Walter è molto bello che ci sia lui ad aiutarci in inframmezzate a un sano rock. ho scritto un concept a mio nome, chiamato diretti e semplici. questa nuova avventura. Le esperienze variegate di Giaffreda gli “Angeli nel Vento”, che può essere definito consentono di muoversi a piacimento tra i l’antefatto di quest’ultimo mio nuovo CD. Dopo Mi parli della formazione? Siete soddisfatti del risultato finale, dal punto di generi, e nel sentiero presentato troviamo altre esperienze, fra cui Massimo Priviero, La formazione è formata da me alle chitarre, voce vista artistico? un jazz delicato (“Dormiveglia”, “Prima del Fabio Concato e Nic Potter (Live in Italy), entro e flauto traverso. Walter Rivolta alla batteria, Il CD rispecchia al 100% quello che avevo in testa risveglio”) accanto a un deciso hard rock (“Corri nel Biglietto per L’inferno. Esco dal gruppo per storico batterista degli Evil Wings, e al basso all’inizio e sono veramente molto contento, con i pensieri”, “In un vortice di eventi”, “Anima di entrare nei Get’em Out nel 2013, dopo che il Alessandro Cassani, bassista di grande talento speriamo piaccia anche a chi lo ascolterà. latta”, “Ladri di sogni”), passando per momenti di chitarrista Gianluca ha trovato la mia voce simile già nei Not a Good Sign e in tante altre situazioni. pop cantautorale (“Alba interiore”, “Viaggiando al mitico Gabriel ascoltando i miei vecchi CD degli Avete pianificato qualche presentazione o live di lontano”) intersecati con attimi intimistici di gran Evil Wings. Diciamo quindi che il mio ultimo CD è A chi è stata affidata la produzione? pubblicizzazione? pregio (“Identità confuse”, “Solo”, “La ballata di un pò un breve riassunto di varie mie esperienze Il CD è stato prodotto da me e registrato negli nessuno”) e da una perla che si può considera musicali passate. Street Rec Studio di Albese Con Cassano, in Sto cercando di fissare un pò di concerti per l’anno prog (“Incubo notturno”). provincia di Como, dal bravissimo Mauro Drago, nuovo. Tra l’altro sarebbero giusto trent’anni da Lascio alla fine “Ricominciare ad essere”, la Questo nuovo impegno si traduce in un album di che ha capito perfettamente il suono che volevo. quando tutto è iniziato e mi piacerebbe suonare perfetta sintesi, lo strumentale che chiude fresca uscita: me ne parli, iniziando dal titolo? Un suono diretto e seventies, caldo e quasi tanto per promuovere il CD e festeggiare questo l’album e racconta, come potrebbe fare un testo Il nuovo CD racconta una fase della mia vita. È scarno, nello stile degli album degli anni Settanta. mio piccolo traguardo. Sarà molto difficile ma ci scritto, lo stato d’animo che ha permeato l’autore un concept su quanto mi è successo negli ultimi Pochi strumenti e tanta pulizia sonora… anche la proverò perché credo in questi brani e in quello in quel preciso istante, la fermatura del cerchio anni, periodo in cui mi sono scontrato con la triste durata, 38 minuti circa, è quella di un LP classico. che dico nelle canzoni. Farò anche brani degli Evil che permette di guardare avanti con fiducia e realtà di un mondo diventato per me troppo Wings e cover a me care e mi piacerebbe registrare speranza: potenza della musica! maleducato, frenetico, arrogante e spento. Penso A quale etichetta vi siete rivolti? un bel live album… speriamo, comunque, come Giaffreda è un signor musicista e nel racconto che tanti si riconosceranno in quello che canto Il Cd uscirà a breve, e per la stampa e la dico nella prima frase del CD, “Ricomiciare, ora a seguire descrive le sue collaborazioni, quelle e volutamente il cantato in italiano è diretto distribuzione del CD ci penserà la Underground è in salita” ma aggiungerei anche “With a Little che gli permettono di realizzare un gran disco, e semplice, senza giri di parole. Nella parola Symphony di Novi Ligure del grande Maurizio help from my Friends”… una musica potente, modulante, attraente, “NESSUNO” è contenuta però anche la parola Chiarello. Maurizio è stato il primo produttore complicata nella costruzione ma di facile “UNO”, che sta a significare che nelle persone metabolizzazione, a mio giudizio adatta ad un che spesso giudichiamo male si nascondono pubblico molto trasversale. talenti e belle persone, quindi un pò di speranza Non è stato certamente questo il pensiero che per il futuro c’è sempre.. ha fatto scattare la molla, ma una volta che le creazioni proprie vengono messe in circolo Mi accennavi al fatto che si tratta di un concept appartengono a tutti, e più si va in profondità e si album... fa opera di diffusione e coinvolgimento e meglio La storia inizia con il protagonista disilluso e è, almeno per chi trae beneficio dalle sonorità di sofferente. Si fa domande se sta sbagliando qualità. lui nella vita, ma non trova risposte. Si scontra Un disco da ascoltare, impossibile non viaggiando con un mondo falso e ipocrita apprezzarlo! ritrovandosi solo e disilluso. Addormentandosi una notte fa un incubo in cui si scontra con il suo La chiacchierata… sé stesso senza volto, una metafora di come il Ti ho conosciuto come chitarrista in ambito prog mondo lo ha fatto sentire, il nulla… risvegliandosi (Biglietto per l’Inferno) e successivamente come si rende conto del tempo passato, ma anche del frontman di una Tribute Band che ripropone la fatto che può ricominciare ad essere se stesso, musica dei Genesis (Get’em out): mi sveli questo voltando pagina e rimettendosi in gioco con un progetto così diverso? altro spirito. La mia piccola carriera musicale comincia nel 1989. La band si chiamava Evil Wings ed ero il I suoni non sono quelli tipici del prog di cui parlavo cantante/chitarrista e compositore. Dal 1989 all’inizio, ma siamo più sul rock tradizionale: è al 2003 abbiamo registrato vari CD nell’ambito questo il genere che meglio ti rappresenta? 62 63 RUBRICHE MAT2020 New Millennium Prog Pirate il Progressive del terzo millennio ’ensemble dei Pirate si è costituito nel 2007 a Sydney. La band, dopo un omonimo EP nel 2009, a cura di MAURO SELIS ha rilasciato per la label indipendente Bird’s Robe [email protected] Records l’album “Left of Mind” il 2 Settembre del 2011, un breve lavoro di poco più di mezzora per otto tracce. Il loro sound è estremamente intri- gante con il sax in bella evidenza e con le linee melodiche che si intrecciano a fraseggi jazzy con la voce di Wolf che abbellisce un prodotto di qua- lità. 2a Parte Line up: Shan Abey: chitarra. Tim Adderley: bat- AUSTRALIA teria. Ben Norvill: basso e Joel Woolf :sax, voce. Proseguiamo la nostra esplorazione dell’Oceania riguardante le proposte pro- gressive del terzo millennio con la seconda tappa in una terra feconda, musical- mente parlando, come l’Australia.

Pond Link utile: BANDCAMP I polistrumentisti Nick Allbrook e Jay Watson, originari di Perth, membri della band pop Album consigliato: Left of Mind (2011) psichedelica dei Tame Impala, hanno costituto nel 2008 i Pond assieme all’eclettico Joseph Ryan. Il trio attorniato da altri musicisti di valore, che Aronora hanno turnato di album in album, ha rilasciato Il progetto Aronorasi è costituito nel 2008 con tra il 2009 e il 2019 due E.P e otto full lenght, membri provenienti dall’Australia (Melbourne) l’ultimo dei quali “Tasmania” uscito il 1 marzo edal Regno Unito (Londra). di quest’anno in doppio vinile e cd singolo per Dopo aver pubblicato due compact disc demo, la l’etichetta indipendente Marathon Artists. band ha iniziato a esibirsi dal vivo a Melbourne. Il tappeto sonoro della band si sviluppa attraverso Nel 2009 ha pubblicato un EP omonimo e – final- una trasversalità musicale che abbraccia mente - nel 2015 hanno rilasciato il loro primo al- generi diversi dalla psichedelia allo space rock bum completo “Escapology”, nove tracce per ol- progressivo, con afflati simil funkeggianti e glam rock. tre tre quarti d’ora di musica che fonde elementi Line up recente… Nick Allbrook: voce, chitarra heavy rock-progcon momenti più melodici. elettrica, flauto. Jay Watson: chitarra elettrica, Line up: Ben Cameron: voce, chitarre e tastiere. voce, batteria, tastiere, sintetizzatore, basso. Joe Netanel Koles: chitarre. Chris Cameron: batte- Ryan: basso, chitarra elettrica, voce. Jamie Terry: ria e percussioni e Ben Croxford: basso. Musici- sintetizzatore, basso. Matt Handley: batteria. sti ospiti del loro unico full lenght: Asha Henfry: flauto. Greg Sher: clarinetto e Oscar Neyland: contrabbasso.

Link utile: SITO UFFICIALE Link utile: BANDCAMP Album consigliato: The Weather (2017) Album consigliato: Escapology (2015) 64 65 RUBRICHE MAT2020

Umläut Aquanaut Gli Umläutsi sono formati a Melbourne e hanno L’ensemble prevalentemente strumentale degli alle spalle due stranissimi ed eccentrici album, Aquanaut è stato fondato nello scorso decennio dal tastierista/bassista/cantante Damien Salo- difficilmente catalogabili: “Umläut” nel 2007 e mons e dal chitarrista/cantante Luc Pawlus. “To yourpovertyquietly go” nel 2014. Al duo si sono uniti nei vari lavori altri strumen- I membri della band sono il californiano nonchè tisti quali i batteristi Dean Seabrook, Sankar Das leader/polistrumentista Clinton Bär McKinnon e George Velenik, il tastierista Warrick Fowler, il (già nei Mr. Bungle https://en.wikipedia.org/ bassista/cantante Carl Belle e il chitarrista/tastie- wiki/Mr._Bungle), Julian Langdon, Angus E. rista/cantante Justin Min Leslie, Shane Lieber, Adam King e Olaf Scott. La band ha pubblicato tra il 2008 e il 2010 unin- Ha collaborato con la band -in varie occasioni- teressante E.P. intitolato “The Taste Maker Suite” l’ex cantante dei Faith No More, lo statunitense (2008) e due full lenght“ ThePsychonaut” (2009) Mike Patton https://it.wikipedia.org/wiki/Mike_ e “Golden” (2010). Patton Il loro è un sound orientato sul versante space rock psichedelico con venature progressive e af- flati jazz-rock. Nel 2011, sciogliendo il gruppo, Luc Pawlus-uno dei membri fondatori- ha deciso di portare avanti il ​​progettoorientandosi verso la musica elettroni- ca emutando il nome in Akh-Naut (vedi https:// www.last.fm/music/akhnaut ) Link utile: BANDCAMP Album consigliato:Umläut (2007)

Transience Link utile: LAST FM I Transience, da non confondersi con l’omonimo gruppo statunitense autore di due dischi tra il 99 Album consigliato: Golden (2010) e il 2003, si sono formati a Melbourne nel 2012 e hanno all’attivo tre E. P.: Transience nel 2013, Ocean nel 2016 e Words nel 2018 e un album: Temple nel 2014. La loro proposta sonora è orientata verso un heavy prog con momenti più melodici per un prodotto gradevole seppur non originalissimo. Line up: RobCuzens: voce. Tim Davies e Bob Parry: chitarre. Andrew Thomas:basso. Luca Mastrocola alla batteria

Link utile: SITO UFFICIALE Album consigliato: Temple (2014) 66 67 RECENSIONI MAT2020 La sempre più prolifica Dark Companion Records, non fermarsi alle apparenze della superficie “Resonance”, l’atmosfera meno nota prende il del produttore Max Marchini, rilascia il nono dell’esistenza. Tolta questa patina, sotto c’è la sopravvento, ma senza timori noi la affrontiamo, album del proprio catalogo, facendolo in maniera persona. Instancabile esercizio del respiro, che condividendola. Piccoli rintocchi, petali altisonante, siccome gli artisti in questione sono apre all’aria che ciò poi toglie alla banalità. Il ballo svolazzanti che si posano per formare, a poco a Markus Stockhausen (voce, tromba, flicorno, della notabile intersezione fra noi e noi viene qui poco, un quadro denso di notabili sogni. Non è tromba piccola) e Alireza Mortazavi (santur). sublimato dalla sua perfetta colonna sonora. quello che si guarda e rimira fuori dalla finestra MARKUS Col titolo “Hamdelaneh - Intimate Dialogues”, “Dance of Life”, prosegue nel discorso ma con più del nostro cuore, ma solamente e fortunatamente questo lavoro si candida fin da subito come uno forza ed energia. Certo, un altro tipo di danza, quello che c’è dentro. dei migliori del 2019. Per diverse ragioni che ma più cadenzata e maggiormente ripresa dai ”Ensoundment”, ultimo movimento, sublima i tre STOCKHAUSEN andrò ad interpretare. singoli accenti della perenne luce che ci avvolge, precedenti, finendo questo volo pindarico nel Registrato nel 2015, mixato e masterizzato da a tratti e a chi più, a chi meno. Sta a noi saperla più soffice dei modi. Siamo noi a dover (voler) Simon Stockhausen, fratello di Markus, ha i tratti incontrare e permetterci di tender la mano, per proseguire. Quello di Markus e Alireza è “solo” and di qualcosa fuori dal tempo, certamente non lasciarci trascinare nell’immediato risveglio della un suggerimento. Sì, ma coperto d’oro. inquadrabile in schemi ristretti o sterili etichette volontà di far parte dell’Universo tutto. di generi, ma vuole proprio andare al di là di ALIREZA essi. Con naturalezza e senza calcoli questi due musicisti portano l’ascoltatore a un livello di pace, grazia e intimità pari ad un abbraccio divino. MORTAZAVI Racconta Max che l’incontro con Markus avvenne nel 2018, a Piacenza, nell’ambito della rassegna “Musiche Nuove”. L’empatia scatenatosi fin da subito, permise di affrontare la proposta “Hamdelaneh di far uscire un suo album proprio con la sua etichetta, cosa che Stockhausen accettò di buon grado. L’arrivo di Alireza, iraniano, fornì a Max Intimate l’opportunità di conoscere “…una delle persone più gentili e affascinanti al mondo, nonché un Dialogues” grande suonatore di santur, strumento persiano capace di creare atmosfere angeliche tramite miriadi di voci create dalle sapienti mani di Mortazavi”. di Andrea Pintelli Il concerto di quella sera fu talmente intenso che alcune persone del pubblico arrivarono alle lacrime, colte da tanta bellezza e profondità. Venendo al disco in questione, esso è composto da quattro movimenti, di lunga durata ciascuno, la cui tempistica è determinante per affrontare con pienezza e sapienza le tematiche ivi contenute. Questa musica, assolutamente nuova, ha un’anima antica, che affonda le proprie radici nel mondo che fu, portandolo all’oggi per essere proiettato nel domani, in una dimensione che subito potrebbe sembrare sfuggevole, ma che poi, nella comodità del sentire comune, viene carpita nella sua essenza più sincera e lodevole. “Love Without Boundaries” è una danza lieve e onirica, in cui si viene rapiti dall’esecuzione di altissimo rango, impeccabilmente certa di potere essere affrontata da chiunque voglia 68 69 “Napoli avrebbe bisogno delle sue Quattro Giornate come minimo ogni due anni, per cacciare - come nel ’44 - i tedeschi, gli invasori, i corruttori, gli incivili, i violenti, i furbi, gli imbroglioni, i camorristi nel dna, i maleducati di ogni epoca e tempo. Solo così la gente bella di Napoli ritornerà ad aprire occhi e cuore e vedrà, vedrà per davvero”. aia di Pino Finizio ogr ot F l'IPtalaia d ie Giasnnei L ammagnaicohe cabntaeval el ocan,ta di Franco Vassia Capita - e quando capita, ti coglie quasi sempre all’improvviso - di assistere a un concerto che sarebbe un sacrilegio deinire fuori tempo massimo. Perché, Paese mio bello, l'Italia che cantava e canta è un omaggio all’Italia migliore, popolana e signorile, un manifesto che premia la sostanza e che rappresenta la colonna vertebrale del nostro patrimonio e della nostra storia. Uno spettacolo di grande bellezza che sembra quasi appartenere a un mondo parallelo, privo di odio e cattiveria e quanto più distante dai tempi grami di questa attualità sgangherata. Un mondo che ti accarezza e ti accompagna, che ti prende per mano, ti racconta la grazia di un tempo andato e ti mostra il pugno chiuso dove, nascosta e protetta, continua a vivere e a crescere la dolcezza di un presente che abbiamo disimparato ad amare.

Fotograia di Pino Finizio

ualcuno ha detto che Gianni Lamagna è lettuale, io credo che ti spetti di diritto anche Q“un artista dell'Ottocento sperduto nel un posto in quel team che Alberto Moravia mondo contemporaneo, con una voce che gli deiniva “gli onnivori consumatori della permette di cantare con la stessa disinvol- cultura”… tura Schoenberg e Gaetano Lama, Goethe e Libero Bovio”. Viste le innumerevoli sfaccet- Gianni Lamagna: Così disse e pensava un tature del tuo talento e la tua curiosità intel- grande musicista, Antonello Paliotti, con cui

70 71 ho collaborato ianco a ianco per molti anni, e a tanti questa deinizione salta subito agli occhi, riportata pure nel “dicono di me” del sito giannilamagna.com. In gran parte è ve- ro. Io stesso non so in quale mondo mi trovo, in che epoca, cosa dire, pensare, fare. E con tutte queste domande inisce che si fanno troppe cose, col rischio di non farle come vorresti. Ma la frenesia è ancora troppo presente, per cui cedo ad essa e faccio, creo, coinvolgo altri. Mi auguro che oltre essere consumatore mi si possa ritenere fornitore di “cultura”. Questo termine è sempre meglio virgolettarlo, troppo abusato, come anche da me mentre ti rispondo. A venticinque anni eri già nella Compagnia di Roberto De Simone, hai fondato gruppi e associazioni quali Media Aetas, Di Musica in Musica, hai partecipato a numerosissime col- laborazioni, assunto direzioni artistiche, tutto quanto con un solo comun denomina- tore: quello della valorizzazione e della diffu- sione del patrimonio culturale partenopeo. Vero, ma avevo già cominciato uficialmente nel ’72, e in soli 5 anni, ino al ’77, esaurito esperienze, generi e fantasie. Passando per balere, night club, dancing, matrimoni e musica popolare. Fu proprio la visione di quello che è considerato il capolavoro in- dimenticato del Maestro De Simone, La Gat- ta Cenerentola, a farmi dire basta con la musica quando nel 1977 al Teatro San Fer- dinando, il teatro di Eduardo, vidi lo spet- tacolo e dissi a me stesso che era meglio smettere. Convinto di non poter mai aspi- rare a tale magniicenza, tanto fui abba- gliato dalla bravura degli interpreti, dalla scena, costumi, regia e, soprattutto, dalle musiche. Cambiai mestiere per due anni ino a quel benedetto giugno del 1979 quan- do con un nutrito gruppo di giovani, tra cui Lello Giulivo, Anna Spagnuolo e Patrizia Spi- nosi entrammo nella compagnia di Roberto De Simone e là ci fermammo per diversi an- ni. In pratica è stato il nostro Conservatorio, lo studio della musica e del canto per tutti noi che non eravamo mai entrati in un Con- servatorio, lo studio e la pratica del teatro colto e popolare, il rigore assoluto e il ri- spetto per esso. Nel ’96 sono uscito dalla compagnia dalla quale avevo ricevuto tan- tissimo e lasciato qualcosa, e ho costruito “me stesso”. I concerti, i dischi, le rassegne Gianni Lamagna fotografato da Elisabetta Fernanda Cartiere create e dirette, ho cominciato a comporre

72 73 cose mie, ed è diventato tutto più complesso per Totò con brani suoi e degli amici del suo dal 2004, con la prima edizione del concerto C'è una tua frase che mi ha particolarmente ma anche più bello, più soddisfacente. tempo, con la iglia Liliana De Curtis rea- di Natale. Siccome negli ultimi tre anni si è colpito: “Tante volte hai la famosa 'bellezza' a lizzato nel 2007 per il quarantennale della aggiunta anche Patrizia, quella che era portata di mano, ma non ti è data vederla, Nel 1997 sei entrato a far parte della Nuova un’idea è diventata realtà e i quattro ragazzi perché è raccontata male, descritta peggio, e Compagnia di Canto Popolare, gruppo che morte. Lavorare al mito Totò, tra gli artisti più famosi del ’900, con la persona a lui più del ’79 sono ritornati insieme per un con- gli occhi e il cuore non si aprono”… possiamo deinire il capolavoro artistico del certo a quattro voci e due chitarre che si grande Roberto De Simone, del quale hai se- vicina, scoprire intimità, delusioni, tri- chiama Paese Mio Bello, l'Italia che cantava e E' strano sapere che queste mie parole sono guito le tracce della sua ricerca: la tradizio- stezze, ascoltare racconti e storie personali arrivate ino a te che sei così lontano da Na- ne, soprattutto sacra, come dimostrano i dalla bocca di sua iglia non è cosa che capita canta. Un repertorio libero, con la consa- pevolezza di tutti di godere di ciò che ab- poli. E' una rilessione che facevo per la mia Racconti e Musiche per i giorni di Natale spesso nella vita di chi fa questo mestiere. A città in un’intervista a Napoli Fash 24 rila- oppure le Madri dolorose per i riti del Ve- me è successo, sono stato molto fortunato, e biamo imparato in questi 40 anni di forte amicizia che ci ha tenuti legati nonostante sciata a Luciana Pennino. Purtroppo accade nerdì Santo… ringrazio Dio di essere riuscito, dopo tanti spesso che noi napoletani non siamo in gra- concerti fatti insieme ino all’ultimo del da metà anni ’90 ognuno abbia percorso la Avevo concluso la collaborazione con Media sua strada tra musica, teatro, cinema e ri- do di dare lustro a tutto ciò che di speciale, 2013 al Teatro San Carlo, a registrare un di- sotto tutti i punti di vista, possiede questa Aetas e con lo stesso maestro De Simone sco, distribuzione Rai Trade, con tutto il cerca. Cantiamo insieme e da soli, canzoni amata e odiata città. Molte volte si fa a gara - l’anno prima, era il 1996. Nello stesso anno concerto e la voce inconfondibile di Liliana. dal repertorio popolare del Sud e del Nord forse inconsapevolmente, voglio credere sia ho costituito l’associazione di Musica in Di Mari e di Amori mi ha avvicinato a un altro Italia, ma pure Weill, Gardel, Lopez Alves, e così - per presentare e mettere in mostra le Musica per dare inizio ai miei progetti per- mito: il grande scultore napoletano Vin- tutto ciò che per ragioni “tecniche” non ci è cose, le opere e le persone più brutte che sonali. Nella primavera del ’97 mi arriva la cenzo Gemito per il quale realizzai il con- stato permesso di cantare negli spettacoli a essa ha generato. Ma siamo qua, come vedi. telefonata di Fausta Vetere per invitarmi a certo in concomitanza di una mostra di tutte cui abbiamo partecipato. Ma adesso il Paese unirmi a loro. Con alcuni dei componenti le sue opere a Villa Pignatelli. Un’occasione Bello è nostro e lo cantiamo come ci piace. Il Ancora a sperare, ricercare, lavorare, crea- avevo già collaborato in spettacoli e concer- unica per conoscere meglio e studiare la vita debutto a Chivasso (To) a dicembre del 2018 re, per una resistenza che non avrà mai ine. ti, specie con Fausta, ma l’idea di entrare su- e le opere, le frequentazioni e i movimenti ci ha confermato di aver realizzato una cosa Napoli avrebbe bisogno delle sue Quattro bito in un altro gruppo non mi convinceva, culturali avanguardistici della sua epoca. Un buona e giusta alla quale dedicheremo tutto Giornate come minimo ogni due anni, per ero sul punto di riiutare. Che delitto sareb- genio nell’arte della scultura morto povero e l’amore e il tempo possibile per portarla in cacciare - come nel ’44 - i tedeschi, gli in- be stato rinunciare alla Nuova Compagnia di pazzo. Inine, l’opera che mi ha sedotto e te- giro nel mondo e lasciare un bel ricordo del- vasori, i corruttori, gli incivili, i violenti, i Canto Popolare? Infatti, da quel 1997 siamo nuto “segregato” per quasi quattro anni la l’Italia che canta. Naturalmente, avendo furbi, gli imbroglioni, i camorristi nel dna, i ancora insieme girando mezzo mondo, per- traduzione in napoletano di 17 sonetti del preso parte tutti e quattro a centinaia di re- maleducati di ogni epoca e tempo. Solo così correndo l’Italia in lungo e in largo, pur con- bardo, musicati poi per un album uscito nel pliche de La Gatta Cenerentola, ai bis un la gente bella di Napoli ritornerà ad aprire tinuando parallelamente alla creazione di 2015, Neapolitan Shakespeare. L'essere omaggio a quell’opera meravigliosa e al suo occhi e cuore e vedrà, vedrà per davvero. progetti e concerti nel segno delle cose ap- immerso per tanto tempo nella poesia, il autore e nostro maestro ci tocca e ci fa bene. Franco Vassia prese alla scuola di De Simone. Proprio alle pensiero, il sentimento shakespeariano è sue ricerche e ai suoi studi mi sono ispirato davvero contagioso. Un mondo per certi ver- per i due eventi “rituali” di Natale e Pasqua. si sospeso, metaisico, e per altri estrema- Dal 2004 ogni anno metto in scena, o meglio mente terreno, forte, pregnante, attuale, “metto in chiesa”, insieme ad altri cantanti e troppo attuale, incredibile la bellezza della a un nutrito ensemble di musicisti classici e lingua di Shakespeare, una sida riuscita, a musici popolari il concerto Racconti e Musi- quanto pare, quella di farla parlare e can- che per i Giorni di Natale. Un bellissimo af- tare in napoletano. fresco per non dimenticare la tradizione del Natale popolare con i suoi racconti, le storie Tra le tue opere più recenti il bellissimo - ma e le canzoni “vecchie e nuove” ispirate al te- soprattutto rafinato - recital Paese mio ma della natività. Così come per la Pasqua, il bello, l'Italia che cantava e canta con Lello Venerdì Santo, questo purtroppo non tutti Giulivo, Anna Spagnuolo e Patrizia Spinosi: gli anni, l'ultimo è 2016, presento Madri Do- Quattro voci in una, un lavoro che riemerge lorose concerto con brani dallo Stabat Mater addirittura dal 1979 ed è arricchito dalla di Pergolesi, canzoni popolari per voci e bravura dei chitarristi Michele Boné e Paolo banda e una mia riduzione del Poema della Propoli. Un progetto conturbante che tocca la Croce di Alda Merini. nostra storia passata - straordinario l’omag- Tra i tuoi innumerevoli lavori, spiccano gio a La Gatta Cenerentola col brano Son sei ancora il Concerto per un Principe chiamato sorelle - e recente e che “parte idealmente da Totò, Di mari e di amori e il Neapolitan Napoli, gira un po’ mezza Italia e tocca anche Shakespeare, un album dal vivo con i sonetti musiche d’Oltreoceano”. del bardo musicati e tradotti in lingua Era da anni che nel cuore di noi quattro cre- napoletana. sceva l’idea di ritornare a cantare insieme. Fotograia di Pino Finizio Tre lavori che mi hanno rapito. Il concerto Con Anna e Lello avevamo ricominciato già

74 75 re la vita e non semplicemente vederla, che mi semplice pompa per il sangue. La voce di Daria è mostri la realtà non soltanto attraverso gli occhi, un fatto naturale, collegamento tra il mondo del- ma attraverso la follia della mia fantasia. E loro la musica e il mondo reale, un po’ come la chitar- mi increspano l’encefalogramma con un album ra di Jimi Hendrix. è gente che non lo fa apposta, sfaccettato, bello come un ubriaco con la ciucca gli viene bene così, senza pensarlo. è un fatto di allegra. Mirabilmente irrazionale. La bellezza sta anima e sangue. Frames ti attacca all’improvviso NEXT STATION nella diversità e il loro album è bello per questo, con Song of Birds che parte repentina e ti immer- perché è un disco che deraglia. Loro sono i Next ge fin da subito nel mar dei caraibi, tra Tropico del Station e l’album è Frames, il secondo della gio- Cancro ed Equatore e prosegue con la ritmata e vane band savonese dopo il primo che li ha por- sofisticataI Need Your Love che dà all’ascoltatore “Frames” tati alla ribalta. Luca Durante rifinisce con la sua quell’idea di complicità tra i musicisti che sarà Di Gianni Sapia chitarra, Gabriele Pollicino amalgama col basso, presente in tutti i brani dell’album. Il lavoro di Lorenzo Rognone cuce con la tastiera, Luca Bu- rifinitura di Durante in Feel Blessed rende chiaro rattini incolla con la batteria e poi c’è lei, della cui che alle spalle del ragazzo c’è una storia di black voce mi sono innamorato già nel primo album e music fatta non soltanto di reggae. Bella l’dea di il mio amore si rinnova in questo secondo lavoro, finire il pezzo ripetendo le note dell’inizio. Anche Daria Ciarlo, cantante dalla voce penetrante, fatta in Shallow Day è palese quella che forse è la vera di controsensi, avvolgente, da smoking e cilindro, caratteristica dei Next Station, ossia la capacità ma anche da jeans strappati e infradito. Ci sono di saper suonare insieme, di sapersi mescola- tante voci belle, intonate, studiate, ma poche ti re, di avere una loro sonorità pur in un genere trapuntano la pelle, come le stelle fanno col cie- dove sarebbe facile confondersi tra i tanti. In lo, poche fanno del cuore qualcosa di più di una Fight finalmente Daria mi arrota un po’ la erre

Cerco di mettere ordine e ricordare. Provo a col- Un tempo pianeggiante, senza mare né vento. legare le dita al cervello, come facevo un tem- Un tempo di nebbia che normalizza, uguali tra gli po senza bisogno di farlo. Le idee scorrevano col uguali e l’odore dei colori sempre più distante. sangue tra le vene e trovavano sbocco nella pen- Ho bisogno di deviazioni, di disuguaglianza, di na tra le dita, poi sul foglio. Oggi sulla tastiera e automobili con gli spigoli. Di vita che ne valga la poi sul monitor. Ma è più difficile. Non per la ta- pena. Ho bisogno di due più due uguale cinque. stiera o per il monitor, ma per la mia aridità, figlia Allora arriva lei, come sempre e mi rimette sul del tempo che viviamo. Un tempo standard e ba- vagoncino delle montagne russe. Lei, la Musica, nale che desertifica la giungla della mia fantasia. unica insieme al mare che riesca a farmi guarda- 76 77 questi ragazzi di sorprendere senza mai perdere tra le dita di Jah Brixton e qui il disco finisce. Va la loro anima, il loro odore, li colloca senza dub- detto che Frames è stato registrato e mixato da bio almeno una spanna sopra la banalità, vanno The Atheist aka Andrea Bottaro al 4th Floor Stu- oltre il già sentito. è il mio pezzo preferito, pro- dio di Savona e in parte registrato da Prinzy & The babilmente per l›assolo di chitarra che risveglia Atheist al Bombastic Recording Studio di Imperia, il rock dentro di me, per il ritmo dal gusto funky, distribuito e prodotto da Cockroach International per la sua incollocabilità tra i generi. Una canzo- Production e che la cover grafica è opera di Me- ne senza confini. Il ritmo incalzante di Sound of kis per Cockroach International. Ma soprattutto Drippings tiene fede al titolo e ti entra nel cervel- va detto cheFrames è un disco crescente, sia per lo, ma con il garbo degli accordi di chitarra inizia- quanto riguarda il disco stesso sia per quanto ri- li, mischiando ossessione a gentilezza. Con Out guarda il cammino intrapreso dai Next Station. of Time ci avviciniamo alla fine del disco, ma di L’album cresce di brano in brano fino a riempirti, stanchezza nemmeno l’ombra, della voglia di le- fino a farti sentire sazio. Un crescendo di ispira- vare il cd nemmeno un pensiero. Ho più voglia di zione, capacità tecnica, suggestione, atmosfera, alzare il volume per godermi ancora di più la voce amalgama e viaggi della mente. Un disco bello di Daria e i ricami di Durante e della sua chitarra. in tutte le sue parti, in tutte le sue suggestioni. I Un viaggio mentale quando la mente è aperta. Next Station sono lava che ribolle, ma non man- e lei lo sa fare magnificamente. Al brano colla- divertente, che ti muove la gamba anche se sei Un pezzo intimista, da locale fumoso e alcolico, ca molto, presto il vulcano esploderà. bora Raphael, arricchendolo ulteriormente e il seduto. Si continua con Silent Symphony, dove introspettivo, che ti lascia per tre minuti e venti testo in spagnolo non fa altro che confermare le echi di chitarra e tastiera riempiono i vuoti del fuori dal tempo. Da sentire in macchina di not- capacità multicolori di questi talentuosi ragazzi. silenzio, aiutati dal rombo del basso e dal preciso te. Smile Tomorrow Morning riprende la scia del Anche il video non scherza niente in originalità ritmo della batteria. Ancora schemi in frantumi brano precedente e continua a scavarti dentro e freschezza. Potete godervelo qui https://www. con This City, ancora un ribaltone musicale, ma come volesse spiare i tuoi pensieri, come volesse youtube.com/watch?v=dw-idFViN3U. Brano senza mai perdere la propria identità. Rischio di sedurti e farti scivolare fra le sue spire. Ipnotico orecchiabile, che resta tra i pensieri, bello, facile, essere noioso, lo so, ma la capacità che hanno e conturbante. Profumato di rosso. Qui il basso è 78 79 Ho ascoltato questo lavoro discografico con gran- La produzione, realizzazione e distribuzione è de serenità e leggerezza, perché la musica che lo curata dalla consolidata Black Widow Records di compone scorre via semplice e veloce. Genova e il lavoro è curato su supporto CD, vinile e digitale. Il CD è composto da 7 canzoni originali, un’alter- native version del brano di apertura dal titolo Come accennato, alla fine del disco è presente “Standing alone” seguita in conclusione da una una traccia bootleg, una versione live di “We’re piccola sorpresa finale, un breve viaggio nei vivi going wrong” dei Cream, estrapolata da una re- anni ’70, traccia a me molto gradita. gistrazione dal vivo eseguita nel 1971 negli Stu- di RAI di Viale Mazzini sulla Radio Nazionale. Il Infatti il mondo che risuona in “The Leprechaun’s brano è eseguito in diretta durante il programma pot of gold“ si snoda e richiama 50 anni di sto- ‘Per voi giovani’, trasmissione musicale che ave- ria della musica rock. Sono presenti i rumori, i va il pregio di dar voce nell’Italia dell’epoca ad ritmi e le armonie tipiche dei Pink Floyd, un uso alcune delle band storiche del progressive rock presente di tastiere “elettroniche” (come veniva- straniero e nazionale, ideata da Renzo Arbore è no chiamate negli anni ’80 e ’90), tappeti sonori andata in onda dal 1966 al 1975. In questo caso dal sapore della colonna sonora, odori di world l’incontro con i Nuova Idea è condotto da Paolo music nella formula tipica del rock, accenni di Giaccio e Mario Luzzato Fegiz. blues… tutto dominato dalla peculiare scrittura del progressive rock. Questa traccia presenta una band davvero affia- tata, perfettamente in ascolto, 9 piacevoli minu- Questo CD è il terzo capitolo di una personale ti che chiudono con eleganza e passione questo trilogia del batterista e polistrumentista Paolo disco. Siani, iniziata con “Castles, Wings, Stories and Dream“ nel 2010, proseguita con “Faces With No Mentre ascoltavo il lavoro e pensavo a questa re- Traces“ del 2016 (dove sono presenti alcuni ex censione mi è venuta la voglia di sapere qualcosa membri dei Prodigy). di più su questo lavoro e ho deciso di contattare “The Leprechaun’s pot of gold” Paolo Siani per porgli alcune domande, alle quali “Live Anthology“del 2010 è invece un capitolo con grande gentilezza e partecipazione ha subito uscito in formato DVD. risposto… Il lavoro vede la partecipazione di numerosissimi PAOLO SIANI, musicisti, tra cui molti compagni di viaggio da lun- go tempo: Giorgio Usai, storico componente della Paolo che significato ha il titolo del tuo ultimo Nuova Idea all’organo Hammond, Roberto Tiran- CD “The Leprechaun’s pot of gold“? ti al basso e alla voce solista in diversi brani, Paul Leprechaun è una sorta di gnomo tipico del NUOVA IDEA E Gordon Manners voce solista in “Standing alo- folklore e della mitologia irlandesi. Tra le cre- ne“, Anthony Brosco in un’altra interpretazione denze più diffuse c›è quella secondo cui, come come voce solista dello stesso brano prodotto gli gnomi, siano estremamente ricchi e che siano dal figlio Alessandro Siani a Brighton (UK), Mar- soliti occultare tesori in località nascoste, rivelate L’INTRIGANTE tin Grice al sax e al flauto, Guido Guglielminet- solo a coloro che riescono a catturare e interroga- ti al basso, Nik Carraro alla chitarra elettrica, Iva- re il leprechaun con domande specifiche. Si dice na ‘’Ivy’’ Gotti al theremin, Marco Biggi alla che abbiano numerosi tesori seppelliti durante i batteria in “Time to play“, brano in cui è protago- periodi di guerra. Se catturati, spesso acconsen- GNOMO nista la “Banda G. Puccini di Adro“ diretta dalM° tono a rivelare l›ubicazione delle loro ricchezze, Costanzo Manza, Giangiusto Mattiucci al piano ma in seguito trovano il modo di confondere chi Rhodes.

D’IRLANDA di Edmondo Romano 80 81 ha ottenuto questa informazione e salvare il pro- molta soddisfazione a suonare la batteria dal mo- ravigliosa e irripetibile anche perché era la prima Esattamente. Dopo tre album e la realizzazione di prio oro in extremis. All’occasione, infatti, sanno mento che ogni ‘’fill’’ che eseguo è esattamente volta che la Rai provava a fare una ripresa in di- un DVD, sento la necessità di procedere al supe- essere subdoli e scaltri, con una mente acuta: ciò che vivo in quel momento preciso di un bra- retta nazionale. Tra i ricordi di quella giornata mi ramento di nuovi target musicali; sto lavorando molti racconti presentano storie di eroi umani no. A livello creativo in questo album ho avuto la viene in mente la presenza silenziosa di Funzio- sodo ad un paio di progetti che spero mi possa- superati in arguzia da queste creature. In Irlanda sensazione che io dovessi solo registrare sul PC nari Rai dietro ad ognuno di noi pronti a toglierci i no portare a scrivere cose nuove e diverse; sono sostengono che, quando in cielo appare un arco- la musica che avevo dentro, difficile da spiegare microfoni nel caso che quei ragazzini con i capelli affascinato dall’orchestrazione e dalle colonne baleno, a una delle sue basi sia sepolto uno dei questa piacevole sensazione lunghi decidessero di urlare qualcosa di sconve- sonore ma, al momento, credo sia prematuro loro tesori. Un modo come un altro per dire che Da amante e conoscitore della musica world ho niente e fuori dai canoni della censura di quegli parlarne. Ho già scritto una ventina di minuti di questi tesori sono introvabili. trovato interessanti gli inserimenti musicali sen- anni. Grazie a quella trasmissione, allora la più musica che utilizza una vera e propria orchestra seguita dai giovani, il nostro calendario si riempì ma, come ripeto, credo sia onesto non parlarne E’ una parafrasi per parlare con ironia dei ban- titi nel brano “Statue of wax”. Potresti palarmi delle voci e dei suoni presenti in questa canzo- di concerti in ogni parte d’Italia. perché desidero che sia la musica ad indirizzarmi chieri, dei finanzieri che in questi ultimi anni han- nella scrittura e non viceversa. Diciamo che mi no devastato il mondo con la loro sete di denaro. ne? Terminata una trilogia il lavoro successivo è qua- si sempre un nuovo percorso, un nuovo modo auguro che questo possa essere l’argomento di L’altra sera guardavo una foto in bianco e nero cui parleremo nel nostro prossimo incontro, ora Credo che ogni artista in un lavoro discografico del mio esordio in pubblico, l’ho girata e ho letto per mettersi in gioco artisticamente. Cosa senti racchiuda un momento particolare della propria mutare e crescere nel tuo futuro musicale? sono concentrato sul prossimo live che sarà al la data: domenica 13 febbraio 1966; se consideri Giardino di Lugagnano (Vr) il 24 Aprile. vita, e anche se l’album non è un vero e proprio che erano già diversi anni che studiavo musica, concept la tematica e il messaggio hanno un che mi ha accompagnato fin dai primi anni della pensiero preciso e mirato. Cosa trasmette Siani mia vita, credo sia inevitabile l’aver subito mille all’ascoltatore come autore anche dei testi con influenze diverse da ogni tipo di sonorità di ogni questo ultimo capitolo? parte del mondo. Anche negli album precedenti Non amo lanciare messaggi precisi e politicizzati ho inserito elettronica, elementi etno non per un quando scrivo testi; tuttavia non mi piace nean- puro esercizio stilistico, quanto per una normale che la banalità per cui ad ogni brano ho affida- assimilazione di tonnellate di musica ascoltata. to un testo che affronta tematiche che partono In‘’Statue of wax’’ il cui testo invita alla medita- da mere riflessioni personali quale semplice os- zione, alla riscoperta di se stessi, mi sono avvalso servatore del mondo in cui viviamo. ‘’Standing di cori tibetani e sonorità di quei luoghi così mi- alone’’ fa eccezione perché l’ho dedicato ad un stici e particolari tipici di quella cultura che della carissimo amico che ha deciso di lasciarci troppo meditazione ha fatto da sempre una ragione di presto e che era uno di noi anche se non faceva vita. parte della formazione. Ho trovato davvero diretta, semplice, fresca la Cosa è cambiato dai “creativi e coraggiosi” anni registrazione realizzata alla RAI. Potresti raccon- ’70 ad oggi nel mondo musicale del progressi- tare quella esperienza che dalle note comunica ve e del rock in parte lo sappiamo già (anche tutta la creatività di quegli anni e grande intesa se questo argomento potrebbe dar vita ancora musicale tra voi? a numerose riflessioni). Ma più precisamente Avevamo fatto il Festival di Caracalla e ci facem- cosa è cambiato in Paolo Siani nel rapporto con mo notare per la particolarità dei nostri arrangia- la musica e il contesto sociale che accoglie que- menti al punto che i conduttori di ‘Per voi giovani’, sto mondo? Paolo Giaccio e Mario Luzzato Fegiz ci invitarono La consapevolezza: da giovane ero energia pura, a fare un esperimento in diretta negli studi della oggi ogni cosa che faccio è frutto di riflessione e Rai di Viale Mazzini a Roma; una presa diretta dei ponderazione e non ultima anche di onesta auto- due brani che avevamo presentato nella nostra critica. Mi succede anche sullo strumento, provo esibizione a quel Festival; fu una esperienza me-

82 83 RUBRICHE MAT2020 Gilberto era sordo alle mie invocazioni, mi im- il quotidiano, era una parossistica e vulnerabile putava di essere l’unica responsabile del disa- stabilità. stro della nostra coppia. Intorpidita da pensieri Gilberto a volte non rincasava, la sua vita scor- sghembi, se avevo seminato dolore era corretto reva lontano da noi.“Cosa ti aspetti dalla vita?/ che ora raccogliessi afflizione. Io continuavo ad Una fine repentina oppure un grande amore?/Io Psycomusicology amarlo, a sperare che tutto tornasse come prima. non attendo, ormai, più nulla/perché, attendere, a cura di MAURO SELIS “I lostmyself on a cool damp night/ Gavemyself fa male”.(La curva di Lesmo: Ho rischiato di vive- in thatmisty light /Washypnotized by a strange re parte seconda https://youtu.be/mKVrf0e_SOg [email protected] delight/Under a lilac tree/I made wine from the ). lilac tree/Put myheart in it’srecipe/Itmakes me Io, nel buio più assoluto, coricata sul parquet ver- seewhat I want to see/And be what I want to be/ savo lacrime e urlavo improperi. Come avrei vo- When I think more than I want to think/Do things luto possedere la freddezza di togliermi la vita! La caparbietà di Sylvia: I nevershould do/I drink much more that I ought Ero vile,neanche da ubriaca il coraggio saturava to drink/Becauseitbrings me back you… Mi sono la mia pavidità.Speravo che la falce mi prendesse perso in una fredda e umida notte/ Mi sono ar- rapidamente o che l’esistenza terrena fosse una Come posso dirti che ho paura? resa a quella luce nebbiosa/ Ero ipnotizzata da malattia degenerativa e incurabile.“Venga pure il uno strano piacere/Sotto un albero lilla/Ho fatto buio a chiuderci gli occhi ancora/venga il silenzio 3° e ultima parte il vino dall’albero di lilla/Messo il mio cuore nella alle nostre spalle/mentre guardiamo alla finestra ricetta/Mi fa vedere quello che voglio vedere/Ed i colori sfumare/e dipingersi il nero” (Viridanse: (si esce dal tunnel e rifiorisce la vita) essere ciò che voglio essere/Quando penso più di Notte chiara https://youtu.be/p4oH8A280yA ). quanto voglio pensare/Faccio cose che non do- Un torpido strazio mi scortava nei rintocchi del vrei fare/Bevo molto più di quanto debba bere- tempo che giaceva immobile nell’angoscia. Terra Perché mi riporta a te”. bruciata attorno a me: le amicizie dissolte, le sen- Riassunto delle parti precedenti: Sylvia, olandese di nascita, dopo la prematura morte ( Nina Simone: Lilac Winehttps://youtu.be/ sazioni annegate, le emozioni appiattite. Non de- del padre, rientra in Italia. Ormai giovane donna incontra Gilberto che sposa poco dopo LT38CIgRse4). sideravo altro che inebriare il mio corpo, la mia essendosi innamorata follemente. Il rapporto ben presto si logora e Sylvia, temendo mente. “Ma com’è bello il vino/bianco bianco di essere abbandonata, “rimane” ancorata alla coppia accostandosi alla dipendenza Barcollavo, in ogni senso. I tentacoli rossi mi bianco/rosso è il mattino/sento male a un fian- alcolica, rimembrando con estrema sofferenza il passato e “adagiandosi” nell’angolo bloccavano e i bianchi cristalli mi rassicuravano. co/vita vita vita/sera dopo sera/fuggi tra le dita/ angusto della solitudine e della malinconia. L’alcool in corpo mi tonificava, perdevo lucidità spera, mira, spera” (Piero Ciampi: il vinohttps:// e tutto s’annebbiava, solo così potevo affrontare youtu.be/77I7rpaQjVc ).

84 85 RUBRICHE MAT2020 Come bloccare la mia agonizzante discesa agli in- inviando così una scossa muscolare che sveglia di pulizia con energia.La sorte ruotò come volteg- Rivivrò con energia, con o senza Gilberto. Questi feri? soprassalto il soggetto. gio di ginnasta in un movimento dalla difficoltà giorni son radiosi con le motivazioni. Questi mesi Può accadere che l’imprevisto si stagli nella som- Verso l’imbrunire - al contrario - sognai una diste- estrema. son leggeri senza tentazioni, quando leggiadra mità delle variabili e così una notte, solinga nelle sa di terra dalla lucente bellezza ove un cavallo That’ll be the end of the road/ Whenmybatte- ti accarezza quella grande contentezzadi vivere tenebre delle quattro mura domestiche, sprofon- bianco galoppava libero dopo aver rotto le redi- red, embittered body and soul will go home… un’esistenzacon la pulsione di vita come naturale dai -more solito- nel torpore alcolico. ni. “Dicono che quando sogni un cavallo bianco/ sarà la fine della strada/ quando il mio corpo e coerenza. Nel bevitore cronico il cervello sviluppa una tol- grandi fortune avrai/cose belle e splendide tu ri- l’anima malconci e incattiviti torneranno a casa” leranza nei confronti dell’effetto sedativo dell’al- ceverai”. ( Natalie Merchant: The end https://youtu.be/ cool, aumentando il sonno leggero e diminuendo (Homunculus Res: Bianco supremo https://you- JHkoAy9sNmI ). quello ristoratore. tu.be/kvq-FZ6GvIc ). Ritrovai me stessa “Io non voglio più dirti che ho Era consuetudine che, nel sonno, provassi la te- Il risveglio fu anomalo, una pace impensabile mi paura,/non sono un’ombra di cartone/e neppure mibile sensazione di cadere nel vuoto con un ca- agghindò il mattino e lasciò inusitato spazio alla una fragile figura sul muro./Io riprenderò la mia rico di ansie che avrebbe spezzato qualsiasi cavo considerazione che se l’umore lascia a desiderare vita fra le mani. /La riprenderò, la riprenderò!/ d’acciaio inox. bisogna ostentare indifferenza, così sarà l’umore Devo liberare i miei pensieri/dal buio di troppe Questa situazione è provocata dallo spasmo ip- che desidererà te! Mi sorprese - come un bimbo melodie./Posso, voglio armare la mia mente/ nico, ossia dalla contrazione involontaria dei mu- di fronte ai regali di Natale - il cambio di menta- con le ali d’acciaio di un airone./E tu rinascerai scoli che si attiva allorquando il nostro organismo lità “No drug can solve your problems… nessuna quel giorno in cui questo male di vivere più non si rilassa intensamente, diminuendo l’attività -re droga può risolvere i tuoi problemi” (Gang: No ci sarà/ e ti riscalderà quel raggio di sole che illu- spiratoria e altre funzioni vitali. Tutto ciò avviene drugs no alcohol https://youtu.be/k4uoZI_7os0 mina la vita e che pace ti darà” (Silvana Aliotta- perché il cervello “non riconosce” lo stato di relax ). Marcello Capra: Come posso dirti https://youtu. ma anzi lo identifica come situazione di pericolo Eliminai ogni goccio di vino presente in casa, feci be/2o4bdwZLHc4 ).

86 87 RECENSIONI MAT2020 Secondo album per gli aretini “Tacita intesa” cui le chitarre di Alessandro Granelli e di Filippo meno immediato dell’album, presenta delle a quattro anni dal debutto, omonimo, che, Colongo fanno la voce grossa. Il vorticoso inizio complesse trame strumentali che sorreggono seppur acerbo, aveva fatto intravvedere buone di “Eureka” (un po’ alla Rush…) precede il cantato il cantato di Granelli. Con “La città che sale” potenzialità da parte della band. “Faro”, il di Granelli. Il brano si mantiene sempre “vivo” tornano le suggestioni tipiche delle prime e titolo del nuovo lavoro, ha avuto una lunga con un refrain subito memorizzabile, un paio di molto coinvolgenti tracce. gestazione causa i numerosi impegni personali corposi “solos” ed un grande apporto ritmico di “Faro”, l’avrete capito, è un ottimo esempio che hanno coinvolto i cinque membri del gruppo Thomas Crocini (basso) e della new entry Davide di progressive rock cantato in italiano, TACITA e a un cambio all’interno della line up che vede Boschi (batteria). Il risultato: un bel new prog con sfumature hard rock e new prog, ben ora Davide Boschi alla batteria al posto del all’italiana… “Massacramenti” (dall’unione di confezionato e altrettanto ben suonato. Un titolo dimissionario Pasquale Balzano. “Faro” non è un massacri e sacramenti) ha anch’esso un inizio che va ad aggiungersi ad altre interessantissime INTESA concept album, pur avendo un tema portante, soffuso per poi assumere un piglio più deciso produzioni che hanno scandito un 2018 ricco di quello del viaggio, che essenzialmente racchiude con le tastiere di Daniele Stocchi in evidenza. testimonianze sonore di ottimo livello. E molte di le prime quattro tracce. Le altre cinque sono invece Finale ancora sommesso affidato alle chitarre loro provengono proprio dalla bistrattata scena slegate tra loro e affrontano argomenti diversi: acustiche. “Onda nera”, probabilmente il brano italiana . dal quadro futurista di Boccioni “La “Faro” città che sale”, che chiude l’album; all’inondazione di birra (!) che colpì un quartiere di Londra agli inizi del XIX secolo (“Onda nera”) o, ancora, all’esclamazione di gioia che segue una scoperta scientifica (“Eureka”). L’inizio della raccolta è affidato a “Polena”, un frizzante brano “imparentato” con la PFM Autoprodotto 2018 ITA di “Celebration” e di…”Ulisse”… a dimostrazione della conoscenza delle pietre miliari dei seventies. Ma Di Valentino Butti senza tralasciare le forme più snelle odierne che, talvolta, possono rendere più attraente un album (approccio simile, ci pare, a quello di un altro gruppo italiano quali i FEM ed il loro recente “Mutazione”). Molto belle le tracce “gemelle” “Solaris” e “Terra”, entrambe con un bel punch e che fanno emergere le qualità strumentali e melodiche della band. In “Cometa”, che narra la storia d’amore tra due sonde spaziali, con un ritornello riuscitissimo, gli incastri chitarre- tastiere e l’elegante sax di Leonardo Beltramini, a fornire un essenziale apporto, abbiamo un ulteriore esempio della felice creatività del gruppo con un sound moderno e spigliato. “Grazie Sears”, dopo una breve introduzione acustica, va a flirtare con un deciso hard rock in 88 89 Nel numero precedente vi ho raccontato la storia sce (e merita attenzione) è il trattamento. Siamo di questa particolare joint musicale tra un bassi- comunque in un ambito squisitamente pop, ma, sta storico del progressive jazz-rock tedesco (Hel- nonostante ciò (o grazie a ciò), non si rinuncia a lmut Hattler dei Kraan) e un giovane trombettista sperimentare, mettendosi in gioco. Capita anche GIOIELLI NASCOSTI con la passione per il rap e di come si arrivi a Hip per altre brani, come la title track, retta da un a cura di RICCARDO STORTI Jazz, il loro CD del 1994. sincopato latineggiante, quasi brasileiro, ma che Sono anni in cui l’hip-hop è ormai uscito allo sco- offre energia al canto rap, colorato dall’ostinazio- [email protected] perto divenendo un genere mainstream, grazie ne del basso, da brevi soli chitarristici (del guest ai successi, prima, dei Run DMC, poi, dei Public Torsten De Winkel) e dai virtuosismi di tromba. Enemy. C’è chi vede nell’azione dell’hip-hop Più complesso il gioco di canto e controcanto di la stessa funzione sociale di rottura del rock’n Get Rid (Drum Version), a cui si aggiungono ele- roll; parafrasando Bill Adler, giornalista-guru di menti di contorni eterogenei (un solare ritornello “Time”, “se ciò che cerchi è la protesta, la puoi suonato dalla tromba che contrasta con la ripeti- trovare solo nell’hip hop.” tività di basso e batteria). Hattler e Kraus, da musicisti accorti, comprendo- In ogni brano ci si può perdere, anzi, vale la pena THE TAB TWO farlo, ma date un occhio a quel che trovate, ap- no che quell’elemento di rottura possa essere an- che circoscritta nella matrice ritmica del genere, pena tirata su la rete: Down to the Top è un bac- foriera di combinazioni sperimentali a cui la loro canale be-bop di davisiana memoria, ma ormai “HIP JAZZ” compromesso con lo slang hip-hop; No Question (Intercord, 1994) vis compositiva non può rinunciare. Quello è il presente, ma pesa anche il recente è il ponte tra Siesta e le atmosfere darkeggian- passato del Miles Davis di Tutu, da considerare ti dell’underground insieme ad altri brani (Out- come un elemento di base della poetica musica- o-Fear); Rue Lambert è l’unico idillio di quiete, le dei Tab Two, ma che, comunque, contribuisce insieme alla più movimentata Serious Walker, a porre Hip Jazz come un’opera pionieristica di eppure leggera e liscia come un bicchiere d’ac- Nu Jazz, grazie ad un uso – mi verrebbe da dire qua; in Tape Tout entrano in gioco lo scretch e – tutto tedesco degli additivi elettronici. E qui, le campionature, mentre il basso si lascia guida- volendo, ci si potrebbe vedere anche una rinsal- re diligentemente dalle dinamiche della tromba, datura con le origini “kraut rock” (soprattutto del suscettibile di non poche improvvisazioni. E poi Seconda parte primissimo Hattler), almeno per quanto concer- ancora: apoteosi funky (Make This Change), sfu- ne la metodologia di lavoro sui suoni e sui timbri. mature ambient (Kami) e ancora il Miles Davis La breve apertura di The Commencement of the degli anni Ottanta (The Mecca). Pilgrimage to the Mecca of Hip Jazz ci immerge in un mondo dai contorni spiazzanti: la tromba Cosa si può imparare dall’ascolto di Hip Jazz? accenna una scala arabeggiante, voci salmodian- Molto. Ad esempio che il mainstream può forni- ti di muezzin, toni gravi, quindi un ritmo incal- re una chiave di interpretazione di un linguaggio zante con sospensioni quasi da colonna sonora, su cui fare ricerca musicale, al fine di spingere tra campionature di ogni tipo. Il disco promette “oltre” quanto già si sia ascoltato, spalancando bene. L’attacco This Beat Goes Boom sembra ri- così ulteriori nuovi orizzonti. partire da lì: il groove sembra quello diPenso po- L’intelligente strada intrapresa dai Tab Two rega- sitivo di Jovanotti, ma attenzione agli strumenti lerà ai nostri anche una discreta popolarità negli intorno e al feedback tra tromba e voce. È pro- States, dove il loro successivo CD Flagman Ahead prio la voce ad insegnare alla tromba quali siano girerà parecchio in radio, trovando un’insospet- le note da rappare (2’23”) e nemmeno il basso si tabile fan in Tina Turner che arriverà a farsi scri- tira indietro (2’10”); bellissima anche la chiusa da vere un brano da Hattler e Kraus (Thief Of Hearts jazzisti compassati. contenuto in Wildest Dreams del 1996). Dopo di- Un’aria scanzonata quasi pop contraddistingue versi tour mondiali, il sodalizio si interrompe nel We Are T.T.T.: strumentale dai ricordi anni Ottan- 1999 per poi riprendere, con apparizioni saltua- ta con tanto di ritornello cantabile; tutto banale rie, dal 2011; entrambi i musicisti risultano atti- fino a quando irrompe il rapper Kraus (2’08”) a vissimi in svariati progetti e, in particolar modo riportare la cifra stilistica più in alto. quelli di Hattler, meritano di essere seguiti con A ben vedere, i Tab Two partono da motivi te- una certa attenzione. Dal krautrock all’hip-hop: matici e ritmici abbastanza semplici: cosa colpi- una carriera mica da poco... 90 91 Anche per il 2019 presso l’Angelo Azzurro, pic- colo ma tenace club di Genova - Borzoli, si tiene IL DISCO RICCARDO la rassegna Lady Prog Nights, un’interessante se- rie di concerti di rock progressivo (ma non solo) B612 era il nome dell’aereo di Antoine De Saint- che vede ogni sera sul palco due gruppi che pro- Exupéry, con il quale l’autore del “Piccolo Prin- pongono la loro musica. Ad aprire la stagione è cipe” si è schiantato nel 1944 ponendo fine alla ROMANO stato chiamato un personaggio di livello inter- sua breve esistenza. Ma lo scrittore francese ci ha nazionale, che col suo progetto Riccardo Roma- lasciato un’opera immortale, che oltre a costitu- no Land ha pubblicato nel 2018 il disco “B612”, ire uno dei libri più letti al mondo (non solo dai un concept album ispirato al famoso romanzo “Il giovanissimi) è stata fonte di ispirazione per tanti LAND feat. piccolo principe” di Antoine De Saint-Exupéry. artisti. Anche Riccardo Romano è stato partico- Il richiamo era allettante e quindi, con un mani- larmente colpito dall’opera, tanto da pubblicare polo di appassionati, mi sono recato nella grigia un intero disco ad essa ispirato. Lo ha accom- periferia di Genova per assistere all’evento. Ma pagnato in questa avventura solista un nutrito JENNIFER gruppo di musicisti di altissimo livello: Maurizio andiamo con ordine. Meo, Daniele Pomo e Massimo Pomo (cioè le L’ARTISTA altre RanestRane), Andrea Bassato (Orme, My- sia), Dave Foster e Martin Jakubski (SRB), Luca ROTHERY Riccardo Romano può essere definito un musicis- Grimieri, Lorenzo Felciati, Jennifer Rothery, Sonia ta a tutto campo. Infatti ha studiato pianoforte e Bertin e, dulcis in fundo, Steve Rothery e Steve chitarra moderna alla scuola popolare di Testac- Hogarth (, of course). Il risultato è un cio (privatamente anche canto lirico e solfeggio) disco piacevole, suonato benissimo, nel quale e a soli 12 anni ha formato la sua prima band ed Romano si rivela, oltre che ottimo musicista, an- ha iniziato a comporre brani originali. Nel 1998 che buon cantante e dove gli ospiti aggiungono entra nelle RanestRane (il gruppo dove milita valore, conferendo all’opera ulteriore spessore. ancora oggi) come tastierista, ma ha collaborato Tutti i brani del disco sono belli, ma vorrei ricor- anche con i Kcrimsonick e con la storica band Il dare la dolcissima “Invisible to the eyes” (con il Rovescio Della Medaglia, con la quale ha suonato bel duetto Riccardo-Jennifer), l’aggressiva “The addirittura in Giappone. Inoltre dal 2000 inizia a King” (con Jakubski in gran spolvero), l’ipnotica scrivere musiche per il teatro. “The Snake” (dove Hogarth che ci rivela, se neces- L’attività delle RanestRane si caratterizza per la sario, un altro aspetto della sua abilità canora) produzione di musiche ispirate a film di culto e la delicata “The Lamplighter”. Comunque un (“Shining” di S. Kubrick e “Nosferatu” di W. Her- grande disco che non può mancare nello scaffale zog, solo per citarne alcuni), che ha raggiunto il degli amanti di un certo tipo di prog, di ispira- suo apice con la pubblicazione di una trilogia ba- zione letteraria, a cui ci hanno abituato gruppi sata su “2001 - A space Odyssey” di S. Kubrick come i Camel (pensiamo a “The Snow Goose”) o, THE LITTLE (“Monolith” del 2012, “Hal” del 2015 e “Starchild” per restare in Italia, gli Hostsonaten (“The Rhyme del 2016), suonando in Italia e all’estero. Soprat- of the ancient mariner”). tutto la notorietà internazionale è aumentata PRINCE IN dopo che Steve Rothery (storico chitarrista dei IL CONCERTO Marillion) ha collaborato con il gruppo romano ed ha intrapreso un tour che ha visto le Ranes- La serata dell’Angelo Azzurro è stata aperta dal tRane dividere il palco con l’appena formata gruppo novarese Ku.Da, che ha già all’attivo un GENOVA Steve Rothery Band. Ed il giovane tastierista, in album e decine di concerti. Il gruppo propone particolare, ha colpito il chitarrista britannico a un genere particolare che affonda le radici nei 25 gennaio 2019 tal punto da volerlo nella SRB in pianta stabile. Talking Heads e Simple Minds, ma poi si allarga Da allora Riccardo non si è più fermato, dividen- ai King Crimson del periodo Discipline, non dis- dosi tra la band romana e la SRB. degnando anche atmosfere più dark vicine agli di Evandro Piantelli Direi che la definizione di “personaggio interes- IQ. Tutto sommato una proposta interessante e fotografie di Valter Boati sante” è anche poco. originale che ha intrattenuto il pubblico e che si- 92 93 curamente merita di essere goduta in una serata tacolo è stato anche caratterizzato da una certa che li veda protagonisti. dose di teatralità, in quanto Riccardo a seconda Jennifer Rothery porta avanti da qualche tempo del tema della canzone si è presentato sul palco un progetto solista di nome SYLF con il quale pro- vestito da aviatore, da re, da lampionaio (The pone una musica dolce, a tratti ambient, che ac- Lamplighter). La serie di brani di B612 è termi- compagna con la sua voce melodiosa. A Genova nata con l’esecuzione di “Sandcastles”, un brano è salita sul palco accompagnata da Riccardo Ro- dove Riccardo ha voluto aggiungere al romanzo mano e la sua band e ci ha regalato alcune canzo- un nuovo capitolo. Ma quando il concerto sem- ni del suo repertorio. Bisogna dire che, forse per brava finito il musicista ci ha riservato una sor- la giovane età, forse per la fredda serata, la voce presa finale, tornando sul palco per l’esecuzione della cantante non è stata subito ai massimi livel- di “Dead man walking” un brano, dal testo in ital- li, ma dopo le cose sono decisamente migliorate. iano, dove un condannato a morte ci racconta in Jennifer ha proposto quattro brani:“Fade into prima persona la sua drammatica condizione e you”, “Ophia”, “Northern star” e “In the dark” che “Babylonia” un pezzo che ci fa tornare alla tra- rappresenta il suo ultimo singolo. Complessiva- gedia dell’11 settembre con il crollo delle Twin mente una performance gradevole (lo stile mi ha Towers. Due brani profondamente ispirati con i ricordato la cantante irlandese Sinéad O’Connor) quali il concerto si conclude davvero. per un’artista che, pur essendo figlia d’arte, vuole Il giudizio finale sulla performance a cui abbiamo dimostrare di essere in grado di camminare con assistito non può che essere molto positivo. Bra- le proprie gambe: E ci sta riuscendo. ni ispirati, ottimi musicisti ben amalgamati con Riccardo Romano Land è anche il nome della il valore aggiunto di un’ospite internazionale. E band assemblata da Romano per per proporre in dopo il concerto tutti sono stati disponibilissimi a concerto “B612”, che comprende, oltre a Ricca- chiacchierare, firmare autografi e fare fotografie. rdo che sul palco si concentra solo sul canto, an- Cosa volere di più? che Enrico Rossetti (batteria), Gabriele Cipollini Ricordo agli interessati che la rassegna Lady Prog (basso), Luca Grimieri (chitarre) e Manuel Mur- Nights 2019 è proseguita con Trio/The forty days ganti (tastiere). Il gruppo ha eseguito gran parte (15/2), Melting clock/Basta! (22/3), Maker of del disco e, naturalmente, Jennifer è salita sul time/Eveline’s dust (12/4) per concludersi con Il palco per cantare tutte le parti femminili. Lo spet- segno del comando/Dark quarterer (10/5).

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