Comune di Provincia di

VARIANTE AL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

Gianluigi Boselli – Vicesindaco e Assessore all’Urbanistica, Autorità proponente Geom. Pierangelo Benedetti - Autorità procedente per la VAS Geom. Maria Rossi - Autorità competente per la VAS Arch. Agostino Baronchelli – Estensore della Variante al PGT

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS)

DOCUMENTO DI SCOPING

data: Gennaio 2014

Prof. Ing. Michela TIBONI, consulente scientifico Ing. Roberto TIBONI Prof. Ing. David VETTURI, consulente scientifico

BRESCIA PROGETTI SOCIETA' DI INGEGNERIA S.R.L. via Cerreto 1, 25079 (BS)

COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

Sommario 1. INTRODUZIONE ...... 4 1.1. Finalità e struttura del documento ...... 5 2. IL QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO ...... 6 2.1. Direttiva europea sulla VAS ...... 6 2.2. Direttive europee sulla partecipazione e sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale ...... 6 2.3. Normativa nazionale relativa alla valutazione ambientale di piani e programmi ...... 7 2.4. Legge regionale lombarda n. 12/2005 e valutazione ambientale di piani e programmi ...... 7 2.5. Principali normative settoriali ...... 9 3. STRUTTURA DEL PROCESSO ...... 16 4. LA VARIANTE AL PGT ...... 18 5. ANALISI DI COERENZA CON GLI STRUMENTI SOVRAORDINATI ...... 20 5.1. Il Piano Territoriale Regionale (PTR) ...... 21 5.2. Il Piano Paesistico Regionale (PPR) ...... 21 5.3. Il Piano Territoriale Regionale d’Area ...... 22 5.4. Il PTCP di Brescia ...... 28 5.5. Il Piano provinciale gestione rifiuti ...... 35 5.6. Il Piano del traffico per la viabilità extraurbana ...... 37 5.7. Il Piano di Indirizzo Forestale ...... 39 6. ANALISI PRELIMINARE DEL CONTESTO AMBIENTALE ...... 43 6.1. Principali fonti di informazione ...... 43 6.2. Inquadramento socio-economico e territoriale ...... 46 6.3. ARPA Lombardia “Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 2011-12” ...... 48 6.3.1. Premessa ...... 48 6.3.2. RSA 2011-12 – atmosfera ...... 49 6.3.3. RSA 2011-12 – qualità dell’aria ...... 49 6.3.4. RSA 2011-12 – idrosfera ...... 51 6.3.5. RSA 2011-12 – rifiuti ...... 52 6.3.6. RSA 2011-12 – radiazioni ...... 52 6.3.7. RSA 2011-12 – rischi naturali ed antropici ...... 54 6.4. Paesaggio ...... 54 6.5. Ecosistemi ...... 55 6.6. Suolo, sottosuolo e ambiente idrico ...... 58 6.6.1. Caratterizzazione generale del territorio comunale ...... 58 6.6.2. Area di ex spaglio Garza – Località Belvedere ...... 59 6.6.3. Sistema di depurazione ...... 60 6.7. Settore agro-zootecnico ...... 61 6.7.1. Premessa ...... 61 6.7.2. Studio socio-agricolo ...... 61 6.7.3. Inquadramento geopedologico ...... 65 6.7.4. Risultanze di analisi ...... 72 6.7.5. Conclusioni ...... 88

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6.7.6. Tabelle ...... 89 6.8. Aria ...... 90 6.8.1. Premessa ...... 90 6.8.2. La caratterizzazione della componente ...... 91 6.8.3. Strumenti di indagine ...... 91 6.8.4. Comune di Ghedi: caratterizzazione della componente ...... 92 6.8.5. Stazioni di rilevamento ARPA – ...... 107 6.8.6. Inventario INEMAR (Regione Lombardia - 2005) ...... 112 6.8.7. "Studio di dispersione atmosferica di inquinanti emessi sul territorio bresciano" (Università degli studi di Brescia e Comune di Brescia, 2004) ...... 115 6.9. Inquinamento acustico, elettromagnetico e luminoso ...... 131 6.9.1. La zonizzazione acustica del territorio comunale ...... 131 6.9.2. Inquinamento Elettromagnetico ...... 133 6.9.3. Inquinamento Luminoso ...... 137 6.9.4. Radon ...... 142 6.10. Viabilità e traffico ...... 143 6.11. Settore della produzione e impianti tecnologici ...... 143 6.12. Procedure VAS, VIA, IPPC-AIA, RIR ...... 144 6.13. Salute Pubblica ...... 145 6.13.1. Premessa ...... 145 6.13.2. Analisi dello stato di salute della popolazione ...... 145 6.13.3. L’Atlante della Mortalità in Lombardia 1989-1994" ...... 145 6.13.4. Il Comune di Ghedi ed i Comuni limitrofi ...... 147 6.13.5. L’"Atlante di mortalità nei distretti dell'ASL della provincia di Brescia anni 1999-2003" ..... 151 6.13.6. Il distretto 9: Bassa bresciana centrale ...... 152 7. AMBITO DI INFLUENZA DELLA VARIANTE AL PGT ...... 159

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1. INTRODUZIONE

La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) rappresenta uno strumento per analizzare e stimare gli effetti che determinate azioni producono sul territorio, secondo la chiave della sostenibilità. L’importante concetto di sostenibilità viene introdotto nel 1988 dal Rapporto Brundtland della World Commission on Environment and Development (WCED) che utilizza la seguente definizione: “Per sviluppo sostenibile si intende uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri”. Successivamente, nel 1992, la Conferenza Mondiale di Rio su “Ambiente e Sviluppo” fissa i requisiti di uno sviluppo locale e globale sostenibile. Nel 1998, l’Unione Europea propone all’interno del Manuale per la Valutazione Ambientale di Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi dei Fondi Strutturali dell’Unione Europea i propri criteri di sostenibilità ambientale: 1. ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili; 2. impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione; 3. uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosi e/o inquinanti; 4. conservare e migliorare lo stato della fauna e flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi; 5. conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche; 6. conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali; 7. conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale; 8. protezione dell’atmosfera; 9. sensibilizzare maggiormente alle problematiche ambientali, sviluppare l’istruzione e la formazione in campo ambientale; 10. promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile.

Attraverso il Quinto programma d’azione per l’ambiente l’Unione Europea si è posta, tra gli altri, i seguenti obiettivi:  la gestione sostenibile delle risorse naturali, tra cui il suolo;  la gestione più efficace della mobilità, in termini di localizzazioni e modalità;  adozione di misure per migliorare la qualità dell’ambiente nelle aree urbane;  miglioramento della salute e della sicurezza pubblica, con attenzione speciale alla valutazione e gestione dei rischi ambientali.

L’affermarsi della sostenibilità come modello, a cui gli Stati devono uniformarsi al fine di salvaguardare l’ecosistema e le risorse naturali, dimostrò negli anni successivi l’inadeguatezza degli strumenti che finora erano stati utilizzati per indirizzare le politiche e gli interventi ambientali. Fino al momento dell’introduzione della Direttiva 2001/42/CE “Concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente”, i progetti attinenti alle opere di rilevante entità venivano sottoposti alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, nell’ambito della direttiva 85/337/CEE, quando le decisioni relative all’ubicazione o alle scelte alternative di un progetto erano già state prese, rendendo di fatto limitate le possibilità di apportare modifiche sensibili al progetto. La nuova Direttiva si propone di colmare questa lacuna estendendo la valutazione ambientale degli effetti di piani e programmi durante la loro elaborazione. La valutazione degli impatti prodotti nell’attuazione di piani, programmi e progetti, ha visto il consolidarsi di norme che la regolano e disciplinano, a cui i diversi soggetti attuatori devono riferirsi per la stima dei rischi derivanti dall’applicazione di determinate azioni. Risulta essere molto importante il concetto di trasparenza nella gestione di pratiche di valutazione dei rischi, per il quale le popolazioni devono essere tempestivamente ed accuratamente informate sulle dinamiche e gli sviluppi di tali procedure in modo da poter consentire alla cittadinanza una partecipazione democratica nelle scelte decisionali. La trasparenza concorre a garantire un processo razionale di formazione delle decisioni e le scelte sono così influenzate e determinate dal contesto socio-politico e culturale in cui maturano.

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1.1. Finalità e struttura del documento Il presente documento è finalizzato alla definizione del quadro di riferimento per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) della Variante al Piano di Governo del Territorio (PGT) del Comune di Ghedi (Brescia). Tale documento funge anche da documento di discussione con le Autorità con competenza ambientale, coinvolte nella procedura di stesura del Rapporto ambientale ed è strutturato come segue: - capitolo 1: sono illustrate le finalità e i contenuti del documento, - capitolo 2: contiene i principali riferimenti normativi per la VAS, a livello europeo, nazionale e regionale lombardo. - capitolo 3: chiarisce le attività previste per il percorso integrato di PGT-VAS, come previsto dalla normativa regionale e dagli Indirizzi per la redazione della VAS, approvati dal Consiglio Regionale della Lombardia, ne chiarisce la tempistica e illustra il percorso di partecipazione e consultazione; - capitolo4: illustra la portata della variante e fornisce l’elenco delle Autorità con competenze ambientali individuate dall’Amministrazione comunale; - capitolo 5: fornisce la sintesi del quadro di riferimento normativo e programmatico per la variante al PGT di Ghedi, sulla base del quale impostare l’attività di analisi di coerenza esterna prevista dalla VAS e documentata nel successivo rapporto ambientale. - capitolo 6: sintetizza le principali fonti di informazione di interesse di cui ci si intende avvalere e contiene una prima analisi del contesto ambientale per il territorio comunale, sia per i fattori richiesti dalla direttiva europea 2001/42/CE (aria e clima, acqua, suolo, flora, fauna e biodiversità, paesaggio e beni culturali, popolazione e salute umana), sia per altri fattori prioritari (rumore, radiazioni, rifiuti, energia, mobilità e trasporti); sintetizza le principali criticità e potenzialità ambientali presenti nell’area in esame.

Sul presente documento è prevista, come richiesto dalla direttiva VAS, la consultazione delle Autorità con specifiche competenze ambientali, di cui al paragrafo successivo, in particolare in merito alla portata delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale, al loro livello di dettaglio ed alla individuazione di particolari elementi di attenzione per il territorio comunale.

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2. IL QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO

2.1. Direttiva europea sulla VAS

La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) viene introdotta dalla Direttiva europea 2001/42/CE concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente, che configura la VAS quale processo continuo che segue l’intero ciclo di vita del piano, compresa la fase di gestione, allo scopo di “garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi […] che possono avere effetti significativi sull’ambiente”. La VAS ha lo scopo di garantire la sostenibilità del piano, integrando la dimensione ambientale con quella economica e sociale. Essa richiede pertanto la definizione di un percorso integrato, comune a quello di pianificazione, pur mantenendo una propria visibilità, che si concretizza nella redazione del Rapporto ambientale. Tale Rapporto deve dare conto delle alternative esaminate, delle modalità di integrazione di azioni sostenibili sotto il profilo ambientale nel piano e delle valutazioni effettuate al fine di pervenire alla decisione finale. Deve inoltre fornire la stima dei possibili effetti significativi sull’ambiente, derivanti dall’attuazione del piano, indicando, fra l’altro, le misure di mitigazione e compensazione e progettando il sistema di monitoraggio e retroazione del piano stesso. Il Rapporto si conclude con una Sintesi non tecnica, che ne illustra i principali temi e contenuti in modo sintetico in un linguaggio non tecnico, per facilitarne la divulgazione. La direttiva 2001/42/CE prevede la partecipazione attiva del pubblico in fase di elaborazione del piano. Richiede altresì che la consultazione delle autorità con specifiche competenze ambientali e dei settori della pubblica amministrazione interessati alla proposta di piano e di Rapporto ambientale avvenga prima dell’adozione del piano stesso.

2.2. Direttive europee sulla partecipazione e sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale Ulteriori direttive europee sono state emanate in materia di partecipazione e di accesso del pubblico all’informazione ambientale, ponendosi pertanto ad integrazione e rafforzamento di alcuni concetti introdotti con la direttiva sulla VAS. La Direttiva 2003/35/CE sulla partecipazione del pubblico nell’elaborazione di taluni piani e programmi in materia ambientale richiede in particolare di individuare ed offrire al pubblico opportunità effettive di partecipare alla preparazione, alla modifica o al riesame di piani e programmi. Il pubblico deve, inoltre, essere informato di ogni proposta relativa a strumenti di pianificazione o programmazione in materia di ambiente e deve conoscere le modalità e i soggetti cui potersi riferire per esprimere osservazioni o quesiti, prima dell’adozione degli strumenti stessi, in una fase, dunque, in cui le scelte finali di piano non sono ancora state definite. L’autorità competente ha poi l’obbligo di prendere in considerazione le osservazioni espresse dal pubblico, informando in merito alle decisioni adottate e ai motivi e alle considerazioni su cui le stesse sono basate. La Direttiva 2003/4/CE sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale è invece volta a garantire il diritto di accesso all’informazione ambientale detenuta dalle autorità pubbliche e a definire condizioni e modalità operative per il suo esercizio, nonché a garantire che l’informazione stessa sia messa a disposizione del pubblico e diffusa in modo sistematico e progressivo. La diffusione dell’informazione si ottiene anche attraverso le tecnologie di telecomunicazione informatica e/o le tecnologie elettroniche, che la Direttiva promuove. Le autorità pubbliche sono tenute a rendere disponibili e fruibili le informazioni ambientali in proprio possesso, garantendo la qualità dell’informazione e documentandone le modalità di raccolta, sistematizzazione ed elaborazione. Lo Stato italiano ha recepito la direttiva mediante il Decreto legislativo del 19 agosto 2005, n. 195, Attuazione della direttiva 2003/4/CE sull’accesso del pubblico all'informazione ambientale, volto a “garantire il diritto d’accesso all'informazione ambientale detenuta dalle autorità pubbliche e stabilire i termini, le condizioni fondamentali e le modalità per il suo esercizio” ed a “garantire, ai fini della più ampia trasparenza, che l’informazione ambientale sia sistematicamente e progressivamente messa a disposizione del pubblico e diffusa, anche attraverso i mezzi di telecomunicazione e gli strumenti informatici, in forme o formati facilmente consultabili, promuovendo a tale fine, in particolare, l'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione”.

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2.3. Normativa nazionale relativa alla valutazione ambientale di piani e programmi La Direttiva 2001/42/CE è stata recepita a livello nazionale solo il 1 agosto 2007, con l’entrata in vigore della Parte II del d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152, Norme in materia ambientale. I contenuti della Parte seconda del Decreto, riguardante le “Procedure per la valutazione ambientale strategica (VAS), per la valutazione dell'impatto ambientale (VIA) e per l'autorizzazione integrata ambientale (IPPC)” sono stati integrati e modificati dal successivo d.lgs. 16 gennaio 2008, n. 4, Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale. Ulteriori modifiche ed integrazioni sono state apportate dal d.lgs. 29 giugno 2010, n. 128, Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152, recante norme in materia ambientale, a norma dell’articolo 12 della legge 18 giugno 2009, n. 69. Nel d.lgs. 4/2008 si chiarisce che nel caso di piani soggetti a percorso di adozione e approvazione, la VAS deve accompagnare l’intero percorso, sia di adozione che di approvazione. Secondo il comma 1 dell’art 7, i piani e programmi la cui approvazione è di competenza regionale o di altri enti locali sono sottoposti al percorso di valutazione ambientale secondo le disposizioni delle leggi regionali (cfr. Paragrafo 3.4). Alle norme regionali è demandata l’indicazione dei criteri con i quali individuare l’Autorità competente, che ha compiti di tutela, protezione e valorizzazione ambientale. Alle norme regionali è altresì demandata la disciplina per l’individuazione degli Enti locali territorialmente interessati e per l’individuazione dei Soggetti competenti in materia ambientale. La VAS, ai sensi del suddetto decreto, deve essere avviata contestualmente al processo di formazione del piano o programma (art. 11, comma 1) e deve comprendere: lo svolgimento di una verifica di assoggettabilità, l'elaborazione del Rapporto ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del Rapporto ambientale e gli esiti delle consultazioni, la decisione, l'informazione sulla decisione e il monitoraggio. Anteriormente all’adozione o all’approvazione del Piano o del Programma, decorsi i termini previsti dalla consultazione (art. 14), l'Autorità competente esprime il proprio parere motivato sulla base della documentazione presentata e delle osservazioni, obiezioni e suggerimenti inoltrati. Il Decreto prevede, inoltre, che al termine del processo di VAS siano resi pubblici il piano o il programma adottato, la documentazione oggetto dell’istruttoria, il parere motivato espresso dall'Autorità competente ed una Dichiarazione di Sintesi in cui si illustrino le modalità di integrazione delle considerazioni ambientali e degli esiti delle consultazioni nell’elaborazione del Piano o Programma, nonché le ragioni delle scelte effettuate alla luce delle possibili alternative e le misure adottate in merito al monitoraggio.

2.4. Legge regionale lombarda n. 12/2005 e valutazione ambientale di piani e programmi La Legge regionale 11 marzo 2005, n. 12, che disciplina il governo del territorio lombardo, stabilisce, in coerenza con i contenuti della direttiva 2001/42/CE, l’obbligo di valutazione ambientale per determinati piani o programmi, finalizzata alla determinazione della sostenibilità delle azioni indicate dagli strumenti medesimi. La VAS, secondo la legge regionale, deve evidenziare la congruità delle scelte rispetto agli obiettivi di sostenibilità del piano e le possibili sinergie con gli altri strumenti di pianificazione e programmazione; deve individuare, inoltre, le alternative assunte nella elaborazione del piano, gli impatti potenziali, nonché le misure di mitigazione o di compensazione che devono essere recepite nel piano stesso. La valutazione ambientale è effettuata “durante la fase preparatoria del piano o del programma ed anteriormente alla sua adozione o all’avvio della relativa procedura di approvazione”. Ulteriore punto fondamentale della Legge regionale di governo del territorio è la partecipazione: il governo del territorio, infatti, deve essere caratterizzato da pubblicità e trasparenza delle attività di pianificazione e programmazione, dalla partecipazione diffusa dei cittadini e delle loro associazioni ed anche dalla possibile integrazione dei contenuti della pianificazione da parte dei privati. In attuazione dell’art. 4 della l.r. 12/2005, la Regione ha elaborato gli Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi, deliberati dal consiglio regionale con d.c.r. n. 351 del 13 marzo 2007. Tali indirizzi, che costituiscono atto di riferimento per l’attuazione della Direttiva 2001/42/CE, contengono lo schema generale del processo metodologico - procedurale integrato di pianificazione e VAS. Gli indirizzi forniscono l’indicazione riguardo alla stretta integrazione tra i processi di piano e di VAS, definendo in particolare: l’ambito di applicazione, le fasi metodologico-procedurali della valutazione ambientale, i soggetti coinvolti, il processo di partecipazione integrato, il raccordo con le

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 7 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia altre procedure ovvero le norme in materia di valutazione ambientale, di VIA e di Valutazione di incidenza, il sistema informativo lombardo per la VAS. I soggetti che partecipano alla VAS sono così individuati:

 il proponente, la pubblica amministrazione o il soggetto privato, che elabora il piano od il programma da sottoporre alla valutazione ambientale;  l’autorità procedente, la pubblica amministrazione che attiva le procedure di redazione e di valutazione del piano/programma; nel caso in cui il proponente sia una pubblica amministrazione, l’autorità procedente coincide con il proponente; nel caso in cui il proponente sia un soggetto privato, l’autorità procedente è la pubblica amministrazione che recepisce il piano o il programma, lo adotta e lo approva;  l’autorità competente per la VAS, autorità con compiti di tutela e valorizzazione ambientale, individuata dalla pubblica amministrazione, che collabora con l’autorità procedente/proponente nonché con i soggetti competenti in materia ambientale, al fine di curare l’applicazione della direttiva e dei presenti indirizzi;  i soggetti competenti in materia ambientale, le strutture pubbliche competenti in materia ambientale e della salute per livello istituzionale, o con specifiche competenze nei vari settori, che possono essere interessati dagli effetti dovuti all’applicazione del P/P sull’ambiente;  il pubblico, una o più persone fisiche o giuridiche e le loro associazioni, organizzazioni o gruppi, che soddisfino le condizioni incluse nella Convenzione di Aarhus e delle Direttive 2003/4/CE e 2003/35/CE.

Attraverso la d.g.r. n. 6420 del 27 dicembre 2007, Determinazione della procedura per la valutazione ambientale di piani e programmi – VAS (art. 4, l.r. n. 12/2005; d.c.r. n. 3512/2007), Regione Lombardia dispone nuove indicazioni per la conduzione di tale procedura. Attraverso questo documento vengono altresì recepite le indicazioni cogenti dettate da alcuni articoli del d.lgs. del 3 aprile 2006, n. 152, Norme in materia ambientale, ad integrazione e modifica di alcuni aspetti riportati nei precedenti Indirizzi generali. La d.g.r. 6420/2007 e le successive d.g.r. n. 7110 del 18 aprile 2008, Valutazione ambientale di piani e programmi – VAS – Ulteriori adempimenti di disciplina in attuazione dell’art. 4 della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12 e degli Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi approvato con deliberazione del consiglio regionale 13 marzo, n. VII/351, e d.g.r. n. 8950 del 11 febbraio 2009, Modalità per la valutazione ambientale dei Piani comprensoriali di tutela del territorio rurale e di riordino irriguo (art. 4, l.r. n. 12/2005; d.c.r. n. 351/2007), introducono modelli di riferimento per la realizzazione della valutazione ambientale di piani e programmi specifici. Successivamente, con d.g.r. n. 10971 del 30 dicembre 2009, Determinazione della procedura di valutazione ambientale di piani e programmi – VAS (art. 4, l.r. n. 12/2005; d.c.r. n. 351/2007) – recepimento delle disposizioni di cui al d.lgs. 16 gennaio 2008, n. 4 modifica, integrazione e inclusione di nuovi modelli, Regione Lombardia recepisce le indicazioni che la normativa nazionale ha prodotto con il d.lgs. n. 4 del 16 gennaio 2008, Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, modificando ed integrando gli aspetti procedurali e di contenuto esplicitati nei precedenti atti normativi regionali. Inoltre, con d.g.r. n. 761 del 10 novembre 2010, Determinazione della procedura di Valutazione ambientale di piani e programmi – VAS (art. 4, l.r. n. 12/2005; d.c.r. n. 351/2007) – Recepimento delle disposizioni di cui al d.lgs. 29 giugno 2010, n. 128, con modifica ed integrazione delle dd.g.r. 27 dicembre 2008, n. 8/6420 e 30 dicembre 2009, n. 8/10971, Regione Lombardia recepisce le indicazioni che la normativa nazionale ha prodotto con il d.lgs. n. 128 del 29 giugno 2010, Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell’articolo 12 della legge 18 giugno 2009, n. 69. Con essa, vengono riformulati i modelli a cui riferirsi per la realizzazione della valutazione ambientale di determinati piani e programmi. Si ricorda altresì il Decreto dirigenziale, Direzione generale territorio e urbanistica, del 14 dicembre 2010, n. 13071, Approvazione della circolare “L’applicazione della valutazione ambientale di Piani e Programmi – VAS nel contesto comunale”, che definisce le linee guida per i Comuni lombardi nell’espletamento delle procedure VAS.

Con la l.r. 4/2012, Norme per la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente e altre disposizioni in materia urbanistico-edilizia, si stabilisce che “le varianti al piano dei servizi, di cui all’articolo 9 (l.r. 12/2005), e al piano delle regole, di cui all’articolo 10 (l.r. 12/2005), sono soggette a

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 8 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia verifica di assoggettabilità a VAS, fatte salve le fattispecie previste per l’applicazione della VAS di cui all’articolo 6, commi 2 e 6, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152 (Norme in materia ambientale)”, ovvero gli interventi di competenza statale. Alla luce del disposto di cui alla citata legge regionale, è stato inoltre predisposto l’apposito modello metodologico-procedurale ed organizzativo contraddistinto dalla sigla 1u – Variante al piano dei servizi e piano delle regole, al fine di meglio definire la verifica di assoggettabilità a VAS secondo il disposto di cui all’articolo 12 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152; tale schema procedimentale, approvato con d.g.r. 3836/2012, costituisce approfondimento e specificazione di quanto indicato nei summenzionati Indirizzi generali e riporta le fasi operative cui attenersi e secondo cui impostare la valutazione ambientale del documento in esame. Lo schema è riportato nella figura che segue.

Figura 1: Schema procedurale tratto dall’Allegato 1u, Modello metodologico procedurale e organizzativo della valutazione ambientale di piani i programmi (VAS) – Varianti al piano dei servizi e piano delle regole, alla d.g.r. 25 luglio 2012, n. IX/3836 Determinazione della procedura di valutazione ambientale di piani e programmi – VAS (art. 4, l.r. 12/2005; d.c.r. n. 351/2007) – Approvazione allegato 1u – Modello metodologico procedurale e organizzativo della valutazione ambientale di piani i programmi (VAS) – Varianti al piano dei servizi e piano delle regole.

2.5. Principali normative settoriali Nel presente capitolo sono riportate le principali normative settoriali con tematica ambientale di livello nazionale e regionale alle quali si è fatto riferimento, intendendole come documenti dai quali ricavare indicazioni, limiti e procedure utili alla definizione concreta degli obiettivi di sostenibilità per il territorio del Comune di Ghedi. La corrispondenza tra normativa nazionale e regionale non è sempre biunivoca.

Tabella 4.1 – Principali normative settoriali ambientali di livello nazionale e regionale fattori normativa nazionale normativa regione Lombardia ambientali

D.lgs. 3 aprile 2006, n.152 “Norme in materia ambientale”

D.Lgs. 4 agosto 1999, n.351 “Attuazione della D.g.r. n.VII/35196 del 20 marzo 1998 “Criteri, direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e risorse e procedure per la predisposizione del Aria e fattori gestione della qualità dell’aria ambiente” Piano Regionale per la Qualità dell’aria (PRQA)” climatici D.M. 2 aprile 2002, n.60 “Recepimento delle D.g.r. n.VII/6501 del 19 ottobre 2001 “Nuova

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 9 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

direttive 99/30/CE e 00/69/CE riguardanti i valori zonizzazione del territorio regionale per il limite di qualità dell’aria relativi a biossido di conseguimento di obiettivi di qualità dell’aria zolfo, ossidi di azoto, PM10, piombo, benzene e ambiente, ottimizzazione e razionalizzazione della monossido di carbonio” rete di monitoraggio, relativamente al controllo dell’inquinamento da PM10, fissazione dei limiti di emissione degli impianti di produzione di energia e piano di azione per il contenimento e la prevenzione degli episodi acuti di inquinamento atmosferico” e s.m.i.

L. 1 giugno 2002, n.120 “Ratifica ed esecuzione D.g.r. n. VII/580 del 4 agosto 2005 “Misure del Protocollo di Kyoto alla Convenzione quadro strutturali per la Qualità dell’Aria 2005-2010” delle nazioni Unite sui cambiamenti climatici”

Delibera CIPE n.57 del 2 agosto 2002 “Strategia L.R. 11 dicembre 2006, n.24 “Norme per la d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile prevenzione e la riduzione delle emissioni in in Italia” atmosfera a tutela della salute e dell’ambiente”

Delibera CIPE 19 dicembre 2002, n.123 “Piano nazionale per la riduzione di emissioni di gas responsabili dell’effetto serra”

D.Lgs. 4 aprile 2006, n.216 “Attuazione delle direttive 03/87/CE e 04/101/CE in materia di scambio di quote di emissione dei gas ad effetto serra nella Comunità, con riferimento ai meccanismi di progetto del Protocollo di Kyoto”

Schema di Piano Nazionale d’Assegnazione di quote di CO2 per il periodo 2008-2012 in attuazione della direttiva 03/87/CE

Acqua R.D. 11 dicembre 1933, n.1775 “Testo unico L.R. 20 ottobre 1998, n.21 “Organizzazione del delle disposizioni di legge sulle acque e impianti servizio idrico integrato e individuazione degli elettrici” ambiti territoriali ottimali in attuazione della legge 5/01/1994 n.36 ”Disposizioni in materia di risorse idriche”

D.C.P.M. 24 maggio 2001 “Piano stralcio per l’Assetto idrogeologico (PAI)”

L.R. 16 giugno 2003, n.7 “Norme in materia di bonifica e irrigazione”

L. 5 gennaio 1994, n.36 ”Disposizioni in materia L.R. 12 dicembre 2003, n.26 “Disciplina dei servizi di risorse idriche” locali di interesse economico generale. Norme in materia di gestione dei rifiuti, di utilizzo del sottosuolo e delle risorse idriche”

D.lgs. 11 maggio 1999, n.152 “Disposizioni sulla D.g.r. 29 marzo 2006, n.2244 “Piano di Tutela e tutela delle acque dall’inquinamento e Uso delle Acque (PTUA)” recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue D.g.r. 11 ottobre 2006, n. VIII/3297 “Nuove aree urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla vulnerabili ai sensi del D.Lgs. 152/2006: criteri di protezione delle acque dall’inquinamento designazione e individuazione” provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole” e s.m.i.

Deliberazione C.I. n.15 del 31 gennaio 2001 “Progetto di Piano stralcio per il controllo dell’Eutrofizzazione” (PsE)

Deliberazione CIPE n.57 del 2 agosto 2002 “Strategia d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia”

Deliberazione dell’Autorità di bacino del po n.7

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 10 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

del 3 marzo 2004 e relativi allegati A, B, C “Adozione degli obiettivi e priorità di intervento ai sensi dell’art.44 del D.Lgs. 152/99 e s.m.i.”

L.18 maggio 1989, n.183 “Norme per il riassetto D.g.r. 22 dicembre 2005, n.8/1566 “Criteri ed organizzativo e funzionale della difesa del suolo indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano del C.P.C.M. 20 marzo 2003, n.3274 “Primi elementi Governo del Territorio, in attuazione dell’art.57 in materia di criteri generali per la classificazione della l.r. 11 marzo 2005, n.12” sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per la costruzione in zona sismica”

D.Lgs. 27 gennaio 1992, n.99 “Attuazione della D.g.r. 11 dicembre 2001, n.7365 “Attuazione del direttiva 86/278/CEE concernente la protezione piano stralcio per l’assetto idrogeologico del dell’ambiente, in particolare suolo, bacino del fiume Po (PAI) in campo urbanistico, nell’utilizzazione dei fanghi di depurazione in art.17, comma5, legge 18/5/1989, n.183” agricoltura”

L.R. 16 giugno 2003, n.7 “Norme in materia di bonifica e irrigazione” Suolo D.Lgs. 11 maggio 1999, n.152 “Disposizione L.R. 12 dicembre 2003, n.26 “Disciplina dei servizi sulla tutela delle acque dall’inquinamento” e di interesse economico generale. Norme in s.m.i. materia di gestione dei rifiuti, energia, di utilizzo del sottosuolo e di risorse idriche”

D.M. 25 ottobre 1999, n.471 “Regolamento D.g.r. n.958 del 17 febbraio 2004 “Piano regionale recante criteri, procedure e modalità per la stralcio di bonifica delle aree inquinate” (ai sensi messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino del d.lgs. 22/1997) ambientale dei siti inquinati, ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n.22, e s.m.i”

Deliberazione CIPE n.57 del 2 agosto 2002 “Strategie d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia”

Flora, fauna e L.r. 30 novembre 1983, n.86 “Piano generale delle biodiversità aree agricole protette. Norme per l’istituzione e la gestione delle riserve, dei parchi e dei monumenti naturali nonché delle are di particolare rilevanza naturale e ambientale”

L.r. 16 agosto 1993, n.26 “Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell’equilibrio ambientale e disciplina dell’attività venatoria”

D.g.r. 20 aprile 2001, n. 4345 per la gestione della fauna nelle aree protette – Programma Regionale per gli interventi di Conservazione e Gestione della Fauna”

L.r. 30 luglio 2001, n.12 “Norme per l’incremento e la tutela del patrimonio ittico e l’esercizio della pesca nelle acque della Regione Lombardia”

L.21 novembre 2000, n.353 “Legge quadro in D.g.r. 12 dicembre 2003, n.VII/15534 – Piano materia di incendi boschivi” regionale Antincendio Boschivo

L.6 dicembre 1991, n.394 e s.m.i. “Legge L.r. 28 ottobre 2004, n.27 “Tutela e valorizzazione quadro sulle aree protette” delle superfici, del paesaggio e dell’economia forestale” e s.m.i.

L.11 febbraio 1992, n.157 e s.m.i. “Norme per la D.g.r. n.VII/20557/2005 – elenco dell'ittiofauna protezione della fauna selvatica omeotermica e lombarda

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 11 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

per il prelievo venatorio”

L.14 febbraio 1994, n.124 “Ratifica della Giunta regionale DG Agricoltura – Circolare 30 Convenzione sulla diversità biologica di Rio de settembre 2005, n.41 “Prime indicazioni per Janeiro” l’applicazione della L.R. 27/2004” e s.m.i.

Delibera CIPE del 16 marzo 1994, n.26 “Linee strategiche e programma preliminare per l’attuazione della convenzione della biodiversità in Italia”

D.P.R. 8 settembre 1997, n.357 e s.m.i. “Regolamento recante attuazione alla direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche”

D.M. 3 settembre 2002 “Linee guida per la gestione dei siti Rete Natura 2000”

Deliberazione CIPE n.57 del 2 agosto 2002 “Strategia d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile”

Paesaggio e D.Lgs. 22 gennaio 2004, n.42 “Codice dei beni D.c.r. 6 marzo 2001, n.VII/197 Piano Territoriale beni culturali culturali e del paesaggio, ai sensi dell’art.10 Paesistico Regionale della legge 6 luglio 2002, n.137”

L. 9 gennaio 2006, n.14 – ratifica ed esecuzione L.r. 11 marzo 2005, n.12 “Legge per il governo del della Convenzione europea sul paesaggio territorio”

D.Lgs. 24 marzo 2006, n.157 Disposizioni D.g.r. 15 marzo 2006, n.VIII/2121 “Criteri e correttive e integrative al decreto legislativo 22 procedure per l’esercizio delle funzioni gennaio 2004, n.42, in relazione al paesaggio” amministrative in materia di tutela dei beni paesaggistici in attuazione della L.regionale 12/05”

Popolazione e D.Lsg. 17 agosto 1999, n.334 “Attuazione della L.r. 23 novembre 2001, n.19 “Norme in materia di salute umana direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei attività a rischio di incidente rilevante” pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose”

D.Lgs. 3 marzo 1993, n.123 – recepisce la L.r. 29 settembre 2003 “Norme per il risanamento Direttiva comunitaria 89/397/CEE, relativa al dell’ambiente, bonifica e smaltimento dell’amianto” controllo ufficiale dei prodotti alimentari

D.M. 19 maggio 2000 e s.m.i. – elenco dei massimi di residuo tollerati nei prodotti destinati all’alimentazione

D.P.R. 7 aprile 2006 “ Approvazione del Piano D.c.r. 26 ottobre 2006, n.VIII/257 “Piano Socio sanitario nazionale 2006-2008” Sanitario 2007-2009”

Rumore L.26 ottobre 1995, n.447 “Legge quadro L.r. 10 agosto 2001, n.13 “Norme in materia di sull’inquinamento acustico” inquinamento acustico”

Deliberazione CIPE n.57 del 2 agosto 2002 D.g.r. 2 luglio 2002. n.7/9776 “Legge n.447/1995 – “Strategie di azione ambientale per lo sviluppo legge quadro sull’inquinamento acustico e legge sostenibile in Italia” regionale 10 agosto 2001 n.13 – Norme in materia di inquinamento acustico. Approvazione del documento Criteri tecnici di dettaglio per la redazione della classificazione acustica del territorio comunale”

D.P.R. 30 marzo 2004, n.142 “Disposizioni per il contenimento e la prevenzione dell’inquinamento acustico derivante dal traffico

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 12 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

veicolare, a norma dell’art.11 della legge 26 ottobre 1995, n.447”

D.Lgs. 15 luglio 2005, n.194 recepimento della Direttiva 02/49/CE

Radiazioni L.r. 27 marzo 2000, n.17 “Misure urgenti in tema di risparmio energetico ad uso illuminazione esterna e di lotta all’inquinamento luminoso”

L.22 febbraio 2001, n.36 “Legge quadro sulla D.g.r. 11 dicembre 2001, n.VII/7351 “Definizione protezione dalle esposizioni a campi elettrici, dei criteri per l’individuazione delle aree nelle quali magnetici ed elettromagnetici è consentita l’installazione degli impianti per le telecomunicazioni e la radiotelevisione e per l’installazione dei medesimi, ai sensi dell’art.4 comma 2, della legge regionale 11 maggio 2001, n.11 “Norme sulla protezione ambientale dall’esposizione a campi elettromagnetici indotti da impianti fissi per le telecomunicazioni e per la radiotelevisione”, a seguito del parere espresso dalle competenti commissioni consiliari”

L.r. 11 maggio 2001, n.11 “Norme sulla protezione ambientale dall’esposizione a campi elettromagnetici indotti da impianti fissi per le telecomunicazioni e per la radiotelevisione”

D.P.C.M. 8 luglio 2003 “Fissazione dei limiti di D.g.r. 16 febbraio 2005, n.VII/20907 “Piano di esposizione, dei valori di attenzione e degli risanamento per l’adeguamento degli impianti obiettivi di qualità per la protezione della radioelettrici esistenti ai limiti di esposizione, ai popolazione all’esposizione a campi elettrici, valori di attenzione ed agli obiettivi di qualità, magnetici ed elettromagnetici generati da stabiliti secondo le norme della legge 22 febbraio frequenze comprese tra 100kHz e 300Ghz” 2001, n.36”

Rifiuti D.Lgs. 5 febbraio 1997, n.22 “Attuazione delle L.r 12 dicembre 2003, n.26 “Disciplina dei servizi direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui locali di interesse economico generale. Norme in rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui materia di gestione di rifiuti, di energia, utilizzo del rifiuti di imballaggio” (decreto Ronchi) e s.m.i. sottosuolo e di risorse idriche”

D.M. 18 settembre 2001, n.468 “Regolamento D.g.r. 17 maggio 2004, n.7/17519 “Integrazione recante: programma nazionale di bonifica e della D.g.r. n.16983 del 31 marzo 2004 ripristino ambientale” “Programma regionale per la riduzione del rifiuto urbano biodegradabile da collocare in discarica”

Deliberazione CIPE n.57 del 2 agosto 2002 D.g.r. 27 giugno 2005, n.VIII/220 “Piano “Strategia d’azione ambientale per lo sviluppo Regionale di gestione dei rifiuti” sostenibile in Italia”

Energia L. 9 gennaio 1991, n.9 “Norme per l’attuazione L.r. 27 marzo 2000, n.17 e s.m.i. “Misure urgenti del nuovo Piano energetico nazionale: aspetti in tema di risparmio energetico ed uso di istituzionali, centrali idroelettriche ed elettrodotti, illuminazione esterna e di lotta all’inquinamento idrocarburi e geotermia, autoproduzioni e e luminoso” disposizioni fiscali”

L.9 gennaio 1991, n.10 “Norme per l’attuazione D.g.r. 21 marzo 2003, n.12467 – Programma del Piano energetico nazionale in materia di uso energetico regionale (PER) razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia”

D.M. 11 novembre 1999 “Direttive per L.r. 12 dicembre 2003, n.26 “Disciplina dei servizi l’attuazione delle norme in materia di energia locali di interesse economico generale. Norme in elettrica da fonti rinnovabili di cui ai commi 1,2 e materia di gestione di rifiuti, di energia, di utilizzo 3 dell’art.11 del decreto legislativo 16 marzo del sottosuolo e di risorse idriche” 1999, n.79”

D.M. 21 dicembre 2001 “Programma di incentivazione dei frigoriferi ad alta efficienza

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 13 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

energetica e di attuazione delle analisi energetiche degli edifici”

D.M. 21 dicembre 2001 “Programma di L.r. 16 febbraio 2004, n.1 “Contenimento dei diffusione delle fonti energetiche rinnovabili, consumi energetici degli edifici attraverso la efficienza energetica e mobilità sostenibile nelle contabilizzazione del calore” aree naturali protette”

L.r. 21 dicembre 2004, n.39 “Norme per il risparmio energetico negli edifici e per la riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti”

D.Lgs. 29 dicembre 2003, n.387 “Attuazione D.g.r. 25 gennaio 2006, n.VIII/1790 – standard della direttiva 2001/77/CE relativa alla prestazionali e criteri di manutenzione delle promozione dell’energia elettrica prodotta da pavimentazioni stradali fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità”

Decreto 20 luglio 2004 “Nuova individuazione D.g.r. 27 settembre 2006, n.VIII/3219 – norme per degli obiettivi quantitativi nazionali di risparmio la progettazione di zone di intersezione e assi energetico e sviluppo delle fonti rinnovabili” stradali, gli elaborati progettuali e le analisi di traffico

Decreto 20 luglio 2004 “Nuova individuazione degli obiettivi quantitativi per l’incremento dell’efficienza energetica negli usi finali di energia”

L.23 agosto 2004, n.239 “Riordino del settore energetico, nonché delega del Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia”

D.M. 27 luglio 2005 “Norme concernenti il regolamento d’attuazione della legge 9 gennaio 1991, n.10 (art.4, commi 1 e 2), recante “Norme per l’attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia”

D.M. 28 luglio 2005 “Criteri per l’incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare”

Mobilità e D.P.R. 11 luglio 1980, n.753 “Nuove norme in L.r. 27 gennaio 1997, n.10 “Disciplina dei trasporti trasporti materia di polizia, sicurezza e regolarità pubblici di competenza regionale” dell’esercizio delle ferrovie e di altri servizi di trasporto”

L.15 gennaio 1992, n.21 “Legge quadro per il L.r. 2 aprile 1987, n.14 “Delega alle province di trasporto di persone mediante autoservizi funzioni amministrative relative ai trasporti pubblici pubblici non in linea” di competenza regionale”

D.lgs. 19 novembre 1997, n.442 e s.m.i. L.r. 12 dicembre 1994, n.40 “Promozione della “Conferimento alle regioni ed agli enti locali di diffusione di veicoli elettrici dotati di accumulatori funzioni e compiti in materia di trasporto e relative infrastrutture, nelle aree urbane” pubblico locale, a norma dell’art.4, comma 4, della L.15 marzo 1997, n.59”

D.M. 27 marzo 1998 “Mobilità sostenibile nelle L.r. 25 marzo 1995, n.13 e s.m.i. “Norme per il aree urbane” riordino del trasporto pubblico locale in Lombardia”

D.Lgs. 31 marzo 1998, n.112 “Conferimento di L.r. 29 ottobre 1998, n.22 “Riforma del trasporto funzioni e compiti amministrativi dello stato alle pubblico locale il Lombardia” regioni ed enti locali, in attuazione dei capi I

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 14 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

della L.15 marzo 1997, n.59”

D.M. 20 dicembre 2000 “Incentivazione dei D.c.r. 5 maggio 1999, VI/1245 – Piano del sistema programmi proposti dai mobility managers dell’intermodalità e della logistica in Lombardia aziendali”

D.M. 21 dicembre 2000 “Programmi radicali per D.g.r. 1 marzo 2000 – proposta di indirizzi per il la mobilità sostenibile” Piano regionale della mobilità e dei trasporti

D.P.R. 14 marzo 2001 – Piano Generale dei L.r. 4 maggio 2001, n.9 “Programmazione e Trasporti e della Logistica sviluppo della rete viaria regionale, autostrade regionali, finanza di progetto e sicurezza stradale” L.r. 12 gennaio 2003, n.1 “Interventi per lo sviluppo del trasporto pubblico regionale e locale” D.g.r. 3 dicembre 2004, n.19709 “Approvazione della classificazione funzionale e qualificazione della rete viaria della Regione Lombardia ai sensi dell’art.3 della L.R. 9/2001”

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 15 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

3. STRUTTURA DEL PROCESSO

Facendo riferimento al modello illustrato, è stato definito il percorso metodologico e procedurale relativo alla conduzione della verifica di esclusione da VAS della Variante in esame, che viene così sintetizzato: 1. avviso di avvio del procedimento, individuazione dei soggetti interessati e definizione della modalità di informazione e comunicazione; 2. elaborazione di un Rapporto preliminare comprendente una descrizione della Variante di Piano e le informazioni e i dati necessari alla verifica degli impatti significativi sull’ambiente dell’attuazione delle azioni di Piano; 3. messa a disposizione del Rapporto preliminare ed avvio della verifica; 4. decisione in merito alla verifica di assoggettabilità alla VAS ed informazione circa la decisione.

L’Autorità procedente, d’intesa con l’Autorità competente, individua i soggetti competenti in materia ambientale e gli enti territorialmente interessati. Il Rapporto preliminare della proposta di Variante di Piano sarà depositato dall’Autorità procedente presso i propri uffici e sarà reso disponibile e consultabile per almeno trenta giorni. L’Autorità procedente, in collaborazione con l’Autorità competente, comunica ai soggetti competenti in materia ambientale e agli enti territorialmente interessati la messa a disposizione del Rapporto preliminare al fine dell’espressione del parere, che deve essere inviato entro trenta giorni dalla messa a disposizione. L’Autorità competente per la VAS, d’intesa con l’Autorità procedente, esaminato il Rapporto preliminare della proposta di Variante di Piano, valutate le eventuali osservazioni pervenute e i pareri espressi, sulla base degli elementi di verifica di cui all’Allegato II della Direttiva, si pronuncia non oltre quarantacinque giorni dalla messa a disposizione, sulla necessità di sottoporre la proposta di Variante al procedimento di VAS ovvero di escluderla dallo stesso. La pronuncia è effettuata con atto formale reso pubblico. In caso di non assoggettabilità alla VAS, l’Autorità procedente, nella fase di elaborazione della Variante, tiene conto delle eventuali indicazioni e condizioni contenute nel provvedimento di verifica. L’adozione e/o approvazione della Variante dà atto del provvedimento di verifica nonché del recepimento delle eventuali condizioni in esso contenute. Il provvedimento di verifica viene messo a disposizione del pubblico e pubblicato sul sito web SIVAS e l’Autorità procedente ne dà notizia secondo le modalità adottate. Il provvedimento di verifica diventa parte integrante della Variante adottata e/o approvata.

Per il procedimento oggetto del presente documento Autorità procedente e autorità competente sono stati individuati nei seguenti atti deliberativi:

1. deliberazione di giunta comunale n. 62 del 23.04.2012: Avvio procedimento

2. deliberazione di giunta comunale n. 50 del 05.03.2013: Individuazione Autorità procedente: Geom. Pierangelo Benedetti; Individuazione Autorità competente: Geom. Maria Rossi Individuazione dei soggetti competenti in materia ambientale:  ARPA;  ASL;  Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia. Individuazione degli enti territorialmente interessati:  Regione Lombardia;  Provincia di Brescia;  Comuni Confinanti; Individuazione dei settori del pubblico interessati all’iter decisionale e le associazioni di categoria e di settore:  Società di Gestione stradale e autostradale;  Società di gestione reti e servizi pubblici;  Ministero della Difesa – Aeronautica Militare

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 16 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

 Consorzi irrigui;  Associazioni di categoria  Associazioni Ambientaliste;

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 17 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

4. LA VARIANTE AL PGT

Il comune di Ghedi è dotato di Piano di Governo del Territorio (PGT) approvato con deliberazione C.C. n. 17 del 6 aprile 2009 ed è efficace in seguito a pubblicazione sul Burl Serie Inserzioni e Concorsi n. 49 del 9 dicembre 2009; nel corso della vigenza gli atti costituenti il PGT sono stati sottoposti alle seguenti varianti:  Variante Piano dei servizi: ha interessato il piano dei servizi; è stata approvata con deliberazione di C.C. n. 22 del 5/7/2011 pubblicato sul Burl serie Inserzioni e concorsi n. 43 del 26/10/2011;  Variante 1: ha interessato il piano delle regole ed il piano dei servizi; è stata approvata con deliberazione di C.C. n. 44 del 29/11/2011 pubblicato sul Burl serie Inserzioni e concorsi n. 8 del 22/2/2012;  Variante 2: ha interessato il piano delle regole ed il piano dei servizi; è stata approvata con deliberazione di C.C. n. 25 del 21/6/2012 pubblicato sul Burl serie Inserzioni e concorsi n. 32 del 8/8/2012;  Variante 3: ha interessato il piano delle regole; è stata adottata con deliberazione di C.C. n. 28 del 19/11/2013 e l'iter è attualmente in corso.

L'avvio del procedimento della variante, avvenuto a metà del 2012, aveva un triplice obiettivo:  modificare il piano delle regole per le aree escluse dal perimetro del piano d'area, verificando al contempo la coerenza della classificazione urbanistica con le problematiche, puntuali e limitate, sorte dopo l'approvazione del PGT;  proporre parziali variazioni alle norme dei nuclei di antica formazione, che si sono rivelate rigide nell'applicazione e non univoche nella formulazione.  modificare il documento di piano sia per le aree escluse dal perimetro del piano d'area, ridefinito in sede di approvazione dello strumento sovraordinato, sia per alcune previsioni strategiche interne allo stesso;

In seguito all'avvio del procedimento di variante sono pervenute numerose segnalazioni da parte dei cittadini, mentre altre erano giacenti agli atti del comune; tali richieste interessano sia le destinazioni urbanistiche che le N.T.A. e in alcuni casi chiedono modifiche a più di una componente del PGT. In relazione contenuti, sono state individuate richieste riguardanti sia il piano delle regole e/o il piano dei servizi, che richieste relative al documento di piano, delle quali alcune sono interne al perimetro del piano d'area dell'aeroporto. L'Amministrazione comunale ha ritenuto opportuno sdoppiare la procedura urbanistica, ed inteso procedere ad una prima variante con le sole modifiche ai punti 1 e 2 Piano delle Regole e Piano dei Servizi (adottata con deliberazione di C.C. n. 28 del 19/11/2013), ed affronta con il presente provvedimento di Valutazione Ambientale Strategica gli aspetti più generali di politica urbanistica, concentrandosi sui contenuti del Documento di Piano. Tra le istanze pervenute, oltre ad alcune richieste per l'inserimento di nuovi comparti edificabili, numerose sono quelle che chiedono lo stralcio di aree già inserite come edificabili in fase di prima adozione del PGT, che in alcuni casi arrivano ad interessarne intera superficie; la scelta dell'amministrazione di come valutare queste richieste andrà confrontata con il disegno urbanistico complessivo del PGT. Verrà affrontato altresì l'adeguamento del PGT alla disciplina del Piano d'area, con particolare riferimento a:  definizione puntuale del perimetro dei sub ambiti T3.3 e T3.5;  assetto normativo dei medesimi ambiti, con l'indicazione di specifiche direttive in materia di urbanistica e paesaggio;  presa d'atto, nelle tavole di PGT, delle indicazioni urbanistiche inserite nella convenzione che regola le attività di cava e discarica all'interno dell'ATE 39 per le previsioni legate al progetto denominato "Cava inferno".

Le tematiche relative al PTRAM non sono legate alle sole scelte dell'amministrazione comunale,

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 18 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia ma dovranno essere verificate ad un tavolo allargato, con gli Enti che hanno proposto e gestiscono il vincolo, ovvero Provincia e Regione. Sarà sottoposta a valutazione una modifica al piano delle regole, già sottoposta alla procedura di non assoggettabilità a VAS, e stralciata su richiesta degli Enti competenti in materia ambientale in quanto costituiva consumo di suolo. La variante, collocata in aderenza ad un lotto produttivo che si affaccia sulla ex SS 668, consiste nell'ampliamento dell'edificabilità della zona produttiva consolidata a tutta la proprietà, ricomprendendo anche la porzione sul retro, parzialmente utilizzata come deposito e spazio di manovra. Potrebbe inoltre essere valutata un'area del piano dei servizi, l'ex spaglio del Garza, per la quale è in corso, da parte degli Enti preposti, una verifica circa la presenza di inquinanti che ne potrebbero limitare l'utilizzo.

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 19 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

5. ANALISI DI COERENZA CON GLI STRUMENTI SOVRAORDINATI

L'insieme dei piani e dei programmi che sovraintendono e governano le azioni territoriali del contesto in esame rappresentano il quadro pianificatore e programmatico con cui si confrontano le azioni individuate nella proposta di Variante del Piano delle Regole. In questo paragrafo si conduce un'analisi finalizzata a stabilire la rilevanza di tali azioni e la loro relazione con gli altri piani o programmi considerati, con particolare attenzione alle tematiche ambientali.

Tabella 1 – Piani di area vasta e Programmi in Regione Lombardia e Provincia di Brescia

Piano Entrata in vigore

Piano Territoriale Regionale (PTR) 2010

Piano Pesistico Regionale (PPR) 2008

Programma di sviluppo rurale 2007-2013 Approvato dalla Commissione europea con decisione del 18 ottobre 2007

Piano regionale delle aree protette L.r. 86 del 30 novembre 1983

Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della 2004 Provincia di Brescia

Variante di adeguamento del Piano Territoriale di Adottato con deliberazione n. 14 del 31 marzo 2009 Coordinamento Provinciale della Provincia di Brescia alla LR12/05

Nuovo Piano delle attività estrattive della Provincia di Approvato con delibera del consiglio regionale del 25 Brescia - settore sabbia e ghiaia - ai sensi dell’art. 8 della novembre 2004 n. VII/1114 ”. L.R. 14/98 Successive modificazioni e aggiornamenti si hanno con il Bollettino Ufficiale del 25 gennaio 2005 (1° supplemento straordinario al n. 4).

Piano di Indirizzo Forestale (PIF)  - approvato con Delibera di Consiglio Provinciale n.26 del 20 aprile 2009;  - rettificato con Det. dir. n. 1943 del 10/09/2009;  - modificato con d.G.P. n. 462 del 21/09/2009;  - modificato con d.G.P. n. 185 del 23/04/2010 “Piano di Indirizzo Forestale (PIF), - modifiche di dettaglio alla perimetrazione del bosco ai sensi dell’Art. 15 delle Norme Tecniche Attuative;

Piano provinciale gestione rifiuti (PPGR) Approvato con deliberazione di giunta regionale n. 9/661 del 20.10.2010 pubblicata sul B.U.R.L. 1° S.S. al n. 45 del 09.11.2010

Piano Territoriale Regionale d’Area Montichiari Approvato con Delibera Consiglio Regionale 298 del 6 dicembre 2011

Piano del traffico per la viabilità extraurbana Approvato con deliberazione del consiglio provinciale n. 27 del 24/9/2007 e modificato da deliberazione del consiglio provinciale n. 19 del 30/5/2011

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 20 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

5.1. Il Piano Territoriale Regionale (PTR) Il Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato in via definitiva il Piano Territoriale Regionale con Deliberazione del 19 gennaio 2010, n. 951, Approvazione delle controdeduzioni alle osservazioni al Piano Territoriale Regionale adottato con DCR n. 874 del 30 luglio 2009 - approvazione del Piano Territoriale Regionale (articolo 21, comma 4, l.r. 11 marzo 2005 “Legge per il Governo del Territorio”). Il Piano ha acquistato efficacia dal 17 febbraio 2010, per effetto della pubblicazione dell’avviso di avvenuta approvazione sul BURL n. 7, Serie Inserzioni e Concorsi del 17 febbraio 2010. L’obiettivo principale che il PTR persegue è il continuo miglioramento della qualità della vita dei cittadini nel loro territorio secondo i principi dello sviluppo sostenibile, in sintonia con quanto indicato a riguardo dalla Comunità Europea: coesione sociale ed economica, conservazione delle risorse naturali e del patrimonio culturale, competitività equilibrata dei territori. Il Documento di Piano, elaborato di raccordo tra tutte le altre sezioni del PTR, in forte relazione con il dettato normativo della L.R. 12/2005, definisce gli obiettivi di sviluppo socio-economico della Lombardia individuando tre macro-obiettivi (principi ispiratori dell'azione di Piano con diretto riferimento alle strategie individuate a livello europeo) e ventiquattro obiettivi di Piano. La declinazione degli obiettivi è strutturata secondo due logiche: dal punto di vista tematico e dal punto di vista territoriale. La declinazione territoriale è effettuata sulla base dell'individuazione di sistemi territoriali considerati come chiave di lettura del sistema relazionale a geometria variabile ed integrata, che si attiva e si riconosce spazialmente nel territorio: Sistema Metropolitano, Sistema della Montagna, Sistema Pedemontano, Sistema dei Laghi, Sistema della Pianura Irrigua, Sistema del Fiume Po e Grandi Fiumi di Pianura. Il Documento di Piano definisce le linee orientative dell'assetto del territorio regionale identificando gli elementi di potenziale sviluppo e di fragilità che si ritiene indispensabile governare per il perseguimento degli obiettivi. La definizione degli orientamenti è costruita in riferimento agli obiettivi prioritari di interesse regionale, identificati ai sensi dell'art. 19, comma 2, lett. b, della legge 12/2005: poli di sviluppo regionale, le zone di preservazione e salvaguardia ambientale e infrastrutture prioritarie. Gli obiettivi definiti nel Documento di Piano costituiscono per tutti i soggetti coinvolti a vario livello nel governo del territorio un riferimento centrale e da condividere per la valutazione dei propri strumenti programmatori e operativi. In questa ottica il PTR individua i tre macro - obiettivi territoriali proposti come basi delle politiche territoriali lombarde per il perseguimento dello sviluppo sostenibile: 1. rafforzare la competitività dei territori della Lombardia; 2. riequilibrare il territorio lombardo; 3. proteggere e valorizzare le risorse della Regione.

Il PTR contiene solo alcuni elementi di immediata operatività, in quanto generalmente la sua concreta attuazione risiede nella “traduzione” che ne verrà fatta a livello locale, livello che la l.r.12/2005 ha fortemente responsabilizzato nel governo del territorio. D’altro canto il PTR fornisce agli strumenti di pianificazione locale la “vista d’insieme” e la possibilità di disporre di un quadro di riferimento più ampio, che consente di riconoscere anche alla scala locale le opportunità che emergono aprendosi ad una visione che abbraccia l’intera Regione – e va ben oltre – ovvero gli elementi di attenzione che derivano da rischi diffusi o da fenomeni alla macro-scala.

Le azioni proposte dalla Variante in esame non contrastano con gli obiettivi tematici e territoriali individuati dal PTR.

5.2. Il Piano Paesistico Regionale (PPR) Il Piano Paesistico Regionale (PPR) tratta delle indicazioni regionali di tutela dei paesaggi della Lombardia che, nel quadro del PTR, consolidano e rafforzano le scelte già operate dal Piano territoriale Paesistico Regionale (PTPR) pre-vigente in merito all’attenzione paesaggistica estesa a tutto il territorio, e all’integrazione delle politiche per il paesaggio negli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale, ricercando nuove correlazioni anche con altre pianificazioni di settore, in particolare con quelle di difesa del suolo, ambientali e infrastrutturali. Le misure di indirizzo e prescrizione paesaggistica si sviluppano in stretta e reciproca relazione

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 21 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia con le priorità del PTR al fine di salvaguardare e valorizzare gli ambiti e i sistemi di maggiore rilevanza regionale: laghi, fiumi, navigli, rete irrigua e di bonifica, montagna, centri e nuclei storici, geositi, siti UNESCO, percorsi e luoghi di valore panoramico e di fruizione del paesaggio. L’approccio integrato e dinamico al paesaggio si coniuga con l’attenta lettura dei processi di trasformazione dello stesso e l’individuazione di strumenti operativi e progettuali per la riqualificazione paesaggistica e il contenimento dei fenomeni di degrado, anche tramite la costruzione della rete verde. Il PTR contiene così una serie di elaborati che vanno ad integrare ed aggiornare il PTPR approvato nel 2001, assumendo gli aggiornamenti apportati allo stesso dalla Giunta Regionale nel corso del 2008 e tenendo conto degli atti con i quali in questi anni la Giunta ha definito compiti e contenuti paesaggistici di piani e progetti. Nella Relazione Generale vengono individuate le seguenti finalità principali: 1. la conservazione dei caratteri che definiscono l’identità e la leggibilità dei paesaggi della Lombardia, attraverso il controllo dei processi di trasformazione, finalizzato alla tutela delle preesistenze e dei relativi contesti; 2. il miglioramento della qualità paesaggistica e architettonica degli interventi di trasformazione del territorio; 3. la diffusione della consapevolezza dei valori del paesaggio e la loro fruizione da parte dei cittadini.

Le azioni proposte dalla Variante in esame non contrastano con gli obiettivi tematici e territoriali individuati dal PPR.

5.3. Il Piano Territoriale Regionale d’Area Montichiari La Provincia di Brescia, con delega della Regione Lombardia del 12 aprile 2002, ha predisposto lo “schema del PTA dell’aeroporto “G. D’Annunzio” di Montichiari”, poi deliberato dalla Giunta Provinciale in data 28 dicembre 2005 e oggetto di presa d’atto da parte del Consiglio Provinciale con DCP n.22 del 29 giugno 2006. Lo “schema del PTA dell’aeroporto “G. D’Annunzio” di Montichiari è stato redatto nel quadro delle seguenti condizioni:  la Regione Lombardia, all’epoca delle redazione, era priva di un quadro di riferimento quale il Piano Territoriale Regionale, ma la formulazione di un PTA era prevista dagli atti di programmazione regionale;  l’art. 100 delle N.T.A. del P.T.C.P. della Provincia di Brescia ha fissato come obiettivo lo sviluppo dell’aeroporto di Montichiari, prevedendo la messa in atto di un programma rivolto a definire, mediante atti di pianificazione complessa, l’adeguata programmazione degli interventi infrastrutturali, le strategie per lo sviluppo economico sociale, il grado di compatibilità ambientale e territoriale col territorio coinvolto. Viene prescritto un regime di salvaguardia nelle aeree interne al poligono delimitato: a nord dal piede della collina di , ad est dalla S.P. ex S.S. 236 “Goitese”, a sud dalla S.P. 668 “Lenese” ed a ovest dalla linea ferroviaria Brescia-Parma. Tale regime di salvaguardia è stato reiterato dalla Regione Lombardia con la Legge Regionale 27 febbraio 2007 n° 5 articolo 14. La proposta provinciale è stata corredata dalla Valutazione ambientale strategica che è stata oggetto di delibera di Giunta provinciale n. 751 del 28 novembre 2006. Con la nuova legge urbanistica regionale n. 12/2005 e successive modificazioni, art. 20 comma 6, viene riconosciuto il Piano territoriale regionale d’area quale strumento che disciplina il governo di aree, di significativa ampiezza territoriale interessate da opere, interventi o destinazioni funzionali aventi rilevanza regionale o sovra regionale; da qui la necessità di definire una nuova modalità di governo del territorio, in grado di stabilire le modalità di attuazione del piano stesso. La Regione Lombardia a seguito di tali novità ha ritenuto di elaborare una proposta aggiornata di PTRA avviando l’elaborazione della nuova proposta di piano i cui contenuti sono inseriti in questo documento, e in data 27 dicembre 2006 con deliberazione di Giunta regionale n.8/3952 ha avviato il procedimento di approvazione del PTRA. In seguito, con Delibera di giunta regionale 9/1812 del 31 maggio 2011 sono stati adottati il PTRA “Aeroporto Montichiari” e la Dichiarazione di sintesi. Infine, con decreto n. 298 del 6 dicembre 2011, il Consiglio Regionale ha definitivamente approvato il Piano (la Delibera consiliare è stata pubblicata sul BURL Serie Ordinaria n. 52 del 28

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 22 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia dicembre 2011).

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 23 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

Figura 2: Ambito territoriale di riferimento

L’obiettivo di tale Piano viene declinato in obiettivi specifici:  Obiettivo 1: Salvaguardia del sito aeroportuale;  Obiettivo 2: Salvaguardia dei corridoi infrastrutturali;  Obiettivo 3: Ordinare i processi di sviluppo in diretta relazione con il sito aeroportuale;  Obiettivo 4: Orientare i processi di sviluppo locale. In particolare, per quanto riguarda il secondo obiettivo, vengono individuati i corridoi idonei per la futura realizzazione del sistema infrastrutturali, quali fra gli altri, la Rete ecologica regionale, il collegamento pedemontano BreBeMi,il completamento del Sistema Alta Capacità/Alta velocità TO- MI-VE. Inoltre, all'interno del piano vengono disciplinati “i nuovi insediamenti nell’intorno aeroportuale privilegiando le funzioni potenzialmente sinergiche con l’attività dello scalo aereo e definendo assetti urbani e caratteri del paesaggio coerenti con la matrice infrastrutturale e con la matrice agraria”(per l'approfondimento degli obiettivi e delle azioni di piano si rimanda alla tabella di pag. 23 del Documento di Piano “Aeroporto di Montichiari”).

Il PTRA individua due scenari di riferimento per la definizione degli indirizzi di pianificazione:

Scenario 1 – anno 2015. Nel medio periodo, Brescia Montichiari, in assenza di AV/AC completa e in assenza di problemi di saturazione nel sistema aeroportuale del Nord Italia, segue un percorso di crescita contenuto e principalmente legato alle strategie della società di gestione, che tuttavia risulta beneficiato, al naturale crescere del traffico, per effetto della posizione baricentrica dello scalo rispetto al sistema del nord Italia e alle aree con maggiore capacità di generazione di domanda di trasporto, considerando anche la realizzazione della viabilità riqualificata della SP 19 e della BRE.BE.MI. Al verificarsi delle

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 24 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia ipotesi di scenario, il traffico passeggeri atteso nel 2015 ammonterebbe a circa 1,8 milioni di passeggeri. In estrema sintesi, le ricadute territoriali attese al verificarsi dello scenario 1 risulterebbero assai simili a quelle riscontrabili in qualsivoglia area di cintura caratterizzata da buona accessibilità, al punto che è ragionevole credere che il modello insediativo che ne deriverebbe potrebbe essere così caratterizzato:  prevalenza di destinazioni d’uso del settore secondario (industria, logistica generica),  conferma e incremento di alcune destinazioni d’uso terziarie specializzate (sistemi fieristici), con moderati effetti di traino su altre componenti del medesimo settore (ricettività, direzionale di interesse locale),  presenza di destinazioni d’uso commerciali il cui bacino risulterebbe di fatto indifferente rispetto alla presenza dell’aeroporto;  S.P.19 (2012) – BRE.BE.MI.

Scenario 2 – anno 2025. Nel lungo periodo si verifica un incremento dei tassi di crescita, in conseguenza dell’entrata in servizio dell’AV/AC, che produce due effetti favorevoli per lo scalo:  si determina l’allargamento del bacino di utenza dell’aeroporto, favorendo gli spostamenti di passeggeri la cui origine o destinazione si trova in province prima escluse dal bacino di Montichiari;  la presenza di un collegamento ferroviario efficiente e di una stazione dell’AV/AC connessa all’aeroporto migliora l’attrattività dello scalo nei confronti dei vettori aerei. L’ipotesi di scenario risulta tuttavia fortemente influenzata dal verificarsi o meno di molteplici eventi in particolare la realizzazione della terza pista di Malpensa: in caso di mancata realizzazione, il traffico passeggeri atteso nel 2025 ammonterebbe a circa 17,8 milioni di passeggeri, mentre in caso di effettivo potenziamento di Malpensa il dato atteso si attesterebbe su circa 7,4 milioni di passeggeri. In estrema sintesi, le ricadute territoriali attese al verificarsi dello scenario 2 risulterebbero a destinazioni d’uso prevalentemente nel settore terziario e della logistica.

L’infrastrutturazione del territorio del PTRA è la condizione necessaria e imprescindibile per consentire il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo aeroportuale e di sviluppo locale. Al fine di sostenere gli obiettivi di sviluppo relativi ai due scenari è necessario che vengano previste le seguenti infrastrutture:  il potenziamento della s.p. 19 comprensivo dello svincolo e del raccordo di collegamento con l’aeroporto di Montichiari;  il raccordo di collegamento viario con l’aeroporto di Montichiari sia dimensionato per lo sviluppo del traffico atteso nel periodo;  siano salvaguardate le aree per la realizzazione delle linee AV/AC e il collegamento ferroviario stazione di Brescia-stazione AV/AC –Cargo, Fiera  il raccordo di collegamento viario con l’aeroporto di Montichiari dovrà prevedere corsie dedicate all’accesso allo scalo, dunque svincoli e raccordi per il disimpegno di altre funzioni insediate potranno essere previsti purché adeguatamente dimensionati al fine di non compromettere le funzionalità del sistema di accesso aeroportuale;  il potenziamento della s.s. Goitese e le interconnessioni di quest’ultima con la rinnovata s.p. 19;  siano salvaguardate le aree necessarie per la realizzazione del collegamento ferroviario AV/AC (corridoio V) e la relativa stazione e il collegamento con l’aerostazione;  il collegamento ferroviario Brescia-stazione AV/AC-Cargo-Fiera;  siano salvaguardate le aree per un nuovo raccordo viabilistico di collegamento tra la SS236 Goitese e la riqualificazione della SP 668 Lenese;  potenziamento connessione S.P. 19 – SS 236 Goitese – A 4 – SS 45 bis e la maglia principale.

Il raggiungimento dei target dei movimenti passeggeri e merci definiti dagli scenari di sviluppo aeroportuale, assunti a fondamento del PTRA, rappresenta uno dei fondamentali presupposti dell’azione di governo. Al fine di determinare le condizioni idonee per determinare il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo aeroportuale nei periodi presi in esame è necessario che:

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 siano confermati i sedimi aeroportuali civile e militare attuali;  siano confermate le servitù aeroportuali attualmente operanti;  sia consentito l’insediamento di funzioni complementari all’esercizio aeroportuale anche nelle aree oggetto di servitù aeroportuale, per azione diretta della società di gestione dell’aeroporto o in attuazione di specifici accordi tra quest’ultima e altri soggetti privati;  il raccordo stradale di collegamento con l’aeroporto di Montichiari sia dimensionato per lo sviluppo del traffico atteso nel breve periodo;  il raccordo stradale di collegamento con l’aeroporto di Montichiari dovrà essere ad esclusivo servizio dell’aeroporto, dunque svincoli e raccordi per il disimpegno di altre funzioni insediate o insediabili potranno essere previsti purché indipendenti e comunque adeguatamente dimensionati al fine di non compromettere le funzionalità del sistema dedicato di accesso aeroportuale. Lo sviluppo dell’economia locale, la determinazione delle necessarie condizioni affinché si sviluppi un indotto coerente con gli obiettivi di sviluppo aeroportuale, la riqualificazione ambientale delle aree nell’intorno aeroportuale, rappresentano imprescindibili obiettivi complementari e sinergici per il raggiungimento dei target di sviluppo aeroportuale previsti negli scenari. Al fine di determinare le condizioni idonee perché si determini il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo e riqualificazione locale nel b/m periodo è necessario che:  sia definito un modello insediativo complessivo, fondato sugli elementi strutturali del paesaggio e sull’impianto infrastrutturale di b/m termine, con funzione di pianificazione del territorio del PTRA e di telaio per la coerenziazione delle diverse iniziative locali;  siano definite le azioni di riqualificazione ambientale e di tutela, anche in relazione alle previsioni del Piano Cave e alle attività di discarica esistenti, coerentemente con le previsioni della Rete Ecologica Regionale e con il modello insediativo assunto;  sia valutata la coerenza delle iniziative locali emergenti per effetto delle pianificazioni comunali in atto e per effetto di specifici procedimenti con il modello insediativo e di tutela assunto dal PTRA;  sia dichiarata la necessaria correlazione tra iniziative a carattere insediativo e il completamento della rete infrastrutturale mediante opere che non rientrano nei livelli di interesse regionale e provinciale;  siano stabilite forme di governance che a fronte di iniziative di sviluppo locale determinino adeguati strumenti perequativi operanti tra i comuni interessati dal PTRA;  siano definiti adeguati strumenti di compensazione e forme di mitigazione volti a correlare gli effetti insediativi e di riqualificazione ambientale per uno sviluppo sostenibile;  vengano definite misure di salvaguardia e strumenti di mitigazione e compensazione degli effetti dell’impatto acustico prodotto dal traffico aereo;  vengano indicate misure di tutela del paesaggio e vengano valutati gli effetti paesaggistici di tutti i possibili interventi  sia garantito il raccordo con i livelli di pianificazioni sovra locale al fine di coordinare le iniziative locali anche all’esterno del territorio del PTRA.

Il territorio del PTRA, come stabilito dalla Deliberazione della Giunta Regionale n° 8/10637 del 25 novembre 2009, viene suddiviso nelle seguenti parti:  Ambito A;  Areale A1

L’ambito A del PTRA Montichiari interessa una porzione di territorio estesa ai comuni di Castenedolo, Ghedi, Montichiari, , delimitata in gran parte dalla presenza di infrastrutture quali la s.s. “Lenese”, la s.s. “Goitese” e il sedime aeroportuale militare. Importante sottolineare che le prescrizioni del PTRA all’interno dell’Ambito A, ai sensi e per gli effetti del comma 6 dell’art. 20 della L.r. 12/2005 e s.m.i., possono essere cogenti e/o di indirizzo sulle disposizioni dei piani provinciali e comunali vigenti (PTCP - PGT o PRG). In particolare, nelle aree comprese tra la curva di Isolivello a 65 Db(A) e quella a 75 Db(A) di Lva ed aree Interne alla curva di isolivello a75 Db(A) di Lva (ambito A) sono consentite attività agricole ed allevamenti di bestiame, attività industriali e assimilate, attività commerciali, attività di ufficio, terziario e assimilate, come specificato nell’articolo 7 del Decreto ministeriale 31 ottobre 1997 “Metodologia di misura del rumore aeroportuale”. All’interno della curva di isolivello a 75 dB(A) di LVA

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(zona C dell’intorno aeroportuale) sono ammesse esclusivamente le attività funzionalmente connesse con l’uso ed i servizi delle infrastrutture aeroportuali.

L’aerale A1 del PTRA Montichiari è definito da un’ellisse nella quale risultano comprese, oltre i limiti dell’ambito A, già regolato da norme specifiche, ulteriori porzioni dei territori di Montichiari, Castenedolo, Montirone, Ghedi. Le previsioni del PTRA sono orientativi per la pianificazione comunale. Nel territorio dell’aerale A1 e all’esterno dello stesso, come rappresentato sulla tavola grafica 8.0, viene ricompresa la fascia tra le curve di isolivello a 65 e 60 dB(A) di LVA (zona A dell’intorno aeroportuale), della quale i comuni nella redazione dei PGT dovranno tenere conto prevedendo solo l’ampliamento degli edifici esistenti.

I PGT dei comuni dovranno assumere in particolare:  l’individuazione di corridoi di salvaguardia delle infrastrutture stradali che costituiscono la rete di trasporto del comparto aeroportuale ( SP19-A4, SP 236,SP668);  la salvaguardia del territorio ricompreso nella curva di isolivello a 60 dB(A) di LVA, anche oltre il perimetro ricompreso nell’areale A1, per la definizione degli insediamenti residenziali;  l’individuazione di un corridoio a verde est/ovest con la funzione di connessione anche con il corridoio nord/sud della rete ecologica regionale.

Le azioni proposte dalla Variante in esame non contrastano con gli obiettivi tematici e territoriali individuati dal PTRA Montichiari.

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5.4. Il PTCP di Brescia In base al PTCP vigente della Provincia di Brescia il territorio di Ghedi è inserito nell’ecomosaico ECM 68 - Agroecosistemi centrali asciutti e mediamente insediati.

Figura 3: Carta degli ecomosaici - PTCP di Brescia

Il PTCP è inoltre costituito dalle Tavole Paesistica, Struttura di Piano, Ambiente e Rischi, e Rete ecologica provinciale, delle quali viene di seguito riportato l'estratto relativo al territorio di Ghedi.

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Con delibera di Consiglio Provinciale n. 14 del 31/03/2009 è stata adottata la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005. La variante conferma la struttura generale del PTCP vigente e approfondisce i temi di prescrittività della LR 12/05 e il ruolo di coordinamento della Provincia. In particolare la variante puntualizza, nella parte I delle NTA, le procedure di concertazione fra enti, di attuazione del PTCP e di aggiornamento e variante allo stesso; definisce, di concerto con i comuni interessati, gli ambiti agricoli strategici e aggiorna la disciplina delle salvaguardie infrastrutturali. In particolare sono da evidenziare, per il territorio di Ghedi, alcuni elementi presenti nelle diverse tavole, come sinteticamente riportato di seguito.

Tavola Paesistica Presenza di alcune limitazioni all'estensione degli ambiti delle trasformazioni condizionate e degli itinerari di fruizione paesistica.

Tavola Struttura di Piano La presenza di alcune aree a prevalente non trasformabilità a scopo edilizio e di tracciati di reti infrastrutturali e corridoi di salvaguardia.

Tavola Ambiente e rischi Il territorio è interessato da una vulnerabilità alta o molto alta della falda.

Tavola Rete ecologica Il territorio di Ghedi è interessato dalla presenza dei seguenti elementi della rete ecologica provinciale, normati negli “Indirizzi per la rete ecologica provinciale”:

BS13 - Aree della ricostruzione polivalente dell’agroecosistema (elemento di secondo livello della Rete Ecologica Regionale Pianura padana e Oltrepo pavese) Rappresentano le aree agricole con le maggiori criticità ambientali, in particolare dovute alla rilevanza delle presenze zootecniche.

1. Aree agricole che rappresentano aree di criticità ecosistemica anche in relazione alle finalità della rete ecologica. 2. Obiettivi della Rete Ecologica a) Il mantenimento, miglioramento e incremento degli elementi naturali e paranaturali del paesaggio per concorrere alla riduzione delle criticità ambientali dell’attività agricola e migliorare la funzionalità ecosistemica territoriale. 3. Per tali ambiti si indicano le seguenti raccomandazioni : a) conservazione degli spazi liberi esistenti come obiettivo prioritario in sede di revisione degli strumenti urbanistici locali; b) conservazione e miglioramento della qualità dei mosaici ecosistemici di livello locale, attraverso l’uso ed il corretto posizionamento di nuove unità naturali e di elementi del paesaggio (siepi e filari, macchie arboreo arbustive); c) realizzazione di Fasce buffer lungo il reticolo minore per la riduzione dell’inquinamento delle acque da nutrienti derivanti dall’attività agricola d) realizzazione di ecosistemi filtro lungo lo sviluppo della rete minore e a servizio del sistema della depurazione; e) Per le opere e gli insediamenti esistenti dovrà essere predisposto uno specifico programma di azione volto alla realizzazione di interventi polivalenti di riduzione degli impatti con il concorso dei soggetti interessati; f) le nuove opere od insediamenti dovranno essere accompagnate da uno specifico progetto e programma di azione volto alla realizzazione di interventi polivalenti di ambientalizzazione con il concorso dei soggetti interessati; g) Per gli interventi previsti (per le opere esistenti e per quelle previste) dovrà essere predisposto apposito piano di gestione degli interventi con l’identificazione dei soggetti attuatori e delle relative forme organizzative. […]

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 29 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

Il Comune: a) individua planimetricamente, in scala di maggior dettaglio, la fascia di rispetto intorno alla testa dei fontanili ed eventuali nuovi tratti della rete irrigua, i manufatti idraulici e la viabilità storica da sottoporre a tutela; b) promuove, anche in collaborazione con la Provincia, progetti per il recupero dei fontanili, delle marcite ed il miglioramento della rete irrigua, la formazione di fasce buffer con particolare attenzione agli aspetti naturalistici c) individua le modalità per il recupero dei complessi rurali nel rispetto dei caratteri tipologici e morfologici della tradizione locale.

BS12 - Ambiti della ricostruzione del sistema dei fontanili La fascia dei fontanili dell’alta pianura rappresenta un sistema di grande rilevanza ecologica per il particolare assetto ecosistemico determinato da questa particolare forma di utilizzo irriguo delle acque. L’attuale sistema ecologico dei fontanili pur avendo subito grandi modifiche mantiene ancora un grande rilievo nell’agroecosistema bresciano e ne giustifica l’assegnazione di un ruolo rilevante nella rete ecologica della pianura. In questi ambiti pare opportuna un’azione diffusa di mantenimento o ricostruzione delle teste e delle aste dei fontanili (compatibile con le esigenze della conduzione agricola) anche in considerazione del possibile contributo che il sistema della vegetazione di ripa può svolgere per la riduzione di alcuni dei fattori di criticità indotti dal sistema agricolo.

BS22 - Principali barriere infrastrutturali ed insediative (elemento primario della Rete Ecologica Regionale Pianura padana e OltrePo pavese) Rappresentano il complesso delle barriere alla permeabilità ecologica del territorio e sono costituite da elementi lineari come le principali infrastrutture di trasporto e dall’insieme delle aree urbanizzate che costituiscono barriere di tipo areale spesso diffuso che determinano la frammentazione del territorio. 1. Le principali infrastrutture esistenti e programmate e le aree edificate che costituiscono barriere rispetto alla rete ecologica. 2. Obiettivi della Rete Ecologica a) Rendere permeabile la cesura determinata dalle suddette barriere e di condizionarne la formazione di nuove per non aggravare i livelli di frammentazione esistenti. nell'ottica di un mantenimento e/o di un recupero della continuità ecologica e territoriale 3. Per tali ambiti si indicano le seguenti raccomandazioni a) previsione di specifici interventi di miglioramento della permeabilità ; tali interventi sono da considerarsi prioritari nel caso di realizzazione di nuove infrastrutture. Il Comune : a) recepisce le disposizioni precedenti; b) partecipa, singolarmente o in coordinamento con la Provincia, alla realizzazione di appositi interventi.

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PTCP Brescia – Tavola Paesistica

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PTCP Brescia Variante adottata, Tavola Struttura di piano

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 32 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

PTCP Brescia –Tavola Ambiente e rischi

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 33 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

PTCP Brescia - Rete ecologica

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Attualmente è in itinere il nuovo PTCP della Provincia di Brescia ed eventuali aggiornamenti saranno presi in esame in sede di VAS oltre che di redazione del PGT.

5.5. Il Piano provinciale gestione rifiuti Il Piano Provinciale dei Rifiuti della Provincia di Brescia è stato adottato con delibera di Consiglio Provinciale n. 1 del 20/01/2009. Con l'approvazione della DGR 6581 del 13 febbraio 2008, dalla DGR 10360 del 21 ottobre 2009 “modifiche ed integrazioni alla DGR 6581 del 13 febbraio 2008 relativa ai criteri per la localizzazione degli impianti di gestione dei rifiuti urbani e speciali”, nonché della DGR 10271 del 07 ottobre 2009 “diffida ad adempiere e assegnazione del termine alla Provincia di Brescia per l’adozione e la trasmissione del Piano Provinciale dei Rifiuti ai sensi della l.r. n. 26/2003 e smi e dell’art. 8 della l.r. 12/2007” è stato necessario un suo aggiornamento che si è compiuto con l'approvazione definitiva, da parte di Regione Lombardia con deliberazione di giunta n. 9/661 del 20.10.2010 pubblicata sul B.U.R.L. 1° S.S. al n. 45 del 09.11.2010. Il piano analizza i flussi di rifiuti urbani e speciali, individuando gli impianti attivi sul territorio, quelli cessati e i siti da bonificare. Di seguito si può vedere la situazione del comune di Ghedi.

Censimento impianti – stato di fatto (estratto Tavola PPGR -aggiornamento gennaio 2010)

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Carta delle discariche cessate e dei siti da bonificare (estratto PPGR SIT Provincia di Brescia )

Molto interessante per la valutazione ambientale è il sistema di obiettivi, di azioni e di indicatori

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 36 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia per il monitoraggio che sono presi in considerazione e per la cui analisi si rimanda alla Dichiarazione di sintesi della VAS del piano stesso.

Le azioni proposte dalla Variante in esame non contrastano con gli obiettivi tematici e territoriali individuati dal PTCP.

5.6. Il Piano del traffico per la viabilità extraurbana Il Nuovo codice della strada, all'art. 36 prevede l'elaborazione, da parte delle Province del Piano del traffico per la viabilità extraurbana. Il comma 4 dell’art. 36 individua per il PTVE i medesimi obiettivi previsti per i “Piani urbani del traffico”, aventi le finalità di «ottenere il miglioramento delle condizioni di circolazione e della sicurezza stradale, la riduzione degli inquinamenti acustico ed atmosferico ed il risparmio energetico, in accordo con gli strumenti urbanistici vigenti e con i piani di trasporto e nel rispetto dei valori ambientali». Di seguito si riporta l'estratto di una tavola del piano che rappresenta la classificazione delle strade di interesse per il comune di Ghedi. Le azioni proposte dalla Variante in esame non contrastano con gli obiettivi tematici e territoriali individuati dal PTVE.

Classificazione tecnico funzionale della rete stradale esistente (estratto tav.2 PTVE)

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Linee di programmazione e di indirizzo (estratto tav.4 PTVE)

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 38 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

5.7. Il Piano di Indirizzo Forestale Il territorio di Montichiari ricade nell'ambito di competenza del Piano di indirizzo forestale della Provincia di Brescia. Come si legge nell'articolo 1 delle NTA il PIF è redatto ai sensi dell’art. 8, comma 2, della l.r. n. 27 del 28 ottobre 2004 sostituita dalla l.r. n. 31 del 5 dicembre 2008 e secondo i criteri di cui alla d.G.R. 01/08/2003 n. 7/13899 sostituita dalla d.G.R. 7728 del 24/07/2008, ai fini della valorizzazione delle risorse silvo-pastorali del territorio di competenza della Provincia. Di seguito si presentano alcuni estratti delle tavole di piano che si ritengono più utili ai fini della pianificazione comunale; in particolare queste tavole sono utili ai fini della valutazione di interventi di compensazione ambientale. Si ricorda che nell'art. 18 del PIF si legge che: “ai sensi dell’art. 48, comma 3, della l.r. 31/2008, le delimitazioni delle superfici a bosco e le prescrizioni sulla trasformazione del bosco di cui al presente PIF sono immediatamente esecutive e costituiscono automaticamente variante agli strumenti urbanistici vigenti.” Le azioni proposte dalla Variante in esame non contrastano con gli obiettivi tematici e territoriali individuati dal PIF

PIF della Provincia di Brescia, estratto della Tavola 11 Boschi e sistemi verdi

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 39 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

PIF della Provincia di Brescia, estratto della Tavola 10 Interventi compensativi

PIF della Provincia di Brescia, estratto della Tavola 4 Valore multifunzionale

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 40 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

PIF della Provincia di Brescia, estratto della Tavola 3c Carta della destinazione paesaggistica

PIF della Provincia di Brescia, estratto della Tavola 6c Carta delle azioni a destinazione paesaggistica

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 41 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

PIF della Provincia di Brescia, estratto della Tavola 6f Carta degli interventi di ricostituzione ambientale

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 42 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

6. ANALISI PRELIMINARE DEL CONTESTO AMBIENTALE

L’analisi del contesto ambientale del Comune di Ghedi rappresenta un primo passo nella direzione della valutazione ambientale strategica della variante al PGT. Tale documento è stato elaborato al fine di tratteggiare in modo puntuale e approfondito una prima descrizione del territorio, in relazione ai principali fattori ambientali esplicitati dalla direttiva europea VAS e ad ulteriori fattori ritenuti prioritari soprattutto per il contesto territoriale di Ghedi. L’analisi è stata organizzata in riferimento alle seguenti tematiche:  Aria e fattori climatici  Acque superficiali e sotterranee  Suolo o sottosuolo  Flora, fauna e biodiversità  Paesaggio e beni culturali  Popolazione e salute umana  Rifiuti  Rumore  Mobilità

La Direttiva europea sulla VAS indica infatti , quali fattori del contesto da analizzare e valutare attraverso la stesura del documento di scoping infatti tali aspetti.

6.1. Principali fonti di informazione In questo paragrafo sono descritte in forma sintetica le principali fonti delle informazioni di potenziale interesse, sia in termini di sistemi territoriali e banche dati, sia in termini di fonti utilizzabili per la reperibilità delle informazioni e dei dati di interesse per l’analisi del contesto territoriale. Anche se non è classificabile quale fonte di carattere locale, ma di livello nazionale, è importante ricordare l’ISTAT, soprattutto per quanto concerne i dati sulla popolazione, le attività economiche e commerciali, ed anche per l’attività agricola.

Fonti di informazione e reperimento dati a livello regionale, provinciale e locale Sistema informativo territoriale (SIT) della Regione Lombardia e ulteriori fonti regionali

Il Sistema Informativo Territoriale Regionale (www.cartografia.regione.lombardia.it) comprende:  cartografia e basi informative geografiche di interesse generale, derivanti dalla trasposizione in formato digitale della cartografia tecnica regionale;  cartografia e basi informative tematiche riguardanti aspetti specifici del territorio, con dati che sono riferiti alle basi informative geografiche;  fotografie aeree e riprese aerofotogrammetriche;  banche dati o sistemi informativi relativi ad attività particolari e realizzati attraverso specifici progetti di settore.

L’elenco seguente contiene i riferimenti alle principali basi informative tematiche ed alle banche dati specifiche del SIT, per i principali fattori ambientali.

Componenti Basi informative tematiche e banche dati ambientali

Aria e fattori  Inventario emissioni Aria (INEMAR) climatici

 Cartografia e basi informative geoambientali Acqua  Basi informative ambientali della pianura  Progetto “Grandi laghi lombardi”

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 43 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

 Stato informativo Bacini Idrografici  Ghiaccia Lombardia  Sistema Informativo per la Bonifica, l’irrigazione e il Territorio Rurale (S.I.B.I.Te.R.)  Sistemi informativi Bacini e Corsi d’Acqua (SIBCA)  Servizi Idrici Regionali Integrati per Osservatorio (SIRIO)

 Cartografia e basi informative geoambientali  Basi informative ambientali della pianura  Sistema informativo dei suoli  Progetto cartografia geologica (CARG)  Geologia degli Acquiferi Padani Suolo  Inventario delle frane e dei dissesti idrogeologici (GeoIFFI)  Mosaico degli strumenti urbanistici comunali (MISURC)  Catasto delle cave  Opera di difesa del suolo (ODS)  Sistema Informativo Studi geologici comunali

 Sistema rurale lombardo Flora, fauna,  Rete Ecologica regionale biodiversità  Carta Naturalistica della Lombardia  Sistema rurale lombardo

 Cartografia e basi informative geoambientali  Basi informative ambientali della pianura Paesaggio e beni  Sistema Informativo Beni Ambientali (S.I.B.A.) culturali  Sistema Informativo regionale dei Beni Culturali (SIRBEC)  Sistema rurale lombardo

Popolazione e  Sistema Informativo Statistico degli Enti Locali (SIS.EL.) salute umana  Annuario Statistico Regionale (ASR)

Rumore  Sistema Informativo del Rumore Aeroportuale (SIDRA)

Rifiuti  Osservatorio provinciale

Energia  ENEL

Mobilità e trasporti  Sistema Informativo Trasporti e Mobilità (SITRA)

 Cartografia e basi informative Geoambientali  Basi informative ambientali della pianura Turismo e strutture  Sistema Informativo Beni Ambientali (S.I.B.A.) ricettive  Sistema Informativo regionale dei Beni Culturali (SIRBEC)  Sistema rurale lombardo

Fra queste banche dati si ritiene opportuno segnalarne alcune per la loro particolare importanza.

La banca dati INEMAR (Inventario Emissioni ARia) accessibile all’indirizzo http://www.ambiente.regione.lombardia.it/inemar/inemarhome.htm è progettata per realizzare l’inventario delle emissioni in atmosfera, ovvero per la stima delle emissioni a livello comunale dei diversi inquinanti, per tipologia di attività (riscaldamento, traffico, agricoltura, industria) e per ogni tipologia di combustibile, in accordo con la classificazione CORINAIR. INEMAR comprende le informazioni necessarie per stimare le emissioni, ovvero gli indicatori di attività (quali consumo di combustibili, quantità incenerita e qualsiasi parametro che caratterizzi l’attività di emissione), i

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 44 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia fattori di emissione, i dati statistici necessari per l disaggregatone spaziale e temporale delle emissioni, i modelli e gli algoritmi utilizzati per la stima delle emissioni, nonché i valori di emissione stimati. Le stime relative al 2003 riguardano: macroinquinanti (SO2, NOx, COVNM, CH4, CO, CO2, N2O, NH3, PM2.5, PM10 e PTS), diossine e inquinanti aggregati (CO2q, precursori dell’ozono e acidificanti). La copertura della banca dati è relativa all’intero territorio regionale; la frequenza di aggiornamento è biennale o triennale.

S.I.R.I.O. è invece la banca dati dei Servizi Idrici Regionali Integrati per l’Osservatorio della Regione Lombardia, che contiene il censimento delle infrastrutture idriche presenti sul territorio regionale (acquedotto, rete fognaria e impianti di depurazione), relativo al 2002 e successivamente aggiornato dalle Autorità d’Ambito competente.

In materia di paesaggio, il Sistema Informativo Beni MAbientali (S.I.B.A.), accessibile all’indirizzo http://www.cartografia.regione.lombardia.it/mapsiba20/Home_Siba.jsp, fornisce il repertorio dei beni ambientali e paesistici vincolati ai sensi del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n.42 e degli ambiti assoggettati alla tutela prevista dagli articoli 17 e 18 delle Norme di Attuazione dell’attuale Piano Territoriale Paesistico Regionale. Per ciascun bene tutelato, il sistema fornisce la localizzazione sul territorio, la descrizione, le norme di tutela e le prescrizioni vigenti. Le componenti informative sono relative a: bellezze individue, bellezze di insieme, territorio contermini ai laghi, ghiacciai e circoli glaciali, ambiti di particolare interesse ambientale, fiumi, torrenti e corsi d’acqua pubblici e relative sponde, territorio alpini e appenninici, parchi e riserve nazionali e regionali, zone umide. Il S.I.B.A. interessa tutto il territorio regionale.

Una citazione merita anche l’Annuario Statistico Regionale (ASR), espressione della collaborazione istituzionale tra Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia e ISTAT, che costituisce il supporto informativo per la diffusione dell’informazione statistica e dei principali fenomeni sociali ed economici della Lombardia. I dati sono disponibili sul sito web http://www.ring.lombardia.it/asrnew/index.html. La base dati è aggiornata con periodicità mensile.

Tra le fonti di informazione di livello regionale è importante citare l’Archivio dei dati rilevati di qualità dell’aria (http://www.arpalombardia.it/qaria/) che mette a disposizione, organizzati per Province, Comuni Zone Critiche, i dati di rilevamento delle concentrazioni degli inquinanti atmosferici aggiornati in tempo reale, segnalando anche il superamento delle soglie di attenzione e di allarme previste dalla normativa vigente. La banca dati offre, inoltre, la possibilità di accedere all’archivio storico dei dati SO2, NO2, O3, Benzene, CO, PM10 della rete di rilevamento lombarda e le relazioni annuali, mensili e delle campagne dei mezzi mobili redatte dai Dipartimenti Provinciali di ARPA.

Oltre a quelli inclusi nel SIT, esistono in Regione ulteriori banche dati ed applicativi, per il momento non integrati nel SIT. Si ricorda qui il Sistema Informativo di Monitoraggio Ambientale delle Aree Obiettivo 2 e Sostegno Transitorio della Regione Lombardia (SIMO2), della D.G. Qualità dell’Ambiente. SIMO2 contiene una serie di indicatori di contesto non solo strettamente ambientali (relativi ad aria, clima, acqua, suolo, biodiversità, ecc.), ma anche paesaggistici, territoriali (ambiente urbano, aree montane, mobilità e trasporti, rifiuti ed altri), sociali ed economici (popolazione, attività produttive, energia, ecc.). Tutti gli indicatori in esso contenuti sono calcolati a partire da una selezione delle basi di dati, che risponde a criteri di disponibilità e affidabilità, anche in relazione alla copertura temporale, oltre che di copertura spaziale e disponibilità a livello di disaggregazione almeno comunale. Il modello concettuale in base al quale sono classificati gli indicatori è il DPSIR (determinanti, pressioni, stato, impatti, risorse) dell’European Environment Agency.

Si ricorda infine l’esistenza di ulteriori fonti di informazioni regionali, quali il Sistema Informativo delle Acque della D.G. Reti e Servizi di Pubblica Utilità, contenente tra l’altro l’Archivio dei dati utilizzati per le elaborazioni del Piano di Tutela e Uso delle Acque e il Catasto Utenze Idriche (CUI), banca dati che riporta i dati tecnici, amministrativi e gestionali relativi alle utenze di acqua pubblica (localizzazione della presa e della restituzione, uso dell’acqua, quantità dell’acqua utilizzata,

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 45 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia superficie irrigata e quantitativo di potenza nominale prodotta, provvedimento di concessione all’uso dell’acqua).

Rapporti sullo Stato dell’Ambiente e banche dati di ARPA Lombardia

Il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente di ARPA Lombardia 2011/12 è strutturato secondo i seguenti temi raggruppati in due ambiti contesti: Contesto socio-economico analizzando i temi riguardati la popolazione, l’agricoltura e la produzione e i servizi; Contesto ambientale, analizzando i tematismi riguardanti Aria, Acqua, Agenti Fisici, Suolo, Idrometereologia, Biodiversità, Rifiuti, Rischi Naturali.

Si segnalano inoltre alcune specifiche banche dati in possesso dell’ARPA di particolare utilità, quali archivi ideologici, le banche dati quali-quantitative delle risorse idriche superficiali e sotterranee e le banche dati dei rifiuti, che ARPA realizza e aggiorna attraverso la gestione della Sezione regionale del Catasto rifiuti e dell’Osservatorio Regionale Rifiuti.

Fonti di dati disponibili a livello provinciale

 Piano territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) Al fine di trattare la pianificazione a livello comunale nella provincia di Brescia, uno strumento di sicuro interesse è il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, consultabile al sito http://www.provincia.brescia.it/territorio/ptcp.php. Esso si compone di tre quaderni: il primo introduce il documento preliminare, il secondo inquadra il progetto preliminare, mentre il terzo definisce SIC, NTA e relativi allegati. Sono inoltre allegate le quattro tavole relative al territorio provinciale: - Tavola di struttura - Tavola del Sistema Paesistico - Tavola Ambiente e Rischi, Atlante dei Rischi Idraulici e Idrogeologici - Tavola Carta Inventario dei Dissesti  Rapporto sulla Qualità dell’Aria di Brescia e Provincia  ARPA Provincia di Brescia  Atlante demografico della Provincia di Brescia  Quaderno Osservatorio Provinciale Rifiuti

Fonti di dati disponibili a livello locale

 Comune di Ghedi (Studio geologico, Piano di zonizzazione acustica, Piano Protezione Civile, PGT vigente, VAS, altri dati di carattere generale)  ENEL  TELECOM  ASL  ENI  ...

6.2. Inquadramento socio-economico e territoriale

Il comune di Ghedi ha, alla data del 31.12.2012, un numero di residenti pari a 18'611 che è in continuo aumento dal 1991 come indicato dalla serie storica rappresentata nel seguente grafico:

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 46 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

Comune di Ghedi - popolazione residente 20'000 18'000 16'000 14'000 12'000 10'000

Popolazione 8'000 6'000 Popolazione residente 4'000 2'000 0 1990 1995 2000 2005 2010 2015 Anno

Se confrontato con l’andamento del livello provinciale, regionale e nazionale, il trend di crescita rispetto al 1991 preso come base, per il comune di Ghedi risulta superiore, con un incremento di popolazione superiore al 30% in venti anni rispetto ad una variazione provinciale del 20%, regionale del 10 % circa e nazionale del 5%.

Popolazione residente (variazione) confronto con livello provinciale, regionale e nazionale

135%

130% Ghedi

125% Brescia Lombardia 120% Italia 115%

110%

Variazione Variazione popolazione residente 105%

100%

95% 1990 1995 2000 2005 2010 2015 Anno

La distribuzione di popolazione per fasce di età risulta ripartita con il 23% della popolazione al di sotto dei 20 anni, l’11% fra i 20 e 30 anni, la maggioranza relativa della popolazione fra i 30 e 60 anni (45% del totale) e il 20% di ultra sessantenni.

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 47 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

Comune di Ghedi - distribuzione per classi di età

65 e + 2'807 60-64 948 30-59 8'323 25-29 1'135 20-24 943

15-19 956 Popolazione residente Classe di età di Classe 11-14 834 6-10 1'052 0-5 1'384

0 1'500 3'000 4'500 6'000 7'500 9'000 Residenti

Non risultano differenze significative fra maschi e femmine con un’età media di quest’ultime leggermente superiore. Comune di Ghedi distribuzione per classe di età e genere

65 e +

60-64

30-59

25-29

20-24

15-19 Classe di età età di Classe 11-14 Femmine

6-10 Maschi 0-5

-4'000 -3'000 -2'000 -1'000 0 1'000 2'000 3'000 4'000 popolazione residente

6.3. ARPA Lombardia “Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 2011-12”

6.3.1. Premessa ARPA Lombardia pubblica periodicamente il “RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE” (RSA). L’ultima edizione disponibile è quella relativa all’anno 2011-12. Il documento in esame ha per obiettivo “fornire informazioni accurate, aggiornate ed accessibili sullo stato delle matrici ambientali, sulle pressioni ambientali e sulle tendenze di entrambi. Il rapporto sullo stato dell’ambiente può essere infatti utilizzato per illustrare i principali fattori causali che modificano l'ambiente; relazionare sull’efficacia delle contromisure adottate', identificare le azioni più efficaci per la sostenibilità ambientale, contribuire alla cultura ambientale di un pubblico vasto evidenziare eventuali vuoti di conoscenza, facilitare la stesura di piani e programmi ai differenti livello di governo.

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 48 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

Quindi anche il RSA 2011-12 ha per ARPA lo scopo di fornire una valutazione sintetica delle problematiche socio-economiche ed ambientali della regione e di rendere fruibile la maggior parte degli indicatori ambientali oggi disponibili. Segnali ambientali è un documento che riassume i risultati dei processi di aggregazione e di valutatone e si prefigge quindi di rappresentare quadri sinottici di interi ambiti di interesse. ARPA consegna dunque agli utenti dati ambientali disaggregati, relativi a diversi argomenti (atmosfera, biosfera, cambiamenti climatici, idrosfera, suolo, rifiuti, rumore, radiazioni, rischi naturali e antropici). L’orizzonte temporale di riferimento della maggior parte dei dati è l’anno 2011. I dati sono generalmente restituiti al livello dì aggregazione più basso: la statone di campionamento o il comune fanno eccezione temi ed indicatori per i quali ARPA Lombardia già fornisce i dati attraverso il proprio sito web o per i quali non risulta disponibile una disaggregatone così spinta. " Pertanto, al fine di predisporre il presente documento per il comune di Ghedi sono stati analizzati i dati, ambientali contenuti nel del RSA di ARPA Lombardia; di seguito si riporta una sintesi dei dati a livello comunale o della stazione di campionamento di riferimento, specifici per il comune di Ghedi (qualora disponibili), estratti dalla suddetta fonte e suddivisi nelle diverse tematiche ambientali sopra menzionate.

6.3.2. RSA 2011-12 – atmosfera Rete di monitoraggio della qualità dell’aria – stazioni di campionamento di riferimento per Ghedi Identificativo SO2 NOx CO O3 PM10 PM2.5 Benzene x x x Manerbio x

Biossido di Zolfo (SO2) Identificativo Rendimento Media annua Superamenti media Superamenti media g/m3 1h > 350 g/m3 24h > 125 g/m3 Gambara 98 % 4 0 0

Ossidi di Azoto (NOx) NO2 NOx Identificativo Rendimento Media annua Superamenti media Media annua g/m3 1h > 350 g/m3 g/m3 Gambara 96 % 25 0 Manerbio 98 % 31 0

Ozono troposferico Identificativo Rendimento Media annua Giorni interessati Giorni interessati g/m3 dal superamento da almeno un della soglia di superamento della informazione soglia di allarme Gambara 94 % 45 3 0

Polveri sottili – PM10 – PM2.5 Non sono disponibili dati relativi a questi tipi di inquinante per le stazioni di Gambara e Manerbio

6.3.3. RSA 2011-12 – qualità dell’aria

Il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente riporta anche la distribuzione spaziale dei principali indicatori sulla qualità dell’aria.

Polveri sottili – PM10 – PM2.5

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 49 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

Ossidi di Azoto (NOx)

Ozono troposferico

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 50 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

6.3.4. RSA 2011-12 – idrosfera Per quanto riguarda le Acque Correnti Naturali e le Acque Correnti Artificiali non sono disponibili dati a livello comunale per il comune di Ghedi.

Acque sotterranee – SCAS – Stato chimico delle acquee sotterranee Comune Codice Gruppo Acquifero Rete di Monitoraggio SCAS Ghedi PO0170780UC612 B 3

I dati si riferiscono alle analisi effettuate nei mesi di maggio e novembre 2011.

Acque sotterranee – SCAS – Parametri di Base Comune Nitrati Solfati Cloruri Ione Ammonio (NH4+)

g/L mg/L mg/L mg/L Ghedi < 5 3.3 16.5 < 0.25 Ghedi < 5 37.3 13.0 < 0.1

Acque sotterranee – SCAS – Parametri addizionali inorganici Comune Antimonio Arsenico Cadmio Cromo Cromo Mercurio Nichel Piombo Selenio Vanadio Zinco totale VI g/L g/L g/L g/L g/L g/L g/L g/L g/L g/L g/L Ghedi < 1 < 2 < 0.04 < 5 < 5 < 0.2 < 5 < 1 < 1 < 1 nd Ghedi < 1 < 1 < 0.04 < 2 < 5 < 0.2 < 2 < 1 < 1 1 nd

Acque sotterranee – SCAS – Composti alifatici alogenati Comune Triclorom Cloruro di Dicloroeta Tricloroeti Tetracloro Esaclorob Composti Dicloroetil Dicloroetil etano Vinile no 1,2 lene etilene utadiene organo- ene cis ene trans alogenati (µg/L) (µg/L) (µg/L) (µg/L) (µg/L) (µg/L) totali (µg/L) (µg/L) (µg/L) Ghedi <0,1 <0,5 <0,1 0.3 <0,1 <0,1 0.3 <0,1 0.2 Ghedi <0,1 ND <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 0 <0,1 <0,1

Comune 1,2 Bromo- Dibromo- Tetracloroe Tricloroeta Dicloromet Tetraclorur Tricloroeta Dicloroetilene dicloro- cloro- tano 1,1,2,2 no 1,1,2 ano o di no 1,1,1 metano metano (µg/L) carbonio (µg/L) (µg/L) (µg/L) (µg/L) (µg/L) (µg/L) (µg/L)

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 51 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

Ghedi 0.2 <0,1 <0,1 <0,05 <0,1 <0,5 <0,1 <0,1 Ghedi 0 <0,1 <0,1 <0,05 <0,1 <0,5 <0,1 <0,1

Acque sotterranee – SCAS – fitofarmaci Comune Atrazina Atrazina Atrazina Diclorobenza Simazina Terbutilazina Terbutilazina desetil desisopropil mmide desetil g/L g/L (µg/L) (µg/L) g/L g/L (µg/L) Ghedi < 0.03 < 0.05 < 0.05 < 0.1 <0,05 <0,03 <0,05 Ghedi < 0.03 < 0.05 < 0.05 < 0.1 <0,05 <0,03 <0,05

Acque sotterranee – SCAS – Composti Organici Aromatici Comune Benzene Etilbenze Toluene Xilene Isopropilb Stirene Xilene Xilene Xilene ne para enzene (somma meta orto (µg/L) (µg/L) (µg/L) isomeri) (µg/L) (µg/L) (µg/L) (µg/L) (µg/L) (µg/L) Ghedi ND ND ND ND <0,5 <1 <3 ND <1 Ghedi ND ND ND ND ND ND ND ND ND

Acque sotterranee – SCAS – Policiclici Aromatici Comune Benzo (a) Benzo (b) Benzo (k) Benzo (g,h,i) Dibenzo Indeno pirene fluorantene fluorantene perilene (a,h)antracene (1,2,3,cd) (µg/L) (µg/L) (µg/L) (µg/L) (µg/L) pirene

(µg/L) Ghedi <0,01 <0,01 <0,01 <0,01 <0,01 <0,01 Ghedi <0,01 <0,01 <0,01 <0,01 <0,01 <0,01

6.3.5. RSA 2011-12 – rifiuti

Produzione di Rifiuti solidi urbani (Anno 2011) Comune Abitanti RU procapite RSU procapite % RD kg/ab. giorno kg/ab. giorno Ghedi 19 012 1.08 0.17 72 %

6.3.6. RSA 2011-12 – radiazioni

MATRICE COMUNE DEL PRELIEVO IDENTIFICATIV NUCLIDE ATTIVITA' SPECIFICA ALIMENTARE O (Bq/kg) Acqua Potabile 2011.0294.01 Cs-137 < 0.14 Acqua Potabile DESENZANO DEL GARDA 2011.0319.01 Cs-137 < 0.17 Acqua Potabile DESENZANO DEL GARDA 2011.0346.01 Cs-137 < 0.14 Acqua Potabile DESENZANO DEL GARDA 2011.0362.01 Cs-137 < 0.17 Acqua Potabile DESENZANO DEL GARDA 2011.0386.01 Cs-137 < 0.17 Acqua Potabile DESENZANO DEL GARDA 2011.0415.01 Cs-137 < 0.15 Acqua Potabile DESENZANO DEL GARDA 2011.0442.01 Cs-137 < 0.16 Acqua Potabile DESENZANO DEL GARDA 2011.0459.01 Cs-137 < 0.17

MATRICE COMUNE DEL PRELIEVO IDENTIFICATIV NUCLIDE ATTIVITA' SPECIFICA ALIMENTARE O (Bq/kg) Cereali 2145BS1911 Cs-137 < 0.07

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 52 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

Cereali VILLANUOVA SUL CLISI 4205BS1911 Cs-137 < 0.12

MATRICE COMUNE DEL PRELIEVO IDENTIFICATIV NUCLIDE ATTIVITA' SPECIFICA ALIMENTARE O (Bq/kg) Funghi BRESCIA 5555BS1711 Cs-137 86.3

MATRICE COMUNE DEL PRELIEVO IDENTIFICATIV NUCLIDE ATTIVITA' SPECIFICA ALIMENTARE O (Bq/kg) Latte BRESCIA 0478BS5011 Cs-137 < 0.101 Latte BRESCIA 0944BS5011 Cs-137 < 0.105 Latte BRESCIA 1313BS5011 Cs-137 < 0.0715 Latte BRESCIA 2144BS5011 Cs-137 < 0.103 Latte BRESCIA 2882BS5011 Cs-137 < 0.101 Latte BRESCIA 3803BS5011 Cs-137 < 0.109 Latte BRESCIA 4766BS5011 Cs-137 < 0.129 Latte BRESCIA 5234BS5011 Cs-137 < 0.132 Latte BRESCIA 5616BS5011 Cs-137 < 0.109 Latte BRESCIA 6617BS5011 Cs-137 < 0.081 Latte BRESCIA 7250BS5011 Cs-137 < 0.0717 Latte BRESCIA 7880BS5011 Cs-137 < 0.108 Latte MONTICHIARI 201101416 Cs-137 < 0.58 Latte MONTICHIARI 201102270 Cs-137 0.38

MATRICE COMUNE DEL PRELIEVO IDENTIFICATIV NUCLIDE ATTIVITA' SPECIFICA ALIMENTARE O (Bq/kg) Derivati del latte 0945BS0611 Cs-137 < 0.171 Derivati del latte SABBIO CHIESE 1314BS0611 Cs-137 < 0.131 Derivati del latte SABBIO CHIESE 2147BS0611 Cs-137 < 0.145 Derivati del latte SABBIO CHIESE 2703BS0611 Cs-137 < 0.0921 Derivati del latte SABBIO CHIESE 3115BS0611 Cs-137 < 0.121 Derivati del latte SABBIO CHIESE 3829BS0611 Cs-137 < 0.174 Derivati del latte SABBIO CHIESE 4413BS0611 Cs-137 < 0.144 Derivati del latte SABBIO CHIESE 5045BS0611 Cs-137 < 0.107 Derivati del latte SABBIO CHIESE 5557BS0611 Cs-137 < 0.0828 Derivati del latte SABBIO CHIESE 6616BS0611 Cs-137 < 0.0924 Derivati del latte SABBIO CHIESE 7251BS0611 Cs-137 < 0.0884 Derivati del latte SABBIO CHIESE 7879BS0611 Cs-137 < 0.0882

MATRICE COMUNE DEL PRELIEVO IDENTIFICATIV NUCLIDE ATTIVITA' SPECIFICA ALIMENTARE O (Bq/kg) Ortaggi a foglia e stelo BRESCIA 0943BS0111 Cs-137 < 0.0979 Ortaggi a foglia e stelo BRESCIA 1315BS0111 Cs-137 < 0.0831 Ortaggi a foglia e stelo BRESCIA 2148BS0111 Cs-137 < 0.0821 Ortaggi a foglia e stelo BRESCIA 2704BS0111 Cs-137 < 0.189 Ortaggi a foglia e stelo MANERBIO 7358BS0111 Cs-137 < 0.0447 Ortaggi a foglia e stelo MONTICHIARI 7882BS0111 Cs-137 0.335

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 53 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

Ortaggi a futto o fiore 5082BS0111 Cs-137 < 0.372 Ortaggi a futto o fiore MAZZANO 3334BS0111 Cs-137 < 0.189 Ortaggi a futto o fiore REZZATO 4204BS0111 Cs-137 < 0.262 Ortaggi a futto o fiore SAREZZO 4950BS0111 Cs-137 < 0.239

MATRICE COMUNE DEL PRELIEVO IDENTIFICATIV NUCLIDE ATTIVITA' SPECIFICA ALIMENTARE O (Bq/kg) Pollame 2146BS8011 Cs-137 < 0.145 Pollame SIRMIONE 4203BS8011 Cs-137 < 0.296 Pollame SIRMIONE 6394BS8011 Cs-137 < 0.205 Pollame SIRMIONE 7881BS8011 Cs-137 < 0.223

6.3.7. RSA 2011-12 – rischi naturali ed antropici Per il comune di Ghedi non è disponibile questo tematismo

6.4. Paesaggio Per l’inquadramento dello stato della componente ambientale “paesaggio” si può far riferimento allo documentazione (relazione e tavole) dell’”Inquadramento paesistico”, facente parte del Quaderno I del Documento di Piano del PGT di Ghedi, al quale si rimanda per ogni eventuale approfondimento di settore. Tale Studio ha analizzato e censito anche mediante sopralluoghi diretti sul territorio comunale le seguenti componenti del paesaggio:  componenti del paesaggio fisico e naturale  componenti del paesaggio agrario e dell'antropizzazione colturale  componenti del paesaggio storico culturale  componenti del paesaggio urbano  componenti di criticità e di degrado del paesaggio  componenti di rilevanza paesistica In particolare, nel Documento di Piano, le indagini sul paesaggio svolte in ambito urbano e extraurbano, hanno condotto alla “Carta condivisa del paesaggio - Beni costitutivi del paesaggio” quale sintesi di tutti, gli elementi raccolti, e a cui si rimanda per gli specifici contenuti. Per poter utilmente considerare anche in sede di VAS tali approfondimenti di indagine, i beni costitutivi del paesaggio sono stati, oggetto di recepimento nell’analisi del quadro conoscitivo dello stato dell’ambiente, in uniformità con quanto previsto per l’analisi degli altri temi ambientali. Ciò con la finalità di riprodurre una zonizzazione del territorio comunale capace di sintetizzare in elementi lineari/ areali anche le informazioni sul paesaggio, da porre a sistema in sede di indagine/valutazione con tutti gli elementi di valenza/vulnerabilità/criticità riconosciuti in relazione agli altri temi ambientali. Tale zonizzazione di sintesi comporta la suddivisione del territorio comunale nelle seguenti tre classi: - qualità paesistica alta - qualità paesistica media - qualità paesistica bassa La classe di qualità paesistica alta include, in sostanza, le porzioni del territorio comunale caratterizzate da emergenze agronaturalistiche e geomorfologiche di particolar pregio, quali le colture specializzate e le aree agricole di valenza paesistica che corrono lungo la viabilità storica e lungo le rogge e i corsi d’acqua principali, i siti, notevoli, oltreché le principali componenti del paesaggio storico culturale e urbano (chiese, palazzi, nuclei di antica formazione ecc.). La classe di qualità paesistica bassa comprende, invece, le porzioni del territorio comunale caratterizzate dalla presenza di fattori di criticità e di degrado del paesaggio, quali le zone paesisticamente degradate (es. zone industriali).

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 54 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

La classe di qualità paesistica media include, infine, la restante parte del territorio comunale, comprensiva delle aree urbanizzate e delle aree agricole ordinarie. Nell’ambito della redazione del quadro conoscitivo dello stato dell’ambiente presente studio, le suddette classi paesistiche sono state quindi direttamente introdotte nel processo di redazione della "Carta delle sensibilità ambientali", nel modo seguente: Classe di qualità paesistica alta = elementi di valenza ambientale; Classe di qualità paesistica bassa = elementi di criticità e vulnerabilità ambientale.

Si tiene ad evidenziare che nella successiva fase di valutazione della VAS, il tema del paesaggio troverà ulteriori ampi approfondimenti sia in sede di verifica di coerenza (esterna-PTCP e interna-PP) sia in sede di stima degli effetti, delle azioni di piano. Alle carte di sintesi verranno, infatti, sempre e comunque associate tutte le risultanze degli approfondimenti di indagine contenuti nel Documento di Piano.

6.5. Ecosistemi Nell’ambito della redazione del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Brescia è stato condotto un approfondimento inerente l’identificazione degli ecomosaici, ambiti, del territorio provinciale per i quali si possa riconoscere un elevato grado di unitarietà dal punto di vista del funzionamento ecologico. Il riconoscimento dei 72 ecomosaici identificati è alla base delle scelte del progetto di rete ecologica provinciale e ogni elemento della rete ecologica appartiene ad uno o più degli ecomosaici individuati che ne costituiscono il contenitore naturale, ciascun ecomosaico interessa uno o più comuni. Il Comune di Ghedi, come si vede dalla Carta degli ecomosaici di seguito riportata, appartiene ai seguenti ecomosaici:

Ecomosaico Descrittone Comuni interessati ECM60 Fascia di pianura a sud- Ghedi, Castenedolo, , , est della conurbazione , , , , , bresciana Paltone, , , , Galvagese della Riviera, Bottidno e Villanova sul Clisi. ECM67 Agroecosistemi umidi Ghedi, , , , centrali mediamente Castelmella, , , insediati Fiero, , , Borgosatollo, Montirane, Ghedi e . EMC 68 Agroecosistemi centrali Bagnolo Mella, Dello, Capriano del Colle, asciutti e mediamente Montirone, Ghedi, Castenedolo, MontichiarL, insediati , Leno, Poncarale, Manerbio, Dello e . EMC 69 Agroecosistemi umidi MontichiarL, Calvisano, , Ghedi, sud-occidentali , , , , mediamente insediati , Gambara, Pralbolino, , Senica, , , Pavone Mella, , Leno e .

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 55 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

Carta degli eco mosaici – PTCP Brescia

Nello schema direttore della rete ecologica provinciale sono stati identificati gi elementi areali principali che costituiscono l’ossatura della rete ecologica, indicando per ciascuno anche il molo specifico ai fini di un riequilibrio dell’ecosistema bresciano. Gli elementi identificati a livello provinciale sono così definiti:

 BS1 - Aree principali di appoggio in ambito montano  BS2 - Ambiti di specificità biogeografica  BS3 - Matrici naturali interconnesse alpine  BS4 - Area speciale di presidio dell’ecosistema montano della  BS5 - Area speciali di collegamento della Concarena  BS6 - Principali linee di connettività ecologica in ambito collinare montano  BS7 - Aree della ricostruzione ecosistemica polivalente in ambito montano-collinare  BS8 - Ambito della ricostruzione ecologica diffusa  BS9 - Fascia di consolidamento ecologico delle colline moreniche  BS10 - Gangli ecologici principali in ambito planiziale  BS11 - Principali ambiti lacustri  BS12 - Ambiti della ricostruzione del sistema dei fontanili  BS13 - Corridoi ecologici primari  BS14 - Principali corridoi ecologici secondari  BS15 - Fasce di inserimento delle principali barriere infrastrutturali  BS16 - Direttrici di collegamento esterno.

Come si evince dalla successiva rappresentazione cartografica, in funzione di tale classificazione, Ghedi è interessato dalla presenza dell’ambito della costruzione del sistema dei

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 56 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia fontanili, sistema di grande rilevanza ecologica per il particolare assetto ecosistemico determinato da questa particolare forma di utilizzo irriguo delle acque dove si prevede un’azione diffusa di mantenimento o ricostruzione delle teste e delle aste dei fontanili (compatibile con le esigenze della conduzione agricola) anche in considerazione del possibile contributo che il sistema della vegetazione di ripa può svolgere per la riduzione di alcuni dei fattori di criticità indotti dal sistema agricolo. Il territorio del comune di Ghedi è inoltre caratterizzato dalla presenza di un corridoio ecologico primario ed un corridoio principale secondario, questi hanno funzione di connessione tra i gangli e gli ambiti di ricostruzione dei fontanili e rappresentano direttrici lungo le quali mantenere o ricostruire la connettività. Lungo tali direttrici risulta necessario favorire la realizzazione di elementi naturali e l’adozione di interventi specifici per superare gli impedimenti alla connettività derivanti dall’intersezione delle principali infrastrutture.

Anche dall’osservazione della Carta di Progetto definitivo delle rete ecologica provinciale di seguito riportata, si riconosce sul territorio la presenza del corridoio ecologico principale e secondario; si nota inoltre che la zona meridionale e quella orientale del territorio comunale sono interessate dalla fascia di inserimento delle principali barriere infrastrutturali, tali fasce sono caratterizzate dalla presenza di punti di conflitto della rete ecologica con le barriere infrastrutturali. La carta di Progetto definitivo evidenzia inoltre come il territorio comunale di Ghedi sia inserito nell’area della ricostruzione polivalente dell’agrosistema e segnala la presenza, in coerenza con la precedente carta, dell’ambito di ricostruzione del sistema dei fontanili.

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 57 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

Progetto definitivo di rete ecologica provinciale

Inoltre, dalla consultazione del PTCP (Carta delle Aree protette e Carta dei SIC) non si riscontra sul territorio comunale, così come nei comuni limitrofi, la presenza di alcuna area protetta o Sito di Importanza Comunitaria, appartenente alla Rete Natura 2000.

6.6. Suolo, sottosuolo e ambiente idrico

6.6.1. Caratterizzazione generale del territorio comunale Per l'inquadramento delle componenti ambientali suolo, sottosuolo e ambiente idrico si rimanda ai contenuti della documentazione specifica elaborata nell’ambito dello “Studio dell’assetto geologico, idrogeologico e sismico del territorio di Ghedi in attuazione dell’art. 57 della L.R. 11 marzo: 2005 n.12. Tale documentazione include due tavole in grado di sintetizzare i problemi dì tipo geologico rilegati sul territorio comunale: la “Carta di sintesi” e “Carta dei vincoli”. I temi in esse individuati sono stati analizzati e rielaborati, nel processo di redazione della “Carta delle sensibilità ambientali”, interpretandoli, di volta in volta, quali elementi di valenza, di criticità o vulnerabilità ambientale, sulla base dell’impostazione metodologica sopra illustrata. Di seguito si riporrà una sintètica descrizione dei tematismi illustrati nelle tavole suddette, tratta dallo studio sopra citato. Si riporta di seguito un estratto di sintesi dello studio sopra citato, che illustra i tematismi della Carta di sintesi e della Carta dei vincoli.

CARTA DI SINTESI Sulla CARTA DI SINTESI sono rappresentati gli elementi di fragilità individuati nel territorio, sono cartografate quindi tutte quelle situazioni areali o puntuali che sono caratterizzate da fragilità riferita alle diverse componenti ambientali (suolo, sottosuolo, acque superficiali e sotterranee).

Aree vulnerabili dal punto di vista idrogeologico Sono state riportate le Zone di Tutela Assoluta e le Zone di Rispetto dei tre pozzi comunali.

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 58 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

L’individuazione della zona di rispetto è stata effettuata con metodo geometrico.

Sono individuate le aree caratterizzate da vulnerabilità molto alta delle acque di prima falda. Sono stati così classificati anche gli Ambiti Territoriali Estrattivi e le depressioni di cave dismesse, in quanto al loro interno diminuisce la soggiacenza della falda e viene a mancare l’azione protettiva esplicata dal suolo. Le acque presenti, negli acquiferi semiconfinati che si rinvengono nella media pianura, in profondità, risultano protette nei confronti di eventuali percolamenti di sostante inquinanti provenienti direttamente dalla superficie topografica. Tuttavia è stata indicata in carta l’area di alimentazione di queste falde profonde, area che coincide con l'alta pianura, caratterizzata da vulnerabilità generalmente alta. Infatti, se si dovessero verificare episodi di inquinamento nell’alta pianura, le sostanze contaminanti potrebbero propagarsi e, seppure diluite, provocare il degrado delle falde in pressione captate nella media pianura. Si sottolinea dunque che tutta l’alta pianura rappresenta un settore delicato per le risorse idriche sotterranee:, in quanto costituisce l’area di alimentazione delle falde acquifere profonde della media e della bassa pianura. Sono inoltre individuate le aree caratterizzate da bassa soggiacenza della prima falda, all’interno delle quali si ritiene che la falda possa risalire nei primi tre metri. Si tratta di aree delimitate o in base a segni di idromorfia presenti nei suoli, o a valori di soggiacenza rilevati in sito.

Sono riportati tutti i fontanili censiti con il numero di riferimento.

È infine indicata ma depressione di cava che in tempi successivi è stata colmata con materiali inerti.

Aree vulnerabili dal punto di vista idraulico Sono riportate le aree periodicamente allagate e quelle ritenute potenzialmente allagabili.

Aree di interesse idrogeologico - ambientale - paesistico In base alla, presenza dei fontanili e alla ricchezza della rete idrografica è stata individuata un’area agricola di interesse idrogeologico. ambientale e paesistico che comprende tutta la parte meridionale del territorio comunale.

CARTA DEI VINCOLI Sulla CARTA DEI VINCOLI sono riportate le limitazioni d’uso del territorio di carattere prettamente geologico derivanti da normative e piani sovraordinati in vigore. Nel territorio di Ghedi gli unici vincoli di questo tipo sono quelli legati alla presenza di tre pozzi che alimentano l’acquedotto comunale.

Area di salvaguardia delle captazioni ad uso idropotabile Zona di tutela assoluta delle captazioni ad uso idropotabile. L’area è stata individuata secondo le disposizione contenute nel D.L.vo 3 aprile 2006, n. 152 (art. 94)

Zona di rispetto delle captazioni ad uso idropotabile. L’area è stata individuata secondo le disposizione contenute nel D.L.vo 3 aprile 2006, n. 152 (art. 94). La zona di rispetto dei pozzi comunali ha estensione di 200 metri di raggio rispetto al punto di captazione.

6.6.2. Area di ex spaglio Garza – Località Belvedere Il territorio del comune di Ghedi è attraversato dal torrente Garza che, prima di arrivare qui attraversa i territori dei molti comuni. In località Belvedere, nel comune di Ghedi, è presente un’area di ex-spaglio per il torrente Garza che nel corso dei decenni precedenti è stata interessata da esondazioni del torrente stesso, accumulando in questa zona fanghi e detriti provenienti non solo dal comune di Ghedi, ma anche dai comuni posti a monte. Indagini condotte su campioni prelevati dalla stessa zona hanno riportato la presenza di metalli

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 59 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia pesanti e PCB nel terreno di questa area. In particolare dalle indagini condotte nel mese di febbraio 2013 si sono riscontrati i seguenti livelli per le diverse sostanze:

Parametro Campione C1 Campione C2 Campione C3 Campione C4 Campione Fs [mg/kg ss] Trincea 2 Trincea 10 Trincea 11 Trincea 16 Trincea 10 Arsenico (As) 6.31 5.72 3.91 8.14 7.49 Cadmio (Cd) 7.35 12.5 11.1 12.5 4.80 Cobalto (Co) 8.72 9.30 6.90 10.3 7.33 Cromo totale (Cr) 187 288 196 228 102 Cromo esavalente < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 < 0.5 Mercurio (Hg) 1.20 1.45 1.04 1.27 0.92 Nichel (Ni) 56.5 80.5 55.8 78.4 39.0 Piombo (Pb) 473 976 931 920 206 Rame (Cu) 377 543 354 430 199 Zinco (Zn) 2085 2974 2417 2945 1280 PCB 2.23 3.23 1.41 2.24 0.27 Idrocarburi pesanti 231 451 336 401 174

Nella tabella sono riportati i valori superiori ai limiti di accettabilità nel suolo e nel sottosuolo delle diverse sostanze come previsto dal D.Lgs. 152/2006 – Parte IV – Titolo V – Allegato 5 – Tabella 1 – Colonna A (siti ad uso verde pubblico, privato e residenziale) e Colonna B (siti ad uso commerciale e industriale).

Parametro Limite Limite [mg/kg ss] Colonna A Colonna B Arsenico (As) 20 50 Cadmio (Cd) 2 15 Cobalto (Co) 20 250 Cromo totale (Cr) 150 800 Cromo esavalente 2 15 Mercurio (Hg) 1 5 Nichel (Ni) 120 500 Piombo (Pb) 100 1000 Rame (Cu) 120 600 Zinco (Zn) 150 1500 PCB 0.06 5 Idrocarburi pesanti 50 750

In particolare risultano superiori ai limiti previsti dal D.Lgs. 152/2006 i livelli di concentrazione di Cadmio, Cromo totale, Mercurio, Piombo, Rame, Zinco, PCB e Idrocarburi pesanti per l’area considerata in località Belvedere. Attualmente sono in corso attività da parte del Comune di Ghedi e dell’ARPA Lombardia finalizzate ad individuare modalità di intervento per il ripristino delle condizioni ambientali sull’area in oggetto.

6.6.3. Sistema di depurazione Dal 1/8/2013 è attivo nel comune di Ghedi un nuovo impianto di depurazione che terminerà la sua fase di avviamento nel prossimo mese di novembre. L’impianto è stato progettato e realizzato per un bacino che va oltre al comune di Ghedi, tuttavia ad oggi è stato collegato solo parte delle utenze di Ghedi. L’impianto, vista la capacità residua di oltre 1000 abitanti equivalenti, oltre ad essere un valido supporto per la gestione delle acque in ottica ambientale per l’intero comune ed eventualmente per i comuni limitrofi, consentirà di sopportare ampiamente il carico urbanistico previsto dalla variante in oggetto.

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 60 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

6.7. Settore agro-zootecnico

6.7.1. Premessa L’individuazione agronomica dei reflui zootecnici è una pratica agronomica positiva, ed importante; essi infatti, oltre ad essere ricchi di elementi fertilizzanti fondamentali, per le colture, in alcuni casi sono anche apportatori di masse significative di sostanza organica (letame). Da sempre l’uomo ha utilizzato questa pratica, sino dai tempi lontani in cui non si conoscevano i fertilizzanti di sintesi. I reflui zootecnici venivano immessi nel suolo direttamente (durante il pascolo), oppure venivano distribuiti dall’uomo dopo essere stati,raccolti nella stabulazione. Queste pratiche, tuttavia, si inserivano in un’agricoltura estensiva, con bassi carichi di peso vivo per ettaro. Oggi, invece, la situazione è molto cambiata e ragioni diverse, quali l’aumentato consumo di prodotti Zootecnici e la riduzione di superficie agricola, hanno favorito lo sviluppo nella nostra pianura di un’agricoltura intensiva, caratterizzata dall’ aumento del carico di bestiame per ettaro e dal conseguente insorgere di problematiche connesse alle grandi quantità di reflui zootecnici da gestire. Reflui che, se non vengono utilizzati in modo razionale, da preziosi fertilizzanti possono trasformarsi in potenziali inquinanti per i suoli e per le acque sotterranee. Alla luce di queste nuove consapevolezze, l’Amministrazione Comunale di Ghedi ha ritenuto necessario verificare la situazione della zona agricola comunale rispetto a tali problematiche. Il presente studio ha quindi la finalità di verificare e presentare la situazione ambientale del territorio comunale, proponendo anche adeguate normative atte a razionalizzare il settore, in particolare sotto l’aspetto urbanistico.

6.7.2. Studio socio-agricolo Inquadramento generale del settore agricolo

Il territorio di Ghedi è posto fra il corso del fiume Mella e il Chiese; il fiume Mella a scorre a sud ovest: nel comune di Leno, mentre il fiume Chiese attraversa da nord a sud il territorio di Montichiari, Il corso d’acqua naturale che interessa specificatamente il territorio di Ghedi è il torrente Garza che in questo tratto di pianura è individuato da arginature e morfologia pianeggiante. Il territorio di Ghedi copre una SUPERFICIE TERRITORIALE TOTALE di 6076,00 Ha, mentre la SUPERFICIE AGRARIA (S.A.U.), rilevata nel 6° Censimento Generale dell’Agricoltura del 2010, è di 4114,23 Ha, pari a circa il 67.7 % del territorio comunale. Nel prospetto seguente sono riportati i parametri principali relativi al settore agricolo, con riferimento ai tre censimenti ISTAT del 1990, del 2000 e del 2010 (6° Censimento Generale dell’Agricoltura).

Comune di Ghedi 1990 2000 2010 2000-10 Ha % Ha % Ha % variazione % superficie territoriale 6076,00 6076,00 6076,00 totale superficie agraria totale 4088,86 67,3% 4310,15 70,9% 4437.64 73.0% +2,1% superficie agraria 3878,08 63,8% 4036,69 66,4% 4114.23 67.7% +1,3% utilizzata (s.a.u.) numero aziende agricole 257 209 201 -4,0%

I dati sopra riportati mostrano come il Comune di Ghedi stia mantenendo nel tempo la propria vocazione agricola; infatti sia la superficie agraria totale che la superficie agraria utilizzata hanno subito un modesto incremento dal 1990 al 2000. Per quanto riguarda invece il numero di aziende agricole presenti sul territorio, si è registrata una lieve diminuzione pari ad 8 unità; tale numero, dal 1990 al 2010 si: è ridotto di circa il 20%. I trend sopradescritto, rappresentato da una diminuzione del numero di aziende, accompagnata da un lieve aumento percentuale della S.A.U. potrebbe essere correlato, in prima ipotesi, a fenomeni di accorpamento e ristrutturazione aziendale.

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 61 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

Dati comunali - 6° Censimento Generale dell'Agricoltura ISTAT 2010 Per meglio analizzare ed approfondire rassetto del comparto agricolo comunale, e le tendenze evolutive in atto si riportano, di seguito, estratti delle tavole comunali relative al censimento effettuato da ISTAT nel 2010. Analizzando i dati contenuti nei censimenti si possono individuare alcuni aspetti peculiari che consentono di caratterizzare il profilo socio-economico di tale settore.

Aziende per forma di conduzione Ghedi Conduzione diretta Conduzione con Altra forma di Totale del coltivatore salariati conduzione generale 2010 178 8 15 201 2000 195 14 0 209 % (2010) 88,6% 4,0% 7,5% 100,0%

Aziende per titolo di possesso dei terreni TITOLO DI POSSESSO DEI TERRENI Totale Parte in Parte in Parte in Parte in proprietà e proprietà affitto e Uso proprietà e parte in Ghedi Proprietà Affitto e parte in parte in gratuito parte in affitto e uso uso affitto parte in uso gratuito gratuito gratuito 2010 55 53 3 77 4 6 3 201 2000 92 33 5 70 1 3 3 207 % (2010) 27.6 % 26.4 % 1.5 % 38.3 % 2.0 % 3.0 % 1.5 % 100 %

Aziende per superficie totale (sup. in ettari) CLASSE DI SUPERFICIE TOTALE (sup. in ettari) Senza Meno 50 - 100 e Ghedi 1 - 2 2 – 5 5 - 10 10 - 20 20 - 50 Totale superficie di 1 100 oltre 2010 3 12 17 26 32 37 56 17 1 201 2000 2 8 10 38 27 55 52 12 5 209 % 1.5 % 6,0 % 8,5 % 12.9 % 15.9 % 18.4 % 27.9 % 8.5 % 0.5 % 100 % (2010)

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 62 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

Aziende per superficie totale 60

50 2010 40 2000 30

numeroaziende 20

10

0 senza < 1 1 - 2 2 – 5 5 - 10 10 - 20 20 - 50 50 - 100 100 e sup. oltre Superficie totale azienda in ettari

Superficie aziendale secondo l’utilizzazione dei terreni (sup. in ettari) arboricoltura boschi superficie coltivazioni prati da legno annessi orti agricola altra Seminativi legnose permanenti e annessa ad ad Serre familiari non superficie agrarie pascoli aziende aziende utilizzata agricole agricole 3629.05 2.83 0.05 338.46 0.1 25.33 102.81 208.12 448 3970.39 336.36 Superficie totale (sat) 4306.75

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 63 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

Superficie aziendale secondo l’utilizzazione dei terreni – Seminativi (sup. in ettari) cereali per la legumi barbabietola piante fiori e piante foraggere terreni a patata ortive produzione secchi da zucchero industriali ornamentali avvicendate riposo di granella 2365.16 10 37.51 7.99 24.47 182.26 1.55 975.21 24.9 65.2% 0.3% 1.0% 0.2% 0.7% 5.0% 0.0% 26.9% 0.7% Totale seminativi 3629.05

Aziende con allevamenti e numero di totale capi Bovini Equini Ovini Caprini Suini Avicoli Conigli Totale numero aziende 69 4 3 2 20 6 1 97 (*) numero di capi 31009 44 546 42 54643 175700 109 262093

Sulla base dei dati sopraelencati, riferiti al periodo 2000-2010, emerge il seguente quadro di sintesi: - la forma di conduzione di gran lunga predominante è la, conduzione diretta da parte del coltivatore; - in merito al titolo di possesso dei terreni, circa il 27% delle aziende dispone di tutti i terreni in proprietà rispetto al 45% del 2010 e, in aumento, 26% circa dispone di terreni in affitto e circa il 38% delle aziende dispone di terreni in parte in proprietà ed in parte in affitto; - le classi di superficie aziendale prevalenti sono quelle medio grandi tra 20-50 Ha, corrispondenti al 28% del totale, la tendenza rispetto al 2000 è quella di un aumento delle dimensioni aziendali; - la forma d’utilizzo dei terreni predominante è il seminativo, non si segnalano estensive degne di nota per le coltivazioni diverse dai seminativi; - le coltivazioni prevalentemente praticate sono i cereali, (circa il 65% del totale) e le coltivazioni foraggere avvicendate (circa il 27% del totale); è presente inoltre, in quantità marginale, la coltura specializzata della vite; - gli allevamenti bovini, maggiori in numero di aziende, risultano invece inferiori in numero di capi rispetto agli allevamenti di suini (bovini: 69 aziende e 31 mila capi, suini: 20 aziende e 54 mila capi), si rileva anche la presenza di un modesto numero di allevamenti avicoli, in calo rispetto al 2000, ma con un significativo numero di capi (6 aziende e 175 mila capi);

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 64 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

6.7.3. Inquadramento geopedologico Pedogenesi ed evoluzione dei suoli Il “suolo” è una matrice le cui caratteristiche sono strettamente correlate ai “fattori pedogenetici”, ovvero ai fattori, quali i processi morfogenetici, le caratteristiche del substrato, il clima, l’attività biotica e l’attività antropica che ne hanno influenzato la formazione, nonché la successiva evoluzione. Tali fattori contribuiscono alla formazione del suolo provocando alcuni processi fondamentali quali: - alterazione dei materiali originali; - incorporazione di sostanza organica presente sul suolo; - movimento all’interno del suolo di materiali solubilizzati o in stato di sospensione.

Le temperatura, le precipitazioni e le variazioni stagionali hanno influenzato la podogenesi incidendo sui processi di umificazione, alterazione, neo formazione e migrazione dei materiali organici e minerali. Essendo la pianura di origine alluvionale, più che di roccia madre è opportuno parlare di substrato pedogenetico, prevalentemente costituito da materiali alloctoni, in quanto derivati da ridecomposizione e trasporto ad opera delle acque glaciali, fluviali e di risorgiva. La pedogenesi è stata condizionata anche da componenti chimici dei substrati quali il calcare. La presenza di calcare attivo arresta l’umificazione ad una fase precoce e rallenta notevolmente la lisciviazione delle argille. Altro elemento condizionante la pedogenesi è rappresentato dalla granulometria dei depositi, in quanto definisce la permeabilità e conseguentemente il movimento dell’acqua nel suolo ed il pedoclima. L’azione dell'uomo ha poi modificato la naturale evoluzione dei suoli con la coltivazione degli stessi. Le operazioni colturali, infatti, comportano il rimescolamento e l’omogeneizzazione degli strati superficiali e la rottura dell’equilibrio biochimico generato dalla sostituzione della vegetazione spontanea. Tale vegetazione spontanea in questa parte detta pianura è potenzialmente costituita da bosco misto di latifoglie decidue in cui domina la Farnia. In terreni a substrato calcareo la vegetazione svolge un ruolo importante dissolvendo la componente minerale attraverso la produzione di anidride carbonica, degli apparati radicali.

Caratteristiche dei suoli di Ghedi Questo studio si avvale, per l’analisi pedologica del territorio comunale, delle seguenti fonti: - la più recente pubblicazione dell’E.R.S.A.F.: “Suoli e Paesaggi della Pianura Lombarda (Sezione: "Suoli- e paesaggi della provincia di Brescia”) — 2004, composta da quaderni che presentano il lavoro di aggiornamento e revisione della preesistente cartografia pedologica di semidettaglio del Progetto “Carta Pedologica”; - la cartografia tematica contenuta nel Sistema Informativa Territoriale (S.I.T.) della Regione Lombardia.

Il territorio Comunale di Ghedi, per quanto riguarda il paesaggio pedologico, fa parte dei Sistema L.

SISTEMA L (Livello Fondamentale della Pianura (L.F.d.P.)): “Piana fluvioglaciale e fluviale terrazzata costituenti il “Livello Fondamentale della Pianura.” SOTTOSISTEMA LG (Alta pianura fluvioglaciale “Brughiera”): “Conoidi ghiaiosi, a superficie subpianeggiante o piano-convessa, posti in prevalenza ai piedi degli apparati morenici, a monte della fascia delle risorgive.”

UNITA LG1: ‘‘Aree pianeggianti a canali intrecciati (braided), riconducibili a fasi alterne di processi erosili e deposizionali. Sono aree ad elevata permeabilità, spesso interessate da attività estrattive

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UNITA LG2: "Aree subpianegganti e ben drenate, di transizione con il tratto dì pianura idromorfia corrispondente alla fascia delle risorgive.”

SOTTOSISTEMA LQ (Media pianura fluvioglaciale idromorfia “lame”): ‘’Tratto di pianura interessalo da fenomeni di idromorfia riconducibili all’emergenza dei fontanili. L’intensità dell’idromorfia, la morfologia e la natura dei depositi sono connessi alla dinamica di flusso, espansione e ristagno delle acque di risorgiva, oltreché agli interventi di bonifica idraulica.

UNITÀ LQ1: “Principali depressioni poste in prossimità delle testate dei fontanili e in corrispondenza delle vallecole, a tratti delimitate da scarpate, formate dalle principali linee di flusso.”

UNITA LQ3: “Aree interposte alle principali depressioni, con moderati fenomeni di idromorfia, costituite da deboli ondulazioni o da raccordi piombanti”

UNITA LQ4: “Aree generalmente ondulate e rilevate, modellate e delimitate dall’azione erosiva delle principali linee di flusso e di raccolta delle acque di risorgeva”

Il territorio comunale di Ghedi può essere suddiviso in due grandi ambiti, l’alta pianura fluvioglaciale o “brughiera” a nord a cui corrispondono le unità di paesaggio LG1 mentre le unità LQ1, LQ3 e LQ4 interessano l’area a sud della media pianura fluvioglaciale idromorfa ovvero la “fascia dei fontanili e delle ex. lame”. In particolare le unità pedologiche (in riferimento alla pubblicazione E.R.S.A.F. sopra citata) che caratterizzano il comune sono .16:

Attitudine dei suoli allo Unità di spandimento Unità pedologica Classificazione USA paesaggio agronomico dei reflui zootecnici 378 - GVR 1/APO1 LG1 Inceptic Hapludalfs fine loamy, mixed, Suoli adatti senza active, mesic limitazioni Inceptic Hapludalfs fine loamy over sandy or Suoli adatti con lievi sandy skeletal, mixed, superactive, mesic limitazioni 387 – APO1 LG1 Inceptic Hapludalfs fine loamy over sandy or Suoli adatti con lievi sandy skeletal mixed, superactive, mesic limitazioni 382 – MAC1 LG1 Typic Hapludalfs, mixed, active, mesic Suoli adatti senza limitazioni 498 – MAR1 LQ1 Mollic Endoaquents coarse loamy, mixed Suoli non adatti. (calcareous), sufcernctive, mesic 499 - MRA1 IJQ1 Mollic Endoaquents loamy skeletal, Suoli non adatti. carbonatic, mesic 500 – LAM1 IJQ1 Typic Endoaquents loamy skeletal, mixed Suoli non adatti. (calcareous), superactive, mesic 503 – DAM1 LQ3 Aquic Eutrudepts coarse loamy, mixed, Suoli adatti con lievi superactive, mesic limitazioni 506 - DAI1 LQ3 Aquic Eutrudepts fine silty, mixed, Suoli adatti senza superactive, mesic limitazioni 507 DAM1/ZIN2 LQ3 Aquic Eutrudepts coarse loamy, mixed, Suoli adatti con lievi superactive, mesic limitazioni Aquic Udorthents sandy skeletal, Suoli adatti con moderate carbonattc, mesic limitazioni .508. ZIN2 LQ3 Aquic Udorthents sandy skeletal, carbonatic, Suoli adatti con moderate mesic limitazioni 509 - POI1/CGS1 LQ3 Aquic Mutrudeptsfine kamy, mixed, Suoli adatti con moderate superactive, mesic limitazioni Aquic Udorthents coarse loamy, carbonatic, Suoli adatti con lievi mesic limitazioni

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510 - IRAI LQ3 Typic Eutrudepts corse loamy over sandy or Suoli adatti con lievi sandy skeletal, mixed, superactive, mesic limitazioni 512 - CGS1 LQ3 Aquic Udorthents coarse loamy, carbonatic, Suoli adatti con lievi mesic limitazioni 513 – ZIN1 LQ4 Aquic Udorthents sandy skeletal, carbonatic, Suoli adatti con moderate mesic limitazioni 514 - DAM2 LQ4 Aquic Mutrudepts coarse loamy, mixed, Suoli adatti con lievi superactive, mesic limitazioni 518 - BRE1 LQ4 Oxyaquic Eutrudepts loamy over sandy or Suoli adatti con lievi sandy skeletal, mixed, active, mesic limitazioni

Altitudine dei suoli allo spandimento dei Iiquami zootecnici Le Fonti E.S.R.A.L./E.S.R.A.F./S.I.T sopracitate forniscono, oltre alla cartografia pedologica, la classificazione dei suoli in funzione della loro attitudine a ricevere i liquami zootecnici. L’attitudine a ricevere i liquami dipende dalle caratteristiche dei suoli in relazione al rischio di inquinamento a cui sono sottoposte le acque superficiali e profonde. Secondo E.S.R.A.F. ‘‘l'attitudine allo spandimento agronomico dei liquami vieni giudicata in base a uno schema che tiene canto di fattori stagionali (rischio demandatone, acclività, pietrosità) e pedologici (drenaggio, profondità della falda) scheletro, tessitura, caratteristiche vertiche, presenta di torba o di orizzonti molto permeabili) . I suoi sono considerati adatti allo spandimento quando le loro caratteristiche sono tali da permettere un elevato immagazzinamento dei liquami, senza favorirne la perdita in superficie (scorrimento) e in profondità (percolazione). A seconda del grado di attitudine del suolo, potrà essere consigliata la distribuzione di quantitativi diversi di liquame o l’adozione di crescenti attenzioni nella loro gestione; nei suoli considerati non adatti dovrebbe invece esserne sconsigliata la distribuzione.” Secondo tale interpretazione i suoli vengono classificati in quattro classi attitudinali che li qualificano come:

 Suoli Adatti (A)  Suoli Moderatamente Adatti (M)  Suoli Poco Adatti (P)  Suoli Non Adatti (N)

Recentemente E.R.S.A.F. ha raffinato tale classificazione adottando il seguente schema interpretativo (E.R.S.A.F. - “Suoli e Paesaggi della Pianura Lombarda” -2004):

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 67 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

Secondo tale nuova interpretazione i suoli vengono classificati in quattro classi attitudinali che li qualificano come:

 Suoli Adatti (S1)  Suoli Adatti con lievi limitazioni (S2)  Suoli Adatti con moderate limitazioni (S3)  Suoli Non Adatti (N)

Tali classi, in linea di massima, corrispondono alle vecchie 4 classi A, M, P, N, ma sono suddivise anche in sottoclassi indicate dai suffissi p, t, d, che indicano il principale fattore limitante. Si riporta di seguito un estratto della Carta dell’attitudine dei suoli allo spandimento agronomico dei reflui zootecnici, tratta dalla pubblicazione E.R.S.A.F. – “Suoli e paesaggi della Lombardia” - 2004

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Dall'analisi della carta suddetta si evince che il territorio di Ghedi è caratterizzato dalla presenza di terreni con una buona attitudine allo spandimento concentrati nella zona a nord del centro abitato, mentre i terreni a sud di quest'ultimo rientrano nelle classi comprendenti i suoli non adatti e moderatamente adatti allo spandimento dei reflui zootecnici. Applicando il dettato del regolamento attuativo della LR 37/93, che definisce SUOLI VULNERABILI quei suoli compresi nelle classi "poco adatti" e "non adatti", e definisce invece SUOLI NON VULNERABILI quelli compresi nelle classi adatti e moderatamente adatti, possiamo affermare che la maggior parte dei suoli di Ghedi possono essere classificati come NON VULNERABILI.

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Determinazione peso vivo (PV) allevato, distinto per specie animale, e relativi reflui zootecnici che attualmente gravano sul territorio comunale

L'analisi dei P.U.A. Al fine di effettuare un bilancio della pressione esercitata dal comparto agricolo-zootecnico sul territorio comunale, si è reso necessario stimare l'effettivo carico di peso vivo allevato gravante su Ghedi; con ciò si intende indicare la quota di animali allevati i cui reflui zootecnici vengono destinati ai terreni di Ghedi. Per giungere ad una stima realistica di tale dato, si è scelto di utilizzare la documentazione depositata dalle Aziende Agricole, sia di Ghedi che di altri comuni, presso gli uffici comunali, costituita da PUA., P.U.A.S. o altre documentazione tecnica, prodotta ai fini del rilascio dell'autorizzazione allo spandimento liquami. Tale documentazione rappresenta una fonte da cui attingere le informazioni riguardanti il numero di capi, e relativo peso vivo, allevati da ciascuna Azienda Agricola, ed i terreni utilizzati per lo spandimento dei reflui derivanti da tali allevamenti. Da tale analisi, a scala aziendale, si è ottenuto un parametro di peso vivo globale, che è stato poi utilizzato per le valutazioni di sopportabilità di cui si dirà più oltre.

L’analisi delle aziende senza P.U.A. Poiché non tutti gli allevamenti zootecnici sono tenuti a dotarsi di un P.U.A. e relativa autorizzazione allo spandimento liquami, per avere un quadro più completo del peso vivo zootecnico globale che insiste su Ghedi, è stato effettuato un controllo incrociato tra l'elenco delle Aziende che hanno presentato un P.U.A. e l'elenco degli allevamenti attivi esistenti sul territorio comunale di Ghedi, fornito dall'A.S.L. di Brescia, Distretto Veterinario n°1 (trasmesso al Comune di Ghedi in data 25/03/2008 — prot. 5613). L'analisi di tale elenco ha permesso di evidenziare un gruppo di allevamenti, non dotati di P.U.A., che contribuiscono comunque a costituire il carico di peso vivo globale che grava su Ghedi. Tali allevamenti non necessariamente producono liquami, ma possono produrre anche solo letame, o possono adottare una gestione alternativa all'utilizzazione agronomica dei propri reflui, compostaggio. Comunque, al fine di verificare la situazione comunale, poiché non sono note le modalità di smaltimento dei reflui zootecnici di tali aziende, si è deciso, in via cautelativa, di includere anche il bestiame allevato da queste ditte nei conteggi del carico di peso vivo comunale totale. Pertanto il loro peso vivo verrà considerato, cautelativamente, nei calcoli di sopportabilità comunale, come gravante totalmente sui terreni di Ghedi.

Il calcolo del peso vivo comunale totale Il calcolo del peso vivo comunale totale, come parametro correlato ai bilanci di sopportabilità comunale, deve tener conto sia del peso vivo delle Aziende dotate di P.U.A. che di quelle senza P.U.A., come sopra illustrato. Pertanto si è proceduto calcolando, innanzitutto, la quota di peso vivo comunale relativa alle aziende dotate di P.U.A., mediante la metodologia di seguito descritta.

Come previsto dal regolamento della L.R. 37/93, le Aziende Agricole possono spandere i propri liquami sia su terreni appartenenti al comune su cui ha sede l'allevamento che su comuni vicini (terreni in proprietà, in affitto od in concessione). Considerato quindi che alcune aziende utilizzano terreni sia in Ghedi che in altri comuni, si è reso necessario ripartire il peso vivo aziendale (dichiarato nel PUA) in due parti, e conteggiare solo la frazione relativa ai terreni in Ghedi. Tale procedura è stata applicata sia alle aziende di Ghedi che alle aziende esterne che utilizzano terreni a Ghedi. Per giungere a tale stima è stato elaborato un parametro definito "dose di peso vivo per ettaro aziendale" (dose PV/Ha). Moltiplicando, infine, il suddetto parametro per la superficie (in Ha) dei terreni condotti dall'Azienda in Ghedi, si ottiene la frazione del peso vivo di ciascuna azienda che grava sul Comune di Ghedi sotto forma di spandimento dei reflui zootecnici.

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 70 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

Per giungere ad una stima più completa sono stati sommati ai dati di tutte le Aziende dotate di PUA anche i dati di peso vivo relativi alle altre Aziende Agricole, ricavati rielaborando i dati di consistenza in capi contenuti negli elenchi A.S.L., moltiplicandoli per un coefficiente di peso vivo medio, variabile in funzione della tipologia di capo, per ottenere una stima del peso vivo globale di tale gruppo di aziende. In tal modo si è ottenuta una stima realistica del "PESO VIVO COMUNALE TOTALE", distinto per specie animale allevata.

Elaborazione dati di analisi e individuazione situazione ambientale relativamente all’utilizzazione agronomica dei liquami zootecnici L’analisi per ricercare la sopportabilità dei suoli e quindi la complessiva situazione di eventuale rischio di inquinamento è stata poi effettuata considerando contemporaneamente la situazione pedologica e il carico di peso vivo zootecnico le cui deiezioni vanno ad essere smaltite sul territorio del Comune di Ghedi. L’attuale Regolamento Attuativo della LR 37/93 utilizza principalmente come fattore limitante il quantitativo di azoto (N) utilizzabile, contenuto nei liquami oggetto di spandimento, in relazione alle colture praticate nell'azienda agricola. L’aspetto patologico, che nel precedente regolamento trovava riscontro in dettagliate analisi pedologiche aziendali, attualmente si affida a studi che, pur avendo grande valenza (E.R.S.A.L.), hanno un carattere di semidettaglio e fungono da base di partenza per le analisi locali più approfondite. Infatti gli studi E.R.S.A.L. si basano sul concetto di prevalenza, individuando aree molto ampie di suoli che "prevalentemente presentano simili attitudini allo spandimento. Da qui la necessità poi di indagare ulteriormente al fine di verificare l'effettiva attitudine dei suoli aziendali. L’attuale regolamento pone quindi maggiore attenzione al bilancio tra azoto oggetto di spandimento e azoto assorbito, anche se spesso i tempi di distribuzione (ante-aratura) e di inizio assorbimento non sono coincidenti. In funzione di ciò, si ritiene che la vulnerabilità delle falde idriche sotterranee, che dipende essenzialmente dalla struttura e dalle caratteristiche fisico-meccaniche del suolo nonché dalla posizione della falda idrica, sia un parametro determinante, che non può essere correlato principalmente al solo pareggio del bilancio dell’azoto (N distribuito / N assorbito dalle colture). Pertanto, pur non entrando nel merito delle autorizzazioni allo spandimento, regolate dalla apposita LR 37/93 e regolamenti attuativi, nell'ambito dello studio di pianificazione in oggetto, la metodologia seguita prevede l'individuazione di limiti massimi di peso vivo allevabile per ettaro, in relazione alle diverse specie animali e secondo le classi di attitudine dei suoli.

Tali limiti sono quelli individuati dalle linee guida ERSAL inerenti i criteri per la redazione del PUA, contenute nelle pubblicazioni:  “Piano di utilizzazione agronomica dei liquami ed altre direzioni zootecniche" – ERSAL Ufficio del Suolo, a cura di G. Marini (1992)- Aggiornamenti di agrometeorologia e pedologia;  "Linee giuda per l’indagine e la gestione dei suoli alla scala del’azienda agricola" – ERSAL Ufficio del Suolo, AA.VV. (1996) - di agrometeorologia e pedologia.

Tali linee guida si basano su studi e dati sperimentali, e tengono conto degli orientamenti proposti a livello Comunitario attraverso direttive tendenti a ridurre l'inquinamento da nitrati ed infine da scelte operate da altre realtà regionali. Si evidenzia che tali valutazioni sono più restrittive dei risultati ottenibili con i P.U.A. redatti secondo l'ultimo Regolamento della LR 37/93. D'altra parte, poiché il Sindaco risulta essere il responsabile primo della salute pubblica, può fare approfondimenti sul tema ambientale e proporre norme più restrittive rispetto alle normative vigenti. In particolare, affinché vi sia uno sviluppo edilizio rurale (allevamenti) realmente proporzionato alle capacità di sopportabilità dei suoli del territorio comunale, tali norme saranno Analizzate alla regolamentazione dell'aspetto edificatorio, ossia alla correlazione tra fabbricati d'allevamento e fondo agricolo, come previsto peraltro dalla LR 12/2005 (e in precedenza dalla L.R. 93/80). Approfondendo ulteriormente la descrizione della metodologia seguita, si precisa che l'analisi è

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 71 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia scesa ad un livello di dettaglio, che ha implicato un'accurata analisi dei dati cartografici e dei dati acquisiti dai PUA e dagli elenchi A.S.L.. Per quanto concerne la superficie agricola, totale e utilizzata (S.A.U.), e la superficie territoriale comunale (STC) sono stati utilizzati i dati del Censimento Generale dell'agricoltura I.S.T.A.T. del 2000. Dall’analisi cartografica del territorio sono state ricavate le superfici lorde relative ai suoli a diversa attitudine allo spandimento agronomico dei reflui zootecnici. L'elaborazione dei dati l.S.T.A.T. e dei dati rilevati dall'analisi cartografica del territorio ha permesso di individuare la percentuale media di superficie non urbanizzata rappresentata dalle TARE PERIURBANE, ovvero da strade, canali ed altre forme d'uso diverse dall'utilizzazione produttiva agricola. Sottraendo tale percentuale alle superfici dei diversi tipi di suoli, raggruppati secondo la propria classe di attitudine allo spandimento dei liquami, sono state calcolate, per ogni classe di attitudine, le superfici agricole effettivamente disponibili per lo spandimento dei reflui zootecnici, logicamente come dati medi. Il passaggio finale del presente studio è consistito nell'individuazione della situazione ambientale, relativamente allo spandimento ed all'utilizzazione agronomica dei liquami zootecnici. Ciò al fine di comprendere se la "capacità portante" del territorio comunale, (dipendente da molteplici fattori, tra i quali la pedologia riveste un ruolo determinante) consente di sostenere con tranquillità il carico di peso vivo che effettivamente grava sul territorio, e se ci sono ulteriori margini per l'espansione del settore zootecnico, oppure se la situazione attuale comporta un eccessivo carico zootecnico, tale da mettere a repentaglio la salvaguardia degli equilibri dell'agroecosistema, con un conseguente rischio di inquinamento dei suoli e delle falde acquifere. Per giungere a tale evidenza si è scelto di elaborare un parametro, la "S.A.U. NECESSARIA", che rappresenta la superficie agraria "teorica", necessaria a soddisfare le esigenze di smaltimento dei reflui zootecnici prodotti dal bestiame effettivamente gravante su Ghedi. Tale parametro si stima in funzione dei diversi limiti di peso vivo per ettaro attribuiti ai suoli appartenenti alle diverse classi di attitudine allo spandimento liquami, cui si è detto più sopra. La "S.A.U. NECESSARIA" viene alla fine confrontata con la "S.A.U. DISPONIBILE"; essa rappresenta la frazione della S.A.U. comunale disponibile per Io spandimento dei reflui zootecnici. La "S.A.U. DISPONIBILE", che in questo contesto rappresenta la "capacità portante" del territorio, confrontata con la "S.A.U. NECESSARIA" consente di valutare se vi sono ancora margini di espansione oppure se il carico zootecnico attuale supera già il limite massimo attribuito al territorio indagato. In conclusione, si precisa che il dato relativo alla "S.A.U. NECESSARIA". ed il raffronto con la "S.A.U. DISPONIBILE" hanno una valenza di "indicatore" della situazione attuale, la cui funzione prioritaria è quella di orientare le scelte pianificatorie e il ruolo di controllo del Comune nel settore zootecnico.

6.7.4. Risultanze di analisi

Analisi pedologica Come detto nel capitolo riguardante la metodologia, la situazione pedologica e più in particolare l'attitudine al recepimento di liquami zootecnici e la relativa vulnerabilità dei suoli del Comune di Ghedi, sono state analizzate con l'ausilio di dati tratti dalla cartografia pedologica E.R.S.A.F.; tale analisi ha permesso la successiva elaborazione e quantificazione dei dati contenuti nelle tabelle allegate. Come si può rilevare dalla Tabella 1 presentata nel successivo capitolo ", la S.A.U. del Comune di Ghedi ha una estensione di 4.036,69 Ha. Tale area può essere suddivisa in zone caratterizzate da una diversa attitudine allo spandimento dei liquami, come meglio indicato nella stessa Tabella 1. Tale attitudine dipende dalle caratteristiche pedologiche dei suoli e dalla pedogenesi descritta nel relativo capitolo. Più in particolare notiamo che le superfici dei suoli a diversa attitudine sono così ripartite:

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 72 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

Superficie utile allo spandimento suddivisa per Area (Ha) % classi di attitudine Suoli adatti senza limitazioni - S1 99.49 2.50% Suoli adatti con lievi limitazioni - S2 1841.95 45.60% Suoli adatti con moderate limitazioni - S3 1764.16 43.70% Suoli non adatti - N 331.09 8.20% Totale aree 4 classi di attitudine 4036.69 100.00%

Applicando il dettato del regolamento attuativo della LR 37/93, che definisce SUOLI VULNERABILI quei suoli compresi nelle classi "poco adatti" e "non adatti", e definisce invece SUOLI NON VULNERABILI quelli compresi nelle classi adatti e moderatamente adatti, è stata redatta la Tabella 2, presentata nel successivo capitolo. Quantitativamente la situazione della vulnerabilità sopra citata risulta:

Superficie utile allo spandimento suddivisa per Area (Ha) % classi di vulnerabilità Suoli non vulnerabili - NV 1941.44 48.09% Suoli vulnerabili - V 2095.25 51.91% Totale aree 2 classi di vulnerabilità 4036.69 100.00%

La vulnerabilità comunale Dopo aver analizzato la vulnerabilità "pedologica" del territorio comunale, è necessario mettere in evidenza che, sulla base di un recente provvedimento legislativo regionale, il territorio comunale è stato incluso tra i comuni VULNERABILI, in relazione a problematiche di contaminazione da nitrati delle acque di falda, riscontrate a vasta scala su buona parti del territorio della pianura lombarda. Si analizzano di seguito le principali fasi normative che hanno condotto all'inserimento del comune di Ghedi nell'elenco dei comuni vulnerabili. Ai sensi di quanto prescritto dal regolamento di attuazione (R.A.) della L.R. 37 /93 (DCR n. 5/62320 del 30/1211994 e il comune di Ghedi apparteneva:  ai comuni "NON VULNERABILI" di cui all'ALLEGATO 2 (elenco dei comuni classificati "vulnerabili" ex-derogati al superamento nelle acque di falda della classificazione massima ammissibile per il parametro nitrati di cui al dpr n. 236/88) del regolamento suddetto;  ai comuni "A ALTO CARICO ZOOTECNICO" di cui all'ALLEGATO 1 (elenco dei comuni con alto/ basso carico zootecnico) del regolamento suddetto.

Successivamente, la Regione Lombardia, in sede di approvazione PROGRAMMA DI TUTELA E USO DELLE ACQUE (PTUA) (definitivamente approvato con DGR n. 2244 del 29 marzo 2006), ha provveduto a rivedere ed aggiornare gli elenchi dei comuni vulnerabili.

Infatti l'art. 27 delle NTA del PTUA prescrive quanto segue:

PTUA –NTA- Art. 27— Zone vulnerabili da nitrati 1. In sostituzione delle aree vulnerabili di cui alla D.G.R. n. 6/17149 del 1.8.1996, riconosciute dal d.lgs. 152/99 Allegato 7/A111, sono ridesignate come "zone vulnerabili da nitrati di origine agricola", ai fini e per gli effetti dell'art. 19 e dell'Allegato 7/A1 del d.lgs. 152/99, i territori dei comuni individuati nell'elenco di cui all'Appendice D. 2. Nelle zone di cui al precedente comma, le norme stabilite dalla 1.r. 15.12.1993 n. 37 e dal suo regolamento attuativo, trovano applicazione sino all'entrata in vigore del nuovo regolamento regionale per l'utilizzazione agronomica di effluenti di allevamento, di cui all'art. 52 I.r. 26/2003. 3. Sono designate come "zone vulnerabili da nitrati di origine civile", i territori dei comuni individuati nell'elenco di cui all'Appendice D. 1 piani di ambito individuano le misure per limitare le perdite delle ... reti fognarie e stabiliscono come priorità l'attuazione di dette misure nelle zone vulnerabili sopra richiamate.

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 73 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

4. Sono designate come "zone di attenzione" i territori dei comuni nei quali occorre monitorare la falda più superficiale al fine di mettere in luce l'insorgenza di eventuali fenomeni di inquinamento da sostanze azotate. In detti territori, individuati nell'Appendice D, saranno adottate misure specifiche con successivi provvedimenti della Regione. 5. La Giunta regionale, sentita l'Autorità di Bacino del Fiume Po, provvede a rivedere e completare ogni quattro anni la designazione di cui al comma 1.

Si sottolinea che le prescrizioni dell'art. 27, commi 1, 2 e 3, sono immediatamente vincolanti, a decorrere dall'approvazione del PTUA, ai sensi dell'art. 51 delle NTA del PTUA stesso. Dalla consultazione dell’elenco di cui all’Appendice D (zone vulnerabili da nitrati) del PTUA (così come modificato e integrato dalla successiva DGR n.8/3297 del 11.10.2006, il cui Allegato 2 sostituisce l’appendice D del PTUA) si evince che il Comune di Ghedi appartiene ai "COMUNI INTERAMENTE COMPRESI NELL'AREA VULNERABILE". Considerato quanto sopra si ritiene che, ai sensi dell'art. 27 comma 2 delle NTA del PTUA, si debbano applicare al Comune di Ghedi le prescrizioni della L.R. 37/93 e R.A. inerenti i comuni vulnerabili. A tal proposito, l'art. 2 del suddetto R.A. prescrive quanto segue:  La classificazione del territorio comunale in «vulnerabile» o «non vulnerabile» è stata fatta utilizzando le informazioni inerenti la sensibilità del suolo fornite dall'ERSAL e dalle province utilizzando il criterio della prevalenza.  La classificazione in zone «Vulnerabili e Non vulnerabili"» tinte conto anche dei territori dei comuni in deroga per la quantità dei nitrati nell'acqua potabile e dei territori di quelli il cui substrato pedologico li rende a rischio di inquinamento da nitrati. Pertanto, riassumendo, si può affermare che Ghedi, dal punto di vista pedologico, ha circa il 50% dei terreni non vulnerabili, e, in funzione dell'appartenenza ai comuni con problematiche di inquinamento da nitrati delle acque di falda, è classificato come comune "vulnerabile". Tale situazione, per le aziende appartenenti alle tipologie soggette alla redazione dei P.U.A., comporta la necessità di presentare sempre un piano completo, indipendentemente dal peso vivo aziendale, e mai un piano semplificato (P.U.A.S.) (come previsto dall'art. 3 del R.A. 37/93). Inoltre, come previsto dall'art. 4 del R.A., il carico massimo dei reflui zootecnici applicabile ai suoli adibiti all'uso agricolo, in termini di azoto totale per ettaro e per anno, è di 340 kg, ma, per le aree classificate come vulnerabili, i limiti massimi di azoto per ettaro e per anno sono fissati in 170 kg. Tale limite di 170 kg è tuttavia superabile (entro comunque i 340 kg) in casi particolari, ovvero nel caso di doppia coltura ad elevato assorbimento di azoto oppure quando, nell'ambito della redazione del P.U.A. si dimostri specificamente che l’UPA è da ritenersi adatta allo spargimento dei liquami zootecnici, secondo l'applicazione delle “Linee Guida per l’indagine e la gestione dei suoli a scala dell’Azienda agricola” 96 ERSAL. A quanto sopra evidenziato si devono però aggiungere le prescrizioni della D.G.R. 9/2208 del 14/09/2011 (programma d’azione regionale per la tutela ed il risanamento delle acque dall’inquinamento causato da nitrati di origine agricola per le aziende localizzate in zona vulnerabile) che ha radicalmente riformato i criteri gestionali degli effluenti d'allevamento e degli altri apporti azotati, nonché le procedure autorizzative e di controllo per tali pratiche, in relazione alle aziende agricole ubicate in zone vulnerabili da nitrati, modificando anche le prescrizioni del R.A. della L.R. 37/93. Di tale norma si dovrà senz'altro tener conto al fine di pianificare, a livello comunale, la corretta gestione del settore agro-zootecnico.

“Monitoraggio dei corpi idrici sotterranei Studio idrogeologico della pianura Bresciana" (ARPA Lombardia 2006) In relazione alla qualità delle componenti interessate da tale criticità, si riportano di seguito gli estratti principali dell'indagine condotta dal Dipartimento di Brescia di ARPA Lombardia a scala provinciale nell'ambito della Convenzione Quadro tra Regione Lombardia e Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente (ARPA) per lo svolgimento di attività finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di qualità di cui alla Direttiva 2000/60/CE e al D.I.gs.152/99 e s.m.i. (D.G.R. n. VII 20122) a norma del D.Lgs.152/99. "Le attività oggetto della presente relazione si sono svolte nel periodo compreso ira Ottobre 2005

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 74 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia e Dicembre 2006, conformemente alle indicazioni date dal Gruppo di Miglioramento (GDM) ARPA- Regione Lombardia. Esse si sono articolate nelle seguenti fasi: 1) verifica dei dati esistenti presso il dipartimento e individuazione dei gestori dei servizi idrici, proprietari di pozzi e piezometri o di qualsiasi fonte di informazione circa la possibilità di accedere al punto di controllo e di disporre dei dati relativi; 2) analisi della rappresentativi/à della rete qualitativa in uso fino a Novembre 2005 e definizione delle esigenze di completamento e dei criteri per la scelta dei nuovi punti di monitoraggio, in base a quanto indicato nelle linee guida fornite dal Gruppo di Miglioramento; 3) inserimento dei dati nel db in uso presso il dipartimento (db Water), georeferenziazione e classificazione dei dati in punti di monitoraggio in: a) idonei: rispondono a tutte le caratteristiche individuate nei criteri di scelta; b) utilizzabili: rispondono solo in parte alle caratteristiche individuale nei alteri di scelta; c) non idonei: non rispondono a nessuno delle caratteristiche individuate nei criteri di scelta; d) riserva: rispondono in parte alle caratteristiche individuate nei criteri di scelta ma sono arealmente mal distribuiti; 4) campagna di Novembre 2005; 5) proposta di nuova rete di monitoraggio; 6) validazione delle rete pianificata e sostituzione dei punti di controllo risultati non adatti; 7) campionamento rete nitrati ('febbraio 2006). 8) compilazione dei db inviati dal GDM; 9) Campagne piezometriche (aprile-novembre); 10) Individuazione pennacchi principali nella provincia di Brescia; 11) Quotatura dei punti di contro/lo individuali per il monitoraggio piezometrico tramite l'utilizzo di un GPS a precisione centimetrica; 12) Monitoraggio del pennacchio di tetracloruro nel sito nazionale Caffaro: i) Definizione della rete di monitoraggio geochimica; ii) Definizione della rete di monitoraggio piezometrico; iii) Quotatura dei punti di controllo individuati per il monitoraggio piezometrico del pennacchio del sito nazionale Caffaro tramite l'utilizzo di un GPS a precisione centimetrica; iv) Campionamento della rete di monito raggio del pennacchio; 13) Inserimento dei dati raccolti nel db mater e in RIAL; 14) Fase di analisi: a) Estrazione dal A RIAI , dei dati chimici relative alle campagne di campionamento di Novembre, Febbraio (solo nitrati) e Maggio e valutazione degli stessi; b) Individuazione delle situazioni critiche: i) diffusa presenza nella alta e media pianura bresciana di Nitrati ii) presenza nel settore ovest di un inquinamento da solventi (Toluene e Xilene) c) Realizzazione di carte tematiche: i) Livello piezometrico del mese di Luglio ii) Carta dell'indice di disequilibrio cloro-alcalino iii) Distribuzione dei nitrati (mese di Maggio) iv) distribuzione dei solventi (Toluene e Xilene) 14) Campagna del mese di Novembre; 15) Stesura della relazione finale.

Monitoraggio nitrati La rete dedicata al controllo dei nitrati si prefigge lo scopo di monito rame la presenza in acque di prima falda, dal momento che sono quelle a più diretto contatto con le attività antropiche, le più soggette agli inquinanti provenienti da sostanze disperse o sparse sulla superficie del terreno o nel sottosuolo. Data la vocazione agricola/industriale della pianura bresciane e dei fondovalle delle 3 valli bresciana ed i risultati delle analisi chimiche effettuate sulla vecchia rete, è evidente come i nitrati siano potenzialmente diffusi su quasi tutto il territorio della pianura bresciana; si è ritenuto pertanto opportuno far coincidere la rete di monitoraggio dei nitrati con i pozzi della rete qualitativa che emungono in prima falda. Nella rete nitrati sono stati mantenuti tutti quei punti che nella vecchia rete presentavano valori superiori alla soglia di attenzione, anche se non mungenti la prima falda.

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Durante il progetto sono stati eseguite 3 campagne di campionamento: la prima a Febbraio 2006, la seconda a Maggio 2006 e la terza a Novembre 2006. I risultati analitici (Vedi Tabella: Forme dell'azoto-campagne di monitoraggio nitrati) relativi alle campagne di campionamento sono disponibili in RIAL, tranne per quel che riguarda la campagna di Novembre, per la quale i dati sono in fase di inserimento nel database. In allegato si riportano i certificati analitici.

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Anche in questo caso, come per i casi precedentemente descritti, la rete di monitoraggio ha subito delle variazioni nel tempo dovute a sostituzione di punti di controllo per motivi operativi o per richiesta del GDM.

Realizzazione delle cartografie qualitative

La cartografia qualitativa realizzata nel presente lavoro include:  carta di distribuzione dell'indice cloro-alcalino;  carta di distribuzione dell'inquinamento da nitrati;  carta di distribuzione dell'inquinamento da solventi Trattandosi di una modellizzazione del trasporto di inquinanti nelle acque sotterranee, per tutte e tre le carte, si è utilizzato lo stesso metodo di interpolazione. Si è ritenuto idoneo utilizzare

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 78 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia l'interpolazione efféttuata con metodo graduale (no tensione) ed anche in questo caso l'elaborazione è stata condotta con metodo locale (fondovalle camuno e pianura bresciana) scegliendo di impostare a 3 il numero di punti utilizzati per l'approssimazione delle regioni comprese fra gli stessi. L'intervento manuale sulle rappresentazioni cartografiche, ha avuto il solo scopo di correggere alcune aberrazioni prodotte dall'elaborazione automatica. Questi errori consistono soprattutto nella creazione di "isole", ovvero isoplete chiuse create attorno ad aree che non racchiudono nessun punto noto al loro interno e quindi che non giustificano la determinazione delle grandezze in quell'intorno. Un'altra tipologia di errori che richiedono correzione manuale, sono quelle piccole aree in coincidenza di piccoli sistemi vallivi nel pedemontano. Talvolta, visto che l'interpolazione della pianura bresciana è stata tagliata in corrispondenza dell'area di interesse (racchiusa fra i confini provinciali e delimitata dal substrato roccioso e depositi morenici), si è intervenuto a correggere isole di valori influenzate da punti ricadenti in altri sistemi vallivi e quindi, a ragione esclusi dall'elaborazione di quella zona. E' significativo sottolineare che ogni intervento manuale, ha salvaguardato il valore reale a discapito di quello interpolato, nel senso che sono state eliminate tutte quelle aree i cui valori di concentrazione risultavano superiori al punto noto che si è ritenuto rappresentativo di queste aree.

Considerazioni finali Il lavoro svolto ha consentito la realizzazione di una rete di monitoraggio delle acque sotterranee, che è risultata efficace per il controllo degli inquinanti a dispersione areale, come i nitrati: Per quanto attiene invece ai fitofarmaci, benché la rete sia pressoché sovrapponibile con quella dei nitrati, non è stata rilevata una particolare situazione di degrado. La dimensione delle maglie è sicuramente l'Uditore determinante la risoluzione del monitoraggio, infatti gli inquinati la cui origine è puntuale o lineare, come gli sversamenti o lo sbocco delle valli, non sono stati individuali. A conferma di ciò il pennacchio del .Sito Nazionale Brescia-Caffaro, oggetto di studio nel presente progetto, non è stato rilevato dalla rete,.ha infatti una larghezza di un paio di chilometri e una lunghezza circa sette chilometri, e passa inosservato nella maglia di monitoraggio le cui dimensione è di una decina di chilometri. Questo limite potrebbe essere in parte superato posizionando meglio alcuni punti di monitoraggio, ma è nostra opinione che la rete di monitoraggio delle acque, alla scala regionale, non potrà mai essere adatta per l'individuazione di pennacchi puntuali. A prova di ciò, per monitorare il pennacchio del tetracloruro di carbonio nel silo nazionale Brescia-Caffaro, sono stati utilizzati almeno una ventina di punti, e tale numero ha individuato un solo pennacchio già conosciuto, se si dovesse quindi estendere questa rete per tutta la provincia di Brescia bisognerebbe possedere almeno centinaio di punti, il che renderebbe difficoltoso ed antieconomico il mantenimento di una tale rete. Al contrario ogni pennacchio dovrà essere studiato ottimizzando le risorse mediante una lista delle priorità. Dal punto di vista geochimico la rete ha inoltre mostrato di fornire utili informazioni per valutare il modello di circolazione idrica sotterranea nella provincia di Brescia. L'indice IEB, solo carattere esemplificativo, ha dimostrato le potenzialità della rete e si potrebbero applicare altri indici geochimici per meglio definire il tipo di circolazione, anche in associazione alla futura rete di monitoraggio delle sorgenti, per poter così individuare i singoli bacini idrogeologici di ricarica. Tutto quanto sopra esposto non ci esime dal ritenere utile ed opportuno influire la rete del primo acquifero, eventualmente sacrificando i punti di controllo degli acquiferi più profondi, che così come distribuiti attualmente non sono in grado di fotografare la realtà alla scala provinciale. Per quanto attiene alla rete quantitativa e alle relative misure piezometriche, il monitoraggio attuato, a nostro avviso, ha dimostrato una buona efficacia, consentendo di redigere una carta idrogeologica a scala provinciale. Anche per questa rete riteniamo opportuni eventuali infittimenti in posizioni particolari, che l'elaborazione della carta idrogeologica ha dimostrato di difficile definizione, a tale proposito si dovrebbero sostituire i punti di controllo degli acquiferi più profondi. I punti di misura in continuo si sono rivelati particolarmente efficaci e per un rapporto costi/ benefici dovrebbero essere implementati nella rete esistente. L'interpretazione dei dati, a nostro avviso, dovrebbe essere e effettuata alla luce delle precipitazioni e delle portate fluviali, pertanto alla fine di ogni anno l'organizzazione dovrebbe fornire ai dipartimenti tutti i dati pluviometrici ed idrografici Infine possiamo affermare che gli obiettivi prefissati sono stati con soddisfazione raggiunti, ma per poter finire un valido strumento decisionale si dovrebbe pianificare il suo mantenimento per

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 79 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia almeno dieci anni, anche in relazione al valore della risorsa monitorata, che in futuro sani sempre meno disponibile e il cui controllo e uso è determinante per uno sviluppo sostenibile."

Il carico di peso vivo zootecnico comunale Al fine di effettuare una stima del carico di peso vivo allevato gravante sul comune, sono state prese in esame due fonti: l'elenco degli allevamenti attivi esistenti sul territorio comunale di Ghedi, fornito dall'A.S.L. di Brescia, Distretto Veterinario n°1 (dati di marzo 2008) ed i P.U.A. depositati presso l'Ufficio Tecnico Comunale di Ghedi alla data del marzo 2008.

Peso vivo allevato delle aziende dotate di P.U.A./P.U.A.S. Dall'esame della documentazione depositata presso l'Ufficio Tecnico di Ghedi, (pratiche relative ad utilizzazione agronomica dei reflui zootecnici) sono state individuate le seguenti Aziende Agricole dotate di P.U.A., P.U.A.S. o altra documentazione tecnica, prodotti ai fini del rilascio dell'autorizzazione allo spandimento liquami:

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Elaborando i dati di peso vivo estrapolati dalla documentazione tecnica relativa a ciascuna azienda, secondo la metodica illustrata nella sezione relativa alla metodologia di lavoro, è stata calcolata la parte del peso vivo allevato dalle aziende suelencati che grava sui terreni di Ghedi. Tali conteggi, sono riassunti nella tabella seguente:

Az AGR. DOTATE DI P.U.A./P.U.A.S. P.V. - TOT. SU GHEDI [t] Ovini Avicoli Totale Bovini Suini Equini Caprini Cunicoli [t] [t] [t] [t] [t] [t] Aziende Agricole di Ghedi 6557.19 3632.78 2334.47 2.16 0.00 587.78 Aziende Agricole di altri comuni che utilizzano terreni di Ghedi 177.65 77.22 89.21 0.00 0.00 11.22 Tutte le aziende agricole 6734.84 3710.01 2423.68 2.16 0.00 599.00

Peso vivo allevato nelle aziende non dotate di P.U.A. Sono stati considerati anche gli allevamenti attivi esistenti sul territorio comunale di Ghedi, a partire dall’elenco fornito dall'A.S.L. di Brescia, Distretto Veterinario n°1, relativamente alle sole aziende non dotate di P.U.A./P.U.A.S.. Per stimare il carico di peso vivo di tali aziende, sono stati rielaborati i dati di consistenza in capi delle singole aziende suddette, moltiplicandoli per un coefficiente di peso vivo medio, variabile in funzione della tipologia del capo, ottenendo quindi una stima del peso vivo globale di tale gruppo di aziende, come si evince dalla seguente tabella:

Az AGR. NON DOTATE DI P.U.A./P.U.A.S. (elenchi ASL) - TOT. SU GHEDI [t] Ovini Avicoli Totale Bovini Suini Equini Caprini Cunicoli [t] [t] [t] [t] [t] [t] Aziende Agricole di Ghedi 1844.22 829.83 485.59 32.32 26.96 469.21

Come anticipato nella sezione dedicata alla metodologia, non essendo note le modalità di smaltimento dei reflui zootecnici di tali aziende, il loro peso vivo verrà considerato, cautelativamente, nei calcoli di sopportabilità comunale, gravante totalmente sui terreni di Ghedi.

Calcolo del peso vivo gravante sul territorio comunale Il peso vivo animale relativamente alle due categorie di aziende analizzate è stato valutato complessivamente sul territorio comunale come somma dei valori parziali ottenendo i seguenti valori indicati in tabella:

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PESO VIVO GRAVANTE SUL TERRITORIO COMUNALE Aziende ASL Aziende P.U.A. Totale Peso vivo [q] 18442.21 67348.43 85790.64 % 21.50 % 78.50 % 100 %

Raffronto tra 'S.A.U. NECESSARIA" e "S.A.U. DISPONIBILE" per lo smaltimento dei reflui zootecnici

SCENARIO 1: DOSE PV/HA PROPORZIONALE ALLA CLASSE DI ATTITUDINE Al fine di giungere ad una stima della sopportabilità del carico zootecnico, e relativi reflui, in relazione al territorio comunale, si è fatto riferimento ai parametri, tratti dalle Linee Guida E.R.S.A.L., che si utilizzano per calcolare il carico massimo allevabile, in funzione dell'attitudine pedologica a ricevere le deiezioni prodotte dalle diverse specie animali.

Tabella di conversione relativa ai suoli destinali a ricevere liquami

Mediante i parametri suddetti, fatte le opportune elaborazioni, in relazione alle frazioni di peso vivo comunale riconducibili alle diverse specie animali, è stata determinata la "S.A.U. necessaria" che rappresenta la superficie agraria "teorica", necessaria a soddisfare le esigenze di smaltimento dei reflui zootecnici prodotti dal bestiame effettivamente gravante su Ghedi. La "S.A.U. necessaria" è stata poi raffrontata con la "S.A.U. disponibile", che corrisponde alla S.A.U. comunale totale (ISTAT 2000), equiparata alla frazione della superficie comunale disponibile per lo spandimento dei reflui zootecnici. Si è ottenuta in questo modo una stima del livello di saturazione della "capacità portante" del territorio comunale.

I risultati di tali elaborazioni sono riportati nella tabella seguente.

Ovini Avicoli Bovini Suini Equini Totale Caprini Cunicoli Peso vivo [q] 45398.36 29092.66 344.8 269.60 10685.22 85790.64 S.A.U. necessaria [Ha] 2120.97 1749.64 16.11 12.60 995.55 4894.87 S.A.U. disponibile per reflui [Ha] 4036.69 Differenza [Ha] 851.18 % della S.A.U. già impegnata 121.3 %

La "S.A.U. necessaria", raffrontata con la frazione della S.A.U. comunale disponibile per lo spandimento dei reflui zootecnici, indica che attualmente i reflui da utilizzare agronomicamente necessitano del 121,3 % della S.A.U. comunale disponibile; ciò evidenzia che la "capacità portante" del territorio comunale è stata superata. Si potrebbe virtualmente ritenere che il carico zootecnico presente attualmente, richiederebbe, per un'utilizzazione agronomica sostenibile, il 20% in più della S.A.U. comunale, ovvero della risorsa "territorio" di cui il comune di Ghedi può disporre.

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Si evidenzia che il superamento del limita massimo (100 % della S.A.U comunale) comporta il rischio di inquinamento della falda.

SCENARIO 2: DOSE PV/HA MASSIMA PER COMUNI VULNERABILI Considerato, però, che tutto il territorio comunale di Ghedi è stato inserito nell'elenco dei comuni vulnerabili da nitrati e che ciò comporta la riduzione dei carichi massimi di azoto consentiti, entro le soglie attribuite ai terreni vulnerabili, si è ritenuto necessario effettuare una valutazione che tenesse conto di tale nuova situazione. Pertanto, per giungere a tale nuova stima, si è scelto di utilizzare, indipendentemente dalle caratteristiche pedologiche dei suoli, il parametro massimo consentito per suoli "vulnerabili", per ogni specie animale, ovvero 20 ql/Ha per bovini, equini, ovini e caprini, 15 ql/Ha per suini e 10 ql/Ha per avicunicoli. I risultati di questa seconda elaborazione sono riassunti di seguito.

Ovini Avicoli Bovini Suini Equini Totale Caprini Cunicoli Peso vivo [q] 45398.36 29092.66 344.8 269.60 10685.22 85790.64 S.A.U. necessaria [Ha] 2269.92 1939.51 17.24 13.48 1068.52 5308.67 S.A.U. disponibile per reflui [Ha] 4036.69 Differenza [Ha] 1271.98 % della S.A.U. già impegnata 131.5 %

Rispetto allo scenario precedente si evidenzia un ulteriore carico della S.A.U. necessaria che porta ad un superamento del 30% circa il limite massimo (100% della S.A.U. comunale).

6.7.5. Conclusioni Le simulazioni effettuate rispecchiano la situazione in cui si trova il territorio comunale sul quale grava un carico di peso vivo che, pur essendo in una situazione non allarmante, non è conciliabile con la nuova condizione di "comune vulnerabile da nitrati". In funzione di tali risultanze si ritiene ragionevole considerare che sussista, ad oggi, una situazione di potenziale rischio (peso vivo attuale oltre le soglie di sopportabilità dei suoli) e che esse rappresentino un parametro di attenzione, che richiede la pianificazione di interventi finalizzati a scongiurare i potenziali rischi di inquinamento dei suoli e della falda. Da ciò scaturisce la necessità di regolamentare correttamente il settore zootecnico, al fine di evitare espansioni dei capi allevati, razionalizzare l'attuale pratica dell'utilizzazione agronomica dei reflui zootecnici, incentivare l'adozione da parte degli allevamenti, di soluzioni alternative, per la gestione dei reflui ed infine prevedere opportuni monitoraggi del territorio per verificare lo stato qualitativo dei suoli e delle acque, considerato il potenziale rischio di inquinamento. Pertanto si ritiene opportuno che l'amministrazione comunale, al fine di prevenire problematiche ambientali (inquinamenti) e/o socio-economiche (chiusura parziale o totale di allevamenti), in seguito a sovraccarichi di peso vivo, rispetto ai terreni disponibili, metta in atto normative idonee in materia urbanistica, relativamente a nuovi allevamenti c/o ampliamenti degli allevamenti esistenti, finalizzate a regolamentare il comparto zootecnico, anche alla luce delle nuove prescrizioni normative emanate sia a livello nazionale (D.Lgs. 152/2006) che regionale (P.T.U.A. e D.G.R. 9/2208 del 14/09/2011).

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6.7.6. Tabelle

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6.8. Aria

6.8.1. Premessa

Lo studio della qualità dell'aria, come del resto la definizione dello stato di tutte le componenti ambientali, assume grande importanza nell'individuazione dei potenziali effetti sull'uomo di inquinamenti a carattere diffuso o localizzato. Mentre nel caso di matrici solide e liquide (suoli, acque), l'esposizione agli agenti inquinanti subisce incrementi direttamente proporzionali al grado di fruibilità della sorgente inquinante, nel caso dell'inquinamento atmosferico questa correlazione assume validità generale esclusivamente nelle immediate vicinanze della fonte, ciò in relazione alle molteplici variabili da cui dipende la matrice "aria" e di conseguenza la diffusione degli agenti inquinanti nell'atmosfera. Il fenomeno di diffusione risulta infatti influenzato in modo sostanziale dalle condizioni al contorno (temperatura, umidità,

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 90 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia stabilità atmosferica, ecc.) che, in molti casi, presentano a loro volta un'elevata variabilità nel tempo. Il tema dell'inquinamento dell'aria assume particolare importanza soprattutto a scala sovra-locale. Considerazioni generali sui dati relativi alla qualità dell'aria a scala locale/puntuale che esulano da correlazione a sorgenti ben precise risultano infatti di difficile enunciazione.

6.8.2. La caratterizzazione della componente Percorsi utili alla caratterizzazione della componente "aria" prevedono l'analisi della qualità dell'aria (dati rilevati, dati bibliografici) c/o lo studio delle potenziali sorgenti inquinanti (camini, traffico, ecc.). Le stime relative alle sorgenti emissive in atmosfera sono tipicamente soggette ad incertezza, in riferimento ad una mancanza di conoscenza in senso statistico, ossia alla non accuratezza o all'imprecisione nelle stime. L'incertezza connessa con il dato di emissione varia notevolmente a seconda del tipo di inquinante, di attività e del livello di disaggregazione spaziale considerato. Una conseguenza diretta è l'estrema difficoltà nella caratterizzazione esaustiva degli effetti legati alle emissioni in atmosfera di una o più sorgenti. Analoghe considerazioni possono essere ritenute verosimili anche per i dati relativi alla qualità dell'aria. I livelli di concentrazione degli inquinanti in aria dipendono, oltre che dall'entità e dalla tipologia delle emissioni, dalle condizioni meteorologiche che influiscono direttamente sui meccanismi di diffusione e dispersione. A parità di condizioni emissive, sono proprio alcune particolari situazioni meteorologiche che favoriscono l'accumulo degli inquinanti: gli episodi acuti infatti sono favoriti da regimi di stabilità atmosferica, caratterizzati da calma di vento e inversione termica (peraltro tipici dell' hinterland bresciano).

Tutta la Pianura Padana, e la Lombardia in particolare, rappresentano una zona climatologicamente svantaggiata rispetto alla capacità dell'atmosfera di disperdere gli inquinanti: la presenza della barriera alpina, infatti, determina condizioni atmosferiche uniche rispetto alla situazione italiana ed europea.

6.8.3. Strumenti di indagine Inventario delle emissioni L'inventano delle emissioni è un utile strumento per ricavare le caratteristiche delle sorgenti e risulta un valido punto di partenza conoscitivo per il reperimento dei dati necessari alla simulazione del fenomeno emissivo, che può prevedere diverse condizioni meteorologiche, dalle medie a quelle più cautelative (classe di stabilità più frequente, direzione del vento dominante, ecc.). La precisione richiesta ad un inventario delle emissioni dipende dagli utilizzi richiesti ai suoi dati: inventari locali, specifici di un territorio limitato (ad esempio un comune) possono essere più affidabili della stima dell'inventario provinciale o regionale, che per sua natura non può considerare tutte le specificità locali. Anche per le analisi a scala locale, l'inventario regionale è comunque una utile base, per fornire una prima stima che può servire per indirizzare eventuali sforzi di approfondimento. La metodologia ideale per la realizzazione di un inventario emissioni è quella che prevede la quantificazione diretta, tramite misurazioni, di tutte le emissioni delle diverse tipologie di sorgenti per l'area e il periodo di interesse. È evidente che questo approccio non è nella pratica utilizzabile, poiché da un lato gli inventari generalmente riguardano territori estremamente vasti (ad esempio un'intera regione) dall'altro alcune tipologie di emissioni (ad esempio alle emissioni dalle attività agricole) per loro stessa natura sono difficilmente quantificabili completamente con misurazioni. L'approccio "analitico" è uno strumento fondamentale solo per alcune particolari tipologie di sorgenti, tipicamente grandi impianti industriali (ad esempio centrali termoelettriche, inceneritori, cementifici) le cui emissioni sono generalmente molto rilevanti e per questo controllate tramite sistemi di monitoraggio in continuo. I dati raccolti da questi sistemi ben si prestano ad essere elaborati statisticamente per fornire l'emissione complessiva della sorgente.

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 91 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

I monitoraggi diretti L'azione congiunta e su vasta scala del sempre più elevato numero di sorgenti puntuali, lineari e diffuse che apportano le loro emissioni in atmosfera (industrie, autoveicoli, impianti di riscaldamento, ecc.), in particolare nel caso in cui esse agiscano su porzioni circoscritte di territorio (aree metropolitane, poli produttivi, arterie viarie a grande scorrimento) e in concomitanza a condizioni atmosferiche particolarmente sfavorevoli, contribuisce, in un numero sempre crescente di casi, al superamento dei limiti di qualità dell'aria (ne è da esempio la problematica attuale legata al PM 10). Di conseguenza, nella maggior parte dei casi, non possono essere esclusi effetti più o meno rilevanti sull'ambiente che possono ripercuotersi direttamente o indirettamente anche sulla salute della popolazione. Una strategia utile per la caratterizzazione della componente "aria" è quella relativa al monitoraggio attraverso campionamenti puntuali sul territorio (con centraline fisse o mobili). Anche in questo caso è implicito che per ottenere risultati esaustivi sono indispensabili campagne capaci di fornire serie significative di dati, rappresentative di diverse condizioni meteorologiche (ventose, umide, calde, ecc.), di diverse stagioni (primavera, estate, autunno, inverno) di periodi più o meno duraturi (uno, tre, sei mesi, un anno, più anni). Le emissioni hanno sostanziali variazioni temporali, sia a livello mensile (si pensi ad esempio alle emissioni da riscaldamento presenti solo nei mesi freddi) che giornaliero (ad esempio la sospensione delle emissioni industriali durante i week-end), che orario (emissioni da traffico, da cicli lavorativi). In termini temporali, in corrispondenza di un punto di monitoraggio, il numero di determinazioni disponibili è direttamente proporzionale alla significatività del dato (dati medi giornalieri rilevati nell'intervallo di dieci anni sono più significativi rispetto a dati medi giornalieri rilevati nell'intervallo di un mese). In termini spaziali è chiaro che, a parità di estensione dell'ambito di indagine, l'aumento delle postazioni di monitoraggio capaci di fornire dati ritenuti significativi, comporta un incremento della significatività dell'indagine (nel medesimo ambito territoriale, dati significativi raccolti in un numero di dieci postazioni sono più significativi rispetto a dati significativi raccolti in un numero di tre postazioni). Dati relativi a limitati intervalli temporali possono non rappresentare adeguatamente la situazione di una zona in cui, per qualche ragione, una grande attività delle sorgenti si concentri in periodi molto brevi, con la possibilità che possano insorgere pericoli per inquinanti con effetti di tipo acuto (per esempio il PM 10 nei mesi invernali), pur se il dato globale riferito all'anno risulta modesto. L'elaborazione di strategie e di interventi di risanamento richiede d'altra parte la considerazione di come il carico inquinante si distribuisce nei diversi periodi dell'anno e nelle diverse ore del giorno, in quanto l'inquinamento fotochimico (formazione di composti foto-ossidanti) è dipendente in modo particolare da condizioni atmosferiche critiche "short-term" che possono essere influenzate da variazioni orarie o giornaliere delle emissioni. Quale approfondimento per le indagini sul territorio di Ghedi, è stato possibile usufruire dei dati e delle relative valutazioni condotte in merito alle acquisizioni di ARPA Lombardia dalle centraline fisse della Provincia.

Fonti bibliografiche Altre fonti utili alla caratterizzazione della componente sono quelle bibliografiche (comprensive dei documenti tecnici valutativi ufficiali dei dati rilevati direttamente dalle centraline). In particolare, nei paragrafi che seguono verranno presentati alcuni estratti significativi della documentazione ufficiale consultata nell'ambito delle indagini ambientali.

6.8.4. Comune di Ghedi: caratterizzazione della componente Le problematiche connesse alla qualità dell'aria sono oggi particolarmente al centro dell'attenzione essendo il fenomeno dell'inquinamento atmosferico strettamente connesso al modello di sviluppo economico-sociale e, in particolar modo, all'ambiente urbano nel quale si localizzano le principali fonti di inquinamento di origine antropica: il traffico veicolare, i processi produttivi industriali e gli impianti civili di riscaldamento. La descrizione dello stato dell'ambiente del Comune di Ghedi in merito alla componente "aria" è stata possibile avvalendosi di diverse fonti bibliografiche attualmente disponibili, che consentono di avanzare considerazioni dalla scala vasta (regionale), fino ad un grado di maggior dettaglio (comunque di ordine sovracomunale).

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 92 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

Documento tecnico informativo "Qualità dell'aria e salute" (Regione Lombardia e ARPA Lombardia gennaio 2006) Dal documento tecnico-informativo "Qualità dell'aria e salute" (Regione Lombardia e ARPA Lombardia - gennaio 2006), si evince che in Lombardia la tipologia di inquinamento è cambiata nel tempo registrando una vistosa riduzione delle concentrazioni in aria di alcuni dei principali inquinanti tradizionali. Ciò principalmente grazie alla trasformazione degli impianti di riscaldamento domestici, delle innovazioni motoristiche e di abbattimento delle emissioni. L'analisi dei contenuti del documento tecnico-informativo consente una ricostruzione dell'attuale situazione regionale che può essere così delineata: in generale in Lombardia il biossido di zolfo, il benzene e il monossido di carbonio rispettano i limiti fissati dalla normativa vigente, mentre il PM10, il biossido di azoto e l'ozono evidenziano delle criticità in alcune aree della regione in relazione al rispetto dei limiti per la protezione della salute umana. Il seguente schema, tratto dal documento tecnico-informativo regionale, riporta il quadro sinottico per l'anno 2004 delle diverse situazioni della regione, rispetto al confronto con i limiti previsti dalla normativa1. Nel quadro si distinguono concentrazioni già oggi inferiori ai valori limite, attuali o futuri (colore verde), concentrazioni superiori ai valori limite non ancora entrati in vigore ma inferiori ai valori limite più il margine di tolleranza (giallo) e concentrazioni superiori al livello di riferimento massimo consentito per l'anno considerato (rosso).

In funzione di queste osservazioni, il Comune di Ghedi si colloca nella zona di mantenimento. Rispetto al quadro sinottico emerge che la situazione di questa zona è migliore rispetto al limitrofo agglomerato di Brescia per quanto riguarda la concentrazione del PM10 e di ossido di azoto, mentre si delinea un quadro peggiore rispetto al capoluogo di provincia in merito alla concentrazione di ozono. A scala regionale la DGR 6501/01 e le s.m.i. hanno definito una prima zonizzazione del territorio della Regione in funzione della qualità dell'aria (poi sostituita da quella di cui alla L.R. 24/06). Essa prevedeva zone critiche sovracomunali (Milano, Sempione, Como, unite nella cosiddetta Area Unica, Bergamo e Brescia), zone critiche comunali (tutti i comuni capoluogo non compresi nelle predette zone), zone di risanamento (per più inquinanti definite zona A, o per il solo ozono definite zona B) e

1 Qualora il limite sia da raggiungere successivamente all’anno di riferimento, è previsto un margine di tolleranza che si riduce di anno in anno. 2 L’ozono si forma infatti in atmosfera a partire dalle emissioni di ossidi di azoto e composti organici volatili in presenza di radiazione solare. VAS della3 In Variante alcuni casial PGT le infor di Ghedimazioni – Documento dell'INEMAR di Scoping sono state integrate con altre fonti, quali il Registro EuropeoPag. delle 93 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia zone di mantenimento. La zonizzazione del territorio si basava su: valutazioni di qualità dell'aria, densità abitativa, uso del suolo, distribuzione delle emissioni, così come emerge dall'inventario regionale. Si osserva come nelle zone critiche sovracomunali (che coprono il 7% del territorio) vive il 49% della popolazione lombarda. L'area di risanamento per più inquinanti sommata a queste zone costituisce la parte di territorio lombardo più densamente popolato. L'area di risanamento dell'ozono C costituita dalla fascia prealpina immediatamente esposta al trasporto dei precursori emessi a sud2. La nuova zonizzazione del territorio della regione Lombardia ex D.G.R. 5290 del 2 agosto 2007, basata su analoghi criteri prevede invece la seguente suddivisione del territorio regionale:

Zona A: area caratterizzata da:  concentrazioni più elevate di PM10, in particolare di origine primaria, rilevate dalla Rete Regionale di Qualità dell'Aria e confermate dalle simulazioni modellistiche  più elevata densità di emissioni di PMI O primario, NOX e COV  situazione meteorologica avversa per la dispersione degli inquinanti (velocità del vento limitata, frequenti casi di inversione termica, lunghi periodi di stabilità atmosferica caratterizzata da alta pressione)  alta densità abitativa, di attività industriali e di traffico e costituita da:  Zona A1 - agglomerati urbani: area a maggiore densità abitativa e con maggiore disponibilità di trasporto pubblico locale organizzato (TPL);  Zona A2 - zona urbanizzata: area a minore densità abitativa ed emissiva rispetto alla zona A1;

Zona B - zona di pianura: Area caratterizzata da:  concentrazioni elevate di PM10, con maggiore componente secondaria  alta densità di emissione di PM10 e NOX , sebbene inferiore a quella della Zona A  alta densità di emissione di NH3 (di origine agricola e da allevamento)  situazione meteorologica avversa per la dispersione degli inquinanti (velocità del vento limitata, frequenti casi di inversione termica, lunghi periodi di stabilità atmosferica, caratterizzata da alta pressione)  densità abitativa intermedia, con elevata presenza di attività agricole e di allevamento

Zona C: Area caratterizzata da:  concentrazioni di PMI O in generale più limitate, rilevate dalla Rete Regionale di Qualità dell'Aria e confermate dalle simulazioni modellistiche  minore densità di emissioni di PX110 primario, NOx, COV antropico e NH3  importanti emissioni di COV biogeniche  orografia montana situazione meteorologica più favorevole alla dispersione degli inquinanti  bassa densità abitativa e costituita da:  Zona C1 - zona prealpina e appenninica: fascia prealpina ed appenninica dell'Oltrepo Pavese, più esposta al trasporto cli inquinanti provenienti dalla pianura, in particolare dei precursori dell'ozono  Zona C2 - zona alpina: fascia alpina

Il Comune di Ghedi appartiene alla zona B (pianura). Nelle figure che seguono sono riportate le due zonizzazioni del territorio regionale.

2 L’ozono si forma infatti in atmosfera a partire dalle emissioni di ossidi di azoto e composti organici volatili in presenza di radiazione solare.

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 94 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

Relazione sullo stato dell'ambiente della Lombardia del 2004" (ARPA Lombardia e Regione Lombardia)

Altre considerazioni a scala regionale che consentono comparazioni sulla qualità dell'aria tra i

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 95 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia comuni lombardi derivano dalla "Relazione sullo stato dell'ambiente della Lombardia del 2004" (ARPA Lombardia e Regione Lombardia) ove la valutazione complessiva dell'inquinamento atmosferico regionale è effettuata sia attraverso la valutazione delle pressioni che vengono esercitate sul comparto atmosfera (distribuzione sul territorio delle sorgenti di emissione e contributi per tipologia di fonti), sia valutando lo stato di qualità dell'aria. Il Rapporto 2004 esplicita degli "indicatori di pressione" ottenuti dai risultati per l'anno 2001 dell'inventario INEMAR (INventario delle Emissioni in Atmosfera) gestito dall'ARPA per conto della Regione Lombardia. Un primo indicatore esplicitato riguarda le emissioni di precursori di ozono troposferico, analizzate al fine di stimare le emissioni regionali degli ossidi di azoto (N0x), composti organici non metanici (COVNM), monossido di carbonio (CO), metano (CH4), ossia di tutte le sostanze "precursori" che a seguito di reazioni chimiche in presenza di intenso irraggiamento solare e alte temperature determinano la formazione di ozono. Per esprimere in modo aggregato il potenziale contributo alla formazione di ozono da parte di tutti i precursori è possibile applicare alle emissioni di ciascuno di essi opportuni fattori peso rappresentativi dell'incidenza di ciascuno, ed esprimere così sinteticamente l'apporto complessivo in termini di COV equivalenti. Dalla carta che esprime i livelli di emissione dei precursori di ozono troposferico emerge che il Comune di Ghedi si colloca nella quarta classe (10-20 t/anno kmq) presentando quindi un basso livello rispetto al sistema regionale, situazione condivisa dalla maggior parte dei comuni limitrofi, Montichiari, Calvisano, Isorella, Gottolengo e Leno. Solo i comuni contermini ubicati prevalentemente a nord presentano una situazione peggiore; nel dettaglio Bagnolo Mella è classificato nella terza classe (20-30 t/anno kmq), mentre Montirone, Borgosatollo e Castenedolo, ubicati immediatamente a sud dell'agglomerato urbano di Brescia, si collocano in seconda classe (30-130 t/anno kmq). Il Comune oggetto di studio si caratterizza dunque per un basso livello di emissioni di precursori di ozono che a livello regionale sono principalmente attribuibili al traffico, seguito dalle attività industriali, artigianali o domestiche che utilizzano solventi. La mappa della densità emissiva mostra inoltre che la distribuzione dei comuni lombardi caratterizzati dai più alti livelli di emissione dei precursori dell'ozono (classi prima e seconda) risulta particolarmente corrispondente agli agglomerati urbani e alle "zone A" di risanamento di più inquinanti definite dalla zonizzazione della DG 6501/01.

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Altro indicatore esplicitato nel Rapporto 2004 è il livello delle emissioni di particolato (PM10), ossia la frazione di polvere aerodispersa con diametro aerodinamico inferiore a 10 m. Le dimensioni così ridotte consentono alle polveri fini di penetrare attraverso le vie aeree e di depositarsi nell'apparato respiratorio con effetti negativi per la salute (sia nel breve termine, sia con esposizioni continue). Le sorgenti di PM10 sono principalmente antropiche, connesse al traffico e ai processi legati alle combustioni, mentre le sorgenti naturali sono più limitate (es. erosione suoli, aerosol biologico). Una notevole parte delle polveri presenti in atmosfera ha inoltre un'origine secondaria ed è dovuta alla reazione di composti gassosi quali ossidi di azoto, ossidi di zolfo, ammoniaca e composti organici; la stima delle emissioni si riferisce però al particolato fine primario. Dall'osservazione della mappa delle emissioni emerge che solo gli agglomerati sovracomunali e comunali definiti dalla zonizzazione della DGR 6501/01 e pochi altri comuni sparsi sul territorio regionale si collocano nelle prime due classi caratterizzate dai più alti livelli di emissione di particolato (rispettivamente 8-41 e 1.8-8 t/anno kmq). La condizione prevalente dei comuni lombardi condivisa anche da alcuni dei comuni limitrofi a Ghedi (Borgosatollo, Castenedolo, Montichiari, Calvisano e Bagnolo Mella), è caratterizzata da un livello medio di emissione (0.4-1.8 t/anno kmq). Il Comune di Ghedi presenta invece, insieme ad alcuni comuni vicini (Leno, Gottolengo, Isorella), una situazione migliore collocandosi nella seconda classe di emissione (0.2-0.4 t/anno kmq), immediatamente inferiore rispetto a quella più frequente a livello regionale. La dislocazione delle fonti emissive è principalmente legata al contributo del traffico autoveicolare che costituisce la principale sorgente di PM10 a livello regionale (40%), seguito dalle combustioni del settore residenziale (22%), industriale (9%), e per la produzione di energia (8%), i processi produttivi industriali (11%) e l'agricoltura (6%). Analizzando la carta relativa ai livelli di PM10 si può infatti notare una fascia più o meno continua di comuni caratterizzati da un alto livello di emissioni (1.8-8 t/anno kmq) ubicati lungo il tracciato dell'autostrada A4 nel tratto compreso fra Brescia, Bergamo e Milano; sul territorio della provincia di Brescia si citano per esempio , Roncadelle, , e , posti a nord-ovest rispetto all'area di studio. Una analoga considerazione emerge focalizzando l'attenzione sulla pianura bresciana occidentale caratterizzata da livelli di

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 97 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia emissione particolarmente bassi riconducibili alla prima e seconda classe, ad eccezione di una serie di comuni che si collocano invece in terza classe e presentano dunque livelli di emissione di PM10 alti: Bagnolo Mella, Manerbio, Bassano Bresciano, , , tutti attraversati dal tracciato dell'autostrada A21 Torino-Piacenza-Brescia. Nonostante il fenomeno non riguardi direttamente il comune di Ghedi, risulta comunque degno di nota vista la vicinanza con l'area di studio.

"Relazione sullo stato dell'ambiente della Lombardia del 2006" (ARPA Lombardia e Regione Lombardia)

La "Relazione sullo stato dell'ambiente della Lombardia del 2006" (ARPA Lombardia e Regione Lombardia) offre ulteriori approfondimenti in merito al comportamento dell'inquinante PM10 nel bacino padano. Le figure che seguono sintetizzano le determinazioni di ARPA Lombardia.

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 98 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

Concentrazioni stagionali di PM10 nel Concentrazioni di PM10 nel bacino della periodo estivo la turbolenza diurna — Valle Padana Una delle simulazioni condotte decisamente più elevata che nel periodo da ARPA Lombardia mediante l'utilizzo di invernale — e i venti media-mente più intensi modelli matematici mostra che i livelli di consentono una minore stagnazione ed un concentrazione si distribuiscono in modo maggiore ricambio delle masse d'aria, con omogeneo all'interno del bacino, mentre la una più spiccata omogeneità di distribuzione sovrapposizione con le curve di isolivelli dei livelli sul territo-rio. Si evidenziano altimetrici consente di evidenziare l'in- pertanto valori di concentrazioni di PM10 più fluenza di ostacoli orografici. bassi nel periodo estivo (a destra) rispetto a quelle stimate per il periodo invernale (a Fonte: ARPA Lombardia sinistra), dovuti sia ad una minore pressione emissiva sia a differenti con-dizioni meteorologiche. Allontanandosi dalle aree più urbanizzate, e indipendentemente dalle stagioni, le concentrazioni di PM10 si distribuiscono in modo omogeneo stratificandosi in fasce con caratteristiche orografiche e altimetriche simili. Fonte: ARPA Lombardia

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 99 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

"Rapporto sulla qualità dell'aria di Brescia e provincia" (ARPA Lombardia — 2006) Anche il "Rapporto sulla qualità dell'aria di Brescia e provincia" (ARPA Lombardia — 2006) consente di fare interessanti considerazioni sulla qualità dell'aria a livello provinciale. Il Rapporto delinea il quadro della qualità dell'aria sulla base dei dati rilevati dalle quindici stazioni di misura fisse sul territorio che fanno parte della rete di monitoraggio regionale e avvalendosi anche di quelli raccolti durante apposite campagne di misura. La successiva rappresentazione illustra la distribuzione delle stazioni di rilevamento sul territorio provinciale.

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 100 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

Per la rappresentazione della situazione di Ghedi possono essere analizzate le due stazioni geograficamente più vicine al comune in esame, ovvero le stazioni di Manerbio e Gambara. Si sottolinea che la stazione di Manerbio è localizzata in un territorio direttamente interessato dal tracciato dell'Autostrada A21 e di conseguenza può fungere da riferimento per valutazioni relative al territorio del Comune di Ghedi interessato da infrastrutture stradali principali (es. SP668), mentre la stazione di Gambara, inserita in un contesto rurale, può essere considerata maggiormente rappresentativa del contesto territoriale agricolo del Comune.

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Come anticipato la valutazione della qualità dell’aria è operata sui dati raccolti dalle postazioni fisse delle reti di monitoraggio, nelle quali vengono monitorati diversi parametri, riassunti nella tabella seguente:

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 102 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

Per i principali inquinanti atmosferici, al fine di salvaguardare la salute e l'ambiente, la normativa stabilisce limiti di concentrazione, a lungo e a breve termine, cui attenersi. Per quanto riguarda i limiti a lungo termine, è fatto riferimento agli standard di qualità ed ai valori limite di protezione della salute umana, della vegetazione e degli ecosistemi (Dlgs 155/2010) allo scopo di prevenire esposizioni croniche e per gestire episodi di inquinamento acuto. Le tabelle successive forniscono, quale premessa alla valutazione della qualità dell'aria secondo l'attuale quadro normativo, indicazioni del livello medio annuale registrato nel 2006 e sugli episodi acuti d'inquinamento atmosferico verificatisi nello stesso anno, intesi come situazioni di superamento del limite orario o giornaliero, confrontati con i limiti di legge, per ciascun inquinante in ogni singola stazione di misura.

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 103 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

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Riassumendo i dati relativi agli inquinanti monitorati nelle stazioni più vicine all'area di studio si può evidenziare che le concentrazioni di NO2 della stazione di Manerbio, la più vicina a Ghedi, sono inferiori rispetto alle rilevazioni registrate a Brescia ma superiori rispetto alle altre stazioni della pianura bresciana (Lonato e Gambara). I livelli della media annuale di SO2 (5 ..g/m3) registrati presso la stazione di Gambara risultano inferiori rispetto a quelli delle stazioni ubicate nel contesto urbano di Brescia mentre le concentrazioni medie annuali di 03 monitorate a Gambara, con un valore di 55 g/m3, sono in assoluto le più elevate. In generale, i dati raccolti nel Rapporto Annuale confermano la stagionalità di alcuni inquinanti come SO2, NO2, CO, Benzene e PM10 che presentano dei picchi centrati nei periodi compresi tra

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 105 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia gennaio e marzo e tra ottobre e dicembre, quando il ristagno atmosferico causa un accumulo degli inquinanti emessi dal traffico veicolare e dagli impianti di riscaldamento. L’O3, che si forma in seguito a reazioni chimiche in atmosfera, favorite dalle alte temperature e dal forte irraggiamento solare, presenta un trend con valori elevati tra maggio e settembre, con i massimi in giugno e luglio, quando si verificano le condizioni di maggiore insolazione e di più elevata temperatura, che ne favorisce la formazione fotochimica. In riferimento alla casistica degli episodi acuti d'inquinamento atmosferico verificatisi nel 2006, intesi come situazioni di superamento del limite orario o giornaliero (ove previsto per un determinato inquinante), registrati nelle diverse postazioni, emerge che situazioni d'inquinamento acuto si sono verificate a livello provinciale per i seguenti inquinanti:  NO2/N0x: le concentrazioni misurate non hanno mai superato la soglia d'allarme (400 g/m3), né il limite sulle concentrazioni orarie, mentre è stato superato in una sola stazione lo standard di qualità dell'aria fissato dal D.P.R. 203/88 (98° percentile). Il limite della concentrazione media annuale, stabilito per la protezione della salute umana, con applicazione del margine di tolleranza (40+8 g/m3) è stato superato in tre postazioni su dieci, in particolare nelle =tranne del capoluogo di via Turati, via Ziziola e nella centralina di Breno. Nel 100% delle postazioni è risultato superato il valore limite normativo per la protezione della vegetazione, relativamente alla concentrazione media annuale degli NOx (30 g/m3). 3  03: la soglia di informazione (180 g/m ) viene superata in tutte le stazioni, più frequentemente nella stazione di Gambara, mentre il superamento della soglia d'allarme (240 g/m3) viene registrato in due stazioni su quattro, Gambara e Lonato;  PM10: è il parametro che ha registrato il maggior numero di superi ai valori limite. Tutte le stazioni di rilevamento hanno superato entrambi i limiti fissati per la salute umana. Le concentrazioni medie annue più elevate si sono registrate nelle stazioni di Rezzato, a Brescia —Vili. Sereno e Broletto. La concentrazione media giornaliera (50 g/m3) è stata superata in tutte le postazioni monitorate più di 35 volte nel corso dell'anno (limite vigente dal 1 gennaio 2005).

Le tabelle seguenti mostrano l’andamento dell’inquinamento atmosferico, a partire dal 1990 per l’SO2, da 1993 per NO2 e CO, dal 1992 per l’O3, dal 1999 per C6H6 e dal 2001 per PM10.

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 106 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

In conclusione, dall’analisi dei dati relativi ai trend annuali delle concentrazioni medie giornaliere degli inquinanti si registra, in generale, un graduale miglioramento della qualità dell’aria in seguito ad una lieve tendenza al miglioramento per gli inquinanti primari, emessi nell'atmosfera direttamente da sorgenti d'emissione antropogeniche o naturali, come il biossido di zolfo, il monossido di carbonio, il benzene. In particolare nell'ultimo decennio si è osservato ad una diminuzione della concentrazione degli inquinanti tipicamente prodotti dal traffico, come il CO, l'S02 e l'NO2, mentre non si riscontrano miglioramenti, ma una tendenza alla stabilità su valori elevati per il PM10 e l'03.

6.8.5. Stazioni di rilevamento ARPA – Manerbio La rete di stazioni per il monitoraggio della qualità dell'aria dell'ARPA in provincia di Brescia ha una postazione nel comune di Manerbio in via Solferino in grado di rilevare la concentrazione di N02 (biossido di azoto) e di composti azotati totali.

La normativa vigente impone un limite massimo della concentrazione media giornaliera di biossido di azoto pari a 200 µg/m3. Al fine di valutare la situazione nel comune di Manerbio sono stati analizzati i dati orari delle concentrazioni di N02 (biossido di azoto) dal 1 gennaio 2007 al 13 ottobre 2011.

Nei grafici di seguito riportati sono indicate le concentrazioni medie di N02 nei diversi mesi dell'anno e in funzione dell'orario del giorno.

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 107 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

Concentrazione mensile NO2

Si osserva la concentrazione di biossido di azoto aumenta nei periodi invernali, calando invece nei mesi estivi. La concentrazione media giornaliera si attesta al di sotto dei limiti previsti dalla normativa per tutto l'anno.

Concentrazione NO2 in funzione dell'ora del giorno

La concentrazione di biossido di azoto nell'arco della giornata presenta due massimi in corrispondenza della mattina (ore 9) e tardo pomeriggio (ore 21). Tale andamento si presenta per tutti i mesi dell'anno con livelli inferiori nei mesi estivi.

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Concentrazione NO2 in funzione dell'ora del giorno (inverno)

Concentrazione NO2 in funzione dell'ora del giorno (primavera)

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Concentrazione NO2 in funzione dell'ora del giorno (estate)

Concentrazione NO2 in funzione dell'ora del giorno (autunno)

Sono state infine analizzate le concentrazioni medie annuali e giornaliere del biossido di azoto. Per il periodo osservato si ha che i Valore Limite annuale per la protezione della salute umana di 40 μg/m3, stabilito dal D.Lgs. 155/2010 non è mai stato superato.

3 Anno N02 [µg/m ] Osservazioni orarie 2007 36.2 7587 86.6% 2008 28.6 8611 98.3% 2009 30.1 8398 95.9% 2010 30.7 8594 98.1%

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 110 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

2011 27.2 6772 77.3%

Infine dell'analisi dettagliata delle medie giornaliere si è osservato che nel periodo di osservazione (2007-2011) non ci sono stati superamenti del limite di legge per il biossido di azoto 3 (N02) pari a 200 µg/m .

Concentrazione giornaliera media di NO2

Giorni di superamento di concentrazione media 3 Mese Osservazioni giornaliera di NO2 [µg/m ] > 20 > 40 > 60 > 80 > 100 Gen 144 133 110 22 7 3 Feb 141 113 80 15 Mar 155 143 49 4 Apr 149 108 32 2 Mag 147 86 4 2 1 1 Giu 150 58 2 Lug 155 44 6 Ago 155 53 4 Sett 150 112 15 6 Ott 137 133 48 22 6 1 Nov 120 105 25 10 4 3 Dic 124 89 64 6

Concentrazione giornaliera media di NO2

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 111 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

Per quanto riguarda il valore limite orario per la protezione della salute umana: la media oraria 3 delle concentrazioni di NO2 non deve superare il valore di 200 µg/m per più di 18 volte per anno civile. Nella tabella 20 sono indicati i valori osservati di superamento della media oraria di 3 concentrazione di NO2. Si osserva che in nessun caso è stato superato il limite di 200 µg/m per più di 18 volte.

3 Superamento orario di concentrazioneN02 [µg/m ] Anno > 50 > 100 > 150 > 200 2007 1744 231 28 3 2008 985 9 2009 1080 80 2010 1287 15 2011 843 2

Superamento limite concentrazione media oraria di NO2

Infine l’esito della verifica sulla Soglia di Allarme (400 μg/m3 per 3 ore consecutive - definito dal D.Lgs. 155/2010), non risulta essere mai stata superata nel periodo in esame.

6.8.6. Inventario INEMAR (Regione Lombardia - 2005) Un'ulteriore fonte di informazione è costituita dai dati dell'inventario INEMAR della Lombardia riferiti al 2005, che consentono di individuare a livello provinciale la ripartizione percentuale delle fonti di emissione atmosferica. La situazione della provincia di Brescia è dettagliatamente espressa nelle tabelle e nel grafico che seguono.

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 112 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

Da queste elaborazioni emerge che il trasporto su strada risulta la principale fonte per i seguenti parametri: NOx, CO, CO2, VES, CO2 eq precursori di 03; risulta come secondo responsabile nel caso di COV, PM5, PM10; mentre contribuisce in maniera limitata per gli altri parametri. L'incidenza delle emissioni agricole è strettamente legata a CH4, N20, NH3, con valori molto più elevati delle altre categorie. Dalla interrogazione della banca dati INEMAR è possibile estrarre anche dati a livello comunale, così come espresso per il Comune di Ghedi nella seguente tabella.

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 113 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

Per il Comune di Ghedi si conferma il dato inerente il trasporto su strada che si attesta come principale fonte per: SO2, NOx e precursori di 03, e come fonte secondaria per: COV, CO, CO2, PM2,5, PM10 e PTS. Rilevante è anche il ruolo dell'agricoltura cui va infatti attribuito il principale contributo in merito a CH4, N20, NH3, con valori molto prossimi al 100% delle emissioni. Le combustioni non industriali riconducibili in maggior misura agli impianti residenziali contribuiscono principalmente alle emissioni di CO2 mentre i processi produttivi si configurano come fattore principale solo per quanto concerne le emissioni di PM10 e PTS. Nel Comune di Ghedi riveste un ruolo rilevante anche l'insieme delle emissioni appartenenti al macrosettore "altre sorgenti mobili e macchinari". Nell'analisi di dettaglio svolta per i settori facenti capo al macrosettore indagato emerge infatti la voce "trasporti militari" riconducibile alla presenza dell'aeroporto militare a cui è possibile imputare una parte rilevante delle emissioni di SO2 e CO. Inoltre i trasporti militari, associatamene ai

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 114 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia macchinari utilizzati per l'attività agricola, incidono significativamente anche sulle emissioni di NOx e precursori di ozono.

6.8.7. "Studio di dispersione atmosferica di inquinanti emessi sul territorio bresciano" (Università degli studi di Brescia e Comune di Brescia, 2004) Infine, per una caratterizzazione sotto il profilo della qualità dell'aria del contesto territoriale del Comune di Ghedi è possibile fare riferimento ai risultati di un dettagliato lavoro realizzato dall'Università degli Studi di Brescia in collaborazione con il Settore Ambiente ed Ecologia del Comune di Brescia, lo "Studio di dispersione atmosferica di inquinanti emessi sul territorio bresciano", il cui dominio di indagine è costituito dall'area urbana della città di Brescia che si estende per circa 5 km in direzione Est-Ovest e per quasi 10 km in direzione Nord-Sud e nella quale è compreso anche Ghedi, anche se limitatamente alla porzione settentrionale del comune. Nell'ambito dello studio, l'analisi della qualità dell'aria del dominio d'indagine è stata effettuata per l'anno solare 2000 processando i dati misurati dalla rete di monitoraggio dell'ARPA che consta di centraline di monitoraggio strategicamente ubicate sul territorio al fine di essere rappresentative della realtà di aree urbane, suburbane, e zone caratterizzate da intensi flussi di traffico autoveicolare in ingresso alla città.

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 115 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

La definizione del quadro emissivo è stata realizzata stimando le emissioni dei principale settori di attività (traffico, industria, riscaldamento) avvalendosi principalmente dei dati emissivi dell'inventario delle emissioni della regione Lombardia (INEMAR)3 in cui le diverse tipologie prese in considerazione (ossidi di azoto, polveri e microinquinanti) sono censite in 11 "macrosettori": 1. Produzione energia e trasformazione combustibili, 2. Combustione non industriale, 3. Combustione nell'industria, 4. Processi produttivi, 5. Estrazione e distribuzione combustibili, 6. Uso di solventi, 7. Trasporto su strada, 8. Altre sorgenti mobili e macchinari, 9. Trattamento e smaltimento rifiuti, 10. Agricoltura, 11. Altre sorgenti e assorbimenti. Tali macrosettori sono poi articolati più dettagliatamente in alcune centinaia di "attività". Le sorgenti vengono inoltre distinte in puntuali e diffuse. Le sorgenti puntuali corrispondono a singoli impianti e vengono descritte in un database che ne riporta i dati geometrici e di emissione mentre le sorgenti diffuse rappresentano invece l'insieme di fonti che non vengono descritte singolarmente, ma come quantità emesse complessivamente per ogni unità amministrativa che, nel caso dell'inventario regionale per la Lombardia, corrispondono ai Comuni. Le emissioni E sono pertanto stimate tramite la relazione seguente: E =A x EF dove:  A: indicatore di attività relativo al settore emissivo (es. per le acciaierie si considera la quantità di acciaio prodotta);

3 In alcuni casi le informazioni dell'INEMAR sono state integrate con altre fonti, quali il Registro Europeo delle Emissioni Inquinanti (EPER — European Pollutant Emission Register) ed il documento redatto da ENEA congiuntamente al Ministero dell'Ambiente.

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 116 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

 EF:fattore di emissione per unità di attività (ottenuti come valore medio di un elevato numero di misure). Per quanto concerne la prima tipologia di sorgenti, quelle industriali, lo studio ha preso in considerazione diverse tipologie di attività che rilasciano inquinanti in atmosfera; nel dettaglio le principali sono: produzione e distribuzione di energia, impianti di termoutilizzazione, produzione dell'acciaio, fusione dei metalli, produzione di cemento, processi metalmeccanici e di verniciatura. È inoltre stata realizzata una distinzione fra sorgenti puntuali e diffuse sul territorio. Per le prime i fattori di emissione utilizzati provengono da INEMAR (con riparametrizzazione in funzione della produzione), EPER, ENEA e dal database nazionale INVENTARIA, mentre per la stima delle emissioni industriali diffuse il data-set di riferimento C costituito dall'inventario INEMAR.

Nell'ambito del settore industriale, un particolare approfondimento è stato condotto sulla produzione di energia valutando le caratteristiche emissive del termoutilizzatore gestito da ASM Brescia, una centrale di produzione combinata di energia elettrica e termica, il cui obiettivo è quello di recuperare, da un punto di vista energetico, i rifiuti non utilmente riciclabili, e della centrale termoelettrica di cogenerazione "Lamarmora" composta da tre gruppi di combustione e due camini di emissione. Come risulta evidente dalla precedente figura estratta dallo studio, le analisi sul settore industriale confermano, per il Comune di Ghedi, la presenza nella porzione centrale, in prossimità del capoluogo, di aree caratterizzate da sorgenti diffuse che generano modeste emissioni di ossidi di azoto e si collocano nelle classi medio basse delle emissioni annuali all'interno del dominio di studio (da 1 a 4,6 t/a), delineando la situazione del Comune caratterizzato da livelli di emissione bassi. In riferimento al secondo settore di attività, il riscaldamento degli edifici, sono state condotte considerazioni separate per la città di Brescia e gli altri comuni compresi nell'area di studio. Il riscaldamento degli edifici della città di Brescia è attualmente assicurato da un sistema misto, composto per il 60% dagli impianti di cogenerazione ASM (centrale Lamarmora, Termoutilizzatore, centrale Nord) e per il 40% da impianti autonomi a metano. Le emissioni del comparto del riscaldamento con caldaie locali di edificio sono state stimate sulla base della griglia dei consumi (cfr figure successive). Per una migliore rappresentazione spaziale delle emissioni nelle simulazioni modellistiche, il territorio comunale è stato suddiviso in otto zone (cfr figure successive), sulla base di

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 117 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia una uniformità dei consumi specifici (cioè per unità di arca). Le emissioni di ciascuna zona sono state calcolate utilizzando i consumi aggregati, il potere calorifico inferiore del metano (pari a 0.0361 GJ/m3) e i fattori di emissione di fonte CORINAIR.

Con l'eccezione del Comune di Brescia, le emissioni da riscaldamento per la restante parte del dominio sono state tratte dall'inventario regionale. Analogamente a quanto svolto in relazione alle sorgenti industriali diffuse, anche in questo caso le emissioni non sono state associate all'intero territorio comunale, bensì esclusivamente alle aree residenziali. Rispetto al riscaldamento degli edifici nel Comune di Ghedi si rileva la presenza nella porzione centrale, in prossimità del capoluogo, di aree caratterizzate da emissioni di ossidi di azoto che si collocano nelle classi medio alte delle emissioni annuali all'interno del dominio di studio (da 0,945 a 2,488 t/a e da a 2,488 a 9,17 t/a).

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 118 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

L’ultimo settore oggetto dello studio è il traffico stradale. Lo sviluppo di metodologie di stima delle emissioni inquinanti è oggetto del programma europeo CORINAIR4 che fa parte del programma informatico, denominato COPERT, concepito per calcolare emissioni da traffico aggregate a livello nazionale. Sulla base della metodologia COPERT è stato sviluppato un programma di calcolo delle emissioni inquinanti da traffico stradale denominato TREFIC ("TRaffic Emission Factor Improved Calculation") che implementa metodologie ufficiali di calcolo dei fattori di emissione in un "frame" di calcolo a "step", in grado sia di determinare, per tratto stradale, emissioni aggregate su qualsiasi base temporale, sia di produrre in automatico file di input per l'esecuzione di simulazioni modellistiche dispersione degli inquinanti in atmosfera. Come detto, il programma si basa sulla metodologia COPERT per il calcolo degli EF dei veicoli a motore considerando alcune caratteristiche specifiche, tra cui: tipologia di veicolo; consumo di carburante; velocità media di percorrenza; tipologia di strada. La metodologia di calcolo degli EF contiene tutte le istruzioni necessarie per determinare le emissioni dei veicoli a motore. La metodologia CORINAIR prevede, per molti degli inquinanti atmosferici tipici del traffico (N0x, N20, S0x, VOC, CH4, CO, CO2, NH3, polveri totali, metalli pesanti, IPA, diossine e furani), la valutazione degli EF in termini di massa d'inquinante emessa per unità di percorrenza (g/km). Tali coefficienti dipendono: dal tipo di carburante (benzina, gasolio, gpl), dal tipo di veicolo (motociclo, autovettura, veicolo commerciale leggero o pesante, autobus...); dalla velocità media di percorrenza o dal tipo di strada percorsa (urbana, extraurbana, autostrada); dalla cilindrata del motore per i veicoli passeggeri e dalla portata nel caso di veicoli commerciali; dall'età del veicolo, o più precisamente dall'anno di costruzione. Disponendo di informazioni specifiche, i fattori di emissione possono dipendere anche da: pendenza media del tratto di strada; effettivo carico nel caso di veicoli commerciali pesanti. L'età del veicolo permette di risalire alla tecnologia costruttiva, normata dalle varie direttive che in ambito europeo hanno nel tempo regolamentato le massime emissioni dei nuovi motori prodotti. Tale informazione consente anche di legare il fattore d'emissione allo stato di efficienza e di manutenzione

4 Il comparto del progetto relativo al traffico sviluppa e mantiene aggiornata, sulla base delle nuove informazioni messe a disposizione dalla ricerca, una metodologia per la stima delle emissioni a partire dai fattori d'emissione (per unità di percorrenza), relativi ai singoli veicoli appartenenti a categorie codificate.

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 119 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia del veicolo stesso. I dati inerenti i flussi di traffico sulle strade considerate utilizzati per implementare il programma TREFIC derivano dalla rete di rilevamento del traffico gestita dalla società Brescia Trasporti S.p.A., e rielaborati con l'ausilio di un modello di traffico messo a disposizione dal Dipartimento di Ingegneria Civile dell'Università di Brescia.

Le strade considerate sono state divise in tre categorie:  Urbane: comprendente tutte quelle appartenenti all’area urbana di Brescia;  Extraurbane: ulteriormente suddivise in due gruppi, in base al presumibile aumento di congestionamento del traffico in quelle che fanno accesso all’area urbana di Brescia;  Autostrade – tra cui l’A4 e l’A21 e la tangenziale sud di Brescia Il Comune di Ghedi è interessato dalla viabilità extraurbana (S.P. 24 e S.P. 668). La variabilità temporale delle emissioni è descritta su base giornaliera, settimanale ed annuale da profili tipici dei volumi di traffico di realtà metropolitane italiane (figure successive). Tali profili stimano durante il giorno due picchi di traffico alle ore 9 e alle delle ore 18.

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 120 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

Profili temporali annuali, giornalieri, settimanali di modulazione delle emissioni nelle simulazioni modellistiche dell’inquinamento da traffico sulle strade

La tabella successiva presenta le velocità medie di percorrenza utilizzate nel calcolo delle emissioni da traffico. Tra le extraurbane, i tratti compresi entro i confini comunali della città di Brescia sono stati considerati a più lenta percorrenza, in quanto presumibilmente più congestionati.

Velocità medie di percorrenza utilizzate per categoria di strada (km/h) Urbane Extraurbane (lente) Autostrade Moto 30 70 -50 110 Auto 30 70 -50 110 Commerciali leggeri 30 60 -40 100 Commerciali pesanti 30 50 -30 80

La determinazione delle emissioni stradali è legata anche alla composizione del parco veicoli circolanti, che varia nel tempo e localmente può differire anche significativamente rispetto al parco nazionale. Come composizione del parco circolante è stata adottata quella relativa ai veicoli immatricolati a livello nazionale e riferita all'anno 1998. Le immatricolazioni sono state ripartite nelle tre diverse tipologie di strada sulla base di percentuali fornite dall'Università di Brescia. La successiva carta rappresenta le emissioni medie di NOx stimate per la rete stradale considerata. Sul territorio comunale di Ghedi e nell'arca limitrofa la fonte emissiva principale e rappresentata dalle strade principali che attraversano il territorio comunale, tutte caratterizzate da un livello di emissioni compreso fra 3 e 6 kg/km/h.

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Le emissioni del traffico urbano dei comuni diversi da Brescia sono state desunte dall'inventario INEMAR. i risultati per quanto concerne gli NOx sono esplicitati nella carta che segue.

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Il prodotto finale dello Studio dell'Università degli Studi di Brescia e del Comune di Brescia consiste nella realizzazione di simulazioni modellistiche della dispersione degli inquinanti aeriformi volte a cogliere l'impatto sulla qualità dell'aria delle sorgenti emissive considerate. Le simulazioni sono state condotte tramite il codice di calcolo ARIA Impact che utilizza una formulazione gaussiana classica basata sulla parametrizzazione della turbolenza mediante la definizione delle categorie di stabilità atmosferica; esse sono state realizzate per l'intera arca di studio indagata suddivisa in celle quadrate di 500 metri di lato. Nelle simulazioni sono state prese in esame le principali attività antropiche responsabili di emissioni inquinanti in atmosfera individuate in modo da evidenziare i rispettivi apporti all'inquinamento a scala locale: sorgenti industriali, traffico stradale, riscaldamento residenziale. Per quanto concerne gli inquinanti, nello studio sono stati presi in esame gli ossidi di azoto, le polveri fini ed i microinquinanti, ovvero gli inquinanti che destano maggior preoccupazione per il rispetto dei valori previsti dalla normativa. L'inquinamento da traffico stradale è stato simulato utilizzando sorgenti di tipo "lineare" per descrivere le emissioni dalla viabilità principale (autostrada A4, tangenziale S, extraurbane, urbane di Brescia), mentre le informazioni sulle strade urbane negli altri Comuni, sono state stimate su un grigliato delle dimensioni pari a quelle della maglia di calcolo. La tabella seguente presenta un quadro riassuntivo dei risultati in termini di valori massimi sull'intero dominio di studio delle medie annuali, evidenziando altresì il comparto emissivo che contribuisce maggiormente alle ricadute al suolo di ciascun inquinante.

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Dalle successive mappe che illustrano i risultati delle simulazioni è possibile trarre considerazioni sulla realtà del comune di Ghedi, a confronto con i comuni limitrofi.

In funzione della concentrazione inedia annuale NOx g/m3) attribuita a tutte le sorgenti considerate, il Comune di Ghedi presenta livelli di concentrazione medie, raggiungendo livelli di

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 124 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia concentrazione pari ai comuni contermini e inferiori rispetto ai valori stimati sull'intero territorio di studio. Scindendo le concentrazioni delle singole componenti la situazione delineata per Ghedi è attribuibile principalmente alla presenza sul territorio comunale di modeste sorgenti industriali. Meno significativo è l'apporto riconducibile al riscaldamento civile, come emerge nei successivi estratti cartografici.

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 125 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

L’apporto del riscaldamento civile risulta essere assai limitato, anche grazie alla diffusione del teleriscaldamento sul territorio bresciano.

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I valori più significativi sono calcolati nel territorio comunale di Brescia, Rezzato e Mazzano. Il comune di Ghedi presenta valori bassi.

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Come si desume dalla mappa tematica ottenuta dalle simulazioni relative alla concentrazione media annuale di PM10, il territorio comunale di Ghedi presenta medio-alti livelli di concentrazione, attribuibili anche in questo caso in via principale al traffico e alle sorgenti industriali e in minor misura al riscaldamento civile.

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I valori massimi delle concentrazioni dovute al traffico si raggiungono nelle arterie stradali a massima percorrenza.

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Il contributo del riscaldamento civile è più contenuto rispetto ai comparti emissivi del traffico e delle attività industriali.

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I valori più significativi sono calcolati nel territorio comunale di Brescia, Rezzato e Mazzano. Il comune di Ghedi presenta valori bassi.

6.9. Inquinamento acustico, elettromagnetico e luminoso Le problematiche legate a queste tipologie di inquinamento sono emerse nella loro reale e significativa consistenza solo in tempi recenti. La causa principale è riconducibile alla minor valenza generalmente attribuita ai particolari aspetti connessi a queste problematiche rispetto ad altre (inquinamento atmosferico, inquinamento delle acque, gestione dei rifiuti). Ulteriore fattore che ha generalmente portato a sottovalutare tali tematiche riconducibile alla natura degli effetti di tali forme di inquinamento, che sono in genere poco evidenti, subdoli, non eclatanti, come invece accade per le conseguenze di altre forme di inquinamento ambientale.

6.9.1. La zonizzazione acustica del territorio comunale Tra le strategie volte alla riduzione del rumore, la classificazione acustica del territorio rappresenta per l'ente locale uno strumento di pianificazione essenziale per poter disciplinare l'uso e

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 131 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia le attività svolte nel territorio stesso. L'Amministrazione Comunale di Ghedi, osservando i principi fondamentali in materia di tutela dell'ambiente e della salute del cittadino dall'inquinamento acustico, in attuazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1 marzo 1991 e della Legge 26 ottobre 1995 n. 447 "Legge quadro sull'inquinamento acustico", ha provveduto, con atto deliberativo n.49 del 08.02.2000, affinché il Comune di Ghedi si dotasse di un piano per la classificazione acustica del territorio comunale, al fine di poter disporre di una zonizzazione del territorio comunale e quindi dell'assegnazione, a ciascuna delle "zone acustiche" individuate, di una delle sei classi indicate dal Decreto. Durante l'iter di approvazione del piano di classificazione, la Regione Lombardia ha adottato con Deliberazione n. VII/9776 Seduta del 2 luglio 2002 i "Criteri tecnici di dettaglio per la redazione della classificazione acustica del territorio comunale". Il Comune di Ghedi, con deliberazione del Consiglio Comunale del 31.03.2009 ha aggiornato il proprio Piano di Zonizzazione Acustica adeguandolo alla normativa corrente. Le indagini condotte nell'ambito dell'attività di adeguamento del piano sono risultate una valida base nell'individuazione di elementi attuali, utili alla descrizione dello stato dell'ambiente del territorio comunale di Ghedi in merito alla componente "rumore". Tale impostazione è giustificata dal fatto che, in relazione alla finalità principale dello strumento in esame - la pianificazione del territorio in relazione ai livelli di rumorosità gli estensori del piano, nell'attribuzione delle classi acustiche di appartenenza secondo i criteri tecnici dettati dalla Regione Lombardia, non possono prescindere dalla situazione di fatto dal punto di vista urbanistico e insediativo oltre che sugli interventi previsti (infrastrutture, sviluppo di nuove aree a destinazione produttiva, residenziale, ecc.), con l'obiettivo di regolamentare il contesto acustico esistente e di dettare le linee guida per la tutela di quello futuro. L'analisi della documentazione predisposta per l'adeguamento della zonizzazione acustica del territorio comunale consente di esprimere le seguenti considerazioni:  sono state inserite in classe II le aree del centro abitato caratterizzate da bassa densità di popolazione e strade con traffico veicolare locale, in particolare la fascia sul lato ovest che dall'area della casa di riposo arriva fino al centro sportivo di via Olimpia, oltre alla zona del cimitero e ai plessi scolastici; le aree urbanizzate caratterizzate da una media densità di popolazione o prossime alle vie di comunicazione principali sono state classificate in classe III  all'interno del perimetro del centro abitato è stato individuato un unico ambito, l'area occupata dalla casa di riposo, a cui è stato possibile attribuire una classe di particolare tutela (classe I - aree particolarmente protette), in virtù della vocazione urbanistica e dell'assenza di particolari sorgenti disturbanti. In classe I ricade anche il parco agricolo intercomunale, posizionato a sud rispetto al centro abitato, per la sua destinazione rivolta alla valorizzazione dei beni naturali cd ambientali in cui è esclusa qualsiasi edificazione, circondato da una fascia di tutela di ampiezza 50 metri ricadente in classe II;  nella porzione di territorio esterna al centro abitato si rileva un certo bilanciamento nell'attribuzione delle classi intermedie (III, e IV). La maggior parte del territorio comunale periurbano è infatti ricompreso in classe III (destinazione agricola). Alla restante quota parte, poiché generalmente interessata da fasce di tutela relative alle strade ad intenso traffico e dalle aree a destinazione produttiva/industriale (o aree ad esse confinanti), è stata attribuita la classe IV;  le principali sorgenti di rumore riconosciute sono il traffico veicolare e le attività produttive- industriali, a cui corrispondono le classi acustiche con limiti assoluti meno restrittivi (classi IV, V e VI);  gli insediamenti produttivi-industriali (fonti rumorose di tipo puntiforme) sono principalmente concentrati negli ambiti produttivi-industriali che si sviluppano a nord e a sud della S.P. 668 e nell'area industriale a nord del centro abitato. Dette zone risultano classificate omogeneamente in classe VI e prevedono idonee zone cuscinetto (classe V) a separazione dalle classi inferiori, in aderenza con il fenomeno di graduale decadimento dei livelli rumorosi tipico della propagazione sonora;  il territorio comunale di Ghedi è direttamente interessato da interventi di infrastrutture viarie sovracomunali esistenti e di progetto (arterie stradali extraurbane principali, linea ferroviaria). La S.P. 668, la S.P. 24 e la linea ferroviaria Brescia — Parma, risultano all'attualità le arterie extraurbane più importanti per le ricadute acustiche;

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 132 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

 l'ambito interessato dall'impianto sportivo del tiro al piattello, per la sua natura notevolmente incidente sul contesto acustico è classificata in classe VI, e presenta zone cuscinetto in classe V e IV. In classe VI rientra anche un'ampia area adibita ad attrezzature ricettive e ricreative posizionata a nord della S.P. 668 (discoteca Florida).

L'analisi della situazione del Comune ha evidenziato la presenza sul territorio di alcuni ambiti a potenziale vocazione impattante sul contesto acustico rappresentati in particolare dai poli produttivi e dalle arterie viarie (esistenti e di progetto). L'assetto urbanistico e territoriale del Comune di Ghedi caratterizzato da:  delocalizzazione delle attività industriali concentrate, in massima parte, in zone dedicate;  presenza di arterie viarie di interesse sovracomunale, di grande portata e ad elevato scorrimento esterne ai centri abitati: due strade principali (S.P. 668 SP 24), linea ferroviaria Brescia - Parma;  attribuzione della classe II e III alla maggior parte del territorio occupato dagli abitati;  localizzazione dei ricettori sensibili in zone opportunamente previste in classe I; contribuisce positivamente affinché il contesto acustico si presenti ben definito dalle attribuzioni di classe, consentendo un'adeguata individuazione delle aree potenzialmente vulnerabili c/o di valenza (ricettori sensibili - classi I e II) e delle aree con evidenze di criticità più o meno spiccate (sorgenti principali - classi IV, V e VI).

6.9.2. Inquinamento Elettromagnetico Da sempre sulla Terra è presente un fondo naturale di radiazione elettromagnetica non ionizzante dovuto ad emissioni del Sole, della Terra stessa e dell'atmosfera. Il progresso tecnologico ha aggiunto a questo fondo naturale un contributo sostanziale dovuto alle sorgenti legate alle attività umane. Parallelamente agli enormi benefici dovuti alle varie forme di uso dell'elettricità, sono cresciute le preoccupazioni per i potenziali rischi sanitari e di impatto sull'ambiente delle onde elettromagnetiche, dato che l'esposizione a loro complesse miscele di diverse frequenze riguarda ogni individuo della popolazione. In tutti gli ambienti domestici esistono infatti campi elettromagnetici: ciò è dovuto alla presenza degli impianti elettrici, ma anche e soprattutto ad una serie di apparecchiature ormai largamente diffuse quali tutti gli elettrodomestici, televisore, forni a microonde, ripetitori radio, telefonia cellulare, computer, trasformatori di lampade alogene, phon e così via. L'uomo risulta interessato da questo tipo di fenomeno in un numero sempre maggiore di circostanze anche all'esterno degli ambienti abitativi a causa della sempre più crescente diffusione dei telefoni cellulari, delle apparecchiature elettriche, elettroniche e per telecomunicazioni. L'aumento dell'interesse circa i diversi aspetti legati ai campi elettromagnetici ha spinto gli organi di governo preposti del nostro Paese a cercare di creare una ben precisa normativa per la regolamentazione di questo ambito, con riferimento particolare agli elettrodotti e ai sistemi per telecomunicazioni e radiotelevisivi.

I campi elettromagnetici I campi elettromagnetici (CEM) hanno origine dalle cariche elettriche e dal movimento delle cariche stesse (corrente elettrica). Infatti l'oscillazione delle cariche elettriche (per esempio in un'antenna o in un conduttore percorso da corrente) produce campi elettrici e magnetici che si propagano nello spazio sotto forma di onde. Le onde elettromagnetiche sono una forma di propagazione dell'energia nello spazio e, a differenza delle onde meccaniche (es. onde sonore) per le quali c'è bisogno di un mezzo, si possono propagare anche nel vuoto. Il campo elettrico (E) e il campo magnetico (H) oscillano perpendicolarmente alla direzione dell'onda. La velocità di propagazione delle onde elettromagnetiche è di 300.000 km/s (chilometri al secondo). Ogni onda elettromagnetica è definita dalla sua frequenza. Questa rappresenta il numero delle oscillazioni compiute in un secondo dall'onda e si misura in cicli al secondo o Hertz (Hz). Maggiore è la frequenza di un'onda, maggiore è l'energia che essa trasporta. Altre unità di misura caratteristiche dell'onda elettromagnetica sono quelle che misurano

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 133 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia l'intensità del campo elettrico, quella del campo magnetico, quella dell'energia trasportata. L’insieme di tutte le possibili onde elettromagnetiche, al variare delle frequenza, viene chiamato spettro elettromagnetico.

Come si vede dalla figura lo spettro può essere diviso in due regioni:  radiazioni non ionizzanti (NIR = Non Ionizing Radiations);  radiazioni ionizzanti (IR = Ionizing Radiations) a seconda che l'energia trasportata dalle onde elettromagnetiche sia o meno sufficiente a ionizzare gli atomi, cioè a strappar loro gli elettroni e quindi a rompere i legami atomici che tengono unite le molecole nelle cellule. Le radiazioni non ionizzanti comprendono le frequenze fino alla luce visibile. Le radiazioni ionizzanti coprono la parte dello spettro dalla luce ultravioletta ai raggi gamma. È alle radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti con frequenza inferiore a quella della luce infrarossa che ci si riferisce quando si parla di inquinamento elettromagnetico. In relazione ai possibili effetti delle onde sugli organismi viventi, si possono suddividere le radiazioni non ionizzanti in due gruppi di frequenze:  frequenze estremamente basse o ELF 0 Hz— 300 Hz;  radiofrequenze o RF 300 Hz — 300 GHz Ai due gruppi di frequenze sono associati diversi meccanismi di interazione con la materia vivente:  i campi a bassa frequenza (ELF) inducono delle correnti nel corpo umano;  i campi ad alta frequenza (RE) cedono invece energia ai tessuti sotto forma di riscaldamento.

Le principali sorgenti di campi elettromagnetici che interessano gli ambienti di vita possono essere suddivise in base alle frequenze a cui operano. Generano campi a "bassa frequenza":  le lince di distribuzione della corrente elettrica ad alta, media e bassa tensione (elettrodotti);  gli elettrodomestici e i dispositivi elettrici in genere. Generano campi a "radiofrequenza":  gli impianti di telecomunicazione (impianti radiotelevisivi, stazioni radio-base, telefoni cellulari....);  forni a microonde, apparati per saldatura e incollaggio a microonde, etc.

Elettrodotti e distribuzione dell'energia elettrica L'energia elettrica viene portata dai centri di produzione agli utilizzatori (case, industrie...) per mezzo di elettrodotti che lavorano con tensioni di intensità variabile fino a 380.000 volt (380 kV). La rete di distribuzione dell'energia elettrica è formata da una grande maglia di elettrodotti che costituiscono un complesso circuito caratterizzato dalle linee, dalle centrali elettriche e dalle cabine di trasformazione. Queste ultime hanno la funzione di trasformare la corrente ad alta tensione prodotta dalle centrali dapprima in media tensione e poi in tensioni più basse fino ai valori utilizzati nelle

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 134 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia applicazioni pratiche. Per tensioni fino a 15000 volt e per tratte di linee urbane in bassa tensione a volte vengono utilizzate le lince interrate. Il campo elettrico dipende dalla tensione e ha un'intensità tanto più alta quanto più aumenta la tensione di esercizio della linea (dai 220 volt dell'uso domestico ai 380.000 volt delle linee di trasmissione più potenti). Il campo magnetico dipende invece dalla corrente che scorre lungo i fili conduttori delle linee ed aumenta tanto più è alta l'intensità di corrente sulla linea. L'intensità dei campi elettrico e magnetico diminuisce all'aumentare della distanza dal conduttore. I campi elettrico e magnetico dipendono anche dal numero e dalla disposizione geometrica dei conduttori, nonché dalla distribuzione delle fasi della corrente tra i conduttori stessi. In particolare le linee di trasporto possono viaggiare in terna singola (una linea con i tre conduttori per le tre fasi) o in terna doppia (due lince di tre conduttori ciascuna su di un'unica serie di tralicci). Il campo elettrico è facilmente schermabile da parte di materiali quali legno o metalli, ma anche alberi o edifici: tra l'esterno e l'interno degli edifici si ha quindi una riduzione del campo elettrico. Il campo magnetico è difficilmente schermabile e diminuisce soltanto allontanandosi dalla linea.

Infrastrutture per telecomunicazioni Un impianto di telecomunicazione è un sistema di antenne la cui funzione principale è quella di consentire la trasmissione di un segnale elettrico, contenente un'informazione, nello spazio aperto sotto forma di onda elettromagnetica. Le antenne possono essere sia trasmittenti (quando convertono i segnale elettrico in onda elettromagnetica) sia riceventi (quando operano la trasformazione inversa). Gli impianti di telecomunicazioni trasmettono ad alta frequenza (tipicamente le frequenze utilizzate sono comprese tra i 100 kHz e 300 GHz). Le diverse metodologie di trasmissione possono essere utilmente riassunte in:  broadcasting: da un punto emittente a molti punti riceventi, come accade per i ripetitori radiotelevisivi e le stazioni radio base della telefonia cellulare;  direttiva: da punto a punto, quella ad esempio dei ponti radio.

I ripetitori radiotelevisivi sono situati per lo più in punti elevati del territorio (colline o montagne), dato che possono coprire bacini di utenza che interessano anche diverse province. La potenza in antenna è generalmente superiore al kW; entro circa dieci metri dai tralicci di sostegno, l'intensità di campo elettrico al suolo può raggiungere valori dell'ordine delle decine di V/m. Tuttavia la localizzazione di queste antenne, prevalentemente al di fuori dei centri abitati, permette di realizzare installazioni in regola con le norme di sicurezza relative all'esposizione della popolazione. Le stazioni radio base (SRB) per la telefonia cellulare sono gli impianti di telecomunicazione che, per la loro capillare diffusione nei centri abitati, generano maggiore preoccupazione tra i cittadini. Il servizio di telefonia cellulare viene realizzato tramite un sistema complesso di tipo broadcasting che è la rete radiomobile. Essa è distribuita sul territorio ed è costituita da un insieme di elementi, ognuno dei quali è in grado di dialogare con gli altri: lc centrali di calcolo in grado di localizzare l'utente e di gestirne la mobilità, le centrali che fisicamente connettono le linee, le Stazioni Radio Base e i telefoni cellulari. Ciascuna SRB è costituita da antenne che trasmettono il segnale al telefono cellulare ed antenne che ricevono il segnale trasmesso da quest'ultimo. Le antenne possono essere installate su appositi tralicci, oppure su edifici, in modo che il segnale possa essere irradiato senza troppe attenuazioni sul territorio interessato. Ogni SRB interessa una porzione limitata di territorio, detta comunemente "cella". A differenza degli impianti radiotelevisivi sono usati bassi livelli di potenza per evitare che i segnali provenienti da celle attigue interferiscano tra loro. Inoltre, grazie anche alle particolari tipologie di antenne impiegate, i livelli di campo elettromagnetico prodotto si attestano, nella maggioranza dei casi, a valori compatibili con i limiti di legge. Al suolo, i livelli di campo elettrico che si riscontrano entro un raggio di 100-200 m da una stazione radio base sono generalmente compresi tra 0.1 e 3 V/m, mentre il decreto nazionale fissa a 20 V/m il limite di esposizione e a 6 V/in la misura di cautela (nel caso di edifici adibiti a prolungata permanenza). Sempre entro un raggio di 100-200 m dalla stazione, all'aumentare dell'altezza da terra fino alla

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 135 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia quota dell'antenna, il campo elettrico aumenta poiché ci si avvicina alla direzione di massimo irraggiamento delle antenne trasmittenti (che di solito sono poste a 25-30 m da terra). In zone caratterizzate da alta densità di popolazione è necessaria l'installazione di un numero elevato di SRB, tuttavia la vicinanza relativa tra gli impianti stessi impone che le potenze in antenna siano mantenute, per quanto possibile, ridotte onde evitare i problemi dovuti alle interferenze dei segnali.

I ponti radio sono un esempio di sistemi a trasmissione direttiva. Essi sono realizzati con antenne paraboliche che irradiano l'energia elettromagnetica in fasci molto stretti per collegare tra loro due antenne anche molto lontane e tra le quali non devono essere presenti ostacoli. Solitamente vengono utilizzate potenze molto basse (spesso anche inferiori al Watt). Caratterizzano questo tipo di trasmissione: l'elevato impatto visivo di questi impianti, l'elevata direttività delle antenne e le basse potenze utilizzate.

Telefoni cellulari Il telefono cellulare è una parte del sistema che costituisce le rete radiomobile. un dispositivo a bassa potenza che riceve e trasmette radiazione elettromagnetica nella banda delle cosiddette microonde. Anche se gli apparecchi cellulari trasmettono potenze assai inferiori rispetto alle stazioni radio base, la testa dell'utente, che nella maggior parte dei casi si trova quasi a contatto con l'antenna, è sottoposta ad un assorbimento di potenza elevato. Tuttavia, le linee guida nazionali ed internazionali fissano standard operativi per evitare che questa esposizione causi significativi aumenti locali della temperatura. Le intensità di campo elettrico a 5 cm dall'antenna di un telefono cellulare non è trascurabile, la quantità di potenza assorbita diminuisce con la distanza: a 30 cm dal telefono mobile essa è generalmente ridotta di circa 100 volte. Negli ultimi anni sono stati condotti vari studi sull'esposizione della testa ai campi RF prodotti dai telefoni cellulari, e alcuni studi sono tuttora in corso. Fino ad ora la maggior parte dei risultati resi ufficiali indica che tale esposizione non produce aumenti significativi di temperatura.

Il territorio comunale di Ghedi In relazione alle sorgenti fisse di campi elettromagnetici che generano campi ad "alta frequenza" l'indagine è consistita nella verifica con i tecnici dell'Ufficio Tecnico Comunale della presenza sul territorio di impianti di telecomunicazione (impianti radiotelevisivi, stazioni radio-base) e di linee per il trasporto dell'energia/elettrica. Dalle informazioni messe a disposizione dagli Uffici è stato possibile accertare che all'attualità sul territorio comunale sono presenti i seguenti impianti fissi per la telecomunicazione (SRB).

TRALICCIO DI VIA PARTI SERA  SRB H3G denominata "Ghedi Nord"; -  SRB 3LEITRONICA denominata "Ghedi Nord"  SRB e Sistema DVBH (Digital Video Broadcasting Handeld);

TRALICCIO DI VIA ABBA  TELECOM  SRB WIND denominata "Ghedi 2";  SRB TIM denominata "Ghedi";

TRALICCI DI VIA ISORELLA (DEPURATORE E CENTRALE ENEL):  SRB VODAFONE denominata "Ghedi";  SRB WIND denominata "Ghedi";  SRB H3G denominata "Ghedi Sud";  SRB 3LETFRONICA denominata "Ghedi Sud" con installazione di SRB e Sistema DVBH (Digital Video Broadcasting Hancleld);

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 136 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

TRALICCIO DI VIA VOLTA  SRB VODAFONE denominata "Ghedi FS".

Per tutti gli impianti è stata direttamente visionata la valutazione di impatto elettromagnetico proposta dai gestori e validata da ARPA, attestante in tutti i casi che "il campo elettrico generato dall'impianto nei punti ritenuti di maggior criticità e libero accesso alla popolazione, dà luogo a valori inferiori al limite normativo". In relazione alle sorgenti fisse di campi elettromagnetici che generano campi a "bassa frequenza" l'indagine è consistita nella verifica dell'eventuale presenza sul territorio di linee di distribuzione della corrente elettrica (elettrodotti). Si ricorda che le tensioni di esercizio delle linee elettriche in Italia sono 15 e 60 kV per la bassa e media tensione, 130, 132, 220, 380 kV per l'alta tensione e che le linee con tensione minore o uguale 132 kV sono utilizzate per la distribuzione di energia elettrica verso l'utenza, mentre le alte tensioni servono per il trasporto dalle centrali alla distribuzione. Dall'analisi della documentazione e delle informazioni messe a disposizione dagli Uffici e/o reperite dal Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale (GRTN) è stato possibile accertare che, sul territorio comunale di Ghedi, tra le sorgenti ad alta tensione sono presenti 4 lince elettriche di tipo aereo. Due delle quattro linee transitanti sul territorio sono gestite da Terna, le restanti sono gestite da Enel; due linee, con tensione, rispettivamente, di 380 KV e di 132 KV attraversano il territorio comunale a sud del centro abitato, scendendo da ovest verso sud-est; parallela al confine ovest con il comune di Bagnolo, è presente una linea a 132 KV che si collega alla già citata linea a 380 KV. La porzione più meridionale del comune, è attraversata, sempre in direzione ovest-est, da un elettrodotto con tensione 220 KV (tutte le linee elettriche sono riportate sulla carta delle sensibilità ambientali del territorio quali elementi di potenziale criticità-vulnerabilità). Si evidenzia che anche in ambiente domestico sono presenti sorgenti di campo quali elettrodomestici e strumenti di uso personale (es. telefoni cellulari): le esposizioni che ne derivano, sebbene talvolta intense, sono però nella maggior parte dei casi di breve durata e interessano porzioni limitate del corpo dell'utilizzatore. Le maggiori sorgenti esterne, in generale, investono invece in modo più uniforme il corpo umano e presentano un'emissione meno variabile nel tempo. L'esposizione a queste ultime sorgenti, inoltre, non è direttamente sotto il controllo della popolazione esposta, a differenza della maggior parte delle sorgenti domestiche. Proprio per tali ragioni, la riduzione dell'esposizione in ambiente domestico (elettrodomestici, televisori, forni a microonde, telefoni cellulari, ecc.), governabile dall'utente finale, è un aspetto da considerare con attenzione: semplici accorgimenti che accompagnano l'uso degli strumenti elettrici (incremento della distanza dalle fonti, utilizzo di auricolari, ecc.) permettono infatti di limitarla in modo sostanziale.

6.9.3. Inquinamento Luminoso A seguito dell'entrata in vigore della Legge Regionale n. 17 del 27/03/2000 "Misure urgenti in tema di risparmio energetico ad uso di illuminazione esterna e di lotta all'inquinamento luminoso" e s.m.i. e delle D.G.R. attuative n. 7/2611 dell'il /12/2000 e n. 7/6162 del 20/09/2001:  viene considerato inquinamento luminoso dell'atmosfera ogni forma di irradiazione di luce artificiale che si disperda al di fuori delle aree a cui essa è funzionalmente dedicata e, in particolar modo, oltre il piano dell'orizzonte;  viene considerato inquinamento ottico o luce intrusiva ogni forma di irradiazione di luce artificiale diretta su superfici o cose cui non è funzionalmente dedicata o per le quali non è richiesta alcuna illuminazione;  tutti gli impianti di illuminazione esterna, pubblica e privata in fase di progettazione o di appalto devono essere eseguiti a norma antinquinamento luminoso e a ridotto consumo energetico.

Osservatori astronomici e relative fasce di rispetto

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 137 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

Una delle finalità principali della L.R. 17/2001 e s.m.i. è "la tutela dell'attività di ricerca scientifica e divulgativa svolta dagli osservatori astronomici profèssionali di rilevanza regionale o provinciale o di altri osservatori scientifici". Il censimento da parte dell'organo regionale degli osservatori esistenti sul territorio lombardo e l'individuazione di idonee fasce di rispetto rappresentano un elemento di tutela. L'art. 10 (Elenco degli osservatori) della L.R. 17/2001 individua l'elenco degli osservatori astronomici lombardi per cui valgono le disposizioni dell'art. 5 (disposizioni in materia di osservatori astronomici) secondo cui:  sono tutelati dalla presente legge gli osservatori astronomici ed astrofisici statali, quelli professionali e non professionali di rilevanza regionale o provinciale che svolgano ricerca e divulgazione scientifica, nonché le aree naturali protette di cui alla lettera f) del comma 1 dell'articolo 1 bis;  la Giunta regionale: . aggiorna annualmente l'elenco degli osservatori, anche su proposta della Società Astronomica Italiana e dell'Unione Astrofili Italiani; . provvede inoltre ad individuare mediante cartografia in scala adeguata le fasce di rispetto, inviando ai comuni interessati copia della documentazione cartografica. La prima delibera di riferimento specifica per l'individuazione degli osservatori è la D.G.R. 7/2611 dell'11/12/2000 in cui viene adottato l'Aggiornamento dell'elenco degli osservatori astronomici in Lombardia e determinazione delle relative fasce di rispetto".

Il territorio comunale di Ghedi Come si può osservare dagli estratti cartografici alla D.G.R. n. 7/2611/2000 allegati in calce al capitolo:  in corrispondenza di tutto il territorio comunale, è previsto il rispetto delle disposizioni generali di cui all'art. 6 (Regolamentazione delle sorgenti di luce e dell'utilizzazione di energia elettrica da illuminazione esterna) finalizzate alla riduzione sul territorio regionale dell'inquinamento luminoso e dei consumi energetici esso derivanti;  l'osservatorio più prossimo al territorio comunale di Ghedi è l'Osservatorio astronomico Civica Specola Cidnea di Brescia (a circa 10 km in direzione nord-ovest);  il Comune di Ghedi rientra nella fascia di rispetto dello stesso Osservatorio individuato dalla R.L. e risulta quindi anche assoggettato dalle disposizioni specifiche previste dall'art. 9 (Disposizione per le zone tutelate) della L.R. 17/2001.

Si riportano di seguito gli estremi principali di dette disposizioni specifiche: 1. La modifica e la sostituzione degli apparecchi per l'illuminazione, secondo i criteri indicati nel presente articolo, è effettuata entro e non oltre il 31 dicembre 2007 a tal fine, qualora le norme tecniche e di sicurezza lo permettano, si procede in via prioritaria all'adeguamento degli impianti con l'impiego di apparecchi ad alta efficienza e minore potenza installata. 2. Per l'adeguamento degli impianti luminosi di cui al comma 1, i soggetti privati possono procedere, in via immediata, all'installazione di appositi schermi sull'armatura ovvero alla sola sostituzione dei vetri di protezione delle lampade, nonché delle stesse, purché assicurino caratteristiche finali analoghe a quelle previste dal presente articolo e dall'articolo 6. 3. Per la riduzione del consumo energetico, i soggetti interessati possono procedere, in assenza di regolatoti del flusso luminoso, allo spegnimento del cinquanta per cento delle sorgenti di luce entro le ore venti/re nel periodo di ora solare ed entro le ore ventiquattro nel periodo di ora legale. Le disposizioni relative alla diminuzione dei consumi energetici sono facoltative per le strutture in cui vengono esercitate attività relative all'ordine pubblico e all'amministrazione della giustizia e della difesa. 4. Tutte le sorgenti di luce altamente inquinanti già esistenti, come globi, lanterne o similari, devono essere schermate o comunque dotate di idonei dispositivi in grado di contenere e dirigere a terra flusso luminoso comunque non oltre 15 cd per 1000 lumen a 90° ed oltre, nonché di vetri di protezione trasparenti. È concessa deroga, secondo specifiche indicazioni concordate tra i comuni interessati e gli osservatori astronomici competenti per le sorgenti di luce internalizzate e quindi, in concreto, non inquinanti, per quelle con emissione non superiore a 1500 lumen cadauna (fino a un massimo di tre centri con singolo punto luce), per quelle di uso temporaneo o che vengano spente normalmente entro le ore venti nel periodo di

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ora solare ed entro le ore ventidue nel periodo di ora legale, per quelle di cui sia prevista la sostituzione entro quattro anni dalla data di entrata in vigore della presente legge. Le insegne luminose non dotate di illuminazione propria devono essere illuminate dall'alto verso il basso. In ogni caso tutti i tipi di insegne luminose di non specifico e indispensabile uso notturno devono essere spente entro le ore ventitré nel periodo di ora legale ed entro le ore ventidue nel periodo di ora solare. 5. Fari, torti-faro e riflettori illuminanti parcheggi, piazzali, cantieri, svincoli ferroviari e stradali, complessi industriali, impianti sportivi e aree di ogni tipo devono avere, rispetto al terreno, un'inclinazione tale, in relazione alle caratteristiche dell'impianto, da non inviare oltre 0 cd per 1000 lumen a 90° ed oltre.

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 139 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

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Conclusioni In merito al tema dell'inquinamento luminoso è possibile affermare che il Comune di Ghedi rientra nell'ambito di tutela di un osservatore astronomico. È necessario, laddove ciò non fosse già stato attuato, che venga data piena applicazione alle disposizioni di cui alla LR. 17/2001, art. 6 (Regolamentazione delle sorgenti di luce e dell'utilizzazione di energia elettrica da illuminazione esterna) e art. 9 (Disposizione per le zone tutelate), finalizzate alla riduzione dell'inquinamento luminoso e dei consumi energetici da esso derivanti.

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 141 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

6.9.4. Radon Il radon (Rn) è un elemento chimico inerte, essendo un gas nobile, tuttavia è naturalmente radioattivo. A temperatura e pressione standard il radon è inodore e incolore. Nonostante sia un gas nobile alcuni esperimenti indicano che il fluoro può reagire col Radon e formare il fluoruro di radon. Il radon è solubile in acqua e poiché la sua concentrazione in atmosfera è in genere estremamente bassa, l'acqua naturale di superficie a contatto con l'atmosfera (sorgenti, fiumi, laghi, ecc.) lo rilascia in continuazione per volatilizzazione anche se generalmente in quantità molto limitate. Anche l'acqua profonda delle falde, presenta una elevata concentrazione di 222Rn rispetto alle acque superficiali. Il Radon viene generato continuamente da alcune rocce della crosta terrestre ed in particolar modo da lave, tufi, pozzolane, alcuni graniti etc. Sebbene sia lecito immaginare che le concentrazioni di Radon siano maggiori nei materiali di origine vulcanica spesso si riscontrano elevati tenori di radionuclidi anche nelle rocce sedimentarie. Poiché è presente come gas disciolto, spesso viene trasportato anche a grandi distanze dal luogo di formazione può essere presente nelle falde acquifere. La presenza di Radon è stata riscontrata anche in alcuni materiali da costruzione. La via che generalmente percorre per giungere all'interno delle abitazioni e' quella che passa attraverso fessure e piccoli fori delle cantine e nei piani seminterrati. L'interazione tra edificio e sito, l'uso di particolari materiali da costruzione, le tipologie edilizie sono pertanto gli elementi più rilevanti ai fini della valutazione dell'influenza del Radon sulla qualità dell'aria interna delle abitazioni ed edifici in genere. Alcuni studi nell'ultimo decennio hanno dimostrato che l'inalazione di radon ad alte concentrazioni aumenta di molto il rischio di tumore polmonare. I risultati di tali studi supportano l'opinione che, in alcune regioni europee, il radon può essere la seconda causa in ordine di importanza, di cancro ai polmoni.

La Regione Lombardia con decreto n. 12687 del 21.12.2011 ha adottato le Linee Guida per la prevenzione delle esposizioni al gas in ambienti chiusi (luoghi di lavoro, abitazioni, ecc.). L’indagine nazionale sulla radioattività naturale svoltasi fra il 1989 e il 1997 ha mostrato concentrazioni di radon significative in alcune zone della regione Lombardia, prevalentemente montane. A questa campagna nazionale hanno seguito due diverse campagne di indagine regionali la prima fra il 2003 e il 2005, mentre la seconda, che si è svolta fra il 2009 e il 2010, ha avuto come obbiettivo quello di monitorare approfondire le conoscenze andando a monitorare attraverso misure dirette il livello di esposizione nelle aree individuate come maggiormente esposte, nel territorio lombardo. In provincia di Brescia tali indagini hanno portato alla collocazione di 181 dosimetri in diverse abitazioni. Gli approfondimenti delle campagne regionali hanno riconfermato che le concentrazioni di radon in ambienti di vita e di lavoro rappresentano una criticità per il territorio lombardo. Il radon, gas radioattivo alfa emettitore, è una delle più rilevanti componenti della radioattività naturale. Con gli atti respiratori il gas radon viene rapidamente espirato, ma i suoi prodotti di decadimento solidi permangono all'interno dell'apparato bronchiale, emettendo particelle radioattive alfa, che danneggiano le cellule bronco polmonari e creano condizioni favorenti una modifica in senso tumorale dei tessuti. L'OMS ha classificato il Radon nel gruppo 1, cancerogeno per l'uomo. Esso rappresenta la seconda causa d'insorgenza del cancro al polmone, dopo il fumo, e non esiste un valore di concentrazione "soglia" al di sotto del quale si possa ritenere che non vi sia rischio di contrarre il tumore polmonare. Particolarmente esposti risultano i soggetti che soggiornano più a lungo in ambienti interrati o seminterrati utilizzati impropriamente, quali vani di abitazione (taverne, stanza giochi ecc.), o di lavoro, o per attività didattiche, con ridotti ricambi d'aria che comportano alte concentrazioni di Radon. La durata della esposizione a concentrazioni elevate di radon in ambienti di vita e di lavoro è direttamente proporzionale alla incidenza della neoplasia polmonare. Tra gli esposti, i bambini rappresentano il gruppo più a rischio sia perché la fase di sviluppo fisico ed immunitario non è ancora completa, sia per la durata della esposizione che negli anni viene a determinarsi partendo dalla tenera età. La messa in atto di interventi correttivi di bonifica, non particolarmente onerosi ma di sicura efficacia, per gli edifici esistenti contaminati da radon, e la realizzazione dei nuovi edifici con tecniche idonee alla prevenzione della contaminazione, sono i temi sviluppati nelle Linee Guida per la

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 142 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia prevenzione delle esposizioni al gas radon in ambienti indoor, adottate dalla Regione Lombardia, e che si inseriscono tra le azioni finalizzate alla tutela della salute del cittadino e perseguono l'obiettivo di ridurre l'incidenza del tumore polmonare.

I limiti individuati dalla normativa sono relativi alle Raccomandazione UE 90/143/Euratom che fissa in 400 Bq/m3 il livello per cui si devono attivare misure per ricondurre i livelli di esposizione al di sotto del limite di 200 Bq/m3.

Le indagini condotte nel corso del 2009-10 nel comune di Ghedi hanno riportato i seguenti valori:

Valore medio Indirizzo Localizzazione [Bq/m3] Via Arnaldo da Brescia, 10 Taverna 70.78 Via Arnaldo da Brescia, 10 Taverna 54.75 Via Arnaldo da Brescia, 10 Stireria 52.35 Via Arnaldo da Brescia, 10 - 80.80 Via Bagnolo, 13 - 202.50 Via Gottolengo, 2 Loc. Ponterosso - 366.50 Via Gottolengo, 2 Loc. Ponterosso Soggiorno 1° piano 48.48 Via Fogazzaro, 42 - 464.70 Via Fogazzaro, 42 Soggiorno 1° piano 334.50 Via Strada Quarti, 12/A - 109.70 Via Gandine, 12 Camera da letto 67.78 Via Gandine, 12 - 122.00

Dalle analisi condotte emerge che in un caso si sono superati i limiti di 400 Bq/m3 e in due casi il limite di 300 Bq/m3. L’ASL ha provveduto a comunicare ai titolari delle abitazioni private la situazione ed ad attivare le azioni volte alla bonifica previste dalle linee guida regionali.

6.10. Viabilità e traffico Oltre alla viabilità locale e alle strade urbane di quartiere (così come definite dall'art. 2 del D.Lgs. n. 285/1992 e s.m.i.), il Comune di Ghedi è attraversato da arterie viarie di interesse sovralocale urbane ed extraurbane (S.P. n. 668 "Lenese " e S.P. n. 24). Per approfondimenti di dettaglio in merito all'idonea classificazione della viabilità e ai flussi di traffico esistenti (c/o previsti), si rimanda allo studio di settore propedeutico al PGT. Per quanto concerne i collegamenti il Comune di Ghedi è inoltre attraversato dalla linea ferroviaria Brescia-Parma. Come già evidenziato nei capitoli specifici relativi alle componenti "aria" e "rumore", le potenziali ricadute ambientali legate alle infrastrutture viarie sono principalmente riconducibili alle emissioni diffuse di inquinanti in atmosfera (e relative ricadute al suolo) e agli effetti acustici sui ricettori sensibili. Tali potenziali interferenze sono state opportunamente considerate nelle valutazioni ambientali relative alle singole componenti indagate.

6.11. Settore della produzione e impianti tecnologici La lettura del territorio in relazione agli interventi antropici e alle attività potenzialmente impattanti sull'ambiente riveste particolare importanza ai fini di un'analisi qualitativa sullo stato dell'ambiente. Raccogliere elementi di indagine nell'ambito della "produzione e degli impianti tecnologici" presenta un'utilità:  conoscitiva dello stato di fatto: rispetto al riconoscimento delle potenziali fonti antropiche di pressione ambientale presenti sul territorio comunale;

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 strategica: in merito alla possibilità di individuare interventi di mitigazione, nel caso di accertate interferenze ambientali da parte delle attività;  conoscitiva delle condizioni future: consentendo la possibilità di pianificare in modo mirato (c successivamente attuare) idonei sistemi di monitoraggio ambientale finalizzati alla verifica qualitativa dello stato delle diverse componenti ambientali potenzialmente interessate.

Nel presente capitolo verranno illustrati gli elementi di indagine raccolti in relazione a interventi sul territorio potenzialmente interferenti con l'ambiente esterno, ciò in relazione alla tipologia/entità degli interventi e/o al tipo di procedura autorizzativa (es. VIA, IPPC„ ecc.) a cui essi risultano assoggettati. Le informazioni sono state raccolte analizzando la documentazione/dati disponibili presso gli enti pubblici. In particolare, l'attività di indagine presso l'ente locale è stata condotta con il prezioso contributo di ricerca fornito dall'Ufficio Tecnico del Comune di Ghedi.

6.12. Procedure VAS, VIA, IPPC-AIA, RIR Al fine di individuare altre situazioni di interesse per il comune di Ghedi che avessero ricadute sull’ambiente si sono esaminati i siti della Regione Lombardia dedicati al monitoraggio delle procedure VIA (SIVAS) e VAS (SILVIA). Per quanto riguarda procedure VAS non risulta nessuna procedura aperta riguardante il comune di Ghedi se non quella per la variante al Piano di Governo del Territorio. Per le procedure VIA, ad oggi tutte le procedure che riguardano il comune di Ghedi risultano chiuse. Infine per le procedure di autorizzazione AIA-IPPC nel comune di Ghedi è in corso la richiesta da parte della ditta “Laminazione Acciai Speciali” volta ad ottenere l’autorizzazione stessa. Per la tematica degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante (RIR) soggetti agli adempimenti di cui alla normativa “Seveso”, analizzati gli elenchi del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio aggiornati a giugno 2013, è emerso che nel comune di Ghedi e nei comuni contermini le attività soggette a RIR sono le seguenti, indicate in tabella.

Insediamenti soggetti agli Insediamenti soggetti agli Comune adempimenti dell’art. 6 del D.Lgs. adempimenti dell’art. 8 del D.Lgs. 334/99 (Notifica) 334/99 (Rapporto di sicureza) Ghedi - - Castenedolo BOSSINI S.p.A. - galvanotecnica Montichiari - BOSSINI S.p.A. - galvanotecnica Calvisano - ACCIAIERIE DI CALVISANO S.p.A. – acciaierie e impianti metallurgici Isorella - - Gottolengo - - Leno - - Bagnolo Mella - - Montirone - - Borgosatollo - - Manerbio - FINCHIMICA S.p.A. – Stabilimento chimico o petrolchimico

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 144 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

6.13. Salute Pubblica

6.13.1. Premessa La presente sezione ha come oggetto l'analisi dello stato di salute della popolazione residente nel Comune di Ghedi e nei comuni limitrofi. L'analisi dello "stato di salute" della popolazione deve prendere in considerazione una serie di fattori, demografici (natalità, mortalità, migrazioni ecc.), socioeconomici (tenore di vita, condizioni igienico-sanitarie, abitudini alimentari, esposizione a fattori di rischio nei luoghi di lavoro ecc.) ed ambientali (esposizione ad inquinanti delle matrici ambientali: aria, acqua, suolo, alimenti ecc.) che interagiscono tra loro in modo complesso. In particolare è ormai assodato che esiste una correlazione importante tra ambiente e salute, con particolare riferimento a due gruppi di patologie: le patologie immorali e quelle respiratorie, sebbene sia molto difficile individuare precise relazioni causa-effetto tra fattori di rischio ambientali ed epidemiologia delle diverse patologie, poiché, come già evidenziato, queste sono influenzate da numerosi altri fattori i cui effetti si intrecciano con quelli dei fattori ambientali. In ogni caso grazie alle moderne metodologie statistiche è possibile ricercare anomalie di distribuzione sul territorio degli "effetti" che fungono da indicatori della possibile presenza, a livello locale, di particolari "cause". A livello operativo si procede mediante l'analisi del parametro della "mortalità per causa di morte", che rappresenta in sostanza l' "effetto", e basandosi sulla distribuzione sul territorio di tale parametro, si cerca una correlazione con eventuali fattori di rischio che agiscono a livello locale, che rappresentano pertanto la "causa".

6.13.2. Analisi dello stato di salute della popolazione In questa sezione si effettuerà un'analisi dello "stato di salute" della popolazione residente nel Comune di Ghedi e nei comuni limitrofi, utilizzando come indicatore di salute la "mortalità per causa"; si cercheranno pertanto eventuali concentrazioni anomale di decessi per diverse cause di morte e si effettueranno confronti tra il Comune di Ghedi ed il territorio limitrofo, a scala comunale, provinciale e regionale. La presente analisi si è basata prevalentemente su informazioni e dati statistici tratti dalle seguenti fonti:  "Relazione sullo stato sanitario del Paese 2001-2002" del Ministero della Stilate  "Atlante della Mortalità in Lombardia 1989-1994" della Regione Lombardia.

6.13.3. L’Atlante della Mortalità in Lombardia 1989-1994" In seguito alla pubblicazione dell' "Atlante Italiano di Mortalità 1981-1994", che comprende una base dati contenente tutte le informazioni sui decessi, di fonte ISTAT, disaggregati a livello di comune di residenza per gli anni dal 1981 al 1994, la Regione Lombardia, sulla base di una rielaborazione dei dati in esso contenuti, è giunta alla realizzazione di un atlante della mortalità regionale "Atlante della Mentalità in Lombardia 1989-1994", pubblicato nel 2000. Le cause di morte prese in esame ed i relativi codici fanno riferimento alla Classificazione Internazionale delle Malattie Traumatismi e Cause di Morte (10)) IX revisione. Nell'Atlante lombardo sono stati presi in esame tutti i comuni della regione più alcuni comuni limitrofi delle regioni vicine. Nel complesso il territorio analizzato è rappresentato da un cerchio, con centro a e di raggio pari a 135 km, che include tutti i 1.546 comuni della Regione Lombardia, oltre a porzioni territoriali extra-lombarde. Complessivamente si tratta di 2.470 comuni, la cui popolazione residente totale, nel 1991, corrispondeva a 13.433.725 abitanti. Per ognuna delle cause di morte in esame e per genere sono stati calcolati sia i rapporti di mortalità standardizzati per età sulla popolazione lombarda (SMR) sia le corrispondenti stime di densità ottenute mediante indicatori Kernel (Kernel SMR).

L'Atlante contiene mappe ove le stime Kernel degli SMR, per ognuna delle cause di morte esaminate e distintamente per i due sessi, sono state rappresentate sul cartogramma dell'area

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 145 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia circolare analizzata. Tali mappe delineano il quadro del fenomeno mortalità nella regione, offrendo un'immagine della tendenza di fondo che caratterizza la distribuzione spaziale delle singole patologie. Ad ogni mappa è associata una tabella che riporta per ogni ASL e per l'intero territorio lombardo i seguenti dati:  il numero di decessi osservati nel periodo;  il numero di decessi atteso su base regionale;  il rapporto standardizzato di mortalità (SMR) su base regionale;  la stima Kernel del rapporto standardizzato di mortalità.

Infine, per dare una misura dell'intensità delle singole cause di morte e al contempo collocare la situazione lombarda in un contesto nazionale, è stata predisposta una tabella riassuntiva (riportata di seguito) che elenca il valore dei tassi standardizzati diretti di mortalità per la Lombardia e per l'Italia.

Mortalità per causa e sesso in Lombardia e in Italia.

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 146 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

L'Atlante comprende anche informazioni più dettagliate, concernenti gli indici di mortalità a livello comunale per tutto il territorio regionale, sempre per i sei anni a cui si riferisce l'analisi. L'atlante contiene infine anche un elenco di allarmi su singoli comuni, che si riferiscono ai comuni che oltrepassano il livello medio di mortalità atteso, con una probabilità del 99% che l'eccesso osservato non sia casuale. La segnalazione riguarda solo i comuni in cui si registra un numero di almeno 5 casi osservati.

6.13.4. Il Comune di Ghedi ed i Comuni limitrofi Dall'elenco dei dati e degli indici comunali dei comuni lombardi, in cui sono riportati i valori dei decessi osservati e attesi, gli SMR e le corrispondenti stime Kernel, sono stati estratti i dati relativi all'area di Ghedi, che comprende il Comune di Ghedi e i 9 comuni limitrofi: Castenedolo, Montichiari, Calvisano, Isorella, Gottolengo, Leno, Bagnolo Mena, Montirone e Borgosatollo.

Si è scelto di limitare l'analisi alle patologie maggiormente correlate con i fattori di rischio ambientali, quali i tumori e le malattie respiratorie, ritenendo poco significative, ai fini della presente analisi le altre patologie che sono probabilmente più correlate a fattori genetici e socioeconomici. Inoltre, al fine di effettuare un confronto con altre situazioni geografiche, sono stati estratti anche i dati inerenti il comune di Brescia, capoluogo provinciale. Infine sono stati riportati, per un ulteriore paragone, anche i dati della Provincia di Brescia e della Regione Lombardia. Le due tabelle seguenti riportano, in prospetti separati per uomini e donne, i dati di cui sopra. La terza tabella riporta sinteticamente soltanto le stime Kernel degli SMR relative a Ghedi, alla media dei sette comuni limitrofi, al comune di Brescia ed infine alla Provincia ed alla Regione, e propone infine un confronto tra le diverse situazioni geografiche elencate.

Si è scelto di effettuare un confronto mediante questo parametro e non mediante l'SMR poiché, come sopra già evidenziato, le stime Kernel sono finalizzate a "lisciare" in senso statistico, i singoli valori comunali, ripulendo il dato dalla variabilità casuale dovuta al piccolo numero di eventi osservati, rendendo più chiaro ed efficace il confronto tra situazioni comunali distinte.

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Un'ulteriore fonte di informazioni, che consente di evidenziare possibili anomalie nella distribuzione geografica della mortalità, è costituita dall'elenco degli "allarmi", contenuto nell'Atlante, che si riferiscono ai comuni che oltrepassano il livello medio di mortalità atteso con una probabilità del 99% che l'eccesso osservato non sia casuale. Si riporta di seguito l'elenco degli allarmi relativi ai comuni analizzati.

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 150 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

Dall'esame dei dati di mortalità per causa sopra riportati emerge che il Comune di Ghedi presenta valori prossimi alla media dei comuni limitrofi sia per gli uomini che per le donne. Rispetto alla situazione media provinciale e regionale, vi sono oscillazioni in positivo ed in negativo, a seconda delle cause di morte; si può comunque evidenziare una situazione generalmente migliore rispetto allo scenario regionale e provinciale. Si ritiene che, in questa sede e con gli elementi a disposizione, sarebbe azzardato avanzare ipotesi interpretative relative alla variabilità degli indicatori di mortalità analizzati, rispetto alle realtà geografiche di confronto, con andamenti non sempre coincidenti per uomini e donne. Si ritiene comunque che la situazione sanitaria del Comune di Ghedi non presenti importanti anomalie rispetto a quanto atteso; ciò è confermato dal fatto che a Ghedi non si segnalano "allarmi" per nessuna delle cause di morte analizzate.

6.13.5. L’"Atlante di mortalità nei distretti dell'ASL della provincia di Brescia anni 1999-2003" La più recente fonte di dati sulla mortalità a disposizione per il territorio in esame, è il nuovo atlante presentato dall'ASL di Brescia riferito al periodo 1999-2003 e pubblicato nel febbraio 2007, che ha l'obiettivo di fornire un'immagine della situazione nei diversi Distretti Socio-Sanitari dell'ASL, in modo da evidenziare le differenze tra gli stessi e fornire importanti indicazioni sulla distribuzione territoriale di fattori di rischio per malattie a grande rilevanza sociale, legati all'ambiente e agli stili di vita. Quale denominatore per il calcolo dei tassi è stata utilizzata la popolazione dell'ASL di Brescia, disaggregata per Distretto, utilizzando i dati del censimento 2001; la popolazione totale di ognuno dei 12 distretti è stata ottenuta come somma della popolazione di tutti i comuni afferenti al Distretto stesso, per questo motivo lo studio della mortalità non può scendere ad un dettaglio comunale come era invece possibile fare utilizzando la fonte dell' "Atlante della mortalità in Lombardia 1989-1994". Ai fini della confrontabilità con i dati regionali, sono stati presi in esame i gruppi di cause e le cause specifiche utilizzate dalla Regione Lombardia per le elaborazioni periodiche dei tassi di mortalità per ASL; va però tenuto conto che i dati dell'ASL sono di codifica locale mentre i tassi regionali sono di fonte ISTAT, vi possono quindi essere discrepanze tra le due fonti soprattutto per alcuni gruppi di cause come le malattie infettive, le malattie del sistema endocrino, le malattie neurologiche, le malformazioni congenite e per i sintomi, segni e stati morbosi mal definiti; in tutti

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 151 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia questi casi le differenze di una fonte rispetto all'altra sono superiori al 20% e quindi possono comportare sensibili distorsioni nei confronti tra morti osservate dall'ASL e attese su base regionale. Presentano invece una elevata concordanza gruppi di cause come i tumori, le malattie del sistema circolatorio, dell'apparato respiratorio, dell'apparato digerente, dell'apparato genito-urinario e per i traumi; per alcuni di questi gruppi il dato ASL è sostanzialmente sovrapponibile a quello ISTAT. Nella tabella successiva si riporta il confronto tra le due fonti per gruppi di cause.

6.13.6. Il distretto 9: Bassa bresciana centrale

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 152 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

L’ASL di Brescia si articola in 12 Distretti tra loro diversi per caratteristiche geografiche e demografiche. Accanto a zone urbane, densamente abitate e con presenza di infrastrutture e impianti industriali, sono presenti zone rurali con una minore densità abitativa ed una economia agricola. Il comune di Ghedi appartiene al Distretto 9: Bassa Bresciana Centrale insieme ai comuni limitrofi di Alfianello, Bagnolo Mella, Bassano Bresciano, , Fiesse, Gambara, Gottolengo, Isorella, Milzano, Offiaga, , Pontevico, , San Gervasio Bresciano, Seniga, e .

Si riportano di seguito le tabelle relative ai morti osservati e attesi nel periodo e ai rapporti osservati/attesi (SMR) per gruppi di cause e per cause specifiche suddivise per maschi e femmine.

Distretto 9: Morti osservati e attesi nel periodo, rapporto osservati attesi per gruppi di cause - Maschi

Si osserva (Tabella 25) un difetto di morti sul totale (-5%), per le malattie del sistema

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 153 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

circolatorio (-10%) e genito-urinario (-24%). Un eccesso di morti si osserva per le malattie dell'apparato respiratorio (+22%), digerente (+22%) e per traumatismi ed avvelenamenti (+14%). Sulle morti per sintomi, segni e stati morbosi mal definiti, si veda il commento riportato dopo l'analisi dei dati relativi alle femmine.

Distretto 9: Morti osservati e attesi nel periodo, rapporto osservati attesi cause specifiche - Maschi

Si osserva (Tabella 26) un difetto di morti per i tumori del colon retto (-36%), per leucemie e linfomi (- 19%) e per cadute accidentali (-64%), mentre un eccesso si osserva per i tumori dello stomaco (+30%), del fegato (+92%), della prostata (+17%), per polmoniti (+58%), BPCO (+29%), cirrosi epatica (+34%) e accidenti stradali (+82%).

Distretto 9: Morti osservati e attesi nel periodo, rapporto osservati attesi per gruppi di cause - Femmine

Si osserva (Tabella 27) un difetto di morti sul totale (-8%) per le malattie del sistema cardiocircolatorio (-12%) e traumatismi e avvelenamenti (-52%). Si osserva un eccesso di

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 154 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

morti per l’apparato respiratorio (+53%)

Distretto 9: Morti osservati e attesi nel periodo, rapporto osservati attesi Cause specifiche - Femmine

Si nota (Tabella 28) un difetto di morti per tumori del colon retto (-24%), del polmone (25%), della mammella (-21%) e per cadute accidentali (-69%), mentre un eccesso si osserva per i tumori del fegato (+92%), della vescica (+71%), polmoniti (+52%), BPCO (+64%) e accidenti stradali (+ 37%).

Al fine di effettuare un confronto con le altre situazioni geografiche si riportano, oltre alle tabelle del Distretto 9 anche quelle relative a tutta la provincia.

ASL Brescia: Morti osservati e attesi nel periodo, rapporto osservati attesi per gruppi di cause - Maschi

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 155 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

ASL Brescia: Morti osservati e attesi nel periodo, rapporto osservati attesi cause specifiche- Maschi

ASL Brescia: Morti osservati e attesi nel periodo, rapporto osservati attesi per gruppi di cause - Femmine

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 156 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

ASL Brescia: Morti osservati e attesi nel periodo, rapporto osservati attesi cause specifiche- Femmine

Per effettuare un confronto fra ciascun Distretto e l'intera ASL Brescia sono stati calcolati i tassi standardizzati e la differenza fra il tasso standardizzato di mortalità di ciascun distretto e quello dell'ASL., espresso in percentuale rispetto al tasso dell'ASL, in modo da evidenziare difetti o eccessi di mortalità per ciascuna causa. Vengono considerate rilevanti le differenze di mortalità maggiori o minori del 10% del tasso dell'ASL in valore assoluto. Per il Distretto 9 Bassa Bresciana Centrale si sottolineano difetti di mortalità per le malattie dell'apparato genito-urinario (M: -21,7%), per i tumori del colon-retto (M: - 23,3%), per i tumori del fegato (M:-19%), per i tumori del polmone (F: -31,2%), per i tumori alla mammella (F: -14,8%), per le leucemie e i linfomi (F: -15,3%) e per i suicidi (M: -37,65%, F: - 89%). Si registrano invece eccessi per le malattie dell'apparato digerente (M: +21,6%), per traumi e avvelenamenti (M:+19,3%), per tumori alla prostata (M: +16,1%), per tumori alla vescica (M:+23,8%),

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 157 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia per cirrosi epatica (M: +19,1%) e per incidenti stradali (M: +52,3%, F: +57,7%). Per quanto riguarda il confronto con i dati regionali, che però si riferiscono ad un periodo precedente di alcuni anni (1996-97) quello considerato per l'ASL di Brescia (1999-2003), si evidenzia una mortalità poco superiore all'atteso per cirrosi epatica,; risulta invece inferiore per i tumori della mammella e della vescica nelle donne; per le altre cause i valori sono in linea con i dati regionali.

VAS della Variante al PGT di Ghedi – Documento di Scoping Pag. 158 COMUNE DI GHEDI – Provincia di Brescia

7. AMBITO DI INFLUENZA DELLA VARIANTE AL PGT

A partire dal quadro di riferimento normativo e programmatico e dall’analisi degli obiettivi dei documenti ufficiali relativi a tematiche ambientali (già analizzati e sintetizzati per proporre un quadro di quanto si è ritenuto più significativo per il territorio di Ghedi), è possibile iniziare ad evidenziare l’ambito di influenza che può assumere lo sviluppo territoriale della realtà oggetto di studio. Evidentemente l’ambito di influenza è variabile in funzione della componente ambientale interessata e dovrà essere opportunamente valutato alla luce delle scelte di piano.

La variante in oggetto ha diverse finalità fra cui principalmente ricordiamo l’adeguamento del PGT alla disciplina del Piano d'area PTRAM dell’aeroporto di Montichiari e la necessità di stralciare dal Documento di Piano alcuni ambiti di trasformazione che attualmente sono previsti come ambiti residenziali o produttivi, compatibilmente con disegno organico del PGT dal punto di vista urbanistico. Infatti, tra le istanze pervenute, oltre ad alcune richieste per l'inserimento di nuovi comparti edificabili, numerose sono quelle che chiedono lo stralcio di aree già inserite come edificabili in fase di prima adozione del PGT, che in alcuni casi arrivano ad interessarne intera superficie; la scelta dell'amministrazione di come valutare queste richieste andrà confrontata con il disegno urbanistico complessivo del PGT.

Per quanto riguarda l'adeguamento del PGT alla disciplina del Piano d'area, con particolare riferimento a:  definizione puntuale del perimetro dei sub ambiti T3.3 e T3.5;  assetto normativo dei medesimi ambiti, con l'indicazione di specifiche direttive in materia di urbanistica e paesaggio;  presa d'atto, nelle tavole di PGT, delle indicazioni urbanistiche inserite nella convenzione che regola le attività di cava e discarica all'interno dell'ATE 39 per le previsioni legate al progetto denominato "Cava inferno".

Le tematiche relative al PTRAM non sono legate alle sole scelte dell'amministrazione comunale, ma dovranno essere verificate ad un tavolo allargato, con gli Enti che hanno proposto e gestiscono il vincolo, ovvero Provincia e Regione.

Per inquadrare sinteticamente l’ambito di influenza della variante al PGT è necessario stabilire quali possano essere gli effetti significativi sull’ambiente (per macro-aree) derivanti dalle trasformazioni da esso introdotte e individuarne la portata geografica di influsso. Tale operazione potrà tuttavia essere effettuata compiutamente nel momento in cui saranno meglio delineati gli orientamenti della variante del piano stesso. E’ presumibile che i possibili effetti ambientali indotti dalle trasformazioni si manifestino prevalentemente a livello comunale.

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