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VIVERE FIRENZE

La pubblicazione fa parte di un progetto incentrato sull'accoglienza della città di Firenze e si propone l'intento specifico di rimuovere gli ostacoli fisici e culturali che si oppongono alla fruizione delle opere d’arte da parte delle diverse disabilità, a fronte di un gruppo di clienti fruitori spesso caratterizzato da una particolare sensibilità e capacità di attenzione.

La guida viene distribuita gratutitamente nei Punti Informativi Turistici della città.

Info: http://www.comune.firenze.it/viverefirenze/itinerari.html

SCHEDAINTRODUTTIVA

LEGENDA

punto informativo esperienza tattile in autonomia

farmacia fontana con assistenza

accompagnatore servizio igienico monumento consigliato accessibile inaccessibile accompagnatore necessario monumento ostacolo- accessibile punto di attenzione con difficoltà anche con accompagnatore parcheggio o opportunità di sosta per auto munite ostacolo- di contrassegno punto di attenzione non accessibile

VII 1 1. ?????? I. DA PIAZZA DELLA REPUBBLICA A

Via Calimala si può min Da via Calimala fino a Dalla Colonna dell'Ab- 00 piazza della Signoria il percorrere tanto m bondanza si imbocca la di- 0 percorso ha la forma di sui marciapiedi una ‘L’ con il giro di 90° in stinta via Calimala dove, che sulla sede senso antiorario più una sulla sinistra, si nota il Pala- stradale. La prima ‘I’ in direzione Sud. gio dell'Arte della Lana, opzione è quella merlato alla guelfa, caratte- consigliata perché Si raggiunge il lato Sud di ristica testimonianza dello la carreggiata pre- Piazza della Repubblica e senta sconnessio- si prende posizione al- stile architettonico fiorenti- ni e rilevanti pen- l'angolo Nord/Est che la no del . Il palagio fu denze trasversali. facciata Nord dell’edificio l'austera sede di questa cor- La pavimentazio- forma con il lato Ovest di porazione mercantile ed ne del marciapie- Via Calimala, per attra- de di via Calimala, versarla in direzione Est. Il Palagio dell’Arte della Lana. in lastre di pietra con

Si percorre Via Calimala industriale, principale fonte di ricchezza finitura rigata rende la in direzione Sud: la prima della città per l'enorme produzione di tes- marcia un po’ disagevole. traversa è via Orsanmi- suti derivati appunto dalla lavorazione chele, la seconda è via della lana. Presso i grandi magazzini de' Lamberti. L’Arte, dopo aver raggiunto una gran- La Rinascente, sono pre- senti servizi igienici ac- de potenza, ebbe l’incarico di sovrinten- cessibili (4° piano). dere addirittura alla costruzione della Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Opportunità di sosta per Il retro del palagio prospetta sulla sin- autoveicoli muniti di con- golare chiesa di , forse il trassegno su entrambi i monumento più tipico di Firenze perché lati di via Calimala. unì la vita civile a quella religiosa, in quan- to da granaio divenne luogo di culto. Attraversata agevolmen- te via Calimala si imboc- Scorcio di via Calimala, angolo via de’ Lamberti. ca via de’ Lamberti. 2 La Signoria assegnò alle 21 Corporazio- A causa dell’assenza della ne di Arti e Mestieri la cura artistica di Or- rampetta di raccordo in sanmichele, affinché quell’o- uscita, in corrispondenza ratorio fosse abbellito con dell’angolo con via dell’Ar- decorazioni in affresco e scul- te della Lana, risulta indi- spensabile muoversi sulla ture. Mentre valenti pittori sede stradale che, peral- dipingevano i pilastri interni, tro, presenta una pavi- le volte e le pareti con le im- mentazione abbastanza magini dei relativi Santi Pa- sconnessa. troni di ogni corporazione, Dato che la strada pre- nelle facciate esterne appari- senta un forte “dorso di mulo”, è opportuno muo- vano splendide nicchie-ta- versi in corrispondenza bernacoli nelle quali furo- della mezzeria della car- Particolare della Chiesa no collocate pregevolissime reggiata. di Orsanmichele. opere di insigni scultori.

In via de' Lamberti ci si Chiesa di Orsanmichele. In corrispondenza verticale al di sopra La presenza di un accom- delle quattordici edicole dei Santi Protet- pagnatore è consigliata. tori, furono creati altrettanti rosoni o La chiesa di Orsanmiche- medaglioni che dir si voglia, nei quali le è circondata da un tredici Arti e il Tribunale di Mercatanzia marciapiede sconnesso, fecero riprodurre la rispettiva insegna. protetto da parapedonali. Di questi, dieci furono gli stemmi affre- Il marciapiede risulta ben scati e solo quattro eseguiti in terracotta raccordato su via de’ Lamberti tuttavia, in cor- dirige verso Est: la prima invetriata dai Della Robbia. Nel 1858 rispondenza della curva, traversa che si trova sul vennero ridipinti gli affreschi deteriorati si restringe diventando lato Nord della strada è ormai dal tempo meno quello dei Beccai impraticabile. via Arte della Lana, dove, che, a titolo sperimentale, venne molto La chiesa di Orsanmiche- sul lato Est, è situato l'in- le presenta due scalini al- bene realizzato in bassorilievo dalla Ma- l’ingresso e non è acces- gresso della chiesa di Or- nifattura Ginori ad imitazione degli altri sibile. sanmichele,4 la seconda 35 traversa è via dei Cal- tre robbiani, splendidamente conser- zaiuoli. vati nei secoli, che riproducono le in- segne del Tribunale di Mercatanzia, dell’Arte dei Medici e Speziali e della Seta. Il quarto stemma, quello del- l’Arte dei Maestri di Pietra e Legname, era stato invece prodotto non in bas- sorilievo, bensì in piano. Alle quattro cantonate, all’altezza di circa un metro dal suolo, si notano, purtroppo deteriorati dal tempo, i simboli agresti dell’avvicendarsi delle quattro stagioni, con alberi fioriti, spi- Rosone con l’insegna del Tribunale di Mercatanzia. ghe di grano, uva e alberi spogli. San Giorgio di Donatello.

Si percorre via dei Cal- zaiuoli in direzione Sud per circa 100 metri e si Percorrendo a destra il breve tratto Via dei Calzaiuoli è per- giunge in piazza della Si- della via dei Calzaiuoli, dove in antico corribile in autonomia sia gnoria. erano raggruppate le botteghe dei fab- lungo il marciapiede sia sulla sede stradale; la bricanti di calze, si accede in Piazza del- marcia non è confortevo- la Signoria, ricca d’insigni monumenti. le a causa della finitura La grande ed asimmetrica superficie, eb- rigata delle lastre di pavi- be origine con l’abbattimento di case e mentazione che produce torri di antiche famiglie ghibelline quan- forti vibrazioni. do, nel luglio 1258, su di esse la parte Superata via Calimaruzza guelfa ebbe il sopravvento. Firenze, in- il marciapiede risulta to- fatti, era divisa da tempo in due fazioni: talmente a raso rispetto guelfa e ghibellina, che si combattevano al piano stradale di piaz- aspramente in tutta la città. za della Signoria. Piazza della Signoria. 63 7 Sul lato Ovest di Via dei Dopo alterne vicende i ghibellini ven- La parte centrale di piaz- Calzaiuoli, poco prima di nero cacciati da Firenze e sulle macerie za della Signoria presenta arrivare in Piazza della Si- dei loro possenti edifici rasi al suolo, una pavimentazione in gnoria, si trova una far- venne ricavata l’irregolare area, che fu buono stato e risulta facil- macia. cosparsa di sale perché “non ci cresces- mente percorribile; i bor- di irregolari delle lastre di se più neppure l’erba”. Su questo spazio Piazza della Signoria si pietra producono mode- configura come un ret- così faziosamente ottenuto, venne proi- ste vibrazioni. tangolo che presenta sul bita ogni specie di costruzione poiché lato Est un’appendice an- considerato “terreno maledetto”. Dive- Davanti all’accesso late- ch’essa di forma rettan- nuta in seguito piazza, fu il centro della rale a so- golare. vita civile, politica e ricreativa dei fioren- no presenti parcheggi per tini. Qui si radunava il popolo, chiamato disabili privi di delimita- Il lato Nord, lungo circa dai rintocchi della campana del Palazzo zione a terra degli stalli di 200 metri, iniziando dal- sosta. L’effettiva possibi- l’estremità Ovest, è costi- Vecchio, per ascoltare e approvare le de- lità di parcheggio è limi- tuito dalla confluenza di cisioni che la Signoria prendeva di volta tata a 4-5 auto.

via dei Calzaiuoli, da un in volta sui problemi di interesse cittadi- edificio, dalla confluenza no. Qui accorreva il popolo armato, ri- Palazzo Vecchio dalla di via delle Farine, da un unito sotto le insegne dei Quartieri e del- Loggia della Signoria. altro edificio e infine dalla le Arti, in caso di guerre o tumulti per difendere le istituzioni della Repubblica; qui si svolgevano anche giocose manife- stazioni in occasione di particolari feste o importanti avvenimenti. Nella piazza, come in un grande mu- seo, si possono ammirare notevoli capo- lavori che lussuosamente la decorano. La Fontana del Nettuno, detta anche “di Piazza” o “del Biancone”, fu voluta da

La Fontana del Nettuno.

8 9 confluenza di via dei Ma- Cosimo I de’ Medici ed eseguita su pro- gazzini. getto di Baccio Bandinelli. La vasca, co- struita dal 1560 al 1575, vede al centro Il lato Sud è parallelo al la gigantesca statua marmorea scolpita lato Nord, ma meno lungo e dista da esso circa 150 da Bartolomeo Ammannati, riproducen- metri. È costituito, par- te la divinità pagana del dio delle acque. tendo dall’estremità Est, Tale scultura venne subito detta dai fio- dall’accesso al Piazzale rentini “il Biancone” per la sua candida degli , dalla Loggia mole, ma al tempo stesso anche derisa della Signoria, dal vicolo con questa palese esclamazione: “Am- Chiasso de’ Baroncelli e mannato, Ammannato, che bel pezzo di da edifici. marmo t’hai sciupato”! Il lato Ovest consiste in Del Giambologna è il Monumento eque- un grande edificio e due stre a Cosimo I de’ Medici, eretto per vo- Il Monumento strade, via Calimaruzza lontà del figlio di questi Francesco I, equestre a Cosimo I.

all’estremità Nord e via fuso nel 1594 dal celebre scultore fiam- Vacchereccia all’estremi- mingo naturalizzato fiorentino. Sulla ba- tà Sud. se marmorea, tre bassorilievi in bronzo Il lato Est di Piazza della raffigurano altrettanti episodi che esalta- Signoria, è irregolare e no la vita del primo granduca di Toscana: viene descritto diviso in Il conferimento del titolo nobiliare, Papa due segmenti. Pio V che gli affida le insegne, e L’ entra- ta trionfale in Siena. Si racconta che il Primo segmento: Particolare del basamento a Sud esso è costituito Giambologna, quando venne scoperta della statua di Cosimo I, che raffigura “L’entrata trionfa- dalla facciata Ovest di Pa- l’opera, fosse nascosto dietro la palizza- le in Siena”. lazzo Vecchio, lungo circa ta che ancora avvolgeva la base, per 50 metri e dista circa 60 ascoltare le critiche del pubblico. metri dal lato Ovest della Piazza. A pochi metri di fronte alla fontana del Davanti alla facciata di Nettuno, sul lastrico della piazza, si tro- 11 Palazzo Vecchio si eleva va una lapide marmorea circolare, che dalla piazza un ripiano segna e ricorda il punto dove il 23 mag- posto alla fine di una bre- gio 1498 (vigilia dell’Ascensione) fu im- ve scalinata. Saliti sul ri- piccato ed arso fra’ Girolamo Savona- piano, il portone d’ingres- rola, ispiratore di un rinnovamento so del Palazzo si trova spostato a Sud rispetto al religioso e sociale, insieme ai suoi con- centro della facciata. fratelli domenicani fra’ Domenico Buon- vicini e fra’ Silvestro Maruffi, tutti La Fontana del Nettuno è accusati di intemperanza religiosa e posizionata vicino all’an- indisciplina ecclesiastica. Su questa lapi- golo Nord/Ovest di Palaz- de il 23 maggio di ogni anno si svolge, a zo Vecchio. ricordo, la breve ma significativa cerimo- nia della Fiorita consistente nello spar- Il Monumento equestre di Cosimo I de’ Medici è po- gervi sopra petali di rose e rami di pal- Il Marzocco. sto, pressappoco, a metà ma. La tradizione affonda le sue origini

di una ipotetica linea, lun- nella pietosa, spontanea iniziativa popo- ga meno di 50 metri, che, lare che vide la mattina dopo la morte Palazzo Vecchio: il Salone si deve immaginare, con- del fiero predicatore, il luogo del suppli- dei Cinquecento. giunga il centro della Fon- zio ricoperto di fiori. tana del Nettuno e via delle Farine. Sull’arengario di Pa- lazzo Vecchio, dove an- Secondo segmento del la- ticamente la Signoria to Est della Piazza: prendeva posto per le se si è rivolti verso Est, tra la Fontana del Nettuno e pubbliche cerimonie, si il lato Nord, ci troviamo trovano, quali simboli di davanti a quell’appendice libertà, il Marzocco, cioè rettangolare che costitui- un leone accosciato che sce la prosecuzione della sorregge con una zampa Piazza verso Est. lo scudo gigliato, la co-

12 13 Questa superficie, lunga pia del bronzo donatelliano di Giuditta e circa 50 metri, termina Oloferne del 1460 (l’originale è nella Sa- dove Via De’ Gondi con- la dei Gigli in Palazzo Vecchio), la statua fluisce nella Piazza accan- del e quella di Ercole che abbatte to a Palazzo Vecchio e un Caco. L’eroe biblico, copia dell’insigne edificio congiunge questa parte arretrata del lato marmo di Michelangelo Buonarroti del Est della Piazza con il lato 1503, è rappresentato con la frombola in Nord. mano a simboleggiare la difesa del go- verno della città. L’originale fu trasferito Una scalinata di otto gra- nel 1873 alla Galleria dell’Accademia in dini, posta all’angolo via Ricasoli. Il gruppo marmoreo di Erco- Il David. Sud/Ovest di Palazzo Vec- le che abbatte Caco è invece opera di chio, porta sul ripiano po- Baccio Bandinelli che lo eseguì nel 1533. sto davanti alla facciata del Palazzo. Alle spalle di questo monumento, a destra dell’ingresso di Palazzo Vecchio

Da qui è possibile ritorna- quasi in cantonata, si può osservare in- re all’angolo Sud/Ovest ciso su una pietra presso la base, un pro- percorrendo, lungo la fac- filo di testa d’uomo: il cosiddetto “Im- ciata, uno stretto cammi- namento senza protezio- portuno”. ne sul lato che si affaccia È narrato che il grande Michelangelo, sopra gli otto gradini: quando transitava da questa piazza, fos- questo percorso, breve, se spesso e volentieri fermato da un ma non privo di rischi, chiacchierone che lo importunava con le permette di raggiungere il profilo dell’Importuno sue inutili ciance. Un certo giorno il mae- scolpito su una pietra del- stro mentre passava per via della Ninna, la facciata, a ciraca 50 incontrò il solito “perdigiorno” che lo in- centimetri di altezza e cir- trattenne per l’ennesima volta. ca un metro prima del- Poiché il Buonarroti aveva con se scal- l’angolo. pello e mazzuolo, tenendo le mani dietro Ercole che abbatte Caco. 14 15 Per accedere al profilo e la schiena accostato alla base del palazzo, poterlo toccare è neces- mentre ascoltava annoiato il tedioso sec- sario chiedere assistenza. catore, ne incise il suo profilo in una bu- gna. Da secoli, quindi, i fiorentini chiama- no questa singolare silhouette michelan- giolesca l’Importuno. Ai lati del gran portone, le statue di Fi- lemone - del Bandinelli - e la di lui moglie Bauci - di Vincenzo de’ Rossi - esemplari per reciproco amore. I coniugi alla loro L’Importuno. morte, sopraggiunta congiuntamente, furono trasformati da Giove lui in quercia e lei in tiglio.

Passando ora a parlare di Si può accedere a Palazzo Palazzo Vecchio, va detto su- Vecchio dall’ingresso la- bito che anticamente era det- terale in via de’ Gondi. to dei Priori o della Signoria, In prossimità dell’acces- dal nome dei magistrati che so, la pavimentazione governavano la città e che vi presenta molte gravi risiedevano per tutto il tempo sconnessioni che, unita- del loro mandato. L’edificio si mente a pendenze varia- mente orientate del pia- alzò maestoso ed austero se- no di calpestio, generano condo il disegno d’Arnolfo di vibrazioni e scuotimenti Cambio, quale possente for- che pregiudicano il con- tezza a forma di quadrilatero. trollo e la stabilità della sedia a ruote. Palazzo Vecchio dal Piazzale degli Uffizi.

16 179 Sul Lato Nord di Palazzo I lavori iniziarono il 24 febbraio 1298 e Un servizio igienico per Vecchio, vicino all’angolo si protrassero fino al 1314. Sovrasta il por- disabili è posto alla bi- Nord-Ovest, dietro la fon- tone d’ingresso un ornato marmoreo co- glietteria del museo di tana dell’Ammannati, ac- sparso di gigli d’oro in campo azzurro, al Palazzo Vecchio. Il per- canto al muro, si trova una corso per accedervi pre- fonte di acqua potabile. centro del quale è posto il tondo raggian- senta rampette molto ri- te bernardiniano col monogramma I H S pide, seppur di breve (Iesus Hominum Salvator), cioè Gesù Sal- lunghezza. vatore degli uomini; sotto, la dicitura lati- È consigliata la presenza na REX REGUM ET DOMINUS DOMINAN- di un accompagnatore. TIUM posta fra due leoni di pietra dorati, a proclamazione di Cristo re dei re e sovra- no della città. Ancor oggi, Palazzo Vecchio ospita la sede del Comune di Firenze.

Frontone di Palazzo Vecchio

Raggiunto il lato Sud di Di lato al Piazzale degli Uffizi, al quale piazza della Signoria ci si fa corona il porticato con l’omonima no- porta all’angolo Nord/Est. tissima Galleria, si staglia la Loggia del- Fatti all’incirca 10 metri in la Signoria o dei Priori che prospetta sul- La Loggia della Signoria. direzione Ovest si rag- la piazza con tre archi a giunge la scalinata di ac- tutto sesto, poggianti su cesso alla Loggia della Si- possenti pilastri. Costruita gnoria costituita da sei gradini. I due leoni in per ordine della Signoria su marmo posti ai lati della disegno d’Andrea di Cione scala possono essere toc- detto Orcagna, fu iniziata cati. nel 1376 sotto la direzione Sempre sul lato Sud della degli architetti Benci di Cio- piazza, per tutta la lun- ne e Francesco Talenti. La ghezza della facciata del- loggia è però assai più cono- 189 19 la Loggia, dopo avere sa- sciuta con i nomi di Loggia dell’Orcagna lito un gradino si trova o dei Lanzi dal corpo di guardia formato una panca di pietra dove i da soldati lanzichenecchi, al tempo del turisti sono soliti sostare per ammirare la piazza e granduca Cosimo I de’ Medici, che vi so- per riposare. stavano in permanenza. Ai lati dalla sca- La facciata della Loggia è linata centrale due leoni in marmo: quel- costituita da tre arcate: lo di destra, è un’opera originale greca, quella centrale sopra la mentre l’altro fu eseguito nel 1600 da scalinata, una a Est e l’al- tra ad Ovest. Flaminio Vacca. Sotto queste due ultime All’interno della loggia, a sinistra, il arcate la Loggia è delimi- Perseo che mostra la testa recisa della tata da un parapetto che gorgone Medusa, bronzo dell’eccellente si affaccia sulla Piazza. Sul parapetto sotto l’arco orafo e scultore il qua- situato ad Est è posizio- le lo gettò nel 1553. Il bizzarro artista, Il Leone di Flaminio Vacca.

nato il Perseo; la base di riprodusse in modo singolare il proprio questa scultura, facil- barbuto autoritratto nella parte posterio- mente raggiungibile con re dell’elmo del leggendario figlio di le mani, presenta quattro nicchie nelle quali sono Zeus, sulla cui cinghia a tracolla, inoltre, allogate piccole statue in firmò l’opera. L’accurata ed ornatissima bronzo. Sul parapetto base, decorata con bronzetti riproducen- sotto l’arco situato ad ti Mercurio, Minerva, Giove e Danae nel- Ovest, sempre a metà del le nicchie, ed il bassorilievo frontale con tratto di parapetto, si ele- va il “Ratto delle Sabine”. la scena che vede Perseo liberare la bel- Scesi di nuovo nella Piaz- lissima Andromeda dal mostro marino, za, dalla panca di pietra evidenzia l’effettiva capacità dell’artista alla base del parapetto nell’aver saputo assemblare le sue note della Loggia si possono capacità orafe a quelle della scultura. raggiungere con le mani due importanti formelle: Dalla parte opposta si può ammirare il Il Perseo del Cellini. 20 21 la prima incastonata nel Ratto delle Sabine, capolavoro del Giam- basamento del Perseo, bologna (1583), il quale scolpì le tre ar- (“Perseo mentre libera moniose figure vibranti di vita, in un sol Andromeda”); l’altra sot- to il “Ratto delle Sabine”, blocco di marmo; sul piedistallo un bas- posta un po’ più in alto sorilievo in bronzo raffigura lo stesso epi- perché fissata sul piedi- sodio. Sempre del solito artista il gruppo stallo del gruppo marmo- di Ercole in lotta col centauro Nesso reo. Per accedere a que- st’ultima occorre salire (1599). Menelao che sorregge il corpo di sulla panca di pietra, Patroclo, è una copia dell’originale greco operazione da svolgere del IV secolo a.C. regalo del Papa Pio IV a solo con assistenza. Cosimo I; Pirro che rapisce Polissena è in-

vece una scultura ottocentesca di Pio Fe- min 25 di. Allineate lungo la parete di fondo, so- m 800 no sei statue femminili romane. Il Ratto delle Sabine.

22 II. PORTICATO E PIAZZALE DEGLI UFFIZI

min Il percorso del perimetro Prima di lasciare la piazza è opportuno Accedere alla rampa in 25 del Piazzale degli Uffizi ha doghe di legno che con- m accedere nel Piazzale degli Uffizi per os- 800 la forma di un rettangolo. duce al Porticato degli Uf- servare l’imponente ed armonica costru- fizi è molto difficile: saliti Sul lato Sud di piazza del- zione la più significativa del Cinquecento faticosamente sul mar- la Signoria, spostandosi di fiorentino (ora Galleria degli Uffizi, pina- ciapiede occorre compie- pochi passi verso Est si coteca fra le più importanti del mondo), re una rotazione di 90° in trova un’apertura che da uno spazio molto angusto Piazza della Signoria por- costruita dall’architetto su che presenta sconnessio- ta al Piazzale degli Uffizi. ordine di Cosimo I, il quale volle riunire ni e risalti impropri. Qui, camminando in dire- tutti gli uffici amministrativi sparsi per la Risulta indispensabile un zione Sud, si percorre il città in un solo grandissimo edificio. accompagnatore. Piazzale alla fine del qua- le scorre perpendicolare il Al centro fu lasciato un vasto cortile ret- lungarno de’ Medici. tangolare che divenne l’unico piazzale 22 23 Il Piazzale degli Uffizi ha la La pavimentazione del la- forma di un lungo rettan- to Est del Porticato degli golo. Uffizi presenta lungo tut- I lati piccoli sono quelli a to il tragitto continue rile- Nord e a Sud. vanti sconnessioni tra- sversali al senso di marcia Il lato Nord è costituito da che provocano continui un tratto della facciata impuntamenti della sedia Sud di Palazzo Vecchio. a ruote. Occorre procedere con Il lato Sud, distante circa prudenza perché il perico- 150 metri dal lato Nord, è lo di impuntamento delle costituito da un grande ar- ruote pivotanti permane co prospiciente sul lun- anche se si è spinti da un garno de’ Medici . accompagnatore. Lungo questo tratto è pre- Il Piazzale degli Uffizi verso l’. sente l’ingresso alla Galle-

porticato della città, dove si ria degli Uffizi. La Galleria, tennero pubbliche feste. posta al terzo livello del- La costruzione inizia da via l’edificio, non è accessibi- le senza assistenza. della Ninna per giungere al- Occorre inoltre eviden- l’Arno e quindi, come una “U” ziare che la persona su rovesciata, torna indietro fino sedia a ruote non può alla Loggia della Signoria. Di usufruire del percorso in stile dorico, il lungo ed elegan- uscita della Galleria poi- ché il dislivello tra terzo e te fabbricato è retto dal porti- secondo livello è supera- cato di colonne e pilastri dove bile solo mediante una ri- nelle ventotto nicchie vasaria- pida rampa di scale. ne, nell’Ottocento, vennero poste altrettante statue di in- Il servizio igienico per La facciata Nord degli Uffizi. disabili, ubicato al livello signi personaggi. Sopra l’arco della Galleria circa a me- I24 lati Est ed Ovest si allun- 25 gano verso il lungarno de’ centrale di fondo, a tà del corridoio Ovest Medici e sono coperti da ricordo di chi vol- (corridoio di uscita), è ac- un porticato rialzato dal le questa maestosa cessibile in autonomia. piano del Piazzale di pochi costruzione, è po- gradini. Sul lato Ovest del Porti- sta la statua di Co- cato la pavimentazione Procedendo verso Sud, simo I de’ Medici, di recente realizzazione sotto il porticato del lato opera del Giambo- consente una fruibilità Est, si trovano gli ingressi, logna, affiancata da conforevole in autonomia. per i visitatori provvisti o quelle allegoriche Su questo tratto sono pre- meno di prenotazione, al- senti le uscite dalla Galle- la Galleria degli Uffizi. sdraiate del Rigore ria degli Uffizi, dotate di Per individuare l’ingresso e dell’Equità di Vin- rampe in forte pendenza. desiderato è opportuno cenzo Danti. Su questo lato del Porti- min chiedere aiuto ad un pas- cato il percorso non è 40 sante. raccordato con il piano m 1300 Cosimo I nel Loggiato degli Uffizi. della Piazza. III. DA PIAZZA DELLA SIGNORIA A

min Da piazza della Signoria a Il tratto della piazza che 40 Ponte Vecchio il percorso costeggia la Loggia della m ha la forma di una ‘L’ con Signoria presenta scon- 1300 giro di 90° in senso antio- nessioni e pendenze late- rario (direzione Sud). rali alla linea di percorren- za che rendono molto fati- Per raggiungere Ponte cosa la marcia senza ac- Vecchio ci si avvicina al la- compagnatore. to Sud di Piazza della Si- gnoria e ci si dirige verso Ovest percorrendo la bre- In via Vacchereccia si marcia lungo il centro ve via Vacchereccia situa- Ritornati in piazza della Signoria, pas- ta all’estremità del lato della strada. La pavimen- Ovest di Piazza della Si- sando adesso per la corta via Vaccherec- tazione è più scorrevole e gnoria, poi, giunti all’ cia, si gira a sinistra in via Por Santa Ma- si può procedere in auto- 26 2 incrocio con via Por Santa ria terminata la quale siamo di fronte al nomia anche se si avver- Maria, si percorre questa Ponte Vecchio che fu il primo, e quindi il tono forti vibrazioni. strada in direzione Sud. più antico ponte della città, conosciuto in Alla fine di via Por Santa tutto il mondo. Costruito in legname pri- Presso una caffetteria, al- Maria, angolo Sud/Ovest, l’angolo con piazza Signo- ma del Mille in epoca romana, dove l’al- ria, c’è un servizio igienico immediatamente a Est, è veo dell’Arno era più stretto, successiva- situata la piccola piazza per disabili correttamente del Pesce. mente venne edificato in muratura ma fu realizzato. L’esercizio pre- distrutto da una grande piena nell’otto- senta all’entrata uno sca- Per imboccare Ponte Vec- lino (alto circa 10 cm) per chio è necessario conti- bre del 1177. Ricostruito con alcune bot- cui per entrare è necessa- nuare a camminare dritto teghe in legno sopra le arcate, fu deva- rio chiedere assistenza. verso Sud, per attraversa- stato due volte da violenti incendi nel L’accessibilità al marcia- re il lungarno che scorre 1222 e nel l322. Sempre prontamente piede sul quale prospetta perpendicolare a via Por restaurato, si schiantò per la furia del l’esercizio è garantita da Santa Maria. una rampetta ben raccor- Se l’attraversamento è ef- fiume nella tragica alluvione del 1333 data al manto stradale.

fettuato dal lato Est della unitamente a tutti gli altri strada, si attraversa il lun- ponti cittadini. Fu rico- garno degli Archibusieri, struito nel 1345 su tre ar- se dal lato Ovest il lungar- no Acciaiuoli. chi con l’attuale architet- tura, sotto la direzione di Dopo l’attraversamento ci si trova su uno dei marcia- discepolo di piedi di Ponte Vecchio. Giotto, in maniera molto In piazza del Pesce, sul più solida e con campate lato Nord della carreggia- ben sfogate tali da con- ta, è situata una nota ge- sentire il passaggio di una lateria. Scorcio delle botteghe grande quantità d’acqua, in modo tale da aggettanti sull’Arno. Ponte Vecchio si percorre sopportare le piene del capriccioso fiume camminando in direzione cittadino. Agli angoli del ponte vi erano Sud; è interdetto al traffi- quattro torri (due per sponda) dalle qua- 28 29 co veicolare. Il profilo di li partivano dei portici contrapposti, co- Anche in via Por Santa Ponte Vecchio è a dorso di perti e merlati, che si interrompevano al Maria si marcia al centro mulo: si sale il primo trat- centro. Oltre alla robustezza ed alla fun- della strada. to, poi si giunge ad un trat- to in piano, infine si di- zionalità del deflusso idrico, il ponte fu La pavimentazione, in scende l’ultimo tratto. caratterizzato proprio dalla presenza di porfido, provoca forti vi- questi portici (poi chiusi per ricavarne le brazioni e presenta tratti con giunti vuoti. Ai lati del ponte si susse- casette e le botteghe, che lo resero fa- guono numerosi piccoli e moso) costruiti ai bordi della carreggiata, Occorre procedere con rinomati negozi di orefi- come se si trattasse del proseguimento molta prudenza anche se ceria. accompagnati. della strada. Nel mezzo del ponte, nel Nel 1442 l’autorità cittadina per salva- Ponte Vecchio presenta tratto in piano, ai lati Est guardare la pulizia e le più elementari nor- una pendenza longitudi- nale molto pronunciata ed Ovest si aprono due me igieniche, impose ai beccai (macellai) terrazze profonde ciascu- che non può essere supe- na circa tre metri; le ter- di riunirsi nelle botteghe sul Ponte Vecchio rata autonomamente.

razze sono delimitate da per renderli un po’ isolati dai palazzi e dal- La pavimentazione è piut- un parapetto in muratura le abitazioni del centro. La disposizione tosto sconnessa, ma i che dà sull’Arno. mirava soprattutto ad eliminare le con- giunti tra le lastre, diago- Nel mezzo della terrazza nali rispetto al senso di sul lato Ovest, posto so- suete, maleodoranti tracce lasciate dai marcia (disposizione delle pra un basamento circon- barroccini dei beccai lungo le strade fino lastre a spina pesce), dato da un’inferriata, c’è all’Arno durante il trasporto degli scarti consentono di avanzare un busto di Benvenuto più minuti delle lavorazioni delle carni, meno difficoltosamente. Cellini. scarti che potevano ora disperdersi diret- Sono presenti, da en- Nel mezzo della terrazza trambi i lati della strada, sul lato Est, vicino al tamente, senza alcun danno, nella sotto- due alti gradini che impe- parapetto, c’è una fonte stante corrente del fiume. Da quel mo- discono di affacciarsi dal con acqua potabile e due mento il ponte divenne il mercato della ponte. passi a Nord un poco più carne ed i beccai, passati in seguito pro- spostato verso la carreg- giata del Ponte, un pun- prietari delle botteghe, per ottenere più to informativo automati- spazio, vi aggiunsero in modo disordinato 30 31 co che a pagamento forni- delle stanzette aggettanti sul fiume puntel- sce informazioni audio in landole con pali di legno. varie lingue. I macellai fecero e disfecero a loro piaci- Alla fine del Ponte si consi- mento fino a che la Signoria, nel 1593, die- glia di camminare sul lato de loro lo sfratto concedendo quelle botte- Ovest della carreggiata e ghe ai più decorosi ed ordinati orafi. In tali di immettersi in via Guic- spazi tuttora valenti artigiani orefici e ciardini mantenendo la di- rezione Sud (più precisa- gioiellieri continuano il tradizionale lavoro mente Sud/Ovest). di preziosi, conosciuto e stimato da tutti. In onore dell’oreficeria, nell’Ottocento, fu po- sto nella terrazza in mezzo al ponte da do- ve si gode la vista dell’Arno e degli altri pon- ti, una fontanella con il busto in bronzo del grande maestro Benvenuto Cellini, opera Il busto del Cellini.

dello scultore Raffaello Ro- manelli. Dalla parte a monte, in alto per tutta la lunghezza del ponte, scorre la galleria coperta, detta Corridoio Va- sariano dal nome di Giorgio Vasari, che la edificò nel 1565 su commissione di Cosimo I de’ Medici, per mettere in di- retta comunicazione Palazzo Vecchio con Scorcio di Ponte Vecchio. Il Corridoio Vasariano. . Dal 1581 il Corridoio fu adibi-

to a museo ed oggi ospita l’importante col- min 50 lezione di autoritratti e ritratti storici. m 1600

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IV. DA PONTE VECCHIO A PALAZZO PITTI

Dal Ponte Vecchio a Palaz- min Appena varcato il Ponte 50 zo Pitti il percorso ha la Vecchio, sulla sinistra subito m forma di una ‘I’. 1600 dopo aver imboccato via de’ Prima di immettersi in Via Guicciardini, si apre piazza de’ Guicciardini, se ne- Santa Felicita che prende no- cessario, si può usufruire me dall’antichissima omoni- di un servizio di aiuto e in- ma chiesa sulla quale pro- formazioni fornito dai Vi- spetta, dedicata alla patrizia gili urbani, presenti con romana martirizzata con i un automezzo al centro della carreggiata alla fine suoi sette figli ai tempi del- l’imperatore Antonino Pio. Si racconta che Piazza di del ponte dal lunedì al sa- Santa Felicita. bato, dalle ore nove alle in questo slargo, nel XIII secolo, ebbe luo- ore diciannove. go uno fra i più cruenti scontri, originato

Continuando a cammina- dalle discordie interne insorte fra Cattolici La compresenza di molti re sul lato Ovest della ed eretici Patarini, che ebbero la peggio. fattori di criticità (scon- strada si superano facil- nessioni della pavimenta- Conseguita la vittoria sull’eresia, a spese zione, presenza di contro- mente 5 traverse che in della famiglia Rossi d’Oltrarno venne eret- ordine sono: borgo San pendenze, risalti pronun- Iacopo, via de’ Barbado- ta la colonna di granito, che ancora si ve- ciati…) rendono di fatto ri, via dello Sprone, via de, a ricordo dell’evento. Sul capitello nel inaccessibile in autono- de’ Velluti, sdrucciolo de’ 1484 fu posta la statua in terracotta rob- mia il primo tratto di via Pitti. biana invetriata del frate domenicano Pie- de’ Guicciardini. tro da Verona il quale, con la sua foga ora- Attraversata via de’ Bar- toria, aveva infiammato gli animi dei fio- badori la pavimentazione In via de’ Guicciardini so- del marciapiede sipresen- no molti i negozi di og- rentini portandoli a debellare per sempre il ta in buono stato, risul- gettistica, souvenir, arti- proselitismo patarino. Nell’agosto del tando facilmente percor- gianato e snack-bar e, 1723 la vetusta statua di San Pietro Marti- ribile. nel tratto delimitato dal- re cadde a terra frantumandosi e fu poi so- le traverse via de’ Velluti stituita con una scultura di Antonio Mor- 34 e sdrucciolo de’ Pitti, c’è morai andata perduta nella seconda metà Proseguendo su via de’ anche una enoteca. dell’800. Da quel momento rimase soltan- Guicciardini, oltrepassata In via de’ Guicciardini, to la colonna a testimoniare ai posteri il via dello Sprone il percor- percorse poche decine di luogo del sanguinoso scontro cittadino. so risulta disagevole sia metri in direzione Sud per le rampette mal rac- (più precisamente Sud/ Durante il mese di agosto del 1944 quan- cordate che per le eviden- Ovest), sul lato Est della do volgeva a termine la seconda guerra ti irregolarità della pavi- strada si apre la piccola mondiale, a causa della funesta devasta- mentazione. piazza di Santa Felicita, zione della zona provocata dall’esplosione dove, sul lato Nord e sul delle mine dell’esercito tedesco in ritirata, lato Sud sono situati due la colonna ebbe a subire analoga sorte del- ristoranti noti per la cuci- la statua. Al termine del conflitto il graniti- na fiorentina. co, cilindrico pilastro venne opportuna- mente restaurato e rimesso nello stesso posto, di rimpetto all’edificio sacro, quale testimonianza della fede cattolica profes-

sata da sempre dai fio- rentini. L’antichissima Chie- sa di Santa Felicita, sorta in epoca romana, nel luogo dove esisteva un oratorio cristiano con catacombe, è stata ampiamente ristruttu- rata durante i secoli; Interno della chiesa oggi la vediamo come la rinnovò nel Set- di Santa Felicita, con il tecento l’architetto Ferdinando Ruggeri. La colonna in Santa Felicita. “coretto”, del Corridoio Vasariano. La chiesa fu la parrocchia della famiglia granducale quando, prima i Medici poi i 36 Lorena risiedevano in Palazzo Pitti. Proprio grazie alla munificenza di queste impor- tanti presenze, che per altro assistevano assiduamente alle funzioni religiose dal “coretto” del corridoio vasariano, la chie- sa venne dotata di notevoli opere d’arte. La sua singolare facciata è preceduta da un porticato a tre archi sui quali scorre il passaggio pensile del predetto corridoio. Nel portico e nell’attiguo androne che con- Lapidi e monumento duce al chiostro, si notano varie lapidi Monumento funebre del funebre alla cantante tombali, alcune delle quali greche e roma- cardinale Luigi de’ Rossi, Arcangela Palladini sul lato destro del portico scolpito da Agostino ne provenienti addirittura dall’antico cimi- della Chiesa di Santa Bugiardini. tero paleocristiano. Felicita.

Min. Di fronte allo Sdrucciolo Proseguendo per 64 de’ Pitti, ad Est, più preci- Mt. via de’ Guicciardini, 2200 samente a Sud/Est, al di si raggiunge la sco- là della carreggiata del- scesa Piazza Pitti che la strada, anch’essa fa- cilmente attraversabile - evoca la forma di un l’attraversamento pedo- anfiteatro. nale è a poco più di 10 Questo caratteri- metri dopo lo Sdrucciolo stico e vasto spazio de’ Pitti -, c’è Piazza Pitti e alla fine della piazza, cinquecentesco, è sempre di fronte, il porto- dominato sulla sua ne d’ingresso del Palazzo dolce sommità, dal grandioso Palazzo Piazza Pitti. Pitti. Pitti fatto costruire nel 1440 da Luca Pit- ti che diede l’incarico della progettazione In piazza Pitti sono pre- senti due stalli di sosta a Filippo Brunelleschi. Tanta era l’ambi- per disabili. 38 Dopo l’attraversamento si zione dell’intraprendente e ricco mer- Piazza Pitti non è fruibile. si incontra una carreggia- cante di superare lo sfarzo dei Medici e ta pedonale in pietra che degli Strozzi, che volle la sua costruzio- In Palazzo Pitti il servizio porta fino al portone d’in- igienico per disabili ubi- gresso del Palazzo, dove ne di dimensioni tali da non riscontrarne cato in fondo al porticato si trovano le biglietterie eguali in tutta la città. Dopo una lunga a destra dell’entrata prin- dei musei. fase di progettazione, i lavori iniziarono cipale, dopo il bar, prima Se l’accesso alla carreg- nel 1458, quando il Brunellesco era già dell’ingresso al Giardino di Boboli è accessibile con giata è impedito da una morto da due anni, sotto la direzione di catena che spesso ostaco- difficoltà anche con ac- la il passaggio, si dovrà Luca Fancelli, suo giovane allievo. compagnatore. Il percor- salire il gradino che deli- Il palazzo, adagiato sulle pendici del so per accedere al bagno, mita la piazza e, seguendo colle di Boboli in posizione dominante, si sotto il porticato, è realiz- il ciglio della carreggiata, sviluppò con accentuata orizzontalità su zato in blocchi di pietra serena molto sconnessi e si arriverà comunque da- tre piani, in pietra forte a bozze di caldo vanti al portone d’ingres- consunti. so dei musei dopo aver e possente bugnato rustico nella parte

percorso circa 50 metri. inferiore, e liscio in quella superiore, Le chiavi del servizio igie- L’ingresso al Giardino di ostentando tutta la sua grandiosità. In- nico vanno richieste ai Boboli e la biglietteria si fatti, si diceva che, secondo le disposi- custodi della Galleria Pa- latina o al personale del trovano in direzione Nord, zioni impartite da Luca Pitti al Brunelle- camminando lungo la fac- Giardino di Boboli. ciata di Palazzo Pitti. sco, le dimensioni del palazzo dovessero essere tali da poter contenere al- A causa della rilevante l’interno del cortile il Palazzo pendenza, le rampe di ac- Strozzi, e le grandi arcate delle fi- cesso al Palazzo non risul- tano praticabili in sicurez- nestre dovessero avere l’estensio- za neanche con accom- ne del portone di Palazzo Medici. pagnatore. Le spese di costruzione furono na- turalmente ingentissime e la fami- glia Pitti le sopportò fintanto la Il cortile di Palazzo Pitti. buona sorte le arrise. Alla metà del Cin- 40 41 quecento Buonaccorso Pitti fu costretto Per raggiungere la som- a vendere il gioiello di famiglia a Cosimo mità della Piazza (ove è I de’ Medici, che l’acquistò per la consor- posto l’ingresso del Palaz- zo Pitti e del Giardino di te Eleonora di Toledo, dando subito l’in- Boboli) è necessario uti- carico a Bartolommeo Ammannati di lizzare il mezzo proprio, eseguire lavori di ampliamento. Con i che è possibile parcheg- grandi interventi dell’Ammannati l’au- giare, o un taxi. stero, signorile palazzo, si trasformò in una vera e propria reggia, alle spalle del- l’immenso Giardino di Boboli. Altri lavori continuarono nel 1620 ad opera di Giulio Parigi e venti anni dopo dal figlio di que- Facciata interna di Palazzo Pitti da Boboli sti Alfonso, che completò il palazzo pro- con la Fontana del Carciofo. lungando la facciata nel modo come og-

gi la si vede. Una curiosità che ri- guarda proprio la facciata, è data da due singolari pietre che la com- pongono: quella più grande che misura circa una decina di metri, e quella più piccola di appena trenta centimetri, l’una posta accanto al- l’altra. Le si possono notare guar- Fonte del Leone: Le pietre della facciata posata su sei gradoni dando sulla sinistra del portone centrale, di Palazzo Pitti. sotto l’ultimo finestrone nella seconda fascia di bugnato rustico, a a sinistra del palazzo. circa due metri dal suolo. Infine, nel Settecento, l’architetto Giu- seppe Ruggeri aggiunse i due rondò late- rali aggettanti sulla sottostante piazza. 42 Il sontuoso palazzo è stato dimora dei Medici per circa due secoli, quindi dei Lo- rena e dal 1865 al 1870, durante il perio- do in cui Firenze fu la capitale d’Italia, di- venne reggia della sovrana famiglia Sa- voia. A proposito del primo re che vi abi- tò, Vittorio Emanuele II detto il “Re Ga- lantuomo”, si può piacevolmente osser- vare un bel disegno in carboncino che lo ritrae, nella parte interna del terzo pila- stro del rondò a destra guardando la fac- ciata del palazzo. Il ritratto fu eseguito nel

Il rondò di destra 1861 da un soldato della guarnigione ad- Il ritratto di di Palazzo Pitti. detta alla sorveglianza della reggia, Vittorio Emanuele II.

durante le pause del servizio di ronda. Non appena il re vide l’e- stemporaneo capolavoro, peraltro molto rassomigliante, volle cono- scere personalmente il bravo psèu- do pittore, al quale concesse addi- rittura una promozione di grado. Oggi il grandioso palazzo è im- Particolare di una portante sede espositiva della città in Finestra di Palazzo Pitti fontana del cortile ornata con una testa di di Palazzo Pitti. quanto ospita musei di fama mondiale co- leone cinta dalla corona me la Galleria Palatina, la Galleria di Arte granducale. Moderna, il Museo degli argenti e delle porcellane, nonché il Museo delle Carroz- ze. Si possono visitare inoltre gli Apparta- 6 45 menti reali e lo scenografico Giar- dino di Boboli che si estende su una vastissima area verde. Definito “una reggia all’aria aperta”, il Giardino di Boboli è uni- versalmente considerato il tipico esempio di giardino all’italiana. Ricco di piante di vario genere, Un grottesco adornato da fontane e grotte, sca- Fontana dell’Isolotto di Palazzo Pitti linate e prati digradanti, fu ideato e rea- nel giardino di Boboli. lizzato da Cosimo I de’ Medici con l’aiuto di Niccolò Pericoli detto il Tribolo, poi con- min tinuato dall’Ammannati, dal Buontalenti 90 m ed, infine, da Alfonso Parigi. 2800 V. DA PONTE VECCHIO A VIA TORNABUONI

min Da via de’ Guicciardini fino Adesso si torna In borgo San Iacopo si 90 all’incrocio di via Porta indietro per via de’ consiglia di procedere m Rossa con via de’ Torna- lungo il marciapiede lato 2800 buoni il percorso ha la for- Guicciardini fino ad Sud (siamo in zona a traf- ma di una ‘L’ con il giro di arrivare all’altezza fico limitato). Il marcia- 90° in senso antiorario, del Ponte Vecchio piede è piuttosto stretto e più una ‘I’ in direzione dove si svolta a sini- il piano di calpestio pre- Nord, più precisamente stra in borgo San Ja- senta notevoli e diffuse Nord/Est. sconnessioni; le rampette copo: qui, in canto- di raccordo all’incrocio Al ritorno si percorre via de’ nale, è posta la Fon- con via Toscanella e via Guicciardini all’indietro, in te del Bacchino, sta- de’ Sapiti sono abbastan- direzione Nord/Est, supe- za agevoli. rate le 4 traverse (sdruc- tua bronzea in una ciolo de’ Pitti, via de’ Vellu- nicchia a filo Fonte del Bacchino. 46 ti, via dello Sprone, via de’ muro, sopra una vasca in marmo bardiglio, Agli incroci non sono pre- Barbadori), giunti all’incro- su uno zoccolo sporgente di tre scalini. senti le strisce pedonali. cio con borgo S. Iacopo, si Il vissuto borgo, ricco di negozi di ogni La pavimentazione della prende la direzione Ovest carreggiata stradale è co- per percorrere quest’ulti- tipo, prende il nome dall’antica chiesa di stituita da lastre in pietra ma strada. Si consiglia di San Jacopo Soprarno del XII secolo, già ad opus incertum. attraversare borgo San Ia- parrocchia di uno dei tre primitivi borghi È opportuna la presenza copo in direzione Nord e di esistenti nella presente zona d’Oltrarno: di un accompagnatore. continuare a percorrerlo sul lato Nord. borgo Pitiglioso l’odierna via de’ Bardi, Opportunità di sosta per Dopo aver percorso borgo borgo di Piazza oggi via de’ Guicciardini autoveicoli muniti di con- San Iacopo per circa 150 e l’invariato borgo San Jacopo. Precedu- trassegno in alcuni tratti metri, sul lato Nord si per- ta da tre case torri, sul lato destro a cir- di borgo San Iacopo. cepisce con facilità un’a- ca metà di questa strada, si incontra la pertura in concomitanza di chiesa che mostra un breve porticato a un allargamento del mar- ciapiede. tre archi poggianti su colonne dai prege-

voli capitelli. Il secentesco campani- La rampetta di raccordo in le è opera di Gherardo Silvani, men- uscita presenta un picco- tre la cupoletta, progettata da Filip- lo risalto, ma nel com- po Brunelleschi, pare sia stata di plesso è percorribile in autonomia. studio per realizzare poi il cupolone Sull’attraversamento pe- di Santa Maria del Fiore. La chiesa donale, come succede fre- era nota anche perché il suo priore, quentemente, è presente nella ricorrenza del 25 luglio festivi- un tombino in ghisa, che tà di Sant’Jacopo (così com’era det- crea problemi di aderenza to in Firenze l’apostolo San Giacomo alle ruote della carrozzi- na. Maggiore), organizzava a sue spese il Palio dei Navicelli in Arno. La rampetta di raccordo per accedere al marcia- Camminando verso l’a- Facciata della Chiesa di San Jacopo Soprarno. piede di Piazza Frescobal- pertura, dopo una quindi- di presenta una notevole 48 cina di metri si trova una Infatti alla sera, fino dal lontano 1250, pendenza trasversale, ma terrazza sull’Arno dove si i barcaioli disputavano a furia di vigorosi è percorribile in autono- può sostare davanti allo colpi di stanga la tipica “regata”, sullo mia. spazio aperto del fiume. Borgo San Iacopo è una specchio d’acqua fra Ponte Vecchio e la Il marciapiede è in forte delle strade di questo iti- pescaia di Santa Rosa. La partenza dei pendenza, la pavimenta- nerario più ricca di risto- navicelli avveniva proprio dal greto su cui zione del marciapiede è ranti, trattorie, negozi di ancora aggetta, sui caratteristici sporti, sconnessa, inoltre la fini- oggetti d’arte, artigiana- tura superficiale delle la- to, alimentari. C’è anche l’abside della chiesa che i fiorentini indi- stre trasferisce alla sedia un Internet Point ed E- cano affettuosamente come la “chiesa col rlevanti vibrazioni. mail service. culo in Arno” perché nei momenti di pie- È opportuna la presenza na quando il livello del fiume aumenta, le di un accompagnatore. Alla fine di borgo San Ia- acque vanno con impeto a bagnare la sua copo ci si trova di fronte ad un incrocio: via Mag- parte absidale che può essere osservata gio a Sud, via Santo Spi- dal Ponte .

rito ad Ovest e piazza de’ Al termine del borgo, sulla sinistra Frescobaldi a Nord. dove confluisce via dello Sprone, si trova la buontalentiana Fontana dello Tra borgo San Iacopo e via Sprone, opera di Andrea di Michelangelo Maggio confluisce all’in- crocio una breve strada Ferrucci. già attraversata percor- Risalente al 1608, il singolare e deco- rendo via de’ Guicciardini: rativo arredo urbano costituito da un via dello Sprone. mascherone che getta acqua nel sotto- Il lato Sud di borgo San stante bacile a forma di conchiglia, esal- Iacopo e il lato Nord di via dello Sprone formano ta lo spigolo a cuneo della cantonata. quasi un angolo acuto do- ve è incastonata nel muro la Fontana dello Sprone La Fontana dello Sprone. facilmente accessibile per essere toccata. Basta solo 50 fare attenzione ad un bor- Girando ora a destra ci si immette nel- Giunti in prossimità di do in pietra poggiato sulla la piccola piazza de’ Frescobaldi per diri- me- pavimentazione. gersi poi sul ponte Santa Trinita. diante una rampetta con forte pendenza laterale si Si prende la direzione Questo, nell’ordine di tempo, fu il giunge al piano stradale; Nord (più precisamen- quarto ponte ad unire le due sponde del- si attraversa Piazza Fre- te Nord/Est), si percorre l’Arno cittadino; costruito in legno nel scobaldi per accedere al Piazza Frescobaldi e si at- 1252 per volere del nobile mercante marciapiede lato Ovest. traversa ponte Santa Tri- Lamberto Frescobaldi, che risiedeva in Qui è presente una ram- nita fino a raggiungere il petta molto disagevole lungarno degli Acciaiuoli piazza Santa Trinita, per sette anni di- per il forte risalto del che scorre perpendicola- venne pure un’ottima terrazza per assi- gradino di raccordo. re (da Ovest verso Est). stere alle feste che si svolgevano fre- Il disagio è notevolmen- quentemente sul fiume, terrazza tal- te accresciuto dall’essere mente vissuta che, nel 1259, durante costretti a cambiare dire- zione in pendenza. una rappresentazione, per l’enorme Il marciapiede è stretto.

peso degli spettatori ro- Esiste, inoltre, il rischio di vinò tragicamente. Ri- perdita del controllo della costruito in pietra a no- sedia a ruote. ve arcate, venne di- Sul Lungarno Guicciardi- strutto nel 1333 dall’Ar- ni, in prossimità del Pon- no in piena. Nel 1346 su te Santa Trinita, sono progetto di Taddeo Gad- presenti due posti auto di fu nuovamente getta- per disabili. to su sei archi, ma anche Il ponte presenta una no- questa volta crollò a tevole pendenza longitu- Il Ponte Santa Trinita. causa di un altro “grande diluvio” nel set- dinale. tembre 1557. Bartolommeo Ammannati, La discesa è difficoltosa con preziosi suggerimenti di Michelange- anche se accompagnati in quanto le sconnessioni, lo, lo ricostruì tra il 1567 ed il 1570, su tre unite alla notevole pen- 52 Alla fine del Ponte, per- arcate di agile ed ampia curvatura con raf- denza portano la persona corso sul lato Est della finate decorazioni marmoree, poggianti disabile che non ha un carreggiata, spostato di su pigne ben profilate a forma di prua na- buon controllo del tronco due metri verso Est, è se- a perdere l’equilibrio ca- gnalato l’attraversamen- vale tagliaflutti. Nel 1600 ai quattro lati dendo in avanti. to del lungarno degli Ac- d’inizio delle spallette, furono poste sta- La rampetta di raccordo ciaiuoli, che può essere tue raffiguranti le quattro stagioni. Pur- con il Lungarno Corsini è compiuto in autonomia troppo durante la seconda guerra mon- da ritenersi molto perico- facendo un po’ di atten- losa per la compresenza zione. diale lo splendido ponte, assieme a tutti di pendenze longitudina- (La situazione è la stessa gli altri della città - con l’esclusione del li e trasversali e di con- sul lato Ovest della car- Ponte Vecchio - veniva fatto saltare dalle tropendenze determina- reggiata del Ponte). truppe tedesche in ritirata il 4 agosto te dalla conformazione a 1944. Finita la guerra, un comitato citta- schiena d’asino di questo tratto del Lungarno. dino al motto di “dov’era e com’era” diede vita alla sua ricostruzione, che

venne eseguita con le medesime carat- Sul Lungarno Corsini in teristiche strutturali ed estetiche dell’ prossimità del Ponte San- originale progetto dell’Ammannati. Nel ta Trinita sono presenti 1958, i fiorentini poterono finalmente ri- due posti auto per disabili. attraversare il loro ponte, ancora ricco di dinamica michelangiolesca, davvero ri- sorto dov’era e com’era. Insino ai primi decenni del Novecento, l’11 novembre per la festività di San Mar- tino sull’elegante ponte a Santa Trinita (con estensione anche alla parte iniziale di via Maggio), si svolgeva la caratteristi- Ponte Santa Trinita: Ponte Santa Trinita: la “Primavera” di ca fiera dei “trabiccoli”. Questi necessari l’”Autunno” di Pietro Francavilla. attrezzi ad uso domestico, consistevano Giovanni Caccini. 54 in un insieme di leggere stecche di legno che formavano una singolare grande gab- bia a forma di cupola sotto la quale ad un gancio, si appendevano gli scaldini per rendere caldi i letti o per asciugare la bian- cheria, specialmente quella dei bambini. La “fierucola di San Martino” fatta di piccolo commercio e povero artigianato, Ponte Santa Trinita, era animata da tanti compratori richia- Ponte Santa Trinita, dal lato d’Oltrarno con la particolare del cartiglio di statua dell’”Inverno” di mati dal coro dei venditori i quali solleci- marmo col segno Taddeo Landini. tavano a gran voce di comprare gli artico- astrologico di Cosimo, li spesso e volentieri eseguiti con le loro nato sotto l’Ariete. stesse mani.

Superato il ponte San- In via de’ Tornabuoni il ta Trinita possiamo vede- marciapiede presenta di- re sulla destra il Palazzo scontinuità e sconnessio- ni riempite con malta. Per Spini-Feroni. consunzione dalle lastre Questo antico palaz- di pietra, i giunti di malta zo-fortilizio della fine del a tratti risaltano rispetto Duecento, ancora mer- al piano delle stesse così lato alla guelfa, fu fra le da rendere la marcia dis- agevole. prime opere che vide ci- mentarsi nell’arte del- Palazzo Spini-Feroni. l’architettura il giovane Arnolfo di Cam- bio, allora allievo di Lapo Tedesco. Posto con felice ubicazione all’angolo di via de’ Tornabuoni con il lungarno degli Ac- 56 Attraversato il lungarno ciaiuoli, ha subìto nel corso del tempo di- Opportunità di sosta per degli Acciaiuoli in direzio- versi rimaneggiamenti specialmente dal- autoveicoli muniti di con- ne Nord, recuperato ver- la parte che guarda l’Arno, sulla cui riva trassegno sul lato destro so Ovest lo spostamento (Est) di via de’ Torna- verso Est resosi necessa- terminava con un aggettante torrione at- buoni. rio per l’attraversamento, traversato da una stretta ed alquanto ci si immette in via de’ buia arcata poi demolita nell’Ottocento. Tornabuoni e dopo un Questo ristretto arco era detto “dei pizzi- centinaio di metri, sem- cotti” perché i giovani, favoriti appunto pre sul lato Est della stra- da, si apre piazza Santa dall’ambiente, si dilettavano a pizzicare il Trinita con la chiesa omo- posteriore delle avvenenti ragazze che si nima. avventuravano nel disagevole transito. Originariamente il palazzo fu dei Tor- nabuoni, poi dei Medici, quindi degli Strozzi fintanto non venne acquistato

dagli Spini, immatricolati nell’arte dei tintori. Estinta nel Settecento questa in- dustriosa famiglia, il palazzo venne in possesso dei Feroni che lo tennero sino all’inizio del XIX secolo. Passò in seguito di proprietà degli Homert, che lo adibiro- no a lussuoso albergo con il nome di Ho- tel de l’Europe. Nel 1846 venne acqui- stato dal Comune di Firenze che vi stabilì vari uffici fino a quando, nel 1871, pre- Scorcio da Piazza Palazzo Spini-Feroni, di Santa Trinita. ferì trasferirli definitivamente in Palazzo particolare della facciata. Vecchio. Oggi l’imponente palazzo ospita una nota ditta di abbigliamento e calza- ture, nonché il Museo della Scarpa. Oltrepassato palazzo Spini-Feroni, sul La chiesa di Santa Trinita lato opposto, vediamo la chiesa di Santa è accessibile. Trinita, dedicata a Dio assolutamente uno e relativamente trino nel Padre, Figlio e Spirito Santo. Sorse nell’XI secolo al posto di un più modesto oratorio per volontà dei monaci vallombrosani. Curiosamente fu La chiesa di Santa Trinita. detta e conosciuta subito dai fiorentini col nome di Santa Trìnita, e non della Santis- sima Trinità come liturgicamente sarebbe stato più esatto. Dopo circa due secoli la chiesa venne quasi del tutto ricostruita con l’amplia- Il frontone raffigurante la Trinità. mento dell’interno portato a tre alte nava-

te. La facciata tardo rinascimentale, è opera di Bernardo Buontalenti; sopra il ro- sone centrale mostra, nel timpano, l’alto- rilievo della Trinità, opera di Giovanbatti- sta Caccini il quale scolpì anche la statua di Sant’Alessio alloggiata in una nicchia la- terale al portale di accesso. Al centro della piazza di Santa Trinita, al lato del , si alza la Colonna della Giustizia donata nel 1560 dal papa Pio IV a Cosimo I de’ Medici che lì volle collocarla. Infatti, proprio in tal Sant’Alessio, particolare punto, egli aveva appreso la notizia della La Colonna della Giustizia. della facciata. vittoria a Marciano riportata dalle sue 1460 truppe sul ribelle Pietro Strozzi. La colon- na, di ottimo porfido, proveniva dalle ter- me romane di Caracalla. Essa fu eretta il 2 luglio 1565 e soltanto sedici anni dopo, sul capitello, Francesco del Tadda pose la statua simbolo dell’equità. Il bronzeo panneggio del mantello che copre le spalle della Giustizia, originaria- mente non era previsto. Fu applicato dal- Piazza Santa Trinita. l’artista soltanto a statua ultimata per ri- mediare ad un difetto che evidenziava le spalle, assai piccole rispetto al corpo.

La statua dell’Equità, di Francesco del Tadda.

Per proseguire, all’angolo Posto fra via Porta Rossa e via delle formato da via de’ Torna- Terme, si ammira l’elegante palazzo Bar- buoni e da piazza Santa Tri- tolini Salimbeni, fatto costruire da Gio- nita, si consiglia di girare di 90° verso Est, entrare nel- vanni Bartolini a Baccio d’Agnolo con cri- la Piazza seguendo il mar- teri molto innovativi. La facciata, a tre ciapiede, fino a trovare piani suddivisi da cornici decorate, vede borgo SS. Apostoli. aprirsi particolari finestroni crociati, con Appena viene percepita il motto araldico “PER NON DORMIRE”, questa strada, si gira di 90° in senso antiorario e si at- allusivo alla sagace attività mercantile traversa prestando la do- della famiglia, nota per la sollecitudine vuta attenzione. con la quale si recava agli appuntamenti Si va ancora avanti per po- d’affari sacrificando anche il sonno. chi metri ripristinando la Il maestoso portale d’ingresso, incor- direzione Nord e si attra- Palazzo Bartolini Salimbeni. versa la successiva traver- niciato da due colonne con trabeazione e 62 sa, via delle Terme. Si per- timpano, mostra un’altra iscrizione, que- L’attraversamento di via corrono ancora pochi metri sta volta latina, “CARPORE PROMPTIUS del Parione non presenta verso Nord. Così si rag- QUAM IMITARI” (è più facile criticare che particolari difficoltà. La pa- giunge l’inizio di via Porta vimentazione è in asfalto. Rossa che scorre da Ovest imitare), voluta dallo stesso Baccio d’A- Sebbene siano presenti verso Est, perpendicolar- gnolo a difesa dello stile della propria ar- toppe e discontinuità, la mente rispetto a via de’ chitettura innovativa caratterizzata an- natura del manto sempli- Tornabuoni. che dalla varietà delle pietre impiegate e fica molto la marcia che Nel tratto tra via delle Ter- dallo sfoggio degli ornamenti. diventa sufficientemente me e via Porta Rossa c’è il fluida. palazzo Bartolini Salimbe- L’attraversamento di via ni, anch’esso con la panca de’ Tornabuoni per acce- di pietra prospiciente la dere a via Porta Rossa si facciata. Per camminare presenta agevole. lungo il marciapiede si pas- Il tratto da ponte Santa Tri- min 125 sa davanti ad una scalinata nita a via Porta Rossa si può m che ne riduce la larghezza. compiere in autonomia. 3900