Babesch Nieuw Nummer Leeg
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
BABESCH 89 (2014), 47-73. doi: 10.2143/BAB.89.0.3034669 Città, insediamenti rurali e paesaggi agrari della Daunia tra le guerre sannitiche e l’età post-annibalica R. Goffredo Abstract More than twenty years after the publication of Giuliano Volpe’s La Daunia nell’età della romanizzazione, it is important to reflect again on settlement and rural landscapes of Northern Apulia, between the end of the 4th and the beginning of the 2nd century BC, in order to focus on how and in which directions the interpreta- tive scenarios regarding these issues have changed from then to now. This paper aims not to follow the path, still premature, of the overall synthesis on Daunia between the Samnite wars and the age of Hannibal; it intends to present an overview of the results of the most recent research projects carried out in different regional dis- tricts, which allow archaeologists to problematize theories and interpretations.* LA DAUNIA TRA SANNITI E ROMANI niti sulla collettività locale,10 sembrerebbe trovare interessanti riscontri nell’individuazione di comu- Sullo scorcio del IV secolo a.C., alle soglie dell’in - nità rurali a carattere ‘misto’, insediate per agglo - contro con Roma, il sistema culturale e sociale merati abitativi nel territorio controllato dal centro daunio appariva attraversato da molteplici e ben lucerino;11 tracce evidenti di infiltrazioni osche più risalenti istanze di trasformazione volte a provengono infine dal comprensorio della futura ridefinire spazi, risorse e soprattutto relazioni. Si colonia venosina,12 dal melfese e, seguendo la di - tratta di linee evolutive di cui sono note tanto le rettrice ofantina, dall’abitato di Minervino Murge,13 singole tappe quanto gli esiti: dall’originaria unità dunque ai limiti meridionali del territorio canosino. etnica al mosaico delle autonomie locali,1 dalle Nonostante la maggior parte dei contesti noti forme arcaiche di articolazione della collettività sia rappresentata da aree di necropoli e ben pochi per clan a compagini dominate da oligarchie gen- dati si riferiscano alle forme insediative ad esse tilizie con ingenti ricchezze,2 dalla reticenza all’a - associate, è tuttavia possibile riconoscere i caratteri pertura verso il mondo greco,3 da fenomeni di pro - di piccoli vici sorti in ambiti liminali, a presidio duzione-scambio orientati verso il mercato locale dei percorsi vallivi e fluviali di penetrazione verso ed adriatico alla progressiva conquista di una di - le pianure fertili del Tavoliere e della costa adria - mensione mediterranea.4 tica, con una funzione non secondaria di raccordo In questo contesto di profonda riorganizza - sociale e culturale tra compagini etniche differ- zione degli assetti sociali, economici e insediativi, enti. è possibile individuare un ulteriore fattore di È difficile, a questo proposito, non rievocare il complessità nella diffusa attestazione di genti san- noto passo di Livio sulle cause delle tensioni gene - nitiche entro i confini, in questa fase ancora assai ratesi nella regione prima dell’intervento di Roma,14 sfumati, assegnati alla Daunia (fig. 1). ricondotte alla colpevole consuetudine dei Sanniti, Elementi culturali osco-sabellici, riconducibili montani atque agrestes, stanziati vicatim sui monti, a presenze etniche allogene, sono ben documen- di saccheggiare i maritima et campestria loca oc - tate, a partire dal VI secolo a.C., nel comprenso- cupati dai Dauni. In questo breve passaggio della rio del fiume Fortore a Carlantino5 ed in contrada narrazione liviana già in passato si erano intravisti Guadone, nei pressi di San Severo.6 Nello stesso i caratteri di un contrasto ben più complesso della secolo la presenza sannitica è quindi attestata nei sola contrapposizione tra gruppi etnici diversi: pressi di Aecae-Troia,7 sul versante subappenni - quello tra villaggi e città, tra pastorizia e agri- nico del territorio arpano, e, entro la prima metà coltura, tra compagini subalterne e ceti egemoni.15 del IV secolo a.C., nella valle del Cervaro,8 impor- Sorvolando, per ora, su questi aspetti, preme tante corridoio di transito tra l’entroterra cam- innanzitutto evidenziare come proprio il riferi- pano e le piane della Puglia settentrionale.9 Anche mento liviano a modalità di insediamento per vici, nel caso di Luceria, quanto riportato dalle fonti che lo storico individuava quale prerogativa dei storiche in merito all’influenza esercitata dai San - Sanniti, trovi ormai puntuali corrispondenze in 47 Fig. 1. La Daunia nel IV secolo a.C.: centri principali e agglomerati secondari. quanto noto sull’articolazione insediativa dei po - delle risorse naturali disponibili, di controllo dei poli italici dell’Italia meridionale tra età arcaica e percorsi e dei traffici.17 Si tratta di esperienze non romanizzazione.16 In particolare la ricerca archeo - marginali e secondarie, non di rado espressione logica illustra oggi, con maggiore chiarezza che in di comunità ben strutturate che, investite da pro- passato, quanto solo in parte la geografia del po - cessi di gerarchizzazione sociale analoghi a quelli polamento della Daunia, nel lungo periodo com- in atto nelle formazioni preurbane, conobbero tra preso tra il tardo VII secolo a.C. e la fine del IV tardo V e IV secolo a.C. l’emergere di aristocrazie secolo a.C., fosse risolta nella variegata distribuzio - familiari dominanti. ne dei grandi agglomerati destinati ad emergere Non è ancora questa, dunque, la Daunia ‘urba - come centri direzionali della regione, unici inter- na’ che si sarebbe contrapposta alla dimensione locutori di Roma. vicana ed agro-pastorale dei Sanniti. Più in gene- È evidente, al contrario, quanto la rete dei cen- rale il quadro conoscitivo in parte puntualizzato, tral places sottendesse una fitta trama di realtà in - in parte delineato ex novo, induce a ripensare in sediative ‘minori’: unità abitative di tipo sparso o modo più ampio alle ragioni ed alle dinamiche nuclei aggregati nella forma del villaggio, spesso del conflitto socio-economico dal colorito etnico gravitanti nell’orbita dei centri principali, carat- tra Dauni e Sanniti che sarebbe stato all’origine terizzati da una distribuzione sul territorio che dell’intervento romano nella regione. assecondava esigenze di sicurezza, di valutazione Tutti i contesti indagati, in cui sia stata trovata 48 traccia di elementi estranei all’orizzonte culturale trascurare gli indizi che denotano la permeabilità daunio, evidenziano come alla migrazione, più o delle compagini ai vertici del potere; verso il meno risalente nel tempo, di gruppi di etnia san- basso, l’analisi non può arrestarsi al riconosci- nita fossero seguite, nell’interazione tra compo- mento di una multitudo in agris culturalmente ed nenti allogene e locali, forme profonde di com- etnicamente ibrida, marginale e sottomessa, ‘ormai mistione culturale, di ibridazione delle specificità indirizzata verso un rovesciamento dei rapporti identitarie, rintracciabili soprattutto nell’artico- di classe’.21 L’esistenza di un corpo sociale inter- lazione delle comunità rurali insediate vicatim in medio, a carattere misto, emerso nel IV secolo a.C. posizione periferica, ai margini dei territori con- e poi spazzato via dagli esiti della romanizza - trollati dai principali e più influenti centri di ag - zione, è acquisizione importante delle ricerche glomerazione. recenti condotte proprio nell’ambito dei già men- Quanto detto non intende riproporre l’immag- zionati agglomerati vicani ‘secondari’, attestati ine di una Daunia rigidamente divisa tra forma - tanto tra i Sanniti quanto tra i Dauni. zioni ‘preurbane’ e conservatrici, e formazioni Varrà, a questo proposito, ricordare come la periferiche, poco strutturate e più permeabili ad guida ed il controllo della piccola comunità inse- apporti esterni: fatta eccezione per Arpi, presidio diatasi entro la prima metà del IV secolo a.C. di autonomia politica e culturale, lo stanziamento nella valle del Cervaro, in località La Murgetta, di popolazioni osco-sabelliche e il diffondersi di fossi affidatero ad una ristretta elite di guerrieri contaminazioni etnico-culturali investirono indi- di originaria etnia sannitica i cui corredi funerari stintamente periferie ed abitati centrali della Dau - sono testimonianza di ragguardevoli disponibilità nia nord-occidentale e del medio-basso compren- di risorse e di intensi contatti con l’area del mel- sorio ofantino. fese; un simile profilo è emerso dall’analisi delle Ne sono testimonianza la laboriosa presa di deposizioni femminili che ha rilevato la presenza Luceria da parte dei Romani alla fine del IV secolo di figure dominanti per le quali è stato proposto a.C., al pari dell’iniziale, blanda, resistenza op- uno status identitario di ‘meticciato’ (fig. 2).22 posta a Roma da parte dei Canusini; più radicata Anche l’abitato sviluppatosi tra la fine del V e fu verosimilmente la presenza sannitica a Tiati- la prima metà del IV secolo a.C. nei pressi di Teanum Apulum, centro sorto strategicamente a Luceria, in località Casanova, avrebbe ospitato una presidio delle naturali vie di collegamento tra la collettività etnicamente mista, dinamica dal punto dorsale appenninica e la piana del Tavoliere.18 di vista economico e ricettiva nei confronti di Un’intensa compenetrazione tra l’originaria matrice apporti culturali esterni (fig. 3).23 daunia ed elementi culturali allogeni è inoltre Se questo è, dunque, il complesso milieu sociale documentata a Banzi19 dal diffondersi, sia a livel - e culturale che fa da sfondo all’intervento romano lo linguistico che nell’articolazione istituzionale in Daunia, è