"Parsifal" Programma Di Sala
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VENEZIA Calle Larga XXII Marzo, 2098 ALBO DEI SOCI FONDATORI ALBO DEI SOCI FONDATORI CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Paolo Costa presidente Luigino Rossi vicepresidente Cesare De Michelis Pierdomenico Gallo Achille Rosario Grasso Mario Rigo Valter Varotto Giampaolo Vianello consiglieri sovrintendente Giampaolo Vianello direttore artistico Sergio Segalini COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI Giancarlo Giordano presidente Adriano Olivetti Paolo Vigo Maurizia Zuanich Fischer SOCIETÀ DI REVISIONE PricewaterhouseCoopers S.p.A. parsifal dramma sacro in tre atti libretto e musica di Richard Wagner Teatro La Fenice sabato 12 marzo 2005 ore 18.00 turno A martedì 15 marzo 2005 ore 18.00 turno D venerdì 18 marzo 2005 ore 18.00 turno E domenica 20 marzo 2005 ore 15.00 turno B mercoledì 23 marzo 2005 ore 15.00 turno C La Fenice prima dell’Opera 2004-2005 6 Pierre-Auguste Renoir (1841-1919), Richard Wagner. Olio su tela. Parigi, Museo del Louvre. In alto a sinistra si legge: «15 gennaio 1882. Palermo» (per la storia di questo ritratto, cfr. Martin Geck, Die Bildnisse Richard Wag- ners, München, Prestel-Verlag, 1970, pp. 155-156. La Fenice prima dell’Opera 2004-2005 6 Sommario 5 La locandina 7 Parsifal, un’opera «cattiva» di Michele Girardi 9 Jürgen Maehder Strutture formali e intervallari nella partitura del Parsifal 31 Giovanni Guanti W il Parsifal 41 Denis Krief La ferita del teatro 47 Parsifal: libretto e guida all’opera a cura di Riccardo Pecci 135 Parsifal in breve a cura di Gianni Ruffin 137 Argomento – Argument – Synopsis – Handlung 147 Riccardo Pecci Bibliografia 155 Online: l’eterno dio a cura di Roberto Campanella 163 Dall’archivio storico del Teatro La Fenice Parsifal 1914: in pubblico dominio a cura di Franco Rossi Locandina della prima rappresentazione assoluta. Parsifal dramma sacro in tre atti libretto e musica di Richard Wagner personaggi e interpreti Amfortas Wolfgang Schöne Titurel Ulrich Dünnebach Gurnemanz Matthias Hölle Parsifal Richard Decker Klingsor Mikolaj Zalasinski Kundry Doris Soffel Primo cavaliere Iorio Zennaro Secondo cavaliere Federico Sacchi Primo scudiero Liesl Odenweller Secondo scudiero Elisabetta Martorana Terzo scudiero Roberto Covatta Quarto scudiero Gianluca Moschetti Prima fanciulla fiore Catherine Cangiano Seconda fanciulla fiore Elisabetta Martorana Terza fanciulla fiore Sara Allegretta Quarta fanciulla fiore Liesl Odenweller Quinta fanciulla fiore Ragnhild Kristina Motzfeld Sesta fanciulla fiore Julie Mellor Voce dall’alto Claudia Clarich maestro concertatore e direttore Gabor Ötvös regia, scene, costumi e luci Denis Krief Orchestra e Coro del Teatro La Fenice direttore del Coro Emanuela Di Pietro Camerata Silesia direttore del Coro Anna Szostak Piccoli Cantori Veneziani direttore del Coro Mara Bortolato in lingua originale con sopratitoli in italiano nuovo allestimento 6 LA LOCANDINA mimi Ivan Boito, Arianna Bolzonella, Alice Borin, Jacopo Bullo, Francesco Cian, Alioune Ndene Ndiaye Fall, Marianna Franceschin, Claudio Galdiolo, Federico Hadziefendic, Chiara Pauluzzi, Stefania Zamai, Silvia Zanatta, Chiara Zanetti, Riccardo Zara, Moritz Zavan direttore musicale di palcoscenico Giuseppe Marotta direttore di palcoscenico Paolo Cucchi responsabile allestimenti scenici Massimo Checchetto maestro di sala Stefano Gibellato aiuto maestro di sala Aldo Guizzo altro maestro del coro Ulisse Trabacchin altri direttori di palcoscenico Lorenzo Zanoni aiuto regia Thaddeus Strassberger assistente alla scenografia Danilo Fresta assistente ai costumi Marco Nateri collaboratore alla realizzazione delle luci Fabio Barettin maestri di palcoscenico Silvano Zabeo Jung Hun Yoo Ilaria Maccacaro maestro rammentatore Pierpaolo Gastaldello maestro alle luci Gabriella Zen consulente linguistico Sebastian Schwarz pianista accompagnatore (Piccoli Pierluigi Piran Cantori Veneziani) capo macchinista Vitaliano Bonicelli capo elettricista Vilmo Furian capo attrezzista Roberto Fiori capo sarta Rosalba Filieri responsabile della falegnameria Adamo Padovan coordinatore figuranti Claudio Colombini scene Decorpan (Treviso) attrezzeria Laboratorio Teatro La Fenice (Venezia) costumi Nicolao Atelier (Venezia) calzature Calzature artistiche Sacchi (Firenze) parrucche e trucco Fabio Bergamo (Trieste) sopratitoli Studio GR (Venezia) Parsifal, un’opera «cattiva» Legato estremo dell’arte magica del suo creatore, il Parsifal è il dono di Wagner a tut- ta l’arte moderna, un dono che germoglia nei giardini fin-de-siècle e che vive, perciò, di profonde quanto insolubili contraddizioni. A questo capolavoro, in particolare, riservò i suoi strali Friedrich Nietzsche («Il Par- sifal è infatti un’opera della malvagità, della brama di vendetta, del segreto veneficio contro i presupposti della vita, un’opera cattiva»), certo il più famoso fra i suoi detrat- tori, diffusi peraltro a tutte le latitudini. Ne sia prova il manifesto che Marinetti pub- blicò nel gennaio del 1914, prendendosela con lo strano binomio «tango e Parsifal». Il documento, tra i più volgari e sconclusionati del cavaliere-vessillifero del Futurismo, ha scatenato la vis polemica di Giovanni Guanti, che intitola il suo saggio W il «Parsifal», e si lancia in un esame ironico e corrosivo di alcuni aspetti della ricezione wagneriana intorno al cosiddetto «giorno del Parsifal». Era il primo gennaio 1914 quando, «pre- ceduto e affiancato da un imponente battage pubblicitario, che non ebbe nulla da in- vidiare in invasività e pervasività a quelli odierni», per dirla con lo studioso, il capola- voro, caduto il vincolo che lo legava a Bayreuth, iniziò il suo viaggio nei teatri di tutto il mondo. In quel fatidico 1914 giunse anche a Venezia, in una stagione che, con note- vole intelligenza impresariale, metteva in scena entrambi i capolavori finali dei due gi- ganti dell’opera ottocentesca: Verdi e Wagner – Parsifal e Falstaff. Si legga la cronaca di quell’importante stagione della Fenice, con risvolti ironici poco prevedibili, nella ru- brica di Franco Rossi. Che l’opera debba essere vista da molteplici angoli di visuale lo prova questo sesto volume de «La Fenice prima dell’Opera» 2004-2005, e si legga in proposito la biblio- grafia – dove Riccardo Pecci da ampiamente conto, senza reticenze sugli aspetti anche più ambigui del pensiero wagneriano, del dibattito in corso tra gli studiosi di teatro mu- sicale, ma anche di estetica e filosofia –, per poi tornare al saggio iniziale di Jürgen Maehder, centrato su questioni sostanziali di forma e struttura. Lo studioso tedesco, tra i maggiori specialisti wagneriani odierni, concentra la sua attenzione analitica in parti- colare sull’inizio del lungo confronto tra il protagonista e la misteriosa Kundry, che cer- ca di sedurlo per ottenere la salvezza. L’arte sottile di Wagner, in grado di rendere ‘par- lante’ ogni sfumatura della musica, a cominciare dagli intervalli su cui s’articola il nome «Parsifal», ne esce illuminata. Così come risalta la sua fantasia di inventore di nuove forme, coordinate in una macrostruttura poggiata su assi di simmetria musicale e visi- 8 MICHELE GIRARDI va – e lo provano ad abundantiam le conclusioni degli atti primo e terzo, dove l’esi- genza scenica di rappresentare un rito a dir poco cruciale per le sorti del mondo occi- dentale, è talmente precisa e ardita da stimolare atmosfere sonore in grado di esaltarla ed esserne esaltate, laddove le voci sfumano verso il cielo della cupola del ‘tempio’, in- visibili e senza sostanza sessuale. Di particolare rilievo, in questo volume, è anche l’edizione del libretto, cui è posta a fronte la traduzione italiana di Guido Manacorda (tuttora insuperata a nostro avviso), corredato da una guida all’ascolto ancor più minuziosa dell’usuale, redatta da Riccar- do Pecci. Non è certo facile districare i fili di una partitura tanto complessa, visto che, come nota Pecci, «per noi spettatori odierni, con le nostre comprensibili ingenuità, cer- care di capire Parsifal è un pochino come addentrarsi nel palazzo di Barbablù descrit- to nelle Contes de ma mère l’Oye di Perrault: la storia ci ha consegnato un pesante maz- zo di ‘chiavi’ interpretative di cui far uso, e con esse pian piano schiudiamo una serie di usci […]. Alla fine del magnifico percorso, ci attende a sorpresa lo ‘stanzino in fon- do al grande corridoio al pianterreno’ della fiaba». Lasciamo al lettore il privilegio di aprire quell’uscio, con l’augurio di trovare ciò che la sua curiosità gli avrà suggerito, magari confrontandosi con i pensieri sconnessi di Marinetti il quale, dopo aver liquidato il tango argentino (perché «minaccia di impu- tridire tutte le razze, gelatinizzandole»), ribadisce con forza che «Parsifal è peggio, poi- ché inocula […] una incurabile nevrastenia musicale» – o seguendo l’intuizione di Jean- Jacques Nattiez, che propone di considerare la Recherche di Marcel Proust come «una moderna Queste du Saint Graal». Oppure il lettore può anche scoprire, come il nostro Caronte informatico Roberto Campanella, il preannuncio di atmosfere decadenti, in- sieme a tecniche cui guarderanno le successive avanguardie: siamo certi che ognuno po- trà trovare, aprendo questo forziere, molto conforto per lo spirito, ma poche certezze. La produzione di Parsifal oggi di scena nasce nel lutto di tutto il Teatro La Feni- ce per la morte del suo direttore musicale, che si accingeva a dirigerla: questo volu- me non può che essere idealmente dedicato, con affetto riconoscente, alla memoria di Marcello Viotti. Michele Girardi Jürgen Maehder Strutture formali e intervallari nella partitura del Parsifal Un admirable document sur l’inutilité des