Viaggio Di Istruzione 11 Gennaio 2012 - Classi: 4 a B C Ls - 4 a Lss

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Viaggio Di Istruzione 11 Gennaio 2012 - Classi: 4 a B C Ls - 4 a Lss ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE “G. FALCONE” – ASOLA (MN) VIAGGIO DI ISTRUZIONE 11 GENNAIO 2012 - CLASSI: 4 A B C LS - 4 A LSS VICENZA e IL PALLADIO - VISITA MOSTRA “RAFFAELLO VERSO PICASSO” A.S. 2012-2013 1 BREVE STORIA DI VICENZA Le origini di Vicenza La città di Vicenza ha origini remote nel tempo. Le testimonianze della presenza dell'antico popolo dei Veneti, successivi agli Euganei, sono conservate nel Museo di Santa Corona e sono riconducibili ad alcuni secoli avanti Cristo: la fondazione della città infatti si situa tra l'XI e il VII secolo a.C. quando gli Euganei ne posero le fondamenta. In seguito i Veneti si allearono con i Romani e la città divenne Municipium Romano, denominato Vicetia, sviluppandosi lungo la Via Postumia. In questo periodo Vicetia si arricchì di Templi, Ville, un grande teatro (il Teatro Berga), ed un acquedotto (Lobia). Vicetia fu organizzata secondo lo schema del "Castrum". Il decumano massimo, che attraversava la città nel senso Ovest Est, potrebbe identificarsi con l'attuale Corso Palladio ed era intersecato in corrispondenza alle attuali Contrà Porti e Contrà del Monte. Nel luogo in cui ora sorgono piazze Erbe e Biade sono stati ritrovati numerosi resti e si presume che lì sorgesse il Foro della città. A sud di esso, lungo Via SS. Apostoli, Piazzetta S. Giuseppe e Via del Guanto è ben visibile il perimetro di quello che fu il Teatro Berga, e nei sotterranei dei palazzi, si notano gli antichi archi dello stesso, alcuni dei quali accessibili dall'interno di proprietà private. In piazza Duomo si trova, in ottimo stato di conservazione, il Criptoportico Romano, parte di una "Domus Patrizia". Sotto al Duomo sono conservati e visitabili i resti di antiche abitazioni e strade. A nord di Vicenza in zona Lobbia sono visibili i resti degli archi dell'antico acquedotto. Con il diffondersi del Cristianesimo vennero costruite delle grandi chiese, la chiesa dei SS. Felice e Fortunato, S. Giorgio e l'Abbazia di S. Agostino. Vicenza medioevale Dopo la caduta dell'Impero, Vicetia fu devastata e semidistrutta dai barbari, tra i quali Attila. Si riprese e fu sede di un ducato Longobardo, divenne poi contea sotto i Franchi. Anche Carlo Magno fu tra i visitatori del convento di S. Felice. In corrispondenza del governo dei Vescovi imperiali, che indusse i vicentini a dar vita nel 1164 al Libero Comune, un grande fervore edilizio caratterizzò la città, ed è di quel periodo la costruzione della prima cerchia di mura per la difesa del centro urbano. La città divenne centro della Signoria di Ezzelino III° di Romano detto il Tiranno, alla sua morte (1259) fu conquistata da Padova fino all'arrivo (1311) degli Scaligeri. E' di allora l'ampliamento delle mura cittadine così come sono ancora ben visibili in molti angoli della città. Nel 1404, dopo un breve dominio dei Visconti, Vicenza entrò nella Serenissima Repubblica di San Marco e vi rimase fino a quando Napoleone non decretò la fine della Repubblica (1797). Il periodo della Repubblica Veneta fu per la città il periodo della pace e della trasformazione: durante quattro secoli di prosperità operarono a Vicenza alcuni dei più grandi artisti del tempo (Palladio, Trissino, Scamozzi, Muttoni, Tiepolo) e la città si arrichì di monumenti che la rendono tutt'ora preziosa agli occhi del mondo intero, con alcune"gemme" uniche, come la stupenda Basilica Palladiana, nello splendido salotto di Piazza dei Signori. Al termine del dominio veneziano, Vicenza passò dapprima agli Austriaci, dopo la caduta di Napoleone Bonaparte (1814), e successivamente al regno Lombardo Veneto. Il Rinascimento La profonda trasformazione vissuta da Vicenza ebbe cause ben precise. Una ristretta cerchia di nobili famiglie di grandi mezzi e cultura, fedeli alla Serenissima e desiderose di rendere la città degna vicina della Grande Venezia, portarono ad una fioritura delle arti e delle idee che di lì a poco avrebbe dato copiosi e magnifici frutti. Superata la fase antica delle signorie gotiche e delle rendite terriere, la nuova aristocrazia favorì un grande rinnovo delle forme architettoniche, con la costruzione di edifici sempre più maestosi e rinnovati, che fecero di Vicenza dapprima una sede del Rinascimento artistico e poi, finalmente, del magnifico classicismo Palladiano. Già verso la metà del '400 si poteva vedere il graduale abbandono dello stile tardo-gotico con la costruzione sulla piazza principale del Palazzo della Ragione, in seguito inglobato dalle logge della splendida Basilica Palladiana. In quegli anni arrivano a Vicenza importanti personaggi artistici, come l'architetto Lorenzo da Bologna, Bernardino da Milano e il grande pittore di origine bresciana Bartolomeo Montagna, che a Vicenza trascorse quasi tutta la sua vita. All'inizio del '500 la guerra tra Venezia e la Lega Santa coinvolse anche Vicenza. Nel 1516 ci fu il trattato di Noyon e nel 1523 l'accordo tra lo stato Veneto e Carlo V, che riportò tranquillità e fece addirittura arrivare l'Imperatore d'Asburgo a Vicenza nel 1532, ospite di alcune famiglie nobili locali. I loro nomi ancora oggi suonano familiari ai vicentini: Thiene, Angaran, Porto, Valmarana, Capra, Chiericati, che si legarono alla costruzione di splendidi Palazzi e bellissime Ville. 2 L'era del Palladio Nel 1537 Giangiorgio Trissino, noto intellettuale e letterato vicentino che amava lo studio dell'antichità volle progettare la propria Villa, e per questo assunse una squadra di lavoranti e scalpellini dediti agli elementi decorativi. Tra di essi ne notò uno in particolare, certo Andrea di Pietro della Gondola, nato a Padova nel 1508, e, come parse subito evidente, dotato di un notevole talento. Trissino lo prese subito sotto la sua ala protettrice, dandogli il soprannome classico di "Palladio" e portandolo con sé in numerosi viaggi, incontri e convegni che lo resero ben presto uomo di mondo e profondo conoscitore delle arti e della cultura. iniziò così la fulgida carriera del grande architetto che ha legato il proprio nome a quello di Vicenza, in maniera così chiara e indelebile Qui preme solo ricordarne l'importanza anche storica, che diede a Vicenza lo slancio socio-culturale per divenire polo di attrazione non solo in Italia, ma in tutta Europa, come testimoniano le visite in città di grandi studiosi e viaggiatori da varie nazioni, in particolare dall'Inghilterra, dove il palladianesimo ebbe grande fortuna e numerosi fautori. Successivamente alla sua morte, avvenuta nel 1580, fu l'architetto Vincenzo Scamozzi che ne completò l'opera rimasta incompiuta, specialmente quella del Teatro Olimpico, uno dei simboli immortali dell'arte vicentina Il ' 600 e il '700 Non solo per la città di Vicenza, ma per tutto il Veneto e il nord Italia il XVII secolo fu un periodo di appannamento. Come testimoniò magistralmente il Manzoni ne "I Promessi sposi", i confini italiani furono attraversati a più riprese da schiere di soldati stranieri che portarono il germe della pestilenza. Terribile fu, dopo quella del 1576, l'epidemia dell'anno 1630, che decimò la popolazione, portando con sé ristrettezze e disperazione. Vicenza subì un brusco rallentamento nelle attività economiche e sociali. anche le arti ne risentirono e per decenni il panorama cittadino non fu particolarmente attraente. Nel secolo successivo tuttavia, un rinnovato fervore percorse la vita vicentina: furono costruite nuove chiese, importanti Palazzi e splendide Ville. Verso la metà del 1700 nel vicentino si impose l'immenso talento pittorico di Giovan Battista Tiepolo, il quale proprio nelle signorili dimore beriche trovò terreno fertile per esprimere appieno tutto il suo valore. Del 1757 è il ciclo di affreschi di Villa Valmarana ai Nani, considerato uno dei più importanti della sua opera, e vanno certamente ricordati anche quelli delle ville Cordellina di Montecchio maggiore e Loschi Zileri di Vicenza. La fine del secolo segna un'altra importante svolta storica per la città. Nel 1797 viene occupata dalle truppe di Napoleone. Ceduta agli Austriaci, dopo la caduta di Bonaparte (1814) si ribella alla nuova dominazione nel marzo del 1848. Conquistata a caro prezzo una brevissima indipendenza, Vicenza viene riconquistata dalle truppe del Maresciallo Raddetzky il 10 giugno del 1848, nel corso di un sanguinoso assedio che rimane negli annali come una delle pagine più tristi della storia vicentina. Asserragliati sulle alture di Monte Berico a difesa dell'onore, i vicentini dovettero cedere alla soverchiante superiorità del nemico, che concesse loro soltanto l'onore delle armi. Vicenza moderna Vicenza fu sottomessa all'Impero Asburgico fino al 1866 quando, al compimento della prima parte del Risorgimento Italiano, entro' a far parte del Regno d'Italia. Quello stesso anno fu il Generale Cialdini a liberare la città, che ricevette l'importante onore di essere insignita con la medaglia d'oro al valor militare. Il nuovo secolo che si apriva, foriero di grandi rivoluzioni in campo economico e produttivo, portava però in sè anche i germi di grandi sconvolgimenti sociali e culturali, ingigantiti dall'onda del progresso nascente. Tra il 1915 e il 1918, durante la Prima Guerra Mondiale, detta anche Grande Guerra, Vicenza fu in prima linea contro gli eserciti degli Imperi Centrali. La città non fu toccata dai combattimenti, ma la provincia fu terreno di battaglie aspre e sanguinose. Sulle montagne vicentine sono state combattute battaglie fondamentali e tristemente note per l'esito finale della guerra, con grande sacrificio di uomini di entrambi i fronti. Sul Grappa, sull'Ortigara, e sull'Altopiano i giovani soldati italiani, lontani da casa e dal calore delle loro famiglie, immolarono le loro vite sull'altare della Patria, per respingere l'invasore. iniziò allora la grande tradizione alpina italiana, che trova a Vicenza e nella sua provincia un fortissimo baluardo, costruito su valori nobili e duraturi, nonostante il passare dei decenni. Ad Asiago, a Tonezza e sul Pasubio, immensi Monumenti, tributo indelebile alla memoria, che raccolti formano lo stemma della provincia, testimoniano nei secoli l'importanza di quegli avvenimenti e sono meta di folle di pellegrini che ogni anno li visitano.
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