LA FENICE 1792-1996 Il Teatro> La Musica> Il Pubblico> !>Impresa

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LA FENICE 1792-1996 Il Teatro> La Musica> Il Pubblico> !>Impresa Anna Laura Bellina Michele Girardi LA FENICE 1792-1996 Il teatro> la musica> il pubblico> !>impresa ricerca iconografica di Maria Ida Biggi Marsilio INDICE I BAGLIORI DELL'ANTICO REGIME LA FENICE NEL MONDO: REPERTORIO, E LA FENICE DEL RISORGIMENTO AVANGUARDIE, RETROGUARDIE, FIAMME Anna Laura Bellina Michele Girardi Dallo sfratto del San Benedetto al giuramento dei delegati (1787-1798) 125 La Fenice, luogo fatale 7 I <<Semplici lumi» del Memmo Giorgio Tinazzi Cesare De Michelis 126 Tra guerre inutili e felici incontri (1897-1915) 12 La Fenice è una bella macchina Manlio Brusatin 135 Fino a Salò (1920-1945) 24 Dalla prima dominazione asburgica al congresso 154 La Fenice «in progress» (1945-1959) di Vi enna (1798-181 5) 156 <<Una Fenice che mai seppe aedo l idoleggiare» 31 Un secolo di gloria Giovanni Morelli Sergio Sega lini 167 Stagioni d'oro (1959-1979) 38 Dalla seconda dominazione asburgica al restauro (1815-1828) 168 Il mio primo incontro con La Fenice Giorgio Pestelli 49 La scenogra/ia alla Fenice nell'Ottocento Maria Ida Biggi 173 Maderno e Nono alla prova del teatro Veniero Rizzardi 50 Dal restauro all'incendio (1828-1836) 183 La scenogra/ia alla Fenice nel Novecento Maria Ida Biggi 62 Dalla ricostruzione alla repubblica di San Marco (1836-1849) 191 « Vers la flarnrne» (1979-1996) Bo Il decoro della Fenice come mito e come techne 194 Il <<viaggio iniziatico» di Giuseppe Sinopoli Francesco Amendolagine Mario Messinis 87 Dalla prima alla seconda guerra di indipendenza (1849-1859) 205 La Fenice 1996 102 Dalla terza guerra d'indipendenza all'apertura 217 Note del loggione (r866-r879) 104 Lacrime d'incenso e stille di amomo Giandomenico Romane/li LA FENICE NEL MONDO: REPERTORIO, AVANGUARDIE, RETROGUARDIE, FIAMME Michele Girardi Lohengrin apparve soltanto nel r881, in ritardo di dieci anni rispetto li? alla prima italiana a Bologna, collezionando diciannove repliche, e Dopo i primi tentativi sporadici a pa~tire dagli _anni _'5o, che s'inten· venne ripreso il 13 febbraio 1890 in memoria di Wagner nel settimo sificarono gradatamente nel decenmo successrvo, il pnmo espen­ anniversario della morte, preceduto dalla marcia funebre del Got­ mento davvero importante era avvenuto l'n marzo del r869: la scena terdiimmerung. L'anno successivo (1891) ben diciassette furono le della fontana del Don Carlo (m.r), ripreso in italiano a due anni dal­ recite del Lohengrin, segno del gradimento del pubblico per que­ la prima parigina, venne illuminata con la luce elettrica, nonostante st'opera, che è certo la più "francese" e "verdiana" di quelle conce­ le disposizioni sceniche, pubblicate in seguito da Ricordi, la prescri­ pite da Wagner, e che fu circondata da altri titoli francesi come Dino­ vessero per accompagnare un evento soprannaturale, come l'appari· rah e Roberto il diavolo di Meyerbeer, oltre che dal Faust di Gounod. zione di Carlo v nel finale'". La nuova illuminazione avrebbe provo· Anche l'opera italiana più francese di Verdi, Aida, ripresa a Venezia caro un vistoso cambiamento nelle abitudini del pubblico del tem· alla presenza dei sovrani «in occasione del congresso geografico po, permettendo effetti inusitati a mano a mano che le maestranze internazionale» approda alle scene del gran teatro dieci anni dopo la s'impadronivano della tecnica e la perfezionavano, e che composito­ prima al Cairo e alla Scala (1881), in una stagione straordinaria diret­ ri e uomini di spettacolo ne intuivano le formidabili potenzialità da ta da Franco Faccio, con Giuseppina Pasqua nel ruolo di Amneris. sfruttare in palcoscenico. Vittorio Emanuele u ricevette poi in omaggio, nel giorno del com­ Il ruolo di battistrada nell'impiego dell'elettricità al servizio del pleanno, 14 marzo 1882, la Cantata a casa Savoia di Francesco Mali­ dramma fu immancabilmente svolto dall'Opéra di Parigi, "eldora­ piero, nonno di Gian Francesco. do" d'ogni esperimento nel teatro musicale ottooe"ltesco, che aveva Intanto il contatto con Wagner s'intensificava, allargandosi ai con­ saggiato la luce elettrica nella scena della levata del sole del Prophè­ torni del magico mondo nibelungico: una sorta di preludio fu l'azio­ te di Meyerbeer (1849, finale terzo). L'esempio fu seguito da diversi ne coreografica in sette quadri della sperimentata coppia formata dal teatri europei che la provarono in via eccezionale, dati i costi molto coreografo Luigi Manzotti e da:! musicista Romualdo Marenco, Szé­ elevati (Berlino, Praga, Stoccarda, Londra)"''. Alla Fenice l'illumina­ ba o La spada di Wodan, data il4 febbraio r88o, dove il dio germani­ zione elettrica fu utilizzata all'inizio più per cavalchine e altre serate co, figura centrale della Tetralogia, si muove tra la reggia del regno di gala che per le opere (con qualche eccezione, come il citato Re di di Thule e il suo trono nell'Asgard insieme alla walkiria Sieba (agìta Lahore del 1878), o per occasioni davvero singolari, come La mac­ dalla celebre Sofia Coppini), con passi di seduzione e marinaresche. cheronata, «ballabile grandioso in costume» di Costantino Dall'Ar­ Il 24 dicembre 1882 nelle Sale Apollinee si tenne poi un concerto gine (r88z), «seguito da Grande sorpresa con fuga di zoo uccelli davvero straordinario: fu lo stesso Wagner che riprese la bacchetta viventi di varie specie illuminati a luce elettrica a vari colori». Luigi per dirigere, in omaggio alla moglie, la sua sinfonia giovanile in Do Caprara, parte di una dinastia çli macchinisti che lavorarono per il maggiore, eseguita dall'orchestra del liceo musicale, i cui compo­ teatro (aveva realizzato tra l'altro, all'inizio della carriera, i pratica­ nenti furono scelti con cura dal compositore stesso. Il punto più alto bili del primo e terzo atto del Rigoletto, alla prima assoluta del 1851), fu toccato dopo la morte del maestro a Ca' Vendramin Calergi, con assunse già per la stagione 1876-1877 lo specifico ruolo di «direttore la rappresentazione della Tetralogia in lingua originale, in una della luce elettrica», per tornare alla carica di «direttore del macchi­ tournée italiana organizzata dall'impresario Neumann e diretta da nismo» dalla stagione successiva, mentre parallelamente veniva isti­ Anton Sei d!. Le quattro opere furono date dal 14 al r8 aprile r883 nel­ tuzionalizzato il ruolo del fornitore della preziosa energia. La deci­ la disposizione di Wagner- un'opera per sera, con un giorno d'in­ sione di dotare il teatro di un rifornimento parziale d'elettricità, uti­ tervallo a metà - e ottennero un successo entusiastico, nonostante le lizzando l'impianto del vicino hotel Britannia, fu presa nella stagio­ condizioni fossero tutt'altro che ottimali: in buca entrarono appena ne 1886-1887, e preludeva all'adozione integrale della nuova illumi­ sessantacinque musicisti, inoltre i tagli voluti dal direttore, in omag­ nazione, che avvenne a partire dalla stagione 1892-1893'''. In quella gio all'italica concisione, furono tali da pregiudicare, a detta dei circostanza la dirigenza del teatro compì un ulteriore passo per allar­ commentatori, una ricezione corretta del ciclo. In ogni caso le reci­ gare la sua capienza a favore dei ceti meno abbienti, dopo aver tra­ te passarono come una meteora, e le opere del Ring des Nibelungen sformato il quint'ordine in loggione, e risistemato il quart'ordine, si rividero spesso alla Fenice, ma separate'''. divenuto prima galleria. La mancanza di linee programmatiche degne del passato splendore A questo clima "illuminato" non corrispondeva altrettanto fermento lagunare si doveva, tra l'altro, alla cessione dei teatri, nel 1867, dal d'idee, ma in ciò La Fenice non faceva eccezione nel panomma del­ governo ai rispettivi municipi (e agli aumentati costi di produzione l'Italia postunitaria: scorrendo la programmazione tra il r879 e il r896 che ne derivarono)'o'. Questi ultimi erano anche motivati dalla per­ risulta evidente la precarietà proprio nelle stagioni che per tradizione sistente voga del grand opéra e dell'opera francese più in generale, vantavano il maggior splendore, quelle di carnevale e quaresima. iniziata, come si è visto, a partire dalla metà degli anni '50 e ancora Mam/esto del teatro La Fenice per la rappresentazione di Aida di G. Verdt; datato I agosto 1881. Venezia, Archivio Storico del Teatro La Fenice n8 vitale negli anni '8o e oltre. Si guardi, per esempio, alla programma­ zione di carnevale nelle annate r888-189o, in cui i veneziani poterono rivedere opere di casa alla Fenice fin dagli anni '70, come l'Amleto (dato ventinove volte a partire dallà prima del 1875), Mignon di Tho­ mas (sedici repliche dal r871) e Gli Ugonotti di Meyerbeer (ventidue repliche dal 1856), oltre a due prime veneziane: Carmen e I pescatori di perle di Bizet. In questo scorcio di repertorio il "minimo comun denominatore" era un genere sempre più frequentemente etichettato come «opera­ ballo», termine d'uso comunissimo nei manifesti e in molti casi auto­ revolmente confermato anche dai libretti. Oltre a sancire un dato di fatto dovuto alla penetrazione del repertorio francese - cioè l'im­ portanza crescente dell'azione coreografica come segno drammatico a tutti gli effetti - la definizione, attestata nella programmazione, manifestava, in embrione, una tendenza dei compositori a uscire dal­ la gabbia dei diversi generi, nazionali o d'oltralpe destinata a raffor­ zarsi nel fin de siècle, ed era perciò valida tantò per i grands opéras che per gli opéras comiques, per le opere italiane prodotte nell'ambi­ to della Scapigliatura, come Mefisto/ele e La gioconda, fino ad alcu­ ni lavori verdiani, come Don Carlo e Aida, e wagneriani (Tannhiiu­ ser). I manifesti riportano il nuovo termine per la prima degli Ugo­ notti, «grandiosa opera-ballo in cinque atti», ma il primo libretto stampato è quello di Ercolano di Félicien-César David (r869-187o), seguito dal Guarany di Carlos Antonio Gomes (r874·1875), per arri­ vare a prime assolute di scarso rilievo, come la Cleopatra di Ferdi­ nando Bonamici (1878-1879), sino a Le Vi/li di Puccini (r88p886) e oltre: si noti che perfino Orfeo ed Euridice di Gluck (ripresa nel r888- r889) era definita opera-ballo, anche se fu correttamente eseguita con la protagonista contralto en travesti (Elena Hastreiter), nel ruo­ lo del musico.
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