Enrico Mattei “Contro L’Arrembaggio Al Petrolio E Al Metano”
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ENRICO MATTEI “CONTRO L’ARREMBAGGIO AL PETROLIO E AL METANO” Una vita per l’indipendenza e lo sviluppo dell’Italia, del Medio Oriente e dell’Africa 2 Enrico Mattei “Ho conosciuto il signor Mattei molto tempo fa, quando ero ministro per l’industria, nel 1956. Era un caro amico dello scomparso nostro Presidente … Mattei propose un’intesa che costituiva un nuovo passo nel campo degli accordi internazionali per la ricerca petrolifera nel mondo. In questa proposta si introduceva un concetto, quello del fifty-fifty. In una occasione, quando avevamo bisogno di aiuti a causa delle sanzioni economiche imposte all’Egitto dalle Nazioni Occidentali, il signor Mattei ci fornì il necessario fabbisogno di petrolio. Lo apprezzammo molto. Il nostro rapporto con Mattei continuò per molti anni. In effetti, prima della sua morte, meno di un mese prima, ho visitato l’Italia, ho volato con lui nel suo aereo privato. Mi disse – e questo forse nessuno lo sa – che pensava che c’era qualcuno che voleva ucciderlo. Scherzando aggiunse: forse mi faranno esplodere l’aereoplano! Dopo un mese ho saputo che il suo aereo era esploso e che lui era morto. Penso che Mattei fosse una delle personalità più grandi: aveva visioni ampie, aveva idee, aveva principi ed ha vissuto la sua vita nel segno della coerenza. Penso che servì l’Italia egregiamente come servì egregiamente gli amici dell’Italia. Era un nostro buon amico” Aziz Sidki, ex Primo ministro e Ministro dell’Industria della Repubblica Araba d’Egitto “Accra in Ghana … I viaggiatori bianchi scesero dalla vettura e, scambiati inizialmente per dei russi, spiegarono di essere invece italiani dell’AGIP. Il negro divenne subito pensoso e dopo una breve pausa commentò: I am sorry for the man died. Anche laggiù, nella boscaglia dell’Africa nera, Mattei era rimpianto” Marcello Boldrini, Enrico Mattei “Bisogna fare in modo che il colonialismo, ormai universalmente condannato, sia soltanto un triste ricordo, un triste ricordo del passato, e non resista o cerchi di sopravvivere sotto diverse ma non meno gravose forme. Le forze dell’immobilismo politico alleato dei privilegi economici, gridano contro lo spirito di ribellione di questi popoli e si coalizzano per ostacolare la marcia inarrestabile verso l’indipendenza e la libertà. Non molto diverso dal colonialismo è il paternalismo economico, meno mortificante nella forma per chi lo subisce e anche esso frutto del cieco egoismo dei più forti verso i più deboli” Enrico Mattei, discorso del 1 ottobre 1961 Contro l’arrembaggio al petrolio e al metano 3 PRESENTAZIONE Questo libro, pubblicato nel centenario della nascita di Enrico Mattei (29 aprile 1906-27 ottobre 1962), e scritto in occasione dell’inaugurazione del Master Enrico Mattei in Medio Oriente (Università di Teramo, 6 febbraio 2006), non ha altra pretesa che fornire alcuni spunti di riflessione sulla figura e sul ruolo di Enrico Mattei nel dibattito politico sulla politica interna e internazionale del nostro paese, svoltosi in Italia dal dopoguerra alla fine degli anni Cinquanta. Nulla di più, dunque, di un sasso gettato nell’acqua delle celebrazioni, dei dibattiti e convegni che si svolgeranno quest’anno in Italia in memoria di Mattei: una pubblicazione comunque che vuole cogliere due aspetti centrali dell’opera e del pensiero del fondatore dell’ENI. In politica interna, la sua strenua battaglia per la difesa del ruolo dello Stato nell’economia, secondo una visione “sociale” dell’attività industriale che trovò sponda all’epoca anche in una parte della Democrazia Cristiana – il modello di “economia mista” - e che anche per questo, oltre che per la concorrenza “esterna” del PCI e del PSI, fu alla fine vincente per quel che riguarda la politica energetica dell’Italia del dopoguerra. In politica internazionale, la rivoluzionaria formula del rapporto diretto fra paesi produttori e paesi consumatori di petrolio, inventata da Mattei in un’epoca di grandi trasformazioni storiche, dall’emergere dell’Unione sovietica come potenza mondiale, alla nascita del movimento dei Non allineati e delle prime concrete rivendicazioni economiche dei paesi del “Terzo mondo”, come l’Iran di Mossadeq e l’Egitto di Nasser. Temi del passato, ma che oggi sono di grande attualità per la loro riversibilità critica sugli eventi odierni, come chiunque può vedere seguendo l’attuale crisi in Medio Oriente – negazione delle idee di pace e di cooperazione di Mattei - e la diffusione delle politiche neoliberiste in tanti paesi dell’Occidente, in Italia ben simboleggiate dalla privatizzazione dell’ENI del 1992: la più grande industria nazionale voluta con 3 4 Enrico Mattei energica determinazione da Mattei nel 1953, e che oggi è sicuramente molto diversa da quella inventata e disegnata dal suo primo Presidente. Contro l’arrembaggio al petrolio e al metano 5 5 6 Enrico Mattei ENRICO MATTEI, IL CORAGGIO E LA STORIA Le chiavi per capire: la persona, la sinistra democristiana, la concorrenza-“pericolo” comunista in Italia e nel mondo, la decolonizzazione del Medio Oriente e dell’Africa Il pensiero e l’azione di Enrico Mattei vengono talvolta ascritti – a scopi non sempre denigrativi - alla categoria del “populismo”, un modello ideologico riferito dalla fine dell’Ottocento ad oggi alle più disparate esperienze e movimenti politici di tutti i continenti, e come tale sfuggente, intrinsecamente ambiguo: ma anche lasciando stare la questione dell’esatta classificazione di questo termine1, è certo che il testo del discorso del fondatore dell’ENI alla Camera del 26 ottobre 1949 – il primo documento che qui pubblichiamo - e soprattutto la sua origine e il suo significato nel contesto del duro scontro sulla sorte dell’AGIP negli anni dell’immediato dopoguerra, mettono in luce la grande chiarezza di analisi e di obbiettivi del suo autore. Altro che ambiguità: Mattei ha le idee chiarissime, è determinato, incisivo e alla fine vincente su quel “partito liberale” trasversale che avrebbe sempre ostacolato la sua impresa politica e economica. Nel discorso l’allora vicepresidente dell’AGIP da una parte denuncia la campagna di stampa in corso in quelle settimane contro l’Ente di stato, e dall’altra esprime alcuni concetti chiave della sua azione politica e economica, interni al più generale “disegno dell’economia mista”, “promosso subito dopo la guerra dalla sinistra democristiana” e proprio di chi perseguiva una “terza via” fra modello sovietico e modello capitalistico 1 Fulvio Conti, “Populismo”, Dizionario di Storiografia, Bruno Mondatori Editore, Milano 1996. Contro l’arrembaggio al petrolio e al metano 7 puro 2. La polemica aveva tratti feroci - “da molte parti mi si addita al pubblico disprezzo”, dice Mattei – ed era martellante, supportata da una “campagna pubblicitaria a pagamento nei quotidiani e nei settimanali” (p. 9 del testo originale) da parte di “una società estera”, con la quale si cercava di convincere l’opinione pubblica e il parlamento italiani della dispendiosità dello sfruttamento delle risorse energetiche della Pianura Padana da parte dell’azienda di stato, e dunque della convenienza – per lo Stato stesso – di accogliere le circa 400 domande di concessione ricordate all’inizio della seduta dal discorso del ministro dell’Industria, il socialdemocratico Ivan Matteo Lombardo. “Insomma – ironizza Mattei - la preoccupazione di questa Società estera è tanto grande che non solo si mostra disposta … ad accollarseli lei i rischi delle ricerche, ma arriva perfino a convincere tutti … di quanto sia importante salvare lo Stato italiano da così grave rischio! Come non sentirsi commossi da tanto interesse?” … Ci sono almeno 400 ditte che vorrebbero rovinarsi in tale attività per risparmiare lo Stato italiano!” (p. 10). In realtà, proprio l’ “arrembaggio” al metano e al petrolio erano stati uno dei motivi di dubbio e sospetto di Mattei sull’opportunità di adempiere – già nel 1945 - alle direttive dell’allora governo Bonomi per lo smantellamento dell’Ente. “I bambini rompono i giocattoli per vedere un po’ cosa c’è dentro – aveva confidato Enrico Mattei a Italo Pietra - Io sono un uomo e con la testa sul collo. Devo guardare cosa c’è dentro l’azienda, prima di ucciderla” 3 . “Dentro” l’azienda – cioè nel sottosuolo della Padania - c’era in effetti un potenziale di ricchezza enorme, che avrebbe permesso all’Italia sia approvvigionamenti diretti di greggio – la “potente benzina italiana” della pubblicità del cane a sei zampe 2 Francesco Venanzi, “L’autonomia dell’impresa”, in Venanzi-Faggiani (a cura di), ENI un’autobiografia, Sperling& Kupfler Editori, Milano 1994, p. 9. 3 Italo Pietra, I Grandi e i Grossi. 12 ritratti per la cronaca del nostro tempo, Mondadori, Milano 1973, p. 187. 7 8 Enrico Mattei - sia lo sfruttamento intensivo del metano, oggi il gas più utilizzato nell’industria e nell’economia domestica di tutto il paese. Di qui la necessità di reagire – per Mattei - e di impedire la svendita di tanto patrimonio nazionale. Due aspetti sono interessanti dell’azione del futuro presidente dell’ENI nel conflitto oggetto del suo discorso alla Camera: il primo riguarda i principi di fondo del suo pensiero, la sua concezione dell’economia e della società, la sua visione del (e fiducia nel) progresso tecnologico. Mentre oggi schiere di politologi e economisti di tutte le tendenze eguagliano la “modernità” ai processi di privatizzazione dell’economia – non sono definiti “boiardi” i grandi managers di stato liquidati nella notte del 31 luglio 1992, con un vero e proprio colpo di mano, dal governo Amato? 4 – per Enrico Mattei, al contrario, la “tendenza moderna” consiste nell’ “assegnare alla produzione non più fini soltanto economici, ma anche sociali, i quali solo a volte collimano con quelli dei privati, mentre più spesso sarebbero con essi in contrasto se lo Stato non se ne desse carico” (6). Questo vuol dire che “la collettività deve 4 Cfr. l’illuminante intervista di Sergio Bocconi, «La grande stagione delle privatizzazioni? Partì al Tesoro con l'operazione Bagni puliti» a Francesco Giavazzi, Corriere della sera, 31dicembre 2005, p.