Di Valerio Bastianelli, Pag. 5
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LVLZ MEDIA COMPANY PRESENTA: ANNO I NUMERO 25 1-7 LUGLIO 2017 “I ballottaggi e la rinascita del centrodestra” di Valerio Bastianelli, Pag. 5 Direttore Responsabile: Laura Primiceri Direttore Editoriale: Francesco Stati Caporedattore: Francesco Spagnol Responsabile Tecnico: Jacopo Nisticò, Valerio Bastianelli Hanno inoltre collaborato a questo numero: Claudio Agave, Alessandro Almagioni, Valerio Bastianelli, Carlotta Betti, Marco Cherubini, Bianca Coluccio, Claudia Delicato, Arnaldo Figoni, Vincenzo Noviello, Marco Zordan Revisione a cura di Simone Carnelos e Michele Da Re La copertina e l’intestazione grafica sono diJacopo Castelletti. theWise è una testata giornalistica che, attraverso un’indagine condotta sui fatti in senso stretto, si propone di trattare Anno I, Numero 25 - 1-7 Luglio 2017 argomenti di interesse generale con precisione e professionalità, fornendo una chiave interpretativa semplice, chiara e In questo qualificata. numero: Valerio Bastianelli 5 I ballottaggi e la rinascita del centrodestra Claudia Delicato L’egocentrismo della Doggy Bag: come gli 9 stereotipi danneggiano la causa ambientale Bianca Coluccio 12 La ribalta della poesia Alessandro Almagioni 14 All’inizio del Dark Universe: La Mummia Vincenzo Noviello 16 E3 2017: una generalizzata aria di scetticismo Marco Cherubini Tra Esports e single player: l’evoluzione del 23 mercato videoludico Marco Zordan Sei giochi indie da comprare grazie ai saldi di 27 Steam Claudio Agave La battaglia dei sessi: storia del confronto uomo- 30 donna nel tennis Carlotta Betti 34 Gonzalo Higuaín non ha (quasi) mai paura Arnaldo Figoni 37 Parma, dall’inferno al paradiso: i Ducali in Serie B 3 Anche quest’anno durante la seconda decade di giugno si è consumata a Los Angeles la ormai pluriventennale megafiera mondiale dell’intrattenimento videoludico, l’Electronic Entertainment Expo, per gli amici E3. Non c’è bisogno di ribadire come l’E3 sia un vero e proprio spartiacque per l’universo videogames, tra ciò che sviluppatori e publishers hanno immesso sul mercato nei mesi addietro e ciò che invece si accingeranno a rilasciare in futuro: l’E3 è da vent’anni a questa parte il palco dove i colossi mondiali dell’industria fanno sfoggio di ciò che ritengono i loro prossimi cavalli di battaglia, spesso non lesinando spettacolarizzazioni e colpi ad effetto. Al di là dei props però anche quest’anno, in tendenza con gli ultimi anni, s’è respirata quella generalizzata aria di scetticismo da parte del pubblico, il quale continua ad avvertire poca voglia di osare da parte dei grandi distributori. “E3 2017: una generalizzata aria di scetticismo” di Vincenzo Noviello prosegue a pagina 16. 4 Valerio Bastianelli Photo Credits © LaPresse I ballottaggi e la rinascita del centrodestra «Bravissimi, avete vinto tutti!» Siete morti, ma anche noi non ci sentiamo molto bene In seguito a ogni tornata elettorale che si rispetti, nessuno esce veramente sconfitto; perlomeno, dipende a chi lo si Danilo Toninelli, il Trockij dell’ideologia pentastellata, chiede. Che sia per velleità propagandistico-pubblicitarie, continua a ripetere che il M5s è la «prima forza del Paese», o per instillare fiducia in un elettorato che appare davvero sorretto nel mantra dai suoi colleghi e da Beppe Grillo demoralizzato su ogni fronte, nessun leader di partito stesso. L’assioma del deputato può essere vero solo se si oserà mai concedere l’onore delle armi agli avversari, per considerano come voti a favore gli astenuti e le preferenze poi rivalutare la propria ideologia interna e iniziare una accordate alla coalizione di centro destra. Procedimento fase di autocritica. I ballottaggi del 25 giugno, pur che però sarebbe intellettualmente disonesto, dal avendo trovato il chiaro vincitore in un centro destra momento che gli elettori in questione sembrano aver tornato dall’oltretomba, appositamente risvegliato ignorato i Cinque Stelle già al primo turno delle presenti dal negromante Salvini, hanno regalato all’opinione amministrative: la scelta di altro - o dell’astensione - pubblica del Bel Paese la consueta ambiguità non è stata affatto dettata dall’assenza grillina ai nell’interpretazione dei risultati. La politica del nuovo principali ballottaggi. Viceversa, ne è stata la causa. millennio, d’altra parte, si basa sul marketing e su quella particolare ondata di viralità che non va assolutamente Nondimeno, Grillo esulta e sottolinea ancora (a seguaci e interrotta dai feedback negativi. Forse anche perché, in investitori) come il suo partito stia vivendo una «crescita una fase istituzionale caratterizzata da frammentazione e inesorabile». E lo fa, assennatamente, giudicando in incompetenza, sussiste una sconfortante carenza di attori modo relativo i risultati dei dieci ballottaggi cui il M5s politici in grado di farsi valere per l’ottenimento di risultati è effettivamente giunto, vincendone otto. Ma le vittorie concreti. L’estrema felicità di Adinolfi, che al primo turno di Ardea e Guidonia costituiscono magra consolazione aveva riportato una media del 3% di preferenze, avrebbe rispetto al black out nazionale, a meno che l’idea non sia lasciato credere che il vero vincitore fosse lui. E così tutti quella di trasformare le cittadine in stazioni di ristoro gli altri: ancora una volta, qualcuno avrà pur vinto, ma per una prossima marcia su Roma. I grillini hanno nessuno ha veramente perso. Volendo guardare, neanche perso la battaglia più importante della tornata, troppo attentamente, oltre questo sottile ma fitto velo di quella conquistata con fatica e dopo innumerevoli social Pravda dei vari partiti, in realtà gli sconfitti ci sono riconteggi ad Asti. Né la vittoria nei sette comuni eccome. minori, né la presa del “mezzo capoluogo” di Carrara possono legittimare un’ipotesi di crescita lontanamente simile a quella attualmente propagandata dall’intelligencija pentastellata. 5 Nelle due settimane trascorse tra il primo turno e i ballottaggi, nemmeno la nuova policy intransigente sull’immigrazione è riuscita a donare a Grillo e soci il ritorno sperato, almeno ad Asti, sebbene possa aver influito sulle vittorie nei comuni minori. Sorte ha voluto, oltretutto, che proprio in queste due settimane fosse riportato in auge il dibattito sullo ius soli, sul quale però il M5s ha preferito non sbilanciarsi ufficialmente, onde non alienare definitivamente la “sinistra grillina” nel tentativo di recuperare la destra. L’ipotesi di una nuova linea “filo-salviniana ma non troppo” è stata così stroncata sul nascere, di fronte a uno dei dibattiti chiave che si è subito trovata di fronte. Importante sottolineare, tuttavia, come non si tratti di un sistema univoco: se Grillo non riesce a sottrarre voti alle destre, ciò non implica automaticamente che Salvini abbia racimolato ogni deluso pentastellato. L’astensione è la vera, toninelliana prima forza del Paese, tanto che dall’alto del suo 54% otterrebbe una vera e propria maggioranza assoluta in Parlamento. Il risultato dei ballottaggi va considerato congiuntamente a quello del “Ammucchiate a parte, siamo la prima forza primo turno, che pur in presenza del M5s ai seggi non è politica del Paese anche nei comuni. Ai ballottaggi stato affatto positivo per quest’ultimo. Non bisogna perciò vinciamo perché siamo la migliore alternativa per gli italiani.” Non siamo interamente certi della interpretare l’astensione come un diretto vantaggio per tornata elettorale alla quale Danilo Toninelli si alcuna delle due parti populiste; essa va piuttosto a creare stesse riferendo. un vuoto fatto di delusione e diffidenza, i cui protagonisti Photo Credits © LaPresse si possono a ragione ricercare nella citata “sinistra grillina”. Se non per altro, quantomeno perché il populismo di destra Al di là del singolo caso, tuttavia, sono i voti espressi a già dispone di uno sfogo irresistibile nella Lega Nord. contare: e questi, come avevamo preventivato all’indomani Allo stato attuale delle cose, nessuno sembra in grado di del primo turno (§ theWise Magazine n°23, p. 14), hanno appropriarsi di quel tesoretto di sconfortati quantificato favorito la coalizione di centro destra. La Liguria, per negli astenuti di entrambi i turni: che in futuro sia forse un prima, opta per una ritinteggiatura estiva e cambia Federico Pizzarotti, riconfermato con successo (57,9%) a colore da rosso ad azzurro: a Genova e La Spezia Parma, a radunare a tale scopo un non trascurabile club vincono rispettivamente Marco Bucci (55,2%) e Pierluigi di fuoriusciti a Cinque Stelle? La nascita del gentismo Peracchini (59,9%), confermando la scia di successi di centro sinistra è plausibile e sarebbe supportata iniziata con l’elezione di Giovanni Toti alla Regione, e dai dati in questione, ma non avverrà certamente confermando la crisi d’identità di un territorio le cui radici dall’oggi al domani. di sinistra sono estirpate in sempre maggior misura a ogni nuova consultazione. A trazione leghista, con motore a tre tempi Ma a Berlusconi e Salvini non basta: in un solo colpo, riescono ad aggiudicarsi buona parte delle L’astensione può essere fatta propria dall’una o dall’altra città dove giocavano in trasferta. Tra i maggiori comuni parte, ma non è in ogni caso un voto valido. Tranne forse amministrati dal centro sinistra fino a domenica scorsa, a Trapani, dove l’indagato Girolamo Fazio (Fi) aveva infatti, la situazione è stata ribaltata platealmente. In annunciato il proprio ritiro prima del secondo turno. Il Piemonte è en plein di centro destra, con Alessandria che concorrente Piero Savona (Pd), rimasto in corsa da solo, va a Gianfranco Cuttica di Revigliasco (55,7%)