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La Città – La Squadra - Gli Eventi Anno III – Numero 41 del 26 giugno 2021

La città Antonio Coppola

Protagonisti Mario Epifani

Lorenzo Il salone Diego Guida Insigne Fantasia partenopea per Mancini Il teatro Enzo Moscato

FRAMMENTI D’AZZURRO Federico II e i Borbone il teatro ed il libro e poi Luciano da Certaldo

di Giovanni Gaudiano

a vitalità dei napoletani è diventata nel tempo proverbia- le e il momento particolare che stiamo vivendo lo ha pun- L tualmente confermato. L’anniversario dell’Università, il Maggio dei Monumenti, il Cam- pania Teatro Festival e poi il Salone del Libro a Palazzo Reale sono il vertice di una piramide piena di avvenimenti, iniziative e so- prattutto ripartenze. Per sottolineare il peso della nostra città va detto che se Federi- co II, pur non essendo Napoli la capitale del Regno, pensò che fos- se la città più adatta e più attrezzata per ospitare il progetto del- la grande Università e se i Borbone poi la eressero a capitale re- galandole tutti i primati che più si tenta di nascondere più torna- no in evidenza, qualche motivazione di sicuro ci sarà stata. Per questo non si capisce tanto perché il Napoli Teatro Festival sia diventato Campania…, non si comprende perché la presentazio- ne del Salone del Libro, che per fortuna si chiama ancora Napo- liCittàLibro, non venga gestita direttamente dai suoi organizzatori e l’elenco delle cose poco comprensibili potrebbe proseguire. Certo ci sono le motivazioni/giustificazioni a supporto di queste scelte, però sarebbe meglio ricordare che la Campania, quella Fe- lix, è un baluardo imperituro nel tempo ma che il suo gonfalone è Napoli. Non ce ne voglia nessuno. Napoli è da sempre naturalmente una capitale, un punto di riferimento nel mondo. Se in un atollo sperduto delle isole Hawaii nomini la nostra città i nativi, come si usa chiamarli oggi, la conoscono. Archiviate queste brevi considerazioni che non hanno nulla di polemico ma che sono invece delle semplici con- statazioni, passiamo a parlare di calcio e della squadra di questa città che guarda caso si chiama Napoli e basta, non Internazionale o Juventus. Ecco il calcio forse ci aiuta a comprendere. La città ha respinto nel tempo tutti i tentativi di utilizzare altre denominazioni, penso alle più note come l’Internapoli ed il Campania, guarda caso, sparite ed inghiottite dall’oblio. Il compito che attende , tornando al calcio quello di campo, deve necessariamente partire da que- sto particolare sentimento che i napoletani provano per la loro città e per quella che definiscono la propria squa- dra. Possiamo aiutarlo, provvedendo a prenotargli una visita all’Università, ai tantissimi siti borbonici, accom- pagnandolo con piacere qualche sera a teatro, regalandogli un buon libro preso direttamente al Salone di Palaz- zo Reale. Sappiamo che lui è un allenatore colto, d’altra parte è un toscano, che saprà apprezzare la nostra lin- gua ed il nostro modo di fare. Noi ci aspettiamo da lui che riporti la barra al centro, sistemando lo spogliatoio per produrre i risultati che sono mancati ad una rosa che era all’altezza ma che non ha saputo coglierli.

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IN QUESTO NUMERO

Anno III numero 41 del 26 giugno 2021 Aut. Tribunale di Napoli n. 50 del 8/11/2018

RIVISTA DELL’EDITORIALE NAPOLI SRLS E DELLA PUBBLI AND MANAGMENT SRL IN DISTRIBUZIONE GRATUITA CON IL QUOTIDIANO “ROMA” Direttore Responsabile Servizi dedicati a napoliCittàlibro Peppe bruscolotti, il grande difensore del primo Giovanni Gaudiano a Palazzo reale dal 1° al 4 luglio Scudetto, parla dell’evoluzione del ruolo del difensore (da pagina 7 a pagina 23) (da pagina 43 a pagina 45) Coordinatore Editoriale Lorenzo Gaudiano All’interno Redazione Il Salone del lIbro GlI eUroPeI Marco Boscia Il tema la strada per Wembley Bruno Marchionibus 07 napoliCittàlibro 56 Si riparte dagli ottavi Grafica ed Impaginazione di Giovanni Gaudiano di Marco Boscia Mario de Filippis Protagonisti l’approfondimento Pubbli and Managment srl 09 Mario epifani 59 Il metodo ajax e il Palazzo reale di napoli dall’olanda all’europa Le foto della sezione Sportiva sono dell’Agenzia Mosca di Giovanni Gaudiano di Francesco Marchionibus Il benevenTo l’editore Pubblicità, Marketing 15 diego Guida l’altra copertina e Stampa a cura della Il libro e la cultura 63 Fulvio rillo Pubbli and Managment srl Il benevento pronto a ripartire S. S. Sannitica Km. 22,300 di Lorenzo Gaudiano 81020 San Nicola La Strada (CE) ph di Pietro Mosca di Lorenzo Gaudiano Il luogo Tel. 0823 330633 19 la residenza reale echi dal Sannio [email protected] tra storia e funzione culturale 67 Fabio Caserta Consulenza Amministrativa di Domenico Sepe per il futuro dei giallorossi di Gigi Amati Studio Marchionibus Storie di napoli Il FeSTIval 22 Port’alba Hanno collaborato la strada dei libri 7 gradi a questo numero: 79 Massimiliano Sacchi Gigi Amati di Paola Parisi Ci rimettiamo in gioco Mimmo Carratelli naPolI Ciro Chiaro di Pasquale Raicaldo la città Gianluca Gifuni 25 antonio Coppola Il teatro Francesco Marchionibus Una vita per l’aCI 83 Casa del Contemporaneo Francesco Modugno Passione e progettualità Paola Parisi di Giovanni Gaudiano di Bruno Marchionibus Pasquale Raicaldo napoletani ph di Pietro Mosca Domenico Sepe 70 Io Maddalena In primo piano Marina Topa come Gelsomina l’incognita 85 enzo Moscato 40 “Museo del popolo estinto” di Giovanni Gaudiano Un rinnovo bello e (im)possibile di Bruno Marchionibus Metti una sera a cena di Francesco Modugno SEGUICI SUL NOSTRO SITO WEB 74 ammor Il sogno reale Tracce d’azzurro 89 Successo ed atmosfera www.rivistanapoli.it la cucina tradizionale 43 Giuseppe bruscolotti partenopea bandiera e cuore azzurro nel Giardino dei Principi di Lorenzo Gaudiano di Marco Boscia di Giovanni Gaudiano l’iniziativa Il ritiro in abruzzo lo spettacolo 101 Francesco Saponaro 46 a Castel di Sangro 93 Giuseppe Miale di Mauro “Il lucernario” con la rosa al completo bufale e liùne di Domenico Sepe di Bruno Marchionibus di Giovanni Gaudiano Resta sempre Rivista Napoli aggiornato Il naPolI dialogo ragionato sul calcio la storia con tutti gli articoli 48 97 Peppe diana dedicati alla squadra, Profili eugenio albarella giornalenapoli agli eventi ed alla città 31 luciano Spalletti lo studio, l’aggiornamento Il coraggio di avere paura ancora un toscano per adl e il team di Ciro Chiaro di Lorenzo Gaudiano di Lorenzo Gaudiano SCaFFale ParTenoPeo CALENDARIO PROSSIME USCITE Testimone del tempo l’opinione Carla abenante 35 da 53 Pietro lo Monaco 104 Il racconto come Numero 42 Giovedì 1 luglio 2021 a luciano Spalletti Spalletti è un vincente strumento educativo Speciale NapoliCittàLibro di Mimmo Carratelli di Gianluca Gifuni di Marina Topa Numero 43 Sabato 24 luglio 2021

IL TEMA NapoliCittàLibro

A Palazzo Reale dal 1° al 4 luglio da sinistra: diego Guida, alessandro Polidoro, antonio Parlati e rosario bianco abriel Garcia Márquez ad un è possibile trascorrere pomeriggi, se- G certo punto decise di raccon- rate o nottate ricordevoli. tare la sua vita scrivendo Il libro è un compagno che non tradi- un’autobiografia. Voleva farlo con più sce ed è pronto a tua disposizione sul di un libro ma riuscì a scrivere solo il tuo comodino, sulla scrivania, in libreria primo che intitolò Vivere per raccontar- ogni volta che desideri anche soltan- modo di onorare tutti quelli che avreb- la e quando gli chiesero perché aveva to toccarlo. Il suo contenuto spesso è bero avuto piacere di esserci e pur- deciso di scriverlo rispose con una fra- lo specchio della vita del lettore at- troppo non sarà così, a partire da se presente proprio nel volume: «La traverso quella del suo autore. In altri Luis Sepùlveda a cui è dedicato e che vita non è quella che si è vissuta, ma casi è il modo per girare il mondo, per sarebbe stato presente se non se lo fos- quella che si ricorda e come la si ricorda conoscerlo, incontrando personaggi e se portato via un’entità biologica pic- per raccontarla». storie vicine, lontane o sconosciute. colissima chiamata virus. Ed è un Come sarebbe stato possibile a Már- Il Salone del libro di Napoli di que- modo per mostrare vitalità, interesse, quez parlare di se stesso al mondo in- curiosità e voglia di superare gli osta- tero senza il libro? Perché i libri pos- Luis Sepùlveda coli. sono raccontare addirittura la vita Sapeva leggere. Fu la sco- Il merito di averci creduto nonostan- meglio di come la si sia percepita, ri- perta più importante di te tutto va ai quattro moschettieri che manendo fedeli comunque alla realtà tutta la sua vita. Sapeva sono presenti nella foto di questa pa- degli accadimenti? leggere. Possedeva l’anti- gina. Quattro napoletani, quattro be- La risposta e la conferma del pensie- doto contro il terribile ve- nemeriti visionari che hanno saputo su- ro di Gabo sono presenti nel suo stra- leno della vecchiaia perare tutte le difficoltà che si sono pre- ordinario Cent’anni di solitudine. Quel “ sentate e che giovedì 1° luglio saranno libro è uno straordinario racconto ed st’anno sarà una delle bandiere che la pronti ad accogliere tutti i visitatori che un incredibile viaggio. Va riletto di con- città sta esponendo per far sapere a tut- siamo sicuri accorreranno per poter tinuo per catturare tutto quello che lo ti che la vita prosegue. Si tratta di un dire io c’ero! scrittore voleva trasferire e così facendo appuntamento da non mancare. È un G.G.

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Mezzo angolo CREDITO SU PEGNO

Agenzie Indirizzo Telefono Casagiove (CE) Via Nazionale Appia n. 8/10 0823 460606 Frattamaggiore (NA) Corso V. Emanuele n.87 081 8804380 Napoli (NA) Via Cumana n.34 081 2390349 Afragola (NA) Via F. Russo n.12/14 081 8692560 Portici (NA) Corso Umberto n.15 081 2390349 Giugliano (NA) Via M. Pirozzi n.82 081 8941883 Casoria (NA) Via Cavour n.58 081 7583120 Castellammare di Stabia (NA) Via F. Crispi n.8 081 8715511 Napoli (NA) Via Lazio n.19 081 19579182 Casoria (NA) Via Arpino n. 115 081 5844963 Napoli (NA) Via Diocleziano n. 274 081 7629309 Aversa (CE) Via Diaz 62 081 19536703 PROTAGONISTI Mario Epifani Da Torino a Napoli con una passione per i palazzi reali

ono stati molti, forse troppi, gli anni durante i quali era con- Il nuovo direttore di Palazzo Reale di S sentito il transito delle auto- Napoli ha le idee chiare su come gestirlo. vetture proprio davanti a Palazzo Reale, anzi la stessa piazza del Plebi- Ha insediato il primo Cda con il quale scito era sempre invasa da vetture in sosta e si può dire fosse diventata di fat- lavorerà per aumentare la fruibilità del to un parcheggio. complesso. Con la terza edizione del Da quando nel 1994 con grande sen- so civico il sindaco Antonio Bassolino Salone del Libro si apre una stagione di e la sua giunta in occasione dell’orga- manifestazioni che vedranno al centro nizzazione del G7 di Napoli decisero di pedonalizzare tutta l’area, la piazza proprio la costruzione voluta dal viceré ed i palazzi che la circondano hanno ri- preso il loro aspetto originario. L’ar- Fernando Ruiz de Castro che a fine luglio chitettura pensata a suo tempo si è rim- ospiterà il G20 dedicato all’ambiente possessata del suo status originario bat- tendo per una volta il progresso. Il ri- facimento della pavimentazione, ese- Intervista di Giovanni Gaudiano guito in quell’occasione, ha poi con-

sabato 26 giugno 2021 9 più cari alla città. Cosa ha prevalso dopo la nomina: il senso di re- sponsabilità, un pizzico di emozio- ne o una visione chiara sul da far- si? «Direi che c’è stato soprattutto il forte senso di responsabilità dovuto anche alla grandezza del sito che non è solo Palaz- zo Reale, poi la naturale emozione per una nomina prestigiosa che in queste occasio- ni non può mancare. Vengo da fuori, non conoscevo questa realtà e la quotidianità aggiunge qualche nuova conoscenza. Quindi il terzo punto possiamo dire sia un divenire continuo con l’aggiunta di nuo- ve riflessioni e nuove idee giorno dopo gior- no che contribuiscono a creare la chiarez- tribuito a rendere la piazza ancora più za di quello che va fatto per gestire que- bella e c’è da pensare cosa si possa pro- sto sito». vare oggi ad affacciarsi da uno dei bal- Si diceva del Cda, formato da rico- coni del Palazzo Reale per poter godere nosciute personalità come la diret- di uno spettacolo unico al mondo. trice del Polo museale della Cam- Largo di Palazzo, voluto dai Borbone pania Marta Ragozzino, il giorna- nella configurazione attuale con la chie- lista Alessandro Barbano presi- sa di San Francesco da Paola, ha ripreso dente della Fondazione Campania ad essere il cuore pulsante di una cit- dei Festival, il professore Guido Cle- tà che non sempre comprende il pa- mente di San Luca e il prof. emeri- trimonio unico che possiede ed il suo to Arturo De Vivo che ha ricoper- valore universale. to anche la carica di Rettore del- Nel frattempo l’inquilino che da qual- l’Università Federico II. Quali sono che tempo gode di una vista così bel- state le prime decisioni? la, e non è l’unica di cui può usufrui- «Il primo incontro è stato per presen- re, è il direttore Mario Epifani. È giu- sto dire sin da subito che il privilegio esiste, anche se gli impegni rivenien- ti da un tale compito spesso non gli consentono che una fugace affacciata mattutina. Epifani è romano ed è ancora giovane. È laureato in Conservazione dei Beni Culturali, ha già alle spalle un inten- so lavoro svolto su altri siti e soprat- tutto appare come una persona che ama davvero il suo lavoro. Direttore, ha ricevuto la nomina a novembre 2020 in un momento particolare e ad aprile si è anche in- sediato il primo Cda diretto da lei. Tante novità per uno dei siti tra i

10 sabato 26 giugno 2021 tarci, per conoscerci e per fare un punto del- la situazione. Ho raccontato tutte le atti- vità che abbiamo avviato per poter condi- videre con il consiglio una strategia plu- riennale. Volevo che tutti fossero al corrente dei problemi, dei progetti e delle linee di svi- luppo già previste. Abbiamo anche af- frontato il compito della redazione dello sta- tuto del museo, che sarà uno dei primi spe- cifici punti sul quale il Cda è chiamato ad intervenire. Abbiamo già una bozza ma stiamo aspettando la nomina ministeria- le del comitato scientifico che sull’argomento deve dare il suo assenso all’elaborazione fi- nale del documento». Visto che è direttore da oltre sei mesi, come si trova da romano a di- rigere questo sito così importante Quando si parla del Palazzo Reale capire ai visitatori che quello che si vede per i napoletani? di Napoli si pensa alla residenza dei oggi è solo una componente del Palazzo. «Conosco Palazzo Reale da quando vari regnanti che lo hanno occupa- C’è molta parte occupata da uffici che sa- avevo 10 anni perché venni a visitarlo con to. In questo caso c’è molto di più, rebbe bello mettere a disposizione del vi- la mia famiglia. Aggiungo che avevo già pensiamo al Teatrino di Corte, alla sitatore/turista. Si può pensare di aprire a quell’età una passione per i palazzi rea- Cappella Palatina, al meraviglioso stabilmente il collegamento con la Biblio- li e quello di Napoli era il mio preferito. Giardino Pensile, alla Biblioteca Na- teca Nazionale. Ci sono le Sale Pompeiane, Poi ho lavorato dieci anni a Torino alla zionale, al vicino San Carlo e poi lo un tempo l’appartamento di Ferdinando Soprintendenza e poi come direttore del- scalone, gli ambulacri. Cosa si può II di Borbone e attualmente occupate dal- l’Armeria Reale che è di fatto un palaz- fare per rendere maggiormente vi- la Soprintendenza del Comune di Napo- zo reale. Diciamo che queste esperienze la- sitabili queste meraviglie? li, che affacciano sul mare e che sarebbe bel- vorative hanno contribuito ad ampliare la «Ha ragione, è di quest’avviso anche lo aggiungere al percorso di visita. Biso- mia conoscenza e quindi a Napoli mi tro- il ministero. Proprio il direttore Osanna, gna cercare degli accordi per rendere vo molto bene. Posso dire di sentirmi a mio che ci ha reso visita di recente, insiste sul- fruibile tutta quella parte del complesso di agio». l’importanza di ampliare l’offerta per far sicuro interesse». Da dove è partito per rilanciare l’im- magine di Palazzo Reale nel post pandemia? «Sono tanti i fronti, c’è tanto da lavo- rare. Alcune iniziative richiederanno un po’ di tempo. La divisione di cui si parlava del- l’intero sito pesa in una gestione straordi- naria come quella che ci troviamo ad af- frontare e poi anche le variazioni inter- venute sulle competenze in questi ultimi anni per trovare un utile riassetto hanno avuto il loro peso e incidono sull’orga- nizzazione. Vorrei fare in modo che chi en- tra al Palazzo Reale possa percepire sin dall’ingresso dove si trova e vorrei elimi- nare certe limitazioni se fosse possibile ot- tenere una maggiore partecipazione di tut-

sabato 26 giugno 2021 11 ti per il miglior mantenimento del com- plesso. Mi riferisco per esempio al giardi- no storico per il quale mi farebbe piacere che l’ingresso diventasse libero. Poi sareb- be utile spiegare meglio durante il percor- so le sale visitabili, come e da chi veniva- no utilizzate, anche per poter rivivere le at- mosfere del tempo». C’è qualcosa del Palazzo, che non è visitabile, che sta pensando di met- tere a disposizione del pubblico a breve? «All’ammezzato ci sono le cucine che ora sono depositi. Dobbiamo trovare il modo di spostare quei materiali perché mi farebbe piacere inserire nella visita questa parte del Palazzo dove c’era la vita di tut- ti i giorni. Un’altra cosa a cui stiamo la- sto tipo di eventi anche per la sua strate- «Mi fa davvero piacere che sia così, an- vorando sarebbe la visita integrata con la gica posizione, confermata dal fatto che che perché ripartire con questi eventi si- parte occupata dalla Biblioteca Nazionale ogni volta che accade qualcosa riguardante gnifica riportare vita in un luogo che mi per cercare di renderla sempre disponibi- la città la gente si raccolga proprio qui. Poi sembra particolarmente adatto e duttile per le ai visitatori. Ma c’è molto altro da po- visto che il 22 e 23 luglio avremo il G20 ospitare manifestazioni di questo genere. ter recuperare». con i ministri dell’ambiente è evidente come Con il Cda abbiamo condiviso la visione Parliamo a questo punto di Napo- sia un luogo molto rappresentativo che of- che Palazzo Reale sia un cuore pulsante liCittàLibro. Il primo pensiero che fre tante possibilità organizzative. Il Sa- della città». le è venuto in mente quando hanno lone del Libro inoltre è molto attinente se In Italia si legge poco. A tal pro- chiesto di poter tenere la manife- pensiamo alla Biblioteca Nazionale che fa posito qual è il suo pensiero sul va- stazione a Palazzo Reale qual è sta- parte del sito». lore del libro per la società con- to? Sa che si tratta della prima mani- temporanea? «Mi sono reso conto che Palazzo Rea- festazione dedicata al libro a ri- «Conosco il dato e mi auguro che ma- le è molto ambito da chi organizza que- partire dopo questo periodo buio? gari si possa incrementare la lettura an- che attraverso altri dispositivi non neces- sariamente cartacei. Però vorrei sottolineare che il fascino che risiede anche nell’ogget- to libro è rimasto immutato e attraente nel tempo. Penso che nel nostro Paese in ge- nerale si debba leggere di più». Come e dove saranno sistemati gli stand degli editori partecipanti, che sono quasi 100, e quali saran- no le modalità per l’accesso al pub- blico? «Abbiamo definito nei giorni scorsi il controllo che verrà effettuato a salvaguardia di tutti e per quanto riguarda gli stand sa- ranno posizionati nei porticati di accesso al museo e nel Cortile d’onore. Ci sarà un percorso che il visitatore potrà seguire age- volmente».

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L’EDITORE Diego Guida “La cultura motore per la crescita sociale del nostro territorio” ochi giorni al 1° luglio e l’at- datori, Diego Guida, trasmettono tesa per la terza edizione di una grande emozione ed una smisu- Il vicepresidente P NapoliCittàLibro cresce sem- rata soddisfazione per un evento che pre di più. Una data simbolica che nobilita la nostra città a partire pro- dell’associazione coincide con la possibilità decretata dal prio dal campo dell’editoria. Liber@rte che ha governo nazionale di riaprire al pub- A pochi giorni dalla fiera qual è blico le fiere. Una location storica, pre- l’emozione prevalente? fondato e gestisce il stigiosa e bellissima come Palazzo «Siamo davvero entusiasti. Il 1° lu- salone napoletano Reale dove gli ampi spazi aperti e le glio sarà anche una data simbolica, per- sale destinate agli eventi sono pron- ché l’inaugurazione della fiera coincide- dedicato al libro ti ad acquistare una vitalità nuova, ad rà con il primo giorno utile decretato dal offrire sia agli espositori che agli Governo per la riapertura delle fiere al racconta l’emozione, utenti un assaggio di normalità per- pubblico. Napoli sarà la prima città in Ita- la soddisfazione, duta e prossima a padroneggiare lia ad ospitare un evento simile legato al nuovamente le vite di tutti, sempre mondo del libro, confermando la sua po- l’attesa per la fiera con pazienza e naturalmente con sizione di prestigio tra i saloni più im- che si terrà dal 1° al 4 grande cautela. E il libro, protagoni- portanti sostenuti dalla rete internazio- sta indiscusso del primo salone a nale ALDUS». luglio e soprattutto riaprire in battenti in Italia, ultimo ba- Ci sono stati momenti in cui è pre- quanto mancherà la luardo di una cultura destinata a so- valsa la paura che ci sarebbe volu- pravvivere per sempre ed edenico ri- to più tempo per rivedere di nuo- presenza del cileno fugio durante la reclusione forzata vis- vo il Salone in Campania? suta con la paura di un serpeggiante «Purtroppo sì. Sicuramente avere più Luis Sepùlveda nemico invisibile pronto a colpire in tempo a disposizione sarebbe stato l’idea- qualunque momento. le per organizzare ancora meglio questa Intervista La fiera costituirà un’occasione, oltre fiera, ma è anche vero che questo periodo di Lorenzo Gaudiano che di grande interesse dal punto di è il migliore possibile. Se avessimo pen- vista culturale, di festa ed immensa sato a rinviarla dopo l’estate, saremmo en- gioia, un primo passo verso la ricon- trati in un vortice di altre manifestazio- quista di quello che concerne la natura ni culturali e promozionali del libro. Vo- sociale di tutti gli esseri umani, uno gliamo che il nostro salone rappresenti un spiraglio di luce che si spera nel più ritorno alla normalità, sperando si pos- breve tempo possibile possa diventa- sa non dico cantare vittoria contro il vi- re un bagliore invasivo, accecante. E rus ma almeno recuperare i propri spa- le parole appunto di uno dei soci fon- zi personali e sociali».

sabato 26 giugno 2021 15 Dato il suo grande patrimonio ar- tistico e culturale, quanto è im- portante per Napoli eccellere con una sua fiera anche nel campo dell’editoria? «È fondamentale soprattutto per la ri- nascita della nostra stessa città dopo un periodo di grande crisi tra riduzioni di finanziamenti e pandemia, per far capi- re quanto sia importante la cultura per la crescita sociale del territorio». Palazzo Reale è la location di que- sta edizione. Si può dire sia stata anche una scelta simbolica: il cuo- re del centro storico di Napoli che si offre ad una manifestazione che esalta la filiera del libro, la sua tra- dizione ma anche la sua apertura al- l’innovazione? «Sicuramente. L’entusiasmo e la di- sponibilità del direttore Epifani ci di- gnarsi in attività che potrebbero diventare suo intervento da noi conservato contri- mostrano che le grandi realtà nel nostro la loro professione un giorno». buirà anche a dare il segnale che il si- territorio sono pronte non solo ad acco- Quanto mancherà Sepùlveda? gnificato culturale del libro, oltre a tra- glierci ma anche a collaborare per offri- «Moltissimo. Ho previsto per la ce- mandare ai posteri determinati valori ed re un’immagine diversa e di grande rimonia di apertura che si terrà al Tea- idee, ha la forza di superare anche la vita qualità della nostra città. Se aggiungia- tro di Corte alle ore 11 una piccola com- terrena». mo che una serie di persone che stiamo in- memorazione a lui dedicata, di intesa con Quindi che funzione può avere il li- vitando hanno il piacere di tornare a Na- la casa editrice Guanda, proprietaria dei bro in un mondo che con il pro- poli e riscoprirla dopo anni di lontananza diritti di traduzione per l’Italia dei testi gresso dell’umanità sviluppa stru- siamo davvero sulla buona strada. Inol- del poeta cileno. Sepùlveda aveva prepa- menti diversi? tre abbiamo lanciato un bando per vo- rato una sorta di inno alla libreria, af- «Il libro resterà il vettore per la libe- lontari pronti ad aiutarci nell’accoglien- finché continui a rappresentare una del- ra circolazione delle idee. Le innovazio- za e nella gestione dei vari eventi previ- le principali promotrici della crescita ni tecnologiche sono preziose, ma l’im- sti, che avranno l’occasione di impe- culturale dei vari Paesi. In questo caso il portante è che siano sempre al servizio del- la realizzazione del prodotto cartaceo». Per chiudere, una riflessione sul tema di questa terza edizione che è “Passaggi”. «Rispetto a quello che abbiamo pen- sato per l’anno scorso il tema sarà ag- giornato sulla base di quanto ci è acca- duto. Abbiamo voluto intestare le sale che ospiteranno gli eventi culturali alle isole Covid free del nostro golfo, perché non si intenda soltanto il passaggio della cultura che arriva tramite il mare e il mondo ester- no in città e passa al resto dell’entroter- ra, ma anche il transito dalla reclusione forzata alla vita ordinaria».

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IL LUOGO

Il Palazzo Reale di Napoli rappresenta la storia della Palazzo Reale di Napoli capitale partenopea. Nato come residenza dei viceré tra storia e funzione culturale spagnoli destinato poi a residenza istituzionale dei Borbone fino all’adibizione a museo ad inizio Novecento con i Savoia. Dal cambiamento ed ampliamento architettonico al mutamento nelle sue funzioni che oggi vanno oltre quelle del patrimonio per accogliere manifestazioni e mostre mantenendo nell’immaginario napoletano la funzione di salotto buono della città

Servizio Ph. Luciano Pedicini di Domenico Sepe

Una Storia da raccontare ogni caso vicino al mare per facilitare la fuga di chi ci Il Palazzo Reale di Napoli domina la scena su Piazza del abitava in caso di attacco terrestre alla città. Infatti nel- Plebiscito, quest’ultima è uno dei simboli più amati del- la storia delle rivolte che sono intercorse a Napoli il Pa- la città dove tutti i napoletani si riuniscono in occasio- lazzo è stato, spesso, un punto sicuro per i governanti, ne dei grandi eventi, con il Palazzo stesso a fare da sfon- così come anche in caso di assedio. Un primo palazzo vi- do. Del resto, a Napoli, la casa dei regnanti è sempre sta- cereale venne edificato su quella che oggi è Piazza Trie- ta l’espressione del potere, quello che, di volta in volta, ste e Trento, ubicato obliquamente tra il Palazzo Rea- ha dominato la città. Parlarne, quindi, diventa l’occasione le ed il Teatro San Carlo, ma l’attuale Palazzo Reale tro- per attraversare molte epoche della sto- va la sua origine per volontà di Fernando ria napoletana, perché in tutti i momen- Ruiz de Castro, conte di Lemos, e sua mo- ti cruciali per la città in qualche modo il glie Catalina de Zuniga che pensarono di Palazzo Reale è stato presente. edificarlo per ospitare, nella prevista visi- ta che poi non ebbe luogo, re Filippo III di Spagna nel 1600. Il viceré aveva pensato di Una residenza vicereale accogliere il sovrano in una dimora degna Eppure quella costruzione così imponente del suo prestigio. non nasce come residenza reale, ma vi- cereale. Infatti i suoi primi abitanti furo- no i governatori spagnoli inviati ad am- Il progetto di Domenico Fontana ministrare quella che era, al tempo del- Il primo progetto, a cui seguiranno tanti ri- la costruzione, la più grande città del Re- maneggiamenti nel corso degli anni, fu af- gno di Spagna. Del resto, il Palazzo l’architetto domenico Fontana fidato a Domenico Fontana, considerato il stesso è situato in una posizione strate- in un dipinto miglior architetto del suo tempo, e la pri- di Federico Zuccari gica rispetto al reticolato della città, vi- ma pietra fu posta nel 1600, senza badare cino ai Quartieri Spagnoli, dove si trovavano le residenze a spese per la sua costruzione. La scelta della zona si ri- delle truppe che tenevano sotto controllo la città, ma in velò quasi obbligata per evitare di bloccare l’espansio-

sabato 26 giugno 2021 19 ne della città che, in quel momento storico, stava diri- ro aggiunti due cortili interni ed allargato il corpo di fab- gendosi proprio verso il suo lato occidentale. Ma il pro- brica verso il mare, rendendo l’edificio molto più im- getto di Fontana non venne rispettato del tutto, a Roma ponente di quanto non fosse stato in epoca vicereale. Suc- è infatti conservata una pianta del progetto originale che, cessivamente, sotto il regno di Ferdinando di Borbone, pur non discostandosi molto da quello definitivo, vide fu progettata e realizzata la Gran Sala ed il teatrino di l’eliminazione di alcuni corpi di fabbrica. Per accresce- corte ad opera dell’architetto Ferdinando Fuga. re l’importanza del Palazzo, e della zona stessa che sa- rebbe diventata il salotto della città, venne collocato, su via Toledo, il Palazzo degli Studi, dove oggi si trova il L’incendio e l’attuale aspetto MANN. L’ultima grande opera di rifacimento di Palazzo Rea- le fu necessaria a seguito di un incendio nel 1837. Sot- to la guida di Gaetano Genovese, ispirandosi al Il Palazzo ed i Borbone Neoclassicismo, il Palazzo subì varie modifiche, tra La svolta per il Palazzo Reale avverrà nel 1734, quan- cui lo spostamento degli appartamenti privati e la ri- do Carlo di Borbone divenne Re di Napoli e la città tor- duzione dei Giardini Pensili per ospitare un nuovo cor- nò ad essere capitale di un regno autonomo. L’intenzione po di fabbrica che, in seguito, accoglierà anche la Bi- del Re era quella di utilizzare la vecchia residenza vi- blioteca Nazionale. Con questo intervento venne an- cereale e, per questo, cominciò una serie di lavori di am- che abbattuto il Palazzo Vicereale creando l’attuale pliamento della stessa in modo da poter riflettere il pre- Piazza Trieste e Trento, dando alla zona il suo aspet- stigio della propria dinastia la quale, oltre che su Na- to attuale con la Piazza d’Armi davanti al Palazzo e poli, occupava i troni di Francia e Spagna. Per questo, questo nuovo spazio nato dalla demolizione del vec- partendo proprio dall’edificio che rappresentava la chio palazzo vicereale. Questi lavori andarono avan- sede del potere regale, re Carlo voleva dare a Napoli un ti fino al 1858, poco prima dell’Unità d’Italia, vedendo respiro europeo e portare la città al livello delle altre l’intervento di vari architetti che prestarono la loro grandi metropoli. Fu così che, in quel periodo, venne- opera, tra cui lo stesso Luigi Vanvitelli, ma il Palaz-

20 sabato 26 giugno 2021 zo ha mantenuto un aspetto simile a quello proget- si tengono a Napoli ed ospita, allo stesso tempo, la tato da Domenico Fontana. frequentatissima e unica Biblioteca Nazionale di Na- poli. Rappresenta, quindi, il punto di connessione del- la città con la propria storia e con la propria cultu- I Savoia e la Biblioteca Nazionale ra e, in questi anni, ha gradualmente perso la sua Dopo l’Unità d’Italia il Palazzo divenne una delle resi- mera funzione di patrimonio dell’antichità per di- denze ufficiali dei Savoia, ma venne abitato solo saltua- ventare uno spazio a disposizione della città e dei suoi riamente. Fu qui che, mentre si trovava la Regina Mar- abitanti. C’è poi l’intenzione di allargare il percor- gherita di Savoia, il pizzaiolo Raffaele Esposito, con tut- so del complesso museale e di rendere a questo sco- ti i suoi strumenti, portò una pizza alla regina, dedi- po intercomunicanti gli spazi della Biblioteca con candole l’omonima ricetta tradizionale della pizza. In se- quelli del museo. guito, il re Vittorio Emanuele III, che era nato nel Pa- Nel Palazzo è stato ospitato il Napoli Teatro Festi- lazzo Reale di Napoli, cedette l’edificio al Demanio di val in una riuscita edizione insieme ad altre mani- Stato e si decise di sfruttare i nuovi spazi per ospitare festazioni di rilievo. Quest’anno, tra pochi giorni, sarà la Biblioteca Nazionale di Napoli, che porta il nome del la terza edizione di NapoliCittàLibro a dare vita ai re e che ospita innumerevoli volumi e documenti stori- porticati ed al Cortile d’onore con gli stand degli edi- ci di grandissimo valore, tra cui i papiri di Ercolano. Gli tori e i numerosi visitatori attesi. Per quattro gior- appartamenti reali ed altri ambienti furono, invece, uti- ni Palazzo Reale di Napoli sarà il luogo di ritrovo del- lizzati a scopo museale sin dalla cessione del 1919, per- la cultura nazionale grazie alla manifestazione, mettendo a tutti i cittadini napoletani la possibilità di agli scrittori ed ai personaggi presenti che tutti gli visitare quelle che, fino a poco tempo prima, erano sta- amanti del libro potranno ascoltare, incontrare e co- te le residenze dei sovrani che si erano avvicendati nel noscere. governo della città. Il Palazzo che quindi ha rappresentato per tanto tem- po lo spazio dei regnanti, il simbolo del potere e del privilegio ora, grazie all’attuale politica museale, è La sua funzione come centro di cultura diventato un punto d’incontro per tutti i cittadini col- Oggi il Palazzo Reale di Napoli vive una nuova vita locato nel cuore della città di Napoli e circondato dal- in quanto è al centro di svariate manifestazioni che le bellezze della città a partire dal mare.

sabato 26 giugno 2021 21 STORIE DI NAPOLI Port’Alba La strada dei libri

Da un’esigenza di passaggio a simbolo per gli amanti del libro e della lettura. La presenza di pizzerie storiche che ancora oggi allietano le giornate dei napoletani e non solo e poi una leggenda di un amore struggente finito in tragedia

Servizio di Paola Parisi

e tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare, tra Dan- strada allegra dove si sente sempre il vociare della folla, le te e Bellini c’è di mezzo Port’Alba che collega le due risate dei passanti e dei turisti. S piazze rispettivamente dedicate al sommo poeta e al grande compositore. In sostanza si tratta di una sorta di doppia porta che dal lato inferiore si affaccia su piazza Dan- Una delle porte di Napoli te mentre dopo una cortissima via attraverso un altro arco Port’Alba è una delle porte antiche della città di Napoli ed sbocca poi in piazza Bellini. Doppio varco dunque per una il suo storico arco simboleggia l’ingresso verso il centro sto- via con un solo nome e che è nota per i numerosi negozi con rico della città, nel Decumano maggiore. In origine c’era un bancarelle in strada di libri nuovi e soprattutto usati, tito- vecchio torrione di guardia e la zona era soprannominata li fuori catalogo ed edizioni rare per i collezionisti. È una “Largo delle Sciuscelle” per la notevole presenza di alberi di carrube; per accedere alla parte interna della città, oltre le mura, i residenti del posto avevano praticato una aper- tura abusiva, ovvero un buco, “il famoso pertuso” (vabbè dai… era una necessità per il popolo!).

Il Duca, l’ammenda e lo stato attuale Così nel 1625 Don Antonio Alvarez de Toledo duca d'Al- ba, per facilitare il passaggio da un lato all’altro delle mura angioine, dispose la costruzione di quella che in suo ono- re verrà chiamata Port’Alba. Sulla porta troneggiano gli stemmi di Filippo III, quello della città di Napoli ed uno del viceré. Ad essi si aggiunsero affreschi rappresentanti la Ver- gine con San Gennaro e San Gaetano non più esistenti. La

22 sabato 26 giugno 2021 via che attraversa questa porta è molto nota come si dice- va per il mercato librario che la caratterizza e per le numerose pizzerie le cui strutture risalgono al Settecento. Sotto il por- tale di uscita si trova una antica targa, posta nel 1796, dove si avvisava la cittadinanza che, qualora venditori ambulanti si fossero posizionati sulla via, ostruendo il passaggio di car- rozze e cavalli, sarebbero stati puniti con un'ammenda. Se splendida è la sua storia, altrettanto non si può dire per il suo stato attuale. Lo storico arco è oramai circondato da una rete di protezione per preservare il suo stato, ma an- che i passanti dalle cadute di calcinacci. Tuttavia anche per la rete grava l’incuria, diventata com’è un deposito di de- con Maria, non ci riusciva. Maria dal canto suo provava ad triti, fili elettrici, volatili deceduti ed escrementi. Anche la aiutarlo, spingendolo, tentando di trascinarlo, ma ogni ten- strada a cui l’arco dà inizio porta sulle sue mura segni di tan- tativo risultò vano. La gioia si trasformò in disperazione; i tissimi atti di vandalismo. due ragazzi provarono per giorni a superare la fontana, ma senza successo. Alla fine, Michele se ne andò nella direzione opposta lasciando sola Maria che si tormentò per giorni. La leggenda di Maria “la rossa” Si diceva che il suo pianto si potesse udire in tutta la città. Anche se la vicenda è nota, a qualcuno probabilmente sarà Non si videro mai più e la fontana accanto alla quale Mi- sfuggito che di notte, in quella via, si sente uno straziante chele si pietrificò venne considerata da tutti maledetta. Len- ed interminabile pianto. Sono molti quelli che giurano di tamente quel dolore consumò la povera Maria: i lunghi ca- averlo sentito. Si tratta di una donna che, nelle notti di luna pelli rossi sbiancarono, divenne cupa e torva, e mentre pri- nuova, oltre al proprio pianto pro- ma il mondo intero correva per am- nuncia una maledizione che si sen- mirarla, adesso lo stesso mondo fug- te riecheggiare nella strada: ‘La pa- giva via da lei. Maria ‘a rossa era di- gherete tutti’. Si tratta di un fanta- ventata la strega di Port’Alba. In un se- sma che è pure una strega. La sua è colo in cui c’era posto per tutto tran- una storia d'amore infelice, maledi- ne che per le streghe (siamo in pieno zioni e tormenti. Il suo nome era Ma- periodo di Inquisizione… quella spa- ria, detta “la rossa” per via del colo- gnola), Maria fu condannata ad una re della sua fluente chioma. Una bel- morte atroce: fu rinchiusa in una gab- lissima ragazza di appena vent’anni bia proprio sotto l’arco e fu lasciata mo- desiderata da tantissimi uomini per rire di fame. Il suo cadavere non fu ri- la sua bellezza. Maria però aveva occhi solo per il proprio mosso da quella gabbia, ma anziché decomporsi diventò pie- amore, Michele, il quale l’amava con altrettanto trasporto tra. E temendo che in quella metamorfosi si nascondesse e così, dopo soli sei mesi di fidanzamento, i due convolaro- un’ulteriore prova della sua stregoneria i giudici dell’In- no a nozze. Il giorno del matrimonio, Michele e Maria fe- quisizione si affrettarono a rimuovere la gabbia, lasciando steggiarono il proprio amore con amici e parenti (senza di- il gancio che la legava alla porta. Povera Maria... oltre al dan- vieti, restrizioni e mascherine). Finita no anche la beffa. Non solo aveva perso il marito, ma per- la festa, s’incamminarono per tornare se anche la vita perché accusata di essere una strega. È cre- alla loro abitazione per iniziare la loro dibile che ancora oggi vaghi per le vie, incazzata come una nuova vita insieme. Accadde a que- iena gridando ‘la pagherete tutti’. Proviamo a metterci nei sto punto qualcosa di davvero stra- suoi panni. A pensarci bene... meglio di no, lasciamo stare, no: passando accanto alla fontana che anche perché, oggi come oggi, perderemmo troppo tempo si trovava all’inizio della strada, Mi- sia nel trovare un uomo virtuoso ed amorevole come Mi- chele si fermò. Maria continuava ad chele... e altrettanto dicasi per la nuance di rosso dei capelli avanzare verso casa, ma lui era che, pur adattandosi perfettamente al colore della nostra pel- come pietrificato. Per quanto il ra- le, richiederebbero troppo tempo per l’acconciatura! Alla fine gazzo tentasse di andare verso casa non saremmo credibili in nessun caso!

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LA CITTÀ Antonio Coppola Una mobilità responsabile per una società sempre migliore

Ha ottenuto da poco all’unanimità il terzo mandato alla presidenza dell’ACI alla quale ha dedicato oltre 50 anni di lavoro. Ha una visione chiara dei problemi legati alla mobilità e di cosa fare per risolverli ma c’è bisogno dell’apporto di tutti. Il valore della manutenzione per una migliore fruibilità delle strade e una strigliata al braccino corto del presidente del Napoli Aurelio De la copertina del libro dedicato al presidente Coppola Laurentiis che non vede il calcio come uno sport da Francesco Cortese

Intervista di Giovanni Gaudiano

stato semplice organizzare un incontro con il Pre- attività ha seguito lo sviluppo, i cambiamenti della città, le dif- sidente Antonio Coppola a dispetto dei suoi impe- ficoltà che da sempre ne condizionano la vita quotidiana da È gni che continuano ad essere tanti come gli anni che un osservatorio pronto a rilevarli come quello dell’Automo- ha dedicato alla sua attività. bile Club. È stato facile perché chi meglio di lui, uomo pacioso ma pre- Il particolare è confermato dalla profonda conoscenza dei temi ciso, attento e disponibile al dialogo, vispo come un giovanotto che riguardano Napoli e poi c’è il libro, quello che France- di vent’anni conosce le percorrenze, il traffico, le tolleranze sco Cortese alla fine del 2019 gli ha voluto dedicare, dove ba- da considerare quando si prende un appuntamento? Nessu- sta il titolo per inquadrare la persona: Un gentiluomo napole- no. tano. Antonio Coppola negli oltre cinquant’anni dedicati alla sua Quel lavoro di Cortese si avvalse della prefazione del Procu-

sabato 26 giugno 2021 25 sulenza per quanto riguardava gli incidenti stradali. Questo lavo- ro mi ha avvicinato alla materia ed ho pensato cosa si poteva fare per ridurre gli incidenti stradali e quale fosse l’ente che se ne occu- pava per evitarli. Era l’ACI e quindi ho cercato di farne parte per portare il mio contributo e migliorare la situazione». Non ha però abbandonato la materia dei suoi studi pur lavorando in ACI? «Direi proprio di sì. Perché l’ACI è nata per occuparsi in pre- valenza di due aspetti. Alla fine dell’Ottocento quando vennero alla luce i primi prototipi di automobile si trattava di un bene di lusso, appannaggio dei pochi possidenti e dei nobili che all’epoca la uti- L’urbanista ed architetto anglo-napoletano Lamont Young lizzavano per fare turismo. L’auto non serviva per andare a lavo- ro, ma per la classica gita fuori porta e per le manifestazioni spor- ratore Generale di Napoli dr. Luigi Riello e dell’introduzio- tive. Il turismo e lo sport furono quindi naturalmente le due prin- ne del Presidente Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Car- cipali attività dell’ente che nacque per gestirle. A Napoli l’Automobile lo Verna, che con la loro presenza avvalorarono due temi che Club fu fondato il 18 febbraio del 1906 dal famoso ingegnere an- hanno ispirato l’attività di Antonio Coppola: la legalità e la cor- glo-napoletano Lamont Young che insieme con altri 36 possesso- retta informazione. ri di auto partecipava ai raduni e quindi alle gare unendole all’attività Da quella prefazione sono tratte le parole che seguono, che turistica di cui si parlava. Poi nel corso del secolo, come tutti sap- in forma diretta delineano l’uomo di cui parliamo: «Genero- piamo, le cose sono cambiate». so, leale, legato con intelligenza alle migliori tradizioni della Parlando dell’automobile, è impossibile non parlare di Napoli che ama intensamente, dotato di grande cultura e di come sia cambiata la circolazione in città in questi 50 anni. profonda sensibilità – dice il procuratore Riello – Coppola è «Noi abbiamo definito come responsabile la mobilità degli anni consapevole dei problemi e dei drammi che feriscono questa 2000 proprio per richiamare la responsabilità individuale. Oggi dal splendida città e il suo territorio e, tuttavia, è sempre ottimi- nostro punto di vista è necessario che venga adottato questo crite- sta perché fiduciosamente convinto dell’importanza del con- rio, personalmente non sono molto d’accordo a collegarla ad altri tributo che le persone perbene, gli onesti, gli uomini di buo- aggettivi come sostenibile, verde etc. Ritengo, invece, che ognuno deb- na volontà come lui possono e debbono dare per vedere fi- ba farsi carico per quanto di sua competenza per migliorare gior- nalmente la luce in fondo al tunnel». no dopo giorno la situazione e mi riferisco a tutti, partendo dal go- Da ottobre scorso è stato confermato alla presidenza del- verno che deve legiferare per il meglio fino ad arrivare al compor- l’ACI della Campania con voto unanime. Si tratta di un tamento del singolo cittadino. Non è più pensabile andare dal ta- evidente riconoscimento all’impegno che lei profonde da baccaio a comprare le sigarette o al centro utilizzando l’automo- più di 50 anni in questo ente e alle sue capacità. Come bile. Se ci comportassimo tutti così, sarebbe un ingorgo perenne. Va ha accolto questa ennesima dimostrazione di stima? scelto il mezzo di trasporto più idoneo per contribuire a migliora- «Si tratta del terzo mandato, sono Presidente dal 2011, ma pri- re la situazione». ma di ricoprire questa carica sono stato dirigente generale dell’ACI. Un recente censimento parla in Campania di circa Quando sono stato collocato in pensione nel 2011 sono stato eletto dai soci Presidente. Lo scorso anno il 15 luglio, giorno peraltro del mio compleanno e della mia prima assunzione, ho compiuto esat- tamente 50 anni di attività in seno a questo ente e poi c’è stata la con- ferma alla presidenza. Oggi ripensando a tutto il mio vissuto la- vorativo mi ritengo da questo punto di vista un fortunato». Si diceva che dal 1970 lei lavora all’ACI. Perché fece que- sta scelta, visto che si può dire avesse altri orientamen- ti avendo conseguito una laurea in Scienze Turistiche? «In realtà le cose sono andate un po’ diversamente. Prima di ar- rivare all’ACI ero consulente tecnico per la Procura della Repub- blica in quanto perito industriale iscritto all’albo dei consulenti tec- Papa Francesco che indossa il casco salvavita nel 2015 alla Ro- tonda Diaz tra Antonio Coppola e il Cardinale Crescenzio Sepe nici di ufficio e quindi il Tribunale di Napoli mi affidava la con-

26 sabato 26 giugno 2021 4.650.000 veicoli e ci qualifica leggermente al di sotto scuole per insegnare l’educazione stradale che serve a tutti, pedoni, della media nazionale. Si tratta di un dato che scaturi- ciclisti, automobilisti, motociclisti e camionisti, facendo corsi speci- sce da una concentrazione su Napoli o la densità è dif- fici visto che, anche se esiste una legge che lo prevede, non viene im- fusa in egual maniera in tutte le province della regione? partito alcun insegnamento diretto da parte del Ministero della Pub- «In sostanza è così. Certo la grande città presenta traffico e pro- blica Istruzione». blemi collegati maggiori, ma anche le province con meno abitanti A tale proposito lei ha scritto un libro per parlare di una mostrano una concentrazione nei centri urbani simile a quella del- mobilità responsabile edito da Guida dal titolo “Strada le grandi città con traffico considerevole negli orari di punta». facendo: 50 anni in ACI”. Dal suo osservatorio che risposta Lei spesso è tornato sul problema della sicurezza stra- si può dire abbiano dato i napoletani in questi anni per dale e lo ha fatto parlando soprattutto dei doveri dei cit- un miglioramento della situazione? tadini oltre che dei loro diritti. Quale punto intendeva «Non si può parlare di miglioramento ma neanche di peggio- toccare? ramento. Viviamo una mobilità di tipo diverso. Non c’è più quel traf- «Il cittadino deve rispettare le norme del codice della strada, deve fico caotico degli anni ‘70 e ‘80 che era una diretta conseguenza del mantenere l’auto in buone condizioni per evitare incidenti, deve prov- boom economico che coinvolse tutta l’Italia. Si è trattato di un fe- vedere a rottamarla quando non è più consigliabile utilizzarla. Que- nomeno che poi analizzato nel tempo ha chiarito quali fossero le con- sto significa che ognuno deve compiere un atto di responsabilità. A seguenze di quel tipo di atteggiamento, mi riferisco al problema del- questo va aggiunto che gli amministratori della cosa pubblica (Sin- l’inquinamento e della sicurezza stradale, penso al numero dei de- daco, Governatore ed assessori preposti) devono manutenere le cit- ceduti a seguito di incidenti stradali che in quegli anni superava sta- tà in condizioni che assicurino il diritto alla mobilità come preve- bilmente le oltre diecimila persone l’anno. Abbiamo dovuto attua- de la nostra Costituzione. Da un po’ di tempo noi andiamo nelle re una politica di prevenzione e di salvaguardia della vita uma- na, due diritti imprescindibili che la mobilità responsabile ha do- vuto affrontare per trovare le migliori soluzioni possibili. A tale pro- posito ci siamo fatti aiutare dalla chiesa che ha cara la vita uma- na. Grazie alla disponibilità dell’attuale Papa, lo abbiamo invi- tato a Napoli nel 2015 e lui ha indossato il casco per far capire come certi atteggiamenti siano necessari e debbano essere adottati da tut- ti». Pensando al problema del dissesto delle strade che con- diziona la circolazione dei veicoli, cosa serve per mi- gliorare la situazione? «Serve soprattutto la manutenzione delle strade per fare pre- venzione. Non ha senso farla quando la situazione è così degradata La sede di Piazzale Tecchio dell’Automobile Club Napoli da creare pericoli per la vita degli automobilisti e dei passanti, come

sabato 26 giugno 2021 27 Il presidente della Lega Nazionale Dilettanti Cosimo Sibilia nel 2013 consegna la Stella d'Oro CONI al merito sportivo al presidente Cop- pola. Nella foto a destra è presente anche il delegato CONI della Campania Sergio Roncelli (all’epoca presidente CONI regionale) ad esempio è accaduto per la galleria Vittoria. Da noi purtroppo potrebbe senza doversi svenare». viene confusa con gli interventi di ristrutturazione che dovrebbero Parlando dello stadio, viene da chiederle se è tifoso e cosa essere attuati nei momenti giusti. È amaro dirlo ma spesso si aspet- ne pensa della gestione della squadra di calcio… ta l’incidente, anche mortale, prima di intervenire». «Sono essenzialmente uno sportivo ma seguo il Napoli e pen- Per raggiungere l’ACI deve necessariamente imbocca- so che il calcio di oggi abbia poco a che vedere con lo sport. Chi si re il tunnel all’uscita della tangenziale. Cosa pensa a ve- interessa di una squadra di calcio la organizza, la gestisce, non lo derlo spesso interrotto e sempre abbastanza ricettaco- fa avendo come primo obiettivo il senso sportivo. Su tutto prevale lo di spazzatura? un fattore economico e credo che De Laurentiis in «Intanto penso che questo tratto di strada, og- questa speciale classifica occupi uno dei primi posti. getto della ristrutturazione in occasione di Ita- Lo dimostrano le cessioni eccellenti che ha operato, lia 90, è stato sbagliato. Ci doveva essere un solo che confermano appunto come l’obiettivo non è mai sottopassaggio dall’uscita della tangenziale stato davvero il primo posto». sino a Piazzale Tecchio. Il progetto pare lo pre- In conclusione, e restando in ambito spor- vedesse, ma poi approfonditi studi hanno di- tivo, sarebbe proprio impossibile organizzare mostrato come fosse complicata la realizzazio- una gara automobilistica a Napoli, come ac- ne per problemi tecnici. I lavori eseguiti a suo cadeva sino al 1962? tempo quindi non hanno risolto nessun proble- «Credo che sia davvero improponibile organiz- ma di circolazione, anzi hanno finito per ri- zare una gara di velocità in qualunque città del mon- chiamare la sporcizia che vediamo e mostrare do a parte qualche caso dove si continua a farlo per un’immagine degradata di un territorio che do- importanti ragioni economiche del tutto incompren- veva rappresentare un biglietto da visita per la città in occasione de- sibili per la sicurezza. Se pensiamo che anche nei circuiti si verifi- gli eventi internazionali che coinvolgono lo stadio e i dintorni. Ho cano ancora incidenti mortali è evidente che la sicurezza di chi cor- evidenziato più volte la problematica anche per i continui allaga- re e di chi guarda sarebbe troppo compromessa durante una gara menti del sottopasso ma il Comune di Napoli non è intervenuto come cittadina».

28 sabato 26 giugno 2021

Napoli Cava dei Tirreni Via Medina, 19 Corso Umberto I, 272 081 365 2484 089 209 8876 351 224 0276 366 189 4031

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ammor_cucinaetradizione

Ammor - Cucina e Tradizione

Lunedì – Venerdì ore 20:00 – 24:00 Sabato e Domenica ore 12:30 16:00 - 18:30 – 24:00

PROFILI Luciano Spalletti

Un centrocampista con il destino da allenatore già scritto Dalla letteratura al calcio e la capacità di centrare gli obiettivi ancora un toscano per ADL prefissati. Col Napoli l calcio è il cuore del mondo, sempre di più per inseguire principi di- parte una nuova batte allo stesso modo ovun- versi. Più lontani dalla competitività, «I que e chi lo ama non gioca più vicini agli interessi economici. avventura per il mai in trasferta ma sempre in casa». In realtà sono semplicemente le parole Non si tratta di un pensiero di un fi- di un uomo per il quale il calcio ha tecnico toscano, losofo dell’antichità, nemmeno di una sempre rappresentato una compo- appassionato del citazione lettera- nente fondamen- ria famosa. Po- Analogie tra vino tale della sua vita, buon vino e di un trebbe sembrar- e calcio secondo Luciano un ambito in cui calcio offensivo, lo, vista la sua Entrambe le attività mi ha saputo dimo- esattezza, il suo permettono di lavorare strare sin da subi- verticale e concreto profondo signifi- all’aria aperta, di creare to le proprie com- cato, l’emozione strategie, contenuti e cer- petenze in mate- Servizio che suscita. Poco care soluzioni. Poi ovvia- ria, una passione di Lorenzo Gaudiano più di una ventina mente ci sono i risultati: che a distanza di “sia vincere una partita im- di parole da cui, anni continua a ri- guardandole e portante che aver pro- manere viva no- poli, colui che il presidente De Lau- riascoltandole di dotto un ottimo vino mi dà nostante le nume- rentiis ha scelto per intraprendere un continuo, si fini- grandissima soddisfazione rose esperienze, i nuovo cammino con tappa principa- sce per cogliere una molteplicità di va- successi e le soddisfazioni ottenute dal le, nella prima stagione un piazza- lori celati, ricavare persino l’essenza conseguimento dei vari obiettivi pre- mento in zona Champions. Per altre genuina di uno sport che col passare fissati. È di Luciano Spalletti che si tappe naturalmente si vedrà strada fa- degli anni pare si stia smarrendo parla, il prossimo allenatore del Na- cendo.

sabato 26 giugno 2021 31 Mi manda Boccaccio Dalle scarpette Marco Roccati, La storia di Luciano parte dalla To- ex portiere alla panchina scana, per essere più precisi da Cer- Dal punto di vista umano taldo, la città di Giovanni Boccaccio, è una persona perbene. l’autore del famoso Decamerone. Dal- Durante gli allenamenti è le parole riportate in precedenza si esigente, lavora molto con vede che è probabilmente la città la palla. Ti affronta subito stessa ad ispirare una simile profon- quando c’è qualcosa che dità di pensiero ed espressione. Un “non va luogo davvero incantevole se si con- siderano gli splendidi e suggestivi vi- cide di slacciare definitivamente gli 1 gneti, uliveti e la bellezza di una na- scarpini. Per lui però non è finita col tura che con forza mostra il suo am- mondo del calcio, c’è ancora qualco- maliante ed incontrastabile predo- sa che il giovane di Certaldo può dare minio. Un immenso patrimonio a cui alla sua più grande passione e che na- sessantadue anni fa si è aggiunta turalmente troverà tra i taccuini, le la- un’altra che a distanza di vagne e i pennarelli per disegnare gli qualche tempo avrebbe fatto parlare schemi tattici. di sé in Italia e nel mondo, contri- buendo al prestigio di un posto già noto grazie alle pagine della lettera- Empoli fine ed inizio 2 tura italiana. Empoli non è solo la fine di una vita, ma l’inizio di una nuova. Luciano parte dalle giovanili, una palestra Dagli scarpini ma anche una grande responsa- ai taccuini bilità considerando la gran- Spalletti con le scarpet- de attenzione che il club to- te ai piedi era un cen- scano ha per il settore gio- 3 trocampista. In car- vanile. La prima squadra riera non è andato è in difficoltà in C1, la oltre la C1, ma retrocessione è dav- in campo già si vero ad un pas- percepi- so ma a sei va che giornate il suo dalla fine futuro sarebbe stato in Spalletti viene promosso per panchina per le sue capaci- provare a dare una scossa. La tà di motivazione e la sua di- salvezza arriva miracolosa- 4 sciplina tattica. Gli manca- mente grazie ai play-out, me- va il talento, quella dote che glio di così non si poteva dav-

Foto 1 – luciano Spalletti in veste di invece dimostra di avere a vero fare. La stagione succes- centrocampista ai tempi del- bordo campo con il saper leg- siva torna nuovamente con le l’empoli gere bene le partite, preve- giovanili prima di approdare in Foto 2 – dal campo alla panchina, sa- luta Malesani al termine di dere le mosse degli allenato- prima squadra con cui vince la una partita ri avversari, motivare al me- di C e centra la pro- Foto 3 – la Supercoppa conquistata glio i propri calciatori verso la mozione in B. Poi subito il sal- con la roma nel 2007 Foto 4 – Con Insigne un’immagine pro- conquista della vittoria finale. to in massima serie e la con- fetica del suo futuro azzurro Giovanili della Fiorentina, poi Entella, quista della salvezza a certificare il suo Spezia ed Empoli dove a 34 anni de- valore aggiunto in panchina, la sua co-

32 sabato 26 giugno 2021 noscenza del calcio, la sua capacità di gersene è la Roma, con cui in quattro portare sempre a casa l’obiettivo. anni arrivano i primi trofei tra Cop- Il calcio e poi… pa Italia e Supercoppa. Dopo cinque “La Rimessa” anni in Russia allo Zenit, dove arrivano Mettersi in discussione due Scudetti, una Coppa nazionale e L’ascesa però è piena di ostacoli. Ne- una Supercoppa, Spalletti torna ancora gli anni successivi Luciano comincia alla guida dei giallorossi, con cui cen- ad incontrare diverse difficoltà. Bre- tra un terzo ed un secondo posto dopo vi esperienze con Sampdoria e Vene- record di punti e una lite infinita con zia che pesano sul suo percorso di cre- capitan Totti, stigmate negativa sul scita e che di fatto costituiscono una curriculum più umano che professio- pesante battuta d’arresto dopo i ri- nale dello stesso Luciano. È all’Inter 5 sultati positivi del passato. Poi arriva che il suo cammino momentanea- l’Udinese con cui la conquista della sal- mente si è concluso, con due piazza- vezza non basta per ottenere la ri- menti Champions che mancavano da conferma. Non gira più bene a quan- tanti anni e uno stop sabbatico che co- noscerà la parola fine a partire dal pri- , mo luglio. ex attaccante Luciano e De Laurentiis sono due caratteri forti, Un uomo schietto per Napoli 6 ma con un bene in co- Guardando le conferenze stampa pas- mune: il Napoli. Spalletti sate, le sue dichiarazioni e le opinio- pratica un calcio offensivo ni dei calciatori da lui allenati si com- che fatto bene natural- prende come Spalletti sia un perso- “mente dà beneficio anche naggio con un carattere particolare. all’organizzazione difen- Sempre schietto, sincero in positivo ed siva in negativo, Luciano legge tutto, ri- corda tutto, contesta quando c’è da to pare, il suo successo sembra ormai contestare, ammette quando c’è da am- sulla via del tramonto. L’unico modo mettere qualche errore. Le sue reazioni 7 per provare ad uscirne è rimettersi in suscitano sempre meraviglia, a volte discussione. Arriva la proposta del- fanno anche ridere, possono persino l’Ancona in B e Spalletti accetta sen- non piacere perché sono autentiche, za se e senza ma. È salvezza a fine sta- genuine. Il Napoli oggi in panchina ha gione. Luciano ritorna sereno e spe- bisogno di un uomo simile dopo mesi ranzoso, anche perché il meglio deve di silenzio e una gestione comunica- ancora venire. tiva non all’altezza di un club che am- bisce a posizioni importanti in classi- fica ed in Europa. E l’augurio è che la Dalla Champions squadra azzurra possa ritornare ad es- 8 alla Champions sere bella da vedere come “La Ri- Di nuovo l’Udinese, per riprendere da messa”, l’affascinante tenuta a Mon- Foto 5 e 6 – Il tecnico toscano in due dove aveva interrotto. Due anni con- taione dove in questo periodo lonta- personalissimi atteggia- secutivi centra un piazzamento in no dal calcio Spalletti si è rifugiato. In menti Foto 7 – Uno Spalletti comodo Coppa Uefa, al terzo arriva la quali- campagna, con il suo ottimo vino, le parla della sua tenuta a ficazione alla Champions e la Panchi- magliette dei calciatori più stimati e Montaione na d’Oro. La stella di Luciano final- quel calcio offensivo e verticale di cui Foto 8 – la tenuta “la rimessa” mente comincia a brillare e ad accor- il Napoli avrebbe davvero bisogno.

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TESTIMONE DEL TEMPO

di Mimmo Carratelli

Sei allenatori toscani sulla panchina azzurra Il primo è stato Marcello Lippi. Poi il sanguigno . Appena di passaggio . Il ciclone Mazzarri e la Grande Bellezza di . Ora è in arrivo Luciano Spalletti

oscani di terra e di mare Iroso, redarguito, ammonito ed espul- Fu a portare Lippi a sulle panchine del calcio ita- so in continuazione. Narcisista spu- Napoli. Scelta eccellente. Lippi, to- T lico, i “maledetti toscani”. dorato e fedele solo a tre cose: Cop- scano di Viareggio, conquistò un Una schiera. Svelti di lingua, la lin- pi, il Livorno e la politica. sesto posto e riportò il Napoli in Cop- gua di Dante, e sfaccimmeria tosca- Quando si presentava per la prima pa Uefa. na che Renzo Ulivieri, pisano di San volta in uno spogliatoio diceva: «Qui Da giocatore, elegante battitore li- Miniato, definisce “merdite” con ele- comandiamo in tre: io, Ulivieri e il fi- bero, Lippi era stato il bello della ganza pendente: «Noi toscani abbia- glio della Gina». La Gina era sua Sampdoria. Gli si imbiancarono an- mo qualcosa in più, la merdite, ap- mamma. Diceva: «Palla a terra e te- zitempo i capelli e il suo fascino au- punto». sta alta, il calcio deve respirare». Pre- mentò. Da allenatore, Napoli lo creò. Sei allenatori toscani sulla panchina cisò: «Meno pressing, maggiore cura La Juve lo rapì (1994). L'Avvocato del Napoli: Marcello Lippi, Ulivieri, del palleggio, più ricerca della ma- Agnelli l'accolse così: «Lippi è il mi- Franco Colomba, , novra». glior prodotto di Viareggio dopo Ste- Maurizio Sarri, Luciano Spalletti. Ulivieri ha allenato per cinquan- fania Sandrelli». Ulivieri venne ad allenare il Napoli t'anni, dal 1965 al 2015. Smise gui- Lasciò la Juve e naufragò due anni in nel 1998. Aveva 57 anni, dando la Scalese, squadra femmini- nell'Inter. Disse “merda” nelle occa- oggi ne ha 80. Fallì la . le di San Miniato. Prima di allenare sioni ostili e, dopo una sconfitta, di- Nono posto con 25 punti persi in casa il Napoli era stato in tredici club di- chiarò: «Mi vergogno di questa squa- (8 pareggi, 3 sconfitte). Espulso a più versi. Dopo, allenò ancora altre sei dra. Fossi il presidente dell'Inter riprese. Si dimise dopo quattro pa- squadre. caccerei l'allenatore, poi prenderei a reggi consecutivi nel finale, Il tecnico è stato il secondo dei sei to- calci i giocatori». Fu cacciato, con- lontana, sostituito da Montefusco nel- scani sulla panchina del Napoli. fortato da uno stipendio di quattro le ultime tre giornate. L'aveva preceduto, nel 1993, Marcello miliardi, il suo straordinario sussidio Poiché aveva un pessimo carattere fu Lippi che, prima di arrivare nel gol- di disoccupazione pagatogli dalla per tutti Renzaccio, un pezzo d’uomo fo azzurro a 45 anni, aveva fatto due società nerazzurra. e un umore irascibile. Si nutriva di anni in A col Cesena e un anno con Tornò alla Juve per altri tre anni. sarde fritte, fagioli col tonno, pane col l'Atalanta, per il resto era stato alla Scacciò la malinconia e i rancori e rigatino e spaghetti con la bottarga. guida di squadre in . promise: «Tornerò antipatico a tut-

sabato 26 giugno 2021 35 ti». La Juve ricominciò a correre e Marcello Lippi a fumare il sigaro con soddisfazione. Esaurite le glorie ju- ventine, il viareggino dagli occhi azzurri concluse in Cina il suo ricco mestiere di allenatore, tre anni al Guangzhou per 12 milioni di euro l'anno. In Cina arrivò da campione del mondo. La vittoria del 2006 della Na- zionale italiana in Germania è scol- pita nel suo curriculum. Napoli era ormai un ricordo lontano. Nella confusa stagione 2002-03, tra- montata l'epoca di Ferlaino e allon- tanatosi Corbelli, l'imprenditore al- berghiero Salvatore Naldi prese il Na- poli in Serie B. Gli azzurri si salva- rono dalla retrocessione in Serie C per un punto. Nel valzer sulla panchina, arrivò Franco Colomba di Grosseto, per- sona mite. Era stato un giocatore de- lizioso nel , il mestiere di al- lenatore non sembrava il più adatto alla sua persona gentile e paziente. Colomba guidò il Napoli per 15 par- tite (2 vittorie, 6 pareggi, 7 sconfit- te). Gli subentrò per dieci partite. Tornò Colomba per le ultime 13 giornate (5 vittorie, 5 pa- reggi, 3 sconfitte). Un'apparizione passeggera quella dell'allenatore grossetano. Dei tecnici toscani, Colomba è stato il meno san- guigno e agitato, anzi per niente san- guigno e agitato, ma pacato e un po' rassegnato al mestiere che non gli cambiò mai il carattere di uomo per- bene, disponibile, garbato. Walter Mazzarri di San Vincenzo, provincia di Livorno, era stato il vice di Ulivieri nel Napoli 1998-99. Tor- nò a Napoli da allenatore nel 2009 su- bentrando dopo sette partite a Ro- berto Donadoni. Per due campiona- ti aveva allenato la Sampdoria. Eroe a Reggio Calabria quando conquistò la salvezza con la Reggina appesan- tita da 15 punti di penalizzazione.

36 sabato 26 giugno 2021 Mazzarri rimase sulla panchina az- zurra per quattro anni conquistando due volte la partecipazione alla Champions League e due volte quel- la all'Europa League. In Champions arrivò agli ottavi di finale, eliminato dal Chelsea ai tempi supplementari nella partita di ritorno a Londra. Gio- cava un solido 3-5-2. Vinse la Cop- pa Italia 2012: il Napoli batté in finale la Juventus 2-0 a Roma. Ebbe in squa- dra Lavezzi, Hamsik, Quagliarella, Cavani, Pandev. Un toscano introverso, Mazzarri. Perfezionista, attento, preciso, pi- gnolo. Un martello per i giocatori. «Sono un riflessivo esasperato, un ri- muginatore» ammise. Nei momenti romantici raccontava: «Faccio un mestiere bellissimo. Ho cominciato a pensarci a 28 anni quando ancora gio- cavo». Nelle giovanili della Fioren- tina, mezz'ala, doveva essere il nuo- vo Antognoni. Non lo fu. Fumatore imperterrito, agitatore massimo a bordo campo gettando via la giacca e rimanendo in camicia as- solutamente bianca. «Lo so, sto sul- le scatole a molti, nel nostro ambiente c'è molta gelosia». Aveva fatto una buona gavetta. «Ho cominciato ad Acireale dove, prima di me, avevano cacciato undici allenatori in tre anni». Nei momenti di relax diceva: «Godo come un riccio quando vedo realiz- zarsi sul campo quello per cui ho la- vorato in settimana». Aveva una fo- resta di capelli in testa. Un giorno, Walter Mazzarri si spinse oltre: «Se si confrontano le rose delle squadre che abbiamo avuto, io meglio di Mourinho». «Sono pronto per una grande squadra» disse e piantò il Na- poli per l'Inter. A Milano, fece un quinto posto e l'anno dopo venne eso- nerato. Discendendo dalle colline toscane, preceduto, avvolto e seguito da una nuvola di fumo senza filtro, nel-

sabato 26 giugno 2021 37 l'estate del 2015, scappato Benitez al ro, se vogliamo. I soldi del calcio in- Real , arrivò a Napoli Mau- vestiti nella terra delle colline toscane. rizio Sarri con una lunga gavetta in Allenatore appassionato e stizzoso, squadre minori e gli ultimi tre anni anche esonerato e subentrante, color all'Empoli a miracol del suo gioco terracotta e calvo, preciso un bonzo. mostrare. Il migliore e il peggiore, secondo le Proprio contro il Napoli di Benitez, circostanze. La maggior gloria e l'Empoli di Sarri aveva impressionato primo miglior premio, tre milioni e stravinto. De Laurentiis volle scom- l'anno, è la permanenza di Spalletti mettere sul tecnico portandolo in Se- sulla panchina della Roma dal 2005 rie A alla rispettabile età di 56 anni. per quattro anni conquistando tre se- Era nato a Bagnoli, Maurizio Sarri, condi posti, poi un sesto posto e l'eso- figlio di un gruista toscano che la- nero. vorava all'Italsider. Diventò toscano L'esilio dorato a San Pietroburgo in- per carattere e residenza. nalzò Spalletti a zar dello Zenit vin- Fumava più sigarette di Mazzarri cendo due volte il campionato russo. (una sigaretta ogni 12 minuti) ed era Esonerato all'inizio del quarto anno, più martello nella ripetitività osses- Spalletti fece ritorno a Roma, ma non siva dei suoi schemi in allenamento, fu come la prima volta. Il dissidio con i giocatori azzurri sorvegliati e mo- Totti segnò quegli anni. In ogni nitorati dai droni, una novità a Na- caso Spalletti portò la Roma al ter- poli, che volteggiavano nel cielo e sui zo posto il primo anno, al secondo nel campi di Castelvolturno. In tre anni campionato successivo. creò un Napoli spettacolare, ma non L'Inter è stata la sua ultima espe- riuscì a vincere un solo trofeo. rienza. Due stagioni, due volte quar- Rimasero, nel golfo, la Grande Bel- to posto a 4,5 milioni l'anno. Esone- lezza azzurra, il record dei 91 pun- rato con due anni di contratto anco- ti, infine la resa in un albergo fio- ra, Spalletti si ritirò sulle sue colline rentino nella corsa verso lo scudet- empolesi pagato dall'Inter. to giungendo a un soffio dallo scip- Prima che De Laurentiis lo attraes- parlo alla Juventus. Maurizio Sarri fu se al Napoli, dissoltasi la meteora il Grande Deriso del bel gioco a zero Gattuso, Luciano Spalletti ha vissu- tituli. La convivenza con De Lau- to due anni felici a Montaione, nel- rentiis fu subito aspra e guerreggia- la Bassa Valdelsa fiorentina, il suo ri- ta. Lasciò il Napoli dopo 114 parti- fugio da contadino, la fattoria, il suo te di campionato (79 vittorie, 22 pa- olio, il suo vino, e cavalli, cinghiali, reggi, 13 sconfitte), ma fallì il cam- galline, anatre, due struzzi e un al- mino in Coppa Italia e in Europa. paca, specie di pecora sudamericana Quando passò alla Juve vinse il cam- che dà buon latte e magnifica lana to- pionato con , ma sandola una volta l'anno. disse: «Nessuno giocherà mai come Un gran Cincinnato, che si ritirò a il mio Napoli». Fu la goccia che fece coltivare i suoi quattro iugeri oltre il traboccare il suo esonero. Tevere, il toscano Luciano Spalletti Ed ecco il sesto allenatore toscano che ora lascia i campi e torna alle bat- sulla panchina del Napoli, Luciano taglie e alle ansie del pallone ed è Spalletti nato a Certaldo nella To- pronto a battere i pugni e la testa sul scana empolese, con agriturismo a tavolo delle conferenze stampa per- Fucecchio e la Società agricola Safe ché ha un bel caratterino cercando pa- produttrice di vini. Un ricco terrie- glia per cento cavalli.

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L’INCOGNITA Lorenzo Insigne

Un rinnovo bello e (im)possibile

Servizio di Francesco Modugno*

ieci decimi di Insigne. Come quel numero che Ha uno status acquisito. Titoli e galloni. Che pure – pa- D porta luccicante dietro la schiena. Icona e or- radossalmente – proprio a Napoli sono discussi. Qua- goglio. Simbolo del talento, bandiera del calcio si negati. La sua Napoli. Certi sussurri ancora si sen- di una Nazione. Il numero di quelli bravi. Che hanno fat- tono. Basta una partita sbagliata, ancor più poi se è quel- to la storia azzurra. Rivera, Antognoni, Baggio, Del Pie- la decisiva. Il capro espiatorio. Quello da additare. Un ro, Totti… E ora lui. Il meglio! Mai era accaduto pri- tiro a giro finito in curva ed ecco la litania. È la Napo- ma, tra Europei e Mondiale. Un dieci napoletano. Il die- li che da mamma si fa matrigna; che dai suoi figli pre- ci del Napoli. Il dieci che gli appartiene per colpi e ge- tende sempre di più; indifferente anche ai numeri, seb- nio. Ma che mai ha potuto avere. E onestamente nean- bene oggettivi. che ha mai reclamato. Qualche foto se l’è sì fatta da ra- 109 gol fin qui; tanti di inequivocabile bellezza e qua- gazzino. E l’ha legittimamente magari anche sognata. si un centinaio di assist. Lassù, in alto. Tra i primi di sem- La 10 qui è però un totem. È devozione e reliquia. È di pre in ogni classifica speciale, anche delle presenze; e con Diego per sempre. E Diego lui se l’è tatuato addosso. la possibilità di scalarle tutte. Di comandarle. Insigne E allora si tiene stretta questa. Azzurra comunque; con sta lì. Tra i bomber ha staccato Cavani e Sallustro. E quel nome, il suo, che è di fatto anche aggettivo di se stes- adesso è a sei reti da Maradona; davanti ci sono solo so. Dal vocabolario: «Dicesi insigne di persona che si di- Hamsik e Mertens. E anche per le presenze è appena giù stingue per singolari doti, pregi, meriti, qualità». In- dal podio; dietro Juliano, Bruscolotti e ancora Hamsik. somma, l’insigne Insigne. Il 10 spesso con lode e ac- Una storia importante. Eppure al bivio. Trent’anni com- clamazione generale. piuti e un altro solo anno di contratto. Nel momento mi- Insigne è ormai di tutti, è nazional-popolare; ha valicato gliore della carriera. Maturità e continuità accertata. Va- i confini, rappresenta il Paese, è indipendente dalla squa- lore riconosciuto. Apprezzamenti e titoloni. Dunque, dra di club. grandi, pure le ambizioni; di ogni tipo. Il momento del-

40 sabato 26 giugno 2021 le scelte; tipiche dell’età. Avrà opportunità e proposte, cio(mercato) ha altri tempi. E infatti ci pensa Vincen- nuovi stimoli da cercare, valutazioni da fare e decisio- zo Pisacane, il suo procuratore. E ci pensa – ovvio – an- ni da prendere. Col cuore che però batte qua, pulsa a Na- che il Napoli. Che di Insigne ne riconosce le virtù tec- poli. Casa sua. La squadra sua. niche e morali. Ma anche le aspirazioni economiche. Nella trattativa del rinnovo tutto sposterà. Tutto con- Il rischio è il tormentone. Una trattativa fatta e recita- ta. Tutto ne determinerà l’esito. E a trattare si è in due. ta, come da copione di ogni negoziazione. Ognuno farà Il calciatore e la società. L’appuntamento è a dopo gli la propria parte; rivendicando condizioni e trattamen- Europei, quando tutto sarà più chiaro. Scenari e ricchezza ti migliori, ostentando potere e alternative. Ma ten- del mercato; corteggiatori platonici e reali acquirenti. dendo sempre la mano. Un rinnovo bello e (im)possibile. Due i fronti. Insigne il campione all’ultimo grande contratto. Il Napoli la società solida e forte, ma comunque stressata nei conti e minata nelle strategie da una pandemia di sistema.

E soprattutto sa- ranno chiare le volontà, quelle ora solo percepibili. Date per scontato. Ragione e sentimento dunque, e non per for- za di cose opposte. Tutto sarà messo sul ta- Certezze e dubbi e due le opzioni. Offer- volo di un discorso da impostare; per ta indecente e spiazzante da una grande certi versi da cominciare. Gli approcci han- d’Europa o trattativa potenzialmente lunga no aperto varchi ora da percorrere. un anno; con lo spettro di arrivare a febbra- Insigne e il Napoli è il romanzo di una io con Insigne libero di firmare per chi vor- vita. Scoperto da Peppe Santoro. Ac- rà. Tanti i fattori. Il progetto, i legami e gli quistato per 1500 euro più un po’ di affetti, famiglia, denaro e immagine. E in più palloni e un paio di biglietti di tri- quella pressione addosso – ambientale e an- buna per assistere a un Napoli-Ju- cor più mediatica – da gestire in una cit- ventus. Un affare, non solo di cuo- tà che non sai mai dov’è che si schie- re. I primi veri calci al pallone e i rerà: qua o là, mischiando anima e guadagni. Speranze e attacca- portafogli, facendo proprie le sue mento. Dalle giovanili alla fascia da verità. capitano. Dal Viareggio alla Cham- Insigne è il capitano di fatto a sca- pions. Dal debutto in A a Livorno denza. E non è il primo negli ultimi con Mazzarri in panchina all’ul- anni. Come già in passato, quando il calcio tima esaltante stagione con Gat- era un altro e altre erano anche le regole e a tuso: diciannove gol e undici as- ogni rinnovo Totonno Juliano si impuntava trat- sist. Il miglior Insigne o quasi. tando allo spasimo. Di recente ci è passato Paolo Can- Perché super lo era stato anche navaro. Napoletano della Loggetta partito una notte in con Sarri. E così con Benitez, treno verso Sassuolo. Non andò benissimo. E anche per si era guadagnato i mondiali. Hamsik fu un tiramolla di quattrini e volontà miste. Lau- Ora ha la stima di Mancini. te offerte, false ritirate, rilanci e tweet per bloccare (pri- Totale. E un obiettivo in te- ma) e poi liberarlo per il Dalian. Quel Marek Hamsik sta che tiene per ora ap- era l’uomo di tutti i record. Quelli che Insigne può però parentemente lontano battere. Ma ad una sola condizione: che rinnovi. quella scadenza che pure Una firma per la vita. D(i)ecideranno il Napoli e Insi- tornerà a breve nei suoi pensieri: 30 giugno 2022. E la gne. Spalletti osserva interessato. Di 10 ne capisce. data è più vicina di quel che sembra; il calendario del cal- *giornalista Sky Sport

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TRACCE D’AZZURRO Giuseppe Bruscolotti Bandiera e cuore azzurro

L’ex capitano partenopeo analizza come è cambiato il ruolo del difensore rispetto al passato. Dalla mancanza di preparazione all’estremizzazione della costruzione dal basso fino alla volontà di pensare più alla manovra della squadra che all’obiettivo di difendere la propria porta dagli attacchi degli avversari Intervista di Marco Boscia

Napoli i tifosi mi hanno ribattezzato “Pal ‘e fierro”. Perché ero un difensore duro che non «A tirava mai indietro la gamba. Affrontavo gli avversari senza paura. Loro volavano per aria mentre io rimanevo sempre in piedi. Fermo, dritto. Proprio come un palo di ferro». Basterebbero queste parole per capire che calciatore sia stato Giuseppe Bruscolotti. Ma sarebbe riduttivo. L’ex difensore è stato un pezzo di storia del Napoli. Sedici sta- gioni da protagonista. Attore principale della retro- guardia azzurra dal 1972 al 1988: dal Napoli di Chiap- pella, passando per quello di Vinicio, Di Marzio, Ram- bone, Marchesi fino a quello del primo scudetto di Bian- chi. Nel suo personale palmares, oltre allo storico tri- colore, due Coppe Italia ed una Coppa di Lega italo-in-

sabato 26 giugno 2021 43 Il favoloso napoli di vinicio della stagione 1974-75. In piedi da sinistra: l’allenatore luis vinicio, Zurlini, orlandini, bruscolotti, braglia e Carmignani. Accosciati da sinistra: vavassori, Canè, esposito, Clerici, Pogliana e capitan Juliano glese, vinta nel 1976 anche grazie ad un suo gol nella sono stati doppiamente gioiosi perché ho giocato con i più gran- sfida di ritorno contro il Southampton. Con 511 presenze di campioni al mondo dell’epoca. Non solo Diego, al quale ha detenuto per trent’anni il record assoluto di presenze mi legava un profondo rapporto di stima ed amicizia. Per me in maglia azzurra, superato nel 2018 da Hamsik, ma tut- è stato come un fratello e, dopo essere diventato la bandiera tora continua a vantare il primato di presenze in Cop- del Napoli, il rappresentante della città, quando gli cedetti la pa Italia (96). fascia di capitano gli chiesi di vincere. Ha mantenuto la pro- E la maglia azzurra Bruscolotti se messa e siamo arrivati sul tetto d’Italia». l’è guadagnata con sudore e fatica Quanto è cambiato il ruolo del di- dopo gli inizi con quella del Sor- fensore rispetto agli anni ’70 e rento… ’80? «In realtà il mio percorso calcistico era «Oggi si pensa molto di più a costruire. cominciato anche prima con la Pollese. Alla partecipazione, alla manovra. Ci si Quasi ventenne arrivai in Serie C1 al Sor- dimentica dell’importanza del marcato- rento. Furono due anni indimenticabili. re puro che ha il compito di difendere in- Al primo centrammo la promozione in B. nanzitutto la propria porta. Prima si Al secondo non riuscimmo a salvarci ma marcava a uomo, oggi a zona. Ognuno fu il trampolino di lancio della mia car- sapeva dove posizionarsi e quale gioca- riera che mi permise di arrivare a vesti- tore marcare. Anche sui calci piazzati, non re l’azzurro. Prima si maturava nelle se- c’erano tutti gli assembramenti di 16/18 rie inferiori fino ad arrivare a giocare in giocatori in area di rigore che si vedono Serie A. Oggi è tutto cambiato e spesso si oggi. Si lasciavano in avanti quasi sem- bruciano le tappe troppo in fretta». pre gli attaccanti ed il trequartista in Qual è il suo ricordo più bello in az- modo tale da non farsi trovare imprepa- zurro? rati in caso si presentassero opportunità «Sono tutti ricordi stupendi: lo scudetto, le coppe, il tifo, di avviare il contropiede». la fascia di capitano indossata per ben 5 stagioni. È chiaro Oramai invece va di moda la cosiddetta costruzio- poi che quando raggiungi dei traguardi e cominci a vincere ne dal basso… sono cose che rimangono nella storia. Quei traguardi per me «Sinceramente stento a capirla. Si rischia troppo. Anche

44 sabato 26 giugno 2021 quando una squadra passa in vantaggio si continua a gio- care in quel modo. Invece bisognerebbe saper leggere ed am- ministrare la partita. Ci si dimentica troppe volte che il cal- cio è uno sport semplice e lo si vuole rendere complicato. È un gioco di squadra e i calciatori non sono birilli. Per me ognu- no dovrebbe essere lasciato libero di esprimere le proprie po- tenzialità senza essere obbligato a determinati compiti. Già questo ridimensiona il valore del singolo». Potrebbe essere uno dei motivi per i quali oggi in Italia abbiamo pochi difensori di qualità rispetto a prima? «Certo. Perché non c’è più la preparazione. Non viene cu- rata. I difensori oramai pensano più alla fase offensiva che a quella difensiva e spesso vanno in difficoltà. Per capire il concetto basta vedere proprio i due gol incassati dal Napoli contro Cagliari e Verona che sono risultati determinanti per il mancato raggiungimento della Champions. Due gol iden- tici presi per mancanza di concentrazione e con una difesa mal Come mai Koulibaly e Manolas insieme non hanno posizionata». trovato il giusto rendimento in questi due anni? Eppure il Napoli ha chiuso il campionato con la ter- «Sarò categorico. Se si è forti il rendimento c’è. Se non za miglior difesa dopo quella di Inter e Juventus as- c’è vuol dire che non si è forti. Sono sicuramente due ottimi sieme al … difensori ma non si può essere forti solo a parole. Bisogna di- «Non significa nulla. Qualcosa non ha funzionato. So- mostrarlo sul campo e bisogna farlo sempre». prattutto quando gli azzurri si sono trovati in vantaggio. Come cambierà la difesa azzurra con Spalletti e dove Troppe volte si sono fatti rimontare. Il Napoli negli ultimi in particolare secondo lei bisognerebbe interveni- anni non è riuscito a porre rimedio ad una mancanza di or- re? ganizzazione e anche di concentrazione. Si è visto anche con- «Lasciamo fare a chi di dovere il proprio mestiere. Sicu- tro il Verona. Se vai in vantaggio quell’uno a zero devi di- ramente società e tecnico metteranno in atto delle strategie spe- fenderlo con le unghie e con i denti, ma il Napoli si è abbas- cifiche atte a completare al meglio la rosa per il prossimo cam- sato di 10 metri aumentando i rischi e le possibilità di far gio- pionato. Certamente, e non scopro io l’acqua calda, bisogne- care la squadra avversaria. Ed è chiaro che se resti rintana- rà intervenire prima di tutto sulle fasce». to nella tua area di rigore basta un episodio ed il gol prima È giunta l’ora di dare piena fiducia a Meret? o poi lo prendi». «Sicuramente sì. Ospina andrà via e Meret è già stato pro- mosso nel finale di campionato. Credo che il posto sarà suo e che saprà sicuramente difenderlo. È stato un investimento im- portante e bisogna credere in questo ragazzo che è riuscito a guadagnarsi anche un posto in Nazionale agli Europei». Ed insieme a lui anche Di Lorenzo ed Insigne… «Lo hanno ampiamente meritato. Mi aspetto un grande Europeo dal capitano partenopeo che a 30 anni ha oramai raggiunto la piena maturità. Mi è dispiaciuto non vedere an- che Politano fra i convocati. È una scelta che non ho condi- viso, anche perché ha disputato una grande stagione». C’è un difensore in particolare che si sentirebbe di consigliare al Napoli ad occhi chiusi? «No. Oggi lo prenderei con tutti e due gli occhi sbarrati, perché bisogna valutare veramente per bene tante cose visto che per il mio modo di pensare al difensore, come detto, è un ruolo che si è praticamente smarrito».

sabato 26 giugno 2021 45 IL RITIRO IN ABRUZZO A Castel di Sangro con la rosa al completo

Dopo la positiva esperienza della scorsa estate anche quest’anno il centro abruzzese ospiterà il Napoli per la seconda parte del ritiro precampionato e per la prima volta con Luciano Spalletti seduto sulla panchina azzurra Servizio di Bruno Marchionibus opo che la scorsa estate il paesino abruzzese fu, dal tenopea nel paese in provincia de L’Aquila. 24 agosto al 4 settembre, l’unica sede della pre- Castel di Sangro è un centro tranquillo con 6600 abitan- D parazione del Napoli alla stagione calcistica, an- ti e un buon movimento di turisti nel corso dell’anno data che quest’anno Castel di Sangro tornerà ad ospitare gli az- la vicinanza dei principali impianti sciistici della regione zurri nella fase di precampionato, pur se insieme alla or- di Roccaraso, Rivisondoli e Pescocostanzo che ne hanno mai “storica” sede di Dimaro in Trentino. fatto nel tempo un punto di riferimento per gli appassio- Un anno fa, difatti, la situazione Covid non permise alla nati degli sport invernali ed offre contemporaneamente da squadra allenata da Gattuso di poter effettuare il solito ri- tempo una valida accoglienza estiva. tiro di almeno due settimane né tanto meno di allontanarsi La locale squadra di calcio ha inoltre un importante pas- più di tanto da Napoli. Il presidente De Laurentiis, a quel sato in Serie B nella seconda metà degli anni ’90 per un cen- punto, operò una scelta oculata portando la compagine par- tro di queste ridotte proporzioni.

Scatti dal ritiro del 2020

46 sabato 26 giugno 2021 La cittadina si è mostrata subito pronta ad accogliere il Na- ne rispetto alla capienza totale. Immaginiamo che, essen- poli e i suoi tifosi, nonostante le difficoltà date dalle varie do a ridosso del campionato, le amichevoli qui giocate sa- misure in vigore per la pandemia in atto, e ha offerto alla ranno contro squadre di livello. Aspettiamo quindi con gran- società azzurra strutture ottimali per le proprie esigenze, de entusiasmo questo momento». come lo stadio “Patini”, dove Insigne e compagni anche que- Per il Napoli e per il suo nuovo allenatore Spalletti, dun- st’anno svolgeranno i loro allenamenti. que, la permanenza a Castel di Sangro, che tra l’altro of- La buona impressione avuta da ADL durante una visita del- fre ai turisti la possibilità di visitare numerose chiese ed edi- lo scorso anno soprattutto delle strutture sportive da uti- fici di valenza storica ed una buona gastronomia locale, sarà lizzare e la buona relazione instaurata con l’amministra- un’ottima occasione per poter riabbracciare i propri tifo- zione locale ha spinto la società napoletana a concludere si che, seppur in modo contingentato, potranno come det- con la Regione Abruzzo un accordo che porterà il Napo- to con ogni probabilità assistere agli allenamenti muniti del li in provincia de L’Aquila almeno fino al 2025, con i cam- Green Pass. pani che quindi si divideranno tra Dimaro e, appunto, Ca- Un rapporto, quello tra il Napoli Calcio e l’Abruzzo, che stel di Sangro. Nello specifico, mister Spalletti avrà modo seppur giovane ha mostrato tutte le premesse per poter du- di fare conoscenza sul campo coi suoi nuovi giocatori dal rare a lungo, come certificato già lo scorso anno dalle pa- 15 al 25 luglio in Trentino e, dopo alcuni giorni in cui pro- role del Presidente della Regione Marco Marsilio, durante babilmente si disputerà qualche amichevole internazionale, la conferenza stampa di presentazione del ritiro 2020: «Oggi dal 5 al 15 agosto in Abruzzo. E se nella prima fase della l’Abruzzo può ambire al top della qualità e ospitare una del- preparazione saranno tanti i big assenti sul campo di Car- le squadre più importanti. 80 milioni di tifosi censiti nel mon- ciato, considerando il numero di giocatori azzurri convo- do che aprono una finestra alla crescita e alla promozio- cati per gli Europei, sarà proprio il paesino abruzzese a ve- ne del nostro territorio. L’Abruzzo sta vivendo una stagione der scendere in campo la rosa partenopea al completo. Il turistica eccezionale. Tutti stanno scoprendo le virtù di que- “Patini”, inoltre, ospiterà alcune gare amichevoli tra il Na- sto territorio. Ho raccolto subito la richiesta di De Laurentiis. poli e squadre di buon livello della zona, essendo quelli in Per questo devo ringraziare tutta la giunta e il consiglio Abruzzo i giorni conclusivi della preparazione in vista del- regionale. C’è stata adesione da parte di tutti. Non abbia- l’inizio del campionato previsto il 22 agosto. mo dovuto combattere per convincere qualcuno. Siamo qui Un “Patini” che, come si è augurato il sindaco Angelo Ca- per rappresentare l’Abruzzo migliore, accogliente, dove si ruso in alcune sue recenti dichiarazioni rilasciate ad una mangia bene e si può vivere 365 giorni all’anno tra mon- radio napoletana, potrà consentire l’ingresso ad almeno i tagna, collina e mare». due terzi del pubblico rispetto alla capienza totale di 7200 Castel di Sangro dunque potrebbe diventare un feudo az- posti a sedere, pur ovviamente nel pieno rispetto di tutte zurro in terra abruzzese, ma anche campo base fondamentale le normative previste dal Governo e dalla Regione per per preparare al meglio un avvio di stagione che per la squa- l’emergenza Covid: «Gli azzurri saranno prima a Dima- dra di Spalletti dovrà avere il sapore di una ripresa di un ro, poi in giro per l’Europa per qualche amichevole inter- cammino. Dopo la beffarda conclusione del campionato in nazionale, e infine da noi per completare la loro prepara- archivio, con la qualificazione Champions sfumata sul tra- zione estiva. Stiamo lavorando alla presentazione ufficia- guardo, il Napoli dovrà cercare di partire forte per cancellare le della squadra che avverrà all’aperto. Spero che lo stadio subito dalla mente dei propri tifosi il pareggio con il Ve- possa essere aperto ai tifosi, tutto dipenderà dalla situazione rona. E le basi per una partenza sprint andranno messe pro- come evolverà. Magari si potranno ospitare 5mila perso- prio in Abruzzo.

sabato 26 giugno 2021 47 DIALOGO RAGIONATO SUL CALCIO Eugenio Albarella

Studio e aggiornamento oltre al concetto di team Il professore spiega la diversa concezione della cultura calcistica nel mondo, la trasformazione di questo sport dagli anni novanta ad oggi nel ritmo, nelle occasioni create e negli scontri fisici e l’evoluzione del ruolo del preparatore atletico non più consulente dell’allenatore ma specialista in uno staff scientifico più articolato

Intervista di Lorenzo Gaudiano è molta disinformazione quando si commentano boratori. L’attenzione naturalmente viene catturata dal in televisione, su un giornale oppure in vari mo- risultato finale che orienta le riflessioni e condiziona C’ menti della vita quotidiana le prestazioni in una i giudizi sul rendimento dei vari giocatori e sull’ope- partita delle squadre di calcio. Si analizzano le statistiche, rato dello staff, nonostante alle spalle di tutto ci sia co- si commentano dati, si fanno considerazioni che spes- munque una programmazione che sin dal periodo pre- so non tengono presente il quadro d’insieme che è alla paratorio di inizio stagione viene elaborata tenendo in base del lavoro di un allenatore e di tutti i suoi colla- considerazione una serie di componenti che necessa- riamente devono coesistere, intrecciarsi alla perfezione affinché i risultati sperati possano al termine del cam- pionato essere messi in cassaforte. Si tratta di aspetti fi- sici, tecnici, tattici, caratteriali e persino ambientali di cui spesso non si parla perché non interessano, quando in- vece costituirebbero gli elementi per spiegare gli esiti di una partita, le situazioni che spesso le squadre si trovano a vivere. Rispetto al passato oggi il calcio è più intenso, sottopo- ne gli atleti ad un numero esorbitante di partite che di anno in anno finiscono per aumentare sempre di più e richiedono continui aggiornamenti da parte degli staff tecnici per adeguarsi ai tempi che cambiano ed appren- dere nuove metodologie di lavoro che mettano in con- dizione i calciatori di sostenere una simile intensità ago- nistica. Non è facile avventurarsi in simili discorsi, soprattutto a causa delle tante banalizzazioni e dei luoghi comuni sempre più diffusi. Ed è per questo che un dialogo con un preparatore atletico come il prof. Eugenio Albarel- la può aiutare ad entrare in un argomento in realtà scien- tifico, molto complesso, ma al tempo stesso molto inte- ressante ed importante soprattutto per accrescere la pro- pria cultura sportiva. Del resto le sue esperienze in va- rie squadre di club fino ad arrivare all’avventura in Giap- pone con la Nazionale nipponica guidata da Alberto Zac- cheroni costituiscono un bagaglio importante, di gran- de prestigio e validissimo che, oltre a certificare il suo valore professionale, favorisce una discussione a 360 gra- di sulla diversa concezione culturale del calcio nel mondo e sulla sua netta trasformazione rispetto al pas- sato. In carriera tanti anni vissuti all’estero. Che esperienza è stata? «Sicuramente formativa. Non nascondo che il periodo in Giappone ha rappresentato una vera e propria esperienza di vita che porterò preziosamente nel mio cuore, perché ho vis- suto una cultura sociale completamente diversa, sicuramente più collettiva rispetto alla nostra che è più individualistica. Par- lando di calcio ad esempio, dove il noi è fondamentale per la creazione del team, ho riscontrato una grande disponibilità verso il lavoro, la novità e l’applicazione che alla fine han- no dato anche dei grossi riscontri». Tante avventure in carriera come preparatore, di cui buona parte negli staff di Zaccheroni. Com’è stato lavorare con un professionista come lui? «Mi lega ad Alberto un rapporto, oltre che professionale, soprattutto affettivo perché stiamo parlando di un grande pro- fessionista e di una persona perbene. Quando si ha a che fare

sabato 26 giugno 2021 49 con rarità del genere nel mondo del lavoro, in particolar modo Torniamo un po’ indietro nel tempo. Quando ha ca- nel calcio, bisogna fare il possibile per tenersele strette, al di pito che la professione di preparatore atletico sarebbe là di quelli che possono essere i pro e contro in una scelta. Pos- stata la sua strada? so solo ringraziarlo per questi anni di collaborazione che mi «Prima del calcio praticavo canottaggio. Studiando al- hanno consentito di vivere esperienze ad alto livello». l’università il mio amore per lo sport è cresciuto sempre di più, C’è un contesto in cui è stato più semplice ed age- così come la curiosità. Il mio primo maestro, il dott. Giusep- vole lavorare? pe La Mura (il dott./tecnico che ha scoperto i fratelli Abba- «Più che semplice, forse esiste quello più in linea con la pro- gnale ndr), appunto diceva che non avevo ancora superato l’età pria indole, il proprio modo di concepire la cultura del lavo- del perché e questa forma mentis l’ho trasferita anche nello stu- ro. I quattro anni di esperienza in Giappone sono stati im- dio. Visto che mi era stata assegnata una tesi di laurea ri- portanti non soltanto per gli obiettivi conseguiti, ma anche per guardante la preparazione atletica nel calcio, mi sono dovu- il continuo feedback che si riscontrava dalla grande disponi- to confrontare con una letteratura molto scarna in quel periodo, bilità, il profondo senso del lavoro e la cultura civica del po- parliamo di metà anni 80». sto, elementi che negli ultimi tempi in Italia facevo fatica a per- Quindi non è stato per nulla facile… cepire soprattutto in club di alta qualificazione». «Infatti l’unica opportunità per approcciarmi nel modo mi- Perché quel tipo di cultura sportiva non riesce ad im- gliore a questo mondo era contattare i massimi esperti di al- porsi nel risultato sportivo? lora nella metodologia dell’allenamento. Uno di questi era il «Quando si entra nel vivo di una competizione, comin- prof. Enrico Arcelli, preparatore nel Varese di Fascetti, con cui ciano a contare la storia, il peso della maglia che si indossa, nacque un’empatia reciproca. Il feedback professionale era tal- l’esperienza, le energie nervose. Sono tutti aspetti importan- mente stimolante che, una volta laureato, mi trasferii subito ti che incidono e spiegano perché prevalgono alla fine sempre a Milano per poterlo seguire nei suoi dettami, anche se la cosa quelle 4/5 nazioni che sanno affrontare con personalità i mo- non fu molto semplice. Non avendo le basi per un’indipendenza menti decisivi». economica, facevo i turni di notte alla Sip e di giorno conti- Per esempio anche i maestri inglesi riscontrano gran- nuavo a studiare, fin quando poi è diventata la mia profes- de difficoltà… sione». «Anche in questo caso c’è un discorso culturale da fare, che Dall’inizio della sua attività ad oggi come è cambiato riguarda l’organizzazione dei campionati. In vista di com- il mondo del calcio dal punto di vista del prepara- petizioni internazionali per Nazionali l’Inghilterra si pre- tore? senta sempre con un numero di partite elevato nelle gambe e «Come in tutte le cose l’evoluzione è continua e la storia fa tanta fatica ad offrire prestazioni adeguate alla propria qua- e l’esperienza conducono sempre a nuove strade. Oggi il pre- lità a causa di tornei nazionali molto agguerriti ed avvin- paratore non è più il consulente dell’allenatore che porta al- centi. Sono molto curioso di vedere cosa succederà invece nel l’interno del calcio anche l’esperienza di sport diversi. Dopo 2022 con i Mondiali in Qatar, che si terranno in autunno a 30 anni di storia come figura riconosciuta in questo ambien- metà stagione». te è diventato uno specialista della preparazione all’interno

50 sabato 26 giugno 2021 di uno staffarticolato e costituito da tante professionalità scien- di squadra dove a determinare l’indice di performance sono tifiche diverse». più componenti: fisiche, organiche, tattiche, tecniche, caratte- C’è un aspetto in cui si nota particolarmente questo riali e ambientali. Quando si vuole semplificare tutto con un cambiamento? numero, dico sempre che se fosse questo il problema bastereb- «Se facciamo un paragone tra il calcio di oggi e quello tra be mettere un maratoneta in campo». gli anni 90 e primi anni duemila, in precedenza una squa- In questa stagione si ritorna ai tempi abituali della dra blasonata disputava al massimo 50 partite, gare con le Na- preparazione estiva dopo un anno in cui tutto è sta- zionali comprese. Oggi ne somma invece circa 70/75. Qual- to affrettato. Nel Napoli, come in altre squadre, par- che anno fa si giocava ogni 5 giorni, adesso la media è di 3 tire con un nuovo allenatore può costituire un van- partite alla settimana. È cambiata l’intensità di gioco, diventata taggio? chiaramente più alta. In una gara si sviluppavano circa 450 «Nel calcio per un allenatore il tempo di incidere è sem- azioni, ora sono praticamente il doppio con un’esasperazione pre meno, quando in realtà ne occorrerebbe di più. Questo aspet- tattica dove tempi e spazi sono ridotti al minimo e gli atleti to ha reso necessario un adeguamento delle strategie di alle- sono costretti ad andare a scontro fisico più spesso, esponen- namento. Anche nel periodo preparatorio non c’è più la pos- dosi ad un maggior rischio di infortuni». sibilità di influire in una forma così classica e a blocchi come Il lavoro del preparatore atletico si è trasformato ra- le metodologie negli anni passati erroneamente consigliava- dicalmente? no. Oggi sono diventate fondamentali la specificità del mo- «Sicuramente nella metodologia di lavoro ora vanno te- dello prestativo e l’ottimizzazione dei tempi di lavoro, pos- nuti in considerazione tutti questi fattori. Ribadisco sempre sibili soltanto se tra stafftecnico e giocatori, e all’interno del- che chi fa questo mestiere, sin da quando parte la program- lo staff tecnico stesso, si lavora con conoscenza ed in grande mazione del lavoro, deve tener presente le famigerate cinque sinergia. Se nell’annus horribilis, come lo definisco, hanno vin- domande: cosa si deve allenare, come, quando, quanto la si deve to nei vari campionati le squadre caratterizzate da una con- allenare e soprattutto chi si sta allenando. La specificità del tinuità gestionale, partire con un nuovo allenatore significa modello prestativo è diventata fondamentale nel momento in quindi ricominciare da capo e può richiedere tempi più lun- cui oggi un allenatore non è più quell’artigiano che in fun- ghi per risultati effettivi». zione del tempo modella la materia a propria immagine e so- Chiudiamo con una considerazione sugli infortuni miglianza, ma un killer che ha poche possibilità per incidere muscolari. A fronte di un numero maggiore di par- e non si può permettere di sbagliare». tite sono aumentati notevolmente. In che maniera si Guardando le statistiche, si apprende come siano au- può incidere per ridurre le percentuali di rischio? mentati i km percorsi da parte degli atleti… «L’unica strada da percorrere è allenarsi bene, cioè in for- «Questo è diventato uno dei tanti luoghi comuni. Si cade ma specifica, evitando di voler raggiungere certi obiettivi at- spesso nell’errore di voler misurare la prestazione degli atle- traverso percorsi di allenamento molto lunghi e lontani so- ti in valori di volume inteso come somma di km percorsi, un prattutto da quegli schemi motori che sono richiesti durante la dato che non è per nulla correlato alle caratteristiche di un sport partita la domenica».

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L’OPINIONE Pietro Lo Monaco “Spalletti è un vincente il pubblico stia tranquillo”

Intervista di Gianluca Gifuni ietro Lo Monaco è uno dei più brillanti e navi- li tra giovanili e prima squadra. gati manager del calcio italiano. Ha fatto il cal- «Ho fatto per anni l’allenatore, riesco a capire chi ha la P ciatore, poi l’allenatore e infine il dirigente, dun- stoffa. Per Spalletti avevo immaginato sin da subito un gran- que conosce tutte le dimensioni di un mondo affascinante de futuro». e difficile. Tra le sue tante conoscenze c’è anche quella Insomma, lei lo consigliò al patron Pozzo, poi che di Luciano Spalletti, il nuovo allenatore del Napoli. Lo successe? Monaco fu il primo a scoprire il talento del tecnico di «Lo incontrammo. Luciano ci portò a cena in un risto- Certaldo, il primo a capirne valore e qualità, il primo a rante, nei pressi di Empoli, dove mangiammo benissimo. Ero volerlo portare nel calcio che conta. convinto che lui fosse l’allenatore giusto per la strategia del- Era il periodo dell’Udinese, Lo Monaco era l’Udinese di allora. Lui si mostrò umile, quasi scettico sul- direttore dell’area tecnica, protagonista di le proprie possibilità. Aveva quel senso di fatalismo pros- un percorso di successo intrapreso con i Poz- simo alla incredulità. Il club, alla fine, scelse Guidolin, zo. e Luciano andò alla Sampdoria. Tuttavia Pozzo non «La mia Udinese era reduce dal brillante dimenticò il mio suggerimento; quella cena evi- triennio di Zaccheroni che poi andò al Mi- dentemente dovette convincerlo, visto che tre anni lan. Dovevamo cambiare e il primo allena- più tardi, quando io avevo già lasciato , in- tore che suggerii a Pozzo fu Luciano Spal- gaggiò proprio Spalletti». letti, che all’epoca allenava l’Empoli. Era Che significa Spalletti sulla panchina del un mio pallino, lo seguivo con attenzio- Napoli? ne perché mi piaceva il modo in cui face- «Esprime la voglia di continuare a stare va giocare la squadra». in alto. Non è certo una scommessa, è un al- Era il 1998, Spalletti aveva 38 anni lenatore con mentalità vincente. Farà bene e già 5 anni di panchina ad Empo- a Napoli».

sabato 26 giugno 2021 53 Del resto lei è stato il primo a capire che aveva ta- Napoli è una città che dà emozioni e pressioni for- lento. ti… «Come calciatore Spalletti aveva più carattere che qua- «Spalletti è uno che le pressioni le sente, le vive intensa- lità, come allenatore è molto meglio. È uno moderno, che si mente. In passato queste pressioni le subiva anche, oggi cre- evolve continuamente. Un precursore del 4-2-3-1 con il qua- do non le subisca più, dopo aver allenato in piazze esigenti le riesce a costruire squadre con una notevo- come Roma e Milano. Supererà anche le espressione di gioco e una capacità di ge- l’esame napoletano, statene certi». stione della palla ottimale. Le sue sono sem- Tra le varie manifestazioni di diffi- pre state squadre propositive». denza di questi giorni c’è anche A proposito del 4-2-3-1, da Gattuso a quella di chi dice che a Spalletti piac- Spalletti, in fatto di modulo non cam- cia più parlare che stare in campo. bia nulla? «Che cosa assurda. Il Napoli ha scelto «Invece sì, cambia tutto. Anche se i numeri uno dei migliori allenatori in circolazio- dicono che i sistemi di gioco sono uguali, le ne, per lui parlano i risultati. Cosa vuole sfaccettature, i dettagli, i particolari cambiano la gente? Mourinho è uno che parla mol- e rendono molto diverso un modulo da un al- to e allena meno, Spalletti non è assoluta- tro. Spalletti difficilmente propone squadre che mente così». attendono l’avversario, vuole sempre impor- In che modo il tecnico costruirà il re il gioco. Gattuso spesso aspetta e riparte». nuovo Napoli? Il suo entusiasmo nei confronti di «Per me deve strutturare prima di tut- Spalletti non è lo stesso dei napoleta- to il centrocampo. Vedrete, l’attenzione di ni. In città una parte dei tifosi è con- Luciano si concentrerà proprio sulla zona tenta, l’altra metà ha accolto con una centrale. Il Napoli ha bisogno di due me- certa diffidenza l’avvento del nuovo diani, un equilibratore di gioco che abbia tecnico. Perché? anche sostanza e poi un interdittore. Oggi «Non saprei. Ho letto che il giudizio dei in Europa Koopmeiners dell’Az Alkmaar tifosi sarebbe condizionato dal carattere dell’allenatore, è uno dei più validi. Acquistare l’olandese significa assicu- dalle cronache relative alla gestione dei casi Totti e Icardi. rarsi ordine mentale e tattico, quello che fino a ieri manca- Luciano è uno che cerca di imporre le regole a tutto il grup- va al Napoli a metà campo. Caro Luciano, suggerisci a De po, devono rispettarle tutti, senza distinzioni. Non ammet- Laurentiis di prendere l’olandese e non te ne pentirai». te che qualcuno esca fuori dal coro. È chiaro dunque che ogni A proposito di De Laurentiis, i rapporti tra il pre- tanto si possa andare allo scontro con un calciatore di per- sidente e gli allenatori, dopo un po’ di tempo, sono sonalità e carattere. Può succedere». sempre diventati burrascosi. È un altro esame da su- perare per Spalletti? «De Laurentiis è una prima donna e bisogna avere la capacità di riservargli il ruolo di prima donna. Luciano è una persona intelligente, ogni tanto sbullona, ma ha la ca- pacità di capire quando è il momento di lasciare spazio agli altri. De Laurentiis-Spalletti è un binomio che può avere suc- cesso». Ma la gente di Napoli aspetta i successi della squa- dra… «Le vittorie arriveranno se la società interverrà in modo serio sul mercato. Oltre ai centrocampisti, c’è bisogno asso- lutamente di un esterno sinistro basso di qualità. Se il mer- cato sarà proficuo, il Napoli si rimetterà in carreggiata per i primissimi posti della classifica. Spalletti, da questo pun- Teun Koopmeiners, il centrocampista olandese dell’aZ alkmaar to di vista, è una garanzia, è un vincente, ha sempre vinto consigliato a Spalletti da Pietro lo Monaco qualcosa».

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LA STRADA PER WEMBLEY Tutti per uno uno per tutti Oggi gli ottavi per continuare il cammino intrapreso tre anni fa e puntare alla finale di Londra grazie alla forza del collettivo creato da

Servizio di Marco Boscia

co dell’altro. Difendendosi vicendevolmente. Uscendo Da Buckingham Palace a Wembley vittoriosi da tutti i duelli. Quelli che, nel famoso romanzo Come D’Artagnan e i tre moschettieri Portos, Athos ed di Alexandre Dumas, li portarono a raggiungere l’obiet- Aramis andarono in missione a Buckingham Palace, an- tivo della loro missione in Inghilterra. Il segreto per vin- che la Nazionale italiana ha iniziato un nuovo viaggio cere è quindi soltanto uno. Combattere fino alla fine. Tut- verso l’Inghilterra. Destinazione Londra. Wembley Sta- ti per uno, uno per tutti. dium più precisamente. Lo ha fatto nel maggio del 2018, da quando Roberto Mancini ha accettato di sedersi sul- la panchina azzurra. Tre anni di gioie, successi e record. Corsi e ricorsi storici Di vecchie amicizie. Ma anche di nuove. Tutto possibi- Ma vincere non è mai semplice. Ben otto volte gli az- le grazie alla forza del collettivo. L’allenatore ha sapu- zurri non sono riusciti a raggiungere gli ottavi di fina- to creare un gruppo sano ed unito. Forte. Seppur pri- le. Nella prima edizione del 1960, vinta dall’Unione So- vo di veri e propri fenomeni. In grado di regalare emo- vietica, ci fu addirittura la clamorosa rinuncia alla par- zioni. Capace di spazzare via tutti, o quasi, gli avversa- tecipazione. In cinque occasioni, poi, gli azzurri sono ri- ri che gli si sono presentati di fronte. Che ha saputo ri- masti a casa. La prima nel 1964: l’Italia fu sconfitta al conquistare la gente. I tifosi. Quegli stessi tifosi che per secondo turno eliminatorio. Nel 1972, da campione in la mancata qualificazione ai Mondiali in Russia del 2018 carica e da vicecampione del mondo, la nazionale di Val- avevano momentaneamente “abbandonato” la propria na- careggi perse contro il Belgio. Gli altri tre fallimenti sono zionale. E che hanno saputo fare un passo indietro dan- del 1976, 1984 e 1992. Quelle del 1996 e del 2004 le ul- do nuovamente fiducia ai propri beniamini in maglia az- time due edizioni in cui, pur partecipando alla fase finale, zurra. È quindi prima di tutto la nazionale della gente. gli azzurri, di Sacchi prima e Trapattoni poi, non sono Tornata finalmente sugli spalti dopo quasi un anno e riusciti a superare il girone eliminatorio. mezzo. Ma non solo. È la nazionale di Mancini. È la na- zionale dei calciatori. È la nazionale di tutti. Il cammi- no è ancora lungo. Impervio. Pieno di ostacoli. Si riparte Adesso si può oggi con gli ottavi di finale. Bisogna rimanere uniti. Come Soltanto uno invece il campionato europeo vinto. Quel- D’Artagnan ed i suoi fedeli amici. Che non si sono mai lo del 1968 dalla truppa di Valcareggi. Due le finali per- voltati le spalle. Che sono rimasti sempre l’uno al fian- se. Quella del 2000 dall’Italia di Zoff contro la Francia

56 sabato 26 giugno 2021 e quella del 2012 dalla nazionale di Prandelli, battuta sonoramente all’ultimo step dalla Spagna per 4 a 0. L’Ita- lia a nove anni di distanza, e dopo l’eliminazione del 2016 della compagine di Conte contro la Germania nei quarti di finale ai calci di rigore, è tornata a crederci. Gli azzurri finora hanno dimostrato di essere una delle squa- dre più in forma.

La retroguardia Finora la difesa si è comportata egregiamente. Don- narumma è stato impegnato pochissimo, ma quando chia- mato in causa ha risposto presente. Bonucci, Chiellini ed Acerbi idem. Ma la vera sorpresa del reparto arre- trato sono state le corsie esterne. Spinazzola si è ag- giudicato la titolarità ai danni di di- mostrandosi uno degli uomini chiave dell’undici di Man- cini. Terzino di spinta in grado di dar manforte ai com- pagni di squadra e di rendersi pericoloso anche in fase offensiva. Dal lato opposto il “partenopeo” Di Lorenzo, chiamato a sostituire l’acciaccato Florenzi già all’esor- dio contro la Turchia, non ha tradito le attese confer- mandosi uno dei migliori terzini del Bel Paese dopo l’im- portante stagione disputata con il Napoli.

Il fulcro del gioco Se gira il centrocampo, gira l’intera squadra. È sempre condo, che ha saputo sfruttare l’infortunio di Verratti per stato così. E quest’Italia lo sta confermando. Jorginho, emergere e che dopo la doppietta alla Svizzera è diventato Locatelli e Barella stanno effettivamente facendo la dif- oggetto del desiderio dei grandi club italiani, e la ben- ferenza. Mancini ha saputo sfruttare le caratteristiche zina del terzo, incontrista d’altri tempi e motorino ine- dei tre riuscendo a creare un connubio, fin qui pratica- sauribile del centrocampo azzurro. mente perfetto, fra le geometrie del primo, fresco vin- citore della Champions con il Chelsea, la qualità del se- L’attacco Dulcis in fundo il reparto avanzato. Fiore all’occhiello di quest’Italia. A distinguersi fin qui è stato soprattut- to Berardi. L’esterno del Sassuolo sta finalmente di- mostrando di essere un calciatore valido. Dapprima si è conquistato una maglia da titolare che non era così scontata, poi ha dimostrato sul campo di essersela am- piamente meritata. Ha dato qualità e quantità al trio d’at- tacco partendo dalla corsia di destra. Dal lato opposto, con la 10 sulle spalle, Insigne. Che più degli altri sta riu- scendo ad accendere la manovra offensiva. Si cerca e si trova a meraviglia con l’amico di sempre. Il terminale offensivo di questa nazionale. Quel su cui in pochi avevano scommesso. E che adesso, sì, è diven- tato bomber insaziabile anche con la maglia azzurra.

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L’APPROFONDIMENTO Il metodo Ajax dall’Olanda all’Europa La società olandese vanta uno dei migliori settori giovanili del mondo e sforna continuamente calciatori destinati ad impreziosire ulteriormente il palcoscenico del calcio internazionale realizzando nel contempo importanti plusvalenze che consentono di avere

sempre i bilanci in ordine Il centro d’allenamento dell’ajax chiamato de Toekomst (Il futuro) continuando a vincere nel campionato olandese e a Servizio di Francesco Marchionibus ben comportarsi nelle l campionato europeo rappre- grazie soprattutto ai dieci titoli (3 senta da sempre una impor- Coppe dei Campioni, una Champions competizioni europee I tante vetrina per i calciatori de- League, 1 Coppa UEFA, 1 Coppa del- siderosi di mettersi in mostra e le so- le Coppe, 2 Coppe Intercontinentali e cietà a caccia di giovani talenti da in- 2 Supercoppe Europee) vinti dal 1971 serire nei propri organici, e per questo al 1995, nel periodo d’oro del calcio motivo il torneo continentale per na- olandese. zioni costituisce un appuntamento di La squadra dei Godenzonen (“Figli de- fondamentale importanza anche per gli Dei”), come vengono chiamati in quei club la cui gestione si basa proprio Olanda, ha sempre costruito i propri sulla “produzione” e la successiva ces- successi sulla forza del settore giovanile, sione di giovani campioni. uno dei migliori al mondo, e sulla ca- In questo senso il movimento calcisti- pacità di individuare e valorizzare gio- co olandese in generale, e l’Ajax in par- vani promettenti. ticolare, sono sempre stati un impor- Il genio Johan Cruijff, Krol, Haan, tantissimo serbatoio di talenti. Bergkamp, Seedorf, Rijkaard, Sneijder, Il club dei “Lancieri” è il più vincente sono solo alcuni dei campioni che han- d’Olanda, con 35 campionati e 29 tra no fatto la trafila nelle giovanili bian- l’attuale presidente della società coppe e supercoppe nazionali, e uno dei corosse, e dall’Ajax è partita la carrie- olandese Hennie Henrichs più titolati a livello internazionale, ra di numerosi fuoriclasse acquistati gio-

sabato 26 giugno 2021 59 vanissimi dai Lancieri, tra cui Van Ba- tratta proprio per questo solo di gio- sten, Ibrahimovic e Suarez. catori di qualità che, una volta arriva- Fino agli anni ‘90 la società biancorossa ti tra i titolari e mostrato il proprio ta- ha giovato direttamente di questa con- lento, possono essere ceduti assicurando tinua produzione di campioni, poi la glo- alla società ricche plusvalenze. balizzazione del calcio e la grande for- Ed è soprattutto grazie alle plusvalenze, za economica dei principali club euro- oltre che ai ricavi da partecipazione alle pei hanno sempre più indirizzato ver- competizioni UEFA, che l’Ajax tiene in so l’estero i giovani talenti prodotti dal ordine i propri conti, mantenendosi mol- settore giovanile biancorosso, ridu- to competitivo a livello nazionale e riu- cendo la competitività della squadra ri- scendo a tenere posizioni decorose in spetto ai club che dominano attualmente campo internazionale, dove rispetto a il calcio internazionale. Un giovanissimo Johan Cruijff molti competitors europei è penaliz- con la maglia dei lancieri La cura dei giovani calciatori si basa zato dal basso fatturato e dagli ingag- oggi come in passato su valori tecnici proprie aule studio attrezzate e di in- gi contenuti. di eccellenza, con un team di osserva- segnanti che aiutano i giocatori anche Se prendiamo in esame gli ultimi due tori, preparatori ed allenatori dal cur- dopo la scuola. L’idea è quella di far cre- bilanci del club, vediamo che in quello riculum invidiabile, ma il modello Ajax scere i ragazzi sotto tutti i punti di vi- 2018/19 (che grazie all’ottimo cammino oggi è soprattutto un perfetto model- sta e di infondergli, con l’istruzione, an- della squadra in C.L. si è chiuso con un lo economico: si punta sui giovani per che la cultura sportiva che li dovrà poi fatturato di circa 200 mln e un utile di poi rivenderli alle principali squadre eu- accompagnare nella loro carriera. oltre 50 mln) le plusvalenze hanno in- ropee e poter così sostenere economi- Gli aspiranti calciatori si allenano nel ciso per ben 72,6 mln, mentre in quel- camente il club. centro sportivo De Toekomst (che in lo 2019/20 (che nonostante la crisi Co- Il settore giovanile comprende circa 200 olandese significa il futuro), dove si al- vid si è chiuso con un fatturato di 162,3 giocatori, dai 7 ai 19 anni, che vengo- lena anche la prima squadra, e tutte le mln e un utile di 20,4 mln) sono arri- no seguiti dal club sia in campo che fuo- rappresentative giovanili vengono im- vate addirittura a 84,5 mln di euro. ri: l'Ajax oltre a collaborare con le scuo- postate con lo stesso schema di gioco Negli ultimi due anni il calciomercato le di Amsterdam (la società dispone di per favorire l’eventuale inserimento dell’Ajax si è chiuso con un saldo po- una flotta di pullman che prende i ra- dei ragazzi proprio in prima squadra. sitivo complessivo di quasi 206 mln, gra- gazzi al termine delle lezioni, li ac- In realtà la selezione è molto dura (ogni zie soprattutto alle cessioni di de Jong compagna nelle strutture del club e poi anno vengono scartati, e sostituiti dai (86 mln), de Ligt (85,5), Ziyech (40) e li riporta a casa), collabora con case fa- nuovi arrivati, una trentina di ragazzi), van de Beek (39). miglia che accolgono i giovani che ven- e solo in pochi riescono ad arrivare allo La squadra, privata di molti elementi di gono da più lontano e dispone all'in- spogliatoio “Johan Cruijff ”, dove si primo piano, è sicuramente meno for- terno del suo centro sportivo di vere e cambia la formazione Primavera, ma si te di quella che due anni fa raggiunse le semifinali di C.L., ma grazie anche al- l’apporto di giovani provenienti dal vi- vaio come Timber, Rensch, Graven- berch, Ekkelenkamp e Brobbey ha co- munque chiuso la stagione vincendo campionato e coppa nazionale con una rosa (che ha un’età media di poco infe- riore ai 24 anni) il cui valore è stimato in oltre 350 mln. E, come da tradizione, c’è tanto Ajax an- che agli Europei in corso, con la na- zionale Orange che annovera ben 12 elementi che vestono, o hanno vestito, l’interno del centro d’allenamento de Toekomst la maglia dei Lancieri.

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Telefono: +39 0824 42502 | Fax: +39 0824 42502 Mobile: +39 333 7954041 | Email: [email protected] L’ALTRA COPERTINA Fulvio Rillo Il Benevento ripartirà da zero Il titolare della Rillo Costruzioni, sponsor del , racconta il suo percorso nell’azienda di famiglia e la sua passione per il calcio, a cui ha messo la parola fine appendendo le scarpette al chiodo a 50 anni. È necessaria una programmazione a lungo termine per tornare in A e la scelta di Fabio Caserta è un’importante scommessa

Intervista di Lorenzo Gaudiano

a stagione in Serie A da poco scelto per ripartire, programmare litano in A da anni. conclusasi ora è in archivio. un futuro che avrà come obiettivo il A parlare della stagione che verrà e L Certo la delusione è ancora ritorno nel campionato dei grandi at- dell’allenatore chiamato ad una sfida cocente se ci si pensa, ma è arrivato il traverso una serie di step che com- importante dopo le promozioni dal- momento di lasciarsela alle spalle e co- prendono la valorizzazione del settore la C con Juve Stabia e Perugia è Ful- minciare a guardare avanti. giovanile, il ringiovanimento generale vio Rillo, titolare insieme al padre An- Il presidente Oreste Vigorito si è pre- della rosa e l’impianto di una struttura drea ed al fratello Gabriele del- so tutto il tempo necessario per va- societaria ancora più stabile, anche se l’azienda Rillo Costruzioni, uno degli lutare e ingaggiare l’allenatore più su questo ultimo punto si è detto che sponsor del Benevento Calcio. Una re- adatto alle esigenze della squadra e il Benevento è sempre stato forte ed altà consolidata del Sannio a cui Ril- della società. È Fabio Caserta l’uomo all’avanguardia tra i tanti club che mi- lo appartiene dall’età di 18 anni e che si è aperta nel tempo al mondo del cal- cio. Ha raccontato che l’entrata in azienda è avvenuta dopo il conse- guimento del diploma perché suo padre le disse che c’era bisogno di lei… «Era l’inizio degli anni 80 e mio pa- dre, una volta conseguito il diploma, mi disse che non potevo continuare gli studi perché occorreva qualcuno che lo aiutas- se a portare avanti un’azienda a quei tem- pi in grandissima crescita. Era un periodo di grande boom lavorativo nel settore del-

sabato 26 giugno 2021 63 Gli Stati generali dell’economia sannita con oreste vigorito al centro e di fianco a sinistra Fulvio rillo le costruzioni. Quindi sono stato cata- adeguarsi ai tempi che corrono veloce- volezza che tutte queste mansioni pur- pultato in azienda alla precoce età di 18 mente». troppo finiranno per sottrarre tempo a anni, diventandone già amministratore». Lei è Vice Presidente di Confin- qualcos’altro, per esempio la famiglia. Tra Avrebbe voluto laurearsi in Eco- dustria a Benevento con delega alla i vari impegni in azienda e nelle varie as- nomia e commercio, ma si può dire Programmazione Territoriale e sociazioni il tempo scorre e per fare tut- in fondo che in azienda ha finito per Infrastrutture, componente del to non basta una giornata lavorativa di interessarsi della parte commer- Consiglio Direttivo di ANCE nel 8 ore, ma di 12/13. Ad esempio il ruo- ciale? cui ambito è Presidente della Cas- lo di Presidente della Cassa Edile presenta «Sì. Mio padre mi ha trasmesso il sa Edile. Tante cariche operative responsabilità di tutti i generi, perché si DNA del lavoro. Quando ho cominciato che comportano una grande ap- tratta di un contesto dove circolano im- a lavorare in giovane età nell’azienda di plicazione personale e soprattutto portanti risorse economiche da gestire al famiglia, sin da subito con l’esperienza ho numerose responsabilità. Per ge- meglio. Già in passato c’è stato un falli- portato avanti un percorso importante di stire tutto questo al di là del- mento e Benevento purtroppo non ci ha crescita sul campo che naturalmente mi ha l’azienda di famiglia, che sacrifici fatto una bella figura, anche se ora siamo consentito di svolgere le mie mansioni nel è costretto a fare ogni giorno? riusciti a rimetterla in pista con bilanci modo migliore e più adeguato possibile. «Se ci si vuole occupare di tutte que- sempre in ordine, coinvolgendo il più pos- È inevitabile che l’innovazione richieda ste attività come le svolgo personalmen- sibile il personale addetto. Posso dirmi sol- aggiornamenti continui e che quindi si fi- te, sono necessari un grande spirito di sa- tanto contento di quanto è stato fatto da nisca sempre sui libri a studiare per crificio e soprattutto una forte consape- parte di tutti». Lei ha anche giocato a calcio a buon livello, la sua ultima partita prima di appendere le scarpette al chiodo è stata a 50 anni. Come ci è riuscito e che messaggio possia- mo inviare ai giovani pensando alla sua longevità agonistica? «Il calcio purtroppo non è un diver- timento ma è fatto soprattutto di sacrifi- ci. Occorre spesso rinunciare a tanti pia- ceri della gioventù, per esempio andare in Fulvio rillo insieme a tutto l’organigramma anCe discoteca, uscire con la propria fidanza-

64 sabato 26 giugno 2021 tina o stare in compagnia degli amici. Se non si fanno sacrifici, magari si può ugualmente diventare dei campioni ma si finisce per non avere vita lunga nel cal- cio. Il fisico è come una macchina, va cu- rato quotidianamente. Non mi sono pen- tito di tutto quello che ho fatto, anzi il mio rimorso è quello di non poter giocare più». Il calcio è la passione anche dei suoi figli. Il primo, Andrea, purtroppo ha dovuto smettere prematura- mente per un infortunio; il secon- do, Francesco, è un terzino e sta fa- cendo esperienza. Lo rivedremo al Benevento? ma serie, anche se la delusione è ancora co- esperienza in A. Nella prossima sta- «Per ora è stato convocato per la pre- cente. In questo momento non mi va di in- gione dovrebbe tornare il calore po- parazione estiva, poi naturalmente si dividuare eventuali colpevoli, perché quel polare sugli spalti. Quanto ha pe- vedrà nelle prossime settimane. L’espe- che è fatto è fatto. Bisogna prenderne atto sato quest’anno l’assenza del pub- rienza con la Casertana è stata importante e limitare gli errori in futuro. Sinceramente blico soprattutto nelle gare deci- soprattutto per il fatto che si trattava di sono stato più contento in occasione del- sive? una squadra composta da quasi tutti gio- la prima retrocessione, perché vedere su- «Il Vigorito è una piccola bombonie- vani. Per quanto lì lo aspettino, il Bene- gli spalti circa 20mila tifosi incitare co- ra. Il pubblico sugli spalti vale come un do- vento è la sua priorità, anche perché il pri- munque la squadra nonostante la posizione dicesimo uomo la cui presenza in campo mo amore non si scorda mai». di classifica e i canali televisivi esaltare si avverte. Il clima con gli stadi vuoti è sta- Per il Benevento si è chiusa una sta- quest’atteggiamento sportivo mi ha emo- to diverso. Da sponsor infatti ho assisti- gione che poteva andare diversa- zionato molto. Invece quest’anno è stato to alle partite e sembravano degli alle- mente. Cosa prevale adesso: delu- doloroso, quando si assapora la salvezza namenti. L’atmosfera sarà diversa». sione, rabbia o la convinzione che che poi scappa di mano la delusione vie- Chiudiamo parlando di Fabio Ca- in A il club sannita può ritagliarsi ne spontanea». serta. Due promozioni in B con il suo spazio? È stato doloroso non permettere ai Juve Stabia e Perugia e il ritorno in «Può trovare il suo spazio in massi- tifosi di assistere a questa seconda A come obiettivo che per la sua car- riera sarebbe uno step ulteriore. Che squadra gli verrà affidata? «Si tratta di una importante scom- messa. Ha fatto benissimo in Serie C, ma in Serie B c’è davvero tanta concorren- za. La scelta del presidente Vigorito rappresenta il segnale nei confronti del- la città e del pubblico che bisogna ripar- tire da zero. Bisogna immaginare l’an- no prossimo nell’ottica di un progetto che solidifichi ancora di più questa realtà per arrivare a riconquistare la massima se- rie. Il presidente sicuramente allestirà una squadra non solo all’altezza ma anche più giovane, continuando a valorizzare il set- tore giovanile, perché è importante che ven- gano fuori da lì giocatori da impiegare Un vecchio scatto del 2017 con il presidente del benevento, rosalia Ferro de la Moli- sana e antonio affinita di SaPa Group in prima squadra».

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ECHI DAL SANNIO

si chiama Fabio Caserta

Il presidente Vigorito ha individuato nell’ex tecnico calabrese del Perugia lo stratega perfetto per archiviare definitivamente la delusione e plasmare una nuova squadra che possa fare bene sin da subito nel prossimo campionato cadetto Servizio di Gigi Amati

ne, come sempre, Vigorito quando ha ni in Serie B della Juve Stabia, 2019, e dovuto scegliere come e da chi ripar- qualche mese fa del Perugia, imprese Benevento e Caserta insieme. Non è tire, ha metabolizzato rabbia e amarezza non di poco conto, né da trascurare, per- l’unione di due capoluoghi campani per per quanto accaduto, le ha trasforma- ché uscire vincenti dalla cosiddetta ter- cercare magnifiche sorti e progressive, te in energia – eolica, naturalmente, nel za serie tutta sabbie mobili e lotta nel ma la Strega giallorossa che ha scelto suo caso – ne ha fatto giusto carburante fango non è facile per nessuno. Caser- Fabio Caserta per il nuovo assalto alla per la macchina giallorossa ed ha scel- ta però è emergente – e predestinato Serie A. Calabrese di Melito di Porto to Caserta, tecnico vincente ed emer- al grande calcio – perché maneggia uo- Salvo, 42 anni, Caserta ha detto ciao gente, ma emergente non soltanto mini e moduli con grande destrezza, ciao al Perugia dopo averlo riportato in perché vincente. Naturalmente fanno non si lascia incatenare da numeri e Serie B e dopo un po’ di tira e molla con peso nel suo curriculum le promozio- schemini, semplicemente valorizza e fa gli umbri ha detto sì al presidente Vi- lievitare tecnicamente la rosa: e se poi gorito che ha visto in lui il condottie- arrivano anche i risultati non è certo un ro ideale per archiviare definitiva- problema, anzi. mente la delusione, lo stratega giusto per far ripartire il cammino verso l’al- to, la guida perfetta per plasmare un nuovo Benevento che possa di nuovo E c’è poi una parola che brilla come oro marchiare a fuoco con il proprio sigil- nella carriera da allenatore di Caserta: lo la Serie B, se possibile da salutare gruppo. E accanto altre parole di faci- nuovamente da qui a una decina di mesi le comprensione e di altrettanta im- o poco più. Ha seguito istinto e ragio- portanza: legame, coesione, unione, scu-

sabato 26 giugno 2021 67 seconda Accursi, il preparatore atleti- co Chinnici, i collaboratori Inverno e Viola, il volto nuovo sarà l’allenatore dei portieri Gori che debutta nel ruolo. Guiderà, Caserta, un Benevento che an- cora una volta prende forza ed energia dalla forza e dall’energia della società, che poi si traduce in forza ed energia del presidente Vigorito, un leone quan- do si tratta di difendere la propria crea- tura, un leopardo per la velocità di pen- siero ed azione, ma anche un provetto scacchista quando si tratta di ponderare bene le proprie mosse.

Archiviato Inzaghi e il corteo di gioie e dolori, feste e dispiaceri, Vigorito ha pensato ha soppesato ha valutato ha ri- do. Lui è così per natura, con lui squa- flettuto, ed ha scelto Caserta. Ma ha an- dra e staff tecnico sono una cosa sola, che rinforzato le fondamenta di una so- un organismo di corpi e menti e cuo- cietà già forte di suo – «non si co- ri e respiri e muscoli che si muove com- struiscono grattacieli sulle sabbie mo- patto e determinato, una vera e propria bili» ama dire – e una traccia del suo garanzia contro le inevitabili pressio- fare, del suo agire la si trova anche nel- ni che arrivano dall’esterno, l’unico ban- la scelta di affidare le redini dello co di prova al quale testare una mac- staff medico giallorosso a Enrico china complessa qual è una squadra di D’Andrea, specialista in medicina fisi- calcio con annessi e connessi. ca, fisiatria e riabilitazione, che lascia il Napoli dopo 16 anni ed ha scelto Be- nevento per continuare la sua prezio- sa opera. Il suo saluto all’ambiente az- Da calciatore Caserta ha giocato in Se- zurro ha commosso tanti per la pro- rie A con Catania, Lecce, Atalanta, Ce- fondità delle sue parole e la capacità di sena dopo aver iniziato da Barcellona conda volta si è affacciata troppo bre- esprimere sentimenti profondi con Pozzo di Gotto e da quattro anni di C2 vemente pagando anche colpe non parole semplici e dirette. Ma è la sua a buon livello. Da allenatore ha co- sue ed è scivolata sul più bello dopo aver grande esperienza insieme con le ca- minciato quasi per caso con la Juve Sta- lasciato tracce nitide e indimenticabi- pacità professionali e l’enorme passio- bia (era il secondo di Gaetano Fonta- li. ne per il proprio lavoro che ne fanno un na) e in seguito ha fatto il Supercorso altro pilastro sul quale sta nascendo il con gente come Luca Toni, Paolo nuovo Benevento, quello che dovrà far Montero, , Walter Sa- battere ancora i cuori dei tifosi e sven- muel e . Adesso il suo pre- tolare le bandiere giallorosse, in una co- sente e il suo orizzonte si chiamano Be- Il lavoro di Caserta inizierà a breve dal munione d’intenti squadra-società-cit- nevento, la sua panchina d’oro è quel- ritiro di Cascia, dove metterà a punto tà che rappresentano da sempre l’in- la giallorossa, il suo obiettivo è ripor- il suo Benevento. Con sé avrà più o grediente più semplice e insieme più dif- tare la Strega in Serie A, dove per la se- meno lo staff di sempre: l’allenatore in ficile per vincere nel calcio.

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NAPOLETANI

Io Maddalena come Gelsomina

Maddalena Stornaiuolo ha portato sul grande schermo il personaggio di Gelsomina Verde nel film omonimo di Massimiliano Pacifico. Profonda e coinvolgente la sua interpretazione. L’attrice in pochi anni è cresciuta tantissimo e per non dimenticare Scampia vi ha creato un laboratorio di recitazione a cui ha dato il nome emblematico “La Scugnizzeria” Intervista di Giovanni Gaudiano

l film di Massimiliano Pacifico dedicato alla figu- L’attrice napoletana è giovane ma anche mamma e nella I ra di Gelsomina Verde, anche senza andare in sala, chiacchierata mostra la tranquilla consapevolezza di chi rac- per il momento sta riscuotendo il meritato consenso contando dei suoi inizi dice che tutto è avvenuto quasi per a testimonianza del buon lavoro fatto. caso. Non parla di una ragazzina che pensava di diventa- Il ruolo della sfortunata ragazza di Scampia, affidato a Mad- re attrice, avere successo, essere riconosciuta. Certo ha ra- dalena Stornaiuolo, somiglia quasi al passaggio del testi- gione per certi versi a valorizzare la casualità perché nel- mone, quel bastoncino oggi di plastica leggero che viene la vita di tutti ci sono momenti, occasioni che la determi- utilizzato in atletica leggera nelle staffette. Questo perché nano, ma proprio per quello che si diceva non completa il Maddalena viene anche lei da Scampia: è nata nelle famo- ragionamento, per vera modestia, e omette di dire che lei se vele, c’è cresciuta, ha iniziato a lavorare ed oggi dedica ha saputo cogliere quel momento, che è riuscita a com- buona parte del suo tempo ai ragazzi che vivono proprio prendere quale sarebbe stato il suo talento da coltivare pen- in quella zona di Napoli. sando prima di tutto che avrebbe dovuto studiare tanto, im-

70 sabato 26 giugno 2021 pegnarsi di più e soffrire, anche se magari il meno possi- bile. Sei nata a Scampia. Come e quando hai capito che po- tevi fare l’attrice e che l’ambiente nel quale vivevi non avrebbe condizionato la tua vita? «Avevo quindici anni e fui spinta da molti amici a provare a fare teatro. L’idea fu molto casuale. Si trattava di andare al Teatro Mercadante dove c’era questo laboratorio teatrale “Arre- vuoto” con tantissimi giovani che si proponevano. Il primo gior- no mi sembrò un ambiente non adatto a me. Ero molto imba- razzata quando mi chiedevano di improvvisare e decisi per que- sto che non ci sarei andata più. La settimana successiva però mi ripresentai e poi giorno dopo giorno compresi che in quel luogo c’era qualcosa che mi attirava, soprattutto perché compresi che pro- prio grazie al teatro mi sarei potuta esprimere in una maniera più libera». Ma accadde anche dell’altro… «È vero, fui subito scelta per girare “‘O Professore” con Ser- gio Castellitto, una miniserie televisiva in due puntate diretta da Maurizio Zaccaro. Abbiamo girato per 20 giorni ed ho capito che quel mondo mi piaceva e che potevo dire la mia, anche se ho subito compreso che avrei dovuto mettermi a studiare recitazio- Maddalena Stornaiuolo con valeria Golino ne con serietà e determinazione per fare questo mestiere». Come e dove ti sei formata per arrivare ad essere ra- scuola di cinema, “Alla ribalta”, per completare la mia forma- pidamente un’attrice riconosciuta, affermata? zione che non volevo fosse solo di tipo teatrale». «Devo fare ancora molta strada in questo lavoro, non si fi- A proposito: oggi hai una preferenza tra cinema e tea- nisce mai di imparare. È una strada lunga che però ti dà sem- tro? pre stimoli nuovi. Per parlare della mia formazione, dopo il la- «Non ho una preferenza ma per me è importante riuscire a boratorio al Teatro Stabile di Napoli ho studiato tre anni al Tea- trasmettere con la mia recitazione delle emozioni tanto a teatro tro Elicantropo con Carlo Cerciello. Poi mi sono iscritta ad una quanto al cinema. Certo cambia il fatto che a teatro il pubblico sia molto vicino, nei teatri piccoli lo senti addirittura sulla pel- le, e poi non ti puoi permettere di sbagliare e ripetere la scena come accade per il cinema. È la magia del teatro che definirei fanta- stica». Hai tanti interessi tra i quali occupa un posto impor- tante il laboratorio di recitazione dedicato ai giovani di Scampia che hai chiamato “La Scugnizzeria”. A che punto sei? «Avevo sempre sognato di occuparmi di una mia scuola di recitazione per poter trasmettere ai ragazzi del territorio l’amore per questa passione e per questo lavoro. Ho iniziato sen- za una sede fissa ma questa situazione non agevolava lo svol- gimento del lavoro. Si perdeva il discorso umano avviato sia con i ragazzi che con le famiglie. Con la mia gravidanza ho dovu- to interrompere l’attività personale e mi sono dedicata alla ri- cerca di una sede che ho trovato e che ho inaugurato subito dopo la nascita di mia figlia. In quattro anni di attività siamo pas- sati da cinque ragazzi presenti al primo giorno agli attuali ses- santa, nonostante il tempo perso per la pandemia».

72 sabato 26 giugno 2021 Che risultati stai raccogliendo da questo tuo impegno fidato. Già dopo quel cortometraggio c’era l’intenzione di gira- con i giovani? re un vero e proprio film. Sono passati un po’ di anni e ci sia- «Da un mese è arrivato al cinema il film “Fortuna” di Ni- mo riusciti». colangelo Gelormini, nel quale io non sono solo l’acting coach ma La vicenda la si conosce ma resta comunque incom- ho il piacere di avere cinque ragazzi provenienti da “La Scu- prensibile tutto quello che accadde. Che peso pensi pos- gnizzeria” che recitano in questo film con Valeria Golino e Pina sa avere nella vita di tutti i giorni per lo spettatore un Turco (entrambe candidate per questo film ai Nastri d’Argen- simile approfondimento? to) e c’è addirittura una bambina che recita da co-protagonista. «Siamo abituati a vedere storie tristi e forti raccontate con Si tratta di un primo incoraggiante risultato che premia la de- molta veridicità, forse anche con troppa spettacolarizzazione, che dizione di tutti ed è in fondo la gratificazione più importante trasmettono rabbia che al termine della rappresentazione svani- per il lavoro svolto con passione sino ad oggi». sce pensando che si tratta di un film. In questo caso la vena do- Parliamo del Nastro d’Argento speciale per la regia del cumentaristica del film ti resta, prende il sopravvento perché sen- corto “Sufficiente” presentato anche a Venezia. Sei sta- tendo anche parlare Francesco, il fratello, ti rendi conto che sta ta sorpresa dal riconoscimento? Quanto ci hai lavorato? toccando con mano la realtà, una storia triste, forte e soprattut- «Come per la recitazione anche in questo caso mi sono av- to vera. Questo lavoro potrebbe essere proiettato nelle scuole, nel- vicinata in punta di piedi e per caso. Con Gianluca Arcopinto, le associazioni che si occupano dei giovani, potrebbe diventare un il produttore di Gelsomina, volevo organizzare a “La Scu- promemoria per non dimenticare, per non accantonare con su- gnizzeria” un corso di produzione cinematografica per offrire perficialità quello che è accaduto». agli allievi una conoscenza ed una competenza in più. Il corso Che ruolo può svolgere la cultura in un miglioramen- alla fine prevedeva la realizzazione di un corto e fu Gianluca to generale della situazione della nostra città? che scelse di affidarmene la regia insieme ad Antonio Ruocco. Do- «Penso sia fondamentale. La nostra città ha una ricchezza veva essere una specie di saggio accademico di fine d’anno e mai che non riesce a valorizzare come avviene all’estero. ci saremmo aspettati di vincere un Nastro d’Argento, di pre- Fare cultura vuol dire partire dalle cose più sem- sentarlo a Venezia dove siamo stati colpiti dal calore che plici, da quello che è alla portata di tutti. Bi- ci ha circondato. È stata una gioia immensa». sogna evitare che la parola incuta timore e Arriviamo a Gelsomina Verde. Come ti sei tro- venga respinta per senso di inadeguatezza». vata a recitare in una location così particola- Veniamo al presente. A cosa stai la- re e tanto diversa dai luoghi dove la vicenda si vorando? è consumata? «Sto lavorando ad un nuovo corto, que- «Credo sia stato un bene girare a Polverigi senza es- sta volta da sola, che in realtà è già in fase sere in qualche maniera condizionati dal luogo dove si è di montaggio e che si intitolerà “Corian- svolta la vicenda. Stare tutti insieme ci ha consentito di doli”. Sarà difficile replicare quanto acca- entrare nella storia ripercorrendola in tutte le sue fasi. duto con “Sufficiente” ma ci provo. Inoltre stia- Parlare poi con Francesco, il fratello di Gelsomina, mo lavorando anche ad un lungometraggio ascoltare i suoi racconti, vedere gli oggetti apparte- che mi piacerebbe girare nel territorio che mi nuti a questa ragazza è stato per me come riceve- accoglie da quando sono nata, anche per un re un pugno nello stomaco. Si tratta di una sto- senso di riconoscenza per tutto quello che mi ria forte, molto forte, che andava raccontata per ha dato». come si è svolta e penso che Massimiliano sia sta- Ti piacerebbe essere protagonista di una to capace di rappresentarla con il giusto taglio, serie tv? portando sullo schermo un prodotto finale che sta «Certo. Sono molto affascinata dalle serie te- tra il film ed il documentario». levisive. Parlando di una serie come “Gomorra”, al Eri già nel cast di “Centoquattordici” di là delle critiche, è indiscutibile che sia stata gira- sempre con Massimiliano, che evoluzione ta molto bene. Partecipare ad una produzione si- è stata per te la partecipazione da pro- mile sarebbe stimolante e sarebbe importante che tagonista a questo film? a girarla fosse un regista esperto e capace di va- «Ero nel cast ed interpretavo l’amica lorizzare l’interpretazione come mi è succes- di Gelsomina, ma già si andava delineando so con Alessandro D’Alatri ne “I bastardi di il ruolo di Gelsomina che poi mi è stato af- Pizzofalcone”».

sabato 26 giugno 2021 73 METTI UNA SERA A CENA Ammor La cucina tradizionale partenopea

Da Cava de’ Tirreni a Via Medina nel cuore pulsante di Napoli la seconda apertura di un ristorante-trattoria guidato da una verace famiglia napoletana che mostra grande rispetto nei confronti della cucina partenopea senza dimenticare l’innovazione per raggiungere le nuove generazioni che così possono scoprire la tradizione delle nonne

l cibo, per Eduardo, non era solo qualcosa che «I serve a sfamarci o a soddisfare la nostra golo- sità, ma soprattutto ciò che ci mantiene in vita e quindi una cosa da amare, da rispettare. Una cosa sa- cra insomma». A raccontare ciò è stata Isabella Qua- rantotti, ultima moglie del drammaturgo napoletano Eduardo De Filippo, venuta a mancare nel 2005. Un ri- cordo di poche parole che spiegano chiaramente il si- gnificato che il napoletano attribuisce alla cucina: la sua necessità non soltanto fisiologica ma psicologica, l’amo- re e la religiosità che nutre nei suoi confronti perché de- positaria di tradizioni, ricordi, affetti che purtroppo non ci sono più, sensazioni uniche purtroppo cadute in di- suso per lasciare spazio all’estetica, alla vana apparen- za, utili più a vivere un’esperienza piuttosto che a riem- pire lo stomaco. La scelta di riportare un pensiero di un napoletano ve- race che ai suoi tempi è stato capace con le sue opere di offrire un quadro allora lungimirante ed oggi tra l’altro ancora validissimo della società attuale non è per nulla casuale, perché a via Medina, praticamente al centro di

74 sabato 26 giugno 2021 Napoli, da circa un mese è stato inaugurato un ristorante- trattoria che ha fatto dell’amore per la tradizione e del desiderio di tramandare alle nuove generazioni cono- scenze e valori che altrimenti cadrebbero nell’oblio la sua filosofia. Si tratta di Ammor – Cucina e Tradizione, alla sua seconda apertura dopo l’esordio a Cava de’ Tirreni nel dicembre 2019 che nonostante le difficoltà causate dalla pandemia ha avuto un riscontro positivo e di gran- de successo, al punto da spingere la famiglia Festa, na- poletana verace, ad intraprendere questa nuova avven- tura nella propria città, nel centro storico, per continuare a far vivere nel tempo, seppur rivisitata con qualche toc- co di innovazione, la cosiddetta “cucina delle nonne”, un vulcano di sapori difficile da spiegare a parole e com- prensibile soltanto assaggiando quei piatti. Come si fa- cevano allora, con i loro procedimenti originali che ri- chiedevano attenzione, tanta passione, smisurata pazienza, a cui oggi va combinata una materia prima di grande qua- lità, peculiarità decisiva per fare la differenza. Basta soltanto entrare nel locale per cogliere tutto que- sto. Il cuore sacro scelto come simbolo del brand con il suo colore rosso accattivante e di forte impatto, l’acco- glienza da parte della proprietà, la profondità che salendo le scale si percepisce dall’aspetto cromatico delle pare- ti e dal design scelto per l’arredamento che oscilla con grande equilibrio tra il classico e il moderno. E poi l’esperienza al tavolo, con la possibilità di scegliere portate di terra e di mare che hanno rivelato sin dal- l’odore, e poi col sapore, l’attenta ricerca della materia prima, la bravura ai fornelli della cuoca e la capacità im- prenditoriale di una famiglia a cui piace mangiare bene e che soprattutto punta a far mangiare ancora meglio i propri clienti. «L’obiettivo di iniziare a Cava de’ Tirreni è stato quel- lo di far conoscere la vera cucina napoletana tradizio- nale, come la si mangiava ai tempi dei nonni che ci han- no tramandato la cultura degli alimenti e le varie mo- dalità di preparazione. Naturalmente oggi la ripropo- niamo in una forma leggermente rivisitata, sia nella pre- parazione che nella presentazione al tavolo, per comu- nicare la nostra fedeltà alla tradizione ma al tempo stes- so far percepire la nostra apertura all’innovazione ed al cambiamento dei tempi. Per questo il nostro brand si chia- ma Ammor, per combinare tra loro l’amore che si deve avere ai fornelli e il sentimento che unisce le persone. Inizialmente Cava de’ Tirreni ci ha accolto con un po’ di diffidenza, ma col passare del tempo hanno percepi- to la nostra umiltà, il rispetto per i loro piatti e la tra- dizione ed hanno cominciato ad apprezzarci molto. Dai

sabato 26 giugno 2021 75 60 coperti lì a Corso Umberto oggi invece siamo arri- vati con il nuovo locale di via Medina a 120. Questa po- sizione così centrale è stata da noi scelta perché volevamo rimanere vicino alle nostre origini, noi siamo di Piazza Mercato, e poi perché molti clienti napoletani che ve- nivano a mangiare a Cava ci hanno sempre chiesto quan- do avremmo aperto una sede a Napoli. E noi abbiamo voluto accettare questa sfida». Così ci ha introdotto nel mondo di Ammor il proprietario Gerry Festa, parlando della nuova apertura a Via Medina e del locale di Cava de’ Tirreni da cui tutto ha avuto inizio. Seduti al tavolo, il menu offre una ricca scelta. Portate soprattutto di terra, anche se il mare non manca. Nien- te pizza perché, come lo stesso Gerry spiega, «avevamo due forni e per scelta abbiamo voluto eliminarli. I no- stri clienti devono identificarci per la cucina. Oltre ai no- stri piatti di terra abbiamo preferito proporre poche por- tate di mare ma di prima qualità. Proprio perché ci pia- ce molto mangiare e per la ristorazione spesso giriamo il mondo, ci abbiamo tenuto particolarmente ad accon- tentare tutta la clientela ampliando la nostra offerta». Grande successo ed ottime recensioni sin dal primo gior- no di apertura a Napoli, una conferma ma soprattutto una sfida intrapresa nel migliore dei modi e che a quan- to pare col passare del tempo sarà ampiamente supera- ta: «Per questo ci tengo a ringraziare la nostra chef Da- niela che è la forza di quest’azienda, perché con la sua capacità organizzativa in cucina e la sua predisposizio- ne a lavorare duro ha saputo valorizzare la nostra offerta contribuendo alla nostra crescita. Poi ringrazio il di- rettore, il cui ruolo è fondamentale per offrire un ser- vizio in più al cliente e capire se è andato tutto bene al tavolo, perché ci sta dando un aiuto significativo mettendo nel nostro progetto il cuore e tutto l’amore possibile. In- fine grazie a tutti coloro che ci stanno seguendo e che ci stanno dando grandi soddisfazioni». Dietro alle preparazioni di Ammor c’è Daniela La Ragione, proveniente da Battipaglia, a cui si deve gran parte del successo del ristorante: «Spero di rimanere sempre con loro perché dal primo momento mi sono trovata benis- simo. Con quest’esperienza è come se fossi tornata alle origini, perché anni fa lavoravo nell’agriturismo di fa- miglia. Poi ho viaggiato molto e mi sono appassionata anche alle preparazioni di mare. La sola cosa che con- ta per me è soddisfare le persone al tavolo, in quanto sono sempre stata più per l’essere che per l’apparire». Una don- na, nonostante il mestiere da chef si tenda a considerarlo più da uomo, la quale a proposito della disparità di ge- nere ha chiarito che «fare lo chef è un lavoro pesante,

76 sabato 26 giugno 2021 perché richiede un grande sforzo fisico. Inoltre chi fa que- sto mestiere deve dimenticare la famiglia perché soli- tamente durante le feste, le domeniche, i compleanni si lavora e di tempo per sé non ce n’è. Per fortuna il nu- mero di donne in cucina sta crescendo, anche se la ve- rità è che non c’è parità. Una donna per farsi valere deve lavorare più di un uomo e quando si presenta in un po- sto per lavorare viene guardata sempre con un occhio diverso». Ad assicurarsi che la clientela esca soddisfatta dal locale è il direttore Donato Balzerano, napoletano di Posilli- po. Una grande esperienza alle spalle nel campo della ristorazione e una forte vitalità che si evince dalla sua partecipazione al progetto Ammor: «Quando mi è stato proposto di fare il direttore a Via Medina, ho pensato che si trattasse di una sfida da cogliere, perché oggi investire in questo settore a Napoli è diventato davvero molto dif- ficile. Ammor ha un target particolare che vuole distin- guersi dalla massa e soprattutto una grande voglia di cre- scere sempre di più. I margini di miglioramento sono ampi e con la proprietà che è sempre presente ed il tem- po le cose andranno sempre meglio. L’apertura alla clien- tela più giovane è importante perché sono i giovani oggi ad uscire di più, oltre ad essere il nostro futuro». Un importante balzo in avanti per Ammor con l’apertura a Napoli, una crescita che nei programmi non si con- cluderà qui perché la bontà e la ricercatezza dei piatti, la bellezza del locale, la determinazione della proprie- tà e la competenza di tutto lo staff lasciano immagina- re un futuro più che radioso. L.G.

sabato 26 giugno 2021 77 OCCHI STRESSATI DAI MONITOR???

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Per il musicista napoletano il festival rappresenta l’occasione per una ripartenza comune e condivisa dopo un isolamento innaturale per la musica. Sacchi ha curato la sezione “7 gradi” che inizierà il 28 giugno e si concluderà il 4 luglio e poi per l’autunno l’artista sta lavorando ad un interessante progetto con al centro la musica napoletana Intervista di Pasquale Raicaldo

è un mondo che riparte, dopo la pandemia, e ha le note gestivi della città, l’afflato collettivo di un settore che ha di una sonorità orgogliosamente partenopea. Un mon- conosciuto la crisi. E che ora riparte, eccome se riparte. C’ do che si è dovuto fermare e che non vedeva l’ora di «L’auspicio è che la pandemia sia alle spalle. La scorsa estate era rimettersi in moto. Perché «tutte le arti performative hanno tutto più incerto, ora confidiamo in una ritrovata stabilità che ci sug- sofferto e continuano a soffrire e questo festival è l’importante gerisce che si possa mettere tutto finalmente a regime. Se abbiamo sof- occasione per una ripartenza comune e condivisa, a lungo au- ferto? Certo. La dimensione dell’incontro con il pubblico è stata ad spicata». Il festival è il Campania Teatro Festival, che partito il un tratto soppressa, e per chi fa proprio del feedback costante con la 12 giugno andrà avanti sino all’11 luglio. Ben 159 gli eventi gente una cifra fondamentale della propria performance è stato come e gli spettacoli divisi in 10 differenti sezioni, con 70 debutti perdere una parte importante di sé. Di più: è stato difficile anche in- assoluti e 3 nazionali. Le parole, uno straordinario concentrato contrarci, tra musicisti, per provare. Una sottrazione al nostro ‘fare’ d’orgoglio e d’ottimismo, sono di Massimiliano Sacchi, mu- che ci ha obbligati a ripiegare sulle registrazioni, su attività solita- sicista di talento, apprezzato clarinettista, che cura la sezio- rie e limitate. Ecco perché oggi abbiamo tanta voglia di rimetterci ne 7 gradi, una settimana di concerto nel cuore del Real Bo- in gioco». sco di Capodimonte. Si parte il 28 giugno con “The funkin’ machine”, un live set Sarà una simbolica ripresa di alcuni degli spazi più sug- pieno di suggestioni, tra squarci di psichedelica e strizzate d'oc-

sabato 26 giugno 2021 79 chio alla club culture. Sul palco Andres Balbucea (voce e synth), dolino e mandoloncello), Alessandro Butera (chitarra manouche Alessio Pignorio (chitarra elettrica), Roberto Porzio (keybo- e mohan veena), Gianluca Trinchillo (chitarra classica) e Bru- ards), Vincenzo Lamagna (basso), Paolo Bianconcini (per- no Belardi (contrabbasso). cussioni) e Salvatore Rainone (batteria). Il 29 giugno ecco Il 1 luglio spazio a un tributo d'autore ad un'artista unica, va- “Oportet”, con la presentazione del cd Scandala e un piano- gabonda, potente, Joni Mitchell, che nel 1971 pubblicava il suo trio in cerca del suono, tra riduzionismo, post-rock e hard-core. album più rappresentativo e che rivive in “Joni... I love U”, L'arte dell'improvvisazione trova la formula della pop song, con Fabiana Martone (voce) e Luigi Scialdone (chitarre). Il in scena Marco Fiorenzano al pianoforte, Umberto Lepore 2 luglio il virtuoso ed eclettico chitarrista Marcello Gianni- al contrabbasso e Stefano Costanzo alla batteria. Il 30 giu- ni presenta l’album “Teresa”, il suo quarto da solista, tra blues gno spazio alle vibrazioni delle corde, a tutti i colori della luce primitivo e sonorità morriconiane. Sul palco con lui Dario De e del paesaggio mediterranei, interpretati in “Malhuma” da Luca (chitarra), Marco Castaldo (batteria) e Vincenzo Lamagna un ensemble formato da Marcello Smigliante Gentile (man- (basso). Il 3 luglio in scena “Ten dead tangos”, un proget-

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Foto 1 – l’ensemble formato da Marcello Smigliante Gen- tile, alessandro butera, Gianluca Trinchillo e bruno belardi in “Malhuma” Foto 2 – “Joni... I love U” con Fabiana Martone e luigi Scialdone Foto 3 – Il progetto di ernesto nobili che gira intorno alle 2 3 suggestioni derivate dal tango “Ten dead tangos”

80 sabato 26 giugno 2021 to di Ernesto Nobili che gira intorno alle suggestioni deri- «Il bosco di Capodimonte proietta Napoli e il Campania Tea- vate dal tango, dalla musica di Weimar e dall’est europeo, con tro Festival in una dimensione europea, sulla falsariga delle metro- un’anima voodoo e suggestioni post rock. Con Nobili sul pal- poli che valorizzano le grandi aree verdi con festival e concerti. Ed co Giosi Cincotti (piano e fisarmonica), Davide Afzal (basso), è un momento di particolare splendore per Capodimonte, complice Jonathan Maurano (batteria ed elettronica) e, special guest, la gestione di Bellenger. Il programma musicale prenderà forma al proprio Massimiliano Sacchi. Infine, dulcis in fundo, il 4 lu- Cisternone, in un piccolo anfiteatro con un centinaio di posti. Esi- glio “Saravà, Napoli tropicale”, un viaggio, in parole e mu- birci qui vuol dire ampliare ulteriormente la biodiversità culturale sica, attraverso la musica popolare brasiliana. A dargli vita Luca di una città in crescita e condividere con lei lo spazio del quale mol- Iavarone (voce e racconto, piano, chitarra), Felipe Muniz, Lui- ti napoletani non hanno ancora pienamente apprezzato la trasfor- gi Scialdone, Salvatore Rainone, Guglielmo Pinto (Gibbone), mazione». Bruno Tommasello, Francesca Diletta Iavarone, Marianna Fio- E proprio qui potrebbe prendere forma, in autunno, il nuo- rillo, Valentina Conte, Silvia Spiri e – tra gli ospiti della se- vo progetto di Massimiliano Sacchi, un piccolo festival rata – Brunella Selo, Francesco Bove (che ha contribuito ai te- di opera buffa napoletana. Un nuovo e intrigante tassel- sti dello spettacolo) e Calmo. lo nell’offerta culturale di una Napoli che torna in fer- Un programma interessante e molto vario e poi c’è in chiu- mento, dopo il lockdown culturale. sura la performance personale del curatore. «Questa è strutturalmente una città vibrante e lo è sin dalle sue «Sono molto orgoglioso di questo spettacolo – spiega Sacchi – suggestive origini mitologiche che si intrecciano non casualmente con perché avevo proposto a Iavarone l’idea di rappresentare il tropica- il canto di una sirena. Una città, Napoli, che vibra di sé ed è ben di- lismo brasiliano in un racconto intrecciato con Napoli, una produ- sposta a farlo. Speriamo che chi si occuperà di cultura, con la nuo- zione ad hoc che nasce da una mia visione. In generale abbiamo im- va amministrazione, abbia uno sguardo illuminato, anzitutto nel- maginato un percorso musicale, quello che contraddistingue la quin- l’interesse della vita cittadina e di riflesso per assecondare la cresci- ta edizione della rassegna, dedicato ad un pubblico ampio ed etero- ta turistica degli ultimi anni. Perché la vibrazione sia autentica, deve geneo che abbraccia più generi e realtà musicali e che vuole soprat- coinvolgere l’anima della città. Cosa manca a Napoli? Un Audi- tutto mostrare il fermento musicale napoletano, che è ricchissimo di torium per la musica». qualità, e non tutti ne hanno percezione. Per questo ho avuto dav- Poi, lo sguardo torna al passato recente. vero l’imbarazzo della scelta mentre preparavo la programmazio- «La pandemia ha portato alla luce i nodi e le contraddizioni del ne: il fatto stesso che abbia ripensato in queste ore ad artisti rimasti sistema degli spettacoli, a cominciare da quanto è sommerso, quan- fuori, e che avrebbero meritato di esserci, fotografa la ricchezza del- ti sforzi ci siano dietro uno spettacolo, una performance. Prima, al le proposte partenopee». grande pubblico era chiara solo la punta dell’iceberg. Chissà che non Alla radice del nome della rassegna, “7 gradi”, c’è la teo- possa esserci una svolta: del resto, il lockdown ha evidenziato come ria dei gradi della separazione… ci animi un bisogno primario di performanza artistica, di storie e «Anche le cose all’apparenza più diverse sono collegate. Voglia- di musica. Non riusciamo a vivere senza, e la pandemia ci ha aiu- mo valorizzare il gesto strumentale, il dialogo tra gli strumenti, la tato a comprenderlo». bellezza del live». Anche per questo, in fondo, c’è profonda voglia di riparten- Poi c’è la location di rara suggestione… za.

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Foto 4 – La copertina dell’album “Teresa” pre- sentato al festival dall’eclettico chitarri- sta Marcello Giannini Foto 5 – “Saravà, Napoli tropicale” un viaggio in parole e musica attraverso la musica popolare brasiliana 4 5 Foto 6 – Massimiliano Sacchi

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IL TEATRO Casa del Contemporaneo Passione e progettualità

Giovanni Petrone, Presidente del Centro di Produzione Teatrale Interviste creato nel 2015 grazie alla fusione di tre centri teatrali, ripercorre di Bruno Marchionibus Le photo la storia dell’ente e introduce gli spettacoli che Casa del di Giovanni Petrone Contemporaneo ha prodotto per il Campania Teatro Festival 2021 sono di Pino Miraglia

miei genitori avrebbero voluto che lavorassi in am- poraneo”? bito economico. E la cosa divertente è che, anche «Casa del Contemporaneo, uno dei tre Centri di Produzio- «I se attraverso il palcoscenico, oggi in un certo sen- ne Teatrale in Campania riconosciuti dal Ministero della Cul- so sono arrivato a esaudire il loro desiderio». tura (gli altri due sono il Teatro Sannazaro e il Teatro Diana È così che Giovanni Petrone, Presidente de Le Nuvole e di ndr), può essere definita come una creatura giovane dalle radi- Casa del Contemporaneo, racconta con una buona dose di iro- ci antiche. Questo progetto, infatti, è sì nato nel 2015, ma attra- nia la sua parabola professionale, che a partire dal suo gran- verso la fusione di tre enti con un’attività pregressa trentennale de amore per il teatro lo ha portato fino a prendere in mano che si rivolgevano a pubblici molto diversi tra loro». le redini di una realtà artistica così importante. «Da ragazzo Quali erano queste entità preesistenti? il teatro era “la mia droga”, una passione irrefrenabile; la «Le Nuvole, la realtà che rappresento e di cui sono ancora passione, d’altra parte, è un elemento fondamentale per chi Presidente, che si è sempre occupata di Teatro per l’Infanzia. La sale sul palco, considerando che quasi mai l’impegno pro- Compagnia del grande Enzo Moscato, autore di respiro inter- fuso corrisponde ai risultati economici sperati». nazionale, che è una compagnia di teatro di ricerca basata sul- Ed è proprio l’amore per il suo mondo la prima cosa a tra- la drammaturgia. La Fondazione Salerno Contemporanea, che sparire dalle parole di Petrone, pronto a ricordare col sor- conserva al suo interno l’anima del Teatro Nuovo di Napoli. Fon- riso quando, iscrittosi all’Università, andava a sostenere gli dere assieme tre società con una lunga storia e una grande ca- esami con gli strumenti già pronti in macchina per poi suo- ratterizzazione come queste è stata una bella scommessa, e quel- nare di sera. lo che abbiamo vissuto in questi anni ha fatto sorgere in me una Presidente, quando e come nasce “Casa del Contem- convinzione».

sabato 26 giugno 2021 83 Quale? put, dandoci al contempo un piano di regole molto rigide col fine «Quella che l’esperienza è un fattore importante, ma non deve di far continuare, per i primi anni, i filoni delle tre aziende qua- mai diventare una gabbia. Il ‘si è sempre fatto così’, infatti, non si come se fossero ancora autonome. Noi artisti siamo anarchi- guarda al mondo che cambia e di- ci per natura e impiantare una se- venta estremamente limitante. L’idea rie di norme interne da seguire e è stata quella di provare a fare far rispettare è stato un elemento qualcosa di nuovo, tracciare una li- fondamentale per la buona riuscita nea che potesse unire i differenti pub- del progetto». blici delle nostre tre differenti real- Un progetto che va avanti a tà, dai bambini agli adulti, in modo gonfie vele, tanto che al che il prodotto culturale potesse ri- “Campania Teatro Festival” volgersi a tutti, pur venendo poi de- avete già presentato un pri- clinato da ogni spettatore in modo personale e diverso, come è giu- mo spettacolo… sto che sia». «Assolutamente. Il 12 ha debuttato “Dov’è la vittoria”, un Come mai la scelta del nome “Casa del Contempora- testo elaborato dal giovane collettivo BEstand di Chiara Cuc- neo”? ca. La produzione è nostra e del Teatro Mercadante per la re- «È un nome che corrisponde al percorso che avevamo im- gia di Giuseppe Maria Martino e lo spettacolo, attraverso la scrit- maginato. “Casa” indicava il luogo in cui le nostre differenti re- tura di Agnese Ferro, Dario Ponsiglione e lo stesso Giuseppe Ma- altà confluivano insieme, restando fedeli alla volontà comune di ria Martino, parla di un personaggio in grande ascesa, Gior- rivolgersi a linguaggi teatrali contemporanei». gia Meloni, affrontando in maniera critica il tema del trasfor- È stato facile far convivere queste diverse realtà tra loro? mismo e della personalizzazione della politica». «All’inizio dei dubbi c’erano, nonostante io, Iginia di Na- Poi un secondo appuntamento teatrale di qualità ed poli, che oggi è il Direttore Artistico, e Claudio Affinito, il legale infine un’incursione nella musica… rappresentante della Compagnia Teatrale Enzo Moscato, ci co- «Anche quest’anno, poi, l’organizzazione ha chiesto a Enzo noscessimo da molto tempo. La molla che ci ha spinto a portare Moscato di regalare al Festival la rappresentazione di un suo te- avanti questo progetto è stata il fatto che, nel 2014, è cambiata sto. Così il 29 ed il 30 giugno alle Praterie della Capraia a Ca- la legge che finanzia lo spettacolo dal vivo. Lo Stato, in quel con- podimonte in debutto andrà in scena “Museo del popolo estin- testo, suggeriva di far accorpare gli enti tra loro per evitare un’ec- to”. Il terzo progetto è infine “7 gradi”, realizzato da Massimiliano cessiva frantumazione dei contributi pubblici che danneggiava Sacchi, che consiste in alcuni percorsi contemporanei sulla mu- i lavoratori del settore. Abbiamo così deciso di seguire quell’in- sica con sette spettacoli musicali in scena dal 7 al 13 luglio».

84 sabato 26 giugno 2021 IN PRIMO PIANO

Enzo Moscato “Museo del popolo estinto”

ph. Fiorenzo De Marinis

n Vico Lungo Teatro Nuovo, come spiegato dallo stesso Moscato nel cuore di Napoli, la Sala nella scheda dello spettacolo, è in- Anche questa I Assoli è un’oasi felice di cul- centrata sulla «progressiva, ma inar- tura e di espressione artistica. E se- restabile estinzione, di popolo e cul- edizione del dere sui divanetti del Teatro, oltre a tura, della gens neapolitana»; una Campania Teatro regalare l’emozione del vedere l’ar- gens neapolitana che, però, «potreb- te che prende vita grazie all’opera de- be paradossalmente ancora sanarsi, Festival sarà gli attori, è un po’ come entrare in salvarsi, ri-vivificarsi». una dimensione fuori dallo spazio e Maestro, come nasce “Museo del impreziosita dal tempo. Nella Sala sembra di es- popolo estinto”? sere, infatti, lontani anni luce dal caos «“Museo del popolo estinto” è un da un testo dei drink e delle compagnie di ra- qualcosa di nuovo che però mi portavo gazzi troppo spesso senza regole che dentro da anni, sul quale di tanto in tan- del grande si trovano a distanza, invece, di una to avevo buttato giù delle piccole frasi, semplice porta. È qui che il Maestro dei personaggi, quasi come fossero ap- drammaturgo Enzo Moscato, drammaturgo, regi- punti. La scrittura di un testo per me na- napoletano, sta, attore e docente di filosofia, ha sce così, da molto lontano; quando vie- diretto le prove di Museo del popolo ne un’idea la si scrive da qualche par- in scena il 29 estinto, il testo partorito dalla sua te, anche se in quel momento non si av- penna che andrà in scena, nell’ambito verte l’esigenza immediata di farla di- e il 30 giugno del Campania Teatro Festival, il 29 e ventare il lavoro a cui dedicarsi. Il Tea- il 30 giugno a Capodimonte (Prate- tro nella mia visione è un laboratorio in- a Capodimonte rie della Capraia – ingresso da Por- teriore ed esteriore continuo. Questa ta Miano). Una rappresentazione che, rappresentazione, che porteremo in sce-

sabato 26 giugno 2021 85 ph. Cesare Accetta na il 29 e il 30 giugno, credo che abbia “Premio Riccione”, che poi vinsi al- na? In che vesti? radici lontane perché si possono trova- l’unanimità. L’approvazione di una «Diciamo che io sono inventore del re delle sue tracce, tra somiglianze e dis- giuria altamente qualificata, formata da testo, che è un po’ difforme rispetto ad somiglianze, in altri testi che ho scrit- nomi quali ad esempio Franco Quadri altri miei precedenti lavori avvicinan- to e in altre cose che ho fatto. D’altra par- e Marisa Fabbri, mi diede la spinta a dosi più a Beckett che non, per esempio, te mi sono sempre mosso su più binari, credere che il Teatro potesse davvero di- a Genet, ma anche regista e “manipo- naturalmente a partire dalla scrittura, ventare il mio mondo. Una convinzio- latore” delle psicologie e dei corpi degli che è stata la mia prima pulsione sin dal- ne divenuta realtà anche grazie all’in- attori. Dal punto di vista della mia pre- l’adolescenza; il teatro ha avuto un contro con Claudio (Affinito, ndr), che senza in scena non so ancora se avrò un ruolo massiccio nella mia produzione ma era l’amministratore dei Santella, con cui ruolo centrale o marginale. Per me che in ambito letterario, pur se più raramente, cominciammo una piccola avventura di vengo dalla filosofia giocare sull’as- ho tirato fuori anche altro». compagnia. Con quell’esperienza ci senza-presenza è una situazione idea- Aprendo una parentesi sui suoi rendemmo conto che quello che propo- le: esserci e non esserci, un po’ come han- esordi, lei si è avvicinato al mon- nevamo piaceva al pubblico, col mio modo no fatto anche i grandi del passato. Lo do del teatro quasi per caso… di essere, di scrivere e di recitare che non stesso Eduardo a un certo punto si ri- «Sì. Ero docente di storia e filoso- veniva da nessuna scuola, dato che io servava dei ruoli diversi per dare agio fia nei licei e l’insegnamento mi piace- sono nato nei vicoli e si può dire che tut- agli attori di avere il centro della sce- va, soprattutto per il rapporto con gli stu- ta la mia drammaturgia provenga da lì. na». denti. Nel frattempo, però, scrivevo, A quel punto, andando avanti, ho com- La rappresentazione, leggendo la anche se più per diporto che per profes- piuto la scelta rischiosa di lasciare la scheda da lei scritta, tratta della sione. È stato il destino a portarmi su scuola e dedicarmi pienamente al Tea- condizione del popolo napoletano. questa strada; il mio amico Annibale tro... Ed eccomi qua». Quanto la visione dei napoletani Ruccello, infatti, mi spinse a partecipa- Tornando a “Museo del popolo è ancora stereotipata? re con un mio testo, “Piece Noir”, al estinto”, la vedremo anche in sce- «I napoletani hanno sicuramente,

86 sabato 26 giugno 2021 come tutti i popoli, delle peculiarità pro- immaginato due archi, figure che spes- prie per storia, folklore, genetica; ci so ritornano nel mio Teatro. Il materiale sono però degli stereotipi come quello che della nostra scenografia è la carta, ma- ci vede sempre gioiosi o superficiali. teria non solida ma fluida che si può Massimo Troisi è stato un genio, ma stracciare, e io stesso spesso l’ho stracciata. quella che lui proponeva era la carica- A teatro la sera si crea e la mattina dopo tura del pensiero che gli italiani aveva- si distrugge, per ricreare nuovamente la no su di noi. Mi è capitato in passato di sera successiva. Il teatro è sì ripetizio- portare in scena spettacoli provocatori su ne, ma anche differenza. In scena va sem- questo tema. Una volta, per esempio, feci pre la stessa replica che, però, in realtà uno spettacolo su Pulcinella, che in re- non è mai la stessa. Lo spettatore ha di- altà è una maschera tristissima, la rap- ritto di vedere ordine e disordine». presentazione della disperazione e del- A proposito qual è il suo rappor- la fame di un popolo che è sempre stato to con il pubblico e col successo? povero; tutt’altro rispetto agli spaghet- «Beh, “successo” non vuol dire nul- ti e ai cornetti portafortuna». la. È chiaro che fa piacere avere un’ap- C’è, all’interno del testo, anche un provazione piuttosto che una disap- accostamento molto particolare… provazione, ma questo passa attraverso «Sì. Lo spettacolo è un omaggio ad un dialogo con i propri spettatori. In pas- Artaud. Il drammaturgo francese fu de- sato più volte dopo gli spettacoli mi sono finito “il suicidato della società”; una de- ph. Fiorenzo De Marinis fermato a parlare col pubblico per ave- finizione che, a mio parere, si addice per- re un confronto, e spesso le cose che mi fettamente anche a Marilyn, che ho vo- semplice… venivano dette le ho trovate giuste. luto così inserire tra le varie figure evo- «Sì, per me il Teatro è “Io e Tu”, Trovandomi poi io a rispondere e a in- cate nella scrittura del testo, in un pa- quello caratterizzato dalla semplicità e tegrare la loro visione, la sensazione era rallelo proprio con Artaud». dall’essenza che erano proprie dei Gre- quella di avergli fatto raggiungere una Dal punto di vista scenico avete ci, che oggi invece si sono perse. Il mio comprensione globale». optato per una scenografia molto scenografo storico, Tata Barbalato, ha B.M.

Parola ad Anita Mosca Museo del popolo estinto (Ovvero ‘Carnaccia’) Anita Mosca, attrice e traduttrice in porto- Scrittura, progetto scenico, regia ghese dei testi di Enzo Moscato, ci parla Enzo Moscato anche lei di Museo del popolo estinto, che la con Benedetto Casillo, Enzo Mo- vedrà in scena a Capodimonte. scato, «Innanzitutto questo spettacolo è un omaggio Vincenzo Arena, Tonia Filomena, ad Artaud. È forse il testo più osato di Enzo, per- Amelia Longobardi, Emilio Massa, ché siamo di fronte a una vera e propria esplo- Anita Mosca, Antonio Polito sione della parola, alla concentrazione del suo Scene e costumi Tata Barbalato significante. Oserei dire che ci troviamo di fronte Luci Cesare Accetta a degli sprofondamenti dell’anima, in cui poi ov- Musiche Dimomos viamente, a Capodimonte dove andremo in Assistente alla regia Anita Mosca scena, ognuno avrà le proprie visioni e percezioni Fonica Teresa Di Monaco legittime di ogni spettatore. Noi attori ci siamo Organizzazione Claudio Affinito preparati molto, siamo qui da più di un mese. Al- Produzione Compagnia Teatrale l’inizio anche noi abbiamo fatto al Maestro molte Enzo Moscato/Casa del Contempo- domande sul testo; quando poi abbiamo smesso raneo di porre quesiti e ci siamo fatti carne in scena as- Capodimonte – Praterie della Capraia sumendo su di noi il peso materico di queste pa- (porta Miano) role, abbiamo trovato una chiave comune per 29, 30 giugno ore 21.00 interpretare le parole stesse». durata 1h+40min

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IL SOGNO REALE Successo ed atmosfera nel Giardino dei Principi Le prime tre serate dedicate a “Il sogno reale”, progetto fortemente voluto da Ruggero Cappuccio e curato da Marco Perillo, sono state molto apprezzate dal pubblico presente. Ora dal primo luglio sino all’undici sono previsti gli altri spettacoli della sezione Progetti Speciali del Campania Teatro Festival sempre nella splendida location del complesso di Capodimonte

a suggestione del posto e la bellezza dei racconti puntamenti qualche riflessione su queste prime tre hanno determinato sin dai primi tre appunta- serate. L menti il successo per la rassegna voluta da Rug- «Ruggero ha scelto con grande cura il luogo che avrebbe gero Cappuccio e curata da Marco Perillo. fatto da sfondo a questa rassegna dedicata ai Borbone. Il pub- Il sogno reale ha trovato proprio nel Giardino dei Prin- blico è rimasto affascinato da questo platano che appare come cipi a Capodimonte il suo ideale col- una scenografia naturale e il poter as- locamento con lo splendido plata- sistere seduti in un giardino, godendosi no a fare da sfondo agli attori im- la frescura serale dopo una giornata pegnati. La bellezza per i Borbone calda tipica della stagione, è stata una in ogni momento della giornata era sistemazione gradita per i presenti. qualcosa a cui non potevano ri- L’unico rammarico, visto che i posti di- nunziare ed assistere alle letture sponibili sono stati prenotati in anti- drammatizzate da parte di Sonia cipo, è rappresentato dal fatto che non Bergamasco, Alessandro Preziosi e abbiamo potuto programmare delle Lina Sastri all’imbrunire e nella repliche per le vigenti disposizioni quiete di quello splendido giardino che hanno limitato il campo d’azione è stato per tutti i presenti come ri- sugli orari». tornare a vivere una serata di Direi che anche gli attori sono un’epoca passata in un luogo in- apparsi ben integrati in que- cantevole. st’atmosfera speciale… I testi proposti dai primi tre scrittori, Silvio Perrella, «Penso si possa dire che la magia del luogo è arrivata a Wanda Marasco ed Elisabetta Rasy, ci si augura possano tutti. Ritengo che in queste occasioni in particolare Capodi- essere presto pubblicati per essere a disposizione di chi monte si possa qualificare come il luogo più europeo che ab- volesse rileggerli. biamo a Napoli. Andare al museo, girare nel parco, sedersi Con Marco Perillo prima di parlare dei prossimi ap- nel giardino e assistere nel silenzio serale ad una rappresen-

sabato 26 giugno 2021 89 tazione teatrale allo stesso tempo e nello stesso luogo è una pos- sibilità rara. I tre interpreti poi hanno saputo con la loro qua- lità interpretativa esaltare i tre racconti che, pur con stili di- versi, hanno raggiunto lo scopo di creare interesse per le sto- rie che hanno portato all’attenzione del pubblico». Veniamo al quarto appuntamento previsto per gio- vedì 1o luglio... «Si tratta di un testo di Emanuele Trevi (fresco di no- mina nella cinquina finale per il Premio Strega di quest’anno) che ha il sapore dell’autobiografia. Nel racconto sono presenti ricordi diretti giunti all’autore attraverso i racconti della non- na. Non a caso il titolo è “Mia nonna e i Borbone”. A leg- gerlo sarà Iaia Forte». Sabato 3 luglio è invece in programma “Agata e la regina”, un racconto di Pier Luigi Razzano letto da Euridice Axen… «Si tratta di un testo ambientato nel 1836 ed ha per pro- tagonista una donna napoletana, Agata, incarcerata alla Vi- caria per essere stata trovata in possesso di gioielli pensati come frutto di refurtiva. La protagonista vive proprio nel Bosco di Capodimonte nel Casino della Capraia ed il racconto ver- te sull’incontro che Agata fa nei giardini del Bosco con la Re- gina Maria Cristina di Savoia, moglie di Ferdinando II e madre del famoso Franceschiello, considerata una santa». Lunedì 5 luglio sarà la volta di Claudio Di Palma che leggerà un tuo racconto intitolato “Il pentimento del Principe d’Elbeuf ”… «Ho pensato di rievocare la figura di questo principe, Ma- nuele Maurizio di Lorena, che governò a Napoli le truppe austriache prima che arrivassero i Borbone. La scelta che in apparenza sembra non avere a che fare con la dinastia è det- tata dal fatto che il principe fece edificare la sua meravigliosa villa a Portici sul mare e fu di fatto quello che per un episo- dio connesso alla costruzione è riconosciuto come lo scopri- tore della Ercolano romana. Il suo rapporto con Carlo di Bor- bone servì in seguito a riabilitarlo agli occhi dei regnanti na- poletani, nonostante si fosse trattato di fatto di un nemico». La rassegna si concluderà domenica 11 luglio con Alessio Boni che leggerà un racconto scritto da Vio- la Ardone intitolato “Un sogno di fuga”… «Il racconto è ambientato nel famoso cimitero delle 366 fosse situato alla collina di Poggioreale. Si tratta di una sto- ria ambientata nel 1890 dove il personaggio principale fun- ge da guardiano di questo cimitero che racconta un po’ tut- ti i segreti di questo luogo voluto da Carlo di Borbone e co- struito dall’architetto Ferdinando Fuga. Si tratta di un rac- conto abbastanza onirico dove al centro c’è il mistero della mor- te e il rapporto con questa signora oscura». G.G.

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LO SPETTACOLO Giuseppe Miale di Mauro Pensavamo da tempo a Pau Mirò

“Bufale e Liùne” il testo del dramma- turgo catalano tradotto ed adattato da Enrico Ianniello al debutto il 2 e 3 luglio nello splendido Cortile della Reggia di Capodimonte portato in scena dalla Compagnia del Teatro Nest con la regia curata da Giuseppe Miale di Mauro Intervista di Giovanni Gaudiano

ncora una volta attraverso Enrico Ianniello, che ne Ianniello per la continua sperimentazione che Francesco ha curato la traduzione e l’adattamento, approda Di Leva e tutto il suo gruppo portano avanti da tempo, A a Napoli un testo del drammaturgo catalano Pau ma del naturale adattamento del testo di Bufali, Leoni e Gi- Mirò. raffe, la trilogia creata da Mirò, che sembra scritto per la L’attore, come rivela nelle note di presentazione il regi- periferia napoletana piuttosto che per quella di Barcello- sta Giuseppe Miale di Mauro, ha sin da subito pensato che na. fosse adatto al gruppo che dà vita al Teatro Nest. Non si Da tempo per chi vive e conosce le due città è naturale sot- tratta in questo caso di un pensiero nato nella mente di tolinearne la vicinanza che, per quanto riguarda Napoli, nasce sicuramente anche dall’antica presenza degli spa- gnoli nella nostra città. Pau Mirò però proprio nel sodalizio che lo ha visto col- laborare spesso con attori e registi napoletani ha dimostrato che le due città hanno in comune il mare, il cielo, la bel- lezza, le problematiche e la passione e la voglia di senti- mento con le quali gli abitanti affrontano la vita di tutti i giorni. Non a caso la voglia di indipendenza che alber- ga nei catalani è presente, anche se appare sopita, in tut- ti i partenopei che hanno studiato e conoscono l’era bor- bonica della nostra terra. L’interesse per questo testo e per come sarà certamente Il drammaturgo catalano Pau Mirò ben accolto dal pubblico napoletano ci ha condotti a svol-

sabato 26 giugno 2021 93 gere una chiacchierata con Giuseppe Miale di Mauro che, «È difficile avere un pensiero in merito. Mi ha sorpreso que- oltre ad esserne il regista, è una delle anime del Nest e si sta decisione perché il Napoli Teatro Festival aveva oramai rag- cimenta spesso con la scrittura. giunto dopo 13 edizioni una sua fisionomia con una sua evi- Iniziamo con un pensiero dedicato al teatro. Questo dente notorietà. È strano che si sia deciso di cambiare la deno- Festival può assumere i connotati di una prova gene- minazione, penso che ci saranno stati dei motivi alla base di que- rale per una vera ripartenza? sta decisione. La cosa bizzarra però è che il cambiamento sia «Si spera che questa sia una ripartenza definitiva anche per stato deciso proprio quest’anno che il Festival aveva trovato un i teatri più piccoli come il nostro che con le limitazioni fareb- suo luogo in città veramente adatto come la Reggia di Capo- bero davvero molta fatica a riaprire, programmare una stagione dimonte e l’intero Bosco. Sarebbe giusto ricordare come si trat- e ad immaginare di poter ritornare alla vita che si conduceva ti di un Festival dalla dimensione internazionale e nessuno può prima del Covid. È chiaro che un’attenzione da parte dello Sta- negare che Napoli sia conosciuta ovunque». to ci debba ancora essere, stiamo parlando di una situazione an- Veniamo allo spettacolo. Il testo del drammaturgo spa- cora delicata che va affrontata con le necessarie distinzioni. Per gnolo Pau Mirò è stato tradotto e adattato da Enri- esemplificare il mio pensiero, basta considerare un momento lo co Ianniello che lo ha definito particolarmente adat- spettacolo che abbiamo allestito. Dopo il Festival dovrebbe an- to al vostro gruppo teatrale. Lo è per la storia o per dare in programmazione nei teatri, ma non sarà possibile per- la vostra oramai nota caratterizzazione nel mondo tea- ché ci sono tanti spettacoli che vanno recuperati, presentati al pub- trale napoletano? blico che li aspetta perché erano già in cartellone. Questo stato «Ritengo che sia per il nostro modo di fare teatro. In questi di cose comporterà delle difficoltà soprattutto per chi come noi anni abbiamo dimostrato di avere una necessità di raccontare dovrà attendere perché tutto si possa riallineare». quello che ci circonda da un preciso punto di vista. Enrico, cha Passando al Festival, cosa ne pensi del fatto che da que- ha saputo trasportare la vicenda dal quartiere Raval di Bar- st’anno è stato deciso di cambiare la denominazione cellona a San Giovanni, ha probabilmente colto quest’aderen- da Napoli a Campania? za tra il testo e la nostra identità e credo che abbia avuto ragione perché più lo proviamo e più lo sentiamo davvero nostro». Pensavate da tempo di mettere in scena Mirò. Perché? C’entra la somiglianza tra le due città? «Pau Mirò dice una cosa molto interessante quando defi- nisce Napoli e Barcellona due città simili per aggressività e so- litudine, dove intende per solitudine quella sociale che noi na- poletani conosciamo ahimè molto bene. Si tratta di un tema co- mune ed è per questo che la drammaturgia del catalano ci ha sempre attirato e ci ha fatto pensare che saremmo stati in con- dizioni ottimali per portarla in scena». Nel cast compare la partecipazione in voce di Fran- cesco Di Leva e Adriano Pantaleo, in cosa consiste? «Francesco e Adriano hanno in questo periodo degli altri impegni, però non sono voluti mancare. Tenuto conto che Pau Mirò aveva in realtà scritto una trilogia “Bufali, Leoni e Gi- raffe” e che noi mettiamo in scena di fatto il testo di “Leoni”, diventato Liùne a sua volta, “Bufali”, diventato Bufale, è di fat- to un monologo che Pau definisce una favola. Nello spettacolo quindi gli attori reciteranno “Leoni” e nell’ambito della fami- glia che è al centro della vicenda c’è una sorella che di tanto in tanto ascolta dei nastri con le voci registrate dei fratelli che fan- no riferimento al monologo. In queste parti Francesco ed Adria- no saranno le voci fuori scena». Ci sarebbe da parlare del Nest e del nuovo libro che Giu- seppe Miale di Mauro ha scritto, lo faremo nel prossimo l’attore Giuseppe Gaudino numero con uno spazio adeguato.

94 sabato 26 giugno 2021 Gli attori Adriano Pantaleo e Francesco Di Leva

Bufale e Liunè di Pau Mirò traduzione e adattamento Enrico Ianniello luci Desideria Angeloni regia Giuseppe Miale di Mauro grafica e foto di scena Carmine Luino con Gerardo Benedetti, Alessandra Borgia, organizzazione Carla Borrelli e Valeria Zinno Angela Fontana, Giuseppe Gaudino, ufficio stampa Valeria Aiello Stefano Meglio una produzione Nest Napoli est Teatro, con la partecipazione in voce di Diana O.r.i.s Francesco Di Leva, Adriano Pantaleo Capodimonte – Cortile della Reggia (Porta scene Luigi Ferrigno Grande) costumi Giovanna Napolitano 2 e 3 LUGLIO Ore 21.00 light designer Luigi Biondi Durata 1h+30Min. Debutto

LA STORIA Peppe Diana Il coraggio di avere paura

Gaetano Liguori parla dello spettacolo da lui diretto e scritto con Ciro Villano che vuole mostrare al pubblico l’azione civica portata avanti dal giovane sacerdote e del lavoro del Teatro Totò e dell’Accademia che quest’anno ha già compiuto il suo 25° anno di attività

Intervista di Ciro Chiaro

ra il 19 marzo 1994 e come al solito don Giusep- in procura sui rapporti d’affari tra politica e camorra e qual- pe Diana aveva una giornata piena di impegni, no- che mese prima aveva organizzato una fiaccolata antica- E nostante fosse il suo onomastico. Alle 7.25 di quel- morra che aveva coinvolto solo poche persone, ma che rap- la mattina però un commando della camorra lo uccise pro- presentava comunque un segnale forte. Aveva firmato un prio nella sua chiesa a Casal di Principe, pochi minuti pri- documento di denuncia contro la malavita organizzata, si ma della messa che si apprestava a celebrare. Un delitto dava da fare per aiutare gli extracomunitari, lavorava con compiuto con rara ferocia ma annunciato, perché don Giu- una comunità che si occupava dei tossicodipendenti e se- seppe Diana era un personaggio scomodo. guiva con passione il gruppo dei giovani scout. In un’area Solo tre giorni prima della sua morte era stato interrogato dove il malaffare era diventato regola un personaggio si- mile non si poteva tollerare. Al coraggio di quest’uomo, ma anche ai suoi dilemmi e ai tanti dubbi che aveva avuto anche sull’atteggiamento del- la stessa chiesa nei confronti dei camorristi, viene dedicato nell’ambito della rassegna Campania Teatro Festival un te- sto scritto da Gaetano Liguori, che ne cura anche la re- gia, e Ciro Villano. Peppe Diana. Il coraggio di avere paura, prodotto dal Teatro Totò, sarà rappresentato nell’ambi- to del Festival il 28 e 29 giugno nel Giardino Paesaggi- stico Pastorale del Bosco di Capodimonte (entrata Porta Miano). Ne parliamo con il regista Gaetano Liguori, che da ol- tre 25 anni è direttore artistico del Teatro Totò. «L’idea risale a qualche anno fa e la condivisi con Ciro Vil- lano che si dimostrò entusiasta del progetto. Siamo stati per mesi

sabato 26 giugno 2021 97 a Casal di Principe non solo per conoscere i luoghi dove era vis- e di una cultura identitaria». suto Peppe Diana, ma anche per conoscere le persone che ave- Lo spettacolo è stato inserito nel programma del Cam- va frequentato: il Sindaco di allora Renato Natale, l’amico fi- pania Teatro Festival, rassegna che sta diventando sem- dato Valerio Taglione, capo scout dei ragazzi del gruppo del- pre più importante. Quanto è rilevante un evento come la parrocchia, Gianni Solino responsabile di zona dell’associazione questo per tutto il settore teatrale? “Libera”. Attraverso le loro testimonianze, unite a quelle dei fa- «Siamo molto contenti di partecipare a questa manifesta- miliari, siamo riusciti a ricostruire la vita di un personaggio zione e vorremmo ringraziare il direttore Cappuccio per ave- che ci ha emozionato tantissimo. Don Peppe si è rivelato ai no- re pensato a noi. La funzione di questo festival è molto impor- stri occhi come un uomo semplicissimo con le emozioni che può tante, specialmente in questo momento, perché funge da apripi- provare ogni essere umano e quindi anche la paura con il coraggio sta per la ripresa dell’attività teatrale che è rimasta ferma per di combatterla affrontando le situazioni che gli si presentaro- lungo tempo a causa del Covid. Oltretutto è un motore indi- no. Ci interessava anche il lavoro che aveva fatto per i ragaz- spensabile per la ripresa anche sotto il profilo economico, per- zi di quel territorio, con la parrocchia che diventava luogo di ché considerando che ci saranno 170 spettacoli ci sarà lavoro per aggregazione e di inclusione ma anche di formazione e cresci- migliaia di persone». ta. Ho potuto riscontrare delle analogie con il lavoro che noi fac- Lei hai cominciato la carriera a metà degli anni 70 dove ciamo all’Accademia teatrale presso il teatro Totò, dove i ragazzi i riferimenti per una formazione teatrale erano non solo apprendono il mestiere di attore ma intraprendono con- Brecht, Pirandello, Eduardo e altri mostri sacri. Ne temporaneamente anche un percorso di impegno civile». usciva fuori un teatro che doveva essere una sorta di Parliamo proprio di questa Accademia che sta di- “cassetta degli attrezzi” che doveva aiutarci a com- ventando sempre più importante per numero di prendere la realtà e possibilmente a trasformarla. Come iscritti e qualità della preparazione… è cambiata la formazione dell’attore? «Quest’anno festeggiamo i 25 anni di attività dell’Accade- «La mia frequenza nelle scuole teatrali risale agli anni 70. mia fondata il 5 maggio del 1996. La prima attività del tea- tro Totò è proprio l’Accademia, una delle più seguite del Me- ridione. Abbiamo circa trecento ragazzi, distribuiti su tre anni di corso con 10 insegnanti. Alla fine del corso si porta in scena un lavoro con una forte connotazione culturale e civile. Questi giovani attori quindi negli anni si sono dovuti confrontare con testi come “Scetate Maestà”, ambientato durante la rivoluzio- ne napoletana del 1799, “’O juorno ‘e San Michele” di Elvio Porta dove si affrontava la questione meridionale e “Al di là del mare per non dimenticare” dove si puntavano i riflettori sul fem- minicidio, tema quanto mai attuale negli ultimi tempi. Questi ragazzi crescono a pane e teatro, senza che venga mai a man- care non solo l’impegno civile ma anche il senso della memoria

98 sabato 26 giugno 2021 Ho studiato a quella di Ferdinando Villella, dove c’era anche Giancarlo Giannini che scelse Napoli per la sua preparazio- ne, e poi per la regia con Gennaro Vitiello, fondatore del teatro Esse. Per quanto riguarda la formazione che noi diamo al Tea- tro Totò credo che sia cambiato poco almeno nella fase di stu- dio, nel senso che i grandi autori e i grandi interpreti continuano a rimanere un riferimento costante per i giovani attori. Nella parte finale del corso cerchiamo di calare i ragazzi nella real- tà e quindi emerge quel discorso di impegno civile a cui accen- navo prima. Voglio approfittare per ricordare un grande auto- re, Roberto Bracco, che ha scritto testi teatrali che risultano mol- to importanti soprattutto per la formazione dei giovani atto- ri». Ricordo una sua intervista di qualche tempo fa dove polemizzava sul fatto che a Napoli vi erano “teatri ric- chi” dove si esibivano i grandi nomi e “teatri poveri” che stentavano ad andare avanti. È cambiato qualco- sa nel circuito teatrale napoletano? «Nel periodo prima del Covid si era assistito ad una pia- nificazione. Ora bisogna rimboccarsi le maniche e ripartire, e sarà un lavoraccio se si pensa che il Teatro Totò aveva 2000 ab- bonati che dovranno ritornare, anche se non sappiamo in qua- li condizioni vista la riduzione dei posti. Il nostro è un teatro per famiglie, un luogo di ritrovo al punto che molte amicizie sono Peppe Diana nate nel teatro». Il coraggio di avere paura Le dà fastidio la definizione che ogni tanto si usa per di Gaetano Liguori, Ciro Villano indicare il suo teatro, cioè che sarebbe semplicemente Adattamento Giovanna Pignieri quello vicino al San Ferdinando? Regia Gaetano Liguori «No, anzi mi onora perché il San Ferdinando è Eduardo. con Ciro Liucci con la partecipazione di Sono onorato di essere a due passi da quel teatro anche se sia- mo stati noi ad aiutarlo, considerati i problemi della zona. Ri- Ciro Esposito e con Mario Lucarelli, tengo inoltre che la nostra presenza e la nostra attività abbia- Giancarlo De Simone, Rosaria Russo, no contribuito alla sua riapertura. Trovo molto bella la circo- Peppe Sannino, Giuseppe Brunetti, stanza che a cinquanta metri di distanza vi siano due teatri che Antonio Spiezia e gli ATTORI ricordano due personaggi così importanti per Napoli come Totò DELL’ACCADEMIA DI FORMAZIONE ed Eduardo». DEL TEATRO TOTO’ Scene Massimiliano Pinto Luci Vincenzo Mascolo Costumi Sartoria Pennacchio Musiche Massimo D’Ambra PRODUZIONE TEATRO TOTO’

CAPODIMONTE – GIARDINO PAESAGGISTICO PASTORALE (PORTA MIANO) 28, 29 GIUGNO ORE 21.00 DURATA 1H+30MIN

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L’INIZIATIVA “Il Lucernario” La nuova vita dei monumenti attraverso l’arte

Interessante ed innovativo progetto del regista Francesco

Saponaro. “Il mondo non Il regista Francesco Saponaro è stato creato una volta, ma tutte le volte che è l lucernario è un’apertura che Prima ancora di parlare dell’opera in sé, permette ad uno sprazzo di deve essere citato il grande lavoro svol- sopravvenuto un artista I luce di illuminare un luogo to per rendere possibile questa realiz- originale” è una frase di senza luce, un’apertura che connette zazione. Infatti, la cooperativa sociale Proust che è l’emblema di quanto era prima oscuro con il mon- “Me Ti”, con la partecipazione al ban- quanto cerca di do e permette di vedere il cielo. do SIAE “Per chi crea”, ha realizzato un Sotto l’auspicio di questo nome nasce progetto che prevede la realizzazione realizzare “Il Lucernario” il video drama Il Lucernario per la re- di uno spettacolo teatrale con l’uso di nell’ambito del suo gia di Francesco Saponaro nell’ambi- residenze artistiche. progetto al Museo to di un progetto che mira a far rifio- Il progetto si dipana nell’esplorazione Filangieri, perché l’arte rire edifici di uso pubblico attraverso del rapporto tra sacro e profano at- l’arte del teatro. traverso due edifici simbolo di queste non conosce luoghi dove due realtà: il Museo Filangieri ed il Mu- non possa esprimersi ed seo del Tesoro di San Gennaro, en- anzi è lei stessa che trambi in via Duomo. Grazie all’uso di trasfigura i luoghi soliti questi luoghi per poter realizzare il pro- per farli diventare nuovi getto si sta al contempo esplorando il rapporto tra due estremi della società mondi, in attesa di essere partenopea che vive, da sempre, sul sot- scoperti con occhi nuovi tile filo che separa la religiosità e la cre- Gli interpreti de “Il lucernario”. da sinistra denza popolare dalla sobrietà dell’isti- Servizio di Domenico Sepe nicola Conforto, Ivan Iuliucci, luigi bi- tuzione pubblica. Un modo di essere che Photo di Enzo Riccio gnone, Francesca borriero, Ianua Coeli linhart rappresenta una delle tante espressio-

sabato 26 giugno 2021 101 ni dell’essere di gusto tipicamente sistono le due istituzioni museali. partenopeo, ben lontano dalla logica È ora in pieno svolgimento la terza e settentrionale rappresentata, ad esem- conclusiva parte del progetto: un’in- pio, nei Promessi Sposi di Alessandro tensa e quotidiana azione di ricerca Manzoni. creativa riservata a cinque attrici/attori Sull’asse creato in via Duomo dai due finalizzata alla creazione di un’azione edifici sopracitati si dipana la genesi de performativa a partire dalla dramma- Il Lucernario, una residenza artistica svi- turgia originale e che il regista Fran- luppata attraverso azioni performative cesco Saponaro ha deciso di elaborare Il protagonista luigi bignone, site-specific ispirata alla morte sul la- in una sceneggiatura filmica attraver- alias il ‘ragazzo’, accanto alla ‘Testa del voro di Salvatore, garzone di bar che nel battista’ di Jusepe de ribera luglio 2018, per arrotondare, accettò un fatti, in una residenza artistica lunga un lavoro extra a nero precipitando dal mese, sotto la supervisione di Saponaro, quarto piano e morendo. Ed ecco che tanti spazi e sale del Museo si trasfor- allora, come vuole il nome, l’opera il- mano sino a diventare lo spazio sceni- lumina su un segmento di vita troppo co ed il set cinematografico necessario spesso dimenticato con l’obiettivo di es- alla realizzazione de Il Lucernario. Gli sere non solo arte, ma vera missione ci- ambienti, dunque, assumono una nuo- vile a tutela della libertà delle persone. va veste e saranno il palcoscenico per Il segmento conclusivo della residen- la realizzazione della rappresentazio- za è curato dal regista Francesco Sa- ne che ha avuto il suo debutto online ponaro, professionista con alle spalle già a giugno. vari lavori di grande risonanza nazio- Dovendo affrontare la situazione pre- nale, impegnato da alcune settimane a sente, il video drama si rivela la scel- dirigere un cast di giovani interpreti che ta-chiave per la costruzione dello spa- in questo processo di elaborazione zio artistico richiesto dalla rappre- creativa è chiamato a interpretare una sentazione teatrale. Sarà, dunque, que- costellazione di ruoli che oscillano tra sto il formato per la scommessa sul- passato storico e presente urbano. l’intreccio di linguaggi voluto dalla La prima parte della residenza ha vi- compagnia teatrale, come ha spiegato sto la raccolta e l’analisi di documenti lo stesso regista: «Dall’originale dram- dagli archivi dei due musei. La secon- maturgia di impianto più strettamen- da ha coinvolto due autori – coordi- te teatrale, Il Lucernario ha assunto una Tutto il cast de “Il lucernario” nati dallo scrittore e sceneggiatore nella scena principale del drama sintassi di natura cinematografica». La Massimiliano Virgilio – nella stesura (photo di Gianni Valentino) settima arte, dunque, s’incontra con il di un testo che prendeva spunto dai ma- so la formula innovativa di un video teatro in un inedito connubio che per- teriali reperiti nelle ricerche e dalle sto- drama che fonde il lavoro di messa in metterà agli spettatori di godere dei rie preesistenti sul territorio in cui in- scena teatrale con la video arte e il do- beni custoditi nel Museo Filangieri tra cumentario, in un dialogo serrato con cui la Testa di San Giovanni Battista di il prezioso patrimonio artistico e le sug- Jusepe de Ribera e Incontro dei santi Pie- gestioni del Museo Filangieri. tro e Paolo condotti al martirio di Mat- Ed il Museo Filangieri diventa luogo tia Preti. dell’espressione del miglior momento Non secondaria, in conseguenza di que- del pensiero napoletano. Il riferimen- sto progetto, è la consapevolezza cui si to è, infatti, al più grande illuminista na- può giungere attraverso gli strumen- poletano, Gaetano Filangieri, che vol- ti culturali. In rima tra sorte e morte, le creare uno spazio a disposizione di il miracolo vero è salvarsi. Poiché la di- Una delle ultime scene tutti dove i valori supremi dell’umani- sgrazia, prim’ancora che le morti bian- con da sx nicola Conforto, Francesca borriero e Ivan Iuliucci tà e della libertà potessero vivere. In- che, è la mancanza di diritti.

102 sabato 26 giugno 2021

SCAFFALE PARTENOPEO di Marina Topa Carla Abenante Il racconto come strumento educativo

Insegnante all’esordio con il suo primo romanzo edito da Homo Scrivens ambientato nel mondo dei ragazzi e delle famiglie. “Mi piacerebbe che il mio lavoro fosse adottato come libro di narrativa nelle scuole superiori, la sua lettura da parte dei ragazzi opportunamente guidata potrebbe essere utile a spiegare molte cose”

on sei nella lista (ed. Homo Scrivens) è il primo ro- che s’intreccia con quelli della violenza sulle donne, del- N manzo di Carla Abenante, una scrittrice che ha alle la sfiducia nelle istituzioni che induce troppo spesso le vit- spalle diversi premi e menzioni per racconti e poe- time a rinunciare alla denuncia, della sostituzione della pre- sie pubblicate in varie raccolte antologiche. senza fisica ed affettiva dei genitori con il benessere eco- Nel 2016, nel libro Racconti per sognare, ha affrontato te- nomico, comportamento che alimenta l’abitudine “al tut- matiche inerenti al modo di vivere l’amore nel mondo at- to e subito”, considerato un diritto acquisito. tuale, prendendo spesso spunto dai racconti letti nella pa- A mano a mano che ci si addentra nella storia s’intuisce gina di cronaca dei quotidiani: le violenze subite da don- che la scrittrice è un’insegnante. Infatti Carla Abenante, ne in nome dell’amore, un amore malato che in realtà tut- nonostante abbia seguito un percorso di studi giuridici, ha to diventa tranne che un vero sentimento. Lo scopo che scelto d’insegnare nella scuola dell’infanzia dove, dotata l’autrice vuole raggiungere con questi racconti, anche se di una particolare sensibilità, coglie quotidianamente i tan- inventati, è di far sperare e sognare che questo sentimento ti messaggi errati, contraddittori e poco rispettosi del- possa prima o poi trionfare nella sua forma più pura; ecco l’intelligenza umana, che a volte vengono inconsapevol- perché è costante, nei suoi scritti, un messaggio positivo mente lanciati, fin da piccolissimi, alle nuove generazio- di speranza e voglia di vivere. I suoi personaggi sono frut- ni. Da maestra sa bene che i bambini imparano dall’esempio to della fantasia e vivono in ambienti diversi, ma sono tut- e quello che viene loro dato non sempre coincide con quan- ti caratterizzati dalla voglia di amare e di essere amati. to si insegna loro verbalmente. Questa prerogativa è presente anche nei personaggi di Non Dalla metà del secolo scorso ad oggi i valori socialmen- sei nella lista, dove il tema affrontato è quello del bullismo te condivisi si sono gradualmente e notevolmente ridot-

104 sabato 26 giugno 2021 ti, a partire dal rispetto per il prossimo. Ecco perché la let- tura di questo libro, avvincente e ricco di tenerezza, è pia- cevole ed utile. Essa deve assolvere ad un compito preci- so e cioè quello di indurre gli adulti a riflettere e valuta- re quanto sia proficuo “accompagnare” gli adolescenti nel loro percorso di crescita perché crescano in modo sano e sereno, possibilmente in un mondo che lo sia altrettanto. Da insegnante sperimenti quotidianamente quanto il racconto possa essere un canale preferenziale per in- trodurre vari argomenti con gli alunni di ogni età. Par- laci di quest’esperienza… «Insegno nella scuola dell’infanzia dove il racconto è lo stru- mento al quale ricorro più spesso per l’introduzione di nuovi ar- gomenti. Nel mio livello di scuola non lavoriamo per materia ma per quelli che si chiamano “campi d’esperienza” ed ogni ar- gomento li investe tutti, concatenandoli, a partire dal movimento Con Aldo Putignano alla presentazione del suo libro corporeo. Coinvolgo sempre i miei alunni nella costruzione dei racconti in cui riportano il loro vissuto, poi li riproducono re- citandoli e li rappresentano graficamente dando spazio alla fan- episodio reale, un fattaccio di cronaca che anni fa mi colpì mol- tasia ed all’immaginazione. In fondo il racconto facilita l’in- to: la tragica storia di quel ragazzo al quale pomparono l’aria teriorizzazione dei vari tipi di competenze ed è uno strumen- compressa. Un atto di una violenza allucinante e sentirlo clas- to per me indispensabile». sificato come “scherzo da ragazzi” mi ferì moltissimo. Poiché “Non sei nella lista” è il tuo primo romanzo; cosa ti credo sempre nella possibilità di salvezza intesa come uscita dal- ha spinto a parlare di bullismo? l’atteggiamento da bullo, volli esprimere questa mia convinzione «Credo che sia stato proprio il mio essere insegnante: in al- con la storia del personaggio Marino: un ragazzino che, da tep- cuni alunni, benché piccoli, mi è spesso capitato di vedere degli pistello che era, diventa vittima di bulli e poi paladino delle loro atteggiamenti da potenziali bulli, adolescenti del domani. Fin vittime». da piccoli si può esercitare e/o subire violenza, fosse anche solo A quale categoria di lettori hai pensato di rivolgere psicologica come quando si danno degli appellativi come, per esem- questo libro? pio, “ciccione”. Questo attributo può condizionare un bambino «A me piacerebbe che fosse letto dai ragazzi, magari insie- fino a minarlo nell’autostima. “Non sei nella lista” nasce da un me ai genitori! Comunque sarebbe una lettura utile a questi ul-

sabato 26 giugno 2021 105 timi per comprendere bene quanto sia importante il loro ruolo; nei genitori dei giovani protagonisti si vedono alcuni atteg- giamenti negativi come l’insistere con la somministrazione di cibo, concedere tutto e subito senza vivere l’esperienza del divieto, il lasciarli soli nella gestione del loro tempo. In effetti la lettu- ra di questo libro potrebbe anche essere l’occasione per aprire un dialogo con i ragazzi e, proprio per gli episodi che racconta in cui potrebbero riconoscersi tanti di loro, mi piacerebbe fosse adot- tato come libro di narrativa nelle scuole superiori. La sua let- tura da parte dei ragazzi andrebbe opportunamente guidata». Tra poesia, racconto e romanzo quale tipologia di crea- zione letteraria ti ha affascinato di più e perché? «In realtà tutt’e tre, perché ognuna risponde ad un tipo di esigenza comunicativa diversa. I racconti e il romanzo mi per- mettono di mandare un messaggio “educativo” (forma mentis del docente!) di respiro e li adoro per questo, mentre la poesia mi permette di esprimere la parte più intima del mio essere; nel momento creativo i versi mi escono di getto e per questo la sen- to una forma di libertà pura. Ho sperimentato anche la scrit- tura collettiva con il Gruppo 9, una scrittura di gruppo che è un’esperienza molto divertente». Stai già lavorando alla prossima pubblicazione? Se sì, ci vuoi incuriosire con qualche anticipazione? «Ho quasi pronto un lavoro che dovrei riprendere e conclu- dere, ma intanto penso che mi piacerebbe anche scrivere il pro- sieguo di “Non sei nella lista”; vorrei dare ai protagonisti una vita futura arricchita positivamente dall’esperienza vissuta. Chis- sà se Marino e Aurora continueranno la loro storia, magari po- trei inserire un personaggio bullo femminile. Purtroppo ne esi- stono tanti».

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PUNTI VENDITAA DELLA CAMPANIA : C.C. I SANNITI – BENEVENTO C.C. CAMPANIAA – MARCIANISE C.C. LE COTONIERE - FRATTE C.C. AUCHAN GIUGLIANO – GIUGLIANO C.C. LE GINESTRE – VOLLA C.C. LA CARTIEERA – POMPEI C.C. PEGASO – PAGANI C.C. VULCANO BUONO – NOLA C.C. IL CARRO – PASSO DI MIRABELLLA C.C. AUCHAN MUGNANO – MUGNANO VIA GIUUDICI N.7744 - ANGRI (SA) C.C. LA BIRRERRIA - NAPOLI VIA TESTA 13/15 - AVELLINO CC.C. C NEAPOLIS – NAPOLI VIALE LEONARO L DAA VINCI NN.25/27 25/277 – PORTICI C.C. QUARTO NNUOVO – QUARTO VIA EPOOMEO N.205 – NAPOLI C.C. MAXIMALLL – PONTECAGNANO FAIANO VIA ROOMA 66/68 - AVERSA C.C. LE PORTE DI NAPOLI – AFRAGOLA VIA DOOMITIANA - MONDRAGONE C.C. JAMBO – TRENTOLAT DUCENTA