Sedm Apoteosi Interno.Indd
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Saggi [2] © Società Editrice di Musicologia 2016 Sede legale: Lungotevere Portuense 150, 00153 Roma C.F. 97701420586 [email protected] www.sedm.it Progetto grafico e impaginazione: Venti caratteruzzi isbn: 978-8-894150-43-8 L’edizione digitale di questo volume è stata pubblicata con l’appoggio del Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica. La pubblicazione di questo volume ha ricevuto il contributo finanziario dell’Università Cattolica del Sacro Cuore sulla base di una valutazione dei risultati della ricerca in essa espressa (linea di intervento D.3.1., anno 2015). Le riproduzioni del manoscritto originale sono pubblicate per gentile concessione della Staatsbibliothek zu Berlin – Preußischer Kulturbesitz, Berlino. Proprietà letteraria riservata. La riproduzione in qualsiasi forma, memorizzazione o trascrizione con qualunque mezzo (elettronico, meccanico, in fotocopia, in disco o in altro modo, compresi cinema, radio, televisione, Internet) sono vietate senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. Società Editrice di Musicologia Giuseppe Sigismondo Apoteosi della musica del Regno di Napoli a cura di Claudio Bacciagaluppi, Giulia Giovani e Raffaele Mellace con un saggio introduttivo di Rosa Cafiero Società Editrice di Musicologia Indice vii Giuseppe Sigismondo e il suo opus magnum Claudio Bacciagaluppi, Giulia Giovani e Raffaele Mellace xiii Descrizione codicologica xviii Criteri editoriali xxi Rosa Cafiero «Vi prego di rimandarmi la Biografa della Calata del Gigante, che tenni altra volta, per riscontrare alcune cose del Jommelli, e del Piccinni»: l’Apoteosi della musica nello scriptorium di Giuseppe Sigismondo 1 Tomo I Introduzione 59 Tomo II 1) In cui narro come colla raccolta delle carte e libri musicali dall’archivio di don Giuseppe Sigismondo venne fondato per la prima volta in Napoli un archivio di musica per pubblica istituzione 2) Della fondazione de’ 4 conservatori e quale musica vi fosse in Napoli ne’ secoli XVI e XVII 84 Del Conservatorio de’ Poveri di Gesù Cristo 86 Del Conservatorio di Sant’Onofrio a Capuana 93 Del Conservatorio di Santa Maria di Loreto 101 Del Conservatorio di Santa Maria della Pietà de’ Torchini 108 Il Musicale Liceo del 1807 128 Della formazione dell’unico Conservatorio musicale eretto in Napoli sotto il fausto governo di Ferdinando I 131 Tomo III 131 Della prima istituzione del teatro drammatico per musica in Italia 149 Elogio di Orazio Vecchi 153 Elogio di Tommaso Carapella 156 Elogio di Egidio Duni 161 Elogio di Leonardo Vinci 165 Elogio di Giambattista Pergolesi 177 Elogio di Nicola Porpora 195 Elogio di Domenico Cimarosa 213 Tomo IV 213 Elogio di Francesco Mancini 216 Elogio di Pasquale Cafaro 226 Elogio di Antonio Sacchini 234 Elogio di Leonardo Leo 243 Elogio di Francesco Durante 251 Elogio di Tommaso Traetta 256 Elogio di Nicola Sala 262 Elogio di Nicola Piccinni 279 Appendice I Giovanni De Silva, Elogio di Pasquale Cafaro maestro di cappella napoletano, 1788 287 Appendice II Jean-Claude Richard de Saint-Non, Des musiciens de Naples les plus célèbres, 1781 297 Bibliografa 317 Indice dei nomi 333 Indice dei luoghi musicali in Napoli Giuseppe Sigismondo e il suo opus magnum di Claudio Bacciagaluppi, Giulia Giovani e Raffaele Mellace Giuseppe Sigismondo, «famoso dilettante», nacque il 13 settembre 1739 da Roc- co Sigismondo e Orsola Pagano, e fu educato al Collegio massimo dei Gesuiti e al Real Liceo fno a ottenere la laurea nel 1759; in seguito intraprese la carriera di avvocato. L’interesse per la musica scaturì in lui dalla consuetudine di ascoltare esecuzioni presso le chiese del Rione dei Tribunali, dove viveva con la famiglia. Quando Giuseppe non era ancora ventenne, Rocco Sigismondo, accortosi della passione del fglio, gli fece impartire lezioni da Giuseppe Geremia, allievo di Francesco Durante al Conservatorio di Santa Maria di Loreto, e da Gennari- no Capone, allievo di Carlo Cotumacci. Il giovane Sigismondo ricevette anche lezioni di ballo, impartite dal maestro «Michele di Francia»;1 tra il 1761 e il 1768 ebbe inoltre il privilegio di studiare canto con Nicola Porpora.2 La formazione musicale di Giuseppe Sigismondo, incentrata sullo studio del canto e del clavicembalo, si giovò della frequentazione di ambienti parti- colarmente vivaci, come i palazzi napoletani in cui sovente erano date delle accademie. Presso i Donnarumma, ad esempio, ebbe l’occasione di cantare numerose musiche di Giovanni Battista Pergolesi, del quale il dilettante Ni- cola Donnarumma «avea tutta la collezione delle opere teatrali».3 Similmen- te, in casa di Francesco Porcelli e Anna Fischetti, Sigismondo poté assistere due volte l’anno all’esecuzione delle cantate a tre voci sul tema della Passione di Cristo e su Sant’Anna, su testo di Niccolò Recco e musica di Giovanni Fi- schietti, Nicola Logroscino, Antonio Sacchini, Pietro Alessandro Guglielmi e Gian Francesco de Majo.4 In casa di Francesco Pizzella poté conoscere le mu- siche di Johann Adolf Hasse, Baldassare Galuppi, Christoph Willibald Gluck, Leonardo Leo e molti altri compositori. Nello studio musicale di Pizzella, Sigismondo iniziò ad acquistare le musiche composte da Niccolò Jommelli 1] Le informazioni sulla biografa di Sigismondo si ricavano dalla sua Apoteosi della musica. Cfr. p. 7. 2] Ivi, pp. 26-28. 3] Ivi, p. 6. 4] Ivi, pp. 9-10. per Roma, tra le quali la partitura dell’Oratorio della Passione su testo di Pietro Metastasio.5 Altre partiture di Jommelli le ottenne dal cantante Ferdinando Mazzanti, una volta che questi partì alla volta di Palermo e poi di Londra.6 Richiesto da più parti come insegnante di canto per giovani dilettanti, pre- valentemente donne, Sigismondo ebbe garantito l’accesso ai salotti cittadini frequentati dalle élite culturali di tutta Europa.7 Al pari di altre dimore napoletane, anche la casa della famiglia Sigismondo era luogo di esecuzioni musicali. Ogni martedì santo, infatti, Giuseppe Sigi- smondo vi faceva eseguire cantate o oratori sul tema della Passione, assieme ad altre musiche gradite al pubblico e agli interpreti.8 Oltre che avvocato, didatta, compositore e musicista dilettante, Giuseppe Sigismondo fu autore di diverse commedie e concertatore dei drammi berneschi di Giovanni Battista Lorenzi; fu, inoltre, attore di professione, avendo interpretato ruoli femminili e maschili nelle commedie all’improvviso della compagnia comica di Carlo Carafa, duca di Maddaloni.9 Grazie all’amicizia con quest’ultimo, Sigismondo ottenne un lasciapassare per accedere gratuitamente a ogni teatro per musica di Napoli. Avendo vissuto prevalentemente sotto i regni di Carlo di Borbone e del fglio Ferdinando e intessuto rapporti con l’aristocrazia cittadina floborbo- nica, Sigismondo si dimostrò ostile alla Repubblica napoletana del 1799 ade- rendo alla Società dei realisti10 e auspicando un rapido ritorno dei Borboni.11 Sebbene non siano noti documenti sulla sua posizione politica durante il de- cennio francese, l’Apoteosi della musica è permeata di giudizi sulla decadenza dei tempi moderni che lasciano intuire la nostalgia per un recente passato. Morì il 10 maggio 1826, all’età di ottantasette anni.12 Sigismondo si presentò al pubblico con diverse opere a stampa di natura eterogenea, mantenendosi fedele, anche come autore, alla prassi del ‘dilettan- te’. Pubblicò tra il 1770 e il 1785 alcune delle commedie nate nell’ambito del- 5] Ivi, p. 10. 6] Ivi, pp. 22-23. 7] Sull’importanza dei viaggiatori stranieri per la difusione delle musiche napoletane cfr. il saggio di Rosa Cafero alle pagine che seguono. 8] Infra, pp. 7-8. 9] Ivi, pp. 11-12. 10] L’appartenenza di Giuseppe Sigismondo alla società è certifcata da due patenti datate 16 giugno e 16 luglio 1799, custodite alla Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli, Mss. Banc. 8 D. 16 (Atti del governo dal 1799-1801), nn. 2, 3, 16. 11] Queste speranze permeano i sonetti conservati nella collezione Villarosa della Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli. 12] Salvatore Di Giacomo, Il conservatorio di Sant’Onofrio a Capuana e quello di S. M. della Pietà dei Turchini, Palermo, Sandron, 1924, pp. 275-277. viii > sigismondo la sua attività di attore ‘all’improvviso’;13 fu anche autore di sonetti di vario argomento, rimasti in forma manoscritta. Si conoscono altresì due libretti, rispettivamente per una cantata sacra e per un dramma sacro.14 Si cimen- tò anche a più riprese nella composizione: alcune delle sue produzioni sono citate nell’autobiografa contenuta nel primo tomo dell’Apoteosi;15 in discreto numero sono poi gli esercizi da lui scritti appositamente per l’educazione ca- nora delle sue allieve.16 La sua opera più conosciuta è però la Descrizione della città di Napoli, una guida storico-architettonica pubblicata in tre volumi pres- so l’editore Terres nel 1788-89. A questa l’autore fa riferimento più volte nell’A- poteosi, e viceversa la Descrizione già contiene numerose notizie di interesse musicale, ad esempio su Niccolò Jommelli e su Giovanni Battista Pergolesi.17 Anche dell’Apoteosi stessa, redatta in tarda età attorno al 1820-21, era proget- tata la pubblicazione, ma l’opera, nonostante l’interessamento di Francesco Ricciardi (1758-1842) e Franz Sales Kandler (1792-1831), rimase inedita.18 La collezione di musiche di Sigismondo, citata numerose volte nella sua autobiografa, è al centro della prima parte del secondo tomo manoscritto dell’Apoteosi della musica. Sigismondo iniziò a raccogliere libri in giovane età,19 spinto dall’interesse per l’esecuzione, e ben presto la sua raccolta diven- ne imponente. Fu grazie all’interessamento di Saverio Mattei, conosciuto in casa Pizzella, che la collezione di Sigismondo fu in parte ceduta al Conser- vatorio della Pietà dei Turchini, ove Mattei era Regio Delegato,20 e collocata 13] Dennis Libby, Giuseppe Sigismondo, an Eighteenth-Century Amateur, Musician, and Historian, «Studi pergolesiani / Pergolesi Studies», II, 1988, pp. 222-238: 230. 14] Giuseppe Sigismondo, La umanità consolata nella concezione di Maria, [Napoli], s.d., cantata sacra, musica di Ignazio Moscuzza; Il sogno di Nabucco, dramma sacro, Napoli, Giuseppe di Bisogno, 1767, musica di Carmine Pelliccia; Sartori, nn.