La Pinacoteca E La Villa Lochis Alla Crocetta Di Mozzo Presso Bergamo
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L162 K p * N A C ° 'r p re 000 pergamo .y /&?& //rZ/k'/^^y^^a^^, vr de.eli Autori dei Quadri MILANO f , ///f f//v///<r f //^//>v //////// l846 Digitized by the Internet Archive in 2012 with funding from University of Illinois Urbana-Champaign http://archive.org/details/lapinacotecaelavOOIoch •r£p ìémrM % E* # LA CONTESSA MARIA DE BORROMEI - ?.. /jl DAMA DI PALAZZO DI S. M. L'IMPERATRICE REGINA CHE ALLO SPLENDOR DE' NATALI g| LE PIÙ RARE DOTI DELLA MENTE E DEL CUORE CONGIUNSE DELLE AMENE LETTERE E DELLE ARTI BELLE ESIMIA CULTRICE 9C8180 OTOLÌ IDUrJUUSCi BUTTINONE BERNARDO (*). — Nacque in Treviglio, ere- desi dalla maggior parte degli scrittori nel 1450; studiò pittura dal Civerchio, quindi fattosi amico a Leonardo che a que' dì stan- ziava in Milano, tanto si avanzò nell'estimazione diluì, che 1 spesso seco si consigliava intorno alle difficoltà dell arte. Rare sono le sue opere, molte ne vengono a lui attribuite, ma erro- 1 neamente ; i suoi dipinti che pur sentono dell antica scuola Mi- lanese ed anche dello stile del Vinci si possono facilmente rico- noscere per certo rosso oscuro dominante nelle carnagioni. Morì (*) Si è creduto opportuno di premettere alla descrizione de' singoli qua- dri alcune notizie biografiche risguardanti l'autore dell' opera di che si tratta. I quadri saran disposti per scuole , ed in ogni scuola il cognome del- l' autore , o la di lui più comune denominazione servirà a collocarli per ordine di alfabclo. I , in Milano al principiare del secolo XVI, o, come altri vogliono, nel 1520. La Beala Vergine col Bambino ed alcune teste di Cherubini ; ha la marca Bernardus B. Dipinto in tavola, altezza metri 0, 24, larghezza metri 0, 17 (*). II. Nacque circa l'anno 1496 da miserabili parenti a Caravaggio, grosso borgo appartenente a queir epoca alla provincia di Ber- gamo ; fatto adulto recossi mendicante a Roma ove serviva da manuale nelle opere del Valicano, mentre Raffaello ne dipingeva le loggic ; e fu appunto in vedere le sublimi produzioni di quel portento dell' arte, che sentì in sé nascere vivissima Y inclina- zione alla pittura, e di mano in mano che vi andava studiando in lui se ne sviluppava straordinaria la disposizione, del che ac- cortosi Raffaello, con queir amorevolezza che il distingueva prese ad istruirlo e ad imparargli tulle le difficoltà dell'arte, e ne ebbe vanto di uno dei più bravi suoi scolari. Nessuno oltre Raf- faello disegnò meglio di lui, fu esattissimo osservatore del co- stume, e diede alle sue figure espressione graziosa e nobilissima. Poco applicossi al colorito, più a lavori di chiaro-scuro, nel qual genere di pittura condusse opere stupende. Passò a Napoli, ed indi in Sicilia, ove nell'anno 1 545 fu strangolalo da un suo domestico. La fucina di Vulcano a chiaro-scuro. Dipinto sopra carta attaccata alla tela , altezza metri , 57 e larghezza metri 0, 44. il ( *) La misura apposta a cadaun quadro è «niella del metro; indica primo numero i moiri ed il secondo i centimetri. La prima misura è quella doli' altezza del quadro, la seconda quella della larghézza. La misura indi- cala non riguarda ohe quella parte del quadro clic non è coperta dalla N cornice, che < ' quanto dire in termine d' arie la luce del quadro. CAKR1ANI GIOVANNI. — Nacque in Bergamo circa il 1480, Il suo stile ne fa credere fosse scolaro a Giorgione, tanto lo imitò da vicino. Questi col vecchio Palma e con Lorenzo Lotto forma il triumvirato bergamasco di pittori Giorgioncschi, che, al dire del Lanzi , sarebbe bastevole per onorare qualunque patria. Fece anche il Cardani alcuni ritratti meravigliosi. Si hanno sue memo- rie sino all' anno 1519. vestito di figura al Ritratto di un uomo di rosso , più mezza naturale con le mani, e lontano paese. Da un lato del quadro oltre il nome dell' autore leggesi la seguente inscrizione: lo Be- ncd. Caravag.' Pliilos.' et Medicus , ac stuelli Patavini Lector ci Hector. Dipinto in tela, altezza metri 0, 81, larghezza metri 0, 83. IV. Del suddetto. — Santa Caterina , figura intiera quasi grande al naturale. Questo quadro, come il seguente rappresentante santo Stefano , appartenevano alla chiesa parrocchiale di Locatello in Valle Imasna. Dipinto in tela, altezza metri 1, 34, larghezza metri 0, 64. V. Del suddetto. — Santo Stefano, figura intiera. Dipinto in tela, altezza metri 1, 30, larghezza inetri 0, 48. li VI. Del suddetto. — Il Redentore con croce, mozza figura. Dipinto in tavola, col nome dell'autore; altezza metri 0, 47, larghezza metri 0, 36. VII. 1 GÀVASIO di POSCANTE GIO. GIACOMO. — Visse a tempi dei famosi Bergamaschi Lotto, Previtali e Carri ani; ma fu più di quelli ligio della maniera antica, dalla quale uiaf-o non osò o non volle scostarsi ; è per altro pittore di merito nel genere Bel- linesco. Vedesi un' opera di lui così marcata: Io la. Gavatiì de Poscantc opus. 1512; ed in altra citata dal conte Tasso nel suo 1 libro delle vite de pittori, scultori ed architetti bergamaschi, sic- come opera assai pregevole esistente a queir epoca in Brescia leggonsi le seguenti parole: la Gavatius de Bergamo. Non si conosce V epoca del suo decesso. V Adorazione dei Magi. Dipinto in tavola. — Altezza metri 0,27 e larghezza metri 0, 8.'i. Vili. GIIISLANDI FRA VITTORE. — Nato a Bergamo nel 1655. Gli apprese pittura il Bombelli , benché ne avesse i principii in patria dal padre suo, dal Cotta e dal Fiorentino Bianchini che in allora qui dimorava. Mollo studiò sulle leste di Tiziano, una delle (piali da lui posseduta si teneva ognora nel proprio studio, e da uomo semplice eh' egli era per meglio conoscere il ma- gistero di un tanto pittore, e come preparava le opere sue , finì col rovinarla raschiandola con un coltello. Ma il Ghislandi tanto a pittura si applicò che in ritratti ed in teste di capriccio riesci tale pittore da competere coi più celebrati dell' aureo secolo té ' Colorilo vaghissimo, alloggiamenti i più naturali, teste parlanti, rilievo sorprendente, e ciò che è più, tocco di pennello sì magi- strale da far qualche volta tenere i suoi dipinti per opere di Ve- 1 lasquez, son pregi tutti di che ridondano i di lui ritratti. Si fé dei Religiosi Minimi, e perciò fu detto il Frate Paolotto; anche reli- gioso coltivò pittura quanto i doveri del suo ministero gliel con- cedevano. Avanzato in età ebbe in costume di dipingere le car- nagioni col dito anulare. Fu Fra Vittore uomo pio , integerrimo, umile, religioso per cuore, in società piacevole, amante dell'arte sua, degli artisti amico, da ogni uomo dabbene tenuto in singolare affezione. Nella grave età d'anni ottantotto, correndo il 743 dopo il mille, compì la sua mortale carriera in odore di santità. Ritratto del conte cavaliere Giovanni Battista Vailetti, figura intiera al naturale. Questo quadro insigne venne così descritto dal conte Tasso alla pagina 62 , volume secondo , dell' anzidetta sua opera. Fra i ritratti dipinti da Fra Vittore, bellissimo è quello del conte Giambattista Vailetti , figurato in piedi, in una ben fornita stanza, posato con un braccio ad una sedia, con ricca veste da camera, e camiciuola di drappo a" oro , né veder certamente potrannosi panni più veri e naturali di questi. Dipinto su tela, altezza metri 2, 28, larghezza metri 1, 56. IX. Del suddetto. — Ritratto d' uomo , due terzi di figura al naturale, rappresentante il celebre amatore di belle arti Francesco Maria Brunlino. Di questo insigne ritratto così ne scrive il conte Tasso: Ritoccò neW islesso tempo, o per meglio dire, quanto alla carnagione rifece quasi del tutto quel tanto decantato ritratto di Francesco Maria Br untino ; il quale siccome inna- moratissimo era dell arti liberali e particolarmente delle let- tere e della pittura, tale suo genio volle espresso in una ma- schera, o sia volto di gesso ed alcuni libri da un lato dipinti sopra un pezzo d' antico marmo, sul quale si legge la seguente 8 1 ; iscrizione: « Franciscus Maria Bruntinus in egestalc natus, pie turai , ac librorum amator ; » e più sotto : « A staci ente Ghislandis Minimorum facto. » Questo meraviglioso ritratto con tanti altri è posseduto dal eonte Giacomo Carrara Dipinto in loia. — Altezza metri 0, 93 e larghezza metri 0, 81. X. LOTTO LORENZO, Bergamasco. — Si sa di lui dal 1515 al 1554. Vuoisi scolaro del Bellino ed imitatore di Giorgionc, ma nel suo stile evvi anche certo sapore di Leonardesco, il che, com- binato con quel tale Lorenzo che, senza dirne il nome di fami- glia, dal Lomazzo si ascrive fra gli allievi di Leonardo, potrebbe indurre nella credenza che il Lotto anche da quella vicina scuola avesse attinto. Compose bizzarramente alla Coreggicsca con 1 mollo buon gusto e novità; fé paesi bellissimi, colorì a meravi- glia, e foggiò ne' vestimenti sul metodo di Giorgione; incresce per altro che qualche volta le pieghe da lui dipinte sentano di ammanierato; ciò nullameno dev'egli essere annoverato fra i più distinti pittori del secolo XVI.