La Rassegna Stampa Di Oblique Dal 22 Dicembre 2007 Al 15 Gennaio 2008
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RassStampa_22dic-15genn2008.qxp 15/01/2008 13.56 Pagina 1 La rassegna stampa di Oblique dal 22 dicembre 2007 al 15 gennaio 2008 «Ogni traduttore – si sa – è responsabile delle proprie scelte, ma soprattutto dei propri errori» Barbara Lanati – Francesco Borgonovo, “L’obbediente. Luca Casarini okkupa la Mondadori” Libero, 22 dicembre 2007 3 – Andrea Di Consoli, “Piccolo è bello. Elogio del libro breve” l’Unità, 24 dicembre 2007 5 – Daniele Giglioli, “L’orizzonte politico della critica letteraria” il manifesto, 29 dicembre 2007 7 – Manuela Maddamma, “Memorie di un immoralista” Il Foglio, 29 dicembre 2007 9 – Guido Bosticco, “Il duca del jazz. E Al Capone disse: «Ellington non si tocca»” Libero, 31 dicembre 2007 13 – Sara Marinelli, “La fede nella letteratura in forma di rivista” il manifesto, 3 gennaio 2008 15 – Francesco Borgonovo, “Filippo La Porta: «Cari scrittori, non raccontate balle»” Libero, 4 gennaio 2008 19 – Enrico Franceschini, “Oxford, tutta la biblioteca approda in rete” la Repubblica, 4 gennaio 2008 21 – Tommaso Pincio, “Il caso di coscienza di uno scrittore mormone” il manifesto, 5 gennaio 2008 23 – Ilide Carmignani, “Traduttori trasparenti dentro il labirinto del testo” il manifesto, 8 gennaio 2008 27 – Paolo Di Stefano, “L’editoria tradita dalle imitazioni” Corriere della Sera, 8 gennaio 2008 29 – Alessandro Piperno, “Più li guardo più mi sento male” Vanity Fair, 9 gennaio 2008 31 – Mirella Appiotti, “Il calendario del Novecento” Ttl – La Stampa, 12 gennaio 2008 35 RassStampa_22dic-15genn2008.qxp 15/01/2008 13.56 Pagina 2 RassStampa_22dic-15genn2008.qxp 15/01/2008 13.56 Pagina 3 L’obbediente. Luca Casarini okkupa la Mondadori Francesco Borgonovo, Libero, 22 dicembre 2007 In preparazione “Gabbie”, l’esordio da narratore del leader no global. Che sceglie la casa editrice del nemico: Silvio Berlusconi. Ma non era un ribelle? e non vi ricordate l’aneddoto, lo raccontia- «quelli che molti considerano “sbagliati”: i diversi, mo di nuovo. Il drammaturgo Eugene gli emarginati, gli esclusi etc.», dei quali si prende S Ionesco, vedendo sfilare i manifestanti ses- cura il giovane avvocato Nico. Uno che divide il santottini del maggio francese nella strada sotto suo tempo fra «il patrocinio gratuito e la militanza casa sua, aprì le finestre giusto il tempo di inqua- politica nel movimento dei cosiddetti no global». drare i rivoluzionari con una frase cristallina: «Fra E qui – altrimenti non ci sarebbe da divertirsi – quattro anni» disse ai giovanotti con i cartelloni entra in gioco l’elemento autobiografico dell’auto- «sarete tutti notai». Le fortune dei maestrini di re. Perché «quando Alex» un amico immigrato del quell’epoca – divenuti gran professori, editorialisti, protagonista «viene rinchiuso in un centro di politici potenti, scrittori di fama col culo progetta- detenzione per immigrati senza permesso, e poi to apposta per appoggiarsi sui divani nei salotti di successivamente accusato di omicidio», per Nico alta classe – gli hanno dato ragione. Ma ecco che, «diventa fondamentale liberarlo». Inevitabilmente, puntuale, la storia si ricicla in farsa e dai movimen- perciò, l’avvocato si troverà a «sfidare apertamen- ti di massa degli anni di piombo siamo passati ai te la legge e a infrangere tutti i limiti che fino a movimenticchi di oggi, i cui membri non leggono quel momento si era imposto». Marx ma Naomi Klein e invece di farsi guidare da La trama ricorda certe teorie di Casarini, il Daniel Cohn-Bendit preferiscono ascoltare le urla quale già nel 2004 scriveva: «Dal sabotaggio della megafonate di Luca Casarini, capoccia dei guerra globale alla grande manifestazione planeta- Disobbedienti del NordEst. Per quest’ultimo, di ria del 20 marzo. Dal rifiuto delle gabbie ideologi- scomodare Ionesco non ce la sentiamo; ci sembra che ed assolute come violenza/nonviolenza, alla più indicato Luciano Ligabue quando canta: sperimentazione di pratiche di conflitto efficaci, «Nasci da incendiario, muori da pompiere». Anche che provino a tenere insieme tutti, che mettano in Casarini da arruffapopolo anti-G8 qual era, ha difficoltà e isolino la polizia e i carabinieri, che ne intrapreso il sentiero impervio dell’intellettuali- delegittimino la violenza. Ricominciare significa smo, scrivendo un romanzo che verrà pubblicato disobbedire. Anche a noi stessi». – udite udite – dall’editore Mondadori. Quello, per Ecco il punto. Casarini la disobbedienza ce semplificare, che fa capo a Silvio Berlusconi. Il l’ha nel Dna: si ribella anche a se stesso e ai suoi libro dovrebbe uscire a primavera nella prestigiosa proclami. Motivo per cui lo si scorgeva in televi- collana “Strade Blu”, in cui il disobbediente finirà sione, anni fa, con un bel piumino griffato dallo a far compagnia ai vari Chuck Palahniuk, Valerio stilista Helly Hansen, il cui marchio fu poi coper- Evangelisti e Dave Eggers. Si intitolerà “Gabbie” to da un adesivo con la scritta “No Logo”, e ora e a leggere la trama appena accennata sul catalogo lo si trova a pubblicare per un colosso editoriale delle novità Mondadori si annusa profumo di italiano che appartiene al leader del centrodestra, Victor Hugo. I “miserabili” in questo caso sono ma sempre mantenendo la sua verve di anticapi- RassStampa_22dic-15genn2008.qxp 15/01/2008 13.56 Pagina 4 Oblique Studio talista nemica della polizia e dell’ordine costitui- strandosi al contempo non ideologico, tollerante to. In un’intervista di qualche tempo fa, Casarini e intelligente. dichiarava: «Il problema è sempre stato quello di E lui, Casarini, che ci guadagna? Sicuramente trovare nuove forme di lotta radicali e capaci di una bella pubblicità, sicuramente un nuovo profi- mettere in crisi il potere». La nuova forma l’ha lo: meno militante quasi duro e un poco puro, ma scovata lui, novello Sartre, facendosi abbracciare più creativo, sdoganabile nei salotti e negli studi tv dalle manone accoglienti di quello che ha sempre passando per le librerie. E chissà, forse domani – considerato “il potere”. Il “potere”, dal canto sentendosi un po’ Ionesco – potrà aprire la fine- suo, lo lascerà fare, gli pubblicherà il libro e ragio- stra, guardare gli operai che sfilano sotto e urlare: nevolmente ci guadagnerà pure dei soldi, dimo- «Lavoratori... Prrrrrrrrr». 4 RassStampa_22dic-15genn2008.qxp 15/01/2008 13.56 Pagina 5 Piccolo è bello. Elogio del libro breve Andrea Di Consoli, l’Unità, 24 dicembre 2007 Quattro titoli che, almeno per le dimensioni, vanno controcorrente: romanzi brevi e laterali molto più intensi di quelli lunghi e corposi che vanno per la maggiore tra gli editori. Quattro storie di grande valore volte i libri brevi e «laterali» sono più prestigiosa rivista letteraria di Piacenza diretta da intensi di quelli lunghi. Molto spesso, poi, Fugazza e Dadati: La voce d’un libro di Edmondo A i romanzi sono corposi solo per ragioni De Amicis, Il natale delle mutande di latta di Enzo editoriali (i libri grossi vendono di più), o per Fileno Carabba e il bellissimo Conoscere la provincia motivi «muscolari» (si dimostra di essere «produt- del troppo dimenticato Cesare Angelini). tori» infaticabili). Più spesso, però, i romanzi non Il primo di questi libri è Eterna riabilitazione da sono altro che dilatazioni artigianali e volontaristi- un trauma di cui s’ignora la natura (Nottetempo, 93 che di nuclei narrative brevi, cioè di racconti di pagine, 8,00 euro) di Andrea Zanzotto, del quale è poche pagine. stato anche ristampato in questi glomi, dall’editore In Italia ci si vergogna ancora un po’ della Manni, con l’aggiunta di alcuni inediti giovanili, misura breve (residuo di una cultura «virile»), gli Sull’altopiano. Nel piccolo libretto curato da Laura editori storcono il muso, i lettori hanno la sensa- Barile e Ginevra Bompiani (sotto forma d’intervi- zione di comprare poca «roba». Invece i libri brevi sta) il poeta di Pieve di Soligo (Treviso) arzigogo- hanno una loro centralità nella storia della lettera- la profondamente intorno a temi cruciali della sua tura, pensiamo a testi importanti quali Un’oscurità vita: l’ipocondria (la depressione), il paesaggio del trasparente di William Styron, L’Italia di mattina di Veneto, la poesia italiana (Montale, Sereni, Gatto), Franco Cordelli, L’invenzione di Morel di Adolfo il trauma della poesia, la scienza, la psicanalisi, Bioy Casares, La divina mimesis di Pier Paolo Paso- Lacan. Scrive (dice) Zanzotto: «Questo logorante lini, Aglio, menta e basilico di Jean-Claude Izzo, Il fan- continuo confronto con un inizio che non si sape- tasma della moda di Domenico Rea, Viaggio nel va nemmeno bene quale fosse, si configura come Mezzogiorno di Giuseppe Ungaretti, Lontano di un trauma perché persiste sempre»; e poi ancora: Goffredo Parise, Oltre i limiti di Friedrich Durren- «Il deserto nella poesia è parlare per qualcuno che matt, e così via. nonostante parli, a un certo momento si trova La grande tradizione del racconto, della novel- sepolto nel silenzio, una sabbia mobile che invece la, della «scheggia», del libretto a tema, del fram- è asciutta, come certi posti dell’Asia centrale». È mento, del resoconto di viaggio, del romanzo cor- sempre impressionante leggere in Zanzotto il coz- to e della breve testimonianza (magari sotto forma zare titanico (quasi sismico) della natura col conti- d’intervista) andrebbe valutata con maggiore nente della cultura; quel suo camminare tra rovine attenzione (e bisognerebbe pensarci due volte, e scoperte, senza mai chiudere il discorso della prima di parlare di opera minore, semmai minima). verità (o della ricerca). In questi ultimi mesi in Italia sono stati Il secondo libro che vorrei segnalare è La spiag- pubblicati quattro libri brevi di grande valore gia di notte (e/o, 38 pagine, 13,00 euro) di Elena (però vorrei anche ricordare, di striscio, i primi tre Ferrante (illustrazioni di Mara Cerri), breve favola volumetti della piccola collana di «Ore piccole», per adulti che percorre, in qualche modo, una pic- RassStampa_22dic-15genn2008.qxp 15/01/2008 13.56 Pagina 6 Oblique Studio cola apertura carsica de La figlia oscura, il suo ulti- crolla nel panico, e poi nella stanchezza mortale mo romanzo.