Il Sogno Della Ricchezza: Nella Parigi Tra Le Due Guerre*

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Il Sogno Della Ricchezza: Nella Parigi Tra Le Due Guerre* Originalveröffentlichung in: Ricerche di storia dell'arte 121 (2017), S. 5-14 Julia Drost Il sogno della ricchezza: Surrealismo e mercato dell’arte nella Parigi tra le due guerre* L’intransigenza ideologica del movimento nei confronti del mercato dell arte tradizionale non trova sempre riscontro nella realtà e induce gli artisti ad adottare strategie alternative Daniel-Henry Kahnweiler avrebbe affermato suo rendiconto del 1907, un numero di gallerie una volta che sono i grandi artisti a fare i grandi inferiore alla decina, mentre nel 1930 il sociolo­ mercanti. O non sono forse piuttosto i mercanti go André Frage ne contava già centotrenta4. Tra d’arte a fare le avanguardie? «Que serions-nous le due guerre esisteva più di una dozzina di gal­ devenus si Kahnweiler n’avait pas eu le sens des lerie, su entrambe le rive della Senna, che propo­ affaires?», si chiedeva Pablo Picasso, attribuendo nevano artisti surrealisti. Non emerge tuttavia così ai galleristi un ruolo fondamentale nel pro­ una figura predominante nel mercato del Surre­ prio successo. Non sembra tuttavia che si pos­ alismo, come era invece avvenuto con la galleria sa applicare tale considerazione al Surrealismo: Simon di Kahnweiler per il Cubismo, con quella nell ambito di tale corrente si cercherebbe invano di Herwarth Walden per gli artisti della Brucke, o la galleria o il mercante d ’arte di riferimento asso­ infine con una figura come Alfred Flechtheim per luto. A dominare il mercato dell’arte nella Parigi l’arte moderna francese in Germania. degli anni Venti è sostanzialmente ancora il mo­ dello introdotto e perfezionato già nel secolo XIX da galleristi quali Paul Durand-Ruel e Ambroise UN 'AVANGUARDIA ALTRA Vollard1. Tale modello si basava sulla stretta col­ laborazione tra mercanti e artisti, una collabora­ Le ragioni di tale situazione ben più complessa zione che per questi ultimi aveva il vantaggio di e articolata sono da ricercare all’interno del garantire entrate mensili ed esposizioni periodi­ movimento stesso, che sotto l’egida di Breton si che; i contratti potevano essere esclusivi, ma ciò era caratterizzato in senso ideologico e fortemente non era indispensabile. Diversi mercanti d arte si critico del sistema e del capitalismo. Nel Manifeste dotano inoltre in quel periodo di riviste proprie, du surréalisme (1924), egli dichiara letteralmente utilizzandole per aumentare la notorietà degli ar­ che occorre mettere sotto processo l’«attitude tisti che rappresentavano2. matérialiste» e rivendica appassionatamente Il caso del Surrealismo appare al contrario ben il tempo in cui «elle décrète la fin de l’argent più complesso e articolato. In linea generale, il et rompe seule le pain du ciel pour la terre!»5. mercato d’arte parigino riceve un forte impulso Saranno ben quaranta tra poeti e pittori (tra cui negli anni Venti, il che determina l’apertura di Breton, Louis Aragon, Paul Nougé, Camille nuove gallerie, in particolar modo sulla rive gau- Goemans, Philippe Soupault, Max Ernst e André che’’: si consideri cne Kahnweiler registrava, in un Masson) a sottoscrivere, nel corso della crisi 5 Il sogno della ricchezza 1. Volantino inaugurale della Galerie surrealis­ ddL-> e>/i,'rde <j 'itdóé&H*'' te, 1926 (foto: © BK Paris). la Galerie Surrealiste 16, PARIS. 6C Itile «Jacques Callo! TclcphoneiFIeurus 14 96 < Rue de Seme ■ ÉDITIONS SURRÉALISTES Livres et Manuscrits . Ics 'et? ad. , &a/r? t'hay, 1?>ct y, r/e.. /T . A/- /& (/? • /'' ,.: r c/e ///ic‘s/e>r/t<yt/órytrea . f de. del Marocco francese del 1925, il pamphlet La Fin dal principio il Surrealismo si mette in scena Révolution d’abord et touiours, che recita: come avanguardia altra e poggia sul principio «Partout où règne la civilisation occidentale dell’autopromozione diretta tramite i propri toutes attaches humaines ont cesse à l’exception rappresentanti. Nell’ottobre 1924 l’istituzione de celles qui avaient pour raison d etre l’intérèt, ‘le della Centrale surrealista in rue de Grenelle 15, con durpaiement au comptant’. [...] Nous n’acceptons regolari orari d’apertura e ricevimento, evidenzia pas les lois de l’Economie ou de l’Échange [...] »6. l’aspirazione degli esponenti del movimento a Nell’ultimo numero della rivista «La Révolution godere della massima autonomia possibile rispetto surrealiste» (1929) appare, a firma del teorico alla scena artistica ufficiale. Nel dicembre 1924 comunista André Thirion, l’articolo Note sur compare il primo numero del già citato periodico l’argent, in cui l’autore cita II capitale di Karl Marx «La Révolution surréaliste», il cui titolo allude e si prende gioco della fissazione borghese per il esplicitamente al nuovo orientamento ideologico denaro7. del movimento. 2. Invito all’inaugurazione della Galerie sur­ réaliste con la mostra AAw Ray - Objets des ilei Le 26 Mars 1926 Minuit (foto: © BK Paris). SaNSSOLEIL SANS FIL SANS TERRE SANS REPROCHeS A A X N S 8 r OUVERTURE DE P A A * LA GALERIE SURREALISTE'! E A N S MAX RAY s A É T 0 OBJETS DES ILES » I p L L E U SANS HELACHE SANS CIELH SANS PEINE SANS VOljS Minuit 16, Rue Jacques Callot 6 Il sogno della ricchezza «U tU I I 2 <> II A II S I » 2 li 0 I \ E lì I I lì E «le In GALEIIIE SI ItltÉA LISTE 1(5. Bue .laequeN C.alliil - PARIS ((5‘‘) IA LI XK BRILLE SUR L'II.E MAS TABLEAUX MAN RAY DES ILE^T^ C gpu-tCHHUNE 4. Catalogo dell’ultima mostra della Galerie surrealiste: CEuvres 3. Manifesto della prima mostra della Galerie surrealiste: dipin­ anciennes de Giorgio de Chirico, 15 febbraio-1° marzo 1928 ti di Man Ray e oggetti provenienti dalle isole dell Oceania, 26 (foto: © BK Paris). marzo-10 aprile 1926 (foto: © BK Paris). contributi per le mostre di Joan Mirò, Max Ernst, Nei primi mesi dopo la nascita del movimento Hans Arp, Yves Tanguy e Salvador Dall. nel 1924 si discute ancora sulla questione se pos­ sa esistere un’arte surrealista e se vi sia cjualcosa Le successive mostre della galleria presentano opere di Georges Malkine e Yves Tanguy, que­ di corrispondente, in ambito artistico, all écriture automatique. Successivamente, nel marzo 1926, ste ultime unitamente ad oggetti di arte indiana nordamericana. Segue una mostra dei cosiddetti aprirà la Galerie surrealiste in rue Jacques Callot cadavres exquis, creati collettivamente dai surrea­ 16: Breton ne è l’animatore, mentre la direzione listi; sul retro del cartoncino d’invito si legge che è affidata dapprima a Roland Tual, poi a Camil- l’esposizione è collegata ad un’altra di dipinti di le Goemans. La galleria e la casa editrice vengono André Derain, Picasso, Francis Picabia e dei sur­ pubblicizzate assiduamente sia mediante volanti­ naggio, sia sulla rivista «La Revolution surrealis­ realisti, oltre a manufatti originari principalmente dell’Oceania (e provenienti dalle collezioni per­ te» (fig. 1). La prima mostra è dedicata a Man Ray, sonali dei surrealisti stessi). Si presenteranno poi i cui dipinti vengono esposti insieme ad oggetti opere di Hans Arp e di Giorgio de Chirico. provenienti dall’Oceania (figg. 2,3); l’esposizione è accompagnata da un catalogo pubblicato dalle In linea con il programma del movimento, que­ Editions surréalistes8. Secondo un criterio cui ci ste esposizioni, che si inaugurano a mezzanotte, sono ben lontane dal conseguire un successo di si attiene fin dal principio e che rimarrà costan­ tipo commerciale. Scrive ad esempio Éluard a te, sono i letterati del movimento a scrivere i testi (per lo più brevi commenti poetici) per i cataloghi Gala, a proposito dell’inaugurazione della mo­ degli artisti: nella fattispecie, André Breton, Paul stra di Tanguy e degli oggetti indiani: «Hier au Éluard, Robert Desnos e Tristan Tzara scrivono vernissage Tanguy-Amérique, il n’y avait person- 7 Il sogno della ricchezza ne»9. Se per Man Ray si pubblica ancora un ca­ Picasso e molti altri; entrambi frequentavano re­ talogo dell’esposizione, per le mostre successive golarmente aste, acquistavano, vendevano e offri­ sembra vengano a mancare i fondi: verrà stampato vano consulenze a collezionisti (è celebre l’attività solamente un altro cartoncino d’invito e per de di Breton per conto di Jacques Doucet, mecenate, Chirico si appronterà un catalogo che è di fatto collezionista d’arte e couturier bibliofilo). un opuscolo di fogli manoscritti e pinzati (fig. 4). Sia Breton che Eluard si interessavano inoltre La Galerie surrealiste chiude nel dicembre 1928, alle arti primitive, collezionando manufatti prove­ dopo appena due anni di attività e con un bilancio nienti dalla Nuova Guinea, dall’Oceania, dall’A­ di sei mostre: si può presumere che le motivazioni merica del Nord e in parte anche dall’Africa: oltre fossero la scarsa domanda di arte surrealista, oltre ad essere apprezzati per l’aura ‘magica’ e il loro a una gestione non molto professionale. significato estetico, tali oggetti assumevano nella La prima mostra collettiva, intitolata La pein- cerchia surrealista quasi un valore di mercato vero ture surrealiste, si tiene nel novembre 1925, non e proprio. Anche Roland Tual, di cui si è detto a alla Galerie surrealiste bensì alla Galerie Pierre, proposito della Galerie surrealiste, era in contatto diretta da Pierre Loeb: si trattava di una struttura con Josef Nierendorf e Hildebrand Gurlitt, mer­ giovane, ubicata sulla rive gauche, che aveva inau­ canti berlinesi di arts premiers, e trattava a Parigi gurato l’attività nel 1924 con una mostra di Jules manufatti provenienti dall’Oceania e dall’Africa. Pascin e che prima della collettiva surrealista aveva Paul Eluard era sempre alla ricerca di tali ogget­ già esposto Mirò nella primavera del 192510. An­ ti per poterli poi
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