1 MAGNUM LIFE IL FOTOGIORNALISMO CHE HA FATTO LA STORIA

SILVANA EDITORIALE

2 3 MAGNUM LIFE CATALOGO A CURA DI MOSTRA A CURA DI RINGRAZIAMENTI La prestigiosa struttura del Museo del violino Marco Minuz Marco Minuz Roberta Barbaro di Cremona ospita, dal 31 ottobre 2014 all'8 febbraio IL FOTOGIORNALISMO Gabriele Bomben TESTI COORDINAMENTO Ludovico Bomben 2015, la mostra la nascita di Magnum. Henri CHE HA FATTO LA STORIA Marco Minuz E ORGANIZZAZIONE Carlo Enrico Bonvicini Cartier-Bresson, George Rodger, David 'Chim' Seymour, Giada Centazzo UNOMEDIA Maurizio Calcinoni nell'ottica di una sinergia volta ad avviare e consolidare 4.03—11.06.2017 SUAZES INTERVISTE Gabriella Cecotti il ruolo di importante spazio espositivo del polo museale. Cremona. Museo del Violino IN COLLABORAZIONE CON Bruno Barbey Lisa Comandù Il complesso architettonico, recentemente restaurato Uliano Lucas Museo del Violino Sergio Campagnolo Paola Carlomagno dalla Fondazione Arvedi Buschini e dal Comune di COORDINAMENTO EDITORIALE Dario Cimorelli Cremona, esprime, in tale occasione, anche il proprio SEGRETERIA ORGANIZZATIVA Giada Centazzo Marco Citron Mariagrazia Posca ruolo di contenitore culturale capace di arricchire Renato Corsini IN COLLABORAZIONE CON e nobilitare esposizioni e mostre in un dialogo di PROGETTO GRAFICO Gigi Cuba queste due pagine sono Magnum Photos, valorizzazione reciproca. exhibition’s department: DM+B&Associati Sergio Di Stefano SUPPORTO / WITH THE CONTRIBUTION OF Il percorso espositivo indaga e ricostruisce i passi Clarisse Bourgeois Flavio Fasan ALLESTIMENTO Angela Felice evolutivi che hanno portato alla nascita della più celebre Andréa Holzherr Immobiliare Raffella Micol Fontana agenzia fotografica del mondo: la Magnum Photos. Charlotte Lembert Seri-Art da ultimare Elodie Régnier Gilberto Girardi Per la prima volta vengono esposti insieme i reportage MAIN SPONSOR VIDEO Tiziano Neviani dei quattro fotografi fondatori (Robert Capa, Henri PROGETTO GRAFICO Studio1 Musi ???? DM+B&Associati Stefano Pelliciardi Cartier-Bresson, George Rodger, David 'Chim' Seymour) Patrizio De Mattio TRASPORTI Michele Pizzi realizzati sotto l'egida di Magnum. Steno Gava PATROCINIO / UNDER THE PATRONAGE OF Stefano Prinzivalli In filigrana, emerge anche il contesto storico che creò Maurizia Quaglia ASSICURAZIONI il terreno fertile per la fondazione dell'agenzia. Tra le Willis Stefania Reali due guerre, infatti, nasce il moderno fotogiornalismo Andrea Silla TRADUZIONI Mario Silla supportato da una serie di coincidenze tecniche Luana Venturini Lucia Toffoli ed editoriali come l'uscita sul mercato della macchina Marco Tonus UFFICIO STAMPA fotografica Leica e la nascita delle riviste illustrate. PARTNER Studio Esseci Marco Ustulin Il 22 maggio 1947 si concretizza la lunga gestazione Virginia Villa ideativa di Robert Capa che, attraverso la formula SITO Marco Zanus Perelda Dueper Design cooperativa, riesce a preservare i diritti editoriali e d'autore dei fotografi associati. CATALOGO MEDIA PARTNER Il museo si pregia di accogliere e dare il benvenuto Silvana Editoriale A quello che sempre rimane fra Dino ed Antonietta a tutti i visitatori che vorranno avvicinarsi a questo evento espositivo accolto all'interno della cattedrale della musica.

PARTNER TECNICI / TECHNICAL PARTNERS

ORGANIZZAZIONE / ORGANIZATION

GIANLUCA VIRGINIA VILLA GALIMBERTI Direttrice Sindaco di Cremona Museo del violino Antonio Stradivari

Museo del violino www.magnumlifecremona.it

4 5 SOMMARIO

8 PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE MARCO MINUZ

21 PHILIPPE HALSMAN 101 LIFE’S COVERS (1942-1972)

29 QUANDO SEI NELLA LIBERTÀ INTERVISTA A ULIANO LUCAS

39 DOVEVA ESSERE LA MIA STORIA INTERVISTA A BRUNO BARBEY

47 ROBERT CAPA GUERRA CIVILE SPAGNOLA (1936-1939)

63 ROBERT CAPA D-DAY E L’AVANZATA ALLEATA (1944-1945)

81 ROBERT CAPA INDOCINA (1954)

85 WERNER BISCHOF INDIA/BIHAR (1951)

103 WERNER BISCHOF COREA (1952)

117 DENNIS STOCK JAMES DEAN (1955)

145 FOTOGRAFI MAGNUM THE MISFITS (1960)

173 BRUNO BARBEY (1971-1972)

192 BIOGRAFIE

6 7 PER ME SI VA MARCO MINUZ TRA LA PERDUTA GENTE DANTE, INFERNO

I fotografi, come i pittori, ci hanno insegnato a anni e in generale dell’impatto della stampa illu- vedere. Non si tratta solo di valutare il valore ar- strata nell’immaginario collettivo. tistico o il significato sociale di un documento La modernità ci ha donato l’invenzione della fo- fotografico, ma di non dimenticare che non solo tografia, mezzo che fin dai suoi esordi ha inne- vediamo ma anche fotografiamo come loro ci scato entusiasmi, diffidenze, paure e conflitti. La hanno insegnato. Siamo inoltre abituati a vede- fotografia rappresenta la vita moderna con tutte re la storia, soprattutto i grandi eventi, tramite i le sue contraddizioni. La fotografia suscita la no- loro occhi. Lo sguardo attraverso cui oggi osser- stra ambivalenza nei confronti della tecnologia. A viamo la storia è uno sguardo ‘professionale’, in differenza della pittura, della musica, della danza cui convergono curiosità, pietà, senso estetico, e della narrativa, non è iniziata migliaia di anni fa crudeltà e profanazione1. Nello spazio di signi- con l’uomo innocente e primitivo, ma meno di due ficato circoscritto da queste parole si sviluppa secoli or sono con l’uomo moderno già corrotto. E questo progetto, basato sul rapporto fra la cele- a differenza di altre forme espressive, dipende da bre rivista americana “Life” e l’agenzia fotografi- una macchina e da un processo chimico. La foto- ca Magnum Photos; un confronto fra le principali grafia, insomma, è un’arte (o un mestiere) impura, caratteristiche di queste due mitiche realtà im- ‘sconcertante’, a cui ci accostiamo con quel misto piegando alcuni storici reportage realizzati dai contradditorio di aspettativa e diffidenza, di glo- fotografi membri dell’agenzia e pubblicati dal riosa speranza e terribile premonizione, con cui ci settimanale americano. siamo accostati all’era della macchina2. Un rapporto non scontato che permette di riflet- Gradualmente il fotografo ha assunto una posi- tere sul valore della fotografia nel mondo della zione importante nella storia con rilevanti valenze carta stampata e sulle sue caratteristiche, veico- sociali, culturali e politiche. Il suo lavoro è testimo- late dall’appartenenza a una realtà come quella nianza diretta della dimensione assunta dalla fo- Magnum. Al contempo permette d’interrogarsi sul tografia nella vita quotidiana e dell’influenza che ruolo del fotografo e del giornalista nel corso degli essa esercita nella nostra quotidianità.

8 9 La volontà di questo progetto è proprio quella di grafi come Robert Capa e Alfred Eisenstaedt e si vedere l’opera dell’uomo: dipinti, torri e scoperte; niquità, nella povertà e nel razzismo immaginando investigare su questo rapporto, fra “Life” e Ma- formano i primi teorici dell’immagine fotografica vedere cose distanti migliaia di chilometri, cose e mostrando un mondo e una nazione migliore. gnum Photos, che si articola in implicazioni cultu- come Siegfried Kracauer e Walter Benjamin. nascoste dietro muri o dentro stanze, cose perico- “Life” era una rivista per la famiglia media ame- rali, sociali ed economiche. Per fare questo è ne- Berlino era diventata un luogo meraviglioso per il lose da avvicinare; le donne che gli uomini amano ricana che veicolava un’immagine positiva degli cessario costruire un quadro di riferimento storico giornalismo e la fotografia di reportage; in quegli e molti bambini; vedere e gioire nel vedere; vedere Stati Uniti d’America e del suo capitalismo; costru- per collocare queste due esperienze. anni contava infatti 47 quotidiani e una cinquanti- ed essere sorpresi; vedere e apprendere”. La foto- iva nel lettore l’idea di una nazione dalle grandi na di settimanali. La figura sociale del fotorepor- grafia rappresentava il miglior strumento per vei- opportunità, un Paese aperto a tutti e in grado di Il fotogiornalismo dopo la fine del primo conflit- ter non godeva ancora però di grande prestigio. colare questo messaggio grazie alla credibilità che realizzare i sogni. to mondiale vive uno rapido sviluppo, soprattutto La sua professionalità si limitava a trasmettere ciò le veniva attribuita e alla sua immediatezza. La fotografia, grazie alla sua patente di specchio grazie alle innovazioni tecniche; un aspetto impor- che vedeva, al pari del cronista. I fotoreporter non Per la prima copertina venne incaricata Margaret della verità, rappresentò uno strumento fonda- tante è il perfezionamento dei metodi per la ripro- ricevevano lo stesso rispetto e trattamento dei Bourke-White allora nota soprattutto per il suo la- mentale perché raccoglieva la fiducia del lettore duzione di fotografie direttamente sulla pagina colleghi giornalisti e il loro nome non compariva voro fotografico in ambito architettonico. Realizzò americano e permetteva, indipendentemente dal- stampata; un altro è l’invenzione di macchine foto- accanto alle foto pubblicate. Vi era una scarso ri- un servizio sulla costruzione della grande diga di le sue origini e dalla sua estrazione sociale, di fargli grafiche di piccole dimensioni, come la Ermanox e conoscimento per questo mestiere perché si rite- Fort Peck nel Montana, uno dei simboli della mo- comprendere immediatamente il messaggio vei- la Leica, con obiettivi molto luminosi, che permet- neva che chiunque potesse ricoprire questo ruolo. dernità americana e del programma del New Deal colato. Una grande operazione di costruzione di tevano di operare con discrezione e in condizioni Solo il lavoro di grandi fotografi riuscì a sdoganare di Roosevelt. In prossimità del cantiere si era svi- una coscienza americana. di luce non ottimali. questa figura professionale e dargli piena dignità. luppata una città di baracche, fatta di strade pol- “Life”, numero dopo numero, costruì un’enorme Queste accelerazioni tecnologiche portano a un L’avvento del nazismo in Germania portò alla verose e locali notturni. Il reportage, sviluppato in patrimonio d’immagini, uno straordinario archivio progressivo impiego della fotografia nella carta frantumazione di questa straordinaria esperienza; nove pagine intere attraverso un racconto foto- visivo dell’America dell’epoca. Una biblioteca di stampata. Essa diventa il miglior strumento per giornalisti, fotografi e grafici emigrarono in Fran- grafico, è un viaggio sulla costruzione della gran- sapere visivo, fruibile da tutti, ma al suo interno raccontare il presente a una società sempre più cia, Inghilterra e negli Stati Uniti che divenne la pa- de opera pubblica e sulla comunità di lavoratori con infinite declinazioni sociologiche, economi- desiderosa di essere informata. tria delle più importanti riviste illustrate. di questa città. Un avvio editoriale di una straordi- che, e anche culturali. In questi anni si vanno definendo le forme e i prin- Fu questo uno dei fattori principali, associato al naria intensità dove, senza timore, si dichiarava la Lo stesso Edward Steichen selezionò, dall’archi- cipi del fotogiornalismo moderno; riviste illustra- contesto socio-economico americano di quegli centralità della fotografia all’interno del progetto vio di Life, le foto che vennero esposte nella mo- te di ampia diffusione scoprono nella fotografia anni, che determinò l’avvio dell’esperienza edito- editoriale con una copertina fotografica a piena stra fotografica The Family of Man, inaugurata al una componente fondamentale dell’informazione riale di “Life”. La rivista fu creata da Henry Luce pagina e quel logo bianco e rosso che fece storia. MoMA di New York nel 1955, che viaggiò, succes- giornalistica, comunicando non con testi scritti, nel 1936, già editore di “Time” (avviato nel 1923), Il primo numero uscì con una tiratura di 466.000 sivamente, in 38 nazioni. Un grande progetto foto- ma attraverso un racconto fotografico associato a “Fortune” (pubblicato nel 1930) e del cinegiornale copie e andò immediatamente esaurito. Nel 1939, grafico di taglio sociologico che rappresentò una brevi didascalie. “The March of Time” (che prese avvio nel 1931). Il con una distribuzione di oltre due milioni di copie tappa fondamentale nella storia della fotografia Patria del fotogiornalismo in quegli anni era la Ger- suo nome fu scelto dopo aver esaminato numero- divenne il più importante magazine d’America. Nel del dopoguerra. Oltre cinquecento fotografie pro- mania di Weimar che viveva un periodo di grande se proposte (Candid, Dime, Eye, Nuze-Vuze, Pro- 1940 “Life” raggiungeva il 21 per cento dell’intera venienti da 68 nazioni e realizzate da centinaia di effervescenza culturale, un vero laboratorio di mo- menade, Rehearsal e The Show-Book of the Wor- popolazione americana di età superiore ai dieci fotografi, tra cui molte dei fotografi di Magnum. dernità trasversale dove trovavano spazio riviste ld) e acquistando alla fine i diritti di una magazine anni e raccoglieva il 19 per cento delle inserzioni Numerose delle foto pubblicate nel settimanale illustrate come “Berliner Illustrirte Zeitung” che umoristico fallito per la somma di 92.000 dollari3. pubblicitarie dell’intero Paese. americano divennero opere d’arte nel contesto all’epoca aveva una tiratura di due milioni di copie. Fu un fenomeno di dimensioni straordinarie che ri- Fin dal primo numero, grazie alla sua distintiva ed espositivo. Riflettere anche su questo passaggio In questi anni le fotografie, quantitativamente, oc- spondeva, in primis, a una domanda sociale. La ra- innovativa grafica, “Life” divenne un nuovo model- permette di comprendere cosa ha rappresentato cupano le pagine e qualitativamente si organizza- dio trasmetteva oramai notizie provenienti da ogni lo di rivista, basato su una combinazione di foto- “Life” per la storia della fotografia e per il suo per- no sotto forma di racconto. parte del mondo e inconsciamente ogni ascoltato- grafia, didascalie di semplice lettura e contenuti corso di emancipazione. La Germania di quegli anni accolse fotografi come re sentiva un desiderio di visualizzare quello che editoriali di facile fruizione. Naturalmente tutto questo era riflesso anche László Moholy-Nagy, Martin Munkácsi, Erich Sa- gli veniva raccontato. Nel primo numero di “Life”, Una rivista prevalentemente d’immagini che di- dell’indirizzo intrapreso dalla fotografia america- lomon, Tim Gidal e Alfred Eisenstaedt. Le riviste datato 23 novembre 1936, apparve questo testo, venne un punto di riferimento per tutto il settore na dell’epoca, ovvero della Straight Photography, illustrate insegnarono ai loro lettori nuovi modi di manifesto di un progetto editoriale che denota- editoriale. La progettazione editoriale si basava su quella fotografia pura e diretta che matura negli vedere e li resero più aperti e cosmopoliti. Si svi- va chiaramente la direzione intrapresa: “Vedere la un impiego consapevole delle immagini che erano anni dieci negli Stati Uniti d’America. Una modalità lupparono agenzie fotografiche importanti come vita; vedere il mondo; essere testimoni oculari di postulato dell’integrità, indipendenza e dell’unità espressiva che traeva valore dalle qualità intrinse- la Dephot, fondata da un emigrato ungherese di grandi eventi; osservare il volto dei poveri e i gesti della classe media americana. Henry Luce e gli che del mezzo e non da un’imitazione di formule nome Simon Guttmann. dei superbi; vedere cose strane: macchine, eser- editori della rivista erano animati da un pensiero pittoriche; una fotografia dotata di una straordi- In questo contesto apprendono il mestiere foto- citi, moltitudini, ombre nella giungla e sulla Luna; ambizioso, ovvero che si potesse intervenire nell’i- naria capacità di cogliere, raccontare e restituire

10 11 la realtà attraverso un uso sapiente delle sue pro- Il successo di “Life” sorprese tutti e nel giro di York iscrisse nei propri registri la fondazione del- gnum. Robert Capa aveva già dal 1937 un rapporto prietà. pochi mesi seguirono altre riviste come “Look”, la Magnum Photos Inc. che aprì immediatamente di collaborazione con la rivista americana. Come scrisse John Morris photo editor di “Life” “See”, “Photo”, “Picture”, “Focus”, “Pic” e “Click”. due sedi operative per coprire le principali aree di Ognuno aveva un proprio stile; una pluralità di mo- e successivamente responsabile internazionale La rivista illustrata fu un fenomeno simile a quello riferimento: a Parigi, nell’appartamento di Maria dalità espressive che ai suoi opposti aveva Henri di Magnum: “Life non aveva confronti quando successivo della televisione: comprendeva infor- Eisner e a New York, nello studio dei coniugi Van- Cartier-Bresson e Robert Capa. Il primo cercava di si trattava di foto. I quotidiani erano più rapidi mazione, immagini, servizi di scienza e di cultura, divert. cogliere il senso della realtà in una serie di imma- sull’attualità, ma mancavano di spazi adeguati rubriche e pubblicità. In un certo senso il sistema Il comune denominatore dei fondatori di questa gini coerenti ed equilibrate, quelle che chiamava e di qualità delle riproduzioni. Quando “Life” ri- dei periodici illustrati anticipò il sistema televisivo agenzia era chiaramente la fotografia, ma anche “il rigoroso assetto delle forme percepite con lo pubblicava le migliori foto apparse sui giornali, commerciale. Fu però proprio la televisione a met- la convinzione che essa non fosse solo un mero sguardo”, mentre il secondo aveva un altro credo spesso i lettori avevano l’impressione di vederle terle in crisi. Un’involuzione dettata innanzitutto strumento di riproduzione meccanica della re- incarnato dalla dichiarazione “la foto più bella, la per la prima volta”4. da un cambiamento dei gusti e delle esigenze del altà, bensì un’opportunità per veicolare valori propaganda migliore, è la verità”. I due avrebbe- “Life” con i suoi contenuti editoriali, ma soprattut- pubblico, e conseguentemente dalla riduzione de- e adoperarsi contro le ingiustizie e gli squilibri ro incarnato i due schieramenti opposti all’interno to grazie al suo contenuto iconografico, rivestì un gli investimenti pubblicitari. della società moderna. Un polacco, un unghere- di Magnum: la battaglia tra arte e giornalismo che ruolo determinante nella creazione di una identità Anche “Life” venne interessata da questi avveni- se, un inglese, un francese e un americano acco- ancora oggi continua10. e di una cultura nazionale americana, dalla grande menti e il 29 dicembre del 1972 venne dato alle munati da una professione e da un’esperienza di Magnum si basava sulla tutela del lavoro del fo- depressione alla guerra del Vietnam. Nella com- stampe l’ultimo numero dell’edizione settimanale. vita comune, ovvero l’aver raccontato in prima tografo e sul rispetto degli associati diritti foto- plessiva perdita di valore dell’identità individuale S’interrompeva così la storia del magazine favori- persona, attraverso le immagini, il trauma del se- grafici. Attraverso la formula della cooperativa, i nella società industriale, “Life” raccontava vicende to d’America con oltre otto milioni di abbonati nel condo conflitto mondiale. Come Mario Donde- fotografi diventavano proprietari del loro lavoro, individuali, per permettere la completa identifica- suo momento di maggiore diffusione e un numero ro dichiarò in un’intervista: “A monte, in questi prendevano decisioni collettivamente, propone- zione del pubblico con il soggetto5. stimato di persone raggiunte pari a 40 milioni. La grandi fotografi, vi era stata la guerra mondiale, vano autonomamente alle testate i propri lavori e In questa esperienza il fotografo assumeva una gente continuava a comprare la rivista, ma ormai una grande scuola di vita; ognuno di loro aveva rimanevano proprietari dei negativi, garantendo centralità e un’identità ben precisa che spesso una grossa percentuale degli investimenti pubbli- una propria storia a seconda di dove proveniva- così un pieno controllo sulla corretta diffusione si contrapponeva a quella del giornalista o della citari era stata indirizzata verso la televisione e di- no, ma tutti erano accomunati dalle difficoltà del delle proprie immagini. Un controllo che si esten- struttura editoriale. Come testimoniò Gisèle Freu- ventava un’impresa editoriale non più in grado di vivere. Sono andati a cercare il dolore ovunque deva anche alle didascalie associate alle immagini nd: “Quasi sempre lavorano in circostanze difficili, generare profitti. nel mondo rimanendo sempre onesti e appas- e al divieto perentorio di manipolare le immagi- spesso molto penose. Sono sempre in lotta con il sionati”8. ni. Magnum mise assieme le migliori capacità ed tempo. Devono avere una salute di ferro, grande La fase di grande crescita delle riviste illustrate, e Come dichiarò uno dei fondatori, George Rodger, esperienze del mondo della fotografia, ma senza coraggio, reazioni immediate, adattarsi a ogni si- conseguentemente l’aumento della domanda di in riferimento agli obiettivi originari della Magnum: sottostare alle richieste dei committenti. tuazione. La loro vita è sovente in pericolo e mol- fotografie, determinò uno sviluppo delle agenzie “Le nostre intenzioni erano che ognuno di noi, ri- Come dichiarò René Burri: “Capa e i suoi amici ti sono stati vittime della loro temerità. Vengono fotografiche. Proprio in questo contesto nasce l’e- trovandosi su un terreno comune di partecipazio- hanno inventato il diritto d’autore per la fotografia. a contatto con uomini di tutte le classi e devono sperienza di Magnum Photos. ne e integrazione morale, potesse svolgere il pro- Anche se non avessero fatto nient’altro che que- sapersi comportare con la stessa disinvoltura alla Nella primavera del 1947, nel ristorante del Museum prio lavoro in piena liberà d’azione, di opinione e sto, hanno dato la libertà al loro mestiere e trasfor- corte di un re e in mezzo a tribù selvagge. I rap- of Modern Art di New York - MoMA, fu stipulato un espressione, senza sottostare alle restrizioni che mato un fotografo asservito in un artista libero”11. porti tra il direttore del dipartimento fotografia e i accordo per la costituzione dell’agenzia fotografi- spesso esistono nel mondo dell’editoria”9. fotografi non sono sempre facili: il direttore impar- ca cooperativa Magnum Photos. Vi parteciparono Diversi approcci al fotogiornalismo, ma accomu- Da queste due straordinarie storie si sviluppa que- tisce ordini dal suo ufficio mentre i fotografi sono Robert Capa, David “Chim” Seymour, William e nati da una prolungata esperienza di contatto con sta analisi che si organizza in un viaggio all’interno sul posto, alle prese con difficoltà che spesso ap- Rita Vandivert e Maria Eisner che aveva gestito l’a- le conseguenze della guerra. Iniziava così la sto- di nove reportage fotografici realizzati da fotogra- paiono insormontabili”6. genzia Alliance Photos a Parigi prima della guerra. ria di questa agenzia, un’esperienza che s’impose fi membri di Magnum; servizi che vennero editati Considerazioni condivise anche da John Morris nel Era la concretizzazione di una lunga riflessione av- a livello internazionale e definì un nuovo modo di dalla rivista americana ed ebbero grande diffusio- suo volume Get the picture: “I fotografi sono i più viata dal fotografo Robert Capa durante la guerra raccontare con le immagini, attraverso una matri- ne e impatto sull’opinione pubblica. Un progetto avventurosi tra i giornalisti. Devono esserlo. A dif- civile spagnola e che, col tempo, era stata estesa ce umanitaristica, come la definì Italo Zannier. necessariamente parziale e incompleto, ma indi- ferenza di un report, che può mettere insieme una ad altri fotografi come David Seymour, Henri Car- Ognuno di questi fotografi aveva alle spalle già rizzato a evidenziare la vicinanza fra queste due storia mantenendo una certa distanza, il fotografo tier-Bresson e George Rodger. Quel suo sogno di un’importante esperienza maturata nel contesto realtà e a favorire nuovi e più dettagliati appro- deve essere sul luogo dove si svolge l’azione, qual- fondare un’agenzia capace di tutelare l’autonomia editoriale internazionale. David Seymour e Henri fondimenti. siasi pericolo o disagio comporti”7 (John G. Morris, e il diritto d’autore dei fotografi diventò finalmente Cartier-Bresson all’epoca erano freelance. George Punto di partenza per questa analisi è necessa- Get te Picture: una storia personale del fotogiorna- realtà. Rodger e William Vandivert lasciarono “Life” per riamente la figura di Robert Capa, il fotografo di lismo, Contrasto, Roma 2011). Il 22 maggio dello stesso anno la contea di New impiegare poi la loro liquidazione per l’avvio di Ma- guerra per eccellenza dagli anni trenta fino alla

12 13 metà degli anni cinquanta, quel periodo che rical- re una propria consapevolezza. La fama interna- si trovava in Giappone per il lancio di una rivista del dopoguerra, cosa emergerà dalla distruzione, ca l’età dell’oro del fotoreportage. zionale per questo fotografo arrivò con la celebre specializzata. Poco prima aveva incontrato il gio- e quanta meravigliosa umanità ci sia anche nell’e- “Life” dichiarava con orgoglio che nessuno prima foto del soldato colpito a morte. La prima pubbli- vane fotografo Marc Roboud che così ricordò quel strema difficoltà. Non ha alcun senso caricarmi di di lui aveva portato la macchina fotografica fin nel cazione del miliziano morente avviene su “Vu” del loro ultimo incontro: “Lo trovai nella vasca da ba- reportage di documentazione politica che un bra- cuore della battaglia. Capa portò il suo pubblico in 23 settembre 1936; successivamente su “Regards” gno. Sembrava molto depresso e parlava di morte vo reporter americano può realizzare molto me- luoghi pericolosi mai tentati prima. Aveva uno sti- di ottobre, sull’edizione del 28 giugno di “Paris-so- della fotografia. La televisione, diceva, era il mezzo glio di me”15. le che lo rendeva unico: pur essendo un fotografo ir”, su “Time” dell’8 ottobre e infine sul numero d’informazione del futuro, gli chiesi che cosa stes- Questa pubblicazione lo metterà in risalto e nel di guerra evitava di ritrarre la sofferenza fisica, le di “Life” del 12 luglio 1937. Nella rivista americana se facendo e mi disse che stava per partire per il 1950 entra a far parte, come membro, dell’agenzia atrocità e la morte, o quantomeno si limitava a far- l’immagine era accompagnata dalla didascalia: Giappone, quindi avrebbe ripreso in mano la mac- Magnum. La fotografa Eve Arnold così descrisse il lo nella maniera più discreta e necessaria possibile. “L’apparecchio fotografico di Robert Capa sor- china fotografica, ma era convinto che la fotogra- suo lavoro: “Iniziai a capire che la forza delle sue Preferiva indirizzare la propria attenzione verso i prende un soldato spagnolo nel momento in cui fia fosse davvero finita”14. immagini era nel fatto che stando semplicemente volti dei civili terrorizzati dalle conseguenze del- cade riverso, colpito da una pallottola in testa da- La presenza della testata americana in Indocina lì, nel cuore dell’azione, apriva nuovi campi visivi. Il la guerra. Nelle sue foto militari o civili appaiono vanti a Cordova”. era testimonianza dell’impegno diretto di Henry buon giornalismo cerca di lanciare un messaggio sempre come essere umani; non vi è mai un vin- Le sue foto sono essenziali, dirette nel loro signi- Luce che riteneva che l’America dovesse sostenere immediato e d’impatto e lui era consapevole che citore o un vinto, ma sempre l’immagine dell’es- ficato e prive di sentimentalismi; qualità che ov- a tutti i costi la posizione francese nel conflitto non ciò che conta è l’essenza di una fotografia, non ne- sere umano che si trovava, suo malgrado, dentro viamente sposavano completamente le richieste diffondendo servizi negativi sulla guerra. cessariamente la sua forma.”16 la tragedia. provenienti dalla grandi riviste illustrate america- Capa in merito dichiarava: “In una guerra si deve Bischof nel 1951 si diresse in India per realizzare un Per Capa la guerra doveva essere documentata, ne. Come John Steinbeck affermava, la potenza odiare qualcuno oppure amare qualcuno; è neces- reportage sulla carestia che stava devastando la testimoniata e mostrata, ma la sua attenzione era delle immagini di Robert Capa risiedeva nella co- sario avere una posizione oppure non si può capire regione del Bihar. Dalla sua corrispondenza emer- indirizzata sempre alla vita delle persone. D’altro scienza che “la guerra, fatta in così larga misura di ciò che succede.” ge chiaramente un sentimento di rabbia verso i canto è celebre la sua dichiarazione “Ama la gente emozione, non si può fotografare; ma egli spostò A seguito delle truppe francesi in un’azione di sensazionalismi superficiali delle riviste e una con- e faglielo capire”. l’angolo e la fotografò”. E questo perché “sapeva guerra Capa mise il piede su una mina e morì. vinzione idealistica che la fotografia potesse inter- Lo scoppio della guerra civile spagnola favorì la cercare”13. Teneva due macchine fotografiche nella mani: venire nelle disparità e nelle ingiustizie del mondo diffusione del fotogiornalismo; non è un caso che A seguito della notorietà del suo lavoro in Spagna, una con un rullino a colori e una in bianco e nero. sensibilizzandolo. proprio in quell’anno nasce “Life” e nel decennio si Capa avrà modo di siglare un rapporto di collabo- Venne a mancare colui che aiutò, in maniera de- Il servizio venne pubblicato da “Life” nel 1951 ed sviluppano riviste come “Vu” e “Regards” in Fran- razione con “Life” nel 1937 durante la sua prima terminante, a costruire la figura del fotoreporter ebbe un grande riscontro da parte dell’opinione cia, “Picture Post” in Gran Bretagna, “Berliner Illu- permanenza negli Stati Uniti d’America. Nel 1944, moderno. “Life” gli dedicò un grande servizio di pubblica, a tal punto che il Congresso america- strirte Zeitung” in Germania. dopo aver seguito il fronte nordafricano e quello commiato nel numero del 7 giugno 1954 dove si no destinò maggiori risorse per aiutare la regione Capa iniziò a inviare fotografie dalla Spagna; im- italiano, il fotografo fu mandato a Londra per la ripercorreva la sua carriera attraverso le immagini interessata. Lo scrisse lui stesso in una lettera da magini che rappresentavano la guerra come non copertura dello sbarco alleato nel continente eu- pubblicate dalla rivista. Sfogliando quelle pagine Calcutta: “Credo che sia nostro dovere affrontare era mai stata rappresentata prima. Con le sue im- ropeo. emerge fortissima, ancora adesso, la forza del suo i problemi con concentrazione e giudizio e com- magini i lettori avevano l’impressione di entrare Il 6 giugno del 1944 fu l’unico fotogiornalista a lavoro. Nella stessa giornata in cui venne comuni- porre così l’immagine fotografica della nostra ge- direttamente nella battaglia e sentirne immedia- partecipare allo storico e sanguinoso sbarco del cata la morte di Robert Capa, arrivò la notizia che nerazione.”17 tamente le conseguenze. Erano immagini vicine, contingente americano sulla spiaggia di Omaha un altro fotografo di Magnum, Werner Bischof, era Successivamente si spostò in Corea a nord del 38° rapide ed intense. Il fotografo non era solo testi- Beach. La maggior parte delle fotografie scattate venuto a mancare in un incidente stradale in Perù parallelo per documentare la vita in un campo pro- mone, ma partecipava attivamente. andarono perdute per un errore nella fase di asciu- nove giorni prima. fughi. In questo viaggio, e nei successivi che segui- Per Capa la guerra non è una catastrofe naturale, gatura delle pellicole, ma undici di esse si salvaro- L'attenzione qui si focalizza proprio su due repor- rono, Bischof ebbe sempre gravi divergenze con le un’avventura mitica, un destino inevitabile: è un’at- no e vennero pubblicate nel numero del 19 giugno tage storici di Werner Bischof: il primo dedicato scelte editoriali che portarono alla pubblicazione tività umana, da visualizzare in tutta la sua uma- del 1944 di “Life”. Quella sequenza d’immagini ri- alla grande carestia del Bihar in India nel 1951 e il delle sue fotografie. “Life” infatti era interessata a nità12. mane l’unica testimonianza visiva di quei momenti successivo, realizzato nel 1952, alla Corea. fotografie che mostrassero come la guerra contro Il fine delle sue foto era sostenere la causa repub- storici. Werner Bischof era un fotografo svizzero che si il blocco comunista fosse sul punto di essere vin- blicana. Pur essendo indirizzate a una funzione In questo volume è stato preso in considerazio- guadagnava da vivere con la moda e la pubblicità. ta e non aveva nessun interesse per le sofferenze ideologica, sono sempre una miscela di tenerezza, ne l’ultimo reportage realizzato da Robert Capa Era approdato al fotogiornalismo spinto dal desi- della popolazione civile, aspetto che invece era al umiltà, determinazione, che illumina i ritratti dei nel 1954 in Indocina, dove verrà a mancare. In derio di documentare le ferite del dopoguerra. Nel centro del lavoro del fotografo. miliziani lealisti e delle Brigate internazionali. Le quell’anno venne incaricato da “Life” di sostituire 1946 la rivista svizzera “Du” pubblicò questo suo Come lui stesso scrisse: “Mi chiedo alle volte se sue immagini spingono il pubblico a interrogarsi un collega che era dovuto all’improvviso rientrare servizio. Lui stesso dichiarava: “Mi interessa sape- sono diventato un ‘reporter’, parola che ho sem- su quello che vede, a prenderne parte e matura- negli Stati Uniti d’America. All’epoca Robert Capa re come le diverse nazioni educhino la gioventù pre odiato profondamente. Penso che la concen-

14 15 trazione che ero solito mettere nelle mie cose si sia Germania dell’Est che sbarcavano a New York. “Life” pubblicherà queste fotografie nel numero do, le guerre, le ingiustizie. La passione, l’impegno spostata sull’aspetto umano, molto più complica- Dennis Stock si specializzò nel contesto cinema- del 21 novembre 1960 e del 13 gennaio 1961. civile e la curiosità sono il grande motore di que- to da realizzare perché impossibile da pianificare. tografico di Hollywood; affermava infatti che i fo- Altro lavoro preso in considerazione è quello di sto gruppo eterogeneo di grandi professionisti. Inoltre, mi sforzo di assumere delle vere prese di tografi di Magnum avevano un vantaggio speciale Philippe Halsman. La collaborazione tra il foto- Come scriverà Edward Steichen nel catalogo della posizione, attraverso la sequenza delle mie foto- perché non si lasciavano mai intimidire dalle star. grafo di origine lettone e la rivista Life fu lunga e mostra del 1960 dedicata all’agenzia The World grafie. La cosa peggiore è che non riesco a otte- Durante una festa organizzata dal regista Nicho- proficua. Tra il 1942 e il 1972 suoi scatti appariro- as Seen by Magnum Photographers per celebrare nere un risultato soddisfacente da nessun editor, las Ray gli venne presentato un giovane e timido no all’interno del settimanale, ma soprattutto sulle quello che Magnum aveva inaugurato: “L’instau- perché a contare è praticamente solo l’importanza attore che si chiamava James Dean. Fu invitato copertine: ben 101 in trent’anni. Creatività, intro- rarsi di una forza importante e di ampia portata dell’evento, non il modo in cui viene percepito”18. all’anteprima del film La Valle dell’Eden e rimase spezione psicologica e verità furono le principali nel fotogiornalismo di documentazione […] Que- Sempre Werner Bischof: “Questa caccia al repor- estremamente sorpreso dalla recitazione di Dean. caratteristiche dei ritratti fotografici di Philippe sto gruppo di fotografi, unico al mondo, segue con tage è diventata quasi insopportabile – non fisica- Il fotografo gli propose un reportage; l’attore ac- Halsman. Veri e propri studi di carattere in cui è costanza e ostinazione il corso degli eventi ovun- mente, ma mentalmente. Il lavoro qui non compor- cettò e decisero di recarsi nella sua città natale possibile rivelare la personalità del soggetto, in li- que essi accadano in questa terra. Oggi sono tra i ta più la gioia della scoperta; l’unica cosa che conta Fairmont, nell’Indiana, e a New York, dove la sua nea con lo stile editoriale della rivista “Life”. Inoltre migliori a riferire e documentare tempestivamente sono i valori materiali, far soldi, confezionare storie carriera aveva preso avvio. i primi piani di Halsman sono anche la testimonian- l’aspetto umano di quel accade in immagini che, che rendano le cose interessanti. Detesto questo In questi scatti informali Dennis Stock restituisce za del cambio di strategia della rivista rispetto alle domani, diventeranno le testimonianze visive im- commercio di sensazionalismi, non voglio creare un’immagine inedita della giovane star, simbolo di copertine; ora si preferivano personaggi noti, so- mutabili della storia”21. la stessa roba che si vede in migliaia di giornali di una nuova generazione di attori emergenti. Le fo- prattutto del mondo del cinema, perché otteneva- Negli ultimi anni cinquanta i fotografi Magnum tutto il mondo. Emozioni a buon mercato, servizi tografie di Dennis Stock consegnano per sempre no un aumento del numero di copie vendute. sono stati testimoni diretti dei principali momenti stupidi che non raccontano nulla e non dovrebbe- James Dean al mito come l’icona di una gioventù Nel 1951 entrò a far parte dell’agenzia Magnum storici del XX secolo. La Magnum può sostenere a ro mai arrivare in pagina. Capisco che questo tipo ‘alienata e innocente’, alla ricerca di se stessa. come membro associato. giusto titolo di aver elevato il livello del fotogior- di lavoro non fa per me, e che non sono un repor- Il reportage venne pubblicato sulla rivista “Life” Un altro reportage presente all’interno di questo nalismo conferendogli fini morali, rispetto di sé e ter. Sono in balia delle grandi testate. Cosi non va. il 7 marzo del 1955 con il titolo Moody New Star, volume è quello del fotografo francese Bruno Bar- serietà. E nonostante siano accomunati da un in- Mi sono prostituito ma ora ne ho abbastanza. Nel contribuendo alla crescente popolarità dell’attore. bey del 1971-1972 dedicato al Vietnam. In queste teresse comune per la fotografia, sono anche divi- mio profondo sono ancora – e sarò sempre – un Altro reportage preso in considerazione è quello fotografie le conseguenze della guerra, con la fa- si perché non sono mai riusciti a conciliare le esi- artista”19. dedicato al film americano Misfits, tradotto in ita- mosa battaglia di An Loc, vengono messe a con- genze contrastanti dell’estetica e del giornalismo. La sua posizione, anche rispetto alla Magnum, mi- liano con il titolo Gli spostati. Una pellicola del 1961 fronto con i problemi di tossicodipendenza che Perciò Magnum rappresenta il fotogiornalismo al gliorò quando ebbe modo di conoscere personal- diretta da John Huston, sceneggiata da Arthur dilagavano tra i giovani soldati americani presenti suo apice: senza paura, intensamente coinvolto, mente Henri Cartier-Bresson che condivideva con Miller e con la partecipazione di Marylin Monroe, al fronte. appassionato, che esprime un intento morale22. lui l’intento di riconciliare espressione artistica e Clark Gable e Montgomery Clift, le tre più celebri Alcune foto tratte da questo reportage vennero Come Henri Cartier-Bresson dichiarò: “Magnum è giornalismo. star del momento. pubblicate nel numero del 30 giugno del 1972 di una comunità di pensiero, caratterizzata da qualità Bischof morì in un’incidente stradale in Perù do- Come azione promozionale all’uscita del film a “Life”, poco prima della sua chiusura come setti- umane condivise, da una curiosità per ciò che ac- menica 16 maggio 1954. La notizia della sua scom- Magnum venne data l’esclusiva di seguire le fasi manale. cade nel mondo, dal rispetto per quello che succe- parsa arrivo sono nove giorni dopo. Sua moglie realizzative del film. Si trattava del più grosso inca- Il Vietnam, come evidenziato dallo stesso fotogra- de e dal desiderio di trascriverlo in immagini. Ecco Rosellina, in attesa di un bambino, poco prima di rico a livello commerciale dell’agenzia. Per questo fo, è stata la guerra dei fotografi, perché il gover- perché il gruppo è sopravvissuto. È questo che ci partire gli aveva detto: ”Non è questo il modo di motivo nove dei più celebri fotografi, tutti membri no statunitense permetteva ai media di accedere tieni uniti”23. crescere dei figli”20. di Magnum, Eve Arnold, , Henri Car- liberamente al fronte, senza sottoporli a censura, Questa straordinaria storia è stata resa possibile Si propone quindi un reportage realizzato dal fo- tier-Bresson, Bruce Davidson, Elliot Erwitt, Ernst nella speranza di far accettare la guerra alla citta- dalle qualità dei suoi membri, ma anche, soprat- tografo Dennis Stock sull’attore americano James Haas, Erich Hartmann, Inge Morath e Dennis Stock dinanza americana. tutto per il suo sviluppo, dalla presenza delle gran- Dean; una serie di fotografie di grande intimità che seguirono le riprese del film. Come previsto da La stampa statunitense e la televisione imporran- di riviste illustrate, in primis “Life”, che garantirono svelano la personalità di uno dei grandi divi del ci- contratto Magnum inviò una coppia di fotografi no, con le immagini a colori del conflitto in Vie- le risorse economiche per la sua sopravvivenza e nema americano che, poco dopo, verrà a mancare ogni quindici giorni. tnam, un nuovo modo di raccontare il conflitto e il sviluppo. La committenza è risultata essere un ele- in un incidente automobilistico, il 3 settembre del Diventerà così il film più fotografato della storia rapporto con le truppe. mento determinante per Magnum perché ha per- 1955. del cinema non solo per le foto sul set, ma anche Tutte queste straordinarie fotografie, contenute in messo di portare avanti la sua esperienza con la Stock entrò nell’agenzia Magnum dopo l’ammis- per la fine del matrimonio fra Marylin Monroe e Ar- questi reportage pubblicati da “Life”, permettono sua specifica identità. sione di Eve Arnold. Aveva da poco vinto il con- thur Miller, le frequenti crisi di nervi dell’attrice, la di cogliere le caratteristiche dello stile di Magnum, Le riviste illustrate hanno permesso l’affermazio- corso indetto da “Life” per giovani fotografi con travagliata vita privata di Montgomery Clift e l’in- vero e proprio punto di riferimento. Questi famosi ne del fotogiornalista, ovvero colui che racconta un reportage dedicato agli esuli provenienti dalla farto di Clark Gable che gli costò la vita. . fotografi volevano testimoniare la realtà del mon- i fatti con una sequenza di immagini il più possi-

16 17 bile vicine alla realtà, senza mistificazioni, senza di un rigore morale ed eredi della grande cultura di sua oggettività, nella sua meccanica imparziali- 1. Jean A. Keim, Breve storia della fotografia, Einaudi, Torino 1976, p. 86. costruzioni. Come affermava Mario Dondero, il Magnum. Un attrito che era la diretta prosecuzio- tà, la fotografia si presta a fare da supporto alle 2. Susie Linfield, La luce crudele. Fotografia e violenza politica, Con- fotogiornalismo è raccontare la vita con sincerità ne della storica tensione fra fotografia come forma operazioni più ambigue… Oggi la fotografia con i trasto, Roma 2013, p. 30. 24 3. Erika Lee Doss, Looking at Life, Smithsonian Institution press, e lealtà , con amore per la gente citando anche di comunicazione e fotografia come forma d’arte, suoi derivati, televisione e cinema, è dappertutto Washington, D.C. 2001, p. 2. Ryszard Kapus´cin´ski. tra le esigenze contrastanti dell’estetica e del foto- in ogni momento. Gli occhi, questo magico punto 4. John Morris, Sguardi sul Novecento: cinquant’anni di fotogiorna- , Le Vespe, Pescara-Milano 2000, pp. 30-31. Il fotogiornalismo è stato un fenomeno importan- giornalismo. Edward Steichen in tal senso scrisse di incontro fra noi e il mondo, non si trovano più a lismo 5. Gisèle Freund, Fotografie e società, Einaudi, Torino 1977, p. 25. tissimo per la creazione di una mentalità, di co- “Quando iniziai a interessarmi di fotografia […] l’i- fare i conti con questo mondo, con la realtà, con 6. Ivi, p. 121. scienze e conoscenze. Perché dall’osservazione di dea era di farla riconoscere come una delle belle la natura; vediamo sempre più con gli occhi degli 7. John Morris, Get the Picture: una storia personale del fotogiorna- lismo, Contrasto, Roma 2011. mondi e situazioni lontane, dalla creazione di una arti. Oggi non me ne importa un tubo. La missione altri. Potrebbe anche essere un vantaggio; migliaia 8. La nascita di Magnum: Capa, Cartier-Bresson, Chim, Rodger, a comune estetica dell’immagine, dalla condivisione della fotografia è spiegare l’uomo all’uomo e ogni di occhi invece di due, ma non è così semplice. Di cura di Marco Minuz, catalogo della mostra (Cremona, Museo del Violino), Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2014. di un’esperienza comune con conseguenze cultu- uomo a se stesso”27. queste migliaia di occhi, pochi, pochissimi, seguo- 9. Russell Miller, Magnum i primi cinquant’anni della leggendaria rali decisive, il mondo ha iniziato a essere globa- I fotoreporter ci hanno mostrato un mondo inadat- no un’operazione mentale autonoma, una propria agenzia fotografica, Contrasto, Roma 2016, p. 127. 10. Ivi, p. 76. lizzato. E questo perché la macchina fotografica è to a essere abitato dall’uomo. Hanno ampliato la ricerca, una propria visione. Anche inconsapevol- 11. René Burri e Marco Bischof, Werner Bischof 1916-1954: his Life stata una delle prime macchine onnipresenti nella nostra concezione di quello che gli essere umani si mente, le migliaia di occhi sono collegate a pochi and Work, Thames & Hudson, London 1990. 12. Linfield, La luce crudele cit., p. 120. 28 nostra vita a cui abbiamo dato fiducia. Le abbiamo fanno a vicenda. Ci hanno costretto a immaginare cervelli, a precisi interessi, a un solo potere” . 13. John Steinbeck, Robert Capa, in Venezia 79: La fotografia, Electa, affidato la produzione oggettiva e meccanica del come potrebbe essere un mondo migliore e quan- "Life" e "Magnum" è stata una grande relazione, un Milano 1979. 14. Miller, Magnum i primi cinquant’anni cit., p. 142. reale, come oggi affidiamo tante funzioni mecca- to difficile sia crearlo. legame profondo di immagini, dove sono emersi 15. Burri, Bischof, Werner Bischof 1916-1954 cit. niche al computer25. Le fotografie, veicolate dalla grandi riviste illustra- possibili pericoli, ma anche la grande lezione del 16. “Indipendent on Sunday”, 13 ottobre 1996. 17. Burri, Bischof, Werner Bischof 1916-1954 cit. Da oltre centocinquant’anni la fotografia ha quin- te, ci hanno tolto l’alibi dell’ignoranza. La macchina fotogiornalismo. Una lezione che è arrivata a noi e 18. Ibidem. di coinvolto il nostro modo di pensare, giudicare fotografica ha fatto tantissimo per globalizzare le che, ancora oggi, è utile strumento per affrontare 19. Ibidem. 20. “35 mm Photography”, inverno 1976. e anche di progettare la vita, in un frenetico cre- nostre coscienze. È stata la macchina fotografi- la realtà con consapevolezza e attenzione. 21. William Manchester, In Our Time: The World as Seen by Magnum scendo, che si è sviluppato mediante altri media, ca ad averci reso cosciente dei principali avveni- Come scrisse Susie Linfield29, i fotogiornalisti sono Photographers, W.W. Norton & Company, New York, 1994 22. Miller, Magnum i primi cinquant’anni cit., p. 14. cinema e televisione, oltre che attraverso la sua menti del ventesimo secolo. La fotografia è stato responsabili dell’etica del mostrare, ma noi siamo 23. Ivi, p. 29 veicolazione nella stampa illustrata, e in attesa di un elemento chiave nella creazione di quella che responsabili dell’etica del vedere. 24. Mario Dondero, Lo scatto umano, Edizioni Laterza, Roma-Bari 2014, p. 28. ciò che il futuro vorrà riservarci, alla ricerca di ipo- Mary Kaldor, teorica dei diritti umani, ha definito 25. Gabriele d’Autilia, L’indizio e la prova. La storia nella fotografia, tesi di realtà paradossalmente ancor più convin- “la crescente consapevolezza di che cosa significa Bruno Mondandori, Milano 2005, p. 32. 26. Italo Zannier, Fotogiornalismo in Italia oggi. Quaderni di fotogra- centi, proprio in quanto ancor più integrabili con la essere umani”. fia, Corbo e Fiore editori, Venezia 1993, p. 5. nostra 'verosimile' fantasia26. Questo è stato reso possibile anche perché uno 27. Cornell Capa, The Concerned Photographer, Grossman, New L’introduzione e la diffusione della tecnologia vi- dei punti di forza della fotografia è la sua capacità York 1972. 28. Ugo Mulas, La fotografia, Einaudi, Torino 2007, p. 145. deo negli anni sessanta accelerarono la fine del fo- di suscitare emozioni profonde. Quello che riesco- 29. Linfield, La luce crudele cit., p. 75. togiornalismo; la televisione era infatti in grado di no a fare le fotografie è creare un legame emotivo, riferire gli eventi in maniera più rapida e con gran- immediato e viscerale con il mondo. Chiediamo de anticipo rispetto alle riviste. Il conseguente calo alle fotografie di aiutarci a scoprire quali potreb- delle risorse pubblicitarie e l’aumento delle tariffe bero essere le nostre reazioni istintive a queste di- postali determinarono una crisi irreversibile del si- versità, a questi altri diversi da noi. Ci accostiamo stema editoriale. Nel 1972 sia "Life" che "Look" ces- alle fotografia soprattutto attraverso le emozioni. sano le attività, segnando così la fine dell’era delle Molti ovviamente sono i pericoli in agguato so- grandi riviste illustrate. prattutto in questo momento storico, dove, utiliz- La stessa Magnum dovette ricercare nuove oppor- zando le parole dell’artista Alfredo Jarr, viviamo tunità commerciali e anche i fotografi dagli alti ide- quel “bombardamento delle immagini […] che ci ali furono costretti a pensare in maniera più prag- ha completamente anestetizzato”. matica come continuare la propria attività. Questo Ugo Mulas a proposito scrisse: “Sognata per lun- determinò l’aumento dei contatti con società pri- ghi anni dai suoi inventori come portatrice di ve- vate per sviluppare progetti corporate e conse- rità e quindi come liberazione per l’uomo dalla guentemente determinò l’aumento degli attriti tra responsabilità di rappresentazione della stessa, in gli uffici dell’agenzia di New York, storicamente con breve (la fotografia) si trasforma nel suo contrario; una maggiore vocazione, e quelli di Parigi paladini proprio per la fiducia che chiunque ripone nella

18 19 PHILIPPE HALSMAN 101 LIFE’S COVERS 1942 - 1972

20 21 ASTONISH ME!

La collaborazione tra Philippe Halsman e la rivista “Life” è stata lunga e proficua. Tra il

1942 ed il 1972 suoi scatti sono apparsi all’interno del settimanale, ma soprattutto sulle copertine: ben 101 in trent’anni. Creatività, introspezione psicologica e verità sono le principali caratteristiche dei ritratti fotografici di Philippe Halsman. Veri e propri studi di carattere in cui è possibile rivelare la personalità del soggetto, in linea con lo stile edi- toriale della rivista “Life”. L’elenco dei protagonisti di queste cover è nutrito: da Grace

Kelly a Woody Allen, da John F. Kennedy a Richard Nixon, dai duchi di Windsor a Louis

Armstrong ad Albert Einstein. Alla base di questa decennale collaborazione un’idea di

Wilson Hicks, dal 1938 al 1952 picture editor della rivista. La prima copertina di Halsman data 5 ottobre 1942, con l’immagine Eye-Catcher: la modella Joan Thorsen indossa un copricapo realizzato da Lilly Daché. La soglia delle cinquanta copertine viene raggiunta già il 3 settembre del 1951, sulla cover l’italiana Gina Lollobrigida. La rivista ripropone tutte le prime cinquanta nel numero del 15 ottobre 1951. Il 9 novembre del 1959 l’attrice

Marilyn Monroe appare per la seconda volta in una copertina “Life”. In questa occasione la diva è immortalata mentre sta saltando. Negli anni cinquanta Philippe Halsman aveva elaborato una sua personale strategia per realizzare dei ritratti psicologici inediti e ve- ritieri. È la jumpology. A conclusione di ogni servizio, il fotografo era solito chiedere ai suoi soggetti di saltare davanti all’obiettivo. Secondo Halsman saltare è disinibitorio e costringe il soggetto a essere più autentico. Il 23 gennaio 1970 esce la centesima coper- tina di “Life” firmata dal “re delle cover”: protagonista l’attore e umorista Johnny Carson.

Ma la partnership tra Philippe Halsman e la rivista “Life” include anche reportage su balletto e opera lirica, pièce teatrali, film e arte per le rubriche di cultura e spettacolo.

PHILIPPE HALSMAN 22 23 Il regista inglese Alfred Hitchcock in occasione delle riprese del film “Gli uccelli” USA, Hollywood. 1962 «Per me il volto – gli occhi, l’espressione della bocca – è l’elemento che riflette il carattere. È la sola parte del corpo che ci permette di vedere l’intera persona!»

Philippe Halsman

PHILIPPE HALSMAN 24 Il pugile americano Muhammad Ali 25 1963 «Nei trent’anni della nostra amicizia ho realizzato innumerevoli fotografie del pittore surrealista nelle più incredibili situazioni. Ogni volta necessitavo di un sorprendente o famoso protagonista per una delle mie pazze idee, Dalí veniva gentilmente obbligato. Ogni volta che Dalí pensava a una fotografia strana che sembrava impossibile da realizzare, cercavo una soluzione. “Mi puoi rendere come la Mona Lisa?... mi puoi rendere un uomo che per metà assomigli a Dalí e metà a Picasso?” Potevo e lo facevo.»

Philippe Halsman

PHILIPPE HALSMAN 26 27 “Dalí Atominus”, il pittore spagnolo Salvador Dalí, 1948 QUANDO SEI NELLA LIBERTÀ INTERVISTA A ULIANO LUCAS DI MARCO MINUZ

Si ricorda qual è stato il suo primo contatto con mediatamente la forza, la capacità e l’intelligen- la rivista “Life”, il momento in cui ha tenuto tra za dell’America. Era la cultura americana. le mani questa rivista? Era l’espressione della cultura americana, della grande storia di un Paese che, all’interno di un Lo ricordo perfettamente perché a quell’epoca sistema ben preciso, aveva dato i suoi frutti at- la rivista “Life” era venduta solo in poche edico- traverso la comunicazione, la grafica, la parola, le a Milano. Veniva praticamente esposta in via la scrittura e la fotografia. Soprattutto attraver- Brera all’edicola Arrigoni davanti al bar Jamaica; so degli straordinari e incredibili fotografi che veniva venduta alle persone che frequentavano riuscivano a trasmetterti perfettamente la capa- il locale. La prima volta che ho sfogliato “Life” è cità di analisi che aveva la fotografia di quegli stato lì con il fotografo Alfa Castaldi che se l’era anni negli Stati Uniti d’America. Basta pensare a comprata; la stava sfogliando e io ero al suo fian- cosa ha significato il lavoro di Eugene Smith con co che sbirciavo; lui mi ha detto tienila, guardala le fotografie sul villaggio spagnolo o sul medico e poi me la ridarai. Questo è stato il primo con- condotto. Un lavoro che denotava una capacità tatto. Avevo sedici anni. di impiegare la macchina fotografica per un’a- nalisi specifica e precisa di quello che era il luo- Si ricorda qual è stata la prima sensazione nello go e la situazione del territorio. sfogliare questa rivista? C’era qualcosa di simile La macchina fotografica era una finestra sul nel contesto italiano? mondo, su quell’America della democrazia, sull’America di Roosvelt che arriva in Europa No. Io credo che su queste cose dobbiamo esse- per liberarci. Ma anche l’America con lo squal- re assolutamente chiari. Non c’era nulla di simile lore del maccartismo che comunque è un luogo nel contesto italiano e non c’è mai stato neanche della libertà; il maccartismo, l’anticomunismo, la dopo. Era una rivista che se tu l’aprivi, capivi im- ferocia di questo capitalismo. Ti dava gli stru-

28 29 menti per capire, per pensare negli anni in cui te cos’era l’America. Tu fai del grande giornali- Questo perché i fotografi sono dentro la società che, con l’avvento al potere di Hitler, diecimila c’era una grande stagione del teatro, della musi- smo solo quando sei nella libertà. Non si sfugge con tutte le sue contraddizioni; vengono realiz- intellettuali tedeschi si trasferirono in America. ca e della letteratura. da questa premessa. zati dei reportage di profondità, resi possibili da In tal modo gli Stati Uniti d’America si arricchi- lunghe permanenze nei luoghi dei reportage. E vano di un’incredibile quantità di esperienze e Lei ha descritto la forza di questa rivista, carat- Partendo dal presupposto che la libertà rap- poi non si parlava di fotografi, bensì di fotografi professionalità. terizzata da una nuova formula nei testi, nella presentava sempre il punto di partenza per intellettuali. grafica, ma soprattutto nell’impiego consape- questa rivista, vi sono stati dei momenti in cui Un grandissimo patrimonio che s’inserisce im- vole della fotografia. In che maniera veniva uti- questa realtà editoriale è stata indirizzata in Elementi che nel contesto italiano non erano mediatamente nelle caratteristiche del conte- lizzata la fotografia all’interno di questa rivista? specifiche direzioni? maturati? sto americano?

Parliamo di giornalismo. Veniva utilizzata nei ter- Senza dubbio. L’editore del resto era un re- Certo perché c’era il fascismo. Il problema risie- Un patrimonio incredibile che influisce profon- mini di una rappresentazione reale del fatto. Il ri- pubblicano e voleva fare soldi attraverso la de nel fatto che a differenza degli americani, noi damente sul cinema, sul teatro e sulla fotografia. uscire a entrare in una casa, con un medico con- sua attività. Sua moglie era la giornalista Clare non avevamo questa capacità, fotograficamente Se analizziamo tutti i fotografi che, in un certo dotto, restarci del tempo, ti forniva un grande Boothe-Luce che divenne poi ambasciatrice parlando, di entrare dentro le cose; c’era solo una momento, lavorano nelle agenzie fotografiche, affresco di una situazione; inoltre ti permetteva americana in Italia. È straordinario pensare a un superficialità. Ci mancavano dei fotografi in gra- nelle riviste importanti, emerge che sono tutti di comprendere che l’America aveva anche una giornale che raccoglieva la pubblicità da San do di fare questo, ovvero entrare dentro la verità figli di polacchi, russi ed ebrei. Questa è la storia storia rurale fatta di milioni e milioni di persone. Francisco a New York e che entrava ovunque attraverso il loro lavoro. D’altro canto mancava reale. C’è un patrimonio che arriva dall’Europa e nella società americana. Entrava con l’occhio anche una professionalità da parte degli editori, s’integra con i primi figli degli emigranti. E lì che Riusciva a svelare un’America autentica, che su- attento e intelligente dei fotografi con storie e che non avevano capito nulla della fotografia. nasce la fotografia. Tutto questo si collega con perava l’immagine stereotipata di quella nazio- provenienze diverse fra loro, e anche grazie ai la storia di un editore, Henry Luce, che riesce a ne costruita e veicolata dall’industria cinemato- grafici che provenivano tutti da una contesto Quindi vi era un limite sia dal punto di vista edi- mettere assieme dei buoni giornalisti, nati e cre- grafica americana? formativo europeo. toriale che dal punto di vista fotografico? sciuti nella scuola di giornalismo americano, con dei grafici che provenivano dalle grandi scuole Esatto. Era un giornale di democrazia e di foto- È possibile paragonare “Life”, uno dei primi co- Mancavano le persone. A parte alcune eccezio- e dalle importanti riviste di moda europee, tutti grafia. Se si va indietro nel tempo, nell’America struttori di una coscienza civile americana, con ni come Federico Patellani, mancava la grande formati nel contesto delle grandi avanguardie degli anni trenta e quaranta, con tutte le sue im- l’esperienza televisiva dei primi anni dell’emit- visione. Il problema era di essere nati a Milano artistiche d’Europa. Questo è il dato. Tutto que- magini fotografiche raccontava tutto. Noi siamo tente nazionale televisiva italiana, fondamenta- oppure a New York. sto s’innesta con il pragmatismo e con l’intelli- allievi di quello. Il punto è la democrazia. Pensia- le nel creare un senso di comunità nazionale? genza dei fotografi di allora, nati dalla cultura mo alla Straight Photography, ai movimenti ar- Lei ha accennato alla creazione di una vera e dell’immagine. Se uno va ad analizzare la mag- tistici, pensiamo cos’ha rappresentato il gruppo No. “Life” inizia negli anni trenta in un momen- propria grammatica visiva. Mi può spiegare me- gioranza della vecchia generazione di fotografi della Farm Security, al noir, ai fotografi di nera. to molto difficile, però con molto coraggio. Chi glio questo concetto? di “Life”, nota che si tratta di gente con buoni Quei quotidiani, quei tabloid che tiravano milioni avrebbe mai avuto il coraggio di inaugurare studi e con alle spalle una formazione in scuole di copie con delle foto straordinarie al loro inter- un’iniziativa editoriale con una copertina che Noi sappiamo che comunque la grande storia di fotografia. no. Poi negli anni quaranta la guerra portò altri mostrava una grandiosa diga, inno al progresso. del fotogiornalismo nasce in Germania dopo il ritmi alla fotografia, però “Life” rimase fedele primo conflitto mondiale. In Germania vi era l’A- La fotografia veniva presa molto sul serio per- auna sua storia, che è la storia di mettere dentro Un numero di apertura che però nelle pagi- gfa, in America la Kodak. È importante tenere in tanto? le sue pagine grandi fotografi, e inventarsi storie ne interne mostrava anche il lato sicuramente considerazione anche questi aspetti. La Germa- come quella di Robert Capa. meno monumentale dell’opera, con la situazio- nia inventa la Leica e l’America inventa la Speed Era fondamentale. Perché la fotografia permet- ne della comunità che ruotava attorno alla co- Reflex; in entrambe le situazioni dietro ci stava- teva di vendere il tutto, al pari del cinema che Pertanto il principio della democrazia preve- struzione di questa grande opera… no le industrie perché a un certo momento vi è era una fabbrica di sogni e illusione. Per esem- deva, prima di tutto, che si raccontasse tutto, necessità di vendere macchine fotografiche e pio il film Via col vento, è quello che spiega per- la versione ufficiale, ma anche il lato oscuro di I lavoratori fanno parte di una storia americana, tutto quello che è legato ad esse. La Germania fettamente cos’è stata la Farm Security. ogni aspetto? di quel coagulo di persone. L’aspetto da sotto- realizza le pellicole colore e l’America fa lo stes- lineare è che “Life” incarica una straordinaria so, mentre tutti gli altri arrancano. Anche qui c’è Probabilmente per una nazione giovane come La fotografia come una grande azione di alfa- fotografa, Margaret Bourke-White, per realiz- sempre da ragionare. Una storia del fotogiorna- gli Stati Uniti d’America, senza forti tradizioni betizzazione, con un suo proprio linguaggio, un zare quel reportage. Una cosa che in Italia av- lismo può essere anche raccontata attraverso le ed eredità culturali nazionali, la fotografia po- suo alfabeto. Era un linguaggio e un alfabeto di verrà solo cinquant’anni dopo, con una famiglia industrie tipografiche e fotografiche che stavano teva divenire l’elemento cardine su cui edifica- una modernità incredibile che rifletteva realmen- operaia pubblicata su “Tempo” nel 1972-1973. dietro a questo fenomeno. A questo si aggiunge re una cultura.

30 31 “Life” rappresentava la modernità, però apparte- grafia italiana di quell’epoca. Poi a Roma c’era c’era un’organizzazione all’interno e nemmeno le Rispetto al fenomeno “Life” che vendeva milio- neva all’élite. Pensiamo ai quotidiani e ai tabloid Caio Mario Garrubba e un paio d’altri. risorse finanziarie. Non vi era nemmeno la capa- ni di copie, il contesto dell’est Europa che gra- americani della domenica di New York che ave- cità di inventarsi una pubblicazione che potesse vita nell’area di influenza sovietica come reagi- vano grandissima diffusione. Sfogliandoli si nota Nient’altro? assomigliare, anche vagamente, a “Life”. La no- va? C’era qualcosa, dal punto di vista editoriale, che erano sempre pieni di delitti. Fotografie di stra storia passa per “Gente” e “Oggi”. Non c’è che poteva essere paragonato all’esperienza di tutti i tipi e di tutti i generi, soprattutto con molta Nient’altro perché la cultura fotografica nel no- esperienza simile perché il Paese era arcaico, “Life”? fotografia violenta. Perché questo grande suc- stro Paese aveva subito una serie terribile di agricolo e povero. È il miracolo economico degli cesso? Semplicemente perché tre quarti della rallentamenti. “Life” è stato sempre raccontato anni sessanta che inizia a cambiare il rotocalco No. Per nulla. Il giornalismo fotografico diven- gente che risiedeva a New York non sapeva par- come un mito, ma in Italia non si è mai ragionato italiano. Poteva un editore a quel punto, sempre ta grande in un regime di totale democrazia, di lare inglese bene, e la fotografia diveniva il mez- su “Life”, e lo stesso vale per la Magnum. Pensa a patto che vi fossero le risorse finanziare, nel libertà assoluta. Dall’altra parte vi era un Paese zo ideale per comunicare e comprendere. L’e- che se tu sfogli “Life” trovi in pratica otto-dieci 1965 guardare a “Life” come riferimento? Na- che non era metropolitano e non aveva cultura migrante comprava il tabloid come avveniva in servizi fotografici forti. Tu pensa ora ad “Epo- turalmente no. La fotografia in Italia nessuno la industriale. La Russia era una nazione contadina Italia con la donna che comprava “Grand Hotel”. ca”, dove trovi solo due servizi forti. Tutto il re- conosceva. Il problema fu che quando “Epoca” con delle elité solo a Mosca. “Life” era compra- La fotografia comunicava e raccontava in quale sto erano delle fotografie riempitive, comprate nacque non aveva a disposizione dei fotografi. to anche dagli agricoltori. I nostri quotidiani e città tu stavi abitando e cosa accadeva. Vi era la dalle agenzie. "Life" era un giornale esclusiva- Se uno va a sfogliare “Epoca” si accorge imme- i nostri rotocalchi i contadini non li hanno mai perfezione del racconto che si sviluppava nelle mente fotografico mentre i nostri no. diatamente che non ci sono fotografi. Enzo Biagi comprati. trentasei pose della pellicola, a differenza invece intelligentemente capisce una cosa, ovvero che dell’Italia dove tutto si limitava a una fotografia, Pertanto la diffusione di “Life” in Italia era il livello di sguardo dell’italiano sulla fotografia Non era solo quindi una questione di potere spesso di bassa qualità. estremamente contenuta? transita attraverso i fotoamatori e per questo d’acquisto? prende Mario De Biasi. Altra professionalità importante, come lei ha Nemmeno un migliaio di copie forse. No, era un altro mondo. I giornali in Italia erano già evidenziato, è quella del grafico. Lei ha par- Enzo Biagi intelligentemente capisce che quella fatti per una borghesia. Anche su “Oggi”, che lato dell’apporto dei grafici che fuggono dalla Nemmeno i quotidiani italiani la compravano era la declinazione italiana della fotografia… passa come il giornale costruito per un pubblico Germania e da altre nazioni europee per emi- come punto riferimento? nazional-popolare, le rubriche erano realizzate grare in America. Gli aspetti grafici innovativi di Esatto. Tutti i fotografi italiani, per i motivi elen- da Marco Valsecchi e Indro Montanelli, signori “Life” quali erano? E per farsene cosa? I grandi giornalisti non par- cati prima, avevano un impianto amatoriale. giornalisti. Per cui era un giornale nazional-po- lavano nemmeno l’inglese all’epoca perché la Arriveranno con gli anni grandi fotografi come polare, ma indirizzato a una media borghesia. I bianchi. Osserva “Life” attentamente; vi è la lingua di riferimento era il francese. Il nostro Giorgino Lotti che realizzerà dei grandi reporta- Non era quello che tu trovavi dal parrucchiere, forte presenza del bianco. La costruzione del punto di riferimento era ancora Parigi. Solo nel ge, ma si tratta sempre di casi sporadici. “Life” dove trovavi “Grand Hotel” e “Bolero”. Inoltre racconto fotografico transita non solo attraver- 1964-1965 subentra l’inglese. Prima vi era solo è guardato come un mito, come avviene per il “Oggi” era fatto da un direttore intellettuale so il testo essenziale, ma anche attraverso una Parigi. In quegli anni il giornalismo passa per Pa- cinema americano. come Diego Rusconi, e la scrittura non era una grafica di facile e immediata lettura, con la co- rigi e il punto di riferimento, per tantissimi roto- cosa semplice. "Oggi", dal punto di vista foto- struzione delle immagini attraverso il bianco. calchi italiani, è “Paris Match”. Il resto dell’Europa, rispetto all’avvento di “Life”, grafico, rifletteva quello che era il Paese. La foto Una gabbia di un’eleganza incredibile che ti por- come reagiva? era ancora ottocentesca sotto certi aspetti, fat- tava a guardare e cercare di capire il racconto. Per voi giovani fotografi che guardavate “Life”, ta col flash dalle agenzie, provvista di didascalia. Ma soprattutto la capacità di costruire un vero era motivo di sconforto o invece un faro per Se penso a un giornale come il “Picture Post” o a Non poteva esserci la minima creatività da parte e proprio racconto attraverso la sequenza delle indirizzare il proprio lavoro? “Paris Match”, che è il primo settimanale di foto- del fotografo perché della dimensione più intel- fotografie. grafie europeo, come cultura e storia, hanno dei lettuale del fotografo non gliene fregava niente Impossibile fare paragoni. Io parlo a titolo per- fotografi meravigliosi. Con un altro stile vi è poi a nessuno. Volevano semplicemente la foto, con Per un ragazzo che nel 1958, a Milano, ave- sonale. C’erano solo due giornali su cui il nostro “Stern”. Sei in un’Europa che ha avuto le avan- un meccanismo intrinsecamente ottocentesco va l’opportunità di sfogliare per la prima volta sguardo si posava sempre ed erano “Du”, setti- guardie artistiche. Il grande Paese della fotogra- che era quello dell’album di famiglia. “Life”, cosa accade? manale svizzero, e “Life”. Ma entrambi erano ir- fia in Europa è l’Ungheria, da dove provengono raggiungibili. Nel senso che nessun giornale ita- cinque grandi fotografi, tra cui Robert Capa. Per- Il mondo editoriale americano era estrema- Fu una bomba. È stata un’esplosione per quei liano era in grado come organizzazione, come ché questo piccolo Paese? Perché c’era l’Impero mente aperto alla fotografia? fotografi che frequentavano il bar Jamaica, per- intelligenza, come capacità di aspirare al loro austro-ungarico. Vale anche la pena di ricordare sonaggi come Mario Dondero, Ugo Mulas, Alfa livello. Il giornalismo italiano era praticamente, che Robert Capa esce fuori da una buona uni- Era totalmente aperto. La gente possedeva la Castaldi, Giulia Nicolai e Carlo Bavagnoli che poi a parte alcune eccezioni, un giornalismo dove versità di scienze politiche. In Italia scienze poli- macchina fotografica. Quelli che vanno in guer- finisce a lavorare per “Life”. Era l’élite della foto- la fotografia era considerata un riempitivo. Non tiche arriverà a Trento solo nel 1967. ra hanno la macchina fotografica. È falsa la

32 33 convinzione che i soldati tedeschi avevano nello il suo surrealismo, orientato verso un mondo MoMA di New York nel 1946. La grandezza della SIPA e Gamma. Si tratta del livello più alto rag- zaino la macchina fotografica. Quelli erano gli comunista-libertario e poi George Rodger, Magnum risiedeva nella lungimiranza nell’inve- giunto dal fotogiornalismo nel mondo. La crisi americani. Da noi non c’era nulla di tutto questo. strano e curioso personaggio inglese che de- stire sui propri fotografi proprio per alimentare il dei rotocalchi poi le fa scomparire. Che significa La storia della fotografia americana noi non la dica molto del suo tempo all’esplorazione del mito. È questa la straordinarietà della Magnum. È tutto questo? Significa che a un certo momento conosciamo, ma conosciamo “Life” e Magnum. continente africano. A un certo momento que- il mito che sono riusciti a costruire. Basti pensare chi riesce a reggere è solo Magnum. ste persone costruiscono un’agenzia fotografi- che negli stessi anni vi era un’agenzia a Parigi Vorrei spostare la conversazione sull’esperienza ca per difendere il loro prodotto. La Magnum che si chiama Rapho, aveva al suo interno foto- Trasformandosi però in qualcos’altro? di Magnum perché, come lei giustamente sot- nasce per difendere i negativi e proteggerne grafi straordinari come Doisneau, ma nessuno ne tolinea, si è molto parlato di “Life” ma non si la proprietà. Con la loro esperienza creano una parla mai. Ma giustamente è la vita. Loro attraverso questi è mai spiegato “Life”, si è molto parlato di Ma- realtà sfidando i colossi editoriali americani. Li protagonisti riescono a vendere e veicolare le gnum ma non si è abbastanza ancora spiegato accomuna il sogno di una pace infinita, anche Ma questa costruzione di un mito transita anche grandi mostre e pubblicazioni. Magnum. Questa agenzia cosa rappresentava se questo rimarrà un sogno perché poco dopo attraverso le tematiche che vengono scelte, ol- per voi? si sprofonda nella guerra fredda. Questa agen- tre che per la qualità dei singoli fotografi? Si è parlato di Enzo Biagi. Biagi ha avuto un zia riesce ad andare avanti grazie prevalente- ruolo importante nel fotogiornalismo italiano? La prima Magnum, fino agli anni sessanta, rap- mente a pochi grandi giornali americani che Per le tematiche che loro danno. Se tu prendi presentava una fotografia democratica. acquistavano i suoi servizi. The Family of Man, noti che vi è una scarsa pre- Sì. Ha avuto un ruolo importante. Enzo Biagi senza dei fotografi di Magnum. Vi sono fotografi comprende l’importanza del mito americano Quindi questo aggettivo accomunava l’espe- Quindi poche realtà editoriali, prevalentemen- da tutto il mondo, però gran parte delle fotogra- per questa nuova borghesia italiana del mira- rienza di “Life” e quella di Magnum? te americane, rappresentano il sostegno per fie sono già influenzate dallo stile di Magnum. colo economico. Un ruolo importante è stato questa agenzia? quello di Alberto Mondadori nella prima espe- Secondo me sì, era proprio la democrazia. Per All’epoca quindi Magnum era già un aggettivo, rienza di “Epoca”. Alberto era il figlio di Arnoldo come vogliamo raccontarla, questo è un Paese Certo, ma nel frattempo c’è la forza del cinema un titolo? Mondadori, l’intellettuale che poi fondò Il Sag- in cui le truppe alleate hanno portato la demo- con il suo enorme indotto economico, ed è per giatore e nel 1939 “Tempo”, il primo rotocalco crazia. Detto questo, poi politicamente ne pos- questo che comprendi perché Robert Capa si Certo. Non è un caso che a un certo punto foto- dell’epoca fascista. siamo discutere, ma si tratta della libertà. La de- reca a fotografare il set cinematografico di Riso grafie della Magnum compaiono solo nei giornali mocrazia significa che consegno il passaporto a Amaro. che possono pagarle. Se tu prendi per esempio Riprendendo una frase di Mario Dondero, quin- un reporter che può girare all’interno della sua la storia della Magnum Italia, distribuita dalla di, lo stile Magnum era anche indirizzato “con stanza, del suo isolato o del mondo, dando fidu- Ma allora il rapporto fra Magnum e “Life” non Publifoto, non vendeva una foto. Poi a un certo amore per la gente”… cia al suo racconto rispetto a quello che sta ac- è così stretto? punto viene presa da Nando Carrese, il figlio di cadendo. Nelle sue foto vedo che non c’è truffa. Vincenzo Carrese, ma vendevano solo a “Epoca”, Certamente. Rispecchiava quel mondo. Questo Se osservi le foto di Eugene Smith sono dota- No, basta vedere quanto “Life” ha pubblicato di perché c’era alla direzione un giornalista come perché era gente che l’aveva pagata duramente. te di un’umanità, di un senso di solidarietà e di Magnum. La rivista americana aveva i propri fo- Enzo Biagi che aveva il mito di Magnum. Ma nes- Insomma è una storia di provenienza, di soffe- partecipazione; parliamo di una grande storia tografi. Andavano a scegliere Magnum perché sun altro ha pubblicato Magnum. Qualche cosa renza, di persecuzione politica e culturale. Un che poi si innesta con il progetto espositivo di avevano dei racconti straordinari. Magnum era “L’Europeo”, ma nessun altro. Costavano troppo personaggio come Henri Cartier-Bresson, non Edward Steichen The Family of Man. È un mo- l’eccezionalità. le immagini di questa agenzia. La Magnum inizia era solo il grande fotografo, era un uomo con mento magico della fotografia. La Magnum ha la sua fortuna nel nostro Paese negli anni ottanta uno straordinario bagaglio culturale. una storia avventurosa. Mi affascinano molte fo- Questo permette anche di capire perché il cor- quando al suo interno è già avvenuta una tra- tografie della Magnum, di cui alcune provo invi- rispettivo che “Life” diede a Henri Cartier-Bres- sformazione. C’è un passaggio che mi ha colpito: “‘Life’ ope- dia. Questa agenzia incarnò la capacità di quat- son per il suo reportage del 1954 dedicato alla rava in un contesto generale di perdita di valo- tro personaggi, con quattro storie diverse fra Russia era enorme: 40.000 dollari dell’epoca. In questo contesto si può interpretare la re dell’identità individuale, e permetteva un’i- loro, ma accomunate da un’esperienza politica Una cifra che non potrebbe più nemmeno esse- competizione che esisteva fra i due uffici dentificazione del lettore rispetto alla tematica di grande spessore e partecipazione, di costru- re immaginata nel mercato editoriale odierno. della Magnum di Parigi e quello di New York, trattata”. ire qualcosa di mai visto prima. Robert Capa è dove la seconda faceva pesare la sua crucia- un avventuriero straordinario, che si schiera a Erano strapagati. All’interno di una società ca- lità economica? Analizziamo un reportage che ha influito in ma- difesa dei valori dell’uomo nella guerra civile pitalista come quella americana, la fotogra- niera notevole su tutta la fotografia europea. spagnola, David Seymour un polacco che fo- fia aveva un valore molto alto. Erano fotografi Non bisogna dimenticare che fino a un certo Eugene Smith si reca per mesi in un villaggio tografa i grandi scioperi francesi e l’esperienza strapagati. Tieni però presente che Henri Car- punto il centro del giornalismo è Parigi. Infatti spagnolo. Tu hai questa rappresentazione, ma il del fronte popolare, Henri Cartier-Bresson, con tier-Bresson aveva già all’attivo una mostra al nel 1968 nascono tre agenzie in Francia: Sigma, villaggio poteva essere il Sud dell’Italia, la Gre-

34 35 cia o qualsiasi altro luogo del Mediterraneo. Nel eroticamente. Questo determinava un aumento C’era una totale parità. Se tu prendi Gordon orizzontale, e ricorda che deve essere venduta 1952, quando lui realizza questo reportage, la Si- delle vendite anche di 10.000-20.000 copie. Parks e leggi la sua storia, questo nero diventa a tutti i giornali. Per cui tu scattavi quella foto, cilia era esattamente uguale, come l’Algeria o la il primo fotografo di colore di “Life”. Lo diven- poi il distributore andava da tutti i giornali per Tunisia. Il Mediterraneo col suo mondo arcaico, La fotografia era il modo migliore per racconta- ta perché deve fotografare i neri, e non vi era venderla. Che foto era? Non era una foto. Non incredibile, che gli americani non conoscevano re gli Stati Uniti d’America? nessun’altro che poteva farlo. E così lui realizza potevi. Sono le differenze tra la cultura metro- assolutamente, anche se quella era la Spagna. dei meravigliosi servizi. È un fotografo nero che politana e chi è vissuto ad Asti. È la stessa cosa Quello è un mondo che a un certo punto scopro- L’America non è raccontata dai pittori, è raccon- arriva da una discriminazione razziale ed è scelto adesso. Ti metti in competizione con gli ameri- no, perché è un mondo di un tale mistero, di una tata dalla fotografia, indipendentemente che sia proprio per quello. Quando a un certo momento cani? Perché la cultura del nostro Paese è stra- tale magia che l’americano fa fatica a crederci. industriale, pubblicitaria, di ritratto. È questa la “Life” decide di realizzare dei reportage sui neri, ordinaria. Allora il meccanismo è questa grande Non può crederci. Eugene Smith ti riporta un re- loro storia, perché era un Paese nuovo. È un Pae- fa dei grandi reportage con coraggio. È “Life” è storia di fotografia italiana che tu devi a un certo portage solare, arcaico, di un vecchio mondo, di se che a un certo punto, in questo suo turbinoso quello che segue ad un certo momento Martin momento capirla, adattarla, inserirla all’interno una vecchia storia, dove la domanda è: posso- sviluppo, ha un editore con più giornali e che si Luther King. È un’altra storia. La fotografia italia- di una globalizzazione americana, e uscir fuori no vivere così? È un reportage di una modernità inventa una storia che nasce in Europa ma che na ha “Life” come mito, ma non come sguardo. con una tua capacità. Se tu a un certo momen- straordinaria, di grande partecipazione da parte l’Europa non riesce a sviluppare perché non ne to cerchi di fare delle fotografie come qualsiasi di Smith. Lui c’è, lo senti dentro, nelle immagini. ha le possibilità. L’Italia invece era un Paese di In quegli anni lì comprare una copia di “Life” in ragazzo americano che dietro però ha tre gene- I suoi personaggi escono fuori con una grande semianalfabeti e arcaico. La fotografia non c’era. Italia cosa voleva dire? razioni americane, non ci riuscirai mai. Cosa può dignità. Volti belli che ti rimandano alla Grecia, Non vi erano scuole e non esisteva l’industria fo- colpire un acquirente? Una fotografia che non è alla tragedia greca. I nostri fotografi italiani in- tografica. Avevi un foto-amatorialismo da quat- Un avvocato non poteva permettersela. Era un standard ma che ha dentro un qualcosa che ha vece la racconteranno sul piano della banalità: il tro soldi. Non ho mai, per mia formazione, voluto giornale che costava 3.000 lire. Nella mazzet- dentro una storia lontana. La tua cultura. Tutto lì. maiale, il bambino di fianco, il gruppo di famiglia. accostare una storia italiana della fotografia con ta dei giornali non ci stava. Se eri un amante Lui, Eugene Smith, entra in punta di piedi, gli altri quella americana. Noi abbiamo, durante il Risorgi- di “Life” poi te lo andavi a vedere, come altre entrano da rozzi. Abbiamo tutte le fotografie del mento, credo in tutto, e non vorrei sbagliare, circa riviste americane, alla biblioteca americana di Sud degli anni cinquanta terribili. A parte quelle trecento fotografie che raccontano il nostro Ri- Milano. Lì andavi e trovavi tutto quanto. Ti se- di Franco Pinna e di Caio Carrubba. È l’approccio sorgimento. Gli americani della Secessione hanno devi e sfogliavi. che è terribile. circa 10.000 lastre. Se tu le guardi hai tutto. Hai la morte in questi campi di battaglia, hai le imma- In quel luogo era facile trovare fotografi? L’esperienza di “Life”, può essere suddivisa in gini dei cadaveri. Potevi fotografare di tutto. Era grandi momenti? Il “Life” dall’inizio, dal 1936 una società industriale in cui la fotografia viene Detto sinceramente, no. Perché era la storia di fino alla Seconda guerra mondiale, il “Life” du- immediatamente presa in considerazione perché un’élite. La fotografia italiana è stata la storia rante la Seconda guerra mondiale e quello che la fotografia racconta l’America. E a quel punto di un’élite. Il livello di istruzione di chi veniva al viene poi successivamente? lì chi può guardarsi “Life”? L’élite. Ma l’élite può Jamaica, i più anziani di me, era molto alto, era solo sognare. Allora i fotografi sognavano “Life”. gente che usciva dall’università ed aveva scel- “Life” poi cambia a un certo momento, nelle to la fotografia come una scelta di vita. Giulia copertine e nell’introduzione del colore. È tut- Un’esperienza completamente diversa dalla no- Nicolai per esempio, la madre era americana; to lì. Soprattutto in quel primo colore, e poi stra situazione. Bavagnoli era laureato; il gruppo di Roma, del- dopo il grande colore. Quello è il passaggio la Realfoto, come Ermanno Rea e Salvatore fondamentale. È un’altra storia che per fortuna a un certo punto Carruba erano medici. Un medico negli anni è arrivata in Italia e alcuni l’hanno capita. Ugo sessanta che decide di lasciare la professione Osservando le copertine emerge un maggior Mulas non l’ha capita, l’ha guardata, ma non e diventare fotografo freelance era una follia coraggio nella scelta dei soggetti soprattutto amava il fotogiornalismo, peraltro lo scrive. Ma se ci pensi. Avevano tutti buone letture, una nei primi anni. Poi arrivano i primi piani dei per- come potevi pensare di fare una cosa a un certo formazione culturale non indifferente, il loro sonaggi famosi. momento in un pasticcio come quello italiano, in mito era Cartier-Bresson. Questi non guarda- Uliano Lucas è nato nel 1942 ed è cresciuto nel quartiere di Brera a Milano, un contesto in cui il fotografo italiano era total- vano “Gente”, bensì il “Guardian”. allora ambiente di artisti, fotografi e giornalisti, dove iniziò È la vendibilità. È un altro discorso. Le attrici mente subordinato al giornalista? Il fotografo della Publifoto che aveva fatto la a fotografare. Ha collaborato con molte importanti riviste e fanno vendere. È tutto lì. Chiara Samugheo a un terza commerciale, che aveva un contratto di giornali e può essere considerato uno dei primi fotoreporter certo momento ha avuto un periodo di grande Questo era un altro aspetto determinante. In metalmeccanico con dieci ore al giorno rice- freelance in Italia. Nel 2015 con Tatiana Agliani ha pubblicato, fortuna per la semplice ragione che le sue coper- America c’era una parità fra giornalista e fo- veva questi ordini: vai e scatta, ricordati chi hai per Einaudi Editore, il volume La realtà e lo sguardo. Storia tine rappresentavano fotografie di donne ritratte tografo? fotografato, fai una fotografia verticale e una del fotogiornalismo in Italia.

36 37 DOVEVA ESSERE LA MIA STORIA INTERVISTA A BRUNO BARBEY DI MARCO MINUZ

Posso chiederle di raccontarmi la vicenda le- questo paese. Comunque la prima volta mi sono gata al reportage sul Vietnam che lei realizzò e recato per un reportage per “Newsweek” sulla che venne pubblicato su “Life”? piaga della droga tra i soldati. All’epoca oltre il sessanta per cento dei soldati americani as- Personalmente, come per molte persone della sumeva droghe, fumava marijuana o prendeva mia generazione, l’interesse per il Vietnam è di eroina. Era un enorme problema. fatto cominciato nel 1968 con le rivolte studente- sche. Una dalle ragioni principali della protesta, Ma la prima volta era lì in Vietnam su commis- uno dei temi di maggiore preoccupazione tra gli sione di “Newsweek” oppure come freelance? studenti e le persone che dimostravano in quegli anni, era la guerra in Vietnam. Io ho documenta- No. Ero freelance. Non ero lì con un incarico per to non solo i movimenti di protesta in Francia a “Life” neanche ad An Loc nel 1972, la seconda Parigi, ma mi sono recato anche in Giappone, a mia volta in Vietnam. Magnum New York pro- Tokyo, dove c’erano studenti che protestavano pose successivamente a “Life” il mio lavoro per contro la guerra in Vietnam perché il governo farne qualcosa. Non ero lì su incarico. Anche in giapponese supportava il conflitto. Il mio primo Polonia, non ero lì con un incarico. Doveva esse- viaggio in Vietnam risale al 1971. Era una desti- re la mia storia. nazione obbligatoria perché rappresentava una delle nostre maggiori preoccupazioni, come Quindi aveva solo il supporto della sua agenzia, generazione. E poi era l’Indocina francese, e na- di Magnum? turalmente per noi c’era grande interesse per il Vietnam. Successivamente ho documentato le Si, quando ero già in Vietnam mi hanno comuni- dimostrazioni anche negli Stati Uniti. Succes- cato che Magnum aveva una richiesta per realiz- sivamente mi son recato una seconda volta in zare un servizio sul problema della droga in Vie-

38 39 tnam. Era questa la forza dei fotografi Magnum due scatti, non intendevano confiscare altro. La No. C’era questo Amnesty Drug Programme. Però la fotografia continuava a essere impor- all’epoca. Eravamo indipendenti nella maggior cosa ironica è che in seguito si è scoperto che il Una sorta di ospedale da campo, dove se un sol- tante, non era minacciata dalla televisione? parte delle volte. Non eravamo lì su incarico. responsabile del laboratorio di sviluppo dell’As- dato aveva un problema di droga e lo ammette- C’era una maggiore motivazione personale. Al- sociated Press per tutto il periodo della guerra va, invece di essere sottoposto alla legge mar- Si perché i giornali come “Life”, rivestivano an- lora “Life” era la rivista più importante al mondo, era stato una spia dei comunisti vietnamiti, po- ziale, veniva indirizzato a questo programma di cora una grande importanza rispetto alla televi- mentre in Europa c’erano “Paris Match”, “Stern”… tendo vedere tutte le foto di tutti i fotografi e poi disintossicazione. Nel 1971 vi erano 16 di queste sione. Erano un punto di vista importante. C’era riferire ai comunisti nordvietnamiti. strutture ospedaliere. una copertura televisiva del conflitto che ha se- Quindi prima realizzava il servizio e poi veniva gnato l’inizio della fine del fotogiornalismo. proposto alla rivista che nel frattempo aveva di- Per quanto tempo ha coperto la guerra del Vie- Le sue fotografie legate a questo problema mo- mostrato interesse sul reportage? tnam? strano un’immagine del sistema militare ame- La grande stagione del fotogiornalismo stava ricano debole e fragile. È strano come anche volgendo al termine? Si, decidevano se pubblicare la storia. L’ho spie- Solo in due occasioni, un paio di mesi e circa tre in questo aspetto delicato non vi fosse nessun gato molto bene nel mio libro. C’erano molti foto- settimane. controllo da parte delle autorità militari ameri- Si stava ridimensionando drasticamente. Molte grafi in Vietnam in quel periodo, ma non sono an- cane nella diffusione di tali immagini? riviste terminarono la loro attività. La settima- dati là in quei posti. Forse era troppo pericoloso, Ed è stato difficile realizzare questi servizi, do- na successiva all’uscita del mio reportage, “Life io invece probabilmente sono stato un po’ matto. cumentare questa guerra che all’epoca era già Era un grosso problema e non poteva essere Magazine” ha cessato di essere pubblicato. È Quando sono tornato da An Loc ho sviluppato i indirizzata verso una capitolazione delle forze censurato. In un certo senso era uno dei moti- stato l’ultimo numero edito. Almeno come set- miei negativi presso la sede dell’Associated Press sudvietnamite? vi per cui l’esercito americano si stava ritirando timanale. Solo due anni dopo hanno ripreso la dove si trovavano i laboratori di sviluppo. Uscito dal Vietnam. Non era solo una questione milita- pubblicazione della rivista, ma come mensile. da lì sono stato arrestato da dei poliziotti. Io ave- No. La cosa interessante, comparandola per re, ma anche legata a questo problema. In altri vo avuto una specie di intuizione. Ero riuscito a esempio con la mia esperienza nella guerra in conflitti, conseguentemente ai danni d’immagi- Nel 1972 in quel conflitto c’era il fotogiornali- nascondere i negativi tra la mia t-shirt e la cami- , è che nella guerra in Vietnam se eri un ne legati alla guerra in Vietnam, come in Afgha- smo e la televisione. Posso chiederle se è pos- cia. Ho cercato di attirare l’attenzione di altri gior- fotografo accreditato dall’U.S. Army, eri allo stes- nistan o in , se si era intenzionati a coprire la sibile comparare i due differenti modi di docu- nalisti ma erano troppo lontani. I poliziotti mi han- so rango di un maggiore e quindi avevi un grado guerra si doveva farlo da insider nell’esercito, ov- mentare la guerra del Vietnam? no portato a questo piccolo commissariato dove molto alto; eri trattato come un ufficiale e non vero essere al seguito dell’esercito fotografando mi hanno chiesto di vedere le immagini scattate c’era censura. Potevi spostarti liberamente, avere solo quello che loro volevano farti vedere della Le fotografie sono immagini fisse. Le persone me- quel giorno in quel posto. E lì ho realizzato il tut- accesso a tutti i mezzi di trasporto. Quando tutti guerra. Erano loro ad avere il controllo. In Iraq se morizzano più facilmente le immagini fisse che le to. Volevano delle foto realizzate due settimane questi scandali cominciarono a essere pubblicati avessi voluto mostrare un soldato che andava a sequenze in movimento. Faccio un esempio ri- prima a Saigon. Eravamo due giornalisti francesi dai giornali, allora si sviluppò un sistema di cen- prostitute si sarebbero rifiutati. In Vietnam inve- spetto al Vietnam; vi è un’immagine molto famosa e c’erano dei marines sudvietnamiti ubriachi pe- sura che in Kuwait era molto forte. Pertanto la ce non era così. della bambina bruciata dal Napalm che sfugge o ricolosi che mi chiesero di fargli una fotografia. In guerra in Vietnam fu un’esperienza molto perico- la famosa di Eddie Adams del militare che giusti- quel momento la situazione non era molto sotto losa ma senza limitazioni né censure. In Vietnam, a quel tempo, lei era relativamen- zia una persona con un colpo di pistola alla testa. controllo e un soldato sudvietnamita poteva ve- te giovane, aveva circa trent’anni. Che ruolo Le immagini provengono da filmati, da sequenze nire con la sua pistola e sequestrarti la macchi- Prima accennavamo al problema della droga ha giocato il fattore legato all’età nel suo im- filmiche. La foto è decisamente più famosa della na fotografica. Abbiamo cercato di allontanarci nei soldati; può parlare di questo retroscena pegno? sequenza video, proprio per il suo impatto. Perciò ma uno dei due ha sparato due colpi in aria inti- oscuro della guerra del Vietnam? a dispetto di tutto la fotografia continuava a rima- mandoci di tornare indietro. Così ho fotografato Era un tema della mia generazione. Nei 1955 noi nere una strumento molto forte. il soldato sudvietnamita che teneva il teschio di I nordvietnamiti e i cinesi erano loro stessi ad francesi abbiamo perso la guerra del Vietnam, un nordvietnamita morto. Poi siamo scappati. Il agevolare la diffusione della droga nell’esercito perdendo questo possedimento coloniale. Era Pensa che la fotografia permettesse di riflette- giorno successivo il giornalista che mi accompa- americano, come gli inglesi durante le guerre una questione politica. E poi il coinvolgimento re di più? gnava realizzò un’intervista esclusiva con il capo dell’Oppio nell’Ottocento. Immettevano droga americano, i bombardamenti dei B52, gli esfo- dell’esercito sudvietnamita; durante l’intervista a prezzi molto bassi per indebolire l’esercito lianti e il Napalm; da questi elementi scaturirono Sì. Ancora oggi è uno medium molto forte. disse che era molto preoccupato a proposito del- americano. Come puoi fumare marijuana e poi le proteste. Pensiamo alla recente immagine del bambino la scarso rispetto che aveva visto dimostrare dai guardare attraverso il binocolo? E non parliamo siriano morto sulla spiaggia in Grecia. Quell’im- soldati sudvietnamiti verso i nemici, specialmente dell’eroina. Durante il Vietnam il ruolo della Tv era molto magine era impiegata dalle persone che dimo- i morti. Aveva menzionato quello che era accadu- importante? stravano in America contro Trump. to durante l’intervista. L’intelligence poi era risali- E non c’era censura nemmeno sul problema ta a me. Quindi erano lì per confiscare solo quei della droga? Si, iniziava a diventare importante. Mi ha detto che in Vietnam c’erano moltissimi

40 41 fotografi e lo stesso “Life” aveva dei propri fo- non essere sotto contratto con “Life”. Questo è il C’era il problema dei campi profughi. Io penso tografi. Perché le sue foto vengono acquistate motivo per cui “Life” non fece più contratti con i che la fotografia aiuti a costruire una consapevo- da una rivista che aveva sul campo del proprio fotografi di Magnum, eccetto Henri Cartier-Bres- lezza, ma purtroppo non può cambiare la società. personale impiegato proprio per documentare son che realizzò i grandi reportage in Russia e in Pensiamo a tutte le immagini che abbiamo visto quanto accadeva? India come freelance. Proteggere il copyright e anche recentemente, a proposito dei profughi o la libertà di usare il proprio lavoro era la filosofia dei migranti, o quello che accade in Turchia; que- Immagino perché molti di loro hanno scelto di di Capa. Ancora oggi i reportage della Seconda ste immagini non cambiano il mondo sfortunata- non andarci. Perché sono stato l’unico ad arrivare guerra mondiale di George Rodger appartengo- mente. Forse risulto un po’ cinico. Ci sono molte fin là. Per arrivarci ho aspettato una settimana. no a “Life” e “Time”. Questo non significava che terribili atrocità attorno a noi e molte fotografie Ogni volta che ho provato a salire su un elicot- non poteva usarli per un libro o un’esposizione che ci testimoniano quello che accade, ma tutto tero venivo cacciato fuori. Anche in Kuwait c’era ma alcuni diritti appartenevano a “Life” e “Time”. va avanti. Per esempio George Rodger ha foto- un’incredibile copertura, molti corrispondenti. Io grafato l’Olocausto. Immaginiamo il trauma che ci sono andato per conto mio dall’Iraq; sono arri- Qual era il plus di lavorare in un’agenzia come rappresentò per lui, essere uno dei primi a scopri- vato nel posto giusto con questi soldati america- Magnum? re e documentare quelle atrocità, tutti quei corpi ni e ho realizzato delle immagini uniche che sono morti. Fu così traumatizzato che smise di fare il delle vere e proprie icone. Sicuramente l’autonomia. reporter di guerra e si recò in Africa per fotogra- fare la natura. Oppure Werner Bischof quando È anche una questione di coraggio allora? Questo riflette l’identità di un’agenzia che pote- si recò in India per documentare la carestia. Da va permettersi il lusso anche di prendere delle subito fu molto pessimista sull’efficacia di questi Io sono molto consapevole: è anche una questio- posizioni? reportage, perché era cosciente che non avrebbe ne di fortuna. “Life magazine” era il giornale più cambiato molto. Al contempo ci sono molti casi diffuso e prestigioso al mondo e la competizio- Certamente. Nel caso del Vietnam c’erano mol- in cui le organizzazioni non governative come ne era alta; quando qualcuno realizzava un buon ti fotografi Magnum impegnati. Il nostro lavoro Medici senza Frontiere pubblicano immagini del- servizio veniva inviato al photo editor che poi de- è diventato anche strumentale contro la guerra la loro attività nelle riviste per raccogliere fondi. cideva. del Vietnam. Penso ad esempio al lavoro Vietnam Ma in generale sono abbastanza pessimista. Inc. di Philip Jones Griffiths. Ha mai avuto dei problemi con il loro photo edi- Al tempo del suo reportage dal Vietnam, qual tor? Vorrei chiederle come, secondo lei, la rivista era la mission dell’agenzia Magnum? “Life” ha cambiato il mondo del fotogiornalismo? No. Forse con “National Geographic” ho avuto Vede non una missione bensì una filosofia. L’a- qualche problema perché volevano l’esclusiva e Facciamo l’esempio di Cornell Capa, dei suoi pri- genzia era contro la guerra del Vietnam, la mag- io dovevo esporre alcune immagini. mi lavori. Era amico della famiglia Kennedy. Fece gioranza dei fotografi era contraria. Come la questo reportage sul presidente John F. Kennedy maggioranza della stampa americana del resto. Qual era all’epoca il rapporto tra “Life magazi- per conto di “Life”. Una storia fantastica su Jac- Hanno fatto un buon lavoro. Forse meglio di ne” e l’agenzia Magnum? queline, su questi giovani, sulla giovane coppia; il quello della stampa francese durante la guerra modo in cui Capa ha raccontato i Kennedy ha avu- d’Algeria ad esempio dove la censura era molto È una lunga storia. Storicamente, come è noto, to certamente influenza positiva sulla campagna forte. Gli americani hanno fatto una copertura ot- una delle ragioni della nascita dell’agenzia era per elettorale. “Life” magazine supportava la candida- tima perché avevano una mente più aperta nel i fotografi la capacità di essere in grado di conser- tura dei Kennedy tramite un fotografo di talento documentare. vare i propri diritti. A suo tempo c’era un proble- che era Cornell Capa. La fotografia aveva allora ma; secondo la legge americana, per contratto, ancora una straordinaria forza. loro [“Life”] avevano diritto di tenere i negativi. Il fotografo continuava a detenere il copyright, Life era una rivista illustrata. Si può costruire la Bruno Barbey è un fotografo francese, nato nel 1941 in Marocco. Nel 1968 ma fisicamente non aveva i negativi. Era come un coscienza civile tramite la fotografia? diviene membro effettivo dell’agenzia Magnum Photos, impiegato di “Time” e “Life”. In un certo senso vi dove ha assunto la carica di vicepresidente Europa dal 1978 era una perdita di libertà. Quindi l’agenzia nasce- Questo è un grande dibattito. Io ho realizzato un al 1979 e presidente di Magnum International dal 1992 al 1995. Nonostante rifiuti l’etichetta di fotoreporter di guer- va con questo scopo. Una delle ragioni per cui reportage sui palestinesi alla fine degli anni ses- ra ha coperto i conflitti in , Vietnam, Medio Oriente, Capa ha creato l’agenzia Magnum era quello di santa. E i palestinesi non erano conosciuti allora. , Cambogia, Nord Irlanda, Iraq e Kuwait.

42 43 «L’unico sogno che vale la pena di avere è di vivere finché si è vivi e di morire solo quando si è morti. Che cosa significa esattamente? Amare. Essere amati. Non dimenticare mai la propria insignificanza. Non abituarsi mai alla violenza indicibile e alla volgare disparità della vita che ci circonda. Cercare la gioia nei luoghi più tristi. Inseguire la bellezza là dove si nasconde. Non semplificare mai ciò che è complicato e non complicare ciò che è semplice. Rispettare la forza, mai il potere. Soprattutto osservare. Sforzarsi di capire. Non distogliere mai lo sguardo. E mai, mai dimenticare.»

John Berger

44 45 ROBERT CAPA GUERRA CIVILE SPAGNOLA 1936-1939

46 47 HEART OF SPAIN

Nel gennaio del 1936, il Fronte Popolare spagnolo aveva vinto le elezioni politiche con la maggioranza assoluta, dando avvio al governo più riformatore della Seconda Repubblica.

Nella notte tra il 17 e il 18 luglio, le truppe al comando del generale Francisco Franco posero in essere un golpe militare per rovesciare il governo legittimamente eletto. Ebbe così inizio la Guerra Civile che vide opporsi i nazionalisti di Franco ai lealisti repubblicani. Il conflitto presto s’inserì nel contesto geopolitico europeo e si tradusse in un’opposizione tra il fasci- smo e la democrazia. Già nell’agosto del 1936 Robert Capa, insieme alla compagna Gerda

Taro, si reca in Spagna come corrispondente della rivista francese “Vu”. A Barcellona foto- grafa la resistenza lealista alle forze franchiste. Raggiunge il fronte aragonese in stallo. Il 23 settembre, mentre si trova nei pressi di Cerro Muriano a tredici chilometri a nord di Cordova,

Capa scatta la famosa fotografia del miliziano morente. La foto verrà pubblicata su “Life” il 12 luglio 1937, dopo essere stata pubblicata da “Vu” il 23 settembre 1936, da “Regards” in ottobre, da “Time” l’8 ottobre 1936 e da “Paris-Soir” il 28 giugno 1937. La foto in “Life” era ac- compagnata dalla seguente didascalia: “L’apparecchio fotografico di Robert Capa sorprende un soldato spagnolo nel momento in cui cade riverso, colpito da una pallottola in testa davan- ti a Cordova”. Si tratta della prima immagine di Capa mai pubblicata dalla rivista. Il reporter trascorre lunghi mesi a Madrid, documentando la resistenza della città a fianco della Brigate

Internazionali. Fotografa la popolazione provata tra le rovine. Nei primi mesi del 1937 Capa testimonia il drammatico esodo dalla città di Malaga: chi non muore colpito dalle mitragliatri- ci muore di stenti. Il 25 luglio 1937 rimane uccisa fuori Madrid. Nel corso del 1938

Capa segue due scontri decisivi e sanguinosi: la battaglia di Teruel e la battaglia dell’Ebro che segnano il successo delle forze franchiste. Per la copertura di questi scontri, la rivista “Picture

Post” lo consacra “miglior fotografo di guerra del mondo”. Nell’anno decisivo 1939 Robert

Capa è a Barcellona. Dopo aver documentato la caduta delle città sotto l’offensiva naziona- lista, fotografa la fuga verso il confine francese di migliaia di donne, vecchi e bambini sotto il bombardamento delle milizie franchiste.

ROBERT CAPA 48 49 Un membro delle Brigate Internazionali Spagna, Madrid. 1936 ROBERT CAPA ROBERT CAPA 50 Soldati repubblicani 51 Tre miliziani lealisti in un Spagna, Madrid. 1936 fossato con i fucili puntati Spagna, fronte di Cordova. 1936 ROBERT CAPA ROBERT CAPA 52 Soldato repubblicano su un 53 Membri delle albero sul fronte aragonese Brigate Internazionali Spagna, Teruel. 1937 Spagna, Madrid. 1936 «Non era necessario nessun trucco per fare delle foto in Spagna. Bastava sistemare la macchina fotografica. Le foto erano lì e si doveva solo scattare. La verità era la migliore immagine, la migliore propaganda.»

Robert Capa

ROBERT CAPA Morte di un miliziano lealista 54 55 Spagna, fronte di Cordova. 1936 ROBERT CAPA ROBERT CAPA Bambina che riposa durante 57 Miliziano repubblicano 56 l’evacuazione della città sul fronte aragonese Spagna, Barcellona. 1939 Spagna, vicino Huesca. 1936 ROBERT CAPA ROBERT CAPA 58 Preparativi di evacuazione della città mentre le truppe 59 Cerimonia di commiato del generale Franco si avvicinano alla città delle Brigate Internazionali Spagna, Barcellona. 1939 Spagna, Les Masies. 25 ottobre 1938 «Capa sapeva che cosa cercare e che cosa farne dopo averlo trovato. Sapeva, ad esempio, che non si può ritrarre la guerra, perché è soprattutto emozione. Ma lui è riuscito a fotografare quell’emozione conoscendola da vicino. Poteva mostrare l’orrore di un intero popolo attraverso il viso di un bambino. La sua macchina fotografica coglieva l’emozione e la tratteneva… l’opera di Capa è in se stessa fotografia di un grande cuore e di un’empatia irresistibile. Nessuno potrà prendere il suo posto. Nessuno può mai prendere il posto di un grande artista, ma nelle sue fotografie abbiamo la fortuna di avere la qualità dell’uomo.»

John Steinbeck

ROBERT CAPA 60 61 Abitanti di Tarragona cercano rifugio a Barcellona, prima che la città venga evacuata Spagna, 1939 ROBERT CAPA D-DAY E L’AVANZATA ALLEATA 1943-1945

62 63 LA REALTÀ DI FRONTE

Tra il 1941 ed il 1945 Robert Capa è tra i fotografi accreditati della rivista “Life” per docu- mentare l’intervento degli Stati Uniti durante la Seconda guerra mondiale. Dopo aver do- cumentato a lungo la vita delle truppe alleate di stanza in Gran Bretagna e gli effetti dei bombardamenti tedeschi, nel maggio del 1943 giunge in Tunisia per seguire le forze militari americane impegnate nella liberazione del Nord Africa. A luglio sbarca in Sicilia al seguito del 16° Reggimento del generale Patton e documenta la risalita alleata lungo la penisola fino a Napoli che viene liberata in ottobre. Dopo aver preso parte nel gennaio del 1944 allo sbarco di Anzio, in primavera è a Londra, insieme a 500 corrispondenti internazionali che attendono la grande operazione militare alleata di sbarco nel continente europeo. Il 6 giu- gno 1944, alle ore 4.35 del mattino, Robert Capa prende parte alla prima ondata di sbarchi in Normandia. Ha con sé tre macchine fotografiche – due Contax e una Rolleiflex – ciascuna caricata con 36 pose. Fotografa i soldati americani che avanzano verso la riva di Omaha

Beach sotto i colpi dell’artiglieria tedesca. Giunto a riva continua a riprendere l’arrivo dei soldati. Dopo oltre un’ora, stremato, torna indietro e riesce a salire su un mezzo di soccorso.

Rischiando la vita ha realizzato 4 rullini da 35mm che vengono portati in Inghilterra. Per un errore tecnico nella fase di asciugatura le pellicole vengono irremediabilmente danneggia- te. Si salvano solo 11 fotogrammi: “The Magnificent Eleven”. Diventeranno l’unica testimo- nianza diretta delle prime fasi di questa storica battaglia. Le immagini verranno pubblicate dalla rivista “Life” il 19 giugno 1944 nel pezzo Beachheads of Normandy. Dopo lo sbarco,

Capa prosegue la sua marcia al seguito delle truppe alleate. Il 25 agosto entra a Parigi con la 2a divisione corazzata francese e documenta la liberazione della capitale. Segue quindi l’avanzata degli Alleati verso est, in direzione Berlino. Il 18 aprile 1945 entra a Lipsia: la città di Gerda Taro. Fotografa la capitolazione della Wehrmacht e immortala le ultime vittime americane del conflitto mondiale.

ROBERT CAPA 64 65 Truppe americane assaltano Omaha Beach durante gli sbarchi del D-Day Francia, Normandia. 6 giugno 1944 ROBERT CAPA 66 67 Truppe americane assaltano Omaha Beach durante gli sbarchi del D-Day Francia, Normandia. 6 giugno 1944 ROBERT CAPA ROBERT CAPA 68 Civili ritornano a casa 69 Contadini tedeschi in fuga Francia, Bretagna. Giugno 1944 Germania, vicino Wesel. 1945 «La foto è una sezione di un fatto, che mostra la realtà vera a chi non era presente molto di più di quanto possa fare l’intera scena… Capa prova un profondo senso di empatia umana per gli uomini e le donne rimasti intrappolati nella realtà.»

John Hersey

ROBERT CAPA Una donna francese, che ha avuto un figlio da un soldato tedesco, 70 71 viene scortata a casa dopo essere stata rasata a zero Francia, Chartres. Agosto 1944 «La lingua materna di mio fratello Robert Capa non era diffusa al di là della frontiera di un piccolo Paese come l’Ungheria. Tuttavia egli riuscì a viaggiare in tutto il mondo, a comunicare le sue esperienze e i suoi sentimenti con una lingua universale, la fotografia. “Siate attratti dalla gente e fate in modo che lo si sappia”. È così ha sempre fatto. Maggiore di me di cinque anni, Bob mi ispirava, mi infondeva coraggio e mi mostrava cosa significasse veramente essere fratelli. La sua vita è stata la testimonianza di una difficoltà superata, di una sfida accettata, di un gioco d’azzardo vinto, salvo alla fine. Si è lasciato alle spalle il racconto del suo viaggio straordinario e una testimonianza visiva che proclama la sua fiducia nella capacità del genere umano a sopportare, e di tanto in tanto, vincere.»

Cornell Capa

ROBERT CAPA Dopo la liberazione della città, un gruppo di collaborazioniste 72 vengono rasate a zero come 73 segno di umiliazione Francia, Chartres. 18 agosto 1944 «Poco per volta, mi sembra di diventare un avvoltoio. […] Il più caro augurio di un corrispondente di guerra è di essere disoccupato.»

Robert Capa

ROBERT CAPA Paracadutisti americani, con i capelli rasati 74 75 in stile moicano in segno di buon auspicio, si preparano alla missione Francia, Arras. 1945 ROBERT CAPA Un antifasciata spagnolo esiliato in Francia, ROBERT CAPA 76 membro della spedizione nell’ottobre 1944 77 Soldati tedeschi che aveva attraversato a piedi i Pirenei catturati da soldati americani per liberare alcuni villaggi spagnoli Italia, vicino Nicosia. Luglio 1943 Francia, vicino Tolosa. 1944 «Avevo scattato l’ultima foto dell’ultimo soldato che muore. Nell’ultimo giorno, cade sempre qualcuno degli uomini migliori, ma i sopravvissuti faranno presto a dimenticare.»

Robert Capa

ROBERT CAPA 78 79 Un soldato americano ucciso da un cecchino tedesco Germania, Lipsia. 18 aprile 1945 ROBERT CAPA INDOCINA 1954

80 81 QUESTA È LA GUERRA!

Nell’aprile 1954, Robert Capa si trova in Giappone per lavorare al progetto di una nuova rivista dell’editore Mainichi. Via cablogramma la rivista “Life” gli chiede di sostituire il fotografo Howard Sochurek, loro inviato in Indocina, che deve rientrare con urgenza in America. Si tratterebbe di un incarico di un solo mese, per seguire gli sviluppi del conflitto tra le forze indipendentiste di Ho Chi Minh e il governo francese. Capa, dopo alcune esitazioni, accetta. Firma un contratto da 2000 dollari con un’eventuale imple- mento nel caso di un’escalation militare. Quando giunge in Indocina, l’assedio di Dien

Bien Phu si è già concluso dopo 56 giorni a favore dei Viet Minh decretando la fine dell’impero coloniale. Capa documenta l’evacuazione dei soldati della Legione Stranie- ra. Nelle settimane successive, fotografa la popolazione del Laos. Il 25 maggio 1954, in- sieme al collega John Mecklin del “Time” e al corrispondente Jim Lucas, si unisce a una colonna di soldati francesi che procede sulla strada tra Nam Dinh e Thai Binh, nel delta del Fiume Rosso. Avanzano lentamente tra le mine e i cecchini. Capa fotografa conta- dini e soldati tra le colture di riso e pensa a un reportage dal titolo profetico Bitter Rice

(riso amaro), rimando anche al di film di Giuseppe De Santis del 1949 sul cui set aveva realizzato un reportage. Alle ore 2.55 pomeridiane Bob Capa si imbatte in una mina anti-uomo. Alle 3.10 il più “grande fotografo di guerra al mondo”, l’uomo dai 70.000 negativi, muore. Nella mano sinistra ha ancora la sua Contax IIa con pellicola in bianco e nero. La nuovissima Nikon S con rullino Kodachrome a colori, realizzata da Nippon

Kogaku e regalatagli a Tokyo, è stata scagliata lontano. I soldati francesi che avanzano lentamente nell’erba alta della risaia vietnamita sono l’ultima fotografia da lui scattata.

Aveva solo 41 anni. Fu il primo fotografo di “Life” e il secondo dell’agenzia Magnum a morire durante un reportage. Werner Bischof aveva trovato la morte in America Latina il 16 maggio del 1954 ma la notizia era arrivata solo il 25 di maggio. Come dichiarò il fratello di Capa Cornell: “troppo per un solo giorno”.

ROBERT CAPA 82 83 Sulla strada tra Nam Dinh to Thai Binh Vietnam. 25 maggio 1954 WERNER BISCHOF INDIA / BIHAR 1951

84 85 POINT OF VIEW

Nel febbraio del 1951 il presidente Harry Truman aveva richiesto al Congresso ameri- cano un potenziamento degli aiuti umanitari per fronteggiare la grave crisi alimentare in India. Werner Bischof si reca nel paese per un reportage al fine di documentare lo stato della carestia e degli interventi internazionali. Gli Stati Uniti avevano inviato 136 milioni di tonnellate di grano e istituito un prestito di 190 milioni di dollari. Quando Bi- schof giunge in India la miseria delle fatiscenti abitazioni e delle strade fangose dello slum di Calcutta, il contrasto tra ricchi e poveri è più drammatico del previso. Il gover- no indiano di Jawaharlal Nehru cerca di dissimulare la gravità della situazione. Bischof fotografa i depositi di Calcutta dove sono stoccati gli aiuti americani, documentando le lunghe e complicate operazioni di scarico e smistamento dei cereali. Decide quindi di seguire uno dei convogli che provvedono alla distribuzione delle derrate alimentari nei villaggi più colpiti dalla fame. Al seguito di un ispettore governativo si reca nelle regioni dove la carestia è più forte: il Bihar. Situata a nord del fiume Gange, la pro- vincia conta oltre 1200 abitanti per miglio quadro, con una popolazione in continuo aumento. A causa di una severa e prolungata siccità, l’agricoltura è in ginocchio e gli abitanti allo stremo. Bischof scatta con la sua Rolleiflex delle fotografie estremamente drammatiche. Il servizio viene pubblicato sulla rivista “Life” il 28 maggio 1951 con il titolo U.S. Heeds India’s Plea for Food. Le immagini di Werner Bischof non sono solo efficaci nel trasmettere la drammatica situazione, ma anche di grande valore estetico, come gli riconoscerà anche Edward Steichen, direttore del dipartimento fotografia del MoMA di New York e curatore della celebre mostra The Family of Man del 1955. Il reportage ha grande riscontro e viene pubblicato dai giornali in tutto il mondo e vale a Bischof la notorietà internazionale. Le immagini, di forte impatto sull’opinione pub- blica, contribuirono a indurre il Congresso americano a implementare le forniture di cibo per l’India come caldeggiato dal presidente Truman.

WERNER BISCHOF 86 87 Mendicante che dorme davanti al tempio India, Madras. 1952 WERNER BISCHOF WERNER BISCHOF 88 La strada per recarsi al lavoro 89 Gente che dorme per strada India, Jamshedpur. 1951 India, Bombay. 1951 «La cosa sorprendete in Bischof è questa: come artista è altrettanto grande nell’esprimere la felicità e la pace, come nel rappresentare l’affanno e il dolore. Tuttavia nel secondo caso la sua arte non è mai sdolcinata, decorativa, un abbellimento estetico della cruda realtà. Bischof è un poeta di intima dolcezza, dalla meditazione della danzatrice indiana Anjali Hora al sonno dei contadini cinesi all’ombra del banyan, dai bambini profughi cinesi che giocano nell’acqua della baia di Hong Kong al famoso giovane indio del Perù che cammina solitario suonando il flauto. Le immagini sono composte con estrema sensibilità. Anche quella della fame o dei bambini feriti dalla crudeltà della guerra o dalla noncuranza dei “grandi” sono impostante visibilmente con cura.»

Werner Bischof

WERNER BISCHOF La ballerina Bharatanatyam 90 91 Una scuola di danza Anjali Hora mentre si prepara Kathakali per una performance India. 195 India, Bombay. 1951 WERNER BISCHOF WERNER BISCHOF 92 Arrivo nel villaggio di Dighiar 93 Scarico del grano nel porto di Calcutta India, Bihar. 1951 India, Calcutta. 1951 WERNER BISCHOF WERNER BISCHOF 94 Bambine nel villaggio di Dighiar 95 Bihar India, Bihar. 1951 India, Dighiar. 1951 «Werner Bischof può essere comparato alle sue immagini. È sempre stato armonico con le proporzioni. Era sensibile. Le sue fotografie avevano una tendenza verso l’assoluto, una combinazione di bellezza e verità: una pietra diveniva un mondo, un bambino tutti i bambini, un guerra tutte le guerre.»

Ernst Haas

WERNER BISCHOF 96 97 Madre e figlia India, Bihar. 1951 WERNER BISCHOF WERNER BISCHOF 98 In ansiosa attesa 99 Anziana con bastone India, Dighiar. 1951 India, Bihar. 1951 «Mi fa quasi male vedere le immagini di Werner, perché esse mi parlano così chiaramente della sua lingua. Sono passati davvero trent’anni da quella tremenda notizia? Le sue fotografie si sono liberate e divenute ormai senza tempo. Sono immagini fatali, che ci guardano, ma tutti questi destini sembrano essere trasfigurati. Mirano al fondo del nostro essere, sono molto più trasparenti che apparenti. Uomini di Paesi tanto diversi e nessuno ci è estraneo. Tutte queste figure gli sono così prossime, come se lo avessero aspettato da sempre. Basterà guardarle un po’ più intensamente, per farlo rivivere in esse. Se si potesse donare il tempo della vita lo farei volentieri.» Ernst Haas

WERNER BISCHOF 100 101 Carestia nelle strade di Patna India, Patna. 1951 WERNER BISCHOF COREA 1952

102 103 THE COMPASSIONATE LENS

Alle ore 4 del mattino del 25 giugno 1950, l’esercito nordcoreano oltrepassava il 38°

parallelo, invadendo la Corea del Sud con l’obiettivo di riunificare la penisola sotto

la guida di Kim II-sung. L’intervento delle Nazioni Unite è immediato. Di fatto si sca-

tenò un conflitto che vedeva opporsi da un lato gli Stati Uniti e dall’altro l’URSS e la

Cina comunista di Mao per la conservazione delle rispettive aree di influenza in piena

Guerra Fredda. Nel luglio del 1951, su richiesta della rivista “Life”, Werner Bischof rag-

giunge l’isola di Koje-do, dove si trova un campo di rieducazione che accoglie oltre

170.000 prigionieri di guerra di ambo i sessi tra i 6 e i 60 anni. Prevalentemente sol-

dati nordcoreani e cinesi. Nel campo si erano verificate numerose proteste e scontri

violenti, in alcuni casi mortali. Non volendo realizzare un servizio sensazionalistico,

Bischof si concentra sulle storie dei detenuti: molti di loro sono analfabeti e prima

della guerra non avevano mai lasciato i propri villaggi. Si sposta tra i diversi edifici

fotografando la quotidianità nel campo: chi lavora, chi prega, chi dorme. La parola

d’ordine è tenersi occupati. Bischof documenta anche i primi controversi effetti della

rieducazione americana: alcuni prigionieri si sono fatti tatuare degli slogan anti-co-

munisti in inglese. Altri rifiutano di essere rimpatriati in Corea del Nord come invece

richiesto dalle autorità di Pyongyang. Farà ritorno in Corea anche nel 1952 per conti-

nuare a documentare la tragedia della popolazione vittima dello scontro tra potenze

internazionali. Il reportage viene pubblicato il 31 marzo 1952 sulla rivista “Life” in

un ampio articolo intitolato Prisoner’s Island. Werner Bischof lamenterà però alcune

censure da parte dell’editore Time Inc.

WERNER BISCHOF Davanti al campo 104 105 Corea del Sud, isola di Koje-do. 1952 «Il reportage su Koje-do è uscito intanto su “Life” e mi ha davvero deluso… È duro fotografare in un campo di prigionia, restare umani e poi vedersi eliminare dalla censura le foto migliori. A volte mi chiedo anche se ora io non sia diventato un reporter, una parola che ho sempre odiato. Penso di aver trasferito oggi sul fattore umano quella concentrazione che prima riservavo alle forme, alla materia, e tutto si è fatto così difficile, perché l’umano non si lascia manipolare. Per questo cerco sempre più di trasmettere un messaggio il più possibile efficace attraverso l’accostamento delle immagini. La cosa peggiore è che non ho ottenuto risultati soddisfacenti con nessun editore; il fattore decisivo è prima di tutto l’importanza dell’avvenimento e non come esso è visto.»

Werner Bischof

WERNER BISCHOF Il nonno 106 107 Corea del Sud, San Jang Ri. 1951 WERNER BISCHOF WERNER BISCHOF Filo spinato usato Il prigioniero più giovane 108 per stendere la biancheria 109 Corea del Sud, isola di Koje-do. 1952 Corea del Sud, isola di Koje-do. 1952 WERNER BISCHOF WERNER BISCHOF Danze davanti 110 Contadino 111 Bambini di guerra alla statua della Libertà Corea del Sud, Seoul. 1951 Corea del Sud, Pusan. 1952 Corea del Sud, isola di Koje-do. 1952 WERNER BISCHOF WERNER BISCHOF Prigioniero di guerra malato Prigionieri cinesi e nordcoreani 112 Corea del Sud, isola di Koje-do. 1952 113 costruiscono una diga Corea del Sud, isola di Koje-do. 1952 «Credo che sia nostro dovere affrontare i problemi dal nostro punto di vista con concentrazione e giudizio e comporre così l’immagine fotografica della nostra generazione.»

Werner Bischof

WERNER BISCHOF Fotoreporter internazionali 114 115 che coprono la guerra di Corea Corea del Sud, Kaeso˘ng. 1952 DENNIS STOCK JAMES DEAN 1955

116 117 AMERICAN DREAMS

Nell’inverno del 1954, durante un party al famoso Chateau Marmont Hotel di Los

Angeles, il regista Nicholas Ray presenta Dennis Stock all’attore James Dean, che sta per girare il film Gioventù bruciata. Stock rimane impressionato dal ventiquattrenne protagonista della pellicola La valle dell’Eden di Elia Kazan. Propone alla rivista “Life” di realizzare un servizio fotografico interamente a lui dedicato. Nei sei mesi successivi, alla ricerca delle origini del suo manifesto talento, Dennis Stock segue James Dean nella vita quotidiana, tra passato e presente. Lo immortala a Fairmount, nell’Indiana, nella fattoria dove è cresciuto con gli zii e i nonni; alle lezioni di recitazione all’Actor’s Studio di Lee Strasberg a New York; nel suo appartamento sulla 68esima Strada a pochi passi da Central Park e con gli amici nei locali newyorkesi, durante le lunghe notti insonni.

Infine lo fotografa sul set di Gioventù bruciata a Hollywood. In questi scatti informali

Dennis Stock restituisce un’immagine inedita della giovane star, simbolo di una nuova generazione di attori emergenti. Il reportage viene pubblicato sulla rivista “Life” il 7 marzo del 1955 con il titolo Moody New Star, contribuendo alla crescente popolarità dell’attore. Il 30 settembre 1955, alla vigilia di una corsa automobilistica, James Dean si schianta con la sua Porsche 550 Spyder e muore. Le fotografie di Dennis Stock consegnano per sempre James Dean al mito come l’icona di una gioventù ‘alienata e innocente’ alla ricerca di se stessa.

118 119 DENNIS STOCK Provini a contatto 1955 «Nel 1955 a Hollywood, avevo conosciuto James Dean. Con il suo aspetto imbronciato, era l’immagine vivente di un fenomeno che si andava diffondendo negli Stati Uniti: l’alienazione. Noi siamo ritornati insieme nella sua provincia natale, l’Indiana; abbiamo analizzato le influenze professionali che aveva subito a New York, abbiamo cercato, attraverso queste immagini, il perché del suo essere asociale. In seguito, l’alienazione che Dean personificava andava estendendosi, diventando l’espressione di tutta una generazione.» Dennis Stock

DENNIS STOCK James Dean durante 120 le riprese di “Gioventù bruciata” 121 USA, California. 1955 DENNIS STOCK DENNIS STOCK 122 James Dean durante le 123 James Dean durante le riprese di “Gioventù bruciata” riprese di “Gioventù bruciata” USA, California. 1955 USA, California. 1955 DENNIS STOCK DENNIS STOCK 124 James Dean 125 James Dean nella fattoria USA, Fairmount. 1955 dello zio Marcus Winslow USA, Fairmount. 1955 «Se potessi scegliere, preferirei che il pubblico mi fischiasse piuttosto di vederlo sbadigliare. Sono i rischi cui si va incontro quando si è un personaggio pubblico: si diventa un bersaglio. Quasi tutti abbiamo la possibilità di scegliere chi essere e io ho scelto di essere quel che sono ora, piuttosto che rimanere un ragazzo di campagna nell’Indiana... E, nonostante gli innumerevoli problemi e ostacoli che ho trovato, non l’ho mai rimpianto.» James Dean

DENNIS STOCK 126 127 James Dean posa scherzoso in una bara USA, Fairmount. 1955 DENNIS STOCK DENNIS STOCK 128 James Dean nella sua vecchia aula 129 James Dean nella sua vecchia scuola USA, Fairmount. 1955 USA, Fairmount. 1955 DENNIS STOCK DENNIS STOCK James Dean James Dean visita il cimitero 130 e il cuginetto Markie 131 della sua città natale, dove trova USA, Fairmount. 1955 la tomba di uno dei suoi antenati USA, Fairmount. 1955 «Febbraio, nel Midwest, è un mese freddo e ventoso: non è certo l’ideale per viaggiare, tanto meno nel proprio passato. Il clima, grigio e cupo, si riflette sullo stato d’animo, ma forse era attraverso quella lente che Jimmy osservava il mondo: niente doveva essere idilliaco. Molto spesso sembrava che Jimmy barasse con se stesso.» Dennis Stock

DENNIS STOCK James Dean sulla strada 132 133 che porta alla fattoria dello zio Marcus Winslow USA, Fairmount. 1955 DENNIS STOCK DENNIS STOCK 134 James Dean 135 James Dean USA, New York. 1955 USA, Fairmount. 1955 DENNIS STOCK DENNIS STOCK DENNIS STOCK James Dean alla lezione James Dean alle prove James Dean nell’ufficio 136 di danza di Katherine Dunham 137 di una fiction televisiva della sua agente Jane Deacy USA, New York. 1955 USA. 1955 USA, New York. 1955 «Questo mondo non dà alcuna possibilità di grandezza. Siamo come ronzini legati al palo dei condizionamenti. Un pesce nell’acqua non sceglie di essere ciò che è: se potesse nuotare nella sabbia, allora sì che sarebbe un genio. Siamo tutti pesci in fondo al mare.» James Dean

DENNIS STOCK James Dean nel suo appartamento 138 139 appena fuori Central Park West USA, New York. 1955 DENNIS STOCK DENNIS STOCK 140 James Dean 141 James Dean a Midtown USA, New York. 1955 USA, New York. 1955 «Una delle mie priorità è la libertà di lavoro, non mi lascerei mai incastrare da regole fisse. Non è solo un problema di quello che uno deve fare o non deve fare, ma piuttosto di come economizzare per quei rari momenti poetici che sono in tutti noi.» Dennis Stock

DENNIS STOCK 142 James Dean a Times Square 143 USA, New York. 1955 EVE ARNOLD, CORNELL CAPA, THE MISFITS HENRI CARTIER-BRESSON, 1960 BRUCE DAVIDSON, ELLIOTT ERWITT, ERNST HAAS, ERICH HARTMANN, PHILIPPE HALSMAN, INGE MORATH, DENNIS STOCK

144 145 MARILYN, MAGNUM AND THE MISFITS

Tra 18 luglio e il 4 novembre del 1960 ebbero luogo nel deserto del Nevada le ri- prese de The Misfits - Gli spostati (1961), film diretto da John Huston con Clarke

Gable, Marilyn Monroe e Montgomery Clift. La pellicola era tratta da un racconto del drammaturgo e scrittore Arthur Miller, autore anche della sceneggiatura. Su iniziativa del produttore Frank Taylor, l’agenzia Magnum ebbe l’esclusiva di docu- mentare l’intera produzione a fini promozionali. I fotografi presenti sul set furono

Eve Arnold (1912-2012), Henri Cartier-Bresson (1908-2004), Cornell Capa (1918-

2008), Bruce Davidson (1933), Elliott Erwitt (1928), Ernst Haas (1921-1986), Erich

Hartmann (1922-1999), Dennis Stock (1928-2010) e Inge Morath (1923-2002). Per contratto i fotografi lavorarono a coppie, alternandosi sul set ogni quindici giorni, con dei soggetti precisi. Le riprese del film furono lunghe ed estenuanti, segnate dai continui ritardi sul set di Marilyn e dai numerosi problemi dei membri del cast.

Alcuni scatti dal backstage vennero pubblicati sulla rivista “Life” il 21 novembre

1960 nell’articolo intitolato End of a Famous Marriage, in cui si ufficializzava la crisi coniugale tra la star hollywoodiana e il premio Pulitzer Miller. Dopo il divorzio da

Marilyn, Arthur Miller sposerà la fotoreporter Inge Morath conosciuta proprio sul set del film. Un intenso ritratto di Clarke Gable, firmato da Cornell Capa, appare sulla copertina di “Life” del 13 gennaio 1961. All’interno dello stesso numero, nel pezzo A Famous Pair and a Finale, è ricordata l’improvvisa scomparsa del divo americano, stroncato da un infarto solo pochi giorni dopo aver finito di girare Gli spostati. Il film rappresenta l’ultimo film interamente girato di Marilyn Monroe, precedente all’incompleto Something’s Got to Give, girato nel 1962. In quell’anno l’attrice venne all’improvviso a mancare.

ELLIOTT ERWITT Il cast del film: il regista John Huston, gli attori 146 147 Marilyn Monroe, Clark Gable, Montgomery Clift, Eli Wallach e lo scrittore Arthur Miller USA, Nevada. 1960 INGE MORATH DENNIS STOCK 148 Clark Gable e Marilyn Monroe 149 Marilyn Monroe durante le riprese USA, Nevada. 1960 USA, Nevada. 1960 EVE ARNOLD CORNELL CAPA Una scena dal film: Roslyn si abbandona 150 Clark Gable e Marilyn Monroe sul set 151 nelle braccia di Gay Langland USA, Nevada. 1960 USA, Nevada. 1960 Gay: «Tesoro niente può vivere senza che qualcosa muoia.» Clarke Gable, nel ruolo di Gaylord “Gay” Langland nel film The Misfits

EVE ARNOLD John Huston dirige una scena di lotta 152 153 tra Clark Gable e Marilyn Monroe USA, Nevada. 1960 EVE ARNOLD BRUCE DAVIDSON 154 Clark Gable durante le riprese 155 Marilyn Monroe durante le riprese USA, Nevada. 1960 USA, Nevada. 1960 «Tutti volevano immagini di Marilyn e Miller assieme. Lei non voleva posare con Arthur e si rifiutò di stargli accanto. Così scattai questa fotografia d’istinto, senza pensare alla loro relazione.»

Inge Morath

INGE MORATH Marilyn Monroe e Arthur Miller 156 157 nella loro stanza al Mapes Hotel di Reno USA, Nevada. 1960 HENRI CARTIER-BRESSON EVE ARNOLD Marilyn Monroe durante le riprese Marilyn Monroe e Montgomery Clift 158 USA, Nevada. 1960 159 girano la scena più lunga del film USA, Nevada. 1960 «La vidi fisicamente – Marilyn – per la prima volta e rimasi colpito come un’apparizione in una fiaba. Naturalmente era bella – tutti erano in grado di notare questo – e rappresentava un certo mito che noi, in Francia, chiamiamo “la femme éternelle”. Dall’altra parte, c’è qualcosa di vivido in lei, un’intelligenza. È la sua personalità, qualcosa di molto tenue, molto vivido, che scompare velocemente, e appare di nuovo.»

Henri Cartier-Bresson

EVE ARNOLD Marilyn Monroe che impara 160 161 le sue battute durante le riprese USA, Nevada. 1960 BRUCE DAVIDSON BRUCE DAVIDSON I fotografi Magnum Bruce Davidson Il fotografo Magnum Ernst Haas 162 e Elliott Erwitt in attesa all’aeroporto 163 USA, Nevada. 1960 USA, Nevada. 1960 HENRI CARTIER-BRESSON ERICH HARTMANN La fotografa Inge Morath con Clark Gable Evelyn Moriarty, la controfigura di Marilyn, 164 USA, Nevada. 1960 165 e l’obiettivo di Erich Hartmann USA, Nevada. 1960 «Fare un ritratto per me è la cosa più difficile. Difficilissima. È un punto interrogativo poggiato su qualcuno.»

Henri Cartier-Bresson

INGE MORATH Henri Cartier-Bresson 166 e l’attore Eli Wallach (a destra) 167 USA, Nevada. 1960 ELLIOTT ERWITT ERICH HARTMANN BRUCE DAVIDSON John Huston e Arthur Miller La segretaria di edizione Angela Allen Il fotografo Dennis Stock (in basso a destra) 168 fotografati da Bruce Davidson 169 (a sinistra) con la fotografa Eve Arnold fa una pausa durante le riprese USA, Nevada. 1960 USA, Nevada. 1960 USA, Nevada. 1960 «Amava i fotografi e la macchina impazziva con la sua personalità. Non credo fosse particolarmente bella, ma non era importante quello che lasciava trasparire. Era difficile fargli una brutta foto.»

Elliott Erwitt

BRUCE DAVIDSON 170 171 Arthur Miller con la moglie Marilyn Monroe durante le riprese USA, Nevada. 1960 BRUNO BARBEY VIETNAM 1971-1972

172 173 PASSAGES

Nei primi anni settanta, la guerra del Vietnam è ormai giunta a una svolta. Decisiva la ridefinizione del ruolo degli Stati Uniti, ormai prossimi ad abbandonare il conflitto. L’abbandono definitivo avviene nel 1973 al termine di un’esperienza che aveva portato a schierare, nel suo picco nel 1969, 550.000 militari. Bruno Barbey si reca per la prima volta nel Paese nell’aprile del 1971 per realizzare un reportage sul fenomeno della tossicodipendenza tra i soldati americani. Dall’inizio del conflitto i giornali avevano più volte denunciato l’abuso, nei marines, di sostanze psicostimolanti per rimanere vigili, sentirsi invulnerabili durante gli scontri e soprattutto per evitare di pensare alla morte. Nel 1970 l’impiego di droghe nelle truppe statunitensi aveva raggiunto livelli estremamente preoccupanti. In particolare l’uso di eroina tra i giovani militari era diventato una vera e propria piaga. Il fenomeno era alimentato dagli stessi nordvietnamiti che immetteva nel mercato eroina purissima a costi estremamente contenuti proprio per favorire il suo impiego da parte dei soldati americani. Per far fronte ai casi di dipendenza più gravi era stato necessario costituire una struttura specializzata dove i soldati venivano ricoverati per un primo percorso di disintossicazione. Barbey fotografa una di queste realtà presso la base statunitense di Phu Cat dove viene applicato l’‘Amnesty Drug Programme’. Nella primavera del 1972, dopo aver documentato le proteste contro la guerra negli Stati Uniti d’America e in Giappone, Bruno Barbey torna nuovamente in Vietnam. È il primo fotografo straniero a raggiungere la città di An Loc durante l’estenuante assedio di 66 giorni da parte delle truppe nordvietnamite. Documenta le massicce incursioni aeree americane in sostegno delle truppe sudvietnamite. Alcuni scatti del reportage esclusivo di Barbey dal Vietnam vengono pubblicati sul numero del 30 giugno 1972 di “Life” nell’articolo Anloc Rivisited. Sarà l’ultimo numero edito dalla Time Inc. prima che la rivista concluda la sua esperienza editoriale.

BRUNO BARBEY 174 175 Soldati americani e sudvietnamiti feriti vengono trasportati in elicottero a un centro medico Vietnam del Sud, An Loc. 1972 BRUNO BARBEY BRUNO BARBEY 176 Gli esiti dei bombardamenti americani 177 Soldati americani all’aeroporto Vietnam del Sud, An Loc. 1972 Vietnam del Sud, Dan Nang. 1971 BRUNO BARBEY BRUNO BARBEY 178 Bombardamenti americani 179 Un soldato tossicodipendente dopo la battaglia di An Loc riceve un primo aiuto in un centro Amnesty Vietnam del Sud, An Loc. 1972 Vietnam del Sud, Phu Cat. 1971 «Ho cominciato a fotografare all’età di 18 anni con il desiderio di avere contatti umani, di viaggiare, di conoscere altre culture, di esprimere la mia sensibilità. Come molti fotografi mi sento più a mio agio con le fotografie che non con le parole.»

Bruno Barbey

BRUNO BARBEY 180 181 Contadini sudvietnamiti continuano a lavorare nella risaia durante un attacco aereo americano Vietnam del Sud. 1972 BRUNO BARBEY BRUNO BARBEY 182 Il problema della droga 183 Un bambino tra le rovine della sua casa tra i soldati americani cerca oggetti scampati alla distruzione Vietnam, Phu Cat. 1971 Vietnam del Sud, An Loc. 1972 BRUNO BARBEY BRUNO BARBEY 184 Conseguenze dei 185 Il problema della tossicodipendenza bombardamenti americani tra i soldati americani in Vietnam Vietnam del Sud, An Loc. 1972 Vietnam del Sud, Phu Cat. 1971 «La fotografia è il solo linguaggio che può essere compreso da qualsiasi persona nel mondo.»

Bruno Barbey

BRUNO BARBEY 186 Un carro armato 187 nordvietnamita T54 distrutto Vietnam del Sud, An Loc. 1972 BRUNO BARBEY BRUNO BARBEY 188 Soldati sudvietnamiti feriti vengono 189 Il problema della tossicodipendenza trasportati agli elicotteri per essere evacuati tra i soldati americani in Vietnam Vietnam del Sud, An Loc. 1972 Vietnam del Sud, Phu Cat. 1971 «Penso sempre all’avvenire. Amo lavorare realizzando fotografie che resteranno; desidero lasciare una traccia che resista nel tempo. La sopravvivenza delle pellicole e delle immagini non è un dettaglio. È l’essenza stessa della fotografia.»

Bruno Barbey

BRUNO BARBEY 190 191 Feriti americani e sudvietnamiti vengono trasportati a un centro medico Vietnam del Sud, An Loc. 1972 BIOGRAFIE PHILIPPE HALSMAN, ROBERT CAPA, WERNER BISCHOF, DENNIS STOCK, BRUNO BARBEY

192 193 PHILIPPE HALSMAN

1906 1937 copertine per la rivista “Life”. Re- 1950 1956 1968 Nasce Filips ‘Philia’ Halsman a Riga, Sposa Yvonne Moser, fotografa spe- portage su Sentimental Colloquy, La rivista “Photography Workshop” Diventa membro associato dell’a- Per la rivista “Life” realizza i ritrat- in Lettonia, il 2 maggio, da Morduch cializzata in ritratti di bambini e sua del Balletto Internazionale di New pubblica un ampio articolo dal ti- genzia Magnum. Per la rivista “Life” ti del produttore David Merrick, del ‘Max’ Halsman, dentista, e Ita Grin- assistente. York, con scenografie e costumi di tolo “The Life, Times and Photo- realizza un servizio fotografico in boxer Joe Louis, dello yogi Maha- tuch, insegnante. Ha una sorella mi- Salvador Dalí. Viene pubblicato su graphies of Philippe Halsman”. La sei Paesi con le più belle donne del rishi Mahesh e dell’artista Andy nore Liouba. 1939 “Life” il ritratto fotografico di Sal- NBC gli commissiona dei ritratti di mondo. Warhol nella Factory. Nasce la figlia primogenita Irene. vador Dalí Portrait avec loupe. comici popolari come Milton Berle, 1921 Ed Wynn, Sid Caesar, Groucho Marx, 1958 1969 Dopo aver trovato una vecchia mac- 1940 1945 Bob Hope, Red Skelton, Lucille Ball. È eletto uno dei dieci fotografi più Realizza il ritratto ufficiale del pre- china fotografica del padre, comin- Alla vigilia dell’invasione tedesca la- Partecipa alla fondazione dell’A- Realizza i primi ritratti in stile jum- quotati del mondo dalla rivista “Po- sidente Nixon. Per la rivista “Life” cia a fotografare parenti e amici. È scia Parigi per Marsiglia in attesa di merican Society of Megazine Pho- pology. Con Dalí realizza il progetto pular Photography” insieme a Irving realizza il ritratto di Woody Allen e affascinato dal ‘miracolo’ dello svi- emigrare negli Stati Uniti. La moglie graphers (ASMP) di cui è eletto pri- Light Sculpture. Penn, Richard Avedon, Ansel Adam, Mae West. luppo in camera oscura. Yvonne, con la figlia Irene, la sorella mo presidente. Henri Cartier-Bresson, Ernst Haas, e la madre Ita sono già riparate in 1951 Gjon Mili. Avvia una collaborazione 1970 1924 America. Grazie all’aiuto di Albert 1946 Soggiorna in Europa e realizza i ri- con il “Saturday Evening Post”. Il 23 gennaio esce la sua centesima Concluso il liceo a Riga, dove ha Einstein, Halsman ottiene la VISA e Realizza un ampio reportage dedi- tratti di numerose personalità tra copertina per la rivista “Life” (23 studiato lingue straniere e latino, si parte per New York. cato alla ballerina Martha Graham e cui Winston Churchill, Henri Matisse, 1959 gennaio). Protagonista l’attore e iscrive all’università in Germania, a alla sua compagnia. Giorgio de Chirico, Jean-Paul Sartre, Pubblica il fotolibro Philippe Hal- umorista Johnny Carson. Dresda, e frequenta corsi di inge- 1941 Brigitte Bardot e Anna Magnani. Im- sman’s Jump Book che raccoglie gneria elettrica. Firma un contratto con l’agenzia 1947 mortala Marc Chagall e Pablo Picas- 200 scatti di personaggi illustri in 1972 Black Star fondata nel 1935 da Kurt Perfeziona la macchina fotografica so insieme a Saint-Paule-de-Vence. stile jumpology. Realizza un servizio Viene pubblicato il volume Halsman: 1928 Safranski, Ernest Mayer e Kurt Kor- da lui progettata e battezzata “Hal- David ‘Chim’ Seymour lo invita a fotografico a Grace Kelly nel Princi- Sight and Insight. Durante un’escursione sulle monta- nfeld, fotografi tedeschi di origini sman/Fairchild”, che utilizzerà per far parte dell’agenzia Magnum. Cin- pato di Monaco. Copertina di “Life” gne del Tirolo, il padre Max muore in ebraiche rifugiati in America. L’a- tutta la sua carriera. Realizza il ri- quantesima copertina (15 ottobre) con Marilyn Monroe in stile jumpo- 1975 circostante equivoche. Halsman vie- genzia è molto vicina alla rivista tratto di Albert Einstein a Princeton. per la rivista “Life” con Gina Lollo- logy. La rivista “Life” gli dedica una È sul set del film di Hitchcock, Com- ne accusato di omicidio e condan- “Life”. Alcuni suoi scatti che immor- Immortala per la rubrica di “Life” brigida. cover story nel numero del 9 set- plotto di famiglia. Uno dei suoi scat- nato a 10 anni di prigione. La sorella talano la modella Connie Ford sono Speaking of picture le ballerina del tembre. ti sarà utilizzato per la locandina minore Liouba sollecita l’opinione scelti per la campagna pubblicitaria New York City Ballet sulla spiaggia 1952 promozionale. Riceve il Life Achie- pubblica europea, riconducendo la Victory Red di Elizabeth Arden. In di Bridgehampton. Ritratto di Ricki Ritratto della famiglia Ford a Detroit 1960 vement in Photography Award de condanna al grave clima di antise- occasione della mostra alla galleria Soma, ballerina ed attrice moglie di per il cinquantenario della compa- Viaggio in Russia come inviato del- l’American Society of Media Photo- mitismo in Austria. Intervengono Julien Levy, incontra Salvador Dalí. John Huston. Servizio fotografico gnia e del senatore John F. Kennedy la rivista “Life” per un reportage graphers (ASMP) per la sua opera. in favore di Halsman anche Albert Realizza per “Life” un servizio foto- della Medea di John Gielgud a Broa- per la copertina del libro Ritratti del sull’intellighenzia sovietica: fotogra- Einstein, Thomas Mann e Sigmund grafico sui costumi ideati dal pittore dway per la rivista “Life”. Sarà il pri- coraggio. Copertina e servizio foto- fa artisti, scrittori, ballerini e politici. 1978 Freud. spagnolo per lo spettacolo dei Bal- mo di numerosi servizi. grafico con Marilyn Monroe per la Partecipa all’esposizione Art about letti Russi, Labyrinth. Nasce la se- rivista “Life”. 1961 Art al Whitney Museum of American 1931 condogenita Jane. 1948 Fotografa il presidente Kennedy nel Art di New York. Si apre l’esposi- Halsman viene rilasciato con l’obbli- Ottiene la cittadinanza america- 1953 suo ufficio alla Casa Bianca per la ri- zione Dalí & Halsman al Museum di go di lasciare l’Austria. Trova asilo in 1942 na. Fotografa Georgia O’Keeffe Il ritratto di Winston Churchill viene vista “Look”. Beachwood, in Ohio, che ripercorre Francia e si trasferisce a Parigi, gra- Prima copertina per la rivista “Life” nella sua casa di Abiquiu, New scelto per la copertina di “Life” del la decennale collaborazione con il zie all’aiuto del primo ministro fran- (5 ottobre 1942) con l’immagine Messico. Esegue il famoso ritratto 2 novembre. Immortala un’ancora 1962 pittore surrealista. cese Painlevé. Eye-Catcher: la modella Joan Thor- Dalí Atomicus poi pubblicato nel sconosciuta Grace Kelly per la rivi- È sul set de Gli uccelli di Alfred Hi- sen indossa un copricapo della numero del 9 agosto di “Life” nel- sta “Popular Photography”. Pubbli- tchcock per realizzare le immagini 1979 1932 modellista Lilly Daché. Viene pub- la rubrica Speaking of picture. La ca il racconto fantastico Piccoli, A promozionali per la rivista “Life”. Con l’aiuto di Cornell Capa, prepara Apre il suo primo studio fotografico blicato il volume La Vie secrète de realizzazione della fotografia ha Fairy Tale. Un estratto appare anche Documenta la lunga intervista di un’esposizione presso l’International a Montparnasse. Inizia a collaborare Salvador Dalí che include tre foto- richiesto ventisei prove e cinque nella rivista “Life”. François Truffaut al maestro del bri- Center of Photography di New York. con le riviste “Vogue”, “Vu”, “Voilà”. grafie di Halsman. ore di lavoro. vido. Entra a far parte della Famous Muore il 25 giugno a New York. Realizzerà ritratti di artisti tra cui 1954 Photographer School al fianco di André Gide, Paule Valéry, André Mal- 1943 1949 Viene pubblicato Dalí’s Mustache, colleghi quali Irving Penn e Richiard 1987 raux, Marc Chagall e Le Corbusier. Sulla rivista “Life” viene pubblicato Viene pubblicato The frenchman che raccoglie 30 fotografie del pit- Avedon. Gli eredi ricomprano la sua collezio- un ampio servizio fotografico con fotolibro sull’attore Fernandel, un tore surrealista. Realizza un servizio ne personale, da lui ceduta a George 1936 protagonista Rita Hayworth dal tito- best-seller secondo il “New York Ti- fotografico a Marilyn Monroe nel suo 1963 Rinhart nel 1976. È istituito la il Phi- Concepisce e realizza una macchina lo Cover Girl, Rita Learns New Role. mes”. Realizza Popcorn Nude e Mid- studio di New York, tra cui il celebre Presso la Smithsonian Photography lippe Halsman Archive. fotografica 9x12 cm a doppia lente. summer’s Nightmare con Salvador scatto in stile jumpology che sarà Gallery di Washington si tiene la pri- L’apparecchio viene realizzato dal 1944 Dalí. Fotografa per la rivista “Life” pubblicato su “Life” solo nel 1959. ma grande esposizione personale pronipote dell’ebanista di Daguerre. Su incarico della rivista “Life” è a Jean Cocteau per promuovere il film lui dedicata. Si reca a Damasco, Gerusalemme e Hollywood per alcuni servizi. Foto- L’aquila a due teste. Durante un ser- 1955 Tel Aviv per documentare la rivolta grafa tra gli altri Humphrey Bogart, vizio fotografico per “Life” su otto Fotografa Sophia Loren per le vie di 1966 palestinese contro l’autorità britan- Lauren Bacall, Frank Sinatra, Ingrid giovani modelle che vogliono diven- Roma. Audrey Hepburn sulla coper- Realizza il ritratto dello scrittore rus- nica. Espone per la prima volta alla Bergman, Bette Davis, Judy Gar- tare attrici, conosce l’esordiente Ma- tina di “Life” (18 luglio): è la cinquan- so Vladimir Nabokov e dello scritto- galleria Pléiade di Parigi. land, Shirley Temple. Realizza sette rilyn Monroe. tesima copertina per la rivista. re francese André Malreaux.

194 195 ROBERT CAPA

1913 genzia Alliance Photo. Incontra Alcune fotografie vengono pub- zioni in Tunisia, fotografa lo sbarco dger e William Vandivert, fonda 1954 Nasce Endre Erno˝ Friedmann a Gerta Pohorylle (poi Gerda Taro), blicata dalla rivista “Life”. Uno dei in Sicilia e la risalita alleata lungo l’agenzia Magnum, una coopera- Viaggio in Giappone per lavorare Budapest il 22 ottobre da Dezso una profuga tedesca con cui ini- suoi “piccoli diavoli rossi”, i soldati la penisola italiana. Documenta la tiva di fotografi. Lungo soggiorno al progetto della nuova rivista fo- e Júlia, sarti di origini ebraiche. Ha zia una relazione sentimentale e vietcong, apparirà sulla copertina liberazione di Napoli. in Unione Sovietica con lo scrittore tografica della Mainichi Press. La due fratelli: Lazlo, il maggiore e professionale. Insieme inventano del 16 maggio. Ritorna in Spagna John Steinbeck per un reportage. rivista “Life” lo incarica di sostituire Kornél, il minore. il personaggio fittizio di Robert per coprire la battaglia dell’Ebro. 1944 un loro inviato e coprire la guerra Capa, fotogiornalista americano Viene pubblicato il volume Death Partecipa allo sbarco degli Allea- 1948 in Indocina. Raggiunge Hanoi. Il 1919 affermato, al fine di rendere le fo- in the Making, progettato insieme ti ad Anzio, a sud di Roma. Rien- Viene pubblicato il reportage dal- 25 maggio, mentre è al seguito di Frequenta la scuola luterana di tografie più appetibili sul mercato. ad André Kertész e dedicato a tra in Inghilterra. In occasione del la Russia sul “New York Herald un convoglio francese in direzio- Pest e poi il Liceo Madách. Gerda Taro. D-Day, approda con la prima on- Tribune” e nel “The Ladies Home ne Thai Binh, rimane ucciso dallo 1935 data di fanteria a Omaha Beach in Journal” di John Morris. È il pri- scoppio di una mina. Viene sep- 1928 Lavora in Spagna come fotogior- 1939 Normandia. È il primo fotografo a mo reportage di una serie, parte pellito nel cimitero quacchero di Si avvicina alla fotografia, frequen- nalista per alcuni servizi sul cul- È nuovamente in Spagna dove do- documentare l’evento, ma, a cau- del progetto People Are People. Amawalk, a New York. tando i corsi tenuti nel suo studio tura locale: incontri di box a San cumenta la caduta di Barcellona e sa di un incidente tecnico, di 106 Si reca a Tel Aviv per documenta- da József Pécsi, insieme all’amica Sebastián, processioni della Set- la vittoria dell’esercito franchista. foto in quattro rullini, se ne salva- re la nascita dello Stato di Israele. 1955 Éva Besnyö. timana Santa a Siviglia, corride. Realizza un servizio fotografico no solo 11 (“Le magnifiche undici”). Lavora alla serie fotografica Youth L’Overseas Press Club of America Acquista una Leica III, la prima sui soldati repubblicani esiliati e Il reportage viene pubblicato il 19 and the World che viene venduta istituisce in sua memoria la Robert 1931 macchina fotografica con obiettivi rinchiusi in campi di internamento giugno dalla rivista “Life”. Fotogra- a “Holiday”. La serie viene propo- Capa Gold Medal, destinata al mi- Viene arrestato dalla polizia se- intercambiabili. Si reca a Parigi per in Francia. Realizza delle fotogra- fa la liberazione di Parigi insieme sta dall’agenzia Magnum anche glior reportage fotografico realiz- greta a causa della sua militanza documentare le elezioni francesi. fie sul Tour de France. Allo scoppio all’amico e collega Ernest Hemin- in Europa come Generation X. A zato all’estero. contro il regime autoritario di Vi- Fotografa gli scontri che seguono della Seconda guerra mondiale si gway. Testimonia la Battaglia delle Parigi crea la casa di produzione ctor Horty. Rilasciato ha l’obbligo la vittoria del Fronte Popolare gui- trasferisce negli Stati Uniti e avvia Ardenne. Viene pubblicato il volu- World Video e inizia a produrre e 1966 di lasciare il Paese. Si trasferisce a dato da Léon Blum. la sua collaborazione con la rivista me Invasion!, realizzato insieme a realizzare dei cortometraggi dedi- Viene istituito dal fratello Cornell Berlino dove frequentare la Deut- “Life”. Charles Wertenbaker. cati ai più famosi sarti parigini dal Capa l’International Fund for Con- sche Hochschule für Politik dove 1936 titolo Paris. Cavalcade of Fashion. cerned Photography. studia per diventare giornalista. A Allo scoppio della Guerra Civi- 1940 1945 Il primo documentario è dedicato causa degli esiti della grave crisi le, insieme a Gerda Taro si reca in Segue le elezioni presidenziali in Si paracaduta con le truppe ame- a Christian Dior e sarà distribui- 1974 economica del 1929 la famiglia non Spagna come corrispondente per Messico per la rivista “Life”. Parte- ricane in Germania per documen- to dalla CBS. È sul set di Arch of Il fratello Cornell Capa crea l’Inter- è più in grado di aiutarlo economi- le riviste “Vu” e “Regards”. Docu- cipa alla cerimonia di cremazione tare la liberazione di Lipsia, No- Triumph di Lewis Milestone come national Center of Photography camente. menta gli scontri tra repubblicani e di Lev Trotsky, assassinato a Coyo- rimberga e Berlino da parte degli fotografo di scena. con l’intento di conservare e valo- franchisti in Catalogna ed in Ara- acán in agosto. Alleati. Conosce all’Hôtel Ritz di rizzare la sua eredità – si conser- 1932 gona. Scatta la famosa fotografia Parigi l’attrice Ingrid Bergman con 1949 vano gli oltre 70.000 negativi – e Inizia a collaborare come appren- del miliziano morente, che appare 1941 cui inizia una relazione. Lavora come fotografo di scena sul promuovere la cultura della foto- dista presso l’agenzia fotografica anche sulla rivista “Life”. Collabora A bordo di un cargo che trasporta set del film Riso Amaro di Giusep- grafia. Dephot di Simon Guttmann. È pre- con il filmaker russo Roman Kar- areoplani, attraversa l’Atlantico per 1946 pe De Santis. sto promosso assistente di camera men al film España 1936, prodotto un primo soggiorno in Inghilterra. Ritorna negli Stati Uniti e ottiene la 2013 oscura e inizia a realizzare i suoi da Luis Buñuel. Documenta la dife- A Londra documenta gli esiti del cittadinanza americana. Si trasferi- 1950 In occasione del centenario dalla primi servizi fotografici. Ricono- sa lealista di Madrid. blitz aereo tedesco sulla città, in- sce per un periodo ad Hollywood Nuovo viaggio in Israele dove fo- nascita, viene inaugurato a Buda- sciuto il suo talento, la direzione sieme a Diane Forbes-Robertson dove intende lavorare come pro- tografa la vita dei coloni che viene pest il Robert Capa Contemporary dell’agenzia lo incarica di fotogra- 1937 per il libro The Battle of Waterloo duttore e regista. Realizza alcuni pubblicata sulla rivista “Life”. Gira Photography Center. fare un discorso di Lev Trotsky allo Incontra Ernest Hemingway, John Road. Ritorna negli Stati Uniti e si servizi dai set tra cui Notorious di il documentario The Journey, com- Stadium di Copenaghen. Grazie Dos Passos e Joris Ivens. La com- reca nella Sun Valley, in Idaho, in vi- Alfred Hitchcock. Scrive le proprie missionato dalla United Jewish alla sua Leica 35mm, è l’unico re- pagna Gerda Taro viene ferita a sita dall’amico Ernest Hemingway. memorie di guerra con l’obiettivo Appeal. Realizza una serie di ser- porter presente che riesce a realiz- morte mentre fotografa un’offen- Realizza un servizio fotografico di trarne una sceneggiatura. Insod- vizi fotografici a colori per la rivi- zare un servizio, poi pubblicato da siva a Brunete, a ovest di Madrid. che viene pubblicato sulla rivista disfatto dall’ambiente hollywoo- sta “Holiday” sul tema degli sport “Der Welt-Spiegel” e dal “Berliner Raggiunge la madre e il fratello “Life” in cui si parla del romanzo diano ritorna sulla costa Est. invernali nelle Alpi. Tageblatt”. Kornél a New York, dove si sono Per chi suona la campana. trasferiti. Negozia un contratto con 1947 1952 1933 la rivista “Life” e con l’agenzia Pix 1942 Il presidente Eisenhower gli asse- È sul set dei film Le Carrosse d’or Con l’ascesa al potere di Hitler, fug- Publishing, fondata da alcuni emi- Realizza diversi servizi fotografici gna la Medal of Freedom per il suo di Jean Renoir e Moulin Rouge di ge da Berlino. Soggiorna a Vienna grati tedeschi: Alfred Eisenstaedt, dedicati all’impegno dell’esercito impegno di documentazione du- John Huston. In qualità di presi- e poi rientra a Budapest, raggiun- George Karger, Hans Knopf e Leon alleato in Gran Bretagna. rante la Seconda guerra mondiale. dente dell’agenzia Magnum dedica ge Parigi con l’amico Imre ‘Cziki’ Daniel. Si reca in Turchia con Paul Martel- molto tempo alla promozione della Weisz. Inizia a collaborare con la 1943 liére per realizzare il documentario stessa e al reclutamento di giovani rivista illustrata “Vu”. 1938 Al seguito del 2° Battaglione del March of Time per il gruppo Time associati. Come assistente del regista Joris generale Patton come fotografo Inc. Viene pubblicato Slightly Out 1934 Ivens, per realizzare il documenta- accreditato, copre la campagna of Focus, diario autobiografico del 1953 Conosce David ‘Chim’ Smyzin, rio I 400 milioni, sulla guerra cino militare alleata per l’americano suo impegno come fotoreporter. Lavora sul dei film Il tesoro dell’A- Henri Cartier-Bresson e Maria Ei- – giapponese, si reca in Cina. Scat- “Collier’s Weekly” e per l’inglese Insieme a Henri Cartier-Bresson, frica di John Huston e La contessa sner, che ha da poco fondato l’a- ta le sue prime immagini a colori. “The Illustrated”. Dopo le opera- David ‘Chim’ Seymour, George Ro- scalza di Joseph L. Mankiewicz.

196 197 WERNER BISCHOF

1916 ra mondiale è costretto a rientrare di documentare i Giochi Olimpici 1953 Nasce il 26 aprile a Zurigo, in Sviz- in Svizzera per svolgere servizio Invernali di Sankt Moritz. Prosegue La rivista “Du” pubblica, in un nu- zera. Il padre Adalbert Bischof è militare attivo per oltre ottocento il viaggio in Europa del Nord attra- mero speciale, le sue foto dal sog- impiegato in una fabbrica di pro- giorni. verso Polonia, Svezia e Danimarca. giorno in Estremo Oriente. A Zu- dotti farmaceutici. La madre Marie Le foto verranno poi pubblicate rigo si tiene un’esposizione delle Schmied nutre interesse per la fi- 1942 sulla rivista “Du” e nella rivista fin- sue fotografie sullo stesso tema. È losofia e la religione. Trascorre l’in- Diventa collaboratore interno della landese “Atlantis”. a Londra per un servizio fotografi- fanzia nel borgo di Kilchberg. rivista culturare svizzera “Du”, fon- co sull’incoronazione della Regina data nel 1941 da Arnold Kübler. Vie- 1949 Elisabetta II. Nuovo soggiorno in 1922 ne pubblicato anche un suo saggio Sposa Rosellina Mandel. Soggior- Finlandia. Realizza per l’agenzia Frequenta le scuole elementari e sullo studio fotografico della luce. no in Inghilterra. Collabora con le Magnum un servizio fotografico superiori a Waldshut am Rhein, in Apre uno studio nel quartiere di riviste brittaniche “Picture Post”, sulle donne finlandesi. Si trasferi- Germania, dove il padre si è trasfe- Leimbach, a Zurigo. Diventa mem- “L’Illustrated” e “The Observer”. sce negli Stati Uniti, dove realizza, rito per lavoro. Insieme alla sorella bro del gruppo artistico “Allianz”, Diventa membro dell’agenzia foto- su commissione, fotografie degli maggiore Marianne e al padre rea- sostenitore del Costruttivismo di grafica Magnum. impianti della società petrolifera lizzano esperimenti di fotografia in Max Bill e del Surrealismo. Standard Oil. Realizza diversi ser- un laboratorio casalingo. 1950 vizi per il periodico “Fortune” con 1944 Soggiorno in Italia. Realizza un re- l’intento di finanziare un grande 1931 Realizza un servizio fotografico portage fotografico su Le piazze viaggio in America Latina. Su suggerimento della famiglia, sull’attività di una scuola per sor- d’Italia per il rotocalco “Epoca”. frequenta l’Istituto Magistrale di domuti. Documenta per la stessa rivista 1954 Schiers, nei Grigioni. Segue lezioni il lavoro dei contadini sardi del Viene pubblicato dall’editore Del- per diventare insegnante di dise- 1945 Campidano e dei minatori dell’I- pire il libro Japon. Si reca in Mes- gno e ginnastica. Muore la madre. Realizza un reportage sui profu- glesiente. Viaggio a Parigi e in sico accompagnato dalla moglie ghi di guerra nel Ticino che viene Islanda. Nasce il figlio primogeni- Rosellina che poi ritorna in Europa. 1932 poi pubblicato sulla rivista “Du”. to Marco. Reportage a Santiago del Cile e Volendo diventare pittore, si tra- Intraprende un viaggio in Europa a Panama, pubblicati sulla rivista sferisce a Zurigo, ed entra alla insieme all’amico e collega Emil 1951 “Life”. Fa tappa in Perù, a Lima. Vi- Scuola di Arti e Mestieri. Segue le Schulthess per avviare un ampio Si reca in India e realizza un repor- sita Cuzco e le città inca di Machu lezioni di grafica e disegni di Alfred reportage sui paesi distrutti dalla tage sulla grave crisi alimentare Picchu. Rientrato a Lima, si unisce Willimann. Frequenta il corso spe- guerra su incarico di “Schweizer nella regione del Bihar. Il servizio al geologo Ali De Szeppeddy per ciale di fotografia di Hans Finsler, Spende”, organizzazione svizzera viene pubblicato sulla rivista “Life” una spedizione in Amazzonia. Il 16 esponente della Nuova Oggettività di soccorso post-bellico. il 25 maggio. È il reportage che gli maggio l’auto su cui sta viaggiano e promotore della storica esposi- vale fama a livello internazionale. sulle Ande precipita in un burrone zione Film und Foto del 1929. Sotto 1946 Prende parte al progetto dell’a- e perde la vita. Nove giorni dopo la l’influsso di Finsler intraprende una Attraversa Belgio e Lussemburgo, genzia Magnum Generazione X, sua morte, nasce il secondogenito ricerca fotografica incentrata sulle prosegue fino in Olanda. Fa tappa documentando la vita di due gio- Daniel. piante e sulle conchiglie. a Colonia, Berlino, Lipsia, Dresda. vani indiani di Bombay. Si reca a Fotografa in Austria, ltalia e Grecia, Calcutta e nel Sikkim. 1955 1936 documentando le ferite della guer- Il volume Japan conquista il primo Si diploma con il massimo dei voti. ra e la ricostruzione. Gli scatti ven- 1952 Prix Nadar, istituito quell’anno per Dopo aver svolto il servizio militare gono pubblicato sulla rivista “Du”. Soggiorno in Giappone con la la migliore pubblicazione di sog- apre a Zurigo il suo primo studio di Inizia a ottenere discreto riconosci- moglie Rosellina. Compie tre in- getto fotografico in Francia. fotografia e grafica. Lavora come mento come fotografo umanista. cursioni in Corea. Realizza un re- pubblicitario e fotografo freelance. A Milano conosce Rösli (Rosellina) portage nel villaggio di San Jang 1956 Mandel, figlia dell’esule ungherese Ri, alla frontiera tra Sud e Nord Si tiene la prima retrospettiva na- 1938 Moses Mandel, molto attivo nel mo- Corea. Si reca nella base statuni- zionale al Kunstgewerbemuseum È assunto dalla casa editrice vimento operaio svizzero. Lascia la tense di Okinawa e a Hong Kong. di Zurigo, che fa tappa in Europa e Graphis (Amstutz & Herdeg) per redazione della rivista “Du”, di cui Realizza su richiesta di Magnum negli Stati Uniti. la realizzazione di manifesti e foto- rimane collaboratore esterno. Primi un servizio sull’influenza america- grafie di moda. contatti con la rivista “Life”. na nella cultura giapponese. Fo- 1960 tografa l’imperatore ad Hiroshi- Si tiene una grande mostra retro- 1939 1947 ma. Copre la guerra in Indocina spettiva a lui dedicata al Musée Collabora all’allestimento della Continua il suo viaggio attraverso come inviato per “ParisMatch” e des Arts décoratifs di Parigi. Fiera Nazionale Svizzera di Zuri- l’Europa Orientale. Attraversa Un- “Life”. Non avendo ottenuto il vi- go, prendendo parte alla proget- gheria, Cecoslovacchia, Moldavia e sto per entrare in Cina, fa ritorno tazione dei padiglioni della grafica Romania. in Svizzera. Manifesta alcuni se- e della moda. Deciso a diventare gni di insofferenza nei confronti pittore, si trasferisce in Francia. 1948 del sistema editoriale e delle sue Allo scoppio della Seconda guer- Viene incaricato dalla rivista “Life” regole.

198 199 DENNIS STOCK

1928 Magnum di seguire le produzioni ge, a nord di New York. Sempre più Cantico delle Creature durante un Nasce il 24 luglio a New York, da cinematografiche a Hollywood. insofferente al materialismo frene- soggiorno in Italia. Nuovo viaggio Fannie e Fred Stock. La madre è di tico della società americana, trova in Giappone. origine inglese, mentre il padre, di 1954 nuova ispirazione nella realtà rura- origini svizzere, è un pittore. Diventa membro effettivo dell’a- le. Inizia a realizzare foto a colori 1978 genzia Magnum. È sul set de L’am- con soggetto di natura, paesaggio Esce il volume James Dean Revisi- 1943 mutinamento del Caine, film con e ambiente dal carattere poetico e ted. Muore il padre. Stock con la madre Humphrey Bogart, e di Sabrina con mistico. affronta forti ristrettezze economi- Audrey Hepburn. A un party allo 1988 che. Chateau Marmont di Los Ange- 1964 Viene pubblicato il fotolibro Pro- les, l’amico regista Nicholas Ray lo Il magazine “Holiday” gli commis- vence Memories che raccoglie gli 1944 presenta a James Dean, con cui sta siona un servizio fotografico per scatti realizzati in Francia meri- Al compimento dei 16 anni, si ar- per girare Gioventù bruciata. documentare festival, adunate, fie- dionale dove ha vissuto per alcuni ruola nella Marina americana, così re e parate in America. anni. da guadagnarsi da vivere e lasciare 1955 la casa materna. Realizza alcuni servizi fotografici 1965 1989 dai set di Bulli e pupe con Marlon Ritorna in California e inizia a lavo- Realizza un ampio reportage in 1947 Brando e Frank Sinatra, di Oklaho- rare a un ampio reportage sul mo- New England. Lascia la Marina e si avvale del- ma! di Fred Zinnemann e di Il seme vimento hippie. la legge “G.I. Bill” per i veterani della violenza, con Glenn Ford e Si- 1991 della Seconda guerra mondiale e dney Poitier. 1968 Vince l’Advertising Photographers frequenta la New School for So- Alla vigilia della presentazione del- Lascia per un periodo l’agenzia of America. cial Research dove segue i corsi la pellicola La valle dell’Eden di Elia Magnum per creare una sua com- di fotografia di Berenice Abbott. Kazan, conosce personalmente Ja- pagnia di produzione cinemato- 1995 Trovando il contesto scolastico mes Dean. Stock realizza un ampio grafica indipendente, la Visual Esce il libro Made in USA che rac- incompatibile con il suo tempera- servizio fotografico su Dean che Objectives, con la quale realizzerà coglie i suoi più significativi repor- mento, decide di abbandonare il apparirà sulla rivista “Life”. Le sue diversi documentari. Si dedica a un tage in bianco e nero realizzati in corso preferendo una formazione immagini diventeranno delle vere ricco reportage sulla California, fo- America. sul campo. Per un breve periodo è e proprie icone dopo la prematura tografando i suoi luoghi simbolo e apprendista del fotografo Eugene scomparsa del divo hollywoodiano. altri meno noti: da San Francisco a 1996 Smith. Diventa quindi l’apprendi- Sacramento, dal Sunset Boulevard Inizia un reportage dedicato alle sta di Gjon Mili, fotogiornalista e 1956 a Venice Beach poi pubblicate nel architetture nelle metropoli con- collaboratore delle riviste “Life” È sul set di Fermata d’autobus, film libro California Trip. temporanee quali New York, Lione, e “Vogue”. Mili, amico di Robert di Joshua Logan con Marilyn Mon- Parigi, Tokyo, Bilbao e Londra. Capa, realizza foto e ritratti di bal- roe. Lungo soggiorno in Giappone. 1969 lerini, musicisti, attori, modelle e Si reca quindi in Thailandia attratto Ritorna all’agenzia Magnum, dove 2006 sportivi. dalla cultura buddhista. ricopre la carica di presidente della Sposa la scrittrice Susan Richards. divisione film e nuovi media. Insie- 1951 1957 me al giornalista di “Look” William 2010 Vince il primo premio del Young Realizza un servizio fotografico Hedgepeth, visita numerose co- Muore a Sarasota in Florida l’11 Photographers Contest promosso dedicato a Igor Stravinsky duran- munità hippies tra cui Drop City in gennaio. dalla rivista “Life”con un reporta- te una sessione di incisioni con la Colorado, Lama Foundation e Lo- ge dedicato ai profughi della Ger- Columbia Orchestra negli studio rien in New Mexico. 2011 mania dell’Est in arrivo al porto della Columbia Records di New Viene distribuito postumo il do- di New York. Andreas Feininger York. Inizia a realizzare ritratti dei 1970 cumentario Beyond Iconic: Pho- realizza il suo famoso ritratto The più importanti musicisti jazz del Viene pubblicato il foto-saggio tographer Dennis Stock, di Hanna photojournalist poi apparso nella momento, da Louis Armstrong a The alternative sulla cultura hippie Sawka Hamaguchi. rivista “Life”. Per volontà di Robert Billie Holiday, da Sidney Bechet a americana. Capa, diventa membro associato Duke Ellington. 2015 dell’agenzia Magnum. È incaricato 1971 Esce il film Life del fotografo e re- di realizzare un servizio sulla vita 1960 Inizia un ampio reportage per do- gista Anton Corbijn, dedicato alla degli operai della General Motors Esce il libro Jazz Street firmato in- cumentare la vita “on the road” sua amicizia con James Dean e al in Alaska. sieme al critico musicale Nat Hen- in America, immortalando biker, famoso reportage del 1955. toff, con scatti realizzati da Harlem camperisti e autostoppisti. 1952 a New Orleans. Si reca in Etiopia e ad Addis Abeba 1974 documenta la vita dell’imperatore 1962 Viene pubblicato il volume Brother Hailé Selassié. Raggiunge Robert Vince il primo premio all’Interna- Sun, che raccoglie foto di natura e Capa a Parigi. Rientrato negli Stati tional Photography Competition in paesaggio ispirategli dalla figura Uniti viene incaricato dall’agenzia Polonia. Si trasferisce a Pound Rid- di san Francesco d’Assisi e dal suo

200 201 BRUNO BARBEY

1941 Bibliothèque nationale di Parigi, 1972 silio dell’Ayatolla Khomeyni, al cul- 1988 2013 Nasce il 13 febbraio a Rabat, Ma- con la serie Photo d’Italie. Diventa Documenta la battaglia di An Loc mine della Rivoluzione iraniana. Viene eletto presidente di Magnum Realizza un nuovo, ampio reporta- rocco. Terzogenito in una famiglia membro ordinario dell’agenzia Ma- in Vietnam per la rivista “Life”. Compie un nuovo soggiorno in In- International. ge sul Myanmar e la religione bud- di cinque figli, cresce tra Marrake- gnum. Si reca in Biafra allo scop- Testimonia l’impegno della Croce donesia. dista. ch e Tangeri. pio della guerra civile in Nigeria. Rossa Internazionale in Indocina. È 1989 Viaggia in Polonia al seguito del quindi in Giappone per un repor- 1980 A Berlino documenta la caduta del 2014 1957 generale de Gaulle. In occasione tage che documenta le manifesta- Trascorre tre mesi a Bombay per Muro. Reportage in Extremadura, Si reca a Hong Kong per documen- Grazie a una borsa di studio, all’età della guerra dei Sei giorni si reca in zioni contro la costruzione dell’ae- realizzare dei servizi fotografici Spagna. tare la cosiddetta Rivoluzione de- di 16 anni consegue il brevetto di Egitto al fianco del giornalista Em- roporto Narita e contro la guerra in per le riviste “Time” e “Life”. Foto- gli ombrelli. pilota d’aereo. manuel d’Astier de la Vigerie per Vietnam. Avvia un ampio reporta- grafa in Cina e in Portogallo. 1990 intervistare il presidente Nasser. Si ge sul suo Paese natale, il Marocco. È impegnato nella copertura della 2015 1958 trova così a documentare il bom- 1981 guerra del Golfo. Alla Maison Européenne de la Pho- Frequenta il liceo Henri IV a Parigi, bardamento di Suez da parte degli 1973 Lungo soggiorno in Polonia per tographie si tiene una vasta per- uno dei migliori di Francia. israeliani, reportage che verrà pub- È in Argentina per un reportage sul documentare gli sviluppi del mo- 1992 sonale retrospettiva lui dedicata blicato su “Paris Match”. È a Mosca ritorno al potere di Juan Perón. Si vimento sindacale Solidarnos´c´. Ri- In Guyana francese realizza un dal titolo Passages, che ripercorre 1960 per fotografare le celebrazioni del reca quindi in Cile per documen- ceve l’Overseas Press Club Award. servizio fotografico dedicato ai ri- mezzo secolo di attività. È ammesso all’Ecole des arts et cinquantesimo anniversario della tare il golpe militare. Immortala fugiati vietnamiti. Soggiorno a Pra- métiers di Vevey in Svizzera. Si in- Rivoluzione russa. il presidente Allende poco prima 1982 ga e in Romania. Nuovo viaggio in 2016 teressa in particolar modo alla fo- della sua tragica fine. Parte per la Realizza un servizio fotografico Cambogia. È eletto membro dell’Académie tografia e alla grafica. 1968 Cina dove documenta la visita uffi- dedicato alla Legione Straniera des beaux-arts di Parigi. Documenta la rivolta studente- ciale del presidente francese Pom- in Corsica. Prosegue il lavoro di 1993 1962 sca del Mai 68 a Parigi. Si unisce pidou e realizza un servizio foto- documentazione in Polonia per il Realizza dei servizi fotografici in Durante gli studi accademici, si de- al gruppo Medvedkine costituito grafico sulla Rivoluzione Culturale. volume . Insieme al collega Vietnam, Thailandia e Indonesia. dica alla fotografia. Inizia a lavora- dal regista e fotografo Chris Mar- Raggiunge quindi Phnom Penh, René Burri lavora alla realizzazione Compie un nuovo, lungo soggior- re per l’editore Robert Delpire a un ker, che realizza film militanti do- in Cambogia, ormai assediata dai del libro fotografico Terre de guer- no in Marocco. reportage fotografico sull’Italia e cumentando gli scioperi in atto Khmer Rossi. Documenta la guerra re. Nasce il figlio secondogenito gli italiani con l’intento di catturar- nelle fabbriche. Si reca a Tokyo del Kippur in Siria e in Israele. lgor. 1995 ne lo spirito, un progetto ispirato dove scatta un servizio sul movi- Viaggio a Mindanao, nelle Filippine, da The Americans di Robert Frank mento studentesco giapponese. È 1974 1983 per un reportage. e Les Allemands di René Burri. Co- in Cambogia per documentare gli Raggiunge clandestinamente i Si reca nuovamente in Polonia per mincia a lavorare come fotogior- sviluppi della guerra indocinese. combattenti curdi in Iraq e incon- seguire il viaggio apostolico di 1996 nalista per le Éditions Rencontre tra il generale Barzani. Viaggio per papa Giovanni Paolo II. Si reca nuovamente in Marocco in di Losanna per una serie di foto- 1969 reportage in Nigeria. Prosegue il lavoro di documenta- previsione dell’esposizione degli reportage dall’Europa e dall’Africa. Si reca negli Stati Uniti per un re- zione fotografica in Marocco e nel- scatti dedicati alla città di Fès in Risente dell’influenza di Henri Car- portage in Texas sulle carceri ame- 1975 la città di Fès. programma all’Istituto del Mondo tier-Bresson. ricane. Viaggio in Iran. Realizza un servizio fotografico in Arabo di Parigi. Reportage sul ge- Marocco sulla Marcia Verde, mani- 1984 nocidio a opera dei Khmer Rossi in 1964 1970 festazione per l’indipendenza del Reportage in Toscana e nell’isola Cambogia. Primi contatti con l’agenzia Ma- Realizza insieme allo scrittore Jean Sahara Occidentale dall’influenza portoghese di Madera. Soggiorna gnum. Reportage fotografici dal Genet un reportage per la rivista spagnola. Soggiorno in India. in Gabon per un nuovo progetto 1999 Kenya e dalla Camargue per le Éd- “Zoom” in cui documenta la vita fotografico. Espone il suo reportage sul Ma- itions Rencontre. nei campi profughi palestinesi in 1976 rocco da titolo Bruno Barbey: Le Giordania. Fotografa i funerali del Si reca in Iran per lavorare al pro- 1985 Temps du Maroc en France al Pe- 1965 presidente egiziano Nasser e del getto di un libro fotografico con Si reca in India, nel Rajasthan, per tit-Palais di Parigi. Avvia la collaborazione con la rivi- presidente francese Charles de René Maheu, direttore generale realizzare un reportage fotografico sta “Vogue”. Soggiorno in MedioO- Gaulle. Conosce la sua futura mo- dell’Unesco. Nasce la prima figlia su commissione del Ministero della 2001 riente per un reportage dal Kowait. glie Caroline Thiénot. Aurélie. Cultura. Gli viene conferito l’Ordre Reportage fotografico in Corsi- National du Mérite della Repubbli- ca. Con Jean-Luc Moreau da alle 1966 1971 1977 ca francese. stampe il fotolibro Le Paris de Sar- Pubblica nella rivista “Camera” il Soggiorna a Ceylon e in Asia Reportage in Nigeria e Polonia. tre et Beauvoir, photographie du portfolio fotografico dedicato agli sud-orientale dove fotografa la Soggiorna in Birmania e Sri Lanka. 1987 Paris d’aujourd’hui. italiani. Diventa membro associato vita dei rifugiati della guerra in Viaggio a Macao per un docu- dell’agenzia Magnum. Soggiorna Bangladesh. Documenta la di- 1978 mentario nell’anno in cui si firma 2008 per quattro mesi in Brasile per un chiarazione d’indipendenza degli È nominato vicedirettore dell’a- l’accordo sino-portoghese per il A quarant’anni dal Sessantotto, reportage sul paese, fotografan- Emirati Arabi. Assiste all’anniver- genzia Magnum in Europa. Lavo- ritorno della città alla Cina dopo viene pubblicato il volume 68. do nelle metropoli e nella foresta sario per i 2500 anni dalla nasci- ra in Nigeria e nuovamente in Sri oltre quattrocento anni di dominio amazzonica. ta di Persepolis, in Iran. Viaggia in Lanka. portoghese. Soggiorno in Marocco 2010 Oman dove è in corso un colpo di per un reportage dedicato all’ere- Si reca a Shangai per un reporta- 1967 stato non violento. Inizia a coprire 1979 dità andalusa nel Paese. ge sulla città, nuova capitale d’O- Si tiene la sua prima personale, alla la guerra in Vietnam. Documenta il ritorno in Iran dall’e- riente.

202 203 Vedere la vita; vedere il mondo; essere testimoni oculari di grandi eventi; osservare il volto dei poveri e i gesti dei superbi; vedere cose strane: macchine, eserciti, moltitudini, ombre nella giungla e sulla Luna; vedere l’opera dell’uomo: dipinti, torri e scoperte; vedere cose distanti migliaia di chilometri, cose nascoste dietro muri o dentro stanze, cose pericolose da avvicinare; le donne che gli uomini amano e molti bambini; vedere e gioire nel vedere; vedere ed essere sorpresi; vedere ed “apprendere”.

Manifesto di “Life” che apparve nel numero del 23 novembre del 1936.

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Ogni reportage presente in catalogo è introdotto da un titolo che fa espressamente riferimento ad una mostra dedicata al rispettivo autore.

ASTONISH ME! Philippe Halsman 20 ottobre 2015 - gennaio 2016 Jeu de Paume Parigi, Francia

HEART OF SPAIN Robert Capa 2 febbraio - 28 marzo 1999 Museo Nacional Reina Sofía Madrid, Spagna

LA REALTÀ DI FRONTE Robert Capa 20 ottobre 2013 - 19 gennaio 2014 Villa Manin di Passariano Codroipo, UD, Italia

POINT OF VIEW Werner Bischof 27gennaio – 1 maggio 2016 Musée de l’elysée Losanna, Svizzera

THE COMPASSIONATE LENS The Photographs of Werner Bischof Ottobre 2011 Bruce Museum Greenwich, Connecticut, USA

QUESTA È LA GUERRA! Robert Capa al lavoro. 28 marzo - 21 giugno 2009 Centro Internazionale di Fotografia Milano, Italia

AMERICAN DREAMS Dennis Stock 31 maggio – 18 luglio 2008 Galerie Stephen Hoffman Monaco, Germania

MARILYN, MAGNUM AND THE MISFITS 23 novembre - 11 gennaio 2014 Etherton Gallery Tucson, Arizona, USA

PASSAGES Bruno Barbey Settembre 2016 Pingyao International Photography Festival Pingyao, Cina

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Redazione Micol Fontana

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Le riproduzioni, la stampa e la rilegatura sono state eseguite in Italia Stampato da xxxx Finito di stampare nel mese di febbraio 2017

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