Phaeopterus Unicolor A. Costa, 1856 (Coleoptera, Omalisidae): Nuovi Ritrovamenti Italiani, Note Nomenclaturali E Biologiche
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NHS Natural History Sciences Atti della Società italiana di Scienze Naturali e del Museo Civico di Storia Naturale in Milano, 2014, 1 (1): 37-40 DOI: 10.4081/nhs.2014.55 - © 2014 F. Fanti, F. Vitali - Received: 28th February 2014 - Accepted for publication: 17th June 2014 Phaeopterus unicolor A. Costa, 1856 (Coleoptera, Omalisidae): nuovi ritrovamenti italiani, note nomenclaturali e biologiche Fabrizio Fanti1, Francesco Vitali2 1 Corresponding author: Fabrizio Fanti, Via del Tamburino 69, I-53040 Piazze (SI), Italia. E-mail: [email protected] 2 7a, rue Jean-Pierre Huberty, L-1742, Luxembourg. E-mail: [email protected] Riassunto - A seguito del recente ritrovamento di alcuni esem- MATERIALI E METODI plari di Phaeopterus unicolor A. Costa, 1856, viene aggiornata la TO sc ANA : 1 ♂, Siena, Monte Cetona, loc. I Cancelli, distribuzione italiana della specie e sono delineate alcune caratteristi- 790 m, 42.55N, 11.52E, 2.VI.2012, da battitura dei rami che biologiche. La data di pubblicazione originaria viene inoltre anti- only cipata di un anno, risultando la specie già validamente descritta nel bassi (“ombrellatura”) di un giovane esemplare di Quer- Rendiconto della Società Reale Borbonica - Accademia delle Scienze cus cerris L. lungo un sentiero al margine del bosco, in- di Napoli nel 1856. torno alle 18:30, leg. e coll. Fanti. LAZIO : 1 ♂, Roma, Cinecittà, sotto acquedotto romano, VI.1966, useleg. e coll. F. Angelini. Abstract - As a result of the recent discovery of a few specimens of Phaeopterus unicolor A. Costa, 1856 in continental Italy, the distri- bution of the species is updated and some biological characteristics are outlined. The publication date, currently reported as 1857, has been DISCUSSIONE found to be one year earlier: the species was indeed firstly described Secondo molti autori (Bourgeois, 1882b, 1884-1892; in the Rendiconto della Società Reale Borbonica - Accademia delle Heyden et alii, 1906; Kleine, 1942; Bocak & Brlik, Scienze di Napoli in 1856. 2008), Phaeopterus unicolor fu descritto da Achille Co- sta (1857) in una nota apparsa sulle Memorie della Rea- Key-words: Coleoptera Omalisidae, Phaeopterus, taxonomy, fau- le Accademia delle Scienze di Napoli. Tuttavia la prima nistic, biology. descrizione valida della specie è quella apparsa, seppur in forma più breve e senza disegno, nel Rendiconto del- la Società Reale Borbonica - Accademia delle Scienze INTRODUZIONE (Costa, 1856). Una volta preparata la nota veniva, infat- Phaeopterus unicolor fu descritto da Achille Costa ti, letta di fronte all’Accademia che ne pubblicava poi (1856) su un esemplare maschio dei dintorni di Na- un sunto e, solo in seguito ad approvazione - nel caso poli. Il genere, monotipico, fu considerato per molto specifico l’anno successivo - veniva integralmente edita tempo sottogenere (Bertolini,Non-commercial 1872-1878; Heyden et (Anonimo, 1857). alii, 1891, 1906; Luigioni, 1929; Porta, 1929; Kleine, Trattandosi di un genere monotipico anche la descri- 1942) o perfino sinonimo di Omalisus Geoffroy, 1762 zione del genere va riferita alla medesima pubblicazione. (Bourgeois, 1882a, 1882b, 1884-1892; Bertolini, Perciò la data di descrizione dei due taxa è la seguente: 1904; Champion, 1911). Benché già Reitter (1911) e Phaeopterus A. Costa, 1856 (Rendiconto della Socie- Winkler (1989) avessero notato che i due generi erano tà Reale Borbonica - Accademia delle Scienze 5 (Nuova da ritenersi separati, Phaeopterus è stato riconsidera- Serie): 17. to valido solo recentemente da Bocak & Brlik (2008). Phaeopterus unicolor A. Costa, 1856 (Rendiconto Secondo tali autori, la specie è nota solo del com- della Società Reale Borbonica - Accademia delle Scienze plesso sardo-corso e, per alcune antiche segnalazio- 5 (Nuova Serie): 17. ni, della zona costiera dell’Italia centro-meridionale, La collezione Costa, considerata in genere distrutta con un solo dato dell’interno (Leoni, 1907: Cerchio, (Bocak & Brlik, 2008), è in realtà tuttora esistente, anche Abruzzo). se difficilmente accessibile e in uno stato di conservazio- Lo studio di due esemplari recentemente raccolti ci ne presumibilmente cattivo (Pantaleoni, in litt.). ha dato l’occasione per chiarire il lavoro in cui è apparsa Phaeopterus unicolor è noto solo per pochissimi la descrizione originale e per aggiornare la distribuzione esemplari, raccolti perlopiù a cavallo tra XIX e XX se- geografica della specie evidenziandone alcune caratteri- colo. Descritto dei dintorni di Napoli, fu citato per la stiche biologiche. prima volta in una lettera di Alexander Henry Haliday 38 FABRIZIO FANTI, FRANCESCO Vitali al collega Hermann Loew (Haliday, 1869). Il ditterologo che del più settentrionale noto sinora. L’insetto potreb- racconta di averne catturato un esemplare a Lucca, nella be essere, a tutt’oggi, conservato al National Museum of primavera del 1867, rimarcandone l’importanza, giacché Ireland, dove la collezione pervenne, in parte distrutta, la specie era nota solo dell’Italia meridionale. In base ai nel 1882. riferimenti nel testo, la lettera è databile con certezza alla Phaeopterus unicolor fu in seguito segnalato generi- primavera del 1869 e si tratterebbe perciò del secondo camente di Sardegna, Corsica, Lazio e Abruzzo (Baudi reperto storico – ancora inedito – di questa specie, oltre di Selve, 1872 [sub Homalisus spinosus n.n., coll. Gené]; only use Non-commercial Fig. 1 - Distribuzione geografica nota di Phaeopterus unicolor A. Costa, 1856. / Known geographic distribution of Phaeopterus uni- color A. Costa, 1856. PHAEOPTERuS uNIcOLOR A. Costa, 1856 (COLEOPTERA, OMALISIDAE): NUOVI ritrovamenti italiani, NOTE nomenclaturali E BIOLOGICHE 39 Bertolini, 1872-1878, 1904; Bargagli, 1873; Bourgeois, Come per Omalisus, i ritrovamenti appaiono legati 1882a, 1882b, 1884-1892; Heyden et alii, 1891; Sainte- ad una certa casualità, ma le dimensioni più ridotte e il Claire Deville, 1914; Schaufuss, 1916; Luigioni, 1929; colore scuro rendono questa specie ancora più sfuggen- Porta, 1929; Kleine, 1942), ma con pochissime segna- te. Benché alcuni autori abbiano segnalato catture su lazioni precise in territorio italiano: Roma (Heyden et piante basse (Champion, 1911; Sainte-Claire Deville, alii, 1891, 1906; Sainte-Claire Deville, 1914; Schaufuss, 1921), la battitura dei rami (“ombrellatura”) o le trap- 1916), Cerchio (Leoni, 1907), Aritzo (Champion, 1911) e pole ad intercettazione del volo potrebbero essere me- Isola di Capri (Luigioni, 1929; Porta, 1929). Più precise le todi di cattura proficui. Ricerche specializzate condot- segnalazioni per la Corsica: Ajaccio, Bocognano, Forêt de te in boschi di latifoglie, non antropizzati, di località Bavella, Bois du Salario presso Ajaccio, Ucciani (Bour- collinari ben esposte potrebbero incrementare i dati su geois, 1882b; Sainte-Claire Deville, 1914, 1921, 1926; questa specie e fornire ulteriori informazioni per chia- Bocak & Brlik, 2008). rirne la biologia. Fu inoltre segnalato da Bourgeois (1882a) di Colliou- re, nei Pirenei orientali francesi, dato poi ripreso successi- vamente da diversi Autori (Bourgeois, 1882b, 1884-1892; Ringraziamenti Heyden et alii, 1891; Sainte-Claire Deville, 1914; Schau- Ringraziamo il Prof. Roberto A. Pantaleoni (Univer- fuss, 1916; Hicker, 1925), probabilmente anche come sità di Sassari), studioso delle opere di Achille Costa, per “Gallia meridionalis” (Hicker, 1925): tuttavia in questo l’aiuto bibliografico e i preziosi suggerimenti riguardo caso ci sembra lecito ipotizzare una errata identificazione all’anno di descrizione della specie, e Fernando Angeli- con Thilmanus laticeps Pic, 1913. ni (Francavilla Fontana), per le informazioni sul proprio Pic (1938) lo ridescrisse come Homalisus minutus su reperto. un esemplare di origine italiana appartenente alla propria collezione e Bocak & Brlik (2008) ci informano che l’olo- tipo, conservato oggi al Museo di Parigi, fu catturato a BIBLIOGRAFIA only Poggio Cavallo (Grosseto) nell’aprile del 1899. L’esem- Anonimo, 1857 – Memorie approvate nell’anno 1856. plare senza località in collezione Grenier non è invece un Scienze Naturali. Memorie della Reale Accademia paratipo, come sostenuto da tali autori, in quanto non ci- delle Scienze di Napoli, 2: XXXII-XXXIII. tato nella descrizione originale. Bargagli useP., 1873 – Materiali per la fauna entomologica Oltre a chiarire la tassonomia della specie, Bocak & dell’Isola di Sardegna. Coleotteri (Contin.). Bollet- Brlik hanno anche aggiunto dati più precisi e nuove loca- tino della Società Entomologica Italiana, 5 (1): 34- lità, soprattutto di esemplari antichi. Per l’Italia: Salerno 49. dint., 15-21.V.1903, Fratte leg. (Museo di Parigi); Roma, Baudi di Selve F., 1872 – Europæ et circummediterraneæ coll. C. Strasser (Senckenberg Deutsches Entomologi- Faunæ Dascillidum et Malacodermatum specierum, sches Institut, Müncheberg), e una sola segnalazione re- quæ Comes Dejean in suo Catalogo ed. 3a consignavit, cente: Isola d’Elba, M. Perone, 600-700 m, 28.IV.2007, ex ejusdem collectione in R. Taurinensi Musæo asser- coll. M. Geiser. vata, cum auctorum hodierne recepta denominatione, I recenti ritrovamenti – dopo vari decenni dalle ultime collatio. Berliner Entomologische Zeitschrift, 15: 89- segnalazioni – ci permettono di confermare che la specie è 130. presente, seppure rarissima, in Italia continentale (Fig. 1). Bertolini S., 1872-1878 – Catalogo sinonimico e topo- In particolare, il reperto toscano è, non solo l’unico noto grafico dei Coleotteri d’Italia. Tipografia cenniniana, per la Toscana continentale dopo gli esemplari ottocente- Firenze. schi di Haliday