Newsletter Fondazione Vittime Reati n. 35 – Giugno 2012

Fondazione in estate

Prima della breve pausa estiva, la Fondazione si è riunita il 29 giungo per il Comitato dei Garanti concentrato sulla valutazione delle richieste fino ad allora pervenute. Si tratta di 9 richieste provenienti dal di , di , Crevalcore, in provincia di Bologna, da Cento in provincia di Ferrara, da Castelnovo di Sotto in provincia di Reggio Emilia e da Castelvetro Piacentino in provincia di Piacenza. All’incontro del Comitato dei Garanti sono presenti il Presidente della Fondazione Sergio Zavoli, insieme a Elisa Cavazzuti, Sergio Iovino e alla Direttrice Lucia Biavati.

La prima richiesta consta in un intervento integrativo di un caso già precedentemente deliberato dalla Fondazione nel marzo di questo stesso anno. La situazione coinvolge, allora come adesso, una madre che, insieme al proprio figlio adolescente con gravi problemi psicosomatici conseguenti ai comportamenti persecutori della famiglia paterna, ha la necessità di allontanarsi dal marito violento e dalla famiglia dello stesso. La donna deve anche sostenere le spese legali necessarie alla separazione dal marito.

Il Sindaco del Comune interessato ha tuttavia contattato la Fondazione per un’ulteriore richiesta di contributo necessario a portare a compimento il percorso di allontanamento descritto, necessità resasi ancora più urgente per alcune recenti aggravanti. Infatti in seno alla famiglia del marito si è installato il cugino del ragazzo che sebbene agli arresti domiciliari tenta di avvicinare quest’ultimo. La donna, inoltre, pur non riuscendo ad ottenere l’alloggio comunale, è riuscita a reperire un appartamento nel mercato immobiliare ma con grande difficoltà data l’assenza di garanzie economiche. Infatti il proprietario ha richiesto depositi cauzionali per 4 mesi totali. Infine la donna ha un contratto di lavoro in scadenza e dovrà aspettare circa 2 mesi prima di poter ottenere l’indennità di disoccupazione.

Il Sindaco, pertanto, sottolinea l’urgenza e la necessità della donna e del figlio di portare a termine il percorso di indipendenza che hanno intrapreso; il Comitato dei Garanti approva la richiesta rivedendo in parte la cifra indicata dal Sindaco.

Il secondo caso fa riferimento a una situazione molto grave che perdura dal 2002. La vittima è una donna che da anni cerca di ottenere il divorzio dal marito che l’ha spesso picchiata e maltrattata. I continui problemi economici da una parte, e la presenza di due figli dall’altra che risiedono attualmente in Romania, hanno sempre ostacolato la domanda di divorzio.

La donna si è spesso rivolta all’Associazione Casa delle Donne, dove ha trovato ospitalità e durante lo stesso periodo è riuscita a concludere la causa di divorzio in Romania e ottenuto dal Tribunale di Bologna un ordine di protezione nei confronti dell’ex marito. Tuttavia l’iter legale non è ancora concluso in quanto la donna è riuscita a ottenere l’affidamento di uno solo dei due suoi figli. L’altro risiede in Romania presso i genitori del padre e questo rende lo cose complicate in quanto le impediscono di vederlo.

Attualmente la donna non gode di un contratto fisso di lavoro, ma deve nel contempo sostenere molte spese, tra cui affitti arretrati, caparra e 2 mensilità per l’affitto di un miniappartamento, l’assicurazione annuale dell’auto, nonché le spese legali per attivare il primo ordine di allontanamento contro il coniuge in Italia e in Romania e tutti i debiti contratti per alcuni viaggi in Romania necessari a causa della morte della madre .

Il comitato dei garanti accoglie la richiesta e approva l’erogazione di una cifra che copre per una buona percentuale le primarie spese sopra citate e che sono collegabili con il reato.

Il terzo caso analizzato riguarda la morte di un uomo 50enne a causa della ferite provocate dalla convivente durante un litigio. L’uomo lascia però in eredità alla sorella una situazione economica problematica. Trattasi di debiti ingenti ora ricaduti sulla sorella e sulla sua famiglia, che si trova a dover sostenere anche le spese funerarie, legali e notarili. Tuttavia le disponibilità economiche della sorella sono limitate e non le consentono di fare fronte agli obblighi.

Il Sindaco di Bagnacavallo chiede per tanto se la Fondazione può intervenire ad alleggerire questa situazione ed essa acconsente e stanzia una cifra per coprire le primarie e più urgenti spese che la sorella dell’uomo e la sua famiglia devono sostenere, in particolare le spese funerarie, legali e notarili.

Il quarto caso riguarda una donna che insieme ai suoi figli subisce le violenze del compagno. La situazione si protrae dal 2009 quando la donna si rivolge alla Casa delle Donne in seguito alle ripetute ed efferate violenze, sia fisiche che psicologiche, inflitte dal convivente italiano con il quale aveva avuto una figlia. Assistono alle violenze anche i figli che i due avevano avuto da precedenti relazioni.

La situazione si aggrava nel 2010, quando il convivente della donna minaccia di suicidarsi e la costringe a ulteriori violenze psicologiche.

Dall’ottobre 2011 fino a giugno di questo anno la donna è ospitata insieme ai figli alla Casa rifugio dell’Associazione. In questo periodo è stato emesso un ordine di protezione, ma nonostante questo l’uomo si è più volte avvicinato ai luoghi frequentati dalla donna e dai figli. In una di queste occasioni la donna è anche stata brutalmente picchiata riportando la perforazione del timpano.

La situazione è aggravata dalle condizioni economiche precarie della vittima, a cui si aggiungono le spese mediche e i debiti contratti a suo nome dall’uomo. Inoltre vige in un forte stato di ansia e timore, sia per sé che per i figli. Infine la donna dovrà presto abbandonare la Casa Rifugio e trovare una soluzione abitativa e un lavoro per il mantenimento del nucleo.

Il Comitato dei Garanti accoglie la richiesta del Sindaco e interviene con l’erogazione di parte della cifra originariamente richiesta ma comunque sufficiente a provvedere alle spese più urgenti e necessarie.

La quinta richiesta riguarda un omicidio di una donna anziana. La vittima indiretta di questo episodio è sicuramente la figlia della donna uccisa. Il colpevole ha dapprima aggredito quest’ultima, tentato di violentarla, e poi ha gettato il corpo della donna dalla finestra. Infine ha occultato il cadavere che è stato ritrovato il giorno seguente.

La figlia della vittima ha subito un grave shock in seguito alla vicenda, e per un periodo non ha voluto essere avvicinata da nessuno, tanto meno dagli operatori del comune, amministrazione che assimilava come parte della vicenda. Ora la situazione è cambiata, anche se il percorso giudiziario comporta un ulteriore stress e un forte coinvolgimento sia emotivo che economico incidendo sulle sue ristrette possibilità.

Il Comitato dei Garanti accetta la richiesta d’intervento stabilendo una somma che copre parte delle spese che la donna ha dovuto fin qui sostenere.

Il sesto caso riguarda una situazione molto complicata nella quale intervengono diversi fattori: il nucleo famigliare interessato è originario del Pakistan ed è composto, oltre che dai due genitori, da 3 figlie, 2 figlie e dalla moglie di uno di questi. La situazione economica è purtroppo molto difficoltosa in quanto solo un componente della famiglia ha un reddito fisso, mentre le spese ammontano a circa 1000 euro mensili, a cui si aggiunge la gestione famigliare e alcuni debiti contratti segretamente dal capo famiglia. Ma la situazione più grave riguarda le violenze che il capofamiglia, ora in carcere, ha riservato all’intero nucleo. Queste sono, infatti, sia di carattere fisico, sia psicologico, sia sessuale. Le prime sono inflitte alla moglie, le seconde riguardano il clima despotico e intransigente a cui l’uomo costringe l’intera famiglia anche attraverso ricatti psicologici, infine le terze riguardano le particolari attenzioni che il padre ha verso le figlie.

Questa situazione ha creato molti problemi, tra cui alcuni gravi di salute a una figlia in particolare. La madre ha quindi sporto denuncia nei confronti del marito ritrovandosi però del tutto sola insieme ai figli in questa difficile situazione, e provocando anche la chiusura della famiglia di origine che oggi le nega qualsiasi aiuto economico.

Il Sindaco del comune richiede un intervento che permetta di fare fronte , alle spese scolastiche che uno dei figli dovrà sostenere il prossimo anno e alle cure mediche e psicologiche che la situazione ha creato. Il Comitato decide di intervenire ed erogare l’intera cifra richiesta.

Il settimo caso riguarda un omicidio compiuto da un uomo di 71 anni in preda, probabilmente, a un raptus e che provoca la morte di un uomo di 41 anni.

L’uomo lascia la propria madre, i due figli e la madre di questi dalla quale si era recentemente separato. La madre è titolare di una modesta pensione e le è dunque difficile sostenere le spese funerarie per il figlio. La moglie invece ha un impiego modesto e il mantenimento dei figli, di cui si occupava infatti il padre, comporta per lei un notevole onere. Attualmente, inoltre, i figli necessitano di un supporto psicologico per affrontare il lutto. Il Sindaco chiede un duplice intervento nei confronti della madre della vittima e dei figli. La Fondazione accoglie la richiesta erogando una cifra che permetta un aiuto al sostentamento dei figli e alla spese funerarie .

L’ottava richiesta riguarda un caso grave di stalking. La vittima è una donna che subisce le molestie e violenze soprattutto psicologiche, e in qualche caso anche fisiche, tipiche dello stalking, reiterate da parte di un collega di lavoro.

La vicenda è iniziata nel 2002 con piccole attenzioni riservate dal collega alla vittima, che si sono però fatte sempre più insistenti e violanti la sfera personale della donna. La vicenda tutta ha minato e modificato radicalmente la vita, anche quotidiana, della donna che ha dovuto cambiare lavoro e, insieme al suo compagno, anche comune di residenza, allontanandosi dalle relazioni coltivate in una vita. Modifiche queste che hanno non solo procurato stress alla vittima, ma anche comportato numerose nuove spese.

Solo nel 2011 la donna si rivolge al Centro per le Donne che la seguiranno poi in tutto l’iter. Il Tribunale di competenza ha accertato i fatti e ha dichiarato il soggetto pericoloso, affetto da disturbo mentale di tipo delirante eroto-maniaco e incapace di intendere e volere. Un risultato giunto dopo anni di iter processuale che ha logorato la vittima sotto molti punti di vista, tra cui il timore per quando scadrà il periodo di reclusione Il Sindaco del Comune della vittima richiede un intervento che le permetta di coprire in parte le spese legali e quelle procurate dai numerosi cambiamenti che la vicenda le ha imposto. La Fondazione accoglie la richiesta ed eroga una cifra utile all’espletamento delle voci citate.

Nell’ultimo caso le vittime sono una donna e suo figlio di 3 anni che da anni subiscono le violenze psicologiche, e la donna anche fisiche, che il marito e padre infligge loro.

In seguito a un episodio di particolare gravità avvenuto davanti all’asilo del bambino, e alla presenza di altri testimoni, la donna decide di porvi rimedio e abbandona la casa insieme al figlio. Si rivolge dapprima a un’amica e poi a una struttura di aiuto alle donne. Ora sta affrontando, da sola, il cambio di residenza presso un nuovo appartamento, dovendo sostenere le relative spese, quelle legali per la separazione nonché le spese per il mantenimento del figlio.

Il Sindaco del Comune richiede pertanto l’intervento della Fondazione che ne accetta per intero la proposta, per far sì che la donna possa affrontare le spese immediate e superare la complessa situazione.