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a cura di Alessandro Luigi Perna Fabrizio Lava

To r i n o - Bi e l l a 18 d i c e m b r e 2009 - 28 m a r z o 2010 Eventi & Progetti Editore via Milano, 94 - 13900 Biella www.e20progetti.it

ISBN 978-88-89280-81-2

Una produzione: Ca t a l o g o Associazione Stilelibero www.associazionestilelibero.org Progetto grafico e impaginazione E20Progetti - Biella Ideato e curato da: In collaborazione con: Alessandro Luigi Perna e Fabrizio Lava • Archivio di Stato di Biella Riproduzioni fotografiche • ArchiVivo - Associazione amici dell’Archivio Damiano Andreotti Con il contributo di: di Stato di Biella Fabrizio Lava Regione Piemonte • Archivio e Centro Storico Alessandro Luigi Perna Fondazione Cassa di Risparmio di Torino • Archivio Storico Alenia Aeronautica Danilo Craveia Fondazione Cassa di Risparmio di Biella • Archivio Storico Amma Museo del Territorio Biellese - Città di Biella • Archivio Storico Giancolombo Stampa • Agenzia Fotografica Tips Images Arti Grafiche Biellesi - Candelo (BI) Con il patrocinio di: • Associazione Archivio Storico Olivetti, Ivrea Provincia di Biella • Città di Biella Provincia di Torino • Docbi - Centro Studi Biellesi • Fondazione Cassa di Risparmio di Biella Sedi espositive: • Fototeca Storica Nazionale Ando Gilardi Museo Regionale di Scienze Naturali • L’Europeo/Archivio Rcs Museo del Territorio Biellese • Musei Civici del Castello Visconteo di Pavia Fondazione Cassa di Risparmio di Biella - • Museo di Antropologia ed Etnografia Spazio cultura dell’Università di Torino • Museo di Fotografia Contemporanea, Cinisello Balsamo (MI) In copertina: Soldati russi sulla giostra al Prater, Vienna, 1951, Archivio Storico Giancolombo presentazione

La partecipazione alla realizzazio- La fotografia, strumento e arte nel pubblico di conoscere parte della ne del Festival di Fotografia Storica contempo, è importante documento ricchezza conservata nelle collezioni conferma l’impegno della Regione che mai come in questi anni è risul- grande e piccole, private e pubbliche, Piemonte a consolidare il proprio tata preziosa e implacabile testimo- e ribadire l’importanza della conser- ruolo di sostegno alla cultura della ne di eventi che pongono l’uomo di vazione di un patrimonio così signifi- memoria, e a tutti coloro che attra- fronte alle sue fragilità, alle sue inco- cativo e nel contempo così fragile. verso il loro ingegno e le loro opere erenze, alle spietate crudeltà di cui è hanno testimoniato il percorso di capace nei confronti dell’ambiente e Gianni Oliva trasformazione del nostro contesto del prossimo e nel contempo degli Assessore alla Cultura, storico e socio culturale. eroismi, della creatività, dell’abilità e Patrimonio linguistico e Minoranze Il festival è frutto di un importante dell’amore che sa esprimere. linguistiche, Politiche giovanili, ricerca di quell’arte fotografica che Uno specchio, quello dell’immagine, Museo Regionale di Scienze Naturali, dalla Guerra di Crimea in poi ha che ci rimanda una umanità varia di Ecomusei accompagnato le più disparate testi- cui facciamo parte e di cui non ci monianze e gli avvenimenti tristi e dobbiamo mai dimenticare. allegri che hanno costellato un secolo Il festival, cui si affiancheranno im- e mezzo di vita degli uomini di tutto portanti occasioni di confronto e di il mondo. dibattito, è opportunità per il grande

6 7 la fotografia come memoria storica

La fotografia ha contribuito in ma- niera determinante alla costruzione di una memoria storica condivisa de- gli ultimi 150 anni. Attraverso le im- magini i fotografi hanno raccontato ogni evento che il mondo ha vissuto e hanno indagato ogni piega più ri- posta della realtà che ci circonda. La fotografia infatti nasce nella prima metà dell’Ottocento e da allora si dif- fonde in tutti i paesi occidentali con una rapidità impressionante. A essa si dedicano all’inizio soprattutto pittori che individuano nel nuovo mezzo lo strumento più efficace per riprodurre la realtà. Molto presto si sviluppano i primi studi fotografici specializzati in ritratti. Ma è con le prime fotografie provenienti dalla Guerra di Crimea e

8 9 dalla Guerra Civile Americana che si Mondiale sia a scopo giornalistico tutto ad alto “rischio di estinzione” pubblico con facilità e conservati in evidenziano le potenzialità della foto- che di propaganda. Ma è con gli anni per gli alti costi di conservazione che formato digitale per le generazioni grafia come strumento giornalistico. Trenta e la nascita dei giornali illustra- richiedono. In tale ottica i curatori future. L’obiettivo, in prospettiva, è Ben presto nasce anche la fotografia ti in Germania, Francia e Stati Uniti del festival con questa prima edizione quello di avviare annualmente, in ac- di viaggio grazie agli scatti di foto- che la fotografia si afferma in maniera e quelle future non intendono infatti cordo con le istituzioni (locali, nazio- grafi al seguito degli esploratori e dei definitiva nel giornalismo. Resterà pa- limitarsi a fornire ai visitatori l’occa- nali, internazionali) ed eventuali part- missionari. Quelle stesse immagini drona incontrastata dell’informazione sione, anno dopo anno, di potere ave- ner privati, progetti di catalogazione provenienti da paesi lontani e poco fino alla diffusione di massa della tele- re accesso all’immenso patrimonio di e selezione che, una volta ultimati, conosciuti sono il primo esempio di visione in tutto il mondo nella secon- immagini storiche conservate in tutto verranno presentati proprio durante fotografia etnografica e antropolo- da metà degli anni Settanta. il mondo ma propongono anche un il festival con fotoproiezioni, mostre gica. Nella seconda metà dell’Otto- nuovo modo di analizzare e cataloga- e cataloghi. cento nasce la fotografia scientifica e Il Festival, coinvolgendo quanti più re i materiali. Infatti se è da esclude- industriale. Ed è proprio nello stesso operatori e istituzioni pubbliche e pri- re la catalogazione e digitalizzazione Alessandro Luigi Perna e Fabrizio Lava periodo che nasce anche la fotografia vate possibili, vuole avviare un’appro- di massa per gli eccessivi costi che erotica e pornografica. Con i primi fondita discussione su come salvare essa comporterebbe, per la maggior del Novecento tutti gli ambiti della e rendere fruibili al grande pubblico parte degli archivi è invece possibile società sono indagati dalla fotografia. archivi fotografici spesso di grande ipotizzare una selezione dei materiali La produzione di immagini diventa interesse ma poco conosciuti, ancora in base a contenuti e qualità estetica incessante durante la Prima Guerra più difficilmente accessibili e soprat- affinché possano essere mostrati al

10 11 Mostre a Torino Museo Regionale di Scienze Naturali

13 Cartier Bresson e la Olivetti di Pozzuoli

A cura di: Nel 1951 la Olivetti affidò all’inge- In quella fabbrica lavorarono oltre missionò ad importanti fotografi alcuni Alessandro Luigi Perna e Fabrizio Lava gner Luigi Cosenza la progettazione 2.000 persone, tra operai e impiegati, servizi che evidenziassero l’habitat della dello stabilimento di Pozzuoli, inau- producendo macchine per il calcolo fabbrica. Tra i servizi più belli c’è indub- Immagini di: gurato nel 1955 da Adriano Olivetti. con un ciclo integrale dalla lavorazione biamente quello realizzato da Henry Associazione Archivio Storico Olivetti Una realizzazione prestigiosa e origi- delle materie prime fino alla spedizio- Cartier Bresson nel 1958 che punta l’ob- nale che costituì uno dei primi inter- ne dei prodotti finiti. biettivo sulla vita in fabbrica ma anche Con il contributo di: venti dell’industria privata in favore Un grande risultato industriale unito sulla vita articolata e vivace della città. Associazione Archivio Storico Olivetti dell’industrializzazione del Meridione. ad un’importante serie di opere sociali La mostra raccoglie una serie di imma- Adriano in quell’occasione disse che di che segnarono il distacco da un’econo- gini conservate presso l’Archivio Sto- Testo di presentazione: fronte al golfo più singolare del mondo, mia arretrata e povera basata sulla pe- rico Olivetti di Ivrea, utilizzate negli Eugenio Pacchioli questa fabbrica si è elevata in rispetto sca, l’agricoltura e l’artigianato. anni Sessanta per un catalogo, ormai della bellezza dei luoghi e affinché la Fu in quegli anni che la Olivetti com- raro, sulla fabbrica di Pozzuoli. bellezza fosse di conforto nel lavoro di ogni giorno. E in effetti Luigi Cosenza aveva raggiunto il suo scopo: realizza- re un ambiente di lavoro favorevole all’uomo, in accordo con l’ambiente circostante, dove il contatto con il pae- saggio fosse immediato e continuo.

14 15 Dentro la fabbrica: ambienti di lavoro Dentro la fabbrica: ambienti di lavoro Dentro la fabbrica: ambienti di lavoro

16 17 Dentro la fabbrica: ambienti di lavoro Dentro la fabbrica: ambienti di lavoro

18 19 Dentro la fabbrica: sala di lettura

a fianco: Le case dei dipendenti Olivetti a Pozzuoli

20 21 Dentro la fabbrica: il laboratorio a fianco: Le case dei dipendenti Olivetti a Pozzuoli

22 23 Racconti dal Sud dell’Italia

A cura di: Letizia Battaglia, Mario Cresci, Luciano poletano Luciano D’Alessandro, le cui immagini dedicate ai bambini di Napoli. Roberta Valtorta e Arianna Bianchi D’Alessandro, Mimmo Jodice, Marial- immagini mostrano con grande forza Mario Cresci, infine, fotografo e graphic ba Russo sono i cinque grandi fotografi visiva situazioni di grave disagio sociale, designer ligure che ha vissuto per molti Immagini di: italiani autori della selezione di foto- dalla malattia mentale alla disoccupa- anni in Basilicata, ha sviluppato lunghe Museo di Fotografia Contemporanea grafie che il Museo di Fotografia Con- zione, all’emarginazione: gli “esclusi”, ricerche concettuali sugli interni delle di Cinesello Balsamo temporanea propone in una mostra che come egli stesso li definisce. case, nei quali spazi e oggetti parlano di presenta situazioni umane e ambientali Di taglio antropologico e insieme già una cultura antica e complessa, mentre Sponsor tecnico: diverse nel Sud dell’Italia negli anni Ses- di impronta concettuale la serie molto volti in movimento resi con il mosso fo- Shades International santa, Settanta e Ottanta in occasione interessante di Marialba Russo, napole- tografico indicano il difficile affiorare di della prima edizione di Memorandum tana d’origine ma romana d’adozione, un’identità. Le collezioni del Museo di - Festival di Fotografia Storica. che ritrae, in una sorta di misteriosa Fotografia Contemporanea comprendo- Letizia Battaglia, siciliana, uno dei mas- catalogazione, figure maschili riprese di no 27 fondi fotografici, per un totale di simi esponenti del reportage a livello spalle, veri e propri emblemi del Sud. 1.800.000 immagini tra negativi e stampe internazionale e nota soprattutto per le Mimmo Jodice, artista fotografo napole- e più di 400 autori italiani e stranieri. sue ricerche sulla mafia, è presente in tano la cui opera è notissima nel mondo, Tutte le opere selezionate per questa mostra con una serie di ritratti di donne ha esordito negli anni Settanta con alcune mostra fanno parte del Fondo Lanfran- che rappresentano diversi ruoli ed età ricerche sociali non tipicamente reporta- co Colombo, di proprietà della Regione della vita, dall’infanzia alla vecchiaia. gistiche ma orientate alla ricerca di icone Lombardia e in deposito presso il Museo L’altro grande reporter in mostra è il na- visive: in questa mostra sono presenti di Fotografia Contemporanea.

24 25 Letizia Battaglia, San Vito Lo Capo, 1980 a fianco: Letizia Battaglia, Palermo, il quartiere Cala, 1980

26 27 Mimmo Jodice, dalla serie “Ercolano. Il ventre del colera”, 1972 a fianco: Mimmo Jodice, dalla serie “Ercolano. Il ventre del colera”, 1972

28 29 Luciano D’Alessandro, Ospedale Psichiatrico. Nocera Inferiore, Salerno, dalla serie “Gli Esclusi”, 1965

a fianco: Luciano D’Alessandro, Il disoccupato, Napoli, 1956

30 31 Mario Cresci, Tricarico, dalla serie “Movimenti”, 1978 a fianco: Marialba Russo, dalla serie “Centotrenta figure di spalle”, 1981

32 33 Rombavano i motori: le gare automobilistiche Fiat dalle origini agli anni ’30

A cura di: Giovanni Agnelli, ancora prima di es- Eventi agonistici d’altronde ci furono vettura con il marchio della casa auto- Alessandro Luigi Perna e Fabrizio Lava sere nel 1899 tra i fondatori della Fiat sin dalle origini. La prima gara risale mobilistica sarà al circuito di Monza per (Fabbrica Italiana Automobili Torino) al 16 luglio 1878 e si tenne nello stato il Gran Premio di Milano il 4 settembre In collaborazione con: e di diventare il principale artefice della del Wisconsin (U.S.A.) tra due veicoli del 1927. In mezzo, tra la gara di esor- Archivio e Centro Storico Fiat suo fortunato sviluppo, era un appas- a vapore con velocità massima di 10 dio e quella dell’abbandono, tantissime sionato di gare automobilistiche. La ri- km/h. La prima competizione ufficiale vittorie ottenute su modelli Fiat al di Immagini di: voluzione industriale aveva infatti dato in Europa fu la Parigi Rouen del 1894. qua e al di là dell’oceano atlantico. La Archivio e Centro Storico Fiat vita a uno dei più straordinari mezzi di Nel 1895 fu corsa la prima gara italia- mostra Rombavano i motori, realizzata trasporto mai inventati prima dall’uo- na: la Torino-Asti-Torino. L’Albo d’oro con immagini dell’Archivio e Centro Una produzione: mo: l’automobile. Il nuovo mezzo aveva della Fiat comincerà proprio con una Storico Fiat, vuole raccontare sinteti- Stilelibero in occasione di Memorandum fatto immediatamente breccia nell’im- Torino-Asti-Torino nell’aprile del 1900. camente quegli anni. Ma soprattutto, maginario collettivo della società della Due mesi dopo, alla Vicenza-Bassano- più che soffermarsi analiticamente sugli Belle Epoque, ma in particolare aveva Treviso-Padova, il marchio torinese farà eventi e i personaggi che li hanno con- sedotto le nuove generazioni affascinate il bis piazzando ai primi due posti due traddistinti, vuole restituire al pubblico dalla velocità. Uno dei principali obiet- suoi piloti appena ventenni che entre- contemporaneo, attraverso un’accurata tivi dei pionieri della nascente industria ranno nella leggenda: Vincenzo Lancia scelta delle immagini, tutte le suggestio- automobilistica, dello stesso Giovan- e Felice Nazzaro. L’avventura sportiva ni emotive ed estetiche dell’automobili- ni Agnelli, fu perciò da subito quello della Fiat era cominciata. Si concluderà smo sportivo delle origini, di cui Fiat fu di creare vetture sempre più veloci. nel 1927: l’ultima corsa ufficiale di una tra i principali protagonisti.

34 35 “Mille Miglia”, Arcangelo Periccioli 31° classificato su Fiat 509, Ferdinando Minoia su S 57/14 B: corsa su spiaggia inglese classe speciale, tempo 21h 30’ 42’’, 12-13 aprile 1930

36 37 “Grand Prix de France - Circuito di Dieppe”, Louise Wagner e David Bruce Brown alla partenza, 24-25 giugno 1912 a fianco dall’alto: In attesa del segnale di partenza, corsa di velocità, Isola di Fano (Danmimarca), 2 luglio 1921

Corsa su ghiaccio, la SS 15/20HP carrozzata Spider competizione, vincitrice della prima categoria, Copenaghen, 26 gennaio 1922

38 39 “Grand Prix de France - Circuito di Dieppe”, Louise Wagner 3° classificato in corsa “Grand Prix de France - Circuito di Dieppe”, David Bruce Brown su HP con numero F3, 2 luglio 1907 1° classificato su Fiat S. 74 in 6 h 36’ 37’’, 24-25 giugno 1912

40 41 “Grand Prix de France”, Antonio Fagnano 11° classificato con il tempo di 8 h 26’ 11’’, in corsa, 4 luglio 1914

a fianco dall’alto: “Grand Prix de France - Circuito di Dieppe”, David Bruce Brown 1° classificato su Fiat S. 74 in 6 h 36’ 37’’, 24-25 giugno 1912

”, Ferdinando Minoia su Isotta Fraschini tenta di recuperare il suo ritardo sui compagni di squadra Tamagn e Sorel. La squadra terminerà 7°, 9° 10°, 21 aprile 1907

42 43 pilota. Da poco è partito il progetto di produce. L’Italia dell’epoca fascista, riordino del suo archivio storico: 1.500 naturalmente, vuole essere tra i pro- L’aeronautica tra metri lineari di carte, disegni e imma- tagonisti delle imprese aeree e l’indu- gini che raccontano la storia di una stria torinese (Aeronautica d’Italia) la le due guerre mondiali grande azienda e dei suoi lavoratori. punta di diamante che contribuisce L’obiettivo è quello di recuperare e va- al prestigio del paese nel mondo. Le lorizzare il patrimonio documentale di immagini del suo Archivio Storico cui dispone al fine di renderlo accessi- restituiscono così tutta l’atmosfera e bile a ricercatori, studiosi ed esperti di le suggestioni di un’epoca attraver- A cura di: L’industria aeronautica in Italia nasce aeronautica. La mostra L’aeronautica so una selezione di fotografie in cui Alessandro Luigi Perna e Fabrizio Lava e compie i primi pionieristici passi a tra le due guerre mondiali è solo un sono mostrate le visite diplomatiche Torino a cavallo del primo decennio assaggio del materiale iconografico di internazionali presso gli stabilimenti In collaborazione con: del Novecento, preparando l’impo- cui dispone l’azienda aeronautica di di produzione, le fasi di lavorazione e Alenia Aeronautica Spa nente sviluppo che avrà tra le due Finmeccanica. Ma, senza alcuna pre- assemblaggio degli aerei civili e mili- guerre. I primi insediamenti produt- tesa di esaustività, affronta un periodo tari, le prove tecniche e i collaudi di Immagini di: tivi sono collocati sul Corso di Fran- particolarmente interessante della sto- volo con i loro successi e insuccessi. E, Archivio Storico Alenia Aeronautica cia, e Alenia Aeronautica è ancora lì, ria italiana dell’aeronautica. Gli anni con l’avvicinarsi della Seconda Guer- diretta discendente di quei progeni- Trenta sono infatti un momento d’oro ra Mondiale, anche le visite del duce Una produzione: tori industriali. Questa tradizione ha dell’aviazione internazionale. I piloti e agli stabilimenti di Torino, in una cor- Stilelibero in occasione di Memorandum raggiunto il livello di global player ed le aziende si sfidano a colpi di record nice scenografica che è un campione ha prodotto, da allora, 12.000 aerei e in transvolate oceaniche o in raid aerei estremamente significativo dell’orga- aerostrutture per altri 6.000 aerei civi- concepiti come veri e propri circuiti di nizzazione della retorica del regime e li. Oggi Alenia Aeronautica progetta, gara intercontinentali. I piloti più co- che dice moltissimo sul clima sociale e realizza, certifica e supporta sistemi di raggiosi e audaci, uomini o donne che politico in cui era immersa la nazione volo complessi che vanno dai caccia da siano, diventano personaggi ed eroi alla fine degli anni Trenta. difesa avanzati ai velivoli da trasporto popolari. La potenza di una nazione militari e civili, dai velivoli per sistemi comincia a essere misurata anche in di missione agli aerei e sistemi senza base al numero e al tipo di aerei che

44 45 Visita Generale Scala e allievi dell’Ufficio Scuola Guerra Torino, 2 maggio 1934 Officina “Gran montaggio” - BR 20, 12 gennaio 1938

46 47 Officina montaggio caccia - CR 42, 2 maggio 1939 a fianco: BR 20 Santo Francesco del Raid Guidonia - Addis Abeba, 11 luglio 1939

48 49 Visita di Mussolini agli stabilimenti dell’Aeronautica d’Italia, 15 maggio 1939 Visita di Mussolini agli stabilimenti dell’Aeronautica d’Italia, 15 maggio 1939

50 51 Reparto lavorazione eliche, 30 novembre 1939 Reparto lavorazione eliche, 30 novembre 1939

52 53 Un treno per Leopoldville: la collezione Gariazzo-Sesti

A cura di: Le discipline antropologiche, fin dalla e presente. Ed è proprio attraverso le un momento del passato” le fotografie Alessandro Luigi Perna e Fabrizio Lava loro origine, hanno utilizzato la foto- fotografie che viene proposta al pub- diventano pertanto documenti storici grafia come strumento per documen- blico una nuova divulgazione della insostituibili, destinati a occupare In collaborazione con: tare e studiare la variabilità umana. storia recente dell’Antropologia. La un posto privilegiato tra le collezioni Emma Rabino Massa Già nel 1879 Paolo Mantegazza de- lettura dell’iconografia può aiutare a museali. La collezione Sesti, raccolta Professore ordinario di Antropologia (Università finiva le regole base che si dovevano scoprire gli elementi storici essenziali personalmente dall’ingegner C. Sesti degli Studi di Torino) e Direttore del Museo di Antropologia ed Etnografia di Torino applicare per una corretta esecuzione inducendo una riflessione sul passato, durante la costruzione della prima fer- delle fotografie. Le foto, in accordo premessa necessaria per comprendere rovia del Congo Belga che metteva in Gianluigi Mangiapane Università degli Studi di Torino con la mentalità naturalistica del tem- i fenomeni contemporanei. Mostrare collegamento Kinsasha con Leopold po, divennero ben presto importanti le fotografie del passato significa an- Ville, comprende 200 lastre in vetro Testo di presentazione: elementi di riferimento per la classi- che mostrare la “traduzione in imma- risalenti ai primi anni del Novecento, Emma Rabino Massa ficazione delle popolazioni umane e gine” di un certo momento storico e documentanti l’ambiente naturale, delle loro culture. L’immagine cattu- di coloro che lo hanno vissuto. Nel gli usi e i costumi delle popolazioni Immagini di: rata da una fotografia cristallizza un caso degli avvenimenti scientifici, le del bacino del Congo. Le immagini Museo di Antropologia ed Etnografia avvenimento, un fatto, un ambiente fotografie sono preziosi indicatori presentate, molte delle quali inedite, di Torino o una realtà che il ricordo potrebbe della produzione della scienza, del hanno conservato tutta l’immediatez- modificare o deformare. Le fotografie suo campo di ricerca, dei suoi attori za dell’azione e ci riportano indietro Una produzione: ci permettono di percepire, ancor più e delle sue prospettive. Per le loro pe- nel tempo a ripercorrere i primi passi Stilelibero in occasione di Memorandum che gli scritti, la continuità tra passato culiari caratteristiche di “memoria di dell’Antropologia.

54 55 Navigazione su imbarcazione sul fiume Congo, inizio ‘900 Popolazione del Bacino del Congo: giovani donne, inizio ‘900

56 57 Popolazione del Bacino del Congo: passaggio del treno sulla Ferrovia Léopoldville - Matadi, inizio ‘900

a fianco: Ponte della Ferrovia Léopoldville - Matadi, inizio ‘900

58 59 Popolazione del Bacino del Congo: scena di vita quotidiana, inizio ‘900

Navigazione sul fiume Congo, inizio ‘900 a fianco: Popolazione del Bacino del Congo: acconciatura tipica con conchiglie cipree, inizio ‘900

60 61 Donne e uomini Donne e uomini della della popolazione del Bacino del Congo, popolazione del Bacino del Ingegner C. Sesti all’opera e gruppo di collaboratori europei, inizio ‘900 inizio ‘900 Congo, inizio ‘900

62 63 L’Europeo: 40 anni di storia italiana

A cura di: Il primo numero del settimanale L’Eu- Daniele Protti ropeo esce il 4 novembre 1945 con un editoriale di Bertrand Russel e una pre- Immagini e materiali vintage di: sentazione del direttore-fondatore Arri- L’Europeo - Archivio Rcs go Benedetti. Alla “scuola giornalistica” di Benedetti partecipano nel corso degli anni giovani e meno giovani come Camilla Cederna, Tommaso Besozzi, Oriana Fallaci, Vit- torio Gorresio, Vittorio Zincone, Nicola Adelfi, Sandro De Feo, Mino Monicelli, Ennio Flaiano, Giorgio Bocca e altri an- cora. L’ultimo numero, nella primavera 1995, è uno “speciale” con formato e grafica del primo. La testata torna in edi- cola nel 2001 e 2002 come trimestrale, poi bimestrale dal 2003 al 2007 e mensi- le dal 2008. La mostra vuole presentare la storia di questo grande periodico. Ariel Sharon con Oriana Fallaci, 1982

64 65 Chet Baker al teatro Giglio, Gianni Agneli Lucca, 1961, alla Fiat Mirafiori, Gianfranco Torino, 1964, Moroldo Duilio Pallottelli

66 67 Alluvione del Polesine, Italia, 1951, Fedele Toscani Reza Pahlavi con Oriana Fallaci, 1973, Gianfranco Moroldo

68 69 Orson Welles a Innsbruck, 1962, Evaristo Fusar

a fianco: Totò sul set de “Il comandante”, 1963, Duilio Pallottelli

70 71 Frank Capra con Oriana Fallaci, 1963, Marco Schiavo

a fianco: Pier Paolo Pasolini, New York, 1966, Duilio Pallottelli

72 73 Pier Paolo Pasolini, New York, 1966, Duilio Pallottelli

a fianco: Chet Baker in albergo Lucca, 1961, Gianfranco Moroldo

74 75 un palazzo, posto in piazza Castello, che radicali. Benedetto (1825-1889), all’angolo con Strada Nuova, dove più il primogenito, iscritto alla facoltà di Una famiglia risorgimentale: tardi ospiteranno Garibaldi, con il qua- Giurisprudenza dell’ateneo pavese le perdura per tutto il periodo dell’uni- nel 1844, fin da studente manifesta la la collezione Cairoli ficazione nazionale il profondo legame sua posizione antiaustriaca, entrando istauratosi fin dal 1848. Nei loro salotti, in una cerchia di amici destinati a un infatti, si svolge la vita personale, fami- ruolo importante nella storia degli liare, intima di una famiglia alto bor- anni successivi. La sua partecipazione ghese dell’Ottocento, a fianco, però, di alle Cinque Giornate segna l’ingresso A cura di: Eroi di risonanza nazionale per il ruolo quella pubblica, di impegno politico, dei Cairoli nelle vicende risorgimentali Alessandro Luigi Perna e Fabrizio Lava avuto in tutte le fasi, dall’elaborazio- che ne fa dei centri di incontro, di di- e nella costruzione dell’Italia. I fratelli ne teorica, alla partecipazione attiva, scussione e di progetto della fase epica più giovani Ernesto (1833-1859), Lu- In collaborazione con: alla costruzione post-unitaria, i Cairoli del Risorgimento e poi in quella di co- igi (1838-1860), Enrico (1840-1867) e Gigliola De Martini sono un esempio di mito nel mito risor- struzione della nuova Italia. Giovanni (1841-1868), influenzati dal Conservatore storico gimentale: i monumenti in tutt’Italia a Nel 1824 Carlo Cairoli (1776-1849), suo esempio, aderiranno all’ideale di Musei Civici del Castello Visconteo loro celebrazione, la medaglistica, la medico, allievo di Antonio Scarpa, patria con impegno attivo e totaliz- ricchezza della documentazione fo- poi a sua volta professore di chirur- zante. Volontari nelle file garibaldine, Immagini di: tografica che li riproduce, nonché il gia, Preside della Facoltà di Medicina daranno le loro giovani vite, lasciando Musei Civici tenore delle dediche ne sono una testi- dal 1836, sposa Adelaide Bono (1806- a Benedetto l’eredità e il compito di del Castello Visconteo di Pavia monianza, a maggior ragione suffragata 1871), figlia di un prefetto napoleoni- dare forma all’Italia che avevano con- dalla permanza del loro nome per tutto co milanese, poi conte dell’Impero. tribuito a creare. Testo di presentazione: il post-risorgimento e fino all’epoca fa- La formazione di entrambi e l’impe- Accanto a loro anche tre sorelle, alle Gigliola De Martini scista, in ambito locale, ma non solo. gno politico di Carlo – che nel 1848 quali, pure, la sorte riserva una vita Pavia stessa diventa “città dei Cairoli”. è podestà del Governo Provviso- breve, se non brevissima: Carolina Una produzione: La villa di famiglia è a Gropello, in ter- rio di Pavia – sono la base culturale (1827-1833), Rachele (1826-1856) ed Stilelibero in occasione di Memorandum ritorio divenuto piemontese nella prima dell’educazione dei figli, che indiriz- Emilia (1827-1856). metà del Settecento, ma nel 1832 Carlo zerà le loro vite. I tempi, del resto, Nel 1873 entra in famiglia Elena Siz- e Adelaide acquistano anche a Pavia sono maturi per scelte di campo an- zo Noris, erede di una nobile famiglia

76 77 trentina, che sposa Benedetto. Al suo fianco nella vita privata, preziosa con- fidente nell’impegno pubblico, si im- pegna nell’ambito sociale con opere di solidarietà, anche dopo la morte del marito. Il fondo fotografico legato da quest’ul- tima al museo del Risorgimento di Pa- via, formato da circa 1.200 immagini, documenta sia la dimensione privata, sia quella pubblica dei Cairoli, anche attraverso le dediche sulle immagini, che dimostrano non solo le vaste re- lazioni, ma anche la stima della quale tutti i membri della famiglia seppero meritarsi.

Giuseppe Garibaldi, Al mio caro Enrico Cairoli, G. Garibaldi, Adelaide e Benedetto Anonimo Cairoli, Pacifico Buzio?

78 79 Enrico (1840-1867) e Giovanni (1841-1868) Cairoli, Raimondi (Pavia)

a fianco: Oreste Cecchi, All’ill... Benemerito fr... Benedetto Cairoli in pegno d’affetto e di riconoscenza e speciale considerazione, Enrico Cairoli con un commilitone, Oreste Cecchi. 1860, Bugliarelli (Palermo) Enrico Sormani

80 81 Benedetto con la moglie Elena Sizzo Noris, 1873. L’amico Benedetto Cairoli presenta la moglie all’ottimo Enrico Cairoli amico Vecchio. con un gruppo Montabone di garibaldini. (Torino) Anonimo

82 83 Fra Giovanni Pantaleo (Castelvetrano 1832 - Francesco Crispi (Ribera 1818 - Napoli 1911). Roma 1879). Alla martire italiana. Alla madre Al mio diletto amico Benedetto Cairoli, il cui Benedetto con la moglie Elena e un gruppo di amici nella residenza reale di Capodimonte, 1889, dei Cairoli - Fra Giovanni Pantaleo. nome è un elogio. F.Crispi. Montabone (Torino) Duroni (Milano) F.lli Alinari (Firenze)

84 85 rico degli usi e consumi dell’immagine centinaia di esempi di quelle immagini ottico-meccanica. definite “fertili”, espressione del gusto e Dalla Storia con Amore: Proprio in quanto studioso storico-sociale del sentimento popolare più profondo; a la fotografia erotica delle origini tra ‘800 e ‘900 degli usi e consumi visivi è autore di innu- cominciare dai graffiti, prima voce grafica merevoli libri, articoli, saggi e testi fra i quali dell’uomo, fino ad arrivare alla fotografia. Storia Sociale della Fotografia è il più monu- L’accesso a questa collezione, parzialmente mentale: ri-editato dal 1976 al 2000 in tre già disponibile alla consultazione on-line, è aggiornamenti successivi. Durante la stesu- esemplificato all’indirizzo: http://www.fo- ra di questo volume, summa della conce- toteca-gilardi.com/pages/blue-zone.html A cura di: Ando Gilardi è nato nel 1921 ad Arquata zione gilardiana della logica dell’immagine, “Dalla storia con amore”. Le immagini, Alessandro Luigi Perna Scrivia, in provincia di Alessandria. Comin- sono stati individuati i generi iconografici di realizzate a cavallo tra Ottocento e Nove- cia ad occuparsi di fotografia nel 1945, su- maggiore diffusione popolare e importanza cento, scelte da Alessandro Luigi Perna, Immagini di: bito dopo la guerra, ricercando, restauran- nella storia dell’uomo, così ha avuto inizio il curatore della mostra, sono una sintesi Fototeca Storica Nazionale Ando Gilardi do e riproducendo le immagini della guerra la ricerca sulla rappresentazione dell’eros, poetica ed elegante che racconta l’incre- stessa (in particolare dei crimini nazifascisti) ritrovato tra i generi maggiori. Questi studi dibile dolcezza delle protagoniste di que- Testo di: per conto di una commissione interalleata sono stati ulteriormente ampliati con la re- sta storia: le modelle. Patrizia Piccini incaricata della raccolta di documentazione dazione della collana di periodici Phototeca Infine, una citazione di Gilardi sul tema Fototeca Storica Nazionale Ando Gilardi per i processi ai crimini di guerra. - Index - Storia Infame - Fhototeca - Materia- riassume in una battuta il risultato del In quegli anni getta le basi di quella che li, per i quali, con numerosi collaboratori, suo lavoro di storico sociale nell’ambito Una produzione: oggi è la Fototeca Storica Nazionale che furono contattate e frequentate a lungo in- dell’iconografia erotica: se« scriviamo che Stilelibero in occasione di Memorandum porta il suo nome, archivio di immagini numerevoli collezioni pubbliche e private. dopo il tipo femminile ‘religioso’ (sante, storiche e dalla storia, per usi editoriali. Queste frequentazioni porteranno Gilardi martiri, beate e simili), quello delle ‘malco- Lavora poi come giornalista reporter alla compilazione del saggio Storia della fo- stumate’ è il più frequente nell’iconografia, prima al quotidiano l’Unità, in segui- tografia Pornografica (2002). non vuole essere una battuta, è una nozione to nei settimanali a rotocalco Lavoro e Risultato di questa lunga ricerca redazio- statistica pura e semplice. E i criteri possibi- Vie Nuove, proseguendo tuttavia nella nale, durata più di dieci anni, è la blue- li di classificazione di due tipi così diversi sua attività di ricerca sulla fotografia ed zone, della Fototeca Storica Nazionale una corrispondono. Provare per credere (...)» estendendola via via all’intero ciclo sto- collezione dove sono raccolte e archiviate da Phototeca n. 1, Milano, 1980.

86 87 Giovane donna fotografata in costume da odalisca, cartolina postale, Parigi, 1900 Nudo femminile ispirato all’antica Roma, autocromia di E. Goldschmidt, 1892 circa

88 89 Allo specchio, fotografia, primi anni del ‘900 Giovane “vispa Teresa”, fotografia colorata manualmente epoca vittoriana, fine dell’‘800

90 91 Nudo femminile, fotografia colorata a mano, ultimi anni dell’‘800 Nudo di ragazza in posizione ginnica, fotografia, Germania, 1930

92 93 Donna a seno nudo, con sigaretta e lungo bocchino, fotografia, primi anni del ‘900 Giovane donna in intimità mentre si spoglia, fotografia, Francia, 1880

94 95 Modella sdraiata sul fianco in un divano, fotografia di anonimo colorata manualmente, Italia, 1890 circa a fianco: Donna in posa seducente fuma una sigaretta, cartolina postale, 1920 circa

96 97 Voto e libertà: il movimento delle suffragettes inglesi

A cura di: Il termine suffragettes fu coniato per la Il movimento si sviluppò velocemente in sa. Le militanti in carcere, a seguito di Alessandro Luigi Perna prima volta dal giornale inglese «Daily tutti i paesi di cultura anglosassone e in quell’episodio, iniziarono uno sciopero Mail» come etichetta denigratoria delle particolare in Gran Bretagna, negli Stati della fame che scosse il paese. Le suf- Immagini di: militanti nel movimento femminile che Uniti e Nuova Zelanda. Ma se in Ame- fragettes inglesi vinsero la loro guerra Imagestate / Agenzia Fotografica Tips Images tra la fine dell’Ottocento e i primi del rica il movimento ebbe sempre caratteri 5 anni più tardi: nel 1918 il parlamento SSPL - Science & Society Picture Library Novecento chiedeva il suffragio, cioè il pacifici, in Inghilterra si radicalizzò. As- britannico approvò infatti la proposta / Agenzia Fotografica Tips Images diritto di voto, anche per le donne. Ma sistendo spesso alla repressione violenta del diritto di voto limitato alle mogli invece che respingerlo le militanti se ne delle loro manifestazioni con cariche dei capifamiglia al di sopra dei 30 anni. fregiarono e presero a riferirsi alle loro della polizia e arresti, le suffragettes in- E infine il 2 luglio 1928 il suffragio fu compagne negli stessi termini. A chie- glesi passarono infatti a forme di prote- esteso a tutte le donne. La mostra Voto e dere uguaglianza nei diritti politici con sta più cruente danneggiando, durante Libertà, realizzata con le immagini degli gli uomini erano soprattutto donne pro- la cosiddetta “Guerra delle Vetrine” del archivi Imagestate e Science & Society venienti dalla media borghesia, sempre 1912, moltissimi negozi di Londra con Picture Library di Londra, distribuiti in più emancipate culturalmente ma fru- sassi, spranghe e perfino ordigni esplo- Italia dall’agenzia fotografica Tips Ima- strate dalla loro condizione economica sivi. Nel 1913 il movimento inglese del- ges di Milano, lungi dall’essere esaustiva e sociale. Alla richiesta del voto infatti le suffragettes ebbe anche la sua prima sull’argomento vuole però mostrare tut- affiancavano anche la rivendicazione di martire: la giovane Emily Davinson si ta la passione e la drammaticità di quella pari diritti civili e la possibilità di svol- gettò sotto le ruote della carrozza reale che fu la lotta delle donne inglesi per gere le stesse professioni degli uomini. durante un derby ippico e rimase ucci- ottenere il diritto a votare.

98 99 Suffraggette durante una dimostrazione a Whitehall, Londra, 1908, anonimo Una Dugdale si rivolge a un piccolo gruppo di uomini a Newcastle, settembre, 1908, anonimo - Imagestate / Tips Images - Imagestate / Tips Images

100 101 Christabel Pankhurst con un gruppo di suffragette, Londra, 1909, anonimo - Imagestate / Tips Images Due suffragette con Herbert Asquith, 1910, anonimo - Imagestate / Tips Images

102 103 Suffragetta mentre viene arrestata, 19 novembre 1910, anonimo - Imagestate / Tips Images

a fianco: Emmeline Pankhurst arrestata dal sovrintendente Rolfe all’esterno di Buckingham Palace, Londra, maggio 1909, anonimo - Imagestate / Tips Images

104 105 Emmeline, Christabel e Sylvia Pankhurst, stazione di Waterloo, Londra, 1911, anonimo Quattro suffragette tengono un comizio di fronte all’Empire Theatre, Liverpool, 1908, anonimo - Imagestate / Tips Images - Imagestate / Tips Images

106 107 Arresto di una suffragetta, 1910, anonimo - Imagestate / Tips Images

a fianco: Ada Wright collassata di fronte al Parlamento, Londra, 1910 - SSPL / Tips Images

108 109 Sotto le bombe di Hitler: la battaglia d’Inghilterra

A cura di: Nel giugno del 1940 la Francia si ar- gand ha chiamato Battaglia di Francia degli umani conflitti tanti dovette- Alessandro Luigi Perna rende alle truppe naziste. Le truppe in- è finita. Mi aspetto ora che stia per ini- ro così tanto a così pochi”. Anche la glesi loro alleate, sconfitte dalle armate ziare la battaglia di Inghilterra”. E bat- popolazione resistette eroicamente ai Immagini di: di Hitler, sono rientrate in Inghilterra taglia di Inghilterra fu. Dall’estate del bombardamenti per quanto cruenti Imagestate / Agenzia Fotografica Tips Images con ogni mezzo civile e militare dalla 1940 fino al maggio 1941 la Luftwaffe e rovinosi furono in termini di edifi- SSPL - Science & Society Picture Library spiaggia di Dunquerque sotto il fuoco di Herman Göering scatenò un infer- ci distrutti e vite umane perdute. La / Agenzia Fotografica Tips Images costante delle forze aeree tedesche in no di ferro e di fuoco sulla Gran Bre- battaglia finì ma non i bombardamenti un biblico e sanguinoso esodo. Berlino tagna meridionale. Obiettivi: distrug- sull’Inghilterra che continuarono fino è convinta che la Gran Bretagna si ar- gere la Royal Air Force per ottenere la quasi alla fine della seconda guerra renderà presto. Non ha tutti i torti: una supremazia dei cieli prima di invadere mondiale e alla sconfitta del nazismo. parte degli inglesi non vuole prosegui- l’isola e bombardare la popolazione La mostra “Sotto le bombe di Hitler – re il conflitto. Ma a togliere ogni spe- civile inglese senza sosta per fiaccarne La Battaglia d’Inghilterra”, realizzata ranza di vittoria a breve alla Germania lo spirito: il piano fallì. La forze aeree con le immagini degli archivi Image- è il primo ministro del Governo di Sua britanniche ressero l’impatto respin- state e Science & Society Picture Li- Maestà Britannica. Winston Churchill gendo gli attacchi di caccia e bombar- brary di Londra, distribuiti in Italia rifiuta infatti ogni proposta di pace dieri tedeschi. Winston Churchill in dall’agenzia fotografica Tips Images e annunciando le sue decisioni il 18 un altro celebre discorso alla Camera di Milano, racconta in immagini cosa giugno 1940 alla Camera dei Comuni dei Comuni disse ringraziando i piloti accadde e mostra i volti di coloro che afferma: “Quella che il generale Wey- da caccia britannici: “Mai nel campo ne furono i protagonisti.

110 111 Folla in Piccadilly Circus alla vigilia del VE Day, Seconda Guerra Mondiale, 7 maggio 1945 - SSPL / Tips Images

a fianco: Winston Churchill, Londra, settembre 1939 - SSPL / Tips Images

112 113 Evacuazione di studenti dalla stazione di Clapham Junction, 1 settembre 1939 - SSPL / Tips Images a fianco: Una lavoratore smonta una ringhiera, Seconda Guerra Mondiale, Londra, 17 novembre 1941 - SSPL / Tips Images

114 115 La luce delle bombe illumina il cielo di Londra, 22 marzo 1944 - SSPL / Tips Images Ragazzino travestito da Hitler, Waterloo, Londra, 5 novembre 1944 - SSPL / Tips Images

116 117 Proiezione di film in una chiesa, 1941 - SSPL / Tips Images

a fianco: Rimozione della svastica dai muri, 1938 - SSPL / Tips Images

118 119 Piloti in piedi davanti agli Spitfires, 1940 - SSPL / Tips Images Danni dei bombardamenti in una via di Londra, 1943 - SSPL / Tips Images

120 121 che si estendevano sulle due rive del- dei casi non più esistenti, trattandosi di la Senna dal Trocadero a Place de la strutture effimere) e delle situazioni ri- Le Esposizioni di Parigi Concorde, sia per l’affluenza: oltre 55 guardanti le esposizioni del 1900, 1925 (1900, 1925, 1937) milioni di visitatori. – incentrata prevalentemente sull’arte In mostra vengono presentate imma- decorativa – e 1937, l’ultima in ordine gini degli edifici (per la maggior parte di tempo.

A cura di: Parigi è stata la capitale non solo euro- Pier Luigi Bassignana pea che ha realizzato il maggior nume- ro di grandi esposizioni universali, tor- In collaborazione con: nando periodicamente all’attenzione Alessandro Luigi Perna e Fabrizio Lava di quanti – in epoche non ancora com- pletamente dominate dai mass-media – Immagini di: intendevano vedere con i propri occhi Archivio Storico AMMA dove stava andando il progresso. Fra il 1855 ed il 1937 a Parigi sono Una produzione: state organizzate 7 grandi esposizioni Stilelibero in occasione di Memorandum universali e, nel 1931, una altrettanto interessante “esposizione coloniale”: a tutte hanno partecipato – singolar- mente o in forma collettiva – la mag- gior parte dei Paesi, industrializzati o no che fossero. L’esposizione più importante, e più imponente, è stata quella del 1900, sia per superficie ricoperta dai padiglioni, I padiglioni stranieri visti dal ponte dell’Alma

122 123 Panorama dai Campi di marzo, 1900 a fianco dall’alto: Il castello d’acqua, 1900

Porta monumentale, 1900

124 125 Esposizione delle arti decorative, giardini del padiglione di Sèvre, 1951

Esposizione coloniale internazionale Tempio di Anghor-vat, 1931

a fianco dall’alto: Senza titolo, 1937

Panorama d’insieme del bacino del Trocadero, 1937

Citta tunisina, il caffe mauro, 1931

126 127 regno d’Italia) e 1928 (decennale della 1911 (che con 7 milioni di visitatori vittoria nella prima guerra mondiale). è stata l’esposizione più importante), Le Esposizioni di Torino Nella mostra sono presenti, accanto ed una robusta documentazione del (1898, 1902, 1911, 1928) ad alcune poche immagini del 1898 1928 (interessante soprattutto per la e ad una selezione più numerosa di rappresentazione della presenza colo- quelle del 1902, molte immagini del niale dell’Italia).

A cura di Torino è stata, fra le città italiane, Pier Luigi Bassignana quella che ha maggiormente creduto nelle esposizioni, intese come mezzo In collaborazione con: di promozione dell’immagine citta- Alessandro Luigi Perna e Fabrizio Lava dina e come strumento di coesione sociale. Fin dal 1805, in epoca na- Immagini di: poleonica, la Città aveva organizzato Archivio Storico AMMA tre esposizioni. Successivamente, a restaurazione avvenuta, nella capitale Una produzione: del regno di Sardegna si sono svolte Stilelibero in occasione di Memorandum altre 6 rassegne espositive. Indubbiamente, però, le più celebrate sono le esposizioni svoltesi a cavallo tra il XIX e il XX secolo: nel 1884, 1898 (per celebrare i 50 anni dalla pro- clamazione dello Statuto Albertino), 1902 (esposizione internazionale di arte decorativa moderna), 1911 (cin- quantenario della proclamazione del Mostra degli Italiani all’estero, 1911

128 129 La fonte tripla e le fontane luminose verso il Po, 1898

Ricordo del primo Concorso Ippico Internazionale, 1902

Ingresso del corso Valentino, 1911

a fianco dall’alto: Villaggio Somalo, 1928

Panorama, 1928

130 131 Villaggio e castello medioevale, 1884

Imbarco Piazza Vittorio Emanuele, 1911 a fianco dall’alto: I sovrani visitano i Padiglioni

Vestibolo d’Onore

132 133 C’era una volta la fabbrica

A cura di Tra la fine dell’800 e i primi del ‘900 al mattino, si va pranzare in mense canico. In primo luogo la struttura de- Pier Luigi Bassignana a Torino scoppia la rivoluzione indu- che all’inizio hanno più l’aspetto di gli edifici: dalle costruzioni di fortuna striale. Il mondo del lavoro si trasfor- trattorie che di spazi aziendali di ri- degli inizi, alle strutture sviluppate in Immagini di: ma ed entra nella modernità. Il pae- storazione, si ritimbra il cartellino la senso verticale, agli stabilimenti oriz- Archivio Storico AMMA saggio urbano viene modificato dalle sera. “C’era una volta la fabbrica”, zontali dell’ultimo periodo. E poi gli nuove fabbriche, grandi costruzioni raccolta di fotografie curata da Amma spazi interni: da quelli irti di cinghie Una produzione: che si riempiono di macchinari mec- e normalmente utilizzate nel Museo di trasmissione e grandi macchine Stilelibero in occasione di Memorandum canici futuristi azionati da centinaia della Meccanica e del Cuscinetto di meccaniche a quelli più recenti in cui di persone in contemporanea o in se- Villar Perosa a scopo didattico, rac- la produzione è robotizzata. Un se- quenza. Ma non sono solo gli uomini conta per immagini la storia di quel- condo capitolo riguarda l’evoluzione a svolgere l’attività di operai. Infatti la rivoluzione mostrando non solo le costruttiva nel corso degli anni del ben presto la presenza femminile di- trasformazioni architettoniche della prodotto più tipico dell’area torine- venta sempre più rilevante. E nella fabbrica come spazio di produzione se: l’automobile. E infine un terzo manifattura tessile, come in altri set- ma anche chi fossero i suoi protagoni- capitolo affronta l’evoluzione dell’or- tori produttivi, sono proprio le opera- sti. A completamento delle immagini ganizzazione produttiva: dall’epoca ie a farla da padrone. La quotidianità il video “Paesaggi di Fabbrica”, rea- pre-fordista, al fordismo, alla fabbrica della vita in fabbrica si struttura con lizzato anch’esso dall’AMMA, met- contemporanea dominata dai calcola- modalità che ancora oggi sono pres- te in evidenza tre situazioni tipiche tori e, più in generale, dall’elettronica soché invariate. Si timbra il cartellino dell’evoluzione del lavoro metalmec- distribuita.

134 135 Interni di fabbrica tra ‘800 e ‘900 Interni di fabbrica tra ‘800 e ‘900

136 137 Interni di fabbrica tra ‘800 e ‘900 Interni di fabbrica tra ‘800 e ‘900

138 139 Fu certamente la ricerca di un modo Spentosi il clamore degli eventi, quelle obbiettivo di conoscere, comprendere foto di circostanza capaci di rievocare Dall’alto: e descrivere gli avvenimenti, i prota- gli accadimenti erano destinate a loro i paesaggi aerei del Fondo Minoli gonisti implicati, gli scenari degli ac- volta e a tempo debito a diventare fat- cadimenti che suggerì al Minoli croni- ti della cronaca culturale di una città, sta di usare l’obbiettivo fotografico. di una provincia, di una comunità. L’istinto, l’emozione, l’intuizione non Per Minoli il fotografare assolveva una acquistavano immediatamente valo- duplice funzione: testimoniare la veri- re di opinione o di giudizio ma solo dicità della cronaca verbale e fissare a A cura di: (...) Era curioso Minoli. Una curiosità l’avvio di un percorso scandito dallo futura memoria i fatti. E converrà, nel Fabrizio Lava che era l’opposto della pigra assue- scatto, dall’aprirsi della camera alla dare il giusto assetto al suo archivio, fazione all’apparenza. Una curiosità luce, dal fissaggio sulla pellicola sensi- tenere ben presente che articoli e foto Immagini di: che diventava minuziosa precisione bile, dallo sviluppo dell’immagine at- di Pietro Minoli compongono un te- Fondazione Cassa di Risparmio di Biella nel resoconto, nella ricerca delle cau- traverso il processo di trasformazione sto unitario e coerente all’interno del se e delle possibili ripercussioni degli del negativo in positivo. quale la fotografia altro non fa che vi- Testo di presentazione: eventi descritti sulla vita cittadina. E dovevano, queste operazioni, sen- sualizzare l’evento narrato. (...) Luigi Spina Quel suo modo di fare cronaca senza tirle come un indispensabile ausilio, risparmio derivava dalla convinzione capaci, com’erano, di rendere più ni- Tratto da Dall’Alto, vol. 1, che chi scrive deve il massimo rispetto tidi i fatti, di supportare la memoria, Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, alla verità. di correggere impressioni affrettate, di Eventi & Progetti Editore, 2005 Una deontologia, questa, insofferente rimediare alle sviste. Di poter riguar- alla ristrettezza di vedute, alla defor- dare con il necessario distacco emotivo mazione o addomesticamento dei fatti l’accaduto. per pregiudizio o partito preso. A differenza del fotografo di mestiere, Una regola di mestiere che ti impone che quando non lavora su commissio- di conquistare, pur a rischio, quella ne realizza immagini di un suo per- posizione che sola ti può consentire di sonale repertorio, Minoli fotografava vedere le cose come sono. sollecitato solo dalle istanze dei fatti.

140 141 In primo piano, sulla sinistra, il Cimitero della città, Biella, ottobre 1956 Veduta del Villaggio La Marmora ai confini con Ponderano, Biella, 1956

142 143 Piscina Massimo Rivetti e sede A.T.A., Biella, giugno 1958 La costruzione dello stabilimento Lancia, Verrone, 1974

144 145 Viadotto sul Cervo, Biella, 1965 Via Candelo - Strada Trossi in costruzione, Biella, 1963

146 147 Il villaggio La Marmora di Biella al confine con Ponderano. In primo piano la fornace Barbera, 1965 La pianta della nuova chiesa “tracciata” dagli scolari, Mottalciata, 1964

148 149 Mostre a Biella Museo del Territorio Biellese

150 151 Giancolombo, Europa anni ‘50

A cura di: Al secolo Gian Battista Colombo, nasce italiani ed esteri, e le più importanti sonaggi della nostra storia. L’esposizio- Susanna Colombo e Enrica Viganò nel 1921 a Venezia, dimostrando già agenzie estere ricevono e inviano servi- ne “Giancolombo, Europa anni ‘50”, da ragazzino passione per la fotografia. zi, non ultimo Paris Match che ottiene curata dalla figlia Susanna Colombo e Immagini di: Dopo gli studi di ingegneria interrotti la corrispondenza per il Nord Italia e da Enrica Viganò, esposta per la prima Archivio Storico Giancolombo dalla guerra e mai ripresi, si ferma a lo inserisce nel panorama internazio- volta al festival Foto&Photo di Cesa- Milano, cominciando a frequentare il nale. Giancolombo insegna il mestiere no Maderno del 2002, mette in mostra mondo del giornalismo. “Il Corriere e crea fotoreporter: Gianfranco Morol- una selezioni di immagini tratte dai Lombardo”, lo assume nel 1946 come do, Giorgio Lotti e molti altri che han- suoi viaggi in Spagna, Francia, Irlanda, ‘cronista con macchina fotografica’ e no contribuito nei decenni successivi Inghilterra, Germania, Austria, Russia un errore tipografico in calce alla pri- al fotogiornalismo italiano. Con i suoi e Italia. Foto che non solo percorrono ma foto pubblicata gli da lo pseudo- famosi scoop - dal delitto Bellentani a un’Europa ancora alle prese con la nimo. Giancolombo diventa quindi il Villa d’Este, al bagno di Churchill al sua ricostruzione materiale e morale fotoreporter ufficiale del Gruppo Edi- Lido di Venezia - e i suoi grandi repor- ma dimostrano anche tutto il talento toriale Palazzi e ottiene la direzione del tage per l’Illustrazione Italiana, Tem- di un autore straordinario che aveva servizio di vendita e produzione delle po, Le Ore, L’Europeo, Oggi, Gente, ben appreso le lezioni dei grandi mae- fotografie della United Press Photos. Panorama, e all’estero Paris Match, stri internazionali suoi contemporanei Nel 1949 fonda l’agenzia “Giancolom- Life, Stern, Jour de France, Daily Ex- uguagliandoli nello stile se non nella bo News Photos”, a cui si affidano tut- press, ha raccontato per immagini le popolarità. Giancolombo si spegne a ti i principali quotidiani e settimanali, notizie, il costume, gli eventi e i per- Milano nel 2005.

152 153 Casa popolare a Madrid, 1952 Giochi di bambini per le vie di Parma, 1951

154 155 Le pulizie di primavera nel quartiere, Dublino, 1951

a fianco: I bancari londinesi in pausa per il pranzo, Londra, 1951

156 157 Soldati russi sulla giostra al Prater, Vienna, 1951 Una ballerina ambigua, in un locale notturno, Saarbrucken, 1952

158 159 Le acciaierie della Saar, 1952 Le prime calze di Nylon, sugli Champs Elysèe a Parigi, 1953

160 161 Suora della sussistenza, Parigi, 1953 Per le strade di Mosca, 1956

162 163 (...) Modificatisi profondamente i modi Emozionanti gli incontri monumentali d produrre, scioltisi definitivamente che animano un tale percorso: edifici Esplorazioni di Fabbriche i vincoli tra fiume e industria, ora- li ancora attivi come il lanificio Pria su- bera di situarsi più convenientemente bentrato all’antichissimo lanificio rior- rispetto alle linee di comunicazione e dinato nel 1831 da Federico Boussu; o su terreni pianeggianti, l’imponente in stato di avanzato degrado come il fa- allinearsi di opifici lungo il fiume è di- mosissimo complesso Sella sorto come ventato scenario di grande suggestione, già filatura di seta e in parte come car- luogo privilegiato dell’ambiente stori- tiera ed attivato nel 1838; monumenti A cura di: Esplorazioni di fabbriche è in qualche co-idustriale biellese. industriali ancora di grande potenza Città di Biella modo la memoria della memoria. Le im- Quella passeggiata che poco senso visiva. Oppure case operaie e residenze magini di Gabriele Basilico che datano poteva avere per la salute del corpo e padronali evocatrici di severi e disador- Fotografie di: 1989 non si possono ancora considera- della mente nei momenti della mas- ni costumi di vita ( la casa di Quintino Gabriele Basilico re storiche o perfettamente pertinenti a siman operosità di lanifici, cotonifici, Sella, all’interno della fabbrica; i caser- questo progetto, ma sicuramento lo di- concerie, cantiere, mulini, assume un moni che la fronteggiano sulla riva de- ventano per quello che, e per come, lo valore del tutto nuovo e inaspettato stra del Cervo); ma è il gioco dei punti rappresentano. Una città in trasforma- per il visitatore contemporaneo sotto i di vista da ricercarsi oggi, in quella che zione che ancora non aveva, e peraltro suoi occhi si snoda tutto lo svolgimento resta un’avventura sul greto del fiume ancora non ha concluso, quel processo dell’architettura industriale moderna, o sulle passerelle, o dai più alti osserva- di modifica da città industriale ad una in una passeggiata archeologica che va tori sulle strade che costeggiano il corso città che occupa sì spazi industriali ma dalla tipologia “manchesteriana” del delle acque. (...) votandoli al residenziale, al culturale, al Lanificio Trombetta, di quello Sella, o pubblico utilizzo. Per questo motivo le del complesso laniero Cerruti (per fare Tratto da Esplorazioni di fabbriche, testi immagini di Basilico restano impresse alcuni esempi), agli esiti più tipici degli di Massimo Negri, Electa, 1989 nella nostra memoria con quel senso di anni Trenta del nostro secolo ben rap- appartenenza ad un passato più remoto presentati dalle Pettinature Riunite di di quello che appare dalla data. Giuseppe Pagano. Fabrizio Lava

164 165 La fabbrica Pria-Boussu, Biella, 1988 La fabbrica Pria-Boussu, Biella, 1988

166 167 Lanifici Rivetti in demolizione, Biella, 1988

a fianco: Casa Boussu, Biella, 1988

168 169 Lanifici Rivetti e ferrovia, Biella, 1988 Le pettinature riunite, Biella, 1988

170 171 Case popolari in via Tripoli, Biella, 1988 La fabbrica Pria-Boussu, Biella, 1988

172 173 Dal fronte del Vietnam: i reportage di Guido Alberto Rossi

A cura di: Guido Alberto Rossi in Vietnam ci va per i civili. Nello stesso tempo nella Action Press mentre si allontana pro- Alessandro Luigi Perna a cavallo tra il 1968 e il 1969, quando sue immagini dei soldati americani gressivamente dai campi di battaglia il conflitto nel sud est asiatico è al suo ripresi nella quotidianità riesce a co- dedicandosi sempre più alla fotogra- Immagini di: apice: dovranno infatti passare altri 4 gliere tutta la loro precaria ricerca di fia geografica. Dal 1980 al 2003 è re- Guido Alberto Rossi anni prima che gli americani ritirino normalità – un soldato in trincea legge sponsabile di The Image Bank Italia. Agenzia Fotografica Tips Images le loro truppe e almeno 7 prima che la un libro mentre aspetta il nemico, un E infine nel 2004 fonda la sua agenzia: guerra giunga al termine. Fotografa le altro a torso nudo si fuma una siga- è la TIPS Images (www.tipsimages. portaerei americane e i pattugliamen- retta davanti a uno striminzito albe- it) che conta oggi oltre 2 milioni di ti navali sul fiume Mekong. Va nella ro di natale. Guido Alberto Rossi sa foto e rappresenta le migliori case di giungla e segue dalla prima linea i farlo con sensibilità perché ai soldati filmati footage. Appassionato di volo, combattimenti dei marines USA e dei in guerra è abituato. Nato a Milano ama fotografare dal cielo completan- soldati sud-vietnamiti rischiando la nel 1949, da sempre appassionato di do così quasi tutti i suoi reportage. Ha pelle con loro. Nelle sue foto la guerra fotografia, ha pubblicato il suo primo pubblicato 36 libri fotografici con vari non si intuisce: è una realtà registra- servizio pagato sullo Sport Illustrato editori internazionali. L’ultimo a esse- ta sulla pellicola senza mediazione. nel 1966. Ma sin dai suoi primi anni di re stato dato alle stampe è “Basilicata E’ testimone di scontri armati nella carriera alterna la fotografia di sport al vista dal cielo” pubblicato dalla Mon- giungla con i vietcong e delle terribili reportage di guerra girando per tutto dadori Electa. conseguenze sulla popolazione di un il mondo. Forte della sua esperienza conflitto che sembra non avere pietà fonda nel 1979 l’agenzia fotografica

174 175 Marines americani in azione, battaglia di Meade River, Guerra del Vietnam, 1968-1969

a fianco dall’alto: Truppe americane, Guerra del Vietnam, 1968

Messa di natale per i marines americani in Vietnam, 1968

176 177 Truppe americane in azione, Guerra del Vietnam, 1968 Truppe americane con un prigioniero, Guerra del Vietnam, 1968

178 179 Truppe americane con un prigioniero, Guerra del Vietnam, 1968

a fianco: Truppe americane durante una pausa, Guerra del Vietnam, 1968

180 181 Un soldato americano riposa su un mezzo da sbarco, Guerra del Vietnam, 1968-1969 Civili con un bimbo morto, Guerra del Vietnam, 1968

182 183 L’America di Santi Visalli

A cura di: Santi Visalli per 40 anni ha viaggiato tra il 1960 e il 1970, hanno probabil- B. Johnson, Richard Nixon, Jimmy Alessandro Luigi Perna come fotografo di cronaca e giornali- mente visto l’America attraverso i miei Carter, Ronald Reagan e Bill Clinton. smo in tutto il mondo. Ha lavorato a occhi”. Non solo reportage di cronaca Ha realizzato e pubblicato otto raccol- Immagini di: film con registi come Federico Fellini e sociale e politica in un’epoca di grandi te a colori di paesaggi urbani U.S.A. Santi Visalli Lina Wertmuller. Le sue fotografie sono rivoluzioni e ideali, ma anche servizi con la Rizzoli: Chicago (1987), Boston Agenzia Fotografica Tips Images apparse sulle copertine e all’interno di di mondanità e costume in cui sono (1988), San Francisco (1990), Los An- più di 50 riviste e quotidiani interna- ritratti i protagonisti dello spettacolo geles (1992), Miami (1993), New York zionali: The New York Times, New- a stelle e strisce emersi nel dopoguer- (1994), Washington, D.C. (1985) e Las sweek, Time, Life, U.S. News & World ra o dai fermenti culturali degli anni Vegas (1996). Le fotografie di Visalli Report, Forbes, American Heritage, ‘60. Se è vero infatti che è stato fede- sono state esposte nelle maggiori galle- Paris Match, Stern. È stato pubblicato le cronista delle manifestazioni e delle rie americane ed europee. Maestro arti- in Svezia, Sud Africa, Australia, Israele, avanguardie che hanno animato in quel giano, è stato acclamato per la varietà, Giappone solo per citare alcuni dei pa- periodo l’america in guerra con il Nord l’accuratezza e la poesia del suo lavoro esi. In Italia ha collaborato con Oggi, Vietnam e con sé stessa, è anche vero ricevendo numerosi premi. Nel 1996 è Epoca e l’Europeo. Ma soprattutto ha che non c’era party del jet set che non stato nominato Cavaliere dell’Ordine fotografato tantissimo l’America: im- lo vedesse presente . Amato da molti al Merito della Repubblica d’Italia. Le magini pubblicate talmente spesso sul- personaggi noti per il suo modo di fare sue immagini sono distribuite esclusi- la nostra stampa da fargli dire in un’in- rispettoso e gentile, ha ritratto 6 presi- vamente dall’agenzia fotografica di Mi- tervista che “gli Italiani, specialmente denti in carica degli Stati Uniti: Lyndon lano Tips Images.

184 185 Jacqueline Bisset Robert De Niro e Frank Sinatra

186 187 Manifestazione contro la guerra in Vietnam, Chicago (Illinois), 1968

a fianco: Poliziotto di New York

188 189 Manifestazione contro la guerra in Vietnam, New York, 1967 a fianco: Dimostrazione pro Nixon e per la guerra in Vietnam, New York, 1981

190 191 La figlia Jolanda al funerale del padre Martin Luther King, Memphis (Tennessee), 1968 a fianco: Bob Kennedy

192 193 Andy Warhol

a fianco: Richard Nixon

194 195 Dal punto di vista del contenuto la Maglificio di Bernardo Bellia. Come per composizione del Fondo Borsetti si ar- il fratello Giacomo, fondatore della Fi- Luigi Borsetti fotografo ticola in due elementi distinti: da una latura di Chiavazza, anche per Luigi il parte i fototipi realizzati personalmente mestiere fu quello del tecnico tessile nel in Medio Oriente da Luigi Borsetti e dall’altra tutti quel- settore della maglieria che lo portò, at- li che non furono direttamente opera torno al 1930, ad assumere un incarico sua. Tutto quanto non risulta ascrivibi- dirigenziale nel Maglificio Boglietti di le al dilettantismo paesaggista locale o Biella. Prima però di diventare direttore ai viaggi di lavoro di Luigi Borsetti si dello stabilimento, Luigi Borsetti fu so- A cura di: ll Fondo Borsetti è stato donato al Do- identifica come un “normale” archivio prattutto un rappresentante. E’ proprio Danilo Craveia cBi Centro Studi Biellesi dal nipote di fotografico di carattere familiare. Nella il lavoro di rappresentanza che lo portò Luigi, Roberto Borsetti, nel primo se- parte non attinente alle realizzazioni di a viaggiare e a consentirgli di fotografa- Immagini di: mestre del 2005, è costituito da poco Luigi Borsetti si concentrano le molte re lontano da Biella. Scomparve prema- Fondo Borsetti meno di 5000 fototipi. L’arco cronolo- fotografie relative alla famiglia del- fra turamente a Torino, il 29 novembre del Docbi - Centro Studi Biellesi gico copre circa un secolo, dal 1870 al tello Giacomo. Vi sono poi, in numero 1933. Lasciava la moglie, Italia Sereno, 1960. Dal punto di vista delle tipologie esiguo ma di un certo interesse, le po- nessun figlio e un insieme notevole per Una produzione: dei supporti vi si trovano: un paio di che immagini assorbite in modo casuale consistenza e qualità di immagini foto- Stilelibero in occasione di Memorandum ferrotipi, circa 700 lastre negative alla dall’archivio. In questa sezione si posso- grafiche che ebbe modo di realizzare in gelatina bromuro d’argento, poco più no trovare alcuni dei nomi più ricorren- circa trent’anni di appassionata attività di 1500 stampe alla gelatina bromuro ti di fotografi professionisti biellesi della dilettantistica. d’argento, mezzo centinaio di stampe prima metà del Novecento. Il Borsetti fotografo esordì “ufficial- all’albumina e quasi 2800 immagini su Luigi Borsetti nacque a Pettinengo il 13 mente” il 17 novembre 1907 con un’im- pellicola (per il 60 % si tratta di nitrato dicembre 1880. Di famiglia storicamen- magine realizzata in cima al Mombaro- di cellulosa). Le misure dei supporti te documentata in Occhieppo Superio- ne con il monumento al Redentore. Il sono indicativamente standard, dal re, i suoi natali altrove sono motivati primo lustro di attività fotografica fu 4x6 al 24x30 cm, con una preponde- dall’attività lavorativa del padre Giovan- tutto incentrato sul Biellese inteso come rante quantità di 6x9 e, soprattutto, ni Battista, che in quel periodo svolgeva montagna e come paesaggio. Fu uno 9x12 cm. mansioni di capo reparto finissaggio nel degli “allievi” della “scuola di Biella”,

196 197 ossia di quel gruppo di fotografi paesag- Il primo viaggio avvenne nei mesi fi- magini, né pare abbia un preciso ordine paia piuttosto a suo agio e non troppo gisti che ebbero in Vittorio Besso, Vitto- nali del 1912 e il secondo tra il 1924 e nella composizione degli album. Non turistico. L’impressione è che quella fu rio Sella, Emilio Gallo e Cesare Schia- l’anno seguente. Consapevole o meno è sistematico e in questo si nota il suo una permanenza tutto sommato breve. parelli i riconosciuti maestri. Alpinista del potere di fascinazione che certi po- non professionismo: non ha la necessità È probabile che arrivò direttamente via ed escursionista affiliato al CAI, Luigi sti suscitavano al solo nominarli, volle commerciale di reperire velocemente nave, anche se non è da escludere lo Borsetti, nel maggio del 1910 partecipò documentarli, raccontarli, trattenerli i suoi negativi; solo lui metteva mano sbarco a Tripoli e la prosecuzione via al Concorso Internazionale di Fotogra- e imprimerli sulla pellicola e poi sulla all’archivio e lui solo aveva accesso alla terra e il ritorno poté essere simile. fia Alpina Invernale indetto dalla locale carta in quello che, a ben vedere, non comprensione dei soggetti non descritti Nel 1924 il Borsetti è di nuovo in Nord Sezione del CAI (in collaborazione con è altro che un lungo susseguirsi di ap- (con tutti i problemi di interpretazione Africa. Il mondo intero guardava alle la consorella di Varallo e con il Touring punti fotografici presi un po’ di fretta che per noi oggi tutto ciò comporta). Le sabbie lungo il Nilo come ad un for- Club Italiano) e nella sua sezione vinse su un cahier de voyage virtuale. Natu- immagini degli esordi, quelle realizzate ziere da cui estrarre i tesori dei faraoni. la medaglia d’oro con un’immagine in ralmente non fu il primo dei biellesi (il sulle montagne o nelle campagne bielle- L’Egitto era infatti famosissimo alla metà controluce della Galleria Rosazza incro- futuro vescovo di Biella, mons. Losana, si, erano “curate”, a dimostrazione for- degli anni ’20 grazie ai ritrovamenti di stata di ghiaccio. visse in quei luoghi un’ottantina di anni se di un approccio artistico e vagamente Howard Carter e lord Carnarvon (la Ma la parte di maggior pregio del Fon- prima) né l’ultimo a transitare da quel- sacrale alla fotografia. In Medio Oriente scoperta della tomba di Tutankhamon do Borsetti è quella che inizia a formar- le parti a quei tempi, ma sicuramente questa velleità si stempera nella necessi- risale alla fine di novembre del 1922). si dopo questo primo periodo paesag- il Medio Oriente non era noto a Biella tà di documentare. Inoltre per il rappresentante del Ma- gista locale. Dal 1912 al 1925, Luigi quanto poteva esserlo la Tripolitania o il La quantità, quindi, a discapito del- glificio Boglietti si apriva la porta della Borsetti fu un commesso viaggiatore Corno d’Africa, dove molti conterranei la qualità formale e la memoria vivida Terra Santa e delle città della letteratu- impegnato in numerose trasferte, spes- erano impegnati a vario titolo. È proba- dell’autore al posto di una didascaliz- ra degli harem e delle odalische e della so piuttosto lunghe. Oltre all’Europa bile che sapesse di essere tra i primi, se zazione strutturata. Così è difficile se- pittura di Delacroix e di Ingres, grandi del Nord, con le capitali scandinave, non il primo, a compiere quel tragitto, guire Luigi Borsetti in quelle due sue tentazioni e grande misticismo, sulle ca- l’Inghilterra e l’Olanda, il Borsetti fotograficamente parlando. esperienze mediorientali. Spesso è im- rovaniere dirette verso l’antica Mesopo- ebbe modo di visitare l’Egitto e il Me- Purtroppo non si hanno informazioni possibile distinguere le immagini di una tamia e sulla via di Damasco. Per questo dio Oriente. Di quei viaggi restano tre- precise sui suoi movimenti. Oltre alle trasferta da quelle di un’altra. viaggio fortunatamente le informazioni quattro centinaia di immagini, molte poche note (località a volte e, più rara- Di quell’autunno egiziano del 1912 ab- sono più numerose e ricche, anche se delle quali di buona fattura fotografica mente, date) il Borsetti non assegna tito- biamo le foto di un Borsetti fatalmente continuano a sussistere molte incertezze e di indubbio valore documentario. li né allega dati di alcun genere alle im- attratto dalle piramidi e, sebbene ap- sul suo svolgimento.

198 199 All’inizio del 1924 Luigi Borsetti era te comune, per le strade trafficate, per i di Giza lo colpirono i resti del santuario Santa Sofia nel suo repertorio, ma molte quindi in Egitto, già in gennaio, per recessi d’ombra tra le mura millenarie, fenicio e poi romano raggiunto attraver- sono le immagini della città come ormai viaggiare in stagione mite. Di quel perio- per le lande sterili. sando la piana della Beqa’a. Se la rico- la intendeva l’ex paesaggista. Ancora un do si conservano non tanto le immagini Il treno era il mezzo per penetrare sem- struzione del tragitto è corretta Luigi ponte, quello di Galata, coi barcaioli col vagamente turistiche della “prima volta” pre più all’interno (il Borsetti lo utiliz- Borsetti riprese poi il suo lento cammino fez all’approdo. Splendide poi le vedute di dodici anni prima quanto quelle di un zò moltissimo, fino a sceglierlo come in direzione di casa via terra in Turchia. del trafficatissimo Bosforo. accadimento che rese la permanenza del soggetto di alcune foto). Sui binari si A Smirne e da lì per Istanbul. Nell’ottobre del 1925 Luigi Borsetti Borsetti decisamente particolare, non- spinse ancora ad est e si fermò sull’Eu- Credo si fosse nella primavera del 1925, stava già avvicinandosi a casa. Fotogra- ché forzata. Oltre ad alcuni scatti relativi frate, in un sito imprecisato del territo- se non già nell’estate. L’antica Costanti- fa la Grecia, le isole dell’Egeo, la costa a Il Cairo e alle meraviglie funerarie di rio siriano o forse già in quello che oggi nopoli fu un’altra tappa importante del dalmata e Venezia. L’incanto orientale diverse località lungo il Nilo, il Borsetti è l’Iraq. È quello il punto di ritorno, Borsetti fotografo. Non poteva mancare era finito, laggiù non tornò più. documentò la particolare situazione in l’estremità del suo percorso umano e cui venne a trovarsi: una brutta polmoni- fotografico, il polo opposto al Momba- te lo costrinse al ricovero nell’Ospedale rone di Graglia. Italiano di Alessandria. Dopo la conva- Poi altre tappe ferroviarie per risalire lescenza che gli consentì di fotografare la sponda orientale del Mediterraneo, gli ambienti del nosocomio edificato un po’ lungo la costa e a tratti nuova- in candido stile coloniale, il commesso mente nell’entroterra. Le stazioni fer- viaggiatore riprese l’attività e si spostò roviarie che fotografava senza scendere verso est. Approdò a Jaffa. In breve fu dal treno si susseguono fino ad Aleppo. a Gerusalemme e da quella città comin- Da quel momento le cose si complicano ciò a spingersi verso i luoghi cristiani più per mancanza di notizie certe: la perma- celebri (Betlemme, Nazareth, il lago di nenza a Damasco o ad Aleppo fu forse Tiberiade, il fiume Giordano, ecc.), che molto prolungata, diversi mesi in cui il ebbe cura di fotografare con religioso rappresentante compì incursioni com- rispetto, ma senza particolare entusia- merciali nella zona, tra Siria, Giordania smo. In Terra Santa come già a Il Cairo e Turchia. Toccò anche il Libano, lo di- Siria, si manifestò invece l’interesse per la gen- cono le immagini di Baalbek. Forse più 1925 circa

200 201 Turchia, Smirne, 1925 circa

a fianco: Giza, Il Cairo, 1912 circa

202 203 Stretto del Bosforo Turchia, Smirne, 1925 circa (Ponte di Galata), 1925 circa

Gerusalemme, 1924 circa Fiume Eufrate, 1924 circa

204 205 Con ogni probabilità fu proprio l’orgo- Il lanificio fondato da Giuseppe Rivetti glio per quella “improvvisa grandezza” (1816-1899) fu poi diretto fino al 1917 L’Album del a motivare la documentazione fotogra- dal figlio Giovanni, che ampliò l’azien- fica del complesso industriale, poi rac- da, ormai strutturata in quattro stabi- Lanificio Rivetti di Biella colta in questo album che, per quanto limenti con 1300 operai. I figli Adolfo, non databile con precisione per l’assen- Attilio, Eugenio, Giuseppe, Oreste e il za di annotazioni cronologiche, risulta nipote Ermanno svilupparono ulterior- composto con fotografie scattate in anni mente l’azienda e si interessarono anche diversi, compresi tra il 1920 ed il 1925. ad attività diverse rispetto a quelle tessi- A cura di: “Quando noi pensiamo agli attuali L’album non è firmato, ma è attribuito li. Nel 1952 i figli di Adolfo si trasferiro- Giovanni Vachino modernissimi impianti del Lanificio allo Studio Rossetti, fondato a Biella nel no a Torino, dove fondarono il “Grup- Rivetti e consideriamo quelli primi- 1880 da Simone (1859-1925) in società po Finanziario Tessile”, che si staccò Immagini di: tivi con cui la Ditta ha incominciato, con Onorato Paolo Borro fino al 1885 e dall’azienda di Biella. Diretto da Oreste, Docbi - Centro Studi Biellesi se possiamo ammirare la grande via poi esercito autonomamente nello stu- figlio di Giovanni, il gruppo aprì stabi- percorsa dalle industrie meccaniche dio di via Umberto. Simone cessò, al- limenti lanieri anche nel meridione, tra Una produzione: in poco più di cinquant’anni, noi pro- meno formalmente, la sua attività di fo- cui quello di San Giovanni a Teduccio Stilelibero in occasione di Memorandum viamo un senso ancor più profondo di tografo nel 1912; lo studio passò quindi (Napoli). Il lanificio Rivetti cessò l’attivi- stupore osservando il cammino della ai figli Alfredo ed Oreste, ai quali pos- tà alla fine degli anni Sessanta. (Il testo costituisce una sintesi liberamen- Ditta che sapeva assurgere da sì umili sono essere di conseguenza attribuite le La narrazione fotografica inizia presen- te tratta dal contributo a firma di Debora principii ad un’improvvisa grandezza, immagini raccolte nell’album. tando gli esterni e le entrate del grande Spolaor “L’industria si racconta attraverso fino a pareggiare ed anche a superare L’album di 565 x 450 mm contiene 44 stabilimento di Biella; la terza fotogra- gli album fotografici“ pubblicato nel bollet- come oggi avviene, opifici stranieri e no aristotipi di dimensioni variabili, in fia mostra l’ingresso, quasi il simbolo tino Docbi “Studi e ricerche sull’industria che allora erano già giganti e che or si genere 280 x 220 mm, con didascalie a dell’intero complesso. Dall’arco d’in- Biellese”, vol. II, Biella, 2008) veggono innanzi l’audace e ardito con- stampa in basso a destra; la rilegatura gresso si può vedere un lungo cortile, corrente!!” è in pelle marrone con cornice flore- con la ciminiera sullo sfondo, mentre a (Biella che lavora - il lanificio Rivetti, ale e titolo impressi in oro ed è stata sinistra avanza un cavallo che traina un in “Rivista Biellese”, febbraio 1926) realizzata dallo Studio d’arte Scardin carro carico di materiale affiancato da un di Milano. operaio messo in posa per l’occasione.

206 207 Le immagini seguenti ci introducono Prosegue quindi la descrizione dei re- dei saloni; ogni telaio è controllato da all’aspetto decorativo. Nell’interno è negli interni, iniziando dal reparto cal- parti di lavorazione: prima la tintoria un operaio. Dopo la tessitura, ecco i sa- fotografato il vestibolo degli uffici, una daie. Queste immagini, come la mag- in fiocco che tinge la lana destinata loni del lavaggio, della follatura e della sala con pavimento a parquet a spina di gior parte di quelle che seguiranno, alla filatura cardata, e poi la tintoria in calandratura. Nelle fotografie vediamo pesce con gli arredi e i lampadari. hanno subìto vari ritocchi mediante un pezze per la lana pettinata. Di seguito una gran quantità di pezze di lana e Alcune immagini sono dedicate alla intervento a pennello sulla fotografia c’è la sala delle miste e quindi il reparto le donne impegnate nella lavorazione succursale di Beverate, in provincia di originale che è stata poi nuovamente carderia, reparti nei quali sono messe in sono ritratte in posa. Como. Avendo già descritto il processo fotografata al fine di ottenere così un primo piano esclusivamente le macchi- Di seguito troviamo la fotografia del re- di lavorazione della lana nelle immagi- nuovo negativo da cui trarre i positivi ne, tanto che non si vede alcun operaio parto cimatrici e poi quelle dei reparti ni relative allo stabilimento principale, modificati come si desiderava. Il ritoc- al lavoro. Le immagini successive docu- di asciugatura e di controllo dei tessuti. qui si concede maggior spazio alle ve- co infatti permetteva di dare più risalto mentano la sala della filatura a pettine Nel magazzino spedizioni ecco le pezze dute degli esterni, tutte di eccezionale agli elementi di maggiore interesse, ma francese e la filatura a pettine inglese. impacchettate, quattro delle quali sono qualità. La prima è una ripresa angolare anche di migliorare le caratteristiche Continuando a sfogliare l’album vedia- trasportate su una carriola da un ope- a volo d’uccello dell’intero complesso, dell’ambiente, per dare un’impressione mo i saloni della vecchia e nuova filatu- raio. Le pezze di stoffa venivano quin- sulla destra svetta la ciminiera fumante. di pulizia, modernità ed efficienza. ra cardata. Seguono due fotografie dei di caricate sui carri che vediamo nella La fotografia seguente mostra la fabbri- Le due fotografie seguenti ritraggono reparti di orditura mentre una fotogra- fotografia seguente. Sopra l’ingresso ca ripresa dal lato opposto ed è caratte- la sala delle motrici a vapore e la sala fia successiva mostra le macchine che, dell’edificio di sinistra, campeggia la rizzata dalla modularità dei capannoni, elettro-motrici: il percorso narrativo nell’ultima fase dell’orditura, eseguono scritta “Magazzeno” e poco più a destra il cui profilo si staglia geometrico contro del ciclo produttivo inizia dunque con l’“imbozzimatura”. A prescindere dal un orologio segna le ore 15,15. il cielo. Tre sole immagini sono dedicate la presentazione dei macchinari che reparto ritratto, la composizione foto- Terminata l’illustrazione dei reparti pro- agli interni: il grande salone di tessitura, avevano la funzione di fornire energia grafica è sempre giocata su due punti duttivi si passa a descrivere, attraverso le con i telai Northrop, e il reparto pinza- all’intero stabilimento. di vista: angolare o centrale, in modo da immagini, l’edificio dei nuovi uffici che trici. Quest’ultimo ospita una delle po- La ripresa del cortile delle merci in arri- ottenere una prospettiva “a rotaia”. viene ripreso probabilmente dal primo che lavorazioni ancora totalmente ma- vo viene fatta dal primo piano di un edi- Le immagini dei tre saloni di tessitura ci piano di un altro stabile della fabbrica nuali: un’operazione di finissaggio dei ficio dello stabilimento e mostra carri introducono nel cuore del lanificio. I te- con fortissima prospettiva angolare; si tessuti che prevede la pinzatura delle carichi di balle di lana trainati da cavalli lai meccanici sono azionati dalle cinghie notano le inferriate alle finestre e uno impurità vegetali ancora esistenti; notia- che si dirigono ai depositi delle materie in cuoio collegate agli alberi di trasmis- stile architettonico di sobria elegan- mo infatti le donne che controllano le prime, fotografati subito dopo. sione che percorrono tutta la lunghezza za che comunque non concede molto stoffe distese sui “tribunali”.

208 209 Le ultime fotografie dell’album sono documento iconografico di particolare due splendidi esterni del lanificio di interesse poiché implicano una precisa Biella, visto dalla terrazza delle filature e volontà progettuale, tesa a raccontare la poi dalla terrazza degli uffici. La prima fabbrica e la sua produzione attraverso mostra lo stabilimento, con l’immanca- una sequenza di immagini coerenti col bile ciminiera fumante, inserito nel con- messaggio che si vuole trasmettere. Per testo urbano, mentre all’estrema sinistra questo essi rappresentano uno dei pri- si vede un vasto spazio aperto solcato da mi modelli di comunicazione aziendale, binari su cui si muovono i vagoni ferro- sopravvissuto almeno fino al secondo viari per il trasporto dei materiali e delle dopo guerra. Gli album - proponendo merci. La seconda immagine, ripresa un racconto espresso anche tramite le dall’ultimo piano della palazzina degli loro caratteristiche fisiche: le dimen- uffici, ci offre una straordinaria veduta sioni, la rilegatura, ecc. - sono realizzati d’insieme al cui centro vi è la ciminie- con l’intento di favorire la comunica- ra, verso la quale convergono le linee di zione della cultura industriale renden- fuga delle coperture a shed. dola più accattivante, anche attraverso Gli album fotografici delle industrie tes- gli artifici, i ritocchi, le vere e proprie sili - e quello del Lanificio Rivetti ne è un ricostruzioni sceniche che i fotografi or- esempio significativo - costituiscono un ganizzano prima di ogni ripresa.

Veduta parziale del Lanificio

210 211 Esterno delle Filature Cortile merci in arrivo

212 213 Il Lanificio di Biella veduto dalla terrazza delle filature

Il Lanificio veduto dalla terrazza degli uffici Magazzino spedizioni

214 215 non ritenne necessario dovervi applicare Per salvaguardare la miscellanea ed as- un rigoroso metodo di didascalizzazione sicurarne una migliore conservazione, Le fotografie o un’impostazione anche minimamente l’Archivio di Stato ha provveduto alla col- archivistica. Inoltre che considerasse suffi- locazione delle stampe e delle cartoline in dello storico Pietro Torrione ciente la sua memoria per la consultazione apposite buste secondo la loro dimensio- di questi strumenti visivi, costituisce una ne e il lavoro di acquisizione digitale delle prova ulteriore della considerazione me- immagini, portato a termine nel 2005, ha ramente strumentale che riservò al mezzo reso possibile la facile consultazione delle fotografico. A dimostrarlo sono le stesse stesse garantendo la loro tutela. A cura di: Nel 1987, sedici anni dopo la morte di riproduzioni: alcune stampe si presenta- La raccolta è formata da 1162 “pezzi” di Archivio di Stato di Biella Pietro Torrione furono le eredi, la moglie no piuttosto rovinate, solcate da pieghe, e cui un numero elevato di immagini (circa ArchiVivo - Associazione Amici e la figlia, a donare alla sezione di Archi- graffi, gli angoli poi, hanno sofferto della il 40% del totale) è costituito da cartoli- dell’Archivio di Stato di Biella vio di Stato di Biella documenti e libri col- sistemazione casuale, presentandosi ora ne postali di natura tipografica. Alcune di lezionati dallo studioso, insieme a preziosi smussati se non strappati. La fotografia queste recano i segni del viaggio e perlo- Immagini di: arredi. All’interno di due cassetti di un costituiva per il ricercatore un compendio più non sono di argomento biellese. Altre Archivio di Stato di Biella antico mobile dello studio furono rinve- imprescindibile per i suoi studi sia nella invece sono foto-cartoline, cioè fotografie nuti stampe fotografiche, vecchie cartoli- fase preliminare della ricerca, sia a corredo stampate su carta di uso postale. Altre an- Una produzione: ne postali, alcuni opuscoli e qualche dise- degli scritti sul tema e nel campo dell’edi- cora sono stampe tipografiche che rappre- Stilelibero in occasione di Memorandum gno, materiale conservato alla rinfusa, che toria, ma non un elemento a sé stante a cui sentano il territorio biellese; queste, edite oggi costituisce la Miscellanea delle Carte prestare particolari attenzioni. A differenza da Allara e da Bonda, non costituiscono conservate negli archivi del centro Studi del suo predecessore Roccavilla, Torrione un particolare valore documentario per- cavaliere Pietro Torrione presso l’Archi- non dichiarò mai una passione per l’arte ché piuttosto diffuse e pertanto note, ma vio di Stato di Biella. fotografica. E, seppur non sia da escludere testimoniano l’eclettica attività di raccolta L’uso personale che Torrione fece delle la possibilità che egli stesso abbia utilizzato che caratterizzò lo studioso biellese. Le fo- immagini che fanno parte della miscel- l’apparecchio fotografico, non vi sono ele- tografie e le foto-cartoline sono circa 700: lanea, nel senso che nessuno tranne lui menti certi che possano confermare come si tratta di stampe in positivo, quasi tutte stesso poteva mettere mano alla raccolta alcune delle stampe che costituiscono il gelatine al bromuro d’argento e qualche iconografica, è confermato dal fatto che fondo siano effettivamente di sua mano. stampa di piccole-medio dimensioni (dal

216 217 6x9 al 13x18) ad albumina. Di queste solo i panorami alpini di Matteo Marciandi e di 272 presentano indicazioni sul verso; le Rodolfo Mazzeranghi. Compaiono inoltre informazioni sono di diversa natura: indi- professionisti non locali: il torinese Riccardo cazioni didascaliche, paternità dello scat- Moncalvo effettuò una dettagliata ricogni- to, annotazioni utili a fini editoriali. zione del complesso di San Gerolamo, il suo La raccolta, seppure di esigue dimensioni e concittadino Augusto Pedrini riprese alcune di scarso valore estetico, costituisce un do- tra le magioni più blasonate della città, men- cumento storiografico utile alla compren- tre il fiorentino Mario Sansoni si occupò di sione del metodo di lavoro di Torrione e documentare il rinnovato aspetto del Sacello alla conoscenza del patrimonio storico arti- di Oropa dopo il discusso restauro del 1920. stico del territorio a metà del secolo scorso. Tuttavia molte mancano dei requisiti minimi I soggetti delle immagini confermano gli per attribuirne la paternità: tra le immagini Statuette fittili del I-II secolo d. C., dagli scavi della necropoli romana presso illaV Bertrand, Museo del Territorio Biellese (foto Rampazzi, Torino 1950) interessi già indagati dallo studioso: pre- anonime è degna di nota la serie dedicata al valgono le fotografie di opere pittoriche, Vernato realizzata nel 1929. architetture e panorami biellesi e del ter- Le fotografie accumulate da Torrione nel ritorio limitrofo; sono presenti inoltre testi- corso della sua vita sono testimoni della monianze visive di qualche visita effettuata passione che lo studioso nutriva per il Biel- da Torrione in Piemonte e Valle d’Aosta a lese. Immagini che dimostrano una costan- conferma degli interessi del ricercatore e te attività di ricognizione territoriale e d’in- delle relazioni da questi intrattenute con il teresse per quest’area geografica indagata mondo culturale del tempo. sotto diversi aspetti: da un punto di vista Alcune delle immagini presenti all’interno storico ed artistico, ma anche archeologico, della miscellanea furono scattate da profes- etnografico e paesaggistico. Un’importante sionisti, tra queste si ricordi la serie scattata raccolta di documenti visivi che permette dallo studio Rossetti al castello di Gagliani- di ricostruire non solo la personalità storica co, le immagini oropee di Franco Bogge, la dell’autore ma anche di rivivere l’atmosfera vasta campagna dedicata ai ritratti dei no- del tempo e i cambiamenti che opere, luo- bili Ferrero effettuata da Italo Martinero e ghi e paesaggi hanno subito. Veduta di via per Ponderano, Biella (1929)

218 219 “Cascine di Barbato alle falde del Monte Rubello”, Trivero (foto Matteo Marciandi, Trivero 1935 circa)

a fianco: Il castello di Gaglianico, sala dei castelli di Palazzo La Marmora, Biella-Piazzo (foto Studio Rossetti, Biella 1940 circa)

220 221 Santi, terzo quarto del XV secolo, dalla chiesa dei Santi Fabiano e Sebastiano Ponderano, ora Museo del Territorio Biellese Maestro di Oropa, Natività, primi anni del XIV secolo, (1958 circa) Sacello della Basilica Antica, Santuario di Oropa (1920 circa)

222 223 Mostre a Biella Fondazione Cassa di Risparmio di Biella Spazio Cultura

224 225 L’archivio Martinero, acquisito dalla catalogazione e divisione per argomen- Fondazione alla fi ne del 2004, è com- to di tutti i materiali che sono stati me- Italo Martinero posto da circa 1700 fotografi e e 1200 morizzati su supporti ottici (DVD). Dal Biellese ai luoghi dell’immaginario diapositive che comprendono imma- Dalle immagini scansionate è stato rea- gini così classifi cate: uomini, donne, lizzato un photo index; ogni singola bambini, Sassaia (frazione in Alta fotografi a è accompagnata da un com- Valle Cervo), paesaggi vari, compo- mento identifi cativo e dal relativo nu- sizioni (fiori, animali, aeroplani, frut- mero di serie, questi consentono una ta), circo, Chioggia (canali e barche), più agevole consultazione. A cura di: Di fronte alle molte possibilità e alle Venezia (gondole e scorci della città), Inoltre tutte le fotografi e, montate Federica Chilà varie tematiche offerte dall’archivio- paesaggi e composizioni marine, viag- da Martinero su cartoncino formato Martinero la Fondazione ha scelto di gi (Finlandia, Lapponia, Grecia, Ju- 50x65, sono timbrate e fi rmate dall’au- Immagini di: dedicare questa prima mostra al tema goslavia e Bulgaria), studi con le molle tore; molte hanno particolari colorati Fondazione Cassa di Risparmio di Biella del viaggio, un viaggio che è soprat- e con le bolle. a mano. La scelta dei colori e il gusto tutto percorso interiore e momento di Completano l’archivio sedici gigan- usato nell’accostarli rendono attuali e riflessione artistica per il fotografo. tografi e di soggetti diversi, montate interessanti queste opere grazie all’ori- Le immagini sono dunque state sele- su pannelli rigidi, parte delle quali ginalità e alla bellezza delle immagini. zionate sulla base di un criterio geo- sono ora esposte presso la residenza grafi co che ha permesso di costruire universitaria di Città Studi a Biella, un itinerario di viaggio che dal Biellese insieme alle riproduzioni di alcune si spinge verso le grandi città del nord altre immagini di Martinero. Tutte le Italia e poi oltre, verso i paesaggi di fotografie sono state realizzate tra il Finlandia, Lapponia, Grecia, Jugosla- 1950 e il 1977. via e Bulgaria. L’inventariazione dell’archivio è stata Al fine di non danneggiare gli originali affi data allo Studio Bini di Biella che tutte le immagini in mostra sono state ri- ha selezionato, riordinato e catalogato stampate utilizzando le scansioni in alta le stampe nel formato 30x40 e le dia- defi nizione realizzate dallo Studio Bini. positive. L’operazione ha compreso la

226 227 Valle Cervo - Burcina Sassaia

228 229 Valle Cervo - Sassaia Milano

230 231 Lapponia Chioggia

232 233 Lapponia Milano

234 235 associazione alessandro fabrizio stilelibero luigi lava perna idee in libertà... Stilelibero è un’associazione culturale È un giornalista pubblicista e curatore Fotografo professionista a Biella, dal che nasce perché crede nelle possibi- di eventi, festival, iniziative culturali ed 1992 gestisce E20Progetti, agenzia di Le idee circolano tutti i giorni in libertà lità di cambiamento in funzione della editoriali che dedica molta della sua at- comunicazione specializzata, progetti a noi piace raccoglierne alcune cura per il territorio - nel sempso più tività professionale alla fotografia sto- culturali, editoria e allestimenti muse- e seminarle, per bene, nelle terra ampio del termine, in cui si vive e la- rica e contemporanea. È specializzato ali. Realizza diversi reportage natura- vora - nell’ottica di un miglioramento nella valorizzazione e promozione di listici in Africa, dove abita per alcuni sostanziale della qualità della vita che archivi di fotografi, agenzie, case edi- anni, e in altre parti del mondo. Le sue passi attraverso un percorso di pro- trici, musei, aziende. In curriculum ha ricerche visive sono pubblicate in al- gressiva sostenibilità e socialità. numerose iniziative per comuni, pro- cun i libri tra i quali: Tierra del Fuego, Stilelibero crede che realizzare progetti vince e regioni (Milano, Bologna, ecc.). Baraggia, Bessa, Bocche di Bonifacio, Da e costruire collaborazioni sia un modo Tra le iniziative realizzate: il progetto Kigali al lago Kiwu, Il Cuore del Congo per iniziare un circolo virtuoso, in fun- www.eventifotografici.com; Campioni e sono state presentate in alcune mo- zione non soltanto della valorizzazio- del Mondo: Storia della nazionale italia- stre. È stato inoltre curatore di diverse ne dei progetti in cui si impegna, ma na, Avventura Africana: la collezione di rassegne fotografiche tra cui Photogra- anche della promozione di stili di vita Robecchi Bricchetti, I volti di Bergman, fica-Il lavoro dell’uomo (2001), Photo- migliori. Stilelibero promuove progetti 100 anni di musica classica e Gianco- grafica-Le montagne nel mondo (2002), a condizione che abbiano un impat- lombo - La dolce vita a Cortina. Urbana (2005), LifeStyleMadeInItaly- to altamente benefico sulle comunità Identità Piemontesi (2007), S/Guardi e www.associazionestilelibero.org presso cui sono collocati. Ri/Guardi (2006 e 2008).

236 237 Indice

Presentazione di Gianni Oliva p. 6 Mostre a Biella - Museo del Territorio Biellese

La fotografia come memoria storica p. 9 Giancolombo, Europa anni ‘50 p. 152 Esplorazioni di Fabbriche p. 164 Dal fronte del Vietnam: i reportage di Guido Alberto Rossi p. 174 Mostre a Torino - Museo Regionale di Scienze Naturali L’America di Santi Visalli p. 184 Luigi Borsetti fotografo in Medio Oriente p. 196 Cartier Bresson e la Olivetti di Pozzuoli p. 14 L’Album del Lanificio Rivetti di Biella p. 206 Racconti dal Sud dell’Italia p. 24 Le fotografie dello storico Pietro Torrione p. 216 Rombavano i motori: le gare automobilistiche Fiat dalle origini agli anni ’30 p. 34 L’aeronautica tra le due guerre mondiali p. 44 Un treno per Leopoldville: la collezione Gariazzo-Sesti p. 54 Mostre a Biella - Fondazione Cassa di Risparmio di Biella - Spazio Cultura L’Europeo: 40 anni di storia italiana p. 64 Una famiglia risorgimentale: la collezione Cairoli p. 76 Italo Martinero. Dal Biellese ai luoghi dell’immaginario p. 226 Dalla Storia con Amore: la fotografia erotica delle origini tra ‘800 e ‘900 p. 86 Voto e libertà: il movimento delle suffragettes inglesi p. 98 Sotto le bombe di Hitler: la battaglia d’Inghilterra p. 110 Associazione Stilelibero p. 236 Le Esposizioni di Parigi (1900, 1925, 1937) p. 122 Le Esposizioni di Torino (1898, 1902, 1911, 1928) p. 128 Alessandro Luigi Perna - Fabrizio Lava p. 237 C’era una volta la fabbrica p. 134 Dall’alto: i paesaggi aerei del Fondo Minoli p. 140

238 239 Finito di stampare nel mese di Gennaio 2010 presso le Arti Grafiche Biellesi - Candelo (BI)