Wu Ming Manituana
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Wu Ming Manituana www.liberliber.it 1 Questo e-book è stato realizzato anche grazie al sostegno di: E-text Editoria, Web design, Multimedia http://www.e-text.it/ QUESTO E-BOOK: TITOLO: Manituana AUTORE: Wu Ming TRADUTTORE: CURATORE: NOTE: Si ringraziano gli autori e la casa editrice Einaudi per aver consentito la pubblicazione con la seguente clausola: Si consente la riproduzione parziale o totale dell'opera e la sua diffusione per via telematica, purché non a scopi commerciali e a condizione che questa dicitura sia riprodotta. (c) 2007 by Wu Ming (c) 2007 Giulio Einaudi editore s.p.a., Torino. DIRITTI D'AUTORE: sì LICENZA: Si ringraziano gli autori e la casa editrice Einaudi TRATTO DA: "Manituana", di Wu Ming Torino : Einaudi, 2007 CODICE ISBN: 978-88-06-18584-8. 1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 4 settembre 2007 INDICE DI AFFIDABILITA': 1 0: affidabilità bassa 1: affidabilità media 2: affidabilità buona 3: affidabilità ottima ALLA EDIZIONE ELETTRONICA HANNO CONTRIBUITO: Wu Ming foundation (http://www.wumingfoundation.com) Claudio Paganelli ([email protected]) REVISIONE: Edda Valsecchi ([email protected]) PUBBLICATO DA: Claudio Paganelli ([email protected]) Informazioni sul "progetto Manuzio" Il "progetto Manuzio" è una iniziativa dell'associazione culturale Liber Liber. Aperto a chiunque voglia collaborare, si pone come scopo la pubblicazione e la diffusione gratuita di opere letterarie in formato elettronico. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito Internet: http://www.liberliber.it/ Aiuta anche tu il "progetto Manuzio" Se questo "libro elettronico" è stato di tuo gradimento, o se condividi le finalità del "progetto Manuzio", invia una donazione a Liber Liber. Il tuo sostegno ci aiuterà a far crescere ulteriormente la nostra biblioteca. Qui le istruzioni: http://www.liberliber.it/sostieni/ 2 WU MING MANITUANA I libri di Wu Ming sono stampati su carta ecosostenibile CyclusOffset, prodotta dalla cartiera danese Dalum Papir A/S con fibre riciclate e sbiancate senza uso di cloro. Nel caso si verifichino problemi o ritardi nelle forniture, si utilizzano comunque carte approvate dal Forest Stewardship Council, non ottenute dalla distruzione di foreste primarie. Per maggiori informazioni: www.greenpeace.it/scrittori Gli autori difendono la gratuità del prestito bibliotecario e sono contrari a norme o direttive che, monetizzando tale servizio, limitino l'accesso alla cultura. Gli autori e l'editore rinunciano a riscuotere eventuali royalties derivanti dal prestito bibliotecario di quest'opera. Si consentono la riproduzione parziale o totale dell'opera e la sua diffusione per via telematica, purché non a scopi commerciali e a condizione che questa dicitura sia riprodotta. © 2007 by Wu Ming Published by arrangement with Agenzia Letteraria Roberto Santachiara © 2007 Giulio Einaudi editore s.p.a., Torino. www.einaudi.it ISBN 978-88-06-18584-8 3 Manituana A Piermario A Maria Un solitario sarà sobrio, pio, porterà un cilicio; ebbene, egli sarà santo: ma io non lo chiamerò virtuoso che quando avrà compiuto qualche atto di virtú da cui gli altri uomini avranno tratto beneficio. Fintanto che è solo, non agisce né bene né male; per noi non è niente. VOLTAIRE, Dizionario filosofico. 4 Prologo Lago George, colonia di New York, 8 settembre 1755. I raggi del sole incalzavano il drappello, luce di sangue filtrava nel bosco. L'uomo sulla barella strinse i denti, il fianco bruciava. Guardò in basso, gocce scarlatte stillavano dalla ferita. Hendrick era morto e con lui molti guerrieri. Rivide il vecchio capo bloccato sotto la mole del cavallo, i Caughnawaga che si avventavano su di lui. Gli indiani non combattevano mai a cavallo, ma Hendrick non poteva piú correre né saltare. Avevano dovuto issarlo sull'arcione. Quanti anni aveva? Gesú santo, aveva incontrato la regina Anna. Era Noè, Matusalemme. Era morto combattendo il nemico. Una fine nobile, persino invidiabile, se solo si fosse trovato il cadavere per dargli sepoltura cristiana. William Johnson lasciava andare i pensieri, un volare di rondini, mentre i portatori marciavano lungo il sentiero. Non voleva chiudere gli occhi, il dolore lo aiutava a stare sveglio. Pensò a John, il primogenito, ancora troppo giovane per la guerra. Suo figlio avrebbe ereditato la pace. Voci e schiamazzi segnalarono l'accampamento. Le donne strillavano e inveivano, domandavano di figli e mariti. Lo deposero dentro la tenda. - Come vi sentite? Riconobbe il viso arcigno e gli occhi grigi del capitano Butler. Tentò di sorridere, ottenne solo una smorfia. - Ho l'inferno nel fianco destro. - Segno che siete vivo. Il dottore sarà qui a momenti. - I guerrieri di Hendrick? - Li ho incontrati mentre tornavo qui. Scalpavano cadaveri e feriti, senza distinzione. William reclinò il capo sul giaciglio e prese fiato. Aveva dato la sua parola a Dieskau: nessuno avrebbe infierito sui prigionieri francesi. Hendrick aveva strappato la promessa ai guerrieri, ma Hendrick era morto. Un uomo basso entrò nella tenda, paonazzo, chiazze di sudore sulla giacca. William Johnson sollevò la testa. - Dottore. Ho qui una rogna per voi. Il medico gli sfilò la giubba, aiutato dal capitano Butler. Tagliò le brache con le forbici e prese a lavare e tamponare la ferita. - Siete fortunato. La pallottola ha toccato l'osso ed è rimbalzata via. - Sentito, Butler? Respingo i proiettili. Il capitano borbottò un ringraziamento a Dio e offrí uno straccio a William, perché potesse morderlo mentre il medico cauterizzava la ferita. - Non alzatevi. Avete perso molto sangue. - Dottore... - William aveva il volto teso e slavato, la voce era un rantolo. - I nostri uomini stanno conducendo al campo i prigionieri francesi. Tra loro c'è un ufficiale, il generale Dieskau. È ferito, forse privo di sensi. Vorrei che gli prestaste le vostre cure. Capitano, accompagnate il dottore. Butler e il medico fecero per dire qualcosa, ma William li anticipò: - Posso restare da solo. 5 Non morirò, ve l'assicuro. Butler annuí senza dire nulla. I due si congedarono. Per impedirsi di svenire, William tese le orecchie e concentrò il pensiero sui rumori. Vento a scrollare i rami. Richiami di corvi. Grida lontane. Grida piú vicine. Grida di donne. Un trambusto improvviso attraversò il campo. William pensò fosse Butler di ritorno con i prigionieri. Guardò fuori dalla tenda. Un gruppo di guerrieri Mohawk: urlavano e piangevano, i tomahawk alti sopra le teste. Trascinavano i Caughnawaga con una corda al collo, le mani legate dietro la schiena. Le donne del campo li vessavano con calci, pugni e lanci di pietre. Il drappello si fermò a non piú di trenta iarde. Nessuno dei guerrieri guardò verso la tenda: erano dimentichi di tutto, ogni senso teso alla vendetta. Il piú agitato si muoveva avanti e indietro. - Non siete uomini. Siete cani, amici dei Francesi! Hendrick vi aveva detto di non alzare le armi contro i vostri fratelli! Vi aveva avvertiti! Afferrò un prigioniero per i capelli, lo trascinò in ginocchio e recise lo scalpo. Quello cadde nella polvere, prese a urlare e contorcersi. Le donne lo finirono a bastonate. William sentí il sudore gelare la pelle. Un secondo prigioniero venne scotennato, le donne lo presero a calci prima di pugnalarlo a morte. William pregò che tra i morituri non vi fossero bianchi. Finché rimaneva una questione tra indiani, poteva risparmiarsi di intervenire. Hendrick era morto. Figli e fratelli erano morti. I Mohawk avevano diritto alla vendetta, purché non toccassero i Francesi: servivano per gli scambi di ostaggi. Il terzo Caughnawaga crollò a terra con il cranio sfondato. Al quartier generale di Albany i caporioni mandati dall'Inghilterra non volevano capire. Non si poteva combattere come in Europa. I Francesi scatenavano le tribú contro i coloni inglesi. Incursioni, incendi e saccheggi. Petíte guerre, la chiamavano. I Francesi avevano un nome per ogni cosa. All'alto comando britannico serviva lo stomaco di reagire con la stessa moneta. Era in gioco il dominio su un intero continente. L'arrivo di nuovi prigionieri interruppe le riflessioni. Civili bianchi, furieri, maniscalchi e soldati con la divisa lacera. Uno dei guerrieri trascinò fuori dal gruppo un ragazzo. Indossava l'uniforme da tamburino del reggimento. William era spossato. Coglieva a fatica le parole, ma la sorte del ragazzino era chiara. Un altro guerriero affrontò il primo, che già mostrava il coltello. Con le penne sul capo e il corpo dipinto, ricordavano due galli in un'arena. - Porta la divisa dei francesi. Non puoi prendere il suo scalpo! - L'ho sentito parlare caughnawaga. - Hendrick ha detto che i prigionieri bianchi spettano ai padri inglesi. - Guardalo in faccia, ti sembra un bianco? - Se Hendrick fosse qui ti scaccerebbe. - Io voglio vendicarlo. - Tu lo disonori. - Vuoi aspettare che cresca e diventi un guerriero? Meglio ucciderlo subito, ora che i traditori Caughnawaga sono in fuga e ci temono. - Stupido! Warraghiyagey si infurierà con te. William Johnson sentí scandire il proprio nome indiano. Warraghiyagey, «Conduce Grandi 6 Affari». Fece leva sui gomiti, doveva intervenire. Vide il coltello calare sulla chioma del tamburino. Riempí i polmoni per gridare. Qualcosa colpí il guerriero al volto. La pietra rimbalzò per terra. L'uomo lasciò la presa, portò la mano alla bocca, tossí, sputò sangue. Una sagoma piccola e veloce gli fu addosso e lo spinse via. Un guizzo di pelle di cervo e capelli corvini. Ruggiva contro i guerrieri, che arretravano interdetti. - Siete senza onore, - gridò la giovane donna. - Dite di voler vendicare Hendrick, ma è il denaro degli Inglesi che volete, dieci scellini per ogni scalpo indiano! Si avvicinò al guerriero che ancora stringeva il pugnale e gli sputò addosso. L'uomo avrebbe voluto colpirla, ma lei lo incalzò. - È poco piú di un bambino. Non ha sparato un colpo. Potrebbe avere l'età di mio fratello -. Indicò un ragazzo dall'aria attenta, al margine del cerchio di donne che si era radunato intorno alla scena. - Quando avrete incassato la paga, la spenderete per comprarvi il rum.