Anno 1 Lez. 2 1 Il Periodo Considerato in Questa Lezione (E Nella Prossima) È Di Circa 150 Anni, Dalla Fine Del Secolo 1200 Alla Metà Del Secolo1400

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Anno 1 Lez. 2 1 Il Periodo Considerato in Questa Lezione (E Nella Prossima) È Di Circa 150 Anni, Dalla Fine Del Secolo 1200 Alla Metà Del Secolo1400 Anno 1 Lez. 2 1 Il periodo considerato in questa lezione (e nella prossima) è di circa 150 anni, dalla fine del secolo 1200 alla metà del secolo1400. Sono tempi duri, caratterizzati da impoverimento e da un forte decremento della popolazione. - E’ il periodo della “Guerra dei cento anni” tra Francia e Inghilterra (inizia nei primi decenni del 1300 e si conclude verso la metà del 1400). I primi due Re a fronteggiarsi sono Filippo VI di Francia e Edoardo III di Inghilterra. All’origine del conflitto, che segue ostilità già in atto da tempo, erano le vaste proprietà che il sovrano inglese possedeva in Francia per ragioni stori- che, tra le quali il matrimonio (1152) di Eleonora d’Aquitania con Enrico d’Angiò, divenuto poi Re di Inghilterra come Enrico II. La guerra fa danni anche dove non c’è direttamente. Bande di soldati senza attività nei momenti di stasi della guerra, si danno al brigantaggio o agi- scono per chiunque li inviti a farlo (contro queste bande dovrà intervenire Amedeo VI). - La peste nera imperversa in Europa (arriva anche in Savoia, dal 1348). - Il papato risiede ad Avignone dal 1308 al 1377 (circa 70 anni). Subito dopo hanno inizio circa 40 anni di scisma in cui ci sono due (almeno) Papi, e a cui si cerca di porre fine con il concilio Costanza, chiuso nel 1418, e che riconosce Papa Martino V; poco dopo ci saranno però ancora degli Antipapi, uno dei quali sarà un Savoia. - A metà 1300 inizia la grande Espansione dei Turchi, arrestata momentaneamente verso l’anno 1400 dai Mongoli di Tamerlano; riprende presto e nel 1453 i Turchi prendono Costantinopoli. - È l’epoca d’oro della cavalleria. Nelle corti dei potenti si fanno grandi tornei e si istituiscono ordini cavallereschi. Queste corti, a dispetto della povertà generale, tendono a diventare sempre più fastose, anche se meno numerose, per l’accentrarsi progressivo dei poteri. Alla fine del periodo considerato gli ideali della cavalleria vanno però in crisi: le tragedie dei tempi mostrano che essi non hanno saputo migliorare il mondo come sperato. Anno 1 Lez. 2 2 Avvenimenti di questo periodo in Italia: - È l’epoca delle Signorie, cioè del governo di famiglie che sono uscite vincenti dalle lotte intestine che hanno chiuso l’epoca dei liberi Comuni: i Visconti a Milano (da fine 1200 e di cui parleremo più in dettaglio) i della Scala a Verona (dalla fine 1200) i Gonzaga a Mantova (dall’inizio 1300) i Medici a Firenze (più tardi, dall’inizio 1400). I membri di queste famigli divengono signori del comune di origine e di altri comuni minori che si consegnano a loro. - È anche il periodo della Compagnie di Ventura, guidate inizialmente da capitani stranieri. - È l’epoca delle continue guerre tra Genova e Venezia. - Il sud Italia e suddiviso tra gli Angiò (Napoli) e gli Aragonesi (dal 1302 hanno la Sicilia, con la pace di Caltabellotta), che combattono spesso tra loro. Scoppiate lotte interne tra gli Angiò, nel 1442 gli Aragonesi si prendono tutto il sud d’Italia. - Nella parte iniziale di questo periodo vivono Dante Alighieri (1265-1321) e Giotto (1267- 1337). - Alla fine del secolo 1300 ha inizio il Rinascimento. Anno 1 Lez. 2 3 Nel nord Italia il secolo 1300 è dominato dallo sviluppo ed affermarsi del potere della famiglia Visconti. Con i Savoia i Visconti saranno in certi periodi in dissidio per le terre piemontesi, ma per lunghi periodi anche alleati contro i nemici comuni, soprattutto i Monferrato. La famiglia emerge dalle lotte interne nel comune di Milano; nel 1277 Ottone Visconti, arcivescovo di Milano, è il primo Visconti a prendere il potere. Il loro potere come signori di Milano si espande, e circa 100 anni dopo (verso il 1380) lo stato dei Visconti arriva, con Bernabò, ad essere uno dei più potenti di Italia. I Visconti hanno fama di personaggi crudeli e spietati (di uno degli ultimi, Giovanni Maria, si dice che desse carne umana come pasto ai cani). In linea con questa fama, nel 1385 Gian Galeazzo, nipote di Barnabò, usurpa il potere allo zio. Lo stato dei Visconti arriva sotto Gian Galeazzo alla massima potenza e Gian Galeazzo ottiene dall’Imperatore Venceselao il titolo di Duca. Gian Galeazzo cancella la signoria dei della Scala di Vicenza e occupa quelle terre; spera di riunire sotto di se tutta l’Italia del nord e si estende anche verso il centro: diventa signore di Bologna, Siena e Perugia e punta verso Firenze. Anno 1 Lez. 2 4 Anno 1 Lez. 2 5 Nasce una lega contro il potere dei Visconti, guidata da Firenze e Venezia, che non riesce a fermare la loro espansione. Nel 1402 Gian Galeazzo muore improvvisamente di peste: Firenze è salva e l’impero dei Visconti incomincia a sfaldarsi (Machiavelli scrive: “di tutti gli amici di Firenze la morte fu il migliore”, alludendo allo scarso apporto dato da altri alla lega). Inizialmente lo stato Milanese è in pratica diviso tra i due figli di Gian Galeazzo: Giovanni Maria e Filippo Maria. Nel 1412, muore Giovanni Maria. Filippo Maria, che pur crudele e nevrotico ha ereditato il genio politico del padre, arriva a ricostruire in buona parte lo stato di Gian Galeazzo e nel1428 firma la pace definitiva con Firenze e Venezia: lo stato dei Visconti esiste di nuovo, ma la sua espansione è bloccata. Morto Filippo Maria, nel 1447, a Milano si stabilisce una Repubblica, sulla quale si lanciano tutti i nemici. Milano chiede aiuto a Francesco Sforza, che però finisce per prendere il potere (ha sposato una figlia naturale di Filippo Maria). Nel turbolento periodo della successione a Filippo Maria, i Savoia (Amedeo VIII e il figlio Ludovico) cercheranno di prendere loro il potere a Milano, senza però riuscirci, anche per la scarsa capacità di Ludovico come condottiero e statista. Anno 1 Lez. 2 6 Lo stato dei Savoia alla morte di Filippo I arriva ora sino a Torino, ma dal lato francese ha pericolosamente nel suo cuore una terra, il Faucigny, che appartiene ai Delfini, da sempre avversari dei Savoia. La contea del Genevese, pur non appartenente ai Savoia, è in mano alla famiglia dei conti del Genevese che è di fatto sottomessa ai Savoia, anche se i rapporti tra le due famiglie sono talvolta tesi. Anno 1 Lez. 2 7 Morto Filippo I nel 1285, a prendere il potere è Amedeo, figlio di Tommaso II, che sarà Amedeo V, altro Savoia importante e dal regno lungo. A contendergli il titolo di conte vi sono però le pretese del fratello Luigi e di Filippo, il figlio di Tommasino (detto anche Tommaso III). Tommasino, che sarebbe stato l’erede naturale in quanto primogenito di Tommaso II, è morto nel 1282. Filippo è ancora un bambino, allevato a Chambery. Nel 1295 un arbitrato di nobili signori conferma il potere di Amedeo, ma assegna a Luigi il Vaud e a Filippo il Piemonte, cioè la terra che era già di Tommaso (sarà il capostipite dei “Principi di Acaia” dei quali parleremo). Non si tratta di una vera divisione perché i signori delle due terre sono comunque vassalli del conte di Savoia (anzi, sulle terre piemontesi Filippo ha persino poteri minori di quelli che aveva suo nonno Tommaso II). Anno 1 Lez. 2 8 Per i Savoia il periodo che seguirà, sino a verso la metà del Quattrocento, è ancora un periodo di espansione e di affermazione, anche perché riescono ad approfittare del fatto che la Francia è impegnata contro l’Inghilterra. Questo accade soprattutto grazie all’abilità di tre dei sei conti di Savoia che si succedono in questo periodo: Amedeo V, Amedeo VI e Amedeo VIII, che insieme tengono il potere per più di 100 anni, mentre gli altri tre coprono in tutto una trentina di anni. Nel corso di questi anni, in buona parte del Piemonte il potere dei conti di Savoia è parzialmente delegato ai Principi di Acaia: saranno quattro in tutto, perché dopo questo periodo la casa si estinguerà. Le vicende di questa Casa saranno esaminate in dettaglio nella prossima lezione, mentre ora ci occuperemo di quelle del ramo principale. Anno 1 Lez. 2 9 Come abbiamo già detto, va al potere nel 1285 e dieci anni dopo, in seguito ad un arbitrato, assegna in feudo parte del Piemonte a Filippo (figlio di Tommasino) che sarà poi il primo Savoia ad avere il titolo di Principe di Acaia, e il Vaud al fratello Luigi (o Ludovico). Il soprannome intende sottolineare la sua frenetica e efficace attività diplomatica e militare (si dice sia stato all’assedio di ben 35 castelli). Combatte soprattutto contro il Delfino, che pretende di avere diritti ereditari su diverse terre dei Savoia. Deve contrastare anche i conti del Genevese, che vogliono affrancarsi da alcuni legami feudali verso i Savoia stabiliti da Pietro II. Cerca di ottenere il potere anche sulla città di Ginevra, fomentando rivolte contro il Vescovo che detiene il potere. Ci riesce solo in parte, arrivando a condividere il potere con il Vescovo, con il titolo di “Visdonno” (Come dire “Vicedomino”, un funzionario del potere esecutivo). A Ginevra resterà più o meno questa situazione (cioè Visdonno di nomina dei Savoia, ma qualche volta si ebbe anche un Vescovo di casa Savoia) sino a inizio 1500, quando i Savoia saranno cacciati dai Ginevrini che aderiscono alla Riforma. Aiuta il fratello Ludovico del Vaud nella lotta contro Friburgo e gli Asburgo. Collabora con il nipote Filippo di Acaia nell’espansione in Piemonte (ritorneremo sull’argomento parlando degli Acaia). Anno 1 Lez. 2 10 Nel conflitto tra Francia e Inghilterra cercò di mettersi in posizione neutrale, sganciandosi dai legami tra Savoia e Inghilterra che avevano caratterizzato l’epoca dei figli di Tommaso, e coltiva l’amicizia con l’Impero tanto che ebbe anche cariche imperiali (ad esempio quella di Vicario nel nord Italia).
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