NIHIL DIFFICILE VOLENTI

SERENAMENTE massoneria e non solo

Numero 100 del 2 agosto 2010 EV numero speciale

Sommario

Pag 2 100! Pag 3 Progetto P.V.D. Massoneria operativa e speculativa Pag 8 Antica Massoneria Napoletana Pag 10 A Mezzanotte in punto Pag 15 Le obbedienze massoniche sono non credenti? Pag 19 Documenti massonici in Vaticano Pag 20 Fusione GL Regolare Indipendente e GL Madre CAMEA L‟alleanza tra Chiesa Anglicana e Massoneria inglese Pag 21 Quante Massonerie?

Avvertenza - Gli articoli sono espressione della libera opinione del loro autore e non impegnano in alcun modo la linea editoriale di questo notiziario periodico, gratuito ed amatoriale, realizzato e distribuito in proprio, ad uso interno, dall’addetto alla redazione Fr  Alb. Vac. (E mail [email protected]). Per le notizie (ricavate da interviste, Internet o da vecchi documenti incompleti) dalle quali non siano desumibili il copyright, l’autore, l’editore, la fonte ecc., mi impegno a citare tutti i dati previsti o desiderati, non appena noti e, ove richiesto, ad eliminare, modificare e/o integrare eventuali periodi pubblicati. Serenamente 1

INTER NOS

100!

Quando, nel 2002, iniziai a scrivere questo notiziario ignoravo, ovviamente, quale traguardo avrei raggiunto, non solo per i miei limiti, ma soprattutto per i presumibili imprevisti e/o difficoltà che avrei potuto affrontare, ma essendo un “animo semplice” mi lanciai nell‟impresa senza preoccuparmi eccessivamente del futuro. Sono convinto che il non essermi mai preso troppo sul serio mi abbia aiutato, e mi aiuti, ad andare avanti spensieratamente, gradito in questa mia nuova veste, almeno così sembra, da tanti nuovi amici, oltretutto divertendomi molto mentre scrivo ricercando spontaneità e spensieratezza. Ero, e sono, consapevole di poter contare sui suggerimenti e sui buoni propositi di molti amici, grazie ai quali ho mantenuto vivo il mio entusiasmo, superando alcune difficoltà, rispettando le critiche, anche a quelle mi sembravano eccessive. Non so, ovviamente, se sono riuscito ad affrontare le varie critiche nel modo migliore, ma mi sono sempre impegnato ad affrontarle direttamente perché non amo “mettere la testa sotto la sabbia” magari, non sapendo a che Santo votarmi per non eccedere, chiedendo soccorso ad Angerona la quale con l‟indice sulle labbra protegge il silenzio, ma anche il dolore e la tristezza. Non mi sono mai illuso di essere considerato un importante riferimento, ben conscio che tutti servono, ma nessuno è indispensabile. Spero però di aver aiutato qualche riflessione, di aver dato qualche spunto e di aver fatto passare qualche momento di serenità. Serenamente è un titolo che immaginai subito, dubitando solo se scriverlo con un‟unica parola o “serena mente”. Sembrò un titolo adatto ad un notiziario che voleva proporsi tollerante, sereno e non partigiano; diretto a chi desiderasse riceverlo, anche se a noi estraneo; che riportasse liberamente il pensiero di ogni massone che volesse apparirvi, nonché gli articoli relativi ad argomenti, da chiunque elaborati, riguardanti la nostra Istituzione. Il solo limite che fu identificato fu quello di evitare la pubblicazione di offese, sconcezze e falsità evidenti o di diventarne la risonanza. Non è stata solo farina del mio sacco. Molti sono stati i contributi ed le Tavole che ho ricevuto, tutti importanti per me, anche quelli critici, e diversi, soprattutto a Napoli e a Bari, coloro che hanno voluto contribuire alle spese. Ringrazio affettuosamente tutti e chi mi ha seguito, può intuire a quali Fratelli mi riferisco, perché ho cercato di dare puntualmente notizia dei fatti e dei nomi, questi ultimi velandoli con una sigla, come da nostra tradizione, ad eccezione dei nomi di Fratelli già noti od auto dichiaratisi. Non sono riuscito a pubblicare tutti gli scritti, il limite delle 16 pagine (per alcuni anche troppe) ha imposto l‟archiviazione o la loro pubblicazione “rateale”. Ho pensato di superare questa problematica pubblicando un‟antologia intitolata “I Quaderni di Serenamente”, concepita per essere un libro periodico. Prossimamente uscirà il secondo numero dei “Quaderni”, che come il primo, che fu di circa 200 pagine, sarà inviato gratuitamente per e mail. Chi preferisse il formato cartaceo, potrà richiedere l‟antologia tramite il SOMI, rimborsando il costo di stampa. 100 è un numero come un altro. La razionalità ci ricorda che 100, 500 o 1000 ecc. sono tutti numeri come qualunque altro. Che si festeggino i 18 anni od altri della nostra vita, comunque potremo farlo una volta sola, come per il dono goethiano del nostro secondo paio di guanti bianchi. E‟ vero, ma non esiste solo la razionalità ed alcuni numeri paiono rappresentare traguardi più significativi di altri.

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I 50 anni di matrimonio, i 100 anni di età, i 33 anni compiuti nel Rito Scozzese o i 3 nell‟Ordine sono numeri come altri? Credo di no. Attribuiamo loro, e giustamente, un particolare significato, e mi limito ad un‟osservazione meramente elementare senza considerazioni relative a numerologie, cabale, simbologie o superstizioni. Consentitemi quindi, per motivi squisitamente irrazionali ed autocelebrativi, di esultare idealmente per il traguardo raggiunto, ricordando, però, che ogni traguardo rappresenta anche un nuovo punto di inizio: questo ci insegna la Massoneria. Poiché all‟uomo non è dato di vivere in eterno ed esistono limitazioni fisiche inevitabili al funzionamento del cervello, non fatemi, meglio, non fate, mancare scritti e suggerimenti e, qualche volontario, giovane d‟età o di entusiasmo, si prepari a raccogliere questa fiaccola per mantenerla accesa e portarla oltre le mie capacità, rendendola più splendente di quanto finora non mi sia riuscito di fare. AGDGADU Fratelli e Sorelle, brindo a tutti noi ed al notiziario, alzando idealmente il calice verso il Cielo Stellato mentre sparo cannonate simboliche di polvere forte.

“La cosa migliore è scrivere per la gioia di farlo” (Seamus Heaney)

Progetto P.V.D. (si veda anche il numero 49)

Con questo mese sono iniziate le agapi fraterne serali del martedì, aperte anche a simpatizzanti e conoscenti. Quest‟anno, aderendo ad un‟iniziativa della L.U.F. 1905, frequenteremo con loro il ristorante romano “Cecilia Metella” che assicura parcheggio, spazi consistenti e menù vari ad un prezzo contenuto.

PENSIERI IN LIBERTA’ “ tavole e riflessioni “

Massoneria operativa e speculativa

Articolo di Daniele Mansuino pubblicato in Internet il 24 giugno 2009 nel sito “ALVINTRIP MULTIBLOG – KKK”

<< “Nella stesura dei precedenti articoli sulla Massoneria, mi sono reso conto che l‟espressione “Massoneria operativa” può rappresentare per i lettori un motivo di confusione. Infatti si tratta di un concetto che esaminato dall‟interno della Massoneria appare abbastanza chiaro, ma presuppone la conoscenza di vari dettagli di cui chi si muove all‟esterno del dibattito massonico non ha idea.

Al concetto di Massoneria “operativa” si contrappone quello di Massoneria “speculativa”, ovvero dedita alla speculazione: intesa nel senso di speculazione filosofica o, più genericamente, come un complesso di attività mentali che non ha come corrispettivo nessuna forma di attività fisica.

La prima basilare distinzione tra Massoneria “operativa” e “speculativa” è quindi legata alla pratica del mestiere di muratore: ancora oggi i Massoni definiscono “operativi” i muratori professionisti, e se un Fratello ha da compiere opere murarie in casa sua dice scherzando: “bisogna proprio che mi rivolga agli operativi.” Se la contrapposizione si fermasse a questo sarebbe facile, ma non è così. Innanzitutto, è da notare che non c‟è specularità fra i due termini: “Muratore” può essere usato anche per definire i Massoni “speculativi”, ma non “Massone” per i muratori “operativi”.

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Questo perché una tacita convenzione, rispettata universalmente dagli storici della Massoneria, vuole che i termini “Massoneria” e “Massone” possano essere applicati solo a forme associative posteriori al 1717, anno in cui la Massoneria “speculativa” vedeva ufficialmente la luce, e solo ad organizzazioni più o meno direttamente derivate dalla Gran Loggia d‟Inghilterra. Un tale criterio risulta essere abbastanza valido per semplificare le intricate vicende dei primi anni della Massoneria, ma non altrettanto per chiarire la differenza tra “speculativi” e “operativi”. Per esempio, Logge “speculative”, esistevano già ben prima del 1717; come vogliamo definire le persone che ne facevano parte? Massoni non si può, muratori d‟altra parte non erano, insomma non si sa proprio come chiamarli (c'è chi li definisce "accettati", il che mi ha sempre ricordato la mitica canzone dei Pink Floyd Careful With That Axe, Eugene).

E‟ da notare inoltre che non tutti i muratori del periodo anteriore al 1717 possono essere considerati precursori della Massoneria: infatti non tutti avevano la consuetudine di tramandare “riti di mestiere”, e di regola la definizione di “operativi” è riservata a coloro che li praticavano. Di conseguenza, il concetto di “operatività” è ben lungi dall‟essere fondato sulla semplice attività manuale, e la sua trasposizione nel linguaggio della Massoneria moderna fa sì che i Massoni siano definiti più o meno “operativi” in base alla valutazione del loro modo di rapportarsi con l‟istituzione massonica, o anche della “regolarità” dei rituali con cui lavorano. Poiché su entrambi questi punti non esiste una definizione universalmente concordata di quelli che debbano essere i requisiti ottimali, questo fa sì che il concetto di “Massoneria Operativa” venga di fatto applicato a realtà molto diverse, che possiamo ridurre a due classi fondamentali:

Per i Massoni di indirizzo esoterico, l‟operatività può consistere nella trattazione in Loggia di temi legati all‟esoterismo e nel loro approfondimento. Può anche verificarsi che Fratelli particolarmente addentrati negli studi esoterici propongano con successo strutture aggiuntive alla ritualità standard da praticare in Loggia per rendere il lavoro più “operativo”; notevole a questo proposito è il libro “Principi e metodi di Massoneria operativa”, di cui è autore il Massone anconetano Francesco Brunelli (1958- ).

Per i Massoni di indirizzo sociale, il concetto di “Massoneria Operativa” si fonda sull‟ideale di una Massoneria attenta e partecipe alle vicende della società civile nonché in grado di produrre su di essa interventi significativi, come opere di beneficienza, borse di studio e altre iniziative volte a favorire la diffusione dei migliori sentimenti umani.

A monte di queste opinioni, e non di rado in convivenza con esse, l‟ombra delle antiche gilde degli edificatori di cattedrali accompagna tuttora nel loro cammino i Massoni di oggi, apportando talvolta una specie di sottile disagio nel confrontarsi con i loro precursori del lontano passato: è come se i Massoni, privati della possibilità di operare materialmente con martello e scalpello, si sentissero orbati di qualcosa.

Nel tentativo di dare una spiegazione a questo fenomeno, Réné Guénon ha dedicato pagine di straordinaria bellezza alla distinzione tra maestranza effettiva e virtuale. Partendo dalla premessa che la trasmissione iniziatica della Massoneria è ancora valida, e quindi la ritualità massonica continua a esercitare la sua azione a livello interiore, il fatto che nella muratoria operativa i riti erano integrati da un‟attività manuale avrebbe consentito all‟iniziato di prendere coscienza dei loro effetti; invece nella Massoneria speculativa, privato di tale mezzo di verifica, non sarebbe più in grado di capire esattamente ciò che avviene in lui, né di applicarne gli effetti sul piano della realtà.

Il punto di vista guenoniano, però, è profondamente condizionato dalla visione pessimista del grande esoterista francese. In base alla dottrina indù dei cicli cosmici, Guénon escludeva che la

Serenamente 4 realizzazione iniziatica potesse coinvolgere a qualsiasi titolo il livello sociale: di conseguenza, considerava parimenti impossibile che la Massoneria potesse in futuro evolversi in meglio.

A mio umile parere, la nostalgia dell‟operatività perduta è un pregiudizio che si fonda su un paio di presupposti errati. Primo, l‟idea che la continuità della tradizione muratoria si sia spezzata un certo giorno del 1717, quando un certo numero di nerboruti scalpellini inglesi gettarono improvvisamente gli attrezzi per mettersi a disquisire di filosofia: non c‟è bisogno di sottolineare quanto sia puerile questa versione, e in effetti la storia ci dice che le cose non andarono così. Secondo, la sopravvalutazione delle presunte conoscenze esoteriche detenute dagli operativi; mentre in realtà, stante la scarsità di documenti scritti a tale riguardo e le grandi differenze fra le tradizioni degli antichi muratori nei vari paesi, è molto difficile fornire su questo argomento valutazioni definitive.

Per esempio, alcune gilde praticavano una ritualità esclusivamente “tecnica”, fondata su segni e prese di riconoscimento; altre presentavano forme rituali legate all‟esoterismo; altre ancora non davano segno esteriormente di praticare nessuna forma rituale, ma erano tuttavia composte almeno in parte da esoteristi, come risulta da emblemi, incisioni o statue che erano soliti piazzare in punti strategici delle loro opere.

In ogni caso, quanti oggi rimpiangono l‟operatività delle gilde dimenticano forse che la superiore ricchezza del messaggio massonico rispetto a quello delle altre forme di esoterismo artigiano deve essere ascritta all‟influenza del Templarismo: cioè precisamente da quella stessa componente che determinò la nascita della Massoneria speculativa.

La storia è nota. Dopo che il 13 ottobre 1307 i Templari furono dichiarati in arresto dal Re di Francia, la loro potente flotta (che batteva la bandiera detta Skull and Bones o impropriamente Jolly Roger: il famoso teschio con le ossa incrociate dei pirati) fece vela sulla Scozia, dove sapeva di poter contare sull‟appoggio della famiglia Sinclair.

I Sinclair aiutarono i Cavalieri a sistemarsi e provvidero anche a riorganizzarli militarmente: decisivo fu il loro apporto alla battaglia di Bannockburn, cominciata il 24 giugno 1314, nella quale gli Inglesi furono battuti e si aprì la strada all'indipendenza della Scozia, dichiarata sei anni dopo.

Anche se è certo che dall‟incontro dei Templari con le gilde scozzesi sorsero le prime forme di muratoria speculativa, alcuni si ostinano a dubitarne perché non trovano verosimile la fusione di una forma esoterica guerriera con una artigiana; occorre dire però che le relazioni tra Templari e costruttori presentavano il carattere di una parentela di lunga data, della quale entrambe le parti erano sempre state consapevoli.

E‟ infatti alla figura di San Bernardo di Chiaravalle (Bernard de Clairvaux: 1090-1153) che vanno fatte risalire tanto l‟origine dell‟Ordine del Tempio (materialmente costituito da un suo stretto parente, Hugues de Payns) quanto quella di una delle più importanti gilde muratorie di Francia, i Figli di Salomone; il corpus teorico di questi ultimi si fondava sulla geometria sacra del Tempio di Gerusalemme, ed era tratto da testi ermetici che proprio San Bernardo aveva riscoperto e tradotto.

Dal punto di vista storico i Figli di Salomone non durarono a lungo, ma abbastanza perché le loro concezioni fossero adottate con entusiasmo da numerose altre gilde di “operativi”; si diffusero così in tutta Europa e sicuramente anche in Scozia, che nel tardo Medioevo era legata alla Francia da forti legami.

Niente di più facile quindi che i Templari, ritrovandosi in un Paese straniero decimati di numero e con il loro Ordine disgregato, abbiano trovato naturale appoggiarsi a organizzazioni delle quali Serenamente 5 condividevano gli interessi culturali, e che fornivano loro inoltre l‟inestimabile vantaggio di un‟ampia rete di contatti già saldamente insediata sul territorio.

A questo punto, era fatale che la maggiore ricchezza dell‟esoterismo templare rispetto a quello muratorio causasse il sorgere di Logge in cui esso veniva posto al centro dei lavori, delineando anche la nascita di un sistema di gradi più complesso dei soli due gradi operativi. Era ovvio pure che in Logge di questo genere le arti costruttorie dovessero presto decadere a un ruolo marginale, fino al punto di non essere più praticate.

Si creò in questo modo una rete di Logge speculative che – a quanto sembra – ebbe fin dal principio l‟usanza di intrattenere con gli operativi ben pochi contatti: per quanto da testimonianze anteriori al 1717 risulti che effettivamente sono esistite anche “Logge miste”, la relativa scarsità del loro numero fa supporre che gli speculativi si appoggiassero agli operativi solo fin quando in un dato luogo non erano abbastanza numerosi per poter procedere alla costituzione di Logge autonome.

L‟espansione della muratoria speculativa coincise con quella degli antient degrees, ai quali ho accennato ne I due progetti della Massoneria: “antichi gradi” per la maggior parte dei quali il legame con la pratica operativa era assai indiretto. L‟usanza era di praticarli nelle Logge Azzurre come una sorta di scala al di sopra del grado di Compagno, e ogni Loggia si creava il proprio sistema; studiando le somiglianze e le differenze tra gli antient degrees praticati nelle varie città, gli odierni storici della Massoneria stanno laboriosamente ricostruendo gli esatti percorsi della lenta calata degli speculativi dalla Scozia verso Sud.

Per arrivare fino a Londra, gli speculativi impiegarono circa tre secoli: il primo londinese iniziato a una Loggia speculativa di cui si abbia notizia fu, nel 1646, lo storico e alchimista Elias Ashmole (1617-1692).

Fu proprio la scoperta del ricco patrimonio esoterico che si celava negli antient degrees speculativi a entusiasmare i londinesi, fino a dar loro l‟idea di trasformare quel dormiente complesso di antichi riti in uno strumento magico in grado di influenzare la storia del mondo; idea destinata a trovare espressione compiuta nel 1717, quando la Massoneria speculativa non solo ufficializzò la propria esistenza mediante la costituzione della Gran Loggia d‟Inghilterra, ma per la prima volta rivendicò a sé stessa il primato nei confronti delle Logge operative che l‟avevano generata.

I nostalgici dell‟operatività farebbero quindi bene a ricordare che fu proprio il trascendimento di quest‟ultima a creare le condizioni per cui la Massoneria poté vedere la luce. Senza l‟intervento dei Templari la muratoria speculativa non sarebbe mai sorta, e senza quest‟ultima le forme rituali dei costruttori avrebbero seguito il destino di tutte le altre forme iniziatiche legate ad attività artigiane, delle quali al giorno d‟oggi nessuno si ricorda più.

Tra le varie leggende volte ad accreditare la presunta superiorità della muratoria operativa, un posto importante è occupato dal mito della massoneria operativa in sette gradi. Anche se ovviamente il numero dei gradi non è così importante per determinare il livello di una organizzazione iniziatica, questo concetto vago dà tuttavia l‟idea di una forma esoterica strutturata in modo complesso, dalla quale è automatico concludere che l‟attuale Massoneria in tre gradi avrebbe perso per strada parecchio del suo bagaglio. Ma in realtà non è mai esistito niente di simile, e non sarà fuori luogo concludere il mio modesto articolo con brevi note dedicate alla genesi di questo mito.

La politica di accentramento perseguita dalla Gran Loggia d‟Inghilterra fin dagli esordi destò ben presto il malcontento degli speculativi di provincia, che nel 1725 si concretizzò nella costituzione della Grand Lodge of All England (più nota come Gran Loggia di York; ma il nome è fuorviante, Serenamente 6 perché in realtà aveva questo nome la struttura messa in piedi dalla Gran Loggia d‟Inghilterra per contrastarla).

È storicamente accertato che la nascita della Grand Lodge of All England prese le mosse dal furibondo litigio di due fazioni di Massoni per l‟assegnazione delle cariche che governavano le Logge cittadine. Questo, però, accadeva a York, città storicamente caratterizzata da intensi contatti con la Scozia, in cui già da un paio di secoli aveva preso forma e si era consolidato un sistema di ancient degrees di notevole profondità e completezza.

Il sistema di York in sette gradi (niente a che vedere con l‟attuale Rito di York) era particolarmente efficace dal punto di vista formativo, in quanto caratterizzato dall‟usanza delle Letture (oggi dette Catechismi): si trattava di colloqui tra gli Ufficiali di Loggia in cui le tematiche del grado venivano svolte sotto forma di domande e risposte, determinando un effetto psicologico assai suggestivo.

Contando sul prestigio universalmente riconosciuto al loro sistema, i fondatori della Grand Lodge pensarono bene di spostare la loro battaglia dal piano personale a quello ideologico, anticipando di circa un quarto di secolo le rivendicazioni degli Antients sul diritto delle Logge locali a praticare liberamente gli ancient degrees ; ma il fatto che l‟influenza della Grand Lodge non riuscì mai a spingersi oltre i confini dello Yorkshire avrebbe dimostrato che i tempi non erano maturi.

Dai clamori generati da questa vicenda ebbe origine una serie di equivoci. Dapprima il conflitto tra Grand Lodge of All England e Gran Loggia d‟Inghilterra venne confuso con quello che era in atto tra Logge operative e speculative, poi in conseguenza di ciò il sistema di York in sette gradi venne identificato con quello in uso presso la muratoria operativa.

Può forse sembrare assurdo che questo sia accaduto negli stessi anni in cui i veri operativi in due gradi lavoravano ancora in molte città inglesi; eppure, fino a che punto i pregiudizi di classe avessero separato i Massoni dai muratori risulta da un aneddoto riportato da Neville Cryer. Per quanto sia posteriore di circa un secolo e mezzo rispetto agli avvenimenti che abbiamo appena esposto, può anche servire a dimostrare quanto poco il sistema di York avesse in comune con le autentiche usanze operative.

Nel 1883 un Massone di York, il Fratello Whytehead, andò per caso a visitare una confraternita di muratori della sua città: umili e semplici artigiani che lavoravano al restauro di un edificio. Proprio in quei giorni, Whytehead stava lavorando a una “tavola” sulla Massoneria del Marchio, e pur avendo consultato tutti i possibili documenti, non gli era riuscito di trovar conferma di un dettaglio di cui era sicuro: l‟usanza degli antichi muratori di collocare il marchio dei tagliatori all‟interno e quello dei costruttori all‟esterno. Ebbe quindi un sobbalzo quando vide sfilare davanti a sé due operai che reggevano una pietra recante due marchi sui lati opposti; li interrogò, e da loro ebbe la conferma che l‟usanza da lui cercata invano in dozzine di libri era ancora in uso tra gli “operativi” della sua città, senza che nessun Massone ne avesse la minima idea.

Aneddoti a parte, tutti i documenti disponibili sul sistema di York dicono che fu sempre praticato da Massoni speculativi, e per giunta su un territorio assai ristretto; eppure nulla poté impedire che l‟equivoco crescesse ancora nella seconda metà del diciottesimo secolo, quando l‟Arco Reale divenne uno dei temi fondamentali del dibattito massonico.

Sette gradi nel sistema di York, sette gradi nell‟Arco Reale: non poteva mancare chi proclamasse solennemente che il secondo era derivato dal primo… bugia piuttosto clamorosa non solo perché i due sistemi hanno ben poco in comune, ma anche perché esiste una sterminata documentazione sull‟antica pratica dell‟Arco Reale in luoghi lontani da York e secondo modalità del tutto diverse. Serenamente 7

Il pregiudizio dei sette gradi ha avuto un successo talmente grande da riuscire anche a… proiettarsi indietro nel tempo: difatti, nel 1913, tre Fratelli della Gran Loggia Unita d‟Inghilterra (tra i quali John Yarker, grande esoterista celebre però anche per i suoi eccessi di disinvoltura nell‟applicare il concetto di “successione iniziatica”) “risvegliarono” la… “Massoneria Operativa” in sette gradi, sulla base di una patente del 1638.

Questo Ordine, che esiste tuttora, ha fama di gran serietà, e i suoi lavori sono ricchi di suggestione e bellezza. Il problema, però, è che i suoi rituali sono stati ricostruiti in tempi moderni basandosi sull‟idea che l‟organizzazione originaria fosse in sette gradi: ipotesi non del tutto impossibile perché nulla è impossibile al mondo, ma di sicuro non particolarmente ricca di attendibilità.

Anche l‟esistenza di questi “Operativi”… dell‟ultima ora ha contribuito non poco a trasformare il pregiudizio dei sette gradi in un dogma, il cui obbiettivo è diffondere tra i Massoni il rimpianto verso la “spiritualità” che la Massoneria di oggi avrebbe perduto.

Per quello che può valere, la mia posizione riguardo a questo problema è assai diversa: secondo me, il senso di inadeguatezza che disturba oggi molti Massoni non viene dalla rescissione dei legami con il fantomatico mondo operativo, bensì dal fatto che abbiamo smarrito le chiavi per sfruttare al meglio le potenzialità della Massoneria speculativa. Ho espresso più ampiamente questa idea nell‟articolo I due progetti della Massoneria, dove ho attirato l‟attenzione sulle possibilità di azione magica che si nascondono sotto il velo dei rituali massonici: la loro riscoperta potrebbe restituire alla Massoneria quella funzione operativa che i suoi fondatori avevano previsto, e la schizoide separazione che è stata oggetto di questo articolo svanirebbe nel passato.

Ritorneremmo a essere operativi nel senso che i padri della Massoneria attribuivano a questo termine: gli edificatori di un mondo nuovo, fondato su Libertà, Uguaglianza e Fratellanza. Daniele Mansuino – 2008 (con la collaborazione del Venerabilissimo Fratello Giovanni Domma)”. >>

NDR - Per maggiore informazione ricordo l’esistenza, nella lingua inglese, di due distinti termini: “stonemason” e “freemason”; che nel 1396 comparve per la prima volta il termine “framaceons”, in una licenza concessa dall’Arcivescovo di Canterbury; che la prima Tavola Architettonica (Verbale) di una Loggia speculativa risale al 1599: la RL Mary’s Chapel n. 1 di Edinburgo.

DI TUTTO UN PO' “ leggiamo insieme ”

Antica Massoneria Napoletana

Stralcio di un articolo apparso su Internet il 9 maggio 2010 relativo alla pubblicazione di Ruggiero Di Castiglione “Alle sorgenti della Massoneria - Edizione Atanòr del 1989”

<< “Un sicuro insediamento della massoneria a Napoli, a parte un precedente del 1728 (relativo ad una loggia denominata Perfetta Unione di cui tratteremo poi), può esser fatto risalire al 1745, allorquando un commerciante francese Louis Larnage fondò una nuova Loggia che divenne

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“giusta” nel 1749, quando vi vennero iniziati cinque ufficiali borbonici e successivamente altri dieci fratelli tra cui Francesco Zelaja ed il sacerdote Filippo Nazani Paltoni. Secondo quanto scrive Francovich, la Loggia svolgeva i lavori nel rispetto dei Rituali inglesi con i tre gradi della M. Azzurra (apprendista, compagno e maestro). Nell‟anno 1750 venne eletto Maestro Venerabile lo Zelaja, il quale desideroso di rilanciare l‟Ordine Massonico, avvertiva la necessità di immettere nella Famiglia uomini di alto lignaggio che avessero potuto offrire all‟Ordine protezione e facilitarne l‟azione di proselitismo come Gennaro Carafa,Domenico Venier,il principe di Calvarusso.In questo periodo vengono inseriti ad opera del R+C Charles Radcliff altri gradi detti Superiori o Scozzesi. Nel contempo la Loggia si trasferisce al Palazzo del Marchese Rimise. In questa nuova sede vennero ricevuti diversi ufficiali e nobili di alto rango, fra i quali Gennaro Carafa Principe della Roccella. Nel luglio del 1750 viene iniziato Libero Muratore Raimondo di Sangro Principe di Sansevero, il quale l‟anno successivo assume il titolo di Gran Maestro. In questo periodo v‟erano due distinte correnti massoniche nel regno di Napoli: una formata dai ranghi più elevati della gerarchia militare insieme ai nobili legati alla corte, e che operava con gli alti Gradi,ed una seconda che accoglieva gran parte dei commercianti,inglesi e francesi, ed anche ufficiali di basso rango. La maggioranza di coloro che componevano questa seconda «ala» borghese delle logge partenopee era di religione calvinista, ed era questa ala che era guidata dallo Zelaja. A partire dal momento del riconoscimento di Raimondo come Gran Maestro di tutte le logge napoletane, il Principe si tuffa nella politica del regno, avvicinandosi al Re di cui gode la stima e collaborando alla ristrutturazione dell‟esercito, anche attraverso l‟invenzione di macchine da guerra, del tutto nuove per l‟epoca. Convinto seguace di Bayle, Shaftesbury, Collins e Toland, da cui aveva mutuato i principi di tolleranza religiosa e di libertà di pensiero, il Principe non può fare a meno di coinvolgere nel proprio progetto i magistrati con i quali i nobili rivaleggiavano «negli affari del Regno» procurando grave disagio alla corona, al regno intero, ed offrendo all‟estero motivo di discredito per il Regno di Napoli. Questo aprirsi di Raimondo alla borghesia, questo considerare «nobili» coloro i quali mostrano ingegno, virtù, ed onestà, e‟ di certo dovuto all‟evolversi del suo pensiero massonico. Tale attività la mantenne fino al 1751 anno in cui,Carlo III di Borbone dovette con un editto cancellare le logge napoletane e bandire la massoneria dal regno. Comunque la Napoli di quegli anni è da considerarsi un vero crogiuolo di attività esoteriche, di sodalizi iniziatici di diversa matrice,che, amalgamatisi gradatamente fra loro, originarono un complesso regime esoterico di natura sincretica, dalla prevalente e spiccata matrice italico-egizia- caldaica. E' proprio a Napoli che nacque e prosperò quel centro tradizionale che, secondo Brunelli, “di volta in volta diede manifestazioni di sé attraverso l'ispirazione di fratellanze esoteriche di particolare importanza” a noi noti come "Rito di Misraim, Alta Massoneria, Ordine della Stella Fiammeggiante”; strutture iniziatiche che, come osserva il Kremmerz3, “originatesi dalle scuole magiche osiridee, propriamente di origini italiche, e passate insospettate fino alla seconda metà del secolo XVIII, (sono) ritornate poi nell'ombra della storia, tanto che ora non si sa dove stiano e se ancora esistano”. Ad ogni modo, ancora oscuri e scarsamente documentati appaiono i primi indizi dell'ermetismo di ispirazione egizia nel pensiero del secolo dei "lumi" che, nella Massoneria, troveranno i "segni" più incisivi della loro riscoperta. La fondazione di una loggia con connotazioni egizie, anche se non sicuramente documentata sembra risalire al tempo del vice regno austriaco in Napoli, ma dati più certi si hanno per la metà del XVIII secolo. La notizia è in buona parte confermata da un ms. compilato appena dopo il 1750 da un anonimo Curioso dilettante di novità.

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La particolarità dell'officina napoletana della Perfetta Unione che, come vedremo, assumerà la denominazione di "Primaria Loggia",era quella di far uso di un sigillo caratterizzata da una piramide sormontata dal sole raggiante, davanti alla quale vi era la sfinge, e la rappresentazione della luna crescente sul dorso. Le zampe anteriori poggiano su un ramo di acacia e su di una pietra cubica grezza. Il sigillo in argento, avorio ed oro reca le seguenti leggende: SIG: NEAPOLIT: LATOMOR: FRATERN: PERFETTA-UNIONE... ed all'interno, nel campo superiore la frase :QUI QUASI CURSORES VITAE LAMPADA TRADUNT A.L. 1728 che si traduce in SIGILLO DELLA FRATELLANZA DEI MURATORI NAPOLETANI DELLA PERFETTA UNIONE;COLORO CHE COME CORRIDORI TRASMETTONO LA LAMPADA DELLA VITA. ANNO DELLA LUCE 1728. Il sigillo,che quindi sposterebbe al 1728 l'anno di fondazione della Perfetta Unione,presenta notevoli analogie con una medaglia commemorativa realizzata dai massoni romani nel 1742 durante la permanenza del celebre massone inglese Martin Folkes nella capitale. Infatti, praticamente simili sono i motivi della piramide (per alcuni sarebbe quella romana di Caio Cestio), del sole radiante, della sfinge della luna,del ramo di acacia, della pietra cubica. Tale medaglia era stata realizzata ispirandosi al sigillo della Perfetta Unione napoletana? Oltre ai riferimenti del Francovich, un'altra fonte confermerebbe l'esistenza di una loggia operativa detta della Perfetta Unione in Napoli nel 1728. La notizia è tratta dalle Tavole Barbaia, documento che, nel 1885, attestava la ricostruzione della Perfetta Unione all'Obbedienza del Supremo Consiglio del 33° Grado per la Giurisdizione Italiana sedente a Torino. Nella breve cronistoria che contiene, la Tavola rimanda al 1728 l'origine della Perfetta Unione napoletana. Per concludere i riferimenti alle origini dell'officina partenopea, bisogna far menzione di una patente di legalità che, nel maggio 1728,veniva concessa dalla Loggia Madre di Londra a firma di Lord H.H. Coleraine per una non meglio specificata loggia napoletana. In ogni caso la simbologia del sigillo della Perfetta Unione non pone dubbi sul tipo di "tegolatura" usata nella più antica delle officine partenopee, poi diventata verosimilmente "Primaria Loggia" all' epoca del mandato di Raimondo di Sangro. Non conosciamo da documenti l'impronta data dal principe alla sua loggia che, in breve, per il rilevante numero dei muratori dette origine a gemmazione di altre officine. Nonostante l'esiguità del tempo di venerabile in carica, il Sansevero si adoperò per lo più ad organizzare una struttura di più ampio respiro rispetto al passato, e ad appianare i dissensi interni tra gli orientamenti conservatori di Larnage ed innovatori dello Zelaja. Il Sansevero divise i massoni napoletani in tre Logge: la Di Sangro, la Carafa e la Moncada (dai nomi dei rispettivi venerabili). La Di Sangro, forte di trecento fratelli aveva nel suo interno un nucleo di ispirazione Hiramitica, Rosicruciano, alchimistico e templare,come si evidenzia da alcuni documenti scritti dallo stesso Di Sangro al baroneTschudy. Interessante notare che questa “superloggia” operava col titolo di Rosa d‟ordine Magno, forse con rituali egizi o ebraico-egizi.” >>

VERSO L’ARCANO nello Spirito, percorrendo la Tradizione...

A Mezzanotte in punto della Sorella Mar. Con. Nic. dell‟Oriente di Napoli all‟Obbedienza della SGLNI - Palazzo del Sacramento - Napoli

Carattere e Valore dell’esoterismo massonico Serenamente 10

all’interno di quello occidentale

Secondo Antoine Faivre[1] l‟esoterismo occidentale, da un punto di vista sia storico che contemporaneo, è una dottrina che si basa su sei principi: 1 - corrispondenza analogica tra il microcosmo e il macrocosmo; 2 - l'idea di una natura viva e animica; 3 - la nozione di una serie di livelli cosmici intermedi tra materia e spirito puro; 4 – la consapevolezza della trasmutazione interiore; 5 - la pratica della confluenza delle fonti dottrinali; 6 - il metodo della trasmissione iniziatica.

La definizione, benché corrisponda perfettamente alla descrizione delle forme del classicismo esoterico (alchimia, cabala, ermetismo, teosofia) tuttavia ha lasciato perplessi altri storici delle religioni. Kocku von Stuckrad[2] al riguardo, nota che il sociologo francese, alla luce degli studi più recenti, non considera le derivazioni, le migrazioni e le trasformazioni di questo complesso, e ancora troppo poco noto, aspetto della cultura occidentale. Ad ogni modo, pur rilevandone le imperfezioni, la classificazione di Faivre resta un valido punto di partenza per ogni indagine che intenda seriamente affrontare l‟argomento, il cui studio, peraltro, dopo l‟esemplificazione della New Age, è suscettibile di pericolose riduzioni metodologiche. Tralasciando alcune recenti teorie che si rifanno a questo Movimento, diffusosi negli anni Ottanta dagli Stati uniti all‟Occidente europeo, ma anche altri saggi di rilievo[3], i testi cardine degli studi esoterici restano quelli di Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891)[4], di Rudolf Steiner (1862-1925)[5], fondatore dell'antroposofia, e seguito in Italia da una importa scuola da lui derivata, di Omraam Mikhaël Aïvanhov (1900-1986)[6] che applica il pensiero esoterico alla interpretazione della vita quotidiana. Un discorso a parte, anche in considerazione dell‟influsso che le loro opere hanno avuto sul pensiero contemporaneo, meritano René Guénon (1886-1951)[7] e Mircea Eliade (1907-1987).[8] Del primo citato in tutti gli studi latomistici e, in tal modo, assurto quasi a garante dell‟esoterismo occidentale, benché a tutti gli effetti abbia basato molte sue teorie su quello orientale e medio-orientale, basterà sottolineare la teoria dei Cicli cosmici e il concetto della Tradizione primordiale. Posto che qualunque realtà (macrocosmica o microcosmica) sviluppa determinate possibilità fino al loro esaurimento, che è a un tempo la fine del ciclo precedente e l'inizio di quello successivo, il processo iniziatico si coagula nella ricerca dell‟archetipo del Sacro, immutabile aspirazione spirituale di ogni creatura. Alla luce di questa teoria egli individua le tre vie esoteriche storiche del mondo occidentale nell‟Esicasmo ortodosso,[9] nel Sufismo islamico, e nella scuola massonica di rito scozzese antico ed accettato. Espandendo la teoria della tradizione primordiale in chiave mitopoietica Mircea Eliade formula la concezione delle ierofanie, considerate come espressione simbolica del Sovrannaturale e del trascendente, ma non oppositiva alla Storia che, benché vista come sequenza del tempo lineare e contingente, resta lo spazio delle sue manifestazioni.[10] Entro la polarità del Sacro-Profano il mito, garante del valore originario del Simbolo, trova nella storia una fenomenologia, che per quanto polimorfica ed eterogenea, si rivela strutturata

Serenamente 11 sull‟archetipo che resta il suo nucleo fondante, in grado di riattualizzare le vicende cosmogoniche, ovvero la realtà sacra del tempo primordiale, entro gli spazi quotidiani.

*** Dopo questa breve premessa storico-letteraria, ritornando alla definizione di Antoine Faivre, appare chiaro come, generalmente, l‟esoterismo, nella cultura occidentale e contemporanea, sia percepito come una dottrina segreta, tramandata spesso in forma orale, praticata da una elìte, rigorosamente isolata, per qualità e funzione, dal gruppo sociale, mediate un rito iniziatico esclusivo. La figura che, in ambito antropologico, sembra corrispondere a questa definizione è quella dello sciamano che, in qualche caso, e in specie nella cultura classica, assume anche il ruolo di capo sociale e spirituale del gruppo. Per l‟antropologia culturale lo Sciamanesimo, indica l'insieme delle credenze magico - religiose, esercitate da un determinato individuo, in grado di interpretare e risolvere i possibili conflitti della comunità o del singolo, attraverso l'asserita capacità di transfert in una dimensione estatica.[11] Nell'insieme, il suo è un ruolo positivo, anche se in qualche caso, si pone come figura ambigua, non fosse altro che per la sua diversità in rapporto con gli altri membri del gruppo. Restando nell‟ambito occidentale, rientrano in questa categoria i sacerdoti, appartenenti ad una riconosciuta confessione religiosa, i re che fondano il loro potere su una ascendenza o per lo meno su una volontà divina, e tutti quegli individui che, in seguito ad un rito di iniziazione, si sono posti in una alterità esoterica e sacrale rispetto alla comune concezione del mondo fisico.

*** Partendo da questa ultima affermazione si può cominciare a discutere dell‟esoterismo massonico. Il libero muratore, appartenente ad una obbedienza regolare (ma anche sul concetto di regolarità massonica ci sarebbe da discutere) è di fatto un iniziato, condizione che ha ricevuto per trasmissione diretta durante uno specifico rito che lo ha trasformato in un homo novus, sottoposto ad una normativa, da un lato, tabuizante (il silenzio, il segreto, etc), dall‟altro esclusiva e privilegiante (linguaggio, gestualità, pensiero simbolico) e che, a differenza del profano, persegue un percorso alternativo di conoscenza, assunto come forma esistenziale e tendente al miglioramento di “un sé stesso” inteso come cellula attiva e vitale dell‟Umanità, a sua volta considerata, nel suo complesso, senza limitazioni di spazio e di tempo. Tuttavia, poiché come si è detto la Massoneria speculativa è solo una delle scuole esoteriche occidentali, appare evidente che la sua dottrina, pur radicata in un ambito disciplinare comune alle altre, presenti alcuni caratteri distintivi che si rifanno direttamente alle sue origini storiche. Come è noto la Gran Loggia di Londra, nasce il 24 giugno 1717, con uno scopo precipuamente morale, codificato in seguito nelle Costituzioni di James Anderson, che, fatto di non secondaria importanza, era un pastore anglicano. Infatti l‟idea di superare le divisioni confessionali, che fino ad allora avevano insanguinato l‟Europa a causa di guerre dinastiche e fratricide, considerando la morale e la religiosità la base comune dell‟intera umanità, era una posizione a dir poco rivoluzionaria. Illuminante, in tal senso, è il Titolo primo delle Costituzioni: “Un Massone è tenuto, per la sua condizione a obbedire alla legge morale; e se egli intende rettamente l'Arte non sarà mai un ateo stupido né un libertino irreligioso. Ma sebbene nei tempi antichi i Muratori fossero obbligati in ogni Paese a essere della religione di tale Paese o Nazione, quale essa fosse, oggi si reputa più conveniente obbligarli soltanto a quella Religione nella quale tutti gli uomini convengono, lasciando a essi le loro particolari opinioni; ossia, essere uomini buoni e leali o uomini di onore e di onestà, quali che siano le denominazioni o confessioni che servono a distinguerli; per cui la

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Massoneria diviene il Centro di Unione e il mezzo per annodare una sincera amicizia tra persone che sarebbero rimaste in perpetuo estranee”. Questo originale concetto di fratellanza poneva i presupposti di una struttura sociale basata non solo sul principio dell‟eguaglianza di ogni uomo di fronte alla Legge (progetto morale), ma anche sul diritto di ogni uomo a migliorare economicamente la propria condizione, in rapporto alle proprie capacità (progetto sociale). Nella visione dei suoi fondatori l‟idea di creare una Massoneria in grado di esercitare un‟influenza sulla società non contrastava con il concetto di scuola esoterica: la loro fonte di ispirazione erano le opere di John Dee[12] (1527 – 1608) e degli Ermetisti rinascimentali soprattutto di scuola italiana[13], per i quali realizzazione iniziatica e affermazione nel sociale andavano insieme. Anzi il loro, nemmeno tanto occulto, disegno era quello di utilizzare le potenzialità magiche dei simboli massonici, attraverso i quali è possibile compiere nel microcosmo della Loggia operazioni suscettibili di ripercuotersi e causare effetti sul macrocosmo del mondo. Se all‟inizio, almeno utopisticamente, i due progetti, giustificati anche dallo sviluppo del progresso scientifico, andarono di pari passo, non sfugge a nessuno che dopo la Rivoluzione francese, e con una notevole accelerazione dopo l‟avventura napoleonica e la formazione degli Stati Nazionali nel diciannovesimo secolo, quello sociale, con l‟unica eccezione della Scuola napoletana,[14] prese di fatto il sopravvento, riducendo l‟esoterismo dei Lavori di Loggia, ad un mero protocollo rituale, erede della vocazione antiquaria di una minoranza ancorata alla tradizione speculativa di stampo medioevale ed alchimistico. Al riguardo si cita il giudizio spregiativo della Massoneria britannica che, a seguito di queste trasformazioni, definiva le altre fringe Masonry (massoneria di frangia). Solo nell‟ultimo quarto del Ventesimo secolo, la Massoneria morale sembra aver ritrovato vigore, riportando al centro del lavoro latomistico innanzi tutto gli studi sapienziali e, di conseguenza, un atteggiamento squisitamente esoterico. Non sfugge a nessuno, tuttavia, come l‟operazione, rapportata al contesto culturale dei nostri giorni, possa presentare più di un rischio ed apparire, al di fuori dell‟ambito letterario, veiellitaria e per di più priva di solide basi.[15] Di fronte al crescente interesse del mondo accademico per quello che viene, con una espressione forse abusata, definito il “paradigma esoterico”[16] e sul quale si indaga con gli strumenti dell‟epistemologia sociale e religiosa, qual è, nel suo specifico, l‟esoterismo massonico? Quando non si voglia rifarsi a Guénon, il cui approccio con la Massoneria, del resto, è stato alquanto marginale, l‟unica risposta può darla soltanto il corpus dei rituali che, lungi dall‟essere un codice di formule e prescrizioni cerimoniali, è l‟espressione di un linguaggio universale fondato sul Simbolo, inteso come sistema evocativo del pensiero metalogico. Una scuola che si prefigge come fine la ricostituzione dello spirito di Fratellanza tra tutti gli uomini non avrebbe potuto scegliere strumento e metodo operativi migliori. La dimensione simbolica, per dirla con Emile Durkheim, costituisce il cemento della società. Il Simbolo, mediante le credenze e i rituali condivisi, da un lato consente la comunicazione tra i suoi membri; dall‟altro genera emotivamente un consenso morale che unisce, crea vincoli reciproci e consente di identificarsi in una collettività in grado di trascendere la solitudine e lo spaesamento provocati dalle categorie del tempo e dello spazio.[17] In una società sempre più asservita alle logiche di una economia astratta e teorizzante, il pensiero simbolico resta uno degli ultimi baluardi della identità culturale e dell‟equilibrio umano. “L‟uomo è un animale simbolico”, afferma Ernst Cassirer, considerando la sua capacità di innalzare a linguaggio metaforicola rappresentazione dell‟interno universo che altrimenti gli resterebbe estraneo; e includendo in questa categoria il rito stabilisce sostanzialmente l‟ermeneutica di una pratica che affonda le radici nella dimensione primordiale: “Il simbolo non è il rivestimento meramente accidentale del pensiero, ma il suo organo necessario ed essenziale. Esso non serve soltanto allo scopo di comunicare un contenuto concettuale già bello e pronto ma è lo strumento in virtù del quale questo stesso contenuto si costituisce ed acquista la sua compiuta determinatezza.

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L'atto della determinazione concettuale di un contenuto procede di pari passo con l'atto del suo fissarsi in qualche simbolo caratteristico.[18] Di fronte alle contestazioni che il pensiero simbolico sia solo il prodromo di quello razionale che ne costituirebbe la naturale evoluzione, la Massoneria, proprio in questo momento storico che segna il rifiorire dell‟interesse esoterico, può opporre la sua secolare tradizione e affermare con il filosofo tedesco che “La ragione è un termine assai inadeguato per comprendere tutte le forme della vita culturale dell'uomo in tutta la loro ricchezza e varietà. Ma tutte queste forme sono forme simboliche. Per conseguenza, invece di definire l'uomo animal rationale, possiamo definirlo animal symbolicum. Così facendo indichiamo ciò che specificamente lo distingue e possiamo capire la nuova strada che si è aperta all'uomo, la strada verso la civiltà”.[19] Se il simbolo e la pratica del rito, secondo i più recenti studi dell‟antropologia culturale, sono il prodotto di una particolare forma dell'esperire, che non è separata dalla conoscenza razionale, ma anzi ad essa è strettamente associata, tanto da costituire l‟integrità del pensiero umano,[20] allora l‟esoterismo massonico, all‟interno della simbologia rituale, in quanto fatto collettivo e indipendente dagli stati individuali, assume un carattere cognitivo e morale che rimanda alla intuizione del Sacro o di quella Tradizione primordiale che giustifica il rito stesso, la cui vera funzione è quella di aiutare l‟umanità nel difficile cammino della vita.

[1] Antoine Faivre, L'ésotérisme, Paris, PUF, 1992. Edizione italiana: L'esoterismo: storia e significati; Carnago: SugarCo, 1992. Antoine Faivre (Reims, 5 giugno 1934) è stato il primo titolare di una cattedra di Storia dell'esoterismo occidentale all'École Pratique des Hautes Études, della Sorbona.

[2] Kocku von Stuckrad, Saturno e la Malinconia. Studi di storia della Filosofia naturale, Torino, Einaudi, 1983. Kocku von Stuckrad è docente di Storia delle filosofie ermetiche ad Amsterdam.

[3] Gershom Scholem, I segreti della creazione (1935), trad. it. a cura di G. Bemporad, Adelphi, Milano 2003; François Secret, I cabalisti cristiani del Rinascimento (1964), Arkeios, Roma 2001; Frances Yates, Giordano Bruno e la tradizione ermetica (1964), Laterza, Roma-Bari 2006: Alexandre Koyré 1957, Dal mondo chiuso all'universo infinito (1957), Feltrinelli, Milano 2003; Henry-Charles Puech, Sulle tracce della gnosi, Adelphi Milano 2003.

[4] Helena Petrovna Blavatsky, La Dottrina segreta (1888), ETI, Vicenza 1990. Per la fondatrice della Società Teosofica l'esoterismo è una sintesi di tutte le filosofie, di tutte le religioni, capace di svelare gli arcani dell'Universo e dell'Assoluto.

[5] Rudolf Steiner, La scienza occulta nelle sue linee generali (1901), Milano, Ed. Antroposofica, 2002. Secondo il filosofo austriaco l'esoterismo è una scienza spirituale, in grado di investigare i mondi soprasensibili attraverso le facoltà della chiaroveggenza.

[6] Omraam Mikhaël Aïvanhov, Pensieri quotidiani (1951), Edizioni Prosveta, Fréjus 1996.

[7] René Guénon, La nascita mistica, riti e simboli d'iniziazione (1959), Brescia: Morcelliana, 1988; [8] Mircea Eliade, Il mito dell’eterno ritorno (1949), Borla editore, Roma 1989

[9] L‟Esicasmo (da esychía, „quiete‟) è una corrente della spiritualità cristiano-orientale di stampo prevalentemente monastico originata dai Padri del deserto e dalla Scuola del Monte Sinai (VI –VII secolo).

[10] Mircea Eliade, Trattato di Storia delle Religioni (1964), Bollati Boringhieri, Torino 1999 [11] Mircea Eliade, Lo Sciamanesimo, Ed. Mediterranee, Roma, 1990; Claude Lévi-Strauss, capitolo Lo stregone e la sua magia in Antropologia strutturale, Il Saggiatore, Milano, 1966

[12] Del filosofo e matematico inglese si citano sopratto Monas hieroglyphica (1564) e Propaedeumata aphoristica (1568 ).

[13] A titolo di esempio si cita Il mondo magico de gli Heroi ( Milano 1605) dell‟ermetista senese Cesare della Rivera, sul cui concetto di albero della vita è improntato molto del simbolismo di Rito scozzese antico ed accettato, a cominciare dal motto Ordo ab Chao. Serenamente 14

[14] Fondata secondo la tradizione da un gruppo di ebrei provenienti dall‟Egitto, all‟epoca augustea, avrebbe operato autonomamente, seguendo un sapere ermetico di tradizione orale, in seguito ritualizzato da Cagliostro, nella zona di Piazza Nilo, fino alla metà del secolo XIX quando confluì nella Massoneria, con i riti di Riti di Memphis, Misraim e della Massoneria Egiziana.

[15] Giuseppe Giordan (a cura di), Tra religione e spiritualità. Il rapporto con il sacro nell'epoca del pluralismo, FrancoAngeli, Milano 2006

[16] Pierluigi Zoccatelli, New Age, ed Elleci, Roma 1997.

[17] Emile Durkheim, Le regole del metodo sociologico (1893), ed. italiana Einaudi, Torino 2001.

[18] Ernst Cassirer, Filosofia delle forme simboliche, (1929), ed. italiana, Sansoni, Milano 2004.

[19] Ernst Cassirer, Saggio sull‟uomo, (1944), Armando editore, Roma 1968

[20] Carlo Tullio Altan, Soggetto simbolo e valore . Per un' ermeneutica antropologica Editore Feltrinelli, Milano 1992.

IPSE DIXIT

Le obbedienze massoniche sono non credenti? Articolo di Francesco Arouet pubblicato sul bimestrale di cultura laica “Non Credo” n.1

Provengo da una famiglia di massoni francesi che vennero in Italia al tempo del Bonaparte portando dalla Francia gli ideali dell‟Illuminismo e della Rivoluzione operata contro l‟assolutismo ed il secolare sfruttamento da parte dell‟aristocrazia e del clero cattolico. Essi esportarono questi valori nell‟Italia dei Borboni e dell‟oscurantismo pontificio, ma di entrambi i regimi dovettero poi sperimentare i rigori dei tribunali e delle carceri. Poi, anche con il loro contributo, venne l‟Unità, ma successivamente sopravvenne anche il fascismo i cui rigori non affievolirono gli ideali dei miei patres, finché anch‟io, come loro, feci la mia scelta massonica laica, illuministica, etica. La massoneria ha molte anime, speculative ed operative, che coesistono. Vi sono quella iniziatica, quella esoterico-simbolistica, quella ritualistica, ma personalmente debbo dire che esse non mi tentano particolarmente, e quando nella mia vita ho cercato l‟iniziazione alla più profonda spiritualità ed alla ricerca e conoscenza di me stesso, le ho perseguite con un percorso esistenziale, che dura da molti decenni, nel buddhismo meditativo indiano, certamente almeno agnostico. E con riguardo all‟anima spiritualistica della massoneria, da ex militare, riconosco al ritualismo la virtù di saper solennizzare un dato momento, purché poi segua il contenuto fondante. La ripetitività fine a se stessa di procedure verbali, comportamentali e di riti può facilmente demotivare, con il rischio anche di banalizzare i riti stessi.

I valori fondanti - Perché sono allora entrato nella massoneria? Ebbene, i valori fondanti per me sono sempre stati le altre tre anime originarie di questa antica istituzione. L‟Illuminismo, con la sua

Serenamente 15 libertà di pensiero, l‟autonomia della coscienza, la forza dei dubbi della ragione, la laicità dello Stato ed il rifiuto di ogni dogmatismo, specialmente se religioso o confessionale. Altro valore fondante è l‟etica: il primato dell‟etica laica, la tolleranza, l‟onestà intellettuale, il disinteresse nella fratellanza. Ed il terzo, è la visione risorgimentale, democratica e liberale, dell‟unità nazionale, di quando i miei fratelli massoni di allora sventolavano il tricolore sulle barricate e sapevano cadere sotto i plotoni di esecuzione austriaci, borbonici e pontifici, per quei valori di popolo e patria in cui mi riconosco anch‟io.

Libertà - Le riunioni massoniche dovrebbero consacrare condivisione di appartenenza coniugata alla libera manifestazione delle differenti istanze interiori. In nessun posto, come in una officina massonica, si dovrebbe respirare libertà ed esprimere le proprie idee in rispettosa libertà. Ma ciò avviene? Ricordo sempre un giudice che all‟apertura di un‟udienza penale per omicidio ordinò ai carabinieri “Togliete i ferri all‟imputato, egli qui, in questa aula, è deve essere un uomo libero”. Fu una frase che mi lasciò il segno. E quanto a libertà di coscienza ogni officina deve avere la stessa sacralità di quell‟aula di tribunale.

Dogmi metafisici - Ed allora, anziché impelagarci in irrisolvibili scontati dilemmi metafisici quali “Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo?”, la domanda che ci dovremmo porre è “Chi vogliamo essere?”, alla quale, oltretutto, siamo ampiamente in grado di rispondere, a differenza di quelle precedenti. Ma qui entra in scena il GADU, acronimo che sta per “grande architetto dell‟universo”, metafora aggregante e probabilmente anche eticamente motivante, aldilà poi delle personali convinzioni filosofico-scientifiche di ciascuno e della personale esperienza di vita. Ma il GADU rimane di per se una credenza, e quindi un vincolo, una arbitraria strettoia culturale imposta ai massoni esattamente come un dogma, indimostrato, perentorio e calato dall‟alto, con o senza il quale etica e vita non cambierebbero affatto. La massoneria francese ha tolto questo vincolo già da un secolo e mezzo, accettando e riconoscendo al suo interno la piena libertà di ateismo, ma l‟Italia è ancora ben lontana da questa autonomia e maturità etico-culturale.

Dio o non dio, che cosa cambia? - Ricordandoci l‟enciclica di Pacelli del 12 marzo 1950 “Combattere la propaganda ateistica”, lo scorso anno il capo, si dice “gran maestro”, di una delle due principali massonerie italiane ha fatto una serie di dichiarazioni perentorie, quali: “la massoneria non ammette gli atei”, poi che per i massoni è indispensabile “la credenza in Dio” e anche che “i massoni sono liberi di esprimere la loro spiritualità nelle forme religiose che ritengono”.

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Religiose? Sì, ha detto proprio “religiose”. E quelle non religiose? Dove va a finire la conclamata laica libertà di pensiero e di opinione? E le tante vie dello spirito per l‟uomo che le vive in senso non trascendente (pensiero, filosofia, ascesi, catarsi, illuminazione, arte), per poter esprimere spiritualità dovrebbero necessariamente prendere a prestito una qualche religione esistente o inventarne un‟altra ancora, come se non fossero già troppe? E quanto all‟ateismo tanto ostracizzato dalle massonerie italiane, non sarebbe male che una volta tanto lo definissero. Che cosa si vuole intendere per ateo? Potrebbe essere una definizione ambigua e variabile a seconda che si inquadri la valenza semantica del termine in un ambito religioso-rivelazionista ovvero filosofico-epistemologico o infine popperianamente scientifico. Chi è l‟eponimo di quell‟ambito, anche apofatico, di pensiero “ateo”? Chi dovremmo ammettere o condannare tra Democrito, Eraclito, Empedocle e Feuerbach, il Buddha, Spinoza, d‟Olbach o tra Engels, Nagarjuna, Leopardi, Russel o Einstein, Hawking, Freud e Jacques Monod? E‟ sempre lo stesso ateismo? E che dire di certe espressioni di meister Eckhart? Panteisti e ilozoisti sono atei e vanno allontanati dalla massoneria? E l’apeiron lo definiamo “provvidenza”? I cattolici che bruciavano vivi i dissidenti non erano atei e credevano in dio, e così i kamikaze islamici di oggi, eppure … La Virtù che l’homo massonicus cerca non dimora nei dogmi. Lascio ad altri perciò il problema della divinità poiché, come i massoni, il nostro vero credo di Nicea, in cui tutti ci riconosciamo per tradizione storica e convinzione umanistica, è “Libertà, Uguaglianza, Fratellanza”.

Fraternità – Sulla libertà ho espresso quello che penso. Per la fratellanza vorrei dire che essa non deve significare necessariamente amicizia. La fratellanza emana dall‟etica, è un comportamento dovuto verso tutti sulla base di un principio universale, laddove l‟amicizia e invece un sentimento, quindi su base emotiva e di affinità, cui non si può comandare, e che potrebbe anche, ahimè, a volte implicare e motivare un solidarismo non proprio imparziale. La fratellanza, come l‟etica, quella socratico-kantiana, è invece neutra e non conosce il “cui prodest”. E nella fratellanza includi anche il nobile spirito ed i principi etici della Cavalleria, con il rispetto dell‟avversario fino all‟estremo della sua protezione e del suo soccorso, se necessari. Una grande lezione al riguardo me l‟ha data l‟onore delle armi che l‟esercito britannico volle rendere a mio padre e a tutto il suo contingente, dopo mesi che sparavano per uccidersi. Val la pena di ricordare, al riguardo, che la fratellanza è figlia del senso di umanità, così come la massoneria è anch‟essa una figlia dell‟Umanesimo. Non sarà male, perciò, se sapremo abbeverarci a quella fonte cavalleresca, sapendo vedere nell‟avversario, e perfino nel nemico, un uomo con tutti i suoi diritti e i suoi valori, capace di gioire e soffrire esattamente come noi.

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Uguaglianza - Resta l‟uguaglianza. Al riguardo ritengo che essa non contempli affatto le due categorie: quella dei più uguali e quella dei meno uguali. Dico questo perché penso che finché ci sentiremo e ci comporteremo da “diversi” rispetto a quelli che noi chiamiamo “profani”, cioè i non massoni, non avremo realizzato la proclamata uguaglianza. Vivendo oggi, in un Paese sicuramente libero, democratico ed al riparo dalle antiche persecuzioni autoritarie o cattoliche, appare come un errore portare avanti un clima da setta, di segretezza o anche di abusata riservatezza. Questo si che contribuisce a giustificare l‟errato ma diffuso (anche ad arte) pregiudizio che, secondo alcuni, e neppure molto disinteressati, ci discriminerebbe come collusivi, proclivi all‟intrigo o al favoritismo di congrega. Io la segretezza da militare l‟ho dovuta conoscere in ruoli speciali ed anche rischiosi, ma nella vita normale mi fa davvero sorridere. Noi dobbiamo essere degli “uguali”, andando perciò a proclamare all‟esterno i nostri valori, e questo non lo si può fare restando degli “incogniti”: dobbiamo mostrarci con la forza del nostro esempio di cittadini liberi, etici e tolleranti, diffondendo e difendendo i nostri ideali, invitando i cosiddetti profani a conoscersi meglio e, forse, ad unirsi a noi. E‟ così che potremo abbattere tutti i vieti ed ingiusti pregiudizi che alitano sulla massoneria. E vorrei tanto vedere i nostri labari sfilare, assieme al Tricolore, nelle solenni ricorrenze della Storia Nazionale e davanti al Milite Ignoto, come alfieri e testimoni di storia e valori, come avrebbero fatto i nostri padri fondatori a cominciare dall‟ateo dichiarato Garibaldi, ben due volte eletto capo della massoneria italiana, e poi Mazzini, Cavour, e quindi tutti i massoni e carbonari che fecero il nostro Risorgimento, riuscendo così a darci finalmente, con fede e sacrifici, un‟unica patria.

E allora? - Per concludere, se per non credente deve intendersi il non appartenente ad una religione teistica istituzionalizzata, dogmatica e gerarchica, allora sì, il massone in Italia è in buona percentuale un non credente a cui, però, purtroppo viene imposto di dichiararsi deista, cioè credere necessariamente in un dio, a differenza della Francia forte di più coerenti e mature tradizioni filosofiche, e gli viene anche imposto di svolgere i lavori di loggia sotto l‟altro patronato del vangelo di san Giovanni esposto con grande evidenza nel posto d‟onore, con buona pace sia dell‟insuperabile antropomorfismo del dio cristiano, ben lontano dalla voluta ed anche nobile astrattezza del GADU, sia dalla conclamata libertà di religione che viene così, nei fatti, mortificata se non esclusa. Quindi direi che il massone italiano è sì un non credente animato da un‟anima sicuramente laica, ma, almeno, stando agli statuti delle varie obbedienze, diviene religioso quando si lascia prendere dalla para-religione di certe autoreferenzialità delle istituzioni massoniche. “Tutte le teorie sono ipotesi e tutte possono essere fatte cadere” (Karl Popper) “Che nessuna tesi venga sostenuta con convinzione maggiore di quella concessa dalle prove su cui si fonda” (John Locke)

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BREVI NOTE

Documenti massonici in Vaticano

Articolo tratto da “La Voce dell’Apprendista” n. 4 edito da Gran Loggia Unita Meridionale degli Antichi Liberi ed Accettati Massoni dell’Italia Meridionale

“ In archivi vaticani scoperti documenti di una loggia ritrovati da storico Giovanni Miccoli, riguardano 1880-1887”.

Roma, 23 gen. - (Adnkronos) – Negli archivi vaticani sono custoditi anche i fascicoli di una importante confraternita massonica italiana. Si tratta delle carte provenienti dalla loggia «Giuseppe Mazzoni» di Napoli, relativi soprattutto agli anni 1880-1887, ma con materiale anche precedente a questo periodo. Il ritrovamento è stato fatto nell'Archivio degli Affari Ecclesiastici Straordinari dal professor Giovanni Miccoli, emerito di storia della Chiesa all'Università di Trieste, che si è servito anche di questa documentazione inedita per la stesura del saggio «Leone XIII e la massoneria», apparso sulla rivista «Studi storici». «Resta da capire quando e in qual modo i documenti della massoneria napoletana sono arrivati in Vaticano», sottolinea Miccoli, ipotizzando che provengano da una loggia disciolta oppure siano il frutto di una qualche sottrazione.

La scoperta negli archivi vaticani testimonia, tra l'altro, come il Papato di Leone XIII (1878-1903) considerasse la «setta massonica» la responsabile della perdita del dominio temporale e guardasse con preoccupazione agli orientamenti di politica ecclesiastica del governo italiano, dove non pochi erano gli affiliati alla massoneria. Di fronte a questo attacco, il Vaticano reagì non solo con la promulgazione di encicliche (ad esempio la «Humanum genus» di Leone XIII del 1884) ed altri atti ufficiali, ma anche arruolando informatori e infiltrati in grado di fornire alla Curia romana notizie di prima mano sull'attività e i propositi della massoneria italiana e delle associazioni radicali ad essa variamente collegate. (segue) (Sin-Pam/Gs/Adnkronos) 23-GEN-07 12:53

(Adnkronos) - La stessa documentazione di origine massonica presente in maniera «non irrilevante» negli archivi vaticani, osserva il professor Miccoli, «suggerisce un impegno di acquisizione di documenti autentici in grado di fornire informazioni precise». Nell'Archivio degli Affari Ecclesiastici Straordinari Miccoli ha ritrovato, ad esempio, un'ampia raccolta di informative, riguardanti fatti tra il febbraio e il luglio 1888, trasmesse da un personaggio che rivendica oltre dieci anni di servizio alla Santa Sede «in mezzo a malfattori di ogni risma», lamentando poi però il suo licenziamento. Presuppone l'esistenza di numerosi informatori vaticani anche la lunga relazione del cavaliere Augusto Carcani del 21 luglio 1889, sulla cerimonia di Campo dei Fiori, a Roma, per l'inaugurazione del monumento a Giordano Bruno, dove, tra l'altro, si dà precisa indicazione di quali finestre della piazza risultino illuminate e imbandierate, quali socchiuse e quali chiuse, nonché dei loro abitanti e si offrono molti nomi dei membri delle delegazioni presenti. Lo stesso può dirsi dell'accuratissima «distinta degli individui che hanno preso parte alle feste per l'inaugurazione del monumento a Giordano Bruno», predisposta dalla gendarmeria pontificia ma che non può non aver comportato molti collaboratori esterni.

Caratteristiche simili presenta la dettagliata relazione, non firmata, del 28 marzo 1888, sullo «stato presente delle Società segrete, Circoli e Associazioni politiche radicali esistenti in Roma».

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Fusione GL Regolare Indipendente e GL Madre CAMEA

Articolo di Gennaro Ruggiero pubblicato su Internet da “Il Pensiero, l’informazione Liberale on line – www.ilpensiero.eu” in data 25 giugno 2010

< “La Gran Loggia Regolare Indipendente d'Italia fondata nel 1974 e la Gran Loggia Madre Camea fondata nel 1958, in virtù del "Progetto Perfetta Unione", hanno deciso di fondersi in solo "Gran Loggia Madre Camea". Sabato 19 giugno 2010 la data storica della fusione. La Gran Loggia Madre Camea, quindi varcherà i confini della massiccia presenza della "Fratellanza in Italia", cercando di cancellare la macchia delle devianze quasi tutte nate dalle vecchie istituzioni massoniche italiane, dalla “P2” alla forte crisi del GOI. "La forza della Massoneria è il Massone,la forza del Massone è la Massoneria,il peggior nemico della Massoneria e del Massone è il falso massone". Sono le parole di Roberto Amato, grado 3.33.95, Gran Maestro del Grande Oriente Federale d'Italia, che aggiunge: “La Massoneria: la Luce della Conoscenza contro le tenebre dell‟ignoranza, della volgarità, dell‟odio e della falsità.” Non dimenticate mai il precetto "non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te stesso", ed imparate bene l'altro precetto che la Libera Muratoria crede doveroso di aggiungere; "fai agli altri tutto il bene che vorresti gli altri facessero a te". Quindi sabato un grande evento storico per la "massoneria italiana". La nascita di una grande forza unita. Amato aggiunge ancora: La Massoneria contro i mali del mondo! Gennaro Ruggiero www.gennaroruggiero.com” >

ABBECEDARIO

L’alleanza tra Chiesa Anglicana e Massoneria inglese Uno stralcio da un articolo di Arnaud De Lassus apparso su Internet il 9 maggio 2010 “Nata in seno al protestantesimo, la Massoneria inglese ha sempre intrattenuto buone relazioni con la chiesa anglicana. Ecco due testimonianze di massoni a questo riguardo. Parlando dei landsmarks (i «limiti») o regolamenti generali della Massoneria inglese stabiliti dal suo fondatore Anderson, Albert Lantoine ha scritto: «Questi landsmarks sono stati creati per affermare la stretta alleanza della Massoneria inglese con la chiesa protestante. La loro comunione, che data da due secoli, non è mai smentita [...]. In Inghilterra, fin dalla sua nascita, la Massoneria è serva della chiesa (anglicana) e dello Stato» .

Nel suo libro Universalisme et Franc-maçonnerie («Universalismo e Massoneria»; Vitiano, 1963), Joannis Corneloup conferma questa alleanza quasi costituzionale tra la chiesa anglicana, lo Stato e la Massoneria: «Da quell'epoca (le guerre napoleoniche) data, in Inghilterra, la triplice alleanza non scritta - ma reale - tra la dinastia, la chiesa anglicana e la Massoneria, alleanza che non ha Serenamente 20 mai smesso di essere effettiva fino ai nostri giorni».

Alla testimonianza dei massoni Albert Lantoine e Joannis Corneloup, aggiungiamo quella di Stephen Knight (1951-1985), il quale pubblicò, nel 1984, un libro ben documentato sulla Massoneria inglese: «Per oltre duecento anni, la chiesa anglicana è stata un bastione della Massoneria. Tradizionalmente, il fatto di affiliarsi alla Massoneria e di salire di Grado è sempre stata la chiave per far carriera in questa chiesa. La situazione sembra essere cambiata in questi ultimi vent'anni; oggi, il numero dei massoni anglicani è diminuito, ma resta sempre elevato. Secondo un'inchiesta recente, oggi ci sono molti meno vescovi (anglicani) massoni che negli anni '50, in cui sarebbe stato difficile trovare un mezza dozzina di vescovi non massoni».

Sopra: re Giorgio VI d'Inghilterra (1895-1952) con le insegne massoniche di Gran Maestro della Gran Loggia Unita (1939). Egli venne iniziato alla “Naval Lodge n. 2612” nel dicembre del 1919

Quante Massonerie?

Conosciamo tutti abbastanza bene la situazione italiana, così ricca di esperienze massoniche differenti da sembrare come quel Parlamento italiano nel quale l‟eccessiva proliferazione di Partiti politici, e la necessità di accontentarli tutti, finì con il creare i guasti che conosciamo e l‟impossibilità di governare con piena autonomia. Come allora fu necessario un ripensamento organizzativo ed utile una rifondazione politica per consentire la nascita di una “nuova Repubblica”, così adesso in Massoneria, a mio avviso, sarebbe utile una riflessione che verificasse i vantaggi di una fusione almeno delle idealità omogenee. Temo purtroppo che una sorta di fondamentalismo, di desiderio di primogenitura, ma soprattutto l‟amore per la poltrona e per i vantaggi che scaturiscono dal sederci sopra, ostacoleranno ancora il buon senso di chi cerca una semplificazione, non ignorando che “l‟unione fa la forza”. Una semplificazione che non deve mortificare il pluralismo, ma soltanto evitare che sia sconvenientemente ridondante. Ricordiamoci inoltre che anche la necessità di disporre di risorse umane, tecniche ed economiche adeguate, sconsiglia un‟eccessiva frammentazione. Anche nel 1717, fu realizzata una semplificazione e la fusione da parte dei cosiddetti “Moderni” di differenti esperienze massoniche. Quei Fratelli non temettero di sovrapporsi alla Massoneria storica e tradizionale, e bene fecero. Certo non fu un‟operazione completamente trasparente, a mio avviso, troppo pesarono gli interessi politici e religiosi di una classe dirigente, protestante e conformista, impegnata a cancellare le memorie della Libera Muratoria preesistente per sovrapporre ad essa un nuovo corso. La storia ci ricorda quante volte un nuovo monumento o una nuova tradizione furono costruiti su precedenti testimonianze proprio per sovrapporsi ad esse e cancellarle. La “rivoluzione di Anderson” merita indubbiamente un posto preminente nelle vicende della Massoneria i cui primordi hanno basi storiche sempre meglio studiate e conosciute, ma è un posto

Serenamente 21 che non deve neanche essere troppo sopravvalutato. Sarebbe un grave errore pensare che un‟idea, per quanto ottima, possa continuare ad esistere immutabile nei secoli senza che si ravvisi la necessità di modernizzarla. L‟evoluzione del pensiero e dei costumi comportano sempre un miglioramento ed il suo mantenimento: lo insegna Darwin. Chi non riesce ad adattarsi è destinato a scomparire o, nel migliore dei casi a sclerotizzarsi in una nicchia sempre più ristretta, rischiando il buio dell‟oscurantismo. Può essere di conforto sapere che il problema della proliferazione massonica non è solo italiano, infatti, quasi non esiste al mondo una nazione nella quale non convivano più Massonerie, nella quale i massoni non dibattano sulla necessità che la Massoneria si adegui e si contestualizzi, modernizzando la sua cosiddetta Tradizione. Principi, Valori e Tradizione non possono restare immutabili: ce lo insegna la storia e pure il buon senso. Schiavismo e Cannibalismo, tanto per fare una provocazione, sono stati Principi e Valori considerati positivi in alcune Tradizioni ed in certi tempi, ma chi si sognerebbe di difenderli oggi? Sembra che il mondo per comprendere i suoi errori abbia bisogno di martiri, di eroi, di nuove figure di riferimento, di precursori. Se è così, speriamo che nuovi Gandhi, Mandela, o Madri Teresa di Calcutta, tanto per citare alcuni Grandi Esempi della nostra epoca, ci mostrino presto qual è la via retta da perseguire.

“Non riusciremo a costruire un futuro migliore se resteremo prigionieri del passato.” (da un discorso del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano)

Ogni numero può essere letto e/o scaricato gratuitamente dal sito www.somi-massoneria.org Serenamente è stato ideato e fondato dal Fratello Alb. Vac.

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NIHIL DIFFICILE VOLENTI

SERENAMENTE massoneria e non solo

Numero 101 del 20 settembre 2010 EV

Sommario

Pag 2 Assemblea Generale LUF in Italia Pag 3 Luigi Fernandez: nuova Loggia del SOMI La presa della Bastiglia Pag 4 Roberto Chiusolo Mostra massonica Il Pavimento a Scacchi Pag 6 Eppure la nostra idea è solo idea d‟amor… Pag 8 Il cavaliere dell‟Aquila e del Pellicano Pag 10 “Libero” … ascoltami Pag 12 La strada Pag 14 L‟Unione Europea incontra i massoni Pag 15 Che cosa non siamo

Avvertenza - Gli articoli sono espressione della libera opinione del loro autore e non impegnano in alcun modo la linea editoriale di questo notiziario periodico, gratuito ed amatoriale, realizzato e distribuito in proprio, ad uso interno, dall’addetto alla redazione Fr  Alb. Vac. (E mail [email protected]). Per le notizie (ricavate da interviste, Internet o da vecchi documenti incompleti) dalle quali non siano desumibili il copyright, l’autore, l’editore, la fonte ecc., mi impegno a citare tutti i dati previsti o desiderati, non appena noti e, ove richiesto, ad eliminare, modificare e/o integrare eventuali periodi pubblicati. INTER NOS

Assemblea Generale LUF in Italia

Pubblico di seguito il programma, riservato a tutti i Rispettabili Maestri Massoni attivi di qualunque Tradizione i quali, com‟è noto, possono partecipare a titolo personale, senza implicazioni od obblighi di appartenenza, poiché l‟incontro non è una cerimonia massonica. Sono ammessi accompagnatori profani i quali potranno partecipare alle conviviali ed agli “spazi turistico- culturali” loro riservati. Da oltre un secolo la LUF (Lega Universale Frammassona) si riunisce, in tutto il mondo, senza paramenti o ritualità, per dibattere pubblicamente argomenti riguardanti la Massoneria ed i Massoni in generale. Quest‟anno è stata scelta l‟Italia come sede assembleare. Tutti i Massoni italiani dovrebbero essere grati al Presidente internazionale, F Raymond Ekchian, per aver consentito questo incontro che, crediamo, vuole sostenere e riconoscere l‟impegno che il Presidente italiano F Cel. Gra. e tutti i suoi collaboratori (appartenenti a diverse Obbedienze italiane) stanno profondendo.

Assemblea Generale UFL / LUF - 1905 del 4 / 5 dicembre 2010

Il costo di partecipazione all‟Assemblea è di € 50,00 (€ 30,00 per gli accompagnatori) da versare sul seguente conto corrente bancario:

LUF Italia Banca Popolare dell‟Etruria e del Lazio Agenzia di Roma - viale Trieste 121 IBAN IT 44D 5390 3208 000000092471

La quota comprende i costi organizzativi, il “Tour de Rome” di sabato e il supplemento per la cena di gala.

I partecipanti devono segnalare la loro iscrizione alla Segreteria Generale UFL - International (E-mail: [email protected]) e alla Segreteria Generale della LUF-Italia (E-mail: [email protected]).

Le prenotazioni alberghiere, obbligatorie, vanno eseguite via e-mail o fax, con sufficiente anticipo e comunque almeno 30 gg. prima della data dell‟Assemblea, direttamente presso l‟albergo:

Hotel Excel Roma Ciampino**** Via Appia Nuova n. 162 (Km.20,300) - Marino (RM) Telefono + 39 06 935 411 70 - Fax + 39 06 935 420 41 - E-mail: [email protected] Internet: http://www.excel-hotel.it Contact point: Sig. Roberto Loreti

I prezzi concordati per pensione completa (bevande incluse) sono i seguenti:

- In camera singola ……………………………….... € 85,00 / persona - In camera a due letti o matrimoniale …………….. € 70,00 / persona - Per ogni pasto extra o fuori pensione ……………. € 20,00 / persona

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Per raggiungere l’Hotel (classificato quattro stelle):

 In auto: dal G.R.A (Grande Raccordo Anulare, lato sud), uscita n. 23 via Appia - direzione Albano. L‟ingresso dell‟Hotel è al Km. 20,300.

 In treno: Da Roma - Stazione Termini, prendere il treno locale per Ciampino. Dalla stazione di Ciampino si può usufruire del servizio taxi (circa € 25,00) o dell‟autobus Roma-Velletri, che con circa due euro porta alla fermata Frattocchie (circa 300 metri dall‟Hotel). Esiste, nei due sensi, un servizio navetta gratuito messo a disposizione dall’Hotel da concordare preventivamente.

 In aereo: Molti voli low-cost utilizzano l‟aeroporto di Roma-Ciampino, dove è possibile prendere il taxi (circa € 25,00) ma non la navetta dell‟Hotel Excel, vietata a causa di un ricorso della Cooperativa Taxi. All‟aeroporto di Roma-Fiumicino si può prendere il treno per la Stazione Termini; il taxi costa circa € 60,00.

“Tour de Rome”: Sabato mattina, ore 9,00 - 13,00 con bus riservato.

Luigi Fernandez: nuova Loggia del SOMI

Il Triangolo composto dai Fratelli Dom. Dio., Dan. Dra. e Car. Sci. ha maturato i suoi frutti, alzando le Colonne della Loggia Luigi Fernandez al provvisorio Oriente di Pomezia. La Loggia, forte già di una ventina di membri, ha l‟ambizioso programma di raggiungere la consistenza di una cinquantina di Operai, anche “recuperando” alcuni Fratelli sparsi o in sonno. Si propone di raggiungere tale obbiettivo Lavorando, nella Provincia di Roma e nella zona di Latina. Sceglierà quindi come sede definitiva, d‟accordo con il Gran Maestro, quella che risulterà più comoda, nella zona compresa tra Roma (fuori G.R.A.) ed Anzio Sono personalmente lieto che abbiano scelto come Titolo Distintivo il nome di un nostro indimenticato Fratello il quale, nel 1992, venne eletto Gran Maestro della nostra Obbedienza. Al Rispmo Fratello Dom. Dio., neo Maestro Venerabile, ed a tutti i Fratelli e le Sorelle dell‟Officina formulo i miei migliori auguri unitamente ai complimenti per quanto hanno già realizzato.

La presa della Bastiglia

Il Fratello Cla. Spa., Segretario Generale del Gruppo Amministrativo italiano della LUF – 1905, il 14 luglio scorso, in occasione della ricorrenza della “Presa della Bastiglia”, ha inviato il messaggio sotto riportato. Credo sia superfluo sottolineare quale significato abbiano avuto per l‟evoluzione della Massoneria, ma in genere della moderna società europea, sia la Rivoluzione Francese che l‟Illuminismo.

Il testo del messaggio:

“ Che ogni simbolo della arroganza e della prepotenza soccombano ai principi di libertà, uguaglianza e fratellanza. Ma quando questo processo si realizzerà in noi, solo allora, avremo distrutto la nostra Bastiglia e sarà nato “l’uomo nuovo”.

Buon 14 luglio. ”

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Roberto Chiusolo

Il Fratello Pie. Vit. dell‟Oriente di Bari, desidera ricordare da queste righe il suo caro amico Roberto Chiusolo, Toga d‟Oro dell‟Avvocatura che, a quanto mi risulta, non era massone. Roberto Chiusolo era un uomo di valore e di elevati sentimenti, un “nobile e sincero amico” di tanti e, tra questi, del nostro Confratello pugliese del quale, Serenamente ha pubblicato molti contributi scritti e Tavole. Mi unisco al dolore di Pie. e volentieri, da queste righe, ricordo il suo amico. Ulteriori notizie dello scomparso potranno essere conosciute tramite il blog “legestadellacavalleria.blogspot.com”

Mostra massonica

La Gran Loggia d‟Italia (Palazzo Vitelleschi) ha organizzato nell‟Oriente di Viterbo, un‟esposizione di oggetti e paramenti massonici appartenuti a famosi massoni. La mostra conclusasi il 5 settembre è stata occasione per diffondere ai profani interessati, un‟immagine particolare della Massoneria.

PENSIERI IN LIBERTA’ “ tavole e riflessioni “

Il Pavimento a Scacchi del Fratello Aug. Leo. della RL Madre HONOR all‟Oriente di Roma all‟Obbedienza del SOMI

Entrando nel Tempio racchiuso ancora in penombra, i miei occhi sono stati spesso colpiti dallo stridente contrasto offerto dal pavimento a scacchi: è incredibile, pensavo, come il bianco e il nero, così accostati l‟uno all‟altro, riescano a turbare sia pure momentaneamente l‟atmosfera armoniosa che si crea con l‟ingresso rituale in Loggia.

Mi sono allora chiesto il perché di questa sensazione fastidiosa e credo di averne trovato la risposta nel significato immediatamente percepibile del simbolo in questione: la dualità. Bianco e nero, maschio e femmina, bene e male e così via: non ci vuol molto per comprendere come dualità evochi contrasto, antitesi e, in ultima analisi, negatività. Prova ne sia che nella stessa lingua comune la parola "doppiezza" ha un connotato morale negativo, così come in greco, per indicare "due" e "male", si adoperavano parole della medesima radice, e cioè, rispettivamente, dyo e dys. Da quest‟ultimo vocabolo deriva anzi in italiano il prefisso dis, che ha pure significato negativo, come ad esempio constatiamo per le parole "distonia", "disaccordo" etc... Presso i primitivi questi concetti erano ancor più stressati. Per i pellerossa, ad esempio, l‟espressione "avere la lingua biforcuta" significava mentire, come del resto nella nostra lingua l‟aggettivo "equivoco" indica sia una situazione ambivalente ma pure, per traslato, una persona dal comportamento ambiguo e, di conseguenza, moralmente inaccettabile.

Ma ritorniamo al nostro simbolo. Non è possibile, pensavo, che un‟armonia così faticosamente costruita sia turbata, ancorché lievemente, da questo evidente contrasto, e mi sono allora domandato se quel simbolo non voglia dire ancora qualche cosa d‟altro, se dietro le sue pieghe non si nasconda un muto invito a superare l‟apparenza, cosa del resto non infrequente fra i seguaci della Tradizione che lanciano messaggi in modo criptico, affinché gli uomini che li raccolgono siano costretti ad uno Serenamente 4 sforzo di riflessione che consente loro di passare dalla comune condizione di chiamati a quella ben più difficile di eletti.

Considerando allora che le facce della medaglia sono alla fin fine due aspetti dello stesso elemento, la medaglia medesima, occorre scoprire la terza incognita che supera la dualità operando una reductio ad unitatem. Questo terzo elemento è lì, nascosto fra le due piastrelle: è la linea ideale posta nel mezzo che le separa l‟una dall‟altra.

Cosa rappresenta questo solco? A me sembra che simboleggi l‟uomo. Incidere infatti significa separare, individualizzare. Romolo compie questa operazione per dimostrare a tutti che la terra al di qua del solco era sua, e l‟incisione, o taglio del cordone ombelicale, segna il momento da cui il bambino, separato dalla madre, vive di vita propria. L‟individuo è dunque un essere finito, autonomo e, soprattutto, capace di pensare con la propria testa. È peraltro significativo che questo solco sia posto fra le due piastrelle, fra il bianco e il nero. Questi due colori indicano palesemente le due polarità che muovono il mondo, la luce e le tenebre, yin e yang, cielo e terra; la circostanza che l‟uomo stia nel mezzo ne esalta la centralità e ne accentua la capacità di cogliere una visione globale dell‟insieme.

L‟intuizione dell‟uomo come essere posto sul confine di due mondi, il terreno e il divino, è molto antica. Nella dottrina taoista egli è indicato come Figlio del Cielo e della Terra.

Alcuni secoli dopo il massone e filosofo illuminista Johann Gottfried Herder ci farà ancora notare come la contemporanea partecipazione di due nature, fisica e metafisica, si evinca anche dalla traduzione della parola "uomo" nelle lingue antiche. Così se i latini dicevano homo accentuando l‟influsso della terra, humus, i greci davano invece maggior risalto all‟aspetto metafisico, perché anthropos significa "colui che si volge verso l‟alto".

La Sacra Scrittura insiste continuamente sul fatto che l‟uomo deve staccarsi da se stesso. Solo nella misura in cui ti stacchi da te stesso, sei padrone di te stesso. Nella misura in cui sei padrone di te, ti realizzi. Nella misura in cui ti realizzi, realizzi Dio e tutto ciò che ha creato.

Stabilito dunque „dove andiamo‟, occorre far mente locale sul „come vi andremo‟, essendo scontato che la scelta dei mezzi è di pari importanza dell‟individuazione del fine. A questa ultima domanda risponde Mosè Maimonide, rabbino ebreo vissuto all‟inizio del XII secolo.

La via giusta è la via mediana, che passa tra i due estremi opposti, propri di ciascuna disposizione dell‟anima. Essa si mantiene ad eguale distanza da ciascuno di tali estremi, non avvicinandosi a nessuno dei due.

La medietà non è però ignavia, né indifferenza, né tanto meno abulia; è invece dottrina dell‟armonia etica, volta a far acquisire quelle virtù morali che vengono attribuite alla divinità; in questo senso la via mediana è la "via del Signore". Maimonide riprende il tema, caro ai filosofi greci, secondo il quale la virtù etica è contemperamento delle passioni da cui si genera l‟equilibrio spirituale. Aristotele aveva inoltre evidenziato come la determinazione della medietà avvenga con il concorso della ragione, che illumina all‟uomo i fini che è destinato a realizzare: la medietà è virtù dianoetica, implica cioè l‟uso della ragione. Ciò vale, mutatis mutandis, pure per la politica, giacché se l‟etica è dottrina della moralità individuale, la politica è dottrina della moralità sociale.

Lo squilibrio è per contro considerato un‟autentica malattia dello spirito, anche quando i suoi effetti sembrano riferirsi al corpo, perché il perfezionamento del secondo precede necessariamente quello del primo. Serenamente 5

La Torà, nel suo complesso, si propone due cose: il perfezionamento dell‟anima ed il perfezionamento del corpo... Sappi che di questi due fini uno è certamente più elevato, quello, cioè, del perfezionamento dell‟anima o dell‟acquisizione di idee veritiere. Tuttavia il secondo lo precede nella natura e nel tempo... Infatti solo dopo aver raggiunto questo secondo fine, si può pervenire al primo.

A questo punto, forse inconsapevolmente, Maimonide mette in luce la profonda differenza esistente tra il mistico e l‟iniziato: mentre il primo anela a dissolversi nella divinità e non si cura dei problemi di questo mondo - l‟estasi è letteralmente fuoriuscita da sé - il secondo è invece pronto ad agire, pur facendo sempre leva sulla ragione, e sa di non potere cominciare l‟ascesi se non esaurisce prima le proprie possibilità umane. Il massone che aspira alla maestria non può ignorare che la ricerca del Vero sarebbe vano esercizio accademico se non fosse costantemente accompagnata dalla pratica del Giusto, che le due virtù devono stare in perenne equilibrio fra loro, che, infine, l‟equilibrio personale e interiore, se raggiunto, è il riflesso dell‟equilibrio generale ed esteriore che ci fa intuire l‟esistenza di un Principio universale dal quale tutto proviene ed è retto.

Rammento che il vocabolo greco kosmos, da cui l‟italiano „cosmo‟, aveva invece quale primo significato quello di „ordine‟. Regnum coelorum violenza pate, il regno di Dio si conquista anche con la forza, se necessario, e nei summenzionati termini il detto evangelico è ripreso da Dante, che lo fa echeggiare, significativamente, nel cielo di Giove, dimora delle anime dei giusti, di coloro i quali non hanno esitato ad impugnare le armi per far trionfare l‟ideale della Giustizia, considerata nell‟Antico Testamento l‟attributo per eccellenza dell‟Essere Supremo.

Mi sia concessa, infine, un‟ultima riflessione. Riguarda direttamente la Massoneria, la sua natura e il suo fine, e scaturisce dalla considerazione che proprio questa Istituzione ha voluto ornare i suoi templi con questo simbolo. Se riteniamo che l‟equilibrio sia valore universale, ne consegue che la Massoneria non è né può essere, come peraltro già osservato dal Fr. Lennhoff, "il santuario dei cavalieri del Graal" o il convento degli stiliti. È invece una comunità di uomini per gli uomini, con tutti i pregi e i difetti che la condizione umana comporta. Non deve pertanto stupire il fatto che un massone sbagli, né trarre da ciò conclusioni affrettate. Un antico adagio ci rammenta che chi mangia pane fa molliche, e queste vanno raccolte senza drammi, alieni da ogni forma di puerile vittimismo o, peggio ancora, da tentazioni di ritiri catacombali, tanto anacronistici quanto dannosi. Se è vero, come ha detto Gesù, che gli iniziati non sono del mondo, pur tuttavia essi sono e restano nel mondo, e questo ha bisogno, oggi più che mai, di quelle doti di equilibrio che sono - o perlomeno dovrebbero essere - prerogativa di tutti gli uomini e in special modo di noi massoni. In questo mondo dobbiamo dunque calarci, senza trionfalismi ma, pure, senza ingiustificate riluttanze o paure, perché non è la possibile accidentale caduta ciò che dobbiamo più temere, bensì l‟incapacità di risollevarci e riprendere il nostro lungo, doloroso, ma pur sempre fecondo cammino verso la Luce.

DI TUTTO UN PO' “ leggiamo insieme ”

Eppur la nostra idea è solo idea d’amor… Una riflessione di Aldo Chiarle pubblicata in Internet sul sito “Avanti” in data 11 marzo 2010

< “Le religioni si occupano delle relazioni che debbono avere gli uomini con Dio per raggiungere la felicità eterna dopo la morte. La Massoneria invece ricerca i mezzi che possono permettere a ogni essere umano di conseguire il maggior benessere morale e materiale nella vita Serenamente 6 terrena. Essa crede in un principio unico e immanente, al quale tutto si deve e nel quale tutto si trova, non secondo un ordine teologico, dogmatico, cioè con fini prestabiliti, ma per evoluzione dello stesso principio, si chiami esso materia, spirito, idea, Dio, secondo le varie tendenze e opinioni. Per la Massoneria questo principio universale significa evoluzione, progresso continuo e inarrestabile, legge di luce, di verità e di amore; e in omaggio alla libertà di pensiero si compendia nella formula convenzionale di AGDGADU, alla gloria del Grande Architetto dell‟Universo. È il principio che illumina tutti gli intelletti virtuosi che lottano per l‟emancipazione e per la giustizia, fra le tenebre della schiavitù e della superstizione e unisce tutti gli uomini che vogliono un mondo libero e adatto all‟esatta comprensione della vita. La Massoneria non ha mai detto agli uomini: la libertà che insegno è vuota di divinità. Ha detto: abbiate un Dio, ma che sia Dio di libertà, che sia l‟alito animatore dei grandi ideali. Abbiate una fede divina che respinga e abbatta la grande menzogna della deità dogmatica e sacerdotale, un senso del divino che allarghi l‟orizzonte agli uomini, che accenda gli occhi dei popoli col raggio che accese gli occhi dei grandi Massoni, di Voltaire, di Kipling, di Goethe e di quel grande magnifico fratello che fu Giuseppe Garibaldi. Per questo la Massoneria ha innalzato il vessillo dell‟universale diritto al libero pensiero; per questo accoglie tutti gli uomini di ogni fede. Il grande Architetto dell‟Universo è il primo simbolo della Massoneria: non è il Dio dei cattolici, non è la divinità pagana o di altre credenze; è il riconoscimento largo, libero, universale della grandissima architettura del mondo, la cui bellezza e la cui inesplicabile misteriosità restano egualmente, tanto come la pensi creata il deista o come la vede formatasi e sviluppatasi l‟evoluzionista. L‟intento della Massoneria è l‟affratellamento di tutti i popoli della terra e ha il concetto di universalità e di fratellanza, accogliendo nel suo seno, senza discriminazione alcuna, tutta l‟umanità che si propone di vivere in libertà, di ricercare la verità, di praticare la giustizia e di aspirare alla eguaglianza e di realizzare la fratellanza universale. È un fatto che attorno alla Massoneria sono sempre circolate e circolano tuttora una infinità di assurde notizie. È ancora possibile trovare persone che credono che per essere iniziati, nelle prove da superare, il candidato sia costretto a pugnalare un‟ostia per attestare il disprezzo e l‟odio verso il cattolicesimo. Ernesto Nathan, massone e ebreo errante per essere vissuto in mezza Europa, Gran Maestro della Massoneria ebbe a scrivere: “Non solo la Massoneria accogliendo uomini di tutte le fedi, professa il massimo rispetto per il sentimento religioso individuale, ma va oltre. Entrando in una Loggia si vede sovraneggiare una scritta, alla Gloria del Grande Architetto dell‟Universo, non lotta quindi alle religioni, ma indipendenza del nostro perfezionamento interiore dall‟osservanza dell‟una o dell‟altra forma religiosa”. Nonostante questi principi universalmente conosciuti non è raro leggere attacchi denigratori alla Istituzione; a questi articolisti dedico una frase di un grande Massone, Pietro Sbarbaro: “I Lessing, i Crause, i Proudhon quando vollero criticare alcuni principi della Massoneria, incominciarono a studiarne profondamente le istoriche sue vicende, onde le loro critiche riuscirono anche gravi, ma sempre rispettose. I quadrupedi invece, o scimmie loquaci, tirano calci e sputano sul viso ad una grande Istituzione della quale fecero e danno parte i più virtuosi e gloriosi uomini della terra, senza averne mai letto altro attorno ad essa che le solite invereconde volgarità della stampa clericale. Il Medioevo non è terminato nel 1492 con la scoperta dell‟America; il Medioevo ha termine con l‟Illuminismo che è stato un vasto e multiforme movimento intellettuale, civile e politico sviluppatosi nel corso del Diciottesimo secolo, l‟illuminismo e gli illuministi promuovono tutte una serie di nuove scienze dell‟uomo, perché la battaglia degli illuministi è la trasformazione e il miglioramento della realtà che coincide anzitutto con la battaglia contro l‟ignoranza. A partire poi dagli anni settecentocinquanta, settecentosessanta, la nuova parola d‟ordine degli illuministi risuona negli scritti di Voltaire e di Diderot, ed è libertà, eguaglianza, fratellanza, democrazia e repubblica. Ecco perché il Medioevo è terminato con l‟illuminismo, con il secolo dei lumi. Gli illuministi sottoposero a revisione critica, minuta e implacabile, gli istituti tradizionali, il Serenamente 7 feudalesimo, l‟assolutismo monarchico, la Chiesa, per cui l‟illuminismo fu l‟antecedente storico della Rivoluzione francese. È difficile stabilire se l‟Illuminismo è figlio della Massoneria o la massoneria moderna è figlia dell‟Illuminismo, perché nascono contemporaneamente e tutti i più grandi illuministi furono massoni”. Il Pontefice dei cattolici nella sua enciclica “Spe Salvi”, ha accusato l‟Illuminismo di essere la causa prima di tutti i mali dell‟Umanità, perché la rivoluzione francese - figlia dell‟Illuminismo - ha tentato di rendere assoluto il dominio della ragione e della libertà. Ha detto anche che la scienza e il progresso non portano alla costruzione di una società perfetta, anzi possono produrre orrori e sono una minaccia per l‟uomo. I massoni italiani debbono essere molto grati al loro Gran Maestro Gustavo Raffi per una frase: “La laicità è il sole di una società aperta, il respiro della libertà. La laicità significa tolleranza, capacità di credere nelle proprie idee senza restarne succubi”. Essere laici significa per la massoneria non accettare che ogni tema di libertà diventi oggetto di negoziato fra teologia e mondo politico. Essere laici significa per la massoneria credere nella libertà di tutti e di ognuno, per un contenitore che rispetti tutte le convinzioni, secondo l‟immortale pensiero di Voltaire “non condivido le tue idee, ma difenderò sino alla morte il diritto di propagandarle”. L‟Italia che sogno è una Italia con la sola scuola pubblica, quella statale, dove non venga insegnata, neppure facoltativamente, una religione, perché chi ne sente la necessità si rivolga alla sua chiesa. L‟Italia che sogno è dove la scienza sia il grande pilastro per l‟Umanità, integrante nella vita culturale. Quando vogliono far tacere la scienza ogni uomo libero ha un preciso dovere schierarsi apertamente e decisamente a suo favore. L‟Italia che sogno è un‟Italia dove il concetto che il dolore sublimi la vita venga respinto decisamente perché è innanzitutto una bestemmia contro la Divinità; l‟Italia che sogno è una Italia che riconosca il legittimo diritto di morire quando la malattia è devastante e non vi sono speranze di guarigione. L‟Italia che sogno è una Italia dove incontrandosi tutti si sorridano e si stringano la mano nel nome della tolleranza, della ragione, della coscienza, ma soprattutto dell‟amore. I massoni sono i “figli della Luce”, i figli dell‟Illuminismo e lottano da sempre contro ogni fanatismo, contro tutti i fanatismi che, come grandi nuvole nere, si addensano sulla nostra Italia e su tutto il mondo. La Massoneria e l‟Illuminismo hanno fatto sì che il Diciottesimo secolo, quel secolo indimenticabile, sia passato alla storia come il “secolo dei lumi”; sarà compito suo e suo dovere fare il possibile e l‟impossibile perché questo secolo d‟oggi non passi alla storia come il “secolo dei lumi spenti.” >

… “Chi è contro la massoneria è contro il liberalismo” (Antonio Gramsci)

VERSO L’ARCANO nello Spirito, percorrendo la Tradizione...

Il Cavaliere dell’Aquila e del Pellicano

del Fratello Alb. Gen. della RL di Perfezionamento PERSEO allo Zenit di Taranto all‟Obbedienza del R. S. A. A. – Giurisdizione Italiana

Il 18° Grado conclude e porta a compimento la “massoneria rossa” che contempla i gradi di perfezionamento e quelli capitolari, antecedendo la “massoneria Bianca”. Serenamente 8

Il 18° grado dei Sovrani Principi Rosa Croce forma un nucleo basilare nella gerarchia scozzese, in essa la simbologia scozzese “esaltazione solenne e mistica e la „parola‟ dopo tante tribolazioni, faticoso cammino e tormenti, è ritrovata…” La luminosità che avvolge questo grado le conferisce un carattere di distacco ampliato da un senso di riverenza e di timore che pare suscitare, intuito e percepito, sia da coloro che nulla conoscono della sua essenza, sia da coloro che dal punto di vista gerarchico, lo hanno superato. Riesce assai difficoltoso determinare con certezza l‟origine di questa sensazione che non esitiamo a definire specificatamente religiosa, che il 18° grado suscita; essa potrebbe trovare le sue radici nel “mistero delle sue origini” come il segreto racchiuso nel suo simbolo: Rosa+Croce, analogo al segreto racchiuso in quel “lavoro alchemico” di cui i Rosacroce sono riconosciuti i Signori, oppure potrebbe essere racchiusa nella potenza di un “segreto che non si riesce a penetrare pertanto, appare più che umano”… Penetrare nel Mistero racchiuso in questo grado è un impresa che molti fra i più illuminati hanno tentato, ma com‟è ovvio, se qualcuno di costoro è riuscito in quest‟ardua impresa, da perfetto iniziato tace… Uno degli aspetti rilevanti del 18° Grado, e fondato sul lavoro compiuto, che descrive almeno in parte la sua filosofia, costituita dalla faticosa ed incessante “Ricerca. Nei precedenti Gradi si é visto come, dopo aver faticosamente costruito il tempio, i Massoni trascurarono il loro lavoro, lasciarono che le vicissitudini del tempo corrompessero la “forza dei materiali” e la “bellezza dell‟architettura”. La discordia ed il vizio presero il sopravvento! Il G:.A::D:.U:. decise dunque, con la sua Suprema Geometria, di erigere un Tempio Spirituale non più soggetto all‟ingratitudine umana, non più vittima della corruzione del tempo, ma eterno. In virtù di tale “potente Volontà” si compì‟ dunque il prodigio dei prodigi, gli uomini assistettero al Fenomeno Miracoloso della comparsa della “Pietra Cubica che sudava sangue ed acqua”. Nel momento in cui gli operai del Tempio spezzarono la “Pietra Angolare”, gettandola tra i rifiuti, nel momento in cui la “Rosa Mistica” fu sacrificata sulla Croce, in quell‟istante, la Luce si oscurò, gli attrezzi dei Massoni vennero spezzati, la stella fiammeggiante scomparve e la Parola fu perduta. In quel momento di profonda costernazione ed afflizione, i buoni Massoni si trovarono costretti a brancolare nelle tenebre e dovettero mettersi in cammino nella più profonda oscurità. Essi trovarono la forza di percorrere il loro cammino di ricerca sorreggendosi ai tre pilastri della Fede, della Speranza e della Carità, in virtù della loro opera, per volontà del G:.A:.D:.U: …”gli attrezzi della Massoneria ripresero la loro forma “originale”, la Stella Fiammeggiante riapparve, la “Parola fu ritrovata”. Tale ricerca, diviene soprattutto spirituale; essa prendendo forza da quella Fiamma che ci pervade, conduce a quella crescita interiore che ci permetterà di avvicinarci sempre di più alla Luce. Il “fenomeno miracoloso” accennato, il “prodigio dei prodigi” che si realizza in nome della Potente Volontà del G:.A:.D:.U:., generò la “Pietra cubica” che rappresenta il Figlio del Creatore. Colui che “fattosi uomo”,realizzò la nostra redenzione” fu simbolicamente detto Cavaliere dell‟Aquila;e del Pellicano: certamente, il vero nome che identifica il 18° Grado. Il simbolismo dell‟Aquila costituisce una costante immutabile in seno ai miti ed ai simboli di tutte le civiltà di tipo tradizionale. Nell‟antica tradizione egizia solo una parte dell‟essere umano era destinata ad una esistenza eterna, il cosiddetto Ba che, nei geroglifici, e indicato come aquila o sparviero e, come tale si presenta al cospetto di Oro (Horus) che dopo averlo mondato dalla corruzione, lo riporta allo stato primordiale “Solare” dello spirito, cosi‟ come Oro stesso aveva fatto ricomponendo il corpo smembrato di “Osiride”. Nel mito Ario, molto simile a quello egizio, Agni”, anch‟egli sotto forma di aquila o sparviero, strappa un ramo dell‟albero cosmico “per rendersi simile agli Dei” analogamente a Serenamente 9 quanto compiuto da Adamo nel mito semita. Tale gesto di “Agni” che rappresenta una personificazione del fuoco, verrà punito, ma dalle sue piume cadute al suolo, nascerà una pianta che produrrà il “soma terrestre” che come l‟ambrosia, permette di innalzarsi alla “Gloria Divina”, ingraziando quello stato”Olimpico”, eroico che nella tradizione aria, ed in perenne antitesi rispetto a quello “titanico”, superumano. Tutto ciò spiega la natura ed il significato che l‟aquila assume nel mito “Prometeico” di derivazione ellenica. Prometeo pur essendo di natura “titanica”, vuole appropriarsi del fuoco olimpico, facendone cosa non più da Dei, ma da uomini. La pena che ne deriva prevede che Prometeo , incatenato ad una roccia, abbia il fegato eternamente divorato da un‟aquila. Egli non ha la natura dell‟aquila stessa che, animale sacro a Zeus, e di cui trasporta la folgore, simboleggia il “fuoco olimpico”, la stessa forza che Prometeo volle far sua diviene il principio del suo tormento e del suo castigo. L‟aquila della tradizione ellenica, si ritrova nel mondo Romano il cui simbolismo olimpico ne è stretta derivazione. Nel rito dell‟apoteosi Imperiale romana,che fu celebrato alla morte di Augusto, dalla pira, in cui veniva deposta la salma dell‟imperatore, e a cui quindi veniva dato fuoco, si liberava un‟aquila il cui volo simboleggiava il trapasso allo stato divino dell‟anima dell‟imperatore stesso. Simile significato simbolico le ritroviamo nelle insegne delle legioni romane in cui l‟aquila con le ali spiegate e con la folgore tra gli artigli, sottintendeva la natura divina, olimpica, nella lotta contro le forze “barbariche” antiolimpiche. Per noi Massoni, dunque, in stretta assonanza con ciò che la più antica tradizione ci tramanda l‟aquila, raffigurata in antichi Labari del Tempio della Resurrezione nell‟atto di prendere il volo sopra la Tomba del Cristo, rappresenta ed incarna La Suprema Potenza del G:.A:.D:.U:. strettamente collegata all‟aquila, tanto che la sua effige compare insieme ad essa tra le seste del compasso coronato degli antichi gioielli rosacrociani, e la figura del Pellicano. Il Pellicano viene citato nell‟antico testamento (salmi 102,7), compare nei Bestiari medievali, la sua allegoria viene usata da Dante nel paradiso (…il nostro Pellicano), e da San Tommaso D‟Aquino ( il pio Pellicano”). Sembra che l‟uccello bianco d‟Egitto con questo nome, dal caratteristico lungo becco, nutrendo i suoi figli abbia dato luogo alla legenda del sacrificio delle proprie carni per la vita dei figli, fino a divenire emblema di Carità, ovvero di devozione parentale fino al sacrificio” in effetti l‟incurvare Del becco verso il petto, per cibare i piccoli con i pesci trasportati nella sacca, indusse a credere che il Pellicano si squarciasse il petto per dar loro nutrimento col proprio sangue. Nella diffusione della sua leggenda, che narra della resurrezione dei piccoli (dopo tre giorni) ad Opera della madre, che li ha uccisi, vi è l‟adattamento diretto della simbologia del Cristo “che è Salito alle altezze della Croce e dal suo fianco squarciato sono sgorgati il sangue e l‟acqua per la Salvezza e la vita eterna”. Appare chiaro dunque, uno degli aspetti caratteristici del 18° grado dei Sovrani Principi Rosa Croce. Grado in cui si esalta la fratellanza, ci si dedica alla beneficenza ed a sollevare l‟umanità sofferente alla sublimità dell‟Amore Ho detto

IPSE DIXIT

“Libero” … ascoltami lettera aperta del Potmo Fratello Pan. Auc. 33 dell‟Oriente di Taormina

< “Carissimo Alberto, in allegato, copia di una mia Tavola afferente un doveroso chiarimento in merito a quanto pubblicato da “Tempi” (inserto allegato al giornale Libero n. 25 del 30/6/2010) dal titolo “Confessioni di un ex venerabile”. Serenamente 10

Egr. Dott. Pietro Piccinini – Settimanale TEMPI, ho letto il resoconto della Sua intervista al dott. Maurice Coillet. Siamo sempre alle solite, quando si verificano casi eclatanti, viene sempre fuori la demonizzazione della Massoneria, certamente per distogliere l‟opinione pubblica. Le chiedo scusa per questo mio sfogo, ma lo ritengo necessario per poter proseguire oltre. E‟ bene far sapere che in Francia sono presenti altre Comunità Massoniche oltre al Grande Oriente di Francia, dichiaratosi ATEO fin dalla sua costituzione. Solo a titolo di cronaca, la Gran Loggia Nazionale Francese governa circa 1.100 Logge sparse nel territorio francese, di cui tre proprio a Rennes. E‟ stata una libera scelta del dott. Coillet aderire al Grande Oriente di Francia …ma che cos‟è la Massoneria? La Massoneria è il centro di unione fra uomini buoni e sinceri per stabilire un rapporto di amicizia fra coloro che diversamente sarebbero rimasti per sempre lontani gli uni dagli altri. I Massoni si associano con gli uomini virtuosi di ogni credenza per mezzo dei legami solidi e gradevoli dell‟amor fraterno, sforzandosi di dimostrare con la loro condotta la superiore qualità della fede che possono professare. Una lunga catena di Fratelli di ogni epoca e di ogni continente conferisce universalità alla nostra Istituzione, in termini di legami fra singoli Fratelli, Comunione e Comunione; in termini di circolazione di ideali e di esperienze con vincoli di amore fraterno e di umana solidarietà, senza limiti di tempo e di spazio, di razze, culture e credenze polìtico-religiose. Le nostre Istituzioni massoniche sono le stesse di cui fecero parte, a quanto si scrive, Montesquieu, Voltaire, Mozart, Sibelius, Fleming, Galileo, Carducci, Pascoli, Einstein, Fermi, Churcill, i genrali Luigi Capello e Montgomery, Mazzini, Crispi, Mendola, Cesare Battisti, il Cardinale di Strasburgo Rohan, il teologo cattolico Dominicus von Brentano, l‟Abate Jeocades, Fra Giovanni Pantaleo, l‟eroico sacerdote Ugo Bassi, il Rev. James Anderson, il Cardinale di Vienna Koenig, ma anche tanti Capi di Stato, Statisti e Politici come Sadat, Pandit Nerhu, Santon, La Fayette, infine molti tra i Presidenti degli Stati Uniti d‟America. Potrei ancora prolungarmi, ma preferisco soffermarmi sul filosofo e Massone Voltaire che ha mirabilmente enunciato il principio di Tolleranza adottato da tutte le Comunioni massoniche “Pur non condividendo le tue idee, mi batterò fino alla morte perché tu abbia la possibilità di poterle esporre”. Altra doverosa precisazione. Scrive il dott. Coillet, anche la Congregazione dei Riti guidata da Ratzinger nel 1983, condanna la massoneria. In un trafiletto tratto da un articolo pubblicato dal giornale “Il Campo Nuovo diSiena” del 28/10/1993, nel titolo di apertura al dialogo dell‟Arcivescovo di Siena: “Ma la Massoneria non è il diavolo”, si desume che lo stesso Cardinale Ratzinger, in una sua intervista del 1992, riteneva che vi siano anche tra i massoni fratelli aperti al dialogo sincero con la Chiesa. In merito all‟anticlericalismo ricordo l‟usanza popolare, dettata dall‟ignoranza, di toccarsi quando si incontrava un prete. E‟ vero, in Massoneria, ci sono pure anticlericali, ma posso assicurare che si tratta di una minoranza e, per alcuni, forse di semplice ostentazione. Faccio inoltre rilevare che il Rito Scozzese Antico ed Accettato, al quale dice di aver appartenuto, non è sconosciuto, ma è il più importante, conosciuto e frequentato fra i Riti massonici, ed io, iniziato massone fin dal 1979, sono fiero di farne parte avendone conseguito il 33° ed ultimo grado. Io credo di dover biasimare il dott. Coillet per il suo comportamento, infatti, dopo 15 anni di appartenenza avrebbe dovuto chiedere la “messa in sonno” dalla Massoneria, senza creare disagi ad alcuno, ed inoltre non credo che possa esserci un pericolo “massonico” per la sua incolumità. Non demonizziamo: tutte le massonerie proclamano ed hanno rispetto per la vita umana. Potrei continuare a lungo, ma preferisco concludere con quanto segue: la Massoneria insegna all‟uomo a praticare la carità e la benevolenza, a proteggere e rispettare i legami di sangue e di amicizia, ad adottare principi etici ed a rispettare le convinzioni religiose, ad aiutare i più deboli e bisognosi, ad aiutare che è caduto a risollevarsi, ad inculcare la morale, diffondere l‟istruzione, Serenamente 11 amare l‟uomo, a rispettare le leggi dello Stato a temere Dio (qualunque Dio), implorando la sua Grazia non per la propria felicità. Ho desunto quest‟ultima parte dal libro “Chi è regolare?” di Oswald Wirth, visto anche nella Libreria Ecumenica nei pressi della Stazione Metro di éiazza S. Babila a Milano. Mi scusi per questo mio sfogo e mi creda “NESSUNO di noi è contro questo “povero” Papa che sta subendo tanto male proprio da coloro che più di tutti dovrebbero amarlo. Gradisca cordiali saluti ed un triplice Fraterno Abbraccio

P.S. La Massoneria non è una religione; non ha un culto; vuole un‟istruzione laica. La sua dottrina è quella dell‟amore per il prossimo. Altra precisazione: il Grande Oriente di Francia, per i suoi Lavori, pone sull‟Ara il Libro delle Costituzioni mentre le altre Comunioni massoniche pongono un Libro Sacro (Bibbia, Corano ecc.). Certamente non è tutt‟oro quel che luccica, ma è sbagliato fare di ogni erba un fascio.” >

… NDR – In tutte le categorie umane ci sono “buoni e cattivi”, ma se un giornalista, un magistrato o un politico ecc. commettono un reato, tutti sono convinti che lui solo sia il colpevole e non l’intera categoria cui appartiene. Se invece è un massone a delinquere, tutti sono convinti che la colpa sia della Massoneria intera. E’ proprio vero … “un albero si riconosce dal frutto”, ma si sa, “è più facile distruggere un atomo che un pregiudizio” come ci insegnano i Vangeli ed il Fratello Albert Einstein.

La strada del Potmo Fratello Sal. G. Fra. 33 dell‟Oriente di Roma

Quel 28 aprile Glauco, sul suo nuovo Suv, procedeva finalmente da Belfast verso la Giant‟s Causeway ma, frequentemente, fermava l‟auto e scendeva a calpestare la terra, lontano dall‟asfalto. Camminava qualche minuto, a piedi nudi, con passo pesante, quasi a voler succhiare, dal suolo, la sua storia e le sue lacrime. Da sempre, ogni conquista, in qualunque campo, è costata all‟uomo sangue e pianto. Sembra quasi che un Nume, onnipotente e feroce, ostacoli, con qualunque mezzo, la crescita materiale dell‟uomo ma, assai di più, quella spirituale. Forse, quell‟Essere, non vuole che si percorra la strada della Conoscenza e, prima, molto prima, quella della Giustizia. O forse, invece, si tratta davvero di un Nume onnipotente e giusto, che vuole l‟uomo temprato nel dolore, come si fa per l‟acciaio, incandescente sulla fiamma, poi nell‟acqua gelida. Sempre, nelle cause giuste come in quelle ingiuste, è il dolore il minimo comune multiplo. Glauco ricordava le parole di un suo vecchio professore di liceo, un vero Maestro, e quella che lui stesso chiamava “Apologia dell‟Afflizione” ma che era anche, allora, ma quel tempo non era poi troppo lontano, un vero e proprio manifesto politico.

“In un‟epoca che vede statuito il diritto alla felicità, che pone come primo obbiettivo dell‟uomo il benessere, che prevede l‟allevamento di esseri umani per fornire organi di ricambio ad altri esseri umani, che già consente di operare scelte mirate nella costruzione di figli rielaborati in officine mediche, che già ha dato alla donna il diritto di vita e di morte, condizionando così pesantemente il divenire della nostra stessa specie, epoca che non dà ad ogni concepito, l‟uno dall‟altro dissimile, la possibilità d‟essere e di riconoscersi in un io unico e irripetibile e, forse, immortale, ebbene, è proprio in questa epoca di scatenato edonismo che va riaffermato, con forza, il diritto alla sofferenza. Non c‟è crescita senza contrasto: il seme scava, con le sue radici, la durezza del suolo; il tronco Serenamente 12 e i rami combattono contro il vento e il fulmine; le foglie conoscono la caduta e l‟oro dell‟autunno; l‟umanità ha coscienza della vita perché convive, ogni istante, con la morte. Oriana Fallaci combatte ogni giorno il suo male con le parole, che sono insieme storia, filosofia, poesia. Leopardi, incompreso e minato nella salute, sublimò i suoi mali nell‟Infinito. L‟Alighieri soffrì l‟esilio e forse la fame. Beethoven ebbe genitori e fratelli ai quali nessuna officina medica avrebbe consentito di vivere, e visse una vita travagliata ed infelice. Mozart era piccolo, bruttino, magro e pallido: sempre in cerca d„amore e simpatia da bambino, nevrotico e sregolato da adulto. Morì appena ultimato il Requiem, che credeva di aver scritto proprio per sé. E, se andiamo a ben guardare, all‟origine dell‟arte e della genialità troveremo sempre uno stretto rapporto con il dolore. Ne ha dato testimonianza, per tutti, la Kahlo, impietosamente chiamata “Frida gambadilegno”, segnata dalla poliomielite ad appena sei anni e che seppe trasfigurare in arte tutte le successive sofferenze della sua breve vita. Una umanità di genti alte, belle, forti, massificate per cultura ed aspirazioni, con il piacere quale scopo principe, piacere personale, senza amore perché incapaci di sacrificio, senza odio perché è l‟antipodo dell‟amore, forse drogate per noia: è questo che ci riserva il futuro predicato da tanti Pannella e sulle pagine dell‟Unità. Le nostre galline una volta covavano le proprie uova, oggi non più, la selezione genetica ha eliminato lo stimolo alla cova come una malattia orrenda. Così potrebbe avvenire per la specie umana. Perché partorire con dolore? Perché avere figli imperfetti? Perché non generarli a comando e con il seme di individui alla moda? Perché non avere tutti gli organi di ricambio per il mio corpo, coltivati su esseri clonati? Perché, superando i problemi del rigetto, non farmi innestare gambe da calciatore e braccia da trapezista? L‟ Uomo Nuovo può oggi ben più del Vecchio Dio. E‟ quello che lasciano intendere le Hawk e le Prestigiacomo, le Montalcini e le Ferilli, e i Veronesi, i don Gallo e gli Antinori, le Pollastrini e i Pecoraro, tutti saltuariamente supportati da un coerentissimo Fini. E non li sfiora nemmeno il dubbio che il ventre della donna potrebbe domani diventare il vaso di Pandora. Dicono che amano la donna, ma anche il lenone ama le sue vittime e il dott. Frankestein la sua creatura. Io voglio essere afflitto da tutte le imperfezioni e i mali che ho e che conosco e che mi appartengono e mi hanno fatto quello che sono, ed essere dolente per tutti i mali degli altri, che sono anche stupidità, presunzione, egoismo. Ricordo con amore i miei genitori imperfetti, amo le mie figlie imperfette, stravedo per una moglie imperfetta, che cento volte, nella mia mente, ho lasciato e poi ritrovato, perché nell‟attimo di un sì il tempo si è dilatato ed è diventato eternità. Che senso ha ridere se non si sa piangere? Che senso avrebbe la vita se dovessimo forzarla a scorrere su tanti binari paralleli, l‟uno all‟altro uguale, su grandi distese uniformi e monotone? Sotto Hitler il popolo germanico perse l‟individualità portando cuori e menti all‟ammasso. Il risveglio fu terribile. Il dubbio è il cuore e l‟anima di ogni ricerca, ma gli dei chiudono gli occhi a coloro che vogliono perdere, e li illudono, donandogli certezze.”

Le parole del suo vecchio Maestro, formulate tanti anni prima, in un clima politico ormai superato, si confondevano, nella mente di Glauco, con quelle dette dal vecchio irlandese del Pub di Belfast: parole dal sapore stranamente profetico, che contribuivano a farlo sentire, nel calpestare la Serenamente 13 terra d‟Irlanda, come ancora impreparato a un ruolo inimmaginabile e segreto, e ancora occulto, forse, agli stessi Dei.

… NDR – La perfezione o l‟imperfezione: cosa è meglio? La risposta sembrerebbe ovvia ed implicita. Ma è veramente così? Ciascuno tragga la sua opinione e, secondo il nostro costume, sia pronto a dibatterla apertamente ed a confrontarla senza pregiudizi. Sarebbe meglio, oppure no, che tutti avessimo le stesse opinioni? Che i figli di Sparta e di Roma, nati imperfetti, fossero gettati da una “rupe Tarpea” oppure accolti in un “Cottolengo” o assistiti in famiglia? Che un dottor Mengele riuscisse nel tentativo di creare una razza perfetta di bellezza e potenzialità paradigmatiche? Aveva ragione o no quella matura signora alla quale chiesero se avesse preferito, al suo vecchio marito un altro, più giovane e bello? Sembra che la signora abbia risposto disinvoltamente “Meglio fare la balia che la badante”. Sbagliava quell‟anziano signore che preferì alla scambiare sua moglie, sessantenne e malandata, con due floride trentenni? Absit iniuria verbis. Si possono trattare in modo leggero, anche stravagante, argomenti molto seri? Non lo so, ma credo di sì ed ho voluto provarci, sapendo quanto sia difficile che possa esistere un‟opinione unica, talmente migliore della altre da essere universalmente accettata e condivisa. Forse, siamo di fronte ad un irrisolvibile paradosso: meglio essere sani, giovani, belli e ricchi oppure così, come il destino ci ha fatto nascere: qualcuno, figlio di Giove e qualcun altro, figlio di un “Dio minore”. Forse, come spesso accade, in medio stat virtus o, forse, la risposta giusta per Glauco e per molti di noi ancora non esiste. Ringrazio l‟autore, è molto importante leggere qualcosa che non sia “usa e getta” ma che resti in noi e ci induca a riflettere. Personalmente apprezzo la “Casualità” e credo che ciascuno di noi debba essere accettato per ciò che è e non per ciò che dovrebbe essere, però so anche che un nostro preciso “Dovere” è applicarci tenacemente e continuamente per migliorarci. Il miglioramento deve essere essenzialmente etico, spirituale, ma in più, se esiste un vero disagio che pregiudichi la qualità della nostra vita, va bene anche ricorrere alla chirurgia estetica, all‟inseminazione artificiale; cambiare squadra di calcio, religione, coniuge ecc. Oppure no ? Non ho ancora la risposta, quindi, so di non sapere … ed è già molto.

BREVI NOTE

L’unione Europea incontra i massoni

Un articolo di Marco Zatterin pubblicato nel sito Internet “STRANEUROPA” il 20/7/2010

< “Ieri si è svolto a Bruxelles l‟incontro annuale fra l‟Ue e i rappresentati delle sue fedi religiose. C‟erano 24 fra vescovi, mufti, rabbini, più i leader hindu e sikh. E‟ dal 2005 che questo accade e si tratta di un appuntamento obbligatorio secondo l‟articolo 17 del Trattato di Lisbona. Sono colloqui istituzionali, dove prevale il buon senso e il dialogo formale. In buona sostanza, visto nella logica del cronista, non c‟è notizia. Qualcosa su cui riflettere è il suo alter ego e le dinamiche che lo hanno portato fra noi. Il Belgio, presidente di turno dell‟Ue, paese che per costituzione protegge e finanzia le organizzazioni Serenamente 14 laiche e umaniste alla stregua di quelle cattoliche, ha persuaso l‟Ue a organizzare un incontro speculare con gli atei. Si terrà il 15 ottobre.

Fra “i gruppi non religiosi” ci saranno anche rappresentati della massoneria. La cosa ha provocato qualche irritazione.

I religiosi non sono persuasi che gli atei possano essere oggetto di un summit analogo al loro. Gli esponenti dei movimenti umanisti non gradiscono l‟essere equiparati ai massoni. I massoni sono contenti di essere stati invitati. Attriti sulla rotta di Bruxelles. Se non bastasse, risulta che i vescovi ieri non siano stati entusiasti di vedersi allo stesso tavolo di Hindu e Sikh, presenti per la prima volta. Il presidente stabile dell‟Ue, Herman Van Rompuy, ha risposto che l‟anno prossimo potrebbe invitare anche un buddista. Sino a che punto si può spingere la simmetria del dialogo europeo senza che qualcuno proclami l‟ennesima guerra di religione? Io dico sino all‟estremo, nei limiti della civiltà, della trasparenza, e del rispetto. Voi?” >

ABBECEDARIO

Che cosa non siamo

del Fratello Pan. Auc. MV della RL RISORGIMENTO all‟Oriente di Taormina all‟Obbedienza del SOMI

Non siamo una corporazione, perché non abbiamo interessi professionali da tutelare.

Non siamo una società di beneficienza perché, come non siamo una religione, respingiamo il concetto profano di carità: questa può sollevare il bisogno, ma ne distrugge la dignità, annulla il vincolo della fraternità fra chi dà e chi riceve, collocando quest‟ultimo in posizione di sudditanza.

Non siamo un club né un partito, perché il Massone non persegue il proprio sodalizio né una qualificazione sociale né un obiettivo politico.

Non siamo una società di mutua assistenza, perché opponiamo alla pratica della sopraffazione del singolo sul singolo o sul gruppo, come del gruppo sul gruppo o sul singolo.

Non siamo un‟associazione religiosa o setta, come si chiama in altre lingue. Ogni setta è frazione di un tutto, mentre lo spirito massonico è appunto verso il tutto, ossia l‟universale.

Se fosse possibile definire chi siamo, la nostra presenza nella storia avrebbe un termine, come avrebbe avuto un principio.

Serenamente 15

Diremo che siamo una associazione di uomini liberi e di sani costumi, legati da un vincolo di solidarietà che uscendo dalle Colonne si proietta nella vita profana per conquistarla con le doti che la fratellanza ci insegna: lealtà, correttezza, spirito di sacrificio, senso della giustizia.

E, la solidarietà va data e non domandata.

Ogni Fratello deve sentirla in sé per prestarla agli altri, senza pretenderla dagli altri, perché gli altri Fratelli dovranno dargliela spontaneamente.

… NDR – Dal testo di una delle Catene d‟Unione in uso nel SOMI

Io cerco di amare, non di odiare.

Io cerco di servire, non di esigere il servizio che mi è dovuto.

Io cerco di sanare, non di nuocere.

Che dinanzi all’Unione Fraterna, le divisioni svaniscano.

Che l’Amore prevalga in tutti gli esseri.

Ogni numero può essere letto e/o scaricato gratuitamente dal sito www.somi-massoneria.org Serenamente è stato ideato e fondato dal Fratello Alb. Vac.

Serenamente 16

NIHIL DIFFICILE VOLENTI

SERENAMENTE massoneria e non solo

Numero 101 del 10 ottobre 2010 EV (versione definitiva del numero di ottobre)

Sommario

Pag 2 Il SOMI pensa al futuro Ara Pacis: non solo conferenze LUF 1905 – Lega Universale Framassonica Pag 3 SOMI: calendario romano 2010/2011 La Pietra Grezza e la Pietra Squadra Pag 9 Facciamoci del male: luci ed ombre dello spirito massonico Pag 10 L’Equinozio d’Autunno Pag 13 Uno studioso protestante svela i legami occulti tra Massoneria e Riforma in Italia Pag 15 Donne: ancora un sì Essere massone

Avvertenza - Gli articoli sono espressione della libera opinione del loro autore e non impegnano in alcun modo la linea editoriale di questo notiziario periodico, gratuito ed amatoriale, realizzato e distribuito in proprio, ad uso interno, dall’addetto alla redazione Fr  Alb. Vac. (E mail [email protected]). Per le notizie (ricavate da interviste, Internet o da vecchi documenti incompleti) dalle quali non siano desumibili il copyright, l’autore, l’editore, la fonte ecc., mi impegno a citare tutti i dati previsti o desiderati, non appena noti e, ove richiesto, ad eliminare, modificare e/o integrare eventuali periodi pubblicati. INTER NOS

Il SOMI pensa al futuro

Il Gran Maestro ha fortemente voluto uno speciale Convento nel corso del quale la Gran Maestranza ed altri autorevoli membri dell’Obbedienza hanno potuto dibattere e far conoscere le loro opinioni in merito ad alcuni progetti relativi a possibili scenari futuri dell’Obbedienza. Si è parlato apertamente e francamente, come si conviene tra massoni, della necessità che l’auspicato sviluppo del SOMI, che appare ben indirizzato, possa poggiare su solide fondamenta che considerino le risorse economiche, quelle umane e gli spazi, poiché tutti questi sono elementi quantitativi dai quali non si può prescindere, anche volendo privilegiare gli aspetti qualitativi di uno sviluppo. Sono stati proposti alcuni nomi di Fratelli esperti di Massoneria, ma più giovani “dei senatori” che attualmente ricoprono i vari ruoli di vertice. “Nuovi” Fratelli e Sorelle da spingere e motivare perché si fortifichino ed accrescano la loro esperienza. E’ naturale ed opportuno che “i settantenni” di oggi pensino al SOMI di domani, favorendo il ricambio generazionale. Anche a seguito di quanto su accennato, il Gran Maestro ha emesso 19 Decreti Magistrali con i quali ha nominato diversi “giovani” a Cariche e Dignità che favoriranno la creazione dei cosiddetti quadri intermedi - possibili futuri Dirigenti - sempre aperti ad altri nominativi da considerare ulteriormente. Il SOMI vuole essere un laboratorio massonico aperto e dotato di pareti trasparenti, finalizzato ad accrescere i muri della casa comune, e non quelli della casa di qualche Delfino. Risuona forte l’eco che afferma: “Vivi il Presente utilizzando l’esperienza del Passato, ma è il Futuro che devi considerare, poiché è là che trascorrerai tutto il tempo che ti rimane”.

Ara Pacis: non solo conferenze

A settembre, a Fiuggi, si è aperta la stagione 2010-2011 delle conferenze, con una tematica così apprezzata da essere richiesta in altre sedi. Verrà quindi, riproposta in ottobre e novembre e sono già state fissate date per Civitavecchia, Roma e Viterbo.

Templari e Massoneria Conferenza del Prof. Stelio Venceslai e dell’Avv. Stefano de Carolis Villars, con l’ausilio delle Associazioni OSMTH ed Ara Pacis

Cossiga: il pensiero, le opere, i misteri Conferenza del Prof. Paolo Possenti con l’ausilio delle Associazioni OSMITH ed Ara Pacis

Riprenderanno a breve le visite guidate e commentate, aperte a famiglie ed amici, al fine di incrementare le relazioni di amicizia e conoscenza.

LUF 1905 – Lega Universale Framassonica

Il Gruppo Amministrativo Italiano comunica che sono disponibili i nuovi moduli di domanda di adesione ed anche gli Statuti nella versione tradotta in italiano.

Serenamente 2

L’Assemblea Generale che si svolgerà il 4/5 dicembre prossimi, all’Hotel Excel Roma Ciampino (telef. 06 93541170) sarà un’occasione speciale per conoscere meglio questa ultra centenaria associazione tra Maestri massoni e raccomando di non perdere questa opportunità. Ricordo che la LUF può essere contattata tramite l’E mail della Segreteria Generale del Gruppo Amministrativo Italiano [email protected]

SOMI: Calendario romano 2010/2011 assegnazione alle Officine dei locali di Via Iberia

(T) = Tempio (S) = Sala riunioni

lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì sabato

1° Arcadia (T) Rito 9° (T) Athanor (T) Fenice (T) Galaad (T) Rito 30°- 32°(T) Eleon. d’Arb. (S)

2° Vigorito (T) Honor (T) Antichi (T) Orione (T) SOMI (T) Rito 18° (T) Doveri (S)

3° Arcadia (T) Rito 4° (T) Athanor (T) Giano (T) Fenice (T) G.L. SOMI (T) Eleon. d’Arb. (S)

4° Vigorito (T) Honor (T) Galaad (T) Orione (T) Giano (T) G.L. SOMI (T)

Attenzione! Il terzo ed il quarto sabato pomeriggio di ogni mese il Tempio è a disposizione della Gran Loggia Femminile d’Italia.

Il secondo mercoledì la R. Loggia di Formazione e Studi “Antichi Doveri” Lavorerà abitualmente, ed alternativamente in 2° e 3° grado, sia in Tempio che in Sala.

Ogni variazione del Calendario deve essere richiesta alla Gran Segreteria.

PENSIERI IN LIBERTA’ “ tavole e riflessioni “

La Pietra Grezza e la Pietra Squadra del Fratello E. M. della RL EOS all’Oriente di Bari all’Obbedienza del SOMI

La Tavola che mi è stata assegnata, senza voler sminuire l’importanza della complessa ed articolata simbologia che contraddistingue la Massoneria, simbologia che comprende una enorme, affascinante e stimolante valenza esoterica, ritengo che rappresenti il principio fondamentale con il quale l’Apprendista debba confrontarsi e, comunque, verso il quale debba svolgere un graduale approccio sia per scoprire nuovi ed impensabili “indizi” e sia per procedere nel processo di scoperta, acquisizione e metabolizzazione di “certe” Verità.

Serenamente 3

Per quanto le mie limitatissime conoscenze mi permettano e mi consentano, il simbolo della Pietra Grezza e della Pietra Squadra hanno, comunque, una duplice valenza: una valenza generale derivante dalla propria etimologia ed una valenza “individuale”. Infatti il termine simbolo deriva dal greco sum – bolé e significa “atto del congiungere, dell’aggregare insieme” e tale significato trova la propria pregnante valenza esoterica nella Pietra Squadra le cui fattezze portano, inequivocabilmente, a considerarla non solo come singola entità fisica ovvero singolo prodotto di un personalissimo processo di rettificazione ma anche e soprattutto quale parte di un tutto più ampio (la edificazione del Tempio) parte che deve, necessariamente, configurarsi come un elemento perfettamente inserito per poter coesistere (fisicamente in senso restrittivo, esotericamente in senso lato) con tanti altri singoli elementi, con tante altre singole Pietre Squadre. In aggiunta ed in coesistenza con la valenza esoterica generale, vi è una valenza esoterica individuale. Il simbolo della “Pietra Grezza” raffigura l’Apprendista il cui intento deve essere quello di conoscere sé stesso (applicando innanzitutto su sé stesso, per poter pensare di applicare, integrandosi ad altri Esseri Umani, il processo gnosico), assumere la percezione di un sé interiore e tale percezione lo deve portare a intraprendere un viaggio per avventurarsi nei meandri della propria coscienza, scoprire (ovvero riscoprire) doti, caratteri, aspetti a volte sopiti, a volte contraddittori, a volte conflittuali e negativi. E’ una ricerca che impone sacrifici e tali sacrifici possono essere affrontati solo se si è convinti della valenza di tale ricerca, della intuizione di, necessariamente ed opportunamente, dover e voler calarsi in sé stessi. E questa ricerca comporta, anche, delle amare scoperte: ogni essere umano è convinto, con presunzione, di essere sostanzialmente positivo; in più, ogni essere umano è pronto a giustificare sé stesso per quanto concerne la presenza e la presa di coscienza di aspetti del proprio Io negativi ovvero contraddittori (come innanzi accennato). Non è facile “scoprire” le proprie negatività. E’ uno schiaffo al nostro Ego. Ma, dal problema, dalla presa d’atto del problema, l’Intelligenza, la Sensibilità, la Coscienza devono contribuire a far sorgere (a far risorgere) l’Uomo nella sua essenza migliore.

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Ciò porta (porterà nel tempo, con l’impegno e con la perseveranza) a liberarsi di tare, a valorizzare quanto di buono e positivo è in ciascun Essere Umano, a comprendere la Bellezza Interiore ed a attivarsi concretamente per affermare questi “nuovi” principi non solo per il rispetto che ogni Essere Umano deve a sé stesso ma anche per trasmettere agli altri Esseri Umani queste positive valenze, per mettere a disposizione di altri Esseri Umani le proprie Energie nella certezza che le singole Energie, assommate e integrate tra loro, produrranno una Energia totale, una Energia Cosmica che renderà possibile l’Edificazione del Tempio.

Da Profano, avrei vissuto e considerato una esperienza di tale tipo come una “sfida con me stesso”. Nulla di più errato ovvero si tratterrebbe di un approccio molto limitativo. L’Uomo non deve sfidare sé stesso: è più giusto pensare e dire che l’Uomo deve (volendo ed in ossequio al libero arbitrio) cercare e ricercare sé stesso. E’ un viaggio all’interno di sé stessi, viaggio che può sintetizzarsi, figurativamente, in tre momenti essenziali, in tre domande fondamentali: da dove veniamo, chi siamo, dove andiamo. Il lavoro massonico si configura nella trasformazione della materia “grezza”, attraverso il proprio “Divenire”, per giungere al piano dell’Essere: ciò si concretizza mediante il “Rectificando” sé stesso tanto da armonizzarsi perfettamente con altre pietre squadrate, nella Edificazione del Tempio. La Pietra Grezza, simbolo massonico legato alla allegoria della costruzione del Tempio dell’Umanità rappresenta l’uomo così come creato in natura, caratterizzato dalle molte passioni che ogni Libero Muratore deve imparare a dominare. L’Apprendista deve adoperarsi al fine di trasformare la Pietra Grezza in forma il più possibile prossima al cubo perfetto (la Pietra Squadra). In funzione di quanto detto in precedenza, a proposito della valenza dei due simboli massonici e della loro importanza esoterica, ho rivolto la mia attenzione ad una serie di valutazioni e considerazioni sia in funzione di pregresse convinzioni, conoscenze e letture e sia in funzione di un approccio nuovo e diverso frutto del viaggio che ho sentito di voler intraprendere. L’arte del costruire, vista dal e per il simbolismo, si applicava essenzialmente alla edificazione dei Templi (la cosiddetta Ars Muratoria).

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La costruzione delle cattedrali Cristiane ma anche (e ciò, evidentemente, non rappresenta una semplice casualità) le Pagode, le Moschee, le Sinagoghe: questi “monumenti” nei tempi lontani già rappresentavano un retaggio dell’Arte Reale, fenomeno, quest’ultimo, che vede il proprio ieratico depositario in Hiram (architetto di re Salomone). E’, altresì, retaggio rivendicato da chi opera in armonia con il G:.A:.D:.U:. e i cui “adepti” sono intenti alla squadratura della pietra grezza, azione simbologico – rituale del lavoro di formazione e di perfezionamento spirituale, oltre che di reintegrazione dell’anima nella sua natura e destinazione divina. E la ricca ed articolata dotazione di ciascun Fratello (compasso, scalpello, ecc...) è, ancora, retaggio di quell’arte sacra ed esoterica degli antichi Muratori. Questi strumenti trovano la loro sapiente collocazione nell’ambito della Loggia ed assurgono a simboli, vale a dire a strumenti di natura spirituale, facoltà e forze interiori di cui il Massone dispone per lavorare alacremente alla edificazione di “Templi della Virtù”. In questo contesto, la materia prima intorno alla quale si articola e si concentra il lavoro di sgrossatura è la Pietra Grezza. Il lavoro sulla Pietra Grezza, dal punto di vista simbolico, rappresenta la discesa in recessi profondi ed oscuri del proprio sé, recessi nei quali giacciono “sepolte” (dimenticate?) vestigie di conoscenze e di virtù. Queste “sepolture” sono, ritengo, uno dei frutti più abietti del materialismo e del relativismo contemporaneo. Certo, non va sottaciuto, come detto innanzi, che la ricerca del sé è compito arduo e difficile ed impone una notevole forza di volontà anche perché, realisticamente, molti Esseri Umani subiscono oltre misura, da sempre, il misoneismo. E’ una ricerca alla quale, chi lo desidera, deve necessariamente sottoporsi in ossequio al principio attribuibile all’alchimista Basilio Valentino e che trova la propria estrinsecazione nell’acronimo V.I.T.R.I.O.L. (Visita Interiora Terrae Recitificando Invenies Occultum Lapidem). Dunque, l’Occultum Lapidem (la pietra occulta) è l’oggetto di una lunga e perigliosa ricerca intrapresa discendendo in profondità insondabili ed inaccessibili. L’importanza della “Pietra”, del resto, mi è stata evidenziata in una casuale lettura di un antico alchimista arabo, Morieno, che diceva: “Questa pietra … si cava da voi: voi ne siete il

Serenamente 6 minerale, e in voi la si può trovare. Se ve ne renderete conto, sentirete vivere in voi l’amore della pietra…”. L’accesso a questa interiorità è condizione preliminare per intraprendere il percorso iniziatico. A partire da quel momento, si impone il duro lavoro di “rettificazione” della pietra grezza: il massonico “rettificando” significa appunto il lavoro interiore che il Fr:. deve compiere per conferire un grado di superiore perfezione alla “Pietra” rinvenuta nella profondità del proprio essere. Ecco, quindi, che le anzidette qualità iniziali della “Pietra” rinvenuta dal ricercatore dello Spirito trasmutano, in virtù di un lungo, paziente, tenace e perseverante processo di trasformazione. Al termine di tutto il processo, la “Pietra” assume forma squadrata, geometricamente simmetrica. A voler ampliare il discorso, questo processo di trasformazione può identificarsi nel passaggio: Pietra Grezza ------Lapis Philosoforum (pietra filosofale).

E la pietra filosofale è simbolo, tra gli altri, di rigenerazione, di vittoria della Vita sulla Morte, di liberazione. Ma la simbologia della Pietra, oltre ad avere un pregnante valore iniziatico, è presente anche nella sfera religiosa, come lo attesta la “Kaaba”, la colossale pietra di perfetta forma cubica emblema della religione mussulmana. E, inoltre, stesso principio si ritrova nella tradizione ebraica laddove la Pietra è presente assumendovi il nome di “Beth – El” (Casa di Dio).

Come narrato nel Libro della Genesi, Giacobbe battezzò il luogo dove sognò la gloriosa visione. Anche in questo caso, quindi, viene conferito alla “pietra” il significato esoterico di punto di partenza, di inizio, di viatico introduttivo ad una sublime meta spirituale da raggiungere o ad una condizione di esistenza superiore da realizzare. Alla “pietra” fa ampio riferimento la religione cristiana non solo per quanto detto prima a proposito di Beth – El ma anche nel Vangelo di Matteo quando Cristo in persona conferisce a Pietro il mandato di fondare la Sua Chiesa (“…Ecco io dico a te, che tu sei Pietro e su questa pietra

Serenamente 7 edificherai la mia Chiesa... ”), ed ancora, dagli Atti degli Apostoli, sarà lo stesso Pietro ad alludere alla “…pietra rigettata da Voi costruttori, la quale è divenuta la pietra angolare”. Mi sia consentita una leggera digressione al tema della Tavola: colpisce e attrae la mia attenzione la circostanza che vi sia un comune denominatore di tale valenza tra le grandi Religioni monoteiste. Ma ritorno sul tema della Tavola. L’ultima citazione apre ad una ulteriore analisi: si è detto del lavoro di edificazione del

Tempio. Nella “Scienza Muratoria”, la “testata d’angolo” costituisce un elemento architettonico fondamentale (e non marginale come un profano potrebbe intendere se si fermasse alla “…pietra rigettata…”) in quanto questa pietra “testata d’angolo” si va ad incastonare nella chiave di volta vale a dire nel punto geometrico centrale e culminante dove si scaricano le forze sostenitrici l’intero edificio. In conclusione: questa “Pietra” inizialmente grezza, informe e non debitamente considerata dai “Muratori”, dopo essere stata lavorata, diventa testata d’angolo e viene collocata nella chiave di volta divenendo così la pietra più importante del Tempio. E se si considera che la chiave di volta è il punto nevralgico del Tempio, quello che sorregge il tutto e sul quale il tutto poggia, sarà possibile instaurare una corrispondenza di funzioni fra il centro vitale dell’Uomo e questo punto a cui convergono tutte le forze presenti nel Tempio. Il circuito simbologico ed esoterico è concluso nella sua delineazione in quanto la Pietra Grezza da squadrare, l’Occultum Lapidem da “rinvenire” nel cuore umano (Interiora Terrae), all’interno del quale la ricerca di sé stessi permette di procedere alla “Rettificazione”, sono principi ed attività che, come dice Dante, vedono protagonista “…lo spirito de la vita, lo quale dimora ne la secretissima camera de lo cuore”. Ho detto. … NDR - L’insegnante insegna ciò che già conosce. Il Maestro “sa di non sapere” ed è disposto ad imparare insieme agli altri, per poi diffondere ciò che ha appreso ed intuito. Il docente che non si fa discente non sarà mai un vero Maestro massone. «Massone è colui che gestisce la propria vita in modo da contribuire alla realizzazione di quell’Opera d’Arte che è la vita di tutta l’umanità. Nessuno può contribuire al bene del genere umano, se non fa di sé stesso ciò che lui può e deve diventare.» (G.E. Lessing)

Serenamente 8

DI TUTTO UN PO' “ leggiamo insieme ”

Facciamoci del male: luci e ombre dello spirito massonico del Fratello Mar. Car. MV della RL Galaad all’Oriente di Roma all’Obbedienza del SOMI

Cari Fratelli, desidero comunicarvi un pensiero “in libertà” che mi frulla nella scatola cranica da un bel po’ di tempo. Nei miei lunghi anni di vita massonica ne ho sentite di tutti i colori, dalle sciarpettate (neologismo che però rende bene l’idea) ai voli pindarici intorno alle tematiche più astruse e incomprensibili. Ma c’è ne è una che proprio non riesco a digerire e che appartiene al patrimonio intellettuale di chi è arrivato in massoneria dopo aver fatto a cazzotti con il mondo, aver beccato una saccagnata di sganassoni e non essere riuscito a farsene una ragione o a restituirli con i dovuti interessi: ovviamente, sempre con l’intenzione di far crescere colui al quale vengono restituiti. Intendo riferirmi ad amenità del tipo « solo in massoneria sono felice », « solo in mezzo a voi starò bene », quasi che la frequentazione liberomuratoria, con buona pace dell’eggregoro migliore, rappresenti l’universale panacea per tutti gli insoddisfatti e i delusi dal mondo profano. Premesso che si sta bene con gli altri solo se si è capaci di starci con se stessi, si tratta di affermazioni cui immediatamente reagisco con impulsi tendenti alla violenza fisica e che – non mi vergogno di confessare – nel corso delle tegolature sono pronto a rintuzzare ricorrendo persino alla tortura. Durante l’istruzione preventiva a una bussante, svoltasi al fresco settembrino del giardino del caffè Giolitti al laghetto dell’Eur (abito a pochi metri, quindi mi viene comodo costringere i postulanti a sobbarcarsi l’attraversamento della metropoli per scambiare qualche chiacchiera con me e offrirmi un succulento drink), al tentativo di accenno in materia ho rabbrividito: « vede, maestro, io sono convinta che sarò felice solo … allorché … ». Ho trangugiato d’un fiato il calice di menta con ghiaccio e l’ho squadrata torvo: « Ricordati » – l’ho apostrofata con aria compassata (compreso il sottile aggancio?) – « che non esiste persona più infelice del massone ». Si è pietrificata, osservandomi con occhi smarriti, pensando forse di aver fatto una grezza (notate come gioco con la simbologia, al pari di un esperto biscazziere); il mondo le è caduto addosso e vi è mancato poco che scoppiasse in pianto dirotto. « Perché mi dice questo? » – ha gemuto. Assumendo il tono del padre benevolo (ma non chiedetene conferma a mia figlia) ho replicato, con voce debitamente flautata e debitamente un tantino arrochita: « Allorché si cerca consolazione negli ambienti cui siamo tradizionalmente abituati, abbiamo soluzioni diverse; qualora la cerchiamo in famiglia, siamo costretti a un continuo regolamento di conti sulla sfera dell‟affettività, mettendo in secondo piano gli aspetti razionali e cercando di scavare al fondo dei reciproci sentimenti. Se la cerchiamo nella politica, allora ci vediamo costretti ad aspettare una riforma epocale la cui attesa rischia di far passare di moda i vestiti futuristici che indosseranno i nostri pronipoti. Se guardiamo allo sport, dobbiamo mettere in preventivo che non sempre una buona sudata o un confronto agonistico riesce a equilibrare il dualismo delle forze che interagiscono diacronicamente nei contendenti». Non significa alcunché ma suona bene e certi paroloni fanno sempre effetto, (come insegnava Ettore Petrolini). «Siamo pertanto costretti a ricorrere alla religione o alla massoneria (in verità ci sarebbe anche una bionda di ventisette anni che abita dalle parti di Viale Europa, ma è depositaria di un esoterismo un tantino riservato e non raggiungibile con i miseri mattoni che ricavo dal tronco della vedova della mia loggia) ».

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«La religione offre una speranza di salvezza ultramondana, la massoneria no: la religione disciplina il tuo comportamento e ti insegna il principio della retribuzione delle opere di carità, mentre la massoneria cerca di inculcarti i concetti di morale, virtù, ecc. che non ritrovi nel vocabolario delle altre formazioni sociali contemporanee». «Tutto è bello all‟inizio » – la postulante ha smesso di piangere e a iniziato a impallidire – « poi, quando hai sufficientemente assorbito, metabolizzato i principi di etica massonica, vedi che essi sono sconosciuti nel mondo profano: e allora cominci a pensare „E adesso che faccio? Se mi comporto come ho imparato finisco nell‟emarginazione, se mi adeguo resto più insoddisfatto di prima. Ti rendi perciò conto che anche la massoneria produce infelici: persone che hanno imparato (o stanno imparando) a vivere in una dimensione di spirito e ragione totalmente differente dal passato, ma che continuano a non riconoscere all‟esterno la possibilità di incidere sostanzialmente; e in più neppure ti resta la soddisfazione di sperare in un radioso aldilà ». La postulante è sull’orlo di svenire: « E allora che entro a fare? » – domanda mentre tenta di raggiungere l’uscita senza pagarmi il conto. « Valuta bene le tue intenzioni » – rispondo, riferendomi sì all’iniziazione e facendole intendere che è stata lei a invitarmi e non ho alcuna intenzione litigare con il cameriere – « ma conserva nel tuo animo quanto ti ho detto: se cerchi la serenità, presta il giuramento, se speri nella felicità, gioca al Superenalotto ». A proposito del tronco della vedova: non sarebbe il caso di cambiare soggetto simbolico? Ho l’impressione che dopo tanti secoli, la sig.ra Vedova abbia acquistato ville a Montecarlo (senza la mediazione partitica), auto di lusso, sistemato i figli alla guida di multinazionali americane, goda di un conto bancario pari alla voce attiva del bilancio di un emirato arabo. Il tutto alla faccia del marito prematuramente defunto. Propongo pertanto il tronco del Vedovo, così per pari opportunità: almeno va di moda. Un bel VAF a tutti. (VAF = Veemente Abbraccio Massonico)

… NDR: Sempre ironico e caustico, il nostro Marco, ligio al “castigat ridendo mores”. Lui è uno di quelli che: “Una risata ci salverà, perché una risata al giorno toglie il Vizio di torno”. .

VERSO L’ARCANO nello Spirito, percorrendo la Tradizione...

L’Equinozio d’Autunno della Sorella Bar. Emp. MV della RL Athanor all’Oriente di Roma all’Obbedienza del SOMI

A questo punto dell’anno in prossimità dell’equinozio d’autunno in cui, nel ripetitivo succedersi delle stagioni, straordinariamente armonico, la natura rinnova il perfetto equilibrio tra la luce del giorno e le tenebre della notte, riprendiamo i nostri lavori: nel nostro cammino iniziatico questa coincidenza, non casuale, simbolicamente rappresenta l’armonia interiore che faticosamente dobbiamo cercare di raggiungere.

Fin dai tempi più antichi, l’Equinozio d’Autunno era celebrato lontano dagli occhi dei profani, in quanto era considerato un rito segreto e misterico.

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Ad Eleusi, una piccola città dell’Attica, nell’antica Grecia (che ripeteva le sue tradizioni esoteriche dall’antico Egitto), in coincidenza con l’equinozio d’autunno, venivano celebrati i Grandi Misteri ai quali potevano partecipare solo coloro che avevano studiato nelle scuole esoteriche, e che erano stati in grado di superare la selezione che veniva fatta in primavera in occasione dei Piccoli Misteri, quando ricevevano la più alta investitura.

Questi aspetti esoterici del mondo classico insieme a molti altri, sono purtroppo andati perduti perché nel corso dei secoli si è preferito dare più spazio al recupero della tradizione umanistica della cultura antica, tanto che oggi sia gli oracoli, che all’epoca erano tenuti in grandissima considerazione, sia i Culti Misterici, che i Misteri Eleusini, ai quali furono iniziati personaggi di grande cultura come Cicerone, oggi ci appaiono sotto forma di leggenda e superstizione.

Presso i Celti l’equinozio d’autunno era celebrato in occasione della festa “Harvest Home”, mentre nell’antica Roma, nelle grotte sacre a Mithra, si svolgevano importanti Misteri di iniziazione che prevedevano l’uccisione del Toro Cosmico, simbolo dell’Oro Filosofale e della potenza generatrice delle forze della natura.

L’importanza dei due equinozi, come momenti di passaggio per la crescita iniziatica, era forte anche presso i Maya. Basti pensare all’immenso serpente fatto di luci ed ombre danzanti che compare magicamente per poche ore sulla scalinata del Tempio di Cuculcàn a Chicheèn Itzà, proprio nel momento astronomico dell’equinozio. Qui negli equinozi di primavera ed autunno (e solo allora) trame triangolari di luce ed ombre si combinano dando l'illusione di un gigantesco serpente (animale oggetto di culto per queste popolazioni) che ondeggia sulla scalinata nord; addirittura il verso di ondeggiamento (in salita o in discesa) sembra cambiare secondo l'equinozio. Si tratta di costruzioni colossali che hanno indubbiamente richiesto calcoli precisissimi, basati su una concezione sacra dell’architettura e del numero, nonché su una profonda conoscenza dei meccanismi celesti e dei loro riflessi sulla vita dell’uomo.

Anche a queste tradizioni antichissime che non si esauriscono certamente in quelle sopra menzionate, si rifà il pensiero massonico che si pone come metodologia della ricerca iniziatica che deve condurre progressivamente i Fratelli attenti e disponibili, alla percezione del mistero straordinario dell’Unità.

A differenza del calendario profano, quello massonico celebra pochissime feste e ricorrenze. La Massoneria non ha bisogno di celebrazioni per “convincere”, ciò perché è una scuola iniziatica di ordine cavalleresco che non si rivolge alla massa ma a uomini adulti e liberi, padroni della propria coscienza. La metodologia massonica rinuncia alle celebrazioni ed alle commemorazioni, in quanto nega la liceità del condizionamento e della persuasione forzata, esaltando la pratica dell’autoapprendimento e del lavoro interiore per il proprio miglioramento.

Quando riprendono i lavori rituali, le obbedienze massoniche italiane, ricordano il 20 settembre 1870, data che evoca un evento memorabile per la Massoneria: le truppe italiane al comando del generale Raffaele Cadorna, spezzando la resistenza dell’esercito pontificio, entrarono a Roma attraverso la breccia aperta presso Porta Pia, la occuparono e la dichiararono capitale del Regno d’Italia (dichiarazione sanzionata il 2 ottobre successivo in un plebiscito). La presa di Roma segna il fine del potere temporale della Chiesa Cattolica.

Sono stati numerosi i Fratelli che sono caduti per l’ideale Massonico e che ne hanno permesso il suo diffondersi in tutta Italia. Ed è su quel perenne ideale che noi Massoni continuiamo oggi a lavorare su noi stessi, per perfezionare sempre più la nostra “pietra grezza interiore” ed a gioire nelle giornate che sono care solo a noi. Serenamente 11

Vista la loro vicinanza, mi piace pensare che tra le due date, il 20 ed il 23 settembre, che ricordano rispettivamente un avvenimento storico ed uno naturale, vi sia un nesso di causalità, come fossero due momenti in cui alla regola del susseguirsi delle stagioni, si affianchi la regola del ripristino della giustizia sociale, da conservare con il quotidiano lavoro civile. La costruzione degli ideali massonici è strettamente legata alla natura, fonte inesauribile di simboli che prendiamo in prestito per sintetizzare i nostri “concetti”.

Poiché, come sopra accennato, nelle obbedienze massoniche Italiane, alla riapertura dei lavori, molto si parla della presa di Roma del 20 settembre 1870, può venire naturale chiedersi come mai una istituzione iniziatica presti più attenzione al fatto storico che alla bellissima e ricca tradizione esoterica dell’Equinozio d’Autunno.

E proprio riflettendo sulla difficoltà nel reperimento nella letteratura massonica di riflessioni e lavori sull’equinozio come evento naturale, senza nulla voler togliere al fascino del significato esoterico dell’evento astronomico in sé considerato, alle tradizioni ed ai misteri antichi ad esso legati, non ho potuto evitare una considerazione: la memoria culturale di un paese è fatta di simboli e la loro sopravvivenza presuppone che il ricordo che evocano, resti vivo nella coscienza della collettività, rendendo le gesta e le idee di allora ancora presenti tra noi oggi.

Non possiamo nascondere la circostanza che in Italia l’appartenenza alla Massoneria sia più invisa rispetto ad altri paesi ove la stessa è presente: tutti noi sperimentiamo quotidianamente quanto sia difficile manifestare i nostri ideali come “massonici” mentre ci troviamo a discorrere tra i profani. I nostri ideali sono sicuramente stimati e apprezzati, ma appena tentiamo di rivelare l’etichetta massonica, improvvisamente l’atteggiamento dei nostri interlocutori cambia.

Ebbene, è proprio a questo punto che la data del 20 settembre 1870 acquista un significato importante per noi massoni: è e rappresenta una vittoria massonica, la vittoria dell’uomo libero.

La Libera Muratoria Universale si riconosce nell’opera di quei Fratelli che hanno combattuto e tutt’ora combattono per il trionfo dei diritti umani e per la costruzione di una società che sia in grado di garantire il massimo possibile di felicità per il maggior numero di persone. Lo stesso Camillo Benso di Cavour, precorrendo di un decennio la presa di Roma disse che “Fra le maggiori, le più importanti conquiste della civiltà moderna è certamente da annoverarsi la libertà di coscienza, quindi la libertà dei culti, che ne deriva qual logica conseguenza…”.

La Massoneria come istituzione iniziatica, non confonde la dimensione della materia con quella dello spirito e sa discernere i valori che cambiano e che passano, da quelli destinati a resistere alle sfide e all’ingiuria del tempo.

Il cammino dell’umanità è costellato da vittorie e sconfitte, di grandezza e miseria, di successi e fallimenti. È la storia la nostra maestra di vita, essa ci insegna quanto sia mutevole e precario non solo il potere politico, ma anche quello religioso.

Per questo la vittoria massonica del 20 settembre non va ricercata né in una vittoria militare, né nelle conseguenze politiche della scomparsa dello Stato Pontificio, ma nell’affermazione del principio di libertà. Il 20 settembre è una vittoria massonica e quindi dell’uomo libero, perché ponendo fine a secoli di teocrazia, affermò con forza l’ideale della libertà di coscienza e di pensiero, e fu riconosciuto dallo Stato Italiano il principio della separazione del potere politico da quello religioso garantendo la libertà di credere o non credere.

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Il messaggio ereditato dal 20 settembre dovrebbe indurre ad accettare senza riserve la coesistenza di più culture, di più ideologie, di più religioni, nella convinzione che la stessa molteplicità delle rappresentazioni di Dio, non mette in pericolo l’esistenza della verità perché essa, come osservava il filosofo Pietro Piovani, “non è qualcosa di oggettivo, che possa essere posseduto dal pensiero di uno o di tutti, ma è un valore infinito che nessuno può interamente possedere ed a cui, tuttavia, ognuno può – quando vi riesca – interamente aspirare con tensione liberante”, opinione non diversa, a ben guardare, da quella a cui conducono il metodo e l’itinerario iniziatico. La rivendicazione del diritto alla libertà di coscienza e di pensiero, difesa ad oltranza della Massoneria, a volte è stata interpretata come manifestazione di orgoglio e superbia, quasi i massoni si arrogassero il diritto di giudicare Dio e di farsi Dio essi stessi. In realtà nella rivendicazione di tale diritto vi è un grande atto di umiltà, poiché i massoni riconoscono i limiti della ragione umana, consapevoli che nessuno possa diventare depositario della verità assoluta, che appartiene solo al Grande Architetto dell’Universo.

Nonostante il tempo trascorso gli ideali del 20 settembre sono ancora lontani da una loro compiuta realizzazione, anzi, se ci guardiamo intorno sembra quasi che la storia stia segnando un passo indietro, annullando molte faticose conquiste.

Fino a quando vi saranno uomini oppressi dal potere politico, asserviti e perseguitati dal fanatismo religioso e dall’intolleranza razziale, umiliati dalla fame e dall’ignoranza, sarà necessario mantenere vivo lo spirito del 20 settembre, di cui siamo i più convinti e fedeli custodi, perché l’oppressione anche di un solo uomo si risolve in una sconfitta per la libertà di tutti gli uomini.

Non possiamo non iniziare i nostri lavori considerando che l’elemento che cementa i Fratelli di ogni obbedienza massonica, è proprio quell’ideale di libertà alla quale nessuno di noi oggi sarebbe in grado di rinunciare. E se oggi noi, in questo preciso contesto geografico e sociale, possiamo coltivare la nostra libertà, è soprattutto grazie a quei Fratelli che nel lontano, ma sempre attuale nel nostro ricordo, 20 settembre 1870 hanno sacrificato la loro vita per garantirci un mondo migliore.

Non dimentichiamo quindi l’opera iniziata, ma rimasta incompiuta, volta alla piena realizzazione della libertà di coscienza e di pensiero, consapevoli, come recita il nostro rituale in grado di apprendista, che i massoni si riuniscono e lavorano per il bene ed il progresso della Patria e dell’umanità. Ho detto

IPSE DIXIT

Uno studioso protestante svela i legami occulti tra Massoneria e Riforma in Italia di Maurizio Blondet

articolo pubblicato il 31 agosto u.s. in Internet da Il Cuib.palermo.blogspot.com con indicazione “fonte: Avvenire”

Fra il 1784 e il 1787 (notate le date: è imminente la Rivoluzione francese) un personaggio misterioso percorre l’Italia. Si chiama Friedrich Muenter. È un giovane danese d’origine tedesca, figlio di un celebre pastore luterano, e teologo lui stesso. Ma (come il padre pastore, del resto) è

Serenamente 13 entrato a 19 anni in una loggia massonica, ed ora è membro degli Illuminati di Baviera: la segretissima loggia dove Adam Weishaupt ("Spartacus") rivela agli adepti l’ultima verità gnostica: un programma radicalmente materialista, comunista e libertario, eversivo politicamente: la proprietà privata va abolita, le donne e i beni in comune, nessun Dio esiste. La setta degli Illuminati, scoperta e apparentemente smantellata in Baviera, costituirà uno dei "cuori" ideologici dell’estremismo rivoluzionario. Friedrich percorre l’Italia appunto per estendere anche nella penisola la struttura segreta e l’ideologia degli Illuminati. A Torino s’interessa molto ai valdesi, la piccola comunità protestante che dal ’200 vive, confinata e discriminata, nella Val Pellice. È l’ambasciatore inglese Trevor a fornirgli le notizie di cui ha bisogno. Infine, ha colloqui cordiali con il pastore valdese Pietro Geymet e con Giacomo Marauda, un intellettuale della comunità. Da quel momento i due esibiscono un nuovo, e caratteristico, radicalismo politico e sociale. Forse Muenter li ha affiliati quali potenziali rivoluzionari? Lo storico Augusto Comba pone la domanda nel suo straordinario saggio Valdesi e Massoneria. Due minoranze a confronto (Claudiana, pagine 189, lire 25 mila) senza poter dare risposte decisive: per definizione, la storia occulta non lascia troppi documenti negli archivi. Ma quel che Comba, lui stesso valdese, scopre e rivela è già sufficiente a illuminare aspetti di quel cono d’ombra degli eventi storici, che procura a chi li indaga la qualifica di "complottisti". Certo è che i valdesi aderiscono con entusiasmo alla Rivoluzione, e con una connotazione di sinistra che insospettisce il restauratore Bonaparte. Nel 1802, i funzionari napoleonici della Repubblica Cisalpina sopprimono la loggia massonica piemontese La Réunion. Benché Napoleone abbia fatto della massoneria "un’organizzazione ufficiale utilizzata dal dominio francese", a La Réunion, e proprio attorno al valdese Sebastiano Giraud, s’è formata una conventicola di Illuminati egualitari. Caratteristico, ad esempio, il ruolo dell’ambasciatore britannico nel Regno di Sardegna a tenere le fila, o a influenzare, le trame cospiratorie progressiste. Così come la documentata partecipazione, in numero altissimo rispetto all’esiguità del gruppo (i valdesi sono oggi 30 mila) di personalità valdesi, oltre che di massoni e di ebrei, al Risorgimento; e per di più militanti nell’ala mazziniana, "repubblicana". E così s’intuisce e si spiega come i valdesi, con i massoni (e in parte gli ebrei) siano per lo più schierati, nell’Italia unita, sulle posizioni della borghesia radicale e socialista; oppositori intransigenti, insieme, alla dittatura fascista; animatori prima e dopo del Partito socialista, i valdesi, famosi (come gli Spini) o no, sono ancor oggi vicini alla sinistra laicista. L’intreccio, e la fusione. con la massoneria del resto si spiegano - dice Comba - con gli stessi motivi che valgono per la comunità israelitica e ogni altra minoranza discriminata: "Il presupposto anticlericale, l’influenza anglosassone, la coincidenza di linee politiche riformiste o progressiste... Molti protestanti vedevano la massoneria come luogo extra-ecclesiale nel quale trascrivere su un piano istituzionale e sociale i valori condivisi". Il Risorgimento fu intimamente animato da questo "masso-evangelismo". Ancora nel 1886 l’eminente "fratello" Giacomo Dall’Orso scriveva al pastore valdese di Genova Amedeo Bert:

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"Esistono in Genova chiese evangelico-protestanti? Quale azione vi esercitano nel combattere il nemico comune?". Il "nemico comune" era, ovviamente, la Chiesa cattolica.

… NDR: L’articolo potrebbe non sembrare di particolare importanza, ma mi consente di suggerire la lettura del saggio “Valdesi e Massoneria” di Augusto Comba - Edizioni Claudiana, ed inoltre di domandarmi se - come scrivono - il quotidiano cattolico nato nel 1968 per iniziativa di Papa Paolo VI, “Avvenire”, è la fonte di questo articolo, quali siano a distanza di oltre 130 anni, ove ce ne fossero, le nuove considerazioni in merito alle domande poste da Dall’Orso. Siamo ancora, come alcuni atteggiamenti sembrano suggerire, al “nemico comune”, al complotto “pluto-masso- comunista” oppure siamo in grado di proporre riflessioni nuove e diversamente argomentate?

BREVI NOTE

Donne: ancora un si

Il Grande Oriente di Francia, nel recente Convento annuale di Vichy, ha definitivamente votato a larga maggioranza che nessuna discriminazione può essere operata nell’ammissione di individui in Logge massoniche, neppure per motivi di sesso. Le Logge alla loro Obbedienza sono pienamente libere di ammettere o rifiutare un candidato, ma in base ai regolamentari requisiti richiesti e non perché donna. La decisione conferma quanto già Serenamente aveva annunciato nel numero di maggio. Sembra addirittura impossibile che qualcuno continui ad operare discriminazioni pregiudiziali in massoneria, sessuali o no, essendo il pregiudizio e la discriminazione antitetici con l’ideologia massonica stessa, né mi appaiono convincenti le asserite preclusioni, che ho potuto fin qui conoscere, relative alla solarità dell’iniziazione massonica ed alla sua preminenza.

ABBECEDARIO

Essere massone da un articolo apparso in Internet, sito SanMarinoNotizie, il 27 agosto u.s.

Alcuni brani di una “lettera aperta” indirizzata dal Fratello Salvatore Casales (Aaron) – Garante di Amicizia del G.O.I. – a Mons. L. Negri che possono aiutarci nel nostro percorso di conoscenza.

< “La Massoneria non é una fede, non trasmette sacramenti, soprattutto non intende sostituirsi ad alcuna religione, compresa quella cattolica, ma ha lasciato liberi i suoi aderenti di praticare quella condotta dalle personali scelte.

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La Massoneria, Egregio Monsignore, non ha una visione escatologica della vita, non offre ai suoi affiliati sacramenti e non persegue la salvezza dell’uomo attraverso una concezione connessa con la fede di un giudizio universale, condizione cristiana, invece, estremamente necessaria per la resurrezione e l’immortalità, che affonda le sue radici nella narrazione biblica del peccato originale e nelle dottrine apocalittiche, ma persegue il fine pratico del principio etico della propria libertà, che porta a sua volta in sé la tolleranza per la libertà altrui. La Massoneria, dunque, potrà indicare solamente la via all’individuo consapevole che la propria salute fisica e spirituale, sarà quella della collettività in cui vive, per il benessere della comune medesima società.

Pertanto, tale ricerca, nella sostanza, altro non é che una particolare metodologia, perfezionata attraverso varie esperienze secolari, intesa a rendere migliore la società attraverso il perfezionamento dell’individuo che la costituisce e che ne pone in essere le caratteristiche.

Per la massoneria ,* Il miglioramento dell’individuo * è l’unico mezzo per raggiungere il miglioramento della collettività. Ma questo individuo, per svolgere questa funzione deve essere libero, deve egli decidere il suo percorso, deve egli trasformare il cemento in un solido pilastro, quale realtà ricevuta, quale frutto del proprio lavoro, che é l’elemento determinante per la trasformazione.

La pietra grezza, il mazzuolo, lo scalpello sono i primi utensili virtuali che motivano il riferimento del suo cambiamento e la Massoneria li mette a disposizione dei propri adepti affinché possano raggiungere *la trasmutazione alchemica* dal piombo (neofita) in oro (maestro libero muratore).

Il nascere uomo o donna, così come il nascere guerriero o sacerdote, ed il semplice nascere in un tempo o in un luogo preciso é, infatti, da considerarsi come un segno tangibile, sotto gli occhi di ognuno, di quella che è la propria via ed il proprio destino.

Compito di chi nasce uomo è il compiersi come uomo. Cioè determinare la propria natura eliminando ogni scoria e mescolanza. Come l’oro, il quale, uscendo dalla miniera grezzo e sporco di altri metalli meno nobili, ha bisogno di purificarsi prima di risplendere in tutto il suo effettivo valore, così come la natura umana é sommersa da tantissime imperfezioni che la tengono vincolata ad una esistenza di fatto inferiore alle sue reali potenzialità.” >

Ogni numero può essere letto e/o scaricato gratuitamente dal sito www.somi-massoneria.org Serenamente è stato ideato e fondato dal Fratello Alb. Vac.

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NIHIL DIFFICILE VOLENTI

SERENAMENTE massoneria e non solo

Numero 103 del 5 novembre 2010 EV

Sommario

Pag 2 Un addio? LUF 1905 Il Rito Scozzese comunica Pag 3 Ara Pacis e Progetto PVD Ultima fermata: Dushanbè Pag 5 Genetica del pisello Pag 7 Luce dell‟Iniziazione Pag 11 Politica d‟oggi… i turbamenti del giovane Werther Pag 13 Il giudice … chi è? Pag 15 Lezioni sulla Massoneria di J.G. Fichte

Avvertenza - Gli articoli sono espressione della libera opinione del loro autore e non impegnano in alcun modo la linea editoriale di questo notiziario periodico, gratuito ed amatoriale, realizzato e distribuito in proprio, ad uso interno, dall’addetto alla redazione Fr  Alb. Vac. (E mail [email protected]). Per le notizie (ricavate da interviste, Internet o da vecchi documenti incompleti) dalle quali non siano desumibili il copyright, l’autore, l’editore, la fonte ecc., mi impegno a citare tutti i dati previsti o desiderati, non appena noti e, ove richiesto, ad eliminare, modificare e/o integrare eventuali periodi pubblicati. INTER NOS

Un addio?

La RL Eleonora d’Arborea all‟Oriente di Olbia ha lasciato il SOMI. Pur dispiaciuto, porgo a Leonardo, Franca ed agli altri Operai del‟Officina un Abbraccio Fraterno, augurandogli di proseguire nel miglior modo possibile il loro percorso massonico. L‟Officina, recentemente, aveva avuto una vita difficoltosa. Nata con l‟idea di accumunare Fratelli toscani e sardi, aveva cercato poi di crescere anche a Roma ed a L‟Aquila, senza peraltro mai riuscire a raggiungere quel numero adeguato di componenti che, favorendo un‟eventuale gemmazione, avrebbe consentito di riunire in modo più omogeneo Fratelli obiettivamente sfavoriti dalla lontananza geografica. Non ci si riuscì, nonostante l‟impegno profuso ed il sostegno elargito: colpa di tutti e di nessuno, del terremoto abruzzese e di alcune difficoltà di integrazione. Peccato, l‟esperienza che si voleva perseguire sembrava affascinante. Forse adesso, da soli o in un'altra Famiglia, riusciranno meglio. Tanti Auguri Fratelli, non condivido le vostre scelte, ma vi Auguro ogni Bene. Ad maiora e, chissà ... Solo le montagne non si incontrano mai

LUF 1905

Nel percorso di preparazione all‟Assemblea Generale che si svolgerà il 4 e 5 dicembre prossimi all‟Hotel Excel, nei pressi di Roma, per la quale sono già giunte numerose prenotazioni, il Presidente del Gruppo Amministrativo Italiano ha organizzato nella sua villa a Lavinio, una riuscita giornata conviviale, con svaghi e buffet ed anche, una successiva visita guidata alla Basilica di San Clemente ed al Mitreo sotterraneo, seguita da agape.

Il Rito Scozzese comunica

Il Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato - Giurisdizione Italiana comunica che nella riunione del 30 ottobre u.s. è stato deliberato, tra l‟altro, che:

- il Potentissimo Fratello Pie. Gir. 33 è stato dichiarato decaduto dalla qualità di Membro Onorario; - il Potentissimo Fratello Leo. Mor. 33 è stato dichiarato decaduto dalla qualità di Membro Effettivo; - Il Potentissimo Fratello Fab. Sal. 33 è stato dichiarato decaduto dalla qualità di Membro Aggiunto; - gli Elettissimi Fratelli Lud. Ges. 32 e Mau. A. De P. 32 sono stati elevati al 33° ed ultimo Grado e sono stati cooptati nel Supremo Consiglio quali Membri Aggiunti.

Ai destinatari dei provvedimenti di cui sopra è stata inoltrata una formale comunicazione personale.

Serenamente 2

Ara Pacis e Progetto P.V.D.

L‟iniziativa nata nel 2003 per implementare i contatti tra massoni e profani, volta a sviluppare la partecipazione di massoni ad iniziative culturali selezionate in ambito profano e, nel contempo, di profani ad iniziative e/o cerimonie massoni di tipo aperto, prosegue con lusinghiero successo. Da allora oltre cento iniziative di vario tipo hanno avuto luogo, realizzate anche con l‟ausilio di Associazioni profane, con le quali, di volta in volta, sono stati instaurati rapporti di collaborazione. In considerazione del desiderio manifestato da molti partecipanti, da quest‟anno si cercherà di incrementare le occasioni ludiche e di socializzazione, alternandole più frequentemente alle abituali conferenze.

PENSIERI IN LIBERTA’ “ tavole e riflessioni “

Ultima Fermata, Dushanbè

Pubblico volentieri questo articolo segnalato dalla Sorella Pao. Rev. della G.L.F. d’Italia, solo apparentemente insolito, infatti, chi legge da tempo questo notiziario sa quanto il viaggio sia, per me, coerente con il percorso massonico. Parlo del viaggio compiuto dal viaggiatore, non dal turista, un viaggio che cerca la conoscenza, lo stupore, la vicinanza con chi appare lontano. Ulisse, ad esempio, come afferma Fullenborn, non era un viaggiatore ma solo uno che cercava di tornare a casa. Il viaggio che l‟amica di Paola ha compiuto, è un itinerario dell‟anima e nell‟anima, solo apparentemente compiuto in luoghi estranei, ma in effetti rappresentativo di un percorso “on the road” che si svolge dentro noi stessi, arricchendoci la conoscenza e la coscienza. Socrate sosteneva che il nostro Spirito è come un orto che va curato con assiduità ed amore se si vuole che produca frutti rigogliosi. I massoni non sono turisti, consci della data di partenza e di ritorno e del luogo di destinazione, ma veri viaggiatori, consapevoli solo del luogo di partenza ed aperti all‟ignoto ed alle novità che si presenteranno loro. Il “viaggiatore sedentario” - mutuo l‟ossimoro dal titolo di un libro di Luigi Malerba (Edizioni Rizzoli) - è un viaggiatore che può vivere, grazie alla fantasia, le stesse affascinanti sensazioni di un autentico Marco Polo. Per eventuali approfondimenti rimando a quanto scrivevo nel n. 15 del 2003 di questo notiziario, dal quale, in coda a questo articolo, riporto alcuni brani di Stanislao Nievo.

La ricerca della conoscenza è un dovere per tutti. L’inchiostro dei sapienti vale più del sangue dei martiri (dal Corano) ooooo ----- ooooo ----- ooooo

E’ il viaggio della mia amica Flavia, chi la conosce sa qual è la sua ricchezza e chi non sa chi sia, provi a leggere e … Un abbraccio a tutti. Paola

E‟ stato uno di quei viaggi che non si dimenticano. Si percorrono in auto 8700 chilometri in 20 giorni. Si va da Milano a Dushanbè, in . Si dona l‟auto sulla quale si viaggia, nel nostro Serenamente 3 caso una Citroen Xsara del „98 rimessa al mondo per un‟occasione importante: la Silk Road Race, un rally benefico organizzato dall'associazione. Partenza Intelligente per sostenere i progetti dell‟organizzazione non governativa italiana Cesvi in Tajikistan. Ci sono tanti viaggi in auto che lasciano il segno. Ebbene, questo è uno di quelli. Ti fa sentire come chi 40-50 anni fa si metteva al volante per la fame di andare, di trovare l‟avventura lungo la strada. Vedeva il mondo dal basso, lo guardava negli occhi e ci faceva dei discorsi terra-terra. Anche noi, che siamo di Torino, abbiamo avuto questo privilegio. Il nostro equipaggio, tre uomini e due donne, non poteva che chiamarsi Gran Torino. Parte il 31 luglio 2010, attraversa Slovenia e Serbia, fa tappa a Sofia e tocca Istanbul che, arrivandoci dalla Bulgaria, sembra Las Vegas. Da qui in poi si naviga a vista e si scoprono luoghi unici ma fuori dalle carovane turistiche. Amasya é il primo. Antiche tombe su pareti rocciose, mulini sul fiume e albergatori che ti incollano le suole delle scarpe che hanno ceduto dispettosamente a migliaia di chilometri da casa. Poi Trebisonda, sul Mar Nero, dove si riposa sulla spiaggia con ombrellone e lettino a due dollari. Gli imprevisti sono gli abili burattinai del viaggio. La frizione si rompe in un paesino curdo al confine turco-iraniano dove si incontrano viaggiatori solitari a piedi o tipi scozzesi che vivono in Italia e da dieci anni trascorrono le estati nel negozio di tappeti dell'amico curdo conosciuto in viaggio. Dopo di che Gran Torino si avventura attraversando l'. Le donne indossano il velo, gli uomini i pantaloni lunghi. Fuori, 40 gradi all'ombra. Superata la frontiera si scopre un popolo aperto e curioso. La gente ti ferma per strada per sapere da dove vieni, per capire cosa succede fuori. Ad alcuni caselli autostradali l'auto viene fatta passare senza pedaggio. E capita che al ristorante vogliano offrirti la cena. Alcuni al momento del commiato sussurrano: «Ditelo quando tornate, dite com'è il popolo iraniano, dite cosa avete visto». Altra tappa: Mashad, secondo luogo sacro all'Islam dopo la Mecca. Visita con chiacchierata introduttiva con un mullah, l'equivalente del nostro parroco. Un bagno nella cultura e nella religione. Ma i luoghi di preghiera, in questo paese, restano vietati ai turisti. Poi Gran Torino trova una frontiera. Altri timbri, altra valuta, altra lingua. E‟ il . Ashgabat è la capitale. Qui tutto è nuovo. La vecchia Ashgabat costruita dai russi in soviet-style è stata abbattuta. La nuova è un‟esposizione di palazzi governativi, statue e fontane. Tutto in marmo bianco. L‟impressione è quella di un plastico. Fuori Ashgabat le strade sono sconnesse e i siti archeologici attendono ancora fondi che portino alla luce i tesori della culla della civiltà. Superato un lungo ponte si giunge alla frontiera uzbeka. Bukhara sfoggia vicoli pieni di botteghe, offre relax. La piazza della mitica Samarcanda invece è circondata sui tre lati dallo splendido complesso di madrasse, le scuole coraniche, con minareti in mattoni azzurri e cupole turchesi. Curioso il cimitero con le lapidi che riportano enormi ritratti serigrafati dei defunti al posto delle piccole foto in ceramica. L‟ultimo tratto è Samarcanda-Dushanbè. La strada pare una mulattiera, solo un po‟ più larga. Ma il paesaggio di montagne rossastre e il grigio azzurro del fiume che si snoda alle pendici scivolando sotto vecchi ponti di ferro arrugginito compensa la scomodità delle dieci ore necessarie a coprire i 330 chilometri tra le due città. Al Cesvi a Dushanbè è tempo di festeggiamenti e racconti. L‟auto viene lasciata alla ong italiana che la venderà per finanziare i progetti idrici nei villaggi tajiki più sperduti. A quelli di Gran Torino rimane stampato nell‟anima un itinerario sulla lunga via della seta addobbato di mercati, spezie, colori, sorrisi e volti d‟altri tempi. Il finestrino dell‟auto è stato l‟oblò perfetto per guardare un mondo lontano dove un tempo le carovane trasportavano, probabilmente, le stesse emozioni.

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(Scrive Stanislao Nievo) “…Il viaggio è una forma antica di uscire da se stessi, continuando a restarci. Cambia il panorama, spesso le persone, qualche volta il cuore, e si passa l’esame con se stessi in ogni luogo… Per le differenze improvvise cui si viene sottoposti, il viaggio è esame fisiologico spesso è anche cura medica, in quanto allontana dalle preoccupazioni abituali; ma ancor più è una prova di cultura, libro di studio e bagno per l’anima… Forse è l’utero materno, forse il territorio dove esiste l’età dell’oro, certo è il luogo dove vorremmo giungere, almeno per un istante d’illuminazione. Rappresenta la scala al Paradiso terrestre, o quella della discesa agli Inferi, nella verticale ricerca della felicità e dell’assoluto. Frasi, sentenze, adagi o slogan riuniti a raccontare il viaggio nelle sue sfumature più sensibili, attraverso frammenti di rivelazione, sono i pioli di questa scala. Chi sarà l’autentico viaggiatore? Colui che viaggia effettivamente o colui che l’immagina? Tralasciando le sensibili generalizzazioni che presentano la vita come un viaggio, si può concludere che è possibile viaggiare per chiunque abbia un po’ d’immaginazione…”

DI TUTTO UN PO' “ leggiamo insieme ”

Genetica del pisello … (per saperne e capirne di più)

Brani estrapolati integralmente da un articolo del Prof. Franco Lorenzetti pubblicato su “Realtà Nuova anno LXIV n. 4/1999 – Editore Istituto Culturale Rotariano-Milano”

Quando Gregorio Mendel, un modesto frate Agostiniano, cominciò nel 1858 a fare incroci tra i piselli dell‟orto del monastero, a tutto pensava fuorché di diventare l‟uomo più famoso e celebrato del XX secolo.

La Genetica – scienza dell‟eredità – nasce con gli esperimenti di Mendel, anche se il termine appare per la prima volta all‟inizio del 1900. A un secolo e mezzo di distanza il dato centrale dei risultati mendeliani appare rappresentato dalla dimostrazione che l‟eredità dipende da entità fisiche definite, le unità ereditarie, che oggi, dopo Johannsen (1906), chiamiamo geni.

Questa scoperta, che oggi può apparire banale, poneva fine alle teorie che volevano l‟eredità dovuta a fluiti miscibili, il sangue per esempio, tanto che si parlava (e si parla ancora oggi) di cavalli puro sangue, mezzo sangue, un quarto di sangue rispetto a una razza pura.

La scelta del pisello, come specie su cui lavorare, à stata determinante per il raggiungimento degli scopi che Mendel si era prefisso. Si può affermare con matematica certezza che l‟impiego di un qualsiasi animale o altra pianta superiore non avrebbe permesso di formulare le famose “leggi” e di gettare le basi di una disciplina totalmente nuova.

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Il pisello è una pianta che possiede nei suoi fiori sia gli organi maschili che gli organi femminili, ed è totalmente autogama, dato che, in natura, i gameti femminili di un fiore – le ovocellule – si possono unire solo con i gameti maschili – gli spermi – prodotti dallo stesso fiore. In questa situazione le piante risultano tutte pure, nel senso che trasmettono alla discendenza, attraverso i semi, in modo incontaminato, tutti i loro caratteri.

Mendel osservò che incrociando piante a seme giallo con piante a seme verde i figli ibridi assomigliavano tutti ad uno dei genitori mentre i nipoti avevano sia semi gialli che verdi in un rapporto preciso di 3 a 1. Un rapporto così preciso poteva spiegarsi solo ammettendo l‟esistenza di una unità ereditaria per il giallo e di una per il verde e che nelle piante fossero presenti due unità ereditarie di ogni carattere, una nell‟uovo materno ed una nello spermio paterno.

Gli esperimenti di Mendel hanno fatto perdere alla Biologia la sua natura meramente descrittiva e hanno fornito la base per la nascita di una sua branca interpretativa, che è poi la Genetica, basata su presupposti matematici e statistici che rendono il suo studio, caso unico tra le scienze biologiche, più vicino a quello della Chimica e della Fisica, che non a quello della Botanica e della Zoologia.

Oggi sappiamo che tutti gli organismi viventi, indipendentemente dalla loro complessità, sono costituiti di cellule e che, anche se i singoli individui sono costituiti di miliardi di cellule, il contributo che il singolo individuo dà alla generazione successiva è rappresentato da una cellula soltanto, il gamete. Poiché i figli assomigliano a entrambi i genitori il materiale ereditario deve essere contenuto sia nel gamete femminile che nel gamete maschile e deve essere localizzato nel nucleo, dato che il gamete maschile contribuisce alla fecondazione solo con esso.

In tutti gli organismi superiori, uomo compreso, tutte le cellule del corpo derivano dalla cellula primitiva che si ottiene con la fecondazione, attraverso un processo di divisione cellulare altamente conservativo che da una cellula ne fa ottenere due perfettamente uguali tra di loro e uguali alla cellula madre. Accade così che tutte le cellule del corpo hanno lo stesso numero e gli stessi tipi di cromosomi. Quando l‟individuo forma i suoi gameti, il processo di divisione cellulare cambia radicalmente tanto che alla fine si hanno cellule – i gameti appunto – con un numero cromosomico dimezzato.

Nei nuclei e nei loro cromosomi non si rinvengono, miniaturizzate, le parti del corpo di piante e animali. Essi debbono pertanto contenere delle molecole organizzate in modo da trasmettere, in codice, le istruzioni che regoleranno lo sviluppo del nuovo individuo con la comparsa delle sue peculiari caratteristiche che lo renderanno unico tra tutti quelli della sua stessa specie. Nel figlio le molecole dell‟eredità fornite da due genitori debbono inoltre rimanere separate, fisicamente e chimicamente, in modo da poter essere trasmesse integre alla generazione successiva.

Agli inizi degli anni ‟40, Avery sperimenta che inoculando nei topi due componenti innocue – batteri vivi non virulenti e batteri morti virulenti – i topi si ammalano e nel loro sangue si rinvengono batteri virulenti vivi capaci di moltiplicarsi trasmettendo il carattere virulenza alla discendenza. Avery era stato testimone di un evento straordinario, la trasformazione batterica, imputabile ad un composto chimico presente nelle cellule virulente morte, capace di passare nelle cellule non virulenti vive, trasformandole in cellule virulenti.

Avery avvertì subito che aveva in mano il materiale adatto per identificare la natura chimica del materiale ereditario, che doveva coincidere necessariamente con il composto trasformante, scoprì inoltre che la trasformazione non avveniva più quando distruggeva l’acido deossiribonucleico, meglio noto con il termine DNA: stabilendo così che il DNA era il materiale ereditario. Con lui la genetica classica o mendeliana cede lo spazio allo sviluppo di Serenamente 6 branche nuove della genetica (molecolare, biochimica, fisiologica) che a loro volto costituiscono le premesse per la nascita dell‟ingegneria genetica.

Nel 1952 Watson e Crick comprendono come è strutturata la molecola del composto chimico di Avery e costruiscono il primo modello della doppia elica costituita da due filamenti avvolti a spirale, in ciascuno dei quali si succedono senza un ordine apparente quattro strutture chimiche tipiche di questa molecola gigante che è la molecola del DNA. Per contenere tutte le informazioni necessarie per regolare tutti i processi vitali le molecole del DNA contenute in una singola cellula devono avere uno sviluppo impressionante; è stato così calcolato che in ogni cellula dell‟uomo lo sviluppo complessivo di queste molecole raggiunge il metro. A questo punto l‟intuizione di Mendel assume un significato preciso. Il gene, è un segmento della complessa molecola del DNA che è preposto all‟espressione del carattere attraverso una catena di reazioni chimiche che hanno nel gene l‟elemento scatenante.

In tutti gli esseri viventi l‟informazione genetica contenuta nelle molecole del DNA è scritta usando lo stesso alfabeto e lo stesso linguaggio: ha cioè carattere universale. La lingua della vita è una sola.

La scoperta di metodi per trasferire direttamente il DNA nelle cellule viventi ha fornito la chiave per comprendere un‟ampia gamma di processi biologici fondamentali. Il trasferimento genico tra specie permette spesso di stabilire velocemente le proprietà biochimiche dei geni perché un gene può conferire proprietà nuove ad una cellula che normalmente non le possiede. Ora è possibile analizzare queste complesse interazioni di regolazione introducendo nella stessa cellula diverse combinazioni di geni e andando a controllare direttamente quello che succede. Dall‟era delle specificità si è entrati così nell‟era delle complessità.

Intorno all‟ingegneria genetica si è sviluppato un animato dibattito centrato sui rischi che possono derivare dal rilascio di organismi geneticamente modificati e sulla liceità di intervenire direttamente sulle molecole che sono alla base della vita. Gli argomenti morali usati derivano da un “sentire” che va considerato e rispettato, ma che non può risultare paralizzante. Fino ad oggi i casi di organismi geneticamente modificati che si siano dimostrati dannosi sono molto limitati. Il potere tampone delle cellule nell‟opporsi a cambiamenti radicali del metabolismo si sta rivelando uno strumento di difesa del sistema biologico molto più potente di quanto non si potesse pensare.

Non è male ricordare che nemmeno le introduzioni massicce e contemporanee di molte specie differenti, come quelle avvenute in Europa e in America dopo il 1492, sono riuscite ad alterare in modo catastrofico equilibri biologici collaudati.

Le considerazioni svolte non vogliono, ovviamente, esaurire un argomento tanto complesso, che divide sia il mondo scientifico che l‟opinione pubblica; si è solo inteso sottoporre una serie di considerazioni che possono servire di spunto per elaborazioni e approfondimenti personali su temi che, comunque vengano considerati, non possono e non debbono lasciare indifferenti.

. VERSO L’ARCANO nello Spirito, percorrendo la Tradizione...

Luce dell’Iniziazione del Fratello Mau. A. De P. della RL Madre HONOR all‟Oriente di Roma all‟Obbedienza del SOMI

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La Tavola, rinvenibile sul sito Esonet.it, mi è stata inviata direttamente dall’autore, che ringrazio, ancora una volta, per i suoi preziosi e graditi contributi letterari.

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Sommario: Una prassi Alchemica - La conoscenza del Nero e del Bianco - La Chiave Spezzata - Il dolore e la paga del «buon operaio» - Piccolo e Grande Magistero - Anche l'iniziazione comporta violenza - L'ultima prova terrena - La Luce dentro se stessi

«La morte ci è accanto fin dalla nascita. La morte è il Fr Esperto che bussa alla Porta dell'Oriente eterno accompagnandoci nell'ultima prova terrena che per il “risvegliato” significa essere iniziato all'eternità.»

Una prassi Alchemica, la conoscenza del Nero e del Bianco

L'Alchimia risponde al principio di rigenerazione con «Solve et coagula». È questo il principio fondamentale dell'iniziazione. Ma è un cammino difficile e lunga è la via del massone che cerca la Luce. Inizia con i tre colpi che il Fr. Esperto bussa alla Porta per farlo ricevere nel Tempio e continua con il passaggio all'Oriente eterno. Lunghissimo ma in realtà brevissimo, il percorso verso la «Vera Luce» attraversa tre fasi, la purificazione dei metalli, il sacrificio, la morte filosofale.

Quale percorso compiamo nella via iniziatica? Quello lungo, che dura una vita, la via “Umida”; o quello breve, la via “Secca”? Entrambi mirano al “Rosso”, l'irraggiamento iniziatico, sacrificio, virtù, ideale. Il massone che sceglie la via “secca”, passa attraverso il Nero, il Nigredo, la perdita degli egoismi personali, la perdita dei metalli. Giunge al Bianco, Albedo, la calcinazione della sua antica essenza profana, e liberatosene percorre il sentiero iniziatico guidato dalla Luce dell'anima. Il viaggio si conclude al Rosso, simboleggiato da un Pentalfa fiammeggiante che irraggia nella vita esteriore le conquiste della conoscenza.

La conoscenza del Nero e del Bianco

La via “Umida” è la via lunga che attraversa la coscienza lunare. Una via lunghissima, che nella vita terrena, può anche fermarsi al Nero. La via “Secca” è la via breve di chi si dirige nella direzione si della coscienza solare; verso l'anima e la monade divina di cui, nel mondo materiale siamo l'ombra.

Due vie ed un unico ideale: la Conoscenza che perviene dal raggiungere la capacità di Comprendere prima il Nero (la concezione materiale) e poi il Bianco (la concezione immateriale).

La via della Conoscenza “trasforma” il Piombo in Zolfo raggiungendo il Rosso che produce il carisma iniziatico, ch'è la condizione simboleggiata dal Pentalfa fiammeggiante.

Il cammino di perfezionamento, anche in questo caso procura sofferenza. Perché avvicinarsi ai vari

Serenamente 8 gradi di verità significa adattare la propria mente a cambiare le forme dei propri pensieri. Così che concezioni sempre più pure arrivino attraverso il Mercurio della mente concreta, sublimandolo.

La mente vive nello spazio della coscienza e la coscienza agisce attraverso la forza mentale. Vita e forza, unite, riflettono la bellezza del cosmo. La mente è libera, ma dapprincipio è imprigionata nei sensi dello spirito inferiore, e nascosta sotto il peso dei pregiudizi, delle regole e delle convenzioni profane. Chi ne è libero vive per compiere il sacrificio dello spirito inferiore: la morte filosofale a cui l'iniziato si è lungamente preparato.

Così la Grande Opera sarà compiuta; l'Alto si rifletterà anche nel Basso; la via iniziatica sarà ultimata;

Ouroborus, il Serpente, potrà compiere la sua opera.

La Chiave Spezzata

Nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. Allora cosa deve fare il massone che cerca la vera iniziazione? Deve tenere nel cuore questo concetto.

Solo attraverso il Mercurio riuscirà a staccarsi dalla materia, dal Piombo, e solo realizzando la Gnosi potrà giungere allo Zolfo.

Il Grande Architetto ha dotato di ragione il corpo mortale, ma solo a chi sceglie di “riconoscersi come riflesso dell'Alto” offre la vera conoscenza.

La Gnosi è la chiave della comprensione: quando l'uomo ha perso questo bene preziosissimo? Perché la chiave della Comprensione si è spezzata?

Dedicarsi esclusivamente al mondo delle forme e dell'apparenza, concentrasi sulla vita pratica, fatua e volubile, ha fatto scivolare lentamente la coscienza nell'oblio, che facendosi “metallo pesante” ha perso la Luce ed anche la memoria di sé stessa. Nati immemori, per noi la lampada di Diogene è ancora spenta. L'uomo vaga in un universo senza stelle che lo guidino e senza luce che lo illumini.

La sera, invece di confrontarsi con se stesso si abbandona al sonno, senza affrontare ciò che lo specchio interiore potrebbe riflettergli. Unica via orientarsi verso l'alto servendosi del percorso iniziatico.

L'uomo può sviluppare l'intelligenza, ma l'uso che ne fa è poi, per il bene o per il male? Sulla strada della realizzazione compare un bivio. Si deve scegliere tra rimanere su Nero o avventurarsi sul Bianco. Decidere se staccarsi dall'oblio e dal nulla, o continuare un percorso apparentemente indolore.

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Il dolore e la paga del «buon operaio»

Affrontare la via iniziatica significa perdere il proprio spirito inferiore, cioè, l'uccisione di una parte di se stessi. Far morire lo spirito animale in realtà richiede solo di trasformarlo in una diversa unità di coscienza (sublimazione). Lungo questo processo sono molti i punti da trasformare, ed ogni trasformazione comporta sacrificio e dolore. Dunque, la domanda che si pone il «buon operaio» è se si sente pronto a sopportare dolore e affrontare il sacrificio che comporta sublimare “rettificare” se stessi, o si è solo disposti a simulare il cambiamento con travestimenti acconci?

Piccolo e Grande Magistero

L'opera di rettificare la primitiva individualità è chiamata “Piccolo Magistero” e si conclude con la Morte Filosofale della coscienza che per prima ha fatto ingresso nel Tempio massonico. Dalla “rinascita interiore” si accede al “Grande Magistero” dove l'opera continua nel mondo impersonale. È questa la trasformazione che conduce alla Gnosi, che nasce dal contatto con la natura propria superindividuale, che null'altro può sostituire.

Anche l'iniziazione comporta violenza

Quale motivo spinge l'uomo sulla via della ricerca e della trasformazione anche dopo aver scoperto che essa comporta sacrificio e dolore? È forse la memoria del tempo di cui noi, esseri del basso medioevo moderno, a stento sappiamo di portare i segni dentro di noi?

Ripercorrere l'antico sentiero non è semplice, l'iniziazione comporta anche violenza, che compiamo su di noi con la distruzione di tutta la sovrastruttura mentale, costruita attraverso anni di vita nel mondo profano, da quando si è bambino all'adolescenza e fino alla maturità dell'uomo materiale. Questa sovrastruttura si conclude sempre nel raggiungimento del nulla, ma può essere demolita dalla scelta consapevole di calcare la via iniziatica, che significa la Morte dell'uomo materiale nella rinascita dell' Uomo Nuovo.

L'ultima prova terrena

Sorella Morte, la chiamava il mistico Francesco!

La morte ci è accanto fin dalla nascita. La morte è il Fr. Esperto che bussa alla Porta dell'Oriente eterno accompagnandoci nell'ultima prova terrena che per il “risvegliato” significa essere iniziato all'eternità.

La morte sfida continuamente l'esistenza materiale: è il Cavaliere dell'Apocalisse che gioca una partita a scacchi che nessuno spirito animale ha vinto. Ma alleato della «Luce» l'Uomo può vincere la partita, sopravvivendo nella sfera di coscienza della dimensione sottile.

Nella dimensione simbolica, essere in «sonno» significa andare incontro alla morte, la Morte del progetto che l'“anima”.

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La Luce dentro se stessi

Il profano varca la porta del Tempio cercando la luce. Chiede la luce, la luce piena, senza ancora sapere che è lui stesso la Luce che Diogene cercava fuori, perché non aveva capito che quello che cercava era dentro di sé.

È vero massone chi vive libero dirigendosi verso la Volta celeste che simbolicamente sovrasta il Tempio. Da lì proviene, metaforicamente, la Luce che la Massoneria rappresenta nei riti e nei simboli. Durante le iniziazioni al massone s'insegna a combattere l'ignoranza vincendo l'ozio spirituale che ottenebra la mente.

Il silenzio è la forza alla ricerca di chi lavora a forgiare il proprio metallo, attraverso la mente e attraverso la conoscenza. La conoscenza, perduta quando la chiave si è spezzata, che però può essere ritrovata ricostituendo in se stessi la Vera Luce della Conoscenza Perduta.

IPSE DIXIT

Politica d’oggi… i turbamenti del giovane Werther di Pietro V. (giornalista e scrittore)

Carissimo fratello Alberto, avrei immenso piacere che Tu pubblicassi questo scritto che ti invio allegato. Sono affermazioni che mi hanno lasciato l‟amaro, sia nella mente che nel corpo…. è mai possibile che oggi i valori, le tradizioni, la sincerità, la morale, la virtù, l‟amicizia, il rispetto per la persone anziane e non, sono completamente svanite come neve al sole? Io francamente trasecolo. Come figlio di militare e per giunta papà siciliano, non erano questi i “comandamenti” tramandatemi, gli insegnamenti erano tutt‟altro, l‟esatto contrario di quello che oggi stiamo passando e, vivere alla giornata. Sì, perché di giornata si parla… il cambiamento avviene giorno per giorno, ora per ora, minuto per minuto, ahimè, sempre in peggio.

Questo elenco che Ti invio, non ricordo francamente da dove esso provenga. Forse qualche amico desideroso che pubblicassi le sue riflessioni sul mio blog International: www.legestadellacavalleria.blogspot.com. Sta di fatto che sono rimasto turbato nella lettura. E, visto che, la Tua Rubrica “Serenamente” è un contenitore variegato, Ti prego la pubblicazione. Almeno, i lettori potranno apprendere di come il mondo stia cambiando… Un fraterno abbraccio da Pietro V. (giornalista e scrittore).

“Uno degli argomenti che preoccupa particolarmente la vita di oggi è certamente la politica, il modo di fare politica, il modo di essere eletti, il modo di riuscire, quando pur è possibile, a percorrere un iter legislativo prima che possa diventare legge dello stato a favore dei cittadini. Si assiste ad una sorta di ingorgo legislativo generale che invece di aiutare a risolvere i problemi della gente, a segnare ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, ciò che è un diritto da ciò che ti viene sottratto, l’agire per giustizia dall’agire per tornaconto personale, finisce col lasciarti inerme, spesso soccombente, quasi sempre perdente. Sembra che ognuno agisca e pensi secondo il proprio modo di essere o di vedere le cose, dichiarando e sostenendo il falso anche quando la verità è cosa manifesta. Avverti la sensazione Serenamente 11 che l’istituzione si adegua al referente di turno, e non viceversa. In questo modo di agire e di vedere la cosa pubblica, sembra essersi innestato il semplice modo di agire e di pensare tipico delle faccende domestiche, personali, di strada. Ci si comporta come in un alterco personale anche quando si rappresenta le istituzioni; si cambia quanto è stato fatto in precedenza soltanto perché si vuole imporre un proprio modo di vivere, un modo personale di rendersi superiori, un modo personale di creare dipendenze. Il cittadino è quasi ridotto all’impotenza, sia perché se reagisce gliela fanno pagare cara, sia perché il controllo e la valutazione delle azioni amministrative, in genere, non appartiene al nostro modo di vedere le cose, o, almeno, alle nostre aspettative. Acquisito un diritto diviene difficile, se non impossibile, acquisire umiltà, buon senso e senso dell’onesta obiettiva. Il profilo morale si confonde sempre più con il profilo personale caratteriale e comportamentale. Qualcuno va affermando che gli interessi bancari sono aumentati di troppo e che la gente non riesce più a pagare la rata del mutuo contratto qualche tempo fa per acquistare l’agognata casa; qualche altro sostiene, a giusta ragione, che gli stipendi dei lavoratori italiani, vera emergenza nazionale, sono i più bassi nei paesi europei; altri ancora sostengono che mantenere un figlio o una semplice automobile occorrono 4/ 500 euro al mese. Come si fa se si possiedono due figli e una automobile? Un cittadino ha tanti doveri economici da assolvere durante l’anno, che non riguardano soltanto il mangiare, ma anche altri beni di prima necessità come: le bollette imprevedibili del gas, della luce, del telefono, dell’acqua, dell’assicurazione auto, le tasse di proprietà, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti, l’ICI; qualche volta bisogna fare anche il tagliando auto, recarsi dal dentista, al laboratorio analisi; e poi c’è l’imprevisto, sempre in agguato dietro l’angolo. Io penso che l’operaio italiano riesca a malapena a far fronte ai bisogni che ho appena elencato con i suoi 13 stipendi da mille euro. Perché accade tanto in Italia? Perché, invece, lo stipendio dei tanti parlamentari italiani è il più alto d’Europa (Mi pare di aver sentito che lo stipendio del presidente francese è di 8 mila euro!?); i tassi e le spese bancarie sono al limite della sostenibilità; le aliquote fiscali sono ormai ingovernabili, per non parlare degli autovelox traditori che potrebbero anche costringerti a chiedere l’elemosina e del tanto, ma proprio tanto, che assilla e vessa il cittadino qualsiasi attraverso gli spot pubblicitari pagati a suon di miliardi sempre alle stesse persone, incapaci di ripetere una stupida parola in lingua inglese. Farebbero meglio a pronunciarla nel loro dialetto di origine. D’altro canto, quando vieni chiamato al telefono all’ora di pranzo e la sera tardi, non puoi nemmeno accennare alla pronuncia di una parola di ipotetico assenso che si trasforma in contratto firmato in bianco, come testimoniano le varie bollette che raggiungono i cittadini a loro insaputa e dalle quali riescono difficilmente a liberarsene. Sei attaccato da chiunque e se non rispondi ti trovi intrappolato da impegni impensabili che soltanto l’agire per delinquenza riesce a giustificare. Contratti cambiati, profili diversificati, richieste di pagamento a tua insaputa, e via di seguito, silenzio-assenso anche per richieste che non ti riguardano affatto. Le cose non cambiano più di tanto nemmeno se diventi dirigente: stai soltanto meglio di prima, ma se sei sovraccaricato di responsabilità e di rischi. Le cose cambiano se invece diventi dirigente di altri enti (compresi quelli che chiamano inutili), dove le migliaia di euro non si contano più e dove sembra che tutte le entrate debbano servire per pagare lo stipendio e la buona uscita del capo. Questi enti sono per davvero tanti in Italia (e continuano a permanere) per cui sembra proprio dover lavorare per questi papaveri. Per non parlare del caro gol, degli ammiccamenti vari, degli inviti a possedere due, tre, quattro numeri telefonici di gestori diversi, della musica serena e meravigliosa usata per vendere stupidate, delle grandi riflessioni di pensiero per smaltire inutilità. Quanta gente parla a vanvera continuamente in cambio di compensi elevatissimi, da qualsiasi pulpito. Il quadro è preoccupante! A volte pensi che di te non se ne frega nessuno, o ti reputa talmente cretino che può dire qualsiasi cosa, sempre, puntando sull’oblio generale e sul valore della parola che dura soltanto qualche secondo, nonostante rappresenta l’eternità. Serenamente 12

Una volta gli incarichi politico-amministrativi erano gratuiti, o quasi; oggi sono tanti e ben pagati. Una volta i partiti erano pochi e si sostenevano con il tesseramento degli iscritti, come una qualsiasi associazione; oggi sono tanti e ottimamente sostenuti con denaro pubblico, nonostante il referendum: è quasi un affare possedere un partito-famiglia. Una volta i sindacati introitavano soltanto le quote degli associati; oggi hanno contributi che si e non vengono riportati in bilancio, comunque non sono soggetti all’accountability. Casta crea casta, altrimenti non si regge nessuno, per non parlare delle lobbies. E allora? Pare che non si salvi proprio nessuno! L’altra sera Report (per fortuna qualcuno riesce ancora a farlo) ha trattato il caso Parmalat; è quasi impossibile farlo comprendere a tutti, tanto è complesso. Sembra che di Parma abbia poco, ma di latte da mungere tantissimo. Se non fosse per quell’amore sviscerato per il proprio paese, uno penserebbe e farebbe altre cose, ma poi pensa che sono tanti coloro che fanno i comodi propri a svantaggio del cittadino che funge soltanto da paravento e da claque per i potenti, e allora rimani, almeno per non perdere il senso della libertà e quella dell’opinione, anche se velata dalla parvenza del diritto. Il cittadino perbene ha sempre lottato per conferire dignità alla sua persona e, attraverso essa, alla famiglia ed al Paese; qualcosa di irreparabile si è innescato nel meccanismo positivo del progresso civile che non ci ha permesso di perseguire gli ideali, la evoluzione, la crescita democratica e il rispetto della madre patria. Chissà, forse anche noi, novelli pionieri della rivoluzione culturale italiana anni 60/70, abbiamo peccato di presunzione e di immobilismo, forse anche di egoismo!”

… NDR – Da un imputato non attendiamo la verità: è considerato normale che per difendersi possa mentire, neppure il Pubblico Ministero “vuole” la verità, ma le prove a sostegno delle sue ipotesi accusatorie ed il Giudice non giudica ciò che è verità, ma basa il suo giudizio sulle argomentazioni dibattute e sui fatti accertati o, al limite, sulle sue convinzioni. D‟altra parte, siamo veramente sicuri che una Verità esista, o piuttosto, non esistono tante verità: la mia, le vostre? Ogni cosa è vera o falsa fino a prova contraria, indipendentemente dal fatto che sia effettivamente vera o no… Non esistono i cigni neri, l‟acqua non brucia, la Terra è al centro dell‟Universo ecc. L‟alfabetizzazione ci ha fatto diventare così istruiti da riuscire a sostenere, con ragionamenti profondi, le nostre verità magari a danno della verità di qualcun altro, più ingenuo e meno colto. Sembra poi che per alcuni la Verità non esista, essendo impossibile conoscere la verità assoluta. Ma è proprio così? Ed anche se lo fosse, esiste certamente la Libertà di riflettere, di approfondire, di ricercare, di credere o di non credere a ciò che appare, di seguire le opinioni altrui o le proprie. Non sottrarre spazi alla tua voglia di ricerca né alla tua libertà, perché lo spazio che gli togli riduce lo spazio di tutti e non solo il tuo. Lo sanno bene gli “eroi ed i poeti”, capaci di lottare ed anche di morire per la verità assoluta e per libertà degli altri.

BREVI NOTE

Il Giudice… chi è? del Fratello Mau. A. De P. dell‟Oriente di Roma. Tavola scolpita per il Rito Scozzese Antico e Accettato

Carissime Sorelle e Carissimi Fratelli,

Serenamente 13 mi rivolgo a Voi, in maniera certo non rituale, ma non me ne vogliate, io sono un Apprendista della Camera e come tale, acerbo, del modo di rivolgermi a tale e cotanto consesso.

Si, Apprendista, come lo sono stato in ogni “Aumento di Paga” o “di Luce”.

Vi esterno in questa Tavola tutte le sensazioni vissute nel giorno della mia elevazione al 31°, perché non ho saputo farlo a voce, ma non per mancanza di idee, ma di voce, mozzata dall‟emozione e dalla commozione.

Dentro il mio cuore, nell‟urna cardiaca, il tumulto dei sentimenti, mi ha impedito di prendere la parola.

Riflettendo, a freddo, dopo avervi ascoltato, mi pongo dei quesiti, che rivolgo a me stesso ed a voi.

Si parla di giudici e di giudizio.. ma chi è IL GIUDICE?

Bella domanda!

Giudice, secondo il diritto vigente tra tutti i popoli, è colui che giudica il reo, fino a commutare la pena di morte, a seconda della visione di giustizia del suo popolo.

Ma chi è costui che si eleva a Dio?

Padrone di vita e di morte di un suo simile?

Ha le mani monde per fare tutto questo? O ancora.. Caino….?

Non credo che ciò sia possibile.

Interrompere la vita di un uomo per cosa e in base a cosa?

Io, per convinzione, studi e eredità da quattro generazioni di Massoni, ritengo tutto ciò assolutamente vacuo e privo di fondamenta giuridiche.

Nonostante io ami e forse di più, il Templarismo, ricordo le parole di San Bermardo, che nel Concilio di Troyes definì il Templare un malicida, cioè un uomo con la “patente di uccidere” gli “infedeli”. Ma nel nome di quale fede?

Allora sono “malicidi” gli uomini della Jiahd islamica, il Mussad israeliano, la CIA americana?

Sono malicidi o sono sostenitori di un credo, forse perverso, che esula dall‟amore tra gli uomini?

Domande!

Non ne do una risposta, sono un Apprendista.

Il Sublime Tribunale.. Noi….

Altra domanda!

Qual è il nostro compito? Serenamente 14

Studiare la Filosofia del Diritto o applicare gli Statuti Generali?

O nulla di tutto ciò?

Io credo che dovremmo, umilmente, studiare la filosofia del Diritto, quella parte del Diritto Romano che fa erigere “Templi alla virtù e scavare oscure e profonde prigioni al vizio..!”

Ma qual è il vizio? Siamo in grado di comprenderlo, o ci basiamo su dati e congetture personali, spesso viziate da gelosie, o peggio da calunnie?

Non lo so…sono un apprendista….

Si, dibattiamo del processo di Norimberga o dell‟immunità per chi uccide un eroe italiano come Nicola Calipari…mi piacerebbe intitolare una loggia a questo eroe sconosciuto.. era più Massone di tanti iniziati, ma guardiamo alla giustizia interna: tuteliamo, fino in fondo Fratelli e Sorelle, calunniati e derisi, da quella massoneria contro-iniziatica, con la “m” minuscola che serpeggia nell‟Obbedienza?

Non lo so.

Lancio un pericoloso sasso nello stagno…le onde girano vorticose.. potrei annegare.. ma è il mio pensiero, di un umile Apprendista…che ama la giustizia e la Verità. Ho detto.

ABBECEDARIO

Lezioni sulla Massoneria di J.G. Fichte

Le “Lezioni sulla Massoneria ” che Johann G. Fichte tenne nel 1800 furono pubblicate da Fischer nella rivista massonica “Eleusinien”. In Italia apparvero, con varie annotazioni ed aggiunte, nelle edizioni di A. Manuali (Foggia 1986) e di Caramella (Genova 1924), che tradusse l‟edizione di Flinter.

Le “Lezioni” furono articolate in due grandi gruppi, i cui paragrafi sono di per sé rappresentativi del ponderoso impegno di Fichte.

LEZIONE PRIMA - Si parte dall‟esistenza di uomini saggi e virtuosi nell‟Ordine Frammassonico. - Lo scopo dei saggi é lo scopo finale dell‟Umanità. - L‟evoluzione umana vien posta in pericolo dalla divisione del lavoro - In seno alla divisione del lavoro una società particolare non può avere alcun compito. - Lo scopo di una società particolare può essere soltanto quello di risollevare a cultura umana universale l‟unilateralità delle classi sociali. - Limiti di questa determinazione dello scopo: educazione alla libertà etica o alla sensibilità morale? Serenamente 15

- Può valere la Frammassoneria come fine a sé stessa? - Che cosa opera la cultura massonica nel Massone: l‟immagine dell‟uomo maturo. - Quale azione esercita la cultura massonica sul mondo: influsso reciproco delle classi sociali.

LEZIONE SECONDA - Lo scopo finale dell‟esistenza umana: i problemi di questa vita alla luce dell‟eternità. I tre punti principali di questo problema: Chiesa, stato, dominio sulla natura. - Qual‟è l‟oggetto della cultura massonica? Procedendo dall‟educazione dell‟intelletto, essa é istruzione. - Lo scopo ecclesiastico come oggetto dell‟istruzione massonica: la concezione universalmente umana della religione - La classe particolare, a cui é affidata l‟educazione religiosa della maggiore società. - Lo scopo politico nell‟istruzione massonica: Amor di patria e sentimento cosmopolita. - Il lavoro nella concezione massonica. - Le istituzioni segrete di cultura son certo altrettanto antiche quanto la divisione delle classi. - Queste istituzioni segrete costituiscono sicuramente una tradizione continua attraverso tutta la storia. - La forma didattica di queste istituzioni deve essere metaforica, e quindi segreta: né può usare altro che la comunicazione orale. - Il contenuto di questa istruzione non può essere altro che la sapienza della cultura universalmente umana, che ogni epoca deve cercare nei misteri.

Chi fosse interessato ai contenuti dettagliati delle “Lezioni sulla Massoneria” di Fichte potrà facilmente accedervi tramite Internet o, eventualmente, richiedermi l‟invio del file del testo che, pur datato in alcuni punti, è sempre valido ed utile per l‟approfondimento dell‟Arte. Sicuramente, il leggerlo ci perfeziona nell‟uso degli Strumenti necessari al Lavoro massonico di realizzazione della Pietra Cubica.

“Il lavoro mi piace e mi affascina. Potrei starmene seduto per ore a guardarlo” (Jerome Klapka Jerome)

Ogni numero può essere letto e/o scaricato gratuitamente dal sito www.somi-massoneria.org Serenamente è stato ideato e fondato dal Fratello Alb. Vac.

Serenamente 16

NIHIL DIFFICILE VOLENTI

SERENAMENTE massoneria e non solo

Numero 104 del 5 dicembre 2010 EV

Sommario

Pag 2 Auguri Errata corrige R L Antichi Doveri Pag 3 Esperienza Massonica Pag 5 Processo Hiram: la verità viene a galla Pag 6 Favola di Natale: “La Sagra” Pag 7 Tetractys Pag 12 M come … Pag 14 Gran Loggia Ausonia Massonismi, Massonifici… Gran Loggia degli Antichi Massoni d’Italia Napoli: Diritto universale e villaggio globale Progetto “Genitori a scuola” Pag 15 Mi mancava il Tempio Symbolum

Avvertenza - Gli articoli sono espressione della libera opinione del loro autore e non impegnano in alcun modo la linea editoriale di questo notiziario periodico, gratuito ed amatoriale, realizzato e distribuito in proprio, ad uso interno, dall’addetto alla redazione Fr  Alb. Vac. (E mail [email protected]). Per le notizie (ricavate da interviste, Internet o da vecchi documenti incompleti) dalle quali non siano desumibili il copyright, l’autore, l’editore, la fonte ecc., mi impegno a citare tutti i dati previsti o desiderati, non appena noti e, ove richiesto, ad eliminare, modificare e/o integrare eventuali periodi pubblicati. INTER NOS

AUGURI

Astri, Babbo Natale, Tradizioni Religiose o Laiche, Affetti ... Qualunque sia la Ricorrenza che desideri celebrare in questi giorni, porgo Fraterni ed Affettuosi Auguri di Buone Feste a te e alle persone che ami.

Errata corrige (vedi il numero 103)

Ho compiuto un errore del quale non posso che scusarmi. Evidentemente non ho dedicato adeguata attenzione al numero precedente. Ci vorrebbe più tempo per leggere e rileggere tutto, ma il tempo non basta mai ed anche, quando c’è, come diceva Ben Jonson, il “tempo è un cinico baro”. Per un’inesatta trascrizione, tardivamente corretta, molti hanno ricevuto la notizia sbagliata che il Potentissimo Fratello Sal. Gir. 33 era stato dichiarato decaduto quale Membro Onorario del Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato – Giurisdizione Italiana. La notizia è errata, perché il Fratello Sal. Gir. non ha mai fatto parte, a nessun titolo, del nostro Supremo Consiglio. Grazie alla tempestiva segnalazione del Fratello Mas. Sag. C., pervenutami mentre ancora procedevo alla spedizione del numero precedente, ho potuto correggere “in corsa”. Il Fratello che è stato dichiarato decaduto come Membro Onorario è il Potentissimo Fratello Pie. Gir. 33. Mi scuso con chi ha ricevuto la notizia errata e, soprattutto, con i diretti interessati.

RL Antichi Doveri

Carissimi Fratelli, comunico il calendario degli incontri della Rispettabile Loggia “Antichi Doveri” all’Oriente di Roma, Valle del Tevere e relativo programma, pregandovi di darne ampia diffusione ai vostri Carissimi Compagni d’Arte e Rispettabili Maestri. Com’è noto il Maestro Venerabile della Loggia è il Serenissimo Gran Maestro, ma abitualmente i Lavori, su sua delega, sono presieduti dal Rispettabile Fratello Mau. A. De Pas.

 Mercoledì 12 gennaio 2011, in Grado di Maestro: ”Misteri e segreti Massonici. Quali sono? Vi è differenza tra i due termini? Considerata l’ampia divulgazione attuale, è ancora opportuno definirli tali?”.

Serenamente 2

 Mercoledì’ 09 febbraio 2011, in Grado di Compagno d’Arte: “Simboli e simbolismo nella Massoneria. Loro ruolo”.

 Mercoledì 09 marzo 2011, in Grado di Maestro: ”In un’epoca in cui si è interrotto il normale flusso tra l’uomo e la natura, è ancora significativo il richiamo al ciclo di morte e rinascita rappresentato dall’uomo?”.

 Mercoledì 13 aprile 2011, in Grado di Compagno d’Arte: ”Noi siamo guardiani di un antico segreto”.

 Mercoledì 11 maggio 2011, in Grado di Maestro: ”Il male o esiste al di fuori dell’uomo o è dentro l’uomo. Nel primo caso è invincibile perché superiore all’uomo, nel secondo caso perché è connaturato all’uomo. Sembra non esservi soluzione. Cosa possiamo fare per interrompere la catena?”.

 Mercoledì 08 giugno 2011, in grado di Compagno, Tornata riunita, Compagni d’Arte – Maestri: “Bilancio dell’anno massonico della Rispettabile Loggia Antichi Doveri, sintesi del lavoro svolto, prospettive e proposte”.

Le Tornate inizieranno alle 20.00 e saranno seguite da Agape da consumarsi preferibilmente in sede. È quindi opportuno conoscere per tempo il numero dei partecipanti, al fine di poterla allestire. La Rispettabile Loggia “Antichi Doveri” è strutturata come sede di lavoro massonico nel 2° e 3° Grado, non intende e non intenderà mai invadere il campo dell’istruzione riservata alle singole Logge, nelle Persone dei MM. VV. e delle Luci. Ci si augura sempre una maggiore partecipazione, in entrambi i Gradi dei Rispettabilissimi Fratelli MM. VV. e delle Luci, al fine di avere il loro contributo fattivo nel migliore svolgimento del lavoro, concordando di volta in volta la Loggia che guiderà i lavori, con tavole architettoniche incise per l’occasione, dai Carissimi Compagni d’Arte e dai Rispettabili Maestri.

PENSIERI IN LIBERTA’ “ tavole e riflessioni “

Esperienza Massonica del Fratello Cla. Mor. della RL Madre Honor all’Oriente di Roma all’Obbedienza del SOMI

Il mio ingresso in Massoneria è avvenuto alcuni anni fa in modo alquanto strano per quello che era la mia estrazione culturale. Ne avevo sentito parlare come tanti, specialmente per avvenimenti che non avevano nulla di corretto e giusto, ma per situazioni di intrighi, interessi ed altro. Quindi è stato con sorpresa che sono venuto a conoscenza di un mio carissimo amico che era entrato in massoneria.

Conoscendolo ho iniziato a riconsiderare la cosa sotto un altro punto di vista. Già mi interessavo di letture su templari, religioni mistiche, qualcosa di esoterismo, e dopo un po’ di tempo questo mio Serenamente 3 amico mi ha chiesto se volevo anche io entrare a far parte della Massoneria, spiegandomi che molto di quello che io leggevo veniva fatto anche da loro. Devo dire che questo mi ha incuriosito molto ed ho accettato di incontrare alcune persone che dopo alcuni colloqui mi hanno detto che ero pronto per l’iniziazione.

Iniziazione!!! Una parola che evoca un certo mistero. Cosa accadrà, cosa dovrò subire?

Quello che ricordo dell’iniziazione è uno stato emozionale particolare. Per come dire sono morto in silenzio nel gabinetto di riflessione, sprofondato nella cupa terra, con una strana sensazione di inquietudine in me, mentre ero immerso in quel silenzio prima della cerimonia di iniziazione, che mi ha portato a fare attenzione su tutto quanto dentro di me era rimasto inascoltato perché coperto da troppi rumori di ogni sorta che mi hanno accompagnato fino ad oggi. Poi la cerimonia, con gli altri tre viaggi, Caos rumori dapprima forti poi sempre più deboli fino a ritornare in silenzio. Poi mi viene concessa la Luce, Che emozione con tutti i miei nuovi fratelli che mi guardavano ed il Maestro Venerabile che mi abbraccia dandomi il benvenuto.

In quel momento è cominciata la mia trasformazione da profano a Fratello Massone. Sono diventato Apprendista, colui che apprende in silenzio come mi ha comunicato il Maestro Venerabile. Con il Silenzio si ascolta si medita, si impara dagli altri Fratelli, si impara a tenere a bada le nostre emozioni o pulsioni, facendo emergere sentimenti nuovi a volte estranei nel mondo profano, come la Tolleranza verso gli altri, il rispetto del silenzio degli altri Fratelli e le loro opinioni, imparando quindi ad ascoltare prima ancora di dover parlare, imparando gradualmente a sgrossare la pietra. La cosa bella è che non si cambia più, si passa da Apprendista a Compagno d’Arte, e poi a Maestro, ma si resta sempre Apprendisti, si impara a levigare la pietra in modo migliore, ad usare gli strumenti in modo migliore, la mente ed il nostro Io interiore si dilatano, diventano sempre più acuti ed attenti a tutto ciò che ci circonda e ci permette crescendo di aiutare gli altri a crescere nel modo giusto.

Ho avuto l’opportunità di ricoprire un incarico estremamente importante e delicato per la mia crescita e per lo svolgimento della ritualità durante le Tornate di Loggia: Maestro delle Cerimonie.

Il Maestro delle Cerimonie è una delle figure fondamentali in Loggia, posso definirlo il Maestro dell’Armonia, è colui che deve acuire i suoi sensi per far si che tutta l’energia che si sviluppa durante i lavori, venga convogliata in modo corretto. Inizia al di fuori del Tempio chiedendo silenzio e raccoglimento, per poi continuare durante tutti i lavori svolti all’interno del Tempio, per poi con un semplice gesto, l’inversione delle mani sull’Asta, reindirizzare tutta l’energia accumulata di nuovo sui Fratelli e sul mondo esterno, per contribuire al miglioramento dell’umanità. Le emozioni che ho percepito durante i lavori nel Tempio sono indescrivibili, sono rimasto colpito da come una piccola alterazione interiore anche solamente in un Fratello possa essere percepita, e come l’energia generata possa far variare la luce delle Stelle accese nel Tempio.

E poi diventare Maestro, ed in seguito 2° Sorvegliante!!

Che incarico importante!! Seguire l’Apprendista ed insegnargli in che modo iniziare ad apprendere, stimolarne la curiosità e le domande, per spingerlo alla ricerca più approfondita delle risposte alle domande insistenti che mi pone. Esercizio questo che mi spinge sempre più a pormi domande a cui non sono in grado di rispondere, ed a cui cerco costantemente risposte. Ecco il rimanere sempre Apprendisti, con l’umiltà di ascoltare sempre il Fratello più anziano, cercare di porgli le domande giuste per poter continuare a crescere ed essere di aiuto agli altri Fratelli, e non solo.

Come è cambiato il mio scetticismo iniziale! Questa è una esperienza che mi sta cambiando sempre più, giorno dopo giorno, attendo sempre con gioia il giorno di lavoro nel Tempio, è sempre un Serenamente 4 giorno che infonde una grande serenità in me stesso e mi aiuta a superare anche quei momenti difficili che si incontrano comunque sul nostro cammino. Sono sempre grato al Fratello che mi ha condotto a conoscere il vero significato della Massoneria e dell’essere Massone, aprendomi gli occhi a qualcosa che dobbiamo sempre avere presente anche nella vita di tutti i giorni.

Ho detto

DI TUTTO UN PO' “ leggiamo insieme ”

Processo Hiram: la verità viene a galla

Il cosiddetto processo Hiram è giunto alle battute finali. I Pubblici Ministeri che avevano fatto oggetto delle loro indagini il nostro Gran Maestro, peraltro senza rinviarlo a giudizio per l’evidente mancanza di presupposti oggettivi, hanno formalizzato le loro richieste richiedendo le condanne, a vario titolo, di alcuni ben definiti imputati, tali M. Accomando, R. De Gregorio, C. Licata, G. Peparaio e N. Sorrentino.

Da alcune carte processuali, pubblicate dalla stampa locale, si comprende che i PP. MM. dottori Asaro, Guido e Padova avevano deciso di indagare Stefano per cercare prove di un suo presunto coinvolgimento, a seguito delle dichiarazioni e/o delle intercettazioni di un altro imputato, tale R. Grancini, che avevano fatto loro supporre che Stefano avesse la possibilità di intervenire illecitamente in Cassazione.

Com’era logico attendersi, almeno per noi, prove non potevano esserci e le dichiarazioni del Grancini non hanno trovato riscontri, anzi è stato proprio il Grancini, che è stato giudicato separatamente con rito abbreviato, ad essere condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione in atti giudiziari e rivelazione di segreti d’ufficio.

Chi aveva creduto, o forse sperato, che il SOMI e/o il suo Gran Maestro venissero screditati da talune pettegole e/o superficiali interpretazioni delle carte processuali, forse avendo confuso fischi per fiaschi (leggi, indagato per imputato), potrà oggi fare mea culpa se davvero crede agli ideali massonici.

Ricordiamo sempre che è dovere di ogni Uomo Libero e di Buoni Costumi rispettare il principio di “presunzione di innocenza” tutelato dalle Leggi italiane che abbiamo giurato di osservare, principio che va riconosciuto a chiunque e, a maggior ragione, ad un nostro Fratello.

Chi pregiudizialmente ha ritenuto, o presunto, colpevole il nostro Gran Maestro, senza prove e senza processo, potrà oggi domandarsi se la sua coscienza sia pesante o leggera, se affondi o galleggi.

Ho imparato con l’esperienza che la Verità non è la sola materia che viene a galla, ma senza dubbio è quella che più desidero veder galleggiare.

“Pettegolezzo: quando si sente dire qualcosa che ci piace su chi non ci piace” (Earl Wilson)

. Serenamente 5

Favola di Natale: “La Sagra”

Pascal e Rubio, due immigrati nel Bel Paese, desiderando inserirsi rapidamente nel nuovo ambiente da loro scelto, decisero di partecipare ad un’importante Sagra organizzata dalla comunità locale. Agghindati come si conviene, proponendosi di arrivare il più velocemente possibile, scelsero di percorrere un sentiero alternativo, apparentemente più veloce dell’abituale via maestra. Però, la via scelta - un sentiero poco praticato, fangoso e mal frequentato - si rivelò più impervio di quanto avessero pensato e, nonostante ogni attenzione, non riuscirono ad evitare di scivolare, alle prime difficoltà, infangando il Grembiule che proteggeva sia loro stessi che l’abito buono indossato per l’occasione. Dopo essersi rialzati – pur consapevoli che “l’abito non fa il monaco” - preoccupandosi che lo sporco venisse lavato, si diressero a sciacquare i panni al vicino fiume, sperando di recuperare il candore del loro Grembiule. Una buona lavata, una strizzata, tanto olio di gomito ed il risultato sarebbe stato raggiunto. Almeno, così credevano. Con impegno cancellarono le macchie ed alla fine furono soddisfatti: avevano fatto un buon lavoro! Si sarebbero mischiati alla gente, avrebbero cercato di conoscere qualche personaggio importante e, forse, sarebbero riusciti a trovare un’occupazione interessante ed una buona Paga; magari, avrebbero trovato la Parola giusta per occupare qualche posto prestigioso. Erano certi che ai più superficiali sarebbe sfuggito quel lieve alone che poteva intravedersi a Mezzogiorno, quando la Luce è più forte, ma anche se qualcuno l’avesse intravisto, speravano che l’atmosfera della Sagra e la memoria corta aiutassero a dimenticare. D’altra parte, dopo una breve riflessione, decisero di non tornare indietro per non rinunziare alla Sagra ed ai loro progetti. Ripresero, quindi, il loro cammino di buona lena, fidando nelle loro qualità. Dopo poco, un rumore ritmato ed armonico che proveniva da dietro una Soglia chiusa e vigilata, li incuriosì. Si avvicinarono con cautela e si accorsero, scrutando da uno spiraglio, che il rumore proveniva da un’Officina in piena attività e ben illuminata; un’Officina ben diversa da quelle che conoscevano. Gli Operai che Lavoravano nell’Officina sembravano allegri, quasi festosi, ed infatti, era proprio così. Si abbracciavano contenti perché avevano innalzato un bel muro dritto ed avevano protetto la Soglia del luogo ove svolgevano il loro Lavoro, allo scopo di impedire che eventuali estranei la varcassero e carpissero i Segreti dell’Arte. Pascal e Rubio rimasero a lungo ad osservare la scena perdendo molto tempo. Si accorsero che il vocio allegro degli Operai aveva un ritmo cadenzato: sembrava un “Inno alla Gioia” oppure, una di quelle filastrocche con le quali i bambini giocano, ma a cantare ed a ridere, però, erano degli adulti. Sembrava incredibile: forse festeggiavano qualcosa oppure provavano qualche recita teatrale. Pascal e Rubio non lo sapevano, ma gli Operai festeggiavano uno scampato pericolo. I Capimastri avevano loro confermato, raccontando una parabola, ciò che ogni individuo Libero e di Buoni Costumi ha sempre intuito: la verità e la virtù sono più forti delle bugie e del vizio, perché “il tempo è galantuomo”. Gli Operai parlavano di quaranta sodali, agli ordini di un certo Alì Babà, che avevano preso di nascosto alcuni vasi di marmellata di melagrana da una dispensa, ma, disattenti, li avevano rotti, certamente procurando un danno al legittimo proprietario, ma senza averne ricavato alcun beneficio effettivo, perché il rischio di trovarvi mescolati dei frammenti di vetro aveva loro impedito di gustare il buon contenuto dei vasi. Gli Operai avevano presto rimediato al disordine provocato da Alì Babà e dai suoi amici. Una buona riassettata e tutto era tornato a posto: qualche vasetto di meno, ma, Lavorando alacremente, si sarebbe presto ricostituita la scorta. Gli Operai si mostravano saldi e vigorosi, come gli alberi di un bosco di querce e si sa, non basta un venticello a tormentare un bosco. Gli alberi, se hanno radici ben sviluppate, continuano a Serenamente 6 crescere ed ad infoltire le chiome, con un unico scopo, che è comune alle piante migliori di ogni bosco del pianeta: superare in altezza le altre piante concorrenti, per raggiungere la piena Luce e godere dei suoi benefici effetti. I due, comunque si sentirono soddisfatti, infatti, erano riusciti a lavarsi, avevano osservato uno spettacolo curioso che li aveva divertiti, anche se non lo avevano compreso perfettamente. Ripresero quindi il loro cammino verso la Sagra, accelerando il passo per giungere prima che si facesse troppo tardi. Ma avevano perso troppo tempo e la via scelta si dimostrò troppo tortuosa, pertanto non giunsero mai alla Sagra, infatti, purtroppo per loro, la Mezzanotte li colse mentre erano ancora in cammino ed il buio impedì loro di proseguire. I due, rimasti estranei al Bel Paese, preferirono tornare indietro per la strada già percorsa, piuttosto che affrontare le insidie di un cammino che ignoravano, quindi, se la “filarono all’inglese” sforzandosi di trovare un rifugio prima che giungesse l’alba la quale, si sa, spegne tutti i sogni. Morale della favola: “Fai il passo secondo la gamba”.

VERSO L’ARCANO nello Spirito, percorrendo la Tradizione...

Tetractys del Fratello Mau. A. De P. dell’Oriente di Roma. Tavola scolpita per il Rito Scozzese Antico e Accettato

Non si può prescindere dalla conoscenza, almeno per sommi capi della vita di Pitagora, per parlare della Tetractis. La leggenda narra che il padre di Pitagora, Mnesarco, prima di intraprendere un viaggio, consultò la Pizia, Sacerdotessa del tempio di Apollo Pizio. La Sacerdotessa, oltre a vaticinargli che il viaggio sarebbe stato fausto, gli annunciò che la moglie avrebbe dato alla luce un figlio, non solo bello, ma che avrebbe innalzato con il suo sapere il genere umano, soprattutto dal punto di vista spirituale. Nacque a Sidone e non a Samo, in terra Fenicia. Era un giovane bello e dotato di doti non comuni, tant’è che le genti del luogo erano convinte della sua origine divina. Studiò Omero e fu iniziato ai riti dell’Orfismo, che nella loro tradizione riconoscevano la dualità dell’uomo, terreno e dotato di anima immortale. Fu iniziato alla matematica da Talete, suo grande Maestro, che gli insegnò a non perdere tempo inutilmente, invitandolo a consumare pasti leggeri e a dormire ben poco. Talete lo convinse anche a recarsi in Egitto, per entrare in contatto con i grandi sacerdoti di Menfi e Diospoli, per completare la sua formazione spirituale. Pitagora lasciò Talete ed iniziò il suo viaggio verso la conoscenza. Arrivò a Delo e poi a Creta, dove fu iniziato ai misteri di Zeus e poi ai riti catartici. Lasciò Creta e giunse in Egitto. Qui si fermò per ventidue anni, entrando in profonda simbiosi con tutti i riti misterici egiziani. Pitagora fu colpito e attratto dalla spiritualità del popolo egizio e dalla sua unità e cercò di ricrearla con i suoi discepoli, ai quali inculcava una assoluta padronanza delle loro azioni. Quando il suo grande protettore, il Faraone Amasis, fu sconfitto dai Persiani, venne condotto come prigioniero di guerra a Babilonia e vi rimase per dodici anni. A 56 anni venne liberato e tornò in patria. A Samo, in una grotta fondò “l’emiciclo di Pitagora”, per vivere in un ambiente dove ottenere l giusto silenzio per una profonda meditazione. La sua permanenza a Samo durò poco. Non trovò terreno fertile e si trasferì a Crotone.

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A Crotone fondò una scuola iniziatica, dove per potervi accedere erano indispensabili doti fisiche e spirituali elevate. Pitagora si definiva filosofo, rifiutando il titolo di sapiente, in quanto la Sophia era di Dio, mentre la filosofia è scienza dell’uomo. Accedere alla scuola pitagorica implicava un durissimo tirocinio e molti abbandonavano ai primi ostacoli. Negli antichi Misteri, l’iniziato era obbligato al silenzio. Era al servizio degli anziani e doveva purificare il proprio corpo e anima. Doveva accettare, senza possibilità di critica le verità a cui era ammesso ed essere altruista e capace di perdonare. In questo limbo iniziatico, degli “Ascoltatori”, il candidato permaneva per cinque anni. Una volta giudicati formati, erano ammessi al grado di “Parlatori”. Potevano parlare e chiedere spiegazioni. Iniziavano ad approfondire il simbolismo. Il grado successivo era dei “Matematici”. Partecipavano in modo attivo alla conoscenza. Si interessavano di matematica, ma anche di tutte le altre scienze. Questi tre primi gradi, detti exoterici erano preparatori all’ingresso nell’esoterismo. Pochi vi riuscivano. Pitagora affermava che “non da ogni legno si debba scolpire un Mercurio…”. Solo gli iniziati potevano vedere il maestro, prima lo avevano solo udito. Una volta completata la formazione, potevano decidere se restare nella Scuola o entrare anche nel mondo profano, attivi o speculativi. Chi decideva di vivere anche nel mondo profano, erano avviati alla politica, per studiare le leggi, praticare la giustizia studiare le legislazioni ideali. Il pensiero pitagorico era trasmesso oralmente nulla resta per questo motivo. La rigidità di Pitagora scatenò invidie e tale Milone sollevò i Crotonesi contro la scuola appiccando il fuoco alla sede e uccidendo tutti, tranne Liside ed Archippo. Della morte di Pitagora non si sa nulla, se non le decine di leggende nate intorno a questo mistero, compresi i dubbi di alcuni sulla sua reale esistenza.

Ma quali erano i punti su cui si basava la dottrina della scuola Pitagorica?  I Numeri sono la sostanza di tutte le cose;  L’Universo è Armonia;  La Scuola è una associazione religiosa;  Bisogna credere nella immortalità e nella trasmigrazione delle anime;  Il Simbolismo.

Lo scopo essenziale del pitagorismo, dice il Reghini, è l’elevazione spirituale che si designa col termine di palingenesi che, etimologicamente, significa rinascita, seconda nascita. Il Reghini si sofferma sulle considerazioni che sono state fatte sulla parola: seconda nascita dopo la morte del corpo, quindi reincarnazione; seconda nascita, nella religione cattolica (infatti la parola palingenesi si trova sia nell’Antico Testamento, sia nei Vangeli), come resurrezione dei morti o la resurrezione della carne ed in questo senso abbiamo la vera reincarnazione, cioè l’uomo torna ad essere corpo ed anima come prima. L’uomo, per Pitagora, nasce alla vita spirituale prima della morte del corpo, seconda nascita ad una vita nuova, alla vita immortale e divina. L’uomo deve riuscire ad abbandonare il corpo a se stesso ed ascendere, coscientemente, anima e spirito, sino al libero etere, al decimo cielo, all’empireo. Negli ultimi versi aurei leggiamo: "Allora, lasciato il corpo, salirai al libero etere. Sarai un dio immortale, incorruttibile, invulnerabile". E prima aveva detto: "Tu confida, perché divina è la razza di quei mortali cui la sacra natura manifestandosi parla. Se in te v’è alcunché di quella razza, riuscirai in ciò a cui ti esorto. Avendo risanata la tua anima, da quei mali la libererai".

Serenamente 8

Rudolf Steiner riporta nel suo testo: "L’iniziazione segreta nelle antiche religioni e nel Cristianesimo primitivo" questa frase e ci comunica che è un detto di Empedocle, da cui si può evincere il pensiero degli antichi Egiziani sull’essenza eterna dell’uomo e sul suo rapporto con il divino. E continua, affermando che la prova la troviamo nel "Libro dei Morti". Se è vera l’asserzione dello Steiner, possiamo affermare che su tutta l’opera di Pitagora ebbe notevole influenza il pensiero egizio. Certamente Pitagora fu colpito dalla leggenda di Osiride, tagliato a pezzi da Tifone in 14 pezzi, le cui membra (solo 13 pezzi, non fu trovato il sesso) furono raccolte dalla moglie Iside e rimesse a posto da Anubi, inviato da Ra; fu rianimato dal soffio della moglie, la quale illuminata da un raggio di Osiride, diede alla luce un figlio che chiamò Oro, a cui fu affidato il compito terrestre di Osiride; Osiride, il Dio preferito, il Dio che giudicava l’anima dopo la morte e che Egli stesso le dava il Suo nome. Così l’uomo diventa un Osiride, l’uomo diventa dio.

Ed i numeri, per Pitagora? Tutto è numero, il numero è il segreto del mondo. La realtà può essere compresa solo se la si riduce a una quantità misurabile attraverso la Geometria e numerabile attraverso l’aritmetica. I numeri si distinguono in intellettuali, quelli esistiti nella mente di Dio, scientifici, quelli che procedono dall’unità. Il numero 1 esprime l’Unità; per la matematica pitagorica l’1 non è un numero ma il principio di tutti i numeri. Principio che non è inizio, ma, ammessa l’esistenza di un’altra unità, dall’1, come unità, derivano tutti gli altri numeri; e, quindi, il 2 non è un numero ma l’addizione di 2 unità (1+1). Il 2 è il Principio dei numeri pari, è femminile, come gli altri numeri pari, perché genera, cioè è divisibile e si può addizionare per formare numeri pari e dispari. Mentre il n. 1 è rappresentato da un punto, il numero 2 è rappresentabile da due punti estremi di un segmento. Quindi la monade ha perso il carattere di unicità, in quanto essa si distingue in una molteplicità di unità. Il n. 3, somma di tre unità o somma dell’1 e del 2, cioè dell’accoppiamento della monade con la diade, è un numero maschile, perché indivisibile e, quindi, non genera. E’ un numero sacro, perfetto e, oltre che raffigurato in modo lineare, ha una raffigurazione superficiale piana, cioè mediante i tre vertici di un triangolo equilatero; è quindi un numero triangolare. Da questo numero triangolare possiamo ottenere altri numeri triangolari; se noi aggiungiamo sotto la base della rappresentazione piana (triangolo) del numero 3, il numero tre in rappresentazione lineare, otteniamo il numero triangolare sei, se aggiungiamo a questa rappresentazione il n. 4 in forma lineare otteniamo il numero triangolare 10, se aggiungiamo a questo il n. 5 in forma lineare otteniamo il numero triangolare 15, ecc. Questa base che si aggiunge viene chiamata gnomone triangolare.

Il Reghini ha stilato una tabella da cui si ricava facilmente il numero triangolare. Sulla prima riga ha riportato i numeri interi, cioè i numeri in forma lineare che si aggiungono al di sotto della base e al di sotto di essi i numeri triangolari che si ottengono. Quindi la somma dei primi numeri interi è uguale al numero triangolare. Tutti i numeri triangolari hanno forma regolare in quanto si parte dal numero triangolare 3 che è un triangolo equilatero. Il n. 4 può essere rappresentato sia in forma lineare, quindi somma di 4 unità, ma anche, come il tre, ha una raffigurazione superficiale piana, il quadrato; il Reghini, dice, che è il secondo quadrato, in quanto già l’unità è il quadrato di uno. Il 4 è contemporaneamente il quadrato di 2 ed il fattore di 4, cioè 2 al cubo, ed il prodotto di 2 fattori (2+2=4): come tale è un quadrato. Il 4, per i pitagorici, è il solido, filosoficamente è generato dal Maschile e dal Femminile, è il primo numero pari in quanto il principio dei numeri pari è il 2. Se, al numero triangolare 3, aggiungendo lo gnomone triangolare trovavamo i numeri triangolari, aggiungendo lo gnomone del quadrato al n. 4 troviamo i numeri quadrati. Serenamente 9

Lo gnomone del quadrato è costituito da una squadra aggiunta sotto e a destra del quadrato. Se al numero 4 rappresentato in forma piana aggiungiamo una squadra di 5 punti, otteniamo il numero quadrato 9 (32), se al numero quadrato 9 aggiungiamo una squadra di 7 punti troviamo il numero quadrato 16 (42), ecc... Bisogna sempre aggiungere i numeri dispari. Anche in questo caso il Reghini ha stilato una tabella. Sulla prima riga sono riportati i numeri dispari (gnomone), alla riga di sotto il numero quadrato. La somma dei primi numeri dispari è uguale al numero quadrato. Ma perché abbiamo preso in considerazione solo i numeri 1, 2, 3 e 4? Perché la tetractys è costituita dalla somma di questi numeri che è uguale a 10. Il 10, la decade, che contiene il tutto, simbolo della perfezione intesa come compimento della manifestazione universale.

La tetractys non era formata, quindi, da 10 numeri, ma dalla somma dell’unità con gli altri tre numeri fondamentali, nei quali, dice De Regny, era compreso il punto, la linea, il triangolo e il tetraedro. Ogni numero superiore al 10 era formato da una decade. Infatti, come unità di misura, non si andava oltre il 10. Sulla sacra Tetractys giuravano i pitagorici: "Benedici a noi, o numero divino, tu da cui derivano gli dei e gli uomini. O santa Tetrade, tu che contieni la radice, la sorgente dell’eterno flusso della creazione. Il numero divino si inizia con l’unità pura e profonda, e raggiunge il quattro sacro; poi produce la matrice di tutto, quella che tutto comprende, che tutto collega; il primo nato, quello che giammai devia, che non affatica, il sacro dieci, che ha in sé la chiave di tutte le cose". Si è detto che il numero 2 si ottiene addizionando due unità, il numero 3 addizionando la monade con la diade; dal 4 tutti i numeri possono essere ottenuti addizionando termini diversi dall’unità. Quindi la raffigurazione geometrica dei numeri termina con il 4; e, poiché la somma dei primi 4 numeri costituisce la decade, la nuova unità del sistema di numerazione decimale, ne consegue la perfezione del numero 4, della decade e del simbolo della tetractys.

In Massoneria è frequente il simbolo dei Numeri. Per esempio: il 2 è riferibile alle Colonne, al pavimento a scacchi, alla squadra, al compasso; il 3 al delta luminoso, il 4 alle facce della pietra cubica, il 5 alla Stella Fiammeggiante, il 6 alle sei direzioni : basso-alto; oriente-occidente; settentrione-mezzogiorno; il 7 al numero dei gradini che occorre per salire all’Oriente; l’8 ai vertici della pietra cubica; il 9 al numero delle caselle in cui è suddivisa la Tavola da Disegno;il 10 alla Tetractys. Il simbolo della tetractys coincide con il delta massonico; e il delta potrebbe coincidere anche con il simbolo cristiano della Trinità. Il Reghini dice che è molto facile assimilarlo a quello cristiano soprattutto quando al centro viene posto l’occhio di Dio. Lo è di meno quando al centro è scritto il tetragrammaton, il nome di Dio in quattro lettere (designato così dai cabalisti). Il delta è posto tra il sole e la luna durante i lavori in grado di apprendisti; nel grado di compagno viene sostituito dalla Stella Fiammeggiante. Vi è certamente una connessione tra i due simboli. E se la stella a 5 punte è sia simbolo dell’antica scuola pitagorica che della massoneria, il delta è certamente identificabile con la tetractys pitagorica.

Secondo il Bonvicini il tempio è stato creato in "4 prospettive simboliche": 1a- abbiamo le coordinate spaziali ( S.E.N.O.); 2a- coordinate spazio-temporale (Zenit-Nadir); 3a- centrale - macro-cosmica; creazione divina: Libro Sacro, Squadra, Compasso - principio e fine; 4a- umana - microcosmica - quindi, accensione dei tre ceri (sapienza, forza, bellezza) ed il collocamento del quadro di Loggia.

Il Bonvicini, a questo punto, sostiene che i tempi della costruzione del tempio sono 10, e cioè la somma di 4 (la squadratura) con il 3 ( formato dal 2=Zenit-Nadir + 1 Centro) ed ancora con il 3 (le Serenamente 10

3 accensioni dei ceri). Questi tempi di costruzione esprimono la Tetractys pitagorica ( si può vedere nella posizione triangolare dei candelabri). Il Guegon la chiama "Circolazione del Quadrante" concepita come massima perfezione umana. I pitagorici nel loro giuramento sulla tetractys dicevano: "quello che tu credi 4 sono 10 ed il triangolo perfetto è il nostro giuramento". Ciò ha fatto pensare che anticamente il quadro di Loggia venisse disegnato con la Tetractys. Sarebbe interessante approfondire il pitagorismo; si può solo ricordare il triangolo rettangolo pitagorico con i lati nella proporzione 3, 4, 5; l’enunciazione che32+42 è = 52 (teorema di Pitagora), che i numeri 3, 4 e 5 hanno un significato anche sommati a due a due; cioè la somma del 3 con il 4 è 7, che è un numero primo, che non è divisibile e che non genera, simbolo di Minerva, non generata perché uscita dal cervello di Giove, ed era armata e Vergine, simbolo della sapienza divina. E la somma, dice il De Regny, del 3 e del 5 è 8, che è il doppio del 4, l’8 è il primo numero cubico possibile e che sommando il 4 al 5 si ha il nove, la potenza del 3. Possiamo ricordare il pentalfa, simbolo della scuola, che rappresentava anche l’uomo che si svincolava da tutto per elevarsi spiritualmente; il pentalfa che, come riferisce il Reghini, "avendo l’angolo di vertice di 36 gradi consentiva di ricavare la c.d. parte aurea del lato del Pentalfa". I Pitagorici le davano molta importanza, la connettevano al concetto dell’Armonia Universale, che ritenevano potesse essere applicabile all’architettura, alla scultura, alla musica in genere a tutte le arti. Ma vi era anche la stella a 6 punte, formata da 2 triangoli capovolti e intrecciati (l’esagramma). Per i pitagorici la stella a 6 punte racchiusa in un cerchio significava "la stella del macrocosmo", simboleggiava l’unione di Dio con la natura. Il Reghini dimostra, inoltre, come la proporzione aritmetica pitagorica sia stata applicata alla proporzione armonica musicale. A proposito ricordiamo il quadro di Raffaello - Scuola d’Atene- dove è riportata la scala musicale di Pitagora e la tetractys. Si può ricordare l’incidenza del pitagorismo: gli artisti protoromantici, bizantini, romanici e gotici erano ispirati al Pitagorismo in relazione alle regole e figure geometriche. Galileo poté trovare la formula del moto naturalmente accelerato grazie alla proprietà che consente di trovare il numero quadrato enunciata all’inizio.

Possiamo fare un cenno sulla Croce pitagorica, la X che, indicava la Decade, che significava la Ricostruzione dell’Uno, Dio, la manifestazione e la riflessione del pensiero primordiale ed Universale. La Croce Pitagorica divenne simbolo dei Templari che tumulavano i morti con le gambe incrociate ad X per simboleggiare il cammino verso la Resurrezione. Questo tipo di croce, racchiusa in un cerchio, veniva incisa dai maestri costruttori, dagli scalpellini sulle loro opere; la troviamo nella tomba del faraone Sahurè ad Abusir, a Mallia sull’isola di Creta, nelle rovine di Festo, nel Palazzo Diocleziano a Spalato; il pentalfa è inciso sulle mura di Pompei. Nel cerchio i pitagorici inscrivevano il triangolo con il punto o con l’occhio; se il triangolo aveva la punta verso l’alto, la divinità era il Logos, Pensiero, l’Intelligenza Creatrice, l’Essenza pura; se il triangolo aveva la punta verso il basso la divinità era intesa come il Dio Manifesto, come l’emanazione dell’essere supremo.

Vorrei concludere con una considerazione: i numeri sono, per loro natura, i principi primi, nei numeri si vedono molte somiglianze con le cose che sono e che si generano. Poiché le note e gli accordi consistono nei numeri, e poiché tutte le altre cose sembrano fatte ad immagine dei numeri, gli elementi dei numeri sono elementi di tutte le cose, e tutto quanto l’universo è armonia e numero. Se il numero è ordine, come accordo di elementi illimitati e limitanti, e se tutto è determinato dal numero, tutto è Ordine. Terra e cielo, Dio e uomini sono insieme grazie al Kronos, ossia all’ordine. Tutto ciò rappresenta la saggezza e la conoscenza matematica, tutto ciò è la spiegazione della vita, l’essenza dell’universo. Serenamente 11

IPSE DIXIT

M come … del Fratello Pan. Auc. 33 dell’Oriente di Taormina

Undicesima lettera dell’alfabeto italiano. Numero romano equivalente a 1.000. Nell’alfabeto ebraico MEN, quindicesima lettera – numero 40 dal significato di MARE – MORTE.

… MAFIA: organizzazione segreta fra persone di ogni ceto sociale che si aiutano vicendevolmente, secondo proprie leggi di onore, FUORI dalle leggi e dalle Autorità costituite. Andando indietro nel tempo, vediamo attraverso alcuni paragrafi di “Storia Illustrata” n. 194 del gennaio 1974, lo “sbarco in Sicilia”: - si è detto che fu la mafia a preparare lo sbarco sull’isola “Operazione Husky”. Stando alle rivelazioni, Lucky Luciano nel 1942 aveva posto in contatto i servizi segreti americani con esponenti della mafia in Sicilia, servendosi di Calogero Vizzini (implicato in 51 casi di omicidio). Vito Genovese, a New York era uno dei più importanti capi di “Cosa Nostra”, sbarcò in Sicilia nel 1943 con le truppe americane; in seguito fece parte del Governo Militare Alleato. Da allora ad oggi la Mafia ha esteso i suoi tentacoli. I suoi forti legami Sicilia-America hanno favorito il commercio della droga nel Mediterraneo. Il mafioso, smesso l’abito del patriota, si è trasformato quindi in una persona consociata per conseguire o risolvere, con ogni mezzo, lecito o illecito, i propri interessi particolari, anche quelli pubblici. Non è indenne la Politica, in troppi l’hanno scelta per sistemare se stessi e le proprie pendenze, né è indenne la Chiesa Cattolica, con il suo miliardo circa di seguaci. Essa ha adeguato sempre la sua azione politica alle necessità del momento, avvalendosi spesso, sul piano pratico, di quegli stessi principi che, in teoria, non ha esitato a combattere ed a condannare con il dogma dell’Infallibilità Pontificia. Quanti scheletri ci sono nel segreto degli armadi? Debbo veramente credere che lo scheletro mancante sia proprio quello di San Pietro. Senza andare troppo lontano: Giordano Bruno, Galileo Galilei dopo tanti anni vengono riabilitati, ma sempre volutamente ignorati. Vere o false le voci sulla fine di Papa Luciani? E che dire dello IOR, di Marcincus, delle voci sui contatti con la banda della Magliana o su Roberto Calvi, trovato impiccato a Londra sotto il Ponte dei Frati Neri? Cos’è veramente l’Opus Dei? E’ vero che è come una falsa Massoneria? Che dire infine della pedofilia nella Chiesa? Indubbiamente la Chiesa ha tanti meriti ed il mio scopo non è quello di muovere delle accuse generiche ma di far riflettere chi usa uno stesso metodo per criminalizzare la Massoneria.

M… come Massoneria. Scriveva Lessing: “Massone è colui che organizza la propria esistenza in modo da contribuire al perfezionamento di quell’opera d’arte che è la vita dell’intera umanità”. La Massoneria si da come data di nascita il 3.760 a.C. E’ una data simbolica, teoricamente coincidente con l’inizio del Mondo. Sta a significare una totale indipendenza e libertà da religione, politica ecc. Dopo tale premessa vediamo di approfondire alcuni concetti. La Massoneria si propone come gnosi, cioè conoscenza, e mentre le religioni comunicano un messaggio, la Massoneria propone un metodo. La Massoneria non propone una Verità, ma spinge l’uomo a ricercarla senza tentennamenti, attraverso la simbologia. Noi non scopriremo mai la Verità, ma è in questa ricerca che miglioriamo noi stessi. Ho voluto, con queste parole, ricordare a me stesso alcuni principi fondamentali della nostra Istituzione e che, dove esiste un consorzio di uomini, è sempre possibile trovare prevaricazione, ed l’inosservanza da parte di alcuni Massoni dei propri doveri iniziatici. Però, da questo alla criminalizzazione continua della Massoneria ce ne passa. Spesso la Massoneria è il capro espiatorio per distogliere l’opinione pubblica da fatti eclatanti. Per questo si arriva ad usare superficialmente la sigla P3, come fosse un seguito della P2, incuranti di dubbi o di dicerie indimostrate. Recentemente, una dolorosa morte a Messina sembra a causa di una lita tra medici e ostetrici. Che fa il Direttor Sanitario? Incolpa la Massoneria che comanda a Messina, ma quando il Sindaco del capoluogo

Serenamente 12 siciliano gli chiede di fare i nomi… miracolo. Tutto tace. Anche il G.O.I., nella persona del suo Venmo Gran Maestro ha fatto sentire la sua autorevole voce di malcontento. Che dire poi della segretezza massonica? Niente di più falso se la rivista “la Voce”, in tre puntate, nel 2008, ha potuto pubblicare l’elenco di oltre 26.000 iscritti alle Logge massoniche. Eppure, ad esempio, nessuno ha mai pubblicato l’elenco degli iscritti all’Opus Dei, ma nessuno parla dell’Opus Dei come di una setta segreta. Personalmente ho conosciuto massoni che hanno aderito all’Opus Dei convinti che essendo quella più potente della Massoneria avrebbero potuto trovarvi più possibilità ed interessi. Io, dopo oltre trentuno anni di appartenenza massonica, non ho mai avuto modo di usufruire della cosiddetta “potenza massonica”. Penso, invece, che tra Chiesa e Massoneria, non ci dovrebbe essere un diverbio. Le differenze non dovrebbero erigere una barriera, in fondo abbiamo in comune qualcosa che dovrebbe accumunarci “l’amore per il prossimo”. Anche l’anticlericalismo, più marcato in alcuni precisi momenti storici, dovrebbe essere stato superato, a 130 anni dalla Presa di Porta Pia, grazie anche alla figura di Papa Giovanni XXIII. Il Risorgimento fu anche periodo di movimenti spiritualistici ed ideologici dai quali emersero importanti figure di Massoni come Cavour, Mazzini, Garibaldi, Foscolo, Parini. Nel loro pensiero, accanto agli ideali di libertà, erano ben vivi quelli di unità o di indipendenza. La Massoneria ha grandi meriti nella costruzione dello Stato laico italiano, ma non per questo deve umiliare lo Stato Vaticano con manifestazioni ostili. Basta con odi e rancori, vecchi e nuovi, costruiamo una società migliore e più unita e libera. Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Preciso che il XXIII Landmark recita. “La Massoneria non è una società segreta, ma un’associazione che possiede dei segreti”. Se la Massoneria non riservasse i “Misteri” ai soli suoi adepti, si trasformerebbe in un’istituzione profana, analoga ad altre istituzioni non iniziatiche: chiese, circoli culturali, società di beneficienza ecc. I suoi metodi d’insegnamento si basano su segreti che non vengono mai divulgati affinché ciascuno si sforzi di intuirli. Questo procedimento è adatto alla formazione di pensatori liberi, chiamati a costruire da sé l’edificio delle loro convinzioni. Anche la Bibbia si presta a tre letture, parlante, significante e occultante. Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? Proviamo a rispondere a queste tre domande e riusciremo a capire ciò che è la Massoneria. Infine, una domanda: “Perché queste continue provocazioni contro di noi. Perché tante nefandezze accreditate alla Massoneria?”. Nel 1992, Aldo Chiarle ne “Il diritto di essere massone” affermava: “… In aggiunta alle decine e decine di messe in atto contro la Massoneria, ve n’è una particolarmente insidiosa: cioè che mafia, malvivenza, criminalità organizzata e massoneria sono legate con stretti ed organici rapporti”.

… MARE. Sappiamo che il globo terrestre è formato per il 75% di acqua e così, all’incirca, anche il corpo umano e che la vita ha avuto origine dall’acqua marina. Il mare è, quindi, simbolo della dinamica della vita. Tutto nasce dal mare e tutto vi ritorna attraverso i fiumi e gli scarichi. Il mare è immagine della vita e della morte. Voglio ricordare un pensiero di cui sconosco l’autore: “Piccolo uomo, schiavo del piccolo Mondo, tra un passato morto ed un futuro non ancora nato. Oscilla il crepuscolare presente, vera e propria pausa d’angoscia”. Tempo fa il Papa ebbe a dire: “Paghiamo le colpe delle nostre divisioni” e questo vale anche per i massoni. Concludendo: che i massoni ritrovino tra loro un legame di pura spiritualità, cercando l’unità negli ideali della Massoneria stessa. Coloro che capiscono, si intendano e fraternizzino al di sopra delle frontiere stabilite dalle Obbedienze. Torto o ragione, perdono importanza se la fraternità si afferma come ideale supremo. Se almeno i massoni trovassero tra loro l’unità, allora, forse, anche gli antimassoni potrebbero costruire insieme in Gran Tempio del Genere Umano. Massoni e antimassoni farebbero meglio a costruire un dialogo; non più discordia ma armonia. Credo che una buona riflessione sulla lettera ebraica MEN = M e sui suoi significati palesi e reconditi, sarebbe di grande utilità.

“Noi siamo tutti impastati di debolezze e di errori: perdoniamoci reciprocamente le nostre balordaggini, è la prima legge di natura”. (Voltaire)

Serenamente 13

BREVI NOTE

Gran Loggia Ausonia

Il 12 dicembre a Messina, il Venmo e Potmo Fratello Car. La R. 33, nell’ambito di una Tornata rituale, ha organizzato un incontro interobbedienziale al fine di verificare la possibilità di stipulare trattati di amicizia tra alcune Famiglie massoniche. E’ un’iniziativa lodevole, che personalmente condivido, perché promuove maggiori sinergie e contatti tra diverse Obbedienze italiane. Forse sono passi ancora insufficienti, ma delineano un cammino che si muove nella direzione giusta.

Massonismi, Massonifici…

E’ stato pubblicato il libro di Santo Mancuso “Massonismi, massonifici nella società italiana del XX secolo” – Arduino Sacco Editore. Un libro di cui consiglio la lettura. Ricordo che il Serenissimo Fratello Mancuso pubblica anche l’interessante rivista bimestrale “La voce dell’Apprendista”

Gran Loggia degli Antichi Massoni d’Italia

Il Sermo Gran Maestro Tom. Cap. ha “battezzato” il nuovo sito al quale è possibile accedere cliccando granloggiaantichimassoniditalia sui principali motori di ricerca. Caro Tommaso, complimenti ed auguri per il miglior successo di questa iniziativa.

Napoli: Diritto universale e villaggio globale

Il 1 dicembre u.s. si è svolto a Napoli un convegno su questo interessante tema che è anche il titolo di un libro di Franco Biancardi. Oltre all’autore del libro erano presenti, professori universitari, giornalisti e varie autorità. Numerosi gli interventi. Complimenti all’Associazione culturale Sebetia-Ter per questa iniziativa, ed al suo Presidente Ezio Ghidini Citro che ne è stato promotore insieme al Presidente del Circolo Ufficiali della Marina Militare di Napoli che ha gentilmente messo a disposizione i suoi eleganti spazi.

Progetto “Genitori a scuola”

Il primo anno del progetto voluto dalla Onlus “Bambino oggi… uomo domani” si è chiuso con risultati veramente lusinghieri, tali da mostrare un cammino in crescita per questo progetto che, è stato promosso in alcuni quartieri di Roma che vedono la presenza di realtà disagiate. Il progetto si propone di assicurare agli scolari ed alle loro famiglie un percorso di accompagnamento che sia di sostegno per un futuro migliore, coinvolgendo ovviamente gli insegnanti ma anche artisti, il volontariato ed le varie autorità di riferimento. La Presidente della Onlus, Orietta Matteucci, promotrice del Progetto “Genitori a scuola”, ha messo in evidenza come i genitori coinvolti si siano dichiarati soddisfatti dell'iniziativa, perché il loro rapporto con i figli è diventato più sereno ed i figli sono diventati più ubbidienti. Insomma è migliorato il dialogo intergenerazionale. Una serata di gala, che ha visto coinvolte la Onlus “Bambino oggi…uomo domani” e l’Associazione FuturH@nd, ha celebrato l’evento a Palazzo Salviati-Roma. Serenamente 14

ABBECEDARIO

Mi mancava il Tempio del Fratello Fil. Chi. dell’Oriente di Bari

Il Rispettabile Fratello Filippo è da tempo costretto, a causa di una seria afflizione fisica, a limitare i suoi spostamenti, ma grazie all’aiuto dei Fratelli della RL Eos all’Oriente di Bari, sapientemente ispirati dall’Elettissimo Fratello Gia. Tar. Grande Delegato Magistrale Regionale del SOMI, ha potuto rivivere l’emozione della Tornata. Ai Fratelli che lo hanno ospitato ed ai lettori di “Serenamente”, Filippo offre questi pensieri.

Mi mancava il Tempio!

Ospite della Eos, ho "sentito" il Tempio!

Sentire non è solo ascoltare.

Né partecipare.

Sicuramente non udire.

"Sentire" non è definibile con parola.

Forse "sentire" è un moto dell'animo.

Radicato.

Io ho sentito!

Ho detto!

Filippo , con un TFA

Ndr- Grazie Filippo per la tua sentita riflessione, e auguri per la tua salute. Sono sicuro che il coraggio e la determinazione di cui dai mostra, ti sosterranno al meglio anche in questa circostanza.

“Solo chi si isola da se stesso e dal prossimo è veramente solo”. (Nicola Abbagnano)

Symbolum di Johann Wolfgang Goethe (traduzione di G.A. Malatino)

Il cammino del Muratore somiglia alla vita e la sua Opera somiglia all’agire dell’Uomo sulla terra. Serenamente 15

Il futuro nasconde allo sguardo, passo dopo passo, dolori e gioie; tuttavia senza sgomento ci affrettiamo avanti e via via più pesante grava un velo di reverente timore. Silenziose riposano lassù le Stelle e quaggiù le tombe. Medita su di esse giustamente e osserva, così si fondono nel seno degli eroi mutevoli tremori e fermi sentimenti. Ma chiamano di là le Voci dei Maestri, non trascurate di esercitare le Forze del Bene! Qui si intrecciano corone in eterna quiete, che debbono con pienezza compensare le Opere! Noi vi esortiamo. Sperate.

Ogni numero può essere letto e/o scaricato gratuitamente dal sito www.somi-massoneria.org Serenamente è stato ideato e fondato dal Fratello Alb. Vac.

Serenamente 16

NIHIL DIFFICILE VOLENTI

SERENAMENTE massoneria e non solo

Numero 93 del 9 gennaio 2010 EV

Sommario

Pag 2 GLSU: nuovi incarichi AMPFAR Progetto P.V.D. Pag 3 Somi: solstizio d’inverno Il Tempio massonico Pag 7 Massoneria rumena Pag 8 La Caverna Simbolica Pag 15 Massoni a Lamezia Terme Rituali antichi Il Cammino

Avvertenza - Gli articoli sono espressione della libera opinione del loro autore e non impegnano in alcun modo la linea editoriale di questo notiziario periodico gratuito amatoriale, realizzato e distribuito in proprio, ad uso interno, dall’addetto alla redazione Fr  Alb. Vac. (E mail [email protected]). Per le notizie (ricavate da interviste, Internet o da vecchi documenti incompleti) dalle quali non siano desumibili il copyright, l’autore, l’editore, la fonte ecc., ci impegniamo a citare tutti i dati previsti o desiderati, non appena noti e, ove richiesto, ad eliminare, modificare e/o integrare eventuali periodi pubblicati. INTER NOS

GLSU: nuovi incarichi

Il Sermo e Potmo Fratello Gia.P. Fra. comunica i risultati delle recenti elezioni svoltesi nella sua Famiglia, sia per l’Ordine che per il Rito Scozzese Antico ed Accettato – Comunione della Gran Loggia Simbolica Unita. Riporto alcuni dei prestigiosi incarichi rivestiti.

Sovrano Gran Commendatore Gia.P. Fra. Luogotenente Sovr. Gran Commendatore Rin. Mil. Gran Priore Gia. Cap.

Gran Maestro Gia.P. Fra. Gran Maestro Aggiunto Vicario Gio. Ale. Gran Maestri Aggiunti Rin. Mil. e Gia. Bri. 1° Gran Sorvegliante Gia. Cic. 2° Gran Sorvegliante Fab. Fel.

Complimenti a loro ed a tutti i numerosi altri Fratelli e Sorelle, eletti nelle Cariche di Supremo Consiglio e di Gran Loggia, che non ho potuto citare per motivi di spazio. Con i rinnovati Auguri di Buon Nuovo Anno giungano a tutti anche quelli di Buon Lavoro.

AMPFAR

Proseguono le vicissitudini, non sempre positive, di questa Associazione Massonica che, come ci dicono, nell’ultimo biennio non ha avuto un’adeguata attività. Ora la Presidenza è stata rimessa nelle mani di un ex Presidente, il Sermo Fr Ant.H. Car. e ciò proprio a seguito di una sua “sollecitazione”. Non sono a conoscenza di quali siano oggi le Obbedienze che aderiscono all’attività dell’AMPFAR, ma so che tra loro, da tempo, non c’è più il SOMI. Auguro al neo Presidente di raggiungere, durante il suo mandato, traguardi in linea con le attese delle Famiglie federate.

Progetto P.V.D. (si veda anche il numero 49)

Il SOMI proseguendo nelle sue iniziative dirette ad offrire ai propri adepti contenuti socio- culturali, anche con collaborazioni ed oratori profani, nonché a presentare la propria realtà muratoria ad associazioni culturali e/o a singoli estranei alla Massoneria, ha proposto nel primo trimestre 2009 i seguenti incontri, organizzati anche in collaborazione con altre Associazioni:

I poteri inesplicati della natura e dell’uomo Dott. Umberto Di Grazia e altri. Dibattito organizzato con la LUF (Lega Universale Framassona)

Serenamente 2

Somi: solstizio d’inverno

Anche quest’anno un numeroso gruppo di Fratelli, provenienti da varie regioni italiane, ha celebrato insieme la suggestiva cerimonia solstiziale, presenziando inoltre, relativamente ai gradi e dignità posseduti, anche ai Lavori di Gran Loggia e di Supremo Consiglio. Un’agape aperta, organizzata in un noto albergo romano per un centinaio di commensali, è stata la degna cornice della “tre giorni” solstiziale.

PENSIERI IN LIBERTA’ “ tavole e riflessioni “

Il Tempio massonico della Sorella Ori. Mat. della RL GIANO all’Or di Roma all’Obbedienza del SOMI

La Tavola è composta da tre parti, la prima riguarda cos’è il Tempio Massonico, la seconda la relazione tra Religione e Massoneria e la terza cenni sul Lavoro Massonico.

Prima Parte. Il Tempio massonico. Con il termine “Tempio” si intende comunemente un luogo sacro destinato al culto. Anticamente era costituito da un luogo naturale, segnato da caratteristiche che vi testimoniavano la presenza delle divinità.

La massoneria è un ordine iniziatico che ha per scopo il "perfezionamento dell'individuo” con una dimensione sociale e collettiva in genere, anziché puramente individuale, e svolge i suoi lavori all’interno del Tempio che non è dedicato ad alcun Dio, non è utilizzato per professare alcuna religione, né per fare politica, ma per celebrare riti, cerimonie massoniche e fare formazione.

L’origine leggendaria della Massoneria si colloca quando Abramo conobbe la geometria sacra ad Ur in Caldea e la trasmise ai suoi discendenti, fino a Mosé, e da questi a Salomone che, con l’aiuto di Hiram re di Tiro e di Hiram il muratore, costruì il primo Tempio.

Durante i lavori, Hiram il muratore, l’architetto nominato da Salomone, venne ucciso a tradimento dai tre “cattivi compagni” che intendevano carpirgli i segreti dell’Arte, conoscibili dai soli Maestri attraverso la trasmissione della Parola.

Per questo si dice che il Tempio è “incompiuto”, e che ciascun Libero Muratore è chiamato ad apportare il proprio contributo al perfezionamento dell’Opera, seguendo gli stessi “Antichi Doveri” e regolamenti che applicavano i Massoni operativi fin dal XIII secolo (Carta di Bologna del 1248).

Nel Tempio Massonico sono presenti due tipi di simboli, quelli “emblematici” in relazione ad una tradizione sacra universale che precede e comprende nel contempo la tradizione massonica e quelli “operativi” cioè gli arnesi e strumenti stessi del lavoro da svolgere nel Tempio.

Gli Antichi distinguevano due tipi di spazio sacro, il Fanum, edificio costruito, recintato e chiuso, spesse volte circondato da un bosco sacro e il Templum, quale poteva essere sia un edificio materiale, elevato però in certe condizioni precise di spazialità, oppure semplicemente un luogo all’aperto, delimitato e disegnato comunque secondo le stesse regole di orientamento e spazialità usate per il Fanum, cioè il Tempio costruito.

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Il Tempio Massonico non è un Sacello o un Fanum, perché è un Templum soltanto parzialmente edificato e come tutti i luoghi consacrati della tradizione, è meticolosamente orientato in modo da evocare e da rappresentare, con l’intersezione delle sei direzioni dello spazio nel suo epicentro l’intero Universo in scala ridotta.

Il Tempio si estende da Oriente ad Occidente, da Meridione a Settentrione, dallo Zenit al Nadir. E la Loggia non è racchiusa tra quattro mura, bensì tra la Catena d’Unione che lega insieme tutti i Fratelli.

Penetrando nel Tempio, i primi oggetti simbolici che si incontrano sono due Colonne, vestigia dei 2 Grandi Pilastri che precedevano l’ingresso nel Recinto Sacro dei Santuari Egizi e successivamente dagli Ebrei nel loro famoso Tempio di Salomone.

Le Colonne, che in Architettura Sacra, sono una memoria sofisticata dei “primi pilastri”, ì primissimi Santuari della Storia, assieme alle Caverne e ai Boschi, sono nominate “Jakin” di colore rosso al Meridione che definisce la polarità maschile, cioè il Sole e “Bohaz” di colore nero a Settentrione che definisce quella femminile, la Luna.

Il Sole e la Luna, già presenti nel Mitreo, luogo Sacro al Culto iniziatico di Mitra, rinforzano il concetto di questo bipolarismo di complementarietà e che nel Rito Scozzese Antico ed Accettato sono posti rispettivamente alla destra e alla sinistra del M.V.

La volta materiale del Tempio Massonico, chiamata “Volta Celeste” è dipinta di stelle e integrata con i 12 segni zodiacali.

Altri elementi del Tempio sono il Quadro di Loggia, il pavimento a scacchi, la pietra grezza e la pietra cubica a punta, la livella e la perpendicolare, i tre scalini ed il pavimento a scacchi, la porta del Tempio, le tre luci, il mazzuolo e lo scalpello.

La squadra ed il compasso, secondo i gradi, vengono intrecciati in posizioni simboliche che alludono ai progressi dell’Iniziato nell’Arte Reale, su di una Via che va dalla densità oscura e imperante della Materia verso la Sublime Luce dello Spirito, senza che mai uno di questi due estremi venga tolto, rimosso o rinnegato...Squadra e Compasso vengono posti sul Libro Sacro detto “Libro della Legge Sacra”.

Qualunque Testamento Spirituale della Grande Tradizione può massonicamente essere posto sull’Ara secondo il luogo, il paese e la cultura in cui è inserita la Loggia che anima il “Tempio Simbolico Ideale”: Corano in un paese Musulmano, Torah in Israele, Sutra in un paese Buddista, Tao Te Cing in Cina, ecc. ecc.

Il significato è identico: Il Libro Sacro comunque raffigura la Grande Legge Cosmica attraverso la quale si manifesta Il Grande Architetto dell’Universo e per il Rito Scozzese questo Libro Sacro è la Bibbia

Squadrare il Tempio, al principio dei lavori, significa creare lo Spazio Sacro. Lavorare da mezzogiorno a mezzanotte significa creare il Tempo Sacro. Portare al di fuori del piano di percezione fisico le dimensioni spazio/temporali significa riprodurre costantemente in Terra l’Ordine Cosmico. Si procede sul pavimento a scacchi, ma proiettati verso la Volta Celeste, seguendo il movimento del Sole e della Luna, e degli altri Astri rappresentati nelle costellazioni zodiacali che sovrastano 12 colonne.

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Seconda parte. Religione e Massoneria

Il Lavoro massonico nella Loggia propone di accettare il diverso degli altri, quale fonte per l'accrescimento della nostra ricchezza interiore e tale diversità è evidenziata dalle 12 Colonne riportanti i segni dello Zodiaco.

La parola “religione” può derivare dal verbo latino “relegere” che significa “raccogliere” e in questo senso indica un insieme di vari elementi, dottrina, preghiere, riti e le usanze che caratterizzano una specifica religione, oppure può derivare da “religare” che significa “legare insieme” ed in questo caso la sottolineatura è posta sull'esperienza del legame che unisce l'uomo a Dio.

É chiaro che entrambi i significati sottolineano aspetti fondamentali della religione e permettono di suddividere le religioni in due categorie, quelle naturali dove l'uomo scorge nelle forze della natura la presenza di “Qualcuno” che è superiore a lui e quelle rivelate che affondano le loro radici nella storia quando non è più l'uomo che vede la presenza di un essere superiore nella natura, ma è l’essere superiore, che si rivela all'uomo negli eventi della sua storia.

La massoneria non è una religione e lascia liberi i suoi affiliati di seguire la religione che desiderano; proclama la libertà dell'uomo, proscrive ogni discussione politica dalle sue riunioni coltivando solo la dedizione alla patria e alla fratellanza universale.

L’intreccio fra religione e massoneria, realtà distinte ma non sempre distanti è complesso e gli unici riferimenti precisi sono quelli alla legge morale o naturale e alla religione sui quali tutti gli uomini sono d’accordo.

La massoneria come emerge dalle sue carte di fondazione anglosassoni non è una dottrina, ma un metodo che propone la libera discussione dei problemi e la loro soluzione secondo quanto sembra vero e giusto alla maggioranza dei fratelli.

La discussione ha un limite positivo per il quale non è permesso mettere in discussione l’esistenza di Dio, ma ha anche un limite negativo: tutto può essere messo in questione, tranne il metodo stesso, sia che percorra la via filosofica dello scetticismo teorico o pratico, sia quella del relativismo è collegato all’origine sociologica della massoneria e del successo che ne è derivato, come del resto, non è una semplice tecnologia.

La sua pratica implica un orizzonte etico-filosofico che deve essere condiviso da chi partecipa ai lavori; diversamente, il metodo rischierebbe, da una parte, di non essere compreso, dall’altra porterebbe a un’assenza di risultati che impedirebbe il suo stesso funzionamento

Due citazioni: la prima risale ad una delle più serie indagini sul significato storico-sociologico della massoneria negli Stati Uniti: Lynn Dumenil ha scritto che “per gli uomini disturbati dalle grandi controversie sulla Bibbia e sulla validità del Cristianesimo, la massoneria offriva un’esperienza religiosa confortevole e che non arrecava disturbo. La seconda riguarda una Convenzione massonica nella quale si dichiarava che, “l’anima perplessa per le divergenze fra le religioni, può rifugiarsi nel Tempio della loggia e lì trovare riposo”…

C'è da dire che a partire dal secolo scorso (ma con prodromi già nel Settecento) soprattutto le massonerie latine hanno talora ripudiato l’obbligo di non prendere posizione in materia religiosa, sociale e politica, elaborando una serie di posizioni dottrinali più precise con il risultato comunque di violare il divieto massonico di prendere posizioni religiose o politiche. Serenamente 5

La maggior parte delle volte siamo noi stessi a costruire i nostri limiti, in genere persuasi da irrazionali timori nei riguardi del diverso. Questo avviene più o meno inconsapevolmente.

Tradizionalmente un tale timore o paura è definito "il guardiano della soglia", che con il suo aspetto quasi terrificante ci impedisce di procedere oltre.

É allora che vengono costruite barriere difensive interiori, utili solo ad imprigionarci in una sterile solitudine.

Se invece si riesce a concepire il diverso come libera espressione della Natura, ci si accorge della assoluta inconsistenza dei guardiani della soglia, che non esistono se non nella nostra mente.

Superata la soglia degli immaginati rischi e pericoli si può scoprire un mondo pieno di ricchezza, nel quale possiamo specchiarci in piena libertà.

Per concludere, si può dire che la Religione è “dottrina”, la Massoneria è un “metodo” e che, entrambe, riuniscono i propri adepti in un Tempio, i religiosi per celebrare il culto al loro Dio, i massoni per celebrare cerimonie e per costruire il proprio “Tempio interiore”.

Terza parte. Il lavoro massonico

Il Massone svolge il proprio lavoro in gruppo, insieme con gli altri fratelli di Loggia, o singolarmente, un lavoro di ricerca e di costruzione. Nel suo compito si avvale degli esempi e dei consigli che gli vengono dagli altri fratelli, ognuno è maestro di se stesso e utilizza gli strumenti che gli provengono dall'Arte.

Gli strumenti sono di due nature diverse, quella esoterica, in riferimento alle varie forme del pensiero che non sono comunicabili, come l'intuizione, la riflessione, la contemplazione, la meditazione e l’altra essoterica che si riferisce al raziocinio, alla disciplina e al rigore interiore, che sempre devono accompagnarsi ai lavori.

Secondo il Mosca, tutto il Lavoro Muratorio si svolge, in ciascuno dei tre Gradi, su tre diversi livelli: il fisico, l’animico, lo spirituale: il primo riguarda l’apprendista che deve raggiungere la padronanza fisica, il secondo riguarda il Compagno d'Arte che deve raggiungere la padronanza delle proprie emozioni e dei propri auto-condizionamenti ed il terzo riguarda il Maestro al quale è richiesto di raggiungere l’equilibrio della mente e la difficile meta della libertà interiore.

Gli antichi rituali spiegano che:

Tre Fratelli formano una Loggia "semplice" che corrisponde all’Uomo pensante formato da fisico, anima e spirito, cioè da Sole, Luna e Mercurio, che cerca la risposta ai quesiti "Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo". Questo è il livello in cui si esplica il lavoro di Apprendista contraddistinto dal n. 3. Cinque Fratelli formano una Loggia "giusta" che corrisponde all'Uomo che prende coscienza di sé, acquisisce la Forza e la Bellezza, vale a dire Marte e Venere; indaga e padroneggia la Legge Binaria, anche nel suo aspetto di Bene e di Male, con tutte le relative implicazioni interiori. Questo è il livello in cui si esplica il lavoro del Compagno contraddistinto dal n.5. Sette Fratelli formano una Loggia "giusta e perfetta" corrispondente alla Maestria corrispondente all'Uomo che, oltre alle cinque componenti qualitative citate, prende coscienza della Giustizia e del rigore, che rappresentano Giove e Saturno; quest’Uomo è padrone della Legge Binaria sui tre piani, Serenamente 6 ed applica la Giustizia ed il Rigore a sé stesso, ai fratelli, all'Umanità, come espressione della legge Cosmica, esercitando il suo libero arbitrio. È il livello in cui si esplica il Lavoro del Maestro, che è contraddistinto dal numero 7 e più.

Tutte le indicazioni qui riportate, essendo espresse nell'ambito della scienza esoterica, sono del tutto scevre da qualsiasi implicazione moralistica e profana. Inoltre va ricordato che il Tempio è rappresentazione del Cosmo, per cui i riferimenti planetari non attengono al dominio dell'astrologia intesa volgarmente e corrispondono a qualità e conquiste interiori. Essi non sono che l'esemplificazione analogica delle sette energie o forze collegate dalla tradizione ai sette pianeti conosciuti fin dall’antichità e la successiva scoperta di Urano, Nettuno e Plutone non ha scardinato gli antichi schemi interpretativi.

Lo studio del simbolismo segreto del Tempio deve tradursi in conclusione sia dal punto di vista esoterico che operativo, nella sua edificazione attraverso le tre dimensioni: Tempio Interiore il Microcosmo, Tempio Collettivo l’Eggregore massonico, che vivifica la Loggia e crea la dimensione spazio/temporale metafisica, Tempio Universale il Macrocosmo, ossia l'umanità nella sua interezza senza alcuna distinzione, al cui bene e progresso siamo chiamati a lavorare ogni giorno.

Ciascuno dopo essersi messo in contatto con la parte migliore di sé stesso, dovrà scendere nella profondità della propria coscienza, incidere sulla cultura vera per mettere in contatto il cervello con il cuore in modo che il ragionamento non perda di vista i sentimenti propri e dell’altro.

Solo così si potranno raggiungere la tolleranza, la fratellanza, la solidarietà verso i fratelli e verso tutti gli uomini.

Il Tempio è corale, è forza, è energia e la Loggia è un insieme di persone che si riunisce al suo interno per distaccarsi in quel particolare momento dal mondo profano, per celebrare riti, per fare formazione, per sprigionare e fare circolare le energie.

Per concludere, si usa dire che i lavori nel Tempio non finiscono mai, perché la perfezione si può raggiungere solo attraverso la “non perfezione”, terminando i lavori con una domanda che stimoli la curiosità di ciascuno a continuare il lavoro per l’edificazione del proprio Tempio interiore, come per esempio ….?

DI TUTTO UN PO' " leggiamo insieme "

Massoneria rumena

E’ apparso nelle edicole il primo numero del “Journal APMR” . La rivista edita dalla Agenzia di stampa massonica rumena (APMR) è una bella novità editoriale, aperta alla collaborazione esterna, infatti, accetta di pubblicare articoli di qualsiasi provenienza, purché di rilevante interesse massonico e corretti nella forma e nelle espressioni. Nel numero 1 è stato pubblicato un intervento pubblico del Gran Maestro della Gran Loggia Unita di Germania, il Sermo Fratello Rudiger Templin, di aperta critica per gli scarsi risultati della recente conferenza internazionale sul clima di Copenaghen. Il Gran Maestro Templin, medico e ambientalista, ha invitato tutti i massoni del mondo a prendere una posizione esplicita sull’argomento, aderendo al Programma “Salva il Pianeta”.

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VERSO L’ARCANO nello Spirito, percorrendo la Tradizione...

La Caverna Simbolica del Fratello Mau.A. De P. (articolo pubblicato sul sito Ensonet)

Interpretazione

Le caverne e le grotte, naturali o simboliche giocano un ruolo di primo piano nel mondo magico- religioso ed esoterico, dalla preistoria ai giorni nostri. L'arte dei graffiti nelle caverne e nelle grotte si sviluppa dagli albori dell'uomo, dagli Urali all'Atlantico, per un tratto di storia di almeno ventimila anni.

Questo conferma l'importanza di questi luoghi dal punto di vista magico, religioso ed esoterico.

Ricordiamo che da sempre l'uomo è tornato alla Madre Terra da cui è nato.

La caverna ha sempre rappresentato il luogo sacro, il legame ancestrale tra l'uomo e la sua origine, cioè la Madre Terra. Ecco, quindi, nascere accanto al naturale delle grotte e caverne, l'artificiale delle cripte, catacombe, degli ipogei.

Per l'uomo primitivo, la grotta e la caverna rappresentano il luogo sicuro dove porsi al riparo dai pericoli. Nello stesso tempo lo deve avere attanagliato la paura della morte, legata ai pericoli della notte.

Ricordo di aver visto, molti anni fa, nel mio eterno peregrinare nei deserti, i graffiti rupestri del Wadi Run, in Giordania, un complesso di grotte esposte a sud.

Il primitivo vedeva il sorgere del sole e si cullava nel suo primo tepore o trovava rifugio nel suo anfratto quando "il Martello di Dio" volava in cielo, seminando morte e terrore per il caldo eccessivo.

In realtà la grotta o la caverna era il baluardo di difesa contro la nemica notte-morte, da cui il primitivo cercava la fuga. Eterno dualismo delle cose: vita e morte, giorno e notte!

La Caverna di Platone

Nel VII° Libro de "La Repubblica", scritto da Platone intorno al 390 a.C. è posto la simbologia della caverna.

Ne ricordo i passaggi essenziali:Immaginiamo che gli uomini vivano in una caverna che abbia l'ingresso aperto alla luce per tutta la sua lunghezza, con un lungo adito d'accesso.

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Immaginiamo che questi uomini siano legati gambe e collo e guardino il fondo della caverna, incapaci di girarsi, con lo sguardo diretto verso il fondo dell'antro.

Immaginiamo che davanti all'ingresso della caverna sia posto un muro ad altezza d'uomo. Immaginiamo che dietro questo muro, completamente coperti dallo stesso, si muovano uomini che portano sulle spalle statue di pietra o di legno, raffiguranti ogni genere di cose.

Immaginiamo che dietro questi uomini arda un grande fuoco e che il sole sia alto.

Immaginiamo che la caverna abbia un eco e che questi uomini parlino tra loro.

Agli uomini legati all'interno della caverna apparirebbero solo le ombre delle statue prodotte sul fondo della caverna e udrebbero solo l'eco delle voci.

Essi crederebbero che l'eco altro non fossero che le voci delle ombre.

Ammettiamo che uno dei prigionieri riesca a liberarsi dal ceppo.

Questo uomo con difficoltà, abituandosi al reale, vedrebbe, al di sopra del muro, le statue sono ben più vere di quelle cose proiettate sul fondo della caverna, che prima vedeva come ombre.

Supponiamo che qualcuno porti al di fuori della caverna il prigioniero. Giunto al di la del muro resterebbe abbagliato dalla luce. Adattandosi alla luce vedrebbe le cose e poi vedrebbe la luce del sole, prima riflessa e poi in se. Comprenderebbe che le cose sono la realtà e che il sole è la causa del visibile.

Interpretazione simbolica del mito della caverna

Il mito della caverna rappresenta il sensibile ed il soprasensibile. Le ombre della caverna rappresentano l'illusorio, le cose il concreto.

Il muro è la separazione tra le cose e le idee, il sole è la rappresentazione allegorica dell'idea del bene. La visione delle ombre rappresenta l'illusione, le cose, la realtà.

Il passaggio dalla visione delle statue, agli oggetti veri e poi alla luce del sole, altro non è che la gradualità della dialettica nei vari gradi e la pura intellezione.

Il mito della caverna simboleggia l'aspetto mistico e teologico del platonismo.

La vita dell'illusorio, è vita nella caverna, così come la vita nella dimensione dello spirito è vita nella pura luce. l'elevarsi dal sensibile al soprasensibile, intelligibile, è la trasmutazione.

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La visione suprema del Dio-Sole e della Luce in se, è visione del bene, contemplazione del divino. La Grande Opera!

Da ultimo, il ritorno dell'uomo libero-iniziato alla caverna, altro non è che il fine di liberare i compagni di catene con i quali era schiavo. L'iniziato lascia la contemplazione del vero, della Gnosi, per il bene dei fratelli di dolore. Nulla chiede e tutto da.

Il culto di Mitra

Nel III secolo D.C. a Roma il culto del dio Persiano e Vedico Mitra si era tanto diffuso proveniente dall'Asia Minore, da contendere la diffusione al Cristianesimo. Dio della Luce ed Invincibile Guerriero, Mitra, raccoglieva seguaci sia tra i legionari di stanza sul Reno, sul Danubio, in Bretagna ed in africa, che tra la potente aristocrazia romana, che ostentava simboli e decorazioni, espressione dell'iniziazione al Dio e ad i suoi misteri.

I Mitrei erano diffusi sia a Roma sia ad Ostia ed era facile incontrarli sulle principali vie di comunicazione, nelle valli del Rodano e della Soana e fino all'Inghilterra.

All'inizio si tratta di grotte e tale aspetto lo conserveranno fino all'edificazione di veri templi. Sono stati trovati Mitrei appoggiati ad una o due pareti rocciose, con l'immagine del Dio intagliata sulla pietra viva. Dove il terreno non lo consentiva, come a Londra o ad Ostia si costruiva all'aperto. Il Mitreo di Londra rassomigliava alle Basiliche cristiane e la piccola abside era cosparsa di pietre pomici o d'asperità artificiali per ricordare la grotta. Uno dei Mitrei più noti di Roma è quello dove è stata in seguito, edificata la Basilica di san Clemente. Era posto in una zona umida palustre, nota come "cerolia", tra Colle Oppio e il Celio. La datazione è tra il periodo claudiano e quello neroniano, anche se aspetti lo fanno in parte ascrivere al periodo Domiziano, 90-96 D.C. Il Mitreo di San Clemente era costruito vicino una Fons Perennis. Aveva una forma rettangolare e costruito su più livelli. Il superiore costituiva l'aedes o tempietto. A questo livello accedevano i profani per venerare la statua di Mitra ed assistere al sacrificio del toro. Il livello inferiore, riservato ai soli uomini, iniziati dopo aver superato determinate prove, era lo spelaeum. Si accedeva attraverso una porta sormontata da tre finestre. Ha la volta a sesto ribassato (in altri Mitrei la volta è un cielo stellato, come il Tempio massonico), adorna di pomici, mosaici ed undici pozzi, quattro a piramide tronca e sette a tronco di cono. Ai lati sono posti due banconi (podia o praesepia), a cui si accedeva attraverso gradini posti a nord e a sud. Ad ovest era posta una piccola ara, cubica. Si trovano scolpiti rilievi di Mitra che immola il toro, due dadofori o portatori di fiaccole che sono Cautes e Cautopates, altri aspetti di Mitra ed un serpente. Serenamente 10

Si ritiene esistessero sette porte. La prima posta sul podio, a sinistra, una in fondo, una all'entrata e quattro ai lati. Celso afferma che le sette porte erano quelle per le quali passassero le anime dei mortali, oppure i sette gradi dell'iniziazione ai misteri di Mitra, correlati ai sette pianeti visibili ad occhio nudo. Le pareti erano costruite in opera laterizia, con mattoni color rosso e finemente lavorati, che richiamavano il significato magico di questo colore.

I sette gradi dell'Iniziazione Mitriatica

Gli emblemi dell'iniziazione mitriatica sono stati ritrovati nel Mitreo di Ostia noto come "di Felicissimo". · Corax (il corvo), il cui compito era d'inserviente durante i banchetti sacri. È legato a Mercurio. · Ninphus, lo sposo, legato A Venere. Per simboli ha un diadema ed una lampada. Era chiamato "luce nuova" e riceveva una prima istruzione sugli Occulti. · Miles, il soldato, legato a Marte., che doveva superare la prova dell'acqua e del fuoco e superare una morte simbolica (notevoli similitudini con l'iniziazione massonica !). i suoi simboli erano la lancia e l'elmo. · Leo, il leone, legato a Giove, che era purificato con il miele e provvedeva alle offerte sacrificali ella bruciatura d'incenso e di spezie. I suoi simboli erano la pala per il fuoco, il sistro come Iside Egizia e lo scarabeo). · Persa, il persiano, custode delle messi che scaturivano dalla ferita che mitra infliggeva al toro. Il suo simbolo è la falce della mietitura. · Heliodromus, il corriere solare, legato al sole, portatore della torcia, della frusta e della corona. · Pater o Pater Sacrorum, portatore della Mitra a Fanoni, della bacchetta e dell'anello.

Secondo Robert Turcari, il capo della comunità equivalente al Vescovo. Al di sopra di lui, in Roma, il Padre dei Padri, il Pontefice Massimo.

Con l'avvento del Cristianesimo tutti i Mitrei vennero distrutti o al di sopra edificate chiese. Per i Midriatici il giorno sacro dedicato al Sole era la domenica, come per i cristiani il giorno Dedicato al Signore. Il 25 Dicembre serviva per il culto del Dies Natalis Solis Invictus, come per i Cristiani per la celebrazione del Natale.

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La Caverna massonica

La prima Caverna che l'aspirante massone incontra con la sua prima iniziazione è il Gabinetto di Riflessione. Il candidato, come primo atto del rito iniziatico, viene rinchiuso in un buio antro. E' il ritorno alla Madre Terra. Dal buio alla luce, come ogni nascita-rinascita. Nel buio totale deve morire i profano per nascere l'iniziato. Nell'antro di riflessione, il profano, privato dei suoi metalli-legami con la precedente vita profana, deve ri-flettere su se stesso, deve cioè, analizzare se stesso per passare dall'io personale all'Ego e per iniziare la via dell'illuminazione (Gnosi). All'interno del Gabinetto di Riflessione, oltre agli avvertimenti su ciò che sta per compiere, trova l'acronimo V.I.T.R.I.O.L. altro non è che la formula alchemica: "Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem". L'invito alchemico altro non è che il primo passo della via della Gnosi, il Nigredo da cui l'uomo parte per tentare di compiere la Grande Opera. Il Gabinetto di riflessione è che La Madre Terra, che compie il duplice atto eterno: accoglie le spoglie mortali-virtuali del profano e nel contempo è utero per la nuova vita. All'interno il profano, solo con la sua anima, ripiegando su se stesso, riflette sul passato e, se il cuore è libero da condizionamenti o da falsi scopi, scriverà sul Testamento che consegnerà al Fratello Esperto Terribile, l'abbandono del futile. Il profano è stato privato per questo fine, di tutti i "metalli", cioè dei legami di quel mondo che egli sta per lasciare per sempre, ma in realtà, quanti profani, realmente, si preparano a varcare "QUELLA PORTA", realmente con animo libero e sincero? Il profano altro non è che metallo informe tratto dalla Cava Alchemica. Il Fabbro lo analizza e lo calibra e con l'aiuto del fuoco, dell'aria e dell'acqua, lo forgia. L'impegno del Fabbro - Officina è grande, con tutta L'energia possibile. Sarà il metallo, con le sue caratteristiche ad essere un buon risultato, quindi un buon iniziato, altrimenti, farà ritorno alla cava come non fosse mai stato estratto. Il Gabinetto di Riflessione è quindi la prima caverna che il neofita incontra sul suo cammino, ma non è l'unica. La seconda Caverna è rappresentata nel IX GRADO del Rito. Il significato simbolico del IX Grado è la sintesi del lavoro compiuto finora. Il massone ha appreso i principi equità e di giustizia nei Gradi precedenti, ora deve affrontare invece la realtà della vita e le colpe e i delitti che si compiono e porvi il giusto rimedio. In questo Grado il Cavaliere deve provvedere alla difesa della giustizia con determinazione, prudenza e coraggio. L'educazione al coraggio, vincendo le proprie debolezze, porta alla difesa della verità.

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Il 9° Grado altro non è che il passaggio dai principi teorici al campo pratico, adoperandosi in un'azione energica e coraggiosa, anche se non priva di pericoli. Porciatti ricorda che: "il IX grado rappresenta il potere esecutivo della Saggezza massonica, che, per necessità di cose, è divenuto volere". Il Quadro di Loggia riassume tutti gli aspetti esoterici del Grado. In alto a destra, la città di Gerusalemme. Sul lato inferiore sinistro è posta una caverna, non distante dal mare e vicino a Joppa. La caverna è collocata in un luogo angusto e circondata da rocce impervie. Un uomo riposa al suo interno, con il capo appoggiato ad una pietra. All'interno è appesa una lampada e d un pugnale si trova ai suoi piedi. Sul fondo vi è una sorgente da cui scorre un filo d'acqua e vicino vi è una coppa. Al centro si trova un cespuglio di rovi in fiamme, con al di sopra un arcobaleno. Una stella brilla sopra l'arcobaleno. È la guida per il luogo dove l'assassino si è rifugiato sperando di sfuggire ai suoi inseguitori. Un sentiero tortuoso collega Gerusalemme a Joppa. Vicino alla grotta si trova un cane che rappresenta la guida sconosciuta. Accanto al cane vi è un uomo, che lo segue da vicino. Più distanti lo seguono altri otto uomini che salgono il sentiero in maniera sparpagliata. Nel rito d'iniziazione al IX Grado, viene allestita una piccola stanza che ricorda la grotta. Il postulante siede su una grossa pietra, davanti ad una piccola tavola. Una lampada scende dal soffitto ed al di sotto sarà scritta la parola vendetta scritta a grosse lettere. È rappresentata anche la sorgente, con accanto una coppa per bere. È collocato un manichino che rappresenta l'assassino che dorme. La testa sarà facilmente staccabile per poterla portare all'interno del Capitolo.

La leggenda del IX° Grado

La leggenda del IX° Grado è riassunta nel Quadro di Camera. Re Salomone, appresa la notizia della morte di Hiram, bloccò i lavori del Tempio e diede incarico a nove Cavalieri, Intendenti degli Edifici, (VIII° Grado), scelti per sorteggio, ebbero il mandato reale di date la caccia all'assassino e di riportarlo vivo per sottoporlo ad un supplizio mortale da restare per sempre esempio per tutti. Uno degli Intendenti, Joabert, preso dalla foga di compiere il mandato ricevuto, ben presto lascio indietro gli altri otto. E giunto nella caverna, trovò l'assassino che dormiva. Prese il pugnale che era posto ai piedi dell'assassino e lo colpì violentemente, prima alla testa e poi al cuore. In preda alla collera, lo decapitò, pronunciando la parola necum, vendetta. Raggiunto dagli altri otto Intendenti, fu violentemente rimproverato del gesto compiuto, che andava oltre il mandato reale e che privava Salomone dall' infliggere al criminale il dovuto supplizio per il crimine

Serenamente 13 efferato compiuto. Gli altri otto intendenti, entrati nella grotta, spensero la loro sete alla fonte e promisero a Joabert d'intercedere presso il Re al fine di limitare la collera su quanto compiuto. Tornati a Gerusalemme, trovarono il Re che stava preparando gli adeguati supplizi da infliggere all'assassino. Alla vista di Joabert che recava la testa mozzata di Akyrop, la collera di Salomone raggiunse l'acme e ordinò a Stolkin di mettere a morte lo stesso Joabert, infliggendogli le torture previste per l'assassino. Gli altri otto Intendenti degli Edifici si gettarono ai piedi di Salomone, supplicando il perdono per il loro compagno. Salomone, nella sua grande giustizia perdonò Joabert.

Interpretazione esoterica

La Grotta come abbiamo visto in questa tavola, altro non è che la rappresentazione della Madre Terra, il luogo a cui l'uomo torna per trovarvi rifugio o protezione, anche dopo il passaggio all'Oriente Eterno. Nel caso del IX° Grado è l'ultimo rifugio dell'assassino Akyrop, dove in realtà si pone di fronte alla giustizia per subire la giusta, dura condanna per il suo delitto e cioè la morte. Nel IX° la morte di Akyrop, dell'assassino, vuol dimostrare che nessun delitto può restare a lungo impunito. Chi viola la legge di Dio e dell'uomo, prima o poi pagherà le sue colpe, qualunque percorso faccia per sfuggirgli. Alla fine una grotta gli farà attendere la morte, per ritornare, impuro, mai estratto dalla Cava Alchemica, al buio del nulla. Sarà per lui il ritorno al mortale, senza poter conoscere mai, per l'eternità, l'impersonale della Grande Opera. Il gesto compiuto da Joabert dimostra che è sempre necessario attenersi al mandato ricevuto, senza superare mai gli ordini ricevuti da chi ci comanda. In realtà questo contrasta con libero arbitrio dell'uomo. L'uomo è un essere pensante, con tutte le sue pulsioni ed emozioni che nascono nell'urna del cuore e sono trasmesse alla mente, che le elabora e le trasforma in azioni. L'uomo proprio forte di uno dei nostri sacri principi, la libertà, ha il libero arbitrio di agire in virtù del suo istinto, razionalizzandolo nelle azioni da compiere. Altrimenti si ritorna all'aquilone guidato da una mano che lo può fare volare o precipitare, limitandone la libertà di essere prima e divenire poi. Da ultimo e per concludere, il perdono di Salomone nei confronti dell'atto compiuto da Joabert, che lo ha privato della sua vendetta, ci dimostra come un re, ma anche un semplice padre di famiglia, deve sapere comprendere chi, per amore di giustizia o per irruenza, va oltre il mandato ricevuto e in nome del proprio libero arbitrio fa giustizia da se delle efferatezze del mondo, nel sacro rispetto del trinomio "Libertè, Fraternitè, Egalitè".

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IPSE DIXIT

Massoni a Lamezia Terme

A Lamezia Terme, per iniziativa del Grande Oriente Italiano, si è svolto il convegno “Massoneria, Società e Ordinamenti dello Stato”, presieduto dal giornalista Dott. Antonio Lavorato. Erano presenti, sia tra i relatori che nel pubblico numerose personalità massoniche ( 5 Gran Maestri) e profane. Di particolare rilievo, in un momento in cui molti profani hanno persino paura di essere visti accanto ai massoni, quasi questi fossero untori manzoniani, la citazione nell’invito, tra i relatori, dei nomi del Dott. Romano De Grazia, Presidente Aggiunto Onorario Suprema Corte di Cassazione e del Prof. Giampiero Calabrò Ordinario di Filosofia del Diretto all’ UNICAL.

BREVI NOTE

Rituali antichi

L’Editore “L’Età dell’Acquario” ha pubblicato il libro di Giuseppe Vatri “I Rituali dell’Antica Maestranza”, nel quale l’autore riporta 11 rituali riservati, documentati fin dalla metà del 18° secolo. Come afferma il Vatri, questi rituali, dal quarto al quattordicesimo grado, costituiscono la prima parte del Rito di Perfezione che verrà inserita nel futuro Rito Scozzese. Il testo, utile agli appassionati di storia massonica, rappresenta anche una testimonianza della cultura francese pre-rivoluzionaria. Ai “curiosi” ricordo che spiando tra antichi testi e rituali possiamo osservare, in alcuni di essi, che il Compasso non appariva tra i nostri primi simboli, che il 1° Sorvegliante era chiamato “Assessore” e che i Diaconi venivano definiti “Accoliti”. Interessante, per alcuni accostamenti allegorici, è il fatto che i profani venissero “trascinati” all’Iniziazione con una Catena e non con un Cappio.

ABBECEDARIO

Il cammino del Fratello Fra. Lop. della della RL Silvio Vigorito all’Oriente di Roma, all’Obbedienza del SOMI

Quando si inizia una nuova avventura o un nuovo percorso, ognuno di noi viene accompagnato da emozioni, dubbi e sensazioni di diversa natura, in quanto il nuovo ha sempre rappresentato per l’essere umano un’incognita. Anche se si è cercato di pianificare tutto e si è pieni di entusiasmo e di ottimismo, i dubbi e le incertezze affiorano sempre.

Serenamente 15

Il mio cammino ha avuto inizio nel Gabinetto di riflessione, nel silenzio assoluto, un silenzio che ancora oggi mi accompagna, ponendomi in una posizione di osservatore e mi consente di capire e di scoprire una realtà diversa, alla quale, fino a ieri, io ero abituato. Questo cammino, seppur breve, il silenzio che lo permea, mi ha portato in un nuovo ambiente, mi ha permesso di conoscere nuove persone con le quali ho iniziato a rapportarmi. Con il passare del tempo è nata in me l’esigenza di entrare sempre con meno paletti e pregiudizi. Sento la necessità di dovermi proporre con la mente libera da ogni pregiudizio. Gli esiti e le sensazioni che ho recepito ad oggi sono state quasi tutte positive e ho riscontrato che dall’altra parte vi era la stessa disponibilità. Ho vissuto anche situazioni spiacevoli, negative, che non mi hanno sorpreso, ma in ogni caso hanno gettato ombre e dubbi su noi tutti. Oggi, essendo questa negatività, per lo più al di fuori, ne vedo l’aspetto positivo: ci si è aperti tutti ad un confronto più ampio ove ognuno di noi ha manifestato il proprio pensiero, un misto di delusione e di amarezza. Il grido di dolore che ho ascoltato nella precedente Tornata è la testimonianza del legame che esiste tra noi tutti cari Fratelli. A mio modo ritengo che ciò debba esserci di insegnamento per poter continuare in questo nostro cammino, uniti in qualsiasi momento e sempre pronti a dare aiuto ed assistenza a quei Fratelli o Sorelle che ne avessero necessità, senza alcun fine, mettendo da parte l’ego e le proprie ambizioni. Vivere la Massoneria significa essere liberi, onesti di mente e di cuore, aperti verso gli altri, privi di barriere, per creare un ambiente armonioso in cui trovare rifugio. Sono solo all’inizio e ho molto da imparare, ma con il vostro aiuto, con l’aiuto di tutto Voi cari Fratelli e Sorelle, sarò sempre u anello di quella catena che ci porta ad essere legati al di là di ogni ragione, per superare i momenti di crisi che quotidianamente la vita profana, ma anche massonica, ci propone. Un Triplice Fraterno Abbraccio

… “Gli amici possono aumentare i nostri vizi, i nemici temprare le nostre virtù”. (Proverbio popolare)

Ogni numero può essere letto e/o scaricato gratuitamente dal sito www.sovranoordinemassonico.it Serenamente è stato ideato e fondato dal Fratello Alb. Vac.

Serenamente 16

NIHIL DIFFICILE VOLENTI

SERENAMENTE massoneria e non solo

Numero 94 del 15 febbraio 2010 EV

Sommario

Pag 2 SGLNI: grazie Somi: nuovi incarichi RSAA - Giurisdizione Italiana Pag 3 Prima di agire, riflettiamo! Pag 4 Calabria e Massoneria Pag 5 La Massoneria e la tolleranza Pag 6 Il filosofo sconosciuto Pag 13 La corsa ai titoli Pag 15 L‟amore e il bacio Pag 16 Levia gravia

Avvertenza - Gli articoli sono espressione della libera opinione del loro autore e non impegnano in alcun modo la linea editoriale di questo notiziario periodico gratuito amatoriale, realizzato e distribuito in proprio, ad uso interno, dall’addetto alla redazione Fr  Alb. Vac. (E mail [email protected]). Per le notizie (ricavate da interviste, Internet o da vecchi documenti incompleti) dalle quali non siano desumibili il copyright, l’autore, l’editore, la fonte ecc., ci impegniamo a citare tutti i dati previsti o desiderati, non appena noti e, ove richiesto, ad eliminare, modificare e/o integrare eventuali periodi pubblicati. INTER NOS

SGLNI: grazie

Il Fratello Pas. Iav. a nome della Serenissima Gran Loggia Nazionale Italiana – Palazzo del Sacramento - Napoli, mi ha inviato un generoso contributo per le spese di stampa e distribuzione di questo notiziario. Ringrazio lui ed i suoi Confratelli per la consueta ed affettuosa sensibilità che dimostrano.

SOMI: nuovi incarichi

Il Sovrano Ordine Massonico d‟Italia comunica alcune delle variazioni e/o integrazioni avvenute a seguito della Tornata Elettorale di dicembre:

Gran Maestro Aggiunto Ren. Cau. (al posto di Alb. Vac.) Gran Segretario Pie. Dia. (al posto di Pie. Gir.) Grande Elemosiniere Giu. Lo B. Gran Copritore Interno Mas. Sag. C.

Complimenti a tutti i neo nominati ai quali porgo fraterni Auguri di Buon Lavoro.

R.S.A.A. - Giurisdizione Italiana

Il Rito Scozzese Antico e Accettato – Giurisdizione Italiana (Sovrano Gran Commendatore Alb. Vac. 33, Luogotenente Sovrano Gran Commendatore Gio. Emp. 33, Venerabile Gran Priore Cel. Gra.), comunica alcune variazioni e/o integrazioni avvenute a seguito delle deliberazioni assunte nella recente Tornata del Supremo Consiglio:

Gran Ministro di Stato e Grande Oratore Bar. Emp. 33 Gran Cancelliere del S.I. e Gran Segretario Generale Mar.G. Ped. 33 Gran Tesoriere Din. Dem. 33 Gran Maestro delle Cerimonie Gab. Bar. 33 Gran Capitano delle Guardie Fab. Sal. 33 Grande Architetto Revisore Ste. de C.V. 33 Gran Guardasigilli Dom. Dio. 33 Grande Araldo Gia. Tar. 33 Gran Portastendardo Leo. Mor. 33

In Supremo Consiglio è stato altresì preso atto delle comunicazioni di assonnamento formulate dai Potmi Fratelli Mar. A. Bru. 33 (Membro Aggiunto) e Pie. Gir. 33 (Membro Onorario), i quali, conseguentemente, sono stati esclusi dal Piè di Lista.

Serenamente 2

PENSIERI IN LIBERTA’ “ tavole e riflessioni “

Prima di agire, riflettiamo!

Istruzioni per un buon uso del cervello trasmesse dal Fratello Pie. Dia. Gran Segretario del SOMI

Cari amici, a fine del 2009 ed inizio 2010 desidero ringraziare per tutte le e-mail che mi sono state inoltrate durante quest´anno. Ringrazio chi mi ha mandato la mail che parlava della cacca di topo nella colla delle buste, così adesso uso una spugnetta bagnata ogni volta che devo chiudere una lettera. Grazie anche perché adesso lavo ogni lattina prima di aprirla, per la stessa ragione. Ho terminato i miei risparmi perché ho mandato tutto alla ragazzina malata che sta per morire in ospedale per la 1.387.258° volta. Ma andrà meglio dopo che avrò ricevuto le 15.000 Sterline che Bill Gates e la Microsoft mi manderanno per partecipare al loro speciale programma di e-mail, oppure quando avrò negoziato col cassiere capo della banca in Nigeria che vuole dividere con me 7.000.000 di dollari dicendo di essere un lontano parente di un correntista che è morto senza lasciare testamento. Non mi preoccupo per me, perché ci sono 363.214 angeli che mi guardano le spalle. Ho imparato che le mie preghiere vengono ascoltate ed esaudite solo se inoltro le e-mail a sette amici ed esprimo un desiderio entro i successivi cinque minuti. Non bevo più Coca Cola perché è in grado di rimuovere le macchie dalla tazza del cesso. Non faccio più benzina senza portare con me un amico che controlli che un serial killer non si nasconda sul sedile di dietro mentre riempio il serbatoio. Non vado più ai centri commerciali perché qualcuno potrebbe drogarmi con un campione di profumo e derubarmi. Non rispondo più al telefono perché qualcuno potrebbe chiedermi di digitare un numero e poi riceverei una bolletta telefonica con chiamate in Jamaica, Uganda, Singapore e . Non posso neppure raccogliere la banconota da 5 euro che ho trovato per terra in parcheggio perché probabilmente è stata lasciata lì da un molestatore sessuale che aspetta sotto la macchina per afferrarmi ad una caviglia e abusare di me. Se non mandate questa mail ad almeno 144.000 persone nei prossimi 70 minuti un enorme gabbiano con la diarrea vi cagherà in testa domani pomeriggio alle 5. Questo lo so per certo perché è successo ad un amico di un vicino dell´ex suocera del secondo marito di mia cugina. E..., a proposito: uno scienziato sudamericano, dopo lunghi studi, ha scoperto che le persone con un basso quoziente di intelligenza e che non fanno abbastanza sesso leggono sempre le e mail tenendo la mano sul mouse. Non prendetevi il disturbo di levare la mano adesso: è troppo tardi.

Detto questo... sarà un buon 2010 ? Ve lo auguro.

Ciao a tutti e buon 2010.

... Meditate gente, meditate! (slogan di Renzo Arbore per una vecchia pubblicità di birra)

Serenamente 3

DI TUTTO UN PO' " leggiamo insieme "

Calabria e Massoneria

Articolo di Vincenzo Pitaro pubblicato su “La Gazzetta del Sud” del 2 aprile 2009

Il nostro territorio nel corso dei secoli ha infatti espresso molte personalità del libero pensiero

Da una recente rilevazione, la Calabria è risultata tra le regioni a più elevata densità massonica, dopo la Toscana e il Piemonte. Un dato che non ha mancato di sorprendere gli esperti nazionali di statistica, i quali non sarebbero riusciti a spiegarsi «il motivo di un simile primato». Questo perché nessuno, a quanto pare, ha tenuto conto della storia. Il fenomeno odierno si innesta infatti sulla scia di un‟antica tradizione lasciata in Calabria da numerose personalità. Qui infatti nacquero ed operarono Antonio Jeròcades (a lui è attribuita l‟istituzione della prima loggia calabrese), Francesco De Luca (che succedette a Giuseppe Garibaldi nella Gran Maestranza nazionale), Saverio Fera, di Petrizzi (CZ), artefice dello scisma del 1908 e fondatore dell‟Obbedienza di Piazza del Gesù, e tanti altri (da Armando Dito a Vittorio Colao) che ricoprirono sotto le volte stellate incarichi di primo piano. Tra gli illustri massoni calabresi, peraltro, la storia annovera finanche uomini di Chiesa, come lo stesso abate Jeròcades, di Parghelia; i sacerdoti Gregorio Aracri, di Stalettì (CZ); Giuseppe Monaldo, di Filadelfia (VV); Antonio Greco, di Catanzaro (che sedette anche nel primo parlamento del Regno d‟Italia); Domenico Angherà, arciprete di San Vito sullo Jonio, che il 10 agosto 1861 fondò a Napoli il Grande Oriente, trasformatosi in seguito in Supremo Consiglio di Napoli, e che da molti è considerato l‟antesignano del Grande Oriente d‟Italia. Che la Calabria fosse, dunque, «una regione di corposità massonica» non è affatto una novità; un qualcosa che si scopre oggi per merito delle statistiche. Il prezioso contributo offerto dalla regione alla Massoneria italiana venne addirittura sottolineato, già nel 1875, nientemeno che da Francesco De Sanctis, il padre della letteratura italiana, durante un suo elogio funebre tenuto dinanzi al feretro proprio di Francesco De Luca, avvocato, professore di scienze naturali e scrittore (fra l'altro, autore di un interessante volume su «L‟educazione dei popoli», nonché di vari opuscoli di matematica sullo «sviluppo di un nuovo sistema di logaritmi») che era nato a Cardinale (CZ) nel 1811 e che già dal dal 28 maggio 1865 al 20 giugno del 1867 era stato Gran Maestro del Grande Oriente d‟Italia, la massoneria di Palazzo Giustiniani. Nel discorso tenuto in forma solenne, De Sanctis (anch‟egli massone, come del resto lo furono Giosuè Carducci, Giovanni Pascoli, Salvatore Quasimodo, ecc.) non solo onorò la memoria di Francesco De Luca, esaltandone le doti umani e professionali, ma trovò modo di lodare anche la Terra che gli aveva dato i natali, sottolineando i «nobili ideali universalistici e filatropici dei tanti calabresi che avevano alimentato la massoneria. Ideali praticati da uomini rispettosi delle leggi della patria, osservanti dei diritti dell‟uomo e del cittadino, gelosi della dignità della persona umana, irreprensibili nel comportamento privato e sociale. Alla pari di tanti altri grandi massoni internazionali: da Voltaire a Cavour, da Fleming a Washington, fino a Mozart». La forte presenza della Massoneria in Calabria perciò altro non è altro che un fatto storico. Già nel 1864, esisteva a Catanzaro la loggia «Tommaso Campanella» (che oggi vanta di aver «ricevuto la luce proprio da Antonio Jeròcades»), una loggia che perdipiù - stando a quanto sostiene qualche storico della Libera Muratoria - sarebbe stata fondata per preparare la gioventù ad una nuova guerra contro l‟Austria per la conquista di Venezia. A innalzare le sue colonne furono sette «fratelli» (Giuseppe Rossi, Filippo D‟Alessandria, Odoardo Squillace, Giuseppe Falletti, Gaetano Palopoli, Gregorio Iannone, Michele Martone) assieme ad Antonio Menniti-Ippolito eletto maestro Serenamente 4 venerabile. Non si sa se a tutt'oggi spetterebbe ad essa, o meno, il titolo di «loggia madre calabrese», visto che - tra quelle più antiche ancora esistenti nella regione - ce n'è un'altra a Reggio Calabria, la «Domenico Romeo». L'afflusso maggiore comunque si sarebbe registrato dal 1900 in poi, fino all‟avvento del fascismo, quando nella sola provincia di Catanzaro erano attive molte logge, tra cui la «Francesco De Luca» a Chiaravalle Centrale; la «Giovanni Andrea Serrao» a Filadelfia; l‟«Antica Vibonese Rinnovellata» a Monteleone (oggi Vibo Valentia); la «Dionisio Ponzio» a Nicastro; la «Bruno Vinci» a Nicotera e la «Benedetto Musolino» a Pizzo Calabro, oltre ai «triangoli» elevati a Nardodipace, Fabrizia e ad Arena.

La Massoneria e la tolleranza

Articolo di Glauco Berrettoni pubblicato su Internet da “Il Culturista” del 4 febbraio 2010

Dinanzi all‟attuale recrudescenza di fondamentalismi religiosi (dei quali quello islamico è sicuramente il più pericoloso ma non l‟unico) e politici (dei quali la demonizzazione dell‟avversario e la giacobina ricerca di un‟etica assoluta purificatrice della società sono tratti evidenti), l‟appello alla tolleranza e al dialogo proficuo e continuo fra sostenitori di visioni diverse della vita e non solo, che dell‟Istituzione massonica costituisce uno dei tratti essoterici più caratteristici, rappresenta ancor oggi una risposta viva, attuale, concreta. La tolleranza espressa dalla Massoneria non nasce da un indifferentismo religioso per il quale tutte le religioni sarebbero uguali in quanto, in fondo, tutte false e costruzioni prettamente umane ma, al contrario, dalla consapevolezza, esoterica ed iniziatica, che sono tutte vere, anche se parziali visioni di una realtà trascendente che arriva all‟uomo in una molteplicità di modi e di prospettive. Il fondamentalismo, così come il fanatismo che lo contraddistingue, nasce dall‟ignoranza che si afferma allorquando una religione perde, o in tutto o in parte, il suo collegamento con il cuore nascosto della propria Tradizione, con quell‟élite iniziatica che ne costituisce l‟aspetto vivificante. Passando indenne attraverso le guerre, le contrapposizioni ideologiche e confessionali e gli scontri che hanno contraddistinto gli ultimi secoli, la Massoneria, ufficialmente nata, nella sua forma moderna, nel 1717 ma in realtà ben più antica e complessa, la Tradizione Muratoria ha saputo da sempre offrire un messaggio di speranza alle società e agli uomini “liberi e di buona volontà”, recando il messaggio di una Fratellanza universale capace di superare ogni divisione e contrapposizione. La Fratellanza massonica non è volontà di lobby e comunanza di interessi, né ha finalità internazionalistiche della quale la visione socialisteggiante e la vaghezza sentimentalistica delle confessioni religiose sono soltanto sterili parodie, ma la consapevolezza che, nella sua diversità storica, culturale e religiosa, l‟uomo è da sempre uguale a stesso ed è possibile, mediante riti e simboli, da una parte procedere lungo la via della Conoscenza e dello Spirito, dall‟altra sapersi confrontare proficuamente grazie a principi, valori e insegnamenti condivisi con i quale cercare di permeare la società. Non si tratta, ovviamente, nel caso massonico, di un sincretismo frutto di un illegittimo miscuglio di forme tradizionali diverse ma, al contrario, di saper procedere sino al centro di quell‟Unità Trascendente per la quale, come giustamente osserva Guénon, tali forme “viste dal centro stesso…in realtà non sono che tanti raggi che ne emanano e per il cui tramite il centro è in relazione con i punti molteplici della circonferenza” (Considerazioni sulla Via Iniziatica). Ecco, allora, che il recupero, in diverse forme, del simbolismo pitagorico e di quello cristiano, della tradizione giudaica e del Templarismo, di Oriente e di Occidente, non è un collage esotico o favolistico ma, al contrario, rappresenta l‟occasione, per coloro che seguono la Via Iniziatica, di meditare sulla propria natura e sul proprio destino e, al contempo, di trasmettere, al di

Serenamente 5 fuori, un messaggio di dialogo e di pace che non è vuoto o imbelle pacifismo ma, al contrario, un appello continuo alla capacità dell‟uomo di comprendere e realizzare “il bene della Patria e del’Umanità”. Questo è lo scopo esteriore della Massoneria e quanti, nel corso del tempo, hanno contrastato e combattuto a priori la Libera Muratoria senza esaminarne con distacco i contenuti, in nome del totalitarismo politico, del fondamentalismo confessionale o di un guelfismo tanto pernicioso quanto anti-tradizionale, hanno così contribuito a quello stato di conflittualità permanente di cui, oggi, paghiamo tragicamente le conseguenze.

VERSO L’ARCANO nello Spirito, percorrendo la Tradizione...

Il filosofo sconosciuto del Serenissimo Fratello Ant. H. Car. Presidente dell‟AMPFAR

L’autore delle presenti righe ringrazia J. S., Superiore Incognito, per gli sprazzi di Luce che, al di là di ogni dimensione di spazio e di tempo, ha voluto e saputo donargli.

L’eletto

Jacques Delivon Joacin Latour de Lacase, più noto come Martinez de Pasqually, è considerato tra i personaggi più enigmatici del XVIII secolo. Nato a Grenoble nel 1727 da famiglia israelita d‟origine spagnola convertitasi al cattolicesimo, giovanissimo chiese ed ottenne l‟iniziazione massonica. Nel 1754 a Montpellier venne a fondare un capitolo scozzese. Qualche anno dopo, tuttavia, lasciò la Massoneria per fondare un proprio ordine iniziatico: l‟Ordine degli Eletti Cohen. La scoperta ad Algeri nel 1957 di un testo, detto Libro Verde, contenente rituali del tutto simili a quelli degli Eletti Cohen, ha indotto la gran parte degli studiosi di cose esoteriche a ritenere veritieri gli accenni molteplici del de Pasqually medesimo circa una sua iniziazione al compito da parte di Superiore Incognito di Schola Cabalistica operante nell‟Africa nord-occidentale. L‟Ordine degli Eletti Cohen, che dottrinariamente può essere considerato come sintesi del messaggio ermetico tardo-alessandrino da un lato e proto-cabalistico dall‟altro, era strutturato su tre gradi inferiori e quattro superiori. Sin dall‟apprendistato, ciascun eletto era istruito a perseguire la possibilità di portare la propria coscienza a percepire livelli superiori di realtà. La simbologia e la ritualità, praticate nei vari gradi, erano profonde ed impressionanti, tese a rimarcare nell‟animo dell‟adepto l‟origine divina, e non umana, degli insegnamenti impartitigli. L‟ordine in esame di certo non può considerarsi espressione dell‟esoterismo eroico bensì, e soltanto, di quello mistico. E mistico era il fine che l‟ordine stesso si prefiggeva: la reintegrazione di ciascun eletto nella condizione di purezza propria di Adamo prima della sua Caduta dall‟Eden, quando egli possedeva poteri angelici e dialogava liberamente con le creature dei quattro mondi, quello terreno, quello Celeste, quello Sovra-Celeste, quello Divino. La reintegrazione era da considerarsi giusta e perfetta al raggiungimento del grado massimo della gerarchia, quello di Reau-Croix vale a dire Rossa-Croce (e non Rosa-Croce). Rosso, come il termine primordiale dam, che ricorda l‟argilla rossa con la quale era stato plasmato Adamo. La evocazione di entità angeliche, di crescente luminosità, aveva per gli eletti valore in sé che non conosceva fine secondo alcuno, quale l‟acquisizione di potere occulto ovvero di potenza

Serenamente 6 terrena. Detta evocazione aveva luogo, da parte dell‟adepto, mediante ripetizione scrupolosa ed attenta di tre funzioni liturgiche:

a) La invocazione quotidiana. L‟adepto tracciava sul pavimento del suo tempio personale un cerchio con al centro un sigillo sacro che il suo maestro gli aveva affidato. Entrava nell‟interno del cerchio concentrandosi con la mente, e con i cinque sensi, su ciò che andava ad invocare. Recitava una preghiera affinché gli fosse concessa la reintegrazione nella condizione adamitica originaria;

b) La invocazione dei tre giorni. L‟adepto veniva a praticarla una volta al mese per tre sere consecutive, tra la luna nuova ed il primo quarto. Anche in questo caso veniva ad essere tracciato sul pavimento un cerchio, quadripartito però, questa volta, da una croce. L‟officiante entrava nel cerchio rivestito da solenni vesti cerimoniali, tra cui una mitra di seta bianca bordata d‟oro. Entrato nel cerchio, si prosternava ripetutamente, accendeva lampade all‟uopo predisposte, proferiva parole sacre trasmessegli dal suo maestro, effondeva incensi aromatici, recitava preghiere;

c) La invocazione dell’equinozio. L‟adepto veniva a praticarla, assieme ai suoi confratelli, due volte l‟anno. La partecipazione alla stessa doveva essere corale, e quando ciò fosse stato fisicamente impossibile bisognava supplirvi con una partecipazione mentale. Si tracciava nel terreno non un cerchio bensì più cerchi concentrici, all‟interno dei quali ci si portava gradualmente secondo preciso e complesso cerimoniale. Il rito di Kos, tuttora praticato all‟equinozio di primavera dalla cosiddetta catena di Myriam, ricorda la invocazione in argomento sia pure in ambito culturale e sapienziale del tutto diverso. L‟impiego costante del cerchio, da parte dei martinesisti, discende dal significato simbolico primario dello stesso. Quest‟ultimo infatti, in tutte le tradizioni dell’Occidente, rappresenta il cielo e la sua perfezione. Entrare cerimonialmente all‟interno del medesimo, equivale per l‟eletto Cohen all‟ingresso nel mondo della perfezione, fine ultimo delle sue pratiche rituali. La quadripartizione del cerchio con la croce indica lo stato pluralistico dell‟uomo che non ha ancora raggiunto il centro mistico dell‟essere ed è ancora ingannato dalla falsa impressione che le cose siano molteplici e non riflessi dell‟Essere Unico. Protratto per anni ed anni, il rito insegnato da Martinez de Pasqually produceva il suo effetto: all‟adepto, depurato dalle sue scorie umane, appariva un angelo, magari stagliantesi come ombra sulla parete del tempio: il segno dell‟avvenuto contatto con il mondo superiore. Non è esperienza da poco. Quando si spalanca l‟abisso, la Luce che ne emerge cancella il buio, ma rivela anche, quale pavor divinus favoleggiato dagli antichi, tutti gli orrori che fino a quel momento erano rimasti celati dalla oscurità. Nel 1772 de Pasqually si imbarca per S. Domingo ove era chiamato da ragioni familiari connesse ad una eredità. Lascia a Parigi discepoli di grande levatura intellettuale, tra cui ricordiamo l‟abate Fournie e Jean batiste de Willermoz, ed un supremo consiglio di cinque suoi fiduciari delegato a reggere, in sua assenza, le sorti dell‟Ordine degli Eletti Cohen. Il Maestro si spegne, nel 1774, senza aver fatto ritorno in Francia. Il suo trattato sulla reintegrazione degli Esseri … è un monumento tra i più alti dell‟Esoterismo di tutti i tempi. Non si sa dove riposino le sue spoglie. Tuttavia si diffuse la leggenda che egli sia apparso al capezzale della moglie al momento della morte di quest‟ultima rimasta in Europa.

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La storia degli Eletti Cohen è nota, e non presenta problemi interpretativi. I due rami dell‟Ordine, quello americano e quello europeo, non ebbero difficoltà a fondersi e seppero mantenere rapporti proficui con le diverse organizzazioni iniziatiche loro coeve. Non sono queste brevi note la sede per tale disamina storica. Il 14 agosto del 1968 Hermete, l‟ultimo Gran Maestro (trattasi di un pittore italiano di grandissima notorietà) viene a decretare la messa in sonno dell‟Ordine il cui retaggio permane affidato a commissioni di studio e ad Accademie culturali.

Nota: il libro verde

Gli studiosi di esoterismo sono sempre stati a conoscenza di strane formule evocative di realtà superiori in uso presso comunità di zingari, formule asseritamente derivanti da fantomatico Libro Verde. Al di là della scoperta di copia di quest‟ultimo presso una biblioteca di Algeri, di cui sopra si è detto, nell‟anno 1958 nel bollettino di una libreria antiquaria di Torino il testo stesso veniva ad essere citato. Da ciò l‟origine di ricerca non facile che ha permesso tuttavia di stabilire che: - Nel mese di settembre del 1939 un Libro Verde era stato stampato a Parigi, presso la tipografia Vaugirard, senza nessuna indicazione di autore, di editore, di piazza; - Il volume, di sole 140 pagine, era stampato male, su pessima carta, con caratteri tipografici verdi, rilegato in cartoncino grigio senza nessuna illustrazione in copertina; - Il contenuto del medesimo consisteva in un elenco pressoché completo di tutti gli spiriti celesti comuni alle tre grandi religioni monoteistiche. Di ogni spirito si indicavano sia le modalità ottimali per propiziarne la evocazione sia le particolarità relative al pentacolo di pertinenza (sigillo o talismano che dir si voglia); - Probabile curatore alla pubblicazione era stato Jacques Dourcef Valmore, un po‟ più noto come Ja. D. Va., oscura figura di bibliotecario archivista di Tolosa appassionato di esoterismo e occultismo; - Nel luglio 1940, sempre a Parigi, era stato stampato con caratteristiche identiche a quelle sopra descritte, fatto salvo l‟uso di caratteri tipografici rossi e non verdi, un Libro Rosso; - Il contenuto di quest‟ultimo era rivolto alle gerarchie infernali e alla loro evocazione. Libro Rosso da non confondersi con quello omonimo a firma degli occultisti Nicolas Flamel e Eliphas Levi; - L‟occupazione tedesca della Francia aveva comportato la distruzione sistematica di tutti gli archivi esoterici ed iniziatici di ogni tipo, tale da rendere pressoché inesistente la reperibilità dei volumetti in argomento.

Il Libro Verde ed il Libro Rosso hanno in comune soltanto il profumo dell‟abisso dei secoli che furono e da cui essi derivano. Non vi è nulla in loro, dei quali chi scrive possiede comunque una copia, che autorizzi l‟ipotesi di possibile simmetria tra opposti in antitesi, quale equivalenza tra ciò che sta in alto con ciò che sta in basso. Il Libro Verde, infatti, è testo che portare l‟Ego a dissolversi un Mare di Luce, foss‟anche di Luce Oscura secondo il gergo dei mistici, realizzando in ciò il raggiungimento del Sé. Il Libro Rosso, invece, è testo che può portare l‟Ego a farsi inghiottire da un Mare di tenebra realizzando in ciò, soltanto e solamente, la rinnegazione dell‟Ego medesimo. E‟ merito di J. S., vale a dire del Superiore Incognito che sotto tale sigla si cela, aver evidenziato le connessioni sussistenti tra il messaggio di Martinez de Pasqually ed il Libro Verde, il quale può forse essere ricollegato a Simon Mago ed alla sua cerchi di Sapienti.

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E‟merito sempre di J. S. aver evidenziato i pericoli, anche di natura fisica, che può riservare ai propri poco avveduti lettori il Libro Rosso, probabilmente ricollegabile alla Goezia vale a dire la corrente demonologica del proto-cabalismo.

Il discepolo melanconico

Louis Claude dei conti di Saint-Martin era nato nel 1743. Abbracciata la carriera militare, di guarnigione a Parigi quale tenente dei dragoni reali, divenne l‟idolo delle dame del bel mondo su cui già incombeva l‟ombra della rivoluzione. Fino al 1771. In quell‟anno, conosciuto Martinez de Pasqually, divenne di questi il segretario. Abbandonate le armi, e le affascinanti signore che si contendevano i suoi favori, pervaso da profonda, rosea tristezza a suo stesso dire, si dedicò toto corde all‟esoterismo. Collaborò alla stesura dei rituali dell‟Ordine degli Eletti Cohen, ma in tale Ordine egli non trovò la Luce che ricercava. Il primo a rendersi conto di ciò fu lo stesso Martinez che non inserì il giovane conte nel Supremo Consiglio deputato a sostituirlo in Europa al momento della sua partenza per l‟America centrale. Saint Martin aveva perfettamente compreso di non essere predisposto ad iter iniziatico che avesse base su una manifestazione esteriore di forze ultra-terrene, ma di essere predisposto invece ad iter iniziatico che avesse base su una manifestazione interiore di forze idonee a permettere al divino di divampare, nell‟ambito della psiche umana, dall‟ego nel sé. E‟ questa la differenza tra martinesismo e martinismo. Appartenente alla corrente esoterica mistica il primo, come già detto, appartenente alla corrente esoterica eroica il secondo. Silente e schivo, melanconico e raffinato, Louis Claude de Saint-Martin era l‟uomo dal silenzio insondabile, silenzio nel quale si rifugiava nel momento stesso in cui i suoi discepoli venivano a coltivare l‟illusione che egli stesse per confidare loro i suoi segreti più riposti. Era solito affermare di seguire una voce interiore che gli indicava la via per l‟apertura del centro spirituale racchiuso in ciascuno di noi, primo passo verso la rigenerazione del sé. Secondo il suo pensiero, nell‟uomo esistono due esseri, l‟essere sensibile e l‟essere intellettuale, insieme ad un principio universale, la Causa Intelligente ed Attiva che anima la materia. Riformulazione dell‟antico concetto di Anima Mundi di Platone. Scopo della rigenerazione umana è il recupero della condizione adamica di un uomo autentico e vero. Condizione che coincide con quella dell‟uomo spirito, ricettacolo del Verbo divino e colmo della sua ricchezza. Innegabile, in ciò, l‟influenza nonostante tutto di Martinez de Pasqually sul suo discepolo. Il primo passo per addivenire a tale rigenerazione consiste nel prestare ascolto al desiderio, all‟ansia di spiritualità vale a dire che in taluni si manifesta spontaneamente. Dal momento in cui si accende nell’uomo la vita spirituale, si legge nel suo saggio l?Homme du desir pubblicato nel 1790, tutta la sua esistenza verrà a conformarsi ad una ininterrotta serie di azioni consequenziali volte al raggiungimento del sé. Queste azioni non sono esteriori, rivolte alla evocazione di entità angeliche, ma soltanto interiori ove lo spirito individuale come impetuoso torrente purificherà, travolgendo ogni ostacolo, l’individuo stesso da tutto ciò che possa impedire la sua rigenerazione. Saint-Martin non predilige liturgie ritualistiche, a differenza della Massoneria propriamente detta.

Serenamente 9

La sola iniziazione che ricerco con tutta la fiamma dell’animo mio… è quella che mi permette di penetrare sempre più profondamente negli abissi del mio essere, fino a localizzarne la sua radice più viva e vivificante e ricondurre questa alla Luce. Il divino, nell‟uomo rigenerato, non si manifesta in alcuna forma sensibile, pur tuttavia il medesimo può essere colto da ciascuno mediante il rafforzamento delle sue facoltà che divengono sempre più vive ed acute, mediante l‟esplodere delle sue intuizioni che divengono sempre più fulgide ed immediate. L‟ingresso nel cerchio magico che conduce alla rigenerazione è una operazione ascetica puramente individuale, che non richiede né clero, né liturgie, né formule cerimoniali. L‟adozione di un nome iniziatico, in luogo di quello profano, è invece conditio sine qua non per chi aspiri ad uniformarsi agli insegnamenti del Maestro. E la clamide nera che si viene ad indossare non a caso è detta anima, vale a dire la nuova anima che viene a possedere l‟adepto. Nuota costantemente nella preghiera come in un grande oceano di cui non riesci a scorgere né il litorale né il fondo, ed in cui la immensità senza fine delle acque ti permetta in ogni istante movimenti ed evoluzioni libere e prive di turbamento. Jean Claude de Saint-Martin passa all‟Oriente Eterno nel 1803. Non accettò mai il titolo di Maestro, ritenendosi non degno dell‟appellativo. I posteri lo ricorderanno come il filosofo sconosciuto, uno dei più Grandi Iniziati di tutti i tempi e di tutti i paesi.

Nota: il Martinismo

Il carattere individualistico della dottrina di Saint-Martin non permise ai suoi insegnamenti, lui vivo, di tradursi in una vera e propria scuola esoterica. La trasmissione iniziatica del crisma aveva luogo non dal cenacolo all‟adepto, come in una loggia massonica, ma dal maestro al discepolo in via diretta, personale e segreta. Cosa peraltro non priva di fascino ma inidonea a porre basi stabili ad una organizzazione in via di sviluppo e di consolidamento. Egli per primo ne era consapevole: la mia opera si realizzerà compiutamente soltanto dopo che io mi sia liberato dall’involucro terreno che mi avviluppa. Ma fu vana speranza. La pubblicazione delle sue Opere Postume nel 1807, comunque, favorì la diffusione del suo pensiero tra le correnti del romanticismo francese. E tutto l‟occultismo del secoli XIX e XX restò influenzato dalle stesse. Nacquero diversi, anzi molteplici, ordini iniziatici che in modo più o meno legittimo affermavano di rifarsi al messaggio del discepolo melanconico. Di certo il misterioso contatto che, a metà del 1700, Martinez de Pasqually aveva avuto con depositari di una sapienza magica antichissima aveva dato frutti copiosi e forse unici nella storia dell‟umanità. Ma evanescenti, purtroppo. La dottrine teurgiche di de Pasqually, dopo la sua morte, si illanguidirono in sterili ritualismi che viepiù allontanarono la psiche umana dal vero e dal sublime. A loro volte le dottrine iniziatiche ispirate a Saint.Martin, dopo la sua morte, non poterono mai vantare alcun serio e verificato collegamento diretto con la parola autentica del Filosofo Sconosciuto. Ma è bello pensare che la sacra catena, attraverso le generazioni, mai sia venuta ad interrompersi nello splendere perenne di un trilume che, in ogni caso, ha onorato il Libero Pensiero. E lo ha onorato anche nel momento in cui la squadra fosse venuta a sovrastare il compasso. Il riferimento è all‟Italia del 1925. Come considerare, infine, il martinismo odierno nelle sue infinite diffrazioni? Taluno, soffermandosi sulle differenze, tra la aristocratica mascherina nera bordata di merletto ed il più prosaico cappuccio, ha parlato di massoneria di sangue blu. Il problema non si pone assolutamente in questi termini. Serenamente 10

Entrambe le esperienze, quella martinista e quella massonica, appartengono all‟ambito dell‟esoterismo eroico. E‟ possibile, in via di ipotesi, che le stesse possano cumularsi nell‟iter iniziatico del singolo. Far dispiegare le ali all‟angelo che è in noi, però, è cosa diversa, molto diversa dal conquistare il mondo nel trascendimento dell‟ego nel sé. Compito, quest‟ultimo, dei figli di Pitagora.

Alfredo

Non è questo il suo nome, ma così voleva che tutti lo chiamassero. Era il copritore esterno della loggia che gli aveva dato la luce e che lo aveva accolto, su richiesta pressante di molti fratelli e sorelle, al di là di ogni sua carenza di istruzione e di bon ton. Di origini modestissime, conduceva vita modestissima, ma dignitosa, assieme alla sua numerosa famiglia. Per sbarcare il lunario aveva fatto di tutto: da corridore di formula 2 a batterista di orchestra. Era orgoglioso di mostrare fotografie che lo ritraevano in tourné assieme alla più celebre Mina. Non risulta che abbia mai accettato denaro. Accettava solamente, e volentieri, donativi in generi alimentari che lo aiutassero ad affrontare il vivere quotidiano. Non aveva cultura alcuna. Pur tuttavia un suo intervento in loggia sul Guardiano della Soglia, intervento che gli valse il conferimento del III° grado, divenne celebre, e celebrato, in tutto l‟Oriente. Qualcuno cominciò a chiedersi chi fosse Alfredo. Possedeva, in maniera impareggiabile, la sapienza cordis. Quella sapienza che dovrebbe contraddistinguere gli iniziati d‟ogni tempo e che, al giorno d‟oggi, il giorno in cui la vanità autocelebrativa scardina ogni sentimento di fratellanza, nessuno, o quasi, ormai più conosce o sa almeno definire. Alfredo a tutti dava il suo consiglio ed il suo conforto. Fossero previsioni o profezie le sue, è certo che sapeva trarre dall‟abisso, in termini di concretezza fattuale, chiunque a lui si rivolgesse con purezza d‟animo e con purezza di intenti. Correva voce che parlasse con gli Angeli, i quali sarebbero stati soliti prestargli ascolto. In una circostanza chi scrive, suo ospite, formulò qualche domanda al riguardo. Alfredo si limitò a mostrare due poderosi e antichi volumi manoscritti, affermando di non conoscere la lingua negli stessi usata. Questa non era né latina, né greca, né araba, né cirillica, né gotica, né ideografica. Affermò quindi che egli, prima della sua morte, avrebbe provveduto a racchiudere i volumi in una cassetta di zinco e quindi, a sotterrare la medesima, all‟alba, in un bosco. Sarebbe stata ritrovata, quest‟ultima, da chi fosse stato predestinato ad essere il suo successore. Alla sera di una antivigilia di Natale, un 23 dicembre, i figli informarono lo scrivente che il loro papà stava molto male. Non voleva però ricevere cure e neanche ricevere la visita di un medico. Non restò che accorrere presso di lui. Ebbe a dire, in perfetta lucidità, più o meno testualmente quanto segue: mi hanno detto di non spendere soldi inutilmente. Hanno deciso che debbo andare tra loro. Sarà di giorno 31. E questa volta l’ombra dell’Angelo è venuta da sola. Sulla parete di fronte. Era ancora più grande del solito. Io non l’avevo chiamata. Non avevo recitato formule e non avevo neppure tracciato il cerchio. Né disegnato il sigillo sacro. Morì nel tardo pomeriggio del successivo 31 marzo, dopo brevissimo ricovero ospedaliero. Mentre gli veniva deposto sul petto il collare del 32° grado, inviatogli dal Gran Priore di Firenze, ebbe la forza di ringraziare quest‟ultimo e di soggiungere queste parole: Non ti preoccupare della Loggia, Antonio. La proteggerò io dall’altro mondo.

Serenamente 11

Chi scrive crede che così sia stato e cos‟ continuerà ad essere. Lo stesso contatto sub- liminare con J. S., Superiore Incognito, è stato forse propiziato da Alfredo. Alla cui memoria vadano, quale omaggio, queste righe. Omaggio ad uomo povero, semplice e giusto, copritore esterno della R. L. Myosotis all‟Oriente di Bari e Reau-Croix dell‟Ordine degli Eletti Cohen. I cui paramenti, una mitra di seta bianca bordata di frangia dorata nonché una candida stola sulla quale campeggia scarlatta una croce greca, furono donati dai suoi figlioli inconsapevoli, qualche giorno dopo le esequie funebri, agli amici importanti di papà. Il quale ha portato nella tomba il suo segreto.

Nota: il precursore

Nella monografia di prossima pubblicazione su Giordano Bruno e l‟ermetismo rinascimentale, spazio adeguato sarà riservato a John Dee, inglese di nascita, vissuto dal 1527 al 1608. Astrologo, matematico e cristallomante di gran fama, aveva avuto a laurearsi al Trinity College di Cambridge ed a scrivere numerose opere scientifiche di gran pregio. La sua vita si svolse tra la corte di Elisabetta I di Londra e quella di Rodolfo II a Praga. Finì in miseria, abbandonato da tutti. Causa prima delle sue disgrazie fu tale Edward Kelly, suo collaboratore e farabutto insigne che arrivò sinanche ad insidiare la giovane moglie del suo Maestro. Dee, la cui buona fede nessuna ha mai messo in dubbio nel corso dei secoli, affermava di parlare con gli Angeli mercé strani poteri che una Sapienza Occulta, da lui chiamata l‟Arcangelo Uriel, aveva voluto conferirgli. Il tutto nasceva da parte sua di un qualcosa di misterioso, il Secretum Solutionis, rinvenuto sotterrato in un‟ampolla, tra cipressi secolari, in un bosco nei pressi di Glasgow. I suoi colloqui angelici venivano trascritti, da lui medesimo ovvero dal Kelly, mediante una sorta di scrittura automatica para normale, in una lingua sconosciuta. Lingua che il Maestro stesso volle chiamare enochiana perché insegnata agli Angeli dal profeta Enoch (il cui anagramma è Cohen). Da ciò non poterono non conseguire perplessità e dubbi. Mai comunque, si ripete, sulla buonafede del Maestro. Fino al 1750 circa, allorquando archeologo inglese non venne a scoprire presso il monastero copto di Axum in Etiopia, ove è accertato che si conservi l‟Arca dell‟Alleanza, vetusti papiri contenenti la grammatica e la sintassi della lingua enochiana. Allora sì che il mondo scientifico venne ad ammutolire e a dubitare di se stesso. Ma l‟evocare entità angeliche che sussisterebbero al fuori dell‟io, sia pure in ambito esoterico prettamente mistico e non eroico, può considerarsi esperienza collimante con i paradigmi propri del Libero Pensiero? E‟ opinione di chi scrive che ciò sia possibile qualora si tengano a mente tutte le ascendenze speculative, in particolare quelle gnostiche, che hanno preceduto l‟Età dei Lumi. Ed interrogandosi inoltre chi e che cosa, all‟interno o all‟esterno della psiche umana, siano o possano essere gli Angeli.

Gli Angeli

Gli Angeli, vale a dire i messaggeri, sono presenti in ogni religione quali creature mediane tra il Principio Supremo e l‟essere umano. Tale loro funzione mediatrice, peraltro, venne in un certo qual modo superata nella visione cosmica che fu propria della Santa Gnosi. Ove gli Angeli, divenuti Eoni dal greco aion vale a dire tempo infinito, furono concepiti quali immagini proiettate dall‟Essenza Infinita sulle Cose Finite. Serenamente 12

Proiezione che supera e travalica ogni connotazione d‟ordine materiale e fideistica per assumere connotazione d‟ordine spirituale e speculativa. Ma in tale proiezione gli Angeli, o Eoni che dir si voglia, si identificano con le Idee Iperuraniche che danno forma alle cose. Ed il mito della caverna, il più celebre di Platone, parla delle ombre che si stagliano sulle pareti di quest‟ultima. E quanto le ombre delle idee abbiano determinato, dicesi determinato, il Libero Pensiero e la sua evoluzione nei secoli è fatto che permea di sé la scienza e la coscienza di ogni iniziato dell‟oggi e del domani.

… Ndr: Per un’ampia illustrazione del mito della caverna si veda, nel numero precedente di questo notiziario, l’articolo “la Caverna Simbolica”.

IPSE DIXIT

La corsa ai titoli articolo di Pietro Vitale giornalista e scrittore

“ … E mentre io guardo la tua pace dorme quello spirito guerrier ch’entro mi rugge”. (Ugo Foscolo) ******

Cari amici, è mia convinzione che quando il giornalista trattiene per se notizie e comunicati di interesse sociale in generale o che riguardino specifiche associazioni: civili, militari, organizzazioni private che siano, è bene, che egli cambi mestiere o, dia tutto se stesso, all‟arte dell‟ippica, (visto che stiamo iniziando un percorso cavalleresco). Il giornalista ha il diritto di cronaca. Nel pieno termine della più squisita deontologia professionale, egli deve dire e scrivere la verità e, possibilmente, è anche obbligato a citarne la fonte.

Orbene, non ricordo con esattezza il giorno e l‟ora, attraversavo speditamente il sottopasso di via Capruzzi per raggiungere il centro di Bari. Durante il tragitto presi, da una apposita custodia, che era lì a bella posta, un giornale “leggo” distribuito gratuitamente in tutta la città. Frettolosamente, infilai il giornale in borsa e continuai la mia corsa.

Rientrato a casa, nel tardo pomeriggio e, preso d‟altre faccende, vuotai la borsa e poggiai il giornaletto sulla mia scrivania nell‟attesa di lettura. Solo molte ore dopo, ormai sera, sfogliando il giornale, mi accorsi che all‟interno custodiva un foglio sciolto, formato A4 spiegazzato in più parti e che non apparteneva al giornaletto. Mi incuriosì il titolo: La “corsa” al titolo cavalleresco…L‟articolo era non di facile lettura, con foto di figure cavalleresche sbiadite e consumate, che solo un occhio attento ed allenato a quel tipo di letture poteva interpretare. Era chiaro, Chi ha scritto l‟articolo doveva certamente essere un addetto ai lavori…vediamo insieme cari amici di poter decifrare cosa l‟ignoto autore, volesse comunicarci…

“Sono molti quelli che cercano in ogni modo di ottenere un ordine cavalleresco nelle loro vita. Un ordine che lo elevi socialmente e che dimostri il successo raggiunto. La cavalleria nasce in epoca romana, delineando una elite tra le fasce sociali dei cittadini dell’epoca. Ma è in era medioevale

Serenamente 13 che la cavalleria assurse a vera e propria dignità e casta sociale. Le crociate furono poi la fucina e la nascita di veri e proprie congregazioni di cavalieri che ebbero le loro specifiche insegne con colori atti a identificarli. Si tratta di uomini d’arme che si impegnarono in compiti specifici, come la tutela dei pellegrini che si recavano in terra Santa o la cura degli ammalati o il riscatto dei pellegrini fatti schiavi e così via. Tutti comunque protesi per la liberazione del Santo Sepolcro e la lotta agli infedeli. Successivamente vennero creati altri Ordini per lo più accollature di Case Reali o di importanti e ricchi feudatari. Molti questi ordini nel tempo, si estinsero con le stesse famiglie che li avevano creati, altri sopravvissero nel tempo. Oggi gli Ordini sono legati agli stati, che li concedono premiando sia il lavoro (Ordini civili) sia il valore (Ordini militari). Accanto a questi lo Stato Italiano riconosce ufficialmente come validi alcuni degli antichi Ordini Cavallereschi ed esattamente il Sovrano Militare Ordine di Malta (SMOM) e il Santo Sepolcro di Gerusalemme. In realtà molti altri ordini legati alla famiglie che li istituirono, sono riapparsi e concessi dai discendenti di quelle famiglie. Come ad esempio l’Ordine di San Maurizio e Lazzaro, di Casa Savoia o l’Ordine Costantiniano di San Giorgio della Casa Borbone del ramo di Napoli e del ramo Spagnolo, l’Ordine Teutonico e altri legati al regno di Parma e così via. Ordini che oggi perseguono fini filantropici e che concedono titoli a persone che hanno raggiunto per professione e impegno notorietà e buon livello sociale. Per la gente comune invece, che comunque ha raggiunto un certo benessere economico e che ha necessità di un titolo che attesti questuata posizione, diventa primaria la caccia all’Onorificenza. Ecco per soddisfare queste aspirazioni sono sorti un’infinità di ordini fittizi o riesumati Ordini ormai da tempo estinti come le famiglie che li avevano creati o per i palati più esigenti Ordini apparentemente simili a quelli noti, ma di difficile accesso, come quello di Malta. Tutti questi Ordini concedono titoli, dietro lauto compenso, sempre più alto a seconda del grado richiesto. Un titolo che purtroppo, per i poveri ingenui che ci sono cascati, non ha alcun valore se non quello di arricchire lo pseudo Principe o Gran Maestro che lo ha concesso. Comunque sono purtroppo molti gli sciocchi che si sono lasciati abbindolare. Oggi ad esempio va di moda l’Ordine del Tempio. Benché sciolto ufficialmente nel concilio di Vienna del 1312 da Papa Clemente V, ora vi sono almeno una decina di gran Maestri autonomamente pseudo titolati a investire nuovi cavalieri ovviamente dietro compenso. La forza di questi mistificatori è nell’accurata sceneggiatura dell’investitura che avviene per lo più presso chiese ove compiacenti ma anche ignari parroci si prestano a celebrare il rito con tanto di giuramento, imposizione del mantello e tocco di spada del Gran Maestro quale sigillo dell’avvenuta proclamazione. Beata ingenuità! Purtroppo a conclusione bisogna dire, che persino alcuni ordini riconosciuti, affamati di denaro hanno aperto le loro porte a chi non avrebbe sia la condizione che i meriti e le caratteristiche morali e caritatevoli per farne parte con diritto,ma solo perché disposti ad elargire cospicue offerte. E’ chiaro che a perderci è l’antico Ordine, sceso a livello del più basso mercante medioevale venditore di false reliquie, come la piuma dell’ala “dell’Arcangelo Gabriello” che appare nel film Brancaleone alle crociate. Il Bottegaio sarà così felice di esporre nella sua salumeria tra i prosciutti e i salami, la sua conquistata, seppure a caro prezzo dignità cavalleresca. L’Ordine invece che ha concesso il titolo, avrà altro denaro, che non raggiungerà giammai coloro che ne hanno bisogno, ma che rimpingueranno le casse del Gran Maestro. Tutto ciò sperando che la pacchia continui pro bono pacis dei grulli e la gioia dei dritti. Meditate gente meditate …

… Ndr – Condivido il richiamo dell’autore a scegliere con accortezza le associazioni alle quali si voglia aderire, evitando quelle di dubbia fama o quelle che pretendono di essere eredi, senza titoli legittimi e palesi, di tradizioni antiche; tuttavia il diritto di associazione è garantito dalla Costituzione Italiana. L’Unione Europea ci ha portato varie Associazioni estere, cavalleresche o no, che prima non conoscevamo, ed alle quali va riconosciuta piena e pari dignità. Molte Autorità hanno titolo di investire cavalieri, poi, però, per esserlo veramente non basta un diploma né un cavallo. Serenamente 14

Come ben sappiamo noi massoni, nessuno può trasmettere ad un altro ciò che non riceve né donargli ciò che non possiede ed inoltre, le qualità migliori sono quelle che ci appartengono naturalmente; qualità che possono, e devono, essere affinate e migliorate, ma che già possediamo naturalmente, anche solo larvatamente, e che dagli altri vengono riconosciute come tali. Come scrive l’amico Pietro Vitale, nessuno si illuda che un tocco di spada, un mantello ed una quota ci rendano cavalieri.

BREVI NOTE

L’amore e il bacio

Nel mese di febbraio è ormai di moda, in molte parti del mondo, attribuire un particolare significato sentimentale alla giornata che la tradizione cattolica dedica a San Valentino.

Come per altre festività e ricorrenze, anche in questa occasione, un prevalente aspetto commerciale si sovrappone e si impone, anche a dispetto della memoria storica del vescovo martire ternano, in quanto sembra improprio considerarlo il protettore degli innamorati.

Ma tant‟è, e con buona pace di Furio Placido (può sembrare un ossimoro, ma è solo il nome del legionario dell‟imperatore Aureliano che lo decapitò), che certamente non poté prevedere quanto la popolarità del santo si sarebbe diffusa dopo la sua morte.

Serenamente, lasciandosi ammaliare dal sentimento e dalla passione, partecipa sommessamente all‟evento mediatico-commerciale riportando un pensiero del letterato gesuita Francois Varillon, scritto su un documento a corredo di un corso di preparazione al matrimonio cristiano, quasi fosse - absit iniuria verbis - una frase inserita in un dolcetto cinese o in un cioccolatino.

Ricordiamo che un bacio, di Giuda o d‟amore, singolo o triplice che sia, a chiunque da noi donato, essere vivente o no, cosa reale o astratta, è l‟espressione concreta e simbolica dei nostri sentimenti più intimi e ricordiamo inoltre che è altrettanto importante saperlo porgere quanto saperlo ricevere.

“ L’amore è dono e accoglienza. Il bacio è un bellissimo simbolo d’amore perché è il segno del dono e dell’accoglienza a un tempo. Un bacio lo si dà veramente solo se lo si accoglie. Labbra di marmo, come le labbra di una statua, non possono accogliere un bacio; è necessario che le labbra siano vive. E labbra vive sono labbra che accolgono e donano nello stesso tempo. Il bacio è un gesto bellissimo; proprio per questo non può essere perduto o dato per gioco, ma bisogna riservarlo come qualcosa di estremamente profondo. E’ lo scambio dei respiri che significa lo scambio delle nostre profondità: io mi soffio in te, mi espiro in te e ti aspiro in me in modo tale che io sia in te e tu sia in me. Questo significa che mi decentro per non essere più centro a me stesso, ma perché il mio centro sia tu. Sei tu che io amo, il mio centro, io vivo per te e in forza di te; so che anche tu ti decentri, tu non sei più centro a te stesso, ma sei centrato su di me. Amare significa vivere per l’altro (è il dono) e vivere in forza dell’altro (è l’accoglienza). Amare significa rinunciare a vivere in sé, per sé e in forza di sé.” (Francois Varillon)

Serenamente 15

ABBECEDARIO

Levia gravia

L‟ossimoro carducciano mi aiuta ad introdurre alcune brevi riflessioni. Se la Calabria, dopo la Toscana ed il Piemonte, è la terza Regione italiana per densità massonica, non lo è sicuramente a causa della „Ndragheta o di altre forme di criminalità, perché tutta l‟autentica Massoneria italiana rispetta le leggi dello Stato italiano. Possono esserci criminali in Massoneria così come in qualunque altra attività umana, ma in Massoneria, chi compie reati, salvaguardando i suoi diritti costituzionali, viene espulso, come fosse un corpo estraneo, prima ancora che dalle Autorità massoniche, dagli atteggiamenti e dalle reazioni dei Fratelli. Un certa becera opinione fa si che se è un giornalista, un sacerdote, un politico ecc. a compiere un reato, il colpevole è lui, mentre se il colpevole è un massone, la colpa è della Massoneria. Praticamente non c‟è reato o nefandezza che non sia riconducibile ai complotti dei massoni, i quali, com‟è noto, hanno propiziato anche il terremoto ad Haiti e le peggiori pandemie che affliggono l‟umanità. Comunismi, fascismi, dogmatismi religiosi, provincialismi culturali, fondamentalismi e tirannie non vanno d‟accordo con la Libera Muratoria, come dovrebbe essere noto, e facilmente comprensibile, almeno a noi e agli “onesti” osservatori delle vicende umane. In Calabria, come altrove, la Massoneria è fucina esoterico-iniziatica di pensiero libero, democratico e progressista, rispettoso delle leggi, mai discriminatorio né appiattibile in nessun partito politico né in alcuna religione o ideologia fondamentalista. Non sarà proprio questa sua specificità a generare malcontento verso di essa? In Massoneria, quindi, possiamo sostenere che tutto sia giusto e perfetto? Certo che no! E‟ proprio questa consapevolezza a spingere milioni di massoni nel mondo a cercare di migliorarsi sempre, lavorando con impegno soprattutto su se stessi. Non esistono scorciatoie o facili accessi; qualcuno potrà regalarci un grado, illudendoci che avremo ricevuto un favore o una gratificazione, ma non sarà una sciarpa a renderci Maestri. L‟appartenere ad una qualsiasi buona istituzione non ci rende per questo individui migliori. Le istituzioni sono fatte da individui e risentono delle loro qualità e dei loro difetti. Solo migliorando noi stessi otterremo un insieme di individui migliori e quindi, una collettività migliore, riuscendo a dimostrare ai malpensanti quale sia la natura autentica del metodo e del pensiero massonico. Agire bene, comportandosi coerentemente con i principi massonici; seguire il sentiero della virtù per fare agli altri ciò che vorremmo fosse fatto a noi. Questo è lo scopo della Libera Muratoria ed il suo metodo, consolidato dalla tradizione, è concepito per farci ottenere i migliori risultati. Non esiste una Massoneria buona o una Massoneria cattiva, esiste la Massoneria: fedele ai suoi valori e principi tradizionali, antichi, moderni o post moderni che siano, e poi molte altre associazioni che si definiscono Massoneria, ma che, in realtà, non lo sono, anche se la imitano o tentano di imitarla e ciò, prescindendo da discorsi relativi alla regolarità o alla legittimità.

Ogni numero può essere letto e/o scaricato gratuitamente dal sito www.sovranoordinemassonico.it Serenamente è stato ideato e fondato dal Fratello Alb. Vac. Serenamente 16

NIHIL DIFFICILE VOLENTI

SERENAMENTE massoneria e non solo

Numero 95 del 10 marzo 2010 EV

Sommario

Pag 2 Attenzione! Nuovo sito e nuova e mail L’Oriente del SOMI si allarga Il SOMI a Telese Pag 3 Il blog di Pietro Pag 4 Progetto PVD La Morte Pag 6 Il più grande funerale massonico: Buffalo Bill, grembiule e Winchester Pag 7 Il Simbolismo della Croce Pag 13 Giordano Bruno: un sentore di libertà Pag 15 La L.U.F. è in Italia Pag 16 Cassazione: solo le Logge segrete sono vietate

Avvertenza - Gli articoli sono espressione della libera opinione del loro autore e non impegnano in alcun modo la linea editoriale di questo notiziario periodico, gratuito ed amatoriale, realizzato e distribuito in proprio, ad uso interno, dall’addetto alla redazione Fr  Alb. Vac. (E mail [email protected]). Per le notizie (ricavate da interviste, Internet o da vecchi documenti incompleti) dalle quali non siano desumibili il copyright, l’autore, l’editore, la fonte ecc., mi impegno a citare tutti i dati previsti o desiderati, non appena noti e, ove richiesto, ad eliminare, modificare e/o integrare eventuali periodi pubblicati. INTER NOS

Attenzione! Nuovo sito e nuova e mail

Il Somi ha un nuovo sito: www.somi-massoneria.org, già funzionante, ma che sarà naturalmente completato e migliorato in questi giorni dall’autore, il Fratello Max Gal.

Anche la mia solita e mail “[email protected]” non sarà più raggiungibile. Userò, quindi, il nuovo indirizzo di posta elettronica che potrete usare fin d’ora: [email protected].

L’Oriente del SOMI si allarga

Grazie soprattutto alla determinazione del Gran Maestro, coraggiosamente incurante dei molti inviti alla prudenza espressi da chi temeva eccessivi impegni in questo periodo di crisi economica generale, è stato raggiunto un brillante risultato concreto che, ci si augura, contribuirà all'ulteriore crescita dell’Obbedienza.

Un nuovo appartamento di circa 120 mq, nell’adiacente via Pandosia, è stato preso in affitto con l’intento di trasferirvi la struttura amministrativa e di rappresentanza, inoltre, anche un nuovo ulteriore spazio di circa 90 mq, contiguo alla sede di via Iberia, è stato locato per creare due nuovi Templi, uno dei quali sarà dedicato al Rito Scozzese e sarà arredato secondo le necessità delle Camere Rituali che, quindi, avranno una maggiore indipendenza.

Il trasferimento degli uffici amministrativi in via Pandosia libererà nella vecchia sede, due stanze per circa 50 mq, ampliando ed ottimizzando gli spazi riservati ai Fratelli.

Tutti noi siamo chiamati a sostenere questo sforzo, per il quale non è previsto il ricorso a nuove sollecitazioni finanziarie, contribuendo volontariamente con le nostre capacità professionali ed il nostro lavoro operativo.

Il SOMI a Telese

Il Convento annuale del Sovrano Ordine Massonico d’Italia quest’anno si svolgerà nel Gran Hotel & Terme, via Cerreto 1 – 82037, Telese Terme (BN) tel. 0824/940500; fax 0824/940504; e-mail [email protected].

Il Convento, al solito, è articolato in due giorni, dal pomeriggio di venerdì 23 aprile al pranzo di domenica 25. Sarà possibile usufruire di pensione completa a 75 € al giorno (65 in camera doppia), ma anche è possibile partecipare ad eventi singoli.

Le prenotazioni devono essere effettuate direttamente all’Hotel.

Il programma dei lavori è così previsto: venerdì 23 arrivo pomeridiano e cena di benvenuto alle ore 20,00; Serenamente 2 sabato 24 ore 10,00: convegno “I Landmark sono ancora tutti attuali? Quanto la Tradizione deve adeguarsi ai tempi?”.

Sono previsti sette relatori (20 minuti ciascuno) intervallati da una “pausa caffè”.

Conduce e conclude il Serenissimo Fratello Luc. Gra.

ore 13,30 Colazione

ore 16,00: Suddivisione in gruppi di lavoro sul tema “Cosa si intende per Esoterismo Massonico e qual è il suo confine con l’Esoterismo in generale?"

ore 18,00 Sessione generale per presentazione dei risultati del lavoro dei gruppi

ore 20,30 Cena di gala

domenica ore 10,00: Convegno aperto al pubblico su “L’homo faber”

Conduce ed introduce Ste. de C. V.

Sono previsti 5 relatori (20 minuti ciascuno) intervallati da una “pausa caffè”.

ore 13,15 Lunch di commiato

Il Blog di Pietro

Con riferimento al consueto e gradito accordo di scambio con il giornalista e scrittore Pietro Vitale, facondo autore di articoli per varie testate, che ospitiamo frequentemente, pubblichiamo un suo invito a visitare alcuni Blog. E’ un modo per interagire, questo è l’auspicio, con il mondo che ci circonda e per instaurare un dialogo anche con profani, spero utile a superare i molti preconcetti che gravano su e contro di noi.

< Carissimi, Vi invito a visitare il mio nuovo nome del Blog International e quello di mia figlia Carlotta, attrice e autrice di teatro: http://www.gommalaccateatro.it http://www.legestadellacavalleria.blogspot.com (Ordini cavallereschi crucesignati).

Sono in procinto di arricchire il mio blog con dei Comitati scientifici e di Redazione.

Gli amici che vorranno collaborare, possono inviarmi i „pezzi‟ (gli articoli che mi inviate devono naturalmente essere firmati) di ogni genere, in special modo su ordini cavallereschi crucesignati, cultura, storia, scienza, essoterismo, medicina, curiosità, eventi militari, attualità ed infine, di interesse sociale (tranne di politica e di religione). Se Tu vuoi, puoi inviarmi il tuo C.V. per la presentazione, ed una foto.

Serenamente 3

Cosa deve ricavare la gente dal mio blog? “Tutto quello che vuole, tutto quello che le piace. Qualcuno mi ha chiesto quale sia il mio scopo, ed io ho risposto: soltanto restituire quello che mi è stato dato… Conoscenza ed incontrare tante persone che fanno lo stesso…”.

Hai presente un negozio di animali? Quando un cucciolo viene messo dentro una gabbia? Gli altri lo mordono, lo spingono, gliene fanno di tutti i colori, finché non diventa uno di loro… Ecco, per me è stato sempre così.

Un Fraterno Abbraccio e a presto. >

Progetto P.V.D. (Passione, Vitalità, Determinazione)

Il SOMI proseguendo un cammino iniziato nel 2006, voluto per far fruire i propri aderenti di contributi culturali illustrati anche da validi oratori profani e per far conoscere la propria realtà ad associazioni o a singoli a noi estranei, ha fin qui predisposto conferenze, incontri culturali, socio-politici e conviviali in collaborazione, soprattutto, con le Associazioni Ara Pacis, Accademia Templare, Salvatore Quasimodo ed OSMTH.

Nello scorso anno, una serie di circostanze contingenti ha prodotto una pausa più lunga del solito, privandoci delle consuete occasioni di incontro. La prossima primavera, oltre all’atteso bel tempo, dovrebbe portarci però alcune simpatiche novità.

PENSIERI IN LIBERTA’ “ tavole e riflessioni “

La Morte del Fratello Mau. A. De P. della RL Madre HONOR all’Or di Roma all’Obbedienza del SOMI

Tavola originariamente incisa per la RL Azione all’Oriente di Civitavecchia (all’Obbedienza di Palazzo Vitelleschi)

La MORTE, la nostra compagna di vita da Massoni; la conosciamo il giorno indimenticabile della nostra iniziazione e ci accompagna, fedele sorella, fino al giorno della fine del nostro viaggio terreno. Nel nostro lungo viaggio iniziatico è sempre presente, basta ricordare il rito dell’aumento di salario da compagno a maestro, ma in questo momento di altissima tensione della vita di un massone esce fuori il concetto della nostra eternità, la rinascita dopo la morte. In realtà l’uomo nasce e muore cento, mille volte, nella sua vita; muore al calare del giorno, vinto dalla fatica per rinascere al nuovo sorgere del sole, muore ogni qualvolta, non in pace con se stesso, perde la coscienza del proprio io, o, peggio, lo calpesta per fini che violano il giuramento pronunciato il giorno della’iniziazione. Vivere e morire, rinascere, è la stessa alternanza della luce e del buio, del giorno e della notte, dell’yin e dello yang. Nel nostro Sacro Tempio è il pavimento stesso che percorriamo, che ci dovrebbe far pensare, con il suo alternarsi di bianco e di nero.

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L’uomo come vive il pensiero della morte? Lo vive non pensando a lei, gioca con lei, pur sapendo di perdere quella partita a scacchi, che il cavaliere dell’apocalisse ha giocato e ha perso, oppure si prepara tutta la vita ad affrontarla il giorno che è scritto con la dovuta dignità e serenità? In quest’ultimo periodo ho pianto per la morte di due carissime persone, due amici, due compagni di viaggio che per me erano punti di riferimento uno del mio essere massone, l’altra del mio essere profano. In quei giorni tristi mi sentivo perso, credevo di non avere più la forza e la voglia di andare avanti, mi sentivo il cuore vuoto, privo di energia vitale. Con il passare dei giorni, lentamente, li ho nuovamente sentiti presenti e vicini, erano ritornati da me. Questa sensazione, che si è fatta via via più forte, ha ravvivato il mio fuoco interiore, mai spento; dalla loro fine terrena ho nuovamente trovato forza e vigore per andare avanti, dalla loro morte è nata una nuova consapevolezza del mio io e di una nuova maturità, ero io nato a nuova vita.

Morire e rinascere, ecco la vera alternanza dell’uomo.

Ma la morte è veramente la fine della vita? Cosa ci attende all’Oreterno?

L’uomo, forse per paura della morte, ha sempre creduto nella resurrezione della carne, in realtà, oggi, avventurandosi nella conoscenza del paranormale è più giusto riflettere sul concetto di reincarnazione. La moderna psichiatria, con l’ipnosi, è in grado di fare riaffiorare il ricordo di altre vite vissute; noi ci stiamo avvicinando con paura a queste nuove concezioni, ma i santi uomini del Tibet da secoli credono in questo e molti di loro, per fede incrollabile, sono morti. D’altronde io credo veramente che stiamo vivendo il basso medioevo di una grande antica civiltà, che per la nostra stupidità di esseri imperfetti abbiamo cancellato, anche come memoria storica, ed oggi, disperatamente, ne cerchiamo le tracce. Il cervello dell’uomo di oggi è talmente piccolo, da non comprendere la grandiosità del tempo che fu e che non è e che non tornerà mai. Ma il massone come si deve confrontare con sorella morte? Io ritengo che chi come noi l’ha già conosciuta e provata debba rispettarla e vivere sereno; il passaggio che ci attende deve essere considerato un momento, dei tanti che viviamo. La vita dell’uomo è fatta di gioie e dolori, di sofferenza e violenza. La nascita stessa non è violenza? Non si nasce soffrendo? Basta pensare al pianto liberatorio del neonato al momento che vede la luce. In realtà in quel momento il neonato è già in contatto con la morte, perché sul libro del destino è scritto che morirai, quando? Questo è noto solo al GADU. All’uomo è dato dal momento della nascita solo di prepararsi al passaggio all’OR eterno nel migliore dei modi, di vivere consapevolmente la brevità della sua esistenza, di essere pronto a sorridere alla sorella morte. La gran forza che mi ha fatto accettare la fine terrena del mio carissimo fratello massone e mio compagno di viaggio per l’eternità, è stato il vederlo con il sorriso sulle labbra nella bara che lo ha accolto per il grande viaggio. E allora, cos’è la morte per un massone? E’ null’altro che il momento che lasci il fatuo per l’eterno, è il momento di raccogliere il seminato per trasbordare al di là del fiume, dove ti attende la Vera Luce, quella luce che cerchiamo sempre nel Sacro Tempio e che chiediamo dal momento della nostra nascita massonica. E’ alla Luce, che può apparire splendente o fioca, a seconda del nostro modo di essere, che quotidianamente lavoriamo alla Pietra Grezza, la nostra grande rivale, che cerchiamo disperatamente di levigare, ma lei è lì, sempre più ruvida, sempre più spigolosa, informe, è il nostro costante ricordo di quello che siamo. E’ lei che ci accompagna nella vita profana e massonica, è l’indice dell’essere uomo. Serenamente 5

Puoi essere alle vette della vita sociale, ma se lei resta grezza, resti sempre un povero apprendista. Quando sorella morte ti chiamerà, se anche in quel momento la vedrai sempre troppo grezza per quanto tu abbia fatto e allora, in quel momento veramente sei pronto per il grande viaggio!

… Mors aequo pulsat pede (la morte colpisce senza distinzione). Orazio

DI TUTTO UN PO' " leggiamo insieme "

Il più grande funerale massonico: Buffalo Bill, grembiule e Winchester Articolo pubblicato in Internet sul “blog de Xavier” in data 18 febbraio 2010.

Ci aveva provato anche il Duce.

Nel 1942 l’editore fiorentino Nerbini, che con Buffalo Bill si era arricchito stampando oltre mille romanzi popolari sulle imprese del leggendario eroe del West, obbedì a una velina del regime, peraltro priva di ogni fondamento storico, rivelando che il cowboy era in realtà un immigrato italiano, si chiamava Domenico Tombini ed era romagnolo come Mussolini.

Ora ci prova la massoneria.

Il bollettino della società di ricerca americana del Rito scozzese antico e accettato dedica la storia di copertina del suo numero dell’inverno 2010 al "massone Buffalo Bill", con inedite rivelazioni. Ma chi era Buffalo Bill? Il colonnello William Frederick Cody (1846-1917) nasce a Le Claire, nell’Iowa, nel 1846. A dieci anni corre già per il West portando messaggi, a pagamento; a undici si arruola come esploratore nell’armata federale del colonnello Albert Johnston (1803-1862), che cerca di sottomettere con le armi i mormoni dello Utah, i quali si considerano indipendenti dagli Stati Uniti e praticano apertamente la poligamia.

Da qui inizia una lunga carriera militare che dura fino al 1872, nel corso della quale Cody combatte gli indiani d’America ma li tratta anche da amici. Uccidendo quasi cinquemila bisonti – per l’esercito, per privati come il granduca Aleksej (1850-1908), figlio dello zar di Russia Alessandro II (1818-1881), e occasionalmente anche per gli indiani – si guadagna il soprannome di Buffalo Bill.

Congedato con una medaglia al valore, già famoso, Cody si guadagna da vivere sfruttando la sua leggenda. Con gli spettacoli che mette in scena e che porta in tutto il mondo, Italia compresa, sotto il nome di Wild West Show, Cody contribuisce più di ogni altro a diffondere il mito del West. Anche un suo ex-nemico, il capo indiano Toro Seduto (1831-1890), sconfitto e arrestato dall’esercito americano, anziché andare in prigione è "affidato" a Buffalo Bill, che lo porta con sé e lo fa esibire nel Wild West Show insieme alla non meno famosa pistolera Annie Oakley (1860- 1926).

Per molti anni gli specialisti dell’Ovest americano hanno considerato Cody un apologista senza riserve delle ingiustizie ai danni degli indiani. I suoi biografi più recenti ci spiegano che non è così. Cody ha un grande rispetto per gli indiani e per la loro religione e si batte con sincerità per le cause in cui crede: contro la schiavitù, in particolare, e contro la poligamia dei mormoni. Serenamente 6

Si può considerare quest’ultima una battaglia vinta, certo non dal solo Cody: la poligamia sarà abbandonata dalla Chiesa mormone nel 1890 e proseguita fino ai giorni nostri solo da gruppuscoli scismatici. Ma – al di là del folclore – Cody aveva un’ideologia? Sì, sostiene ora la massoneria, per cui la simpatia per la religione dei nativi americani – all’insegna del principio secondo cui tutte le religioni sono, in fondo, di ugual valore – e anche l’avversione ai mormoni – bestie nere dei massoni statunitensi nel XIX secolo per una serie complessa di ragioni – sono legate a filo doppio alla sua notevole carriera massonica.

Secondo la documentazione ritrovata dai ricercatori del Rito scozzese, Buffalo Bill divenne massone il giorno del suo ventiquattresimo compleanno.Ci mise un anno a raggiungere il grado di maestro perché fu bocciato al primo esame – la cultura non era esattamente il suo forte – e dovette ripeterlo. Ma da allora andò a gonfie vele, arrivando fino al trentaduesimo grado del Rito scozzese e facendosi ammettere anche nell’organizzazione massonica parallela, la Shrine, i cui simboli sono "orientali" e "arabi" e di cui fa parte una élite di massoni americani.

Quando Buffalo Bill morì a 71 anni, nel 1917, non si accese solo una disputa fra gli Stati del Wyoming, dove viveva, e del Colorado – che l’ebbe vinta – dov’era morto, su dove doveva essere sepolto, ma anche tra lo Stato del Colorado e i massoni. Questi ultimi sostenevano che l’eroe del West desiderava un funerale massonico solenne.

Ma il funerale di Stato cui pensava il governatore del Colorado doveva tenere conto del fatto che non tutti amavano i massoni. Così Buffalo Bill ebbe due funerali: il primo di Stato, a Denver, e il secondo massonico sul Monte Lookout a Golden, in Colorado, dove fu deposto nel sepolcro quattro mesi dopo il primo funerale. Secondo il bollettino del Rito scozzese si trattò del più grande funerale della storia massonica, alla presenza di quindicimila "fratelli" e simpatizzanti e con tutta la pompa del rito.

La stessa fonte fa notare, giustamente, come all’epoca si trattò pure di un grande spot propagandistico per la massoneria, che fino a pochi anni fa continuò ad attirare turisti con una rievocazione annuale dell’evento sul Monte Lookout. In fondo, anche la ricerca storica – pur seria e documentata – ha oggi un elemento di propaganda. Rivendicando come suo figlio un eroe popolare mai dimenticato come Buffalo Bill la massoneria americana, per la verità un po’ in crisi e con qualche difficoltà a reclutare nuovi membri, si circonda di una patina a suo modo romantica.

Massimo Introvigne - Avvenire

VERSO L’ARCANO nello Spirito, percorrendo la Tradizione...

Il Simbolismo della Croce

del FrMau. A. De P. della RL Madre HONOR all’Oriente di Roma all’Obbedienza del SOMI. Tavola incisa per Lavori del Rito Scozzese Antico e Accettato

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Affrontare un argomento come IL SIMBOLISMO DELLA CROCE, non è impresa facile.

Si rischia, infatti, visti i fiumi di parole scritte, di essere ripetitivi e non esaustivi.

Come afferma RENE’ GUENON, quando si analizza un qualsiasi essere, se ne debbono affrontare i molteplici aspetti, anzi un’indefinità di punti di vista, a condizione che nessuno di essi diventi esclusivo, diventando la negazione degli altri.

Solo in tal modo si può tentare di giungere ad una conoscenza degli infiniti stati dell’essere.

Anche per la CROCE tale affermazione è valida, essendo un simbolo che in sé racchiude molteplici e svariate interpretazioni, vedendola sotto varie angolazioni ed espressioni di pensiero, sia occidentali, sia orientali, ma nessuna di queste visioni può affermare di racchiudere la verità, poiché sarebbe estremamente riduttivo e limitativo proprio per l’essenza del simbolo.

Essa è tra i più antichi segni del mondo, antica forse come l’uomo primordiale e rappresenta IL SIMBOLO COSMICO PER ECCELLENZA.

LA Croce si può definire il centro del mondo e quindi il tramite di comunicazione tra il cielo e la terra.

Racchiude in sé l’Albero della Vita e della nutrizione.

È l’Archetipo capace di espandersi all’infinito in senso orizzontale e verticale.

Il braccio verticale della croce è l’elemento celeste, l’unione tra l’ultraterreno e la materia, l’elemento attivo e positivo, il mascolino, la proiezione dell’Iniziato dal Nigredo al Rubedo, all’estasi mistica.

Il braccio orizzontale è l’elemento passivo, percettivo, esclusivamente terreno, la materia, il femminile.

L’unione delle due braccia forma l’androgino primordiale.

La Croce in se stessa, è la rappresentazione dell’uomo, il suo essere materia – spirito.

La Croce è anche la rappresentazione del Quaternario, unito dal quinto elemento del centro. Serenamente 8

Sotto l’aspetto cosmologico nella Croce, l’Ascendente ed il discendente formano l’asse Zenit – Nadir; l’asse nord – sud è l’asse solstiziale, l’est ovest, l’asse equinoziale.

La Croce e il Cerchio

Dall’antica pubblicazione di Edoardo Tinto ho tratto delle interessanti argomentazioni sul tema.

Vestigia della Croce si trovano, nei tempi più remoti, su resti arcaici ancora inesplorati dalla conoscenza dell’uomo.

I Re assiri, come Assursanipal Saudiraman, le cui statue sono conservate al British Museum di Londra, portano un monile a forma di Croce.

Nelle tombe di Cartagine sono stati ritrovati degli orecchini d’oro a forma di Croce. Croci sono state ritrovate sulle statue monolitiche dell’isola di Pasqua.

Croci sotto forme differenti sono patrimonio di diverse culture arcaiche, come la Croce Ansata, o Hank degli egizi, o a forma di Tau, di Svastica che si trova scolpita o dipinta nella roccia, nel nord scandinavo precristiano e in tante terre sperdute appena esplorate del nostro pianeta.

I popoli primitivi davano un’importanza sacra al simbolo e alla simbologia, fino a costituirne essenza di vita non solo spirituale, ma anche del quotidiano.

Gli stessi Geroglifici egiziani rappresentavano la lingua misteriosa con la quale si esprimevano tutte le loro svariate forme Teologiche.

La prima figura simbolica è stato il semplice cerchio, il Divino Infinito.

Seguì ad esso il cerchio con un punto centrale che indicava la prima differenziazione nelle manifestazioni periodiche della natura in sessuale ed eterna.

Al punto seguì il diametro, e simboleggiò la natura divina ed universale.

Quando il diametro venne crociato da un altro trasversale, si ebbe la Croce, principio della vita umana.

Molto dopo, per gli Egiziani, la Croce divenne il simbolo stesso della vita.

Vi è anche uno stretto legame tra la Croce e la rappresentazione allegorica astronomica.

Mercurio, figlio di Giove e di Maya, è il figlio del Sole e suo Messia.

Ermes vuol dire anche interprete, parola, verbo.

I simboli di Ermes erano posti agli incroci delle vie principali ed erano cruciformi.

Ogni sette giorni erano unti d’0lio sacro dai Sacerdoti e ornati ogni anno di ghirlande di fiori.

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Mercurio è rappresentato in forma cubica, senza braccia poiché la facoltà di parlare può predominare senza l’aiuto delle braccia e dei piedi.

In Alchimia, Mercurio è il principio radicale, umido, l’acqua primitiva elementare che racchiude i semi dell’universo, fecondati dal fuoco solare.

Il Cubo di Ermes si riallaccia alla Croce, in quanto sviluppando il Cubo si giunge al Tau e all’Hank egizio con l’aggiunta del cerchio.

Gli Egizi ben sapevano cosa significasse porre un uomo sulla croce. Era una rinascita iniziatica non solo fisica, ma soprattutto spirituale.

I candidati erano posti sul Tau, o croce astronomica, per un ideale ben più alto della vita terrena.

Il significato della Croce, quindi, non è da ricercare nella Bibbia o nel Cristianesimo, ma nell’esoterismo antico o arcaico, partendo dal cerchio e non direttamente dalla croce, sua espressione evolutiva.

Il cerchio che racchiude la croce non è altro che il simbolo del moto perpetuo, del continuo divenire delle cose.

Espressione ancora più evoluta è rappresentata dalla Croce gammata o svastica (dal Sanscrito SV, che è il bene e ASTI, esso è) che fin dai tempi più remoti ne era la sua alta espressione.

La croce ansata degli antichi egizi è la rappresentazione più elevata della simbologia della croce.

Sulla croce viene sacrificato l’uomo con i suoi metalli terreni e il cerchio rappresenta la “porta” di entrata o di uscita verso il sopranaturale o verso la materia, a seconda di come la si percorra.

In Alchimia l’Uroboros, il serpente che divora se stesso, forma un cerchio; anch’esso è la rappresentazione del divenire delle cose: tutto si crea, nulla si distrugge, tutto si trasmuta.

Gli Ierofanti, i grandi maestri dei riti Eleusini, nell’insegnare ai neofiti i segreti della loro filosofia, affermavano che dal cerchio deriva la materia all’interno della quale era posta l’anima iniziatica e cioè loro stessi.

L’uovo brahmanico da cui nasce Brahma altro non è che il cerchio con il punto centrale.

Molto diversa è la visione della croce dal punto di vista del Cristianesimo.

Per i Cristiani, la Croce è lo strumento di morte e tortura dei Romani su cui morì il loro Profeta, concezione che si affermò dopo il V secolo. Infatti, fino a quell’epoca, nelle catacombe il simbolo del cristianesimo era il pesce e non la Croce.

Per i Cristiani, la croce è l’albero della morte e non della vita.

Per ulteriore completezza d’indagine, ricordo come presso i popoli arcaici orientali, ben prima della venuta di Cristo, nell’iniziazione, il candidato era legato al Tau, ove era immerso in un sonno profondo per tre giorni e tre notti. Questo era la sua comunione spirituale con il Dio prima dell’iniziazione.

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Gli Egizi, nei loro rituali iniziatici segreti, legavano il candidato al Tau e lo ponevano nel sarcofago della camera del Re nella Piramide di Cheope.

Il terzo giorno, la notte che precedeva l’alba, era trasportato all’ingresso della galleria.

Ad una certa ora, i raggi del sole nascente, facevano risorgere il candidato dalla catalessi, glorioso e trionfante per essere iniziato ad Osiride e a Thot. Questo conferma che il Tau é la rappresentazione dell’albero della vita e non della morte come per i Cristiani.

Quando Paolo di Tarso creò la religione nuova del profeta morto sulla croce, attinse molto dal passato…

Decade Pitagorica

La Decade Pitagorica è l’Universo e la sua evoluzione dal silenzio e dagli abissi dell’anima del mondo.

La decade si applicava prima al macrocosmo e poi al microcosmo, all’uomo. Era applicazione alla scienza puramente metafisica, profonda e intellettuale, e alla scienza superficiale poiché la Decade le conteneva entrambe.

La prima aveva come scopo la comprensione divina, il partire dalla pluralità per arrivare all’unità, alla COSA UNA, la seconda si basava sulla percezione sensoriale dalla quale l’unità si moltiplicava, differenziandosi in materia.

Analizziamo la Decade.

Il Numero UNO è l’uomo, un corpo vivente, diritto, come suo privilegio.

Il Numero DUE, è la DIADE, l’imperfezione, nella quale l’essere generato si separa dalla MONADE.

Il Numero TRE è la prima figura geometrica perfetta, il triangolo equilatero, il mistero per eccellenza.

Il Numero QUATTRO è primo solido, il cubo su cui poggia la piramide, simbolo del Quaternario, dell’immortalità.

Il Numero CINQUE è l’insieme di un binario e di un ternario.

Il Numero SEI è la rappresentazione delle sei direzioni del corpo, nord, sud, est, ovest, Zenit, Nadir.

Il Numero SETTE: con esso torniamo alla Croce.

Il Tau si riallaccia misteriosamente alla Decade: il Tau è l’alfa e l’omega della Saggezza divina, simboleggiata con la lettera finale Thot.

Thot era il creatore degli alfabeti giudei e samaritani ed il Tau, noto come termine o perfezione, li concludeva.

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La conoscenza dell’alfa e dell’omega da parte dei primi cristiani, significava una conoscenza del Tau e quindi della Decade e della dottrina pitagorica.

Ne deriva che la croce da loro venerata non poteva non essere che la Gammata, la svastica, ed infatti la ritroviamo nel cimitero di Ponziano a Roma e sulle tuniche che riproducono i primi cristiani negli affreschi catacombali.

Per i Pitagorici, il Numero SETTE era l’unione del quaternario con il Ternario.

Il Tre era la rappresentazione del piano divino, della Perfezione, il Delta Divino.

Il Quattro era il quadrato, l’altro numero perfetto, da cui derivavano sul piano fisico tutti i numeri e tutte le cose.

Per i Pitagorici, il SETTE ERA LA PERFEZIONE ASSOLUTA DELL’UNITA’. Era il numero dei numeri, indivisibile, che non rappresenta nessun numero e nessun numero può generare.

Il Numero OTTO rappresenta l’eterno movimento del cosmo e la sua essenza infinita.

Il Numero Nove è il triplo ternario, simboleggia la nostra terra animata da uno spirito maligno e cattivo.

Il Numero Dieci ci riporta all’unità di tutte le cose, concludendo la Decade. È il simbolo della Divinità, dell’universo e dell’uomo.

La Croce e il XVIII°

La Croce del XVIII grado è filiazione della Croce Filosofica.

La Croce Filosofica ha poste alle quattro braccia le lettere I.N.R.I., la cui lettura reale vorrebbe dire scoprire l’epoca e l’origine della Croce Filosofica.

Porciatti ricorda che la chiesa rivendicò la paternità della Croce Filosofica, ritenendo che le quattro lettere fossero J.N.R.J., la scritta che secondo la tradizione evangelica, Pilato appose sulla croce e cioè “Jesus Nazarenus Rex Judaeorum”.

La scuola filosofica ritiene che I.N.R.I. corrisponda a “Igne Natura renovantur integra”, talvolta tradotta anche come “Igneum Natura Regenerando Integrat” che meglio si lega al pensiero filosofico.

Sul braccio superiore della Croce che corrisponde alla lettera “I”, è posto il pellicano con i sei piccoli che nutre beccandosi l’addome.

Questo è simbolo di amore risoluto e costituiva uno dei simboli del Cristianesimo.

Sotto al braccio inferiore è posta una torre, simbolo del potere terreno e alla sua destra una colonna avvolta dai dolori.

Lungo i lati troviamo la parola Raphandon.

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Al centro è posta, chiusa da un cerchio e con al centro la Rosa, la Croce Greca e alternate le parole “Pax Vobis I.N.R.I.”

Intorno a tutto il cerchio è ripetuta la parola Emmanuel e all’esterno nella parte superiore, le iniziali dei “Perfetti Sovrani Principi Rosa+Croce”.

Nella parte inferiore troviamo la scritta trentatré anni seguita dalla parola ebraica che vuol dire “vecchio”, quindi vecchio di trentatre anni, l’età del Grado.

Questa descrizione del simbolo del XVIII°, tratta liberamente dal Porciatti, che a sua volta si era rifatto ad uno scritto del Fratello A.Banfi del 1923, è la base di partenza per sviluppare l’intrinseco significato esoterico del XVIII Grado.

Il XVIII Grado di per sé non vive il dramma della morte e resurrezione del Nazareno, ma è una ben più ampia visione, che si ricollega proprio alla Croce Filosofica e quindi a qualcosa di ben più arcaico.

La stessa Croce Latina ne esalta il rapporto tra trascendente ed umano.

La croce, con il braccio inferiore, maggiore, è piantata al suolo in intimo rapporto con l’io terreno, e si proietta verso il mondo superiore, il Trascendente, con il braccio superiore.

La possiamo realmente vedere come L’albero della Vita ed intima unione del mondo materiale al divino.

È una visione ben diversa dalla Cristiana, che vede la Croce come l’albero della morte e non la proiezione della materia verso lo spirito, ma la resurrezione dei morti, come conclude Porciatti, “... il trapasso dal corporeo al soprasensibile, dal contingente all’immortale dello spirito….”

… Ogni rosa pregna di profumo narra i segreti del Tutto (Gialal ud-Din Rumi)

IPSE DIXIT

Giordano Bruno: un sentore di libertà

Articolo diffuso in Internet da Tiziana Ficacci (www.nogod.it) in data 16 febbraio 2010

Per Giulio C. Vallocchia, schiettamente percorso da eroici furori anticlericali, posto di fronte all’alternativa tra abiurare o morire, Bruno rispose: “che non deve né può ritrattare, e che non ha da ritrattare e che non ha materia di ritrattazione, e che non sa su cosa debba ritrattare”. La sentenza di morte per eresia fu pronunciata l‟8 febbraio del 1600. Bruno arse sul rogo alzato a Roma in Campo de‟ Fiori il 17 febbraio del 1600, l‟anno del Giubileo (Atti del processo a Giordano Bruno, Sellerio, € 9.00)

Roma 9 giugno 1889, domenica di Pentecoste, piazza Campo de’ Fiori è pavesata con stendardi colorati. Tutt’intorno alla piazza grandi tabelloni dove sono scritte frasi pronunciate da Bruno, come “tremate più voi nel pronunziare questa sentenza che io nell’ascoltarla”.

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Si inaugura il monumento a Giordano Bruno. Il filosofo è avvolto nel saio domenicano, un libro socchiuso fra le mani, il cappuccio abbassato sul viso, pensieroso e raccolto, in una severità accentuata dal bronzo della statua.

L’iscrizione dice “A Bruno, il secolo da lui divinato qui dove il rogo arse”.

Un corteo parte da piazza Esedra (che oggi si chiama piazza della Repubblica) alle 9. Secondo i giornali cattolici sono meno di cinquemila, per il Messaggero ventimila. In testa al corteo i reduci garibaldini, poi il rettore e i professori dell’università di Roma, i rappresentanti delle università straniere, quelli della municipalità con il sindaco di Roma, le associazioni di Nola, le logge massoniche.

Mancano esponenti del governo (presieduto da Francesco Crispi), ma ci sono membri della Camera dei deputati. Il percorso del corteo, che passa per via Nazionale e piazza Venezia prima di entrare in Campo de’ Fiori, è salutato festosamente dai romani.

L’oratore ufficiale della cerimonia è il repubblicano Giovanni Bovio, deputato dal 1876, massone. Come massone e anticlericale è Ettore Ferrari, deputato liberale e scultore del monumento. Al termine della cerimonia il corteo si reca al Campidoglio per rendere omaggio al busto di Garibaldi.

Una giornata memorabile per Roma, nera per il clero.

Il papa, che aveva minacciato di lasciare la capitale qualora fosse stato scoperto il monumento, passa la giornata digiuno e prostrato davanti alla statua di san Pietro mentre “l’idra rivoluzionaria debaccava per le strade della città”.

Il 29 giugno, festa di san Pietro e Paolo, in tutte le chiese di Roma si celebrano messe di riparazione, e l’aristocrazia romana si reca per una funzione in san Pietro. Il 30 giugno il papa Leone XIII denuncia l’oltraggio fatto alla Chiesa considerando il bronzo di Bruno il simbolo di “una lotta ad oltranza contro la religione cattolica”.

Civiltà cattolica, la rivista dei gesuiti, ascaro dell’attacco al mondo moderno, scrive che la statua di Bruno “segna il trionfo dei rabbi della Sinagoga, gli archimandriti della Massoneria e i capiparte del liberalismo demagogico”. La piazza Campo de’ Fiori “deve rinominarsi Campo Maledetto in attesa che al posto del monumento si erga una Cappella di espiazione al Cuore Santissimo di Gesù”.

E’ bene ricordare che la proposta di rimuovere la statua di Bruno dalla piazza fu avanzata dalla stampa cattolica nel 1929 in occasione della stipula dei Patti Lateranensi, incontrando però l’opposizione di Mussolini.

Il 17 febbraio 2010 alle 16.45 la storica Associazione nazionale del Libero Pensiero Giordano Bruno, insieme al Comune di Roma, deporrà corone e ricordi a Giordano Bruno in piazza Campo de’ Fiori.

… “Omnia munda mundis” (San Paolo)

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BREVI NOTE

La L.U.F 1905 è in Italia

Se nelle utopie geopolitiche la Padania trova un suo posto, perché non riservarne uno anche alla Massonia? La Massonia felix, una regione fraterna, multiculturale, transnazionale e multilingue, abitata da Liberi Muratori ed ormai ramificata in tutti i Continenti. Questa regione massonica virtuale esiste fin dal 1905 e si chiama Lega Universale Frammassona o, più propriamente, Universala Framasona Liga; un’Associazione non lucrativa fondata con lungimiranza in tempi in cui erano molto vivi i nazionalismi, composta solo da Maestri massoni attivi di entrambi i sessi, associati a titolo individuale in Gruppi Amministrativi liberi da ogni restrizione di Obbedienza, ma ufficialmente costituiti ed amministrati, secondo specifici standard e regole. Tutti i Fratelli o le Sorelle iniziati regolarmente, indipendentemente dall’Obbedienza e dal Rito, sono i benvenuti e possono chiedere di partecipare alle attività dell’Associazione, versando una modesta quota annuale. I Massoni di Nazioni nelle quali non esiste un Gruppo Amministrativo nazionale possono associarsi ad un Gruppo di un altro Paese. L’adesione si realizza tramite cooptazione. La L.U.F. incoraggia la comprensione tra gli uomini e la loro fratellanza attraverso varie azioni di sostegno e di assistenza essenzialmente costituite da riunioni, conferenze, commissioni di lavoro e scambi di testi informativi ed opere documentarie. Cordone ombelicale è un periodico trimestrale che viene inviato agli associati, insieme ad un tesserino di riconoscimento soggetto a vidimazione annuale. Tutti i Gruppi Amministrativi inoltre, in quanto membri della L.U.F. vengono convocati e partecipano di diritto alle varie Assemblee. La natura della L.U.F. la rende adatta principalmente a coloro che abbiano voglia di relazioni internazionali e che conoscano almeno l’inglese o il francese, anche se lingue ufficiali sono anche l’esperanto ed il tedesco e, tra breve, anche l’italiano e forse lo spagnolo. Nel corso dei centocinque anni di vita della L.U.F. in molti hanno tentato di formare un Gruppo Amministrativo italiano stabile, ma a quanto appare, senza mai esserci riusciti. Alcuni, al contrario, sostengono che esista già un Gruppo italiano. Riporto quanto appreso, per completezza di informazione, ma le informazioni raccolte e le prove da me viste (verbale della recente Assemblea LUF di Vienna, tesserini e documenti vari) mi consentono di ritenere che quello costituito nel 2010, sia effettivamente il primo Gruppo Amministrativo italiano, mentre non posso escludere che taluni Massoni italiani abbiano aderito in passato a gruppi esteri. Se riceverò ulteriori notizie od ulteriori precisazioni ne darò immediato conto.

Concludendo, a febbraio del 2010 si è costituito il primo Gruppo Amministrativo italiano L.U.F. 1905 – U.F.L. 1905, con sede in Roma. Al gruppo hanno dato la loro adesione Fratelli e Sorelle di varie Obbedienze italiane, inclusi massoni del GOI e di Palazzo Vitelleschi. Ricordo sempre che i lavori della L.U.F. sono profani e che si partecipa ad essi esclusivamente a titolo individuale, in abiti profani e prescindendo dalle Obbedienze di appartenenza. Presidente del Gruppo Amministrativo italiano è stato nominato il Fr Cel. Gra., Vice Presidente il Fr Wal. Cas. (sarà nominato un ulteriore Vice Presidente), Segretario il Fr Cla. Spa., Tesoriere il Fr Rob. Rau. ed Incaricato Internazionale il Fr Lui. Ben. Al termine della cerimonia è stata consegnata ai presenti una documentazione a corredo. Auguri e complimenti ai neo eletti nonché ai partecipanti a questa iniziativa che condivido, la quale potrebbe aiutare i Massoni italiani ad uscire dalla dimensione eccessivamente provinciale e particolaristica nella quale spesso si dibattono.

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Una dimensione così frammentata da vedere accanto a grandi Famiglie anche gruppi di pochi Fratelli, talvolta riuniti in una sola Loggia. Associarsi individualmente ad un Gruppo L.U.F. può essere un modo adeguato per iniziare un cammino di migliore conoscenza tra massoni di diverse Obbedienze e differenti culture.

ABBECEDARIO

Cassazione: solo le Logge segrete sono vietate

Articolo di Giuseppe Amato diffuso in Internet da IPSOA Gruppo Wolters Kluwer il 17/2/2010

La Cassazione esclude semplicistiche soluzioni interpretative nella individuazione delle associazioni segrete, come tali vietate dall’articolo 18 della Costituzione, facendo corretta applicazione dei rigorosi parametri valutativi imposti dalla legge 25 gennaio 1982 n. 17, contenente, come è noto, norme di attuazione dell’articolo 18 della Costituzione in materia, appunto, di associazione segrete e lo scioglimento dell’associazione denominata “Loggia P2”.

Secondo la Corte, perché una loggia massonica possa considerarsi “associazione segreta”, vietata dall’articolo 18 della Costituzione, con conseguente illiceità penale delle attività di promozione, direzione e partecipazione in forza del combinato disposto degli articoli 1 e 2 della legge 25 gennaio 1982 n. 17, occorre la positiva dimostrazione sia del carattere di “segretezza” [deve ritenersi segreta, secondo il richiamato articolo 1, l’associazione che occulti la propria esistenza ovvero che tenga segrete congiuntamente finalità e attività sociali ovvero, ancora, che renda sconosciuti, in tutto o in parte ed anche reciprocamente, i soci], sia dello svolgimento di un’attività diretta ad “interferire” sull’esercizio delle funzioni di organi costituzionali, di amministrazioni pubbliche, anche ad ordinamento autonomo, di enti pubblici anche economici, nonché di servizi pubblici essenziali di interesse nazionale.

Sulla base di queste premesse, rilevata la carenza di elementi atti a dimostrare l’esistenza di un’associazione segreta, la Corte ha annullato senza rinvio il provvedimento di sequestro probatorio di due opuscoli descrittivi dell’attività di una loggia massonica.

(Cassazione penale Sentenza 08/02/2010, n. 4999)

Ogni numero può essere letto e/o scaricato gratuitamente dal sito www.somi-massoneria.org Serenamente è stato ideato e fondato dal Fratello Alb. Vac.

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NIHIL DIFFICILE VOLENTI

SERENAMENTE massoneria e non solo

Numero 96 del 7 aprile 2010 EV

Sommario

Pag 2 Grazie alla Federico II Fiocco rosa a Taormina Nuove cariche romane Pag 3 Mostra sull’anti Massoneria Preghiere per Haiti e Cile Il ricordo fonte di vita Pag 5 Il Tempio della Notte 1799: Repubblica Napoletana Pag 6 Il Libro Sacro Pag 12 Primum Tempus Pag 13 Consiglio Centrale LUF a Padova Pag 14 Novità nel Titano Pag 15 Gran Maestro straniero al GOI L’Elemosiniere

Avvertenza - Gli articoli sono espressione della libera opinione del loro autore e non impegnano in alcun modo la linea editoriale di questo notiziario periodico, gratuito ed amatoriale, realizzato e distribuito in proprio, ad uso interno, dall’addetto alla redazione Fr  Alb. Vac. (E mail [email protected]). Per le notizie (ricavate da interviste, Internet o da vecchi documenti incompleti) dalle quali non siano desumibili il copyright, l’autore, l’editore, la fonte ecc., mi impegno a citare tutti i dati previsti o desiderati, non appena noti e, ove richiesto, ad eliminare, modificare e/o integrare eventuali periodi pubblicati.

INTER NOS

Grazie alla Federico II

Con fraterna e rinnovata cortesia, il Fratello Ben. Schi., a nome della RL Federico II all’Oriente di Bari nella Valle dell’Ofanto, all’Obbedienza della Serenissima Gran Loggia d’Italia, Palazzo del Sacramento – Napoli, ha inviato anche quest’anno un apprezzato contributo a sostegno di questo notiziario.

Fiocco rosa a Taormina

Il 20 marzo il SOMI ha festeggiato l’edificazione all’Oriente di Taormina (ME) Valle dell’Alcantara della RL Risorgimento n.31. Al MaestroVenerabile Rispmo Fratello Pan. Auc. ed a tutti gli Operai dell’Officina esprimo rallegramenti ed auguri di Buon Lavoro. Oltre la determinante azione condotta dal Fratello Pan. Auc., cui principalmente si deve riconoscere il merito di questa iniziativa, desidero ricordare anche il contributo del Fratello Rod. Gen. che, ha causa di una gravissima malattia, non ha potuto partecipare alle fasi finali né all’Innalzamento delle Colonne.

Nuove cariche romane

La recente Tornata elettorale della RL Madre HONOR all’Oriente di Roma, all’Obbedienza del SOMI – una Loggia che nei suoi sessant’anni di vita ha già gemmato cinque volte – ha prodotto i seguenti risultati:

Maestro Venerabile Cla. Siv. Tesoriere Mau. Pet. Ex Venerabile Ame. Jas. Elemosiniere Dja. Sai. 1° Sorvegliante Alf. Ant. 1° Diacono Lid. Per. 2° Sorvegliante Cla. Mor. 2° Diacono Rob. Cor. Oratore Pie. Bec. 1° Esperto Mau. A. De P. Segretario Giu. Rus. Esperto Terribile Luc. Leo. Maestro delle Cerimonie Ric. Pad. Esperto Tegolatore Alb. Vac. Copritore Interno Aug. Leo. Esperto Preparatore Alb. Vac.

La RL di Perfezione dei Maestri Segreti ARCADIA all’Oriente di Roma, all’Obbedienza del RSAA – Giurisdizione Italiana, ha rinnovato le sue cariche. Sono risultati eletti:

Potentissimo Mau. A. De P. Segretario Ste. Mar. Ispettore Cla. Siv. Maestro delle Cerimonie Mas. Sag. C. Esperto Pie. Bec. Tesoriere Cla. Ant. Esperto Aggiunto Pie. Mac. Capitano delle Guardie Giu. Val. Oratore Ale. Gua.

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Complimenti e Auguri di Buon Lavoro a tutti i neo eletti ed anche alla Sorella Mar. G. Ped. ed al Fratello Cel. Gra. recentemente nominati rispettivamente Presidente della Camera degli Eletti dei IX (9° grado) e Presidente della Camera dei Cavalieri Kadosch (30° grado).

Mostra sull’anti Massoneria

Alla Galleria ―Che Quadri‖ in piazzetta Antonini - Udine, dal 10 al 18 aprile, si svolgerà la mostra ―Anti Massoneria – 300 anni di storia‖ organizzata dalla Gran Loggia d’Italia – Palazzo Vitelleschi, Roma. La manifestazione avrà carattere itinerante ed è quindi attesa in altre località italiane ancora a me sconosciute.

Preghiere per Haiti e Cile

Il Fratello Jea. Tum. (Valentino S.I.I.R.+), ―Responsabile‖ di una Catena Martinista, invita a pregare per le vittime delle recenti catastrofi che hanno colpito i due Paesi. Coloro che desiderano conoscere la speciale preghiera suggerita, possono chiederla e la riceveranno via e mail o fax. Chi non conosce i recapiti del Fratello Jean può rivolgere la richiesta a ―Serenamente‖. Pubblico il testo del suo invito:

―Carissimi Fratelli e Sorelle, qualche settimana fa vi avevo chiesto di immettere nella vostra preghiera giornaliera una preghiera per il martoriato e amato Haiti, oggi vi chiedo di unire nella stessa preghiera anche il nostro caro Cile con tutti i feriti, la distruzione e la disperazione che conseguono al terribile terremoto. In questa solidarietà silenziosa che ci unisce al di là del tempo e dello spazio vi abbraccio con lo stesso calore che il vostro cuore mi trasmette continuamente. Ciao Valentino S.I.I.R+‖ … ―Non essere amati è solo sfortuna; non sapere amare è una tragedia‖. (A. Camus)

PENSIERI IN LIBERTA’ “ tavole e riflessioni “

Il ricordo fonte di vita del Fratello Mas. Sag. C. della RL Silvio Vigorito all’Oriente di Roma all’Obbedienza del SOMI

A noi massoni non piacciono le cose semplici. Tanto è che la via iniziatica per noi non è mai diritta.

Se è vero che la via più breve fra due punti è una linea retta, questa è anche la via più noiosa. La nostra via iniziatica invece è tortuosa, lunga, sofferta, ma ben più affascinante.

Ecco allora che per noi massoni anche la Morte non è una, ma triplice.

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Affrontiamo infatti, durante l'arco della nostra vita massonica: la morte iniziatica, la morte mistica, la morte fisica.

Moriamo tre volte in cambio di una vita eterna.

1 - La "morte iniziatica" diventa la condizione "sine qua non" di ogni rigenerazione spirituale e in ultima analisi, condizione essenziale dell'immortalità. Infatti non dobbiamo mai perdere di vista che la "morte iniziatica" significa al tempo stesso la fine dell'uomo naturale, non culturale, ed il passaggio ad un nuovo modo d'esistenza: quella di un essere che non vive unicamente in una realtà immediata. La morte iniziatica fa dunque parte integrante del processo "mistico" mediante il quale si diventa "un altro".

2 - La "morte mistica" è la capacità, da parte dell'iniziato, di porre la propria coscienza e quindi la propria entità pensante nelle medesime condizioni in cui verrebbe a trovarsi nello stato di "morte fisica"; pur rimanendo lo stato di vita e di coscienza. Simboleggia la "Putrefazione" della materia, tappa ineliminabile per ogni autentico processo di "Rinascita". Ed è in questo stato di morte apparente che poniamo le basi per la nostra immortalità. Iniziamo a vivere una vita in un realtà o piano diversi. Una realtà che ci legherà ad altri iniziati non con le azioni, ma con il Ricordo inciso nei nostri pensieri.

3 - La "morte fisica" a questo punto è piccola cosa perché appare come strumento di salvezza, quindi desiderabile perché utile e necessaria. Usciamo definitivamente dal piano fisico e, terminato il processo di "Putrefazione" con la morte mistica, ci avviamo alla Rinascita che ci porterà alla definitiva Immortalità. Così come la Crisalide, abbandoniamo il bozzolo che ci ha contenuto e come spirito, inteso come principio immateriale del pensare e del valere, ci libriamo nello spazio infinito, vivi, finché vivo sarà il pensiero, o memoria, o ricordo.

Ecco, il ricordo!

La prima azione che compie il Maestro delle cerimonie nel Tempio ancora immerso nelle tenebre è quella di accendere il Testimone, in memoria e quindi nel ricordo dei Fratelli passati all'Oriente Eterno.

E' la prima azione del Rituale di apertura dei lavori. E la prima celebrazione che affrontiamo all'inizio dell'anno massonico non a caso, è il rito funebre. Tutto questo ha un fine. Tutto questo significa: ricordare per dare. Dare una speranza ai vivi e una vita eterna ai morti.

E' in serate come questa, Fratelli, che mi sovviene una massima a me cara di Cicerone: "La vita dei morti sta nel ricordo dei vivi".

Per me che non credo nell'aldilà cattolico o nella reincarnazione buddista, niente altro mi dà forza come questo aforisma.

Perché il pensiero di Cicerone rafforza il concetto di immortalità che ci trasmette la massoneria.

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Teniamo in vita i nostri Fratelli, ricordandoli; e auguriamo allora lunga vita alla Loggia, affinché sempre ci sia uno di noi che ricordi.

"Fratelli cari, siamo ancora una volta insieme!".

DI TUTTO UN PO' " leggiamo insieme

Il Tempio della Notte conferenza del 19 marzo u.s. a Palazzo Serbelloni (Mi), segnalata dall’Elettmo Fratello Fra. Tot. della Gran Loggia Operà Appresso, uno stralcio della lettera-invito alla conferenza del Prof. Salvi Piazza.

―In località Gorla, a nord est rispetto al centro di Milano, è stato scoperto un tempio ipogeo, voluto e realizzato da Antonio Giuseppe Batthyany, appartenente ad una delle più antiche ed aristocratiche famiglie ungheresi, proprietario della villa e del giardino.

Il giardino ed il tempio sono stati progettati dall’architetto Gaetano Brey nel 1826.

Il tempio, che ha preso il nome di Tempio della Notte, è di aspetto neo-classico, con otto colonne corinzie, con un oculus nel tetto, che durante gli equinozi e i solstizi illumina l’interno, in modo peculiare.

La scoperta archeologica sta suscitando molto interesse a Milano. E’ molto probabile che il tempio fosse adibito a lavori massonici, considerato che all’epoca la Massoneria era molto attiva a Milano e ad essa aderivano gran parte degli aristocratici della città.

Questo Tempio della Notte, bellissimo esempio di architettura neo-classica in nord Italia, rappresenta un’importante ed affascinante eredità del periodo Austro-Ungarico nella nostra città‖.

1799: Repubblica Napoletana

Dell’influenza massonica sulle vicende della Repubblica napoletana del 1799 abbiamo altre volte discusso, addirittura, esaminando il testo della Costituzione redatta all’epoca, larghi tratti della quale, potrebbero essere accettati tra i principi della nostra Istituzione, per l’evidente affinità che se ne ricava.

In questi giorni, si sta attuando un progetto per il recupero delle spoglie di 27 caduti della Rivoluzione partenopea del 1799, sepolti nella Basilica del Carmine Maggiore. I resti di questi ―martiri giacobini antiborbonici‖, giustiziati nel 1799, dovrebbero essere trasferiti nel Mausoleo Matteo Schilizzi a Posillipo.

Il progetto, patrocinato dall’Enel, è promosso dal Rotary Club Chiaia e dal Centro Studi Sebetia-ter, quest’ultimo, spesso in evidenza per dibattiti ed azioni che diffondono positivamente l’ideologia massonica. Secondo i promotori, il Mausoleo di Posillipo dovrebbe diventare ―l’Altare della Patria del Sud, simbolo della pacificazione nazionale‖.

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Per i detrattori, la ―Repubblica partenopea‖ che costò oltre cinquantamila morti, fu un’applicazione utopica delle teorie della Rivoluzione francese sostenuta da Logge napoletane e da controversi interessi internazionali. In merito evidenziano come il 4 luglio 2009, il Gran Maestro del Grande Oriente di Francia, Pierre Lambicchi, intervenuto al convegno ―La Rivoluzione e la libertà a 210 anni dalla Primavera napoletana‖ organizzato dall’Istituto Italiano di Studi Filosofici e dalla Massoneria di Rito Scozzese, Obbedienza di Piazza del Gesù, ha richiamato lo ―speciale rapporto tra rivoluzione e massoni‖.

Anche il prof. Aldo Mola, noto studioso di storia della Massoneria, ha parlato di filiazione diretta tra Repubblica partenopea e logge massoniche.

Noi siamo orgogliosi della partecipazione di tanti massoni a quel sogno repubblicano o ad altri movimenti che si prefiggano di sostituire regimi oligarchici, con governi di natura democratica, ispirati ai principi propugnati già dal 1789 nella Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino. Come accade in tutte le guerre civili, ci sono luci ed ombre e le parti in conflitto considerano una stessa persona, ―rivoluzionaria terrorista‖ oppure ―martire irredentista‖ e l’interpretazione degli accadimenti storici appare sempre più di parte che obiettiva.

Non ci interessa, in questa sede, esprimere un giudizio critico, ma evidenziare con le parole di Sergio Ciannella, Gran Maestro Aggiunto di Palazzo Vitelleschi, a suo tempo riportate dall’Ansa, il ruolo ed il sacrificio dei massoni napoletani nella sfortunata lotta per la realizzazione di una Repubblica napoletana: ―Tutti i patrioti del ’99 erano massoni ed a 210 anni dalla repubblica partenopea vogliamo evitare che l’oblio si ripeta‖.

Senza un sogno utopico non sarebbe possibile l’affermazione degli ideali di Libertà, Uguaglianza e Fratellanza per sostenere i quali, affinché non restino uno sterile proclama, talvolta è necessaria la lotta contro gli oppositori, anche cruenta. Una lotta che non può escludere il sacrificio personale.

… ―Per vivere con onore bisogna struggersi, battersi, sbagliare e ricominciare da capo e buttare via tutto, e di nuovo ricominciare e lottare e perdere eternamente. La calma è la vigliaccheria dell’anima‖. (L. N. Tolstoj)

VERSO L’ARCANO nello Spirito, percorrendo la Tradizione...

Il Libro Sacro del Fratello Pie. Bec. della RL Madre HONOR all’Oriente di Roma all’Obbedienza del SOMI

Il libro è il simbolo della scienza e della saggezza, ma anche dell’universo e dei segreti divini che vengono confidati solo agli iniziati. Spesso il potere della conoscenza è rappresentato da un leone biblioforo, così come vediamo nell’emblema della Repubblica di Venezia. Nella leggenda del Graal la coppa viene spesso identificata con un libro, con chiara allusione alla ricerca della Parola Perduta.

Nella Massoneria italiana è denominato ―Libro Sacro‖ o ―Libro della Sacra Legge‖, quello che si pone sull’ara, o altare dei giuramenti. Si tratta dello stesso ―arredo‖ che nella Massoneria

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anglosassone è denominato come Volume of the sacred Law, spesso chiamato anche con l’abbreviazione VSL. È, assieme a Squadra e Compasso, una delle Tre Grandi Luci, sulle quali il candidato, chiamato a prestare la Promessa Solenne, stende la mano destra aperta.

Gli architettonici lavori della Libero-Muratoria non si aprono fino a che, dopo aver chiesto il MV al 1° Sorvegliante lo scopo per il quale ci riuniamo e ricevutane risposta con la formula rituale, quest’ultimo apre il Libro sovrapponendovi squadra e compasso. I lavori della Loggia, allo stesso modo, si chiudono soltanto quando il Libro della Legge Sacra è chiuso dal 1° Sorvegliante, sempre accompagnato dal Maestro delle Cerimonie.

Simbolo dell’antica sapienza è, per gran parte dei Massoni, di fatto la Bibbia, sintesi della spiritualità antica ma anche di quella ebraica e cristiana. Il Libro Sacro aperto significa che noi dovremmo regolare la nostra condotta secondo i suoi insegnamenti, è la regola e guida del nostro comportamento, è un simbolo del riconoscimento dell’uomo del suo rapporto con la Divinità. La squadra può essere vista come un simbolo della moralità, della veridicità e dell’onestà. Il compasso può significare il dovere che ci compete, è un simbolo di limitazione, di abilità e conoscenza. Il simbolismo di squadra è compasso è presente in molte sculture antiche ed illustrazioni. La squadra di un tagliapietre viene interpretata come raffigurazione della terra, mentre il compasso viene riferito all’arco del cielo. Così la loro unione rappresenterebbe l’unione di cielo e terra.

Il Volume della Legge Sacra può rappresentare anche la comunicazione di Dio all’Uomo attraverso le sacre scritture e scritti ispirati.

Il simbolo triplo può anche essere visto come rappresentante l’espressione della Divinità tramite la creazione di cielo e terra. Le Tre Gran Luci, questo simbolismo triplice, possono anche essere interpretate come la visione della natura umana diviso in tre parti - corpo, mente e anima. Allo stesso modo, le Tre Gran Luci sono le direttrici che guidano le tre nature: la Squadra il corpo, il Compasso la mente, ed il Volume della Legge Sacra l’anima.

I più attenti avranno osservato che — Libro Sacro o Volume della Sacra Legge —, esso, innanzitutto, non viene denominato Bibbia e che si è detto che è quest’ultimo testo sacro, comprendente Vecchio e Nuovo Testamento, che viene utilizzato dalla maggior parte dei Liberi Muratori. Infatti ogni popolo ha avuto ed ha tradizioni sacre spesso raccolte in un libro. Come i cristiani hanno la Bibbia, così gli ebrei hanno la Torah, gli indù i Veda, gli zoroastriani l’Avesta, i musulmani il Corano...

La Bibbia è dunque una parte indispensabile dell’―arredo‖ di una Loggia del mondo cristiano, soltanto e semplicemente perché è il libro sacro della religione cristiana. Tuttavia già nei paesi cristiani si notano delle differenze. La Bibbia utilizzata in Italia è già leggermente diversa a quella dei paesi anglosassoni, che utilizza la cosidetta King James Version, la versione autorizzata del re protestante Giacomo I del 1611.

Minori differenze vi saranno tra una Loggia italiana e, ad esempio, una Loggia greca, la prima utilizza la cosiddetta Vulgata (dichiarata autentica dal Concilio di Trento e poi modernizzata nel 1977 a seguito del Concilio Vaticano II), la seconda la cosiddetta ―Bibbia dei Settanta‖ utilizzata dai primi Padri della Chiesa. Credo sia interessante soddisfare in proposito alcune curiosità che può essere utile ricapitolare.

La loro utilità va intesa nel senso che, trovandoci di fronte ad una società sempre più multietnica e multireligiosa, i costumi già adottati da tempo in altri paesi dalla Massoneria Universale, nella sua Serenamente 7

infinita saggezza, possono essere di guida nell’affrontare frangenti che sono meno lontani da quello che ci appaiono. Prima di procedere nell’excursus, è opportuno considerare brevemente alcune delle caratteristiche del nostro Ordine che possono rendere più semplice la comprensione dell’uso di quello che noi Massoni chiamiamo Libro della Legge Sacra.

La prima è la credenza in un Ente Supremo. Tale credenza è un requisito essenziale per entrare a far parte del nostro Ordine e, allo stesso tempo, i Massoni credono che ciascun individuo abbia la libertà di professare la propria fede.

La seconda è che la Massoneria, come società iniziatica configuratasi storicamente nel 1717, accetta il libro delle sacre scritture che i Massoni Speculativi hanno adottato ereditandolo dalle Logge Operative e dal quale gran parte del nostro Rituale dipende a cominciare da quella che è la Leggenda centrale della Massoneria, quella di Hiram, che viene narrata nel 3° grado. In altri termini, la Massoneria come unica associazione iniziatica sopravvissuta nell’Occidente, è in larga parte radicata nel cristianesimo, anche se non solo come è evidente dai simboli presenti nel nostro Tempio (basti pensare, solo per fare qualche rapido esempio, alla menorah ebraica o candelabro a sette braccia, ai Minerva, Ercole e Venere ―pagani‖ o ―gentili‖, all’egiziaco delta luminoso, ai segni zodiacali caldaici).

Infine, in terzo luogo, un ruolo importante delle Sacre Scritture è quello di fornire un mezzo adeguato sul quale accettare e suggellare i nostri obblighi in modo che i candidati considerino tali promesse solenni e vincolanti. Ciò significa che la promessa del candidato deve venire sempre prestata sul libro sacro o libro della sua religione, da questi ritenuto più solenne e vincolante e perciò dovrebbe essere necessario che la Loggia sappia a quale religione appartiene il candidato.

Dal punto di vista storico la cerimonia dell’Iniziazione è l’esperienza rituale centrale entro la nostra Istituzione e di gran lunga la più eminente il cui punto focale risiede nel solenne pronunciamento di una promessa. Per conferirle maggiore intensità si fece ricorso alla potenza evocatrice del Libro Sacro precisamente con lo stesso significato con cui ancora oggi i presidenti degli Stati Uniti conferiscono maggior vigore al loro giuramento stendendo la mano sulla Bibbia.

Tra l’altro la credenza in un Ente Supremo e l’uso di un ―libro della legge sacra‖ — come sì è detto normalmente la Bibbia ma come vedremo è ammesso un altro libro sacro tradizionale per le Logge che operano in paesi diversi dall’Occidente cristiano —, sono tra gli elementi che fissano la ―regolarità‖ di dottrina della Massoneria ,deducendola dalla antiche Costituzioni di Anderson, anche se non mancano discussioni sulla loro interpretazione, dato che talune massonerie maggioritarie dei più importanti paesi latini (Francia, Spagna, America Latina) hanno perso a partire dal secolo scorso il riconoscimento della loro ―regolarità‖ dalla Gran loggia Unita d’Inghilterra, essendo accusate di ammettere nelle loro fila atei e di non utilizzare la Bibbia, avendola rimossa dal Tempio.

La presenza in Loggia del Libro Sacro è dunque garanzia delle istanze di sacralità, che sono connaturali alla Massoneria, a patto che si resti nei confini legittimi, cioè tra i paletti inamovibili dei Landmark, segnati dagli Antichi Doveri, dalle Costituzioni di Anderson e dai documenti analoghi ad essi fedeli, ossia di ―quella religione nella quale tutti gli uomini sono concordi, lasciando piena libertà alle convinzioni personali di ognuno‖.

In obbedienza a queste prescrizioni, i Liberi Muratori ―regolari‖ sono obbligati a professare la fede in Dio e nell’immortalità dell’anima.

Ma torniamo alla Massoneria ―regolare‖. Tenendo conto che Vecchio e Nuovo Testamento sono da considerarsi come volumi a sé stanti, sembra che allo stato attuale – nella Massoneria Speculativa o Serenamente 8

Moderna che si accinge a celebrare il suo terzo secolo di vita – vi siano non meno di sette soluzioni, anzi otto come vedremo, d’utilizzo del Libro sacro, presenti nelle Logge sparse in tutto il mondo, da Israele alla Nuova Zelanda, dal Marocco a Singapore.

Possiamo così riassumerle:

1. La Bibbia (Vecchio Testamento) per gli Ebrei; 2. la Bibbia (Vecchio e Nuovo Testamento – nelle diverse versioni cattolica, ortodossa e protestante) per i cristiani; 3. Il Dhammapada (La via del Dharma) per la grande corrente buddista mahayana (o ―grande veicolo‖) presente in Cina, Corea e Giappone (l’altra corrente presente in India, Ceylon, Birmania e Cambogia, la hinayana, non riconosce un Essere Supremo); 4. La Gîtâ per gli hindù; 5. L’Adi Granth, noto anche come Guru Granth Sahib, per i sikh; 6. Il Corano per i musulmani; 7. Lo Zend Avesta per parsi e zoroastriani.

Ognuno di questi libri sacri fa riferimento a una Divinità Suprema.

In una Loggia israelita, ove il solo Vecchio Testamento o Bibbia ebraica, composta da 24 libri e suddivisa in tre sezioni: la Torah (o Pentateuco, i primi cinque libri della Bibbia ebraica), i Nevi’im (―Profeti‖) e i Ketuvim (―Scritti‖), è la scrittura sacra della comunità di maggioranza potrà dunque accadere che, accanto alla Bibbia ebraica, sia inoltre aperto un Nuovo Testamento se sono presenti in Loggia membri cristiani.

Se sono presenti Fratelli musulmani sarà aperto anche il Corano. In entrambi i casi vi saranno collocati Squadra e Compasso.

In una Loggia di Singapore, nella cui Repubblica sono presenti vari gruppi religiosi, vi sono sempre tutti e sette i volumi sull’altare, di cui sei sono aperti. La Bibbia usata contiene entrambi i Testamenti ed è aperta soltanto sul Vecchio. Squadra e Compasso sono normalmente disposti sulla Bibbia, ma quando un candidato deve prestare promessa su un altro libro, un’altra Squadra e Compasso sono disposti su di esso. Il Corano è di regola tenuto chiuso fino al momento della ripetizione della promessa solenne e non deve essere toccato dalle mani nude di un non-musulmano.

I Fratelli, quindi, oltre a portare i guanti com’è uso in Loggia, tengono il libro sacro dell’Islam solitamente coperto da un panno bianco.

Nelle Logge hindù vi sono in genere sei libri sacri sull’altare, di cui cinque aperti — la Bibbia infatti è aperta soltanto sul Vecchio Testamento, e poiché non vi sono Massoni buddisti in India, manca il Dammapada. Durante le Iniziazioni Squadra e Compasso sono disposti sul libro dove dev’essere prestata la Promessa da parte del Candidato, mentre negli altri lavori normali sono disposti sul libro della fede del Maestro Venerabile. Altre Logge dell’India tengono soltanto la Bibbia sull’ara, e vi mettono uno degli altri libri quando richiesto dalla promessa solenne.

Del resto, questa visione dell’edificazione di un Tempio universale in cui si manifesta al meglio il Divino tra uomini, che, pur di fedi diverse — cattolici, anglicani, musulmani, hindù, sikh ed ebrei — fraternamente lavorano in Loggia fianco a fianco è raccontata da Rudyard Kipling nella suggestiva poesia Mother Lodge. La Loggia che egli rese celebre con i suoi versi è quella a cui fu iniziato nel 1886, la L―Hope and Perseverance‖ di Lahore nel Punjab indiano. Il futuro Premio Nobel per la letteratura fu iniziato da Serenamente 9

un MV hindù, promosso Compagno da un Venerabile musulmano ed elevato al grado di Maestro da un Venerabile inglese.

Ci sono diverse varianti sul modo di prestare la Promessa Solenne, oltre a quello in ginocchio con la mano destra sulla Bibbia, Squadra e Compasso al quale siamo abituati. A Singapore, i musulmani si inginocchiano, ma hanno il Corano tenuto sulla testa. In Israele i Fratelli di fede ebrea ortodossa promettono in piedi con le loro mani sull’antico testamento e con il capo inchinato verso di esso.

Dalla distruzione del tempio, infatti, gli ebrei non si inginocchiano, tranne che nel giorno dell’espiazione, lo Yom Kippur. I Fratelli ebrei, inoltre, tengono di solito il capo coperto con la piccola kippah quando sono in loggia, così come quando pregano in sinagoga dove non si presentano mai a testa nuda al cospetto del Signore, in segno di rispetto.

Il metodo della promessa inoltre varia da zona a zona. Alcuni cristiani, gli ebrei e alcuni musulmani suggellano la loro promessa baciando le sacre scritture. Altri fratelli toccano il Libro insieme con la mano e la fronte, altri si pongono innanzi al Libro Sacro a palme giunte di fronte al volto inchinandosi. Vi sono persino alcuni candidati buddisti che fanno bruciare una candela durante la loro promessa e considerano il loro voto vincolante solo quando alla fine si è estinta la fiamma.

Ma quel che è più interessante notare è che i tanti problemi, che possono risultare dalla riunione di Fratelli di così diverse fedi religiose, sono stati previsti e che sono state adottate tutte le procedure per promuovere la pace e l’armonia all’interno delle Logge e il bene della Massoneria in generale. Mentre altre sacre scritture possono essere introdotte in varie Logge quando il caso lo richiede, la vecchia bibbia effettua ancora la funzione tradizionale di Landmark, cioè di pietra miliare, del nostro Ordine che ha unito uomini di ogni paese, fede ed opinione, con la credenza fondamentale che sopra tutte le cose vi regna sempre un supremo ma unico Grande Architetto Dell’Universo.

Quel che stupisce è che ogni libro sacro parla all’uomo più che ad uno specifico popolo, fa godere di quella intelligenza che supera i limiti terrestri e contingenti. Il Libro Sacro dunque non va inteso esclusivamente come testo visibile ma come sapienza scritta oltre il tempo e lo spazio. È stato detto che il Libro sacro in Massoneria va inteso come simbolo del riconoscimento dell’esistenza dell’Essere Supremo e non come espressione di un credo religioso di ciascun Massone.

Ad esso, quale che sia il libro che viene esposto, possono attingere tutti gli iniziati. Il libro della Legge Sacra dice al Massone che il suo piano di lavoro è tracciato dall’alto e, se così non fosse, egli potrebbe correre il rischio di costruire un edificio effimero e traballante. Nel Salmo 127 (1-2) della Bibbia è scritto «Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori». Nel Dhammapada sta scritto «Come il contadino incanala l'acqua, come il fabbro raddrizza le sue frecce, come il falegname lavora il legno, così il saggio lavora se stesso».

Sono solo esempi. Si cadrebbe tuttavia in un equivoco sostanziale se si ponesse in relazione il contenuto della rispettiva Scrittura sacra con il Simbolo che rappresenta. Si tratta di un simbolo che allude alla relazione tra Uomo e Divinità e non di un riferimento al contenuto del libro che di volta in volta è impiegato.

Si può chiarire il senso riposto del rito massonico mediante un paragone: gli atti sacramentali della Chiesa hanno come obiettivo l’unione cioè il congiungimento con il Cristo. L’obiettivo del rito massonico è invece l’unione degli uomini tra loro. È dubbio che un avvenimento di questo tipo abbia carattere religioso. Irrazionale e misterioso comunque lo è ! Possiamo, a questo proposito, anche aggiungere alla descrizione delle sette varie soluzioni proposte nelle Logge sull’utilizzo del Libro Sacro, che vi sono Logge i cui componenti hanno fedi e credenze Serenamente 10

religiose miste in cui Esso è rappresentato da un libro non scritto (bianco) o edito in caratteri completamente scomposti e privi di senso: questo per consentire ad ognuno di leggervi quanto ritiene rappresentare il compendio superiore dei Sacri doveri e dei precetti da osservare. Il Libro Sacro identifica quindi la Luce che sovrasta ogni essere umano, non come autorità dogmatica, ma come espressione della fede in un ordinamento dell’intero Universo. Del resto rito significa etimologicamente ordine.

In questo senso non deve perciò menare scandalo, così come è accaduto in qualche Loggia, la lettura delle prime parole del Vangelo di San Giovanni all’apertura del Libro Sacro. Vogliamo qui sottolineare che all’apertura dei Lavori il Libro viene aperto dal Primo Sorvegliante come retaggio dell’antico Rituale Simbolico, che è quello perlopiù adottato nell’Europa continentale, mentre è aperto dall’ex Maestro Venerabile nel Rituale Emulation – nato in Inghilterra e molto praticato negli Stati Uniti (ma si tenga presente che circa venticinque Logge italiane - all'obbedienza del Grande Oriente d'Italia – seguono il rituale Emulation) sempre alla prima pagina del Vangelo di Giovanni.

Vi si sovrappongono poi il compasso, con le punte dirette verso Occidente nel Rituale moderno e verso Oriente nel Rituale Emulation, e la squadra, disposti a seconda del Grado in cui si svolgono i Lavori. In molte Logge vengono lette ad alta voce dall’ex Maestro Venerabile (Rito Emulation) o dal Primo Sorvegliante (Rito Simbolico) le sue prime parole: ―In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il verbo era Dio.‖

Il riferimento è dunque a quel processo di ―messa in ordine‖, continuamente riattualizzato dall’operare dell’iniziato, che ha portato alla manifestazione cosmica a partire dal principio supremo, che noi chiamiamo GADU. Guénon ricorda che ―come è espresso nei libri indù noi dobbiamo costruire, come i deva [cioè le divivinità] fecero all’Inizio‖. Del resto, questo è uno dei significati dell’apertura del Libro sacro in corrispondenza del Prologo del Vangelo di S. Giovanni, dove le prime battute ricordano l’atto di manifestazione dell’Universo ad opera del Verbo. Il richiamo a questo simbolismo condiziona non solo il carattere necessariamente rituale dell’operare, ma sottolinea ulteriormente come si tratti per l’iniziato di riprodurre costantemente in Terra l’Ordine Cosmico

Emblema massonico della spiritualità più elevata, a cui il Libero Muratore si ispira nell’impegno assunto di operare eternamente a sgombrare l’Ordine dal Caos, intende dunque unicamente rappresentare il principio del Sacro, cui è intimamente legato ogni essere umano. Quanto tale afflato universalistico permei l’Iniziato e quale vocazione al Sacro lo contrassegni, nella sua più ampia liberta d’espressione anche nel mondo profano, può essere dimostrato da qualche esempio. Restando in ambito italiano Massoni furono il pioniere dell’islamistica Michele Amari (1806-1889), il primo traduttore in italiano nel 1927 del Tao-teh-ching (libro sacro del Taoismo), Alberto Castellani, il traduttore del Vendidad (parte dell’Avesta zoroastriano), Francesco Adolfo Cannizzaro e lo storico delle religioni Raffaele Pettazzoni (1883-1959).

In molte parti del mondo, poi, le Logge allestiscono – direttamente o appoggiandosi a circoli culturali, università popolari, ecc. – conferenze e dibattiti sui vari sentieri del Sacro. A un giovane che scriveva qualche giorno fa ad un nostro carissimo Fratello chiedendogli ―Che vantaggio ha chi entra nella massoneria al giorno d’oggi?‖ il nostro Fratello ha così risposto: ―Chi entra in Massoneria oggi si procura indubbiamente un grandissimo vantaggio: quello di imparare a pensare ed a esprimersi liberamente, al di fuori da ogni possibile schema precostituito e senza tema di ripercussione alcuna.

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Una tale situazione – senz’altro ottimale per la realizzazione dell’Individuo nella sua completezza - purtroppo non trova una analoga corrispondenza nella cosiddetta vita profana. E questo, oltretutto, può in parte spiegare il motivo per cui la Massoneria è stata ed è a tutt’oggi così fortemente avversata e volutamente fraintesa da chi costruisce — nella coercizione ideologica — la base del proprio potere.

Conclusioni

Nell’affrontare il tema proposto, si sarà compreso che il Libro della Legge sacra (solitamente la Bibbia), che sta con la Squadra e il Compasso, è un simbolo d’ordine iniziatico e simbolizza la luce verso la quale tende la ricerca spirituale e insieme efficacemente operativa del Frammassone.

Volevo lasciare per ultima l’interpretazione alchemica, così brillantemente riassunta da Fulcanelli ne Il Mistero delle Cattedrali, lasciandola alla riflessione di tutti i Fratelli, me compreso. Afferma il misterioso Grande Iniziato: ―… vediamo la materia prima dell’Opera espressa simbolicamente da un libro ora aperto, ora chiuso, secondo ch’essa sia stata lavorata o sia appena estratta dalla miniera. Talvolta, quando questo libro è raffigurato chiuso, indicando cosi la sostanza minerale grezza, — non è raro vederlo anche sigillato da sette bande; sono il segno delle sette operazioni successive che permettono di aprirlo poiché ciascuna di esse spezza uno dei sigilli di chiusura. Tale è il Gran Libro della Natura, che racchiude, nelle sue pagine, la rivelazione delle scienze profane e quella dei misteri sacri. È un libro dallo stile semplice, di facile lettura, a condizione, però, che si sappia dove trovarlo, — cosa assai difficile, — e che, soprattutto, lo si sappia aprire, — cosa che è ancora più laboriosa.‖ HO DETTO

IPSE DIXIT

Primum Tempus

Riproduco, previa autorizzazione, la Balaustra che il Serenissimo Fratello Dom. V. Rip. M., Gran Maestro della Gran Loggia Phoenix degli ALAM ha inviato, in occasione dell’inizio dell’Anno Massonico ai suoi Affiliati. Considero questa Balaustra, fieramente esortativa e celebrativa, un’utile lettura per tutti i Massoni non per lo stile letterario, ma per lo stile massonico che esprime. Uno stile ricco di positività e di intenzioni condivisibili, forse troppo aulico, ma così, spesso, usano fare molti Gran Maestri o Sovrani GG. CC.

Fratelli Carmi, con l’incisione di questa Somma Balaustra, celebriamo il Primum Tempus, dando inizio in armonia e giubilo al nuovo Anno Massonico. Abbiamo voluto visitare personalmente tutti gli Orienti e le Nostre Case Massoniche, per condividere con i Venerabili Maestri ed i Fratelli lo sviluppo del progetto voluto. Gli Architettonici Lavori ad oggi compiuti attestano l' amorevole impegno svolto dai FF nelle Officine, tesi a concretizzare il Nuovo Corso al quale la Gran Loggia Phoenix degli ALAM ha voluto dare la genesi. Ci riuniamo solennemente nei Templi per edificare con la Nostra Opera quanto enunciato e condiviso nella fase costituente. Vivere insieme un’idea che prende stupendamente forma e si plasma in concreta attualità, osservare una crescita umana spirituale e qualitativa nei neofiti, ci inonda il cuore di gioia.

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Aver custodito nei lustri la più ortodossa Tradizione, consente ai Nostri Maestri, con fierezza di trasmetterla in mani sicure di generazioni di nuovi Massoni, che con fedele dedizione hanno intrapreso nella Gr L Phoenix il Cammino di Luce. Il fiero distacco che ci porta a non cercare eserciti numerosi, ma selezionate ed attente minoranze attive, formate da Iniziati consapevoli dell’importanza del percorso intrapreso, aiuta a comprendere che quanto nelle corali Tornate di Costituzione si era amorevolmente condiviso con i Fratelli Fondatori, era Giusto e Perfetto. La Saggezza, la ponderatezza e l’equilibrio, devono continuare ad essere le linee guida del Nostro pensiero ed operato, lungi da derive auto celebrative e tronfi proclami, che altrove riempiono un assordante NU L LA. La Sacralità del Tempio continua ad essere il fulcro degli Architettonici Lavori, trovando nello spazio Sacro la Forza che unisce i cuori di Noi tutti, indirizzando comuni intenti. La Gran Loggia Phoenix è un laboratorio di idee, che con puntuale e geometrica precisione plasma concreti sviluppi in un programma voluto e condiviso, teso a ridonare lustro alla Nostra Istituzione. Il percorso Latomistico deve mantenere dei precisi connotati fulgidi, che poco hanno a che spartire con la profanità. A Noi FF tutti, l’onere di continuare nel Solco della più ortodossa Tradizione, certi che sia il modo più consono per condurre con serietà gli Architettonici Lavori, mai dimenticando quanto i Maestri Passati con amorevole dedizione, dalla ―Bocca all’Orecchio‖ ci hanno trasmesso nel più che secolare cammino che la vera Massoneria ad oggi ha compiuto. Siamo lieti di non dover ostentare nulla, di essere con pacatezza consapevoli di quanto di buono alligni all’interno delle Colonne delle Nostre Officine. La Massoneria italiana, ha bisogno di quiete, di introspezione e di attenta analisi e soprattutto di silenzio, lontano dai riflettori della ribalta, da una volgarizzazione spregiudicata e dall’inutile clamore. La Parola va sussurrata, mai gridata, poiché è il silenzio che da sempre contraddistingue l’Iniziato, non il fragore. Uniamoci tutti in un immensa Catena d 'Amore, che possa donarci la Gioia pura di proseguire questo Nostro Cammino fortemente voluto e come tutte le cose desiderate ed attese, pregno di infinita soddisfazione. Che il Grande Architetto ci Assista.

Dal Sommo Oriente di Roma, sede del Governo dell’Ordine ll Primo giorno del I mese dell'Anno di Vera Luce 6010 - 1 Marzo 2010 dell'EV Con il Serenissimo Triplice Fraterno Abbraccio

BREVI NOTE

Consiglio Centrale L.U.F. a Padova

La ―Città del Santo‖ ha ospitato un week end di lavoro della Lega Universale Framassonica (anche Lega Universale di Framassoni), finalmente presente in Italia.

Complimenti al Fratello Lui. Ben. per quanto i Massoni Patavini hanno saputo organizzare, riscuotendo un forte plauso, confermato dall’apprezzamento che la Presidenza Internazionale ha espresso: ― I FF.*. Raymond Ekchian – Presidente UFL, Serge Lubin Vice Presidente Mondiale UFL, Adsi Pohl Presidente Austriaco UFL 1905, ringraziano tutti i FF.*. e S.*. per l’accoglienza che è stata riservata loro. Era tutto semplicemente “Regale”. Hanno veramente Serenamente 13

sentito il calore massonico e l’entusiasmo di tutti. Sono sicuri che il gruppo nazionale italiano farà un buon lavoro e ingrandirà la Grande Catena d’Unione. Ringraziano ancora l’equipe organizzatrice.”

Il Fratello Cel. Gra. Presidente del Gruppo Amministrativo Italiano comunica con soddisfazione che i Fratelli italiani sono stati incaricati di organizzare a Roma la prossima Assemblea Generale e cortesemente invia il seguente resoconto dell’incontro di Padova:

―Avvalendosi del supporto logistico dei Fratelli padovani, il Consiglio Centrale della Lega Universale Framassonica (LUF – 1905) si è riunito il 6 marzo u.s. in Italia, più precisamente a Padova, per sottolineare i sentimenti di amicizia che hanno accompagnato l’ingresso del Gruppo Amministrativo Italiano nella Famiglia.

Accertata la conformità alle regole statutarie della documentazione presentata dalla delegazione italiana, il Consiglio ha fatto proprie la decisioni da questa espresse nel suo atto fondativo, con particolare riferimento alle cariche sociali ed alla sede legale stabilita in Roma. Ha quindi assegnato al Gruppo Amministrativo Italiano l’esclusivo diritto di rappresentare la Universala Framasona Liga (i massoni che fondarono la LUF nel 1905 vollero privilegiare l’esperanto e quindi gli acronimi internazionali protetti per legge sono sia UFL – 1905 sia LUF - 1905) sull’intero territorio nazionale ed ha invitato il suo presidente, Celestino Grassi, a partecipare immediatamente ai lavori a pieno titolo e con diritto di voto.

Raymond Ekchian, presidente internazionale della UFL 1905 ha continuato a dirigere i lavori che si sono svolti all’interno di una storica sala gentilmente messa a disposizione dall’Amministrazione Comunale. Dopo l’approvazione del verbale del precedente Consiglio tenutosi a Vienna il 5/12/2009, hanno relazionato sulle iniziative e sulla situazione di alcuni Paesi aderenti (Svizzera, Canada, Uruguay, Siria) la Sorella Claudine Dessagne ed il Fr:. Victor Jaks, rispettivamente Tesoriere Generale e Segretario Generale.

I presenti sono poi stati aggiornati dal Fr:. Carlheinz Dittrich, presidente del Gruppo Amministrativo Tedesco, in merito al portale della UFL – 1905 (www.ufl-luf.org) e sull’edizione elettronica della rivista UFL ―La Heroldo‖. Sempre in onore della rappresentanza italiana è stato deciso che la prossima Assemblea Generale si terrà in Roma il 4 dicembre 2010.

Nel pomeriggio, terminati i lavori, i convenuti (una cinquantina) hanno goduto della squisita ospitalità offerta dai Fr:. dell’ Accademia ―Quantitas qualitatis‖ i quali hanno organizzato una visita guidata nel centro storico di Padova, culminato con una dotta conferenza plurilingue nella Sala Egizia del Caffè Pedrocchi, i cui contenuti esoterici sono stati illustrati dai Fr:. Antonino Librici e Paolo Francesco Brunello.

La serata si è conclusa in un elegante locale con un’agape fraterna scandita dai tradizionali brindisi.

Novità nel Titano

Dalla stampa locale apprendo che il Serenissimo Fratello Italo Casali è il nuovo Gran Maestro della Serenissima Gran Loggia della Repubblica di San Marino, una solida ed apprezzata Obbedienza che vanta moltissime relazioni internazionali.

Al neo eletto, insediatosi a fine marzo, formulo complimenti ed auguri.

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Gran Maestro straniero al GOI

Due decisioni a mio giudizio significative sono emerse, tra le altre, nella recente Gran Loggia del GOI riunita a Rimini. La prima è relativa al voto espresso a larga maggioranza per porre fine alle dispute emerse a suo tempo, in occasione della riconferma del Fratello Gustavo Raffi a Serenissimo Gran Maestro. La ritrovata concordia della maggiore Obbedienza italiana non può che far bene, oltre che a loro, anche al buon nome dell’intero movimento massonico italiano. Chi potrebbe pretendere di Lavorare al Bene dell’Umanità se non riuscisse neppure a Lavorare per il Bene della propria Famiglia? La seconda è la nomina a Gran Maestro Onorario del GOI, del Fratello Thomas Jackson, Segretario Esecutivo della Conferenza delle Grandi Logge degli USA. E’ la prima volta che uno straniero riveste questa Dignità all’interno del Grande Oriente d’Italia. Credo che abbiano contribuito a ciò, oltre ai meriti personali, sia la Massoneria italo- americana, presente a Rimini con le RRLL Garibaldi e Mazzini all’Oriente di New York, sia ―la simpatia‖ che l’efficace opera diplomatica del Fratello Osc. Bar. riuscì a suscitare negli anni ’90, nel suo arduo tentativo di promuovere Logge italo-americane in Italia.

ABBECEDARIO

L’Elemosiniere

A tutti i massoni sono note le Funzioni del Tesoriere e dell’Elemosiniere. Spesso i due incarichi sono ricoperti da un unico Fratello o addirittura si sovrappongono, ma in realtà sono due incarichi ben distinti. Non voglio farla lunga con definizioni pignole che ciascuno potrà leggersi negli Statuti Generali dell’Ordine, è sufficiente precisare che il Tesoriere è un contabile che amministra i fondi della Loggia, gestendo separatamente quelli provenienti dal Tronco della Vedova che non possono essere usati altro che per la beneficenza verso i profani (privati od enti), ed eccezionalmente anche verso Fratelli in reali difficoltà economiche. Questi ultimi dovrebbero essere aiutati comunque, se si può, indipendentemente dai Mattoni del Tronco. L’Elemosiniere, invece, è ―l’Ufficiale di seconda classe‖ che provvede concretamente, da solo o con altri Fratelli di supporto, alla elargizione delle somme provenienti dal Tronco della Vedova (o Sacco della Beneficenza) in adempimento alle decisioni assunte in merito dalla Loggia. Una volta, quando c’era più formalità (ma non dico che fosse meglio), per gli incarichi in Loggia (Funzioni) si usavano queste definizioni: Dignitari (le tre Luci), Ufficiali di prima classe (Oratore e Segretario), Ufficiali di seconda classe (le altre Funzioni) e Operai (tutti gli altri). Ai Fratelli inoltre spettava il titolo di Rispettabilissimo (Venerabile o Ex Venerabile), Rispettabile (Maestri), Carissimo (Compagni) e Caro (Apprendisti). Ex Venerabile era solo il Venerabile immediatamente precedente a quello in carica ed a lui, durante le Tornate di Loggia, spettava il posto all’Oriente, a destra del Venerabile. Gli altri vecchi Venerabili, secondo le varie abitudini, ma anche considerando il carisma della persona, potevano sedere anch’essi all’Oriente o tra le Colonne o rivestire Funzioni utili all’attività dell’Officina.

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I Venerabili istallati ed istallatori (Trono di Salomone) erano i soli a poter iniziare i Maestri e acquisivano il diritto di vestire il grembiule con le Tau rovesciate.

Perché il Loggia c’è un Elemosiniere specifico, se la forma di carità più alta è il dono di se stessi? Ovviamente non ci sono contrasti tra ciò che ogni massone può fare singolarmente e ciò che un’Officina delega ad un suo rappresentante: come sempre, occorre indagare sui simboli e sollevare il velo delle allegorie. E’ sempre arduo, in Massoneria affidarsi a definizioni assolute, essendo complesso e aggrovigliato il filo della matassa, ma a me piace ricondurre anche la funzione di Elemosiniere a San Giovanni, questa volta, però, Elemosiniere. E così i San Giovanni diventano tre: Battista, Evangelista ed Elemosiniere: d’altra parte in Massoneria ―facciamo tutto per tre‖ … San Giovanni Elemosiniere, nato nel 556 a Cipro, fin da piccolo distribuì elemosine ai bisognosi. Da adulto dedicò la sua vita ai poveri, che chiamerà ―i miei signori e padroni‖ attribuendo ad essi la capacità di aprire le porte del Paradiso, forse guidato dal noto Discorso della Montagna, ―Beati gli umili…‖che sublimò un suo intimo sentimento d’amore caritatevole. Nonostante fosse figlio di una famiglia ricca e nobile, condusse vita austera ed ascetica, ispirandosi ai ―Padri del deserto‖, gli anacoreti eremiti del IV secolo. La fama della sua santità si diffuse rapidamente tanto da essere nominato Patriarca di Alessandria d’Egitto per acclamazione popolare. Trasformò la città in un centro di virtù istituendo scuole, ospedali, orfanotrofi, ricoveri, chiese e case di riposo. Si dice che ogni giorno distribuisse elemosine ad oltre 7.000 poveri, da qui il soprannome di Elemosiniere. Chi meglio di lui, Elemosiniere per antonomasia, può essere ispiratore ed emblema dell’Elemosiniere di Loggia, cioè dell’elargitore della beneficenza? Naturalmente considerandolo come esempio di virtù e non come santo Cristiano, in ossequio alla nostra nota posizione verso la religione e la politica.

―Mentre tu hai una cosa, questa può esserti tolta. Ma quando tu la dai, ecco, l’hai data. Nessun ladro te la può rubare. E allora è tua per sempre‖. (J. Joyce)

Ogni numero può essere letto e/o scaricato gratuitamente dal sito www.somi-massoneria.org Serenamente è stato ideato e fondato dal Fratello Alb. Vac.

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NIHIL DIFFICILE VOLENTI

SERENAMENTE massoneria e non solo

Numero 97 del 17 maggio 2010 EV

Sommario

Pag 2 Oriente Eterno: Rodolfo Convento di Telese: un successo Grande Oriente di Francia: sì a transessuali e donne Pag 3 L.U.F. 1905 e Dante Alighieri Nell‟importanza del Silenzio… la Voce come un Rumore Pag 6 Che Guevara massone Conoscenza, felicità e virtù Pag 7 Razionalità e pensiero magico Pag 12 Chi sono i Cavalieri di Malta? Pag 14 OSMITH: complimenti Pag 15 Cena Mistica, Agape

Avvertenza - Gli articoli sono espressione della libera opinione del loro autore e non impegnano in alcun modo la linea editoriale di questo notiziario periodico, gratuito ed amatoriale, realizzato e distribuito in proprio, ad uso interno, dall’addetto alla redazione Fr  Alb. Vac. (E mail [email protected]). Per le notizie (ricavate da interviste, Internet o da vecchi documenti incompleti) dalle quali non siano desumibili il copyright, l’autore, l’editore, la fonte ecc., mi impegno a citare tutti i dati previsti o desiderati, non appena noti e, ove richiesto, ad eliminare, modificare e/o integrare eventuali periodi pubblicati. INTER NOS

Oriente Eterno: Rodolfo

Il Fratello Rodolfo Gentile dell‟Oriente di Catania, dopo lunga e sofferta malattia, il 2 aprile scorso, ha raggiunto l‟Oriente Eterno unendosi ai Fratelli della Gran Loggia Universale che tutte le Logge onorano nel Fuoco del Testimone. Rodolfo nell‟ultimo anno di vita, approfittando delle poche pause di serenità che le terapie gli consentivano, si è speso con entusiasmo in favore della Massoneria locale, ed in particolare ha fortemente caldeggiato, insieme al Fratello Pan. Auc., l‟ingresso nel SOMI di alcuni Fratelli siciliani riuniti nella Rispettabile Loggia Risorgimento all‟Oriente di Taormina. Ho già avuto occasione di esprimere a voce il cordoglio del SOMI e mio personale, alla sua vedova, ed ora, da queste righe, rinnovo la mia commossa partecipazione certo di interpretare sentimenti comuni di tutti i membri della nostra Famiglia.

Convento di Telese: un successo articolo del Fratello Cel. Gra.

Il Convento del SOMI conferma la sua validità. Quest‟anno l‟evento si è tenuto a fine aprile nell‟antico Sannio presso il Grand Hotel di Telese, a pochi chilometri da Benevento. La scelta si è dimostrata particolarmente felice: la bellezza dei luoghi, l‟eleganza ed i servizi dell‟albergo rapportati ai costi, la qualità della cucina, hanno ripagato il viaggio un po‟ più lungo che molti hanno affrontato.

La partecipazione, al solito è stata attenta e numerosa è si è concretizzata in oltre cento presenze. Molti e graditi gli ospiti, anche di altre Obbedienze, fra i quali piace citare il Serenissimo Fratello Luc. Gra., che ha anche condotto una parte dei Lavori del Convento. Numerosi e ben articolati gli interventi dei vari oratori, equamente distribuiti nel week end.

Le relazioni di sabato hanno trattato dell‟attualità dei Landmark e delle caratteristiche dell‟esoterismo. Nella mattinata di domenica il tradizionale filone dell‟ Homo faber si è soffermato sui protagonisti del „700.

Al termine dei lavori molti hanno visitato i dintorni privilegiando, oltre che le vestigia storiche, i mercatini dell‟antiquariato, le botteghe artigiane, le sagre enogastronomiche di cui è ricca la zona.

Nei prossimi numeri contiamo di pubblicare alcune delle Tavole incise per l‟occasione, eventualmente dividendo su più numeri del notiziario quelle di particolare lunghezza.

Grande Oriente di Francia: sì a transessuali e donne

Dopo una decennale discussione, lo scorso anno, il Serenissimo Gran Maestro del Grande Oriente di Francia Fratello Pierre Lambicchi ha incaricato la Camera Suprema di Giustizia Massonica di esprimersi definitivamente sulla questione delle donne in Massoneria. Dopo lunghe ed approfondite riunioni i Magistrati Supremi hanno sentenziato che i Regolamenti non prevedevano alcun espresso divieto ostativo all‟ingresso delle donne in

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Massoneria, pertanto questa importante ed antica Obbedienza francese, costituita nel 1733, ha approvato lo scorso 8 aprile, con un consenso che si dice vicino al 90%, l‟Iniziazione delle donne. I Fratelli transalpini peraltro erano andati già ben oltre, infatti, il 21 gennaio scorso, avevano proclamato “Sorella” la nota transessuale Olivia Chaumont. Concordo con la decisione. Ho sempre sostenuto che non deve essere impedito ad una donna, ma neanche ad un ermafrodito, ad un asessuato o ad un transessuale di essere Massone. Le leggi italiane, quelle che giuriamo di osservare, escludono che questioni che chiamerei di privacy o di opinione possano essere usate come criterio discriminatorio o addirittura che possano essere domandate o investigate. Le nostre Tegolature prevedono approfondimenti di ben altra tipologia e le nostre Tradizioni, infatti, prevedono come criterio di ammissione che un candidato debba essere Libero e di Buoni Costumi, affermando inoltre che: “Un Massone è obbligato per il Giuramento ad obbedire alla legge morale e, se egli comprende rettamente l'arte, non sarà mai uno stupido ateo o un libertino irreligioso”. Ricordiamoci però, che per ben comprendere il significato esatto di queste parole, dobbiamo saper penetrarne l‟arcano velato.

L.U.F. 1905 e Dante Alighieri articolo del Fratello Cel. Gra.

Venerdì 28 maggio, presso il ristorante Cecilia Metella di Roma, con inizio alle ore 19,30, la L.U.F. 1905 organizzerà una serata conviviale: è prevista una relazione del noto giornalista e scrittore Gian Maria Molli dal titolo “Dante Esoterico”.

Il tema ha già suscitato notevole interesse, dato che molti ricordano la terzina “o voi ch‟avete li intelletti sani, / mirate la dottrina che s‟asconde / sotto il velame de li versi strani”.

Sia per l‟importanza del relatore sia per la favorevole accoglienza che le iniziative del Gruppo Amministrativo Italiano dell‟ultra centenaria Liga Universalia Framasona hanno fin qui raccolto, si prospetta un lusinghiero successo per l‟interessante iniziativa alla quale sono già state espresse numerose adesioni.

PENSIERI IN LIBERTA’ “ tavole e riflessioni “

Nell’importanza del Silenzio… la Voce come un Rumore

Tavola della Sorella Sab. Mos. della RL Silvio Vigorito n.13 all’Oriente di Roma all’Obbedienza del Sovrano Ordine Massonico d’Italia

Risp.le Maestro Venerabile, cari FF tutti, Vi è un detto: “ Le parole sono preziose, ma più prezioso è il silenzio ” Quante volte durante il giorno ci capita di dire qualcosa che sarebbe stato meglio tacere! Quante volte disturbiamo la pace del nostro ambiente con una involontaria mancanza di silenzio. Quante volte riveliamo le nostre limitazioni, che avremmo potuto nascondere, se solo avessimo taciuto! Quante volte, benché desiderosi di rispettare gli altri, non riusciamo a farlo, perché non sappiamo tacere. Per un uomo che vive in questo mondo un grande pericolo sta in agguato, il pericolo di confidarsi con una persona, con la quale non voleva confidarsi.

Malgrado la nostra saggezza, possiamo fare uno sbaglio, se non abbiamo un buon controllo nelle parole che usiamo. Di questa verità troviamo facilmente degli esempi: coloro che parlano molto, Serenamente 3 hanno minor potere di coloro che parlano poco. Una persona loquace può non essere in grado di esprimere un'idea in mille parole, mentre chi è padrone del silenzio, sa esprimersi con una sola parola. Inoltre, una parola dice meno di quanto sappia esprimere il silenzio. La nota fondamentale di una vita armoniosa è il silenzio.

Il silenzio è lo scudo degli ignoranti e la protezione dei saggi. Perché l'ignorante cela la sua ignoranza col tacere, e il saggio non getta le perle ai porci, se conosce il valore del silenzio. Quando una persona parla troppo, dà segno di irrequietezza. Più parole vengono usate per esprimere un'idea, meno forza hanno. È un vero peccato che si pensi cosi spesso a risparmiare i centesimi e mai a risparmiare le parole. E come conservare ciottoli e gettare vie perle.

Per un po' di tempo, si lotta con se stessi; si cerca di controllare gli impulsi; poi però, la stessa cosa si trasforma in forza. Veniamo ora alla spiegazione più scientifica e metafisica del silenzio. Le parole consumano un certo quantitativo di energia e il respiro, che dovrebbe portare nuova vitalità al corpo, viene ostacolato nel suo ritmo normale, se si parla costantemente. Non è che una persona nervosa parli troppo; è il parlare tanto che la innervosisce.

Dove imparare il raccoglimento? Nel silenzio. Dove praticare la pazienza? Nel silenzio, Il silenzio praticato durante la meditazione è ancora un'altra cosa. Silenzio significa che dovremmo badare a ogni parola e a ogni azione che facciamo: questa è la prima lezione. Ogni persona veramente meditativa, ha imparato a servirsi del silenzio, naturalmente, nella vita di ogni giorno. Chi ha imparato il silenzio nella vita di ogni giorno, ha già imparato a meditare Una persona che desidera imparare l'arte del silenzio deve decidere, per quanto lavoro abbia da fare, di conservare nella mente il pensiero del silenzio È come una persona che va in chiesa una volta alla settimana e negli altri sei giorni tiene i propri pensieri il più lontano possibile dalla chiesa.

A un re persiano, molto pio, il primo ministro chiese: “ Voi meditate gran parte della notte e lavorate tutto il giorno. Come è possibile? ”. E lo Shah disse: “ Durante la notte sono io che inseguo Dio, durante il giorno è Dio che mi segue “. La stessa cosa avviene col silenzio: chi cerca il silenzio, sarà cercato dal silenzio. Ed è cosi con tutte le cose che desideriamo: se le cerchiamo abbastanza, esse, col tempo, ci seguono da sole.

Il fatto è ciò di cui si può parlare - la verità ciò che non può essere tradotto in parole. La gente discute di dogmi, di credenze, di principi morali, in base alle proprie nozioni. Ma arriva un momento, nella vita di un uomo, in cui tocca la verità, ma non sa trovare le parole adatte a esprimerla e tutte le discussioni, le dispute e le argomentazioni crollano. In quel momento egli dice: “ Non importa chi ha sbagliato, tu o io. Ora desidero soltanto correggere il torto ”. Giunge anche il tempo, in cui le continue domande che uno fa a se stesso, su questo e su quello, si esauriscono, poiché la risposta sorge dallo spirito ed è ricevuta in silenzio.

La tendenza generale dell'uomo è quella di ascoltare tutto ciò che giunge da fuori - e non è solo l'orecchio ad essere aperto al mondo esterno, all'orecchio è attaccato il cuore. Il cuore che ascolta le voci provenienti dal mondo esterno dovrebbe voltargli le spalle e attendere pazientemente fino a quando non riuscirà a udire le voci che giungono dall'interno.

L'arte del silenzio si può imparare ovunque: in tutta la vita, per quanto impegnati, si può mantenere il silenzio.

Cerchiamo il silenzio e lo fuggiamo, nello stesso tempo. Dove si ascolta la parola di Dio? Nel silenzio. I veggenti, i santi, i saggi, i profeti, i maestri hanno udito la voce che viene dall'interno, avendo reso se stessi silenziosi. Con ciò voglio dire che una volta raggiunto il silenzio, ci sarà la Serenamente 4 possibilità di udire la parola che giunge costantemente dall'interno. Quando la mente è stata acquietata, si può comunicare con chiunque si incontri. Non c'è bisogno di molte parole; quando gli sguardi s'incontrano, ci si capisce. Due persone possono parlare e discutere per tutta la vita e non capirsi; altre due, se hanno acquietata la mente, si guardano e in un momento tra loro il contatto è stabilito.

Da dove provengono le differenze che ci sono tra le persone? Dall'interno. Dalla loro attività. E da dove l'armonia? Dalla quiete della mente. È il rumore, che ostacola la voce, che udiamo distante - è l'acqua agitata della sorgente, che ci impedisce di vedere la nostra immagine riflessa nell'acqua.

Quando l'acqua è quieta, il riflesso è chiaro; quando la nostra atmosfera è quieta, udiamo la voce che giunge costantemente al cuore di ogni persona. Cerchiamo consiglio, cerchiamo la verità, cerchiamo il mistero. Il mistero è dentro di noi, i consigli, la guida è nel nostro spirito.

Spesso s'incontra una persona, il cui contatto rende inquieti, nervosi. La ragione è che questa persona non è riposante, non è tranquilla - e non è facile rimanere calmi e conservare la propria tranquillità in presenza di chi è agitato o inquieto. L'insegnamento di Cristo: “ Non resistere al male ”, significa “ Non reagire alle condizioni turbate di una persona agitata ”. Sarebbe come afferrare un fuoco, che ci brucerà.

La via per sviluppare - in noi stessi - il potere di resistere a tutte le influenze perturbatrici che incontriamo nella vita di ogni giorno, è di acquietarsi, per mezzo della concentrazione.

Una volta concentrata, la mente dovrebbe agire come la bussola - che indica sempre la stessa direzione. Questo è il cammino chiamato misticismo.

"Più si cerca la felicità, più infelicità si trova ". La ragione è che quando la felicità viene cercata in direzione errata, ci si procura infelicità. La nostra esperienza è sufficiente a farcelo capire; ma la vita ci stordisce, le azioni ci assorbono e non ci fermiamo mai a pensarci.

Tali osservazioni fin‟ora citate sono da me condivise in quanto frutto di uno studio lungo e ponderato attraverso Sabrina e per Sabrina. Dal principio del mio cammino iniziatico e anche tutt‟ora mi sono sempre interrogata circa quella condizione di silenzio che mi era stata imposta e non capivo come fosse possibile che qualcuno ordinasse proprio a me di fare silenzio. Io…?? Mi domandavo ma intanto è stata proprio quella situazione che per la prima volta nella vita mi ha portato ad affidarmi. Ho creduto in ciò che i miei fratelli tentavano di mostrarmi ed ho perseverato perché soltanto così avrei potuto comprendere. Osservavo, a volte fremevo nel voler parlare, ma non si poteva e continuavo a non capire, poi è arrivato il momento in cui si è deliberato a favore del mio passaggio al 2 grado e soltanto allora, quando la parola mi fu concessa ho capito la difficoltà che in essa risiedeva ed è soltanto ora che perseverando in una costante riflessione sul silenzio inizio ad apprezzarlo cercando di farne tesoro come alto strumento di crescita.

Potrei fare anche riferimento alla osservazione sopracitata secondo cui un male utilizzo delle parole possa creare un senso di irrequietezza; partendo da un lavoro operato su me stessa, in quanto c‟è stato un momento in cui ho iniziato ad osservare il fatto che Sabrina provava a volte timore nel guardare negli occhi chi aveva di fronte rendendomi anche conto che spesso quell‟irrequietezza proveniva da me… L‟ho accettato ed ho iniziato a chiedermi il perché, finché lavorando sul silenzio ho compreso che quello sarebbe stato come in ogni mio percorso il punto di partenza per imparare a trovare un equilibrio.

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DI TUTTO UN PO' " leggiamo insieme "

Che Guevara massone

Un bell‟articolo di Paolo della Sala, diffuso su Internet il 1° marzo scorso, mette in luce alcune importanti vicende del Cile, inquadrandole dal lato storico-politico. Dal testo, che consiglio di leggere integralmente, riporto una parte del “Profilo storico” ritenendola interessante per chi ama conoscere il nome dei massoni che hanno lasciato un segno nella storia delle vicende umane.

“La coabitazione tra conservatori e liberali è alle origini del Cile, forse a causa del radicamento della massoneria. Fu massone Bernardo O' Higgins, figlio del viceré spagnolo, padre della patria e primo capo di stato nel 1818. Inviato a studiare in Europa, si avvicinò alle idee della Rivoluzione americana e fu ripudiato dal padre nel 1800, quando rientrò in patria per guidare la guerra di indipendenza. Tuttavia erano massoni anche Allende, Simòn Bolivar e Che Guevara. Forse allora il pragmatismo cileno nasce dallo straordinario incontro tra la filosofia politica liberale anglosassone, e il pragmatismo degli immigrati tedeschi e italiani, desiderosi di arricchirsi senza tributi feudali. La mentalità latifondista spagnola è rimasta piuttosto nelle grandi proprietà della Patagonia argentina, dove ancora emigravano i "chilotes" a inizio Novecento. Ma la carta vincente delle classi dirigenti cilene consiste nell'aver inviato i propri figli a studiare ad Oxford e ad Harvard fin dall'800”.

Conoscenza, felicità e virtù … un insegnamento bi millenario

Il pensiero di Aristotele estrapolato da “La scelta di Alessandro” di Daisaku Ikeda – Sperling & Kupfer editori. Un libretto gradevole da leggere che in effetti tratta della fiducia e dell‟amicizia.

“A cosa serve la conoscenza? Ad affinare virtù umane come la giustizia, la fede, l’amicizia e il coraggio. In definitiva, ciò che dovreste imparare non è la sapienza in sé. Dovete studiare per agire con saggezza e determinazione. Dunque in effetti le migliori scuole per voi sono il mondo, la vita degli uomini e il campo di battaglia. Alla fine entrerete nella mischia e io vorrei prepararvi per quel momento. Tutti cercano la felicità. Possiamo definirla come l’aspirazione suprema per gli uomini. Eppure, sebbene noi la desideriamo, è difficile stabilire cosa essa sia. La felicità non può essere misurata tramite ciò che appare. A volte un essere umano ha l’aria felice, altre volte un’aria triste. L’ambiente in cui vive è soggetto a molti cambiamenti e nel corso della sua vita sperimenta vicissitudini alterne, alti e bassi che potremmo chiamare fortuna e sfortuna. Se guardiamo le persone tenendo a mente questi saltuari giri del destino, concludiamo che a volte sono felici e altre volte infelici. Tuttavia ciò equivarrebbe a dire che la felicità è mutevole come un camaleonte. Piuttosto, invece, dovrebbe esistere ad un livello così profondo da affrancare gli uomini dai rovesci della buona o della cattiva sorte. Fortuna e sfortuna sono relative. La vera felicità dovrebbe essere assoluta. Ciò che in definitiva rivela la natura intrinseca della nostra esistenza si chiama areté, virtù. Possiamo definirla come l’attributo o la condizione che ci permette di essere davvero umani. Far sì che il nostro cuore segua la virtù, agire secondo essa e non agire senza riguardo della virtù: vivere o sforzarsi di vivere in questo modo, ecco cos’è secondo me la felicità.

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Se un simile sforzo lo compiamo solo ogni tanto, non possiamo definirci felici. Non basta impegnarsi per qualche giorno, bisogna farlo sempre. In altre parole, un uomo che dedica tutta la sua vita alla ricerca della virtù, possiamo definirlo felice. Se si vuole riuscire in questo esercizio lungo e duraturo, non bisogna lasciarsi influenzare dalla buona o dalla cattiva sorte. La felicità esiste quando per il bene di una causa di una fede un uomo sopporta la sventura e continua a perseguir la virtù. Orbene la virtù non è un premio che si può ottenere con disciplina e volontà fiacche. Non esiste virtù se non si combatte l’io. Talvolta può essere un percorso doloroso, in quanto è più facile lasciare che la nostra anima sia ciò che desidera essere. E’ invece difficile controllarla e mantenerla nella condizione ideale. Consideriamo ad esempio la virtù del coraggio. I due estremi, la viltà e la temerarietà, convivono accanto ad essa. L’anima umana ha la tendenza a farsi vincere da questi due estremi. Una persona dotata di scarsa forza di volontà sarà facilmente portata all’una o all’altra. La virtù che chiamiamo coraggio, invece, sta nel mezzo. Dunque la virtù appartiene alla moderazione e non è né il troppo né il troppo poco. Non è semplice aspirare alla moderazione, ovvero alla virtù. Quando cerchiamo di comportarci bene conosciamo la sofferenza, mentre il male è accompagnato dal piacere. Ma non dovete valutare erroneamente l’autentico significato della sofferenza e del piacere. Spesso il vero piacere sta nella sofferenza. La più importante fra tutte le virtù è la giustizia. Essa può essere definita “la virtù perfetta”. Lo è, non solo perché riguarda le nostre azioni, ma si ripercuote anche sugli altri. In altre parole, bisogna agire con giustizia per il bene della comunità e del prossimo”.

VERSO L’ARCANO nello Spirito, percorrendo la Tradizione...

Razionalità e pensiero magico del Fratello Mau. A. De P. della RL Madre HONOR all‟Oriente di Roma all‟Obbedienza del SOMI

La magia è un fenomeno sociale molto diffuso che, sul piano psicologico individuale, si innesta facilmente su una predisposizione umana al pensiero magico, una forma mentale che contraddistingue il funzionamento cognitivo infantile. Questa forma di pensiero non abbandona mai totalmente la mente umana, perciò tracce del pensiero magico infantile sono facilmente rinvenibili anche nel pensiero adulto quotidiano. L'analisi dei frequenti processi di scelta basati su modalità non razionali mette in evidenza la natura illusoria dell'uomo logico, un modello di perfezione creato sulla base di prototipi astratti della logica umana.

Pensiero logico e pensiero magico

Comunemente quando si parla di pensiero si fa riferimento ad una facoltà propria degli esseri razionali, sottolineando come questa abilità si opponga all'azione impulsiva rappresentandone l'antitesi. Serenamente 7

Questa concezione riduttiva del pensiero si è cristallizzata negli anni a partire da alcune teorie psicologiche che, se da un lato hanno permesso di far luce su alcuni aspetti del pensiero umano e del suo sviluppo, dall'altro sono state frequentemente considerate un punto di arrivo di studi che dovrebbero, in realtà, rappresentare un punto di partenza per esplorare le numerose caratteristiche che contraddistinguono i complessi processi cognitivi umani. Il risultato è stato il diffondersi dell'equazione pensiero = logica, la quale ha fatto in modo che il pensiero razionale, definito anche pensiero ipotetico - deduttivo, venisse considerato a lungo come il pensiero umano per antonomasia. (Miller P. H., 1983 ). Affermava che per comprendere come questa forma di pensiero perfetto spesso lasci il posto ad altre, è necessario ricordare che il pensiero logico consente di ragionare in modo simile ad uno scienziato, formulando un'ipotesi relativa ad eventi presenti o potenziali e verificando tali ipotesi sulla realtà, seguendo operazioni logico-matematiche (addizione, sottrazione, moltiplicazione, divisione, ordinamento, sostituzione, inclusione in classi, relazioni) e spazio-temporali (reversibilità, compensazione). E' facile intuire quindi come le decisioni fondate sulla logica ipotetico - deduttiva seguano le leggi e i principi della statistica e del calcolo probabilistico. Tuttavia, l'osservazione delle scelte in situazioni quotidiane è stata una preziosa fonte di studio che ha mostrato la frequente violazione di principi e di regole proprie della razionalità, mettendo in evidenza il ripetuto ricorso anche a forme di ragionamento che rientrano nella sfera del cosiddetto pensiero magico, o pensiero quasi - magico. Uno dei maggiori contributi che ha segnato la storia degli studi sullo sviluppo del pensiero umano è indubbiamente costituito dalla teoria dello sviluppo cognitivo di J. Piaget. Attraverso numerose osservazioni, ha tracciato le caratteristiche dei principali periodi o stadi dell'evoluzione del pensiero, dalla nascita all'età adulta, affermando che l'ultima tappa di questa naturale evoluzione è rappresentata dal raggiungimento delle abilità che appartengono alla sfera del pensiero ipotetico - deduttivo. Piaget è stato anche uno dei primi studiosi del pensiero magico e, a tal proposito, ha suggerito che questa modalità di funzionamento dell'apparato psichico è presente sia nel bambino che nella mente dell'uomo con un funzionamento di tipo primitivo; essa scomparirebbe poi completamente una volta raggiunti i livelli del pensiero operatorio concreto e formale, lasciando il posto alla logica ipotetico - deduttiva. Oggi, la netta contrapposizione tra pensiero magico e pensiero razionale, che vedeva opposte la cosiddetta mentalità primitiva alla mentalità occidentale e che scindeva l'umanità in due tronconi, facendo per lungo tempo pensare che l'uomo moderno, simbolo di perfezione, fosse sempre e soltanto un pensatore scientifico, ha lasciato spazio ad una visione più realistica e intermedia. Di conseguenza, pensiero magico e pensiero razionale si configurano come due strutture mentali conviventi nella mente adulta, due forme di pensiero in costante interazione nella quotidiana sperimentazione della realtà, entrambe presenti nell'uomo occidentale come in quello delle popolazioni primitive, sebbene la struttura del pensiero magico resti più evidente e facile da studiare nelle civiltà primitive e quella del pensiero razionale in quelle popolazioni che vivono nei Paesi Occidentali e più moderni.

La struttura del pensiero magico e le principali differenze con il pensiero logico

La descrizione della struttura e del funzionamento del pensiero magico è importante per poter comprendere come esso stia alla base, tanto delle credenze magiche più radicate, che di alcune convinzioni e atteggiamenti che guidano comportamenti quotidiani comuni. La caratteristica principale del pensiero magico è senza alcun dubbio quella che viene definita partecipazione. Quest'ultima rappresenta infatti il fulcro attorno a cui ruota tutto il funzionamento di questa forma di pensiero, poiché attraverso essa viene percepito un rapporto fra due fenomeni che in realtà è assolutamente inesistente e non reale .

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La magia operata dal pensiero nasce poi dall'illusione che si stabilisce in un individuo che, più o meno inconsapevolmente, si convince, in virtù del suddetto rapporto fittizio, di poter modificare la realtà. La facilità con cui questa modalità di funzionamento del pensiero può essere colta nelle popolazioni primitive è legata all'esistenza, in questi popoli, di simboli in cui il rapporto tra significante (simbolo stesso) e significato (oggetto o evento rappresentato) non è reale, ma è stabilito dalla mente sulla base di una relazione partecipativa che talvolta giunge alla consustanzialità. Il simbolo, in questi casi, è il rappresentato ed è sentito come l'oggetto stesso che rappresenta, il quale viene reso dalla partecipazione attualmente presente. Una conseguenza significativa di questa modalità di pensiero è visibile nelle pratiche magiche, presenti in Occidente come nel resto del mondo, in cui l'azione sul simbolo (ad esempio un oggetto, quale una foto o un fazzoletto, di un soggetto che si desidera far innamorare) è ritenuta alla pari dell'azione sulla persona cui l'oggetto appartiene. L'azione magica si ottiene quindi quando si stabilisce una credenza di corrispondenza piuttosto che di simbolismo; in tal modo agire sul simbolo è uguale ad agire sul rappresentato e non invece come se si agisse sul rappresentato. La differenza risiede nella credenza, nel sentimento, nella certezza che si struttura alla base dell'azione e in base alla quale si ritiene di agire sul simbolo e dunque, ipso facto, sul rappresentato. La partecipazione è una caratteristica forte in quanto è in grado di reggere e alimentare la strutturazione magica del pensiero, che talvolta sostiene le scelte e la vita intera di alcune persone, resistendo all'esperienza che frequentemente dimostra che l'oggetto-simbolo non è l'oggetto- persona/evento rappresentato. Tante volte infatti un evento o un essere che si vorrebbe controllare o raggiungere sfugge alla presa; ad esempio, nelle tribù primitive la pioggia non arriva nonostante l'azione sul suo simbolo o il mimo della sua danza, così come una persona di cui si è innamorati non torna se si agisce un rituale sul suo fazzoletto o sulla sua foto. Tuttavia il pensiero magico sopravvive, nonostante i fallimenti della magia, perché esso si basa anche su un'altra caratteristica che lo mantiene in vita: l'impermeabilità all'esperienza. Nelle persone in cui la mente segue prevalentemente una modalità di ragionamento magico, quando le esperienze contraddicono il loro pensiero non nasce il bisogno di spiegare l'insuccesso. Jung C. affermava che Questo è possibile anche grazie al ricorso a giustificazioni in base alle quali l'accaduto è connesso all'intervento di altri fattori che lo possono giustificare, oppure facendo riferimento a premesse diverse da quelle su cui si fonda il pensiero logico e secondo cui le potenze invisibili che consentono la partecipazione agiscono secondo progetti oscuri e quindi in momenti inattesi, imprevedibili e incalcolabili . Così i fallimenti di un rituale magico possono essere attribuiti ad un errore di memoria, ad un errore nell'eseguire un rito, al volere degli spiriti o ad una contro-magia. La rottura dell’organizzazione spazio temporale, che rappresenta la principale differenza tra pensiero magico e pensiero logico, è un'altra caratteristica basilare della modalità magica di funzionamento del pensiero; essa agisce rendendo possibile una causalità artificiale, illogica e paradossale. Rispetto alla logica spaziale, la rottura operata dal pensiero magico consiste nella creazione di una coincidenza tra il tutto e le sue parti, anche quando essi vengono separati. Di conseguenza, per esempio, chi possieda anche una parte insignificante del corpo di una persona, ad esempio un capello o un'unghia, può convincersi di poter agire su di esso agendo sulla persona. La rottura della logica temporale, che guida la causalità nel pensiero razionale, è presente in tutti quei casi in cui viene a stabilirsi un legame, tra una causa ed un effetto, privo di un momento temporale ben limitato . Questo avviene, ad esempio in alcune tribù, quando si intende guarire una ferita agendo su un'arma che l'ha provocata che viene sottoposta a particolari trattamenti. In questi casi, infatti, il pensiero non tiene conto che il rapporto causale è ben più di una relazione atemporale tra cose, Serenamente 9 essendo più precisamente un rapporto tra cambiamenti che avvengono in certi oggetti entro tempi stabiliti, così come quando una lancia ferisce un uomo incidendo un suo organo. Un'altra importante distinzione tra pensiero magico e pensiero logico risiede nella differente concezione dei simboli e, più precisamente, nel pre-simbolismo persistente nella prima forma di pensiero. Infatti, il pensiero magico è strettamente connesso ad uso primitivo dei simboli. Questi ultimi, durante lo sviluppo, inizialmente cominciano ad essere associati alle cose in base a riflessi condizionati e, successivamente, vengono staccati dalle cose per diventare strumenti plastici e mobili di espressione del pensiero. La magia si situa nell'area intermedia di questa evoluzione dei simboli, quella in cui i simboli sono ancora aderenti alle cose pur essendo già parzialmente staccati; quindi i simboli nel pensiero magico sono ancora concepiti come partecipi alle cose e sono utilizzati ad uno stadio pre - simbolico.

Il pensiero magico nel corso dello sviluppo: fondamenti, forme di partecipazione e funzioni

Come è stato accennato, il pensiero magico, presente accanto a quello razionale nell'uomo adulto, rappresenta un retaggio della mentalità infantile; esso infatti è una modalità di ragionamento predominante nell'infanzia in cui assume il valore di un mezzo di adattamento. Durante l'età evolutiva sono molte le attività spontanee in cui questo processo psichico si manifesta; ne sono esempi alcune attività ludiche, grafiche e linguistiche in cui un bambino compensa situazioni reali frustranti. Il pensiero magico ha una duplice genesi, essendo basato su due fenomeni della mentalità infantile, uno di origine individuale e l'altro di ordine sociale. Si fa riferimento al primo fenomeno adottando il termine realismo e al secondo utilizzando il termine animismo.

 Il realismo implica l'indifferenziazione e la confusione tra mondo interno (Io) e mondo esterno (non Io) ed è fondamentale affinché lo psichico possa invadere e permeare il fisico e viceversa, così come avviene nella struttura di pensiero in questione.  L‟animismo comporta invece la convinzione che gli oggetti e gli eventi esterni siano dotati di propri sentimenti e volontà, che possono essere favorevoli oppure ostili (Miller P. H., 1983).

Il legame partecipativo, presente nel pensiero magico, può essere stabilito tra gesti, oggetti, eventi, pensieri e intenzioni, dando luogo a diverse tipologie o forme di partecipazione.

FORME DI PARTECIPAZIONE

Tipo di partecipazione Conseguenza Esempio di pensiero associato

Partecipazione tra gesti ed Una persona che compie un Se si tiene in mano un oggetto eventi. gesto ritiene di poter influire su portafortuna, l'interrogazione un evento. andrà bene.

Partecipazione tra pensiero ed Una persona ritiene di poter Se si pensa intensamente ad una eventi. modificare un evento della carta desiderata, sarà estratta dal realtà con un pensiero. mazzo. Partecipazione degli oggetti tra Si utilizza un oggetto per agire Se si strappano le foto dell'ex loro. su un altro oggetto-persona. fidanzato/a verrà dimenticato/a.

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Partecipazione di intenzioni Intenzione di un oggetto o di Se si pensa che si vuole una persona possa agire sulla incontrare una persona al volontà di un altro oggetto o supermercato, questa andrà al persona. negozio in questione.

La presenza del pensiero magico in modo predominante nella vita mentale infantile e la sua persistenza in età adulta è giustificata da tre principali funzioni, parzialmente sovrapponibili (Bonino S., 1994):

Funzioni del pensiero magico.

Funzione difensiva, fondata sulla convinzione, che tale pensiero alimenta, di poter controllare la realtà; tale funzione è fondamentale in età evolutiva per affrontare situazioni che provocano angoscia o insicurezza. Essa è anche la ragione per cui in situazioni problematiche alcuni adulti regrediscono, facendo ricorso a questa forma di pensiero pur di non accettare ed affrontare la realtà.

Funzione propiziatoria, fondata sulla convinzione che ci siano forze che regolano gli eventi, che viene assolta in tutte quelle condizioni in cui si agisce in considerazione di tali potenze.

Funzione conoscitiva, per cui il pensiero magico riempie i vuoti delle altre forme di pensiero e rivela ciò che non può essere conosciuto secondo logica.

Il pensiero magico nella vita quotidiana

Se lo sviluppo fosse a senso unico e la vita psichica non fosse suscettibile di blocchi e di regressioni, il pensiero magico probabilmente scomparirebbe totalmente nell'adulto. Tuttavia, leggendo gli esempi più frequenti delle diverse forme di partecipazione magica, ci si rende facilmente conto di quanto sia facile riconoscersi nell'utilizzo di qualcuna di esse. Le credenze nei rituali magici e la superstizione sono una manifestazione di un predominio del pensiero magico nella vita mentale, l'espressione del ricorso frequente o costante a capacità pre - simboliche di pensiero, un comportamento che è connesso ad un arresto più o meno parziale nello sviluppo di un simbolismo completo.

Il pensiero magico si attiva anche quando sono presenti capacità simboliche complete, essendo avviato da particolari condizioni in cui il pensiero logico non ha a disposizione tutti i dati necessari per operare. L'attività di ragionamento del soggetto è infatti multi determinata; ciò significa che essa è influenzata sia da fattori generali, quali le capacità logiche possedute, che da fattori specifici individuali, come la preferenza di una modalità di pensiero piuttosto che di un'altra, e infine, in percentuale non meno importante, da fattori situazionali (Bonino S., Reffieuna A., 1999).

Di conseguenza, è possibile individuare diversi esempi di comportamenti guidati dal pensiero magico che ricompaiono in diverse circostanze che si verificano nella vita di tutti i giorni e che implicano principalmente una rottura spazio-temporale nei principi di causalità e lo stabilirsi di una partecipazione. Essi a volte sono attivati nell'impossibilità di operare una stima di probabilità, altre volte sono accompagnati da un errore nel giudizio relativo alla probabilità che un evento si verifichi.

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Un'altra forma molto comune di manifestazione quotidiana del pensiero magico è costituita dai rituali. Essi sono costituiti da abitudini che assumono il valore di possibilità di controllare gli eventi reali; essi sono legati a tutti gli esempi di partecipazione che sono stati riportati in precedenza. Esempi di rituali Tutti, più o meno, fanno ricorso a rituali. Essi diventano più frequenti quando ci si trova in condizioni di ansia e aumenta il desiderio di controllare la realtà. Ne sono esempi l'uso di uno stesso vestito per fare un esame, lo scendere dallo stesso lato del letto ogni mattina, l'allenarsi allo stesso orario la settimana prima di una gara, l'uso di un oggetto come portafortuna o il lasciare fuori dall'armadio l'ombrello per scongiurare che non si rimetta a piovere. I rituali possono non interferire con la vita di una persona, ovviamente a patto che non diventino, come in alcuni casi, comportamenti rigidi e centrali.

Conclusioni

Uno dei compiti più frequenti che ci viene richiesto quotidianamente è quello di prendere delle decisioni. Le scelte che sono richieste spesso non sono tutte ugualmente importanti; alcune sono abituali, come quelle che riguardano cosa mangiare a colazione, come vestirci per andare a lavoro; altre sono saltuarie, come quelle che riguardano l'acquisto di un libro. Esistono poi delle scelte di maggiore rilevanza come quelle che concernono l'acquisto di un appartamento, la scelta di un corso di studi o di un partner.

Queste importanti decisioni devono tenere in considerazione sia aspetti concreti, come caratteristiche o fatti, che aspetti meno tangibili, come i desideri, le emozioni altrui o la probabilità che accadano determinati eventi. La conoscenza delle modalità di ragionamento legate al pensiero magico può aiutare a diventare più consapevoli delle scelte in cui esso può essere chiamato in causa senza rischi e di quelle in cui questa forma di pensiero, sostituendo le capacità di giudizio razionali, potrebbe divenire pericolosa.

IPSE DIXIT

Chi sono i Cavalieri di Malta? Articolo di Pietro Vitale giornalista e scrittore

Chi sono i Cavalieri Ospedalieri del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, l‟Ordine Ecumenico, Cavalieri di Malta? Le origini degli Ospedalieri di San Giovanni di Gerusalemme risalgono agli albori della storia Cristiana. Poiché la costituzione della Chiesa in tutta Europa aveva generato crescente interesse verso i Cristiani della Terra Santa, dove Cristo visse e morì, furono costituite Missioni per la protezione dei pellegrini; una delle prime missioni nacque proprio a Gerusalemme nel 600 A.D. Si trattava di un Ricovero fondato dal Benedettino Abbot Probus, che operava seguendo istruzioni ricevute dal Papa Gregorio I il Grande. I Benedettini della Chiesa e del Monastero di Santa Maria Latina dedicarono la Missione a San Giovanni l‟Elemosiniere. Nell‟800 A.D. l‟Imperatore Carlo Magno riaprì ed ampliò il Ricovero “Ospedale”, così come la Chiesa ed il Monastero in Gerusalemme. Nel 1010, alla morte del Califfo di Bagdad, si verificò una serie di persecuzioni contro i Cristiani ad opera del Califfo Hakim d‟Egitto, che culminò con la distruzione della Missione e del Ricovero-Ospedale di Gerusalemme. Nel 1023 i cittadini della benestante Repubblica Marittima di Amalfi, in Italia, ottennero il permesso di acquistare le rovine della Missione e di riaprire il vecchio Ospedale-Ricovero dei pellegrini. Nel 1048 l‟Ospedale ebbe il suo primo “Guardiano”, il Monaco Gerard, meglio

Serenamente 12 conosciuto come San Gerardo da Scala, che dedicò la sua vita ai pellegrini che si recavano in Terra Santa. Fu merito dei Cavalieri Ospitalieri l‟introduzione in Europa del moderno concetto di medicina e di cura degli infermi sintetizzando le vaste conoscenze mediche orientali con le nuove idee occidentali. A loro si devono la figura del medico alle corti dei Regnanti e la presenza di due Cavalieri “Medici” sulle navi che solcavano i mari in quel periodo. Fu così che i Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni si imposero con la loro credibilità di conoscenze mediche e di importanza politico-economica nel mondo occidentale. La nostra storia inizia nel 1048, quarantasette anni prima della Prima Crociata… Nel 1048, come già detto, il Benedettino Gerard fu il primo Custode del primo Ospedale-Ricovero dei pellegrini in visita a Gerusalemme. I Monaci gestirono l‟Ospedale in condizioni sempre peggiori, man mano che giungevano le invasioni musulmane, in seguito alle quali tutte le strutture di matrice cristiana furono costrette a chiudere. Nel 1095 Papa Urbano II organizzò la prima Crociata, arruolando guerrieri da tutta Europa che marciarono verso Costantinopoli al fine di liberare la città Santa. Lasciando Costantinopoli i Crociati marciarono attraverso l‟Asia Minore e Antiochia e, alla fine dell‟estate del 1099, giunsero a Gerusalemme: l‟assegno era iniziato e durò 40 giorni. Il 15 luglio i Crociati riuscirono ad espugnare le mura della Città Santa. Quando i Crociati conquistarono la città, vennero in contatto con la Missione del Monaco Gerrad. Alcuni di loro furono così impressionati dal suo lavoro che deposero le armi, presero i voti dell‟Ordine degli Ospedalieri, adattando il saio Agostiniano alle effigi dell‟Ordine dei Benedettini. I Cavalieri Ospedalieri indossarono così un lungo saio nero con una croce bianca sul petto, che col tempo prese la forma della croce attuale. Nel 1120 il Monaco Gerard morì ed il suo successore, Raymond Du Puy, fu il primo ad usare il titolo di Grand Master. Questi si accorse di come i Monaci combattenti, facenti parte dell‟Ordine, avessero ben presidiato i dintorni della Città Santa e quindi fu chiaro che il loro ruolo sarebbe diventato quello di protettori e garanti di quei luoghi. Egli convinse i suoi fratelli a prendere le armi e, cos‟, da semplici Monaci divennero Cavalieri militari. Questi Cavalieri valorosi restarono a vegliare sulla Terra Santa per i successivi 168 anni, infine, nel 1291, lasciarono per sempre quei luoghi. Il successivo viaggio dei Cavalieri fu verso Ovest, salparono, infatti, alla volta di Cipro, ove restarono per 10 anni. Poi salparono nuovamente verso Rodi per prendere possesso dell‟Isola, dove, comandati dal Grand Master, condussero un‟aspra battaglia contro il Sultano turco Solimano il Magnifico. Il Grand Master lasciò infine Rodi con 180 Cavalieri superstiti. In seguito l‟Ordine si insediò a Malta nel 1530. Questa Nobile Repubblica rappresentava la frontiera del Cristianesimo. A Malta i Cavalieri costruirono uno degli Ospedali più grandi ed attrezzati d‟Europa. Tuttavia le divergenze createsi con i Cristiani di Roma spinsero i Cavalieri a chiedere la protezione dello Zar Paolo I di Russia, protezione sancita il 29/11/1797. Un anno dopo il Grand Master Von Hompesch cercò di frenare le armate di Napoleone, il quale fece di tutto per destituire l‟Ordine. Scoraggiati da tali avvenimenti, i Cavalieri lasciarono Malta alla volta dell‟Europa, trovando protezione e rifugio presso la Zar di Russia. Stabilirono la loro sede a San Pietroburgo e nominarono Gran master l‟Imperatore Paolo I di Russia, con la benedizione del Papa. L‟ultimo Grand Master appartenente alla famiglia dello Zar fu il Granduca Alexander Mikhalovich, cognato dell‟ultimo Zar Nicola II. Egli trasferì l‟Ordine negli USA, nel 1916. Dopo la caduta dell‟Impero Russo nel 1917, questi Cavalieri Ereditari continuarono l‟attività dell‟Ordine negli USA, in Francia, Danimarca e altri Paesi del mondo. Oggi, i Cavalieri Crociati di Malta, come la Chiesa Cristiana, sono suddivisi in molti Ordini. I Cavalieri Ospitalieri del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme sono veramente fedeli alla tradizione originaria ed operano sotto la protezione del Re di Romania Michele Hohenzollern-Sigmarimgen. Nel 1976 il 73° Grand Master, il Principe Don Roberto Paternò, spostò la sede dell‟Ordine nuovamente a Malta. Assieme agli altri due Ordini Principali di San Giovanni, l‟Ordine Sovrano Serenamente 13

Militare e Ospitaliero di Rodi e Malta (SMOM) e l‟Ordine Molto Venerabile degli Ospitalieri di San Giovanni (nel Regno Unito). I nostri Cavalieri e le nostre Dame tramandano la tradizione secolare di occuparsi dei malati e dei poveri e di osservare il Codice scritto secoli fa. L‟Ordine è tuttora considerato uno Stato Sovrano e la sua uniforme e la sua insegna hanno guadagnato fama e rispetto in tutto il mondo. Oggi i Cavalieri non combattono più, ma il loro spirito religioso non è cambiato ed è ancora dedicato alla vita cristiana, per preservare la Fede e l‟Amore, per aiutare i deboli ed i bisognosi, per promuovere la Fratellanza e la Pace per tutti e continuare a lavorare secondo la Tradizione dell‟Ordine.

… (ndr) E’ utile ricordare anche l’esistenza del pluridecorato Sovrano Militare Ordine di Malta, Corpo Militare Speciale Ausiliario dell’Esercito Italiano, costituito nel 1877, a seguito di una Convenzione firmata per l’Italia dal Ministro della Guerra Generale Emilio Ferrero e per l’Ordine di Malta dal Principe Mario Chigi. Il Corpo militare fu autorizzato nel 1909 da Re Vittorio Emanuele III all’uso della divisa grigio- verde, nel 1921 all’uso di un Labaro ed infine, nel 1999, all’uso della Bandiera di Guerra in sostituzione del Labaro. Attualmente il Corpo è impegnato su diversi fronti internazionali in benemerite iniziative a favore di feriti, ammalati e indifesi. Il Comando Generale del Corpo è alla Cecchignola (Roma), presso la Scuola di Sanità Militare.

BREVI NOTE

OSMTH: complimenti

Una notizia del 15 marzo, reperita su Internet dal sito “La Stampa.it”, appresso riportata ci illustra il successo dell‟Ordo Supremus Militaris Templi Hierolosomytani (OSMTH), a quanto ci risulta, il più prestigioso tra gli Ordini italiani che reinterpretano la tradizione dei Cavalieri Templari, ricollegandosi ad essa. Il SOMI e l‟OSMTH non hanno interferenze o promiscuità, però tramite le rispettive componenti culturali, di tanto in tanto, organizzano insieme incontri e dibattiti aperti ai loro soci così come a partecipanti di altre realtà associative. Questa condivisione culturale mi induce a riportare la notizia e ad esprimere al Gran Priore dell‟OSMTH vivi complimenti per il successo che accompagna la loro attività.

“Trecento Templari da mezzo mondo - Francia, Slovenia, Croazia, Grecia, Sudafrica, Romania - stanno per convergere a Palermo dove tra venerdì e sabato ci sarà la solenne investitura di venti nuovi fratelli, dieci italiani e dieci romeni. Il culmine del Capitolo (la riunione) nazionale dell’Osmth, una delle maggiori realtà della galassia dei «neo-crociati», con i suoi diecimila aderenti. Summit che sarà accompagnato da una giornata di riflessione dedicata ai Templari e la Sindone, per rivendicare che il sudario di Cristo riapparve proprio nelle mani dei cavalieri nel 1300, che furono loro a salvare il mandylion, l’Idolo, la Testa, come il lenzuolo viene chiamato misteriosamente lungo i secoli”.

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ABBECEDARIO Cena Mistica, Agape

Il Serenissimo Fratello Luc. Gra., Gran Maestro della S.G.L.N.I. Palazzo del Sacramento - Napoli, ha celebrato, lo scorso primo aprile, una Cena Mistica.

Per lui e per i suoi Confratelli è stata l‟occasione per rinnovare una cerimonia abituale, infatti, credo che questa fosse la nona edizione della Cena Mistica “partenopea”, invece per i lettori di questo notiziario, il richiamo alla cerimonia, è l‟occasione di spendere alcune parole per illustrare brevemente ai più giovani alcuni significati relativi alla Cena Mistica ed alle Agapi massoniche in genere. L‟icona che segue, opera di anonimo albanese del XVIII secolo, illustra l‟Ultima Cena Cristiana in un modo più simbolico e allegorico rispetto ad altre opere congeneri.

Limitiamoci ad osservare il “ferro di cavallo” ove siedono i commensali: racchiude il “cerchio” (ovvero il tavolo). Il ferro di cavallo ha all‟oriente Gesù, i tovaglioli sono triangolari ed un servente, privo di aura, provvede ai commensali i quali hanno piatti e posate ma non boccali. Un solo boccale servirà a tutti per bere fraternamente dallo stesso recipiente.

La tradizione egizia indica nelle cerimonie ed agapi sacre il consumo del vino sacro, corrispondente all‟agnello degli ebrei ed al maiale dei pagani; questi alimenti-simbolo erano diffusi anche tra i Fenici e tra gli antichi greci e comparivano negli Antichi Misteri. Il carattere “pagano” del maiale sarà probabilmente il motivo che lo renderà successivamente impuro ed inadatto alle liturgie sacre (ma non dappertutto) e sarà forse uno dei motivi per i quali con la sua cotenna si realizzeranno vesti “laiche”, come i grembiuli che proteggevano gli antichi lavoratori manuali e i muratori, riservando a fini più “puri” la pelle di altri animali. Il consumo sacrificale di alimenti simbolici (anche l‟ostia Cristiana) durante la mensa, cena mistica o rappresentazione sacra, rappresenta la chiave di accesso per raggiungere il Segreto Iniziatico, l‟Elevazione Spirituale o la Comunione con la Divinità. I sacerdoti e gli ierofanti proteggono i segreti del rito mistico ed impediscono che giungano ai profani, impregnati di mercurio, esigendo un giuramento di segretezza da tutti i partecipanti ammessi. Non solo la pesantezza metallica, ma anche l‟impreparazione spirituale impedisce ai profani di comprendere il rito e quindi di praticarlo. “Quis Cerere ritus ausit vulgare profanis? (Ovidio)”. La cerimonia sacrificale (messa, cena mistica, orgia misterica, ecc.) serve quindi allo scopo di insegnare una ritualità per accedere al “segreto più recondito”. Siamo nell‟ambito delle tante cerimonie di passaggio e/o di trasformazione così diffuse da sempre nelle nostre tradizioni. I pellegrinaggi veri o allegorici (processioni e percorsi sacri all‟interno di un tempio), le iniziazioni, sono allegorie di una trasformazione, di un cambiamento di

Serenamente 15 natura, di un percorso dal male al bene. Le cerimonie agresti solstiziali, le messe, le celebrazioni sacre più note (il Natale o le Pasque) sono rappresentazioni del cambiamento o del viaggio che avviene in modo festoso e viene celebrato con differenti libagioni e brindisi, secondo le tradizioni. Anche in Massoneria, le Agapi rituali o le Cene Mistiche (queste ultime più propriamente adatte a chi ha fatto un particolare cammino di preparazione) prevedono un preciso cerimoniale: disposizione dei commensali, alimenti da consumare, modalità di consumo degli alimenti, nomi di vivande, stoviglie ecc., brindisi obbligatori e facoltativi ed altro ancora. Va detto che non tutte le tradizioni massoniche celebrano Cene Mistiche od Agapi; alcuni addirittura le rifiutano considerandole la scimmiottatura di un sacramento o addirittura una manifestazione blasfema. Le costituzioni di Andersen accennavano già ai banchetti massonici ed il banchetto è in genere una delle occasioni migliori per socializzare e festeggiare, spezzando insieme il pane (il cibo) e condividendo il vino (le bevande) come farebbe ogni buon amico con i suoi compagni. L‟Agape (rituale o aperta) e la Cena Mistica sono occasioni da leggere anche in questa direzione. Le Officine romane del SOMI sono solite, al termine dei Lavori di Loggia, di riunirsi in un ambiente interno appositamente attrezzato, per consumare insieme una vera cena fraterna a costo modico.

Il Code Maçonique des Loges réunies et rectifiées de France, approvato nel Convento di Lione del 1778 che fu all‟origine del Regime o Rito Scozzese Rettificato, nel Cap. XV (Dei Banchetti e delle Feste) indica: “Tanto i banchetti troppo sontuosi, troppo chiassosi e troppo frequenti sono contrari allo spirito della Massoneria, quanto quelli il cui costo è modico e regolato, in cui regnano la decenza e la fraternità, sono atti a conservare ed a rinserrare i legami che uniscono i Massoni. Pertanto il Maestro Venerabile radunerà a banchetto i Fratelli quando le circostanze lo consentiranno… Le feste da celebrare sono i due S. Giovanni, d’estate e d’inverno… Il giorno della festa di S. Giovanni d’inverno sarà principalmente consacrato ad atti di beneficenza... Si farà un discorso e si faranno al banchetto tutti e sette i brindisi dell’Ordine... ”.

Alcuni spiritualisti ritengono che le Cene Mistiche e le Agapi Rituali dovrebbero essere celebrate il giorno 20 del mese, con riferimento ad un‟interpretazione del significato cabalistico della lettera caph (k). Consiglio di approfondire l‟argomento in generale e di organizzare di tanto in tanto un‟Agape Rituale o almeno di illustrarne la modalità d‟Agape (Rituale o no), al fine di consentire ai Fratelli meno esperti di acquisire nuove conoscenze.

… “La ricerca della conoscenza è un dovere per tutti. L’inchiostro dei sapienti vale più del sangue dei martiri” (dal Corano)

Ogni numero può essere letto e/o scaricato gratuitamente dal sito www.somi-massoneria.org Serenamente è stato ideato e fondato dal Fratello Alb. Vac.

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NIHIL DIFFICILE VOLENTI

SERENAMENTE massoneria e non solo

Numero 98 del 3 giugno 2010 EV

Sommario

Pag 2 SOMI: nuova sede nazionale Pie. Gir. - errata corrige Oriente Eterno: Enrio, Pietro e Gaetana Pag 3 I Landmarks Pag 7 “Fratelli coltelli” Pag 10 Significato mistico-gerogliflico dell’alfabeto ebraico Pag 13 Telese e il SOMI Pag 14 Nuovo Tempio all’Oriente di Bari Pag 15 L.U.F. – CLIPSAS – CATENA

Avvertenza - Gli articoli sono espressione della libera opinione del loro autore e non impegnano in alcun modo la linea editoriale di questo notiziario periodico, gratuito ed amatoriale, realizzato e distribuito in proprio, ad uso interno, dall’addetto alla redazione Fr  Alb. Vac. (E mail [email protected]). Per le notizie (ricavate da interviste, Internet o da vecchi documenti incompleti) dalle quali non siano desumibili il copyright, l’autore, l’editore, la fonte ecc., mi impegno a citare tutti i dati previsti o desiderati, non appena noti e, ove richiesto, ad eliminare, modificare e/o integrare eventuali periodi pubblicati. INTER NOS

SOMI: nuova sede nazionale

Il Grande Oriente si è trasferito nella nuova Sede di Via Pandosia 21. Un confortevole appartamento che consente all’Ordine di operare con maggiore comodità e dignità. Al nuovo indirizzo sono ospitati anche il Rito, la L.U.F. e l’Associazione Ara Pacis. La vecchia Sede di Via Iberia 62 resta attiva come Oriente romano, a disposizione delle varie Officine e Camere Rituali locali. Due ulteriori ambienti adiacenti, recentemente locati ed ristrutturati, consentiranno l’edificazione di un secondo e, forse, di un terzo Tempio. La nuova struttura è stata realizzata anche in previsione di alcune interessanti novità, attese per la fine dell’anno, che dovrebbero consentire al SOMI un’ulteriore crescita. Il numero telefonico di via Pandosia è: 06 70495287, quello di via Iberia 06 45422211. Il sito www.somi-massoneria.org resta immutato.

Pie. Gir. - errata corrige

Il desiderio espresso a suo tempo dal Potentissimo Fratello Pie. Gir. 33 di seguire un altro percorso massonico, ed il suo conseguente assonnamento dal SOMI, avevano ingenerato in me l’equivoco che lui avesse lasciato anche il nostro R.S.A.A. – Giurisdizione Italiana, al quale aderiva quale Membro Onorario del Supremo Consiglio. Una sua rettifica alla notizia che avevo pubblicato mi consente di precisare che Piero è un Membro Onorario del nostro Supremo Consiglio e gradisce esserlo, anche se è attivo in un’altra Obbedienza. Mi scuso con lui per l’involontario errore.

Oriente Eterno: Enrio, Pietro e Gaetana.

Tre Fratelli provenienti da percorsi diversi, in questi giorni, hanno raggiunto l’Oriente Eterno. Solo di Enrio eravamo al corrente, tanto che abbiamo potuto dedicargli una Tornata funebre straordinaria, della quale, in corsivo, potrete leggere alcuni tratti della breve orazione, incisa nella circostanza, unitamente ad una Tavola funebre, che sarà pubblicata in seguito, dal Fratello Mau.A. De P., a lui particolarmente legato da sincera e fraterna amicizia. Di Pie. Gar. abbiamo saputo solo in ritardo. Lo commemoreremo dopo la ripresa dei Lavori insieme a Gaetana.. Pietro apparteneva alla nostra Famiglia, allora Serenissima Gran Loggia Unita d’Italia, ma quando insanabili differenze diedero vita a percorsi separati, non seguì i Fratelli che costituirono la nuova Famiglia, restando sostanzialmente neutro ed inattivo, ma non per questo a noi meno caro. Gae. Pac., attiva nel SOMI all’Oriente di Roma, era una professoressa impegnata nello sviluppo dell’amicizia italo-tunisina, particolarmente in ambito culturale. Noi, che in passato avevamo avuto rapporti massonici con quel Paese, grazie al Fratello Gab. Bar. 33, aderimmo volentieri ad alcuni suoi programmi e partecipammo a talune iniziative da lei organizzate, allo scopo di promuovere l’amicizia e la conoscenza reciproche. La ricorderemo per il suo entusiasmo e la sua preparazione. A tutti i famigliari dei Fratelli defunti giungano le nostre sincere e fraterne condoglianze. …

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“ Giovedì 20 Maggio 2010, presso la sede del S.O.M.I. in Roma, si è celebrata la Tornata funebre interlogge, in onore del Risp.Mo Fratello Enr. Pie., Presidente della Camera “Ermete Trimegisto”, all’Oriente di Civitavecchia, della Gran Loggia D’Italia. È stata una Tornata fortemente emotiva e sentita dai numerosi Fratelli e Sorelle presenti delle Logge di Roma che avevano potuto frequentarlo. Erano presenti le due figlie, Norberta e Fabiola. Il rito è stato ufficiato dal Serenissimo G.M. Ste. de Car. V., proprio per onorare questo grande Fratello che ora si trova nell’Oriente Eterno. L’orazione funebre è stata pronunciata dal fratello Mau.A. De Pas., molto legato al Fratello defunto, che ne ha ricordato le grandi virtù e la grande opera per l’Oriente massonico di Civitavecchia in generale, ma anche a livello Regionale e Nazionale per la la G.L.D.I – Palazzo Vitelleschi, alla quale aderiva. È seguita un’Agape fraterna, molto sentita anche questa per la fratellanza che si è manifestata tra Fratelli e Sorelle di Obbedienze diverse, uniti tra loro nel nome della Massoneria universale.

PENSIERI IN LIBERTA’ “ tavole e riflessioni ” I Landmarks dei Fratelli Cla. Mor. e Pie. Bec. della RL Madre HONOR all’Oriente di Roma all’Obbedienza dl SOMI

La Massoneria “operativa” probabilmente è sorta come una corporazione di liberi muratori (che si possono far risalire ai Collegia fabrorum dei Romani) con lo scopo di tutelare i privilegi dei suoi associati, privilegi dovuti alla conoscenza delle tecniche costruttive, i cui segreti erano custoditi gelosamente, e trasmessi oralmente da maestro costruttore a maestro costruttore (esempio nei famosi Maestri Comacini). Erano in epoche in cui non esistevano trattati di tecnica delle costruzioni e dell’arte muratoria. Agli inizi del 1600 c’è una forte diminuzione delle commesse di cattedrali, ma contemporaneamente inizia l’insegnamento dell’arte nelle Università con la conseguente discussione anche teoretica ed il graduale ampliamento delle attività delle officine muratorie anche negli ambienti culturali. Così, a partire dalla metà del secolo, si cominciano ad accettare, nelle corporazioni operative dei muratori e dei tagliapietre, anche persone estranee alla professione e anche donne. In questo momento nasce la concezione del Libero Muratore che da “operativo” diviene “speculativo” e del “massone accettato”. Gradualmente le corporazioni si trasformano in centri, Gilde di mestiere, dove alle regole dell’arte si uniscono i principi filosofici di fratellanza, eguaglianza, libertà e amicizia tra i popoli e la fede in un principio primo creatore, riconosciuto come Grande Architetto dell’Universo. Nascono così i free-mason inglesi ovvero i franc-maçon francesi (da cui l’italiano “frammassoni” o liberi muratori). In realtà la Massoneria, come oggi la intendiamo, trae le sue origini ben al di là delle corporazioni muratorie medievali, dalle quali ha tratto soltanto l’apparato simbolico esteriore. Si potrebbe affermare che la Massoneria è antica quanto l’uomo. Se ne trova l’idea e quindi i prodromi della sua parte spirituale fin dal tempo della costruzione delle Piramidi e del Tempio di Salomone con il suo mitico architetto Hiram. Successivamente, traspare nelle attività di antiche comunità come i Pitagorici, gli Esseni, degli Gnostici ecc., per continuare in tutte le dette consorterie muratorie che attesero alla costruzione delle cattedrali gotiche della nostra Europa. Ancora nascono legami profondi con il pensiero esoterico e con strutture colte e leggendarie come quelle dei Cavalieri Templari, degli Alchimisti, dei Rosa+Croce, con i circoli Ermetici e Neoplatonici, e così via. Serenamente 3

Convenzionalmente la Massoneria “moderna” si intende nata ufficialmente il 24 Giugno 1717, festa di San Giovanni Battista, che ne è il protettore. Quel giorno i responsabili di quattro Logge londinesi operative - che avevano il nome delle Locande ove si riunivano si riunirono assieme per darsi regolamenti comuni. La riunione avvenne nella Locanda “All’oca e alla graticola” e venne fondata la prima consorteria di logge che venne denominata Gran Loggia di Londra sotto la guida del primo Gran Maestro Anthony Sawyer. Tale fatto, anche per il particolare momento storico e culturale in cui avvenne, assunse una rilevanza ben al di là dell’effettivo valore oggettivo dell’episodio, venendo esaltato ed enfatizzato fino a considerare la Gran Loggia di Londra come la “Gran Loggia Madre del Mondo” e le regole da essa dettata come inderogabili punti di riferimento. Il compito di rivisitare l’intero passato della Massoneria e di rivendicarne i nobili ideali, venne dato dal quarto Gran Maestro della Gran Loggia di Londra, il duca di Montagu, ai massoni George Payne, John Theophilus Desarguiles (1638-1744) e al pastore presbiteriano James Anderson (1684-1739) che nel 1723 pubblicò Constitutions of the Free-masons (Le Costituzioni dei liberi muratori) aggiornato nel successivo New Book of Constitution del 1738. In queste Costituzioni si leggeva esplicitamente : “Ogni Gran Loggia annuale ha del potere e l’autorità di fare nuovi regolamenti o di modificare questi stessi nell’interesse della fraternità, purchè gli antichi Landmarks dell’Ordine siano sempre accuratamente conservati”. Il problema vero è che nel Libro delle Costituzioni di Anderson i cosiddetti Landmarks non vennero mai enunciati, nonostante ne siano state dichiarate le caratteristiche più importanti, la inviolabilità e la immutabilità. Landmark in effetti è una parola inglese che significa linea di confine, linea di demarcazione insuperabile, traduzione dall’ebraico della parola g’vul (che significa frontiera, costa o linea ) che a sua volta deriva da gabal, che significa corda, probabilmente in relazione con la linea di confine determinata da una corda tesa. Nel Libro dei Proverbi (22/28) è scritto: “Non spostare il confine antico posto dai tuoi padri”, mentre nel Deuteronomio (27/17): “Maledetto chi sposta i confini del suo prossimo”. Per i Romani Terminus era il dio dei confini, il cui emblema era la pietra cubica, come quella che adorna il piedistallo dei Sorveglianti. Superare la pietra di confine significava commettere sacrilegio (andare fuori dai Termini), e ritrovarsi al di fuori della protezione della legge e che chiunque avrebbe potuto ucciderli impunemente. Per la Massoneria, i Landmarks sono le linee di demarcazione al di là delle quali si perde l’identità massonica, quindi i limiti al di là dei quali si è al di fuori dalle regole dell’Istituzione, rappresentano le leggi immemorabili che sono state tramandate di epoca in epoca, da generazione in generazione senza che nessuno ne conoscesse l’esatta origine e senza che nessuno avesse il diritto di alterarle o mutarle, sono i Pilastri dell’Ordine. I Landmarks sono stati definiti anche come un insieme di precetti fondamentali di validità massonica universale, vincolanti ovunque e in tutti i tempi i massoni e le organizzazioni massoniche; sono in definitiva quegli elementi essenziali della Libera Muratoria senza dei quali la Libera Muratoria stessa non potrebbe esistere, fino a sostenere che un Landmark può essere scoperto ma non creato, che non può essere mutato od alterato, che non lo si può migliorare né cancellare. Rimane comunque la considerazione che nessuno sa, né saprà mai, quali siano questi Antichi Limiti, in quanto la più antica Autorità non ha voluto o saputo tramandare ai posteri alcunché. Sono quindi degli assiomi, delle verità incontestabili ed evidenti che i Fratelli Liberi Muratori devono intuire e comprendere da se. Molti sono stati i tentativi di codificazione dei Landmarks e in merito sono nate infinite controversie tra le diverse massonerie nazionali e al loro interno. Nel 1809/13 la Gran Loggia Unita d’Inghilterra approva dei Landmarks trasmessi oralmente e riguardanti i cerimoniali. - Nel 1850 la Gran Loggia del Missouri enuncia 26 Landmarks che dichiara contenuti nelle Costituzioni di Anderson. - Nel 1850 Rob Morris del Kentuky enuncia 17 Landmarks - Albert G. Mackey, nella sua Encyclopædia of Freemasonry (1858), ne elencava addirittura 25 - Nel 1871 sono enunciati i 9 principi di Findel e i 22 dei fratelli Chalmers simili a quelli di Mackey. Serenamente 4

Come si vedrà più avanti, gli episodi più rilevanti di scissioni o di “scismi” della storia massonica sono connessi, appunto, con vere o presunte violazioni di Landmarks, quali cause efficienti o semplici occasioni per l’esplosione di taluni contrasti.

I Landmarks più frequentemente citati sono quelli definiti da Albert G. Mackey 1) I modi di riconoscimento 2) La divisione della massoneria simbolica in tre gradi 3) La leggenda del terzo grado 4) Il governo della fratellanza da parte di un Gran Maestro 5-8) La prerogativa del Gran Maestro di presiedere a) qualunque assemblea dell’Arte, b) di accordare dispensa per il conferimento di gradi senza il rispetto degli intervalli di tempo previsti c) di accordare dispensa per la fondazione e per la conduzione di logge, di creare liberi muratori “a vista” 9) La necessità per i liberi muratori di raccogliersi in logge 10) Il governo di una loggia da parte di un venerabile e di due sorveglianti 11) La necessità per ogni loggia di lavorare “al coperto” 12-14) Il diritto di ogni libero muratore: 1. di essere rappresentato alle assemblee generali dell’Arte 2. di appellarsi alla Gran Loggia avverso le decisioni della loggia di appartenenza 3. di visitare ogni loggia regolare (diritto di visita) 15) Obbligo di “tegolare” ogni libero muratore visitatore non preventivamente conosciuto 16) Divieto di interferenza da parte di una loggia nei lavori di un’altra loggia e di procedere alla concessione di gradi a fratelli appartenenti ad altra loggia 17) Ogni libero muratore è soggetto alle leggi e ai regolamenti della giurisdizione massonica nella quale risiede; la mancata affiliazione, che è un reato massonico, non conferisce alcuna immunità dalla giurisdizione; 18) Ogni candidato all’iniziazione deve essere di sesso maschile, nato libero, non mutilato e di maggiore età 19-20) Obbligo di credere 1. In Dio, Grande Architetto dell’Universo 2. Nella resurrezione a una vita futura 21) Obbligo della presenza in ogni loggia del Libro della Legge Sacra, per tale intendendo il testo che, dalla religione del Paese, viene considerato come espressione rivelata della Volontà del Grande Architetto dell’Universo 22) Eguaglianza tra loro di tutti i liberi muratori 23) Il segreto massonico 24) Il fondamento di una scienza speculativa su un’arte operativa e l’uso e la spiegazione simbolica dei termini di quell’arte, allo scopo di impartire un insegnamento religioso e morale («il Tempio di Salomone è la culla simbolica dell’Istituzione») 25) Il Landmark che li corona tutti è il principio stesso dell’intangibilità dei Landmarks.

Questo elenco alimenta certamente la riflessione, considerando che la mentalità umana è molto cambiata rispetto alla metà del XIX secolo, portando a tutta una serie di critiche e dissensi con la tendenza a limitare la lista a pochi elementi, anche se è molto difficile trovare un accordo su quali debbano essere. Il punto 8) l’attribuzione del Gran Maestro creare liberi muratori “a vista” (ossia indipendentemente dalle singole logge e senza rito di iniziazione) è fortemente contestata. La G.L.U. d’Inghilterra non l’ammette in alcun modo; molte Grandi Logge americane la ammettono, ma di fatto i rispettivi Gran Maestri ne fanno un uso eccezionale. Serenamente 5

Il punto 17) è discutibile, in quanto non può valere per alcune Grandi Logge, come quelle di Germania, che sono tra loro federate ma senza giurisdizione territoriale esclusiva per ciascuna di esse. Motivo di laceranti contrasti è il divieto di iniziare donne di cui al punto 18). La divaricazione, tra le Grandi Logge che applicano il divieto in questione e quelle che lo hanno disatteso, è totale e, ancor oggi, insanabile. Le massonerie “ tradizionali ” hanno sempre affermato che l’arte della costruzione e i mestieri a essa connessi fossero in origine tipicamente maschili e che pertanto gli archetipi simbolici e operativi dell’iniziazione muratoria corrispondessero a un assetto fisico e psichico di natura maschile; uno scostamento di tale entità rispetto alla tradizione significherebbe snaturare e interrompere la trasmissione iniziatica. Quanto le suddette motivazioni siano valide o ancora attuali può essere oggetto di una discussione, che alcune obbedienze hanno decisamente risolto costituendo massonerie miste. Altro tipo di soluzione trasgressiva, rispetto allo stesso divieto, è stata quello di dare vita a organizzazioni massoniche esclusivamente femminili. I punti da 19) a 21) sono stati, del pari, occasione per durissimi confronti e causa di fratture gravissime dell’unità massonica, a livello di singoli Paesi e sul piano internazionale. Dalla seconda metà del XIX secolo all’interno di alcune massonerie, soprattutto in Francia e in Belgio, in nome dei princìpi di tolleranza e di universalità si ritenne discriminatorio e conflittuale con la libertà di coscienza imporre ai propri associati la fede in Dio, sia pure denominato come Grande Architetto dell’Universo, e nell’immortalità dell’anima. Del pari e coerentemente si arrivò ad eliminare la Bibbia e ogni altro libro sacro dalla ritualità di loggia, sostituendolo con un libro in bianco o con il testo delle proprie Costituzioni. Di minor portata i dissensi circa l’identità del Libro della Legge Sacra: non v’è dubbio che all’epoca della fondazione della G. L. di Londra questo si identificasse con la Bibbia (Vecchio e Nuovo Testamento). L’ammissione di nuovi liberi muratori non cristiani, conseguente alla diffusione della massoneria “speculativa” su tutti i continenti, indusse molte Grandi Logge, ma non tutte, a concedere che, in luogo della Bibbia, si potesse far uso di altri Libri Sacri (il Corano, i Veda, etc.). Inoltre, non c’è pieno consenso, sia pure tra le massonerie che hanno conservato l’obbligo della presenza del Libro della Legge sacra nel corso dei lavori rituali, sulla sua interpretazione come «espressione rivelata della Volontà del Grande Architetto dell’Universo». Il concetto di “rivelazione”, infatti, non è di univoco significato, nemmeno all’interno delle tre religioni monoteistiche di derivazione “abramica” o “del Libro” (ebraica, cristiana e islamica). La G.L.U. d’Inghilterra, nel 1929 menzionava tra i princìpi fondamentali per il riconoscimento di Grandi Logge estere «che una credenza nel Grande Architetto Dell’Universo e nella Sua Volontà Rivelata sia una qualifica essenziale per l’appartenenza» e «che tutti gli Iniziati assumano i loro impegni sul… Libro della Legge Sacra, per il quale si intende la rivelazione dall’alto», ma in un documento analogo del 7 settembre 1949 ridimensionava il secondo punto, non facendo più riferimento alla Volontà rivelata ma limitandosi a precisare che «a ogni Candidato è richiesto di assumere il proprio impegno su quel libro o sul Libro il quale venga ritenuto dal suo particolare credo che impartisca carattere sacro a un giuramento o promessa fatto su di esso». Per vari motivi, ancora, è suscettibile di differenti opzioni interpretative il concetto di “eguaglianza” tra i liberi muratori affermato nel punto 22). Non v’è dubbio che tutti i liberi muratori siano soggetti alle stesse norme nell’ambito della Comunione di appartenenza. Tuttavia, diritti e doveri sono diversamente attribuiti dalle medesime norme a seconda del grado, dell’anzianità e delle funzioni di ciascun libero muratore. Nella migliore delle ipotesi, si tratta di un’eguaglianza che va esplicitata attraverso molteplici precisazioni e numerosi “distinguo”. Del “segreto massonico” punto 23) si può aggiungere che, secondo la Dichiarazione di princìpi approvata dalla G.L.U. d’Inghilterra il 21 giugno 1985, «i segreti della Massoneria riguardano i modi di riconoscimento». Serenamente 6

Sul punto 24), ben poche massonerie, sempre che ve ne siano, sarebbero disposte a sottoscrivere tra le proprie finalità quella di «impartire un insegnamento religioso». Nella citata Dichiarazione di princìpi del 21 giugno 1985, la G.L.U. d’Inghilterra ha anzi tenuto a ribadire che «la Massoneria non è una religione, né un sostituto della religione» e «non offre una propria dottrina di fede». Infine il tautologico punto 25), circa l’intangibilità degli stessi Landmarks, è il più vacuo e contestabile di tutti.

Stabilire se una Grande Loggia sia “regolare” o “irregolare” sulla falsariga della fedeltà ai Landmarks come sopra enunciati o su altri similari appare, pertanto, come operazione alquanto ardua. In realtà il carattere della regolarità va inteso in modo alquanto più pragmatico e si riferisce all’aderenza complessiva, anche se non totale, di una Grande Loggia alle principali caratteristiche proprie del “fenomeno” libero muratorio, secondo criteri che nel tempo sono innegabilmente variati e si sono evoluti, e che talvolta sono stati adattati in modo alquanto disinvolto a esigenze di fatto.

DI TUTTO UN PO' “ leggiamo insieme ”

“Fratelli coltelli” Articolo reperito su Internet del 24 maggio 2010 con indicazione www.marcobava.tk.

Il recente meeting del GOI a Rimini (vedi n. 96), aveva mostrato la ritrovata concordia della maggiore Famiglia massonica italiana, purtroppo la notizia che pubblico appresso, integralmente copiata da Internet, appare smentire quanto avevo scritto. Il 24 maggio di quest’anno, infatti, non ci ricorda solo i “primi vittoriosi fanti che passarono il calmo e placido Piave per arginare il nemico” - fiume e fanti sacri alla memoria patria - ma avvocati e controparti che varcano le aule giudiziarie per dirimere profanamente questioni certamente poco fraterne.

<<<[ Raffiani da una parte. Anti-raffiani dall’altra. E il tribunale civile di Roma nel mezzo: mai visto. Sotto attacco, per la prima volta nella storia della massoneria, c’è addirittura la persona del gran maestro Gustavo Raffi – In ballo la gestione del cospicuo patrimonio del Grande Oriente d’Italia: 60 immobili che valgono tra gli 80 e i 140 milioni di euro

Laura Maragnani per "Panorama" Prometteva: più trasparenza e democrazia per tutti. Aria nuova, modernizzazione, cambiamenti. Apertura alle donne, perfino. Correva l'anno 1999 e Gustavo Raffi, nuovo Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, l'associazione massonica più forte del paese, si presentava alla sua prima conferenza stampa in blue jeans. Chi se lo ricorda? Basta con l'eredità pesante della P2, diceva col suo accattivante accento emiliano. Annunciava: siamo all'inizio di «una nuova primavera» per la massoneria italiana. Undici anni dopo la primavera di Raffi è finita: in tribunale. Nessuna inchiesta giudiziaria sui grembiuloni verdi, stavolta, ma mille «atti, citazioni, esposti, richieste di accertamenti in via preventiva e in via risarcitoria, querele, richieste di provvedimenti d'urgenza e quant'altro consenta l'articolato ordinamento giudiziario italiano» elencava raccappricciato a Rimini, il 27 marzo, dal palco dell'annuale raduno della Gran Loggia, il grande oratore Morris Ghezzi, un raffiano di ferro. Raffiani da una parte. Anti-raffiani dall'altra. E il tribunale civile di Roma nel mezzo: mai visto. Sotto attacco, per la prima volta nella storia della massoneria, c'è addirittura la persona del gran maestro, con relativo appannaggio da 129.114 euro e 22 centesimi l'anno, per un totale di 645.570 euro nel quinquennio del suo mandato. Più carta di credito oro in dotazione, più automobile e autista, più appartamento con tanto di security, cuoca e personale di servizio (in costante aumento) Serenamente 7 nella meravigliosa Villa Medici del Vascello, a due passi dal fontanone del Gianicolo, dove il Grande Oriente (in breve: il Goi) ha la sede nazionale dalla fine degli anni Ottanta e dove Raffi siede ininterrottamente da undici anni. E «illegittimamente», sostengono gli avversari, da uno. I conti in tasca al gran maestro, chi li ha mai visti fare? Eppure anche questi sono finiti in mano ai giudici della terza sezione del tribunale civile di Roma, insieme alla richiesta di sospensione per Raffi dalla massima carica del Grande Oriente. Non basta. Con lui rischiano di andarsene a casa tutti i membri della sua giunta, «così da impedire» scrivono gli avvocati Carlo Martucelli e Francesco Minisci per conto del «fratello» ricorrente Natale Di Luca, «che chi è privo di legittimo potere istituzionale possa gestire e amministrare il cospicuo patrimonio del Grande Oriente d'Italia». E sono, attenzione, un sacco di soldi. Gustavo Raffi è nato a Bagnacavallo, provincia di Ravenna, 66 anni fa. Di professione è avvocato con specializzazione in diritto marittimo, ma del maremoto in corso al Goi con Panorama non vuole parlare. E' stato eletto gran maestro, per un mandato di 5 anni, nel 1999. Un anno prima della sua scadenza, nel 2003, ha chiesto e ottenuto dalla Gran Loggia, il parlamento massonico, la modifica dell'articolo 30 della Costituzione del Goi, così da potersi ripresentare per un secondo mandato. Nel 2009 si è ripresentato per la terza volta. Apriti cielo. Newsletter, blog e siti di protesta, dal capostipite Fratel Pasquino agli ormai estinti www.no-raffi.org e www.grandeoriente- libero.com, con base in Malesia. Caricature nei panni di Papa Raffinger. Ricorsi al tribunale per farlo dichiarare ineleggibile. E critiche, polemiche, persino accuse di essersi incollato alla poltrona di gran maestro, favorendo la Tamarindo srl, agenzia turistica di proprietà del fratello, nell'organizzazione dei viaggi alla volta di Rimini, dove ogni anno si riuniscono i membri della Gran Loggia. «Attacchi vergognosi. Calunnie» ribatteva ai tempi l'interessato in un'intervista al Venerdì di Repubblica, vantando invece i trionfi del suo nuovo corso: «Abbiamo avuto nuovi riconoscimenti da 33 paesi. Abbiamo aumentato le sedi massoniche di proprietà, e senza oneri per gli associati. Abbiamo realizzato una grande opera di moralizzazione interna con la riforma elettorale. E poi abbiamo aperto gli archivi agli storici, svecchiato la comunicazione. Abbiamo fatto diventare la massoneria una casa di vetro, puntando sulla trasparenza e sulla ferma condanna per ciò che ha rappresentato in passato il piduismo e oggi la commistione tra affari e politica». Bene. È stato rieletto con il 43,38 per cento dei voti. Ma l'avversario sconfitto per poche centinaia di preferenze, Natale Di Luca, medico forense e docente alla Sapienza di Roma, ha subito chiesto al tribunale la decadenza di Raffi «per illegittimità» della candidatura. E, prima e dopo di lui, molti altri «fratelli» sono ricorsi agli avvocati: «Raffi ha tradito tutte le promesse del 1999. Malgrado i suoi proclami, di trasparenza e democrazia nel Goi oggi non c'è l'ombra. E i dissidenti vengono sistematicamente intimiditi ed espulsi» dice Gioele Magaldi, animatore del sito www.grandeoriente-democratico.com, ritrovo di quanti puntano a un programma di riforme «rivoluzionarie» come la fondazione di un ospedale massonico, di un'università e di una tv; l'istituzione di «contrappesi democratici» che bilancino il potere accentratore dei grandi maestri; la convocazione di una conferenza delle massonerie mondiali «per discutere l'ammissione delle donne». Tre volte Magaldi è stato cacciato dal Goi per le sue posizioni critiche, e sempre riammesso su ordine del tribunale civile di Roma. Ora, a Raffi, ha chiesto perfino i danni. Altra causa. L'ennesima. Sul tavolo dei magistrati i ricorsi sono ormai una lunga fila. E per la prima volta sono corredati di cifre, bilanci, conti che permettono la radiografia patrimoniale del Grande Oriente, un tesoretto di cui il gran maestro ha da sempre la piena facoltà di disporre. L'ultimo bilancio consultabile è quello preventivo del 2009: 5 milioni di ricavi (di cui 3 milioni e mezzo arrivano dai contributi degli affiliati) e 6 milioni di uscite. Togliamo gli emolumenti a Raffi (129 mila euro) e i rimborsi spese su cui ora in molti chiedono lumi (230 mila euro alla giunta, 60 mila «ad aventi diritto», 60 mila per viaggi di Serenamente 8 rappresentanza all'estero del gran maestro); leviamo le spese per «la diffusione del pensiero massonico e i contributi alle logge» (450 mila) o per la Gran Loggia e altre solennità massoniche (480 mila). Ed ecco: le uscite più consistenti sono tutte a favore di una società immobiliare controllata al 100 per cento dal Goi, la Urbs srl, che a sua volta controlla il 98 per cento dell'immobiliare Augusta 2002. Il restante 2 per cento dell'Augusta è in mano alla Erasmo srl, che a sua volta è di proprietà del Goi. Tutto fa capo a Raffi. E i dissidenti cominciano a passargli i conti al setaccio. L'Erasmo inghiotte fondi ed eroga pubblicazioni (stampa e distribuisce Erasmo notizie, la Pravda del Goi, e la rivista esoterica Hiram), ma è la Urbs, 1.549.500 euro di capitale sociale, la vera cassaforte del tesoretto. È all'Urbs che è intestata Villa Medici del Vascello, sulle pendici del Gianicolo, dove hanno sede gli uffici e la biblioteca del Goi e dove vive Raffi, al piano nobile, con una vista straordinaria su Roma. Categoria catastale A/8, ben 34,5 vani e un parco di 64 are, a occhio vale più di 26 milioni di euro. Ed è solo l'inizio del tesoretto. Ecco Terni, vicolo San Filippo: stimato 3,8 milioni. Catania, via Maddem: 1,9 milioni. Genova, via La Spezia, 3,6 milioni. Pescara, via Tiburtina: 2,8 milioni. Trieste, corso Umberto Saba: 3 milioni. Cagliari, piazza Indipendenza e via Lamarmora: 8 milioni e mezzo. Poi mettiamoci Pisa, Cosenza, Caserta, Gallipoli, Taranto, Salerno... E voilà un patrimonio di 60 immobili che a essere prudentissimi vale 80 milioni di euro. I più ottimisti su spingono a 140. Ma anche sui mattoni è scoppiata la guerra. E tutta da raccontare è quella intorno al Belsito, vecchio cinema romano in piazza Medaglie d'Oro: era di proprietà del partito socialista, teatro dei faraonici convegni di Bettino Craxi; ma sparito il Psi, travolto dai debiti, il gran segretario Giuseppe Abramo è stato lesto ad accaparrarselo per 2,63 milioni. Se lo è intestato la Augusta 2002 srl, di cui Abramo, altro raffiano di ferro, è l'amministratore unico. Fiato alle trombe. Il Belsito ospiterà l'archivio storico del Goi, una biblioteca aperta al pubblico, una sala conferenze e «una grande agorà per camminare nella luce» ha solennemente annunciato Raffi alla stampa, presentando il progetto «Luce nel tempio». Ma le fanfare si sono zittite in fretta. A distanza di 8 anni la Augusta è ancora alle prese con i creditori del vecchio Psi craxiano, in un garbuglio inestricabile di cause e decreti ingiuntivi, mentre i lavori sono iniziati solo simbolicamente. Quel che è peggio, il comune di Roma non ha concesso il cambio di destinazione d'uso per i locali che Raffi voleva destinare alle 58 logge della Capitale. Erano magazzini interrati, e tali restano. Ahi ahi. Perchè cacciare 1,8 milioni di euro per finire in un magazzino sottoterra? sono inorriditi i 1800 «fratelli» romani, parcheggiati dagli anni Novanta in una sede «provvisoria» in attesa del grandioso Belsito. Dietrofront rapidissimo. Nuova sede reperita all'Eur, in affitto, a piazzale degli Archivi. C'è bisogno di dire che, con la fuga dei romani verso l'Eur, il progetto «Luce nel Tempio» rischia di andare a picco per mancanza di fondi? E che a Raffi e alla sua giunta l'idea del trasloco non piace proprio per niente? Il 13 febbraio il consiglio dei maestri venerabili di Roma (conti correnti compresi) viene così commissariato. E ariecocci in tribunale. Solita terza sezione del tribunale civile di Roma, dove il Grande Oriente ormai è un cliente fisso: il 22 aprile il giudice Giovanna Tronci ha annullato il commissariamento. Il trasloco è a buon punto, ma la guerra ormai è senza quartiere. Mattoni, democrazia, buchi di bilancio, trasparenza, affari, tesoretti palesi e occulti... Come finirà? Il Venerabilissimo Raffi, unico autorizzato a parlare con i giornalisti, preferisce tacere. In compenso Morris Ghezzi, il grande oratore, lo ha detto chiaro e tondo: chi ricorre alla giustizia «profana» incorre «in una grave colpa massonica» e rischia l'espulsione. Gioele Magaldi, unico dissidente a presentarsi con nome e cognome, sul sito Grande Oriente Democratico però non si tira indietro: a costo di andare in Cassazione, giura, verrà stabilita «la nullità della delibera che ha insediato il fratello Gustavo Raffi». Dopo dichè, attenzione, «Raffi sarà passibile presso la giustizia libero-muratoria della gravissima accusa di Alto Tradimento e Attentato alla Costituzione». Serenamente 9

Non solo: sarà chiamato a rispondere nei tribunali profani per i «gravissimi danni al Grande Oriente, con necessaria restituzione di tutte le somme (indebitamente) percepite attraverso emolumenti che non gli spettavano». Più il risarcimento dei danni e le spese legali. E quando mai s'era vista una cosa simile, tra i fratelli massoni? ]>>> (ndr) Ogni commento appare inopportuno. Chi vivrà, vedrà!

VERSO L’ARCANO nello Spirito, percorrendo la Tradizione...

Significato mistico-geroglifico dell’alfabeto ebraico Articolo di Giuseppe Gallo pubblicato dal Centro internazionale di ricerche e studi Martinisti su “L’Esprit des choses” n.1. Gli interessati a ricevere in abbonamento la rivista (€ 25,00 annui) possono scrivere a [email protected] o telefonare al numero 388 8986764.

Qual è il significato mistico-geroglifico di ciascuna lettera dell’alfabeto ebraico? Qual è il metodo che il cabalista usa per estrarre delle lettere, e dalle parole che formano, il loro significato occulto?

Alle 22 lettere dell’alfabeto ebraico diamo il triplice significato che segue: a – Aleph Valore numerico: 1 Suono: muta Significato: l’Unità misteriosa, il luogo in cui nascono le cose create, l’Uomo, il principio di tutte le cose, lo Spirito, il Potere Spirituale e la Forza che rende feconde le operazioni dei maghi ed anche la Colomba del Messia. b – Beth Valore numerico: 2 Suono: b con il punto nel centro o V (b senza il punto chiamato daghesh) Significato: Creazione, il potere che nella materia genera la forma perfetta, la dimora del Creatore.

Ghimel Valore numerico: 3 Suono: gh come in guerra Significato: è la lettera con la quale gli Angeli realizzano i loro cortei, i loro voli e i movimenti celesti. Con questa lettera si scrive ghilgul-ruota. Le ruote compaiono nel libro del Profeta Ezechiele 1:9-13; sono i Cherubini che si muovono nei cieli. Questa lettera indica pure la relazione tra gli organi del corpo materiale e le ruote o Chakra, ed anche le loro funzioni biologiche ed organiche.

Daleth Valore numerico: 4 Suono: d, come in dado Significato:nutrizione, divisibilità, cammino dell’anima, l’anima che ha costruito un nuovo corpo per abitarvi. Con questa lettera si scrivono le parole derek-cammino e darash-cercare. h- Hei Valore numerico: 5 Suono: muto o lievemente aspirato Significato: alito vitale, forza o principio vivificante di ogni essere. Hei è una delle lettere più sacre, perché compone il sacro e misterioso Tetragramma-Jehovah. Per questa particolarità è detta la lettera del Palazzo Sacro o del luogo in cui abita il Divino con tutta la sua Santità e lo Splendore. w-Vaw Valore numerico: 6 Suono: V, come in vento o, se vocale, U (W) od O (A) Significato: Se nel Tetragramma la lettera Hei è il Palazzo Sacro e la Yod è il Punto supremo e sacro, la Vaw è l’Uomo Eretto, alzatosi dalla morte. Questa lettera indica la Luce dell’anima illuminata, la Luce dell’Intelligenza o Intelletto, che Ermete Trismegisto ed i cristiani gnostici chiamano Nous.

Zain Valore numerico: 7 Suono: Z, come in zappare Significato: chiave dei segreti celesti; apre tutti i tesori occulti della Conoscenza; la forza che fa tendere le cose allo sviluppo.

Serenamente 10

Het Valore numerico: 8 Suono: H fortemente aspirata Significato: la Giustizia nell’aspetto legislativo e morale; le cose ancora allo stato pre-cosmico, rudimentale od in forma proto-plasmatica, cioè ancora nell’utero delle acque primordiali. Esprime l’idea di calore, attività ed equilibrio.

Tet Valore numerico: 9 Suono: T, come in tutto Significato: la necessità che le cose si formino nella materia, essere corporee, rivestite di massa. Rappresenta il tetto, il riparo che protegge, rinnovamento. Yod Valore numerico: 10 Suono: I, come in italiano Significato: nel Nome Sacro Jehovah è in sacro punto supremo. Rappresenta il Potere Divino che si manifesta come potere ordinante, cioè come Verbo. Indica la natura spirituale; se funge da vocale, indica la natura materiale. Tutta la potenzialità dei Poteri, delle Qualità, delle Virtù e dei fenomeni del Divino si manifestano attraverso questa lettera.

K – Caph Valore numerico: 20 Suono: con il punto al centro K duro, e CH senza il punto Significato: la forma o il modello delle cose, la matrice cosmica, l’assimilazione, la vita temporale. E’ la lettera del banchetto degli Angeli, al quale i Giusti partecipano con i processi misteriosi dell’Iniziazione cabalistica.

Lamed Valore numerico: 30 Suono: L come in luce Significato: è la lente d’ingrandimento che, posta nel cuore dell’uomo, ci permette di vedere tutta la vita umana e quella dell’universo, perché dietro il cuore dell’uomo si nasconde quella della Terra e del Sole. Lamed ci permette di vedere, rimpicciolito, il macrocosmo.

Mem Valore numerico: 40 Suono: M come in mare Significato: la morte, la maternità dell’utero cosmico e microcosmico, cioè, la nascita delle cose e degli esseri cosmici ed universali, compreso l’uomo; la fecondazione e la formazione plastica delle cose e degli esseri universali; l’acqua, la fluidità, i liquidi, compresi quelli terapeutici.

Nun Valore numerico: 50 Suono: M come in notte Significato: il figlio, il frutto, il prodotto di una generazione o maternità. Questo figlio, o frutto, nasce con individualità e corporeità. Come lettera finale vale 700, numero molto importante nella cronologia esoterico- profetica, essendo multiplo di 50 (50x14=700).

Samek Valore numerico: 60 Suono: S come in serpente Significato: il movimento circolare, come quello dei Chakra o Ghilgul, la ruota degli Angeli del Profeta Ezechiele; l’universo, la rotondità, il laccio, l’orbita dei pianeti e la loro matematica celeste. E’ interessante ricordare che gli astrologi babilonesi dividevano la circonferenza in 60 punti come li conosciamo nei nostri orologi e cronometri.

Ain Valore numerico: 70 Suono: muta Significato: rumore, vento, la brezza nei giardini e frutteti ricordati nel Cantico di Salomone 4:16. Rappresenta anche l’anello materializzato, l’equilibrio col quale tutte le cose materiali tornano allo stato luminoso, il Dio esorcizzante. p – Phe Valore numerico: 80 Suono: F o P Significato: il Dio dei discorsi, l’anima razionale soffiata nelle narici di Adamo, la lingua, che articola i suoni e la parola, la bocca, la parola, la bellezza, la copula, il pensiero.

Tzaddi. Valore numerico: 90 Suono: Tz come nel nome del filosofo cinese Lao Tzé Significato: è il pensiero prodotto dal Mago che si fissa nella sostanza astrale. La volontà del Mago, volta a manifestare il fenomeno magico desiderato. La Giustizia Divina; il movimento lampante che penetra nella materia, la fende e spezza i suoi ceppi. E’ la soluzione, la conclusione.

Quf Valore numerico: 100 Suono: Q come in quadro

Serenamente 11

Significato: la scura che colpisce e apre brecce, la comprensione, colpo, ferita, Chakra, la voce e lo scritto, con le relative lettere sacre.

Resh Valore numerico: 200 Suono: R forte come in ruota Significato: la resurrezione, la testa come organo e sede della psiche umana. La triade desiderare – volere – pensare: o le sette facoltà mentali, la volontà, il pensiero, la ragione, la cognizione, l’intuizione e l’illuminazione.

Shin Valore numerico: 300 Suono: Sh come in sciare (Shin) o S come in salute (Sin) Significato: la vegetazione di piante medicinali, la Salvezza e la Cura terapeutica, il movimento rotatorio trasmutante, il rinnovamento della natura, il fuoco o la fiamma.

Tav Valore numerico: 400 Suono: T come in tetto o tamburo Significato: la protezione, la perfezione, la Verità totale, la morte per la resurrezione, la putrefazione alchemica.

Per utilizzare i significati ed i valori delle lettere, i rabbini cabalisti applicano diversi metodi. In generale questi metodi sono divisi in tre grandi gruppi: Ghematria, Temurah e Notarikon.

La Ghematria usa il valore numerico delle lettere. Interpreta i passi della Bibbia ebraica usando la somma dei valori numerici delle lettere del testo. Così, il Rashi, interpreta la storia di Abramo (Genesi cap. 14 e 15), quando il Patriarca vince la guerra contro cinque re con un esercito di soli 318 soldati, vi appare il personaggio misterioso di Eliezer che poi scompare, e non è più menzionato. Il nome Eliezer significa Misericordia di Dio, ma, se si vuole sapere chi è questo misterioso personaggio, il significato del suo nome non aiuta. Perciò, si può analizzare con la Ghematria il nome ebraico di Eliezer, abbiamo: 1+30+10+70+7+200= 318. Così con la Ghematria scopriamo che Abramo non ha combattuto con un esercito di 318 uomini, come si legge superficialmente sulla Genesi, ma con il solo aiuto della Misericordia di Dio.

La Temurah è la tecnica della permuta delle lettere, con la quale si considera la relazione tra due parole ebraich. Così nel Sepher Yetzirah, il Libro della Formazione, leggiamo: “Egli ha fissato le 22 lettere vigore nella sfera, come un muro di 231 porte, ed ha fatto girare le sfere avanti ed indietro”. Per comprendere meglio consideriamo per esempio le tre lettere di Anogh, che significa gioia o felicità, ma cambiando l’ordine (= Nogah) abbiamo tristezza, peste, infelicità.

Un altro esempio di Temurah lo abbiamo con la parola Lavasi-cbl, che significa vestirsi, proteggersi dal freddo e Bashal-lcb che significa bollire, riscaldare, cucinare. La lettera Shin, che indica il Fuoco, determina il significato delle due parole, anche se si invertono le lettere per formare due termini diversi.

Il Notarikon è la scienza della formazione di segni con le lettere iniziali o finali delle parole. Il Sig. Jodachay ci ha dato un esempio chiaro dell’arte del Notarikon raccontando che un certo giudeo, quasi tutte le notti, sognava un leone (Ary) che entrato nella sua casa (Baith tyb) gli afferrava un dito della mano (Yad), strappando l’anello ereditato dai suoi antenati, che portava fortuna alla sua famiglia.

Il giudeo affermava che le difficoltà economiche in cui si trovava erano dovute a quel leone, che nel sogno non riusciva a vincere ed uccidere. Il Sig. Jodachay, sentito il racconto dell’uomo, scrisse, su un pezzetto di pergamena, la parola Avad-dba, che significa distruggere, uccidere. Questa parola è stata scritta come un segno o amuleto protettivo, cominciando dalla lettera Alef- iniziale di leone o Ary, poi la Beth-b, iniziale di casa o Baith e dalla Dalet- lettera finale di mano o Yad-dy. La prima notte dopo il consulto con il mio Maestro, il giudeo portò con sé a letto la pergamena con la parola amuleto, e nel sogno, ha potuto distruggere (Avad) il leone prima che lo attaccasse e gli strappasse il dito rubandogli il prezioso anello.

Da allora l’uomo cessò di perdere beni, e tornato dal Maestro disse che le perdite causate dal leone lo avevano impoverito (b-Ebyon = povero). Il Sig. Jodachay prese un pezzetto di pergamena e vi scrisse la parola Eben-b (pietra preziosa) usando le lettere Alef- e Bet-b della parola Avad-dba (distruggere), ma non la lettera Dalet-, che potrebbe causare al giudeo una piaga (b- Dever, piaga) mettendo al suo posto la parola Serenamente 12 finale Nun- della parola Kun (ristabilirsi, ricostruirsi). Il giudeo, da quel momento, tornò a fare buoni affari ed a recuperare la sua fortuna.

Nel libro dei Maccabei (Bibbia) possiamo trovare un altro esempio di Notarikon. Giuda Maccabeo, pronto a combattere l’esercito di Antioco Eupator, ricevette da un angelo un segno molto poderoso che conteneva le lettere Mem, Kat-k, Bet-b, Yod-, iniziali della frase ebraica Mi Kim Behvolaim Yehovah, che significa: Chi è simili a Jehovah?

Così con i tre strumenti, Ghematria, Temurah e Notarikon. Il Cabalista può fare nelle Sacre Scritture meravigliose verifiche, non aleatorie od arbitrarie, ma con una matematica ed una grammatica, la cui intelligenza giunge ad influenzare perfino le menti accademiche più scettiche.

IPSE DIXIT

Telese e il SOMI del Fratello Pie. Vit. della RL EOS all’Oriente di Bari all’Obbedienza del SOMI

Il Convento annuale del Sovrano Ordine Massonico d’Italia quest’anno si è svolto nel Gran Hotel & Terme di Telese (Bn). Il Convegno si è articolato in due giorni, dal pomeriggio di venerdì (e cena di gala il sabato) alla domenica mattina.

I lavori: Gli illustri relatori si sono alternati in gruppo, intervenendo sui temi: “I Landmark sono ancora tutti attuali? Quanto la Tradizione deve adeguarsi ai tempi? “Cosa si intende per Esoterismo Massonico e qual è il suo confine con l’Esoterismo in generale?".

Nel corso dell’evento il nutrito uditorio intervenuto, è stato “catturato” dai singoli interventi dei fratelli sui temi: Giuseppe Balsamo (Conte di Cagliostro), il Cavaliere A.M. de Ramsay, Raimondo Principe di Sangro, (proiezioni su schermo della Cappella di S. Severo- Napoli), Templarismo Massonico e i Riti iniziatici dei Poveri Cavalieri di Cristo (Templari).

Il Convegno si è concluso domenica mattina (aperto al pubblico) sul tema: “L’homo Faber”, introdotto dal Gran Maestro, Serenissimo e Gran Comm., Ste. de C. V.

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Un antico e nobile Sovrano Ordine, riemerso (da Piazza del Gesù, 47 - Roma) e di cui a pieno titolo, tutti gli aderenti, innalzano in piena Armonia d’intenti le Colonne sul suolo italiano. Il S.O.M.I. è una Istituzione di Uomini Liberi e di buoni costumi, fondata, dal filantropo e Gran Maestro, Dott. Cav. Silvio Vigorito di Selymbria; gli aderenti dell’Ordine si riunivano inizialmente durante il periodo della clandestinità (1935) in via Fregene in Roma. L’Ordine di Tradizione del R.S.A.A. risalente ai Cavalieri di San Giovanni di Scozia è riemerso a pieno titolo da una costola di Piazza del Gesù come ho poc’anzi accennato. Gli aderenti del S.O.M.I. si chiamano “Muratori” perché simbolicamente sono dei muratori intenti alla costruzione ideale di un Tempio, del Tempio della virtù, che dura da millenni, e che fu più volte distrutto. Sono Muratori pazienti, coscienti, illuminati, nell’allestimento della Pietra su Pietra, con il loro filo a piombo, la loro livella, il loro compasso, la loro squadra. Sono Muratori e sanno allineare e sovrapporre senza contrasti, ma con armonia, pietre di diversa grandezza, colore ed origine. E’ la creazione dell’armonia nel mondo con gli angoli smussati, con gli spiriti uniti e cementati dalla malta della fratellanza, illuminata dalla fiamma della libertà. Serenamente 13

“Nel Sovrano Ordine sono banditi il rancore, la esecrazione, la vendetta: QUI! vi è amore, tolleranza, comprensione, uguaglianza, libertà di pensiero, scrupolo nel giudizio, intendimento sentito di far bene nell’austera religione del dovere, della giustizia e della civiltà”. Qui le più nobili espressioni dell’animo umano trovano la loro migliore palestra e la loro straordinaria testimonianza. Ci si entra con amore di uomo e con fede di studioso perché qui si praticano le idee e la morale, che non basta leggere ascoltare e ripetere, ma che occorre praticare con spontaneità di esercizio e con convinzione di studio interpretativo nel sistema estremamente difficile della vita terrena e nella complessa spiritualità dell’Eterno. Qui si affonda il seme di quella pianta robusta che è la serenità consapevole e che è radice di sostegno nelle inevitabili amarezze del nostro tempo. Bussando alla porta e se vi sarà aperto per entrare nell’Ordine per il vostro tirocinio del periodo catartico, voi, all’inizio, probabilmente comprenderete poco dell’Associazione, forse anche nulla. Non preoccupatevi, perché è logico e così dovrebbe essere, perché così è stato anche per coloro che oggi hanno raggiunto i più alti gradi…Non capire implica che ci sia qualcosa da capire. Non capire ammette uno stimolo necessario perché l’intelligenza partecipi e non resti passiva. Non capire indica una coscienza di quel che sia il comprendere. Non importa se per ora il postulante è allo stadio negativo di partenza. Orbene, se a questa oscura consapevolezza accompagnerete anche un po’ di curiosità e di ansia di sapere, anche l’ignoto non sarà più inaccessibile e vi aprirà le porte di quei misteri che – ripeto – non sono tali, ma concetti che – interpretati – vi faranno scendere piano piano a quello stato supremo che può essere raggiunto soltanto attraverso gli sforzi tenaci della sublimazione intima. Chiedendo di entrare nel S.O.M.I. Voi schiuderete la porta della vostra vita interiore, conoscerete dunque la potenza di quel silenzio che aduna in sé il tesoro delle proprie riflessioni. Dal momento in cui Voi siete entrato in questo Tempio, voi siete già un uomo che pensa più di tanti altri uomini e quindi siete già sulla via della conoscenza, il che vuol dire, tendere sempre più possedere sé stessi. Infondo la vita non è altro che una gara da vincere, un gran periodo di prova. Se fosse qualcosa di meno, il lungo e continuo progresso dell’umanità sarebbe un vegetare privo di significato.

BREVI NOTE

Nuovo Tempio all’Oriente di Bari del Fr Pie. Vit. della RL EOS all’Oriente di Bari all’Obbedienza del SOMI

Cari Fratelli e Sorelle, tratterò questo argomento in modo discorsivo come in una riunione di famiglia, per ben comprendere l’evento in un clima che si è compiuto pregno di energie cosmiche.

Un ringraziamento particolare ai Fratelli romani per il loro prezioso apporto…

“Nulla salus extra Tempium”. Vi chiedo scusa per il mio latino maccheronico, credo così, di ricordare gli studi di antica memoria scolastica, e che ho voluto significarVi finalmente dopo conti e riconti, stirando a destra e a manca la “tela” è nato il TEMPIO nella sua interezza alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo.

L’ufficialità del Tempio della Rispettabile Loggia EOS, all’Oriente di Bari, Valle dell’Ofanto è stato consacrato da due Fratelli giunti da Roma, nostri ospiti, il 16 aprile 2010.

Grande è stata la gioia ed il giubilo per tutti noi, pensate che il Tempio – Eos dopo la consacrazione, presenti anche i fratelli giunti da Taranto e Martina Franca accompagnati dal loro

Serenamente 14

Maestro Venerabile tutti, hanno partecipato con noi al Rito ed alla iniziazione di alcuni profani già programmati…

Noi, fratelli della Eos con questa nuova “creatura” e, con la guida della nostra Maestra Venerabile e fratelli tutti, daremo un affondo degni di qualsiasi nota, creando un clima doveroso di collaborazione e di ulteriore crescita spirituale per il bene dell’umana famiglia e della Massoneria in generale. Perché Bari? Bari è una delle città massoniche più importanti d'Italia (dopo Torino) e questo è pienamente verificabile. Non è vietato essere iscritti alla massoneria. Sono a conoscenza di molti fatti poco noti così come lo sono molti amici importanti, in qualità di addetto alla pubblica informazione ed attraverso al il blog International: che è uno strumento molto importante c di comunicazione e conoscenza Ognuno ha le proprie opinioni che possono anche essere, legittimamente, preconcette. Io credo, ad esempio, che tutto il male del mondo dipenda da un complotto organizzato da Adamo ed Eva per costringere l'umanità ad uscire dal “Paradiso Terrestre”. Mi sforzerò di migliorare. Credo, come il problema principale a Bari, fortemente sentito, è dato dalle corsie preferenziali che taluni individui possono percorrere a scapito della libertà, dell'uguaglianza e della fratellanza... Non voglio, con questo, attribuire alla massoneria, colpe riguardanti le abitudini baresi che tanto invece devono alla subcultura fatta di arrivismi e arrampicatori sociali, la quale vige, per alcuni versi, nella città Bari e nella sua area metropolitana. Ma è sempre stato così, basti pensare l'imperatore Federico II (del casato Hohenstaufen), riteneva i Pugliesi persone affidabili, volenterosi e (scusatemi) a volte… intriganti. Per quanto concerne la massoneria, barese devo ammettere che per poter essere iniziati non è sufficiente credere, alla leggenda di Hiram Abif e Merica o, essere un libero cittadino ma, essenzialmente, “cavalcare” il merito dell’onestà, dell’amicizia disinteressata e le “sembianze” dell’eterno fanciullo. Cari FF. e SS. ci siamo capiti perfettamente… e che questa discussione possa finire qui. Un abbraccio frat. a tutti Pietro

ABBECEDARIO

L.U.F. - C.L.I.P.S.A.S. – CATENA

In occasione dei recenti articoli pubblicati nei numeri precedenti che hanno riguardato la L.U.F. 1905, alcuni Fratelli mi hanno chiesto di illustrare quali differenze ci siano tra questa ed il CLIPSAS ed il Circuito CATENA.

Senza pretendere d’essere esaustivi, ricordo che la LUF è la più importante Associazione di Maestri Massoni che partecipano a titolo personale, le altre due sono Federazioni di Obbedienze Massoniche. Per maggiori dettagli rinvio gli eventuali interessati ad una ricerca su Internet, proponendo però un breve accenno sulle ultime due.

Serenamente 15

CLIPSAS - E’ un’organizzazione massonica internazionale creata a Strasburgo nel 1961 su iniziativa dei Grandi Orienti di Francia e Belgio. L’acronimo significa Centre de Liaison et d’Information des Puissances Signataires de l’Appel de Strasbourg (Centro di raccordo e informazione delle Potenze Massoniche firmatarie dell’accordo di Strasburgo).

Oltre ai due Grandi Orienti promotori già citati, aderiscono circa una sessantina di Obbedienze Massoniche internazionali, maschili, femminili o miste, sparse in Europa, Africa, Asia ed America le quali possono essere ricondotte alla cosiddetta Massoneria Liberale.

Nel corso della Grande Assemblea svolta nel 2008 a Barranquilla (Colombia), sono stati eletti per il successivo triennio i Fratelli:

Presidente Marc-Antoine Cauchie del Grande Oriente del Lussemburgo V. Presidente e Tesoriere Giovan Battista Curami della Gran Loggia d’Italia (Palazzo Vitelleschi)

CATENA - E’ un’Unione Internazionale Massonica (un Circuito) fondata anch’essa nel 1961, da undici Obbedienze Massoniche, soprattutto allo scopo di riconoscere e difendere il diritto delle donne di appartenere alla Massoneria a pieno titolo. Ad essa possono aderire anche singoli Fratelli e Sorelle che si riconoscano nei suoi principi.

Tra i primi atti le Obbedienze Fondatrici negarono alla Gran Loggia Unita d’Inghilterra il diritto di definire ed imporre principi di Regolarità Massonica.

Oggi le Obbedienze più moderne considerano i Landmarks tradizionali solo una base, così come il Diritto Romano è alla base di molti Diritti Europei: una base, ma nulla di più, ed infatti sono molte le Obbedienze che propongono propri Landmarks. Voglio ricordare che i cosiddetti Landmarks tradizionali non furono mai stabiliti ufficialmente fino al 1858 (versione Mackey) con la pubblicazione sulla Freemason’s Quarterly Review.

Ricordo anche la Mostra “Donne e Massoneria” ospitata dalla Gran Loggia Unita d’Inghilterra alla Freemason’s Hall per celebrare il primo centenario della Massoneria femminile britannica (vedi “Serenamente” n. 78) ed anche i molti antichi documenti massonici ripetutamente citati negli scorsi numeri di “Serenamente” e, con l’occasione, indicare anche i seguenti ulteriori antichi documenti (francesi e britannici) :

-Livre des Métiers (1268) che prevede l’accesso delle donne e la loro elezione al grado di Maestro;

-Statuti della Gilda dei Carpentieri di Norwich (1375) esplicitamente indirizzati a Fratelli e a Sorelle;

-Statuto della Loggia di York (1693) che nella parte relativa all’iniziazione dice testualmente “colui o colei che deve essere fatto massone pone la sua mano sul Libro ecc.”

Ogni numero può essere letto e/o scaricato gratuitamente dal sito www.somi-massoneria.org Serenamente è stato ideato e fondato dal Fratello Alb. Vac. Serenamente 16

NIHIL DIFFICILE VOLENTI

SERENAMENTE massoneria e non solo

Numero 99 del 5 luglio 2010 EV

Sommario

Pag 2 Oriente di Bari Pasquale e Gianfranco all’Oriente Eterno Pag 3 A Telese… brilla la Cappella Sansevero Tenda Rossa in Sicilia Pag 4 Cara Sorella Morte Pag 6 Rito Solstiziale – Solennità Massoniche Pag 7 Gran Loggia Svizzera Alpina Pag 8 Obblighi e doveri del massone Pag 10 Chiesa Cattolica e Massoneria Pag 14 La CAMEA apre alle Obbedienze italiane Pag 16 Antichi Valori

Avvertenza - Gli articoli sono espressione della libera opinione del loro autore e non impegnano in alcun modo la linea editoriale di questo notiziario periodico, gratuito ed amatoriale, realizzato e distribuito in proprio, ad uso interno, dall’addetto alla redazione Fr  Alb. Vac. (E mail [email protected]). Per le notizie (ricavate da interviste, Internet o da vecchi documenti incompleti) dalle quali non siano desumibili il copyright, l’autore, l’editore, la fonte ecc., mi impegno a citare tutti i dati previsti o desiderati, non appena noti e, ove richiesto, ad eliminare, modificare e/o integrare eventuali periodi pubblicati. INTER NOS

Oriente di Bari

L’articolo “Nuovo Tempio all’Oriente di Bari” pubblicato nel numero precedente ha generato qualche perplessità, di cui mi dolgo e mi scuso, in chi lo ha interpretato come una generalizzazione ingenerosa e superficiale, riconducibile all’intero Oriente barese. Posso assicurare che l’autore riferiva solo una sua interpretazione relativa alla ristretta cerchia dei Fratelli a lui più vicini e, quindi, meglio conosciuti; una legittima e personale interpretazione critica che, come tutte, può essere condivisibile o no. Dire che i vicentini sono mangia gatti, i genovesi sono avari o i romani pigri ecc. è certamente un dire comune, ma anche una generalizzazione e, come tale, non va interpretata come verità assoluta. Il giudizio espresso dall’autore non è riferibile a tutti i massoni dell’Oriente di Bari, i quali sono uguali a tutti gli altri massoni ed hanno il privilegio, come l’autore ha scritto, di operare in uno dei più importanti Orienti italiani.

Pasquale e Gianfranco all’Oriente Eterno

Due “vecchi” e cari Fratelli sono mancati recentemente, suscitando unanime cordoglio in quanti li avevano conosciuti ed apprezzati. Alle loro Famiglie massoniche e profane formulo commosso le più sentite condoglianze. Pasquale, noto anche a livello internazionale ed aveva fatto molto per la Massoneria in generale e per quella calabrese in particolare. Ho avuto modo di parlare spesso di lui e della Massoneria della Costa dei Gelsomini, a seguito del matrimonio di mio figlio con la figlia di un Libero Muratore calabrese, che di quella esperienza massonica fu esponente di rilievo. Sono lieto di pubblicare ad onore di Pasquale e di Gianfranco, il ricordo che due importanti e cari Fratelli, il Serenissimo Gran Maestro Gia. Fun. ed il Serenissimo Gran Maestro Gia. P. Fra., hanno voluto inviarmi.

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< “Partecipiamo a tutti gli Iniziati, la glorificazione del Pot.mo Fratello Pasquale Placido, che lasciando le Valli Terrene per raggiungere l’Oriente Eterno, ci guiderà illuminandoci dalle Valli Celesti, verso il raggiungimento del bene e della perfezione.

Il luttuoso evento si è verificato alle ore 21,00 del 31-05-2010 ev

Porgo ai familiari del caro Fratello Pasquale le mie più vive e sentite condoglianze associandomi al profondo dolore che li avvolge in questo particolare momento.

Partecipo all’Istituzione, il pensiero di tutti i fratelli che rappresento a livello Nazionale ed Internazionale: il caro Fratello Pasquale ha lasciato un grande vuoto nella famiglia profana, ma la Nostra Istituzione, perde, uno degli ultimi illuminati pensatori, la Sua sarà un’assenza difficilmente sostituibile. Serenamente 2

Grazie Pasquale per quanto hai fatto e dato al Nostro Pensiero.

Con il triplice fraterno abbraccio. Gia. Fun. 3 33 Presidente M.H.C.I.R. e Gran Maestro”>

 - 

< “Il Fratello Gianfranco Brizio 33, Gran Maestro Aggiunto, è passato all'Oriente Eterno ed ha lasciato un grande vuoto in tutti noi che abbiamo condiviso con lui, fin dall'inizio, l'esaltante esperienza della costituzione e della crescita della Gran Loggia Simbolica Unita.

Il suo senso della fratellanza e dell'amore nelle gioie e nelle felicità della vita resteranno nel ricordo dei tanti momenti vissuti insieme, nei Lavori di Loggia e nella vita profana, certi che continuerà a lavorare nelle nostre Officine con l'esempio che ci ha lasciato.

Un triplice fraterno abbraccio. Gia. Pao. Fra. 33 Gran Maestro della G.L.S.U.” >

A Telese… brilla la Cappella Sansevero

In occasione dell'ultimo Convento SOMI di Telese molto interesse ha suscitato l'intervento del Fr:. Gio. Con. relativo alla Cappella Sansevero di Napoli. La Tavola è molto ricca sia come testo sia come illustrazioni e la sua pubblicazione su questo notiziario crea alcuni problemi tipografici non risolvibili con le nostre attuali risorse tecnologiche. Tutti abbiamo apprezzato la cortesia e la disponibilità dell'autore, che ringrazio fraternamente, chi lo desiderasse può chiedergli direttamente copia del Lavoro contattandolo all'indirizzo e-mail [email protected]

Tenda Rossa in Sicilia

Il Venmo e Potmo Fratello Car. La R. 33, Sovrano Gran Commendatore della Gran Loggia Ausonia, ha inviato il seguente cortese invito: “E' un grande onore per la Gran Loggia Ausonia condividere con tutti i Fratelli e Sorelle del SOMI i festeggiamenti del Solstizio di Estate che anche questo anno si svolgeranno a Montalbano Elicona (Messina). Verrà riproposta in data 19 e 20 giugno la "Tenda Rossa Internazionale" che rappresenta un momento di incontro tra Obbedienze Massoniche Italiane ed Estere. In attesa di vostro riscontro ”. Momento clou sarà la relazione “Il Solstizio di Estate e il Mistero d’Orione nell’Antico Egitto”. Hanno confermato la loro presenza, la Gran Loggia Autonoma delle Calabrie, la Gran Loggia Scozzese d’Italia “Ignis”, la Serenissima Gran Loggia Italiana, Misraim e Memphis e Might and Freedom.

PENSIERI IN LIBERTA’ “ tavole e riflessioni ” Serenamente 3

Cara Sorella Morte del Fratello Mau. A. De Pas.

Tavola scolpita in onore della scomparsa del Fratello Enrio dell’Oriente di Civitavecchia (vedi Serenamente n. 98)

Incido questa Tavola, con dolore. Celebrare un Fratello che per te è stato molto, forse tutto, non è facile.

La Sorella morte… così la chiamava il più grande Iniziato della storia, San Francesco.

Molti anni fa ho inciso un’altra tavola su questo argomento. Credo per il Capitolo del XVIII Grado. Ritenevo in tale tavola architettonica il Santo un grande iniziato.

Colui che si liberò dei “metalli” e nudo, coprì il suo corpo con un saio di lana grezza e raggiunse l’estasi devozionale mistica…l’opera al rosso!

La sorella morte… tante rappresentazioni pittoriche... la più comune è la donna incappucciata con la falce… Bergman, nel “Settimo sigillo” la descrisse mentre gioca una partita a scacchi con un nobile cavaliere tornato dalla Terrasanta che non teme di mettere in gioco la propria vita al posto di quella di altri.

Il bambino nasce con un urlo liberatorio dall’utero materno o di paura… è nato, ma sa solo la data del suo approdo alla vita, non quella sua morte…

Cos’è la morte? Solo un passaggio atteso, ma assolutamente sconosciuto.

Noi cosa siamo? Siamo scintille del GADU, prelevate dal suo mantello celeste ed immerse in un corpo mortale.

Il materiale, attraverso l’etereo, si congiunge all’astrale…la nostra anima è sempre intrinsecamente legata al GADU.

Il giorno che il GADU decide che la nostra vita terrena è finita, ci richiama alla casa del Padre, pronti per una nuova vita…

Nella mia oramai lunga esistenza ho pianto tante persone care, parenti, amici, sorelle e fratelli. Nel loro passaggio all’Oriente Eterno ho sentito la loro “presenza” e il loro rincuorarmi per la nuova vita.

Io sono sopravvissuto ad un cancro. Guarito anche per l’amore dei fratelli.

La mia ora non era stata incisa.

Oggi celebriamo la Tornata Funebre per il Fratello Enrio.

Fratello di altra Obbedienza, ma il SOMI crede nella Massoneria Universale e fermamente. Tutti i Fratelli e Sorelle di ogni Obbedienza hanno diritto di asilo sotto il nostro cielo stellato.

Chi era Enrio? Era un grande, grandissimo fratello.

Serenamente 4

Maestro d’ascia, ascia che usava con passione e fermezza, ma pieno d’amore per tutti noi, per me in particolare. Fisicamente era piccolo di statura, ma per noi era alto due metri e la sua voce profonda era un tuono nella Loggia.

Mi ha seguito con amore da padre per tutta la mia vita massonica.

Sono stato iniziato nella Risp.le Loggia “Azione” all’Oriente di Civitavecchia e tredici maestri, compresa la Sorella Nor., qui presente, sua figlia di Sangue ma anche la mia Sorella naturale, Maestra anche lei, mi hanno cresciuto giovane apprendista, con amore, disegnando il mio futuro massonico.

Fino al mio aumento di Luce a Maestro ero l’unico apprendista della Loggia, per loro scelta.

La Sorella Fab., figlia maggiore, anche lei presente e tutta la loro famiglia mi hanno sempre considerato un loro figlio e fratello e io ho considerato tutti loro miei cari parenti, anche se non di sangue.

L’amore di Enrio e della sua famiglia per me è stato sempre bene prezioso.

Chi era Enrio massonicamente?

Era stato iniziato a Civitavecchia nel 1988, in età matura.

Ha percorso la piramide iniziatica fino al 30° grado, terminata per motivi gravi di salute.

Ha ricoperto tutte le cariche di Loggia ed è stato presidente della Camera del IX Grado, “Ermete Trimegisto” all’Oriente di Civitavecchia, per lunghi anni.

In realtà era lo spirito guida della Loggia.

Era il consigliere di tutti i MM. VV. che si sono succeduti negli anni e nel periodo mio Civitavecchiese, da M.V., da Vice Ispettore del Rito e da Grande Ispettore dell’Ordine e del Rito, è sempre stato la spalla silenziosa su cui ponevo il capo nei momenti difficili.

Tutte le Sorelle e Fratelli che avevano problemi si rivolgevano a lui e nella stanza del suo studio professionale cercava le soluzioni.

Grande grandissimo uomo!

Quando gli comunicai che lasciavo per il Sonno la GLDI ne soffrì molto e me ne rammarico, ma il mio risveglio nel SOMI fu sua gioia profonda.

Negli ultimi anni, per impegni pressanti del mio lavoro che sempre di più mi hanno portato lontano da Civitavecchia, l’ho trascurato molto e me ne rammarico.

Tutte le volte che riuscivo a vederlo, anche per pochi istanti era una grande gioia.

Questa sera lo celebriamo. È qui tra noi. Il Testimone indica la sia presenza spirituale. Lo abbracciamo qui tra noi perché anche in questo Tempio Augusto del SOMI lui sia sempre presente, insieme ai nostri Fratelli e Sorelle che sono nella Valle Eterna. Ho detto

Serenamente 5

Rito Solstiziale - Solennità Massoniche di Pie. Vit. della RL EOS all’Oriente di Bari all’Obbedienza del SOMI

Carissimi Fr. e Sr.

Agape è termine di derivazione greca che significa “amore” e indica, in particolare, una cerimonia cristiana dei primi secoli incentrata su un banchetto eucaristico.

Secondo alcuni studiosi i banchetti massonici deriverebbero, appunto, dalle agapi cristiane. Il filosofo e massone tedesco Fichte, autore della Filosofia della Massoneria, fa derivare il termine Massoneria da Mase, “tavola”, da cui Masonei e quindi Massoni e Massoneria (Compagnia da tavola). In genere i Massoni usano riunirsi in agape due volte l’anno per celebrare, in spirito di fraternità e serenità, le festività solstiziali, che occupano il primo posto tra le solennità dell’anno massonico.

Il solstizio è considerato, infatti, il simbolo della rinascita spirituale ottenuta attraverso la celebrazione dei riti di iniziazione, nonché il simbolo della sconfitta del male e delle tenebre da parte del Sole e il trionfo della luce. La festa del solstizio d’inverno (21 Dicembre) è dedicata a san Giovanni Evangelista in quanto egli simboleggia la faccia di Giano che è rivolta verso l’aurora e testimonia la forza vivificatrice della parola; quella del solstizio d’estate (24 giugno) a san Giovanni Battista di Gerusalemme. Le seguenti affermazioni sul solstizio d’inverno sono contenute in un antico rituale massonico: “Il Sole, simbolo visibile dello spirito, si è ritratto nelle caverne del settentrione. Le giornate si sono accorciate ed allungate le notti. Il dolore è nelle nostre anime perché il Sole è calore, vita, luce”.

Noi fratelli carissimi ravvisiamo in questa rituale morte del Sole una fase della perenne lotta tra il bene e il male. Ma il nostro dolore è temperato dalla certezza che il Sole, dopo la sua discesa agli Inferi, risalirà allo zenith della nostra coscienza. Così lo spirito dell’uomo dopo avere dormito nella misteriosa tomba di Saturno, vegliato dai neri corvi della morte, risorgerà a nuova vita in un volo di colombe. E proprio in questa fase di dolore e di tristezza che l’uomo deve riaffermare la propria valenza autonoma.

Fratelli, siate dunque vigili! In tal modo contrastando il vostro stato di veglia, con il fecondo silenzio della natura giungerete a conoscere voi stessi. Il solstizio d’inverno simboleggia la porta d’accesso alla caverna, la transizione dal buio alla luce, dalla morte alla rinascita a differenza di quello estivo (24 giugno) che rappresenta l’uscita dalla caverna cosmica. Scopo dell’agape massonica è quello di cementare sempre più l’amicizia e la solidarietà tra i Fratelli della grande Famiglia massonica. Nell’agape massonica i vari utensili hanno nomi particolari. Qualche esempio: piattaforma (tavolo), velo (tovaglia), bandiera (tovagliolo), cazzuola (cucchiaio), cannone (bicchiere), zappa (forchetta), pietra greggia (pane), polvere forte (vino), polvere debole (acqua), sabbia (sale), tirare una cannonata (bere) ecc.

Abitualmente l’agape massonica si apre con una invocazione: “Sovrano Architetto dell’Universo, degnati di benedire il nutrimento che stiamo per assumere e di rivolgere uno sguardo benefico su questa Assemblea, i cui membri, a qualunque religione appartengano, riuniscono qui i loro voti e i loro omaggi per offrirti insieme l’espressione sincera dei loro sentimenti d’amore, di rispetto e di riconoscenza; conserva, estendi e fortifica i legami di amicizia che uniscono tutti i membri della Grande Famiglia Massonica e preservali, in ogni tempo, dagli errori e dai mali che provengono dal fanatismo e dalla superstizione”.

Serenamente 6

L’agape massonica è caratterizzata da una serie di brindisi il cui uso è antichissimo, e affonda le radici nelle offerte di vino in onore degli dèi, le famose libagioni. Testimonianze sul brindisi si riscontrano nella Bibbia ma sono frequenti negli antichi poemi, dove non pochi eroi sono rappresentati nell’atto di portare alle labbra coppe di vino che bevevano alla salute gli uni degli altri e numerose erano le formule che accompagnavano l’invito a bere come: “Bevi, accomodati, accetta questa bevuta in amicizia”, oppure “Bevo beneaugurante alla tua salute”, alla quale si rispondeva, in genere, con la frase “Ricevo da te con gioia”. Molte e spesso forzate sono le varianti ai brindisi massonici. Alcuni vorrebbero porre i sette brindisi in relazione con i sette pianeti (Sole, principio generatore; Luna, archetipo femminile; Marte, simbolo della virilità; Mercurio, il metallo che amalgama l’oro; Giove, simbolo della Giustizia; Venere, la natura generatrice e distruttrice di forme; Saturno, fine e principio di ogni energia). Più coerentemente, altri li giudicano atti di deferenza verso persone o gruppi di persone reputate degne sul piano sia spirituale che iniziatico. In genere il primo brindisi è dedicato al Capo dello Stato, il secondo al Gran Maestro dell’Ordine, il terzo al Maestro Venerabile della Loggia, il quarto ai Sorveglianti di Loggia, il quinto a tutti i Fratelli Visitatori, il Sesto ai Fratelli della Loggia, il settimo a tutti i Massoni.

Quest’ultimo brindisi è massonicamente tra i più antichi ed è detto anche “Brindisi del Guardiano”; è rievocato in una poesia di Rudyard Kipling, “La Vedova di Windsor”, che così si conclude: «... e poi per i Figli della Vedova / dovunque e comunque essi si trovino / se è ciò che desiderano: / un immediato ritorno alle loro case». Se il riposo è meditazione nell’ombre e nell’isolamento, «esso contrassegna l’inizio stesso della vita massonica di un uomo, allorché prima dell’iniziazione vien chiuso nel Gabinetto di riflessione: ecco un tempo di riposo che conviene rivivere per proprio conto più volte nella vita. Se il riposo è silenzio e immobilità mentre intorno ferve il moto della natura, esso segue per un tempo non breve l’iniziazione, nella condizione dell’apprendista che apparentemente riposando, deve saper captare energia per il futuro nel luogo in cui trascorre quella specie di “vacanza”. Se il riposo è ricreazione, anch’esso ha il suo luogo nel rituale massonico, che prevede momenti in cui più sciolto, vivace e lieto è lo scambio di parole e sentimenti fra i fratelli, nelle pause dei lavori, nelle riunioni informali, nelle festose agapi. Vi sono dunque nell’ordito stesso della vita massonica degli esempi di “vacanze” in un senso peculiare, strettamente finalizzate ai vari tipi di lavoro per far sì, con molta saggezza e naturalezza, che il tempo del riposo non sia in contrasto, ma anzi in rapporto positivamente funzionale al ritorno al lavoro».

Un t.f.a. a tutti.

DI TUTTO UN PO' “ leggiamo insieme ”

Gran Loggia Svizzera Alpina

Il 5 e 6 giugno uu. ss. si è svolta a Ginevra, sotto la guida del Serenissimo Gran Maestro Bruno Welti, la 159a Assemblea annuale di questa antica Famiglia fondata nel 1736 con il nome di Società dei Liberi Massoni del Perfetto Contentamento (oppure della Perfetta Contentezza). Nel 1769 le Logge ginevrine, diventate già nove, si riunirono col nome di Gran Loggia di Ginevra per confluire poi, a metà del 19° secolo, nell’attuale Gran Loggia Svizzera Alpina, fondata nel 1844. Attualmente a Ginevra sono operative 13 Officine, con oltre 600 Fratelli, la più antica delle quali, la “Lea Amis Fidèles n. 14” risale al 1764 e la più recente la “Hiram n. 80” al 2005. Serenamente 7

I Fratelli ginevrini, impegnati nel sociale in varie iniziative, hanno dato vita al progetto “CARE” che li vede impegnati nella somministrazione giornaliera di 150 pasti gratuiti.

VERSO L’ARCANO nello Spirito, percorrendo la Tradizione...

Obblighi e doveri del massone del Fratello Pan. Auc. Maestro Venerabile della RL Risorgimento all’Oriente di Taormina all’Obbedienza del SOMI

Citando brani dello Statuto della Serenissima Gran Loggia del Sud – Massoneria Universale di R.S.A.A. – Discendenza Piazza del Gesù, e di altre antiche Tradizioni

Doveri personali del massone Egli deve saper usare le proprie virtù, evitando qualsiasi forma di intemperanza e di eccessi che gli impedirebbero l’adempimento dei lodevoli doveri dell’Arte. Egli deve essere diligente nella sua professione e fedele al Maestro che serve. Egli nelle ore di ozio si dedica allo studio delle arti e delle scienze affinché sia meglio preparato ai suoi doveri verso Dio, la Patria, il prossimo e se stesso. Egli deve, per quanto è possibile, acquistare uno spirito di pazienza, mansuetudine, sacrificio ed abnegazione per sapere dominare se stesso e guidare la propria famiglia con affetto, dignità e prudenza. Egli deve saper reprimere ogni disposizione nociva ai suoi simili cercando di promuovere fra essi quell’amore e quella cooperazione che sentono i membri di una stessa famiglia. Egli deve possedere una lingua di buona reputazione, deve imparare ad obbedire a coloro che gli sono al di sopra per quanto possano sembrargli inferiori per rango e condizioni sociali; poiché pur non avendo la Massoneria privato nessuno dei suoi titoli e dei suoi onori, nelle logge, l’eccellenza delle virtù e la conoscenza dell’Arte diventano una vera sorgente di nobiltà, di comando, di governo.

Doveri civili del massone

Il massone è cittadino pacifico; non deve mai prendere parte a complotti a cospirazioni contro la pace e il benessere della Patria, né deve agire in doverosamente verso le Autorità. Egli deve coltivare la concordia e vivere in armonia ad amore fraterno.

Doveri sociali del massone I massoni debbono essere uomini morali: buoni mariti, buoni figli e buoni vicini. Debbono evitare qualsiasi eccesso che possa recare danno a loro stessi ed alle loro famiglie; debbono saggiamente condurre gli affari che concernono le loro famiglie e le loro Logge, per i motivi che essi ben conoscono.

Doveri fraterni del massone I Liberi Muratori hanno sempre avuto l’obbligo di rifuggire dal calunniare un vero e leale fratello, dal nutrire sentimenti ingiusti e maligni, dal criticare un fratello od i suoi atti. Non devono mai permettere che si divulghino ingiusti biasimi e calunnie contro un fratello assente, né permettere che l’occupazione o i beni, nonché il carattere di costui siano danneggiati, ma essi dovranno difenderlo, renderlo edotto di qualsiasi pericolo o danno lo minacci ed aiutarlo a Serenamente 8 sfuggirgli, per quanto lo permettano l’onore, la prudenza e la salvezza della religione, della moralità e dello Stato; ma non debbono andare oltre.

Aspetto spirituale della Massoneria La Massoneria è un centro d’unione atta a conseguire una sincera amicizia fra gli uomini che, al di fuori di essa, sarebbero restati costantemente separati gli uni dagli altri. Essa rappresenta la sintesi di tutte quelle verità indicate e perseguite dagli illuminati di tutti i tempi. Sono stati i sapienti di tutte le epoche che ad essa hanno portato il contributo del loro sapere, che partendo dal principio indiscusso della unità nell’origine, hanno dato di questo Origine una indicazione comprensiva la quale può personificare l’Ente Supremo nel Dio professato dalle varie religioni, evitando così un qualsiasi orientamento spirituale e tradizionale del singolo. Infatti, la Massoneria mentre dichiara di conoscere, quale base dei propri lavori, un principio superiore ed ideale, lo designa con la denominazione di Grande Architetto dell’Universo e non raccomanda né combatte alcuna convinzione religiosa né pone limiti di sorta con affermazioni dogmatiche e lascia la più completa libertà nelle investigazioni del Vero. Il mezzo per procedere a queste investigazioni è lo stesso che ha permesso ai Saggi delle varie epoche di raggiungere risultati grandiosi: la ragione.

Le Virtù massoniche Citando le parole di Goblet d’Alviella: “Le Virtù massoniche consistono nella solidarietà, nella tolleranza, nell’uguaglianza”. La solidarietà massonica comprende: soccorsi ai fratelli infelici e pratica generale della filantropia; contribuzione in Loggia all’istruzione e all’accettazione dei Fratelli (scambio delle conoscenze acquisite, conferenze, discussioni civili ed artistiche). Concorso individuale prestato nel mondo profano nei limiti della giustizia e senza pregiudizio dell’indipendenza di ciascuno nell’apprezzamento dei suoi doveri e degli interessi propri. La tolleranza è accettare ed incoraggiare anche l’espressione di opinioni che non si condividono affatto; procacciare ciò che unisce a preferenza di ciò che divide. Rispettare la libertà di ogni membro in materia filosofica, politica e religiosa, non criticare affatto gli atti della sua vita privata, fin tanto che questi atti non intacchino l’onore. L’uguaglianza prescrive di dimenticare in Loggia le distinzioni profane e proibisce di prendere partito, in Loggia, fra le opinioni dei suoi membri. Il culto del dovere impone: credere nella sua esistenza, lavorare per scoprirlo, compierlo così come è conosciuto. La Massoneria si sforza perciò di emancipare gli spiriti e di eliminare ogni distinzione di credenza, di razza, di nazionalità, fortuna, discendenza e posizione sociale. Il raggiungimento della perfezione massonica è conseguito solo dopo una integrale trasformazione spirituale che comporta l’abbandono della personalità individuale.

Il segreto massonico o meglio la riservatezza La riservatezza deve essere mantenuta poiché essa permette la riuscita dei compiti che si prefiggiamo. La disciplina della riservatezza è necessaria perché in quanto massone l’iniziato non si appartiene più, dato che tutti i membri dell’Ordine sono solidarizzanti in un contratto formale di reciprocità. Riservati devono restare pure i particolari Riti praticati nei Templi, di cui al di fuori non si deve assolutamente parlare poiché potrebbero essere commentati stupidamente; ed è doveroso evitare che “le perle siano gettate ai porci”. Viviamo in un mondo di persone poco benevoli nei nostri confronti e pronte ad avvalersi della minima indiscrezione per attaccarci, travisandone le finalità. La Massoneria non è una setta

Serenamente 9 segreta, ma bensì una fratellanza che detiene un segreto, quello cioè di pervenire razionalmente, e perciò solidamente, al perfezionamento del singolo e per esso alla collettività. Il suo sistema razionale sorretto da un’etica non soltanto teorica ma effettivamente praticata, la fa apparire alla Chiesa Cattolica quale una temibile rivale, che era più spicciativo colpire con le armi. In un’onesta Religione e, quando sussista, in un’onesta Chiesa la Massoneria non può vedere che un’alleata; naturalmente non può accettare i dogmi che il raziocinio rifiuta, perché essa intende pervenire alla conoscenza per processo logico e naturale, per processo interiore di maturazione che esclude imitazione pedissequa, affettazione et similia. Si tratta, come si vede, del più nobile attributo commessoci dal Grande Artefice, quello di pensare e di migliorarci, altro che far cosa temibile. D’altra parte la Massoneria è fiorente in tutti i Paesi veramente liberi e quel governo che dimostrasse di considerare la Massoneria temibile, dimostrerebbe delle due l’una: o di aver bisogno di sottrarsi al giudizio delle libere ed oneste coscienze, oppure di essere asservito alla sola Chiesa che per ragioni di opportunità intende mantenersi oscurantista. Convinti del trasformarsi continuo di tutte le cose, della loro natura infinita ed eterna, riflessa nei fenomeni del cosmo materiale e morale, noi aborriamo qualunque dottrinarismo nel quale un orizzonte di verità compresa od intravveduta diventa un limite prefissato e quindi, un ostacolo alle nuove intuizioni del pensiero. Concludendo “Non vi è nulla di occulto che non debba essere manifestato e ciò che si bisbiglia all’orecchio deve essere gradito dai dotti”. Spero che tutto questo vi faccia riflettere e meditare e che io sia riuscito a trasfondere l’amore per l’Arte.

IPSE DIXIT

Chiesa Cattolica e Massoneria

Alcuni Apprendisti mi hanno chiesto quali siano i rapporti tra Massoneria e Chiesa Cattolica. Desidero precisare loro che la Massoneria non ha preclusioni né preferenze nei confronti di alcuna Chiesa o Religione; anche i richiami della ritualità massonica che sembrano ispirarsi alla Bibbia o al Giudaismo, al Cristianesimo ecc. sono solo allegorie propedeutiche all’evolversi del metodo e dell’esoterismo massonici. I Fedeli di qualunque Credo, ma anche gli agnostici, sono i benvenuti tra noi purché comprendano che la Massoneria non è una religione ed è per persone non accecate dai dogmi, approfondendo quale sia l’autentico significato del non parlare in Loggia di politica e di religione. La Chiesa Cattolica, com’è noto, non accetta in definitiva nessuna religione o metodologia spirituale che non preveda l’esclusività della Salvezza attraverso Cristo, inoltre esclude, in materia di fede, il relativismo ed il sincretismo. Anche le cosiddette aperture ecumeniche di fatto si limitano ad un maggior dialogo, ad un aumentato rispetto, ma nulla di più. Tutti coloro che non seguono i dettami “Vaticani” sono nel peccato e, considerando che i cattolici ed i cristiani sono circa un quarto della popolazione mondiale, per circa il restante 75% si aprirebbero delle brutte prospettive di futura vita celeste, secondo la Santa Sede, ma, per fortuna, c’è la Misericordia Divina in grado di distinguere il grano dal loglio e di premiare chiunque, sia oggi che domani, quando sarà, nel Giorno del Giudizio. La novità sostanziale della posizione Vaticana che mi pare di cogliere è che non si parla più solo di scomunica (ce ne sono già state due) ma di peccato grave (quindi, potenzialmente meritevole di assoluzione) e che il peccato non ricada su una categoria, ma sul singolo individuo: non è la Massoneria o il Comunismo ecc. ad essere in peccato grave (o scomunicati) ma il massone, il comunista ecc.

Serenamente 10

Poiché non voglio sottrarmi alle domande ricevute in merito alla posizione attuale del Vaticano, riporto integralmente sia una “Dichiarazione sulla Massoneria” della Congregazione per la Dottrina della Fede sia una “ Riflessione” successiva, entrambe rintracciate su internet, certamente più esaurienti che qualsiasi mia considerazione.

… ndr - seguono “la Dichiarazione” e “le Riflessioni …”della Chiesa:

DICHIARAZIONE SULLA MASSONERIA

È stato chiesto se sia mutato il giudizio del Chiesa nei confronti della massoneria per il fatto che nel nuovo Codice di Diritto Canonico essa non viene espressamente menzionata come nel Codice anteriore.

Questa Congregazione è in grado di rispondere che tale circostanza è dovuta a un criterio redazionale seguito anche per altre associazioni ugualmente non menzionate in quanto comprese in categorie più ampie.

Rimane pertanto immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro principi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l’iscrizione a esse rimane proibita. I fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione.

Non compete alle autorità ecclesiastiche locali di pronunciarsi sulla natura delle associazioni massoniche con un giudizio che implichi deroga a quanto sopra stabilito, e ciò in linea con la Dichiarazione di questa S. Congregazione del 17 febbraio 1981 (Cf. AAS 73, 1981, p. 240-241).

Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, nel corso dell’Udienza concessa al sottoscritto Cardinale Prefetto, ha approvato la presente Dichiarazione, decisa nella riunione ordinaria di questa S. Congregazione, e ne ha ordinato la pubblicazione.

Roma, dalla Sede della S. Congregazione per la Dottrina della Fede, il 26 novembre 1983.

Joseph Card. RATZINGER Prefetto + Fr. Jérôme Hamer, O.P. Arcivescovo tit. di Lorium Segretario

RIFLESSIONI AD UN ANNO DALLA DICHIARAZIONE DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE “INCONCILIABILITA’ TRA FEDE CRISTIANA E MASSONERIA”

Il 26 novembre 1983 la Congregazione per la Dottrina della Fede pubblicava una dichiarazione sulle associazioni massoniche (cfr AAS LXXVI [1984] 300).

A poco più di un anno di distanza dalla sua pubblicazione può essere utile illustrare brevemente il significato di questo documento.

Da quando la Chiesa ha iniziato a pronunciarsi nei riguardi della massoneria il suo giudizio negativo è stato ispirato da molteplici ragioni, pratiche e dottrinali. Essa non ha giudicato la massoneria responsabile soltanto di attività sovversiva nei suoi confronti, ma fin dai primi Serenamente 11 documenti pontifici in materia e in particolare nella Enciclica «Humanum Genus» di Leone XIII (20 aprile 1884), il Magistero della Chiesa ha denunciato nella Massoneria idee filosofiche e concezioni morali opposte alla dottrina cattolica. Per Leone XIII esse si riconducevano essenzialmente a un naturalismo razionalista, ispiratore dei suoi piani e delle sue attività contro la Chiesa. Nella sua Lettera al Popolo Italiano «Custodi» (8 dicembre 1892) egli scriveva: «Ricordiamoci che il cristianesimo e la massoneria sono essenzialmente inconciliabili, così che iscriversi all’una significa separarsi dall’altra».

Non si poteva pertanto tralasciare di prendere in considerazione le posizioni della Massoneria dal punto di vista dottrinale, quando negli anni 1970-1980 la S. Congregazione era in corrispondenza con alcune Conferenze Episcopali particolarmente interessate a questo problema, a motivo del dialogo intrapreso da parte di personalità cattoliche con rappresentanti di alcune logge che si dichiaravano non ostili o perfino favorevoli alla Chiesa.

Ora lo studio più approfondito ha condotto la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede a confermarsi nella convinzione dell’inconciliabilità di fondo fra i principi della massoneria e quelli della fede cristiana.

Prescindendo pertanto dalla considerazione dell’atteggiamento pratico delle diverse logge, di ostilità o meno nei confronti della Chiesa, la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, con la sua dichiarazione del 26.11.83, ha inteso collocarsi al livello più profondo e d’altra parte essenziale del problema: sul piano cioè dell’inconciliabilità dei principi, il che significa sul piano della fede e delle sue esigenze morali.

A partire da questo punto di vista dottrinale, in continuità del resto con la posizione tradizionale della Chiesa, come testimoniano i documenti sopra citati di Leone XIII, derivano poi le necessarie conseguenze pratiche, che valgono per tutti quei fedeli che fossero eventualmente iscritti alla massoneria.

A proposito dell’affermazione sull’inconciliabilità dei principi tuttavia si va ora da qualche parte obiettando che essenziale della massoneria sarebbe proprio il fatto di non imporre alcun «principio», nel senso di una posizione filosofica o religiosa che sia vincolante per tutti i suoi aderenti, ma piuttosto di raccogliere insieme, al di là dei confini delle diverse religioni e visioni del mondo, uomini di buona volontà sulla base di valori umanistici comprensibili e accettabili da tutti.

La massoneria costituirebbe un elemento di coesione per tutti coloro che credono nell’Architetto dell’Universo e si sentono impegnati nei confronti di quegli orientamenti morali fondamentali che sono definiti ad esempio nel Decalogo; essa non allontanerebbe nessuno dalla sua religione, ma al contrario costituirebbe un incentivo ad aderirvi maggiormente.

In questa sede non possono essere discussi i molteplici problemi storici e filosofici che si nascondono in tali affermazioni. Che anche la Chiesa cattolica spinga nel senso di una collaborazione di tutti gli uomini di buona volontà, non è certamente necessario sottolinearlo dopo il Concilio Vaticano II. L’associarsi nella massoneria va tuttavia decisamente oltre questa legittima collaborazione e ha un significato ben più rilevante e determinante di questo.

Innanzi tutto si deve ricordare che la comunità dei «liberi muratori» e le sue obbligazioni morali si presentano come un sistema progressivo di simboli dal carattere estremamente impegnativo. La rigida disciplina dell’arcano che vi domina rafforza ulteriormente il peso dell’interazione di segni e di idee. Questo clima di segretezza comporta, oltre tutto, per gli iscritti il rischio di divenire strumento di strategie ad essi ignote. Serenamente 12

Anche se si afferma che il relativismo non viene assunto come dogma, tuttavia si propone di fatto una concezione simbolica relativistica, e pertanto il valore relativizzante di una tale comunità morale-rituale lungi dal poter essere eliminato, risulta al contrario determinante.

In tale contesto, le diverse comunità religiose, cui appartengono i singoli membri delle Logge, non possono essere considerate se non come semplici istituzionalizzazioni di una verità più ampia e inafferrabile. Il valore di queste istituzionalizzazioni appare, quindi, inevitabilmente relativo, rispetto a questa verità più ampia, la quale si manifesta invece piuttosto nella comunità della buona volontà, cioè nella fraternità massonica.

Per un cristiano cattolico, tuttavia, non è possibile vivere la sua relazione con Dio in una duplice modalità, scindendola cioè in una forma umanitaria – sovraconfessionale e in una forma interna – cristiana. Egli non può coltivare relazioni di due specie con Dio, né esprimere il suo rapporto con il Creatore attraverso forme simboliche di due specie. Ciò sarebbe qualcosa di completamente diverso da quella collaborazione, che per lui è ovvia, con tutti coloro che sono impegnati nel compimento del bene, anche se a partire da principi diversi. D’altronde un cristiano cattolico non può nello stesso tempo partecipare alla piena comunione della fraternità cristiana e, d’altra parte, guardare al suo fratello cristiano, a partire dalla prospettiva massonica, come a un «profano».

Anche quando, come già si è detto, non vi fosse un’obbligazione esplicita di professare il relativismo come dottrina, tuttavia la forza relativizzante di una tale fraternità, per la sua stessa logica intrinseca ha in sé la capacità di trasformare la struttura dell’atto di fede in modo così radicale da non essere accettabile da parte di un cristiano, «al quale cara è la sua fede» (Leone XIII).

Questo stravolgimento nella struttura fondamentale dell’atto di fede si compie, inoltre, per lo più, in modo morbido e senza essere avvertito: la salda adesione alla verità di Dio, rivelata nella Chiesa, diviene semplice appartenenza a un’istituzione, considerata come una forma espressiva particolare accanto ad altre forme espressive, più o meno altrettanto possibili e valide, dell’orientarsi dell’uomo all’eterno.

La tentazione ad andare in questa direzione è oggi tanto più forte, in quanto essa corrisponde pienamente a certe convinzioni prevalenti nella mentalità contemporanea. L’opinione che la verità non possa essere conosciuta è caratteristica tipica della nostra epoca e, nello stesso tempo, elemento essenziale della sua crisi generale.

Proprio considerando tutti questi elementi la Dichiarazione della S. Congregazione afferma che la Iscrizione alle associazioni massoniche «rimane proibita dalla Chiesa» e i fedeli che vi si iscrivono «sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione».

Con questa ultima espressione, la S. Congregazione indica ai fedeli che tale iscrizione costituisce obiettivamente un peccato grave e, precisando che gli aderenti a una associazione massonica non possono accedere alla Santa Comunione, essa vuole illuminare la coscienza dei fedeli su di una grave conseguenza che essi devono trarre dalla loro adesione a una loggia massonica.

La S. Congregazione dichiara infine che «non compete alle autorità ecclesiastiche locali di pronunciarsi sulla natura delle associazioni massoniche, con un giudizio che implichi deroga a quanto sopra stabilito». A questo proposito il testo fa anche riferimento alla Dichiarazione del 17 febbraio 1981, la quale già riservava alla Sede Apostolica ogni pronunciamento sulla natura di queste associazioni che avesse implicato deroghe alla legge canonica allora in vigore (can. 2335).

Serenamente 13

Allo stesso modo il nuovo documento, emesso dalla Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede nel novembre 1983, esprime identiche intenzioni di riserva relativamente a pronunciamenti che divergessero dal giudizio qui formulato sulla inconciliabilità dei principi della massoneria con la fede cattolica, sulla gravità dell’atto di iscriversi a una loggia e sulla conseguenza che ne deriva per l’accesso alla Santa Comunione. Questa disposizione indica che, malgrado la diversità che può sussistere fra le obbedienze massoniche, in particolare nel loro atteggiamento dichiarato verso la Chiesa, la Sede Apostolica vi riscontra alcuni principi comuni, che richiedono una medesima valutazione da parte di tutte le autorità ecclesiastiche.

Nel fare questa Dichiarazione, la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede non ha inteso disconoscere gli sforzi compiuti da coloro che, con la debita autorizzazione di questo Dicastero, hanno cercato di stabilire un dialogo con rappresentanti della Massoneria. Ma, dal momento che vi era la possibilità che si diffondesse fra i fedeli l’errata opinione secondo cui ormai la adesione a una loggia massonica era lecita, essa ha ritenuto suo dovere far loro conoscere il pensiero autentico della Chiesa in proposito e metterli in guardia nei confronti di un’appartenenza incompatibile con la fede cattolica.

Solo Gesù Cristo è, infatti, il Maestro della Verità e solo in Lui i cristiani possono trovare la luce e la forza per vivere secondo il disegno di Dio, lavorando al vero bene dei loro fratelli.

… NDR – Voglio ricordare che la Costituzione Italiana (art. 18) tutela la libertà di associazione e che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, con sentenza del 31 maggio 2007, ha condannato il Friuli Venezia Giulia per aver approvato la Legge Regionale n.1 del 15/2/2001, che all’art. 55 prevede una sorta di schedatura di massoni.

La Corte Europea, nella sua sentenza ha stabilito fra l’altro che “l'equiparazione della Massoneria ad associazioni segrete è impropria, fuorviante e denigratoria nei confronti della Massoneria medesima. Che chiedere ad un nominando se è o non è massone è lesivo della libertà di associazione”. La Legge italiana stabilisce quali siano le associazioni segrete con la Legge n.17 del 25 gennaio 1982: non si capisce, quindi, come ancor oggi, dopo un trentennio, ci sia chi continui a confondersi. D’altra parte, lo si sa, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire…

Ricordo che già altre volte i Tribunali si sono pronunciati in favore della Massoneria, così come diversi “Preti”, anche con posti rilevanti all’interno della Chiesa Cattolica, hanno avuto frequentazioni ufficiose ed ufficiali con la Massoneria, non so se per iniziativa personale od a seguito di autorizzazione ricevuta.

… “L'esercizio del giudizio se non è garantito da una completa conoscenza di verità, non può assumere tale essenza e, pertanto, è iniquo, perciò è da ritenersi invalidato”. (Aaronn)

BREVI NOTE

La CAMEA apre alle Obbedienze italiane

L’Agenzia di stampa massonica romena, come sempre disponibile ad accogliere comunicati e notizie del mondo massonico internazionale, ha pubblicato la seguente “ lettera aperta” del Gran Segretario Generale della CAMEA datata 26 Febbraio 2010 E∴V∴

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< “Il Supremo Consiglio CAMEA riunitosi nel mese di Febbraio 2010 E∴V∴ allo Zenit di Roma con presenti tutti i SS.GG.II.GG. e sentita la balaustra del Sovrano Gran Commendatore Ven∴mo e Pot∴mo. Fr. Roberto Luongo 33°, stabilisce che c’è la necessità nella Massoneria Italiana di un’ulteriore apertura Fraterna da parte Nostra, quindi si approva un’indagine esplorativa dove ricercare altre Obbedienze/Comunione che abbiano lo stesso interesse nel salvaguardare la Tradizione Massonica nel Terzo Millennio.

In Italia, la prima Patente di cui si abbia notizia, è quella rilasciata nel 1728 dal Gran Maestro della Premier Grand Lodge, Lord Henry Hare di Coleraine, a Xaverio Geminiani per la costituzione di una Loggia a Napoli che prese il titolo di “Perfetta Unione”.

Da allora fino ai nostri giorni, sia pure attraverso la frammentazione in diversi rivoli – attualmente ci sono 140 associazioni, le più nate dopo il 1993 e malgrado periodi di fermi forzati e di vita sotterranea, la Massoneria italiana ha conservato continuità e stabilità.

Il Supremo Consiglio CAMEA emana un invito a tutte le Obbedienze di buona volontà affinché ci si possa sedere ad un tavolo comune Nazionale senza presidenza, ma nel rispetto ognuno delle proprie cariche e dignità.

Il RSAeA, è l’èlite della Massoneria: i Fratelli Massoni sono indirizzati al miglioramento dell’Uomo, gli Scozzesi hanno lo scopo, il dovere e la capacità di migliorare gli altri Fratelli.

A questo proposito vengono delegati tutti i SS.GG.II.GG. e i Sublimi Principi del Real Segreto quali “messaggeri” e “portavoce” del “PROGETTO PERFETTA UNIONE” e ad individuare le Obbedienze/Comunioni a cui trasferire l’invito e di rispondere in tale veste, a qualsiasi chiamata di un singolo Fratello, di una Loggia o di una Gran Loggia presente sul nostro territorio italiano.

I Fratelli “messaggeri” e “portavoce” del “PROGETTO PERFETTA UNIONE”, dovranno tener conto, per riconoscere in un’associazione Massonica, il carattere di Comunione iniziatica, il suo valore intrinseco rivelato dalla qualità dei suoi Lavori ed il rispetto dei principi fondamentali consegnati dalla Tradizione Muratoria – Rituali, Statuti e Regolamenti. Il Supremo Consiglio CAMEA, con le tre Gran Logge che costituiscono attualmente, la sua base allargata nei gradi azzurri, non rivendicherà per ora la sovranità massonica del territorio italiano, ancora una volta nel ribadire che vi sono altre realtà con le quali si possono: “Edificare templi alla virtù, scavare oscure e profonde prigioni al vizio, lavorare al bene e al progresso dell’Umanità”.

Il Supremo Consiglio CAMEA, nel Suo progetto, ha l’obbiettivo di ristabilire un rapporto tra Politica e Società, e tra Chiesa e Massoneria, a tale proposito, lo stesso Ven∴mo e Pot∴mo Sovrano Gran Commendatore FR∴ Roberto Luongo 33° emanerà a varie agenzie di stampa un articolo dal titolo “ LA DISAFFEZIONE “.

Per quanto riguarda il rapporto con la Chiesa ( Stato del Vaticano), questo Supremo Consiglio, si riserva di prenderne contatti formali. Rapporti Istituzionali con le Potenze Massoniche Estere: Il Pot∴mo Fr∴ Roberto Amato, 33° Gran Deputato alle Relazioni Estere, ha relazionato al Supremo Consiglio il lavoro svolto dal suo incarico dal 9.2009 ad oggi.

Ha consegnato l’elenco di 50 Gran Logge e Supremi Consigli distribuiti in tutte le aree geografiche e alcuni di essi presenti in quasi tutti “ i circuiti internazionali” che hanno espresso “attenzione” al lavoro unitario della Gran Loggia Madre CAMEA e del Supremo Consiglio di RSAeA “CAMEA”.” > Serenamente 15

ABBECEDARIO

Antichi Valori del Fratello Pan. Auc. 33 dell’Oriente di Taormina

Il mio auspicio è che la Massoneria ritorni nel suo giusto sentiero ascendente, riscoprendo i suoi antichi valori di società Iniziatica, riconducendo l’Ordine alle proprie fonti da cui nacque e alla vera missione che gli assegnarono i suoi Padri immediati ed i suoi lontani Maestri.

A torto o a ragione, oggi, considero la Massoneria “L’ULTIMA SPIAGGIA”.

La società di oggi tende a riedificare la Torre di Babele che, allora come oggi, concepita fuori dalle leggi universali ci riconduce al caos morale e spirituale, aumentando sempre più le preoccupazioni e le paure per il futuro.

Io credo che colmando il vuoto spirituale sia possibile ridare alla vita la dimensione perduta ed un significato vero. Così come la verità non può essere concepita se non nell’interno della Piramide, così la felicità è il risultato della triplice cultura del cuore, dell’anima e dell’intelligenza.

Io vi invito a restare fedeli agii antichi principi della tradizione e a proclamare l’immutabile verità del Triangolo di Hiram, ovvero l’arte di edificare la Società secondo l’Architettura sublime che insegnava la Vita-Una costruendo il suo Tempio dell’Universo.

Siamo una Società Iniziatica, quindi, uomini in pieno possesso di tutta la nostra vita interiore e, divenendo coscienti della nostra sub coscienza, vi troviamo, per mezzo di una meditazione concentrata e di una disciplina regolata, luci e facoltà nuove.

Dobbiamo scrutare lo Spirito Creatore e, dove il popolo aveva posto un mito, noi dobbiamo cercare una verità, un contenuto di saggezza. Quindi, partecipazione cosciente ai Riti, onde aprire la comunicazione con la sfera più profonda di noi stessi, cercando così di modellare l’Anima e di ricostruire il Gran Tempio del Genere Umano, secondo le leggi immutabili di Colui che i nostri antenati chiamarono il GRANDE ARCHITETTO DELL’UNIVERSO. Ho detto.

Ogni numero può essere letto e/o scaricato gratuitamente dal sito www.somi-massoneria.org Serenamente è stato ideato e fondato dal Fratello Alb. Vac.

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