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11 problema più interessante, sul quale non In ogni caso si deve tener conto che il por­ posso ancora purtroppo dir nulla di preciso, tico risulta appartenere, e per orientamento e è la destinazione di siffatto portico. Si collega per caratteri costruttivi, alla terza fase della alle vicine terme (palestra?), o ne resta indi­ storia dell' edifizio, cioè circa al III secolo d. C. pendente? Più probabile sembra la seconda ipo­ e come si vede avere preso il posto di una tesi, perchè la sua fronte si affaccia come si è precedente costruzione, così deve averne eredi­ visto, verso 1'esterno. Sarebbe allora per caso la tato alcuni degli elementi architettonici; una corte del Pretorio più antico? Ciò è possibile, parte dei quali, cioè un gruppo di quattro capi­ ma sarebbe prematuro affermarlo prima d'aver telli e due pezzi di architrave, giace lungo il trovato ed esplorato a!meno il lato di fondo. bordo del campo (fig. IO). A. M. COLINI

UNA VEDUTA DEL CARLEV ARIJS ALLA R. GALLERIA ESTENSE

NA grande veduta, raffigurante un corteo fra le quali l'ultima a destra, la Locanda della U dogale in Canalazzo, presso il Ponte di Rialto, Cerva, staccano le loro tinte grigiastre o castano finora conservata nei depositi della R. Galleria scuro sull' azzurro carico del cielo stracciato di Estense di Modena, mi parve degna di consi­ nuvolaglia argentea. La meticolosa ambien­ derazione e di studio: sottoposta ad una cauta tazione architettonica inquadra un episodio ripulitura, che ne ha levato vernici ossidate storico: un corteo dogale s'avvia verso terra­ e sudiciume, la tela è stata esposta nella sala ferma, forse incontro a chissà qual personaggio dei veneti. I) di rango. L'episodio si confonde con la vita Durante il restauro si sono scoperte, in basso quotidiana: la storia ridiventa arguta cronaca a destra su di una cassa, le lettere maiuscole: nella spigliata prosaicità dialettale del pittore. L C V, che possono interpretarsi come le Sulle rive, che mantengono il colore rossastro iniziali delle parole Luca Carlevarijs Veneto. 2) della preparazione a bolo della tela, e sul ca­ Ma la veduta ha da essere accolta nel catalogo, nale, di colore opaco, si dispongono, fila su fila, abbastanza ristretto, del friulano, 1'iniziatore con una prospettiva a cavalli era, gli episodi della pittura veneta di paesaggio del Settecento? colti con interesse aneddottico. Le figure non È il problema che mi propongo di risolvere. fanno folla, non partecipano dell'ambiente, e Anzitutto si osservi e si goda la scena che quindi non creano paesaggio; ma, staccate una ha tutto il sapore di un documentario di vita dall' altra, sono intese nel loro valore lineari­ veneziana degli ultimi decenni del Seicento. stico. È evidente lo sforzo del pittore che cerca Appare evidente lo sforzo di cogliere la veduta di unificare l'elemento figura con quello prospet­ con un campo visivo molto più vasto di quello tico-architettonico; il tentativo, che rimane che non permetta il campo prospettico. Le linee un compromesso, dal punto di vista storico ha degli edifici, le scalinate delle rive e le reni un particolare interesse. del ponte concorrono al punto focale con Assistiamo al documentario. La "peatona" rispetto delle regole prospettiche: il pittore rossa e dorata del Doge, con a prua il tibicinator abbassa poi le due rive quasi a perpendicolo, dinanzi al baldacchino, imbocca 1'arco del ponte, aumentando la superficie visiva attraverso un rimorchiata da una barca a quattro remi. Ai ingenuo anacoluto prospettico. Le architetture lati due gondole di ricco addobbo: quella a son tirate alla buona, ma fedeli: il Palazzo dei destra, dipinta in nero ad ornamenti dorati, X Savi, quello dei Camerlenghi, il Ponte, il reca il nunzio pontificio, l'altra, a sinistra, sfar­ Fondaco dei Tedeschi 3) e case d'abitazione, zosamente intagliata e decorata, con i voga tori

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MODENA, R. GALLERIA ESTENSE - LUCA CARLEVARIJS: CORTEO DOGALE IN CANAL GRANDE AL PONTE DI RIALTO (Fot. Bandieri) a vesti rosse e verdi, è certo di un amba­ Riva del Carbon, leggono le recentissime cer­ sciatore. Altre due Il peatone '" stipate di tamente attorno a quel corteo. Montanari por­ dignitari, festose nel loro color rosso, arran­ tano nelle gerle il carbone; gentiluomini e cit­ cano rimorchiate a mo' di biscia, per esser tadini passeggiano, s'incontrano e conversano. colte con un tre quarti che ben le stacchi sul­ Uno storpio chiede t'elemosina, due mocciosi l'acqua. Il corteo ingorga il traffico e la cir­ s'azzuffano, mentre, accanto, un merci aio sta colazione del Canalazzo. "Peate" cariche di impettito dinanzi alla bottega. Forestieri im­ merci hanno attraccato di fronte al Fondaco parruccati s'affacciano alle finestre della locanda dei Tedeschi, gondole stazionano sotto il ponte, per non perdere lo spettacolo. Drappi vario­ imbarcazioni di ogni genere solcano il canale. pinti, calze, cappelli sono in bella mostra nei Un "sandolin" con frutta e bilancia a bordo, negozi del ponte. Dinanzi al Palazzo dei X Savi si stacca dalla Riva del Carboni a basso tre un magistrato riceve l'omaggio di un cittadino. buranelli vogano di lena su di un sandalo colmo Sulla Riva del Vin la folla è in faccende attorno di cavoli e con a prua una donna col fantolino al carico giunto, giù per il Brenta, dagli Euganei. ed il cane; a sinistra una gondola padronale L'ingenua inquadratura prospettica è dunque col moretto a prua ed i signori, sotto al felze, redenta dalla descrizione di tutt~ quella folla, in galante colloquio. Alle riva si scaricano merci osservata, nelle azioni più spigliate, con pro­ d'ogni sorta. La folla brulica e s'affaccia dal cedimento frizzante ed icastico. La sensibilità ponte ad osservare il corteo. L'avvenimento è pittorica realizzata in quelle figure è davvero certo d'importanza; due gentiluomini, sulla efficace; son poche pennellate, a toni VlvaCl, a

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rispecchia la vita vene­ ziana del tardo Seicento. La gondola di gala, alla sinistra della "peatona" dogale, ricca di sculture lignee, si direbbe uscita dallo" squero" che mise in acqua quelle cinque famose che accompagna­ rono, nel settembre del 1682, l'ambasciatore di Francia Amelot de Gour­ nay nel suo ingresso a Venezia. 4) Le fogge dei costumi corrispondono, almeno approssimativa­ mente, a quelle docu­ mentate dalle illustra­ zioni dell' Orologio del Piacere, che il Piccioli pubblicò nel 1685, in occasione del ricevi­ mento del duca Ernesto Augusto di Brunswick a Piazzola. 5) Nella ve­ duta dell' Estense com­ paiono le prime parruc­ che: la moda, importata dalla Francia, incomin­ ciò a prender piede fra i bellimbusti veneziani negli ultimi decenni del secolo. 6)

Dalla nativa Udine il Carlevarijs capitò a Ve­ nezia a 16 anni, nel 1679: tranne un viaggio MODENA, R. GALLERIA ESTENSE - LUCA Ci\RLEVARIJS: PARTICOLARE DEL CORTEO DOGALE (Fot. Bandieri) a Roma, attribuitogli dalla tradizione, egli non schizzare e dar vita alle macchiette. L'impo­ abbandonò le lagune, se non per recarsi nel stazione seicentesca risulta evidente dallo stacco suo Friuli. 7) Nel considerare l'opera sicura del violento dei valori locali, chiaroscurati ma non Carlevarijs fino a poco tempo fa occorreva giun­ accordati. gere al 1709 per trovare la sua prima veduta Si ignora l'avvenimento al quale la veduta pittorica, grandiosa per impostazione ed ab­ dell' Estense si riferisce: elementi esterni, oltre bastanza completa di fronte allo svolgimento che stilistici, come foggia delle vesti, forma della sua maniera, cioè alla Regata in onore del delle imbarcazioni, ecc., indicano che il dipinto Re Federico IV di Danimarca della Galleria di ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

Frederiksborg, replicata nella Collezione Lazza­ roni di Roma. Recente­ mente sono state identi­ ficate dal Nisser e datate 1707 l'Entrata ed il Ri­ cevimento in Palazzo Ducale dell'Ambasciatore Lord Manchester, ora del conte di Manchester a Kimbolton, St. Neots, Huntingdonshire. 8) Ri­ mangono, tuttavia, sco­ perti alcuni decenni di un'attività pittorica che è giocoforza ammettere, documentata del resto fin dal I704 dalI' Or­ landi,9) oltre a quella incisoria, se ci si vuoI render conto della pro­ "duzione dal I707 in poi. Il corteo dogale della Galleria Estense ha tutti i caratteri stilisti ci suffi­ cienti' anche nella loro incompleta attuazione, per essere considerata 1'opera più primitiva che oggi si conosca del Carlevarijs. Quel robu­ sto taglio di cielo, con le nubi scalate in diago­ nale, si riscontra nella Regata in onore di Fede­ rico IV. Nell' inquadra­ tura prospettica di tale scena, risolta senza erro­ MODENA, R. GALLERIA ESTENSE - LUCA CARLEVARIJS: PARTICOLARE DEL CORTEO DOGALE ri, come in quelle delle (Fot. Bandieri) note incisioni del I703, permane il carattere di scenario fittizio degli edi­ dai balconi e dalle finestre della scena modenese fici e dello sfondo. La scrupolosa meticolosità sono certo le stesse che assisteranno, veloce­ della resa di ogni particolare architettonico, per mente abbozzate, dai palazzi lungo il Canalazzo, cui le finestre s'incidono con successioni mono­ alla regata in onore del Re di Danimarca. Il tone per via di smilze ripetizioni di spacchi d'om­ gusto di affollare i primi piani, di stiparli in un bre, evidente nelle case a destra del Ponte di movimentato disordine, risulta evidente nella Rialto, ricompare costante nella sceneggiatura scena del Bucintoro nel Bacino di S. Marco delle vedute posteriori. Le figure che s'affacciano della raccolta Lazzaroni di Roma. Quando si

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osserva la folla della veduta dell' Estense Vlen L'episodio suggerisce che il Carlevarijs doveva da pensare insistentemente alle parole di Gian­ aver preso dimora fra le lagune da più di nantonio Moschini: IO) "Le figure e macchiette, qualche anno. D'altra parte nelle vedute del ch' egli (il Carlevarijs) introduceva nelle sue friulano non si scorgono tracce d'una sover­ opere, erano bene disegnate e vere, poichè chiante educazione romana, come un lungo tolte dal naturale, avendo egli avuto in costume soggiorno a Roma, e quindi un' abitudine alla di disegnare tutte le figure, che incontrava per pittura di paesaggio di quell'ambiente, avreb­ le vie, d'ogni genere, e di riportarle nelle opere bero dovuto provocare. Anzi egli sembra rac­ sue". L'album di schizzi del British Museum cogliere le fila di una timida ma documentata di Londra documenta il metodo di lavoro del tradizione vedutistica operante a Venezia nel Sei­ friulano, II) che fissa, a solo contorno, som­ cento: come provano le quattro tele raffiguranti mariamente, senza pretesa di stile, gli atteg­ Festeggiamenti veneziani che Giuseppe Heintz giamenti più vari delle figure che passano di­ junior firmò e datò il I648, testè entrate al nanzi ai suoi occhi. Si tratta di un pro-me­ Museo Correr di Venezia. 16) La parentela di moria, più che altro, tutt'al più con una vena gusto che accomuna l' Heintz junior ed il Carle­ di ironia, come insegnavano i Mitelli. La mac­ varijs è evidente: soprattutto nell' affollare le scene chietta del Carlevarijs nella trascrizione pit­ di un' infinità di figure, sorprese in un senso torica perde dell'accidentalità mnemonica, si descrittivo ed aneddottico della realtà. La ve­ rimpolpa di qualità chiaroscurali e cromatiche, duta del Vanvitelli al contrario è aulica e ten­ diventa elemento fervido di espressione. L'ela­ denzialmente monumentale: tanto nell' Heintz borazione meditata supplisce all' impressione junior quanto nel Carlevarijs la folla ha il soprav­ palpitante ed istantanea, che sarà conquista vento sull' inquadratura architettonica. Il viaggio del pieno Settecento. Il pittore che ha trat­ a Roma, che dovette essere abbastanza breve, teggiate le figurine del quadro dell' Estense come ritiene anche il Buscaroli, 17) non impe­ non è che il Carlevarijs, tanto queste superano disce di pensare che la veduta dell' Estense sia ogni scolasticismo o povertà dilettantesca - si stata dipinta nel nono decennio del Seicento. pensi a Gabriele Bella 12) - e s'imparentano con quelle del British Museum e delle vedute La critica moderna ha conservato al Carle­ posteriori. L'impostazione stilistica della mac­ varijs la funzione di iniziatore della veduta chietta del Carlevarijs è di gusto callottiano: veneta settecentesca; 18) alle soglie del nuovo anche il suo modo di inscenare la veduta ricorda secolo egli raccoglie tradizioni diverse, ed at­ i tentativi del francese di allargare i campi traverso un più approfondito studio prospet­ visivi per via di piani successivi giustapposti tico realizza a Venezia, nelle condizioni cioè (tipiche, a questo proposito, la Mostra della più adatte, un sentimento nuovo della veduta Guerra d'amore e la Fiera dell' Impruneta). 13) che perde l'interesse commemorativo e docu­ È quindi legittimo intravvedere nel Corteo mentario per divenire poi più intima e contem­ Dogale dell' Estense la fase primitiva dello svol­ plativa ad opera di scolari ed imitatori di genio. gimento della maniera del Carlevarijs, finora Subito s'impose come maestro: il Moschini noto nelle opere della piena maturità, dove egli cita fra i suoi discepoli il e l'ignoto riesce ad attuare sapienti orchestrazioni di Menichino. 19) Il Fiocco ha fatto luce sulla masse prospettiche e di folle. Il Moschini è delicata fase d'inizio della pittura vedutistica d'avviso che il Carlevarijs non ritornasse a veneziana, inserendo la personalità del Rich­ Venezia se non ai primi del nuovo secolo; 14) ter 20) il quale, fin dal I7I7 (è la data della un suo attento biografo, il Mauroner, ha pro­ veduta della raccolta Siren di Stoccolma) sem­ vato che il friulano celebrava il suo matrimonio a plifica la composizione ed ambienta atmosfe­ Venezia nel I699, avendo come compare di nozze ricamente la scena, inaugurando i due prin­ quel conte Piero Zenobio, 15) del quale, come cipi unificatori basilari per lo stesso Canaletto. è noto, godette la più amichevole protezione. Il Richter a sua volta, nato nel I665, potè ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

ROMA, RACCOLTA LAZZARONI - LUCA CARLEVARIJS: PARTICOLARE DELLA REGATA IN VOLTA DE CANAL (Fot. Fiorentini)

ROMA, RACCOLTA LAZZARONI - LUCA CARLEVARI]S: IL BACINO DI S. MARCO COL BUCINTORO (Fot. Fiorentini) ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

capitare a Venezia ai primi del Settecento, Ma accanto alla veduta documentaria e giusto per non perdere la lezione del Carlevarijs, storica, il Carlevarijs realizzò un genere più

e svolgerla poi a modo suo. Pochi anni dopo il fantastico e libero, la Il veduta ideata ti , come Gabburri, compilando il catalogo della sua rac­ attestano le scene del Castello di Windsor colta di disegni (1722),21) annotava, al n. 56 " Di­ e quella datata 1712 del Museo di Vicenza. segno compagno, fatto a penna e acquerello Michele Marieschi interpretò subito questa vena con veduta di Venezia, e quantità di figurette, del paesaggio del friulano, con una sensibilità di mano di monsieur Gio. Richter Svezzese, pittorica di timbro impressionista, che certo scolare di Luca Carlevaris ... ti. Il fatto stesso non potè ignorare nella sua dell'accenno alla "quantità di figurette ti lascia formazione. La tradizione dunque che faceva del intravvedere la dipendenza del Richter dal Carlevarijs t'iniziatore consapevole di una branca Carlevarijs, tosto superata nelle scene pubbli­ gloriosa della pittura veneta del Settecento non cate dal Fiocco. ha errato. RODOLFO PALLUCCHINI

I) La tela, di provenienza incerta, che porta il n. 2937 8) NISSER, Lord Manchester's Reception at , d'inventario, misura m. 1,35 X 1,92. Il restauro, stret­ in Burlington Magazine, 1937, gennaio. tamente conservativo, . è stato condotto con estrema 9) ORLANDI, Abcedario pittorico, 1704, pago 266. perizia dal prof. Enrico Podio. Il Catalogo della R. Gal­ IO) G. A. MOSCHINI, Della letteratura veneziana del leria Estense compilato da S. Ricci (1925) attribuisce secolo XVIII ... , 1806, III, pago 87. al Carlevarijs una veduta raffigurante una Fiera in Piazza II) Il MAURONER, op. cit., riproduce quattro delle S. Marco a Venezia (n. 210, pago 89); ma è evidente che 52 pagine di tale volume di schizzi. tale dipinto non ha nulla a che fare col friulano, dato 12) Del Bella si conservano 67 Vedute e Giuochi che denunzia una tecnica di circa vent'anni posteriore. veneziani alla Galleria Querini Stampalia di Venezia. 2) Il Carlevarijs firmò di solito con le iniziali L C; Il BUSCAROLl, La pittura di paesaggio in Italia, 1935, l'apax legomenon dell'aggiunta della V potrebbe a suf­ pago 390-91, ritiene attivo il Bella nella prima metà ficienza spiegarsi con la datazione primitiva del dipinto, del Settecento, forse nato verso il 1680, e ragionevol­ nel quale l'artista, con orgoglio e buon diritto, indi­ mente vi scorge influenze del Carlevarijs, ridotte ad cava d'esser veneto. ogni modo a pittura popolare. 3) Il Fondaco mostra quella torretta d'angolo che 13) Vorrei aggiungere che un' incisione come il Porto fu distrutta dopo il 1836 (PAOLETTI, L'Architettura e di mare del Callo t anticipa la visione paesistica del la Scultura del Rinascimento in Venezia, II, 1893, pa­ Carlevarijs. gina 283). 14) G. A. MOSCHINI, ibidem. 4) È noto che solo le gondole del corpo diplomatico 15) MAURONER, op. cit., pago 7. potevano essere decorate con la più libera fantasia: 16) Le quattro vedute verranno pubblicate dal prof. le altre erano obbligate a rispettare la tradizione. Una G. Lorenzetti. stampa raffigurante una delle gondole dell'ambascia­ 17) BUSCAROLl, op. cit., pago 392: l'A. restringe il tore Amelot de Gournay è riprodotta in MOLMENTI, La viaggio romano del Carlevarijs fra il 1685 ed il 1690. Storia di Venezia nella vita privata, 1912, III, pago 333, 18) Per la posizione storica del Carlevarijs: Voss, che cita il ms. della Biblioteca di Troyes, Mémoire de Studien zur Venezianischen Vedutenmalerei der 18. l'entrée et de l'audience publique de M. Amelot, con la Jahrhunderts, in Repertorium f. Kunstwissenschaft, 1926, descrizione delle gondole (ibidem, pago 331). pago 6- 8; FIOCCO, La Pittura Veneziana del Seicento 5) Dott. PICCIOLI, L'orologio del Piacere, che mostra e Settecento, 1929, ed. it., pago 48 - 9; DELOGu, Pittori l'ore del dilettevole soggiorno hauto dall' altezza Serenis­ veneti minori del Settecento, 1930, pago 79 - 80; BuscA­ sima Don Ernesto Augusto .•. nel luoco di Piazzola, 1685. ROLl, op. cit., pago 391 -3. Molte illustrazioni dell'Orologio sono riprodotte in 19) G. A. MOSCHINI, ibidem. MOLMENTI, op. cit., pago 257 e ss. 20) FIOCCO, Giovanni Richter, in L'Arte, 1932, I ; 6) La parrucca fece la sua prima apparizione a Vene­ per i cataloghi e la bibliografia sul Richter cfr. PALLUC­ zia nel 1665: proibita dalla Serenissima nel 1668, ricom­ CHINI, ad vocem, in THIEME-BECKER, Kiinstlerlexicon. parve dopo il 1680, per divenire moda comune ai primi 21) Il catalogo è edito dal CAMPORI, Raccolta di Cata­ del Settecento (cfr. MOLMENTI, op. cit., pago 275 -77; loghi ed Inventarii ... , 1870, pago 521 e ss., pago 527: MORAZZONI, La Moda a Venezia nel secolo XVIII, 1931, detto elenco al n. 57, cita un disegno a penna ed pago 21 e S5.). àcquarello del Carlevarijs con "la veduta della Chiesa 7) Per notizie, documenti, bibliografia e cataloghi della Salute di Venezia, con parte della veduta del

cfr. MAURONER, Luca Carlevarijs, 1931. Canal Grande ... Il'

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