L’EVOLUZIONE TETTONICA DEL CONTINENTE ANTARTICO

Nicola Mauro Pagliuca

Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Roma

Prefazione

Questo lavoro è stato effettuato nell’ambito del Progetto Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) che, iniziate nel 1988, sono state finalizzate principalmente allo studio del Mare di Ross e sub- ordinatamente dei bacini che si trovano nell’area ad occidente della Penisola Antartica e a Sud dell'Arco di Scozia. Lo scopo fondamentale di questo studio è quello di fornire un contributo all’ela- borazione di un resoconto coerente e comprensivo della geologia e della geofisica dell’Antartide e delle condizioni che hanno determinato la formazione e lo sviluppo della calotta glaciale. Ci sono, come è logico che sia, volumi di simposi ed un gran numero di pubblicazioni nelle ri- viste scientifiche, ma non risultano di facile accesso e/o di facile uso per gli studiosi dell’Antartide non geologi. L’Antartide, però, è troppo grande perché la sua geologia possa essere trattata in modo au- torevole in un singolo lavoro, ed è impossibile rendere giustizia a tutti gli studi che sono stati effettua- ti. Quindi si è puntato a mettere in luce, almeno parzialmente, i molti interrogativi a cui si sta cercan- do di dare una risposta: la storia del rift Laurentia-Gondwana e le correlazioni intercontinentali del Paleozoico inferiore; il magmatismo ed il break-up continentale; l’evoluzione geodinamica dei rifts continentali; l’evoluzione della glaciazione Cenozoica. Inoltre, durante l’ultima decade, alcune delle ipotesi evolutive relative al continente Antartico, in passato largamente accettate, sono state rivisitate o abbandonate a favore di altre. Così, in questo studio sono state ripercorse anche le tappe principali che hanno portato all’attuale visione evolutiva del continente Antartico, evidenziando le relative dia- tribe tuttora in corso, cercando di riassumere assai brevemente la geologia regionale, soprattutto per quelle aree che potrebbero consentire l’identificazione di modelli evolutivi in settori chiave del conti- nente, come ad esempio i margini antartici: il margine Pacifico a Nordest della Penisola Antartica ed il suo margine coniugato del Cile meridionale (area del Passaggio di Drake), il margine Pacifico Sudoccidentale della Penisola Antartica (Mare di Bellingshausen), il bacino di Weddell, il bacino di Prydz Bay ed il Kerguelen Plateau, il margine della Terra di Wilkes. Molte altre questioni, tuttora aperte e di indubbio interesse scientifico, sono state toccate sol- tanto marginalmente o appena accennate, ma vengono comunque richiamate in modo da offrire un primo strumento di indagine per coloro che volessero approfondirne specifici aspetti. Infatti, l’Antartide è un elemento chiave per ricostruire i movimenti delle placche tettoniche in- torno al globo e per comprendere i processi di tettonica globale che hanno portato alla frammenta- zione di Rodinia e Gondwana, i due supercontinenti che risalgono rispettivamente al Proterozoico e al Paleozoico inferiore. Questo perché per la posizione centrale che occupava, l’Antartide gioca un ruolo cruciale in ogni modello che tenda a ricostruire la situazione sia prima del break-up di Gondwana che di Rodinia. Inoltre, il continente Antartico potrebbe offrire un notevole contributo anche per definire l'e- voluzione dei margini che attualmente circondano l'Oceano Pacifico, consentendo di individuare le fasi di dislocamento dei bacini Pacifici relativamente alle circostanti placche continentali. Da qui il crescente interesse della comunità scientifica internazionale verso una terra che, essen- do in gran parte coperta da ghiacci, fornisce indicazioni circa la litosfera e il ruolo svolto nell’evolu- zione di Rodinia e Gondwana, principalmente attraverso studi geofisici e geomagnetici. Studi che si sono intensificati grazie all’azione di navi geofisiche e velivoli opportunamente attrezzati, i quali rac- colgono una rilevante quantità di dati che vengono continuamente integrati con quelli ottenuti dalle perforazioni nell’ambito del Programma Ocean Drilling Program/Deep Sea Drilling Project (ODP- DSDP). La presenza del ghiaccio ha spesso reso difficile anche l'esecuzione di rilievi sismici multica- nale, mentre vanno intensificandosi studi di tomografia sismica che si stanno rilevando molto utili per testare l’ipotesi della presenza di un plume sotto l’Antartide occidentale, ritenuto responsabile dell’at- tività vulcanica Cenozoica ma che potrebbe essere stato attivo sin dal Cretacico. Fenomeno che, se confermato, potrebbe modulare anche il comportamento delle correnti di ghiaccio che caratterizzano la calotta dell’Antartide occidentale, con notevoli ripercussioni sull’andamento globale del clima.

Nicola Mauro Pagliuca

Indice

1. L’Antartide: un insieme di “terranes” 1 1.1. L’Antartide Orientale 2 1.2 L’Antartide Occidentale 4 1.2.1. La Penisola Antartica e l’Isola di Thurston 5 1.2.2. Il blocco Haag Nunataks 5 1.2.3. Il blocco Ellsworth-Whitmore 5 1.2.4. La Terra di Marie Byrd 5 1.3. La situazione attuale 6 1.4. La ricerca geologica e geofisica 8

2. Dal Rodinia al Gondwana 8 2.1. L’ipotesi SWEAT 10 2.2. L’ipotesi AUSWUS 11 2.3. L’ipotesi del Paleopangea 12 2.4. Il ciclo orogenetico Pan-Africano 12 2.5. Il margine passivo 15 2.6. L’orogenesi di Beardmore 16 2.7. Il Pannotia 16

3. Il Paleozoico 17 3.1. La piattaforma carbonatica del Cambriano 18 3.2. L’orogenesi di Ross 19 3.3. L’evento di Shackleton 20 3.4. Kukri peneplain, Ferrar Group e Beacon Supergroup 21 3.5. Il bacino di Beacon: intracratonico o d’avampaese? 22 3.6. I “terranes” della Terra Victoria 25 3.6.1. Il Robertson Bay Terrane 26 3.6.2. Il Bowers Terrane 26 3.6.3. Il Wilson Terrane 27 3.6.4. Il Granite Harbour Intrusives 28 3.6.5. L’orogenesi Borchgrevinck 29 3.7. L’ipotesi dell’impatto meteoritico 29

4. Il Mesozoico 30 4.1. L’orogenesi Gondwaniana 31 4.2. Il break-up di Gondwana 35 4.3. Il Mare di Weddell 38 4.4. L’evoluzione del Mare di Weddell 41 4.5. L’evoluzione della Penisola Antartica 42 4.6. L’apertura del Sud Atlantico e il rifting Antartide/Australia-India 44 4.7. Il rifting Antartide-Nuova Zelanda 46 4.8. Il rifting Australia-Antartide e l’apertura del Mare di Tasmania 49

5. Il Cenozoico 52 5.1. L’apertura del Mare di Scotia 54 5.2. Il West Antarctic Rift System 56 5.3. La Catena Transantartica 57 5.4. La sismicità dell’Antartide 60 5.5. Il Ross Embayment 62 5.6. L'estensione nel Mare di Ross 64 5.7. Il magmatismo Cenozoico 66 5.7.1. Le cause del magmatismo nel WARS 67 5.7.2. L’ipotesi del plume 67 5.7.3. Le isole vulcaniche sub-Antartiche 68 5.7.4. I vulcani delle aree continentali 70 5.7.4.1. I vulcani del margine Pacifico 70 5.7.4.2. Il bacino di Bransfield 71

6. La calotta Antartica 72

7. Sommario e conclusioni 76

Ringraziamenti 78

Bibliografia 78 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico

1. L’Antartide: un insieme di “terranes” tene montuose o picchi isolati (nunataks), e le acque dei Mari di Ross e di Weddell. La configurazione e l’attuale ubicazione Però, un’appropriata conoscenza delle ca- dell’Antartide (Fig. 1), isolata in posizione pola- ratteristiche geologiche dell’Antartide e della re e coperta di ghiacci, sono la conseguenza di sua storia sono essenziali per la conoscenza del una lunga e complessa evoluzione geologica, nostro pianeta. Basti pensare alle variazioni di tuttora in atto, almeno in parte ancora da com- volume ed estensione della calotta glaciale che, prendere e ricostruire. contenendo la maggior parte del ghiaccio attual- Infatti, le attuali conoscenze sull'evolu- mente presente sulla Terra, hanno un ruolo fon- zione dell’Antartide sono basate essenzialmente damentale circa molti processi globali, come su informazioni provenienti dai continenti circo- quelli legati alla circolazione atmosferica e a stanti, dai bacini oceanici e dai margini conti- quella oceanica nonché al livello medio delle nentali della stessa Antartide. Questo a causa acque degli oceani. della copertura glaciale che occupa ~98% del Ci si è così affidati ad indagini geologiche continente Antartico: lo spessore medio della e geofisiche che hanno portato a definire che, al coltre glaciale è maggiore di 2 km, con grandi pari di altre aree continentali, la regione è sud- aree che, per bilanciare isostaticamente il peso divisa in microplacche e “terranes”, elementi dei ghiacci, si trovano anche oltre 1.000 m sotto che testimoniano un accrescimento progressivo il livello del mare. della crosta, avvenuto mediante l’amalgamazio- Così, osservazioni e studi geologici diret- ne di province geologiche relative a domini pa- ti, sono stati possibili quasi esclusivamente leogeografici diversi e caratterizzate da diffe- presso i pochi affioramenti di rocce, vale a dire renti evoluzioni tettoniche, metamorfiche e nelle aree parzialmente deglaciate, lungo le ca- magmatiche. Oggi, l’Antartide sembra essere

Figura 1. Mappa dell’Antartide che mostra alcuni dei principali lineamenti e toponimi discussi nel testo. da Tingey [1996] modificato.

1 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico

Figura 2. Mappa dell’Antartide in cui vengono riportate le principali unità orogeniche del continente e le località dei più rilevanti affiora- menti di rocce Archeane. Queste ultime sono costituite per lo più da associazioni metamorfiche di vario grado, che vanno da successioni indeformate fino a complessi poli- metamorfici, con rocce apparte- nenti alle facies delle granuliti, e subordinate rocce ignee e sedimen- tarie. La provincia vulcanica Cenozoica è rappresentata dalle aree ombreggiate. da Campbell e Claridge [1987] modificato. parte di una sola placca tettonica. Ma ci sono cratone, mentre le Montagne Transantartiche chiare evidenze paleomagnetiche che, nel passa- (TAM) e l’area occidentale sono caratterizzate to, c'è stata una grande rotazione relativa tra di- da tre principali orogeni (Ross, Ellsworth e verse parti del continente: l’Antartide è stata in- Andean in Fig. 2) di età decrescente procedendo teressata da una tettonica a placche multiple, so- dal cratone all’Oceano Pacifico: Cambriano- prattutto nel corso del Cenozoico e del Ordoviciano (Ross), Permo-Trias (Ellsworth) e Mesozoico [Luyendyk et al., 1996]. Cretacico-Cenozoico (Andean). Si tratta di cin- Classicamente il continente Antartico è ture orogeniche sub-parallele al margine distinto in due subcontinenti, Antartide orienta- Pacifico, accanto al quale trova spazio anche l'e- le e occidentale (Fig. 1), in quanto si trovano ri- vento orogenico del Paleozoico medio registra- spettivamente a Est e Ovest del meridiano di to nella Terra Vittoria (Borchgrevink), più gio- Greenwich (0° longitudine). Il Mare di Ross si vane dell’orogenesi di Ross. L’orogene di trova a cavallo delle due parti, intorno a 180° di Ellsworth comprende anche le deformazioni di longitudine e ricade sia sulla parte geografica età analoghe riscontrate nella Penisola Antartica occidentale che su quella orientale, mentre i due e nell’area delle Montagne di Pensacola: sono le subcontinenti sono separati dalla Catena prime deformazioni, risalenti al Mesozoico infe- Transantartica ( in Fig. riore, che interessano il settore Antartico del 1). Si tratta di una catena montuosa che si esten- margine Pacifico di Gondwana, descritte anche de con eccezionale continuità per ~4.000 km, come orogenesi Gondwaniana [Elliot, 1975]. dal Mare di Ross a quello di Weddell, attraver- sando l’intero continente, con rilievi che supera- no anche i 4.500 m: il Vinson Massif (4.897 m), 1.1. L’Antartide orientale la cima più alta del continente, si trova nelle Conosciuta anche come East e Montagne di Ellsworth (Fig. 1). Greater Antarctica, l’Antartide orientale include L’Antartide orientale è ritenuto un grande le TAM. È considerata parte del vecchio conti- blocco stabile rimasto relativamente intatto per nente di Gondwana, viste le molte similitudini centinaia di milioni di anni. L’Antartide occi- geologiche con le aree continentali cui era unita: dentale, al contrario, probabilmente è una fusio- Africa, Sudamerica, Madagascar, India, Sri ne di tanti piccoli pezzi che sono stati assembla- Lanka, Australia e Nuova Zelanda. ti nell’ultimo centinaio di milioni di anni e si Si tratta di un cratone stabile, in gran sono spostati sia l’uno rispetto all’altro che nei parte coperto dai ghiacci, molto depresso al cen- confronti della provincia orientale [Grunow, tro, costituito essenzialmente da rocce magmati- 1993]. I dati paleomagnetici suggeriscono che i che e metamorfiche che tra Heimefrontfjella e le blocchi dell’Antartide occidentale si siano fissa- Bunger Hills (Fig. 2) coprono un intervallo di ti l’uno all’altro sin dal Cretacico medio tempo che va dall’Archeano (>2.500 Ma) [Luyendyk et al., 1996]. all’Eocene (<60 Ma). La distribuzione delle età delle formazio- La gran parte delle rocce Proterozoiche ni rocciose e delle maggiori unità strutturali (da 2.500 Ma all’inizio del Cambriano) della re- consentono di riconoscere nell’area orientale un gione sono state sottoposte a storie tettonotermi-

2 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico

Napier Rauer IslandsVestfold HillsWest Denman Obruchev H. SPCM WDML Complex Glacier

3.930 Ma 3.270 Ma

3.000 Ma 3.000 Ma 3.000 Ma 3.000 Ma

2.900 Ma 2.900 Ma

2.800 Ma 2.800 Ma 2.800 Ma

Tabella 1. Età radiometrica dei maggiori eventi litogenetici Archeani dell’Antartide orientale. Le abbre- viazioni sono: SPCM, southern Prince Charles Mountains; WDML, western Dronning Maud Land. da Black et al., [1992] modificato. che estremamente complesse, e rocce sicura- plesso di Vestfold Hills, una struttura che si mente attribuibili all’Archeano sono note in trova al margine Nordorientale della baia di varie località dell’Antartide orientale. Tuttavia, Pridz Bay (Fig. 2), e caratterizzata principal- le registrazioni geologiche pre-Cambriche in mente da metamorfiti di alto grado che rientra- Antartide possono essere descritte soltanto in no nella facies delle granuliti. maniera frammentaria, in quanto gli affioramen- Si fa invece risalire a 2.640 Ma l’attività ti sono sparsi e rappresentano una piccola per- ignea di Obruchev Hills, non ancora registrata in centuale dell’area continentale. altre parti del continente, mentre gli ultimi even- Le rocce più antiche affiorano principal- ti dell’Archeano (2.500 Ma) sembrerebbero lar- mente lungo le zone costiere (Fig. 2) e datazio- gamente diffusi nel Napier Complex, nelle ni geocronologiche, basate principalmente sul Vestfold Hills e probabilmente anche nella zona metodo di datazione U-Pb, dimostrerebbero l’e- meridionale delle Montagne del Principe Carlo. sistenza di almeno sette nuclei Archeani all’in- Nel complesso Proterozoico del Rayner terno del cratone Antartico [Black et al., 1992]. Complex (Fig. 2), che è esposto nelle aree meri- Tra questi il più grande è il Napier Complex, che dionali e occidentali delle Terre di Enderby e di è stato sottoposto ad una lunga serie di eventi, a Kemp (Enderby Land e Kemp Land in Fig. 1) la cominciare dalla formazione iniziale della cro- formazione iniziale della crosta sarebbe stata in- sta avvenuta ~3.930 Ma (Tab.1) documentata a dividuata da un evento registrato ~2.000 Ma Monte Sones [Black et al., 1986]. [Tingey, 1991]. Inoltre, nelle Vestfold Hills, L’evento successivo più antico (3.270 sono stati registrati anche due periodi intrusivi Ma) del continente Antartico, è stato registrato individuati da dicchi tholeiitici (~1.800 Ma) e nel gruppo di isole e promontori di Rauer lamprofirici (1.400÷1.300 Ma) [Black et al., (Rauer Islands in Fig. 2) [Black et al., 1992]. 1992; Krynauw, 1996]. Dopo uno hiatus di ~900 Ma, nel Napier In altre zone del cratone Antartico (ad Complex si presenta il primo di tre antichi even- esempio i nunataks presenti lungo le coste del ti tettonici, individuato da graniti sintettonici la Mare di Weddell, il Wohlthat Massif ed il picco cui messa in posto è riconducibile a ~3.000 Ma. di 3.000 m del Sør Rondane) gran parte delle de- Ulteriori attività ignee, sottoforma di leuconori- terminazioni radiometriche registrano eventi ti e graniti, vengono fatte risalire a ~2.500 Ma. metamorfici, tettonici e plutonici, particolar- Rocce Archeane, che consistono princi- mente significativi che risalgono a 1.200÷1.000 palmente di granuliti con precursori risalenti a Ma (Grenvilliani) e 550÷450 Ma (Pan-Africani) ~3.000 Ma, sono state scoperte anche nelle vici- [Krynauw, 1996; Tingey, 1991]. nanze del Bunger Hills, nell’area ad Ovest del Le correlazioni tra i vari affioramenti del ghiacciaio di Denman ( in Fig. basamento sono state effettuate in base ai linea- 2). Anche nella zona meridionale delle menti e ai caratteri geologici, alle osservazioni Montagne del Principe Carlo (Southern Prince strutturali, geochimiche e relative all’età. Così, Charles Mountains in Fig. 2) è stato segnalato il cratone è stato suddiviso da alcuni autori un evento che risale ~3.000 Ma, e riguarda la [King et al., 1996 e ref. ivi citate] in tre provin- messa in posto dei precursori di ortogneiss felsi- ce: (1) la provincia Grunehogna, che consiste di ci [Krynauw, 1996]. gneiss granitici Archeani e rocce sedimentarie Un evento tettonotermico che risalirebbe Mesoproterozoiche (1.600÷1.000 Ma) di età si- a ~2.800÷3.000 Ma, è stato attribuito al com- mile al cratone Kalahari, nell’Africa meridiona-

3 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico

Figura 3. Mappa topografica semplificata dell’Antartide occidentale che mostra i limiti dei principali blocchi crostali, dei bacini subglaciali ed i più importanti lineamenti Mesozoici del Mare di Weddell legati al break-up di Gondwana. Le ab- breviazioni sono: AP, Antarctic Peninsula; TI, Thurston Island; MBL, Marie Byrd Land; EWM, Ellsworth-Whitmore Mountains; HN, Haag Nunataks; WSE, Weddell Sea Embayment; RSE, Ross Sea Embayment; BI, Berkner Island; BSB, Byrd Subglacial Basin; BST, Bentley Subglacial Trench; CT, Crary Trough; EAE, Explora- Andenes Escarpment. Trovandosi ben al di sotto dei 2.000 m, BSB e BST, sono le più grandi de- pressioni presenti in Antartide, mentre EAE è for- mata da alti strutturali coperti da sedimenti che de- lineano una struttura lunga varie centinaia di km che si estende verso AP e che potrebbe rappresen- tare il limite continente-oceano. Il Mare di Ross e la sua piattaforma galleggiante di ghiaccio costi- tuiscono il Ross Sea Embayment (RSE) mentre il Mare di Weddell e la sua piattaforma galleggiante di ghiaccio Ronne-Filchner formano il Weddell Sea Embayment (WSE). da Storey [1991]. le, al quale sarebbe stata una volta legata; (2) la gran parte degli affioramenti consistono di rocce provincia Maud o Maudheim (Sverdruptfjella, magmatiche Fanerozoiche legate alla subduzio- Kirwanveggen e Heimefrontfjella), formata da ne [Luyendyk et al., 1996]. metamorfiti d’alto grado con età isotopica com- L’arcipelago comprende due o tre isole presa tra 1.200 Ma e 850 Ma, legate cioè all’o- maggiori, la Terra di Marie Byrd (Marie Byrd rogenesi Grenvilliana, il cui nome deriva dalla Land, MBL in Fig. 3), la Penisola Antartica cintura orogenetica del Canada orientale, carat- (Antarctic Peninsula, AP in Fig. 1, 3) e la Terra terizzata da una storia di accrezione e collisione di Ellsworth (Ellsworth Land in Fig. 1) che continentale lungo un margine convergente forse è in continuità con la Penisola Antartica Mesoproterozoico [Rivers, 1997], ed è larga- [Fitzgerald, 1999]. Queste isole rappresentano mente usato per cinture orogenetiche di questa alcuni dei microblocchi continentali in cui è età trovate su tutti i continenti; (3) lo Shackleton possibile suddividere l’Antartide occidentale, Range, composto di rocce magmatiche e meta- un’ipotesi che, formulata sulla base dei dati to- morfiche Proterozoiche. pografici e geologici, è supportata dai dati ma- Sopra il basamento si trova una sequenza gnetici [Garrett, 1991]. sub-orizzontale di sedimenti (arenarie, siltiti, Inoltre la presenza delle microplacche successioni carbonifere, tilliti) del Paleozoico aiuta a spiegare sia l'andamento delle anomalie superiore. Tanto le rocce del basamento quanto strutturali e geologiche che la ricostruzione del quelle sedimentarie sovrastanti, nel Giurassico, supercontinente di Gondwana [Fitzgerald, furono interessate da intrusioni di rocce basiche 1999], superando il problema della sovrapposi- sottoforma di sills che, eruttate anche in superfi- zione del Plateau delle isole Falkland con la cie, originarono basalti e tufi. Rocce più giovani Penisola Antartica nella ricostruzione paleogeo- di quelle magmatiche del Giurassico, grafica del Mesozoico [Luyendyk et al., 1996]. nell’Antartide orientale sono costituite dai depo- Sul numero e sulla posizione originale di siti terrestri formati durante il periodo glaciale questi microblocchi, però, il dibattito è aperto Cenozoico [Campbell e Claridge, 1987]. soprattutto a causa delle difficoltà a definirne i limiti geologici per via della copertura glaciale. Se ne contano almeno cinque e alcuni autori [Di 1.2 L’Antartide occidentale Venere et al., 1995; Bradshaw et al., 1997] sug- Conosciuta anche come West Antarctica e geriscono la suddivisione della MBL in due Lesser Antarctica, l’Antartide occidentale è un blocchi, orientale e occidentale, almeno per il grande arcipelago coperto da ghiacci, dove la Mesozoico superiore. È stata anche avanzata l’i-

4 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico potesi che la MBL, l’isola di Thurston (Thurston (col metodo Rb-Sr su roccia totale). Le anoma- Island, TI in Fig. 3) e la Penisola Antartica, nel lie magnetiche si esauriscono al margine orien- Mesozoico fossero unite in una grande placca, tale, contro il blocco di Ellsworth-Whitmore Weddellia, che costituiva parte del margine [Storey et al., 1988]. Ciò nonostante, è stato sug- Pacifico del Gondwana [Grunow et al., 1991; gerito che il blocco crostale potrebbe estendersi Storey, 1996]. McAdoo e Laxon, [1997] ritengo- in un’area di 120.000 km2, intorno ai nunataks e no invece che sia il Ross Sea Embayment (RSE un basamento cristallino simile a quello di HN in Fig. 3) ad essere un blocco crostale distinto. potrebbe trovarsi in aree sottostanti le EWM e la La storia geologica dell’Antartide occi- piattaforma di Ronne-Filchner [Maslanyj e dentale è quindi da collocare in gran parte nel Storey, 1990; Johnson e Smith, 1992]. Questo Fanerozoico con le rocce più antiche (ignee e comporta che il blocco EWM nel pre- metamorfiche) che formano il basamento di se- Cambriano dovrebbe essersi trovato nei pressi quenze sedimentarie e vulcaniche, di probabile della Terra di Coats o della Terra della Regina età Paleozoica e Mesozoica, deformate a più ri- Maud, oppure nel Natal Embayment, a ridosso prese mediante fasi successive. Il settore è inol- del Sudafrica [Curtis e Storey, 1996]. tre caratterizzato da una provincia vulcanica Cenozoica, tuttora attiva e assai importante per gli effetti che potrebbe provocare su quella parte 1.2.3. Il blocco Ellsworth-Whitmore della calotta polare che, dalla Penisola Antartica Il blocco crostale delle Montagne e attraverso la MBL, si estende fino alla fascia Ellsworth-Whitmore (EWM in Fig. 3) è un costiera del Mare di Ross e delle isole di grande terrane, lungo approssimativamente 875 Balleny [Campbell e Claridge, 1987]. km e largo 500 km ad andamento NNW-SSE, che include anche colline e rilievi emergenti dal ghiaccio (nunataks) sparsi a Nord delle 1.2.1. La Penisola Antartica e l’Isola di Montagne di Thiel (Thiel Mountains, in Fig. 1). Thurston È costituito da ~13 km di una successione sedi- La Penisola Antartica, che sul lato mentaria continua che risale al Cambriano Pacifico è un margine passivo, è ritenuta una medio-Permiano e che rappresenta, proprio per cintura orogenica di tipo Andino attiva tra il la sua completezza, un fatto insolito per Mesozoico e gran parte del Cenozoico. Si tratta l’Antartide. Priva di una significativa discordan- di un arco magmatico che si formò lungo il mar- za [Curtis e Storey, 1996], la successione è stata gine attivo di Gondwana, per la subduzione di debolmente metamorfosata dall’orogenesi di fondo oceanico Pacifico e proto-Pacifico. Ad Ross, piegata nel corso del Permo-Triassico dal- Ovest, l’isola di Alexander (Alexander Island in l’evento Gondwaniano ed intrusa da graniti del Fig. 1) è una provincia Mesozoica di pre-arco Giurassico medio, legati al break-up di che contiene un largo complesso d’accrezione. Gondwana [Curtis et al., 1999]. Spesse sequenze di retro-arco si trovano sulla L’andamento strutturale e stratigrafico, parte orientale delle Terre di Graham, Palmer ed anomalo rispetto alle TAM, e i dati paleoma- Ellsworth (Graham Land, Palmer Land ed gnetici fanno supporre che queste montagne Ellsworth Land in Fig. 1). La subduzione cessò siano la parte ora dislocata della cintura oroge- durante il Cenozoico, ad eccezione di un picco- nica dell’Africa meridionale (Gondwanian Cape lo segmento tuttora attivo a ridosso delle isole Fold Belt). Tracce di questa cintura orogenica Shetland meridionali (South Shetland Islands in sono presenti anche in Sudamerica e in Fig. 1) [King et al., 1996]. Antartide, nella Terra di Coats e lungo le L’area che circonda l’isola di Thurston Montagne di Pensacola [Stump, 1995]. rappresenta la continuazione verso Ovest del- l’arco magmatico che interessava la Penisola Antartica [Johnson e Smith, 1992]. 1.2.4. La Terra di Marie Byrd La Terra di Marie Byrd (MBL), che si estende dal Mare di Ross alla Penisola 1.2.2. Il blocco Haag Nunataks Antartica, è parte del West Antarctic Rift Definito geofisicamente come una regio- System (WARS), una struttura costituita da una ne di grandi anomalie magnetiche, Haag serie di bacini subglaciali riempiti di sedimenti Nunataks (HN in Fig. 3) è un piccolo blocco depositati tra il Cretacico ed il Cenozoico crostale situato tra la base della Penisola [Weaver et al., 1994]. Si ritiene che la MBL rap- Antartica e le Montagne di Ellsworth. È forma- presenti l’unico blocco dell’Antartide occiden- to da un basamento pre-Cambriano, con isolati tale che rappresenta un frammento continentale affioramenti di gneiss datati 1.176÷1.003 Ma il quale, a seguito del break-up di Gondwana, si

5 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico separò dal fondo oceanico in espansione Meridionale (Southern Ocean) o Oceano [Mukasa e Dalziel, 2000]. Antartico. Questo è una parte integrante del si- Le rocce della MBL registrano una lunga stema ambientale Antartico perché la fredda storia magmatica legata alla subduzione lungo il corrente circum-polare mantiene in isolamento margine Pacifico di Gondwana, che nell’area termico il continente [Kennett e Hodell, 1995]. occidentale del blocco crostale individuano un L’Antartide è il continente più isolato cambio di regime tettonico: nel corso del della Terra e, confinato completamente oltre il Cretacico si passa da un margine compressivo 60° parallelo di latitudine Sud, occupa una posi- ad uno estensivo [Fitzgerald, 1999]. zione quasi centrata rispetto al Polo Sud. La Relativamente al basamento, la più vec- placca Antartica copre il 75% della regione, a chia unità geologica della MBL è la formazione Sud del parallelo 45° S. La parte restante inclu- di Swanson, costituita da rocce metasedimenta- de anche le placche: Pacifica, Australiana, rie del pre-Cambriano superiore-Paleozoico in- Sudamericana, Africana e del Mare di Scotia. feriore, che ha subito due eventi metamorfici: Fatta eccezione per la regione del Mare di nell’Ordoviciano superiore (~430 Ma) a causa Scotia, la placca Antartica è circondata da dor- di un metamorfismo regionale, e nel Cretacico a sali medio-oceaniche in espansione: dorsale causa di un metamorfismo termico durante la Sud-Atlantica, dorsale Sudamerica-Antartide, messa in posto di graniti anorogenici [Lisker e dorsale Indiana Sudoccidentale, dorsale Olesch, 1997]. Tuttavia, in base a dati geocro- Pacifico-Antartide, Rialzo del Cile, centro d’e- nologici viene ipotizzata la presenza di una spansione di retro-arco delle isole South componente pre-Cambriana nell’area sottostan- Sandwich (Fig. 4). te questa regione [Luyendyk et al., 1996; Gli attuali limiti di placca comprendono Mukasa e Dalziel, 2000]. anche margini trasformi, come ad esempio la zona di frattura Shackleton, la South Scotia Ridge e la North Scotia Ridge che bordano il 1.3. La situazione attuale Mare di Scotia; sono presenti inoltre la fossa del Il limite della regione Antartica viene Cile, la fossa delle South Sandwich e la fossa di convenzionalmente posto intorno al 52° paralle- Hjort a Sud della Nuova Zelanda; bacini di mare lo ed è compreso entro una fascia di alcune de- profondo che includono la piana abissale di cine di km d’ampiezza, dove vengono a contat- Weddell, il bacino Africano-Antartico, la piana to le acque fredde circum-antartiche con quelle abissale di Amundsen, la piana abissale di più calde sub-antartiche. È questa la zona della Bellingshausen, il bacino di Enderby, il bacino convergenza Antartica, un limite puramente Australia-Antartide e il Mare di Scotia; piatta- oceanografico. Tant’è che le porzioni meridio- forme sottomarine di varia origine come il nali degli Oceani Atlantico, Pacifico e Indiano Falkland Plateau, il Conrad Rise, il Kerguelen che si trovano a Sud della convergenza Plateau, il South Tasmania Rise, il Chatham Antartica vengono indicate come Oceano Rise e il Campbell Plateau [Fitzgerald, 1999].

Figura 4. La situazione attuale nell’Oceano Meridionale e le relazioni tra la placca Antartica (in grigio) e le placche che la circondano. Da notare che sono presenti tutti i tipi di limite di placca, margini continentali, bacini marini profondi e isole oceaniche. Le abbreviazioni sono le seguenti: AI, Alexander Islands; CP, Campbell Plateau; CR, Chatham Rise; HT, Hjort Trench; LHR, Lord Howe Rise; MR, Macquarie Ridge; SFZ, Shackleton Fracture Zone; SST, South Sandwich Trench; SSR, South Sandwich Ridge; STR, South Tasman Rise; TI, Thurston Island; VL, Victoria Land; MD, Maud-Rise. da LeMasurier e Landis [1996] modi- ficato.

6 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico

Figura 5. (A) Mappa di gravità e (B) carta tettonica dell’Oceano Meridionale a ridosso dell’Antartide oc- cidentale in cui sono individuati i blocchi: AP, Antarctic Peninsula; TI, Thurston Island; MBL, Marie Byrd Land; EWM, Ellsworth-Whitmore Mountains; RE, Ross Embayment, CP, Campbell Plateua. Le princi- pali linee di frattura (FZ), tracciate in blu (linee tratteggiate) sono: Pahemo (PFZ); Endeavor (EFZ); Eltanin, Udintsev, FZ 8.5, Heirtzler e Pitman FZs. I limiti di placca attivi (rosso) includono le fosse o zone di subduzione: Hjort (HT), South Sandwich (SS), South Shetland (SSH) e Cile (CT). Sono riportate anche le dorsali medio-oceaniche attive (rosso), come quelle Pacifico-Antartide e Sudamerica-Antartide. Le dor- sali estinte o fallite (viola) che includono quelle presenti nel Mare di Scotia, un ‘failed rift’ (FR) nel Mare di Weddell Sudorientale e l’ipotizzato Iselin Rift (IR). Altre lineazioni degne di nota o identificate di re- cente (verde) includono, nel Mare di Weddell: l’Anomalia di Orion (O), Explora Escarpment (EE) e l’Anomalia T (T); nel Pacifico meridionale: la Central Extension Trough (CTE), la Bellingshausen Trough (BT) e la lineazione DeGelarche-Peter I (DPL). Il margine continentale Antartico (linee nere tratteggiate) segue approssimativamente i 2.000 m di profondità da McAdoo e Laxon [1997] modificato.

Le piattaforme continentali che circonda- tari del Mare di Ross, che fanno parte del no il margine del cratone dell’Antartide orienta- WARS, e con i grandi depocentri glaciali vicini le sono margini passivi, come evidenziato dalle al ciglio della scarpata continentale [Brancolini anomalie di gravità dell’Oceano Meridionale, il et al., 1995a, b]. cui andamento delinea la scarpata continentale, L’andamento lineare delle anomalie di caratteristica tipica dei margini passivi [McAdoo gravità ad alta-ampiezza appare però ben svi- e Laxon, 1997]. Cosa che non è talvolta eviden- luppato nel Sud Pacifico (tra 135°E e 160°W) te nel Ross Embayment (Fig. 5) dove interferi- dove le anomalie sono associate ai sistemi tra- sce con il segnale di gravità dei bacini sedimen- sformi dell’oceano. Queste zone di frattura, ad

7 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico andamento all’incirca NE-SW, avrebbero avuto condotto alle ricostruzioni di supercontinenti un ruolo importante relativamente alla cinemati- esistiti nel Neoproterozoico prima (Rodinia) e ca che nel Neogene interessa la Terra Vittoria e dopo (Pannotia) l'apertura del bacino i margini della Terra di Marie Byrd [Van der dell’Oceano Pacifico [Dalziel, 2000]; Wateren e Cloeting, 1999 e ref. ivi citate]. - la tettonica delle regioni che formano Pure evidenti sono le dorsali estinte nelle l’Antartide occidentale e il cratone orientale, ed regioni del Mare di Scotia e nell’area del pas- in particolare del West Antarctic Rift System, saggio di Drake, cui potrebbero essere associate per definire i limiti tra le due province geologi- anche le fosse, individuate grazie alle anomalie che e caratterizzare il vulcanismo Cenozoico gravitative, nei Mari di Ross e di Amundsen. che potrebbe avere importanti ripercussioni Le zone di frattura, come quelle di Pitman sulla calotta glaciale; e di Udintsev, rappresentano invece tracce di fa- - la ricostruzione dell’evoluzione dei glie trasformi inattive che indicano la direzione margini continentali periantartici volta alla defi- del movimento delle placche. Le anomalie di nizione di modelli evolutivi per l’area occiden- gravità mettono anche in evidenza che gli assi tale e quella orientale del continente Antartico, delle dorsali oceaniche in rapida espansione (al che tengano conto anche delle conoscenze rela- tasso > 6 cm/anno), come il segmento setten- tive ai margini continentali dell’Oceano Artico; trionale della dorsale Antartide-Pacifico, in ge- - il margine Atlantico della Penisola nere appaiono come massimi gravitativi stretti Antartica è la chiave di volta per lo studio evo- (< 60 km) e sottili [McAdoo e Laxon, 1997]. lutivo dell’Oceano Meridionale, visti i punti di Inoltre, siccome il margine continentale contatto triplo della placca Antartica con quelle Antartico riflette il break-up di Gondwana, esso Sudamericana ed Africana. Così come allo stes- diventa via via più giovane procedendo in senso so scopo sono importanti i punti di contatto tri- antiorario dalla zona del Mare di Weddell. Arco plo della placca Antartica con le placche Indiana e placca delle Sandwich sembrano invece muo- ed Australiana; versi velocemente verso Est rispetto a - l’evoluzione delle intersezioni tra le Sudamerica e Antartide, così, a differenza degli placche Sudamerica-Drake-Scotia-Antartide altri bacini dell’Atlantico meridionale delimitati potrebbe fornire le informazioni su come i limi- da rift, tale struttura introduce un sistema di sub- ti delle placche si riorganizzano, dopo l’estin- duzione [Dalziel, 2000]. zione di un centro d’espansione ed in conse- guenza della riduzione del numero di placche. Allo stesso tempo, dallo studio del bacino di 1.4. La ricerca geologica e geofisica Bransfield si potrebbe arrivare a comprendere lo Per conoscere la storia del continente sviluppo iniziale della catena Andina e del Antartico ci si deve affidare quasi esclusiva- break-up di Gondwana [Austin, 2000]. mente a metodi geofisici, alcuni sviluppati ap- positamente, come ad esempio un aereo geofisi- co modificato per risolvere i problemi geologici 2. Dal Rodinia al Gondwana e glaciologici nell'ambito di indagini condotte nell'area del bacino di Byrd, al centro L’Antartide richiama l’interesse scientifi- dell'Antartide occidentale [Blankenship, 2000]. co internazionale per il ruolo che ricopre nell’e- Queste indagini geofisiche sono state voluzione tettonica e geologica del Gondwana condotte in gran parte negli ultimi vent’anni ed (Fig. 6b), il supercontinente che segnò l’inizio includono misure della topografia sub-glaciale del Fanerozoico, composto in gran parte dagli mediante radar, misure di anomalie gravimetri- attuali continenti dell’emisfero meridionale. che e magnetiche, nonché metodi magnetotellu- Come evidenza della continuità fisica di rici e sismici. Oggi la ricerca geofisica e geolo- questi continenti, ci sono le cosiddette sequenze gica in Antartide è volta soprattutto a chiarire: gondwaniane, che trovano corrispondenza in - i rapporti dell’Antartide con i continenti analoghe successioni stratigrafiche in regioni circostanti ed i bacini oceanici per definire la dell’emisfero meridionale (Sudamerica, Africa, geografia e la tettonica pre-Pangea ed esamina- India, Sri Lanka, Antartide, Australia e Nuova re i rapporti fra la tettonica ed i cambiamenti Zelanda) e testimonianze paleontologiche, quale ambientali e biologici durante Neoproterozoico la comparsa nel Triassico (~250 Ma) del famo- (da 1.000 Ma all’inizio del Cambriano) e so rettile erbivoro Lystrosaurus che non aveva Paleozoico. Il punto di partenza è il fatto che il sviluppato particolari adattamenti al nuoto su Laurentia potrebbe essere stato adiacente ai nu- lunghe distanze ed è stato ritrovato in tutti i con- clei cratonici di alcuni attuali continenti dell’e- tinenti gondwaniani, incluso l’Antartide misfero meridionale, tra cui l’Antartide. Ciò ha [Oliviero et al., 1991; Collinson, 1997].

8 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico

Figura 6. (a) La tradizionale ricostruzione di Rodinia ~1.000 Ma in cui si presume che il Gondwana orientale s’è formato attraverso l'accrescimento di parti dell'Australia, dell'India e dell'Africa orientale, lungo un singola cintura orogenica Meso-Neoproterozoica, estesa lateralmente, che borda la costa dell’Antartide orientale. (b) Gondwana (~500 Ma) con l’indicazione dei continenti che ne formavano la parte orientale e quella occidentale. Nell’area ingrandita (c) è evidenziata la posizione delle Montagne del Principe Carlo (PCM), una delle regioni chiave per capire l’evoluzione del continente Antartico. Queste montagne, nell’area settentrionale sono composte da una serie di catene e di massic- ci isolati, localizzati lungo il margine occidentale della piattaforma galleggiante di ghiaccio Amery, e formano parte di una cintura orogenica ad andamento E-W, caratterizzata da facies di granuliti felsiche e gneiss mafici, intervallate da subordinate unità metasedimentarie e calco-silicatiche che separano le baie di Prydz Bay e di Lützow-Holm Bay. Le abbreviazioni sono: NC, Napier Complex; Vh, Vestfold Hills; sPCMs, southern Prince Charles Mountains; RC, Rayner Complex; nPCMs, northern Prince Charles Mountains; LHB, Lützow-Holm Bay; PB, Prydz Bay. da Boger et al., [2000].

Con molta probabilità però, la formazione cessivamente. Il corrispondente oceano globale del Gondwana è legata all’aggregazione di che circonda il Rodinia è chiamato Mirovoi. Il frammenti dispersi di un supercontinente esisti- ciclo di vita del supercontinete va dalla sua to in precedenza. Sono stati proposti vari nomi amalgamazione, avvenuta ~1.300–1.100 Ma a per questo supercontinente, tra cui Ur- cuasa di una serie di collisioni avvenute durante Gondwana [Hartnady, 1991], Katania [Young, il ciclo orogenetico Grenvilliano (Fig. 6a), alla 1995], Paleopangea [Piper, 2000] e Rodinia sua scomparsa che è registrata nel rift del [McMenamin e McMenamin, 1990], il quale de- Neoproterozoico superiore e nelle successioni di riva dal russo rodit che significa generare, ed è margine passivo, che fanno seguito alla sua il nome più comunemente usato. Rodinia racco- frammentazione [Dalziel, 1991, 1992; Powell et glieva tutte le terre emerse e sarebbe il precur- al., 1993; Dalziel et al., 1994; Torsvik et al., sore di tutti i continenti che si formarono suc- 1996; Meert e Van der Voo, 1997].

9 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico

La sua configurazione è però motivo di testare l’ipotesi SWEAT, dove si propone che il intenso dibattito e i vari modelli che sono stati Gondwana orientale rimase unito al Laurentia finora proposti si evolvono parallelamente alla lungo le TAM e il margine dell’Australia orien- crescente disponibilità dei dati. tale, tra ~1.900Ma e il tardo pre-Cambriano, È stata anche stilata una mappa geodina- quando il blocco costituito dall’Antartide orien- mica dell’aggregazione del Gondwana alla scala tale e dall’Australia era in congiunzione al mar- 1:10 milioni che, presentata per la prima volta al gine Pacifico del Nordamerica occidentale. XXX Congresso Geologico Internazionale, rap- Allo stesso tempo il Laurentia potrebbe presenta un tentativo di sintesi delle varie ipote- essere stato in contatto col nucleo cratonico di si evolutive, proposte cui hanno contribuito 67 alcuni attuali continenti dell’emisfero meridio- coautori di 11 differenti paesi: partendo dal nale. Infatti, secondo Dalziel [1997], che descri- break-up di Rodinia e passando attraverso la ri- ve in dettaglio la storia e lo sviluppo del super- organizzazione del movimento delle placche li- continente di Rodinia, il Laurentia avrebbe inte- tosferiche prodotto dagli eventi orogenici Pan- ragito tettonicamente con il margine Pacifico Africani–Brasiliani, si arriva al Gondwana del Sudamerica, mentre verso la fine del pre- [Unrug, 1997 e ref. ivi citate]. Cambriano la separazione dell’Antartide orien- Le maggiori difficoltà sorgono a causa tale dal Laurentia portava all'apertura del bacino della carenza di dati geocronologici e di poli pa- dell’Oceano Pacifico. L’evento sarebbe stato bi- leomagnetici affidabili per differenti elementi lanciato, su un globo dal raggio costante, dalla del Rodinia [Powell et al., 1993], cosa che rende chiusura dei bacini oceanici Brasiliani e Pan- difficile elaborare modelli che seguano le moda- Africani durante l’aggregazione di Gondwana lità della tettonica globale [Grunow et al., [Dalziel, 1992] con la parte orientale che sareb- 1996]. Ne derivano grosse incertezze nell’indi- be rimasta intatta, senza subire pressoché alcuna viduazione del numero di placche presenti e nel deformazione fino al break-up Mesozoico di definire la distribuzione dei cratoni periferici at- Gondwana [Yoshida et al., 1992]. torno al Laurentia (Nordamerica e Groenlandia) Sfortunatamente l’evoluzione del margi- che avrebbe avuto una posizione centrale nel ne Antartico, tra il Proterozoico superiore ed il Rodinia durante il Neoproterozoico [Karlstrom Paleozoico inferiore, è poco definita per rappre- et al., 1999]. sentare una prova inconfutabile dell’ipotesi Anche attorno all’Antartide orientale po- SWEAT. Una grave limitazione è legata all'in- trebbero essersi legati altri blocchi cratonici nel sufficienza di dati geogronologici precisi delle corso dell’episodio Grenvilliano [Stump, 1999]. rocce metamorfiche e plutoniche, e all'insuffi- Infatti, il margine del cratone dell’Antartide cienza di dati strutturali associati alla scala ra- orientale include l'area settentrionale delle diometrica [Goodge et al., 1993]. Inoltre, secon- Montagne del Principe Carlo (PCM in Fig. 6, 7) do Borg e De Paolo [1994] l’attuale configura- che, tradizionalmente considerate come parte di zione del basamento dei terranes nelle TAM non un'estesa cintura orogenica Neoproterozoica sembrerebbe compatibile con la ricostruzione (1.400–900 Ma), sono state correlate con cintu- SWEAT, che in origine si basò sull’individua- re metamorfiche di età simile in India, parti zione dei punti d’età Grenvilliana tra il dell'Africa orientale, dello Sri Lanka e Laurentia e la Terra della Regina Maud, tra loro dell’Australia (Fig. 6a): si ritiene che queste cin- adiacenti prima del rifting di Rodinia: questo ture rappresentino un sistema di accrezione che collegamento probabilmente non è più valido in ha portato alla formazione del Gondwana orien- quanto di recente è emerso che ~1.000 Ma la tale durante la crescita ed il consolidamento di Terra della Regina Maud non era parte Rodinia [Moores, 1991]. dell’Antartide orientale [Gose et al., 1997]. Però, plausibili aggiustamenti degli ele- menti tettonici durante il Proterozoico superiore 2.1. L’ipotesi SWEAT ed il Paleozoico inferiore, potrebbero rendere Un nuovo scenario per la paleogeografia accettabile la ricostruzione del modello SWEAT globale del Paleozoico ha cominciato ad emer- [Borg e DePaolo 1994], il quale continua ad es- gere con la pubblicazione del lavoro di Moores sere alquanto dibattuto perché nelle TAM ci [1991], seguito da quelli di Dalziel [1991] e sono altre località che possono essere collegate Hoffman [1991] circa la cosiddetta ipotesi potenzialmente al Laurentia. Quindi, la confer- "SWEAT" (Southwest U.S.-East Antarctic con- ma o meno di qualsiasi descrizione dell'evolu- nection), che rappresenta un esempio di applica- zione continentale Proterozoica, passa attraver- zione dei principi della tettonica delle placche al so la comprensione dell'evoluzione del margine pre-Cambriano. continentale Antartico esposto nelle TAM L’Antartide fornisce infatti elementi per [Goodge, 1995].

10 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico

Figura 7. Ricostruzione di Rodinia tra 1.700 e 800 Ma, secondo l’ipotesi AUSWUS, basata sull’evolu- zione tettonica dei cratoni che svolgono un ruolo chiave all’interno del supercontinente, confrontata con l’ipotesi SWEAT [Moores, 1991]. L’età crostale delle province è dedotta dai dati geocronologici Sm/Nd. I depositi massivi di solfuri presso Broken Hill (BH) sono simili ai depositi di Jerome (J) nell’Arizona centrale e Mount Isa (MI) in Nevada. da Karlstrom et al., [1999].

2.2. L’ipotesi AUSWUS et al., [1999] come impronte per identificare i Il modello AUSWUS (Australia- cratoni che furono adiacenti durante il Southwest U.S.) proposto da Karlstrom et al., Proterozoico, stabilendo che i numerosi eventi [1999] rappresenta una prospettiva alternativa orogenici e tettonici legati al margine conver- della relazione tra l’Australia, l’Antartide e il gente di Laurentia diventano più giovani verso Laurentia in Rodinia. Questa ipotesi si differen- Sud. E mentre l’Australia contiene la prosecu- zia fondamentalmente dal modello SWEAT per zione delle cinture orogeniche a Sudovest, la re- la diversa configurazione del margine occiden- gione Baltica ne contiene la continuazione a tale del supercontinente (Fig. 7), con l’Australia Nordest. Quindi, questa ricostruzione sarebbe che per gran parte del Proterozoico viene a tro- supportata dalle somiglianze geologiche con varsi in una posizione adiacente agli Stati Uniti rocce Paleoproterozoiche che presentano com- Sudoccidentali, piuttosto che col Canada setten- posizione simile, e dalle storie tettoniche analo- trionale, mentre l’Antartide è spostata verso Sud ghe tra l'Australia e gli USA Sudoccidentali tra rispetto al Laurentia [Powell et al., 1993]. 1.800 Ma e 800 Ma, con una maggiore affinità Prima della collisione continente-conti- per i poli paleomagnetici di Australia e nente avvenuta ~1.000 Ma, nell’ipotesi AU- Laurentia tra 1.450 e 1.000 Ma. I dati paleoma- SWUS il margine meridionale di Laurentia fu gnetici, utilizzati per testare la validità della ri- per molto tempo (1.800÷1.000 Ma) un margine costruzione relativa al Paleoproterozoico convergente, anche se in maniera episodica, che (2.500–1.600 Ma), però, non convalidano ine- si estendeva dalla Groenlandia alla California quivocabilmente il modello SWEAT o quello meridionale producendo un insieme di cinture AUSWUS, soprattutto a causa della scarsezza di orogeniche ad andamento NE. Questi 800 Ma di dati che non consentono di individuare magne- storia orogenica sono stati utilizzati Karlstrom tizzazioni primarie [Karlstrom et al., 1999].

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Figura 8. Ricostruzione del Paleopangea, con i mo- vimenti dei precursori Paleo-Proterozoici, ottenu- ta mediante i dati paleoma- gnetici. Secondo questo modello il Gondwana sa- rebbe stato prodotto da mo- vimenti relativamente pic- coli, realizzati in gran parte da transpressioni sinistre, ed in accordo con i linea- menti tipici dell’orogenesi Pan-Africana. La dispersione continentale sarebbe avvenuta al limite Neoproterozoico-Cambri- ano mentre le analogie tra Paleopangea e (Neo) Pangea implicano che i su- percontinenti non sono ag- glomerati caotici di crosta continentale, ma sono la naturale conseguenza di episodici moti convettivi che interessano il mantello globalmente. da Piper [2000].

2.3. L’ipotesi del Paleopangea relativamente piccoli e principalmente trascor- I problemi legati alla ricostruzione di renti fra i blocchi continentali, chiamando in Rodinia hanno spinto Piper [2000] a mettere in causa la loro dispersione soltanto in prossimità discussione i capisaldi del modello "SWEAT" e del limite Neoproterozoico-Cambriano. proporre una configurazione Neoproterozoica Inoltre, nel Paleopangea, Australia e alternativa a quella di Rodinia. L’ipotesi, deriva- Nordamerica occidentale non sono prossimali, e ta soprattutto da analisi dei dati paleomagnetici, la distribuzione di fasce orogeniche risalenti a è quella del Paleopangea (Fig. 8), un supercon- 1.100 Ma viene spiegata mediante lineamenti tinente simile al successivo Pangea. Questa so- coassiali ereditati da un precursore che risalireb- luzione, già proposta precedentemente [Piper, be al Paleo-Mesoproterozoico. 1982] a quella di Rodinia, è stata ripresentata re- centemente in quanto la ricostruzione di Rodinia pone parecchie e serie difficoltà, dovute in 2.4. Il ciclo orogenetico Pan-Africano primo luogo all'assenza di correlazione paleo- Il riconoscimento di una tettonica magnetiche successive ai ~730 Ma. Paleozoica diffusa nell'Antartide orientale, ha Infatti, Piper [2000] sostiene che non- portato vari autori [Zhao et al., 1992; Shiraishi ostante il break-up di Rodinia sia stato stimato et al., 1994; Hensen e Zhou, 1997; Fitzsimons, proprio ~750-700 Ma, gli elementi chiave che lo 1997] a mettere in dubbio la validità dei model- individuano (rifting, magmatismo alcalino, sub- li tradizionali in cui si ipotizza che il Gondwana sidenza dei margini, indicazioni isotopiche e di- orientale, amalgamato tra 1400÷900 Ma duran- versità della fauna), sono concentrati nei succes- te l’assemblaggio di Rodinia, sarebbe poi rima- sivi 150 Ma, in prossimità del limite sto un blocco coerente tanto nel corso del break- Neoproterozoico-Cambriano. C’è inoltre una up di Rodinia che nel corso della formazione di difficoltà geometrica, poiché l’amalgamazione Gondwana [Fitzsimons, 2000]. di Gondwana si realizzerebbe soltanto tramite È stato infatti suggerito che il Gondwana eccezionali movimenti continentali, con relativa orientale possa rappresentare un collage di consunzione di crosta oceanica, in gran parte frammenti continentali accresciuti in maniera non confermati da prove oggettive. Nel suo mo- polifasica in gran parte tra 770 e 550 Ma dello, invece, Piper [2000] propone movimenti [Torsvik et al., 1996] riflettendo così l’amalga-

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Figura 9. Ricostruzione dell’ Antartide orientale e delle parti adia- centi di Gondwana con i blocchi cra- tonici Archeani-Paleo-Proterozoici, che in molte ricostruzioni vengono tra loro correlati, e le differenti età delle cinture orogeniche Meso/Neo-prote- rozoiche che secondo Fitzsimons [2000] sarebbero riconducibili a tre di- verse province Grenvilliane; (1) Maud-Natal-Namaqua/Kaapaval- Zimbabwe; (2) PCM-Mawson Coast- Rayner Complex/Ghats Complex; (3) Windmill Islands-Bunger Hills/ Albany-Fraser Complex. Nelle aree della Prydz Bay (PB) e della Lützow- Holm Bay (LHB) sono state recente- mente riconosciute due cinture oroge- niche Paleozoiche. Le altre abbrevia- zioni sono: G, Gawler craton; K, Kalahari craton; nPCMs, northern Prince Charles Mountains; sPCMs, southern Prince Charles Mountains; V, Vestfold Hills. da Boger et al., [2000]. mazione finale di Gondwana. stadi in un periodo di ~450 Ma. Ad esempio, Boger et al., [2000] sosten- Gli eventi compresi tra 1.000 e 720 Ma, gono che l’evento orogenico (990÷900 Ma) ri- successivi all’aggregazione e precedenti al conosciuto nella provincia formata da una parte break-up di Rodinia, comprendono diffuse zone dell'Antartide orientale (Montagne del Principe di taglio, magmatismo post-tettonico, estensio- Carlo, costa di Mawson e Rayner Complex) e ni, rifting e la formazione di cinture orogeniche dell’India (Ghats Complex), è significativamen- intracontinentali. Fenomeni che hanno causato te più giovane degli eventi individuati ad Ovest il risettaggio dei sistemi isotopici, e nei nuclei e ad Est di questa regione (Fig. 9). Vengono Archeani dell’Antartide orientale sono stati re- anche messe in evidenza le somiglianze delle gistrati principalmente sottoforma di dicchi province Maud, Natal e Namaqua col cratone [Krynauw, 1996]. Kaapaval-Zimbabwe dell’Africa meridionale e Nell’accezione classica, si ritiene che ad un cratone non esposto che si troverebbe sotto la essi sia legata anche la separazione del calotta polare Antartica [Jacobs et al., 1999]. E Laurentia dal blocco formato dall’Australia e da altre correlazioni emerge anche la somiglian- dall’Antartide orientale, che più tardi diventerà za tra la provincia Antartica di Wilkes il Gondwana orientale. Si tratta del primo stadio (Windmill Islands e Bunger Hills in Fig. 9) e di break-up, una fase che iniziata con la fram- quella Australiana di Albany-Fraser [Clark et mentazione di Rodinia, taglia il supercontinente al., 2000]. a metà creando ~725÷750 Ma, quello che sareb- Appare così improbabile che queste cin- be divenuto l’Oceano Pacifico [Powell et al., ture siano correlabili in un’unica e continua 1993; Dalziel et al., 1994]. Infatti, come il linea di sutura, come proposto tradizionalmente, Laurentia iniziò ad allontanarsi, i frammenti ma forse rappresentano frammenti separati di cratonici dell’Amazzonia, dell’Africa occiden- cinture orogeniche Meso-Neoproterozoiche. tale e del Rio de La Plata, si staccarono dal Tant’è che Fitzsimons [2000] ipotizza che lo Gondwana orientale e collisero creando la cin- scudo dell’Antartide orientale sia stato prodotto tura orogenica Pan-Africana del Gondwana oc- dall’unione di tre separati orogeni collisionali cidentale. Questa sequenza di eventi tettonici d’età Grenvilliana, come messo in evidenza (Fig. 10) che porta all’assemblaggio del anche dalle correlazioni riportate in figura 9, Gondwana, va sotto il nome di “ciclo orogeneti- prodotti dalla chiusura di altrettanti bacini ocea- co Pan-Africano”, ed è presente oltre che in nici, durante successive fasi tettoniche: l’amal- varie parti dell’Africa e del Madagascar (oroge- gamazione sarebbe avvenuta attraverso vari nesi Saldaniana) anche in Sudamerica (orogene-

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Figura 10. Schema che mostra gli eventi che portarono alla formazione di Gondwana (a): nel corso della chiusura dell’Oceano del Mozambico, poco prima di 680 Ma, tra l’Africa orientale ed elementi del Gondwana orientale, culminata nella collisione continente-continente avvenuta ~650 Ma. Questa collisione si sovrappone parzialmente con gli eventi del rifting nel Laurentia occidentale; (b) ipotetica sequenza di eventi avvenuti durante le orogenesi Brasiliana e Kuunga (600-530 Ma). La collisione del blocco Australia-Antartide col resto di Gondwana sarebbe avvenuta ~550 Ma e con molta probabilità il Gondwana fu completamente assemblato intorno ai 530 Ma; (c) cladogramma degli eventi tettonici che conducono alla formazione di Gondwana. da Meert e Van der Voo [1997]. si Brasiliana), Antartide (orogenesi di Ross), e parazione tra Laurentia occidentale e Gondwana in misura minore in India e in Australia (oroge- orientale. nesi Delameriana) [Meert e Van der Voo, 1997]. 2. L’orogenesi Brasiliana (Brasiliano Il termine Pan-Africano, però, non viene usato Orogeny in Fig. 10) che tra i 660 e i 530 Ma re- per indicare soltanto gli eventi collisionali che gistra la collisione tra i nuclei cratonici portano alla sutura del Gondwana occidentale, dell’Africa e del Sudamerica; ma è legato anche agli eventi estensivi che do- 3.L’orogenesi Kuunga (Kuunga Orogeny minarono il Neoproterozoico, nonché le fasi le- in Fig. 10) che risale ~550 Ma e potrebbe esse- gate al break-up di Gondwana [Unrug, 1997]. re il risultato della collisione tra il blocco Quindi, la formazione di Gondwana se- Australia-Antartide col resto di Gondwana. condo Meert e Van der Voo [1997] potrebbe es- A tal riguardo sono di particolare interes- sere ricondotta ad almeno tre distinti episodi tet- se le numerose datazioni riconducibili a ~550 tonici (Fig. 10): Ma e relative a formazioni di granuliti prove- 1. L’orogenesi dell’Africa orientale (East nienti dall’India e dal Madagascar meridionali, Africa Orogeny in Fig. 10) che fu il primo im- dallo Sri Lanka, dal Mozambico e da parti portante evento avvenuto tra 800 e 650 Ma, e dell’Antartide orientale: potrebbero riflettere portò alla formazione della cintura orogenetica una collisione continente-continente in quella del Mozambico (Mozambique Belt in Fig. 10), regione di Gondwana [Meert e Van der Voo, uno degli elementi chiave nella tettonica del 1997 e ref. ivi citate]. Gondwana, e alla conseguente chiusura Il concetto di una semplice collisione tra dell’Oceano del Mozambico a causa della colli- le due province di Gondwana, come viene soli- sione di India, Madagascar e Sri Lanka con tamente trattato l’assemblaggio di Gondwana, l’Africa orientale; allo stesso tempo sarebbe in- appare però riduttiva e, nei modelli più recenti, tervenuto il break-up di Rodinia, datato appros- la formazione del Gondwana occidentale viene simativamente 750-700 Ma, che inizia con la se- attribuita alla collisione di vari nuclei cratonici

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Figura 11. Ricostruzione di Gondwana che evidenzia le principali cinture orogeniche Pan-Africane e la zona di sutura che, attraverso il Mozambico, segna la zona di collisio- ne tra Gondwana orientale e occidenta- le. Questa potrebbe interessare l’Antartide orientale (1) attraverso Heimefrontfjella [Shackleton, 1996] oppure (2) nell’area Lützow Holm Bay [Grunow et al. 1996]. Le abbreviazioni sono: CDML, central Dronning Maud Land; EM, Ellsworth Mountains; FCB, Filchner crustal block; FM, Falkland microplate; G, Grunehogna Archean Craton; E, Ellsworth Mountains; H, Haag Nunatak; K, Kirwanveggen; LH, Lützow Holm Bay; MB, Mwembeshi Shear Zone; Na-Na, Namaqua-Natal Belt; PB, Prydz Bay; R, Richtersveld Craton; M, Madagascar; Moz, Mozambique Belt; S, Saldania Belt; SL, Sri Lanka; Søm, Sør Rondane; SR, Shackleton Range; WDML, western Dronning Maud Land; Z, Zambesi Belt. da Jacobs et al., [1999] modificato. durante una sequenza di eventi orogenici avve- nente di Rodinia [Moores, 1991; Dalziel, 1991]. nuti tra 680 e 480 Ma [Torsvik et al., 1996]. La gran parte di questi margini restò in uno stato Diverse sono le ipotesi anche relativa- passivo durante il Paleozoico inferiore, e portò mente alla linea di sutura che segna questo pas- all’accumulo di spesse sequenze sedimentarie a saggio: potrebbe interessare alcune aree causa della subsidenza termica e dell’assotti- dell’Antartide orientale, quali Heimefrontfjella gliamento litosferico che si presentò durante la e la baia di Lützow Holm Bay (Fig. 11). fase di rift. La prima rappresenta la parte più occi- Nell’Antartide orientale, il rifting legato dentale del basamento, il quale affiora nella all’orogenesi di Ross inizia ~750 Ma e porta alla Terra della Regina Maud ed è formato da rocce deposizione di sequenze tipiche di margine pas- che risalgono in gran parte a ~1.100 Ma, com- sivo, presente nel Proterozoico superiore lungo prese in una fascia orogenica situata a Sudest il margine Pacifico di Gondwana. Questo resta del cratone Archeano Zimbabwe-Kaapaval- individuato dalle successioni sedimentarie car- Grunehogna. La parte occidentale, nel contesto bonatiche di mare poco profondo e dalle torbi- di Gondwana, può essere correlata con rocce di diti di acque profonde, che iniziano a depositar- età analoga esposte nella microplacca Falkland, si durante il rifting dello scudo Antartico, proba- nel complesso Cape Meredith e nella provincia bilmente in una serie di depocentri indipendenti metamorfica Sudafricana Namaqua-Natal che, presenti lungo il margine passivo, in alcuni [Jacobs et al., 1999]. L’area della baia di casi superano anche i 10 km di spessore, come Lützow Holm Bay, invece, è caratterizzata da nelle Patuxent Formation (vedi Fig. 15), una se- metamorfiti che raggiungono la facies delle gra- quenza torbiditica nelle Montagne di Pensacola nuliti anche nel Cambriano, e nella ricostruzio- coperta in discordanza da calcari Cambriani ne di Gondwana è stata correlata con parti dello [Stump, 1995]. Sri Lanka [Krynauw, 1996]. All’evento, provocato dalla separazione tra Gondwana e Laurentia (Fig. 12) sarebbero associate anche magmatiti, come ad esempio 2.5. Il margine passivo quelle che, sotto forma di basalti a cuscini e gab- Durante il Neoproterozoico, si formarono bri datati ~760 Ma, sono presenti nella Goldie migliaia di chilometri di nuovi margini conti- Formation, una formazione spessa ~7.000 m e nentali, a seguito del break-up del superconti- composta di quarziti, grovacche, argilliti ed are-

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Figura 12. Ricostruzione del supercontinente che nel Neoproterozoico superiore (570 Ma) includeva Laurentia e Gondwana, seguen- do il rifting del Laurentia occidentale dal blocco Antartide orientale/Australia, l’apertura del bacino dell’Oceano Pacifico, e l’amalgamazione di Gondwana. Da notare che alcuni dei bacini Pan- Africani-Brasiliani, potrebbereo non essere stati com- pletamente chiusi alla fine del pre- Cambriano. Le aree ombreggiate rappresentano le cinture orogeni- che Grenvilliane. Le abbreviazioni sono: A, Arequipa Massif; AM, Amazonian craton; B, Baltica; E, Ellsworth-Whitemore Mountains; K, Kalahari craton; M, Marie Byrd Land; R, Rockall Bank e northern British Isles; RP, Rio de la Plata craton; S, Siberia; SF, Sao Francisco craton; SP: South Pole; WA, West African craton. da Dalziel et al., [1994]. narie che affiora presso il ghiacciaio di nute nel Cambriano inferiore, e piuttosto che ad Beardmore, nelle TAM centrali. Lo stesso scudo un’orogenesi del Neoproterozoico, potrebbero faceva probabilmente da fonte per la spessa se- rappresentare fasi deformative riconducibili al- quenza di rocce sedimentarie che sarebbero l’evento di Ross, ritenuta la più antica delle oro- state in seguito deformate e metamorfosate, e genesi Fanerozoiche [Storey et al., 1996a]. che sono presenti pressocchè per l’intera lun- ghezza delle TAM [Laird, 1991a; Stump, 1995]. 2.7. Il Pannotia Tra il break-up di Rodinia e la formazio- 2.6. L’orogenesi di Beardmore ne di Gondwana potrebbe esserci stato un ri- La subsidenza, che caratterizzò a lungo i stretto periodo di tempo, vicino al limite del bacini dei margini continentali, terminò tra 660 Cambriano inferiore (~570 Ma), in cui si formò Ma e 580 Ma, a causa degli eventi compressivi un supercontinente chiamato Pannotia. Evento legati all’ipotetica orogenesi di Beardmore che potrebbe essersi verificato soltanto se il (Proterozoico superiore-Cambriano inferiore). Gondwana era già aggregato prima di 550 Ma, e Questo evento resterebbe individuato da se il Laurentia era ancora riunito all’Amazzonia una discordanza, diffusa attraverso le TAM, che [Powell e Young, 1995]. Quindi, se il supercon- separa gli strati fortemente piegati del tinente Pannotia è esistito, esso comprendeva le Proterozoico superiore da quelli sovrastanti due entità formate dal Gondwana e dal meno deformati e fossiliferi del Cambriano in- Laurentia, la cui separazione, nel Cambriano in- feriore e medio. Deformazioni e metamorfismo feriore, portò alla formazione dell’Oceano riconducibile a questa fase sarebbero diffuse Iapetus. Allo stesso tempo il Laurentia si sepa- nell’area del ghiacciaio di Beardmore rava dagli scudi Baltico, dell’Amazzonia, e del (Beardmore Group), nelle Montagne di Rio de La Plata (Fig. 12, 13) [Powell et al., Pensacola (Patuxent Formation), ed anche tra il 1993]. Questa fase viene riferita al “ciclo oroge- ghiacciaio di Byrd e la Terra Vittoria settentrio- netico Pannotios” che include tutti gli eventi tet- nale [Elliot, 1975; Laird, 1991a]. Magmatismo tonici di Gondwana dal Neoproterozoico al associato a questo evento è stato documentato Paleozoico inferiore [Dalziel, 1997; Grunow et nella Terra Vittoria e nelle TAM centrali al., 1996; Stump, 1999]. [Goodge et al., 1993]. Nell’accezione classica, però, l’assem- Secondo alcuni autori [Goodge, 1997; blaggio del Gondwana, si sarebbe completato Rowell et al., 1992], però, le deformazioni attri- ~530 Ma, nel Paleozoico inferiore [Meert e Van buite all’evento di Beardmore sarebbero avve- der Voo, 1997; Unrug, 1997].

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Figura 13. Ricostruzione del Gondwana 520 Ma, dove con l’asterisco viene indicata la distribuzio- ne delle Archeociatidi, fossili Cambriani con caratteri affini a spugne e coralli. La distribuzione delle Trilobiti, artropodi marini Paleozoici estinti nel Permiano, è basata sulla loro diffusione ed evo- luzione che, con oltre 2.000 specie, consente di creare delle suddivisio- ni di età. Così aree con trilobiti sono indicate da linee orizzontali (olenellid), verticali (redlichiid) ed incrociate (bigotnid) mentre con le lettere (V), (C) e (T) sono riporta- te, rispettivamente, le posizioni delle province delle trilobiti di Viking, Columbia e Tollchuticook. Le abbreviazioni sono AV: Avalonia; B: Baltica; E: Ellsworth- Whitmore Mountains; ES: European Shelf; M: Marie Byrd Land; NC: North China; OT: Occidentalia Terrane; SB: South Britain; SC: South China; SP: South Pole. da Dalziel et al. [1994]

3. Il Paleozoico concentrate soprattutto lungo le TAM, la Terra di Marie Byrd e le Montagne di Ellsworth. Nel Paleozoico inferiore si verificò il pro- Tant’è che queste regioni sono state anche rag- gressivo spostamento di tutto il Gondwana, an- gruppate in due principali province tettonico-se- cora riunito in un unico supercontinente, verso dimentarie: le province delle TAM e del Mare di latitudini polari. Una ricostruzione della possi- Ross. La Terra di Marie Byrd e quasi tutta la bile distribuzione delle masse continentali nel Terra Vittoria settentrionale, formavano parte di Cambriano, che colloca l’Antartide in prossimi- una singola provincia, probabilmente alloctona, tà dell’equatore, è mostrata in figura 13, dove ne che includeva anche il Campbell Plateau, la sono messi in evidenza anche i margini. Infatti, parte occidentale della Nuova Zelanda meridio- i margini dell’Antartide, tra il Neoproterozoico nale e forse anche parte dell'Australia meridio- ed il Paleozoico vennero interessati da processi nale e della Tasmania. tettonici che produssero differenti tipi di cinture Le rocce affioranti lungo le TAM e le orogeniche [Tessensohn et al., 1999] come il Montagne di Ellsworth, dallo Shackleton Range margine paleo-Pacifico di Gondwana che rap- al ghiacciaio di Byrd, erano invece parte di presenta la più estesa cintura orogenica della un’altra provincia caratterizzata da eventi tetto- storia della Terra. Questa è caratterizzata, lungo nici simili, così come simili erano gli ambienti le TAM, da uno stile tettonico variabile sia spa- di sedimentazione [Laird, 1991b]. zialmente che temporalmente, con regioni che Però, la posizione delle Montagne di registrano deformazioni compressive associate a Ellsworth nel Cambriano è controversa, con vari subduzioni, coeve con sedimentazione di piatta- autori [Curtis e Storey, 1996; Grunow et al., forme carbonatica e tettonica estensiva o di mar- 1996; Dalziel, 1997] che la posizionano tra gine passivo [Stump, 1995]. l'Africa meridionale e l’Antartide orientale A questa fase sono associati gli eventi (Terra di Coats) lontano dalle cinture orogeni- orogenici di Beardmore, di Ross ed i possibili che del Paleozoico inferiore. Questo perché ri- eventi di Borchgrevink e di Shackleton che po- tengono che l’evoluzione delle Montagne di trebbero rappresentare gli effetti del margine at- Ellsworth differisce significativamente da quel- tivo lungo le TAM. Restano da stabilire, però, le la delle TAM, in quanto le prime non presenta- precise relazioni temporali con le relative inter- no deformazioni riconducibili all’orogenesi di pretazioni tettoniche [Curtis e Storey, 1996] Ross e contengono ~13 km di sedimenti presso- anche perché rocce del Paleozoico inferiore e ché concordanti, dal Cambriano medio al medio, in Antartide, sono piuttosto ristrette e Permiano inferiore, mentre presenterebbero de-

17 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico formazioni Mesozoiche legate all’orogenesi Gondwaniana. Secondo Duebendorfer e Rees [1998], in- vece, la formazione dell’Heritage Range nelle Montagne di Ellsworth, presenta eventi defor- mativi riconducibili al Cambriano e perciò, a quell’epoca il blocco crostale EWM potrebbe essersi trovato lungo il margine paleo-Pacifico del Gondwana, insieme ad altri due terranes con cui presenta forti analogie geologiche: il Queen Maud Terrane, nelle TAM centrali, e il Bowers Terrane, nella Terra Vittoria settentrionale. Similitudini che portano ad ipotizzare la presen- za di un terrane più grande, formato dai tre bloc- chi (Fig. 14) all’esterno della Terra di Coats, che si estendeva lungo il margine verso le Montagne di Pensacola. Infatti, lungo il margine paleo- Pacifico di Gondwana, tutti i terranes esterni sono caratterizzati da grandi volumi di monoto- ne sequenze di arenarie e mudstones. Ed una Figura 14. Ricostruzione di Gondwana nel questione chiave, per capire l’evoluzione di Cambrico superiore con l’individuazione dei terra- questo margine, è legata proprio all’individua- nes alloctoni: BT, Bowers Terrane; EWM, zione delle fonti di queste sequenze uniformi e Ellsworth-Whitmore Mountains Terrane; FP, massive [Ireland et al., 1998] Falkland Plateau; QM, Queen Maud Terrane. da Duebendorfer e Rees [1998].

3.1. La piattaforma carbonatica del Cambriano Nel Cambriano inferiore, lungo il margi- ne dell'Antartide orientale che corrisponde alle attuali TAM, si formò un mare epicontinentale largamente esteso anche all’Antartide occiden- tale, almeno tra il ghiacciaio di Byrd e l’Argentina Range (Fig. 15). In quest’area era diffusa una sedimentazione di piattaforma con- tinentale che si sviluppava per ~1.200 km, ai margini del cratone dell’Antartide orientale, verso il Mare di Weddell [Rowell et al., 1992]. Tra i ghiacciai di Beardmore e di Byrd, la suc- cessione è costituita dai calcari di Shackleton, una sequenza carbonatica spessa ~9.000 m che include anche una bioerma di archeociatidi, par- ticolarmente abbondanti nella parte inferiore della sequenza. Questo suggerisce che la linea di costa era molto bassa e che solo pochi sedi- menti vennero trasportati nella parte interna del Figura 15. Mappa dell’Antartide che mostra la dis- bacino ora osservato. Inoltre, la linea di costa, tribuzione (aree in nero) di rocce sedimentarie e sulla parte adiacente al cratone, si sarebbe allon- vulcanoclastiche nel Cambriano lungo le TAM e le tanata dal cratone stesso, cosicché dal Montagne di Ellsworth. La piattaforma carbonatica Cambriano superiore si depositò una spessa se- del Cambrico inferiore è confinata alla cintura del quenza di clasti marini, probabilmente prove- margine cratonico. Tra il Mare di Weddell e il nienti dalle terre ora rialzate [Elliot, 1975]. ghiacciaio di Byrd, gli affioramenti Cambriani pos- Le Montagne di Pensacola, invece, solo sono essere raggruppati in base alle loro differenti tra il Cambriano medio e superiore diventano registrazioni stratigrafiche, separando le sequenze un’area d’accumulo per sedimenti carbonatici di vulcaniche da quelle che non lo sono, in due cintu- mare poco profondo [Stump, 1995]. re sub-parallele alle TAM, rispettivamente il Queen All’esterno di queste successioni carbo- Maud Terrane e il Marginal cratonic belt. natiche di piattaforma, si estendeva una zona di da Rowell et al., [1992].

18 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico sedimentazione calcarea associata a rocce vul- zione e si ebbe un’intensa compressione prodot- caniche del Cambriano inferiore e medio ta dall’orogenesi di Ross. I suoi prodotti affiora- (“Queen Maud Terrane” in Fig. 15) che, nelle no con caratteristiche variabili lungo le TAM, Montagne della Regina Maud e nelle Montagne rendendo così difficile correlare specifici eventi di Horlick, sono rappresentate dal Liv Group, [Stump, 1999] e proseguono da un lato in un’associazione bimodale di vulcaniti a preva- Sudafrica e in Sudamerica (Sierra Pampeana) e lente composizione felsica [Rowell et al., 1997] dall’altro in Australia orientale (orogenesi Successioni simili, con rocce vulcaniche e intru- Delameriana) [Bradshaw, 1991]. sive bimodali, del Cambriano medio e superio- L’Antartide orientale, che occupava una re, sono presenti pure nelle Montagne di posizione centrale del Gondwana, era limitata Ellsworth (Heritage Range). La presenza di que- sul lato Pacifico da un arco magmatico ben svi- sto tipo di vulcaniti in tali successioni implica, luppato (Fig. 14, 16), attualmente rappresentato almeno per una parte dell’orogene, la presenza da corpi granitici calc-alcalini, esposto lungo di un regime estensionale attivo nel Paleozoico una fascia lunga ~3.000 m nelle TAM inferiore [Stump, 1995] all’interno o dietro un [Tessensohn et al., 1999]. All’evento di Ross è arco vulcanico attivo [Wareham et al., 2001], infatti associata la messa in posto di corpi grani- benché deformazioni compressive e trascorrenti tici che, iniziata ~550 Ma in località sparse at- furono attive allo stesso tempo in altre parti del- traverso la Terra Vittoria settentrionale, conti- l’orogene [Curtis e Storey, 1996]. nuò durante il Cambriano in vari posti lungo le È quindi probabile che il mare epiconti- TAM. Questo avrebbe prodotto il sollevamento nentale si sia formato lungo un margine di tipo delle TAM a cui sarebbe seguito, tra passivo, e che nel Paleozoico inferiore sia avve- l’Ordoviciano e il Devoniano inferiore, un pe- nuta una collisione con crosta continentale o un riodo di erosione valutato in ~0,2 mm/anno che arco di isole [Elliot, 1975]. Tant’è che allo stes- portò quasi al completo smantellamento della so vulcanismo acido, che caratterizza l’area catena [Woolfe e Barrett, 1995], con l’orogene compresa tra le Montagne di Thiel ed il ghiac- eroso nel suo nucleo cristallino fino a 10-20 km ciaio di Beardmore, Woolfe e Barrett [1995] as- di profondità [Stump, 1995]. sociano un arco magmatico che potrebbe essere L’evento sarebbe testimoniato dalla depo- migrato verso il cratone durante il Cambriano sizione di conglomerati continentali e arenarie medio, e ritengono che il calcare Shackleton sia nell’area delle Montagne di Ellsworth [Laird, riconducibile ad un bacino di pre-arco. 1991b], dove la sedimentazione marina conti- nuò ininterrottamente benché, nel Cambriano superiore, le facies deposizionali passarono da 3.2. L’orogenesi di Ross carbonatiche ad esclusivamente quarzose, forse Lungo le TAM , tra il Cambriano superio- in risposta al sollevamento dell’area d’origine re e l’Ordoviciano inferiore, cessò la sedimenta- dei sedimenti. Figura 16. Ricostruzione del Gondwana intorno ai 500 Ma che mette in eviden- za le relazioni tra i principa- li elementi tettonici risalenti al Cambriano-Ordoviciano. Nell’ipotesi qui riportata, l’arco magmatico dell’oro- genesi di Ross si sviluppò lungo il margine esterno di Gondwana nella forma sub- duzione-accrezione. Una transpressione sinistra ed obliqua, a seguito di una collisione, prende invece posto nello Shackleton Range, in Antartide, e rap- presenta l’evento finale che segna la chiusura dell’Oce- ano del Mozambico. da Tessensohn et al., [1999].

19 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico

Figura 17. Sezione schematica attraverso lo Shackleton Range centrale che ne mostra le strutture e le maggiori unità tettoniche. Il basamento Proterozoico dell’unità (I) è ritenuto parte del cratone Kalahari. L’unità (II) contiene relitti ofiolitici di crosta oceanica (tracce dell’Oceano del Mozambico?). L’unità (III) comprende rocce metasedimentarie, prodotte da deformazioni riconducibili all’orogenesi di Ross, e conte- nenti fossili Cambrici. L’unità (IV) forma l’avampaese del cratone dell’Antartide orientale. La formazione dell’orogene collisionale nello Shackleton Range potrebbe essere associata all’amalgamazione del Gondwana orientale e occidentale a seguito della chiusura dell’Oceano del Mozambico. da Tessensohn et al., [1999]. Nella Terra Vittoria e nella Terra di Marie 3.3. L’evento di Shackleton Byrd, invece, non c’è nessuna evidenza di una A differenza della situazione registrata sedimentazione continua tra il Cambriano e nelle TAM durante la messa in posto dell’oroge- l’Ordoviciano e, contrariamente alle TAM e alle ne di Ross, dove l’associazione accrezione-sub- Montagne di Ellsworth, queste aree vennero dif- duzione è tipica di una tettonica attiva lungo il fusamente interessate, tra il Devoniano superio- margine esterno del Gondwana, in altre aree del re e il Carbonifero inferiore, da intrusioni grani- cratone ci sarebbero tracce di orogeni collisio- toidi e da vulcanismo acido [Laird, 1991b]. nali che segnano le principali suture tra diffe- Questo significa che compressione e magmati- renti frammenti del Gondwana [Tessensohn e smo legati all’orogenesi di Ross potrebbero es- Thomson 1999]. Un esempio di questi orogeni sere associati alla subduzione pre-Ordoviciana, collisionali è presente nello Shackleton Range, di un proto Oceano Pacifico, diretta verso Ovest situato a 80-81° S e 19-31° W, vicino al margi- lungo il margine orientale del cratone Antartico ne esterno della piattaforma galleggiante di [Elliot, 1975] che sarebbe terminata accrescen- Filchner, nel Weddell Sea Embayment (Fig. 16). do il margine cratonico mediante la messa in La geologia dell’area, piuttosto comples- posto di un terrane [Woolfe e Barrett 1995]. sa, in uno schema semplificato può essere sud- A causa dell’assenza di complessi d’ac- divisa in quattro unità (Fig. 17): l’unità (I), un crezione, però, l’ipotesi della subduzione è lega- basamento metamorfico di alto grado, infracro- ta alle deformazioni compressive ed ai graniti di stale, rimobilizzato durante l’ultimo evento Pan- tipo S ed I (entrambi prodotti per anatessi, ma i Africano coevo all’evento orogenico di Ross primi generati per cristallizzazione di fusi grani- nelle TAM; l’unità (II), un complesso ofiolitico, tici derivati dalla rifusione di rocce sedimentarie relitto di una crosta oceanica più antica di 500 prodotte dal weathering, i secondi legati a rocce Ma; l’unità (III), un’associazione di metamorfi- vulcaniche) del Granite Harbour Intrusive ti sopracrostali (quarziti, marmi e metapeliti) Complex, interpretati come un batolite messosi che presenta caratteristiche sedimentarie com- in posto nel Cambriano superiore, a seguito plessive simili a quelle di un margine passivo, della subduzione [Storey et al., 1996a]. Ipotesi con eventi deformativi riconducibili all’età di supportata anche dalla presenza di detriti vulca- Ross; l’unità (IV), che individua il basamento nici nelle Montagne di Ellsworth (formazione costituito da rocce metamorfiche e magmatiche Crashite Quarzite) e dall’attività plutonica nella risalenti almeno al Proterozoico medio, e inter- Terra di Marie Byrd. E proprio in base alla dis- pretate come un avampaese passivo indeforma- tribuzione del vulcanismo, nel Devoniano il to, appartenente al vecchio scudo Antartico, e margine paleo-Pacifico si sarebbe trovato nei sul quale l’unità (III) sovrascorse verso Sud nel terreni attualmente occupati dalla Terra Vittoria Cambriano superiore. settentrionale e dalla Terra di Marie Byrd Così, l’ambiente geotettonico dell’età di [Bradshaw, 1991]. Ross nello Shackleton Range, orientato ad an-

20 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico golo retto rispetto le TAM, sembra essere il ri- Siluriano, lo sviluppo di una superficie d'erosio- sultato di un evento collisionale prodotto dal- ne regionale pressoché orizzontale (Kukri pene- l’interazione di due cratoni (Gondwana orienta- plain in Fig. 18a), che rappresenta il limite fisi- le e occidentale?): all’esterno il cratone Kalahari co e temporale della stessa orogenesi. rimobilizzato nel corso dell’evento di Ross e al- Infatti, esposto diffusamente lungo l’interno il cratone dell’Antartide orientale che ~3.000 km delle TAM, il penepiano di Kukri se- agisce come un avampaese passivo [Tessensohn para il basamento cristallino dell’Antartide et al., 1999]. A supporto di questa ipotesi, ven- orientale da formazioni pressoché sub-orizzon- gono inoltre richiamati gli andamenti NNE della tali, praticamente indisturbate: il Beacon fascia orogenica nella Terra della Regina Maud Supergroup (sedimentario) e il Ferrar Group (Kirwan, Heimefrontfjella, Vestfjella in Fig. (magmatico) che rappresentano in Antartide le 18b), e situati a ridosso dello Shackleton Range: caratteristiche sequenze gondwaniane (Fig. 18). si presume che siano collegati alla cintura oro- L’importanza di tale successione risiede nel genica del Mozambico, ritenuta a sua volta le- fatto che individua l’intervallo tra l’orogenesi di gata alla collisione tra Gondwana orientale ed Ross, di età Ordoviciana, e l’inizio del magma- occidentale [Shackleton, 1996]. tismo (Ferrar Group) di età Giurassica, che si ri- tiene abbia preceduto il break-up del Gondwana [Dalziel et al., 1987]. 3.4. Kukri peneplain, Beacon Supergroup e I depositi del Beacon Supergroup sono Ferrar Group formati da successioni sedimentarie in gran All'orogenesi segue un periodo di inatti- parte d’origine continentale, per lo più sub-oriz- vità tettonica che permette, probabilmente nel zontali e spesse ~2,5÷3,5 km, nelle TAM in dis-

(a)

(b) Figura 18. (a) Sezione attraverso le TAM che mostra le relazioni geologiche tra il basamento cristallino e metamorfico (in nero), i sedimenti del Beacon Supergroup (in grigio) e gli espandimenti basaltici del Ferrar Supergroup (grigio chiaro). Il penepiano di Kukri è una superficie erosiva tra il basa- mento e i sedimenti del Beacon Supergroup. Da nota- re l’assenza di deformazioni compressive nei sedimenti. da ten Brink et al., [1997].

(b) Mappa dell’Antartide che mostra le principali aree di affioramento delle formazio- ni del Beacon Supergroup e dei suoi equivalenti. da Barrett [1991].

21 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico cordanza sull’Ordoviciano e sulle rocce più an- principale evidenza di una tettonica riconducibi- tiche. La successione si sviluppò a partire dal le a quel periodo è racchiusa in un evento isoto- Devoniano fino al Triassico (Fig. 18a) e, inizia- pico datato ~470 Ma, coevo ad un magmatismo ta a depositarsi dalla Terra Vittoria meridionale appena pronunciato, ed alla riattivazione di vec- all’Ohio Range, è divisa in due gruppi: il Taylor chi lineamenti strutturali: si tratterebbe di even- Group, una sequenza di arenarie quarzose di età ti Pan-Africani che sono stati associati ad un Devonica, e il Victoria Group, una sequenza ete- ispessimento crostale, avvenuto mediante l’ag- rogenea che si accumulò dal Carbonifero supe- giunta di materiale leggero (underplating, che riore al Giurassico inferiore che include arena- provoca anche il sollevamento isostatico), diffu- rie, scisti, conglomerati, carbone e letti glaciali so su grande scala, piuttosto che a processi di [Barrett, 1991]. Con molta probabilità, i sedi- subduzione [Curtis e Storey, 1996]. menti del Taylor Group vennero depositati in un Un’altra sequenza comparabile al Beacon ambiente di acqua dolce, e furono originati dal- Supergroup, più spessa e assai piegata, è stata l’erosione di una massa continentale di rocce si- trovata nelle Montagne di Ellsworth [Barrett, mili a quelle che costituiscono il basamento 1991], ma sarebbe stata deformata da un evento dell’Antartide orientale, sotto condizioni aride o orogenico Permo-Triassico che avrebbe interes- semiaride [Campbell e Claridge, 1987]. sato anche le Montagne di Pensacola e il Dopo la deposizione di siltiti, contenenti Sudafrica [Curtis e Storey, 1996]. fossili di pesci d’acqua dolce dell’Ordoviciano Infine, col terzo sondaggio effettuato nel- medio, dovrebbe esserci stata un’interruzione l’ambito del Cape Roberts Project (CPR-3), della fase erosiva, seguita o causata da un perio- anche nel Mare di Ross, è stato raggiunto il li- do glaciale tra il Carbonifero superiore ed il vello delle arenarie del Beacon Supergroup Permiano inferiore. I sedimenti glaciali affiora- [Cape Roberts Project Team, 2000]. no in varie località lungo le TAM, le Montagne di Pensacola e di Ellsworth, ed includono alter- nanze di tilliti, arenarie, scisti e calcari: stanno 3.5. Il bacino di Beacon: intracratonico o ad indicare fasi di avanzata e ritiro della calotta d’avampaese? glaciale continentale [Collinson, 1997]. Altra questione insoluta è l’ambiente di E depositi glaciali del Permiano indicano, sedimentazione visto che, mentre è largamente nella Terra Vittoria settentrionale, l’inizio della accettato che il bacino di Beacon era limitato ad sedimentazione del Beacon Supergroup Ovest dal cratone dell’Antartide orientale [Barrett, 1991], una fase che interessa anche il [Dalziel e Elliot, 1982; Collinson, 1991], la dis- Sudafrica, le Montagne di Ellsworth, le TAM e cussione è aperta circa l'ambiente tettonico e la l’Australia orientale. La fine della glaciazione natura della crosta (con relativo spessore), du- (~275 Ma) è segnata da un’improvvisa interru- rante la deposizione del Beacon Supergroup. zione dei depositi glaciali e dalla presenza di Probabilmente, la sedimentazione iniziò in una scisti scuri che vanno dalle TAM alle Montagne serie di bacini poco profondi, localizzati vicino di Ellsworth e che si estendono anche nel all’attuale margine del cratone Antartico (Fig. Sudafrica e nel Sudamerica [Collinson, 1997]. 19), che vennero prodotti dalla subsidenza ter- La sequenza di Beacon è chiusa dalle vul- mica causata dall’orogenesi di Ross. Il solo raf- caniti (Kirkpatrick Basalt) del Ferrar Group, una freddamento, però, non può aver prodotto baci- successione formata anche da ipoabissaliti tho- ni estensivi attivi dal Devoniano al Triassico leiitiche (Ferrar Dolerite) che attraversano il [Laird, 1991b; Woolfe e Barrett, 1995]. Beacon Supergroup [Woolfe e Barrett, 1995]. Per spiegare il fenomeno vanno quindi ri- Dicchi, sills e vulcaniti del Ferrar Group sono cercate altre soluzioni, tenendo presente che la esposti per l'intera lunghezza delle TAM, e si sa- superficie d’erosione relativa al penepiano di rebbero messi in posto lungo il margine antarti- Kukri, segna un significativo ma poco conosciu- co occidentale, che era probabilmente una zona to cambio di regime sul margine cratonico: si di rift tettono-vulcanica [Wilson, 1995]. passa da un ambiente post-orogenetico domina- Strati simili, per litologia ed età, a quelli to da sollevamento ed erosione, all’accumulo di del Beacon Supergroup delle TAM, sono stati sedimenti nel bacino che, al tempo di Beacon trovati in varie parti dell’Antartide orientale, (~400÷200 Ma), probabilmente si estendeva per principalmente nelle Montagne del Principe l’intera lunghezza delle TAM, ed è perciò defi- Carlo e nella Terra della Regina Maud (Fig. 18) nito anche bacino Transantartico. Potrebbe esse- [Barrett, 1991] dove però l’evoluzione tettonica re stato tanto un bacino marginale o di retro- fu significativamente diversa da quella delle arco, quanto un bacino cratonico, oppure un ba- TAM. Infatti, nella Terra della Regina Maud le cino di margine passivo [Isbell, 1999]. rocce del Paleozoico inferiore sono assenti, e la La differenza non è di poco conto, in

22 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico

(a) (b)

Figura 19. Ricostruzione del Gondwana (a) (c) dal Devonico (c) al Triassico attraverso il (b) Permico superiore. Sono mostrati i baci- ni sedimentari nei quali si depositarono gli strati del Beacon Supergroup, l’arco magma- tico e la zona di subduzione attiva lungo il margine Pacifico di Gondwana. Le frecce piene indicano le direzioni delle paleocorren- ti tra il Permico ed il Triassico, mentre le frecce tratteggiate indicano la direzione delle paleocorrenti nel Paleozoico inferiore. Sono riportati anche il polo geomagnetico (DA) nel Devonico ed il suo possibile polo alternativo (DB). L’assenza di deformazioni (strati sub-oriz- zontali del Beacon Supergroup e superficie d’erosione di Kukri indeformata) e il basso tasso d’accumulo (12,5 m/Ma) suggeriscono che il Beacon Supergroup si depositò su una spessa crosta continentale. da Barrett [1991] modificato.

quanto il tipo di bacino è legato all’evoluzione in posizione analoga ai bacini d’avampaese, che tettonica dell’area in esame e aiuta a definire il sono però originati a tergo di un arco magmati- substrato di tali regioni. Infatti, a differenza dei co continentale. I bacini d’avampaese sono bacini intraplacca, considerati di origine esten- quindi strutture cratoniche marginali e potrebbe- siva, che comportano assottigliamento crostale e ro essere prodotti da una risposta della litosfera depressione della superficie, i bacini di margine di tipo flessurale, ai carichi indotti dai sovra- passivo sono originati come una struttura al li- scorrimenti al margine del continente: la depres- mite di placca, e nel tempo evolvono in una sione flessurale si estende lontano, all’interno struttura intraplacca. I bacini marginali si trova- del cratone piuttosto che al margine dell’area no, invece, a tergo di archi magmatici insulari, caricata, formando un bacino che può superare

23 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico

(a) (b)

Figura 20. La posizione e l’estensione dei bacini stra- tigrafici (a) Permo-Triassici e un’ipotetica sezione (b) attraverso il bacino d’avampaese delle TAM. Le abbre- viazioni sono: EM, Ellsworth Mountains; CTM, Central Transantarctic Mountains; SVL, Southern Victoria Land; NVL, Northern Victoria Land. da Collinson [1991]. anche 6 km di spessore, davanti all’area sovra- logamente al bacino del Paranà in Sudamerica, scorsa [Hancock, 1994]. che si trova tra la catena Andina e il cratone. Così, alcuni autori [Barrett, 1991; Woolfe e Ipotesi che non trova favorevoli Woolfe e Barrett, 1995] suggeriscono che la sedimentazio- Barrett [1995] i quali sostengono che il modello ne è avvenuta in un’ambiente intracratonico in del bacino d’avampaese funziona per il Permo- lenta subsidenza, col bacino delimitato dalla cro- Triassico, ma non per il Devoniano, dove non sta cratonica dell’Antartide orientale (spessa cro- c’è nessuna indicazione circa la presenza di atti- sta continentale). C’è poi chi propone [Bradshaw vità magmatica riconducibile alla presenza di un e Webers, 1988] che i sedimenti si siano deposi- arco magmatico, a sua volta associato alla sub- tati all’interno di un bacino marginale o di retro- duzione cui è legato il bacino d’avampaese. arco, mentre altri sono favorevoli ad un ambien- Così, nella loro rassegna dei vari modelli tetto- te di margine continentale, col bacino delimita- nici proposti per giustificare la deposizione del to da un avampaese e associato ad un comples- Beacon Supergroup, Woolfe e Barrett [1995] so- so di crosta oceanica in subduzione lungo il stengono che lo scenario più favorevole sia margine paleo-Pacifico del Gondwana, con un quello riconducibile ad un’accrezione avvenuta arco magmatico per alcuni attivo sin dal nel corso dell’orogenesi di Ross (Fig 21 A, B), Devoniano [Dalziel e Elliot, 1982] per altri a mentre nel pre-Ordoviciano, ci sarebbe stata una partire dal Permiano [Collinson et al., 1987; subduzione verso Ovest che nell’Ordoviciano Collinson, 1991]. avrebbe portato alla collisione del settore di Secondo Collinson [1997] tra il Permiano Ross contro il cratone Antartico. Questo è l’e- superiore ed il Triassico, il bacino d’avampaese vento compressivo più giovane registrato nella occupava l’area dove si trovano attualmente le Terra Vittoria meridionale e quello più facil- TAM. Questo bacino ospitava una larga piana mente riconducibile all’accrezione che, secondo alluvionale con un sistema fluviale che drenava Woolfe e Barrett [1995] risolverebbe vari pro- gran parte dell’Antartide orientale e una fascia blemi tra i quali l'assenza di deformazioni com- montuosa orogenica dell’Antartide occidentale, pressive per ~200 Ma (Devoniano inferiore- trasportando nell’Oceano di Pantalassa i detriti Triassico superiore) e la longevità dello stesso che venivano depositati in quello che è l’attuale bacino, un basso tasso di subsidenza, lo svilup- Mare di Ross, a ridosso della Terra Vittoria. po di una grande calotta glaciale e l'attuale con- Composto da almeno quattro bacini figurazione dell'area del Mare di Ross, un’area paralleli e vicini all’attuale margine del cratone continentale in estensione. Antartico: Montagne di Ellsworth, TAM centra- Dopo l'orogenesi, la sutura tra i due bloc- li, Terra Vittoria settentrionale e meridionale chi rimane essenzialmente inattiva (Fig. 21 C, (Fig. 20), il bacino d’avampaese nel Triassico D). Quindi, nel Siluriano (Fig. 21 C) c’è la sta- sarebbe stato bordato da un lato dal cratone bilizzazione del cratone e la formazione del pe- dell’Antartide orientale e, dall'altro lato, dall'o- nepiano di Kukri mentre nel Devoniano (Fig. 21 rogene che si estendeva dal settore del Mare di D) si sviluppa il bacino di Beacon, un bacino in- Ross alla Tasmania [Collinson et al., 1987], ana- tracratonico poco profondo, all’interno del

24 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico

Figura 21. L’evoluzione tettonica del settore del Mare di Ross, dal Cambrico (A) fino all’attuale (I). Le piccole frecce verticali si riferiscono all’attuale posizione delle TAM. Le abbreviazioni sono: EAC, East Antarctic Craton; RSC, Ross Sea Crust; CT, Central Trough; VLB, Victoria Land Basin. da Woolfe e Barrett [1995]. quale la sedimentazione termina durante o im- ciato a deformazioni intraplacca, o vulcanismo mediatamente prima l’inizio del magmatismo particolarmente vigoroso lungo i limiti di plac- tholeiitico associato alla messa in posto del ca). Questo potrebbe aver innescato il vulcani- Ferrar Dolerite e del Kirkpatrick Basalt (~190 smo acido e poi, nel Giurassico inferiore, avreb- Ma). Inizia così la messa in posto del Ferrar be provocato un sollevamento termico a cui sa- Group (Fig. 21 E). rebbe seguita una fase erosiva. Nel blocco montuoso di Ellsworth- Nel Giurassico superiore (Fig. 21 G) la Whitmore, la messa in posto di graniti e gabbri grande diffusione del magmatismo tholeiitico di età simile (~190 Ma) viene attribuita ad una potrebbe essere stata associata ad un processo di rifusione parziale di crosta continentale associa- rift continentale [Schmidt e Rowley, 1986]. Allo ta ad un evento termico (Fig. 21 F) esteso anche stesso tempo, faglie normali consentirono alla ad altre province magmatiche del Gondwana. dolerite di invadere le sequenze sedimentarie, L'evento, che comporta tra l'altro la depo- formando dicchi e sills distensivi. sizione del Ferrar Group nella Terra Vittoria me- Tra il Cretacico superiore e l’inizio del ridionale, potrebbe aver provocato l’iniziale Cenozoico (90-65 Ma) si sarebbe formato il fratturazione del Gondwana con un meccanismo Ross Sea Embayment [Woolfe e Barrett, 1995]. che coinvolge il mantello attraverso un’anomala e notevole risalita di calore che va sotto il nome di pennacchio (mantle plume) e la cui espressio- 3.6. I “terranes” della Terra Vittoria ne superficiale sono i punti caldi (hotspots: pic- La Terra Vittoria è suddivisa in due zone cole regioni di vulcanismo intraplacca non asso- distinte, settentrionale e meridionale. Si tratta di

25 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico un’area molto importante, da un punto di vista e di Borchgrevinck. Nel Wilson Terrane, le geologico, dove sono stati individuati fenomeni strutture Exiles e Wilson sono superfici di acca- di accrescimento progressivo della crosta, avve- vallamento che hanno un senso di movimento nuti mediante l’amalgamazione di terrane tra relativo del settore sovrascorso, rispettivamente, loro in contatto tettonico [Salvini et al., 1997 e verso Ovest e verso Est. Nel settore meridionale ref. ivi citate]. le inclinazioni delle faglie sono di minore entità Gran parte delle recenti ipotesi evolutive [Flöttmann e Kleinschmidt, 1991]. circa l’area della Terra Vittoria derivano dall’in- Secondo alcuni autori [Tessensohn, 1997; terpretazione delle anomalie magnetiche Ferraccioli e Bozzo, 1999] non è appropriato [Ferraccioli e Bozzo, 1999; Finn et al., 1999; parlare di terrane per l’area di Wilson in quanto Chiappini et al., in press]. Infatti, le indagini ae- non è esposto alcun limite tra l’interno dell'ipo- romagnetiche sono forse il metodo più efficace tetico Wilson Terrane ed il cratone per individuare le strutture geologiche nelle re- dell’Antartide orientale. In questo caso, il siste- mote ed inospitali regioni dell’Antartide. Così, ma di sovrascorrimenti di Exiles, nella Terra di in questi ultimi anni sono stati avviati vari pro- Oates, descrive il limite tra l’orogenesi di Ross getti multinazionali che si sta cercando di accor- e il cratone dell’Antartide orientale [Ferraccioli pare nell’ADMAP (Anomaly Project Digital e Bozzo, 1999]. Magnetic), un progetto di cooperazione multi- nazionale mirato all'integrazione di tutti i rilievi magnetici effettuati in Antartide, nell'area a Sud 3.6.1. Il Robertson Bay Terrane del 60° parallelo Sud. Dei tre terranes, il Robertson Bay Terrane Lo scopo dell’ADMAP è quello di giun- è il più esteso e il più Nordorientale. E’ costitui- gere a realizzare una mappa complessiva delle to da una sequenza molto potente di sedimenti anomalie magnetiche dell’Antartide, compren- marini di piattaforma continentale (grovacche siva anche dei dati da satellite, relativamente a torbiditiche e argilliti), conosciute come quelle aree prive di copertura aeromagnetica Robertson Bay Group (Cambriano-Ordoviciano [Chiappini et al., 1998]. Lo stesso obiettivo per inferiore). Questo gruppo venne deformato, de- cui è stato creato l’INTRAMAP (INtegrated bolmente metamorfosato e quindi intruso dai Transantarctic Mountains e Ross Sea Area corpi plutonici Devoniani dell’Admiralty Magnetic Anomaly Project), un componente a Intrusives [Talarico et al., 1992]. Si tratta di un scala continentale del più ampio ADMAP, che si ciclo intrusivo che, pur interessando tutti e tre i avvale principalmente della cooperazione tra terranes, si è notevolmente sviluppato solo nel Italia, Usa e Germania, allo scopo di unire i dati Robertson Bay, con numerosi plutoni post-tetto- magnetici acquisiti in tutto il settore Antartico a nici di tonaliti, granodioriti e monzograniti. Sud di 60° S tra 135°-255° E. L’area esaminata Dati geochimici sono stati utilizzati per dall’INTRAMAP comprende, tra l’altro, le dimostrare che sotto il Robertson Bay Terrane si Montagne Transantartiche, il Mare di Ross, la trova crosta continentale [Borg et al., 1987]. Terra di Marie Byrd e la costa Pacifica, copren- do approssimativamente ~300.000 km2 (Fig. 22). Inoltre, di recente è iniziata anche la com- 3.6.2. Il Bowers Terrane pilazione dei nuovi dati relativi al Bacino di Il Bowers Terrane è costituito da una fa- Wilkes [Chiappini et al., 1999]. scia ben esposta piuttosto sottile, delimitata da Nell’area interessata dall’INTRAMAP, si faglie, che raggiunge al massimo 50-60 km di è giunti ad analizzare le anomalie magnetiche larghezza e 400 km di lunghezza. È formato da relative ai dati raccolti mediante indagini aero- rocce vulcaniche e sedimentarie, principalmente magnetiche dal 1971 fino al 1997. Dalla combi- di età Cambriana. nazione dei dati geofisici e di quelli geologico- Le vulcaniti sarebbero state eruttate tra il strutturali è emerso che la Terra Vittoria è costi- Cambriano superiore e l’Ordoviciano inferiore tuita da tre terranes principali (Fig. 22): il [Flöttmann et al., 1993; Finn et al., 1999] e Wilson Terrane, il Bowers Terrane ed il sono simili a quelle che formano gli attuali archi Robertson Bay Terrane [Bradshaw, 1989]. insulari ed associati, con una minore estensione, Di diversa derivazione crostale, i terranes a margini passivi o bacini marginali. Le rocce sono separati da faglie di età Cambriano- sedimentarie si sono depositate in piattaforme o Ordoviciano: la Leap Year Fault e la Lanterman in profondi bacini e contengono una grande Fault. I sovrascorrimenti che limitano i terranes componente vulcanoclastica ed orizzonti con- sono interpretati come strutture “flat e ramp” a glomeratici con clasti granitici e metamorfici larga scala che si svilupparono durante l’accre- [Weaver et al., 1984]. Il Bowers Terrane fu pie- zione crostale nel corso delle orogenesi di Ross gato nel corso di un singolo evento, che produs-

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Figura 22. Schema tettonico semplificato sovrapposto alla mappa delle anomalie magnetiche dell’area INTRAMAP (INtegrated Transantarctic Mountains and Ross Sea Area Magnetic Anomaly Project). I lineamenti magnetici sono riportati in bianco mentre i principali lineamenti tettonici (nero) sono stati otte- nuti da indagini aeromagnetiche e sismiche. Gli assetti della regione sono dovuti principalmente a faglie del Cambriano-Ordoviciano. I sovrascorrimenti sono stati riconosciuti in base a dati geologici, mentre le faglie associate al rift, nel Mare di Ross, sono state dedotte da dati sismici. I blocchi crostali lungo le TAM sono: SCB, Southern Cross Block; DFR, Deep Freeze Range; TNB, Terra Nova Bay region; PAB, Prince Albert Mountains. L’interpretazione delle anomalie magnetiche: MO, Mount Overlord; MM, Mount Melbourne; ER, Mount Erebus; EN, Evans Névé; RIS, Ross Ice Shelf (McMurdo Volcanic Group); SCB, Southern Cross Block anomalies; P3, Polar Anomaly (Cenozoic Meander Intrusive Complex); JR, Jurassic Rift (Provincia Magmatica di Ferrar) anche all’interno del Rennick Graben; R, Rennick Glacier Anomalies; EX, Exiles Thrust Anomalies; GAC, Gitara Anomalies Complex; SR, Salamander Range (anomalie del basamento pre-rift). Le abbreviazionei relative ai bacini di rift del Mare di Ross sono: TR, Terror rift (parte del Victoria Land Basin); CH, Central High; SCT, Southern Central Trough; mCT, mid Central Trough. Le altre abbreviazioni sono: BT, Bowers Terrane; NVL, Northern Victoria Land; SVL, Southern Victoria Land; GH, Granite Harbour; DGL, Lineament. Nel riquadro in alto sono riportate la regione Intramap (corona grigia) e il bacino subglaciale di Wilkes (WB) dietro le TAM, e rias- sunti i principali eventi dell’evoluzione tettonica delle TAM: (a) subduzione sotto il cratone dell’Antartide ~500 Ma durante l’orogenesi di Ross; (b) un probabile rifting lungo le TAM, cui sarebbero legate le tho- leiiti Giurassiche; (c) una fase di rift lungo il West Antarctic Rift System che si protrae da 120 Ma. da Chiappini et al., in press. se una serie di pieghe strette il cui asse ha un an- ne di frammenti di litosfera oceanica lungo una damento parallelo all'allungamento del terrane. zona di subduzione [Stump, 1995]. Il metamorfismo che l'accompagna ricade nel- l'ambito degli scisti verdi di basso grado. In corrispondenza del contatto tra Bowers 3.6.3. Il Wilson Terrane e Wilson Terrane si trova la sottile fascia delle Il Wilson Terrane é l’unità lito-tettonica “High medium pressure Metamorphics” costi- più prossima al margine del cratone Antartico. tuita da rocce basiche e ultrabasiche associate a Esposto su un'area che si estende per oltre 190 sporadiche rocce sedimentarie. Si tratta di un km tra il Bowers Terrane ed il plateau polare, il elemento tettonico di dimensioni ridotte, e con Wilson Terrane é costituito principalmente da uno sviluppo discontinuo, che contiene tracce di rocce metamorfiche. Queste, sottoposte a più un evento metamorfico di pressione alta-inter- fasi deformative, presentano trasformazioni di media: potrebbe essere connesso con l’evoluzio- grado molto variabile da area ad area, da molto

27 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico blande (metasedimenti) a così intense (scisti e gneiss da medio ad alto grado) da comportare una parziale fusione delle rocce preesistenti con formazioni di migmatiti. Sono presenti anche le granuliti che, ritenute le porzioni più intensa- mente metamorfosate della crosta continentale profonda, potrebbero rappresentare frammenti del cratone Antartico coinvolti nell’orogenesi di Ross. La loro presenza ha inoltre consentito la distinzione nel basamento metamorfico del Wilson Terrane di due principali complessi [Talarico et al., 1992]: a) un complesso pre-Cambriano (Snow Point Gneiss Complex), formato da migmatiti e granuliti, tra cui le enderbiti, rocce comparabili a quelle affioranti nel basamento Archeozoico dell’Enderby Land, nel cratone Antartico; b) una sequenza di rocce metamorfiche originate ~550 Ma da torbiditi (Priestley Formation) che si deposero sul complesso mig- matitico-granulitico, sul quale sono discordanti, poi interessate da metamorfismo variabile da debole a molto intenso. Mentre il Wilson Terrane sembra essersi sviluppato lungo il margine proto-Pacifico del cratone dell’Antartide orientale, Robertson Bay e Bowers sono considerati terranes alloctoni, le- Figura 23. Ricostruzione del margine di gati al margine attivo prima della messa in posto Gondwana che mostra la distribuzione delle cin- dell’Admiralty Intrusives [Kleinschmidt e ture orogeniche Paleozoiche, ed evidenzia come Tessensohn, 1987] o successivamente alla sua le cinture Delameriana e Lachlan dall’Australia messa in posto [Borg e Stump, 1987]. Sudoccidentale continuino in Antartide (Ross) e attraverso la Tasmania giungono in Nuova Zelanda (Tuhua e Rangitata) dove le regioni 3.6.4. Il Granite Harbour Intrusives Fiordland, Nelson e Westland, potrebbero rappre- Tra il Cambriano e l’Ordoviciano, en- sentare una delle più profonde e complete sezioni trambi i complessi costituenti il basamento del crostali attraverso il primo margine di Gondwana. Wilson Terrane vennero estesamente intrusi da da Gibson e Ireland [1996]. una serie di corpi granitoidi, associati a subdu- zione, che hanno dato origine al Granite zione legato all’orogenesi di Ross. Harbour Intrusives, un vasto complesso plutoni- Tra il Devoniano e il Carbonifero sono at- co, in gran parte post-tettonico e ritenuto legato tivi diversi vulcani sparsi lungo i tre terranes, la ad un arco magmatico calc-alcalino [Ghezzo et cui amalgamazione nella regione termina con la al., 1989] associato ad una subduzione verso messa in posto dei granitoidi della Admiralty SW della placca paleo-Pacifica sotto il cratone Intrusives (Devoniano-Carbonifero). Si tratta di dell’Antartide orientale [Kleinschmidt et al., rocce che presentano somiglianze con granitoidi 1992]. L’intrusione di queste rocce plutoniche, del Ford Ranges nella Terra di Marie Byrd occi- avvenuto intorno ai 510 Ma, rappresenta il cul- dentale ed il fenomeno trova significative corri- mine dell’evento di Ross [Stump, 1995] che nel- spondenze (Fig. 23) in analoghe unità struttura- l'orogene comporta l'aggregazione di tutte le sue li del Campbell Plateau e della Nuova Zelanda unità autoctone. (Western Province nella South Island) [Gibson e Nell’ultimo stadio dell’orogenesi di Ross, Ireland, 1996; Bradshaw et al., 1997; Mukasa e dopo le intrusioni di plutoniti del Granite Dalziel, 2000]. Fenomeno individuato anche da Harbour intrusives, vennero messi in posto dic- Borg e De Paolo [1991] i quali ritengono che chi lamprofirici a composizione calc-alcalina: queste rocce intrusive si sarebbero messe in diffusi nella Terra Vittoria meridionale, hanno posto in terranes lontani dall’Antartide orientale un orientamento prevalente NE-SW e da uno e solo successivamente, tra il Devoniano supe- studio geochimico condotto da Wu e Berg riore e il Permiano, avrebbero contribuito ad ac- [1992], testimonierebbero un processo di subdu- crescere il margine Pacifico del Gondwana.

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Di recente Finn et al., [1999] hanno ipo- cause extraterrestri [Becker et al., 2001]. Tant’è tizzato che le rocce vulcaniche calc-alcaline del che Retallack et al., [1998, e ref. ivi citate] attri- Cambriano, esposte in entrambe le aree, rappre- buiscono l’estinzione ad un prolungato impatto sentano ciò che resta di quello che una volta era meteoritico le cui tracce sarebbero presenti un sistema arco-fossa. anche in Antartide (Fig. 24), negli strati apparte- nenti al Victoria Group, due metri al di sotto della formazione Weller Coal Measures nella 3.6.5. L’orogenesi di Borchgrevink Terra Vittoria meridionale a Monte Crean, e alla La presenza di rocce ignee e metamorfi- base della Fremouw Formation, vicino al ghiac- che nella Terra Vittoria settentrionale, che forni- ciaio di Beardmore a Graphite Peak. Il limite sa- scono età radiometriche più giovani di quelle rebbe presente anche in Australia meridionale, dell’orogenesi di Ross, ha portato all’individua- dove viene collocato a Wybung Head e a zione di un evento risalente al Paleozoico medio Coalcliff. chiamato orogenesi Borchgrevink (350 Ma). Gli Tutto ruota attorno all’interpretazione di strati, probabilmente deformati nel corso di que- alcune rocce sedimentarie Paleozoiche che, rite- sto evento, sono quelli relativi ai gruppi del nute tilliti e diamictiti, sono attribuite al periodo Robertson Bay Terrane e Bowers Terrane. glaciale Carbonifero-Permiano. Secondo il mo- Tuttavia strati depositati durante il Paleozoico dello proposto da Retallack et al., [1998], inve- medio, ma senza una chiara relazione con l’oro- ce, queste rocce sarebbero state originate da im- genesi di Borchgrevink, affiorano nelle TAM e patti meteoritici avvenuti proprio al limite nelle Montagne di Ellsworth e di Pensacola. Si Permo-Trias. Questo perché le concentrazioni tratta di successioni depositate in un ambiente dell’iridio e del quarzo da impatto lungo tale li- marino che si estendeva dal Mare di Weddell mite, seppure assai basse, sono confrontabili a alla Terra Vittoria, bordando il cratone Antartico quelle del limite Cretacico-Cenozoico (65 Ma) che, almeno durante i primi stadi, avrebbe inte- individuato nei pressi di Bug Creek, una locali- ressato l’area del Mare di Ross [Elliot, 1975]. tà del Montana dove l'iridio e il quarzo da im- patto sono rari o assenti del tutto, nonostante l'i- potesi dell’impatto meteoritico come causa prin- 3.7. L’ipotesi dell’impatto meteoritico cipale dell’estinzione di massa al limite La collisione del Gondwana, con lo scudo Cretacico-Cenozoico trovi parecchi sostenitori. Laurenziano nel Carbonifero e con la Siberia nel Posizione ed entità dell'impatto al limite Permo- Permiano inferiore, porta alla formazione del Trias, però, restano incerti ed i criteri utilizzati Pangea, un supercontinente che ingloba tutte le per individuare tale limite in Antartide sono ri- terre emerse. Tra il Permiano ed il Triassico, tenuti per lo più ambigui [Isbell et al., 1999]. però, il Pangea andò alla deriva verso Nord Secondo Retallack [Isbell et al., 1999], mentre l’Antartide restava a ridosso del Polo invece, il problema è racchiuso nei 95 m degli Sud. E proprio al passaggio Permo-Trias (~250 strati superiori delle Weller Coal Measures e Ma) viene ascritta la più grande estinzione di Feather Conclomerate, a Monte Crean, dove massa di organismi viventi che, avvenuta im- non sono stati ancora individuati fossili in grado provvisamente, potrebbe essere ricondotta a di assegnare un’età certa alle formazioni.

Figura 24. Ricostruzione paleogeografi- ca del Pangea a 250 Ma in cui vengono indicate le località del limite Permiano- Triassico in Australia (Wybung Head) e Antartide (Graphite Peak e Monte Creen), individuate in base alla presenza del quarzo da impatto e dalla concentra- zione di iridio, simili a quelle presenti nel livello di riferimento, uno stratotipo mari- no caratterizzato da una diminuzione del (Delta)13C in materiale organico e carbo- natico individuato in Cina, nei pressi di Meishan. Sono riportate anche le zone dove potrebbe trovarsi l'ipotetico cratere da impatto in Brasile (Araguainha) o in Australia occidentale (Bedout). da Retallack et al., [1998].

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Figura 25. Ricostruzione del continente di Gondwana da 200 Ma (a) fino 100 Ma (d). Sono riportate le principali zone di subduzione e la posizione dei mantle plumes (stella) di cui è stata riconosciuta la passata attività, assumendo che le posizioni dei plumes sono fisse l’una rispetto all’altra nel corso del tempo. In (b) ~180 Ma, viene evidenziato il braccio di mare originato tra Gondwana orientale ed occi- dentale durante lo stadio iniziale di rifting. In (c) ~130 Ma gli hotspots Saint Helen (SH) e Tristan da Cunha (T) producono notevoli volumi di magma basaltico: l’area cerchiata indica l’estensione di ~2000 km, raggio d’azione della testa di un plume, secondo l’ipotesi di White e McKenzie [1989]. Da notare come gli hotspots che attualmente si trovano nell’Oceano Indiano (C, Crozet; Co, Conrad; K, Kerguelen; M, Marion), tra 200 e 160 Ma erano localizzati nello spesso cratone dell’Antartide orientale. Le altre abbreviazioni sono le seguenti: Ba, Balleny; B, Bouvet; R, Réunion; GFS, Gastre Fault System; GFB, Gondwanian fold belt; MB, Mozambique basin; NZ, New Zeland continental block; SB, Somali basin; SP, South Pole; WS, proto-Weddell Sea. da Storey [1995]. 4. Il Mesozoico provocò il break-up (~180 Ma) con la spaccatu- ra del Gondwana in occidentale (Africa, Arabia All’inizio del Mesozoico l’Antartide, che e Sudamerica) ed orientale (Australia, Antartide, si trovava al centro del Gondwana, era circon- Nuova Zelanda, India e Sri Lanka). È in questa data da masse continentali. Queste, nel corso fase che dovrebbe essere iniziata l’espansione dell’era, si dispersero a formare gli attuali conti- del fondo oceanico, a cominciare dai bacini nenti dell'emisfero meridionale attraverso tre della Somalia, del Mozambico e probabilmente episodi principali (Fig. 25, 26). La frammenta- anche del Mare di Weddell, dove le più vecchie zione del supercontinente, però, venne precedu- anomalie sembrerebbero le M29 (~162 Ma). ta da un altro evento localizzato che, con defor- A questo episodio sono legati l’apertura mazioni compressive che portano alla formazio- dell’Atlantico centrale, la chiusura della Tetide ne della fascia orogenica Gondwaniana (GFB in ed un cambio radicale nel regime tettonico: il fig. 25a), caratterizza le fasi iniziali del margine di Gondwana, sul lato tetideo, nel Mesozoico e va sotto il nome di orogenesi Triassico passa da un margine di subduzione ad Gondwaniana [Storey, 1995; Stump, 1995]. un margine trasforme o un margine passivo con Il primo evento (Fig. 25b) è quello che apertura della Neotetide [Lawver et al., 1991].

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Figura 26. I principali eventi legati al break-up di Gondwana, secondo Lawver et al., [1999] sono ri- conducibili all’interazione di una serie di hotspots o plumes, intorno o tra le regioni cratoniche di Gondwana. Il primo importante evento attribuito al- l’attività di un plume, che produce i basalti del Karoo, è la spaccatura in Gondwana orientale e oc- cidentale avvenuta ~182 Ma, a cui sembrerebbero ri- conducibili anche l’estensione e l’aumento di spes- sore della crosta dei margini continentali dell’Argentina meridionale, del Weddell Sea Embayment e del plateau Falkland/Malvinas. Il plume di Tristan, che produce gli espandi- menti Paranà-Etendeka, viene invece associato alla separazione del Sudamerica dall’Africa, mentre il Kerguelen hotspot/plume avrebbe provocato la se- parazione dell’India dall’Antartide orientale, gene- rando l’espansione del fondo oceanico ~128 Ma. A questo plume, e alla spaccatura tra l’India e l’Australia, e forse anche a quella con l’Antartide orientale, potrebbero essere legati pure i basalti di Bunbury, messi in posto nell’Australia occidentale ~130 Ma. All’attività del Marion hotspot/plume, che ri- sale a ~88 Ma, sarebbe invece legata la separazione dell’India dal Madagascar e l’inizio dell’espansione del fondo oceanico nel bacino delle Mascaren, men- tre l’hotspot Deccan Trap/Reunion determina la se- parazione dell’India dal Mascaren Plateau. da Storey [1995].

Allo stesso tempo, lungo il margine Sud 4.1. L’orogenesi Gondwaniana Pacifico di Gondwana, tra il Permiano ed il Il Triassico è caratterizzato da una fase Cretacico inferiore, era attiva una zona di sub- deformativa che interessa alcune aree di tutti i duzione che interessava l’Antartide occidentale, continenti del Gondwana, dove gli strati sedi- dall’isola di Thurston all’estremità della mentari giacciono in discordanza sul basamento Penisola Antartica [Storey, 1996]. metamorfico del Proterozoico superiore- Il secondo stadio (Fig. 25c) è relativo al Paleozoico inferiore. Tant’è che per effettuare Cretacico inferiore (~130 Ma) quando il sistema correlazioni tra l’Africa e il Sudamerica vengo- a due placche (Gondwana orientale e occidenta- no utilizzate le connessioni geologiche tra Sierra le) venne rimpiazzato da un sistema a tre plac- de la Ventana, in Argentina, e le Montagne del che [Storey, 1995] o quattro placche Capo (CM in Fig. 27) in Africa meridionale. (Sudamerica, Africa-Arabia, India-Madagascar I rilievi di entrambe queste aree sono e Australia-Antartide) [Lawver et al., 1992; Li e composti da strati piegati delle sequenze gond- Powell, 2001] col Sudamerica che si separa waniane che risalgono al Paleozoico superiore- dalla placca Africa-India che a sua volta si sepa- Mesozoico inferiore. Si tratta di successioni che ra dall'Antartide comprendono anche depositi glaciali Permo- Infine, il break-up di quello che una volta Carboniferi e strati Permiani contenenti flora a era un supercontinente, si completa (Fig. 25d) Glassopteris, analoghi a quelli delle isole nel Cretacico superiore (~90-100 Ma), quando Falkland, delle Montagne di Pensacola e delle Australia e Nuova Zelanda si separano dal nu- Montagne di Ellsworth. Anche le principali cleo Antartico, mentre altri piccoli blocchi con- scarpate delle TAM e dell’Australia orientale tinentali, come Madagascar e Seychelles, si se- sono ricoperte da queste successioni, ma in que- parano dall'India che inizia la sua migrazione ste regioni gli strati sono essenzialmente oriz- verso Nord, allontanandosi dall’Africa e zontali [Dalziel e Grunow, 1992]. dall’Antartide che inizia a migrare verso Sud La causa delle deformazioni Mesozoiche fino a raggiungere la sua configurazione finale e legate all’evento Gondwaniano sono da sempre la posizione polare. motivo d’intenso dibattito ed interessano anche

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Figura 27. Ricostruzione del Gondwana ~230 Ma in base ai poli di rotazione riportati in fi- gura (cerchi) da cui si evi- denzia come l’area interes- sata da deformazioni: Sierra de la Ventana (SV), Cape Mountain (CM) e Pensacola Mountain (PM), mantenga un andamento re- golare e sub-parallelo al margine del cratone pre- Cambrico di Gondwana. Le altre abbreviazioni sono: (AP), Antarctic Peninsula; (EWM), Ellsworth-Whit- more Mountains; (FI), Falkland Islands; (HA), Haag Nunataks; (MBL), Marie Byrd Land; (NZ), New Zealand. da Dalziel e Grunow [1992] i blocchi continentali dell’Antartide occidentale, Pacifico, vale a dire la Nuova Zelanda, ma gli con importanti implicazioni per l’evoluzione effetti della compressione non vennero trasmes- nelle regioni dell’Atlantico meridionale, del si all’adiacente margine cratonico. A tal riguar- Mare di Weddell e del Mare di Ross. Sono es- do viene ipotizzata anche la presenza di una fa- senzialmente due gli aspetti enigmatici legati a glia trasforme fossa-fossa, che collegava i due questa fase orogenetica: (1) nella ricostruzione segmenti in subduzione segnando il limite del del Pangea, le deformazioni si presentano 1.500 bacino collassato [Dalziel e Grunow, 1992]. Km all’interno del margine Pacifico; (2) pieghe Di recente [Dalziel et al., 2000] è stato in- e sovrascorrimenti possono essere tracciati per vece ipotizzato che gli eventi tettonici e mag- oltre 3.000 km dall’Argentina occidentale alle matici che tra il Paleozoico superiore e il Montagne di Pensacola, ma non si estendono ul- Mesozoico inferiore interessarono le regioni teriormente lungo le TAM e verso l’Australia. dell’Oceano Meridionale e del Mare di Weddell, Osservazioni che hanno portato ad ipotiz- sono associati solo casualmente. E le fasi defor- zare che l’orogenesi Gondwaniana possa essersi mative dell’orogenesi Gondwaniana sarebbero originata: (a) dalla collisione di un terrane col da attribuire alla presenza di un mantle plume margine Pacifico (b) oppure da stress prodotto (Fig. 28), che rappresenta una risalita di mate- sopra una zona in subduzione, col lembo sub- riale caldo dall’interno della Terra. dotto ad inclinazione pressoché orizzontale Sono stati proposti vari modelli per giu- [Dalziel et al., 2000, e ref. ivi citate]; (c) dalla stificare i mantle plumes, ritenuti responsabili collisione arco-continente durante la chiusura, sia della maggior parte del vulcanismo intra- avvenuta tra il Paleozoico superiore e il placca che di fusioni parziali nelle zone più su- Mesozoico inferiore, di un bacino marginale im- perficiali della litosfera. Le lave così prodotte postato su crosta continentale assottigliata sono associate ad estensione continentale, e [Dalziel e Grunow, 1992]. Quest’ultima ipotesi, vengono definite basalti di copertura o espandi- riportata in figura 27, presenta forti analogie alla mento (continental flood basalt) di plateau (pla- fase compressiva che, nel Cretacico superiore, teau basalts) o trappi (traps), e danno luogo alle caratterizza l’orogenesi Andina. Le aree di pre- cosiddette grandi province ignee (large igneous arco e di arco sarebbero rappresentate dalle isole province, LIP in Fig. 29 e 30) che sono associa- Falkland, dalla Patagonia e dalla Penisola te anche a vulcani attivi [Arndt, 2000]. Antartica. Il modello spiegherebbe anche la pre- Infatti, i plumes presenterebbero un’enor- senza di pieghe nelle Montagne di Pensacola, me terminazione circolare a forma di fungo, del nei blocchi delle Montagne di Ellsworth- diametro di ~500÷2.000 km da cui si originano Whitmore e dell’isola di Thurston, nonché in i LIP. Tuttavia, nei modelli più recenti [Brunet e Sierra de la Ventana e in Sudafrica. Yuen, 2000] è stato suggerito che il plume non Arco e pre-arco avrebbero interessato attraversa il limite tra mantello superiore e infe- contemporaneamente anche il resto del margine riore, ma si sparge in maniera lineare, come un

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Figura 28. Schema che illustra l’ipotesi di un plume in grado di modificare la cintura orogenetica Gondwaniana e che guida la frammentazione di Gondwana. A: margine Pacifico di Gondwana con un plume che si sviluppa sotto la crosta oceanica, oppure che si scontra col lembo subdotto sotto la crosta continentale interessata dall’orogenesi Gondwaniana. B: Interazione di un plume con la parte più bassa della placca, che produce l’appiattimento del lembo sottoscorso e conseguente deformazione. C: Sollevamento della placca continentale sovrastante dopo che il plume ha attraversato la parte più bassa della placca subdotta. D: Quando il plume frattura la placca continentale, genera una grande provincia ignea (large igneous province, LIP) e nel caso del break-up di Gondwana, entrambe le province mag- matiche, Karoo e Ferrar, furono generate nella litosfera continentale fortemente assottigliata. E: Dopo l’iniziale break-up ~182 Ma, inizia l’espansione del fondo oceanico tra Gondwana orientale e occi- dentale mentre i sedimenti riempiono i bacini di rift. Dalziel et al., [2000] modificato.

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Figura 29. Alcuni modelli di mantle plumes. Nel modello (A), un plume che risale dal limite fra il man- tello inferiore e quello superiore, si espande alla sua terminazione dopo aver raggiunto la litosfera. Nel modello (B), un plume sviluppa una terminazione più grande e più fredda, e risale da una sorgente al li- mite nucleo-mantello. Una variante di questo modello è offerta dall’ipotesi (C), dove un plume si arre- sta al limite fra il mantello inferiore e superiore, provocando più piccoli “plumelets”. da Arndt [2000]. foglio, provocando l’innesco di piccoli plumes i plumes risalirebbero in superficie da grandi (plumelets in Fig. 29). Questo tipo di vulcani- profondità per spinta idrostatica, data la loro mi- smo differisce in stile, posizione e caratteri geo- nore densità, in quanto surriscaldati [Hofmann, chimici dal vulcanismo presente lungo i limiti di 1997], mentre verrebbero prodotti principal- placche divergenti (centri d’espansione delle mente basalti tholeiitici (relativamente ricchi in dorsali medio-oceaniche) e lungo i limiti di silice e poveri in alcali e originati nel mantello placche convergenti (archi vulcanici associati a superiore) a volte accompagnati da lave picriti- placche in subduzione). che (ricche in olivina e vicine alla composizione Nei modelli più largamente accettati primaria del magma proveniente da grandi pro- [White e McKenzie, 1989; Campbell e Griffiths, fondità) e localmente da rocce alcaline. Per plu- 1990] viene proposto che vulcani attivi, come i mes di maggiore dimensione Larson [1991] ha punti caldi (hotspots) di Tristan da Cunha, coniato il termine superpennacchi (superplu- Islanda ed Hawai (Fig. 30), siano generati dalla mes) uno dei quali, nel Cretacico inferiore risalita di colonne (plume tail in Fig. 29), del (~120 Ma), si sarebbe instaurato nell'Oceano diametro di ~100÷250 km, relativamente fisse Pacifico in un’area ampia 6.000x10.000 km, nel mantello. Così gli hotspots sono stati usati mentre McNutt [1998] parla di Superswells: at- come strutture di riferimento per determinare il tualmente ne sarebbero presenti due, uno inte- movimento delle placche, in quanto lasciano ressa l’Africa e l’altro la Polinesia Francese. come traccia del passaggio della litosfera mobi- Ed il collegamento di un caldo mantle le che scorre sopra di loro, un allineamento plume, vicino o sotto la zona di subduzione, po- d’apparati vulcanici costituiti da rocce sempre trebbe aver innescato l’orogenesi Gondwaniana più antiche man mano che ci si allontana dal provocando l’appiattimento di un segmento di punto caldo [Morgan, 1971]. litosfera oceanica subdotta sotto il Gondwana Si ritiene, inoltre, che i plumes si origini- (Fig. 28). Il fenomeno sarebbe stato facilitato, no lungo superfici di discontinuità del mantello, dal fatto che la placca in subduzione era giova- le quali indicano variazioni nella composizione ne e calda [Dalziel et al., 2000] mentre la con- chimica e/o mineralogica, che potrebbero essere vergenza lungo il margine Pacifico, porta ad una localizzate sopra la discontinuità sismica indivi- subduzione cui sembra associato un periodo duata ai 660 km di profondità [Campbell e privo di magmatismo. Inoltre, l’orogenesi venne Griffiths, 1990] oppure al limite nucleo-mantel- accompagnata da sollevamento ed erosione, lo [White e McKenzie, 1989]. In entrambi i casi, piuttosto diffusi prima di ~182 Ma, l’età cui

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Figura 30. L’attuale distribuzione di: hotspots attivi (stelle); tracce di hotspots (linee a ridosso delle stelle, di C2, S e E-H) e grandi province ignee (LIPS, aree grigio scure). Sono mostrate anche le aree interessate dalle deformazioni dell’evento Gondwaniano (segmenti neri) e le zone di vulcanismo attivo della cordi- gliera Andina (aree grigio chiare in Sudamerica). Hotspots: AF, Afar; B, Bouvet Island; FN, Fernando da Noronha; H, Hawaii; I, Iceland; R: Reunion Island; T, Tristan da Cunha Island; V, Vema seamount; Y, Yellowstone. LIPS: C1, C2 e C3, CAMP (Central Atlantic Magmatic Province); CS, Columbia Snake River; D, Deccan; EK, Etendeka; F, Ferrar; EH, Emperor Hawaii seamount chain; K, Karroo; KW, Keeweenawan; LC, Laccadive Ridge; PA, Paranà; RG, Rio Grande Rise; ST, Siberian traps; WR, Walvis Ridge. Nuclei del basamento sollevati: AR, Ancestral Rockies; L, Laramide uplifts (riattivando AR a Sud); PN, Pampean Ranges. Segmenti della cintura orogenica Gondwaniana: CF, Cape fold belt; E, Ellsworth Mountains; FI, Falkland Islands; P, Pensacola Mountains; SV, Sierra de la Ventana. da Dalziel et al., [2000]. viene fatta risalire la formazione della grande 4.2. Il break-up di Gondwana provincia ignea del Karoo-Ferrar (Fig. 30, 31). L’inizio del break-up di Gondwana viene Si tratterebbe di province ignee che precedono associato alla formazione di una grande provin- la formazione dei bacini oceanici nella fram- cia magmatica intraplacca che nel Giurassico mentazione del Pangea, ed in gran parte asso- medio si estendeva linearmente per ~5.000 km, ciati a segmenti di dorsali medio-oceaniche: po- parallelamente al margine paleo-Pacifico di trebbero essere stati generati da due plumes che Gondwana (Fig. 31). Questa regione andava originariamente si trovavano sotto la litosfera dall'Africa meridionale (Karoo) all’Australia nell’Oceano Pacifico. (Tasman) e alla Nuova Zelanda [Mortimer et al., Infatti, di recente [Lawver et al., 1999] è 1995] attraverso l’Antartide, dove è possibile stata formulata l’ipotesi per cui anche svariati distinguere due province geochimiche: Terra eventi critici legati al break-up di Gondwana della Regina Maud (DML, Dronning Maud siano riconducibili a una serie di mantle plumes: Land in Fig. 32) e Ferrar. Quest’ultima include al plume Karoo-Ferrar legato alla fratturazione anche le intrusioni di Dufek (Dufek Intrusion in di Gondwana ~182 Ma; al plume di Paranà- Fig. 32) che, in base a rilevazioni geofisiche, Etendeka che ~132 Ma innesca l’allontanamen- sono state descritte come una delle più grandi to del Sudamerica dall’Africa; al plume di intrusioni gabbriche stratificate del mondo Marion che ~88 Ma determina la separazione (~50.000 km2). Si tratta di una struttura esposta del Madagascar dall’India; all’hotspot dell’isola nelle Montagne di Pensacola settentrionali, che di Reunion che ~64 Ma provoca l’allontamento arriverebbe ad interessare anche l’isola di del plateau di Mascarene dall’India. Ipotesi raf- Berkner, formata da due sezioni stratigrafiche forzata dal fatto che si tratta di eventi dove, tran- non sovrapposte distanti ~40 km l’una dall’altra, ne per il Karoo-Ferrar, (Fig. 30) ai plumes sono nel Dufek Massif e nel Forrestal Range. associate tracce evidenti di catene vulcaniche Benché non siano esposti contatti tra le sottomarine [Dalziel et al., 2000]. due sezioni è stata avanzata l’ipotesi che, in base

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Figura 31. Ricostruzione di Gondwana nel Giurassico medio (~180 M) poco prima del break-up, con l’indicazione del plume di Bouvet come pro- posto da White e McKenzie [1989], delle varie province magmatiche e gli strati sismi- camente riflettenti inclinati verso mare (Explora-Wedge) interpretati come una sequenza vulcanica Giurassica. Le ab- breviazioni sono: AP, Antarctic Peninsula; EWM, Ellsworth-Whitmore Mountains; FI, Falkland Islands; MBL, Marie Byrd Land; SG, South Georgia; TI, Thurston Island; TAM, Transantarctic Mountains. da Storey [1995]. a caratteri petrografici e geochimici, le succes- te in un breve lasso di tempo che per il solleva- sioni formino parte di una unica unità spessa ~9 mento subìto dall’Africa meridionale. La pre- km, intrusa nelle rocce sedimentarie senza di un plume in questa regione è indicato Paleozoiche, in precedenza deformate dall’e- anche dalla successiva generazione tanto del vento Gondwaniano [Behrendt et al., 1980]. Madagascar Ridge, caratterizzato da 25 km di Il meccanismo che ha innescato la messa rocce ignee formatesi sopra un hotspot, che in posto di queste rocce è però fortemente dibat- dalla vicina e simile dorsale ignea Mozambique tuto e di recente Ferris et al., [2000] hanno pro- Ridge [White e McKenzie, 1989]. posto un ridimensionamento delle intrusioni di Però, se è vero che i volumi di rocce sti- Dufek a 6.600 km2 , ipotizzando che i gabbri di mati per le province magmatiche di Choin Dufek e Forrestal rappresentino due fasi intrusi- Aike/Antartide occidentale (235.000 km3) e ve separate. La loro messa in posto sarebbe av- Ferrar (500.000 km3) sono piuttosto inferiori venuta tra due fasi estensionali legate all’inizia- agli espandimenti basaltici del Karoo le break-up di Gondwana: la prima fase avrebbe (1.500.000 km3), c’è da dire che restano comun- comportato il sollevamento del basamento del- que paragonabili agli espandimenti del l’isola di Berkner, mentre la seconda sarebbe Columbia River (175.000 km3) [Pankhurst et stata caratterizzata da una componente trascor- al., 1998a; Féraud et al., 1999]. Così alcuni rente. Ed incerti e controversi restano anche il [Lawver et al., 1992., 1999; Dalziel et al., 2000] ruolo svolto dai mantle plumes nell’ambito del ritengono che sotto la provincia, nel Giurassico break-up di Gondwana e della messa in posto si trovasse il Bouvet hotspot, mentre altri so- delle rocce legate all’episodio Karoo-Ferrar stengono che potrebbe esserci stato il Crozet [Heimann et al., 1994; Storey, 1995; Brewer et hotspot [Curray e Munasinghe, 1991] oppure il al., 1996; Leitchenkov et al., 1996; Ferris et al., Marion hotspot [Duncan e Richards, 1991]. 1998; Fitzgerald, 1999; Dalziel et al., 2000;]. Se da un lato le caratteristiche geochimi- Infatti, quella del Karoo-Ferrar è una pro- che sembrano confermare l’origine da mantle vincia magmatica che, nel suo complesso non plume per le tholeiiti Giurassiche della DML, sembrerebbe compatibile con la presenza di un dall’altro emerge che la provincia di Ferrar, in- mantle plume con una terminazione a forma cir- sieme alle intrusioni di Dufek, sia stata invece colare, e del resto l’iniziale posizione del mant- originata da estensione litosferica senza alcuna le plume Karoo-Ferrar non è connessa diretta- componente di plume. Quindi, secondo Brewer mente ad un hotspot attuale mediante una dorsa- et al., [1996] il rifting nel Mare di Weddell sa- le asismica di vulcani estinti [Dalziel et al., rebbe stato prodotto da un plume locale, separa- 2000]. L’azione di un mantle plume sembrereb- to nel tempo e nello spazio dal Karoo plume, be però plausibile limitatamente alla provincia che avrebbe però generato le forze guida del rif- del Karoo-DML [White e McKenzie, 1989], sia ting. Per giustificare la natura lineare del mag- per il grande volume di rocce vulcaniche erutta- matismo della provincia di Ferrar è stata anche

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Figura 32. La distribuzione delle rocce tholeiitiche del Mesozoico in Antartide. Queste rocce si estendono per oltre 4.500 km dalla Terra della Regina Maud (Dronning Maud Land; DML) alla Terra Vittoria attraverso le Montagne Transantartiche, e sono state divise (linea tratteggiata) in due province geochimiche: Ferrar e DML. Se fosse provato che le vulcaniti di Explora-Wedge, ipotizzate in base ad indagini sismiche, fossero contem- poranee alle rocce della provincia DML, l’estensione di quest’ultima andrebbe am- pliata. da Molzahn et al., [1996], modificato. ipotizzata l’azione di un hot-line [Cox, 1978], Cretacico inferiore (~188÷140 Ma), Pankhurst che potrebbe essere vista come una serie di pro- et al., [1998a] ritengono improbabile che la pro- vince magmatiche tra loro collegate che si inter- vincia Chon Aike sia riconducibile ad un sem- secano con l'unica provincia associata con cer- plice modello da mantle plume, ed attribuiscono tezza ad un plume, quella del Karoo [Storey, un ruolo più significativo alla subduzione lungo 1996]. Inoltre, la messa in posto di queste rocce il margine Pacifico. Vale a dire che questo vul- basiche, in Sudamerica, è contemporanea all’at- canismo si presenta in un’area compresa tra due tività di una delle più grandi province a vulcani- margini: quello orientale, caratterizzato da even- smo acido del mondo: la provincia Choin Aike ti di magmatismo intraplacca che ricadono in un o Tobifera che, in una ipotetica ricostruzione del intervallo di tempo che va dall’iniziale break-up Gondwana, prosegue nella provincia basaltica di Gondwana (~180 Ma) alle prime tracce del- Karoo-Ferrar-Tasman [Storey e Alabaster, 1991] l’espansione del fondo oceanico nel bacino del e comprende numerose formazioni in Cile e Mozambico (~155 Ma); quello occidentale, Argentina, rocce vulcaniche affioranti nella dove nello stesso intervallo di tempo stava agen- Penisola Antartica, rocce granitiche nelle do una zona di subduzione, la cui geometria e Montagne di Ellsworth-Whitmore e nella South posizione sono incerti. Quindi, la Patagonia rap- Georgia (Fig. 31) [Pankhurst et al., 1998a]. presenta una zona di transizione tra un rifting Ed in base a recenti datazioni radiometri- continentale, associato ad abbondante vulcani- che [Féraud et al., 1999] nella provincia Chon smo che produce espandimenti basaltici conti- Aike, rioliti ed andesiti si sarebbero messe in nentali, e una zona di subduzione. Quando, infi- posto contemporaneamente a rocce più mafiche, ne, avvenne il break-up di Gondwana, si instau- supportando un carattere bimodale del vulcani- rò un dominio oceanico su entrambi i lati smo Giurassico della Patagonia, per giustificare [Féraud et al., 1999]. il quale sono stati richiamati vari meccanismi I dati geocronologici disponibili per le [Elliot et al., 1999; Molzahn et al., 1996; Storey, varie province magmatiche, però, non consento- 1995] tra cui anche l’azione di un singolo su- no di risolvere in maniera univoca le relazioni perplume a cui vengono associate le province spaziali e temporali del magmatismo associato magmatiche Karoo, Ferrar e Chon Aike [Storey agli iniziali rifting e break-up di Gondwana. e Kyle, 1997]. Evento ritenuto possibile anche Questo anche perché il fenomeno avviene gra- da Pankhurst et al., [1998a], almeno per le rioli- dualmente (240÷160 Ma), così come l’estensio- ti di Chon Aike, le quali vengono associate ad ne e l’assottigliamento crostali che, iniziati a un’estensione litosferica che potrebbe aver inte- Nord si sarebbero poi propagato verso Sud: la ragito con un plume alla base della litosfera. storia dell’espansione dei fondi oceanici che ac- Tuttavia, dato che la messa in posto del- compagna il break-up di Gondwana è registrata l’intera provincia avvenne in un lasso di tempo nei mari che bagnano l’Antartide, ed in partico- piuttosto ampio, tra il Giurassico medio ed il lare nel Mare di Weddell [Lawver et al., 1992].

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4.3. Il Mare di Weddell Sea Embayment (WSE), il nome informale che Quando iniziò l’espansione oceanica nei è stato dato ad una piattaforma continentale, ca- bacini della Somalia e del Mozambico, che se- ratterizzata da profondità comprese tra i 300 ed gnano l’inizio della dispersione di Gondwana, la i 1500 m, con dimensioni di ~1.000x700 km. provincia Choin Aike fu disarticolata dalla for- Il WSE è definito come la regione del mazione di un bacino marginale che, attualmen- Mare di Weddell, a Sud dei 70° S, comprensiva te, è rappresentato dalle rocce ofiolitiche cono- delle piattaforme galleggianti di ghiaccio di sciute come Rocas Verdes nel Sudamerica meri- Ronne e di Filchner, delimitata a Sudest dai dionale, e dal complesso Larsen Harbour nell’i- blocchi crostali di Haag Nunataks e delle sola South Georgia [Storey e Alabaster, 1991]. Montagne di Ellsworth-Whitmore-Pensacola, a Il Mare di Weddell, nella sua propaggine Est dal cratone dell’Antartide orientale e a meridionale, si sarebbe aperto sottoforma di ba- Ovest dalla Penisola Antartica [Hunter et al., cino connesso al bacino di retro-arco che si 1996; King, 2000]. Un’area dove individuare espandeva nel Rocas Verdes Basin, ed era pro- l’esatta natura del basamento è importante per babilmente collegato ai bacini della Somalia e definire i movimenti dei blocchi crostali nel Sud del Mozambico attraverso un braccio di mare tra Atlantico perché se il WSE fosse di origine con- l’Africa ed il Madagascar (Fig. 28b). Quindi, tinentale, un ulteriore microplacca abbastanza definire i limiti di questo bacino è molto impor- grande dovrebbe essere inclusa nella ricostru- tante in quanto consentirebbe di risalire alle di- zione di Gondwana: potrebbe essere la micro- mensioni del bacino del Mare di Weddell (Fig. placca di Filchner [Dalziel e Elliot, 1982] oppu- 33 e 34), la cui evoluzione gioca un ruolo im- re l’intera WSE meridionale [Livermore e portantissimo nell’espansione del fondo oceani- Hunter, 1996]. Tant’è che dati magnetici, sismi- co tra Gondwana orientale e occidentale ci e di gravità suggeriscono la presenza di strut- [LaBreque e Barker, 1981; Lawver et al., 1992]. ture tipo horst e graben, sotto una coltre di sedi- Si tratta di un’area che ricade nel Weddell menti che raggiungono ~12÷15 km di spessore

Figura 33. Mappa semplificata che rias- sume i principali lineamenti Mesozoici del Mare di Weddell legati al break-up di Gondwana. Le piattaforme sono riportate in grigio chiaro fino alle isobate di 2.000 m. Le linee sottili individuano una strut- tura “herring-bone” e rappresentano ano- malie gravimetriche prodotte dal movi- mento tra Sudamerica e Antartide. L’anomalia T dovrebbe segnare il limite esterno del margine oceanico della placca Antartica, prima della separazione di Sudamerica ed Africa. da Livermore e Hunter [1996].

Figura 34. Le anomalie magnetiche del fondo oceanico nel Mare di Weddell e nel SE dell’oceano Indiano. Il profondo baci- no oceanico, occupato dal Mare di Weddell, separa il cratone dell’Antartide orientale dalla Penisola Antartica. Capire l’evoluzione tettonica del bacino dovrebbe consentire di risolvere gran parte dei pro- blemi relativi alla ricostruzione di Gondwana, che riguardano soprattutto la posizione della Penisola Antartica e del blocco formato dalle Montagne di Ellsworth-Whitmore, e dei loro sposta- menti rispetto il Sudamerica. da Elliot [1991].

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Figura 35. Sezione che mostra dati di anomalie gravimetriche da satellite nel WSE. Le abbreviazioni sono: B.C.L., Black Coast low; C.T., Central trough; F.H., Filchner high; F.L., flow lines (possibili linee di flus- so caratteristiche di un gruppo di dorsali ad andamento N-S); GCOB, gravity continent ocean boundary; H.H., Halley high; H.L., Halley low; O.G.A., Orion gravity anomaly; T.T., Thiel Trough. da Ferris et al., [2000]. su crosta continentale assottigliata [King, 2000; e spaziate fosse e dorsali gravitative a Nord Livermore e Hunter, 1996; Rogenhagen e Jokat, dell’Anomalia T, potrebbe essere spiegata con 2000]. Caratteristico del WSE è poi l’andamen- un’improvvisa riduzione del tasso d’espansione to “a spina di pesce” (herring-bone) delle ano- della dorsale prodotta dalla separazione del malie rilevate mediante le mappe di gravità in Sudamerica dall’Antartide che, nella sua fase aria libera, ottenute dai dati Geosat ad alta riso- iniziale, non è ben definita per via dell’assenza luzione (Fig. 33, 35), ed interpretate come corti di anomalie magnetiche più vecchie che M29 offset di zone di frattura (flow lines in Fig. 35), (162 Ma). Tuttavia, anche i nuovi dati sismici, ad andamento NW-SE e NE-SW, che starebbero sembrerebbero confermare che l’inizio del e indicare la direzione d’apertura del Mare di break-up avvenne nell’area del Mare di Weddell Weddell meridionale, basandosi sulla rotazione occidentale [Rogenhagen e Jokat, 2000]. dei principali continenti che formavano il Quindi, l’esatta ricostruzione di questi Gondwana [Livermore e Hunter, 1996]. Questo movimenti passa attraverso una questione al- schema “herring-bone” termina con un alto gra- quanto controversa: la definizione del limite di vitativo stretto e lineare, ad andamento E-W, che placca tra il continente Antartico e il Mare di Livermore e Hunter [1996] hanno definito Weddell, riferito alla transizione tra la crosta Anomalia T (Fig. 33), e che potrebbe indicare continentale preesistente e la nuova crosta ocea- una trascorrenza destra che segna il movimento nica formata al margine passivo [King, 2000]. avvenuto ~150 Ma (?) dell’Antartide rispetto Limite che, in base ad una rielaborazione dei all’Africa e al Sudamerica [Reeves, 2000]. dati disponibili insieme a nuove indagini, è stato Alcuni autori [Livermore e Woollett, di recente [Ferris et al., 2000] ipotizzato che 1993] hanno suggerito che le anomalie magneti- presenta un andamento grossolanamente paral- che, associate all’Anomalia T, potrebbero rap- lelo all’attuale linea di costa dell’Antartide presentare l’anomalia M11 (135 Ma), cioè l’età orientale, essendo marcato da pronunciate ano- d’apertura del Sud Atlantico, mentre altri malie positive gravitative (GCOB in Fig. 35) e [Livermore e Hunter, 1996] sono propensi per magnetiche (MCOB in Fig. 36). un’età più giovane (M4-M0,124-118 Ma). In A causa dell’assenza di sondaggi e perfo- base a quest’ultima ipotesi, la presenza di vicine razioni, vengono fatte molte speculazioni circa

39 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico le strutture che definiscono questo limite che in sopra il basamento circostante: è stata interpre- un primo momento [Hinz e Kristoffersen, 1987] tata come una catena composta da 3 seamounts si pensava fosse segnato da due scarpate ad an- ad andamento N-S prodotta da un hotspot, a sua damento lineare, Explora e Andenes volta legato probabilmente ad un movimento N- Escarpments (Fig. 33). La prima, Explora, rite- S [Jokat et al., 1996]. nuta di origine vulcanica, si sarebbe formata du- Altro lineamento significativo per defini- rante l’iniziale break-up di Gondwana, mentre re il limite continente-oceano, è Explora Wedge Andenes (riportata come Andenes Anomaly in (Fig. 33, 36). Si tratta di una struttura allungata, Fig. 36) è rappresentata da alti strutturali coper- individuata su basi sismiche, costituita da un in- ti da sedimenti che formano una struttura linea- sieme di strati riflettenti, di origine vulcanica, re per varie centinaia di km verso la Penisola inclinati vero mare ad andamento perpendicola- Antartica. Inoltre, in apparente continuità tra le re alla linea di costa, sulla parte verso terra di due scarpate, è stata rilevata un’anomalia ma- Explora Escarpment [Johnson et al., 1992]. gnetica di ampiezza elevata (Orion Anomaly in Explora Wedge è stata anche l’oggetto di Fig. 33, e O.G.A. in Fig. 35 e 36) anch’essa ad alcuni sondaggi nell’ambito dell’Ocean Drilling andamento lineare, che è stata associata ad un Program (ODP 691 e 692) con i quali, però, non vulcanismo diffuso durante le prime fasi di si è riusciti a raggiungere una profondità suffi- break-up [Livermore e Hunter, 1996]. È stato ciente per definirne il substrato e l’età di messa così ipotizzato [Kristoffersen e Hinz, 1991] che in posto, che viene comunque attribuita al questa combinazione di lineamenti batimetrici, Giurassico medio [Storey e Alabaster, 1991]. magnetici e del basamento, segnasse un anda- Tuttavia, le unità sottostanti il basamento mento continuo E-W del limite continente-ocea- (Fig. 37) mostrerebbero caratteristiche simili a no (Fig. 33). Nell’area compresa tra le due scar- quelle che sono state osservate all’Outer Vöring pate e proposta come limite di placca, però, in- Plateau, un margine continentale vulcanico che vece di una struttura E-W si trova il Polastern si trova a ridosso di Norvegia e Groenlandia Bank (71°15’S e 25°W), una struttura che si [Kristoffersen e Hinz, 1991 e ref. ivi citate]. Se eleva per 400 m dal fondo marino e ~2.500 m questo fosse vero, Explora Wedge verrebbe a

Figura 36. Sezione che mostra le anomalie magnetiche totali nel WSE. Le abbreviazioni sono: A.A., Andenes anomaly; B.C.L., Black Coast low; B.C.A., Black Coast anomalies; B.I.A., Berkner Island anomaly; C.A., Central anomalies; F.A., Filchner anomalies; L1, Lozenge 1; L2, Lozenge 2; MCOB, magnetic continent ocean boundary; O.G.A., Orion gravity anomaly; P.M.A., Pacific Margin Anomaly, T.A., Thiel anomalies. da Ferris et al., [2000] modificato.

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Figura 37. Modello interpretativo dei dati magnetici e di gravità attraverso il margine del WSE. da Ferris et al., [2000]. trovarsi nei pressi del limite continente-oceano. 4.4. L’evoluzione del Mare di Weddell Inoltre, sulla base delle caratteristiche magneti- Quindi, in base a recenti interpretazioni che, Explora Wedge venne interpretata in esten- [Ferris et al., 1998; 2000], nell’area attualmen- sione verso Sudovest, nel WSE presso l’isola di te occupata dal Mare di Weddell era attivo un Berkner, e verso terra al Dufek Massif (Fig. 34). complesso sistema di rifts NW-SE ed E-W. Questa ipotesi è in accordo con la presenza di un Questa attività di rift, attraverso l’espansione profondo graben lineare (failed rift in Fig. 33) del fondo oceanico, avrebbe portato alla forma- individuato sulla base di dati sismici, che si svi- zione del Mare di Weddell e alla migrazione luppa parallelamente all’adiacente segmento verso Nord del Falkland Plateau. Eventi indivi- delle TAM ad andamento NE-SW, delimitato duati dalle linee di flusso (Fig. 33, 36) e dal dall’Antartide orientale e dall’Explora-Andenes Polastern Bank, la catena di seamounts indice Escarpment [King et al., 1996]. della presenza di crosta oceanica, che quindi si Tale struttura viene individuata anche su troverebbe a 100 km dalla costa (Fig. 35). basi magnetiche e gravimetriche [Ferris et al., In questo modello, il passaggio da crosta 2000], ma viene suddivisa in due parti, distin- continentale ad oceanica è graduale e legato alla guendo il ramo sottostante la piattaforma di produzione di un grande volume di materiale Filchner: le anomalie magnetiche Thiel (T.A. in magmatico, individuato dalle anomalie magne- Fig. 36) individuano un graben tra l’isola di tiche Lozenge 1 e Lozenge 2 (Fig. 36, 37) che Berkner e la Terra di Coats che, in base ai dati di vengono interpretate come quattro distinti corpi gravità (T.T. in Fig. 35), si estende ulteriormen- intrusivi separati e tabulari, prodotti nel primo te a SW dove viene interrotto dalle anomalie di stadio di rifting in un ambiente continentale. Filchner (F.H. in Fig. 35; F.A. in Fig. 36). Anche l’Orion Anomaly viene ricondotta alla Queste, insieme alle anomalie del Central presenza di corpi plutonici che hanno ispessito Trough (C.T. in Fig. 35; C.A. in Fig. 36) sono ri- la crosta inferiore. Ciò è in accordo con un’inar- tenute associate a strutture di rift che, insieme a camento iniziale della crosta sopra un plume che quelle di Thiel, rappresenterebbero ciò che resta avrebbe provocato la formazione di un’estensio- di una giunzione tripla Rift-Rift-Rift, la quale ne triassiale tra la Terra di Coats, la Penisola nel Giurassico medio-inferiore provocò la frat- Antartica ed il Falkland Plateau. turazione di Gondwana. La sequenza di eventi estensionali pre-

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Figura 38. (a) L’evoluzione del Mare di Weddell ed i limiti dei blocchi crostali dell’Antartide occi- dentale. La freccia indica il grande (oltre 1.000 km) movimento trascorrente del blocco EWM. Da nota- re che AP è nella sua attuale posizione. (b) Sezioni che mostrano l’apertura del Mare di Weddell, e la creazione del relativo bacino, tra i blocchi AP e Africa, e tra AP, l’Antartide orientale e EWM, come proposto da Grunow [1993]. La tra- scorrente destra tra AP e EWM, e la trascorrente si- nistra tra EWM ed Antartide orientale causarono il movimento verso Sud di EWM. da Jokat et al., [1997]. sentati da Ferris et al., [2000] suggeriscono che nico, insieme ai movimenti delle microplacche sostanziali rotazioni o traslazioni di microplac- dell’Antartide occidentale nella regione del che non avvennero durante o immediatamente Mare di Weddell, potrebbero essere individuati dopo questa fase, perché lo stretching non si dall’evoluzione geodinamica della Penisola spinse sufficientemente lontano da produrre cro- Antartica. Questa attualmente si presenta come sta oceanica e permettere il passaggio di una mi- un margine passivo, ma durante il Mesozoico e croplacca continentale come quella delle la maggior parte del Cenozoico fu un margine Montagne di Ellsworth-Whitmore, che diventa attivo, caratterizzato da subduzione della placca particolarmente problematico da collocare in oceanica di Phoenix sotto la placca Antartica quanto la sua posizione originaria, precedente al [Barker e Lawver, 1988]. Fenomeno che è rias- break-up, risulta oggi occupata dalla crosta con- sumibile in quattro eventi principali (Fig. 39): tinentale della piattaforma di Filchner (a) estensione tra il Triassico superiore e il [Hübscher et al., 1996]. Perciò, la rotazione del Giurassico inferiore, correlata con il rifting ini- blocco formato dalle Montagne di Ellsworth- ziale nella regione del Mare di Weddell; (b) Whitmore deve essere avvenuto prima dell’e- transpressione destra tra il Giurassico superiore stensione del WSE [Ferris et al., 2000]. e il Cretacico inferiore; (c) estensione nel Questa rappresenta un’ipotesi alternativa Cretacico inferiore; (d) compressione nel ad uno dei modelli più largamente accettati Cretacico superiore [Storey et al., 1996b]. [Grunow, 1993] che presuppone invece la pre- Sull’evoluzione della Penisola Antartica senza, in piccoli frammenti, di crosta oceanica potrebbe aver avuto un ruolo cruciale il fatto nel Mare di Weddell meridionale: sarebbe ciò che, tra ~160 e ~130 Ma, la fratturazione del che rimane di un bacino largo oltre 1.000 km, Gondwana viene caratterizzata da un cambio nel che si formò ~175÷155 Ma, prima che avvenis- regime di stress: il supercontinente passa, ap- se il break-up di Gondwana, tra il blocco delle prossimativamente, da una separazione E-W ad Montagne di Ellsworth-Whitmore connesso una N-S [Lawver et al., 1991]. all’Antartide orientale, e la base della Penisola L’evento sarebbe stato registrato nel baci- Antartica (Fig. 38), che veniva ruotata in senso no di Latady (Latady Basin in Fig. 39a) che con- orario rispetto al cratone Antartico. tiene spesse sequenze di retro-arco: si formò lungo il margine SE della Penisola Antartica, dietro un attivo sistema di arco continentale, 4.5 L’evoluzione della Penisola Antartica dopo un periodo di magmatismo bimodale tipi- Gli effetti dell’espansione del fondo ocea- co di ambienti continentali estensivi [Weaver e

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Figura 39. Schema riassuntivo dei princi- pali eventi tettonici che nel Mesozoico hanno interessato la Penisola Antartica. Questa è caratterizza- ta da un arco magma- tico, attivo tra il Mesozoico e gran parte del Cenozoico, che si formò lungo il margine attivo di Gondwana, come in- dicato dalle spesse se- quenze sedimentarie di retro-arco contenu- te nel bacino di Latady (Giurassico medio e superiore) ed in quello di Larsen (Cretacico-Ceno- zoico). Le frecce in- dicano la direzione della deformazione principale con l’indi- viduazione della dire- zione principale delle paleo-deformazioni. da Storey et al., [1996b].

Storey, 1992]. Il bacino successivamente venne me allo spostamento verso Sud dell’Antartide riempito da rocce sedimentarie (Latady orientale e del blocco delle Montagne di Formation) derivate dall’arco magmatico e con- Ellsworth-Whitmore. tenenti localmente abbondanti fossili marini del Spostamenti che potrebbero aver provo- Giurassico medio e superiore, mentre una fase cato la subduzione di ~500 km di fondo oceani- sedimentaria caratterizzava anche il margine NE co del Mare di Weddell, sotto il margine orien- della Terra di Graham (Nordenskjöld Formation tale della Penisola Antartica e quello meridiona- in Fig. 39a). I dati dell’arco magmatico, insieme le dell’isola di Thurston (Fig. 38). Appare diffi- ad evidenti fenomeni di subsidenza e probabile cile, però, giustificare questa subdzione verso estensione nei bacini Nordenskjöld e Latady, Ovest nel Mare di Weddell contemporaneamen- portano ad ipotizzare che, dal Triassico superio- te a quella che avveniva verso Est nel Pacifico, re al Giurassico superiore, fu attiva una prolun- sotto la Penisola Antartica occidentale, a meno gata fase estensiva, con una probabile prevalen- che l’apparente interruzione del magmatismo za dell’orientazione E-W individuata nelle [Pankhurst, 1982], legato all’evento deformati- Montagne di Welch. vo registrato dalla Terra di Palmer, corrisponda Le rocce sedimentarie del bacino di ad un’interruzione della subduzione lungo il Latady, però, registrano anche “l’evento defor- margine Pacifico. In questo caso, il cambio nel mativo della Terra di Palmer” (Fig. 39b) che, av- regime di stress implica la traslazione di un venuto tra il Giurassico superiore e il Cretacico blocco molto grande, che incorporava lo stesso inferiore, resta caratterizzato da pieghe e sovra- Weddell Sea Embayment. scorrimenti vergenti ad Est. Il significato di que- Invece, la fase compressiva del Cretacico sto evento è particolarmente dibattuto [Storey et medio (Fig. 39d) potrebbe essere legata ad un al., 1996b] e viene associato da Grunow [1993] aumento globale del tasso d’espansione del alla rotazione in senso antiorario dei blocchi fondo oceanico e ad un evento di superplume, della Penisola Antartica e dell’isola di Thurston, correlato ad un cambio dell’espansione nel che sarebbe avvenuta tra i 155 e 130 Ma, insie- Mare di Weddell da NE-SW a NW-SE.

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Figura 40. Ricostruzione paleogeografica del Gondwana meridionale 130 Ma. Durante questo periodo il breakup di Gondwana passa, approssimativamente, da una separazione E-W ad una N-S ed è probabile che ebbero inizio lo stretching e l’espansione di fondo oceanico tra l’India e l’Antratide orientale, nonché nel Sud Antlantico, tra Sudamerica e Africa. Il Mare di Weddell dovrebbe essere stato un bacino oceanico con- nesso al bacino della Somalia mediante un braccio di mare tra l’Africa ed il Madagascar. Le aree in tonalità media di grigio sono continentali, mentre quelle più scure sono margini continentali o crosta continentale assottigliata ed ora a -2000 m. Le aree grigio- chiare sono i plateau oceanici o crosta oceanica sopra i -4000 m. Le abbreviazioni sono: (MB), Mozambique Basin; (RVB) Rocas Verdes Basin; (SB), Somali basin. da Lawver et al., [1992].

La fase estensiva del Cretacico inferiore questi, la baia di Prydz Bay (Fig. 41, 42), una ri- (Fig. 39c) resta individuata dalla messa in posto entranza del margine Antartico tra 66° E e 79° di plutoniti nella Terra di Palmer, nell’area a E, situata all'estremità settentrionale del graben NW (141÷80 Ma) e in quella a NE (128÷83), occupato dai ghiacciai di Lambert e di Amery giustificando la subduzione Pacifica diretta [Shipboard Scientific Party, 2000b, ODP Leg verso Est, l’espansione oceanica nel Mare di 188] rappresenta un’area chiave per capire il Weddell e un’estensione crostale nel WSE. Il break-up tra le placche Antartica e Indiana, in picco dell’estensione e del magmatismo nel quanto si trova in un rift che è stato interpretato Cretacico inferiore si sovrappone all’apertura come uno dei rami di un punto triplo sviluppati del Sud Atlantico (M11, 135 Ma) ed è stato cor- in corrispondenza della separazione dell’India relato con la formazione dell’Anomalia T nel dall’Antartide [Mishra et al., 1999]. Mare di Weddell [Storey et al., 1996b]. L’Oceano Indiano inizia a formarsi ad Est durante il break-up di Gondwana, ~160 Ma (anomalia M25) lungo il margine occidentale 4.6. L’apertura del Sud Atlantico e il rif- dell’Australia [Storey, 1995] mentre più a Sud, ting Antartide/Australia-India ~132 Ma inizia l’espansione del fondo oceanico Il Mare di Weddell nel Cretacico inferio- tra la grande India e l’Australia, ancora legata re (~130 Ma) andava chiudendosi nella zona all’Antartide (Fig. 40), che provoca lungo i mar- meridionale (Fig. 40), creando un collegamento gini continentali, un diffuso vulcanismo. via terra tra Antartide occidentale ed orientale, Ad esempio, a ridosso dell’Australia ci mentre nel Sud Atlantico si espandeva il fondo sono piccoli (~105 km2) plateau basaltici sotto- oceanico [Lawver et al., 1992] a causa del mo- marini (Naturaliste e Wallaby in Fig. 41 e 42) vimento verso Est del Sudamerica, relativamen- che si formarono dopo il break-up continentale, te al blocco della Penisola Antartica. mentre più a largo c’è la grande provincia ignea A questi movimenti, che spostano verso (~2,3X106 km2) costituita dal Broken Ridge e Nord prima l’India ed il Sudafrica (Cretacico in- dal Kerguelen Plateau che furono un’unica enti- feriore) e poi l'Australia (Cretacico superiore), è tà fino a ~40 Ma, quando iniziarono a separarsi legato lo sviluppo di alcuni bacini che racchiu- lungo la nascente dorsale dell’Oceano Indiano dono la storia dell’Antartide [Elliot, 1994]. Tra meridionale [Tikku e Cande, 2000].

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Figura 41. La provincia magmatica del Gondwana orientale ~120 Ma, che risulta caratterizzata da un’attività alcalina (lamprofiri-carbona- titi) ed eruzioni che produco- no imponenti espandimenti basaltici, come quelli tholeii- tici di Rajmahal, in India, si- mili per età e composizione ai basalti australiani di Bunbury, entrambi parte di un margine estensivo che comprende anche i plateuas sottomarini Wallaby e Naturalist. Nel ri- quadro in alto è mostrato il Gondwana in relazione al plume Kerguelen-Heard. da Kent [1991] modificato

Figura 42. Gli attuali principali lineamenti dell’Oceano Indiano, fatta eccezione per gli assi di dorsali attive. I punti numerati sono relativi alle perforazioni effettuate nell'am- bito dell’Ocean Drilling Program/Deep Sea Drilling Project (ODP-DSDP). Un’area chiave per capire l’evoluzione di questa regione è rappresentata dalla baia di Prydz Bay, che ha una struttura di rift in cui la profondità della Moho è a soli 22-23 km, in contrasto con i 30-34 km di profondità in corrispondenza dei fianchi del rift. Il basa- mento é quasi completamente formato da rocce ignee e metamorfiche del pre- Cambriano. La successione sedimentaria sovrastante presenta spessori rilevanti e non completamente noti. La presenza nel graben di Lambert di picco- li corpi ignei (plutoni e lave) altamente al- calini, suggerisce un regime estensionale probabilmente ancora attivo. da Frey et al., [1996] modificato.

Così oggi il Broken Ridge (Fig. 42) è un empiendo lo spazio creato dalla separazione plateau oceanico stretto (100÷200 km) e allun- dell’India dall’Antartide [Storey, 1995] che, ri- gato (~1.000 km), che si trova a 2 km di profon- costruita sulla base degli incastri geometrici di dità e ~1.800 km a Nord del Plateau Kerguelen. India, Madagascar, Sri Lanka, Antartide e Africa Quest’ultimo è un alto topografico piuttosto [Lawver et al., 1985; Lawver e Scotese, 1987], ampio, largo 200-600 km, che si estende per fornisce l’allineamento della baia di Prydz Bay ~2.300 km tra 46° S e 64° S, ed è suddiviso in con le piane del Bengala, dell’India e del distinti domini: meridionale, centrale e setten- Bangladesh (Fig. 41). trionale; Elan Bank; Labuan Basin. I risultati del Leg 119 dell’ODP [Barron I campioni più vecchi di questa provincia, et al., 1989] suggeriscono che il graben di i basalti tholeiitici dragati e carotati nella parte Lambert è precedente al rifting dell’India meridionale del Plateau, risalgono a ~110÷115 dall’Antartide orientale [Lawver et al., 1999] e Ma [Frey et al., 1996; 2000]. Questi, pur aven- quindi l’India dovrebbe aver iniziato ad allonta- do caratteristiche di crosta continentale com- narsi dall’Antartide almeno nel Cretacico infe- prendono un plateau oceanico che si formò ri- riore (118÷128 Ma).

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Del resto, il rifting tra il blocco di acque profonde tra la Penisola Antartica e il Antartide/Australia dall’India fu accompagnato Sudamerica era probabilmente ostacolato dal da magmatismo distensivo (Fig. 41) nell’India blocco delle isole South Orkney. Nordorientale (Damodar valley, Rajmahal hills, La successiva espansione del fondo ocea- Shillong Plateau), nell’Australia Sudoccidentale nico tanto tra il Sudamerica e l’Africa che tra (Bunbury Through e Naturaliste Plateau), nelle l’Africa e l’Antartide, venne prodotta dalla lenta Montagne del Principe Carlo (Beaver Lake gra- deriva dell’Antartide che si allontanava ben) dell’Antartide orientale e nel Kerguelen dall'America meridionale attraverso un punto di Plateau [Kent, 1991]. rotazione localizzato vicino all’estremità meri- Vulcanismo che viene solitamente attri- dionale del Sudamerica [Lawver et al., 1992]. buito al plume Kerguelen-Heard, il quale avreb- be prodotto gran parte del Kerguelen Plateau prima di ~110 Ma e poi, a causa della rapida mi- 4.7. Il rifting Antartide-Nuova Zelanda grazione verso Nord dell’India, avrebbe origina- La ricostruzione della storia dell’espan- to (tra 82 e 38 Ma) anche la struttura lineare for- sione del fondo oceanico nell’Oceano Indiano mata dalle tracce di hotspots che si estendono Sudorientale, nel Pacifico Sudoccidentale e nel per 5.000 km nella dorsale 90° Est dell’Ocenao Mare di Tasmania è assai complessa a causa Indiano (Ninetyeast Ridge in Fig. 42). delle notevoli deformazioni subite dai margini Successivamente, ~40 Ma, ad intercettare continentali presenti in queste regioni, che ren- il plume è la dorsale dell’Oceano Indiano dono difficili le ricostruzioni paleogeografiche Sudorientale: come questa migra verso NE rela- basate essenzialmente sull’incastro di questi tivamente al plume, il magmatismo resta confi- margini [Sutherland, 1999]. nato alla placca Antartica e tra ~38 Ma e l’attua- Bradshaw [1989] ritiene che l’area chiave le, sul Plateau settentrionale, si forma l’arcipela- per effettuare queste ricostruzioni è la Nuova go delle Kerguelen [Frey et al., 1996; 2000]. Zelanda, una regione dove l’attività del margine La ricostruzione delle placche effettuata tettonico convergente attivo sin dal Permiano, si da Müller et al., [1993] e relativa agli ultimi 130 concluse nel Cretacico inferiore con la collisio- Ma, però, evidenzia che quando venivano erut- ne della dorsale in espansione tra le placche tati i Rajmahal Traps (India) ed i Bunbury ba- Phoenix (PHO) e Pacifica (PAC). salts (Australia), il plume Kerguelen si sarebbe La successiva fase estensiva, caratteristi- trovato ad oltre 1.000 km di distanza. Quindi, se ca del Cretacico, comporta la separazione questa ricostruzione è corretta, questi basalti dell’Antartide occidentale dalla Grande Nuova continentali possono essere associati ad un Zelanda, un microcontinente formato da Nuova plume soltanto se la sua terminazione raggiunge Zelanda (North e South Islands), Campbell la scala di ~1.000 km od oltre, come proposto Plateau e Chatham Rise e la formazione del nel modello di White e McKenzie [1989], argo- fondo oceanico nell’area più meridionale del mento alquanto dibattuto (vedi par. 4.1). Pacifico Sudoccidentale [McAdoo e Laxon, Terminata l’espansione oceanica nel baci- 1997; Mukasa e Dalziel, 2000]. La ricostruzione no della Somalia, con l’anomalia M0 (119 Ma) di questi eventi è riassunta in figura 43. il Madagascar raggiunge la sua attuale posizio- Nel Cretacico inferiore (117 Ma), una ne rispetto l’Africa e ~120 Ma, anche l’India e parte considerevole della dorsale PAC-PHO si la parte meridionale del Kerguelen Plateau si trova a ridosso della regione di pre-arco della sganciano dall’Antartide, originando un lungo Nuova Zelanda e quando il centro d’espansione braccio di mare a ridosso di quello che attual- della dorsale PAC-PHO inizia ad essere subdot- mente è il margine dell’Antartide orientale. to lungo l’Australia (Fig. 43a) cessa il magmati- L’Africa occidentale e il Nordest del smo [Lawver et al., 1992; Lawver e Gahagan, Sudamerica erano ancora unite, così come il 1994]. Successivamente (~105 Ma) il margine Falkland Plateau era ancora legato all’apice del della placca Pacifica si sposta nei pressi della Sudafrica impedendo in questo modo la circola- Nuova Zelanda e del Chatham Rise, e quando il zione di acque profonde nel Sud Atlantico, che centro d’espansione raggiunge la fossa, cessa la continuava ad aprirsi, mentre il Rocas Verdes subduzione ed il regime tettonico, lungo il mar- Basin subiva la chiusura. Allo stesso tempo, una gine della Nuova Zelanda, cambia da compres- barriera formata da Sri Lanka, Gunners Ridge e sivo ad estensivo [Bradshaw, 1989]. Madagascar Ridge impedisce la circolazione Questo fenomeno viene registrato anche marina tra il Mare di Weddell ed il bacino del nella Terra di Marie Byrd (MBL) che ~105÷100 Mozambico, cosicché il Sud Atlantico resta un Ma subisce una rapida transizione da arco vul- bacino oceanico privo di connessioni con le canico a zona di rift, associato a magmatismo acque profonde degli altri oceani: un passaggio anorogenico: le datazioni radiometriche indica-

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Figura 43. Ricostruzione del SW Pacifico tra il Cretacico in- feriore (117 Ma), medio (100 Ma) e superiore (85 Ma). In (A) sono riportate le province di Amundsen (MA) e di Ross (MR) proposte da Pankhurst et al., [1998b] dove MR è ritenu- ta la continuazione del margine di Gondwana ad Ovest di: SE Australia (AUS), Nuova Zelanda occidentale (NZW) e Terra Vittoria settentrionale, mentre MA è affine alla Median Tectonic Zone della Nuova Zelanda orientale (NZE), all’isola di Thurston (TI) e alla Penisola Antartica (AP). Queste due province in- corporano le due sezioni paleo- magnetiche “Est” e “Ovest” della Terra di Marie Byrd (MBL) come proposto da Di Venere et al., [1995]. La rico- struzione in (B) delinea l’ac- corpamento della MBL alla crosta continentale dell’ Antartide. La linea a doppie frecce in (C) è l’incipiente cen- tro d’espansione Pacifico– Antartide tra il microcontinente della Grande Nuova Zelanda e il blocco crostale della MBL. Le altre abrreviazioni sono: CHP, Challenger Plateau; CP, Campbell Plateau (E, east, W, west); CR, Chatham Rise; EWM, Ellsworth-Whitmore Mountains; LF, Lafonian mi- croplate; LHR, Lord Howe Rise; SAM, South America; SG, South Georgia. da Mukasa e Dalziel [2000]. no l'inizio di un sollevamento regionale comin- La Nuova Zelanda, che viene invece tra- ciato ~100 Ma, subito dopo la messa in posto sferita dal Gondwana alla placca Pacifica, ~100 dei graniti (Fig. 43b). Ma inizia a separarsi dal Campbell Plateau, por- In particolare, il magmatismo calc-alcali- tando così all’apertura del Great South Basin no associato alla subduzione terminò ~110 Ma [Lawver et al., 1992]. lungo le coste della MBL occidentale, però con- Si tratta di fenomeni che registrano l'arri- tinuò fino a 96 Ma nell’area orientale della vo del break-up tra l’Antartide occidentale ed il MBL, presso la baia di Pine Island Bay. Questo microcontinente definito Grande Nuova suggerisce che la dorsale PAC-PHO inizia a pro- Zelanda, che porta anche (1) ad una prima fase pagarsi da Ovest verso Est [Mukasa e Dalziel, estensionale nel Ross Sea Embayment [Weaver 2000]. Inoltre, la MBL potrebbe essere stata di- et al., 1994], (2) alla formazione dei quattro visa in due terranes, orientale e occidentale, che principali depocentri attualmente presenti nel si sarebbero uniti tra 117 Ma e 100 Ma, lungo Mare di Ross e (3) all’iniziale sollevamento una faglia trascorrente [Di Venere et al., 1995]. delle TAM [Salvini et al., 1997].

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Figura 44. Ricostruzione paleogeografica del Gondwana meridionale nel Cretacico su- periore, a 80 Ma. Sono messi in evi- denza il rifting tra il Campbell Plateau e la Terra di Marie Byrd, con l’estensione del centro d’e- spansione Pacifico-Antartide, la dorsale ed il rifting tra il Mare di Tasmania ed il Lord Howe Rise. La cir- colazione d’acque profon- de, tra la Tasmania e l’Australia, era però bloc- cata, mentre c’era deposi- zione marina a Sud dell’Australia, e l’Oceano Indiano era completamen- te aperto all’Oceano Pacifico Le abbreviazioni sono: BT, Bounty Trough; CP, Campbell Plateau; CR, Conrad Rise; Chatham Rise; EB, Emerald Basin; GSB, Great South Basin; LHR, Lord Howe Rise; NNZ, North New Zealand; RS, Ross Sea Embayment; SNZ, Sud Nuova Zelanda. da Lawver et al., [1992].

La subduzione della dorsale orientale bilità nel Cretacico superiore (~80 Ma) erano tra PAC-PHO, insieme al vulcanismo di arco, con- loro collegate le aree gravimetricamente equiva- tinua invece lungo il Sudamerica, la Penisola lenti a crosta oceanica: Bounty Trough e Great Antartica e l’isola di Thurston [Bradshaw, South Basin (Fig. 44) [Lawver et al., 1992]. 1989]. Il movimento convergente, in questa re- L’evento potrebbe essere ricondotto tanto gione, termina quando ciò che resta della placca a deformazioni intraplacca quanto ad un movi- di Phoenix viene inglobato dalla placca Pacifica mento tra placche, come ad esempio l’espansio- [Luyendyk, 1995]. Intanto, il moto divergente tra ne di fondo oceanico, facendo così agire la placca Pacifica e quella Antartica (ANT) l’Antartide occidentale come due placche sepa- porta alla nascita della dorsale PAC-ANT (Fig. rate. In questo caso, il limite più orientale tra le 43c) che si propaga dalla giunzione tripla due placche dovrebbe essere la placca di Pacifico-Antartide-Farallon lungo il margine di Bellingshausen, la cui presenza è stata di recen- Gondwana, analogamente alla fase che nel te ipotizzata da McAdoo e Laxon [1997]. corso del Cenozoico coinvolge le placche Questa estensione all’interno della Terra Pacifico-Nordamerica-Farallon [Lawver e di Marie Byrd, post-data la sua separazione dal Gahagan 1994; Luyendyk, 1995]. Campbell Plateau a ~83 Ma e potrebbe essere Allorché un’ulteriore sezione della dorsa- stata localizzata lungo un asse N-S coincidente le PAC-PHO cessò l’espansione, o venne sub- con un lineazione gravitativa chiamata depres- dotta lungo il margine orientale di Australia- sione di Bellingshausen (si veda anche Fig. 5) Lord Howe Rise, l’estensione crostale si spostò che, probabilmente, agì come un centro d'espan- ulteriormente verso l’interno, nel Mare di Ross, sione il quale cessò la sua attività ~61 Ma. Allo tra l’Antartide orientale e quella occidentale: stesso tempo, l’Iselin Rift, considerato un seg- nella zona antistante il Ross Embayment, stret- mento abbandonato della dorsale PAC-ANT, ching e rifting iniziano nel Bounty Trough (tra potrebbe aver agito come centro d'espansione Chatham Rise e Campbell Plateau) e nel Great nell’area del Ross Embayment (Fig. 45) South Basin (tra il Sud della Nuova Zelanda e il [McAdoo e Laxon, 1997]. Ipotesi supportata dal Campbell Plateau), successivamente alla subdu- fatto che la struttura tettonica delle placche zione della dorsale Pacifica a Nord della Nuova Pacifica, Antartica e Australiana richiede un ul- Zelanda. Questo anche perché, con molta proba- teriore limite di placca tra l’Antartide orientale e

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Figura 45. I limiti di placca nei Mari di Ross e Amundsen ~60 Ma, ipotizzati poco prima che terminas- se l’attività al limite della placca di Bellingshausen (BT). Le altre ab- breviazioni sono: (IR), Iselin Rift; (IB), Iselin Bank; (SEIR), Southeast Indian Ridge. Sono mo- strate anche due ipotesi (?) circa l’individuazione delle aree di de- formazione tra le placche dell’ Antartide orientale e occidentale. da McAdoo e Laxon [1997]. occidentale, che potrebbe essere stato attivo sin Basin in Fig. 46) [Elliot, 1994]. da 61,2 Ma (crono 27). Secondo Marks e Stock Anche se lo stretching e la rapida subsi- [1997] l’Iselin Rift era presente tra l’Antartide denza, che precedono il rift del margine meri- occidentale e orientale prima del crono 24 (55,3 dionale dell’Australia iniziano (~125 Ma) con Ma), e terminò la sua attività quando la dorsale una lenta separazione dell’Australia dell’Oceano Indiano Sudorientale (SEIR) rag- dall’Antartide orientale, la formazione del giunse la dorsale della Tasmania. fondo oceanico tra i due continenti non inizia In questo contesto assume notevole im- fino a ~96 Ma [Lawver et al., 1992]. Così come portanza l’Iselin Bank, un blocco continentale ~95 Ma inizia il rifting tra l’Australia e il Lord che attualmente fa parte dell’Antartide occiden- Howe Rise/ Campbell Plateau. tale ma che all’epoca dell’espansione nel Mare Però è nel Cretacico superiore (~75 Ma) di Tasmania era parte dell’Antartide orientale, che, insieme alla Nuova Zelanda, il Lord Howe potrebbe colmare il gap tra l’area Sudocciden- Rise ed il Campbell Plateau cominciano ad al- tale del Challenger Plateau e la parte più orien- lontanarsi dall’Australia e dall’Antartide, muo- tale del limite Antartico continente-oceano vendosi in direzione E-NE rispetto all’Australia. [Gaina et al., 1998 e ref. ivi citate]. Inizia così a formarsi lentamente crosta oceani- ca (~10 m/Ma) ed il rift si propaga verso Nord (Fig. 46) [Shipboard Scientific Party, 2000a, 4.8. Il rifting Australia-Antartide e l’a- ODP Leg 189]. pertura del Mare di Tasmania Tutto questo porta all’apertura del Mare A differenza delle prime fasi della storia di Tasmania, un bacino oceanico marginale, li- di Gondwana, la separazione tra l’Antartide e mitato ad Ovest dal continente Australiano, ad l’Australia non porta a vulcanismo distensivo. Est dal blocco Lord How Rise/Challenger L’origine di questo evento potrebbe essere lega- Plateau e Nuova Zelanda, a Sud da una discor- to ad un cambio del regime tettonico nel danza che lo separa dalla più giovane crosta Gondwana da compressivo (dovuto alla spinta oceanica prodotta dal SEIR e dal Macquarie delle dorsali: ridge push), a distensivo (dovuto Ridge, che rappresenta un centro d’espansione alla trazione della zolla in subduzione: slab estinto. La parte settentrionale di questo bacino pull), diventando il fattore dominante nella se- contiene un segmento allungato di crosta conti- parazione dell’India dall’Antartide [Storey, nentale (Dampier Ridge), separato da due picco- 1995]. Questo grazie al rapido allontanamento li bacini (Lord Howe e Middleton) dal Lord dell’India verso Nord (~99 Ma) ed allo sviluppo How Rise. In quest’area Gaina et al., [1998] verso Est della dorsale Indiana Sudorientale hanno individuato 13 blocchi continentali che, (SEIR), che in Antartide sarebbe stato registrato tra 90 Ma e 64 Ma, agirono come microplacche: nella Terra di Wilkes, un’area chiave per capire sarebbe stata la loro azione a produrre l’apertu- l'evoluzione del margine continentale e della re- ra del Mare di Tasmania dove l’espansione del gione dell’Oceano Indiano durante gli ultimi fondo oceanico iniziò prima a Sud, come risul- 100 Ma [Anderson, 1991]. Nella Terra di tato del rifting tra il Challenger Plateau e la Wilkes, infatti, è presente un importante bacino parte mediana del Lord Howe Rise che si sepa- sub-glaciale che, con la sua continuazione in rarono dall’Australia, e quindi si propagò verso altri bacini subglaciali (Pensacola e Aurora) po- Nord, interessando anche gli altri microblocchi. trebbe rappresentare la controparte di depressio- Tra questi, ai fini della ricostruzione dell’evolu- ni Cretaciche presenti nel SE Australia (ad zione del continente Antartico, riveste notevole esempio, Gippsland Basin, Bass Basin e Otway importanza il South Tasman Rise (STR).

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Figura 46. Una ricostruzione del Pacifico Sudoccidentale legata al crono 33 (74 Ma) dove sono ripor- tati la Grande Nuova Zelanda, i margini dell’Australia SE e dell’ Antartide NW. Le aree che attual- mente si trovano a profondità su- periori ai 2000 m sono riportate in grigio chiaro. La chiusura del circuito di placche Australia-Antartide-Nuova Zelanda implica un rifting obliquo nel Ross Embayment sin dal crono 33y (~73Ma), con minore entità verso Sud. Questo è in buon ac- cordo con la geologia nota, la struttura crostale della regione e col fatto che ci sono somiglianze nella storia geologica [Bradshaw et al. 1997] tra le rocce della Western Province e quelle del Lachlan Fold Belt in Australia, del Mathinna Terrane in Tasmania, del Robertson Bay Terrane nell’Antartide Orientale e con la Formazione di Swanson nella Terra di Marie Byrd. da Sutherland [1999].

Di recente [Rollet et al., 1996; Royer e quella veloce (30 m/Ma), iniziata 43 Ma Rollet, 1997], dal riesame delle anomalie ma- [Shipboard Scientific Party, 2000a, ODP Leg gnetiche del fondo oceanico e dei dati di gravità 189] e che porta al trasferimento del STR occi- da satellite, è stata avanzata l’ipotesi che il STR dentale e orientale dal margine continentale an- sia formato da due domini distinti (Fig. 47), se- tartico a quello australiano. Fenomeno che se- parati da una faglia trasforme N-S: un terrane condo Tikku e Cande [2000] sarebbe avvenuto occidentale che almeno durante l’apertura del rispettivamente, 53 Ma e 43 Ma, mentre Royer e SEIR era legato all’Antartide, quando formava Rollet [1997] ipotizzano età di 66 Ma e 53 Ma. parte della piattaforma continentale nella Terra I due terranes si sarebbero uniti nel STR a ~40 Vittoria settentrionale, ed un terrane orientale Ma [Müller et al., 2000]. inizialmente unito alla Tasmania e alla placca Questi eventi, che portano all’apertura del Australiana [Gaina et al., 1998]. Pacifico Sudoccidentale e del Mare di Tasmania Dopo l’anomalia magnetica C34 (~83,5 determinando il rifting dell’area più orientale Ma) l’Australia iniziò il suo spostamento verso del Gondwana, insieme al vulcanismo che so- NW, ed i due blocchi del STR, che iniziarono a prattutto all’inizio del Cenozoico caratterizza la muoversi lentamente verso Sud relativamente regione Tasmaniana, potrebbero essere legati al- all’Australia [Müller et al., 2000] subirono l’inizio dell’attività del plume che ora si trove- un’estensione valutabile in 150 km che portò rebbe sotto le isole di Balleny. alla formazione, tra la Tasmania e il STR, del Nell’area sono infatti presenti diverse ca- South Tasman Saddlle, una struttura che alla tene di seamounts riconducibili al Cretacico su- fine del Cretacico, insieme al Bass Straits e al- periore-Cenozoico, una delle quali si estende l’area compresa tra l’Australia e il STR, forma- dalle isole di Balleny all’East Tasman Plateau, vano un ponte continentale tra l’Australia un’area circolare profonda ~3.000 m, circonda- Sudoreintale e l’Antartide alla quale era proba- ta da crosta oceanica che sovrasta un basamento bilmente legato anche il STR. di rocce continentali [Exon et al., 1997] e che Quest’area continentale separava il baci- supporta il guyot Soela Seamount, prodotto dal no, presente tra i due continenti, dall’Oceano vulcanismo di hotspot del Paleogene [Duncan e Pacifico, bloccandone l’allargamento sia duran- McDougall, 1989]. te la fase estensiva lenta (10 m/Ma) che durante Questo lineamento, formato da una cate-

50 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico na di seamounts, potrebbe rappresentare la trac- cia del passaggio della dorsale in espansione Australia-Antartide sopra il plume di Balleny [Lanyon et al., 1993], con l’Australia che si muoveva lungo una faglia trascorrente NW-SE rispetto all’Antartide. Ipotesi che sembrerebbe essere supportata dalla ricostruzione delle plac- che, basata sulle inversioni delle anomalie ma- gnetiche legate all’espansione delle dorsali oceaniche, e dalla ricostruzione del movimento del STR (Fig. 48). Del resto, è alquanto diffusa l’idea che l’attività di rift nel SW Pacifico possa essere ri- condotta all’attività di plume [Lanyon et al., 1993; Weaver et al. 1994; Hart et al., 1997], quello della Terra di Marie Byrd (MBL) e/o di Balleny, che avrebbe indebolito la litosfera e controllato così parzialmente la posizione del rifting. L’ipotesi trae origine dalle caratteristi- che geochimiche e dalle datazioni radiometri- che di rocce mafiche, affini agli espandimenti di Figura 47. I movimenti dei blocchi nell’area Tasma- basalti continentali, presenti in Nuova Zelanda, niana, che viene considerata fissa, tra il Cretacico e il nel Chatham Rise e nella MBL. Cenozoico inferiore. La crosta continentale forma il Questo modello potrebbe spiegare la dis- margine della Tasmania, del South Tasman Rise e tribuzione estremamente vasta (>5.000 km) e dell’East Tasman Plateau, ed è limitata su tutti i lati da prolungata nel tempo (~100 Ma), dal Cretacico piane abissali oceaniche. inferiore al Cenozoico, del vulcanismo alcalino da [Shipboard Scientific Party, 2000a, ODP Leg 189]. diffuso lungo i margini continentali che borda- no le terre del SW Pacifico, mentre l’apparente assenza di una catena di seamounts tra l’isola di Chatham e la MBL sarebbe legata al fatto che la placca Antartica rimase fissa sopra questo plume per parecchio tempo. Un plume Cretacico, però, dovrebbe giu- stificare, nella Terra di Marie Byrd, il contrasto tra il sollevamento termico avvenuto lungo il margine col notevole volume di granitoidi ano- rogenici, nonché lo smantellamento del tetto del complesso metamorfico. Allo stesso tempo il suo margine coniugato, quello della Nuova Zelanda, era in subsidenza e caratterizzato da un bacino sedimentario del Cretacico superiore con oltre 4,6 km di sedimenti, e continuava ad estendersi allontanandosi dalla zona d'influenza del plume [Lawver e Gahagan, 1994]. Inoltre, siccome tra il magmatismo di rift e la formazione di crosta oceanica, tra la Grande Nuova Zelanda e l’Antartide occidentale, ci sono solo 17 Ma (poco più della metà di 30 Ma Figura 48. Ricostruzione della traiettoria del South necessari all’apertura dell’Oceano Atlantico Tasman Rise (STR) rispetto all’Antartide che è rimas- centrale) [Mukasa e Dalziel, 2000], piuttosto ta stabile rispetto al Polo Sud sin dal Cretacico, e per- che all’ipotesi del plume, questa rapidità nella ciò vengono mostrate anche le paleolatitudini del STR. separazione può essere ascritta ad altri modelli, La vicinanza tra le tracce dell’hotspot (linea trat- come lo ‘slab-window’ che comporta la reale teggiata) e le tracce con l’Antartide fissa (linea intera) subduzione della placca PAC-PHO [Lawver e aggiunge valore a questa interpretazione (età delle in- Gahagan, 1994], oppure al modello che invoca versioni magnetiche sono tratte da Cande e Kent, la cattura della microplacca e il salto della dor- [1995]; tra parentesi sono riportati i croni magnetici). sale [Luyendyk, 1995]. da [Shipboard Scientific Party, 2000a, ODP Leg 189].

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Figura 49. Ricostruzione paleogeografica tra 60 e 30 Ma. Gli eventi più significativi che si sviluppano in Antartide nel Cenozoico sono riconducibili a fenomeni probabilmente collegati tra loro e ascrivibili (a) al- l’instaurarsi di una circolazione oceanica circumpolare, con Antartide e Sudamerica completamente sepa- rate ~29 Ma, con la formazione di fondo oceanico nello stretto di Drake; (b) al sollevamento e denuda- zione delle TAM; (c) allo stabilirsi di un clima polare desertico. da [Lawver et al., 1992].

5. Il Cenozoico probabilmente avvenga tra il Campbell Plateau e la Terra di Marie Byrd, e nel Mare di Tasmania Dal Cretacico superiore (~70 Ma) [Lawver et al., 1992]. all’Eocene superiore (~40 Ma) la Penisola Iniziata nel Mesozoico, la separazione Antartica si muove verso Est, rispetto al dell’Antartide dall’Australia rimane quiescente Sudamerica. L’apertura del Mare di Scotia non è (~0,8 cm/anno) fino al crono C20 (44 Ma), ancora iniziata e numerosi piccoli frammenti quando a seguito di una riorganizzazione delle continentali, nella regione dello stretto di Drake, placche nell'Oceano Indiano [Fitzgerald 1999], bloccano la circolazione circum-polare d’acqua la Tasmania e l’Australia iniziano ad allontanar- profonda. La Tasmania e il South Tasman Rise si rapidamente, l’una dall’area occidentale del formano ancora una barriera per la circolazione Mare di Ross e l’altra dall'Antartide occidentale delle acque alle alte latitudini, benché questa (Fig. 49), a un tasso d’espansione che fino al

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Figura 50. Gli attuali limiti di placca Australia-Antartide, con le età delle anomalie magnetiche dell’Oceano Meridionale e le principali zone trasformi, tra la Tasmania e la Terra Vittoria settentriona- le. Le anomalie magnetiche sono correlate alle principali faglie trascorrenti regionali ad andamento NW-SE presenti nella regione del Mare di Ross. Le abbreviazioni sono: P, Plio-Pleistocene; M, Miocene; O, Oligocene; E, Eocene; Pc, Paleocene; LK, Late Cretaceous; EK, Early Cretaceous. da Salvini et al., [1997]. crono C18 (40.1 Ma) è stato valutato in ~3,0 so la Terra di Marie Byrd [Cande et al., 1998; cm/anno [Müller et al., 2000]. 2000]. Inoltre, durante il Cenozoico la regione Secondo Salvini et al., [1997] le faglie Tasmaniana venne interessata da tre critici even- trasformi presenti nell’Oceano Meridionale, du- ti tettonici: (1) un movimento trascorrente che, rante il rifting tra l’Australia e l’Antartide, po- iniziato nel Paleocene e terminato 55 Ma, per trebbero aver riattivato le strutture legate alle l’espansione del fondo oceanico nel South zone di sutura Paleozoiche ad andamento NW- Tasman Rise (STR) porta alla definitiva separa- SE, nella Terra Vittoria. Tale riattivazione, ini- zione del terrane dalla Terra Vittoria settentrio- ziata ~50 Ma, avrebbe prodotto una tettonica nale/Terra di Wilkes orientale. Quindi, soltanto transtensiva con una componente dominante di tra il Paleocene e l’Eocene inferiore il STR oc- trascorrenza destra. Ed in concomitanza con la cidentale si staccò dall’Antartide [Gaina et al., riorganizzazione geodinamica del Pacifico me- 1998; Royer e Rollet, 1997] unendosi al terrane ridionale (~30 Ma), nella regione del Mare di orientale a ~40 Ma (2) dopo un movimento tra- Ross avviene un cambiamento fondamentale scorrente di 70 km [Müller et al., 2000] che, ini- nell'estensione tettonica: da ENE-WSW diventa ziato nell’Eocene lungo il limite occidentale tra WNW-ESE, con le strutture tettoniche del Mare il STR e l’Antartide, terminò nell’Eocene supe- di Ross che potrebbero rappresentare la conti- riore, intorno ai 34 Ma; (3) la subsidenza del nuazione di quelle presenti nella Terra Vittoria STR ed il collasso del margine continentale in- settentrionale, che a loro volta sarebbero legate torno alla Tasmania, nell’Oligocene superiore. all'attività delle zone di frattura dell’Oceano Evento che si presenta anche nel Victoria Land Meridionale (Fig.50) [Salvini et al., 1997]. Basin ad Est dell’area sollevata nelle TAM Evento che, nell’Antartide occidentale, contras- [Cape Roberts Scientific Team, 2000], lungo la segna l'inizio di un vulcanismo diffuso attraver- costa di Otway in Australia e al Nordovest della

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Figura 51. Mappa dell’ Oceano Indiano SE che mostra i lineamenti magnetici, la dis- cordanza Australia-Antartide (AAD), i siti delle perforazioni effettuate nell'ambito del Programma DSDP (cerchi neri) e la posizione dei campioni dragati da Lanyon et al., [1995] (circoli ad occhio di bue). La sottile linea scura a V, ad Est dell'AAD, è la traccia dedotta del limite isotopico tra il man- tello degli Oceani Indiano e Pacifico, per un tasso di migra- zione pari a ~40 mm/anno. La linea a V grigia più larga, indi- ca la traccia approssimativa dell'anomalia di profondità re- gionale. da Shipboard Scientific Party [2000c, ODP Leg 187].

Tasmania [Shipboard Scientific Party, 2000a, Nuova Zelanda meridionale registra la fine del- ODP Leg 189]. l'estensione fra i bacini di Emerald e del STR, a La separazione del STR dall’Antartide cavallo del limite di placca Pacifico-Australia, e potrebbe aver portato anche alla presenza di altri testimonia l’inizio dell’attuale regime di movi- elementi strutturali, legati probabilmente ad una mento trasforme obliquo lungo la Macquarie migrazione verso Ovest del mantello sottostante Ridge [Cande et al., 2000] mentre cresce la ve- la dorsale Pacifica [Klein et al., 1988]. locità con cui si separano Antartide e Australia. Migrazione che sarebbe comunque avvenuta ra- A seguito della definitiva separazione dell’area pidamente, almeno durante gli ultimi 4 Ma. Tasmaniana da quella del Mare di Ross occi- Infatti, le lave eruttate lungo le dorsali dentale, e dell’apertura dello stretto di Drake dell’Oceano Indiano sono isotopicamente di- (32÷22 Ma), l’Antartide diviene definitivamen- stinte da quelle dell’Oceano Pacifico, riflettendo te un continente isolato. In particolare, il colle- una differenza fondamentale nella composizio- gamento di Gondwana col Sudamerica fu rotto, ne del mantello sottostante [Müller, 2000]. probabilmente a ~29 Ma, con la formazione di E lungo la dorsale dell’Oceano Indiano fondo oceanico nel Passaggio di Drake (anoma- Sudorientale (SEIR), le province isotopiche del lia C10). La circolazione di acqua superficiale mantello nei due oceani sono separate da un li- potrebbe essere iniziata prima, anche se quella mite ad angolo acuto che è stato localizzato di acque profonde non fosse ancora possibile lungo l'asse d’espansione del SEIR all'interno di ~23 Ma, quando la crosta continentale del una struttura definita Discordanza Australia- Sudamerica si staccò dalla Penisola Antartica Antartide (AAD in Fig. 51). Questa rappresenta lungo la Frattura di Shackleton [Barker e una regione unica al mondo con una delle più Burrell, 1977]. profonde (4–5 km) aree del sistema globale di Eventi che portano all’instaurarsi della dorsali medio-oceaniche. La sua anomala pro- circolazione circum-antartica e alla formazione fondità riflette la presenza di un mantello insoli- della “Antarctic Bottom Water”, ritenute tra le tamente freddo e quindi di crosta sottile cause principali che hanno portato all’isolamen- [Shipboard Scientific Party, 2000c, ODP Leg to termico dell’Antartide [Barker e Burrell, 187]. La crosta oceanica che si formò ~30 Ma 1977, 1982; Lawver et al., 1992]. lungo l’AAD era caratterizzata da una topogra- fia caotica del fondo oceanico, che è stato suc- cessivamente spostato e sostituito da fondo ma- 5.1. L’apertura del Mare di Scotia rino normale, prodotto da una fonte magmatica Il margine Pacifico Nordorientale della al limite isotopico Indiano–Pacifico [Christie et Penisola Antartica ed il suo margine coniugato al., 1998]. del Cile meridionale, separati dallo stretto di Sempre nell’Oligocene (~30 Ma), la Drake (Fig. 52), sono molto importanti sia per la

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Figura 52. (A) Mappa dell’attuale situazione tettonica nell’area del Mare di Scotia, che comprende due distinte placche oceaniche: la Placca delle Sandwich e la Placca di Scotia. Le abbreviazioni sono: BS, Bransfield Strait; NSR, North Scotia Ridge; PAR, Phoenix–Antarctic Ridge; SSB, South Shetland Block; SSR, South Scotia Ridge; SST, South Shetland Trench; STC, South Chile Trench; WSR, West Scotia Ridge. La mappa interna (B) mostra i limiti delle placche presenti nell’area. La legenda comprende: 1, zone di subduzione attiva; 2, zone inattive di subduzione; 3, zone di faglia transpressive; 4, zone di faglia; 5, centri d’espansione attivi; 6, centri d’espansione inattivi; 7, zone estensive attive; 8, zone di faglia trans- tensive attive; 9, crosta continentale; 10, crosta oceanica; 11, limite crosta continentale–crosta oceanica. da Galindo-Zaldìvar et al., [2000] modificato. complessità geodinamica della zona, che per inizia ~29 Ma, ed è registrata dalle anomalie aver determinato l’isolamento climatico respon- magnetiche [Barker et al., 1991]. sabile della glaciazione Antartica. Tant’è che la Simile alla placca Caraibica che collega storia tettonica della formazione della placca di Sud e Nordamerica, la placca di Scotia com- Scotia è estremamente difficile da giustificare prende le dorsali sottomarine ed i blocchi conti- solamente nel quadro di una semplice risposta nentali che collegavano la Penisola Antartica passiva al graduale allontanamento tra le plac- alla Cordigliera Andina ed è separata, mediante che Sudamericana ed Antartica che, attiva sin una dorsale N-S, dalla placca Sandwich che so- dal Paleogene, ha prodotto uno scenario di plac- vrascorre la placca Sudamericana [Lawver et che e blocchi continentali, limitati da faglie tra- al., 1995]. Il blocco delle South Shetland, tra il scorrenti, fosse e dorsali in espansione. Bransfield Strait e la fossa South Shetland, rap- L'area è strutturalmente molto complessa presenta la parte di litosfera della Penisola (Fig. 52), in quanto coesistono in una zona limi- Antartica che sovrascorre l’estinta placca tata, margini di tipo attivo (South Shetland e Phoenix. Dalla ricostruzione paleogeografica Cile Meridionale) e trascorrente (Scotia Ridge) [Barker et al., 1991] emerge che, sin da ~50 Ma, zone di frattura oceanica (Shackleton, Hero), almeno un migliaio di km del centro d’espan- dorsali oceaniche (Phoenix-Antarctic Ridge) e sione Antartide-Phoenix (ANT-PHO) vennero bacini di retro-arco (Bransfield). E secondo al- subdotti sotto il Bransfield Strait. Solo un picco- cuni [Coren et al., 1997] la sua evoluzione an- lo frammento del centro d’espansione ANT- drebbe collegata all'esistenza di un flusso aste- PHO (tra le zone di frattura Hero e Shackleton) nosferico localizzato nel mantello terrestre. La non venne subdotto, ed è ciò che resta della separazione e la dispersione dei frammenti cro- placca Phoenix divenuta parte della placca stali continentali dell’area del Mare di Scotia Antartica (Fig. 52). Il South Scotia Ridge, inve-

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Figura 53. Mappa dell’Antartide in cui sono riportati, con approssimazione, i lineamenti discussi nel testo. L’area con tratteggio trasversale rappresenta la posizione della struttura Cenozoica del West Antarctic rift system (WARS) mentre la linea marcata è la spalla del rift. Le TAM formano il fianco del rift continuo e con alte elevazioni lungo il settore del Ross Embayment. Rift che potrebbe continuare lungo il margine dell’Antartide orientale (linee tratteggiate corte) o curvare nell’Antartide occidentale (linee tratteggiate lunghe). L’area in grigio indica le zone al di sotto del livello marino mentre le linee tratteggiate chiuse rappresentano i principali blocchi crostali dell’Antartide occidentale. Le abbrevia- zioni sono: EM, Ellsworth–Whitmore Mountains block; MBL, Marie Byrd Land block; AP, Antarctic Peninsula block, WB, Wilkes Subglacial Basin; NVL, northern Victoria Land; SVL, southern Victoria Land; CTAM, central Transantarctic Mountains. da Wilson [1999] modificato. ce, separa il Mare di Scotia dal bacino di di Weddell, con una larghezza che varia dai 750 Powell, una struttura estensionale che si formò km ai 1.000 km (Fig. 53). Per via della sua no- in un regime di retro-arco durante le prime fasi tevole estensione, il WARS viene paragonato a di apertura del Mare di Scotia [Coren et al., due delle province estensive più studiate del 1997]. Verso Est il South Scotia Ridge è caratte- mondo: il Basin e Range, negli USA occidenta- rizzato da grabens e horsts, ed è composto di li [Behrendt et al., 1992] e il sistema di rift frammenti di crosta continentale limitati da fa- dell’Africa orientale, aree dove però i rifts sono glie trascorrenti transpressive e transtensive intracratonici [Stump, 1995; Tessensohn e [Maldonado et al., 1998]. Wörner, 1991] mentre il WARS si sviluppa al li- mite tra il basamento cratonico dell’Antartide orientale e le rocce Fanerozoiche dei terranes 5.2. Il West Antarctic Rift System dell’Antartide occidentale. Il West Antarctic Rift System (WARS) si Le TAM ne rappresentano l’impressio- estende per 3.000 km dal Mare di Ross al Mare nante fianco rialzato, principalmente Cenozoico

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[Tessensohn e Wörner, 1991], sovrapposto ad un tale risulta caratterizzata da un basso gradiente sistema di rift Mesozoico di cui ci sono poche geotermico e da una rigidità tipica dei vecchi evidenze strutturali (ad esempio bacini o faglie) cratoni (Australia occidentale e Africa meridio- che secondo Schmidt e Rowley [1986] sarebbero nale), ritenuta di almeno due ordini di grandez- però nascoste dal ghiaccio. za più elevata rispetto alla rigidità tipica dei rift L’andamento del rift Mesozoico è segna- di margini continentali [ten Brink et al., 1997]. to dal magmatismo tholeiitico diffuso lungo le Nel Mare di Ross, invece, la litosfera è TAM, prodotto nelle fasi iniziali della frammen- più sottile e presenta un alto gradiente geotermi- tazione di Gondwana, e segue la superficie co, legato all’assottigliamento Mesozoico e lungo la quale, nel Cretacico superiore, si staccò Cenozoico [Cooper et al., 1991]. Tant’è che la il blocco Nuova Zelanda-Campbell Plateau al- profondità della Moho alla transizione lontanandosi dalla Terra di Marie Byrd. TAM/Mare di Ross, stimata su profili a rifrazio- Il limite occidentale del WARS è definito ne nell’area di Monte Melbourne, è di ~20 km da una spettacolare spalla di rift d’età Cenozoica vicino alla costa e ~40 km all’interno che interessa le TAM, dalla Terra Vittoria set- [O’Connell e Stepp, 1993]. tentrionale, attraverso le Montagne della Regina Studi geochimici [Kalamarides et al., Maud, fino alle Montagne di Horlick- 1987; Kalamarides e Berg, 1991] indicano inve- Whitemore-Ellsworth (Fig. 53). In corrispon- ce che la crosta inferiore del Mare di Ross (più denza delle Montagne di Horlick, la spalla del basso contenuto silice) è abbastanza differente rift Cenozoico diverge dall'andamento segnato da quella sottostante le TAM, suggerendo la pre- dalle tholeiiti Giurassiche di Ferrar che sono senza di una discontinuità e forse di una sutura, esposte in continuità (compresa l'intrusione di che risale probabilmente al Paleozoico inferiore Dufek) lungo i rilievi più bassi (1-2 km) delle o al pre-Cambriano, nella parte inferiore della TAM, a ridosso del Mare di Weddell. Così, le crosta fra TAM e Ross Embayment. Elementi TAM rappresentano la più alta spalla di rift del che portano Woolfe e Barrett [1995] ad ipotizza- globo, con altezze medie dell’ordine dei 3.000 re che la sottile crosta presente sotto il Mare di m e con rilievi che raggiungono quote di ~4-5 Ross non è una parte estesa del cratone km nei picchi più alti, elevandosi fino ai 7 km Antartico, ma rappresenta un terrane separato. (~5 sopra il livello del mare) di Monte Vinson, nelle Montagne di Ellsworth. La improvvisa ri- duzione delle elevazioni a Nord delle Montagne 5.3. La Catena Transantartica di Ellsworth, divide questi rilievi dalla Penisola La Catena Transantartica (TAM) è una Antartica [Behrendt et al., 1993]. delle maggiori catene montuose estensionali Il fianco orientale del WARS, quello che presenti sulla Terra. Lo sviluppo delle TAM in si estende tra le Montagne di Ellsworth e i Mari un ambiente estensionale, piuttosto che in un re- di Amundsen e di Bellingshausen, è segnato da gime compressivo, venne riconosciuto anche quote topografiche più basse, con le massime dagli studiosi d’inizio secolo [David e Priestley, elevazioni (~2,5÷3 km) che vengono raggiunte 1914; Gould, 1935] che le descrissero come un lungo le coste della Terra di Marie Byrd. grande horst. Infatti, le caratteristiche strutturali Piuttosto che da una scarpata lineare, questo delle TAM, contrariamente alle altre giovani ca- fianco del WARS è segnato da una topografia ad tene montuose (Cordigliera Andina, sistemi horsts e grabens e da un innalzamento del basa- Alpino-Himalayano e Nordamericano) formate- mento pre-Cenozoico che ora si trova a 2.500 m si lungo margini convergenti, sono legate gene- di altezza [Behrendt e Cooper, 1991]. ticamente ad un margine passivo divergente Questa differenza tra i due lati del WARS, senza pieghe e sovrascorrimenti. conferisce al rift Cenozoico un aspetto topogra- Si tratta di rilievi che presentano un’am- fico asimmetrico, legato anche alla distribuzio- pia scarpata la quale assume una leggera incli- ne dei prodotti vulcanici: i più grandi volumi di nazione lontano dal rift, in aree prive di defor- rocce basaltiche e felsiche sono concentrati mazioni compressive e dal profilo topografico nelle province della Terra di Marie Byrd (lungo asimmetrico, come quelli che caratterizzano il la costa del Mare di Amundsen) e del Ross SE dell’Australia, la parte occidentale dell'India Embayment occidentale, che sono anche le re- e le colline del Mar Rosso, nei pressi del golfo gioni interessate dall’attività più prolungata. di Suez, le Montagne Wasatch dello Utah negli Questa asimmetria viene attribuita alla USA [Stern e ten Brink, 1989, e ref. ivi citate]. differenza tra la rigidità della litosfera sottostan- Il limite tra la spalla del rift e la zona del te l’Antartide orientale e occidentale, con la bacino sarebbe individuato da una faglia norma- prima più spessa della seconda [Behrendt et al., le, con una probabile componente trascorrente, 1993]. Inoltre, la litosfera dell’Antartide orien- caratterizzata da una scarpata assai ripida espo-

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Tabella 2. Quantità di denudazione (comprensiva tanto del weathering di materiali dalla superficie terrestre che la loro rimozione a seguito di processi erosivi) sollevamento tettonico (spostamento della superficie terrestre rispetto ad una struttura di rferimento fissa, come ad esempio la superficie terre- stre) in differenti settori delle TAM, dedotti col metodo delle tracce di fissione. I dati sono stati tratti dai lavori di Fitzgerald e Gleadow [1988], per i primi tre riferimenti della Terra Vittoria settentrionale; da Balestrieri et al., [1994] per l’altro dato della Terra Vittoria settentrionale; da Fitzgerald [1992] per il ghiacciaio Wilson Piedimont ed il Granite Harbour; da Gleadow e Fitzgerald [1987], per i dati della Wright Valley e delle Dry Valleys; da Stump e Fitzgerald [1992] per i dati del ghiacciaio di Scott. da Busetti et al., [1999] modificato. sta in continuità lungo le TAM, dalla Terra Kleman, 1999; Van der Wateren et al., 1999]. Vittoria settentrionale alle Montagne di Horlick Smith e Drewry [1984] attribuirono il sol- e di Ellsworth [Behrendt et al., 1993]. levamento delle TAM agli effetti ritardati di Per spiegare la struttura ed il sollevamen- un’astenosfera anormalmente calda (hotspot?) to delle TAM sono state proposte diverse ipote- che si formò sotto l’Antartide occidentale du- si, tutte legate al meccanismo estensionale. Un rante il Cretacico superiore, per poi spostarsi importante indicatore del sollevamento delle verso l’Antartide orientale. In questo modello, TAM è il penepiano di Kukri, una superficie l’aumento del flusso di calore dovrebbe essere erosiva che separa il basamento cristallino e me- prodotto dal cambio di fase nel mantello e con- tamorfosato dal sovrastante Beacon Supergroup durre al sollevamento delle TAM. (si veda il paragrafo 3.4). Il penepiano di Kukri, Stern e ten Brink [1989], Stern et al., vicino al fronte della catena (tra le TAM e il [1992], come anche ten Brink e Stern [1992], WARS), al termine della deposizione del hanno proposto un modello che considera il sol- Beacon Supergroup dovrebbe essersi trovato a levamento quale risultato di: 1) sollevamento 2,7÷3,5 km di profondità mentre attualmente si termico dovuto all'avanzata del mantello a bassa trova a quote comprese tra 500 e 4.000 m s.l.m.: densità dell’Antartide occidentale per 50 km la sua presenza a queste quote ne indica il solle- sotto la placca dell’Antartide orientale durante vamento [ten Brink et al., 1997]. gli ultimi 70 Ma; 2) ritorno isostatico regionale Come evidenza del sollevamento della a seguito dell’erosione di catene montuose; 3) catena viene richiamato anche il Sirius Group, sollevamento isostatico del muro di una faglia una sequenza glaciale e glaciomarina che affio- normale principale attraverso la litosfera, ed ab- ra in maniera sparsa ad alte quote nelle TAM, bassamento del tetto. Inoltre, suggeriscono che che fornisce importanti informazioni circa la la sottoplaccatura (underplating) della crosta po- storia glaciale e tettonica Neogenica delle TAM. trebbe spiegare parte del sollevamento dei mar- A questa successione sono stati attribuiti finora gini, anche se il collegamento tra il vulcanismo 45 depositi, la maggior parte dei quali sono stati ed il sollevamento permanente non è chiaro ed classificati come tilliti basali, e subordinati de- assumono che la litosfera dell’Antartide orienta- positi non glaciali. L'età e l’origine del Sirius le e occidentale si comporta come due muri can- Group è però controversa, con implicazioni per tilever, liberi di muoversi l’uno rispetto all’altro la datazione ed il numero delle espansioni della e delimitati da una faglia ad alto angolo che im- stessa calotta Antartica. Attualmente, la contro- merge ad E, verso il Mare di Ross. versia circa il Sirius Group, è basata principal- Come conseguenza del sollevamento mente sui dati provenienti dalle Dry Valleys e delle TAM, ten Brink e Stern [1992] ipotizzano dalla regione del Beardmore Group [Stroeven e la formazione di un bacino flessurale alle spalle

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Figura 54. Profilo schematico della struttura crostale del Ross Embayment dopo le fasi principali del- l’estensione continentale nel Cretacico ma prima degli eventi Cenozoici relativi all’estensione della Terra Vittoria Settentrionale (VLB) e al sollevammento della Catena Transantartica (TAM). Le altre abbreviazioni sono: CH, Coulman High; CT, Central Trough; SCH, Southern Central High; EB, Eastern Basin; MBL, Marie Byrd Land. da Fitzgerald e Baldwin [1997]. della catena, il bacino di Wilkes, una depressio- da detachment fault, che potrebbe arrivare ad in- ne lunga oltre 1200 km e larga tra i 400 km in teressare anche la Terra di Marie Byrd, la Nuova corrispondenza della costa di George V ed i 100 Zelanda ed il Campbell Plateau. km ad 81° S, associata ad anomalie magnetiche Cande et al., [2000] collegano invece il e di gravità negative. È definita principalmente sollevamento delle TAM ad un episodio estensi- con metodi geofisici, in quanto è coperta da vo registrato tra la Terra Vittoria settentrionale e oltre 3 km di ghiaccio e si trova oltre 500 m al l’Iselin Bank. di sotto del livello del mare [ten Brink et al., Quindi, relativamente all’aspetto tettoni- 1993, 1997; Fitzgerald e Stump, 1997]. co, la sua collocazione geografica e le sue di- Tuttavia, non si è riusciti ancora a stabili- mensioni suggeriscono due ipotesi principali: re se il bacino di Wilkes è un bacino flessurale, (1) tettonica estensionale indotta dalla dinamica come ritenuto da ten Brink e Stern [1992], o della litosfera del sistema Mare di Ross-Catena piuttosto un bacino di rift, come ipotizzato da Transantartica; (2) tettonica nell’insieme trans- Drewry [1976] e Steed [1983], e forse simile a tensiva, indotta dalla dinamica di espansione quello oggi ben riconosciuto nel Mare di Ross: dell’Oceano Meridionale, in analogia a quanto questo è uno degli aspetti che la ricerca antarti- recentemente ipotizzato da Salvini et al. [1997] ca dovrà cercare di chiarire. Infatti, il bacino di per la Terra Vittoria ed il Mare di Ross occiden- Wilkes potrebbe anche rappresentare la coale- tale. Non è però da escludere l’azione combina- scenza di più depressioni tettoniche che bordano ta di entrambe le fenomenologie, o una loro suc- ad Ovest la parte centro-settentrionale della cessione nel tempo [Salvini e Storti, 2001]. Montagne Transantartiche visto che, insieme al Anche l’età ed il tasso di sollevamento bacino di Pensacola, contiene evidenze d’incur- delle TAM sono argomenti dibattuti, ed è stata sioni marine, come indicato dalla flora e dalla avanzata l’ipotesi che esse rappresentino una ca- fauna individuate nei depositi Neogenici del tena, con un andamento da lineare a curvilineo, Sirius Group, e perciò potrebbe essere stato riat- di blocchi inclinati e asimmetrici che, a diffe- tivato durante il Cenozoico a seguito del solle- renza di altre spalle di rift, però, non cambiano vamento delle TAM [Elliot, 1994]. il loro assetto per l’intera lunghezza della catena Di recente Fitzgerald e Baldwin [1997] con un’inclinazione uniforme di ~1°÷ 2° verso hanno proposto un modello in cui il solleva- la parte opposta all’asse del rift [Van der mento Cretacico delle TAM nell’area del Ross Wateren e Cloething, 1999 e ref. ivi citate]. Embayment, è riconducibile ad assottigliamento Inoltre, si suppone che i diversi blocchi crostale che comporta la risalita del tetto dell’a- crostali in cui sarebbero divise le TAM, sono stenosfera il quale innesca l’estensione in super- stati sollevati in modo differenziale nello spazio ficie (Fig. 54). Lo spessore crostale interessato e nel tempo, probabilmente a causa della pre- da questo tipo di strutture sarebbe delimitato in senza di strutture trasversali ad alto angolo profondità da una superficie asimmetrica di dis- lungo le stesse TAM [Wilson, 1999], oppure per giunzione (detachment fault), base di una faglia le diverse proprietà meccaniche della litosfera listrica a livello litosferico che nel modello ri- lungo il rift [Salvini et al., 1997]. La segmenta- chiamato da Fitzgerald e Baldwin [1997] è for- zione delle TAM in vari blocchi crostali caratte- mata da una parte superiore priva di estensione rizza, per esempio, l'interno della Terra Vittoria e talvolta sollevata, ed una parte inferiore carat- meridionale e la regione del ghiacciaio di Scott terizzata da blocchi fagliati ed inclinati. Ciascun [Fitzgerald, 1992; Stump e Fitzgerald, 1992 ]. bacino del Ross Embayment sarebbe interessato Dalle tracce di fissione rilevate nell’apati-

59 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico te, emerge che nel Cretacico inferiore (115 Ma) renti vicino alle faglie trasformi della dorsale le TAM subirono una rapida denudazione, suc- Indiana Sudorientale, anche se tra le cause ven- cessiva al sollevamento, nelle zone dei ghiacciai gono richiamati pure gli effetti di deglaciazione di Scott e di Beardmore (TAM centrali) della calotta Antartica [Kreemer e Holt, 2000]. [Fitzgerald, 1994], e verso la fine del Cretacico Il continente, invece, che è tre volte più (~85 Ma) nell’area del ghiacciaio di Scott e alle piccolo della placca, è relativamente asismico, Montagne Admiralty, nella Terra Vittoria setten- benché siano presenti alcune grandi strutture di trionale e meridionale [Fitzgerald e Gleadow, rift (Lambert, Filchner e Ross), che suggerisco- 1988]. Queste prime due fasi di denudazione sa- no un locale regime tettonico estensionale rebbero associate, rispettivamente, al rifting ini- [Roult et al., 1994]. La bassa sismicità del ziale tra l’Australia e l’Antartide e all’estensio- WARS, però, mal si concilia con l’attività neo- ne iniziale nel Ross Embayment [Behrendt et tettonica e vulcanica recenti [Behrendt et al., al., 1991]. L’apice del fenomeno venne però 1993]. Questa viene messa in relazione anche raggiunto negli ultimi 55 Ma (Tab. 2), con un alla bassa rigidità della crosta in estensione nel sollevamento delle TAM di almeno 4 km negli Ross Embayment e all’alto flusso di calore nel- ultimi 30 Ma [Fitzgerald, 1994]. l’area (includendo le TAM), fattori che avrebbe- Fitzgerald et al., [1986] hanno valutato, ro favorito il diffondersi di rapidi creep lungo le per la Terra Vittoria meridionale, un tasso medio faglie, con movimenti che producono pochi ter- di sollevamento di 100 m/Ma per gli ultimi 60 remoti. E dal confronto con le altre aree glaciali Ma, con punte di 200 m/Ma per circa 10-15 Ma del globo è emersa l’ipotesi che la bassa sismi- [Fitzgerald, 1992]. cità dell’Antartide, come per la Groenlandia, sia Secondo ten Brink et al., [1997] le TAM da ricondurre alla spessa coltre glaciale da cui sarebbero state sollevate in gran parte ~30 Ma, tali regioni sono ricoperte, che è ritenuta in dopo la fine della principale fase di rifting del grado di attenuare il risentimento dei sismi. E Ross Embayment, e quindi l’evento viene asso- come la Fennoscandia, il WARS potrebbe tro- ciato al contemporaneo movimento transtensivo varsi nella fase successiva alla deglaciazione tra Antartide orientale e occidentale avvenuto che, dopo un periodo iniziale di alta sismicità, è durante la riorganizzazione della placca seguita da un periodo di bassa sismicità come nell’Oceano Meridionale (~30 Ma). quello che attualmente contraddistingue queste Sugden et al., [1995] in base ai dati geo- regioni [Behrendt et al., 1993, e ref. ivi citate]. morfologici della Terra Vittoria settentrionale, Va detto, però, che i dati disponibili sono suggeriscono, invece, che l’attuale paesaggio ancora pochi, perché poche sono le stazioni si- delle TAM riflette sollevamento ed erosione av- smiche sul continente. Ciò nonostante sono stati venuti nel pre-Neogene, mentre Behrendt e registrati dei terremoti intraplacca sulle aree Cooper [1991] sostengono che le TAM subirono continentali, ad un livello basso ma crescente, il massimo sollevamento negli ultimi 5 Ma, sin così si sta cercando di utilizzare queste informa- dal Pliocene inferiore, con un tasso di ~1 zioni per comprendere la neotettonica km/Ma, che avrebbe portato all’attuale configu- dell'Antartide ed è stata stilata una mappa di razione delle TAM nell’area che va dalla Terra questi sismi nell’intervallo 1990-1999 (Fig. 55). Vittoria alle Montagne di Ellsworth. Fenomeni che potrebbero essere presenti anche al di sotto della coltre glaciale, tra i rilievi e i ba- cini dell’Antartide orientale. A questo va ag- 5.4. La sismicità dell’Antartide giunto che la placca Antartica è soggetta anche In Antartide va distinta la sismicità della a fattori di stress indotto dal carico e dallo scari- placca da quella del continente. Infatti, l’energia co del ghiaccio in seguito ad oscillazioni clima- totale rilasciata dalla placca Antartica tra il 1925 tiche. Tant’è che gli eventi (100-112) in figura e il 1980, è paragonabile a quella delle placche 55 rappresentano microsismicità nei pressi della Africana e di Nazca, interessate da una tettonica stazione Syowa (SYS), interpretati in termini di simile, dove è distribuita lungo i margini della sollevamento della costa a seguito di deglacia- placca [Okal, 1981]. Basti pensare che il 25 zione. La sismicità intraplacca dell’Antartide è marzo 1998, la placca Antartica venne interessa- però caratterizzata dalla totale assenza di terre- ta da un evento sismico distante 300 km dal più moti al di sopra di mb=5.0 [Reading, in press]. vicino limite di placca che, con una magnitudo Quelli con una magnitudo superiore, riportati in (Mw) di 8.1, rappresenta il più grande terremoto figura 55, si presentano al limite con la placca intraplacca oceanico mai registrato. Si tratta di Atlantica meridionale (SA) o in associazione un evento insolito, non considerato intraplacca con l’attività vulcanica all’isola di Deception nel senso classico, che cade in un’area dove la (DI) che, insieme agli eventi sismici associati sismicità regionale è dominata da eventi trascor- alla subduzione nello Bransfield Strait (BS), ca-

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Figura 55. Mappa dei terremoti Antartici intraplacca avvenuti nell’intervallo 1990-1999, conosciuti e dedotti, sullo sfondo della sismicità che definisce il limite della placca Antartica. I risultati mostrano un basso ma significativo livello di sismicità attraverso le TAM, dalla Terra di Giorgio V alla Terra di Adelia, e che alcune deformazioni stanno avvenendo nella Penisola Antartica, nel Mare di Weddell, nel Mare di Ross e lungo la costa dell’Antartide orientale. Nessuna registrazione, su scala globale, è stata ottenuta circa la Terra di Marie Byrd. Da notare, invece, che gli eventi (113) e (114) riportati nel ri- quadro (a), sono in evidente continuità con l’attività sismica sul margine occidentale della Penisola. Le registrazioni locali attraverso il continente suggeriscono la necessità di raggiungere una maggiore distribuzione di stazioni, prima di proporre ipotesi in merito alle aree di apparente asismicità che inte- ressano gran parte dell’Antartide. Le abbreviazioni sono: BS, Bransfiled Strait; CASY, Casey; DI, Deception Island; DRV, D’Urville; MAW, Mawson; ME, Mt. Erebus; MCM, Mc Murdo; PMSA, Palmer; SA, placca Atlantica meridionale; SBA, Scott Base; SPA, South Pole ad Amundson-Scott; SYS, Syowa Station; TVN, Terra Nova; VNA1, Neumayer; VNDA, Vanda. da Reading [in press].

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Figura 56. Schema geologico dell’area compresa tra il Mare di Ross e la Terra Vittoria, con i princi- pali bacini sedimentari separati da alti strutturali e la posizione dei tre profili riportati in figura 57. I de- pocentri contengono sedimenti che vanno dal Cretacico superiore (?) al Quaternario. da Busetti et al., [1999]. ratterizzano la sismica e la tettonica della si presentano nell’Antartide occidentale. Penisola Antartica [Lee et al., 2000]. Lo stesso Terremoti tettonici sono stati registrati discorso vale per i terremoti vicini alla giunzio- anche vicino a Monte Erebus (ME), Mc Murdo ne tripla Sandwich-Scotia- Atlantico, che risen- Sound (MCS), le basi Scott (SBA) e di Vanda tono degli eventi al limite di placca. Così, a (VNDA) [Reading, in press, e ref. ivi citate]. causa della sismicità relativamente alta, è proba- bile che gli eventi riportati in figura 55b siano causati direttamente da interazioni al limite di 5.5. Il Ross Embayment placca, anche se gli eventi distribuiti linearmen- Bordato ad Ovest dalle TAM, il Mare di te (18-23; 17-25) corrispondono a lineazioni in- Ross è ricoperto per metà dai ghiacci che for- dividuate dalla topografia del fondo oceanico. mano la sua piattaforma galleggiante (Ross Ice L’evento (75) fornisce una buona eviden- Shelf) che, continuamente alimentata dai ghiac- za di una deformazione sismica attiva nel Mare ciai, attualmente ha le dimensioni della Francia. di Weddell, mentre una distinta banda di sismi- Mare di Ross e Ross Ice Shelf costituiscono il cità, chiaramente associata con la zona limite tra Ross Embayment (Fig. 56, 57) che si sovrappo- Antartide orientale e occidentale, sta emergendo ne al limite tra i due subcontinenti Antartici. dalle TAM ed include sia eventi giovani (4), che Vero e proprio mare interno del Pacifico quelli registrati da reti globali (69, 73, 71, 76 e meridionale, il Mare di Ross occupa una super- 80). Non associati alle TAM sono invece i nu- ficie di 750.000 km2 con una profondità media merosi terremoti intraplacca del quadrante di ~500 m, sul lato Pacifico del margine 90°/180° E, che interessano le Terre di Oates e Antartico. Di forma grossolanamente triangola- di Adelia e si verificano sotto un’area notevol- re, si insinua col vertice più acuto all’interno del mente estesa e coperta dal ghiaccio. continente Antartico per oltre 900 km. Netti e di Gli eventi (68) e (70) sono ben localizza- natura strutturale (faglie) sono tanto i confini ti, e rappresentano le deformazioni sismiche nel verso le TAM quanto quelli della Terra di Marie Mare di Ross riconducibili tanto al vulcanismo Byrd, caratterizzati da una spalla di rift meno attivo quanto alle deformazioni intraplacca che pronunciata, con contorni più frastagliati

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Figura 57. L’interpretazione geologica dei tre profili la cui ubicazione è riportata in figura 56. I de- pocentri contengono i primi sedimenti del rift accumulatisi durante il Cretacico superiore e il Paleogene, sui quali giacciono in discordanza sedimenti glaciomarini neogenici e quaternari. da Busetti et al., [1999].

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[Cooper et al., 1995]. dell’Oligocene superiore presente anche Al limite settentrionale del Mare di Ross, nell’Eastern Basin. La sequenza più antica po- il margine del settore orientale è un margine trebbe essere correlata con le formazioni del passivo tipico, mentre quello del settore occi- Beacon Supergroup affioranti nelle TAM; dentale presenta un passaggio piuttosto sfumato 4. il Northen Basin rappresenta il margine all’antistante bacino oceanico. La scarpata è co- passivo del Mare di Ross occidentale, ed è sepa- struita da accumuli sedimentari progradanti rato dal Victoria Land Basin dal Coulman High, [Hinz e Block, 1984]. che si trova nei pressi dell’anomalia magnetica L’analisi sismostratigrafica delle sequen- Polar 3 (oltre 1000 nT di ampiezza e lunga cen- ze deposizionali (Ross Sea Seismic Sequences, tinaia di km) localizzata tra la provincia di da RSS-1 a RSS-8) [Hinz e Block, 1984; Monte Melbourne e l’isola di Coulman. Brancolini et al., 1995a, b;] e la loro taratura Facilmente rilevabile in tutto il Mare di stratigrafica, mediante dati di perforazioni Ross è una superficie di discordanza (RS-U6) DSDP leg 28 [Hayes e Frakes, 1975], MSSTS- [Hinz e Block, 1984; Brancolini et al., 1995b] 1 [Barrett, 1986] e CIROS-1 [Barrett, 1989] importante per definire l’età degli stadi di rifting hanno permesso di ricostruire a scala regionale e l’estensione crostale: gran parte degli eventi la distribuzione dei vari ambienti deposizionali deformativi sarebbero avvenuti prima di questa nel passato [Brancolini et al., 1995b]. Ambienti discordanza che si trova al tetto dei sedimenti che sono stati meglio definiti grazie alle recenti che riempiono i depocentri dell’Eastern Basin e perforazioni provenienti dai CRP-1, CRP-2/2A del Central Trough, ed è inloap sugli alti struttu- e CRP-3 [Cape Roberts Science Team, 1998; rali che la delimitano [Busetti, 1994; Behrendt, 1999; 2000]. 1999]. Il tetto della discordanza è stato datato a È stato così evidenziato che il Mare di 26 Ma dai sedimenti presenti sopra la (RS-U6) Ross è occupato in gran parte da una piattafor- individuati nel sondaggio 270 del Deep Sea ma continentale con caratteri tipici di piattafor- Drilling Project (DSDP 270) (Fig. 56, 57) ma circum-polare, e la morfologia attuale risul- [Hayes e Frakes, 1975], l’unico sito dove s’è ri- ta fortemente condizionata dai processi glaciali. saliti alla natura e all’età del basamento, poco Le indagini geofisiche consentono di suddivide- note in tutto il Mare di Ross, inteso come insie- re la zona in aree a caratteri ben distinti con 4 me di formazioni rocciose preesistenti all’aper- depocentri principali (Northern Basin, Victoria tura dei bacini: individuato su un alto struttura- Land Basin, Central Trough ed Eastern Basin in le, è costituito da rocce metamorfiche (gneiss) Fig. 56, 57, 58), parte dei quali potrebbe esten- del Paleozoico inferiore simili a quelle riscon- dersi sotto l’adiacente sistema di rift coperto dal trate lungo le TAM [Ford e Barrett, 1975]. ghiaccio [Cooper et al., 1991; Trey et al., 1999]. La regione è caratterizzata anche dalla I bacini sono separati da due alti del basamento, presenza, in superficie, di centri vulcanici il Coulman High ed il Central High, e si ditri- Cenozoici, mentre studi geofisici hanno dimo- buiscono in questo modo: strato l’esistenza di grandi strutture vulcaniche 1. il settore orientale è occupato dall’ in mare nascoste dal ghiaccio [Hayes e Frakes, Eastern Basin, una depressione rettangolare col- 1975]. Basti pensare che, l’anomalia magnetica mata da quasi 6 km di sedimenti. Ad Ovest è li- Polar 3, è stata interpretata come un esteso de- mitato dal Central High, un alto strutturale al- posito magmatico formato da vulcaniti e intru- lungato in senso N-S, con copertura sedimenta- sioni subvulcaniche mafiche e ultramafiche ria ridotta o assente [Salvini et al., 1997]; [Behrendt et al., 1993]. 2. il Central Trough (anche Central Basin), largo circa 100 km ed allungato per più di 500 km in senso N-S, presenta due depocen- 5.6. L'estensione nel Mare di Ross tri principali e contiene 7÷8 km di rocce sedi- Attualmente il Mare di Ross è caratteriz- mentarie, al di sotto delle quali potrebbe trovar- zato da una crosta continentale assottigliata dai si una sottile sezione vulcanica. Il Central 17 ai 21 km di spessore [Behrendt et al., 1993], Trough probabilmente continua sotto il Ross Ice per effetto di processi di distensione della lito- Shelf [Behrendt, 1999]; sfera che hanno agito su una crosta originaria- 3. il Victoria Land Basin, è il bacino più mente a spessore normale o elevato per la pre- profondo nel Mare di Ross e probabilmente con- senza di catene montuose più antiche. tiene 14 km di rocce sedimentarie Mesozoiche e I dati paleomagnetici indicano che ci sono Cenozoiche [Cooper et al., 1997] di cui oltre 8 stati almeno 300 km di spostamento e forse una km risalirebbero all’Oligocene [Cape Roberts rotazione di 40°÷90° tra l’Antartide orientale ed Science Team, 2000] e fanno parte di una se- occidentale a partire da 100 Ma [Di Venere et quenza in cui si identifica la discordanza al., 1994; Luyendyk et al., 1996].

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Figura 58. Mappa tettonica relativa ai bacini della regione del Mare di Ross, sovrapposta alle anomalie in aria libera derivate da satellite le quali rilevano la presenza di una struttura di graben, la de- pressione di Adare (Adare Trough), che sarebbe stata allineata con i bacini sedi- mentari del Mare di Ross occidentale. Si tratterebbe di strutture legate all’esten- sione Cenozoica nel Ross Embayment La linea nera segna la batimetria dei 1.000 m; i punti neri individuano le dis- continuità tettoniche; i simboli bianchi pieni rappresentano le isocrone magneti- che della placca Antartica: il quadrato, anomalia 6o; il cerchio, 8o; il triangolo, 10o; la stella, 13o; l'esagono, 20o; il rombo, 24o. Le abbreviazioni sono: VLB, Victoria Land Basin; NB, Northern Basin; CT, Central Trough. Le abbreviazioni (o), old; (y), young; valgo- no anche per la Fig. 59. Sono riportate anche le tracce dei profili (A, B, C, D) che vengono discussi dagli autori a sostegno della loro ipotesi. da Cande et al., [2000].

L’evidenza che ci sia stata un’estensione Gahagan [1994], sulla base della ricostruzione Cenozoica (Fig. 58, 59) tra l’Antartide orientale delle placche, sono propensi per un’estensione ed occidentale è alquanto controversa, ed anche Cenozoica inferiore ai 50 km. se il risultato è la spalla di rift delle TAM costi- Ad ogni modo, finora non si è riusciti a ri- tuita dall’attivo WARS [Cande et al., 2000], da- salire ad un valore dell’estensione che sia in tazione e valutazione quantitativa dell'estensio- grado di giustificare il vulcanismo Cenozoico, e ne restano argomenti assai dibattuti. Behrendt [1999] sostiene che l’assottigliamento Fitzgerald et al. [1986] ipotizzano un’e- della crosta sottostante il WARS, potrebbe esse- stensione crostale nel Ross Embayment di ~200 re tanto il risultato di una grande estensione (con km (~25%-30%), che si sarebbe impostata su ß ~2) quanto il prodotto di un mantle plume, op- una litosfera di tipo cratonico, ammettendo uno pure una combinazione di entrambi. spessore della crosta terrestre di 35-40 km prima Secondo Cande et al., [2000] la migliore del rifting (simile a quello dell’Antartide orien- evidenza che tra l’Antartide occidentale e orien- tale), rispetto uno spessore medio attuale della tale ci sia stata una significativa estensione crosta terrestre di 25-30 km. Cenozoica, deriva dal fatto che, qualora questa Secondo Busetti et al., [1999], invece, il venga trascurata, restano ampi spazi vuoti nelle rifting avvenuto tra il Cretacico superiore ed il riscostruzioni paleogeografiche del Pacifico Cenozoico nel Mare di Ross, ha interessato una Sudoccidentale (Fig. 59). Così ritengono che litosfera cratonica fredda, con uno spessore pre- questa estensione è definita da un intervallo di rift di ~230 km. I valori medi del fattore esten- anomalie magnetiche del fondo oceanico, che si sionale (ß: rapporto tra lo spessore della crosta formarono tra l’Eocene e l’Oligocene, ed indivi- prima e dopo l’estensione) compresi tra 2,3 e duano un centro d’espansione ora estinto, a 2,8, sarebbero equivalente ad un’estensione, nel Nord del Ross Embayment occidentale, nella Mare di Ross, compresa tra 115% e 140%. depressione di Adare (Adare Trough in Fig. 58, Lawver e Scotese [1987], nella loro rico- 59). La presenza delle anomalie suggerisce agli struzione di Gondwana, ipotizzano che la crosta autori che la depressione di Adare era un lembo fra l'Antartide orientale e la Terra di Marie Byrd di una giunzione tripla dorsale-dorsale-dorsale, ha subito ~50% di estensione mentre Lawver e tra le placche dell’Australia e dell’Antartide oc-

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Figura 59. Due ricostruzioni del Pacifico Sudoccidentale in base al crono 20. In (a) l’assenza di movi- mento tra l’Antartide occidentale e orientale provoca un gap di 150 km tra il Campbell Plateau ed il Lord Howe Rise e nell'anomalia 20o. In (b) viene inclusa una rotazione dell'anomalia 20o, a seguito del movi- mento tra l’Antartide occidentale e orientale che, eliminado il gap, indica nella depressione di Adare (Adare Trough) un limite di placca critico il quale completa il circuito globale. L’Antartide orientale è fissa men- tre le linee più marcate, che individuano il gap, indicano il limite di placca attivo. da Cande et al., [2000]. cidentale e orientale che si attivò poco prima di di Marie Byrd e nella Terra di Ellsworth 43 Ma (crono 20), si diffuse in maniera unifor- [LeMasurier e Thomson, 1990; Panter et al., me fino a 28 Ma (crono 10) e terminò 26 Ma 2000], costituendo così una delle più vaste re- (crono 8) registrando direttamente l’espansione gioni vulcaniche alcaline del mondo tra l’Antartide occidentale e orientale. [LeMasurier, 1990a, b] (Fig. 60). Nell’Oligocene, il limite di placca attivo I prodotti più antichi hanno età di 48 Ma attraverso tutta la regione, dovrebbe aver provo- e sono rappresentati da plutoni alcalini a com- cato 75 km di estensione, grossolanamente in di- posizione spesso bimodale gabbro-sienite e da rezione E-W a cui si aggiunsero altri 105 km dicchi a composizione prevalentemente basica nell’Eocene, per un totale Oligocene-Eocene di [Tonarini et al., 1997; Rocchi et al., in press/a, 180 km [Cande et al., 2000]. b]. Le più antiche manifestazioni della attività vulcanica risalgono a 25 Ma nella Terra di Marie Byrd, mentre nella parte occidentale del rift ri- 5.7. Il magmatismo Cenozoico salgono a 21 Ma e si ritrovano in perforazioni Le rocce ignee Cenozoiche in Antartide si presso la costa del Mare di Ross [Cape Roberts ritrovano su un'area estesa per oltre 5.000 km, Science Team, 1999]. In entrambe le aree l'atti- dallo stretto di Drake alla Terra Vittoria setten- vità vulcanica è ancora attiva. Le composizioni trionale. prevalenti sono di tipo basaltico, ma rocce alca- Nella Penisola Antartica e nell’arco di line felsiche (fonoliti, trachiti, rioliti e rocce in- Scotia le rocce hanno età da Miocene superiore termedie) sono comuni negli edifici vulcanici all’Attuale, e sono geneticamente associate alla maggiori, come ad esempio a Monte Erebus. subduzione di crosta oceanica. La distribuzione ed entità complessiva Il resto dell'attività magmatica ha affinità dei prodotti ignei è però difficile da ricostruire a alcalina sodica ed è legata alla attività del causa delle condizioni ambientali estreme: WARS. I prodotti ignei si ritrovano principal- LeMasurier e Thomson [1990] descrivono oltre mente lungo le Montagne Transantartiche sulla 100 vulcani antartici e sub-antartici, di cui però costa occidentale del Mare di Ross, nella Terra soltanto 8 sarebbero indiscutibilmente tuttora at-

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Figura 60. Distribuzione delle aree vulcaniche Cenozoiche sulla placca Antartica, suddivise in pro- vince sulla base delle strutture tettoniche presenti. Un’ulteriore complicazione della tettonica regiona- le nel Mare di Ross, qui non riportata, è la presenza di un’anomalia termica, dall’Oligocene all’attua- le, situata sotto la Terra di Marie Byrd. da LeMasurier e Thomson [1990] modificato. tivi, mentre altri 32 potrebbero essere stati attivi 5.7.1. Le cause del magmatismo nel WARS nell’Olocene (~0,01 Ma). Considerando però Assai dibattuta è anche la causa di questo l'esteso vulcanismo tra McMurdo Sound e Cape magmatismo Cenozoico del WARS, con relativo Adare, si ritiene che altri centri vulcanici siano assottigliamento della crosta dalle isole di presenti sotto la copertura glaciale, tra la pro- Balleny al Victoria Land Basin settentrionale e vincia vulcanica di Monte Erebus e i due centri al Minna Bluff, che si trova 150 km a Sud di isolati a Sheridan Bluff e Mount Early (Fig. 61), Cape Roberts (Fig. 61). vicino al polo Sud. Indagini geofisiche hanno Potrebbe essere una manifestazione di un portato ad ipotizzare la presenza, sotto la calot- rift lineare, simile in larghezza e lunghezza, al- ta dell’Antartide occidentale, di oltre 106 km3 di l’attuale sistema di rift dell’Africa orientale, e rocce vulcaniche e plutoni subvulcanici quindi causato proprio dall’assottigliamento Cenozoici [Behrendt et al., 1994; 1996], nonché crostale che avrebbe prodotto il fuso magmatico di ~100 vulcani sottomarini, forse dell’Olocene, per decompressione. sopra la piattaforma continentale del Mare di Del resto, l’attività tettonica Cenozoica Ross occidentale [Behrendt et al., 1991]. sul continente è stata caratterizzata principal- La presenza di un’elevato volume di mente da movimenti verticali ed estensionali, rocce magmatiche sotto la calotta pone la que- associati a rift intracontinentali e legati all’im- stione del perché in superficie, le stesse rocce mobilità della placca Antartica [Lawver et al., siano piuttosto limitate: potrebbero essere state 1991]. Quest’ultimo carattere sarebbe riflesso rimosse dall’attività erosiva dei ghiacciai principalmente dall'assenza di tracce lineari di [Behrendt et al., 1995]. Inoltre ialoclastiti asso- hotspots tra i vulcani, tanto sul continente quan- ciate ad eruzioni subglaciali sono talmente diffuse to nell'oceano, nonostante sulla porzione ocea- nel WARS da renderle, insieme alle rocce alcali- nica della placca siano numerose le dorsali asi- ne, uno dei caratteri distintivi del vulcanismo smiche e i plateau sormontati da isole vulcani- Cenozoico Antartico [LeMasurier, 1990a, b]. che, mentre sul continente ci sono esempi di ca-

67 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico tene vulcaniche lineari nella Terra di Marie gare l’origine e la messa in posto dei magmi Byrd. Così, i principali elementi geologici asso- senza l’intervento di un plume [Rocchi et al., in ciati al vulcanismo Antartico sono essenzial- press/b]. mente riconducibili [LeMasurier e Thomson, Sono stati però ipotizzati anche plumes 1990] alla presenza di una placca stazionaria. oceanici che delimitano il margine settentriona- le del WARS, e sarebbero rappresentati dalle isole di Balleny, di Peter I e di Scott [Duncan e 5.7.2. L’ipotesi del plume Richards, 1991; Lanyon et al., 1993; Hart et al., Tra le ipotesi finora avanzate per giustifi- 1995, 1997]. care il vulcanismo Cenozoico, figura quella le- Tant’è che Wörner [1999] ipotizza la pre- gata alla presenza, sotto la placca, di un mantle senza di un serbatoio, che avrebbe alimentato a plume (Fig. 61) in un’area estesamente ricoper- lungo un plume, all’altezza del mantello nell’a- ta dal ghiaccio che sarebbe arrivata ad- interea sottostante il Mare di Tasmania, le isole di ressare l’intero WARS[LeMasurier et al., Balleny e il rift che interessa il Mare di Ross. 1992; Behrendt et al.,1992; Hole e LeMasurier,1990, 1994]. Cos vari autori [Kyle, 1990; Rocholl et al., 1995; LeMasurier e 5.7.3. Le isole vulcaniche sub-Antartiche Landis, 1996] riconducono la questione non Tutte le isole oceaniche nel Sud Pacifico tanto al fatto se un plume sia presentee nell'Oceano o Indiano (Fig. 60) sono vulcani al- meno nell area occupata dal WARS, ma calini intraplacca. I vulcani delle isole sulle sue dimensioni e sull eventuale- Antipodes, pre Auckland e Campbell sono sul senza di tanti piccoli plumes invece Campbelldi un Plateau, che si trova su crosta conti- unico grande plume. nentale e prima del Cenozoico faceva parte Le diverse tipologie di ipotesi relative dell’Antartide occidentale. alla attività di plume nel WARS sono le se- Le isole di Balleny e di Scott si trovano guenti: (i) un plume piccolo che coprirebbe su crosta oceanica e sono composte di vulcani- un’area di 500x660 km (in scala simile a quel- ti alcaline del Cenozoico superiore, eruttate su lo di Yellowstone) attivo nella sola Terra di crosta oceanica relativamente giovane nel Ross Marie Byrd (Fig. 61) sin da 30 Ma, oppure (ii) Embayment: si formarono a seguito di un’atti- un plume sotto il Monte Erebus, attivo nell’area vità vulcanica intraplacca avvenuta tra ~10 Ma del Mare di Ross occidentale occupata dal e l’attuale [Johnson et al., 1992]. Terror Rift, dove il rifting è tuttora attivo L’isola di Peter I si trova a cavallo di un [Tessensohn e Wörner, 1991], alle cui estremità limite crostale e tettonico, nei pressi del margi- si trovano i vulcani attivi del Monte Erebus e ne continentale dell'Antartide occidentale del Monte Melbourne [Kyle, 1996], oppure (iii) [McAdoo e Laxon, 1997]. entrambi i plume precedenti [Storey et al., Tra le isole oceaniche, quelle che presen- 1999] in quanto dicchi mafici di età Cretacica tano vulcani associati ad eventi di subduzione, esposti nella MBL, sarebbero legati a un plume sono soltanto le isole South Shetland e le South che attualmente si troverebbe sotto il Monte Sandwich, mentre l’isola di Macquarie deve la Erebus ma che nel Cretacico era ubicato sotto la sua esistenza a una complessa interazione tra la MBL, mentre un secondo plume si sarebbe in- placca Pacifica e quella Indo-Australiana. vece stabilizzato a ~30 Ma sotto la MBL; (iv) Mentre quest’ultima si sta muovendo verso d'altra parte, la uniforme composizione isotopi- Nord, la placca Pacifica si sta muovendo verso ca delle sorgenti dei magmi nel WARS e nelle Nordovest e sembra che venga subdotta sotto la regioni circostanti suggerisce l'ipotesi che il placca Indo-Australiana proprio all’altezza del- plume possa essere giunto al di sotto della l’isola di Macquarie, col risultato che un pezzo Placca Antartica prima della separazione dalla di fondo oceanico è stato portato verso l’alto Nuova Zelanda, possibilmente nel Cretacico creando l’isola che è la sola al mondo composta superiore, o in precedenza [Hart et al., 1997]. interamente di crosta oceanica con rocce (ofio- Tuttavia, evidenze di modesta subsidenza liti) originate dal mantello. anziché di un sollevamento termicamente soste- Inoltre, l’isola si trova lungo il nuto [LeMasurier e Landis, 1996] portano a Macquarie Ridge, un alto batimetrico lungo mi- escludere l'ipotesi di un plume Cretacico. gliaia di km che, nella 'Macquarie Fault Zone', D'altra parte, importanti discontinuità litosferi- segna il limite trasforme tra le placche che individuate nella Terra Vittoria [Salvini et Australiana e Pacifica, a Sud della Nuova al., 1997], hanno messo in evidenza l’esistenza Zelanda. La zona del limite di placca attiva è di un’importante tettonica intraplacca transten- piuttosto stretta (inferiore ai 5 km di larghezza), sionale che potrebbe essere sufficiente a spie- e le indagini geofisiche marine non hanno evi-

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Figura 61. Distribuzione dei vulcani Cenozoici in Antartide rispetto la Catena Transantartica (TAM) e il West Antarctic Rift System (WARS, linea netta). Le aree ellissoidali tratteggiate individuano le zone d’influenza di due ipotetici plumes: quello più grande è tratto da Behrendt et al., [1992], mentre quel- lo che interessa l’area ristretta alla sola Terra di Marie Byrd (MBL) è stato ipotizzato da LeMasurier e Landis [1996]. Infatti, é assai diffusa l’idea che sotto l’Antartide occidentale sia presente un plume, re- sponsabile dell’attività vulcanica Cenozoica, che potrebbe essere attivo sin dal Cretacico, quando avrebbe prodotto la separazione della MBL dal blocco Nuova Zelanda/Campbell Plateau. L’ubicazione dei vulcani è stata tratta da Behrendt [1999], LeMasurier e Landis [1996] e Wörner [1999]. I vulcani Cenozoici esposti dal Ross Embayment occidentale alla Terra di Palmer si distribuiscono lungo i fianchi del WARS. In particolare, i vulcani presenti da Cape Adare al Monte Early giacciono sul fianco che rica- de nell’Antartide orientale, i vulcani della Terra di Marie Byrd giacciono sul fianco Pacifico, quello più basso, mentre i vulcani della Terra di Ellsworth, della Terra di Palmer e dell’isola di Alexander sembrano disporsi su entrambi i fianchi del WARS e sulla sua prosecuzione. Le altre abbreviazioni sono: RSB, Ross Sea Basin; BSB, Byrd Subglacial Basin. da Wörner [1999] modificato.

69 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico denziato nessun lineamento attivo compressivo 5.7.4.1. I vulcani del margine Pacifico sul fondale oceanico [Coffin, 2000]. Sul fianco del WARS si trovano i vulcani Le isole che si trovano sopra o vicino le dell'area di McMurdo, del Ross Embayment oc- dorsali medio-oceaniche (Bouvetøya, Prince cidentale, delle Terre di Marie Byrd, di Palmer e Edward, Amsterdam e Saint Paul) sono invece di Ellsworth e dell’isola di Alexander. Il caratte- composte di rocce sature o sovrasature, mentre re altamente alcalino e bimodale delle rocce del le tipiche associazioni attribuite al magmatismo WARS, eruttate dall'Oligocene inferiore all'at- di dorsale medio-oceanica sono state trovate tuale, attribuiscono al vulcanismo di questa re- ben lontano dalla cresta della dorsale (Scott, gione un carattere di rift. McDonald e Possession), però le trachiti sono La distribuzione temporale delle rocce presenti sia vicino che lontano alle dorsali vulcaniche lungo il WARS suggerisce che il si- [LeMasurier, 1990a]. stema di rift si propagò, gradualmente, verso il I vulcani tardo Cenozoici delle isole Mare di Bellingshausen e la Penisola Antartica, Kerguelen e dell'isola Heard, potrebbero rap- mentre rimaneva attivo nel Mare di Ross. presentare l'ultimo stadio di un mantle plume I principali vulcani di queste province che iniziò l’attività ~118 Ma [Frey et al., 2000]. sono tipici vulcani a scudo (benché i Monti Per questi vulcani, però, è stata anche avanzata Erebus e Melbourne siano stratovulcani), con l'ipotesi di una connessione petrogenetica con edifici alti 1-3 km ed un diametro basale di 10- la dorsale asismica Kerguelen-Gaussberg. 50 km. I Monti Melbourne Erebus e Rittman Ipotesi che nasce dal fatto che nell'isola sono i vulcani attivi più meridionali del mondo Heard, la quale si trova a Nord di Gaussberg e e ricadono nel complesso vulcanico di consiste di un vulcano principale (Big Ben, McMurdo che nelle TAM rappresenta, da un 2.750 m) tuttora attivo ma a bassa intensità, è punto di vista stratigrafico, la prima registrazio- stata rinvenuta l'unica associazione di rocce ne geologica in ambiente terrestre, dopo la vulcaniche riconducibile alla serie potassica messa in posto, nel Giurassico, del Ferrar nell'ambito dei bacini oceanici dell'Antartide, Supergroup [Behrendt et al., 1993]. mentre a Gaussberg affiorano le uniche rocce La Terra di Marie Byrd ospita 18 grandi leucititiche (altamente potassiche) del conti- vulcani centrali, principalmente trachitici, ed nente, generate dai vulcani del Cenozoico supe- oltre 30 piccoli centri vulcanici satelliti. Almeno riore [LeMasurier, 1990a]. due dei maggiori vulcani sono probabilmente at- tivi e tre potrebbero esserlo, ma non sono state osservate direttamente delle eruzioni 5.7.4. I vulcani delle aree continentali [LeMasurier, 1990b; Panter et al., 2000]. Questi La distribuzione dei vulcani sul continen- vulcani formano una provincia che si estende at- te è legata al WARS e al margine Pacifico della traverso ~900 km lungo la costa Pacifica placca Antartica. In quest’ultima regione si tro- dell’Antartide (Fig. 61) e copre un'area di vano i vulcani della Terra di Graham e delle 1.000x500 km all'interno del WARS, centrata isole South Shetland che si formarono durante sopra un grande domo strutturale caratterizzato un cambio del regime tettonico, passando da un da una superficie d’erosione che si sviluppa su vulcanismo associato a subduzione ad un’attivi- rocce Cretaciche o più antiche, sopra cui pog- tà di retro-arco e di bacini marginali. giano le vulcaniti Cenozoiche [LeMasurier e Magmi basaltici alcalini furono eruttati, Thomson, 1990; LeMasurier e Landis, 1996]. nel corso del Cenozoico, da numerosi centri Infatti, la regione venne interessata da al- sparsi lungo la Terra di Graham. Tale attività meno due episodi di sollevamento, prima ~100- sembra riconducibile ad un fenomeno intraplac- 94 Ma e successivamente ~80-70 Ma, che ne ca legato ad estensione regionale. provocarono la denudazione [Richard et al., Nella Terra di Graham, così come nelle 1994]. La susseguente quiescenza tettonica per- isole South Shetland e South Sandwich, sono mise nel Cretacico superiore (75 Ma) la forma- state trovate anche vulcaniti sub-alcaline pro- zione di una superficie d’erosione regionale, che dotte da un arco magmatico associato a proces- viene correlata con una superficie simile in si di subduzione. Nuova Zelanda e sul Campbell Plateau. Il fatto I vulcani delle South Sandwich, apparen- che nella Terra di Marie Byrd questa superficie temente rappresentano lo sviluppo di un nuovo si trova sul Monte Petras a 2.700 m, mentre arco, mentre i centri eruttivi nella Terra di lungo la costa rimane a 400 m, fa supporre che Graham e nelle South Shetland segnano l'estin- la causa del sollevamento sia legata ad un mant- zione di un arco magmatico che interessò l'inte- le plume del Cenozoico superiore (< 30 Ma) che ro margine Pacifico dell'Antartide negli ultimi porta all’eruzione di rocce alcaline. Attività re- 200 Ma [LeMasurier, 1990a]. gistrata in vulcani come il Monte Berlin o il

70 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico

Figura 62. (A): Movi- mento trascorrente sinistro tra la placca Antartica e quella di Scotia che genera il Bacino di Bransfield. Le frecce piene indicano la di- rezione di compressione, e quelle in grigio la direzio- ne di estensione, dedotta dai meccanismi focali dei terremoti. (B): Modello simple shear. (C): Modello di stress proposto per il blocco South Shetland. da González-Casado et al., [2000]

Monte Tahake [Mukasa e Dalziel, 2000]. Fig. 61), un edificio vulcanico di ~1 Ma d’età La maggior parte dei grandi vulcani com- con eruzioni registrate nel 1967, 1969 e 1970, e positi di questa regione si trovano in catene li- dall’isola di Bridgeman (62° S, Bridgeman neari che diventano progressivamente più gio- Island in Fig. 61)), caratterizzata da un elevata vani verso il perimetro della provincia. Cosa che attività di fumarola tra il 1821 ed il 1880 accade, ad esempio, nell'Executive Committee [Lawver et al., 1996]. Range (Fig. 61), una catena di cinque vulcani Inoltre, i recenti basalti eruttati nel bacino principali che si estendono per ~100 km, regi- di Bransfield hanno composizione simile a quel- strando una migrazione verso Sud dell’attività la dei basalti che si formano nei bacini di retro- in un periodo di ~13 Ma. Simile è anche il mo- arco. Così, il bacino di Bransfield, è ritenuto un dello di migrazione delle montagne di Crary, giovane (< 4 Ma?) bacino marginale sottomari- una piccola catena di vulcani che si trova ~200 no, che si formò dal rifting di un arco vulcanico km ad Est dell'Executive Committee Range continentale. La sua formazione sarebbe iniziata [LeMasurier e Landis, 1996]. durante lo stadio finale della subduzione lungo Il modello adottato per spiegare questo la fossa South Shetland, che si concluse ~4 Ma tipo di vulcanismo, è dato dall’emissione se- fa, quando il centro d’espansione della placca quenziale di magma da camere magmatiche Phoenix diventò inattivo, lasciando un piccolo poco profonde, lungo un vecchio sistema di frat- lembo della placca originaria (former Phoenix tura riattivato durante l’estensione Cenozoica in Fig. 62) che venne incorporata nella placca [LeMasurier e Rex, 1989]. Antartica [González-Casado et al., 2000]. Ben diversa è la distribuzione dei centri Il processo di subduzione, però, sembre- vulcanici nell’area del Mare di Bellingshausen, rebbe essere ancora attivo [Lawver et al., 1996] la terminazione orientale del WARS. Attivi dal mentre i nuovi dati sismici multicanale (MCS) Mesozoico superiore al recente, i centri vulcani- rivelerebbero che l’area sta subendo l’estensio- ci dalla Terra di Ellsworth e la parte più meri- ne in un largo bacino. Infatti, anche se l’espan- dionale della Penisola Antartica, sono piccoli, sione del fondo oceanico attraverso lo stretto di sparsi e di natura basaltica [LeMasurier, 1990a]. Drake è cessata ~4 Ma, la lenta subduzione della Un’attività eruttiva recente e non riconducibile placca di Drake sembrerebbe continuare lungo ad un arco vulcanico, è presente nell’area del la fossa South Shetland, contribuendo così all’e- bacino di Bransfield. stensione della parte centrale del bacino, che po- trebbe rappresentare uno dei primi stadi dell’a- pertura di un bacino oceanico. Ipotesi che sem- 5.7.4.2. Il bacino di Bransfield brerebbe suffragata anche dal flusso di calore, Il bacino di Bransfield (Fig. 62), è un ba- dai vulcani attivi, dai dati relativi alle faglie del- cino allungato ad andamento NE-SW, che si l’isola di Deception e dalla sismica a riflessione trova tra le isole South Shetland e il margine [Austin, 2000; Gonzalez-Casado et al., 2000]. Pacifico della Penisola Antartica. Nessuna attività vulcanica è invece at- È diviso in tre sub-bacini, orientale, cen- tualmente presente lungo l’arco delle isole trale e occidentale, separati rispettivamente dal- South Shetland mentre la rifrazione sismica in- l’isola di Deception (63° S, Deception Island in dica una crosta spessa, simile al rift Africano

71 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico orientale o ai margini vulcanici passivi dei con- substrato roccioso, sia esso rappresentato da tinenti. Viceversa, l’analisi degli isotopi e degli aree continentali oppure da fondali marini. elementi delle terre rare di vulcaniti recenti non La calotta glaciale dell’Antartide occi- mostrano apparentemente contaminazione con- dentale contiene ~3,8 milioni di km3 di ghiaccio. tinentale. Il come ed il perché questa estensione Se questo volume fosse interamente rilasciato stia avvenendo ora, rimane però un mistero ed all'oceano, potrebbe causare un aumento del li- appare piuttosto difficile proporre un modello in vello marino di circa 6 m, mentre il tempo per- grado di spiegarne l’evoluzione tettonica ché si ripristini il ghiaccio all’attuale percentua- [Lawver et al., 1995; 1996]. le di accumulo sarebbe di oltre 10 Ma. Inoltre, E comunque, l’apertura del bacino di se il WAIS fosse rimosso istantaneamente, Bransfield non sarebbe stata prodotta dall’esten- l'Antartide occidentale diverrebbe un arcipelago sione di un tipico bacino di retro-arco, che in- ed in un periodo di 5.000÷10.000 anni, il sub- cluda processi attivi di subduzione e di estensio- strato subirebbe un sollevamento isostatico a ne. Non esiste nessun arco attivo, non c’è un causa della rimozione dei carichi indotti dal lembo di placca subdotto che sta scivolando nel ghiaccio, ma rimarrebbe in gran parte al di sotto mantello aprendo una “slab-window” come in- del livello marino [Oppenheimer, 1998]. vece è avvenuto nel caso della Penisola L’Antartide orientale è invece caratteriz- Antartica a Sud, e lungo il margine del zata da una calotta glaciale che contiene ~26 mi- Sudamerica a Nord (Patagonia meridionale) lioni di km3 di ghiaccio [Kennett e Hodell, 1995] [Lawver et al., 1996, e ref. ivi citate]. Fattori che e ~20% dell’EIAS drena attraverso il ghiacciaio secondo González-Casado et al., [2000], insie- di Lambert, nella baia di Prydz Bay. me all'orientazione degli stress dedotti dai mec- Quest’ultima occupa una posizione chiave per canismi focali dei terremoti e all'analisi delle fa- lo studio della glaciazione Antartica del glie, sarebbero in accordo con un movimento di Cenozoico e nel suo bacino di drenaggio sono trascorrenza sinistra tra le placche Antartica e di inclusi anche gli altipiani subglaciali di Scotia (Fig. 62) come proposto in precedenza da Gamburtsev, che potrebbero essere stati il luogo Lawver et al., [1996]. iniziale in cui si sviluppò l’EIAS sul continente. Tuttavia González-Casado et al., [2000] I sedimenti trasportati dal ghiacciaio di Lambert sostengono che il limite di placca rappresentato sono conservati nella baia, sul pendio e sul rial- dalla zona di Frattura Shackleton dovrebbe zo continentali [O'Brien e Leitchenkov, 1997]. avere un carattere convergente e non trascorren- Molte informazioni circa la storia glaciale, tra il te come invece hanno proposto Lawver et al., Cenozoico ed il Quaternario, sono racchiuse [1996] (Fig. 62A), mentre il modello cinematico anche nella Terra di Wilkes, mentre un settore idoneo a spiegare il dislocamento tettonico a consistente dell’EIAS è drenato pure dai ghiac- grande scala in questa regione, sarebbe un mo- ciai di Ronne e Filchner, rispettivamente nel dello ‘simple shear’ (Fig. 62B). Quindi, l'esten- Mare di Weddell e nel Ross Embayment sione presente nel bacino di Bransfield e nel [Hambrey e Barrett, 1993]. L’EIAS ha uno spes- blocco South Shetland, potrebbe essere ricon- sore medio di 3 km e contiene abbastanza ghiac- dotta alla conseguenza del movimento sinistro cio da elevare il livello del mare di ~60 m, se si tra le placche Antartica e di Scotia, che sta spin- sciogliesse completamente [Van der Wateren e gendo il segmento ‘former Phoenix’ verso Cloething, 1999]. Nordovest (Fig. 62C). L’attuale estensione della calotta Antartica copre gran parte delle tracce della sto- ria glaciale antica, che nell’Antartide orientale 6. La calotta Antartica cominciò almeno 36 Ma, come evidenziato dai più vecchi sedimenti glaciali, provenienti da fori Oltre i 3/4 dell'acqua dolce della Terra praticati nell’ambito dell’Ocean Drilling sono racchiusi nelle grandi calotte glaciali della Program nella baia di Prydz Bay, che risalgono Groenlandia e dell’Antartide [VanDecar, 1998]. ad un’età compresa tra l’Eocene superiore e Perciò, la stabilità di queste calotte rappresenta l’Oligocene inferiore [Barron et al., 1991]. uno degli elementi più importante da definire, a È intorno ai 15 Ma fa, che la criosfera livello globale. In particolare, la calotta glaciale dell’Antartide orientale sarebbe evoluta in una Antartica è formata attualmente da 30X106 km3 piattaforma glaciale paragonabile a quella attua- di ghiaccio che non si comporta come una sin- le [Shipboard Scientific Party, 2000a, ODP Leg gola massa, ma come due distinte calotte glacia- 189]. Infatti, le registrazioni stratigrafiche della li (Fig. 63, 64) l’una orientale (East Antarctic piattaforma continentale intorno all’Antartide Ice Sheet, EIAS) e l’altra occidentale (West indicano che il WAIS cominciò a formarsi Antarctic Ice Sheet, WAIS), che poggiano su un ~15–20 Ma, e l'analisi di sedimenti marini pro-

72 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico

Figura 63. La calotta glaciale dell’Antartide in relazione al West Antarctica Rift System (in rosso), la cui ubicazione è tratta da Van der Wateren e Cloething [1999]. La calotta orientale (East Antarctic Ice Sheet, EIAS) e quella occidentale (West Antarctic Ice Sheet, WAIS) sono localizzate, rispettivamente, ad Est e ad Ovest delle Montagne Transantartiche. Il WAIS si trova in prevalenza su una base di tipo marina, ancora- to ad una serie di isole, si estende fino a oltre 1000 m di profondità ricoprendo bracci di mare e terre emer- se. Per la maggior parte viene drenato nei Mari di Ross e di Weddell, dove ci sono piattaforme galleggian- ti di ghiaccio estese (Ross Ice Shelf e Filchner–Ronne Ice Shelf, rispettivamente) e nel Mare di Amundsen, dove però non ci sono piattaforme di questo tipo. Come è definito qui, il WAIS include le piattaforme di Ross e Filchner ma non la Penisola Antartica. Assai importante, invece, come area di drenaggio per l’EIAS è la baia di Pridz Bay, come anche il Mare di Weddell. Nel riquadro in basso a destra sono riportate alcune delle più grandi correnti di ghiaccio (ice stream), che drenano il WAIS seguendo i profondi bacini subglaciali, lungo i principali lineamenti strutturali del Ross Embayment. La stella rossa indica la Byrd Station, riportata ai fini dell’orientamento. Nel riquadro in alto a destra, è riportata la sezione di una corrente di ghiaccio e della calotta glaciale che poggia su base mari- na, indicando anche la possibile estensione di till deformabile. Lo spessore degli strati di till, nella realtà di pochi metri, è stato esagerato per renderlo più chiaro. da Oppenheimer [1998] modificato. fondi suggerisce che il WAIS era già in posto al- perficiali dell’Oceano Meridionale e del livello meno ~9 Ma. Se però il WAIS sia stato presente marino [Mercer, 1978]. continuamente da quel tempo, è una questione Tant’è che la comunità scientifica interna- controversa [Oppenheimer, 1998]. zionale ha effettuato vari tentativi per prevedere Di sicuro il WAIS desta maggiori preoc- di quanto il livello del mare potrebbe risalire in cupazioni dell’EIAS in quanto quest’ultima, futuro a causa di eventuali variazioni nell'equili- poggiando su un substrato roccioso in gran parte brio di queste masse di ghiaccio, cercando di in- sopra il livello del mare, è una calotta continen- dividuare fenomeni simili avvenuti in passato tale mentre il WAIS poggia prevalentemente sul come nel Pliocene (~5÷3 Ma), quando le calotte fondale marino, è essenzialmente una calotta di ghiaccio polari erano ristrette all’Antartide, non contenuta da rilievi montuosi, ed è quindi ed il clima era significativamente più caldo di ritenuta particolarmente vulnerabile a seguito di quello attuale. piccole variazioni di temperatura delle acque su- Il comportamento della calotta Antartica

73 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico in risposta al riscaldamento del Pliocene, ha por- acque superficiali nell'Oceano Meridionale non tato all’affermarsi di due modelli contrastanti: avrebbe potuto subire aumenti oltre i ~3°C du- uno ipotizza che le condizioni glaciali, come rante la fase più calda del Pliocene. Un piccolo quelle attuali, persistono dal Miocene medio, da aumento di temperatura nelle acque dell’Oceano almeno 15 Ma (ipotesi di stabilità) [Kennett, Meridionale, potrebbe aver provocato una limi- 1977]; l'altro suggerisce che la calotta glaciale tata fusione delle calotte glaciali ed essere così registra un comportamento dinamico attraverso associato a trasgressione marina, ma il massimo gran parte del Cenozoico, con l'arrivo delle con- aumento del livello marino fu probabilmente in- dizioni attuali a ~3 Ma (ipotesi di deglaciazione) feriore ai 25 m rispetto all’attuale livello [Stroeven e Kleman, 1999, e ref. ivi citate]. [Kennett e Hodell, 1995]. L'ipotesi di deglaciazione implica che le Nonostante tutto, però, non si è riusciti calotte glaciali Antartiche sono instabili e su- ancora a stabilire se il volume della calotta scettibili di cedimenti per l’instaurarsi di condi- Antartica attualmente sta crescendo, diminuen- zioni climatiche calde, come quelle raggiunte do o si mantiene costante. Si tratta di una que- nel Pliocene. In particolare, questo modello ipo- stione da risolvere al più presto, affinché si tizza che durante il Pliocene avvenne una ridu- giunga a predire il comportamento delle calotte zioni di ~2/3 dell’attuale calotta glaciale glaciali in risposta ai cambiamenti climatici glo- dell’Antartide orientale, la perdita completa bali [Van der Wateren e Cloething, 1999]. della calotta glaciale dell’Antartide occidentale Grande interesse intorno al problema è testimoniata dai depositi sedimentari del Sirius stato indotto dalla recente fratturazione di alcu- Group, trovati a ~2000÷2500 m di altezza nella ne piattaforme galleggianti di ghiaccio nella Catena Transantartica. Infatti, si presume che le Penisola Antartica [Vaughan e Doake, 1996; diatomee abbiano vissuto in bacini marini all'in- Doake et al., 1998], ed il riconoscimento che terno del cratone Antartico e, insieme con i se- grandi cambiamenti sono avvenuti in breve dimenti dei bacini associati (Wilkes e tempo, nell’arco di poche decine di anni, grazie Pensacola), furono portate sulle TAM dallo svi- al flusso di ghiaccio dal WAIS all'oceano con- luppo delle calotte glaciali dopo ~2.5 Ma, l'età centrato in veloci movimenti di correnti di delle più giovani diatomee nelle rocce sedimen- ghiaccio (ice streams). Di fatto le correnti di tarie del Sirius Group [Webb e Harwood, 1991]. ghiaccio si muovono già ad una velocità ~100 È stato anche ipotizzato che nel volte superiore a quella con cui si muove l'inte- Quaternario superiore la calotta ha collassato ra calotta [Bindschadler e Vornberger, 1998]. varie volte per poi tornare a formarsi [Hambrey È l’evoluzione di questo sistema di dre- e Barrett, 1993; Hambrey 1999]. naggio che, quasi certamente, rappresenta il L’ipotesi di ripetute avanzate e ritiri della principale fattore di controllo del comportamen- calotta glaciale, è supportata da studi eco-acusti- to della calotta nell’Antartide occidentale [Bell ci del fondo oceanico [Hughes, 1973]. Ad esem- et al., 1998], per la quale è stata anche avanzata pio, 16 sequenze che rappresentano i principali l’ipotesi che possa collassare, totalmente o par- cicli glaciali-interglaciali possono essere trac- zialmente, in un periodo compreso tra i prossimi ciati nei depositi Pliocenici del pendio continen- 100 e 1.000 anni [Kellogg e Kellogg, 1987]. tale della baia di Prydz Bay [O'Brien e Nell’area di Ross sono state individuate Leitchenkov, 1997]. E studi sui sedimenti marini almeno cinque correnti di ghiaccio che drenano depositati sulla piattaforma continentale, indica- il bacino, ed ognuna misura 30–80 km di lar- no che il WAIS era notevolmente più grande ghezza e 300–500 km di lunghezza: sono state delle sue attuali dimensioni durante l'ultimo studiate usando radar ed osservazioni fotografi- massimo glaciale, tra 13.000 e 24.000 anni fa, che da satelliti. Le proprietà subglaciali sono quando il ghiaccio sulla superficie terrestre si state studiate usando sondaggi e metodi sismici. estese almeno per svariate centinaia di chilome- In almeno quattro delle correnti, il ghiaccio si tri oltre il suo attuale limite nel Mare di Ross starebbe muovendo ad una velocità media di [Oppenheimer, 1998]. ~0.5 km/anno. Correnti di ghiaccio drenano Secondo Kennett e Hodell [1995], però, i anche la piattaforma di Filchner–Ronne nel sedimenti marini conterrebbero una serie inop- Mare di Weddell (Fig. 64) dove è stata misurata pugnabile di evidenze a favore dell’ipotesi di una velocità di ~0.4 km/anno. Nel Mare di stabilità, indicando che l’Antartide e l'Oceano Amundsen drenano le correnti dei ghiacciai di Meridionale rimasero freddi e relativamente sta- Thwaites e Pine Island Bay, con quest’ultimo bili durante il riscaldamento globale del che presenta una piccola piattaforma galleggian- Pliocene inferiore. A supportare tale ipotesi ci te di ghiaccio e velocità di ~1,3-1,9 km/anno sarebbero anche i dati dell’ossigeno isotopico, [Oppenheimer, 1998, e ref. ivi citate]. secondo i quali la temperatura media delle Studi sismici, indagini con sondaggi e se-

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Figura 64. La storia della glaciazione Antartica proposta da Van der Wateren e Cloething [1999] in una sequenza che potrebbe essere vista come un modello evolutivo della calotta polare che, secondo Hambrey e Barrett [1993] e come evidenziato dai dati sismici in mare e dai sondaggi in foro sul continente, potreb- be essersi verificata più volte nel corso del Cenozoico subendo molte variazioni tra massimo e minimo gla- ciale sin dall’Oligocene inferiore, fino allo stabilirsi delle attuali condizioni glaciali. In un Antartide non glaciale, i bacini interni (Wilkes e Pensacola) potrebbero essere stati invasi dal mare con deposizione di se- dimenti marini e glaciomarini. Durante lo sviluppo della calotta glaciale, questi sedimenti vennero tra- sportati alle loro attuali elevazioni nelle TAM. La calotta glaciale Antartica era molto estesa durante l’ulti- mo massimo glaciale (~20.000 anni fa) e nell’Antartide occidentale la calotta (WAIS) avrebbe perso 2/3 della sua massa: un volume di ghiaccio sufficente a far risalire di 11 metri il livello del mare. Le più gran- di perdite sono avvenute dove si sono formate le attuali piattaforme di ghiaccio galleggiante di Ross e di Ronne/Filchner. All’interno, invece, lo spessore del ghiaccio non dovrebbe essere cambiato molto. Cambi contenuti sarebbero anche quelli relativi alla calotta dell’Antartide orientale (EIAS). (a) Locali ghiacciai al- pini e piccole calotte glaciali che risalgono le montagne. (b) Le varie calotte glaciali si uniscono. (c) Ulteriore crescita dell’EIAS separata a valle delle fosse attraverso le TAM dagli scarichi principali dei ghiacciai. (d) Piena crescita dell’EIAS che si unisce al WAIS. (e) Situazione attuale con EIAS e WAIS se- parati dalla spalla di rift delle TAM. da Van der Wateren e Cloething [1999] modificato.

75 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico dimenti del fondo oceanico, proverebbero che di blocchi fagliati [Luyendyk et al., 1994]. almeno due delle correnti di ghiaccio presenti Si capisce, quindi, come sia importante nell’area del Mare di Ross si muovono su uno riuscire a valutare l’impatto delle principali strato limite non consolidato, saturo di acqua e placche tettoniche e le relazioni esistenti tra spesso vari metri che lubrifica il loro moto (Fig. eventi orogenici e le variazioni climatiche a li- 63) [Bell et al., 1998]. Quindi, la dinamica che vello globale. Questo anche perché recenti sco- regola il movimento di un ghiacciaio e/o di una perte hanno portato ad individuare il Miocene calotta glaciale, dipende dalle condizioni esi- medio (14,5÷17 Ma) come il periodo più caldo stenti alla base del ghiacciaio, che sono sicura- degli ultimi 35 Ma. Fenomeno che non sarebbe mente legate alle caratteristiche geologiche sub- attribuibile soltanto ad un riscaldamento prodot- glaciali [Anandakrishnan et al., 1998; Bell et to per “effetto serra” dalla crescita eccessiva di al., 1998; Blankenship et al., 1993]. CO2, ma anche a quella di altri gas, a cambia- Inoltre il WAIS insiste su una regione menti nel trasporto di calore delle acque oceani- complessa, dal punto di vista tettonico e geolo- che nonché a variazioni nella distribuzione delle gico, caratterizzata da crosta sottile, alto flusso masse continentali ed oceaniche [Van der di calore, vulcanismo attivo e bacini sedimenta- Wateren e Cloething, 1999, e ref. ivi citate]. ri. Tant’è che secondo Behrendt [1999] le cor- renti di ghiaccio sarebbero direttamente legate all’attività vulcanica. L’implicazione principale 7. Sommario e conclusioni di un vulcanismo attivo sotto la calotta, è che l’elevato flusso geotermico fornito alla sua base Oggi l’Antartide sembra essere parte di potrebbe aumentarne la mobilità verso il mare, una sola placca tettonica. Ci sono chiare eviden- per la fusione degli strati inferiori, e scatenare il ze geologiche e paleomagnetiche, però, che collasso delle aree d’accumulo del ghiaccio nel- mettono in luce come in passato ci sia stata una l’entroterra [Blankenship et al., 1993]. grande rotazione tra diverse parti del continente, Da qui la necessità di effettuare continue così come rispetto ad altri continenti. Di fatto, ricerche, soprattutto geofisiche, su tutta l'area l’Antartide si trova al centro di un circuito glo- interessata da vulcanismo Cenozoico, vista l'al- bale delle placche [Gordon, 2000] con rocce fra ta probabilità che un significativo numero di le più vecchie del mondo che hanno registrato vulcani possano trovarsi sul fondo del Mare di eventi riconducibili a ~4.000 Ma. Ross e sotto la cappa glaciale, specialmente Quindi, il continente Antartico potrebbe lungo l’asse del WARS (Fig. 63, 64). rivelarsi molto utile per testare una questione Del resto la tettonica ha avuto un ruolo importantissima, in quanto nonostante la teoria chiave nell’evoluzione della calotta glaciale della tettonica delle placche sia ampiamente ac- Antartica visto che: movimenti tettonici vertica- cettata da almeno 30 anni, le ragioni del perché li hanno prodotto lineamenti topografici che i supercontinenti si disintegrano e si disperdono hanno accentuato il movimento del ghiaccio (ad per formare placche continentali più piccole ri- esempio, le Montagne Transantartiche), hanno mane a tuttoggi enigmatico [Storey, 1995]. creato antiche vie marine nelle regioni interne Infatti, l’Antartide sembra una delle aree più in- dell’Antartide che ne condizionarono il clima dicate in grado di fornire delle risposte in meri- (ad esempio, il bacino sub-glaciale di Wilkes), to. Ad esempio, il margine Antartico è attivo e hanno generato percorsi preferenziali attraverso continuo con quello dell'Australia orientale le montagne dove il ghiaccio può drenare verso [Flöttmann et al., 1993], e nessun luogo in mare (ad esempio, le fosse di Beardmore e di Australia fornisce elementi per definire l'attività Drygalski), ed hanno controllato potenzialmen- vulcanica del Cambriano medio ed inferiore, te le correnti oceaniche circum-antartiche attra- così come avviene invece per le Montagne della verso finestre batimetriche (ad esempio la piat- Regina Maud, lungo le TAM centrali, nonostan- taforma dell’arco di Scotia) [Webb, 1998]. te l’estesa coltre di ghiaccio e di neve. Attualmente, la cappa glaciale del WAIS E datare gli eventi orogenici avvenuti tra fluisce attraverso il bacino sub-glaciale di Byrd il Neoproterozoico ed il Paleozoico inferiore nella piattaforma di Ross, e il suo regime è pro- lungo i margini attivi, nonché capirne la natura, babilmente parzialmente controllato dalla tetto- è fondamentale per arricchire le nostre cono- nica del WARS e dal sollevamento di una sua scenze circa i cambiamenti globali del livello componente, la spalla del rift nelle TAM del mare nel Cambriano ed i principali episodi [Behrendt et al., 1993]. Inoltre, evidenze di un di diversificazione ed estinzione biologica cambiamento importante nella direzione di dre- [Kirschvink et al., 1997]. naggio delle correnti di ghiaccio, nella Terra di Sedimenti identici trovati in Antartide, Marie Byrd, sono state ascritte all’inclinazione Australia, India, Africa Meridionale e

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Sudamerica implicano che tutti i continenti me- coltri di lave che coprono parte dell’Africa me- ridionali formarono il supercontinente ridionale, del Sudamerica dell’Australia della Gondwana, centrato nell’Antartide orientale, Tasmania e dell’Antartide. sottoposto a una storia geologica simile durante Inoltre, all’inarcamento della crosta, pro- il Paleozoico [Tingey, 1991]. Ed ancora prima, dotto dal mantle plume, potrebbero essere lega- almeno fino a 750 Ma, questi continenti erano ti la formazione e la migrazione di piccoli bloc- riuniti insieme ai continenti dell’emisfero set- chi continentali come il Falkland Plateau, le tentrionale a formare un unico supercontinente, Montagne di Ellsworth e Haag Nunatak, che quello di Rodinia, con l’Antartide che anche qui avrebbero raggiunto la loro posizione attuale potrebbe aver avuto un ruolo chiave essendo le- sulle placche del Sudamerica e dell'Antartide gata all’America settentrionale, come stabilito spostandosi dalla loro originale posizione nel dall’ipotesi SWEAT (Southwest U.S.-East Gondwana, vicino l’Africa meridionale, dove Antarctic connection), che rappresenta un esem- era presente la testa di un mantle plume. pio di applicazione dei principi della tettonica La questione è legata all’incertezza circa delle placche al pre-Cambriano [Moores, 1991; il numero delle microplacche che in parte com- Dalziel 1991; Hoffman, 1991]. pongono il mosaico dell’Antartide occidentale, Per quanto riguarda queste fasi nonché ai loro movimenti, invocati in ogni rico- Proterozoiche-Cambriane, l’attenzione degli struzione per evitare sovrapposizioni dei blocchi studiosi è particolarmente rivolta alle fasi tetto- stessi, come ad esempio tra la Penisola Antartica nometamorfiche d’età Grenvilliana (1.200- ed il Falkland Plateau. 1.000 Ma) e Pan-Africana (550-500 Ma) che Nel settore Sud Pacifico, dove il portarono all’assemblaggio dello scudo Gondwana si smembrò formando le placche Antartico, e alle loro implicazioni circa la rico- Australiana e Antartica, il processo di frammen- struzione continentale del Gondwana e del pre- tazione segue una modalità ancora più comples- Gondwana. sa e di più difficile inserimento in un modello Recenti ricerche petrologiche, geochimi- globale. Durante la separazione e successivo al- che e geocronologiche [Karlstrom et al., 1999; lontanamento (iniziato ~135 Ma) tra l’Africa da Ricci, 1997] tendono però ad escludere un colle- una parte, e l’Australia con l’Antartide dall’al- gamento tra L’Antartide orientale ed il tra, una zona di frattura si produce anche tra Nordamerica nel corso degli eventi tettonici questi ultimi. Però, mentre l’allontanamento con d’età Grenvilliana, come invece stabilito dall’i- l’Africa prosegue velocemente al ritmo di alcu- potesi SWEAT. A tal riguardo assumono molta ni cm/anno, la separazione tra l’Australia a Nord importanza aree dell’Antartide orientale, quali e l’Antartide a Sud, avviene ad una velocità ri- la baia di Prydz Bay e quella di Lützov-Holm dotta di alcuni mm/anno per decine di Ma. Bay che, insieme allo Shackleton Range, sono In corrispondenza del limite orientale di ritenute aree chiave per testare l’ipotesi di un su- questa frattura inizia un processo di surriscalda- percontinente con importanti punti di contatto mento anomalo della crosta, con conseguente intorno all’Antartide. È stata anche avanzata l’i- assottigliamento della litosfera che porterà al- potesi di un supercontinente Proterozoico diver- l’allontanamento del blocco Campbell so dal Rodinia e assai simile a quello che poi, Plateau/Nuova Zelanda (~80 Ma) ed alla forma- nel Carbonifero, diverrà il Pangea e perciò indi- zione del bacino del Mare di Ross, al limite tra cato come Paleopangea [Piper, 2000]. il Cretacico ed il Cenozoico. Più difficile è testare l’ipotesi che Tra 70 Ma e 50 Ma, la tettonica delle l’Antartide abbia ricoperto un ruolo importante placche del Pacifico meridionale viene investita nella grossa crisi biologica al limite Permo- da un cambiamento brusco, che si ripercuote su Triassico che alcuni [Retallack et al., 1998 e ref. tutta la placca Pacifica e porta al rapido allonta- ivi citate] riconducono ad un grosso impatto me- namento dall’Australia dell’Antartide, che teoritico le cui tracce sarebbero presenti in migra rapidamente verso Sud ad una velocità Antartide e Australia. Si tratta di un ipotesi ben ~20 volte superiore a quella con cui si allonta- lungi dall’essere dimostrata, ma la frammenta- nava in precedenza. Fenomeno che, secondo al- zione del Gondwana che inizia a svilupparsi cuni [Salvini et al., 1997] potrebbe essere stato ~220 Ma è stata utilizzata per testare un altro agevolato dalla riattivazione di linee di frattura importante aspetto, circa la frammentazione dei Paleozoiche, connesse all’orogenesi di Ross. supercontinenti: il ruolo svolto dai mantle plu- Nella zona di collisione tra le nuove microplac- mes nel break-up di Gondwana [Storey, 1995]. che e la placca Pacifica si formano la Nuova Infatti, intorno ai 190 Ma, inizia un’intensa atti- Zelanda ed il Macquarie Ridge, una dorsale sot- vità vulcanica che viene ricondotta alla presen- tomarina lunga migliaia di km responsabile za di un mantle plume, testimoniata da estese della formazione di crosta oceanica in quella re-

77 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico gione del Pacifico. Estinta come centro d’espan- 1999]. Da qui la necessità di fare chiarezza su sione, attualmente è un alto batimetrico che questo tema assai delicato, in quanto l’evoluzio- segna il limite tra la placca Pacifica e quella ne tettonica del sistema Australia-Antartide, che Antartica. ha notevoli ripercussioni nell’evoluzione clima- Intorno ai 55 Ma, inizia pure la fase più tica della regione, e quindi sul clima globale, si importante di sollevamento delle TAM, evento inserisce nel dibattito sulla stabilità della calotta che potrebbe essere legato anche al moto relati- glaciale Antartica: calotta e sistema climatico vo tra l’Antartide orientale ed occidentale. resistettero a variazioni di clima come quello Infatti, Cande et al., [2000] hanno presentano Pliocenico, con cambiamenti relativamente pic- dei dati che rivelano la presenza di una placca coli (ipotesi di stabilità) oppure gran parte del tettonica estinta tra le due parti dell’Antartide, ghiaccio della calotta scomparve (ipotesi di de- orientale e occidentale, che si sarebbero sposta- glaciazione)? te di 180 km tra 43 e 26 Ma, con un tasso d’e- Il dibattito è in corso ma, anche in questo spansione di 12 mm/anno. caso, importanti indicazioni possono venire Le conseguenze di questo evento sono os- dalla ricerca geologica, intesa a risolvere la que- servabili nella brusca modifica dello sviluppo stione legata all’età e alla deposizione delle suc- della dorsale vulcanica delle isole Hawaii, ad cessioni sedimentarie che formano il Sirius oltre 10.000 km di distanza. L’andamento a go- Group. mito della catena di seamounts Hawaian- Emperor, nel Nord Pacifico, è stato interpretato da molti autori come la registrazione di un cam- Ringraziamenti bio di 60° avvenuto ~43 Ma nella direzione del Desidero ringraziare il Prof. Enzo Boschi movimento della placca Pacifica relativamente (Presidente INGV) per l’incoraggiamento a all’hotspot delle Hawaii e ad altri plumes del pubblicare questo volume, ed il supporto nel Pacifico. Nella ricostruzione usata da Cande et progetto. Ringrazio Leonardo Sagnotti per la re- al., [2000], però, non viene avanzato alcun cam- visione ufficiale del lavoro, Martina Busetti bio nel moto degli hotspots del Pacifico relati- (Ogs Trieste), Massimo Chiappini e Andrea vamente a quelli degli altri bacini oceanici, Morelli (INGV), Francesco Salvini (Dst Roma aprendo nuove prospettive per il circuito globa- tre) e Sergio Rocchi (Dst Pisa), per i preziosi le di placche [Gordon, 2000]. commenti che hanno consentito di migliorare il Diventa così interessante valutare anche manoscritto originale. la connessione di questo moto con la presenza di Fondi per questo studio sono stati forniti un mantle plume sotto la crosta dell’Antartide dal Programma Nazionale di Ricerche in occidentale, cui viene ricondotta l’attività vulca- Antartide (PNRA), Ministero per l'Università e nica Cenozoica e che interessa soprattutto il la Ricerca Scientifica e Tecnologica. margine Pacifico del continente. Potrebbe trat- tarsi tanto della terminazione di un vecchio plume attivo sin dal Cretacico [Weaver et al., Bibliografia 1994], che di un plume instauratosi nel Cenozoico e tuttora attivo [LeMasurier e Anandakrishnan, S., D.D. Blankenship, R.B. Alley and P.L. Stoffa (1998). Influence of subglacial geo- Landis, 1996]: su queste ipotesi andranno indi- logy on the onset of a West Antarctic ice stream rizzati ulteriori studi, ad esempio di tomografia fromseismic observations. Nature, 394, 62-65. sismica, per valutare taglia e dimensioni del Anderson, B.J. (1991). The Antarctic continental shelf: plume che potrebbe avere connessione con i results from marine geological and geophysi- vulcani Cenozoici, attivi o meno, e con quelli cal investigations. In: Tingey R.J. (Editor): The Geology of Antarctica. Oxford Monographs on probabilmente presenti sotto la coltre glaciale Geology and Geophysics, Camberra, Australia, [Behrendt, 1999] composta essenzialmente di 17, 285-334. due calotte, orientale (EIAS) e occidentale Armienti, P. and C. Baroni (1999). Cenozoic climatic (WAIS). Queste sono state coeve almeno sin dal change in Antarctica recorded by volcanic ac- Miocene, benché l'area sia stata deglaciata più tivity and landscape evolution. Geology, 27 (7), 617-620. volte durante questo periodo [Behrendt et al., Arndt, N. (2000). Hot heads and cold tails. Nature, 1995], e la loro risposta ai cambi di clima è for- 407, 458-461. temente modulata dalla geologia sottostante. Austin, J.A.J. (2000). The Young Marginal Basin as a Inoltre, tanto il sistema di rift Cenozoico che in- Key to Understanding the Rift-Drift Transition teressa le TAM quanto il fianco sollevato della and Andean orogenesis: OBS Refraction profi- ling for Crustal Structure in Bransfield Strait. MBL, sono legati all’evoluzione della glaciazio- Available from World Wide Web: ne continentale, elemento condizionante l’attua- le regime climatico globale [Armienti e Baroni, Balestrieri, M.L., G. Bigazzi, C. Ghezzo and B.

78 Nicola Mauro Pagliuca: L’evoluzione tettonica del continente Antartico

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