IL MONUMENTO DA CAMERA I bronzetti della Collezione Sperati in Palazzo Lascaris IL MONUMENTO DA CAMERA

I bronzetti della Collezione Sperati in Palazzo Lascaris a Torino

a cura di Maria Luisa Moncassoli Tibone

Contributi di: Pier Luigi Berbotto Giuliana Brugnelli Biraghi Clara Palmas Pier Massimo Prosio IL MONUMENTO DA CAMERA FONDAZIONE PER IL LIBRO, LA MUSICA E LA CULTURA

Ufficio di Presidenza: Cura della mostra e del catalogo Presidente:Mercedes Bresso,Presidente della Provincia diTorino Presidente: Roberto Cota Maria Luisa Moncassoli Tibone Vice Presidenti: Enzo Ghigo, Presidente della Giunta Regionale del Piemonte, Sergio Chiamparino, Sindaco della Città di Torino Vicepresidenti: Francesco Toselli, Lido Riba Contributi in catalogo Consiglieri segretari: Beppe Pozzo, Marco Botta, Alessandro Pier Luigi Berbotto, Giuliana Brugnelli Biraghi, Clara Palmas, Pier Segretario Generale: Rolando Picchioni Massimo Prosio Di Benedetto Comitato dei Garanti: Piero Bianucci, Pier Giovanni Castagnoli, Curatori della Collezione Lorenzo Mondo, Giuliano Soria Direzione Comunicazione istituzionale dell’Assemblea regionale Michelangelo Fessia, Claudio Minnicelli Direttore: Luciano Conterno Musiche ARTIGIANO METROPOLITANO Oto Perillo, con l’insieme vocale “Il sogno di Polifilo” Staff Settore Comunicazione e partecipazione dell’Assemblea regionale Scritte in mostra Direttore Artistico: Enzo Biffi Gentili Responsabile: Michelangelo Fessia Pier Luigi Berbotto Assistente di Direzione: Davide Paludetto Assistente agli allestimenti: Massimiliano Montaruli Allestimento Amministrazione:Alessandro Dotta Settore Informazione dell’Assemblea regionale Maria Pia Dal Bianco A&A Architetti & Associati, Sabrina Ufficio stampa e pubbliche relazioni: Daniela Lo Piccolo Responsabile: Marina Ottavi Beltramo, Monica Zanzotto Operatori professionali:Valentino Macri Segreteria Generale: Daniela Icardi Coordinatore tecnico Settore Relazioni esterne dell’Assemblea regionale Claudio Minnicelli Comitato tecnico scientifico Responsabile: Gualtiero Freiburger Presidente: Stefano Zecchi Collaborazione editoriale Membri:Cristina Accornero,Roberto Albanese,Riccardo Bedrone, Alessandra Pont Chiara Genisio, Gianni Boffa Consolata Beraudo di Pralormo, Denise Biernaux, Rossana Bossaglia, Francesca Comisso, Maria Pia Dal Bianco, Francesco Fotografie Direzione Amministrazione e Personale Drago,Pablo Echaurren,Antonio Forchino,Anne Leclercq,Daniela Pino dell’Aquila, Carlo Devoti, Paolo Siccardi, Maria Luisa Magnetti, Cristina Morozzi, Luisa Perlo, Isabella Ricci Massabò, Direttore:Wally Montagnin Moncassoli Tibone Paola Navone, Francesco Pernice, Roberto Sandri-Giachino, Carla Enrica Spantigati, Maria Luisa Tibone, Mauro Volpiano Grafica e Impaginazione Ufficio Tecnico e Sicurezza Manera,“Immagine & Comunicazione” Comitato di coordinamento Claudio Minnicelli Si ringraziano per la cortese collaborazione Guido Bolatto,Marco Cavaletto, Luciano Conterno,Gaudenzio De Marco Albera, Rosalba Belmondo, Rossana Bossù, Patrizia Bottardi, Paoli, Rita Marchiori, Anna Martina, Roberto Moisio, Patrizia Picchi, Roberto Salvio,Alberto Vanelli, Carlo Viano Direzione Segreteria dell’Assemblea regionale Andrea Bruno, Piero Cazzola, Famiglia Calandra, Circolo degli Artisti, Famiglia Conrieri, Gabriella Daghero, Famiglia Dal Bianco, Direttore: Maria Rovero Gualtiero Dolce,Antonio Forchino, Funzionari GAM Torino, Enrico Consulenti Gastaldi, Giuseppe Luigi Marini, Gian Giorgio Massara, Germana Progetto didattico Anna Pironti Servizi generali operativi e sicurezza Mazza,Maurizio Micai,Michelangelo Miele,Eriberto Naddeo,Sergio Noero, Alessandro Paolini, Vittorio Peracino, Adriana Peruccio, Angelo Cappella, Carlo Greghi Famiglia Rubino, Piera Savina, Grazia Tartaglini, Angelo Tibone, Ufficio stampa e Comunicazione Domenico Tibone, Bianca Vetrino, Paolo Vinai, Gianni Vurchio ThreeSixty

Direzione Processo Legislativo Mostra e catalogo realizzati dal Consiglio regionale del Piemonte Coordinamento dell’immagine grafica Direttore:Adriana Garabello Direzione Comunicazione Istituzionale dell’Assemblea regionale Bellissimo Questo catalogo non è solo uno strumento indispensabile per conoscere al meglio la mostra “Il monumento da camera”. È, insieme alla rassegna stessa, un omaggio alla memoria della famiglia Sperati e un rinnovato ringraziamento per la donazione che ha arricchito di opere artistiche la sede dell’Assemblea regionale piemontese. Il felice itinerario che porta la“Collezione Sperati”sotto le volte di Palazzo Lascaris è noto. Nel 1980 Luisa Sperati vedova Mezzalama decide di donare la raccolta ereditata dal padre Emilio al Consiglio regionale. Un gesto di grande generosità quello della signo- ra Luisa e, aggiungerei, d’affetto verso la comunità piemontese, quello di affidare all’i- stituzione una parte non marginale della propria storia famigliare, intrisa d’amore per l’arte, di capacità artigianale d’altissimo livello, di sensibilità e buon gusto. Nell’atto della donazione è precisato che le opere devono essere “custodite ed ambien- tate” a Palazzo Lascaris.Da allora bronzetti e quadri sono una parte del Palazzo, una sua componente inscindibile. È anche grazie a queste opere che la sede dell’Assemblea regionale del Piemonte è più ricca non solo dal punto di vista squisitamente artistico, ma anche storico. La collezione infatti rappresenta nel suo insieme Torino e il Piemonte a cavallo tra l’Ottocento ed il Novecento, proprio in quegli anni cruciali che segnano, nel bene e nel male, lo sviluppo della regione nel secolo scorso. Un Piemonte ed una Torino ancora legati alla tradizione, ma già protesi verso il futuro con coraggio, con il coraggio di chi sa di rischiare, certo della propria capacità e volon- tà. E vedendo le opere raccolte o “fuse” da Emilio Sperati nel suo laboratorio-officina di Corso Regio Parco in Torino, è possibile cogliere in questa volontà, intrisa di curio- sità e speranza, una forza che trae le sue energie, per il futuro, dal rispetto delle tra- dizioni del passato. In questo senso la Collezione Sperati è molto significativa e particolare perché conserva opere di uomini che ebbero fede nella propria città e nella propria terra. Partendo da queste considerazioni e cogliendo l’opportunità delle mostre “Artigiano- metropolitano” per il centenario della grande Esposizione di Torino del 1902, l’Ufficio di Presidenza ha deciso di offrire ai cittadini l’esposizione della Collezione Sperati in un contesto ed in una ambientazione diversi da quelli della mostra permanente, visi- bile ai cittadini, associazioni e gruppi scolastici, nel contesto del progetto “Porte aper- te a Palazzo Lascaris”. Questa presentazione vuole collocare nella giusta luce - come merita - un piccolo teso- ro lasciato in eredità alla comunità piemontese da una sensibile signora in ricordo del padre artista. ROBERTO COTA Presidente del Consiglio regionale del Piemonte IL PERCORSO DELLA MOSTRA

Il messaggio eroico All’alba del secolo XX la monumentomania impe- rante, dopo aver dilagato per piazze e giardini,trova un valido sbocco negli interni domestici.I fonditori riducono drasticamente le dimensioni dei manufatti in bronzo, privilegiando la cura del dettaglio. Per i buoni borghesi fu motivo d’orgoglio poter esibire in casa i bronzetti: un Arnaldo da Brescia, un Michelangelo, un Alfonso Lamarmora, un Bartolomeo Colleoni. Sono riproduzioni dell’opera di artisti celebri: due o tre spanne d’altezza, per un tributo alla moda e alla storia. Nell’attualità storica A Torino, proprio accanto agli edifici dell’Esposizione, Davide Calandra aveva innalzato una figura equestre, un’opera insigne per celebrare un principe e Casa Savoia. Certo è che tanta maestria, e insieme quella del fonditore Emilio Sperati,valsero al monumento il presti- giosissimo Premio degli Artisti.L’inaugurazione avvenne a Torino il 7 maggio 1902. E da cento anni il principe Amedeo di Savoia duca d’Aosta è lì, alto e bronzeo sul destriero, a perpetuare il suo slancio eroico nell’aria chiara del Valentino.Altri messaggi i bronzetti domestici ci propongono: un corollario di glorie patrie. L’eleganza del nudo Al tramonto del classicismo, la tradizione del nudo nella scultura sembra meno importante, confinata nelle scuole delle Accademie. L’analisi del corpo - femminile,maschile,infantile - ricompare con la sca- pigliatura, coglie nuove rappresentazioni nell’ambi- to del naturalismo, impreziosisce le immagini sim- boliste, anima le forme plastiche più vicine al mondo liberty e crepuscolare.Con scrupolo realisti- co, garbata esibizione, e magari, sotto sotto, un sus- surro di malizia. Costumi esotici e tradizioni popolari L’orientalismo è un fenomeno che conferisce alle opere il fascino del raro, dell’esotico. Le bronzee raffi- gurazioni di un cammello, di una beduina portatrice d’acqua, di una slitta e del suo vetturino in rassegnata attesa portano, nell’aria un po’ greve degli interni d’inizio secolo, l’alito caldo del deserto, o un brivido di gelo dal cuore innevato della Santa Russia.Altri usi e costumi vicini e lontani esprimono i bronzetti e risvegliano l’interesse per le opere in scala ridotta dei grandi scultori. Uno sguardo all’infanzia L’immagine dei bambini sollecita in modo vario l’estro degli scultori. Protagonisti di precoci inge- nue imprese, i piccoli personaggi sono amorosa- mente effigiati. Mostrano sempre una vitalità che il bronzo imprigiona e poi restituisce,nella levità gio- cosa propria dei fanciulli, nella malizia trasgressiva dei monelli, nella grazia malandrina e fuggevole di uno scugnizzo o nel tenero raccoglimento della fan- ciulla in preghiera. Il racconto animalistico Lo scultore“animalier”aveva trionfato nella Francia del secondo ottocento, percorrendo con le sue immagini “fauves” i sentieri delle steppe, i deserti africani e asia- tici, o rappresentando in chiave vicina il mondo dome- stico degli animali più mansueti.Ed ecco anche in Italia comparire su mensole e caminetti cani e cavalli,leprot- ti e camosci o addirittura elefanti, a ricordo delle gran- di ménagéries sovrane. Una fascinazione animalistica, una creatività stupefacente nella sua verosimiglianza. Il “monumento da studio” Un bronzo da collezione si valuta anche per la fun- zione che ha avuto nell’ambiente dove è stato visto a lungo. I “monumenti da studio”, un orologio e un bronzetto sono appartenuti a due noti medici. Una “Amazzone” di Davide Calandra fu donata dalla fami- glia al medico di casa dottor Dal Bianco; un orologio con la raffigurazione della Sapienza scandì l’orario delle visite nello studio del professor Domenico Tibone rettore magnifico dell’Università di Torino. Il “monumento da tasca” La medaglia è uno strumento di comunicazione portatile d’alto artigianato - oggi attentamente col- lezionato - che nel caso di eventi importanti come l’inaugurazione dei monumenti, è stato fortemente celebrativo. Edoardo Rubino progettò la medaglia per l’inaugurazione a Torino del monumento a Vittorio Emanuele II nel 1899 con un bronzetto che la collezione Sperati conserva. La moneta verrà coniata in oro, argento, bronzo. PERSONAGGI D’ALTRI TEMPI Perché, dalle finestre che guardano ad occidente, sugli ippocastani del corso, a quest’ora non entrano LUISA più raggi, ma come uno spolverio d’ambra o di fuoco che si spalma sul bronzo delle statue e gli infonde un racconto di Pier Luigi Berbotto brivido di vita. Così, ogni giorno, Luisa assiste al miracolo. E scher- C’è un momento della giornata che lei predilige in za col Bambino sul cavallo a dondolo, riassesta il assoluto. Un momento di cui solo lei, Luisa, può sentir- manto alla Donna che allatta sul cammello. si incontrastata padrona: quando il pomeriggio non è Conforta il vecchio esausto sulla Slitta. Assume, più pomeriggio ma è ancora troppo presto per chia- davanti ad Arnaldo da Brescia, la sua stessa posa marlo sera. Possono essere le cinque, le sei, anche le oracolare. S’incanta davanti al gesto della Giovane sette, secondo la stagione. L’importante è quella luce con una spina piantata nel piede,e quasi vorrebbe tutta particolare che filtra dai vetri e che, col rimpian- essere lei a levargliela, ma con mano leggera, senza to del giorno in fuga, sembra portare l’annuncio di farle male... nuove delizie. Queste delizie, per Luisa, s’identificano Quanto dura tutto questo? Giusto il tempo che quel nella casa al momento deserta. Papà ancora al lavoro. pulviscolo esaurisca la sua carica, e l’agonia del gior- La mamma a far la spola tra le sue associazioni cultura- no ceda alla notte. Allora le statuette riprendono la li, i suoi tè,le sue accademie.E lei libera di aggirarsi tra loro fissità impassibile. E non resta che attendere il le pareti domestiche, di riprendere il colloquio con i ritorno di papà Emilio, fonditore nonché scultore in suoi specialissimi amici. proprio, che di quei bronzi, pur se firmati da altri, è il Già, perché Luisa non è più nell’età di giocare con le vero, insuperato artefice. bambole. Ma non ancora in quella per pensare agli Di tanto in tanto da mensole e nicchie ne scompare amori.A dire il vero, qualcuna delle sue amiche già ci un esemplare, prontamente rimpiazzato da un dipin- pensa e ne sussurra con le altre, tra mille risatine, e to. Sono scambi che papà Emilio ama fare con i suoi G. Grande, Ritratto del Cav. Uff. E. Sperati ammiccamenti,e toccatine di gomito.Luisa,però,non amici pittori: io ti do un mio bronzetto, tu mi dai un 1921. Olio, cm. 49x54. ne ha bisogno. Per lei ci sono questi dorati crepusco- tuo quadro. E così anche le pareti di casa si infittisco- li nella casa torinese. E c’è questa folta corte di per- no di tele. Parecchi di questi artisti sfilano sotto gli Chi, invece, preferisce i più comodi sofà del salotto sonaggi che le si stringono intorno,e che mai la faran- occhi attenti di Luisa, quando vengono a trovare di casa è un pittore già in là negli anni,che abita in no sentire sola. papà. Ci sono vecchi suoi compagni di Brera, espo- provincia, dalle parti di Biella.Arriva di buon matti- Non sono che piccole, curiose sculture - antichi guer- nenti di quella Scapigliatura milanese che tenne no, un po’ greve e ansimante, e si abbandona tra i rieri piuttosto che animali, ed effigi della storia che si banco come movimento vivo e anticonformista. Ma cuscini invocando un caffè “come Dio comanda”. contrappongono a vivaci figurette muliebri e infantili - questi preferiscono rinchiudersi con lui nel suo labo- Papà lo chiama confidenzialmente Lorenzo, ma ad adornare nicchie e mensole, tavoli e vetrine della ratorio al numero 36 di corso Regio Parco, là dove Luisa sa che è il famoso maestro Delleani, autore di grande sala e del salotto, debordando pure nel corri- domina la scritta, invero altisonante: paesaggi di una bellezza “da togliere il fiato” (tale è doio d’ingresso, nella biblioteca e nelle camere da l’opinione paterna). letto. Praticamente tutto l’appartamento ne è invaso. FONDERIA ARTISTICA Un altro pittore è tra gli assidui di casa. Si chiama Ma tanta quantità, lungi dal tediare o dall’opprimere, PER MONUMENTI EQUESTRI Cesare Ferro e,pur essendo un ritrattista affermato, pare fatta per rallegrare, per accendere la fantasia. Ed E STATUE COLOSSALI ha poco più di vent’anni.Sarà per la giovane età,ma, è così che entra in gioco la luce del crepuscolo. DEL CAVALIER EMILIO SPERATI a differenza di Delleani, a Luisa non incute sogge-

1 zione.Anzi. Papà sembra stimarlo molto:“È un allie- le. Era stato, quello, l’unico momento in cui egli sem- vo di Giacomo Grosso” dice di lui, con una punta brò sorridere.Poi si era chiuso in se stesso,e per tutta d’invidia.E la sua stima si è spinta al punto di com- la durata del tè nessuno lo udì proferir parola. missionargli un ritratto della figlia. Così Luisa si è Passano i giorni, e del poeta non si hanno più notizie: trovata a posare davanti al suo cavalletto, con lo come se fosse letteralmente scomparso,ingoiato dalla sguardo del pittore appuntato sui propri tratti, a sua stessa magrezza. Finché oggi, dopo pranzo, la scandagliarne la pur minima vibrazione, il più fuga- mamma estrae dalla borsa alcuni fogli manoscritti e li ce trasalimento. Oh, se le sue amiche - Amalia, dispiega sulla tovaglia: Carolina... - fossero state lì a vedere: sai le esclama- “Sapete quell’avvocato... Mi ha fatto avere per posta zioni smorzate, i sorrisetti... Invece, nello studio, questi suoi versi. S’intitolano L’amica di nonna c’erano loro due soli,ed estremamente laconici.Lui, Speranza.A me sembrano... semplicemente sublimi!” soprattutto:la cui timidezza altro non gli consentiva E si mette a leggere, con la sua bella voce tutta nuan- che quelle occhiate morbide, quei silenzi vaghi ma ces e chiaroscuri. Lì per lì Luisa non vorrebbe sentire: L. Delleani, protratti all’infinito. La sua mano, il suo tocco, tene- a lei di quello zerbinotto con la puzza sotto il naso Parte rustica vano il posto delle parole. E il viso che ha saputo non importa un bel niente, e ancor meno delle sue del Santuario donarle è qui sulla tela ancor fresca di colori:velato poesie“sublimi”. Ma, d’un tratto, certe parole la obbli- d’Oropa. 1894. Olio, di una dolcezza assorta, di una malinconia che gano a far mente locale: cm. 30x45. l’adolescenza riesce appena a stemperare... Una volta, a prendere il tè dalla mamma, è venuto ... il caminetto un po’ tetro, le scatole senza confetti, anche un poeta. Giovane lui pure, come il pittore i frutti di marmo protetti dalle campane di vetro, Ferro, ma più sulle sue, magro e asciutto in quell’abi- un qualche raro balocco, gli scrigni fatti di valve... to di foggia elegante. Insomma, un damerino. Lo chia- mavano tutti l’Avvocato, anche se, in realtà, pare fre- E poi, ancora: quenti solo la facoltà di Legge, in via Po, e sia ancor lontano dal laurearsi. Dicono che le sue poesie, tutto- ...Venezia ritratta a mosaici, gli acquerelli un po’scialbi... ra inedite, siano bellissime. La mamma doveva averlo conosciuto alla Società di Cultura e,attenta com’è alle per culminare con: nuove promesse dell’arte, non ci aveva pensato due volte a estendergli un invito. ...il gran lampadario vetusto che pende a mezzo il salone Appena entrato in salotto, e presentato agli altri ospi- e immilla nel quarzo le buone cose di pessimo gusto... ti - il nome, Luisa non lo capì bene: qualcosa come Guido Losano, o Gondrano... -, l’Avvocato si era guar- “Ma, buon Dio, questa è casa nostra!” esclama Luisa dato intorno, e non la smetteva di fissare questo o balzando in piedi.E prosegue con foga,rivolta a padre quel soprammobile, questo o quel capo d’arredo: dal e madre:“C’è proprio tutto: il caminetto e le campa- L. Delleali, La fossa di caminetto alle sedie damascate,dai frutti sotto le cam- ne di vetro. E il mosaico di Venezia. E lo scrigno di Morozzo. pane di vetro a un certo scrigno fatto di gusci di con- conchiglie. E il grande lampadario a gocce... Come si 1894. Olio, chiglie, a un mosaico un po’ rudimentale che ritrae permette, quello, di appropriarsi delle nostre cose? E cm. 30x45. un angolo di laguna veneziana, per poi soffermarsi di dire che sono di pessimo gusto?” con marcata insistenza sul grande lampadario centra- Quindi, piantati in asso i genitori allibiti, corre di là,

2 nel salotto, a controllare. Sì, sembra davvero la mate- gioioso, è come se la festa dei suoni non salisse più rializzazione dei versi di quel tale. Come ci avesse dalle corde dello strumento ma direttamente dai fatto la fotografia.Con una vistosa lacuna,però:i bron- bronzetti investiti da quella corrente armonica: cia- zetti. Dei bronzetti, nei versi, non c’è traccia. Parla, sì, scuno a cantare la propria nota: la Testa di saraceno dei busti di Alfieri e di Napoleone:ma quelli non sono con la gravità di un si bemolle, lo Scugnizzo di di bronzo. Che non li abbia notati, quel giorno? Medardo Rosso con l’allegria di un fa... Subissata dal Impossibile: così numerosi e incombenti, neanche a fenomeno, Luisa non sa più dove guardare: il respiro un cieco potrebbero sfuggire. Ma se invece... - e a si fa rotto, mentre il cuore le martella in petto, e le poco a poco l’ipotesi, nel prendere corpo, attenua il mani inevitabilmente s’inceppano sulla tastiera. dispetto, lo volge in sollievo - ... se invece li avesse “Luisa... Ma... che ti succede?” si allarma la maestra. ben visti, e gli fossero piaciuti, ecco che non avrebbe “I bronzetti...sono loro a suonare!”farfuglia in un soffio. più potuto accomunarli con le altre cose, che certo L’altra non può che mostrarsi perplessa.Che c’entrano non dovevano andargli a genio (e, detto tra noi, non i bronzetti? Una cosa, comunque, le è chiara: che senza ragione!), e allora non gli restava che cancellar- l’eccessiva sensibilità musicale della ragazza va crean- li dal quadro,salvarli da quel contesto di mediocrità... dole qualche problema.Sicché per oggi conviene tron- Sì, forse è stato davvero così. E, nel resto della sua care la lezione. lunga vita, ogni volta che Luisa avrà a tornare sulle “Ti piacciono così tanto le tue statuine?” domanda, poesie di Guido Gozzano, mai potrà dimenticare le immettendo nel tono tutta la dolcezza di cui è capace. buone cose di pessimo gusto, e quell’omissione che, “Tantissimo” è la risposta ancora ansimante. per lei, varrà più di un’apoteosi. “Perché, allora, non me le fai vedere da vicino?” Il martedì e il venerdì, tuttavia, le sue fantasiose soli- E Luisa,di buon grado,scivola dallo sgabello del piano tudini di fine pomeriggio subiscono uno strappo.Alle e si avvia a mostrare i suoi tesori. Che, a quanto pare, cinque e trenta in punto, preceduta da una lunga riscuotono presso l’insegnante un certo successo. scampanellata, si presenta la vecchia e arzilla signori- “Bello, questo... Carino, quest’altro... E tu, quale O.Tabacchi, Bagnante. La spina nel piede. na Martinengo per la rituale lezione di piano. Una preferisci?” Luisa non ha esitazioni: punta subito Bronzo, altezza cm. 36. consuetudine cui Luisa si accosta con non eccessivo l’indice sulla Ragazza con una spina nel piede. entusiasmo ma neppure di malavoglia. È buona La signorina Martinengo guarda, e senza scampo piglio della precettrice: norma, di questi tempi, che le ragazze di buona fami- l’occhio le cade sulla coscia femminile rigogliosa- “Non devi attaccarti troppo agli oggetti di casa,visto che glia sappiano suonare con sufficiente disinvoltura mente scoperta. Cerca quindi riparo in un’altra dire- un giorno dovrai lasciarli.Pensa a quando te ne andrai di Prima carezza e Petit montagnard.Luisa,anzi,è ben zione: ma è fatale che le si pari davanti la carnalità qui,per farti una casa tua propria,col tuo sposo...” più avanti: sotto la guida inflessibile della signorina trionfante della Schiava firmata da Giacomo Ginotti. La reazione di Luisa scatta immediata: sta già affrontando le sonatine del Clementi. Meglio dunque tornare alla Spina nel piede... E lei, “Io non lascerò mai i miei bronzetti. Piuttosto rinun- Ed eccola, oggi, sbizzarrirsi nell’allegro della Prima, che nella vita si è sempre trovata più a suo agio con cio a sposarmi!” mentre la maestra, alle sue spalle, scandisce con vigo- minime e biscrome che non con le lusinghe del E sul volto le è apparsa la stessa intensità pensosa, la re sergentesco:“Uno... due... tre... quattro...”.L’occhio nudo, tenta qualche impacciata obiezione: stessa malinconia che seppe rendere, nel ritratto, insegue le note sul pentagramma, e le mani, sui tasti, “Sì, ma... così nature... così osé...” Cesare Ferro. fanno miracoli.Anche la signorina, pur senza mostrar- Luisa la guarda senza capire: Ma un giorno, sì, li lasciò. Un giorno di molti e molti lo, ha da essere soddisfatta. Ma d’un tratto, quando la “Perché osé, se è tanto bella?” anni dopo - era il 1980 - quando, nella sua avanzata, musica si apre a un nuovo tema particolarmente Ma già, nell’altra, sugli interessi estetici prevale il lucidissima vecchiaia, la signora Luisa Sperati vedova

3 Mezzalama si decise al grande passo. Le forze le veni- vano ormai meno, il commiato lo sentiva imminente. Che ne sarebbe stato, dopo la sua “dipartita”, dei bron- zetti? Stipati in qualche solaio a coprirsi di polvere, di ragnatele? O mortificati in tanti anonimi, irrecuperabi- li rivoli di elargizioni infruttuose? Entrambe le alterna- tive le mettevano i brividi addosso. No, occorreva pen- sare a una particolare destinazione per quel centinaio di piccole sculture che il padre aveva amorevolmente raccolto e in gran parte fuso, e per quegli altrettanti quadri che ne impreziosivano la casa.Una destinazione che preservasse il tutto dalla dispersione o dalla rovi- na, facendone beneficiare l’intera collettività. E che cosa, meglio del Consiglio Regionale del Piemonte, avrebbe fatto al caso suo? Quali spazi, meglio di palazzo Lascaris da poco restituito ai suoi secenteschi splendori,potevano ospitare,e valorizzare, il suo piccolo patrimonio di bellezze e suggestioni? Così avvenne la donazione.Non sappiamo se l’età tar- dissima e le precarie condizioni di salute le abbiano consentito di presenziare alla cerimonia. Ma ci piace immaginare che le cose siano andate veramente così: la sala gremita e plaudente, gli immancabili discorsi d’occasione, le protocollari carte da firmare... E lei, tutta in ghingheri, che risponde ai convenevoli: c’è pure da bere una sorta di rosolio che, nell’emozione dell’attimo, le va per traverso, la costringe a tossire. Poi, se Dio vuole, la cerimonia ha termine, non resta che uscire. E Luisa, prima di lasciare la prestigiosa sede, non rinuncia a voltarsi ancora una volta verso i bronzetti. O meglio, verso le casse ove questi giaccio- no imballati, in attesa che “altre” mani li estraggano, “altri” occhi trovino loro un’adeguata collocazione. Ma questo, ormai, poco conta. L’importante è che la loro salvezza sia assicurata. Che il ricordo di papà Emilio resti impresso nelle loro forme. E che quassù, al piano nobile di palazzo Lascaris, nella luce radente Emilio Sperati, Gina bimba allo studio di ogni crepuscolo, ciascuno di essi ritrovi la sua veri- (la figlia Luisa giovinetta). Bronzo. tà, il suo palpito di vita.

4 PERSONAGGI D’ALTRI TEMPI mento per le strade. Gli parve che addirittura Vittorio so che avrebbe seguito il corteo reale:piazza Castello, Emanuele II dall’altissimo monumento sbirciasse di via Roma, corso Vittorio Emanuele, corso Massimo GUIDO sotto incuriosito di tutto quel viavai, del frenetico traf- d’Azeglio. Si vedevano piccoli gruppi famigliari com- fico per la sua tranquilla città.Mentre camminava udiva posti e dignitosi nei loro abiti da festa, vecchi militari racconto di Pier Massimo Prosio da distante squilli di fanfare, rullo di tamburi; seguì la con lustrini e decorazioni in mostra, impiegati in folla che si muoveva verso il Valentino. Gruppi di sol- completo scuro, operai, studenti chiassosi ed irre- Nel 1902 Guido Gozzano aveva 19 anni. Studente dati si stavano dirigendo alle loro postazioni. quieti per il giorno di vacanza. Lungo i bordi della assai poco modello, dopo essersene venuto via dal I tramvai erano tutti imbandierati, e alle fermate si strada una folla sempre più fitta e festosa si veniva Cavour ove l’anno precedente era stato bocciato si vuotavano di un gran numero di persone che allegre accalcando, plotoni di militari erano disposti in dop- stava preparando per gli esami di ammissione alla e rumorose andavano a trovar posto lungo il percor- pia fila per annunciare con le fanfare il passaggio terza liceo frequentando una scuola privata, l’Istituto delle autorità. Ricaldone. Ma c’erano tante cose che l’interessavano In corso Massimo d’Azeglio scorse da distante una più che la scuola! Per esempio scrivere poesie, anche tenda biancheggiare, era quella che copriva se per adesso non pubblicava ancora i suoi versi che l’inauguranda scultura. Guido si portò verso il picco- solo a pochi amici e parenti faceva leggere; oppure lo palco che era stato apprestato lì presso per acco- andare in bicicletta, ad Agliè tra i prati ed i campi gliere le autorità. Era arrivato giusto in tempo per respirando l’aria fresca delle montagne ma anche a vedere scoprire il monumento dedicato al duca Torino lungo i viali ombreggiati dai platani o tra il d’Aosta.Un grido di stupore compiaciuto ed un lungo verde del Valentino;o,ancora,frequentare quel nuovo battimani fece seguito al disvelamento della impo- circolo che da poco era sorto in città, in via delle nente statua equestre. Ebbero inizio i discorsi ufficia- Finanze, la Società di Cultura ove si riunivano tante li:“Maestà! Altezze Reali! Non meno che nel granito e persone intelligenti e colte, e dove si potevano trova- nel bronzo la Storia con la sua alata eloquenza tra- re tanti libri, ma non quelli noiosi della scuola. manderà alle genti future le gloriose pagine rifletten- Ma per fortuna, quel giorno le scuole erano chiuse. ti il principe Amedeo…”. Ma Guido non aveva orec- Era il giorno dell’inaugurazione del monumento al chi né occhi per quei signori impettiti che pronun- Principe Amedeo, l’opera di Davide Calandra uno ciavano quelle parole altisonanti. Ed invece girava lo degli eventi più significativi di quella Esposizione sguardo intorno a sé dal palco delle autorità al parco Internazionale d’Arte decorativa moderna che di lì a del Valentino. Chi sarà mai stata quella bella signora poco si sarebbe aperta al Valentino. Erano arrivati a sul palco con la veletta e il gran cappello bianco che Torino insieme ai sovrani anche il Presidente del le cadeva obliquo sul volto? E quella giovane donna Consiglio Zanardelli, l’onorevole Giolitti, varie perso- che camminava pensosa per una delle allée del parco, nalità. Una limpida e odorosa giornata abbracciava la con quel tailleur color cammello dai grossi bottoni di città, la primavera pareva essersi risvegliata quel mat- velluto,un cappello da amazzone con piuma e nastro: tino stesso ancora stupita della sua bellezza tenuta gli parve che passando accanto al monumento si fer- per tanti mesi nascosta. masse come incuriosita poi con un sorriso si allonta- Camminando lungo il corso Vittorio Emanuele, Guido nasse perdendosi nei sentieri sinuosi. Guido immagi- si guardava attorno; il corso era splendido di luce e di nò con improvvisa fantasia di scortare quella bella colori, la sua corona di platani frondosi, i balconi L’inaugurazione della 1a Esposizione Internazionale signora per le meraviglie dell’Esposizione, di farle da agghindati di bandiere e gagliardetti. Insolito il movi- di Arti Decorative. Pasquino, anno XLVII. cicerone.Una promenade con una bella donna accan-

5 alquanto tetro, silenzioso, un po’ triste, abitato solo seguire come un invisibile folletto i discorsi delle dalla madre e da Guido (il padre, era morto due anni belle dame immerse nell’immenso guardinfante, le prima). Ci sarà stato un salotto in cui la madre rice- alte acconciature imbiancate da una nuvola di pou- veva i pochi visitatori, una stanza con sofà e vecchie dre, un vezzoso nastro nero a cingere un collo di poltrone, una specchiera, le pareti tappezzate. La cigno! Anche a Guido aveva fatto una certa impres- mamma di Guido, Diodata, aveva un certo gusto per sione il gigantesco monumento equestre del principe l’arredamento, e aveva stipato di oggetti la stanza con Amedeo appena inaugurato al Valentino; anche se quella paura del vuoto tipica delle case borghesi di forse era per il suo gusto un po’ troppo ufficiale, inizio secolo:le statuine sul caminetto accanto al vaso solenne, severo: come dire? scarso di sogno, di quel e all’orologio, i soprammobili allineati sulla mensola, sogno della storia che già intravedeva come un privi- le stampe polverose appese con bella simmetria, le miniature un po’ sbiadite, alcune scure fotografie di avi e parenti lontani. Una raccolta insomma di quelle buone cose di pessimo gusto che pochi anni dopo il poeta doveva immortalare nella sua lirica. E ci saranno stati in quella stanza, possiamo agevol- mente supporre, delle étagères, dei ripiani, delle con- 1902 Tramways a Torino:“Linea dei Viali”. solles, su cui avranno fatto bella mostra di sé alcuni bronzetti che Guido, naturalmente, vedeva sempre, to per il Valentino, il fatato malioso parco torinese: ma con quella indifferenza che provocano le cose poteva pensarsi qualcosa di più bello? che quotidianamente abbiamo sotto gli occhi. Ma La cerimonia finì che era quasi l’una. Per tornare a quel giorno, quel giorno di festa e di primavera, li casa prese un tram. Nel maggio 1902 i Gozzano abi- osservò con uno sguardo nuovo. tavano in via Montecuccoli 3, un piccolo alloggio che Tornato dalla inaugurazione del monumento al a differenza della casa natale di Guido in via Bertolotti Principe Amedeo, la sua attenzione fu presa proprio 2 descritta da Francesco Pastonchi, non sappiamo da un bronzetto di Davide Calandra. Quell’ardito come fosse. Lui, il poeta, non ne fa alcun cenno, come cavaliere settecentesco dritto ed impettito come il del resto ignora del tutto, nei suoi scritti, le abitazioni suo cavallo che porta in mano uno stendardo. Cosa torinesi mentre quelle di Agliè sono amorosamente sarà stato: un dragone forse? Guido non era molto raffigurate e ripercorse. Forse perché, queste, di edotto nella storia, neppure in quella sabauda. Ma ciò Torino,erano così smorte e scure in confronto a quel- che lo attraeva di quella statuetta era piuttosto il fasci- le solatie e gioiose del paese canavesano; forse per- no del passato che vi leggeva,la poesia del tempo che ché queste erano le case della vita grigia e dimessa di fu. Gli sarebbe piaciuto vederlo all’opera quel solda- tutti i giorni con le sue banalità e le sue tristezze (pro- to, in mezzo ai suoi commilitoni, tra i suoi superiori, prio in via Montecuccoli sarà stilato l’atto di vendita durante le battaglie; ma di più gli sarebbe piaciuto del Meleto, con gran dolore di Guido) e quindi era vedere e conoscere la società che lo circondava. meglio che non entrassero nel dominio fatato della Poter entrare non visto in un palazzo nobile torinese, poesia. Non facciamo però molta fatica ad immagi- magari anche in quello del re, (chi sarà stato il re al Davide Calandra, Dragone del Re. Bronzo, altezza cm. 64. narcela, la casa di via Montecuccoli. Un alloggio tempo di quel dragone? forse Vittorio Amedeo III?) e

6 legiato sito della sua fantasia. In questo senso più gli Bistolfi era per lui in quei giorni, soprattutto l’autore erano consoni i romanzi e racconti storici del fratello del manifesto che era stato affisso in vari luoghi della di Davide, Edoardo, quei libri così legati alla terra e città ed era diventato il simbolo dell’Esposizione che all’animo piemontesi che gli avevano provocato una stava per aprire i battenti. Le quattro fanciulle bian- vibrazione di simpatia e di rimpianto, un soprassalto covestite che con passo di danza parevano posarsi di orgoglio amoroso per la storia della sua terra. come calando lievemente dal cielo su quel prato fio- Il Settecento era un’epoca assai suggestiva.Ma il seco- rito di primavera;e che con lo svolazzare dei loro can- lo che più lo attraeva era l’Ottocento, il tempo del didi veli formavano la magica parola: Ars. C’era in Risorgimento. Non certo per motivi patriottici, ma quella vaporosa e aerea immagine una vena di poesia per quell’incanto di un’epoca passata e trascorsa ma che incantava Guido tutte le volte che s’imbatteva nel non così lontana che non ne fosse rimasto qualche manifesto che era stato affisso nei più eleganti nego- ricordo, magari anche soltanto una fievole eco, nella zi della città. E questo nudino assorto e raccolto nel vita di ogni giorno, che non ne cogliesse cenni di suo gesto di riflessione e di malinconia, pur così nostalgia nei libri che leggeva, tra le vie e le piazze diverso, gli parve tenere anch’esso qualcosa della della sua città, nei discorsi degli stessi parenti. Il femminilità musicale e sognante di quelle figure. tempo del re Carlo Alberto e di Vittorio Emanuele, di Ignoto (o L. Bistolfi?), Nudo reclinato. Il dragone fiero in sella al suo destriero; la nuda pen- Massimo d’Azeglio: diciamo, per indicare un anno, il Bronzo, altezza cm. 35. sosa e distante come una deità pagana;il re con la sua 1850. Ed ecco, proprio un altro piccolo gruppo in piccola guardia di soldati. Quelle statuine lo affasci- bronzo ben disposto su un tavolino rappresentava Ancora un bronzetto c’era in quella stanza, piccolo, navano con l’intensità di un presagio e di una pro- Carlo Alberto con alcuni soldati in Torino. Era eviden- nascosto quasi schiacciato dai gonfi vasi che correva- messa. Andò alla finestra e la aprì. Una lama di luce temente il modello del monumento del Marochetti di no sulla mensola del camino. Non vi aveva sino ad trasversalmente andò a posarsi proprio sui tre bron- piazza Carlo Alberto, quel monumento così familiare allora fatto molto caso, ma adesso si avvicinò per zetti che gli parvero, sopraggiunti da quella nuova a Guido, la statua equestre del re circondata da quat- osservarlo meglio. Si trattava di una figurina femmini- vibrazione, assumere un nuovo aspetto, come voles- tro soldati. Che a lui non faceva affatto venire in le nuda che accosciata nascondeva la testa come per sero dirgli qualcosa. Che cosa? mente episodi di guerra, epiche battaglie, scontri un esercizio ginnico, o forse per un momento di cruenti sul campo, ma lontani tranquilli interni di malinconia. Non si vedeva il volto della giovane case o angoli della sua città rivestiti dei tratti favolosi donna. Guido pensò, chissà perché? che fosse quello del passato. della bella e giovane signora che aveva visto poco I salotti onusti di soprammobili e le pareti coperte di prima passeggiare per i sentieri del Valentino. quadretti e stampe; le donne con i capelli divisi sim- L’autore era ignoto ma egli istintivamente lo accosta- metricamente sulla fronte e le fanciulle dai vestiti lun- va all’opera di uno scultore casalese che non cono- ghi che toccano terra; le belle signore che passeggia- sceva personalmente, ma di cui aveva sentito parlare no sotto i portici di Po osservate dall’occhio attento con accenti molto elogiativi.In realtà Bistolfi era noto e galante degli ufficiali; i caffè Fiorio e Nazionale soprattutto per i monumenti sepolcrali e Guido non rumorosi e frequentati da giovani e patrioti e artisti e poteva certo sospettare che sarebbe stato proprio sfaccendati che attendevano le notizie che erano ogni Bistolfi, che egli considerava il possibile autore di giorno apportatrici di speranze delusioni entusiasmi quella statuina, ad apprestargli il monumento tomba- recriminazioni… Sì era questo forse il tempo che più le: quel giorno lieto di maggio non era ancora turba- ammaliava la fantasia del giovane Guido. to dall’ombra fredda della Signora vestita di nulla. E

7 Gli edifici dell’esposizione del 1902 sono progettati dall’Architetto Raimondo d’Aronco che assume “la responsabilità della formazione dei progetti, la dire- zione dei lavori, la liquidazione e demolizione a opera compiuta nonché per la sovrintendenza del- l’ordinamento di tutto quanto concerne l’esposizione e gli espositori”. Per la parte artistica è coadiuvato dagli ing. (sic, ndr.) Vacchetta e Rigotti. “A testimonianza della grande importanza attribuita dal comitato artistico alla decorazione è la nomina di una nuova commissio- ne (...) con l’incarico di esaminare i progetti”. (A.A.V.V. Torino 1902 Le Arti Decorative Internazionali del nuovo secolo Milano 1994). La rivista “Memorie di un architetto” pubblicava i progetti presentati al concor-

8 AL TEMPO DELL’“ARTE NOVA” dama abbigliata alla moderna, ornata da un lungo boa rosso, in atto di affiggere o indicare il manifesto dei L’ESPOSIZIONE AL VALENTINO festeggiamenti predisposti durante l’Esposizione. Nel secondo affiche, opera di , quat- tro giovani fanciulle, atteggiate alla danza e vestite di veli si muovono fra nastri che formano la parola ARS. Torino, maggio 1902 Secondo quello che i francesi chiamarono stile Il trionfo dell’arte borghese si ebbe nella “nouille” il famoso scultore,organizzatore della mani- Esposizione internazionale d’arte decorativa festazione e animatore della rivista che l’aveva prepa- moderna che inaugurava questa nuova dizione in rata e sostenuta,offriva,con un elegantissimo dipinto, sostituzione del termine arte applicata all’industria. una prima suggestiva immagine liberty. Era la proposta per una nuova “estetica della via, della casa, della stanza”; si ammettevano solo pro- Una lunga gestazione dotti originali che venivano vagliati da una Commissione artistica presieduta dal Duca d’Aosta. Votata dalla Sezione di architettura del Circolo degli A spese degli espositori erano i trasporti, gli imbal- Artisti per l’autunno l899, l’Esposizione avrebbe laggi delle merci, delle quali era consentita la vendita. dovuto realizzarsi nel l901,ma il clima difficile dopo Si assegnarono molti premi: il regicidio e l’intento di presentare la mostra con- - al miglior progetto di casa moderna (da pigione, temporaneamente alla Prima Quadriennale d’Arte, villa...) Charles Van Der Stappen, Trionfo da tavola organizzata dalla Società Promotrice di BelleArti,ne - al miglior complesso decorativo di un appartamen- Les quatre périodes du jour. Bronzo. 1898 circa. avevano fatto rimandare l’apertura alla primavera to di lusso composto di almeno tre stanze di diversa Musées royaux d’Art et d’Histoire. Bruxelles. del 1902. destinazione Nella rassegna non si ammisero imitazioni degli stili - al miglior complesso di un appartamento economico giuoco, stampe decorative e illustrazioni di libri. Un del passato: di qui l’assoluta originalità del nuovo - alla migliore stanza di lusso settore occupava l’arte della rilegatura. Era stata pre- messaggio floreale e decorativo. - alla migliore stanza economica vista inizialmente una sezione di abiti, poi soppressa Fra le presenze italiane di rilievo ricordiamo Galileo Vale la pena di dare uno sguardo complessivo ai mate- per ragioni pratiche. Chini,Cometti,Bugatti,Ceruti;per le vetrate artistiche riali esposti, in una rilettura del catalogo. Nella sezione della casa e della via si presentavano G. Beltrami; per il ferro battuto Mazzucotelli; per Alla decorazione pittorica e plastica s’affiancava la progetti di edifici e delle loro parti, piazze, porticati, l’oreficeria Musy padre e figlio,Valabrega per i mobi- serie degli infissi, ceramiche e laterizi, vetri e mosaici; cavalcavia e passerelle. li... per gli interni si proponevano stoffe, tappeti, galloni, Per la decorazione esterna della casa e della via vi All’Italia andarono 12 dei 68 diplomi d’onore; e 9 tovaglierie, pizzi, ricami, stuoie e lavori in vimini; erano progetti e modelli di inferriate, ringhiere, roste, delle 78 medaglie d’oro. carte da parati, cuoi e succedanei. cancelli, cancellate, chiusure di porte, tira campanel- L’Esposizione si chiuse con un bilancio in attivo: gli Si proponevano armi e accessori; apparecchi per li... e ancora fontane, abbeveratoi, candelabri, lampio- azionisti riebbero quasi il 40 per cento delle somme riscaldamento e per illuminazione; e quindi mobili, ni, fanali,lanterne,colonne luminose,edifici di decen- versate. Discreta fu l’affluenza del pubblico, anche se arredi..ma anche oreficerie,monete,medaglie e i pro- za, chioschi, quadri di pubblicità, insegne, pensiline, molto rimase invenduto. Durante l’estate il biglietto dotti raffinati delle arti grafiche:ex-libris,tessere,fregi tende, sedili pubblici, facciate di botteghe, cassette di ingresso fu diminuito di prezzo. per iniziali,caratteri da stampa,francobolli,marche da postali, orologi. Articoli favorevoli all’Esposizione comparvero su bollo,cartoline,carte valori,biglietti di banca,carte da Nel primo affiche,G.B.Carpanetto rappresentava una importanti riviste europee: The Studio, Gazette de

9 Beaux Arts... aveva, nel volume diretto dal Koch con i testi di molto variato. Così, mentre la Torino teatrale del secondo Ottocento Georg Fuchs e F.H.Newberry,un capitolo significati- Il gruppo plastico della costruzione principale - Dan- sfumava e il mondo della celluloide si faceva avanti, vo di “prime impressioni”. Derivate dal dichiarato zatrici -, ripetutamente fotografato nel volume del trionfava, per il nuovo consumismo, l’arte ‘moderna’ soggiorno di tre settimane a Torino, rilevavano pro- Koch, faceva un bell’effetto. Si trattava dell’immagine decorativa,un’arte per la vita,all’insegna del quotidiano. prio in apertura la straordinaria organizzazione degli delle arti applicate che sotto forma di un bronzetto “Torino si muove, dietro di lei cammina l’Italia - “amici torinesi” e la loro capacità affermata di offri- erano presenti anche in mostra. Edoardo Rubino scrisse di quei primi anni del secolo XX Augusto Monti re “cose per molti aspetti ammirabili”. Fin da quel aveva modellato - sul tema affascinante e dinamico - pullulano le società anonime. La liretta di carta fa momento si notava che Torino aveva realizzato un della danza - un ricco bronzetto, fuso dalla ditta Musy aggio sull’oro.Tornano a circolare i gialli marenghi- notevole progresso nell’organizzazione di una espo- in tre esemplari, che lo presentava trionfalmente nel ni d’oro. La corsa alla ricchezza? no, piuttosto all’a- sizione d’arte industriale, profittando degli insegna- suo stand. Era un “monumento da camera” sottil- giatezza dei nonni: le nuove ricchezze tornano in menti della meritoria mostra di Darmstadt. Si affer- mente allusivo all’eleganza di un ambiente evocato. case dove ci sono mobili vecchi, libri, ricordi”. È que- mava che le prossime rassegne,a partire da quella di Nell’atrio e nello scalone del Palazzo del Giornale sto un messaggio borghese che abbiamo raccolto, nel Monaco del 1904,avrebbero dovuto tener conto dei ecco un altro bronzo: il ritratto di Bottero dello scul- fare questa mostra di bronzetti da camera e che speria- principi stabiliti a Torino. tore Tabacchi. Un genio con fiaccola, Lucifero - para- mo possa essere utile a questa nostra vita, nonostante Ma dopo l’Esposizione Universale di Parigi del 1900 e digma illuministico del simbolismo massonico - regge il tanto progresso, così difficile e degradata. la già citata di Darmstadt del 1901 tutto sommato non un ritratto ovale del fondatore della Gazzetta del si scopriva molto di nuovo aTorino.La sezione tedesca Popolo. Così nel 1902 si apriva, con queste citazioni, Una rassegna di presenze internazionali vi presentava il quadro più rinnovato e originale: ban- l’interessante stagione del bronzetto da acquistare dito il carattere di esposizione bazar,edificata sui gran- per ornare l’ambiente della vita. Non era la prima Darmstadt, novembre 1902. Un anno dopo la grande di piani del signor Berlepsch di Monaco, l’esposizione volta che una grande esposizione offriva in mostra e esposizione tedesca che aveva presentato il rinnova- tedesca era una sequenza di sale piccole e grandi, cia- quindi in acquisto al visitatore quel prodotto raffina- mento dello stile delle arti applicate,Alexander Koch, scuna dedicata ad uno stato tedesco: Prussia, Sassonia, to di artigianato d’arte. Nella Esposizione del 1898 al il critico che aveva dedicato alla colonia degli artisti Baviera, Baden, Wûrttemberg, Assia e Amburgo. Nel Valentino,la ditta Sperati,una fonderia di statue colos- all’esposizione di Darmstadt un volume circostanziato, catalogo seguiva un excursus attraverso le sezioni: sali che aveva con attenzione guardato anche ai pro- ricco di 500 illustrazioni fuori testo a colori, compone americana,con vasi e oggetti di metallo prezioso,vetre- dotti di arredo, aveva esposto nel suo stand una con- il brano di apertura ad un nuovo libro sulla Esposizione rie di Tiffany; giapponese con paraventi e graziosi ser- tesa sfilata di bronzetti d’autore. Ora di nuovo si era di Torino il cui carattere internazionale nella valorizza- vizi moderni; inglese con le importanti scuole di arti- presentata l’occasione di mostrare e vendere statuet- zione delle arti applicate sembrava aver superato le gianato di Morris, Crane, Townsend, Webb, Ashbee e te ordinate e provocanti, tratte - su tematiche diverse premesse tedesche. Uscirono così due edizioni del Guild; scozzese,rappresentata dai coniugi Mackintosh - dai modelli dei grandi artisti del momento. Il pubbli- volume per un ricordo durevole: quella francese si e dalla scuola di Glasgow; francese con l’, co rispondeva bene alla proposta espositiva e ben affiancò in parallelo a quella tedesca. Destinata “ai let- la casa moderna e Lalique e infine ungherese con pic- presto tutti i pezzi trovavano un compratore. terati di ogni ordine amici delle arti, agli artisti ed a cole ceramiche e oggetti di vetro. S’aggiungevano tutti coloro che si occupano di arti industriali nelle ancora Norvegia, Svezia e Danimarca con splendide UNA RIVISTA PER PROPORRE nazioni civili”, tendeva a trarre importanti lezioni ceramiche e tessuti. L’ARTE DECORATIVA dallo straordinario evento torinese ed a fornire, con le ricche immagini, tanti “modelli” da consultare. Presenza della scultura Occorreva sostenere con adeguati scritti teorici Posta sotto l’alto protettorato del giovane sovrano l’avvento delle arti decorative: i promotori della gran- d‘Italia Vittorio Emanuele III e con la presidenza ATorino l’Esposizione si presentava ben distribuita de Esposizione progettarono una pubblicazione che d’onore di S.A.R. il Duca d’Aosta, la mostra torinese e l’architettura dei giardini offriva un aspetto prese il nome di “Arte decorativa moderna”.

10 in politica, pensosi e paurosi davanti al problema tutte le forme materiali dell’esistenza (…) che ogni economico, (…) coloro che non possono rinunciare forma insipida, inespressiva, volgare sia sostituita a nessuna forza del passato, non si credano di da una forma gustosa, espressiva, squisita; occorre penetrare agevolmente nei propositi e nelle bellezze che dai cardini di una porta al cuoio di un porta- dell’Arte Nova” (Melani). fogli, dalla cornice di un quadro ad un braccialet- In uno dei primi articoli, E.Bonardi definiva la Nuova to, dallo stelo degli alari alla maniglia di un uscio, Arte Decorativa: “Le arti decorative od industriali dalle sedie al tappeto ogni cosa porti, come in altri hanno per oggetto la ricerca del bello in tutte le tempi, un’impronta ed un sorriso d’arte ed una manifestazioni non puramente artistiche della impronta armonica, coerente, ‘una’ di stile nella vita: nella strada come nella casa; nella persona varietà degli atteggiamenti formali; occorre che come nell’abito, nel libro che leggiamo come nello ogni arredo trovi nella logica della sua forma la strumento che adoperiamo”. sua utilità e la sua bellezza”.(…) A firma di Leonardo Bistolfi e Davide Calandra, di “Ciò che fu sino a pochi anni or sono, un problema Giorgio Ceragioli, di G.A.Reycend e di , teorico, è ormai entrato nel numero dei fatti. Un un lungo articolo introduceva lo scopo di questa arte. ardore di rinnovamento ha pervaso tutti gli spiriti (cfr. “L’arte decorativa moderna” Anno I, n.1, gen- e la causa dello stile moderno ha trionfato di tutte naio 1902, pp.1-3). le dubbiezze e di tutte le diffidenze”.(…) La Francia a Torino: nella proposta di sala da pranzo “L’uomo moderno, affaccendato sinora a rinnovare “Perciò godiamo di annunciarvi il nostro proposi- Gaillard diverse statuette si presentano sul tavolo. la sola sua mente, ha finalmente compreso che to di pubblicare una rivista mensile illustrata, uguale cura richiedono la sua città, la sua casa, la destinata a rispecchiare quanto si opera in Italia Diretta da Enrico Thovez aveva tra i prestigiosi colla- sua persona, senza di che le sue stesse facoltà intel- in questo campo e quanto di più notevole si com- boratori gli scultori Calandra e Bistolfi, il decoratore lettuali non potrebbero assumere il loro pieno svi- pie all’estero. Essa abbraccerà l’intero campo del- Giorgio Ceragioli, l’architetto Reycend. Per trovare il luppo; ha compreso che se l’ambiente materiale l’arte decorativa, dallo studio architettonico del- nuovo stile occorreva riavvicinare l’arte alla vita: il non corrisponde alla spiritualità di chi lo abita, l’edificio alla decorazione del più umile oggetto in secolo che si apriva portava un determinante rinno- non sono possibili né l’armonia della vita, né quel- cui l’arte è venuta a portare la sua impronta:ospi- vamento sociale, tecnologico, scientifico, culturale: lo la dell’arte che è la sua più grande espressione” terà perciò l’architettura e la decorazione plastica spirito della modernità era la molla che spingeva (…) “occorre che tutti lavorino alacremente a e pittorica, le ceramiche e i vetri, i mosaici e le verso i nuovi prodotti che le arti predisponevano con sgombrare le forme del passato, accingendosi alla stoffe, i mobili e le carte da parati, i ricami e le versatile inventiva. grande opera di rinnovamento dell’ambiente mate- trine, i metalli e i cuoi e le arti grafiche, “Tutta l’attività umana è più complessa, rapida, riale, pubblico e domestico, infondendovi quello l’illustrazione del libro, le rilegature, le armi, le vigile e sogna e conquista nuove gioie, nuovi oriz- spirito d’arte che per troppo tempo ne fu escluso. vesti. Non escluderà cioè nulla di ciò che contri- zonti, nuove altezze” (Paoletti). Occorre riannodare il filo delle tradizioni decorati- buisce all’estetica della casa, della via, della stan- Era un’arte per tutti ”materiali meno costosi, mag- ve rottosi negli sconvolgimenti del principio del za e della persona, intesa nel suo carattere deco- giore adattabilità soprattutto dei mobili ad secolo e risollevare le arti minori soffocate sinora rativo; sarà la rivista utile all’architetto ed al ambienti non preordinati come quelli delle case dall’espansione puramente meccanica dell’indu- decoratore, allo studioso ed all’operaio, all’uomo d’affitto” (Pica). “L’arte nova non è un fatto isolato stria. Bisogna riavvicinare la vita all’arte se si colto ed alla signora.Vorremmo che essa potesse sul campo della vita ma un prodotto di un movi- vuole che l’arte ritorni alla vita. (…) Bisogna che trovarsi nello studio dell’ingegnere quanto sulla mento sociale che intende a spostare ogni centro l’arte, come avvenne nelle età passate porti nel più tavola della famiglia borghese e portarvi un inse- dell’attività umana: coloro dunque che sono timidi umile oggetto il suo marchio e il suo fascino, orni gnamento ed un aiuto”.

11 Ma la rivista avrà vita breve e cesserà nel 1907. a Monza. Ed era stato il figlio di questi, il nuovo re Vit- 1902: I MENU DELL’ESPOSIZIONE torio Emanuele III - vestito di impermeabile nero,ricor- da un cronista, mentre la regina Margherita portava al Il menu, il piccolo cartoncino stampato in occasione collo un boa di piume - a compiere la mesta cerimonia, di un convivio,propone un messaggio di immagini e di “sotto un tempo orribile”. Il cartoncino - formato car- parole in cui storia e arte mirabilmente s’intrecciano. tolina, in collezione privata - mostra il ritratto di La storicità degli antichi menu - petites estampes Umberto I con i grandi baffoni,sotto l’immagine della oggetto di un raffinato collezionismo - si concreta nei prestigiosa basilica juvarriana. piatti serviti, nel contorno spettacolare che scandisce Elegantissimo è il menu stampato per il Congresso degli le portate, allietando talora il banchetto con canti, Istituti Industriali e Commerciali,il 27 settembre. musiche, discorsi onorifici. Con perfetto stile nouille include fra nastri sinuosi gli Sempre importante è la presenza prestigiosa dei com- stemmi del regno e della città, le ruote dentate, simbo- mensali, venuti per celebrare una occasione pubblica lo del convegno, l’immagine dei padiglioni creati al o privata. Valentino dalla fervida fantasia di Raimondo D’Aronco. Aspetto fondamentale è l’ornato decorativo del menu, Fra le nove portate nel banchetto, che si tenne al opera anche di noti artisti, in linea con il gusto dei tempi. Ristorante internazionale dell’Esposizione, si imban- A Torino molti furono i pranzi che sottolinearono gli dirono ostriche e melone, storione in maionese, eventi della Prima Esposizione internazionale di Nella chaud froid di caccia e spumone alla napoletana. arte decorativa moderna al Valentino. collezione In una Torino vivace e moderna si riunisce il 15 In quell’anno la grande rassegna che brillantemente Simeom ottobre 1902, nel corso del IV Congresso delle apriva l’era del gusto floreale, richiamò un gran all’Archivio Società Economiche, la giuria dell’Esposizione Storico numero di visitatori anche stranieri, rivelando come della Città, Internazionale di FotografiaArtistica.Giunta ad una l’Italia, apparentemente ostile a ogni idea di rinnova- un menu certa maturità, la nuova arte non cessa di destare mento artistico, si scuotesse ad un tratto dal torpore del 1902 interesse. In città lavorano fotografi celebri e gli per accogliere lo stile decorativo ormai dominante in riccamente studi sono già alcune centinaia. tutta Europa. Vi si esponeva il prodotto dei più noti illustrato. Il senatore Frola - un famoso sindaco per la città - ha designers dell’epoca, da Mackintosh a Walter Crane, a conservato, come souvenir la lista di nove portate Morris; da Peter Behrens a Olbricht; da Victor Horta a Quel giorno,il 10 maggio,il pranzo offerto dalla Città di offerta dal Municipio diTorino per la colazione uffi- Van de Velde, a Louis Comfort Tiffany. Torino presentava,sotto lo stemma della città circonda- ciale. Nella collezione Simeom il prezioso pieghevo- È da questo momento che l’arte comincia ad essere to da un bel fregio floreale, dieci portate elencate in le mostra l’immagine del monumento al Principe elemento della vita quotidiana, indispensabile per francese, nelle quali, in omaggio al momento interna- Amedeo, duca d’Aosta, eretto al Valentino per sotto- “dare bellezza alla casa, alla vita, alla città, a tutti zionale, si accostavano foie gras di Strasburgo,haricots scrizione nazionale. Opera lodata e premiata di gli oggetti più fantasiosi, creando finalmente uno à l’anglaise, poulardes de Bresse e gâteau bretonne... Davide Calandra, fusa dall’abilissimo Sperati, rappre- stile decorativo proprio dell’epoca nostra”. Fu stampato dai fratelli Künzli il menu-ricordo dell’i- senta il personaggio sabaudo in atto di sfoderare la A Torino, nell’Archivio Storico della Città, la collezione naugurazione del monumento per Umberto I a Super- sciabola a Monte Croce,nella battaglia in cui fu feri- Simeom conserva ben undici menu decorati del 1902. ga che avvenne il giorno seguente. Lo scultore Tan- to. A fianco della celebre immagine,tra raffinati ghi- L’inaugurazione al Valentino fu di più giorni: un credi Pozzi aveva ideato l’immagine di un fiero rigori, la minuta del pranzo: risotto e salmone, filet- momento di grande mondanità, ripreso dai giornali e allobrogo gesticolante alla base di una colonna sulla to e pernici,capricciosa,cassata e millefoglie,secon- dalle riviste con immagini nuove. quale sta un’aquila ferita a ricordo del sovrano ucciso do una sequenza tradizionale nella cucina delle

12 NELLA PIAZZA, NELLA VIA La crescita industriale ticolare sviluppo della industria automobilistica. Nella descrizione dello sviluppo di Torino a cavallo Questo carattere della città legato ai valori del suc- L’EVOLUZIONE DELLA CITTÀ dei due secoli la guida Bertarelli, edita a Milano nel cesso economico e all’attenzione verso gli sviluppi 1914, rileva nella città proprio negli anni dal 1896 al dei processi industriali, la crescita di una classe ope- di Clara Palmas 1909 un “intenso svolgimento” Per avere un’idea del raia sempre più consapevole e partecipativa, cambiamento intervenuto si può far riferimento al l’apertura verso mondi commerciali e culturali non Alla fine del secolo XIX Torino aveva ormai superato censimento del 1911.In tale data figuravano inTorino piemontesi, promuovono e orientano anche lo svi- la crisi che era seguita allo spostamento della capita- ben 5150 imprese con 93640 operai e la città risulta- luppo urbanistico della città. le. Perso il ruolo di centro politico amministrativo va al secondo posto in Italia per rilevanza del movi- dello Stato e la presenza della Corte, la città si era mento industriale “fra le industrie metallurgiche e L’evoluzione urbana adeguata alla nuova situazione. Lo sviluppo era favo- meccaniche sviluppate in modo veramente cospi- Con la fine del secolo il sistema della città nel suo rito dalla esistenza di una borghesia ricca di patrimo- cuo nel circondario e specialmente nel capoluogo si nucleo entro la cinta dei viali tracciati con le proget- ni consolidati nei secoli precedenti, non ricchissima, presenta caratteristica quella delle automobili” tazioni urbanistiche di metà ottocento si va comple- basata su commerci e attività industriali differenzia- Erano a quel tempo attive in Torino “una industria tando e così pure l’asse diagonale della via Pietro te, che nel corso del secolo XIX si erano ulterior- chimica che produceva concimi saponi candele e Micca con il suo prolungamento fino alla stazione di mente sviluppate guardando anche a mercati nazio- fiammiferi, l’industria vetraria, industrie tessili Porta Susa, mentre la città tende ad espandersi in nali e internazionali. laniere e cotoniere. Tra i rami minori si segnalava modo disordinato verso i quartieri esterni che ver- Aveva contribuito a questa apertura la presenza di l’industria delle maglierie, la fabbricazione di ranno inglobati dal nuovo sistema di assi radiali di col- una classe dirigente colta e consapevole della neces- nastri, trecce, passamanerie. Tra le industrie ali- legamento con il territorio. sità di dare alla città nuovi obiettivi di sviluppo. mentari oltre a quella molitoria ancora frazionata Nel terzo quarto del secolo XIX il disegno della città Questi sono i presupposti che consentono di supera- in piccoli stabilimenti quelle della cioccolatta, dei segue le indicazioni del Piano di ingrandimento ela- re la non lieve crisi economica seguita allo sposta- confetti, dei biscotti, ha qualche importanza la fab- borato da Carlo Promis a metà del secolo che “rap- mento della capitale e di promuovere un periodo di bricazione della birra e gode fama mondiale la presentano una svolta importante in quanto nuova fioritura basato sull’estensione dei commerci, produzione del vermouth. Ha il primato in Italia introducono un elemento nuovo, un parametro su una florida attività bancaria e sull’incentivazione l’industria torinese delle concerie. (…) È caratteri- notevole della localizzazione e specializzazione delle attività artigianali e industriali che si riveleranno stico il fatto che in Torino abbiano sede quasi tutte commerciale urbana: la stazione ferroviaria”. al pubblico attraverso le esposizioni. Se le rassegne le maggiori cartiere d’Italia. Segnaliamo infine L’area antistante la stazione viene organizzata: acco- che chiudono il secolo risultano ancora ancorate a come notevole in Torino l’Industria del vestiario glie ora negozi e alberghi che si affacciano sul per- uno storicismo romantico, in quella del 1902 questi specialmente dell’abbigliamento femminile e quel- corso porticato a esedra che prospetta su uno spa- nuovi caratteri della città si appalesano pienamente. lo della manifattura delle films cinematografiche.Si zio alberato: Piazza Carlo Felice è un polo plurifun- L’Esposizione ci mostra una città ricca di interessi ove contano ora per questa industria non meno di zionale elegante e completo particolarmente vitale. le attività produttive e artigianali sono attente alle dieci stabilimenti di primaria importanza che Carlo Promis nelle sue progettazioni è attento al innovazioni e particolarmente fiorenti. occupano più di 600 operai e più di 400 artisti.” valore dei percorsi porticati e alla loro continuità e Città poco orientata al turismo,già allora,Torino ha Alla vita politica amministrativa della città partecipa- li ripropone,non solo per ragioni di tradizione o di per quel periodo poche descrizioni nelle guide che vano uomini provenienti ancora dalla piccola nobiltà qualità formale, mentre, per ragioni di funzionalità si soffermano prevalentemente sul suo carattere e dalla borghesia dedita ai commerci e all’industria ma urbana, suggerisce una comunicazione pedonale industrioso in modo generico. Occorre perciò far anche uomini di cultura, letterati e artisti. A questi che dalla piazza Statuto,attraverso la via Cernaia e la riferimento all’immagine che la città dava di sè uomini si deve il processo di sviluppo della città verso trasformata Piazza della Legna giunge a piazza Carlo all’esterno. una caratterizzazione industriale che porta poi al par- Felice, antistante la stazione di Porta Nuova, colle-

13 Una grande statua per il padre della patria armi di Roma e la data 1870. È in atto di pronun- Fa eccezione il caso del monumento aVittorio Emanuele ziare il motto “siamo a Roma e ci resteremo”. È di II, la gigantesca statua celebrativa sorta all’incrocio del interesse la motivazione della scelta del sito, deter- corso Vittorio Emanuele II con il corso Galileo Ferraris e minata dal fatto che “la località stabilita, all’incro- ultimata con vent’anni di ritardo rispetto al concorso. cio tra il corso Galileo Ferraris e il corso Vittorio La costruzione di questo monumento - recentemente Emanuele II esige una massa la quale si innalzi, restaurato - era stata promossa dopo la morte di non si allarghi troppo, non trovi riscontro nelle Vittorio Emanuele II per celebrarne la figura dal figlio linee dei fabbricati vicini, sia semplice e severa”. Umberto I con una lettera del 23 gennaio 1878 con la La realizzazione del monumento incontrò molte diffi- quale stanziava a questo fine la somma di un milione coltà non ultima la scelta di affidare la fusione a un di lire e comunicava che avrebbe affidato “alla reli- fonditore non torinese. Il monumento venne inaugu- giosa devozione di Torino i segni del valore che il rato il 9 settembre 1899. Esso è in realtà lontano dai Pietro Carrera, Progetto di bazar Re conquistava combattendo per l’Unità e caratteri ben più innovativi delle opere scultoree che (La galleria Subalpina a Torino). l’Indipendenza della patria”; affermava inoltre “costì a fine secolo vengono a arredare gli spazi della città. in Torino erigerò un monumento che eterni la In occasione delle iniziative celebrative per la morte gando in questo modo due poli significativi della memoria del primo re d’Italia”. di Vittorio Emanuele II era stata anche promossa tra, vita della città. Questo processo di trasformazione I monumenti che ora vanno a collocarsi negli spazi l’altro, la applicazione di una targa sul Palazzo urbana, che precede l’Esposizione della fine del della città svolgono un ruolo di arredo dell’ambiente Carignano la cui realizzazione fu affidata a Carlo Ceppi secolo, promuove la realizzazione delle due gallerie e di attualizzazione dello stesso quasi sempre già defi- con un incarico del 1873. Collocata sul frontone del Natta e Umberto I come luoghi deputati al passeg- nito nelle sue architetture in anni precedenti. Sono palazzo, la targa risulta già preludere, con la sua forma gio della classe borghese. talvolta legati alle esperienze veriste, tal altra orienta- inconsueta a cartiglio con gli spigoli arcuati, alle varia- ti verso un simbolismo quasi intimista che tende a zioni di gusto che andavano maturando con attenzione Una città di monumenti voler esprimere nella sua complessità, attraverso le ai nuovi indirizzi che in Europa si cominciavano ad Negli ultimi decenni del secolo XIX gli spazi urbani immagini dei monumenti, la storia più intima della significativi vengono arredati sia con finalità auliche città e dei suoi uomini, l’orgoglio dei suoi imprendi- e celebrative sia per fissare nella memoria dei citta- tori per le opere eseguite (vedi il singolare e al tempo dini le figure degli uomini che ne hanno reso possi- molto discusso monumento al Fréjus). bile e segnato lo sviluppo.Via via si passa dai temi I temi del concorso per il monumento a Vittorio celebrativi dell’Unità di Italia ai temi della cultura e Emanuele II erano quelli delle tipologie celebrative: della vita della città. Fiorisce così, in quella fine statua equestre, arco trionfante, colonna culminante secolo, l’attività degli scultori in particolare degli con la figura del re.Vinse un giovane artista genove- scultori che amano il bronzo,attività che si realizza se: Pietro Costa la cui proposta era un monumento“a nelle industrie della fusione. Sono artisti che porte- base quadrata con angoli mozzi sporgenti, quattro ranno la loro opera fuoriTorino,in molte altre città aquile reggono stemmi sabaudi, quattro colonne Carlo Ceppi e altri. Fontana italiane. Finiti i temi legati alle esigenze di rappre- doriche formano il piedistallo. Alla base di essa dei mesi. sentatività della Corte, l’interesse della città sugge- stanno quattro figure sedenti: l’Unità, la Libertà, la Torino Parco risce nuovi soggetti diversi - spesso simbolici e illu- Fratellanza e il Lavoro primi fattori del risorgi- del Valentino, strativi delle memorie - e come committenza, si ha mento italiano. Sull’alto emerge la figura del Re in 1898. ora l’autorità municipale. piedi, a capo scoperto sopra un tappeto recante le

14 affermare da Parigi, a Bruxelles, a Vienna.Va ricordato della spedizione in Crimea anch’esso opera dello che operavano in Torino artisti di rilievo come il lom- scultore G.Belli. bardo ticinese Vela, autore tra l’altro del monumento Questo, che chiude l’asse del corso Vittorio nel pro- all’Alfiere donato dai milanesi alla città e collocato in lungamento verso la collina oltre il Po, è formato da piazza Castello di fronte al Palazzo Madama o Carlo un obelisco alto 18 metri in granito e marmo; sono Marochetti autore del monumento a Emanuele invece in bronzo i gruppi che ornano il ponte Filiberto di piazza S. Carlo e di quello a Carlo Alberto Umberto. Opere dello scultore Contratti le due verso nella piazza omonima, inaugurato nel 1861. il Valentino: “Sul campo di battaglia” e “sul campo del dolore” e dello scultore Reduzzi quelle verso la Artisti in gara collina:a sinistra“la maestà che protegge l’industria” Tra i monumenti costruiti in questo periodo nelle e a destra “la maestà che protegge le arti”, punti di strade e piazze diTorino si distinguono per il ruolo approdo di una ricerca formale che si prolunga ben significativo a livello urbano il monumento al trafo- oltre l’inizio del secolo XX. ro del Fréjus in Piazza Statuto - ideato dal conte Meno legati alle prospettive urbanistiche sono invece Panissera e scolpito da Tabacchi e dagli allievi della i monumenti di piazza Paleocapa, dello scultore Odoardo Accademia Albertina tra i quali il Belli - sull’ideale Tabacchi, e di piazza Lagrange dello scultore milanese Tabacchi, prolungamento della nuova radiale del corso Albertoni. Odoardo Tabacchi era considerato il capo Monumento Francia. S’aggiunge il monumento commemorativo gruppo degli scultori torinesi; nel periodo verista era a Garibaldi. famoso per le figure femminili: suoi la statua della Torino, 1887. “Tuffolina”, il monumento ad Arnaldo a Brescia e il monumento a Cavour eretto in Milano.Ancor più svin- colati da obiettivi scenografici sono i monumenti del corso Cairoli, il monumento al noto caricaturista Casimiro Teja di Rubino mentre quello eretto dallo scultore Tabacchi sul corso, in fondo alla via dei Mille, dedicato a Garibaldi,conserva evidente il suo carattere celebrativo, così diverso e quasi privato rispetto ai molti monumenti a Garibaldi che sorgono nelle piazze italiane in quegli anni.Celebrativo ma anche pensato in funzione di una nuova organizzazione dello spazio urbano è il monumento a Ferdinando duca di Genova al centro della piazza Solferino opera di Alfonso Balzico, il monumento in piazza Bodoni ad Alfonso Alfonso Lamarmora e quello a Cavour in piazza Carlina dello Balzico, Luigi Belli, Monumento Monumento scultore fiorentino Giovanni Duprè (1873). a Ferdinando, alla spedizione Di particolare rilievo è il monumento al principe duca di di Crimea. Amedeo duca d’Aosta di Davide Calandra all’inizio di Genova. Torino, 1892. corso Raffaello sia per l’impostazione del principe a Torino, 1877. cavallo sia per i profondi chiaroscuri della scena

15 posta alla sua base e per il suo porsi in asse al corso e nei cortili d’onore dei suoi palazzi storici”: sembra ma già inserito sullo sfondo collinare in dialogo con quasi che la città ora arredi se stessa come in passato gli ampi spazi del parco. Rappresenta il punto di arri- l’aristocrazia aveva arredato i cortili dei propri palazzi vo delle tendenze di fine secolo ed è giustamente giu- con le proprie glorie e memorie. dicato il capolavoro dell’artista; ma la statua estrema- mente dinamica è scolpita tanto veristicamente da *Appartiene ancora a questo spirito il monumento aAscanio Sobrero essere criticata per la rappresentazione quasi fotogra- di Ceragioli e Biscarra e il busto di Amedeo Avogadro del Canonica dinanzi alla cittadella.Nelle aiuole di piazza Solferino i monumenti a fica. I gruppi scultorei che rappresentano le glorie de Sonnaz del Dini e a La Farina dell’Altieri.Statue e busti vengono a sabaude alla base del piedistallo, sono per ornare i cortili della città, anche privati o i palazzi pubblici. Così nel l’impostazione mossa già anticipatrici di cambiamen- palazzo del municipio; così pure nel cortile dell’università in via Po, ti e pienamente rispondenti allo spirito innovativo dove già dal terzo quarto del secolo erano state collocate statue ai della esposizione che ne vede l’inaugurazione nel medici Riberi (.Albertoni),Gallo (Vela),aTinermans (Tabacchi) ai giu- reconsulto Matteo Pescatore (Dini).Vanno anche ad ornare il cortile 1902. del palazzo dell’arsenale statue dedicate a Pietro Micca - scultore Certamente innovativo è il bel monumento di Rubino Baglioni - e ai generali Cavalli e Alessandro Lamarmora. a memoria di Edmondo De Amicis nei giardini di Porta Nuova; singolare per il tema il monumento in Cesare Reduzzi, Stile Liberty per le case borghesi piazza Madama Cristina angolo via Belfiore dedicato a Monumento a Al contrario le ultime case della borghesia che vanno Govean fondatore con Botero e Borello della Gazzetta Quintino Sella. ad attestarsi lungo le nuove direttrici sono talvolta del Popolo. Torino, 1894. espressione di quella aderenza al fantastico e alla Hanno carattere di arredo il monumento di via Cavour ricerca di libertà che è anche ricerca di nuovo e di al Generale Robilant dello scultore Ginotti e i monu- non sperimentato. Appartengono proprio all’inizio menti al Generale Bava e a Cesare Balbo degli scultori del secolo le case di Pietro Fenoglio in Corso Francia. Albertoni e Vela; i busti di Pes di Villamarina dello scul- Mila Leva Pistoi, a cui si devono i primi studi sul tore Tabacchi, dell’attore Gustavo Modena di Bistolfi e liberty in Torino, ha osservato: “bisogna tener conto quello di Quintino Sella di fronte al Castello del che l’edilizia civile del periodo liberty scelta dalla Valentino. Infine ecco il monumento a Massimo borghesia imprenditoriale come immagine di deco- d’Azeglio del Balzico nel giardino delValentino,all’ango- ro produsse essenzialmente ville e villette con giar- lo del corso che porta il nome dello statista con il Corso dino e bei palazzi residenziali che non prevedeva- Vittorio e quello a Federico Sclopis, ai giardini della no la presenza di attività commerciali: queste con- Cittadella,del Rubino.Tante presenze scultoree*,quasi la tinuano a svolgersi negli spazi porticati della città città volesse rassicurare se stessa del ruolo svolto dai sei e settecentesca o lungo gli assi porticati dei suoi generali, uomini politici,di scienza e di cultura,sta- nuovi ampliamenti di metà ottocento”. tue e busti che andavano a sommarsi ai molti già eretti Come osserva la Pistoi “con l’accentuarsi della terzia- negli anni precedenti a celebrare l’unità d’Italia e coloro rizzazione del centro urbano negli anni connotati che avevano contribuito alla sua realizzazione,erano un dalla vivace presenza degli architetti eclettici Petitti fatto così singolare che nella guida turistica del Bertarelli Leonardo Bistolfi, Gilodi Reycend Carrera Ceppi gran peso hanno nel- Monumento a Torino viene cosi descritto “la città è caratterizzata da Gustavo Modena. l’ambito della geografia urbana le nuove vie porticate: una grande abbondanza di gruppi monumentali:sta- Torino, 1900. corso Vittorio, via Cernaia che danno all’attività com- tue e busti seminati nei giardini pubblici nelle piazze merciale il prezioso supporto di una cornice in stile”.

16 come un pezzo di arredo interno.A questi indirizzi di L’influenza dell’Esposizione si fa sentire in città anche gusto si ispirano in quegli anni gli arredi delle case nell’uso dell’illuminazione. Per il baraccone dell’oro- private. Dei decori delle devantures entrano a far logiaio Achille Banfi in piazza Castello “le modifica- parte particolari scultorei di pregio lignei o in bron- zioni che noi faremo a quel baraccone tendono, zo, come quelli di Edoardo Rubino per Baratti e come dobbiamo, a trasformarlo in chiosco réclame, Milano. I modelli sono quelli dell’art nouveau belga, all’uopo faremo un impianto di dodici lampade da dello jugendstil e della secessione viennese. Di que- mille candele cadauna di luce Millennio, quella che ste decorazioni nei negozi e locali pubblici molte fu riconosciuta superiore a tutte nell’ultima esposi- sono scomparse, in particolare quella del bar zione di Torino del 1902”. Appartiene agli indirizzi Calcaprino nella antica via Roma che sfruttava in pro- decorativi che prendono l’avvio con l’esposizione del fondità la manica vitozziana o i decori di Pietro 1902 anche la decorazione che l’ingegner Vandone Carrera per i portici della Fiera in piazza Castello. Da disegna per il caffè Mulassano di piazza Castello ove ricordare anche le trasformazioni della sede del foro nella parte bassa delle pareti interne il decoro in Pietro frumentario in corso Matteotti angolo via Arsenale in marmo e bronzo è della ditta Fumagalli. Fenoglio, casa di affitto per abitazioni e negozi accuratamente “L’arredo tende a riprodurre l’habitat della commit- Palazzina decorata con tralci di melograno in ferro battuto e tenza - la classe borghese - in un primo tempo limita- Scott. stucchi. Decori liberty in ferro battuto e bronzo ispi- tamente agli esercizi pubblici identificabili con i suoi Torino, rati quasi sempre a soggetti naturalistici e più rara- luoghi di aggregazione - caffè confetterie - il decoro 1902-1904. mente agli schemi grafici della secessione viennese, esterno dove in un primo tempo prevalgono le istanze ornano i vani scala, nei quali cominciano a comparire funzionali e segnaletiche viene portato ad elaborazio- La seconda metà dell’ottocento segna un cambia- gli ascensori, i balconi e le recinzioni dei giardini. ni che assumono significati prevalentemente simbolici: mento nel decoro dei locali deputati al pubblico; è la rappresentazione di uno status acquisito”. scompaiono gradualmente i modelli classici ispirati ai decoratori delle chiese e dei palazzi nobiliari.Ancora Leva Pistoi rileva “La maggiore influenza sullo stile di vita fu esercitato nella nostra città dalla mostra internazionale di Arte decorativa e industriale che si tenne al Valentino nel 1902 nei fantastici padi- glioni progettati da D’Aronco e Rigotti”. Arredi e decori Negli anni tra il 1909 e il 1911 lo scultore Edoardo Rubino dà le indicazioni per il decoro e l’arredo della nuova sala della confetteria Baratti Milano in Piazza Castello ed è l’immediato esito degli indirizzi emersi nella Esposizione del 1902 (presso l’Accademia Albertina esiste un bellissimo e pregevole studio del fronte verso i portici in scala 1:25). La facciata del Edoardo Rubino, Progetto del fregio per la confetteria Baratti e Milano.Torino, 1909-1911. locale si inserisce nell’ambiente con austera eleganza

17 Davide Calandra Monumento al principe Amedeo di Savoia, duca d’Aosta.Torino 1902. Una foto all’albumina ci mostra il monumento vinci- tore del Premio degli Artisti alla Prima Esposizione Internazionale di Arte Decorativa Moderna,in ambien- te invernale, circondato come in origine da una can- cellata di ferro.

18 AL MONUMENTO DI CALANDRA IL PREMIO l’alto valore.E con il saggio del Dragone del re e con DEGLI ARTISTI il Monumento ad Amedeo di Savoia, egli ha dato la prova che l’indole sua si è plasmata su esempi che si armonizzano colla sua personalità intera e cosciente”. Torino 1902. La prima Esposizione Quadrienna- L’articolo continuava esaminando tutta l’opera prece- le della Società Promotrice delle Belle Arti si dente del Calandra e ricordando l’assegnazione a lui affiancò - come “maggior allettamento” - alla dell’incarico per il monumento al Valentino di cui “Prima Esposizione Internazionale di Arte ancora una volta si lodava l’impostazione grandiosa. Decorativa Moderna”: delle due mostre, nel Spettava poi a Giovanni Faldella, senatore, la rievoca- 1994, sono state presentate a Torino ben quattro zione del personaggio ritratto, il principe soldato, rassegne retrospettive, sotto il titolo complessivo l’uomo forte e buono di “rare e ferme virtù”, mentre de“Il sogno a disposizione”. era ancora Aitelli a descrivere minutamente il monu- Il momento importantissimo di confronto per le arti mento, protagonista, in quel maggio l902, di una cele- è stato rievocato anche in una sezione della mostra “Lo scoprimento del monumento al principe Amedeo brata inaugurazione. “Così moderna,così internazionale... vita e costume in Torino 7 maggio 1902” (fotografia Berra). Così, nell’importante occasione, la Gazzetta del Popolo nella Torino del 1902”, presentata dal 15 dicembre della Domenica descriveva il Monumento al principe 1994 al 10 gennaio 1995 al Circolo degli Artisti, il blicazioni che debbono interessare gli artisti; e di Amedeo duca d’Aosta. “Davide Calandra, cui fu affi- sodalizio torinese in cui l’Esposizione stessa venne questi sopratutto, dei migliori, dei più forti, ricer- data l’esecuzione dopo due concorsi tenutisi nel ideata e dove si riunì ripetutamente la Commissione cherà in ‘medaglioni’ gli intimi intendimenti, schia- novembre 1892...lo rappresenta...in atto cavalleresco, Generale incaricata di gestirla. rendo al pubblico l’opera che hanno compiuto e nella baldanza giovanile, nell’entusiasmo patriottico, Nel complesso delle rassegne che proponevano il vanno compiendo”. (La Quadriennale Rivista lettera- che caratterizzò sempre la Casa di Savoia. nuovo ideale sociale dell’“arte per la vita” si apriva ria illustrata della Esposizione di Belle Arti N. 1 Torino La statua equestre misura circa m. 4,80 d’altezza, dunque a Torino la prima Quadriennale d’Arte orga- l902 L’Opera nostra). Il primo di quei medaglioni, a pesa circa 55 quintali e venne fusa dal cav.E.Sperati nizzata dalla Società Promotrice di Belle Arti. Ne firma di Efisio Aitelli, era, subito dopo il testo di aper- con abilità superando anche non comuni difficoltà sosteneva gli assunti la “Rivista letteraria illustrata” tura, dedicato a Davide Calandra, di cui, proprio nella tecniche. L’altorilievo su cui poggia misura oltre 28 pubblicata a cura della Commissione Artistica di sor- prima pagina,si mostrava il ritratto,opera di Giacomo metri di sviluppo lineare e metri 4,70 di altezza. veglianza, composta da Leonardo Bistolfi, Davide ed Grosso. Il tono borghese della pubblicazione si rile- Venne fuso dal sig. Pietro Lippi di Pistoia. Vi sono Edoardo Calandra, Pietro Canonica,Vittorio Cavalleri, vava poi nel taglio dell’articolo biografico che sottoli- raffigurati Umberto Biancamano, Amedeo V, Pietro Lorenzo Delleani, Giacomo Grosso, Edoardo Rubino, neava l’impronta aristocratica dello scultore in armo- I, Amedeo VI, Amedeo VII, Carlo I, Carlo III, Carlo Stratta. Redattore capo era Efisio Aitelli. In aper- nia con il suo modo di concepire l’arte. “Con il con- Emanuele Filiberto; sull’altra parete Carlo tura, il periodico dichiarava i propositi che ne anima- tatto d’un padre, scrittore di cose archeologiche Emanuele I, Vittorio Amedeo I, Carlo Emanuele II; vano la pubblicazione:illustrazione letteraria e grafica non comune (a lui si devono, tra l’altro gli scavi nella terza parete Vittorio Amedeo II, il Principe della Mostra di Belle arti che si inaugurava al archeologici diTestona n.d.r.),d’un fratello che, dopo Eugenio, Carlo Emanuele III, Ferdinando duca di Valentino, ma anche intenti di fratellanza spirituale... aver tentato con buone sorti la matita del disegna- Genova, Carlo Alberto,Vittorio Emanuele II”. Discuterà “di quante cose interessano l’arte pratica- tore e la tavolozza del paesista, si guadagnò bella L’opera aveva richiesto dieci anni di diligente e mente ed intellettualmente, seguendo in particolar fama di romanziere, egli non poteva che trarre costante impegno; fusa nel famoso laboratorio dello modo le opere esposte alla mostra ma dando ezian- dagli elementi stessi di quanto avvicinava, il colore Sperati, fu curata in tutti i particolari dall’autore che dio larghi cenni del movimento attuale, delle pub- e l’opera che doveva stabilirne definitivamente seguì personalmente anche la fusione dell’altorilievo

19 Altre importanti opere scultoree si fecero aTorino nel di Giuseppe Pellizza da Volpedo (Volpedo l868- l902: il monumento che Luigi Contratti preparava per Alessandria 1907): il (poi) famoso QUARTO STATO. Nei Galileo Ferraris in bronzo con l’allegoria dell’Elettri- Saggi critici del 1902 il poeta Giovanni Cena l’aveva cità (o della Verità) ignuda in marmo susciterà censu- citato come un’opera che in altro paese sarebbe re e verrà spostato per questo dalla sua collocazione bastata a metter il nome di un artista fra i più originaria in Piazza Castello all’attuale spazio di Corso celebrati.A Pellizza veniva dedicato uno dei primi Galileo Ferraris.“Bellissime cariatidi e gruppi di sta- “medaglioni” della Quadriennale: uno scritto di tue” annunciava il 27 aprile 1902 la Gazzetta del Domenico Pica del 1898. “Lavoratore lento e Popolo:erano i gruppi di figure danzanti che Edoardo coscienzioso, che lungamente s’attarda a ideare Rubino aveva realizzato per la facciata del Palazzo un quadro prima di poggiare il pennello sulla tela “Le feste dell’arte delle Belle Arti nell’Esposizione. e che si compiace nella ricerca e nella paziente moderna si sono Il Monumento al Principe Amedeo, l’opera maestosa attuazione delle più ardue innovazioni tecniche, iniziate con uno ed ardua di Davide Calandra, era illustrata in fondo al Giuseppe Pellizza ha al suo attivo un numero splendido catalogo e portava il numero l040. limitato di opere, ma tutte in compenso degne di esemplare “...Vasta, quasi sterminata era la rassegna, nella essere prese, come concetto e come fattura, in seria dell’arte... quale tuttavia si contavano intere personali e considerazione”. di tutti i tempi”. retrospettive che ne erano un po’i fuochi, o se si Lo scritto proseguiva analizzando la nuova tecnica vuole, i cardini...” ha scritto con lucidità Angelo che l’artista seguiva in quegli anni con l’intento di del basamento, realizzato presso il Lippi di Pistoia. I Dragone in una rievocazione sintetica, ma rigoro- “rendere più intenso il fulgore del sole che invade- graniti erano stati tratti dalle cave di Vayes. Con una samente articolata della Quadriennale 1902 (in va la campagna da lui dipinta, con macchiettatu- presentazione così ricca ed accurata il monumento Torino città viva Da capitale a metropoli 1880- re di colori puri;naturale è quindi che quando, di non poteva che essere considerato l’opera più impor- 1980. Cento anni di vita cittadina. Centro Studi lì a poco, un amico lo mise a conoscenza delle tante fra tutte quelle che si presentavano alla Piemontesi Torino 1980).Tanti erano in quella ras- ricerche cromatiche dei divisionisti francesi, egli Quadriennale. Infatti proprio a Davide Calandra, auto- segna gli artisti presenti;vi erano le retrospettive di dovesse lanciarsi con entusiasmo nella ricerca re del Monumento al Principe Amedeo Duca scomparsi come e Telemaco degli effetti luminosi, mercè la separazione dei d’Aosta,venne assegnato il “Premio degli Artisti” di Signorini;tra i presenti Mosè Bianchi,Carlo Follini, colori, ritornanti ad unità nella pupilla dei con- cinquemila lire. Vittorio Cavalleri (con ben 40 opere), Marco templatori di un quadro. Egli però, come da loro L’opera era stata inaugurata il 7 maggio l902 al Calderini (con 36 dipinti), Gaetano Previati (con parte dovevano fare il Segantini, il Morbelli, il Valentino, a fianco della Esposizione. Nei giorni dell’i- una sala) e ancora Anton Maria Mucchi, Guglielmo Grubicy e il Nomellini, non accettò senza riserve naugurazione della importante rassegna fu scoperto, a e Beppe Ciardi, il Nomellini, Felice Carena, Cino e senza modificazioni la tecnica dei francesi Superga,il monumento al re Umberto I,ucciso a Monza Bozzetti... (Dragone A. Le arti visive in Torino Seurat e Signac, ma, pur mettendosi deliberata- dall’anarchico Bresci. Rappresenta un’aquila ferita città viva, op. cit.) Di Fattori c’era Cavalleria in mente nella loro medesima via innovatrice, tentò accanto alla figura gesticolante di un‘fiero allobrogo’ed manovra, di Cesare Ferro il Ritratto dell’amico e ritentò per proprio conto e finì col creare per suo è opera di Tancredi Pozzi ( Milano 1864-1929).“Servirà Bozzalla (che sarà fra i premiati dalla giuria popo- uso e consumo un’applicazione del divisionismo ad esprimere il pensiero affettuoso e nobilissimo del lare negli ultimi giorni di Esposizione), di Avondo abbastanza personale”. popolo.Là dove per altissime ragioni storiche e politi- Voli mattinali... Fin dal 1898 quindi la ricerca del Pellizza era stata che non potè avere la sua tomba, il povero e rim- Ma al centro dell’interesse, oggetto di lunghe discus- bene individuata ed appariva certo molto originale e pianto Re martire avrà la sua glorificazione” scri- sioni era - presentato in una delle prime tavole del significativa. veva la Gazzetta del Popolo della Domenica”. Catalogo-ricordo - un grande (cm. 543X285) dipinto Alla Mostra torinese del 1898 l’artista aveva presenta-

20 to “Lo specchio della vita”, un’opera “concettosa e co, tutta una sinfonia di aspirazioni che l’artista è un numero d’ordine ufficiale... Nel caso di Davide suggestiva”“ponderata e sicura”. Erano gli anni in deve aver sentito con la dolcezza e la commozione Calandra, ognuno sa che il monumento ad Amedeo cui egli stava dando vita al capolavoro“Fiumana”che di una grande musica. di Savoia è costato all’artista dieci anni di fatiche, richiedeva un continuo controllo e un ripensamento Se la scena fosse stata rudemente reale, il pubblico non interrotte mai. Nessuna preoccupazione mate- significativo.Pellizza non era riuscito a terminarlo per sarebbe stato tratto verso di essa con maggiore riale lo ha distolto dal dare tutto ciò che poteva offri- la Biennale di Venezia del 1899 ed aveva deciso di entusiasmo. re di più alto il suo intelletto.Ed al nobilissimo sacri- portarlo alla Quadriennale torinese, sperando in un Invece la spiritualità del quadro non persuade i ficio non doveva sorridere, anche adesso, il premio giusto riconoscimento. più; e quelli che potrebbero leggervi dentro, non che gli veniva dai colleghi, dagli artisti sicuri e “Il Quarto Stato che fu nella mia mente Fiumana sanno o non vogliono consentirvi. coscienti della sana opera sua? Doveva rinunciare a prima, quindi il Cammino dei lavoratori, fu una La critica - ripetiamo - per evitare che ci pigli per quella somma che giungeva, giusta e propizia, ad delle mie primissime concezioni, fu il pensiero con- lodatori soverchi di tutto quanto cade sotto i nostri indennizzarlo dei tanti discapiti avuti”. tinuato di un decennio (1891-1901) e non riescii a occhi, la critica ha molte riserve da fare intorno al In realtà la vittoria venne decretata molto presto e concretarlo che dopo aver evoluto la mia arte con quadro del Pellizza. Ma se poniamo mente che Pellizza lo apprese con grande dolore. molto, moltissmo lavoro e con altrettanto pensiero” l’artista ha voluto dare più che un quadro vero, Una importante sua lettera,indirizzata il 23 maggio l902 (28 ottobre 1904 minuta di lettera di Pellizza all’ami- una visione di sogno, più che una tela dipinta con al Bistolfi, relatore della Giuria, ora ritrovata in collezio- co Matteo Olivero, citata anche da Angelo Dragone, virtuosità, una pittura essenzialmente suggestiva e ne privata torinese,manifesta il suo pensiero.Con paro- op. cit.). Nel commento che seguiva nel Catalogo commotiva, non sapremmo davvero dire che egli le accorate fa riferimento alle voci appena corse...ad un della Quadriennale, il ‘medaglione’ del Pica, la figura non sia riuscito nel suo intento.” telegramma inviato ad Angelo Rizzetti... la cui risposta, dell’autore del “Quarto Stato” è generosamente deli- La Giuria preferì il simbolo del passato, una celebra- inequivocabile, ha confermato a Pellizza che il monu- neata ma qualche riserva si esprime sull’opera: zione dell’ideologia sabauda e della tradizione artisti- mento del Calandra concorre al Premio degli Artisti.A “Fermo e risoluto nella sua idealità estetica, egli ha ca, il Monumento al Duca d’Aosta di Davide questo punto il tono della lettera si fa concitato e dimostrato che la vita solitaria, lo studio paziente Calandra, il cui valore, si affermava, era stato decreta- l’artista vi sfoga tutta la sua amarezza. L’opera di scultu- della natura e degli uomini che lo circondano, il to “dal plauso e dall’approvazione del pubblico e ra,un ritratto di potere, simbolo del passato, prevarrà contatto collo spazio e col silenzio hanno fatto spri- degli artisti”. gionare dalla sua tavolozza una più vasta promes- Subito dopo il commento all’opera di Pellizza un arti- sa. Il suo “Quarto Stato”, pittura eminentemente colo intitolato “Premi e acquisti” sembrava cercare moderna, satura di pensiero sociale, ardita di tec- giustificazioni all’operato della Commissione nica, potrà essere giudicata variamente. Certo è Esaminatrice; “Abbiamo sentito più di un giovane l’opera d’un artista che è sicuro di sè. Forse accennare al fatto che l’opera del Calandra non pote- l’artefice è stato soverchiato dal pensatore. Nella va aspirare al premio dacchè essa è frutto di un pub- ampia tela, il Pellizza ha voluto racchiudere blico concorso, per se stesso largamente compensa- l’espressione di quella nuova forza potente e to... L’opera del Calandra poteva e doveva innanzi cosciente che sorge dal popolo e per il popolo. e nel- tutto trattarsi alla stregua di qualunque altra sta- l’atteggiamento dei lavoratori che procedono lenta- tua, quadro o bozzetto esposto nelle sale della mente, in modo ritmico e uguale, nella luce quasi Quadriennale, perché essa è nel recinto mistica che li avviluppa, nella rappresentazione dell’Esposizione... D’altronde ammessa in catalogo, angosciosa dei bambini e delle donne che accettata quindi, senza restrizioni, dalla Società s’avanzano processionalmente anch’essi, non c’è Promotrice di Belle Arti, veniva naturalmente ad Volpedo (Al), Nello studio di Giuseppe Pellizza tra le diverse opere domina “Il Quarto Stato”. più che la manifestazione di un momento pittori- avere i diritti di tutti gli altri capi d’opera, sui quali

21 sulla modernità del tema sociale del Quarto Stato... blico, a Volpedo, lo studio dove l’artista realizzò il nea meglio a distanza che davvicino). “Se avessi saputo tanto un giorno solo prima che capolavoro: una stanza che egli aveva fatto ingran- Fradeletto (organizzatore della Biennale di Venezia si aprisse la mostra, avrei fatto di tutto per riti- dire, aprendo lucernari, per avere le migliori con- n.d.r) mi scrisse durante l’inverno che preparassi rare il mio quadro...Mi vien voglia (non fosse per- dizioni per le sperimentazioni divisioniste. un’opera poderosa per la sua Esposizione: che da ché sarebbe cosa scandalosa) di venire a Torino e parte sua avrebbe fatto il possibile per procurarmi coprirlo tutto di colore prima che qualunque giu- Appendice le soddisfazioni alle quali avrei avuto diritto. Tu ria l’abbia a giudicare”. Il tono si fa passionale, Documenti comprendi bene... L’opera poderosa io l’avevo quasi concitato, quasi profetico: “...non perché io tema compiuta (che potrò fare più di “Quarto Stato”!?) che restando soccombente il valore del mio lavo- Ecco la trascrizione completa della lettera di Pellizza da ma preferii alla lagunare la capitale del nostro ro venga menomato, no;può darsi che sia il prin- Volpedo testè ritrovata in collezione privata torinese. Piemonte. cipio della sua gloria...”. Ed ora in barba ai regolamenti, al buon senso, E dire che l’opera avrebbe dovuto figurare alla “Volpedo 23 maggio l902 all’avvenire delle future esposizioni torinesi( poi- Biennale veneziana, per essa richiesta dallo stesso Caro Bistolfi, ché resta inutile sbraitare ai quattro venti che si organizzatore Fradeletto... Pellizza definisce il suo scriverti... non scriverti: ancora sono indeciso se hanno premii per artisti italiani) mi si gioca in Quarto Stato un’opera poderosa, insuperabile... e si faccio bene o male. So peraltro che mi conosci da modo che io avrò tutto perduto costì e a Venezia. rammarica ora di aver preferito alla città lagunare tempo e che darai a questo mio scritto il suo giusto Perdona il mio sfogo, avrei fatto peggio se l’avessi la capitale del vecchio Piemonte... valore. Avevo sentito voci vaghe quando fui costà trattenuto. Continua a volermi bene e credimi È uno sfogo vivace,che non trattiene i toni forti.Dei ultimamente e per sapere qualcosa di decisivo ho aff.mo tuo Pellizza quali in conclusione Pellizza si scusa, con espres- telegrafato ieri a Rizzetti... M’ha risposto confer- sioni affettuose verso il vecchio amico Bistolfi. Una mando che il monumento concorre al premio. P.S.Ti prego ricordarmi alla tua buona compagna e annotazione che rivela l’orientamento socialista del O non è questo un giochetto che si fa a tutti gli altri di baciare per me i tuoi figli.” pittore di Volpedo è il post-scriptum, in cui egli concorrenti? Non è un tiro che il medioevo fa alla prega ancora l’amico di ricordarlo alla sua buona modernità? Non un colpo che Amedeo assesta al Ed ecco la risposta di Bistolfi, pubblicata in Carlo compagna e di baciare i suoi figli. Quarto Stato? È enorme poi per tutti che lavoram- Pirovano Scultura italiana del Novecento Milano, Nonostante il grave scacco, IL QUARTO STATO divenne mo tanto tempo speranzosi, non di vendere la 1991. una delle opere d’arte più note del Novecento. nostra opera, chè in una società come l’attuale non Come ricorda ancora Angelo Dragone, già nel l905 troverà compratori, ma di concorrere onestamente “A Pellizza da Volpedo il giornale socialista “L’Avanti della domenica” a ad un premio che sarebbe stato l’unico possibile Torino 27 maggio ’02 Voghera ne offriva una riproduzione - ornata da un compenso! Nel mio caso ti assicuro che se avessi Carissimo, tu hai fatto benissimo a sfogarti con me garofano liberty - in regalo ai suoi fedeli abbonati. saputo tanto un giorno solo prima che si aprisse la che posso aver compreso e, meglio, sentite le tue Fu in seguito presentato a Roma, nel 1907 alla mostra avrei fatto di tutto per ritirare il mio qua- apprensioni. Ma purtroppo né a me, né ad altri LXXVII Esposizione della Società Amatori e dro. Mi vien voglia ( non fosse perché sarebbe cosa sarebbe stato possibile o prima o dopo di opporsi Cultori di Belle Arti. Nel l920 dominò la mostra scandalosa) di venire a Torino e coprirlo tutto di alla condizione di cose che te le avevano suscitate. postuma di Pellizza alla Galleria Pesaro,dove la città colore prima che qualunque giuria l’abbia a giu- Nessuno forse più del Calandra sentiva la delica- di Milano l’acquistò per esporla in Palazzo Marino. dicare. Non perché io tema che restando soccom- tezza della tua posizione di fronte ai colleghi ita- Torino perdette così definitivamente con l’opera, bente il valore del mio lavoro venga menomato, no: liani. Egli è spirito veramente buono e cortese ed l’espressione più importante di un messaggio può darsi che sia il principio della sua gloria ( e ama anche essere e mostrarsi in ogni caso corretto. sociale ed umano precoce e impegnato. Ma il d’altronde già il sostegno di Amedeo a guardarlo a Ma dinnanzi alla questione di sentimento egli ha Piemonte non lo dimentica. E stato aperto al pub- distanza non regge mentre il quarto stato si deli- dovuta lasciar andare la questione d’interesse: la

22 solita questio, e che guasta tutto, sempre(…) La Giuria ha però preso, secondo, naturalmente i criteri personali dei diversi componenti, in serio esame le altre opere degne di concorrere al premio. E ti assicuro con tutta coscienza che, ove avessi visto al possibilità di far sorgere la convinzione che la tua opera restasse a competere con quella del Calandra, non avrei esitato a far sì che valessero tutte le sue forze di resistenza, all’infuori di qua- lunque preconcetto e di qualunque riguardo.Ma - a te si può dire tutta la verità - ciò non avvenne.I giu- rati insistettero assai più sui difetti che sulle quali- tà del tuo quadro e la discussione proseguì lunga- mente. Né io ho saputo, devo proprio confessarlo, trovare in me stesso sufficienti energie per sostene- re le tue ragioni. La grande e solenne visione che tu avesti nella concezione del tuo quadro non si è interamente rivelata a me attraverso l’opera tua. Ho (…) finora domandato lungamente invano l’emozione che desideravo raccogliere. È mancata finora a me una tal “grazia”? o pure manca anco- ra all’opera tua il segno rivelatore? Avrei voluto poterne parlare con te. Forse avremmo bisogno entrambi di questa reciproca comunione di pensiero dinnanzi al tuo lavoro. Quando ritornerai? Ti abbraccio tuo Leonardo”

Turin strikes again (Torino colpisce ancora). Con questo affiche creato da Bistolfi per l’Esposizione del 1902 si presenta in sede internazionale l’iniziativa:“artigiano metropolitano”Arts and Crafts Show for a new century , December 2002 - january 2003 di cui la mostra “Il monumento da camera” fa parte.

23 L’immagine più poetica della formatura del bronzo e del mistero della sua scoperta è offerta dal poeta romano Tito Lucrezio Caro che nel De Rerum Natura immagina la fusione dei metalli come un evento casuale determinato dagli incendi boschivi che con immenso inconsueto calore fecero liquefare dei mine- rali che affioravano sul terreno. Qui cavità naturali, accogliendo argento, oro, rame e piombo ne riprodus- sero le prime forme. Interessante è pure il suggerimento di Leonardo Da Vinci: “Se volli fare presti getti e semplici, fagli con una cassa di sabbione di fiume inumidito con aceto.Quando tu avrai fatto la forma sopra il caval- lo, tu farai la grossezza del metallo in terra.(…) Per maneggiare la forma grande, fanne modello della piccola forma.” (Leonardo da Vinci Manoscritto di Windsor 12350.t da Scritti scelti di Leonardo daVinci a cura di Anna Maria Brizio,Torino, UTET,1952). La tecnica estremamente raffinata della fusione delle statue colossali interpreta in modo grandioso il miste- ro antico. Il Cav. Uff. Emilio Sperati - fonditore del monumento al principe Amedeo duca d’Aosta sito al Valentino, premiata opera di Davide Calandra - realiz- zò con eccezionale bravura dei particolari ancora oggi sorprendenti.

24 BRONZI E BRONZETTI

LA RICCHEZZA DI UNA TECNICA

L’arte del bronzo è una pratica misteriosa i cui segre- ti non sono in sostanza mutati dalle ere più lontane. In essa concorrono diversi mestieri che utilizzano conoscenze acquisite nel corso dei secoli. Bisogna trasmettere ancora una volta alle giovani generazioni questa eredità antica affinché, con coscienza profes- sionale possano penetrarne il valore delle tecniche: che spaziano dalla sabbia tradizionale alla cera persa; dalla emozione della fusione al preciso colpo d’occhio del cesello, fino alla conquista raffinata delle patine più preziose. Il grande sapere dei formatori è all’origine delle rea- lizzazioni di ogni tempo. Jean Pierre Rama in un trat- tato delle tecniche tra i più esaurienti porge, proprio in apertura un hommage aux mouleurs d’art che, con le diverse pratiche au sable, au plâtre, sur ela- stomère, à la cire perdue, dans les procédés spé- ciaux et modernes, participent tous avec diverses techniques aux métiers de la fondérie d’art. La difficoltà del lavoro del ‘formatore’, infatti, fa la sua grandezza e la sua nobiltà. Una forma, in genere, non serve ad ottenere che una sola prova in bronzo. Per estrarla, la forma sarà distrutta. Il metallo fuso, colato nella forma, rinasce dunque come creazione artistica o industriale. L’arte di fondere e di dar forma ai metal- li è antica come il mondo. Dopo l’età della pietra spezzata, tagliata e in seguito levigata, ecco l’età del rame e quella del bronzo. La scoperta dei metalli e il dominio del fuoco consentirono la nascita della metallurgia. In Cina, tremila anni avanti Cristo, si fon- Fusione di statue equestri. Nell’atélier della fonderia devano con maestria i primi spettacolari bronzi. Nei è in atto l’operazione di colare forni attrezzati si raggiungevano temperature di 1200- la statua in bronzo. 1300 gradi centigradi, sufficienti per la fusione dei

25 metalli. Anche Mesopotamia, Creta, Egitto ebbero esperti fonditori. Con il termine calcòs i Greci indica- rono sia il rame che il bronzo. I Romani lo chiamaro- no aes, specificando aes cyprium il rame e aes bru- num il bronzo. Da quest’ultimo termine, secondo il Rossignol (Les métaux dans l’antiquité) sarebbe ori- ginata la parola bronzo. La lega dei bronzi greci è stata diversamente analizza- ta. Lucien Magne ( in Décor du métal: le cuivre et le bronze Paris Laurens 1917) li dice composti di un 62 % di rame, di un 32% di stagno e di un 6% di piom- bo. Di rame era ricco il bacino del Mar Egeo e il Monte Sinai. Lo stagno proveniva dall’India e dalle isole britanniche che Erodoto indica come Cassiteriti. I bronzi nella storia

Gli Etruschi furono, dopo i Greci, grandi maestri di bronzi a carattere decorativo e di statue fuse a vuoto; i Romani svilupparono le premesse degli artefici elleni- ci e d’Etruria con produzione di statue di grandi dimensioni.Trentasei metri dovette essere l’altezza del colosso di Nerone, opera di Zenodoro presso la meta sudante dell’anfiteatro Flavio. Nel Foro Imperiale l’Equus Domitianus si innalzava sul piedestallo per 15 metri. Lodato nelle Selve di Stazio fu distrutto alla Apparato per la fusione di un cavallo dello scultore L’opera di Bourdelle in una prova intermediaria di morte dell’imperatore.A Pavia aveva dominato la piaz- Bourdelle. Si notino i condotti di aspirazione atti 148 cm. (1913-1915). Si ammira la raffinatezza dei za, che fu poi del Duomo, il Regisole, ritratto equestre a facilitare la colata e il sostegno della forma. particolari dei finimenti. in bronzo dorato dell’imperatore Antonino Pio. Ammirato da Leonardo che ne apprezzò “più il movi- Nel medioevo si assiste ad una certa decadenza del- zioni, di rilievi con figure allegoriche o religiose, le mento che nessuna cosa” (Solmi Leonardo Firenze, l’arte fusoria. La statua di San Pietro (opera bizantina campane costituirono una speciale branca per i fon- Barbera) fu abbattuto dai rivoluzionari che piantarono del V secolo?) si accosta all’unico ricordo di un caval- ditori d’arte che ne cedettero ben presto la realizza- in suo luogo l’albero della libertà.Nel Museo Nazionale lo: quelloin bronzo dorato, dedicato in Ravenna a zione ai maestri di artiglieria che le ‘gettarono’ con di Napoli è un magnifico Cavallo, alto metri 2,16, pro- Teodorico, descritto dal vescovo Agnello. pareti robuste come le bombarde o le colubrine. Con veniente da Ercolano Dei superstiti cavalli di San Interprete del richiamo religioso ma anche di scopi il Rinascimento ecco rinascere arti e tecniche del Marco e del Marco Aurelio del Campidoglio molto si è civici, fu, nel medioevo, la fusione delle campane, il fuoco. Nel suo volume De la pirotechnia Vannuccio già scritto, anche in occasione di recenti restauri. Sono cui timbro e suono furono oggetto di molti studi per Biringuccio Sanese (presso Curtio Navo, Venezia tutte sculture dalle pareti molto sottili e la bellezza i fonditori.Nel Museo Falcioni diViterbo è forse la più 1540) riprende la fusione a cera persa. Insieme ai della loro fusione non è stata ancora eguagliata. antica, risalente all’VIII o IX secolo.Arricchite di iscri- numerosi accenni nei trattati di Leonardo - che vi

26 descriveva tra l’altro i suoi progetti per il monumen- ta ed il cui acquisto,a prezzi facilmente abbordabili, salvo’. La tecnica, descritta dal Biringuccio e dal to Trivulzio da realizzarsi con un solo gran getto - lo è riservato ad una classe media che potrà così van- Cellini, è famosa per esser stata pubblicata nel 1743 scritto di Vannuccio appare come la premessa alla più tare, nella propria casa, la presenza memorabile di dal Boffrand che eseguì la statua equestre del Re Sole celebre opera del Cinquecento: il Trattato della veri e propri monumenti. (Description de ce qui a été pratiqué pour fondre Scultura di Benvenuto Cellini. en bronze, d’un seul jet, la figure équestre de Louis Egli apparteneva a quella schiera di artisti creatori Il prodigio della riproducibilità XIV élevéé par la ville de Paris dans la place Louis che lavoravano in completa autonomia, essendo, Le Grand en 1699, Paris, 1743). Modellata in gesso, volta a volta scultori, medaglisti, fonditori, pittori, Nessun materiale,meglio del bronzo,è in grado di tra- unta di olio e sego per realizzare facilmente la forma scrittori e così via. Cellini fu artista veemente ed durre in tre dimensioni il pensiero e il gesto; e di con- negativa, la statua venne circondata da blocchi di appassionato: nella sua autobiografia, tra l’altro, servarne nel tempo, in modo indistruttibile, la creati- gesso segnalati da riscontri e incastri per poterli descrisse la grande emozione del salvataggio della vità e la spontaneità. facilmente rimontare. fusione del Perseo. Il bronzo, come è noto è anzitutto un mezzo di ripro- Con le capacità di riduzione e l’evoluzione delle tec- Nel Seicento cominciò ad essere praticata la fusione duzione. All’origine c’è una forma plastica - in terra- niche ‘a modello salvo’, sarà possibile la riproducibili- di pezzi in bronzo per l’arredamento.Accanto agli cotta, argilla, gesso, cera - che la mano e l’utensile tà delle opere. Innumerevoli soggetti, modellati con importanti orologi da parete ‘à cartel’ in bronzo assemblano e solcano; poi c’è il gesto che ‘getta’ cura, diventeranno nel tempo ‘alla moda’: orneranno cesellato e dorato ed alle sculture che andavano l’opera bronzea, per tradizione ‘a cera persa’. Ma nel cinquecento gli studioli dei signori, nel sei e set- anche ad ornare gli studioli dei principi, ecco tutta l’opera più spesso non è unica.Nel celebrato‘metodo tecento saranno oggetto di passioni collezionistiche una serie di prodotti atti a decorare serrature,mobi- Cellini’ costituiva il nucleo interno della scultura una li. Anche l’età settecentesca offrì una ricca produ- miscela detta ‘luto’ (di creta macerata in acqua, fram- zione di bronzi d’arte decorativi, accanto alla sta- mista con materiali che variavano, secondo la fantasia tuaria e al bronzetto che, risorto nel secondo del creatore, dalla cimatura di panni allo sterco di cinquecento con gli esempi celeberrimi di Giambo- cavallo, dalle corna di castrato bruciate alle scaglie di logna, cominciò la sua fortunata ascesa come scul- ferro, all’orina cfr. Le forme del fuoco Tecniche e pro- tura ‘da camera’. dotti della fusione artistica, Sesto Fiorentino, 1982). Ai pezzi unici dei grandi artisti (ricordiamo da noi La massa diventava atta a creare un’anima, nocciolo o le opere di Pelagio Palagi e in Francia soprattutto maschio, che non si crepava alle alte temperature e Rodin e Bourdelle) cominceranno ad affiancarsi, che,ricoperta di cera dello spessore che avrà il metal- nell’Ottocento le riduzioni delle grandi opere. È in lo, veniva poi modellata negli infiniti particolari che ambiente francese che si inventa ‘il riduttore di un altro luto, materiale refrattario in sospensione Collas’ un apparecchio che permette ai fonditori - tra finissima e fluida, applicato a pennello in diversi stra- i più noti Barbédienne ed Hébard - la riproduzione ti, copriva con una cappa esterna entro la quale,dopo in serie e a buon mercato delle opere dei celebri l’eliminazione della cera, veniva colato il metallo. scultori: Rude, Carpeaux, Barye ecc... Un’edizione Varie tecniche saranno applicate affinché l’anima, spesso non numerata di tipo industriale che con- all’interno del modello, non si sposti; altri accorgi- sentirà al buon borghese di mostrare nella sua casa menti cureranno i canali di colata e di getto, gli sfia- lo specchio di una grande arte.È la strada che con- tatoi e gli scolatoi. Calata in una fossa davanti al forno duce a vedere, offerta nelle grandi Esposizioni di fusorio, la forma di piccole o di grandi dimensioni fine Ottocento, una infinita serie di bronzetti in cui veniva costipata di terra per evitare rotture durante la Apparato per un bronzetto di nudo realizzato, come il precedente, nella Fonderie de Coubertin, Parigi. la firma dei grandi autori è preservata e reclamizza- colata. Una particolare formatura è quella ‘a modello

27 infinite e finalmente, nell’ottocento, editi anche in auspica “una collaborazione più precisa fra lo scul- mento da studio’,come abbiamo voluto chiamare un centinaia di esemplari, diffonderanno temi in voga o tore e il bronzista per realizzare i miglioramenti orologio e un bronzetto appartenuti a due noti riduzioni di opere monumentali accessibili,attraverso desiderabili in una industria così indissolubilmen- medici. Sono documenti di vita: l’amazzone ricorda- le grandi esposizioni, ad una clientela internazionale te legata alle più alte manifestazioni dell’arte”. va la bellezza femminile e il coraggio che spesso sempre più estesa. Nel 1922 settantadue statuette originali di Degas, tro- l’accompagna;l’orologio scandì l’orario delle visite , Queste opere sono prodotte con raffinatezza tecnica, vate nel suo atélier dopo la morte nel 1917,sono state ricordando - con una raffinata figura femminile - che ma ormai senza più la partecipazione dell’autore. Egli fuse in bronzo in ventidue esemplari. (Ci si domanda la sapienza deve presiedere alla formazione del vende i diritti di riproduzione dei suoi modelli: alla se l’artista avrebbe desiderato questo). medico, deve suggerire il suo continuo aggiorna- fine dell’ottocento compare la numerazione delle Il celebre ‘Ratapoil’ di Daumier – morto nel 1871 - fu mento, affinché la sua azione di prevenzione,di tera- copie riprodotte, ma non è tassativamente applicata. riprodotto ripetutamente nel 1891,nel 1925,nel 1961. pia, di salvezza si attui. Il pantografo adattato alla terza dimensione permette A Torino il fonditore Emilio Sperati realizzò, proprio Mentre l’amazzone è sicuro bronzetto di Davide di realizzare diverse misure delle opere (oltre al già per i suoi stretti legami con gli artisti, opere di note- Calandra, l’opera che sovrasta l’orologio è di ignoto, citato metodo inventato da Achille Collas nel 1836 e vole qualità. Prendendo in mano le sue riproduzioni, ma nella resa e nell’impianto rivela notevole capacità applicato da Barbédienne, abbiamo, conservato al esaminandole su tutte le loro facce, sotto tutti i pos- plastica. Alla firma su un bronzo non si deve dare Museo Industriale di Boulogne - sur - mer, il meccani- sibili angoli, si distinguono sempre valori di qualità e soverchia importanza; spesso le riproduzioni ne sono smo per la riduzione inventato da Federico Sauvage ciò conferma la loro grandezza, sottolineata certo dal prive; alle attribuzioni molto spesso si giunge, come (cfr Kjellberg op.cit.). valore commerciale all’epoca. dimostra il presente studio, per le notizie trasmesse dal fusore o per le spettacolari analogie con opere I percorsi del bronzetto d’arte Dalla parte degli autori note degli autori.

Così il bronzetto d’arte, creato dai fonditori-editori ‘Bronzi di’ o ‘bronzi da’? Quelli della collezione viene inserito - in Francia soprattutto - in cataloghi Sperati sono tutti‘da’,perché riproduzioni.Potranno che ne propongono le diverse versioni e dimensioni, essere in prima edizione, in numero limitato, con- indicandone i prezzi. Saranno da questo momento i trollati dall’autore.Tuttavia non è possibile provare soggetti a prevalere sul nome degli autori. Gli editori l’intervento dello scultore.Anche il grande Barye - dei bronzi creano una vera e propria diffusione come il nostro Fumagalli,ad esempio - apre una sua democratica delle opere da loro prodotte che acqui- fonderia. Pure in questo caso ci si pone il quesito: stano un mercato borghese ampiamente diffuso. egli interviene nella riproduzione delle sue opere o Il ‘monumento da camera’ si mette così alla portata si fida degli operai? Barbédienne realizza tirature di di tutti. Barye vivente, ma ne moltiplica la riproduzione Dipenderà allora dalla bravura del fonditore, dalla sua dopo la morte. Importante sarebbe ritrovare gli sensibilità e dalla conoscenza dei diversi autori se i archivi delle fonderie per una adeguata documenta- bronzi e i bronzetti riusciranno ad esprimere in modo zione. In aggiunta al fondo Sperati è stato conse- adeguato la creatività che li ha ispirati.“È ai fabbri- gnato dalla figlia Luisa solo il piccolo archivio di cui canti di bronzi che spetta di venire in aiuto ai diamo l’elenco a pag.92. nostri artisti, mettendoli in grado di essere loro col- Ma per fortuna un bronzo da collezione si valuta laboratori vigilanti, abili ad interpretare le loro soprattutto con l’occhio. Come oggetto si può valo- opere senza tradirle”.Così il fonditore Albert Susse in rizzare anche per la funzione che ha avuto nell’am- un rapporto all’Esposizione di Chicago del 1893 biente dove è stato visto a lungo.È il caso del‘monu-

28 UN ARTIGIANO METROPOLITANO mentre stavo concludendo la seconda edizione del IL FONDITORE EMILIO SPERATI volume su Palazzo Lascaris (Biraghi,Tibone,Garbarino, Palazzo Lascaris,Torino, 1979). di Giuliana Brugnelli Biraghi La signora Luisa, ultranovantenne e gravemente amma- lata, tanto che non mi fu mai possibile incontrarla, mi Salendo lo scalone d’onore e percorrendo la galleria di faceva via via recapitare dal suo medico il dottor Enrico Palazzo Lascaris a Torino, si è attratti da un susseguirsi Gastaldi, ritagli di giornali italiani e stranieri, articoli e di deliziosi bronzetti artistici, finora ignoti al grande attestati riguardanti l’attività del padre,che essa accom- pubblico, che fanno parte di una notevole collezione pagnava con qualche breve chiarimento. Questo mate- donata nel 1980 alla Regione Piemonte dalla signora riale costituisce ora un archivio piccolo ma prezioso. Luisa Sperati ved. Mezzalama, con la precisa clausola Pur non incontrandola,con emozione intuivo la sua sof- che fossero esposti nelle sale del Palazzo, insieme ad ferenza nel doversi separare da quel patrimonio a lei un congruo numero di dipinti che essa aveva ereditati tanto caro e gelosamente conservato per tanti anni. dal padre, il fonditore e plasticatore Emilio Sperati. Mi La raccolta dei bronzetti è particolarmente interessan- occupai per la prima volta della collezione Sperati, te perché è composta da opere di artisti fra i più noti del tempo, pressoché coetanei, vissuti tutti a cavallo del Novecento. Si erano incontrati sui banchi di scuo- la nel decennio 1870-80 frequentando l’Accademia di Brera ed erano divenuti amici. Avevano affrontato insieme analoghe esperienze, discutendo degli stessi problemi e animati da una volontà di contestazione - che li portò poi a ribellarsi al clima accademico con- Emilio Sperati (fusore), Ritratto di Luisa Sperati. venzionale - attratti dalla vivace atmosfera antiaccade- Bronzo, altezza cm. 17. mica e anticonformista della Scapigliatura romantica milanese. Erano scrittori e artisti bohémiens, che vive- eroica del Risorgimento e si apriva un periodo di vano una vita povera e disordinata, cercando di risol- crisi, che fra errori e delusioni, doveva risolvere i vere, ciascuno a suo modo, i problemi fortemente da gravi problemi della politica interna. La metropoli tutti sentiti per ridare all’arte la sua libertà,ripudiando lombarda - riconosciuta allora come la capitale mora- le regole di quell’insegnamento che non lasciava spa- le della cultura italiana e il termometro dei muta- zio alla creazione e non stimolava la fantasia inventiva. menti sociali, aperta al progresso economico, tecno- Fra gli scapigliati lombardi si distinguevano i pittori logico e civile - divenne il centro dell’inquietudine Daniele Ranzoni e Tranquillo Cremona e lo scultore che sfociava in aperte dichiarazioni di dissenso,men- Giuseppe Grandi;a Milano si era formato anche il tori- tre stava nascendo la nuova classe borghese e pro- nese Medardo Rosso. prio tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX si intensificava lo sviluppo dell’industria moderna Anni di crisi e di crescita metallurgica e meccanica. Cresciuto in questa temperie viva e stimolante Stefano Borelli, Il Cav. Uff. Emilio Sperati. Per il Regno d’Italia, finite le guerre d’indipendenza Emilio Sperati, (nato a Milano il 12 febbraio 1861) Bronzo, altezza cm. 28. e risolta la questione romana, si chiudeva l’epoca dal 1874 al 1883 - come attestano i certificati rilascia-

29 finché venne arrestato per vagabondaggio e rinchiu- vanno accartocciando. È forse questa la prima natura so in un riformatorio per minorenni, costretto ad morta rimastaci del pittore trentino - e ancora oggi imparare il mestiere di calzolaio. Segantini a tredici ignorata dalla critica - in cui,particolare curioso,il pit- anni era ancora analfabeta e firmava con un segno di tore si firma due volte con mano ancora incerta di croce. Nell’Istituto Correzionale Marchiondi di adolescente rimasto a lungo analfabeta:all’interno del Milano finalmente cominciò a scrivere e a disegnare; foglio usa il suo vero cognome “Segatini”, che egli ma la rigida disciplina e la mancanza di libertà lo portava quando venne rinchiuso in riformatorio, indussero a fuggire di nuovo. Ritornò in Trentino, mentre sotto il dipinto, si firma con il nome nuovo ospite del fratellastro, che gli diede un lavoro.Attratto “Segantini”, da lui assunto quando cominciò a fre- dai colori e nella pace agreste di quel borgo della quentare Brera, quasi per cancellare ogni ricordo Valsugana, iniziava a dipingere soggetti pastorali, col- degli anni più dolorosi della sua vita. pito soprattutto dagli effetti di luce sui monti. Ma spinto dal vivo desiderio di dedicarsi al disegno,ripar- Un’arte fusoria eccezionale G. Segantini, tiva presto per Milano e nel 1875 riusciva ad iscriver- Viole. si ai corsi di ornato e di paesaggio a Brera. Più tardi Probabilmente la Collezione dello Sperati ebbe inizio Circa 1875. giudicherà quegli anni difficili, criticando aspramente da questo timido dono; divenne una raccolta sempre È firmato col l’insegnamento delle Accademie,le quali“uccidono la più ampia e ricca, completata via via in circa quaran- cognome di personalità degli studenti”, con l’applicazione di t’anni, con opere di pittori e scultori dell’ambiente nascita regole e formule convenzionali, che limitano grave- lombardo e torinese, che l’artista fonditore ricambia- Segatini. mente l’estro e l’immaginazione, mentre l’arte ha va con i suoi bronzetti. Acquerello, bisogno di libertà espressiva. Vi compaiono - al di là dei pezzi di valore solo docu- cm. 21x32. In un suo scritto, Segantini ricorda particolarmente mentario - le opere degli artisti più significativi come un giorno di festa, in cui, andato a visitare Longoni e Delleani, Bistolfi, Leonardo ed Ernesto tigli dall’Accademia - aveva seguito a Brera i corsi un’esposizione di arte moderna, ne era uscito deluso Bazzaro l’amico più caro,Tabacchi, Biscarra, Calandra della “Scuola di Ornato”, di quella di “Elementi di e tutti quei quadri gli erano parsi insignificanti e e Troubetzkoy e molti altri. È perciò una collezione Figura”e della“Scuola di Architettura”. Uno dei suoi muti. Aveva diciannove anni e sentiva un cocente che esprime una storia del gusto di quegli ambienti primi compagni di studio era stato Giovanni desiderio di amare,che acuiva ancor più il suo senso culturali nell’importante periodo di transizione rap- Segantini, che era approdato all’Accademia dopo di infinito isolamento. La sera finalmente qualcuno presentato dal primo affermarsi del Liberty e che un’infanzia solitaria e poverissima. Rimasto orfano di aveva bussato alla porta del suo triste abbaino ed egli consente di colmare qualche lacuna. madre, dal natio Trentino (terra di confine con il aveva subito riconosciuto un amico, studente di scul- Emilio Sperati aveva cominciato giovanissimo a lavo- Regno d’Italia) il padre l’aveva condotto a Milano a tura all’Accademia, venuto a prenderlo per andare a rare già durante gli studi accademici con il patrigno, soli sei anni, affidandolo alle poche cure distratte di spasso. Segantini non ne dice il nome, ma probabil- lo scultore Francesco Barzaghi, (pure formatosi a una sorellastra. Il bambino passava le sue giornate mente si trattava proprio di Emilio Sperati, uno dei Brera con Vela) e si era dedicato con lui a perfeziona- chiuso in un buio abbaino, da cui non poteva neppu- più sensibili tra i compagni d’arte.Testimone del rap- re il processo di fusione a cera persa, sostituendo re vedere il cielo.“Si era inselvatichito, ribelle a tutte porto affettuoso fra i due giovani sarà un delicato l’antico sistema di fusione con forme a tasselli. Si trat- le leggi costituite”, - scriverà più tardi in una lettera acquerello (ora esposto in Palazzo Lascaris), donato a tava di ottenere una lega di bronzo (variando le pro- autobiografica, pubblicata dalla figlia dopo la sua ricordo della loro lunga amicizia. È un semplice porzioni del rame e dello stagno) che avesse una flui- morte, insieme ad altri suoi scritti – “sentendo pietà foglio, uno studio analitico di viole recise copiate dal dità sufficiente a penetrare in tutte le cavità, anche solo per i miserabili come lui.” Ogni tanto fuggiva, vero nel progressivo appassire delle foglie che si minime, lasciate libere dal modello in cera, che il fon-

30 ditore aveva plasmato a mano sull’“anima” di argilla Proprio con la fusione di alcuni bozzetti delTabacchi, di piazza Bodoni, ideata da Grimaldi, si era rivolto alla ricoprendola poi di terra. Cuocendo, la cera si scio- ebbe inizio la fortunata attività torinese dello Sperati. fonderia dell’arsenale che aveva messo a sua disposi- glieva lasciando un’intercapedine in cui si introduce- Riceverà presto l’incarico di fondere tutta la vasta zione il personale. va il metallo fuso, che solidificandosi riproduceva produzione del maestro e collaborerà anche con Emilio Sperati creava già nel 1884 la prima“Fonderia perfettamente la forma. Con questo sistema perciò si molti altri scultori attratti dalla sua particolare abilità Artistica di Monumenti Equestri e Statue ottenevano pezzi unici essendosi “perso” il modello e sensibilità artistica nel tradurre nel bronzo le loro Colossali”, in strada Regio Parco N. 36 e vi praticava iniziale in cera. creazioni “senza tradirne gli intenti come fa un fusioni con il rinnovato sistema a cera persa. Inoltre lo Sperati, invece della legna per la fusione buon traduttore per l’opera letteraria”. Il lungo pro- Era questa una delle pochissime imprese del genere usava il carbone: così la cera si scioglieva senza rovi- cesso della fusione è un cammino di vera e propria in Italia e rappresentava soprattutto una industria nare le forme - come aggiunge la signora Luisa in una ricreatività - diceva Erwin Panofsky (cfr.Il significato nuovissima per Torino, dove si andava sempre più sua annotazione. delle arti visive,Torino, 1962) - che richiede ingegno diffondendo la monumentomania postrisorgimen- In una memoria autografa,“Brevi cenni sullo sviluppo e capacità operativa. tale, che riempiva piazze e giardini di statue raffigu- della propria industria”, redatta in occasione della A Torino per le fusioni di opere di grandi dimensioni ranti personalità politiche e uomini di cultura. prima mostra dei suoi bronzi artistici presentati All’epoca la statuaria in bronzo prevaleva ormai su all’Esposizione Nazionale della Promotrice di Torino, quella marmorea. nel 1898, Emilio Sperati racconta con malcelato orgo- Tra le prime commissioni Sperati realizzò la fusione glio che il nuovo procedimento fu finalmente corona- di quattro statue colossali del Tabacchi. Una dichiara- to da successo nel 1877,dopo aver superato tanti osta- zione del dicembre 1889, a firma dello stesso mae- coli ed affrontato anche notevoli sacrifici pecuniari. stro, attesta l’abilità e capacità dello Sperati nell’ar- A quell’epoca le fonderie “artistiche” di statue colos- te fusoria, e loda la perizia con cui egli aveva saputo sali erano pochissime:chiusa ormai quella Manfredini fondere per sua ordinazione, il Monumento a di Milano, che fondeva ancora in forme a tassello, la Garibaldi, collocato in corso Cairoli a Torino, quello più importante era quella di Papi (poi Galli) a Firenze, del “generale Alfonso La Marmora” per Biella (in piaz- mentre era solo agli inizi la fonderia Nelli di Roma. za Vittorio) e le due statue colossali con bassorilievi e Dopo aver fuso varie statue del Barzaghi, fra cui quel- fregi del Monumento a Giovanni Lanza, eretto a la del Manzoni collocata in piazza S. Fedele, il monu- . Colpito dalla perfezione dell’ope- mento a Francesco Hayez, nella piazzetta di Brera e il ra il Sindaco di Biella inviava una lettera allo Sperati famoso Michelangelo di Tabacchi, lo Sperati lasciò per attestargli la sua ammirazione per la fusione della Milano per andare a perfezionarsi in altre fonderie, statua del La Marmora. con l’intenzione di recarsi poi anche all’estero. Apparato per la fusione Per le non poche difficoltà che l’artista fonditore Ma poco più che ventenne, nel 1884 egli dovette tra- di una statua colossale in bronzo. dovette affrontare e risolvere con la sua grande abili- sferirsi a Torino, chiamato dal famoso scultore tà, viene spontaneo ricordare la celeberrima descri- Odoardo Tabacchi, milanese come lui, a cui era stata si doveva ricorrere alla fonderia del Regio Arsenale, zione della drammatica fusione del “Perseo”, narrata affidata la cattedra di scultura all’Accademia che era l’unica ben attrezzata e dove si attuava non nella“Vita”dall’autore Benvenuto Cellini,il quale anzi- Albertina, in sostituzione di Vincenzo Vela. solo la fabbricazione dei cannoni e di tutte le armi da ché valersi degli esperti Mastri Calderai, a cui ricor- Indignato perché gli era stato preferito il Dupré nel fuoco, ma si predisponevano anche prodotti indu- revano di solito per le fusioni gli scultori del concorso per il monumento a Cavour di piazza striali e di uso civile. Rinascimento, volle realizzare da solo il getto della Carlina, il Vela aveva dato le dimissioni, indicando il Anche lo Sperati - come scrive nella sua Memoria - statua. Il brano della “Vita” che lo racconta, è famosis- Tabacchi come il più adatto a succedergli. per fondere la grande statua equestre del La Marmora simo, inserito in molte antologie per la scuola.Anche

31 allora per le statue di notevole grandezza si usava il un’iniziativa che diede luogo a solenni manifestazio- mostra torinese non si era neppure presentato il sistema della cera persa, tecnica usata nell’antichità ni. In quell’occasione Lorenzo Delleani dipingeva Fumagalli, l’altro valente orafo e bronzista della dai Greci, a cominciare dal V secolo a.C. Nella realiz- quattro grandi tele con le visioni più caratteristiche città, fonditore soprattutto delle opere di Bistolfi, zazione del Perseo, un errore nella composizione d’Italia, dal Monviso a Taormina, per ornare l’atrio con fonderia sita in via Garibaldi. della lega, povera di stagno e troppo ricca di rame, dell’edificio di contrada della Zecca (attuale via Così i bronzi fusi da Emilio Sperati, monumenti da impediva ch’essa si sciogliesse, mantenendola “pasto- Verdi),un palazzo che la Società aveva costruito con camera di gusto moderno, ebbero tanto successo sa”. Quando ormai sembrava che la fusione stesse per lo scopo di aiutare gli artisti e far conoscere le loro all’Esposizione e gran parte di essi appartengono ora fallire, passando dallo sconforto ad un accesso di col- opere per mezzo delle mostre annuali alle quali tutti alla Collezione donata a Palazzo Lascaris. lera rabbiosa il Cellini cominciò a gettare nella forna- ambivano partecipare. ce nuova tutto quello che trovava: persino i suoi piat- Durante la grande esposizione, ad attirare un pubbli- Sculture in scala ridotta ti e le scodelle di stagno, tanto che la volta del forno co sempre crescente da tutta Italia furono soprattut- crollò per il calore. Finalmente la lega divenne fluida to i numerosi concerti sinfonici diretti da Arturo Fra i bronzetti che riproducono in misure ridotte le ed il Perseo fu realizzato. Per completarlo poi ci volle Toscanini, che aveva un rapporto particolare con grandi sculture di Odoardo Tabacchi, ecco personag- un lungo e complesso lavoro di anni per le rifiniture, Torino, perché proprio qui non ancora ventenne nel gi storici come il generale Alfonso La Marmora, saldature e ritocchi con lime e ceselli. Questo pro- 1886 aveva fatto il suo primo debutto come direttore Michelangelo e Arnaldo da Brescia, il frate rivoluzio- cesso, rimasto immutato nei tempi, avrà proprio dai d’orchestra, ottenendo un successo straordinario nario arso vivo a Roma a metà del XII secolo,per aver fonditori francesi dell’Ottocento i suoi perfeziona- ripetutosi anche nelle stagioni musicali degli anni avversato il potere temporale dei Papi:una figura sim- menti. Per bravura tecnica lo Sperati si allinea con successivi. La sua fama fece aumentare notevolmente bolica ancora attuale nell’epoca risorgimentale. questi, essendo riconosciuto - come si dirà più avanti gli introiti dell’esposizione, ma segnò anche per Il grande monumento che sorge a Brescia nel vasto - il Barbédienne d’Italie. Torino la perdita del grande maestro, che fu attratto a piazzale Arnaldo è certo l’opera più lodata dello scul- lasciare la città per la Scala di Milano. tore milanese e quella a cui egli deve la sua maggiore I monumenti da camera Nell’anno della celebrazione del cinquantenario popolarità. Anche il bozzetto, realizzato e fuso dallo dello Statuto,la grande mostra mercato affascinava il Sperati, riesce a rendere nel gesto ampio del frate Per la richiesta sempre crescente dei suoi bronzetti pubblico con la ricchezza di suppellettili di diversa l’impeto della lotta contro il clero simoniaco e da arredamento - veri e propri ‘monumenti da came- qualità e valore. Ma nella pubblicazione “L’Arte l’intento polemico dello scultore,il quale per far usci- ra’ - anche da parte di numerose ditte importanti, lo all’Esposizione del 1898”, si deplora che troppo re da Roma la statua di quel personaggio messo al Sperati pensò allora di aggiungere alla sua industria pochi fossero gli espositori di bronzi artistici italia- bando dalla Chiesa, ricorse ad un gustoso espediente, un impianto per lavori artistici commerciali. I risul- ni, il che favoriva non solo la vendita di quelli degli che ci dà un esempio della sua sagacia. Il Tabacchi tati furono così soddisfacenti ch’egli non esitava a artisti di Parigi e di Vienna, come il Barbédienne ed infatti lo ribattezzò come S. Bernardo - scrive lo Stella scrivere nella sua “memoria” che i suoi bronzi erano i Klein, considerati fra i maggiori, ma anche di pro- (cfr. Pittura e scultura in Piemonte,Torino,1893) - e pari e forse in qualche cosa superiori ai famosi dotti che di artistico avevano ben poco. Eppure così l’Arnaldo potè arrivare a Brescia, dove il monu- bronzi di Parigi. Spiegava infatti di essere riuscito ad l’Italia era la patria del bronzetto d’arte ed uno spa- mento fu inaugurato nell’agosto 1882, alla presenza ottenere fusioni artistiche di puro getto, così perfette zio particolare veniva perciò riservato alla ricca di una grande folla plaudente.Anche il famoso artista che non avevano più bisogno di saldature né ritocchi mostra dello Sperati che aveva il merito della novità, napoletano Palizzi fu entusiasta quando lo vide e lo di cesello. essendo consacrata esclusivamente all’arte moder- giudicò un’opera innovatrice. Li presentò per la prima volta all’“Esposizione na, con opere di artisti contemporanei viventi,come Fa parte della Collezione Sperati anche la base del Nazionale” organizzata nel 1898 dalla Società Tabacchi, Davide Calandra, Biscarra e Rubino, men- monumento con il bassorilievo di Arnaldo che scac- Promotrice delle BelleArti al parco delValentino per tre gli altri pochi espositori presentavano solo ripro- cia i monaci, opera di Antonio Tagliaferri (cfr. M. De la celebrazione del Cinquantenario dello Statuto: duzioni di bronzi classici ampiamente noti. Alla Micheli Scultura dell’Ottocento,Torino, 1982).

32 Il Tabacchi aveva studiato a Brera, perfezionandosi da elasticità e l’armonia delle curve, nelle figure ni e di vivace pittoricismo, finché nel 1892 acquiste- poi a Roma e a Firenze, dove aveva frequentato il piene di grazia, animate da un uso intelligente del rà una più grande fama vincendo con il suo bozzetto Caffé Michelangelo e partecipato alle fervide dispute chiaroscuro. Fra tutte la più nota è Tuffolina (non il concorso per il monumento al Duca d’Aosta. di quell’ambiente ricco di presenze italiane e stranie- presente in mostra),splendida silhouette di una gio- re. Era quindi ritornato a Milano e chiamato poi a vane che sta per tuffarsi, riprodotta in centinaia di Torino. Alla sua lunga esperienza accademica, egli esemplari e la Bagnante, flessuosa figura che sta univa aneliti scapigliati: ciò contribuisce a farne la togliendosi la spina dal piede. Sui mobili dei salotti figura più importante di quell’epoca, perché quasi di inizio Novecento, queste immagini erano ammi- tutti gli scultori, sia milanesi che torinesi, si formaro- rate per le raffinate patine che offrivano loro un no alla sua scuola. Persino Giuseppe Grandi, figura delicato cromatismo. dominante a Milano, era stato suo allievo ed aiuto. Il Non sorprende perciò il successo di questo tipo di Tabacchi insomma aveva trasformato il mondo artisti- sculture, espressione di un’arte spregiudicata e vera- co locale: generazioni di allievi apprezzavano in lui mente“nuova”, prodotte con accurata attenzione tec- l’artista, ma soprattutto il “maestro” semplice e cor- nica, assai richieste per rallegrare con la grazia spon- diale che con affabilità e il tipico buon umore ambro- tanea dei loro gesti e la vitalità i salotti borghesi a siano raccontava le difficoltà incontrate agli inizi del cavallo fra i due secoli. suo lavoro e spiegava le novità e rifletteva su ciò che Attratto soprattutto dai soggetti femminili appare aveva imparato a contatto della vita artistica delle anche il giovane valsesiano Giacomo Ginotti - allievo altre città. del Tabacchi all’Accademia Albertina - che prende a La fama di scultore di Odoardo Tabacchi è legata modello le belle popolane dai corpi vigorosi,ricchi di Giacomo Ginotti, La schiava. anche ad una ricca produzione“di genere”e soprat- tensione e forza dinamica e dall’espressione fiera Bronzo, altezza cm. 28. tutto ad una serie di statuette di donne belle e sen- nella durezza dei volti. Ne è un esempio la Schiava, suali, dai corpi seducenti in cui risaltano la morbi- opera molto replicata, di un verismo un po’ sensuale, La crescita di una impresa d’arte di gusto orientaleggiante, premiata in diverse esposi- zioni anche straniere. La mostra di Sperati riscosse gli elogi di tutta la stam- Anche il torinese Davide Calandra - uno tra gli allievi pa anche straniera ed è proprio la“Revue Universelle di maggior spicco del Tabacchi - nel suo periodo gio- Internationale Illustrée de Genève” (nov.1898) che vanile era stato spinto ad emulare il maestro, model- ci fornisce il maggior numero di notizie, dedicando a lando figurette di gusto erotico venato di malizie e lui e alla sua fonderia artistica due intere pagine entu- di seducenti ambiguità - scrive il De Micheli - impli- siastiche e paragonandolo al “Barbèdienne” (cfr. La cita sensualità che ben si coglie nel “Fiore di chio- fonderie artistique et les remarquables travaux de stro”, busto di giovane monaca, una delle sue opere M. le Chevalier Emilio Sperati, à Turin.). più ammirate all’Esposizione del 1898,in origine scol- Sorpreso perché la giuria dell’Esposizione aveva pre- pita in marmo e poi riprodotta in infinite copie in miato lo Sperati con la medaglia d’oro - era la più alta bronzo. Essa colpì anche il De Amicis, tanto da indur- ricompensa accordata al merito artistico industriale - lo a dedicarle un sonetto. Più tardi, dopo l’esperienza nonostante fosse la prima volta ch’egli si presentava ad nei reggimenti di cavalleria, Calandra si orienterà una mostra, l’anonimo autore dell’articolo volle visita- Odoardo Tabacchi, Cagnolino levrerio. verso sculture di tema storico - militare (il Guerriero re anche la sua fonderia e ne rimase meravigliato. Bronzo, cm. 9,5. Gallo, il Dragone del Re), opere di piccole dimensio- Lo Sperati era già stimato anche dal re Umberto I,che

33 nel 1891 gli aveva conferito la nomina a Cavaliere monumento. Finalmente sulla “Gazzetta del Popolo della Corona d’Italia (con lettera del Ministro Rattazzi della Domenica”del novembre 1897,apparve la noti- del 20 ottobre), ammirato per la fusione e la perfe- zia che il Cavalier Sperati ne aveva cominciato la zione con cui aveva saputo rendere il mantello del fusione in bronzo. cavallo della grandiosa statua equestre del generale La L’artefice si trovò di fronte a notevoli difficoltà tecni- Marmora - opera dello scultore Stanislao Grimaldi - che, dovette praticare lunghi calcoli e studio di leghe collocata a Torino, in piazza Bodoni. Il re incaricò lo adatte per la statica di quel cavallo colossale che si Sperati di realizzare un trionfo da tavola in argento, impenna, trattenuto dal Principe. con il motto sabaudo FERT,da regalare al tredicesimo Nel 1900 il monumento è terminato e se ne deve Reggimento degli Ussari di Germania, di cui egli era il organizzare il trasporto dal laboratorio dello Sperati comandante. Ne risultò un vero capolavoro e la rivi- al Valentino. Il cammino, attentamente sorvegliato e sta ne pubblica la fotografia, sottolineando che era diretto dallo Sperati e da una squadra di suoi operai, stato “ideato, eseguito e fuso” dal “valente artista” è rallentato dal peso della statua colossale - m. 4.80 di Emilio Sperati. altezza e 55 quintali di peso - specialmente in piazza Intanto questi stava già occupandosi anche dei lavo- Vittorio per l’intralcio dei fili aerei della trazione elet- ri preparatori per la fusione del monumento al prin- trica tranviaria, che dovevano essere via via rialzati cipe Amedeo di Savoia duca d’Aosta, affidatagli dal dai carri - ponte. Mancava ancora il decoro del basa- Calandra e quando la Principessa Letizia Bonaparte, mento, che lo scultore stava scolpendo con il gigan- vedova del Duca, si recò alla fonderia per vedere a tesco altorilievo dell’allegorica cavalcata delle più che punto era l’opera, colpita dalla perfetta somi- insigni figure dei duchi e dei re sabaudi,che verrà poi glianza del volto con quello del consorte, ordinò Leonardo Bistolfi, Bambino sul cavallo a dondolo fuso da Pietro Lippi di Pistoia. alcune statuette di dimensioni ridotte, da regalare (il figlio Giovanni). Bronzo, altezza cm. 43. come ricordo ai membri della sua famiglia ed agli L’Esposizione internazionale del 1902 intimi amici. Erano i tempi in cui Torino si andava trasformando in Fra i giornali di varie città italiane che parlarono della città industriale e cominciavano i primi scontri tra Si giunge così al 1902: a gennaio esce il primo numero “splendida” mostra del Cavalier Sperati, va segnalato imprenditori ed operai. della rivista “L’arte decorativa moderna”, premessa “La Lombardia”del 15 ottobre 1898, in cui il cronista, A conclusione della sua “memoria”, Sperati informa alla mostra che si inaugurerà pochi mesi dopo.ATorino mentre si unisce alle lodi generali, si rammarica che che la fonderia da lui creata contava ormai “un com- si fa sempre più spasmodica l’attesa per la prima lo scultore - fonditore tanto ammirato sia ripetuta- plessivo di forni ad ultimo modello che potevano “Esposizione internazionale d’arte decorativa mente chiamato “torinese” e ne rivendica l’origine di sopportare ben quindici tonnellate di bronzo”, per moderna”, ispirata all’Art Nouveau, che aveva “ambrosiano puro sangue”, divenuto torinese solo cui era in grado di assumersi qualunque impegno di l’intento di produrre oggetti artigianali di buon valore, per adozione. Concordemente ammirato e apprezza- fusione artistica, come quella del grandioso monu- rilanciando l’artigianato artistico in opposizione alla to come artista,lo Sperati era anche stimato per la sua mento del Calandra dedicato al principe Amedeo di scadente produzione in serie. In Italia si chiamò stile modestia e la sua onestà, tanto che in quello stesso Savoia, ch’egli stava affrontando. Liberty, dal nome dei magazzini londinesi che vende- anno 1898 venne eletto nel primo Collegio di L’iter per giungere al completamento dell’opera fu vano i prodotti artigianali dell’Estremo Oriente, carat- Probiviri per le Industrie metallurgiche e meccaniche lungo e complicato. Solo per la scelta del bozzetto ci terizzati dal tipico linearismo orientale. È lo stile della di Torino, come rappresentante della classe degli volle tutto il 1892: si fecero due concorsi, a cui ave- borghesia in ascesa economica e sociale, a cominciare Industriali, istituzione da poco creata per risolvere le vano partecipato anche Bistolfi e Troubetzkoy. Alla dalle province dell’Italia settentrionale, che sono le controversie di lavoro nel settore delle industrie. fine vinse il Calandra e nel 1893 si potè cominciare il prime in cui si sviluppa un’economia industriale.

34 Nei pubblici ritrovi, nei caffè, nei circoli, per le strade tore appare chiaramente “suggestionato” dalla nuova dovute alla natura paludosa del terreno,che non era tutti ne parlavano: era l’argomento di tutte le discus- tendenza del Liberty. abbastanza solido da permettere la fusione in terra- sioni e si sentivano i giudizi più disparati. E finalmente avviene la grande cerimonia inaugurale pieno. Essendo giunto in Russia proprio mentre si L’avvenimento attirò anche l’interesse di molti stra- dell’Esposizione, a cui assistono di nuovo i Sovrani ed stavano facendo più aspre le agitazioni e le lotte nieri e per un momento Torino divenne la “capitale i Principi di casa Savoia. sociali già in corso da anni contro l’assolutismo dell’Art Nouveau” (R.Bossaglia), determinando il Fra le feste per l’Esposizione,la più importante fu il imperiale, nel gennaio 1905 si trovò nel bel mezzo trionfo del Liberty in Italia. Carosello storico al teatro Regio, magnificamente del primo tentativo rivoluzionario: la sua officina Preludio all’Esposizione fu, il 7 maggio, arredato con arazzi, tappeti e fiori. Membro del venne incendiata e distrutto il modello del monu- l’inaugurazione del famoso monumento al principe comitato di redazione della nuova rivista e fra i pro- mento, mentre Troubetzkoy, che faceva parte della Amedeo duca d’Aosta, che tutti erano curiosi di motori dell’Esposizione era Leonardo Bistolfi, uno nobiltà, dovette fuggire. vedere, sapendo che era costato tanti anni di lavoro e degli scultori più importanti e discussi dell’ultimo Solo l’anno dopo lo Sperati potè ricostruire un’altra conoscendo la fama dello scultore. Alla manifestazio- Ottocento, anche buon pittore e disegnatore. Il officina e portare a termine la fusione del monumen- ne presenziarono i Sovrani, la nobiltà, tutte le perso- Bistolfi aveva disegnato il manifesto da porre all’in- to, che gli procurò molti elogi e l’onorificenza nalità dello Stato e una sfilata di eleganti signore. gresso del Padiglione italiano, con quattro languide dell’Ordine di S.Anna.Allo scultore invece, non ven- Quando cadde il telone che lo ricopriva, il monu- fanciulle dalle linee sinuose,eleganti figure che dan- nero risparmiate critiche e polemiche,di cui fece eco mento stupì per la sua audacia. Il Principe era raffi- zano, legandosi fra loro con un nastro a formare la “Il Marzocco” di Firenze (18 luglio 1919), che giudica gurato in arcione sul suo cavallo, nell’atto di sfodera- parola ARS. A questa raffinata calligrafia faceva l’opera rozza e mal riuscita, ben inferiore ai piccoli re la sciabola con giovanile entusiasmo, per dare ini- riscontro anche la sua sensibile vocazione plastica, bronzi ed ai ritratti per cui lo scultore era particolar- zio alla battaglia e il plauso per lo scultore fu unani- che ne farà uno dei protagonisti della scultura dei mente celebrato. me; tale fu anche l’ammirazione per chi aveva saputo primi decenni del novecento. Figlio di un principe russo, Paolo Troubetzkoy era fondere quel cavallo arditamente impennato sulle Nella Collezione Sperati è presente un vivace nato in Italia e si era formato a Milano attratto da gambe posteriori, che il re promosse “motu proprio” “Bambino sul cavallo a dondolo”, che appartiene Grandi, che ne apprezzò il talento precoce, e fre- lo Sperati Ufficiale nell’Ordine della Corona d’Italia certo al suo primo periodo di attività,che rileva le sue quentando gli scapigliati; ma svolse un’intensa attivi- (comunicazione inviatagli dal Ministro) in data 10 qualità di modellatore ancora influenzato dalle novità tà anche fuori d’Italia. Dimostrò presto un grande maggio 1902. “grandiane”. Era infatti stato la scultore Giuseppe amore per il mondo animale,divenendo un animalista Ne scrissero tutti i giornali e Caronte (Arturo Calleri), Grandi a suggerire quei particolari valori plastici. di rara vivacità (nella Collezione Sperati troviamo un il caricaturista del “Fischietto”, così commentò ironi- cavallo, un cane e la “slitta” con le due figure affatica- camente il 6 maggio 1902 sotto lo schizzo del monu- Un’esperienza nella Russia degli Zar te del cavallo e del vetturino, modellate con efficacia mento: “Non sappiamo quel che ne pensa il buon impressionistica). Ma capolavori insuperabili sono Principe dell’uragano dell’arte nuova e della gra- La fama di Emilio Sperati come fonditore di monu- soprattutto i ritratti, che gli venivano richiesti da ogni gnuola di stile moderno che da qualche tempo va menti equestri aveva ormai valicato i confini d’Italia e parte per la capacità di intuire il personaggio e per la sfuriando su ogni cosa nella prediletta Torino”. Nel poco dopo la chiusura dell’Esposizione Torinese, egli naturalezza nel saper cogliere l’espressione del sog- monumento del Calandra è evidente, infatti, il contra- venne scelto da una commissione russa, inviata in getto (uno dei più famosi è il ritratto di Segantini, sto tra l’intenso realismo della figura del duca a caval- occidente, come il più esperto per fondere il monu- colto in una delle sue pose più consuete). lo ed il rilievo così mosso dell’ampio basamento. mento allo Czar Alessandro III, per il quale aveva Il monumento allo Czar (salvato dalla Rivoluzione Nell’alternarsi del tutto tondo con l’alto ed il bassori- vinto il concorso lo scultore Paolo Troubetzkoy. d’Ottobre e ora collocato a San Pietroburgo) è stato lievo nei gruppi dei personaggi di casa Savoia, in Nel 1903 lo Sperati cominciò la sua sfortunata ingiustamente criticato - afferma il De Micheli - per- movimento con cavalli, cannoni e bandiere, da avventura russa trasferendosi a San Pietroburgo, ché non si è capito che Troubetzkoy,nella figura mas- Umberto Biancamano a Vittorio Emanuele II, lo scul- dove impiantò una fonderia, tra enormi difficoltà siccia dello Czar seduto sul tozzo cavallo ha voluto

35 “Silenziosamente come aveva vissuto, un artista valoroso, singolare quanto modesto, scultore, fondi- tore e pittore, animo di artista di buon gusto. Pochi hanno avuto la fortuna di conoscerlo come artista creatore perché l’arte era la sua gioia intima, una gioia di cui era geloso e che non divideva che con pochi amici devoti. Le sue statuette ed i suoi studi pittorici erano destinati esclusivamente al suo pic- colo museo d’arte, accanto ad opere eccelse del suo amico Bazzaro ed ai quadri dei migliori nostri artisti piemontesi. Chiuso in se stesso e nella sua semplicità, è andato all’ultima dimora, per suo desiderio senza l’accompagnamento degli amici e degli ammiratori”. Così scrive il giornale“Il Nazionale” del 5 settembre 1931. Un archivio prezioso

Dalla documentazione conservata dalla figlia e dalle testimonianze dei giornali, non solo italiani, è riemer- PaoloTroubetzkoy, Monumento allo zar Alessandro III. sa la figura di Emilio Sperati, uomo onesto e schivo, Palazzo di Marmo San Pietroburgo, 1906. tutto dedito alla sua attività e alla famiglia, il quale godette al suo tempo di molta notorietà, amico darne un’immagine che esprimesse il senso di apprezzato degli artisti più famosi suoi coetanei, fu oppressione che la Russia del tempo stava vivendo. ricercato anche dai Sovrani, non solo come abile fon- Dopo la triste parentesi russa, ritornato a Torino, lo ditore, ma anche come sensibile scultore. Sperati abbandonò i grandi lavori di fonderia dedi- Fra le carte da lui lasciate, oggi raccolte presso il candosi ai suoi piccoli bronzi, trovando svago Consiglio Regionale del Piemonte sono copie di lettere, anche nella pittura e nel collezionare le opere degli memoriali,conferimenti di onorificenze, ritagli di gior- artisti suoi amici fra cui il più caro rimaneva lo scul- nale che ne illustrano lo straordinario percorso di vita. tore Ernesto Bazzaro, che gli dedicò alcune prege- Una esistenza ricca di esperienze singolarissime rea- voli incisioni. lizzate in dialogo con i più importanti artisti del suo L’ultima opera dello Sperati di cui si ha notizia è il tempo e tutte coronate da successo. busto, scolpito nel 1913, di Carlo Alfonso Bonafous, Stupisce perciò che dopo la sua morte egli sia stato fondatore a Lucento dell’omonimo Istituto Agrario, di completamente ignorato dai critici e dagli stessi scul- recente trasferito nella nuova sede di Chieri. tori ed il suo nome dimenticato, tanto che le fusioni Il nome di Emilio Sperati riapparirà sui giornali solo da lui compiute vengono troppo spesso concorde- Sperati Cav. Emilio, Brevi cenni sullo sviluppo della propria industria. 1998. per il suo necrologio. Morì il 30 agosto 1931. mente attribuite ad altri.

36 IL BRONZETTO, prende un’antilope o un cervo; tutta la serie dei leoni particolari sorprendenti. Un raffinato giardino zoolo- UN’OCCASIONE PER GLI ANIMALISTI accucciati, in piedi, in marcia, in atto di divorare la gico ambientato nel Jardin des Plantes parigino con- preda; l’indiano montato su un elefante che schiaccia sente agli artisti di osservare da vicino forme ed una tigre; l’alce sorpreso da una lince; le diverse aqui- atteggiamenti, caratteri ed abitudini degli animali di le ad ali distese, una portante un serpente, un’altra tutto il mondo. Nella raffinatissima produzione francese di bronzetti, sorprendente un airone; il pitone che inghiotte una Rembrandt Bugatti è uno dei più significativi inter- la rappresentazione di animali appare un elemento cerbiatta o stringe una gazzella sono immagini elo- preti di questa passione zoologica che dimostra con dominante, capace di rendere spettacolari e variati quenti e particolareggiate di un’osservazione natura- un assiduo lavoro di plasticatore. Consigliato dal prin- quei piccoli o medi oggetti ( dai 20 ai 50 centimetri listica eccezionale. cipe russo Pavel Troubetzkoy, espone le sue prime di altezza) che venivano particolarmente apprezzati Nella seconda metà dell’Ottocento una ventata di opere al Salone della Società Nazionale di Belle Arti dagli amatori di un genere per il quale si predispone- esotismo anima la scultura da camera parigina che si nel 1904. La passione per gli animali lo spinge a rag- vano ricchi cataloghi. destreggia in modo estremamente variato nel rap- giungere, nel 1907,Anversa ed a lavorare con assidui- Nel Catalogue des Bronzes éditées par Antoine presentare gli animali che le nuove terre d’Algeria,di tà nel celebre zoo del grande porto delle Fiandre. È Louis Barye verso il 1880,a fronte di una quindici- Tunisia, di Marocco e le province del centro Africa - allora la parte più significativa della sua produzione na di figure (generali, cavalieri oppure allegorie come la Côte d’Ivoire - permettono di conoscere con animalistica: osserva gli animali e i loro comporta- mitologiche) più di cento erano le statuette di ani- mali che venivano offerte al compratore a prezzi anche molto elevati. In quella sfilata di realistiche rappresentazioni realiz- zate dal più noto fonditore parigino del tempo, il Barbédienne,le fiere prevalevano,recando nelle bor- ghesi stanze dei compratori,un ripetuto souvenir di foreste esotiche, di steppe asiatiche, di deserti evo- cati. L’osservazione delle abitudini delle belve appa- riva all’epoca assai progredita e ciò che oggi noi vediamo nelle trasmissioni televisive che presentano stupefacenti filmati sui particolari più segreti della vita di rare specie zoologiche.- da conoscere per sal- varle- già compariva con sufficiente chiarezza e con attenta osservazione del particolare nelle rappresen- tazioni plastiche così care ai collezionisti dopo la metà dell’ottocento. Se la pittura ci fa conoscere, attraverso la ricerca di Delacroix ad esempio, brani notevoli di ambiente ani- malistico, certo il piccolo bronzo fa enormemente di più, scavando nella vita delle fiere brani assolutamen- te sconosciuti di abitudini e di azioni. Il giaguaro che divora un coccodrillo, o una lepre; il Paolo Troubetzkoy, Izvozcik (cocchiere) La slitta. Bronzo, altezza cm. 42 giaguaro che cammina o che dorme; la tigre che sor-

37 menti ‘sur le motif’’ come dicevano i pittori impres- esemplificata di bronzetti rappresentanti animali, a al Salon della pittura. Suoi nella collezione Sperati sionisti. Analizza e rappresenta le attitudini nervose, Palazzo Lascaris il cane è protagonista: ecco il picco- sono gli animali più piccoli:rimangono preziosi docu- tese, tragiche delle belve e i gesti tenerissimi e le dol- lo levriero di Giordani e quello, altrettanto curato, di menti di un’arte a cui la fonderia in proprio - che in cezze timorose delle cerve o la potenza cieca dei Tabacchi. Ci sono un Cavallino che si abbevera di un certo momento ebbe anche Barye - affina una bufali, con una spontaneità che fa pensare a degli Crespi, un Camoscio in vedetta di Giordani, un attenzione artigianale precisa e curata. Da parte di schizzi. Nobilissime diventano allora le qualità della potente Elefante di Michelangelo Monti e, quasi iro- Mène, l’aver affidato al fonditore torinese due sue fusione e le patine che il fonditore Hébard - altro nico, un cavallo che scaccia un tafano di Tancredi opere, conferma il valore e la stima di cui Emilio grandissimo artigiano - artista conferisce loro. Pozzi. Con due animaletti piccoli e vivacissimi, un Sperati godeva anche in Francia. L’inventario delle opere di Bugatti precisa i titoli dei leprotto e un cervo, è presente in collezione anche il suoi bronzetti e anche la tiratura. Molti di essi non famosissimo Mène. hanno superato una decina di prove, alcuni solo cin- Con Pierre Jules Mène ritorniamo nell’alto livello que e si possono trovare molte copie uniche. della produzione francese. Appassionato, come Fagiani, leoni, pantere, leopardi, tigri, babbuini sacri, Bugatti, delle soste contemplative al Jardin des sono ritratti in diversi atteggiamenti. Plantes dove eseguiva tanti schizzi e forse anche Bugatti sarà sconvolto dal dramma del primo conflit- modellini di animali, aveva debuttato presto nel 1838 to mondiale e si darà la morte l’8 gennaio 1916. Sulla “Tigre con serpente” il figlio Ettore ha vergato queste parole“Ultima opera di mio padre.Parigi 8 gennaio 1916 Ettore Bugatti”. Ricordano lo scultore anche infiniti bronzetti di grandi animali: bisonti d’Africa, buoi, dromedari, elefanti, rinoceronti, yacks, zebre. Le opere sono oggi al Musée D’Orsay insieme ad alcuni gessi che testimoniano l’immediatezza creativa dello scultore. A Torino ‘les animaliers’ da scoprire

Spetta sicuramente al principe Troubetzkoy, nato e vissuto in Italia e spentosi sul Lago Maggiore, una delle principali presenze animalistiche nell’arte del bronzetto in Italia. Nella Collezione Sperati su una dozzina di bronzetti di animali,due rivelano la dinamica plasticità del suo porre la creta e la cera del modello. In attesa del padrone,rassegnato ma scattante,il Cane del Ministro Wuitté mostra la sua raffinatissima pati- na. Il Cavallo della slitta dalla posa rassegnata e dalla bardatura trascurata, è lo specchio di un momento di Pierre Jules Mène, Piccolo Cervo. Pierre Jules Mène, Leprotto. Bronzo, altezza cm. 12. Bronzo, altezza cm. 7,5. fatica e di attesa. Nella sequenza, piccola ma ben

38 MONUMENTI DA STUDIO Lions Club Torino Castello per la Fondazione per la ma, che contemplava frequenti spostamenti coi Ricerca e la Cura del Cancro,così il nipote avvocato lenti mezzi di allora per convegni, congressi, inter- I BRONZETTI D’ARTE AngeloTibone ha voluto ritrarlo fra gli Illustri e sco- venti fuori sede, coltivava l’amore delle altre DI TRE CULTORI DELLA MEDICINA nosciuti delle vie di Torino (di Autori Vari, pubbli- scienze, glossando volumi e volumi a luce di can- cato a Torino nel Novembre 1983): “Nella tarda dela nelle ore notturne.Si rendeva conto della ina- notte di una primavera del 1880, nella zona del deguatezza dei mezzi di allora nei parti difficili, vecchio ‘San Giovanni’ un robusto signore, digni- ove troppo spesso morivano madre e figlio e diede Il 6 ottobre 1903 moriva improvvisamente in un tosamente vestito, professore di ostetricia, ritorna l’idea di un nuovo tipo di forcipe che consentisse albergo di Roma il professor Domenico Tibone. Nella a piedi verso casa. Aveva assistito ad un parto. la salvezza dell’una e dell’altro (...). Costellava la capitale era venuto per presentare al Congresso Svoltato l’angolo, viene urtato da un passante un casa di Rocca di strani apparecchi con cui rileva- Nazionale di Ginecologia e Ostetricia la sua ennesima po’ vecchiotto e di piccola statura. Poco dopo, toc- re, facendone un curioso diario, la costante umi- memoria. È sepolto nel cimitero di Rocca Canavese e candosi il panciotto si accorge che manca dità del Canavese, verde sì, ma insalubre per i la lapide che lo ricorda, appoggiata alla parete del- l’orologio. Torna indietro e con voce possente suoi abitanti. Era alto un metro e ottantacinque, l’antica chiesa della Madonna di sant’Alessio dal riprende il suo antagonista e gli intima perento- robusto: i suoi eredi conservano il suo portauova romanico campanile, fu fusa in bronzo dallo scultore riamente di dargli l’oggetto mancante.L’altro pas- della prima colazione, fatto con sei cavità! Fumagalli. Un artista importante, per un personaggio sante agitatissimo obbedisce. Quando, mezz’ora Mai potè disporre del famoso cavallo del medico, ani- che nella Torino di fine ottocento aveva avuto un dopo, Domenico Tibone, rientrato a casa, sta per male tranquillo e mansueto, data la sua notevole posto di rilievo. Studioso, sperimentatore, esperto e andare a letto, vede il suo orologio sul comodino mole e le carrozze furono i suoi mezzi di trasporto caritatevole assistente di cittadine ed agresti parto- da notte. In Questura, dove si reca d’urgenza, (...). Nell’ottobre del 1903, settantenne, ma sempre rienti era stato a lungo Rettore della torinese viene chiarita, presente lo spaurito derubato, la attento alle novità della medicina ostetrica, ebbe, sof- Università. Nella casa avita di Rocca, dove amava rifu- vicenda della rapina di Domenico Tibone, ferente di cuore, certezza dai suoi colleghi curanti che giarsi lungi dagli impegni accademici,di pubblica rap- Magnifico Rettore dell’Università di Torino, ai poteva affrontare l’andata a Roma per un congresso presentanza (era consigliere provinciale) ed assisten- danni di un pacifico viandante.Il carattere dimo- medico. Così non fu e, nel corso di una cena convi- ziali, aveva uno studio sempre aperto nel quale rice- strato in quell’episodio fu la caratteristica di un viale in Roma, reclinò il capo, morendo. Proprio in veva le donne del contado per un consulto sapiente. medico dell’Ottocento che, con altrettanto, corag- quei giorni era stato proposto a senatore del Regno.” Fra i mobili sobri, connotati da ampi classificatori per gio, affrontò problemi, oggi risolti, ma allora assai Di un altro“monumento da studio”serbo ricordo pre- le schede delle pazienti, spiccava l’orologio. Era un gravi.Nato nella zona occidentale del Canavese, a zioso. Era un bronzetto dello scultore Rubino e rap- vero monumento da camera. Una elegante figura Rocca, nel 1833, conseguita la laurea in medici- presentava una testina di bimbo ridente. Stava sulla femminile assisa, la Sapienza lo sovrastava. Un bron- na, ebbe dapprima ad esercitare la medicina scrivania del“dottore”.Ricordo che ero autorizzata ad zetto dalla patina scura, acquisita dalla lunga sosta generale, anche come medico condotto nell’asti- accarezzarlo quando la mamma mi portava nello stu- all’interno di un ambiente in penombra, perfezionato giano. Approdò ben presto alla Facoltà di dio del nostro carissimo pediatra, il dottor Adolfo ed elegante, si ergeva a protettore della scienza medi- Ostetricia dell’Università di Torino, occupandosi Verdone. Insieme alle caramelline di Baratti che sem- ca che Domenico Tibone considerava una missione, subito del problema della febbre puerperale, su pre egli offriva ai piccoli pazienti, quella presenza oltre che un rispettabile approccio professionale. cui scrisse un saggio, percependo che l’origine di infantile felice contribuiva a togliermi ogni timore Egli era stato tra i fondatori della Clinica Ostetrica tante morti delle partorienti stava nell’ambiente per le vaccinazioni o per le visite alla gola per le quali dell’Università: il suo ritratto spicca ancora sul corri- in cui avveniva il parto.Trentenne divenne inca- ero condotta, nei miei primi anni, dal “dottore”. Lo doio di attesa dell’edificio attuale di via Ventimiglia. ricato e poco dopo titolare dell’insegnamento di studio medico era in via Sacchi ventiquattro, al terzo Una strada a Torino gli è stata dedicata: è la terza via a ostetricia, dedicandosi poi ad esso tutta la vita, piano. Noi abitavamo sullo stesso pianerottolo. Al destra di via Cortemilia. In un volume offerto dal con frange però di riserbo.In un’attività vivacissi- quarto piano era il salotto raffinato ed elegante della

39 signorina Maria Alovisio. Era una collezionista appassio- Le opere liberty. Il carattere allegorico può far pensare a un nata, cultrice dell’arte del primo novecento.La figura di autore francese. Bistolfi era evocata,nelle conversazioni sapienti dei suoi Ignoto ospiti, anche come autore delle più importanti“autenti- Orologio da studio con statua rappresentante la Davide Calandra che” dei quadri di Delleani, di cui la Signorina aveva Sapienza(?) La cavallerizza splendidi esempi. Intorno ai dipinti, anche in casa (Torino, coll.privata) (Torino, collezione privata) Alovisio spiccavano i bronzetti. Erano languide ed ele- Bronzo, altezza statua cm.35.Altezza con orologio Bronzo, altezza cm.32 ganti figure femminili,spesso ignude,quelle che io,bam- cm.65. Sotto il copricapo tipico delle amazzoni ottocente- bina beneducata ammessa nel sacrario del salotto, pre- Sull’orologio di marmo nero, decorato di piccoli fiori sche, un profilo elegante e malizioso rivela una diligevo, figurandomi un giorno di assomigliare ad esse. intorno al bianco quadrante bordato d’ottone con le signora ben compresa del suo fascino. Tiene con la Il terzo episodio che ricorda un “monumento da stu- cifre romane, poggia una figura assisa, con copricapo destra l’ampia gonna che poggerà, con un rigonfiarsi dio” si riferisce alla grande amicizia e stima intercorse e velo, abbigliata all’antica con un peplo. Il volto clas- dinamico, sulla cavalcatura. La figurina proviene dalla tra un altro medico e la sua famiglia e il grande sculto- sico è atteggiato a riflessione pensosa, il braccio famiglia dell’autore del Monumento al Principe re Davide Calandra. È rappresentato da una piccola destro poggia su un’anfora sostenuta da una parte del Amedeo e rappresenta un suo momento di adesione preziosa scultura, la “Cavallerizza” (Torino, Collezione seggio, decorata con un serto di fiori di gusto già garbata alle eleganze del movimento liberty. privata),donata dalla figlia di Davide Calandra,Elena,al dottor Mario Dal Bianco negli anni cinquanta. Medico ed amico,il dottor Dal Bianco,noto e stimatissimo pro- fessionista torinese,visse per alcuni anni con la moglie Antonietta e le figlie Maria Pia ed Ambra, figlioccia di Elena Calandra, nella Casa di Caccia dei Calandra a Murello, uno dei luoghi descritti dallo scrittore Edoardo Calandra nel suo libro“La bufera”.Qui c’erano due stanze che non potevano essere aperte: una era stata allestita per Cavour e l’altra per il Re. Chissà se i due fautori del risorgimento vi erano mai stati ospitati? Durante gli anni della seconda guerra mondiale, stretti furono i rapporti sia professionali che di amicizia con Virginia Calandra che viveva nella casa avita di Villanova Solaro - e parlava solo francese e piemontese - e poi a Torino con Elena Calandra Cravero ed il figlio Davide.Tutte le sculture e i bozzetti di Davide Calandra che erano nella casa di Elena Calandra Cravero in corso Vittorio Emanuele a Torino furono donate, alla morte del figlio Davide, all’Ordine Mauriziano. La “Cavallerizza” insieme alla “Spagnola”- anch’essa dono di Elena a Mario Dal Bianco - medico di fiducia e grande amico del figlio- ebbero un posto d’onore sulla sua scrivania di dottore.

40 NELLA MEDAGLIA, l’inaugurazione del Monumento a Vittorio Emanuele UN “MONUMENTO DA TASCA” Edoardo Rubino (attr.) II di Pietro Costa,il 9 settembre 1899. Rubino aveva Medaglione raffigurante re Vittorio Emanuele II disegnato anche la cartolina commemorativa della Caratteristica per la possibilità di essere emessa Bronzo, diametro cm. 20. manifestazione.La medaglia citata reca sul verso lo anche da privati, la medaglia è un prodotto della L’analogia con alcune medaglie in collezioni private- stemma di Torino col cartiglio RICOR- fusione che nella storia ha acquisito un grande pre- in particolare quella esaminata nella collezione di DO/INAUGURAZIONE/DELMONUMENTO/AL PADRE/DELLA stigio. Ne consegue che essa alimenta una passione Marco Albera a Torino- suggerisce l’attribuzione ad PATRIA/MDCCCCIC. Nel medaglione la figura massiccia collezionistica ben connotata ed attiva. Edoardo Rubino che là vi è indicato nel giro a sini- e sanguigna del sovrano che diede l’unità alla patria L’evoluzione della tecnica della fusione vi consente stra con le lettere RUBINO MOD mentre a destra com- si delinea con evidenza. Lo sguardo fiero, la barba un nuovo modo di sentire il rilievo, pare la scritta CANTUDIS. È verosimile che anche il fluente e i famosi mustacchi rialzati ne sottolineano l’approfondimento del tratti psicologici nei ritratti, la medaglione Sperati - sul quale nel recto le scritte l’aspetto fisico che manifesta il carattere fermo e rappresentazione prospettica e anche una ricca non sono tracciate - sia stato fuso per deciso, quello che gli permise di mettere in atto la ambientazione spaziale.Fin dal Rinascimento grandis- simi artisti hanno modellato e fuso medaglie. La medaglia è uno strumento di comunicazione capa- ce di documentare in modo piacevole e permanente le occasioni per le quali viene realizzata e che, nel caso di eventi importanti come l’inaugurazione dei monumenti, è stata sempre fortemente celebrativa. Nell’ottocento sotto l’influsso francese in Italia l’arte della medaglia ha una particolare fioritura che con- sente a questo‘monumento da tasca’di comparire,fir- mato da grandi artisti, come un oggetto ricercato anche in occasione delle grandi esposizioni. Nella collezione Sperati è presente un medaglione dedicato al monumento al Padre della Patria, re Vittorio Emanuele II. È un omaggio all’attualità stori- ca di quel grande evento che fu, nel 1899, l’inaugurazione - all’incrocio del viale del Re con la nuova arteria dedicata a Galileo Ferraris - di un monu- mento dalla precisa funzione urbanistica, tra due corsi alberati, sullo sfondo delle Alpi, nell’area un tempo occupata dalla piazza d’armi. Celebrava, per volere di Umberto I, in Torino, la figura del padre, primo sovrano dell’Italia unita, tumulato a Roma nel Pantheon.

41 MONUMENTI DA CAMERA

I BRONZETTI SPERATI

I bronzetti Sperati si mostrano spesso leggeri, di fusio- ne sottile; hanno patine diverse, di sfumature moltepli- ci; contengono scritte, date, firme talora di grande inte- resse. Infine sono quasi tutti in ottimo stato di conser- vazione. In un panorama tematico che cerca di guarda- re al collezionismo e agli aspetti sociali, abbiamo scelto un percorso che va dal pubblico al privato, dal mondo della strada, della piazza, del giardino, all’intimità della casa. Ci auguriamo che l’immagine che desideriamo offrire susciti poi quelle indagini specialistiche e quelle ricerche che il nostro volonteroso ma sintetico approc- cio qui non è in grado di produrre. IL MESSAGGIO EROICO

Il complesso eclettismo di forma e di contenuto che si sviluppa nella seconda metà dell’ottocento è ravvisabi- le nei bronzetti Sperati che mostrano i grandi scultori tentati dalle molteplicità dei temi allora in voga. Diversità e ricchezza di generi, soggetti e stili paiono alternarsi: vanno dallo storicismo di ascendenza romantica all’animalistica passando per la rappresenta- zione equestre molto spesso presente nei monumenti s t o r i c i . C. Ferro, Anche l’attualità suggerisce toni oratori, mentre il La signorina naturalismo del nudo, condotto fino all’ironia e svolto Luisa Sperati, in diversi modi d’arte si accosta ad immagini danzanti, donatrice al a figurine popolari d’oriente e di occidente e alle Consiglio scene di genere che toccano l’infanzia, l’adolescenza regionale, in presenze alla moda. L’eco della monumentomania nel 1980, ottocentesca si coglie, quando il messaggio che della collezione raccolta l’artista pose nel percorso della città compare in dal padre 1903. dimensioni ridotte adattato allo spazio domestico nel Olio, cm. 62x78. quale ora esprimerà il suo sogno di gloria.

42 Davide Calandra Guerriero gallo Bronzo, altezza cm. 21. Armato di una lunga asta che reca al sommo un trofeo guerresco, le braccia aperte e le gambe riccamente calzate, il personaggio leva il volto barbato ben con- notato sotto il cimiero quasi a segnalare la consonan- za divina della sua prossima azione. Sul petto ha una forma attorta, forse un serpente augurale. Sulla base di marmo rosato la figuretta appare preziosa e ricorda da vicino quella che orna, a Superga, il monumento a Umberto I di Tancredi Pozzi.

43 Gian Battista Forchino Orologio a pendolo con scultura: Sardanapalo rapisce una vergine Bronzo, altezza cm. 57. Firmato: G.B.Forchino. Orolo- gio di Leroi. Secondo Diodoro Siculo, Sardanapalo, ultimo di trenta sovrani e il più effeminato di tutti, visse fra i piaceri e la lussuria. dice“non era giunto ancor Sardanapalo a mostrar ciò che in camera si puote”. I canti che “il lombardo pungean Sardanapalo” rife- riti da Ugo Foscolo all’opera del Parini che rappresen- ta il “giovin Signore” “d’ozi beato e di vivande” mostrano la persistenza della tradizione su questo per- sonaggio, descritto in una tragedia da Byron e in un quadro da Delacroix che ne rappresentò la morte.Ber- lioz gli dedicò una cantata, altri dei melodrammi e W. Mayer un’ouverture. Nel bronzetto, sopra la mostra d’orologio a cifre roma- ne di un design che allude alle opere di Mackintosh, il sovrano, assiso su un divano-trono con figure leonine, sostiene il corpo esanime di una donna dal peplo pie- ghettato, i lunghi capelli sparsi, il braccio abbandona- to. Levando al cielo il volto barbato, Sardanapalo sem- bra auspicare perdono per la violenza perpetuata. È un’opera dalla patina dorata, piena di pathos; si con- creta in un oggetto tipicamente da camera, adatto a trionfare su una consolle o un buffet.

44 Andrea Verrocchio Monumento equestre a Bartolomeo Colleoni Bronzo, altezza cm. 57. L’opera riduce a monumento da camera i famosissimi cavallo e cavaliere modellati dal maestro di Leonardo, Andrea di Cione detto Verrocchio. L’originale si trova nel campo di San Zanipolo (dei Santi Giovanni e Paolo) a Venezia e fu ripetutamente ritratto nelle vedute veneziane.Tra le altre quella che recentemen- te è approdata a Torino nello Scrigno della Fondazio- ne Gianni e Marella Agnelli al Lingotto è ascritta ad Antonio Canal detto il Canaletto. Il bronzetto rende bene l’anatomia nervosa del caval- lo e le famose fiere fattezze del condottiero bergama- sco la cui cappella funeraria a Bergamo alta è una famosa meta di turismo d’arte. L’opera fu presentata dal Micheli di Venezia e dal Pandiani di Milano nell’E- sposizione del 1898.

45 Odoardo Tabacchi Michelangelo Bronzo, altezza cm. 56. Firmato: O.Tabacchi La figura del famoso artista si impone per l’atteggiamento pensoso, l’ampia zimarra ricamata, i calzari curati. Ha in mano una pergamena appena sro- tolata. Forse sta per porgere ad un importante committente (il Pontefice) un progetto impegnato.Pur nella dimen- sione contenuta, l’opera esprime una nobiltà di tratto ed una monumentalità degne del nome del Buonarroti.

46 Odoardo Tabacchi Arnaldo da Brescia Bronzo, altezza cm.57. Firmato O. Tabacchi. Timbrato Fonderia E. Sperati. La figura del monaco riformatore, che ha ispirato nel- l’ottocento opere letterarie come la tragedia di G. B. Niccolini (1843), è analizzata con un modellato sensi- bile e fratto. Il volto severo, la capigliatura mossa, le bellissime mani protese sottolineano una figura dram- matica che propone, in un medioevo ancora travaglia- to dalle lotte religiose, un messaggio aperto di fratel- lanza. La statuetta è la riduzione del famoso monumento che sorge a Brescia in Piazza Arnaldo, un’opera fusa dallo Sperati che rese il Tabacchi giustamente famoso. Recentemente un esemplare di questo bronzetto è comparso in private aste per le quali è stato valutato da 4 a 6 milioni di vecchie lire.

47 Davide Calandra Catamantaledes Testa di guerriero gallo Bronzo, altezza cm. 30. L’opera datata 1881 e firmata D. Calandra è una repli- ca di quella esposta al Circolo degli Artisti nel 1880, allora di proprietà del Museo Civico di Torino.(cfr. Corrado Ricci D.Calandra scultore, Milano, 1916). Ritrae una testa vigorosamente plastica, in atto di gri- dare. Il cimiero è quello ritrovato negli scavi archeo- logici dal padre dello scultore, il Cav. Avv. Claudio Calandra, inventore, fra l’altro, di un apparecchio per l’estrazione di acque sotterranee e noto archeologo.

48 Gili (?) Piccolo Napoleone Bronzo, altezza cm. 11. “Loreto impagliato, il busto d’Alfieri, di Napoleo- ne…”. Nei salotti fin de siècle ancora permangono tra le “buone cose di pessimo gusto” di memoria gozza- niana, le immagini dei personaggi storici di spicco: qui, sulla base decorata con piccole sfere, la piccola statua dell’empereur si erge nella sua tipica posa,mor- bidamente avvolta nella luce.

Ignoto Piccola testa di Garibaldi Bronzo, altezza cm. 15. Su un appoggio di marmo variegato,la piccola scul- tura, trattata con valori plastici sintetici, offre una espressività che la luce sottolinea appena. Sotto il massiccio copricapo,il volto barbato sembra accen- nare ad un sorriso. La tecnica sommaria e la ricca espressività fanno pensare all’opera di Medardo Rosso.

49 L’ATTUALITÀ STORICA

Agostino Marazzani Visconti, conte (?) Monumento equestre di Amedeo di Savoia, duca d’Aosta Bronzo, altezza cm. 47,5. Firmato Marazzani e datato 1892. Il gesto forte, lo sguardo fiero, lo scalpitare impazien- te del cavallo con la testa inarcata,la coda levata,carat- terizzano questa piccola scultura dedicata al perso- naggio eroico più famoso nel 1902. Forse è la ripresa di un bozzetto per il concorso che ebbe luogo più di dieci anni prima.

50 Odoardo Tabacchi Alfonso Lamarmora Bronzo, altezza cm. 70. Tipico monumento da camera,questa statuetta esprime nella figura alta e slanciata dell’eroico militare,più volte ministro della guerra e già capo del governo - qui ritrat- to in riposo, con la feluca in mano e la sciabola abban- donata sul fianco - tutto il rigore di un Piemonte“mezzo caserma”. Nel bel volto espressivo s’addensano pensie- ri che la ruga verticale sulla fronte sottolinea: spettaro- no a lui le decisioni importanti e la guida della guerra di Crimea che,vittoriosa,gli procurò le numerose deco- razioni che la sua statua reca sul petto.

51 Davide Calandra Dragone del Re Bronzo, altezza cm. 64. È un’opera famosa del vincitore del Premio degli Artisti alla Quadriennale del 1902. Più volte esposta, rappresenta un dragone in sosta con stendardo e tri- corno. La figura del cavallo, molto curata è massiccia, i finimenti descritti con minuzia sottolineano la ricer- ca costante dei particolari che animò anche l’audace impressionismo del basamento del monumento al principe Amedeo al Valentino, l’opera vincitrice del Premio più volte citato.

52 Emilio Sperati (fusore) Cavalleggero in ricognizione Bronzo, altezza cm. 48. L’esercito a cavallo offre spesso occasione di spettaco- lari monumenti da camera. Ben equipaggiato, - con coperta, moschetto, sciabola, copricapo - questo caval- leggero è in attesa di scoprire qualcosa. Lo sottolinea la posa erta in avanti su un cavallo i cui muscoli, tesi nel- l’attenzione di scoprire posizioni nemiche,confermano il momento dell’attesa ricognizione.

53 Zeffirino Carestia S. M. Umberto I a caccia in Valsavaranche Bronzo, altezza cm. 66. Ritratta in abito borghese di cacciatore, il feltro calca- to sul capo,l’alta figura del secondo sovrano dell’Italia unita ricorda qui la passione che egli ebbe in comune con il padre, di cui restano a testimonianza le rotte e le case di caccia nei Parchi del Piemonte in cui i due sovrani amarono sostare per le lunghe e mirate battu- te a cui presiedette una organizzazione di assistenza che nelle valli d’Aosta, in quelle di Lanzo, nel Cuneese ancora oggi le popolazioni ricordano, aggiungendo spesso qualche aneddoto rimasto altrettanto famoso. L’opera fu presentata dallo Sperati nell’Esposizione del 1898.

54 Leonardo Bistolfi Targa tombale dedicata a Bronzo, altezza cm. 11,5. Nell’opera del famoso artista casalese la scultura cimi- teriale ebbe parte determinante. Egli sviluppò le immagini della memoria creando un nuovo stile che condusse avanti negli anni. Bistolfi frequentò aTorino il salotto della casa di Cesare Lombroso - professore di medicina legale e igiene pub- blica (dal 1876) di psichiatria (dal 1896) e di antropo- logia criminale ( dal 1905) - e fu incaricato nel 1921 di realizzarne a Verona il monumento nella città che a Lombroso diede i natali. Nella Gipsoteca di Casale Monferrato vi sono il bozzetto ed un curioso particola- re del modello con la figura del‘Pensatore’dal volto cor- rucciato sotto gli occhialini da ricercatore. La placchetta della collezione Sperati procede da un classicismo di base, leggibile ancora nella pensosa figura centrale che indica l’equilibrio della scienza: esso si attenua e si anima di forme espressionistiche nelle figure ai due lati che ricordano l’opera impor- tante del Lombroso: a destra sembra prevalere una malinconia maniacale mentre a sinistra le figure, acca- vallate e discinte, esprimono tutta la violenza e la tra- gedia di una mente sconvolta.

55 Giuseppe Grandi Cesare Beccaria Bronzo, altezza cm. 50. L’immagine di uno dei massimi rappresentanti dell’illu- minismo italiano, è presente nelle aste londinesi degli anni novanta nel novecento (3900-5400 sterline presso Phillips,London il 30-6-92;6 milioni di vecchie lire pres- so Christies il 21-6-92). Fu il pensatore che contribuì con efficacia all’annullamento della pena di morte -in una lucida critica ai metodi giudiziari del tempo- con l’opera “Dei delitti e delle pene” pubblicata anonima a Livorno nel 1764. Da sua figlia Giulia e dal gentiluomo Pietro nacque Alessandro Manzoni. Nel bronzetto Sperati un Cesare Beccaria (Milano 1738-ivi 1794) dalla figura pensosa,dall’acconciatura ancora vagamente set- tecentesca, china il capo. Una zimarra floscia copre l’abito sdrucito, i piedi calzati all’antica. Lo scultore Grandi appose, sul basamento, il nome del personag- gio. L’opera fu presentata nella Esposizione del 1898.

Francesco Confalonieri Alessandro Manzoni Bronzo, altezza cm.29. L’autore, insegnante di scultura nella Accademia di Brera,scolpì l’immagine di Alessandro Manzoni a Lecco, nel 1891.Il bronzetto ricorda i tratti dello scrittore anzia- no, affaticato dal lungo studio e dalla meditazione “in appoggio e perfezionamento alla poesia romantica”. Il naso affilato, il volto pensoso, assiso su un modesto scranno, il romanziere più celebre dell’ottocento italia- no è rappresentato con una immagine familiare e casa- linga che ricorda le soste in alcune famose dimore, in particolare a Brusuglio. L’aspetto pensoso richiama alla mente un famoso aneddoto.Quando gli scrittori di belle speranze inviavano a Manzoni i loro romanzi per averne un giudizio, egli dopo averli accuratamente letti, aveva per tutti una unica risposta che era anche un consiglio: “Pensarci su!”.

56 Emilio Sperati Targa del 1901 Spedizione al Polo Nord (su disegno di Celestino Fumagalli?) Bronzo, altezza cm. 23,5. La spedizione al polo Nord,diretta da Luigi Amedeo di Savoia duca degli Abruzzi,prevedeva la partenza di tre gruppi con slitte. Fu scelta la nave baleniera norvege- se che, battezzata Stella polare, divenne parte della marina italiana. Partì il 12 giugno 1899 da Cristiania (Oslo) diretta ad Arcangelo dove attendevano i cani siberiani che avrebbero trainato le slitte. Il 30 giugno la nave ormeggiava nel porto. Così Luigi Amedeo di Savoia ricordava - in una conferenza tenuta a Roma il 14 gennaio 1901 sotto gli auspici della Società Geografica Italiana che conferì al Duca ed a Umberto Cagni la medaglia d’oro - la partenza per il lungo per- corso sui ghiacci e l’incontro con quei generosi ani- mali. (cfr.Dal Polo al K2 Sulle orme del Duca degli Abruzzi 1899-1954, Torino Museo Nazionale della Montagna 22 febbraio - 6 maggio 1984). ”In un recinto lungo una ventina di metri e largo dieci giacevano i cani attaccati uno per uno, con cate- ne, a tavole fissate sul suolo. Il nostro arrivo fu salutato da un abbaiare furioso(…)Ve ne erano di tutti i mantelli: neri bianchi, giallognoli, con pelo corto e lungo, orecchie piccole e dritte, larghe e cascanti. (…) Lo stato di magrezza (…) mi fece scrollare le spalle per il doloroso pensiero che giammai quegli animali avrebbero potuto com- piere 1200 miglia trainando tutto il necessario per la spedizione(…) Resistenti alle fatiche, non aven- do bisogno d’acqua per bere, chè un po’ di neve spegne la loro sete, vivendo di una piccola tavolet- ta di pemmicam, quando questa c’è, e quando non c’è facendone anche a meno per alcuni giorni, mangiando il loro simile senza difficoltà, non sof- frendo il freddo, sempre disposte al lavoro, quelle bestie (…) hanno mostrato quanto valevano e

57 d’essere il solo e vero elemento di aiuto all’uomo in una spedizione sui ghiacci”. Al termine della vittoriosa spedizione - era il gennaio 1901 - si organizzavano “onoranze popolari piemon- tesi ai valorosi esploratori”,come dice la scritta della placchetta dedicata da Fumagalli a Sperati. Sotto lo stemma sabaudo affiancato da panoplie con gli stru- menti della spedizione, si svolge, circondata da una corona di ghiaccio, su più piani, una descrizione dei momenti salienti dell’impresa, con le navi rompi- ghiaccio, l’attrezzatura delle slitte coi cani, la sistema- zione delle tende, inframmezzate da cime a nodo di Savoia, fronde di alloro e bindelli che, in pieno stile ‘nouille’, anticipano le eleganze nastriformi del 1902.

58 L’ELEGANZA DEL NUDO

Con l’esaurirsi del classicismo, la tradizione accademica del nudo nella scultura venne progressivamente a dimi- nuire di importanza pur rimanendo come fondamentale esercizio nelle scuole libere delle Accademie.Tuttavia un aspetto rilevante della Scapigliatura ripropose l’analisi arti- stica del corpo maschile,femminile,infantile.Essa confluì, con rappresentazioni particolarmente garbate,nelle figure del realismo,impreziosì le immagini simboliste e,con par- ticolari ironie si fece avanti nelle forme plastiche più vici- ne al gusto liberty. Il ‘monumento da camera’ per la sua stessa natura favorì la prestanza di questi nudi che la col- lezione Sperati offre in diverse e provocanti edizioni.

Odoardo Tabacchi La sveglia Bronzo, altezza cm. 70. L’orologio è mancante, ma il trofeo che lo circondava resta sospeso a ricordarne la presenza con la classica figura di Pan con la siringa nella sinistra ed un ramo- scello, forse d’ulivo, nella destra.A lui s’appoggia appe- na la figura dolce di una ninfa addormentata, semi- sdraiata sulle pieghe di un peplo. L’insieme è di quasi stucchevole bellezza e la morbida patina gli conferisce particolare affinata sensualità. È un paradigma di scultu- ra da camera, denso di valori formali da apprezzare.

Ignoto (o L.Bistolfi ?) Nudo reclinato Bronzo, altezza cm. 35. (foto a pag. 7) Raccolto in se stesso il giovine nudo appare delineato in una falcata che lo rende affascinante. Oltre ad una patina scura,presenta molte incrostazioni verdastre che rendono ancora più suggestiva la sua piccola presenza statuaria. Appartiene verosimilmente all’opera giovanile di un mae- stro sensibile,creata quando gli insegnamenti accademici costituivano ancora un forte motivo di ispirazione.

59 Gian Battista Forchino ed Emilio Sperati Il varo della nave Bronzo, altezza cm. 56. Un piccolo raffinato guscio ornato di serti di fiori, dalla ricca polena, è trattenuto da una figura ignuda di donna che, nello sforzo di sollevare il naviglio, lascia cadere un manto.Lungo le pareti del guscio è descritta a bassissimo rilievo, la forza remigante di una ciurma.Due diverse tonalità di bronzo,più dora- ta quella del corpo ignudo, conferiscono all’opera particolare fascino. Il bronzetto dello scultore torinese Giovanni Battista Forchino,- di chiaro carattere simbolista - costituì nel 1933 ilTrofeo della Società dei CanottieriArmida che ne conserva una redazione più completa, con la Vittoria ritta a prua.Essa è stata presentata con il n. 47 nella mostra Trofei 1882-1963 Premi delle Società Sportive Torinesi presentata a cura di Alfonso Panzetta al Circolo degliArtisti dal 19 dicem- bre 1999 al 30 gennaio 2000. Con questa splendida rassegna, voluta fortemente dal Circolo, venne pre- sentato un patrimonio storico artistico quasi scono- sciuto: quello dei trofei ideati da grandi artisti, pre- ziose testimonianze di vita sportiva, prodotte da un artigianato di eccezione.

Odoardo Tabacchi Bagnante La spina nel piede Bronzo, altezza cm. 37. (foto a pag. 3) La celeberrima figurina che presenta un nudo appe- na velato da un costume da bagno della Belle Epoque,si volge ad estrarre una spina di riccio da un piede. Poggia con posa estremamente aggraziata su uno scoglio di cui si intravvede la natura scagliosa ed irta.L’alta crocchia che la donna porta sul capo allu- de ad una ricca capigliatura, raccolta nel momento del bagno.

60 Cesare Biscarra In mutande Bronzo, altezza cm. 28. La moda esige ancora vesti lunghe alla caviglia,busto capace di costringere il torace al vitino di vespa, camicie e gonne ricche di ricami e piegature. Ma le mutande coprono dalla vita al ginocchio il déshabil- lé e la signora, pronta quasi ad uno sbadiglio, non pensa certo che così l’artista l’ha voluta sorprende- re. Proprio come accadeva a Parigi negli atéliers di Degas, Renoir, e nelle garçonnières della Belle Epo- que. Secondo il gusto di un’epoca appena aperta ad una misurata trasgressione, questa opera si pone al centro della mostra come ossimoro di una realtà singolare e preziosa.

Giacomo Ginotti La schiava Bronzo, altezza cm. 28. (foto a pag. 33) Molto riprodotta è questa celebre figura di donna ignu- da in catene.Si appoggia ad un sostegno drappeggiato, abbassa il volto pudico sotto un grande turbante che ne racchiude la ricca capigliatura.La patina, calda e lucida, conferisce particolare sensibilità all’opera.

61 Cesare Biscarra Calamaio figurina Bronzo, altezza cm. 22. Datata 1911. Anche il più modesto oggetto quotidiano può assu- mere, per opera di uno scultore capace, un valore di monumento significativo. È il caso di questo calamaio rotondo che, come una vera da pozzo, reca sulle pare- ti esterne dei rilievi dinamici.Accanto ad un vaso,utile a reggere il pennino, la figuretta modellata morbida- mente si slancia in un gesto di danza, mentre con la sinistra solleva uno specchio.

Giovanni Battista Forchino Timbro macabro Bronzo, altezza cm. 20. Preda di un viscido piccolo mostro, il nudo riverso mostra un volto quasi esanime, dopo l’assalto di cui è stato vittima.Alla base, tre scimmiette mimano i ritua- li: “non vedo, non sento, non parlo”. Fare un timbro con questo soggetto è un operazione molto ardua e provocatoria e nella collezione Sperati costituisce un interessante unicum.

62 Leonardo Bistolfi Souvenir di Venezia Bronzo, altezza cm. 33. La elegante figuretta ignuda si circonda di nastri svo- lazzanti, proprio come le allegorie delle arti applicate nel famoso manifesto per l’Esposizione del 1902 (a pag. 23). Tiene fra le mani un leone di San Marco che giustifica il titolo dell’opera. L’acconciatura à ban- deaux è tipica degli anni intorno al 1902.

63 Antonio Carminati Tentazione Busto di donna Bronzo, altezza cm. 41. Anche questo busto femminile si avvia sui percorsi di una sensualità trasgressiva. In un’epoca in cui la donna abbigliata non si presentava mai senza coprica- po ed abito alla caviglia, il gesto ritroso ed insieme avvincente di questa modella mostra tutta la sottile partecipazione del suo autore alle nuove istanze di un gestire provocante.

Ignoto Donna nuda con asciugamano Bronzo, altezza cm. 16,5. Il tema del bagno, così caro agli impressionisti e ai postimpressionisti, qui si impone con un gesto appe- na velato di ritroso pudore, quando la figurina stringe al collo la salvietta che ne cela le nudità.

64 Arturo Stagliano Testa di donna Bronzo, altezza cm. 35. Inciso a stampatello E.Sperati. Un analogo bronzetto è stato messo all’asta a Roma nel maggio 1989 presso Christies. Qui l’opera è animata da un naturalismo che la distin- gue da altre.Abbandonato con le palpebre quasi soc- chiuse, le labbra sensuali appena serrate, questo volto di donna mostra una capigliatura nuova, quasi ‘alla maschietta’, tipica degli anni venti.Anche la luminosa superficie del collo e delle spalle allude ad un diverso più naturale e libero modo di intendere il nudo.

65 Schuss (?) (o Susse Albert, fonditore?) Baiadera Scultura svestibile Bronzo, altezza cm. 30. Il personaggio potrebbe far ascrivere l’opera tra le sculture di gusto esotico se l’accorgimento messo in atto dallo scultore non conducesse subito a svelare la statuetta che all’interno di un abito ricco e pesante, ma apribile, permette di vedere il corpo nudo della danzatrice. Chi mai fossero queste baiadere ci è svela- to da un testo della fine dell’ottocento.Le baiadere del Sudan“appaiono nude in tutta la bellezza delle loro forme scultorie che spiccano ancor più artistica- mente pel colore di bronzo o di lucido ebano della loro pelle. Solo le copre, o per meglio dire fluttua intorno ai loro svelti e ben torniti fianchi, il tradi- zionale rahad sudanese. (…) Le baiadere sudanesi non intrecciano danze per gruppi, eseguiscono le loro danze (…) una per una (…) assumono pose graziose, provocanti, sempre artistiche e di tratto in tratto accompagnano le movenze della danzatrice con cadenzate percussioni di mani, con cantilene, o con esclamazioni”. (G.Godio Vita africana Ricordi di un viaggio nel Sudan Orientale,Milano,1883 cita- to in Argenti Beduini Costumi e tradizioni arabe nel deserto d’Africa a cura di M. L. Moncassoli Tibone, Torino, s.d.). Resta nella Collezione Sperati la malizia piacevole del bronzetto svestibile, una assoluta novità per l’epoca.

66 Gian Battista Forchino Tiratore d’arco Colpo fallito Bronzo, altezza cm. 50. Timbrato: Fonderia Sperati Emilio Torino. Il giovinetto non è riuscito nella gara: la fanciulla si volge a consolarlo con un semplice gesto di conforto. Il bronzetto presenta le due figure adolescenti, i due esili corpi accostati con la semplice pudica eleganza di un segno plastico magistrale.

67 COSTUMI ESOTICI E TRADIZIONI POPOLARI

L’orientalismo è un fenomeno che serpeggia nelle arti e conferisce alle opere il fascino del raro, dell’esotico, ricuperabile una sorta di viaggio dello spirito, ogni qualvolta ci si presentano forme e ambienti inconsue- ti. Accanto al colore d’Oriente, nei bronzetti Sperati ecco altri usi e costumi vicini e lontani: offrono a chi si accosta a queste sculture la variegata presenza di immagini garbate alle quali anche grandissimi scultori - si pensi a Troubetzkoy, a Biscarra, a Rubino - hanno dato corpo.

Ernesto Bazzaro Cammello nel deserto Bronzo, altezza cm. 58. Un vecchio animale - in realtà pare un dromedario - reca in groppa una sella a gualdrappa molto decorata. Sopra una donna, un po’ velata, con un bambino in braccio, che sta allattando, s’accuccia, disponendosi ad un lungo percorso. Nel “modellato pittorico di ascendenza scapigliata” (Panzetta) i valori plastici fratti, i decori svolazzanti richiamano il vento del deserto, croce e delizia di tutti i viaggiatori.

68 Ernesto Bazzaro Beduina, portatrice d’acqua Bronzo, altezza cm. 42. L’amico più caro a Sperati mostra una rara capacità interpretativa del mondo delle tribù. Ampiamente ricoperta di pesanti tessuti,la donna reca sul capo una conca riversa, tipica dei prodotti di rame in uso nel deserto. Si ritrova qui il fare plastico già notato, ricco di ombre e di pieghe,che conferisce all’opera un tono espressionistico.

69 Eugenio Alexandronovic Lanceray L’addio del cosacco Bronzo, altezza cm.42.Alla base il nome dell’artista in cirillico e la data 1878. Del noto artista francese di origine russa quest’ope- ra mostra il garbato naturalismo e il valore affettivo istantaneo che si coglie nell’abbraccio del cosacco alla piccola donna che appare per un attimo quasi appesa al suo collo possente. Anche il muso del cavallo sembra partecipare con le froge levate all’e- mozione del commiato. Inserita nella cultura internazionale di fine ’800 l’opera di Eugenio Alexandronovic Lanceray inaugura un momento significativo dell’orientalismo che pene- tra il mondo della Santa Russia e lo propone con una particolare attenzione anche alla ricerca animalistica. In questa condizione d’arte, espressa con efficacia dalle fusioni in bronzo, Lanceray si accosta all’attività del connazionale Paolo Troubetzkoy.

70 Davide Calandra Testina spagnola Bronzo, altezza cm 33.Timbro della fonderia sul pettine. Un volto pensoso dalle labbra sensuali sotto il casco di una ricca capigliatura arricchita dal caratteristico pet- tine. In raffinata posa di tre quarti questa immagine completata dai pendenti alle orecchie e sostenuta da un solo perno sulla base di marmo variegato, ben rap- presenta un ricco momento espressivo del suo autore. L’opera fu presentata nella Esposizione del 1898.

71 Edoardo Rubino La Gressonara Bronzo,altezza cm.52.Firmato e datato Rubino 1897 (?). Tra i costumi delle Valli d’Aosta, quello di Gressoney è particolarmente decorato come mostra il copricapo di questa giovinetta, ritratta sospesa e quasi esitante come in un attimo di attesa.Anche questo bronzetto fu presentato nella Esposizione del 1898. Fu tra le opere di maggior successo dello Sperati che, note per essere già state esposte al Circolo degli Artisti, in quel- la sede si sono maggiormente affermate come “squi- site e felici” creazioni.

Edoardo Rubino La Pragelatina Bronzo, altezza cm. 21. Molto più severo e chiuso, il volto di questa donna della montagna sembra serbare,sotto la coiffe ampia e decorativa, il rigore e l’indipendenza degli Escartons, le repubbliche montane che rivendicarono nei secoli, l’autonomia delle genti.

72 Ignoto La Brianzola Bronzo, altezza cm. 23,5. Il lungo collo e il décolleté ampio e quadrato impre- ziosiscono un volto ridente di naturale presenza sotto la semplice capigliatura ornata da un decoro ricco e pieghettato, fissato con grandi spilloni. Una Lucia Mondella ancora felice che s’avvia all’eleganza del Liberty,ravvisabile nel costume vivacemente pla- stico sul basamento in marmo variegato.

Francesco Confalonieri Lucia Bronzo, altezza cm. 17. Chino il volto pensoso, avvolta nella sciarpa, un solo accenno al costume secentesco nelle maniche dal taglio elaborato, questa Lucia sembra proprio in pro- cinto di dare l’Addio ai monti sorgenti dall’acque ed elevati al cielo... Il bronzetto esibisce una splendida patina ed un modellato fortemente espressivo.

73 Giulio Branca Barcarola Bronzo, altezza cm. 39. Una figura di giovinetta, la frangetta sulla fronte, sotto il fazzoletto. Puntando il piede, sta remando con foga. Il frammento della barca su cui poggia è investito da un’onda la cui plastica vivace fa riscontro al movi- mento delle vesti. Un’opera nel complesso molto inte- ressante per la rappresentazione dinamica e per l’immediatezza psicologica.

Cesare Biscarra “Dumie na cupa” Cacciatore con cane Bronzo, altezza cm. 49. Una sosta prima e durante la battuta: una buona bevanda corroborante ed anche incoraggiante, un modo di resistere ai rigori delle prime ore mattutine. Al cacciatore riverso nell’atto di dissetarsi,fa riscontro il cane a sua volta alla ricerca di qualcosa di cui cibar- si. Una scenetta di genere molto istintiva e calata nella realtà che testimonia quella corrente di garbato reali- smo e di rappresentazione naturalistica che percorre i primi decenni del secolo ventesimo.

Paolo Troubetzkoy Izvozcik (Cocchiere) La slitta Bronzo, altezza cm. 42. (foto a pag. 37) All’elegante curva dell’antica slitta da città fa riscontro la sagoma appesantita e rassegnata del cavallo, barda- to con cura e trattato con un modellato impressioni- stico. La figura del vetturino in attesa del cliente, recli- nato come in preghiera, le mani chiuse in un mani- cotto protettivo, è testimonianza popolare della vec- chia Russia cittadina e modesta.

74 UNO SGUARDO ALL’INFANZIA

L’immagine dei bambini nelle arti, tra ottocento e novecento ha recentemente avuto una interessante esegesi nella mostra “Infanzie” aperta nel 2001, auspi- ce la Regione Piemonte, a Palazzo Cavour. Nella plastica dei bronzetti Sperati le figure infantili oscillano tra il perbenismo delle bambine - inginoc- chiate in preghiera o portatrici d’acqua col secchiello - e la trasgressione impertinente dei maschietti pron- ti a far pipì davanti a tutti,ad esibire trionfanti la meda- glia o la cavalcatura.

Edoardo Rubino La preghiera Bronzo, altezza cm. 39. Il tema dell’infanzia esordisce con questa ragazzina inginocchiata sulla sedia a rocchetto impagliata: un arredo tipico degli ambienti di servizio delle case borghesi a cavallo del secolo.Nota anche con il tito- lo Le orazioni, la piccola scultura mostra un model- lato semplice e schietto che crea un insieme raccol- to e silenzioso.

75 Medardo Rosso Scugnizzo (Gavroche) Bronzo, altezza cm. 23. Impronta del cartiglio fonderia Sperati. Una redazione dell’opera di dimensioni maggiori (cm. 41) è stata venduta nel 1987 dalla Finarte di Milano per quattro milioni di vecchie lire. Quando l’autore è importante anche la più piccola immagine diventa estremamente significativa. Come questo volto ridente che mostra una dentatura precocemente rovinata sotto il floscio berretto, tratta- to con segno forte ed immediato. Un pezzo molto significativo nel ritrarre la gioia e la miseria, delineate da una delle firme di spicco nei primi decenni del secolo XX.

Ignoto Testina di bimbo Bronzo, altezza cm. 9. Traccia di un piccolo timbro Sperati. L’opera rappresenta con tratti appena rilevati un pic- colo protagonista. Ricorda vivamente quelle sculture da studio che alcuni medici esponevano sulle scriva- nie dei loro ambulatori pediatrici.Per la sensibilità pla- stica questa opera potrebbe essere attribuita ad Edoardo Rubino.

76 Emilio Sperati (fusore) Orsolina con il secchiello Bronzo, altezza cm.34. Firmato e datato E. Sperati 1920. Non è per gioco che la bambina regge il suo reci- piente d’acqua ma, come rivela il piccolo corpo teso nello sforzo, sta portando un secchio utile alla fami- glia. L’abito dimesso,il volto rassegnato,connotano un ambiente di vita povero, ma dignitoso.

Emilio Sperati Gina bimba allo studio Bronzo, altezza cm.52.Timbrato: Fonderia E. Sperati (foto a pag. 4) Una bambina ancora,ma già attenta e consapevole del lavoro del padre. La compostezza della figura presen- te ma in attesa, esprime l’affettuoso sguardo dello scultore che vuole ritrarla davvero in modo reale.

77 Giuseppe Grandi Putto fontana Bronzo, altezza cm. 24. In corsivo firma dello scultore e timbro Sperati. A Bruxelles trionfa, curiosità per i turisti, il Manneken Pis.Una figuretta trasgressiva di cui questa sembra esse- re l’antenata. L’opera è ascritta ad un grande scultore lombardo che conferisce alla posa del piccolo una spontaneità ricca di apporti psicologici.

78 Cesare Biscarra “Prima midaia”. La prima medaglia Bronzo, altezza cm.29. Con questa opera l’autore esordì nel 1891 alla Società Promotrice delle Belle Arti: il bronzetto fu lodato da Bistolfi.Fu presentata nella Esposizione del 1898. Per lungo tempo ai ragazzini che comparivano con la medaglia scolastica sul petto, era concesso l’ingresso gratuito al Teatro Gianduja, il “D’Angennes’ di via Principe Amedeo. Ciò contribuiva alla fierezza del bambini decorati, ogni settimana, con questo segno di merito. Così la piccola scultura descrive un protago- nista di questo momento di bravura.

Antonio Bezzola (?) Emilio Sperati (fusore) Vocazione. Bambino che fa pipì Bronzo, altezza cm. 20. Timbro fonderia artistica Sperati Emilio. Un altro bambino ha inventato un bel gioco: far pipì mirando un piccolo recipiente. Perduta l’innocenza del corpo ignudo, il piccolo scugnizzo si concentra nel gioco senza togliersi neppure il cappello.È questo il significato della parola Vocazione che compare sul basamento? L’opera ha una bella patina dorata.

Leonardo Bistolfi Bambino sul cavallo a dondolo Bronzo, altezza cm. 43. (foto a pag. 34) L’immagine celeberrima del giocattolo cavalcato festo- samente dal ragazzino - Il figlio dello scultore,Giovanni - costituisce un brano indimenticabile di racconto d’infanzia. Il volto finissimo, atteggiato a sorriso soddi- sfatto, il copricapo di carta piegata, il gesto di sprone rivolto al cavallino, il dondolo finemente graffito, sono trattati con una plastica vitale, tipica del periodo cen- trale di questo importante scultore. La luce, frangendo- si sulla superficie fortemente solcata,conferisce fascino all’opera, rivelando la raffinatezza della patina.

79 Ignoto Due sigilli con sigla L. S. Bronzi, altezze cm.11. La giovinetta dal corpo in boccio e dall’acconciatura già elaborata si volge in attesa; la bimba dalla lunga camicia si racchiude in un gesto di infantile pudore. Segnati dalle iniziali di Luisa Sperati i due sigilli alludo- no ancora una volta alla presenza affettuosa della figlia del fonditore artista che egli amò sopra ogni cosa e alla generosità della quale si deve questa collezione.

80 Ignoto Maria 1901 Targa bronzea, cm. 14x17. Un piccolo profilo infantile dai grandi boccoli si sta- glia sulla placchetta accanto a un delicato stelo di fiore liberty.Il piccolo profilo è delineato in un gesto tipico della prima infanzia, della quale si intravvede anche il grembiulino a ricche pieghe. Chi sia questa Maria non è detto, certo una bimba amata, descritta con delicata mano di incisore.

81 IL RACCONTO ANIMALISTICO

Fortemente sviluppato dalla bronzistica francese, dove si ebbero dei veri indimenticabili maestri - da Barye a Bugatti, da Cartier a Mène - il racconto animalistico si svolge come s’è detto anche in Italia e gli autori, diver- si e variamente operosi,fanno a gara a rendere le imma- gini di un mondo sempre appassionante.

Giuseppe Giordani Cane Fido Bronzo, altezza cm. 68,5. Una bella immagine dell’animale in attesa, le lunghe orecchie pendenti e gli occhi intenti nello sguardo fiducioso apre la sfilata degli animaliers a Torino.

Paolo Troubetzkoy Il cane del ministro Wuitté Bronzo, altezza cm. 18. Firma in italiano. Cartiglio Sperati. Un riferimento al personaggio politico connota la bella immagine in attesa. Rivela la bravura e la passio- ne dello scultore russo per la rappresentazione ani- malistica, che fu proprio lui ad introdurre e favorire presso i colleghi scultori.

Odoardo Tabacchi Cagnolino levriero Bronzo, altezza cm.9,5. (foto a pag. 33) Pronto a scattare, questo cane appiattisce le zampe anteriori ponendo in forte risalto le eleganti curve del dorso e delle zampe. La patina quasi dorata rivela la cura dell’opera di un artista importante.

82 Gatti (?) Cane a riposo Bronzo, altezza cm.16. Piccolo cartiglio della Fonderia artistica Emilio Sperati. Accucciato in paziente attesa, questo fedele animale sembra attendere un segnale del padrone. Una calda patina pone in risalto i valori plastici della figuretta preziosa.

Ferruccio Crespi Cavallino all’abbeveraggio Bronzo, altezza cm 19. Firmato e datato Crespi 1890. Timbrato D. Barzaghi FUSE. L’animale giovane dalla criniera ricercata si disseta in un momento di sosta che tutto il suo corpo esprime, offrendosi liscio e morbido alla carezza della luce.

83 Paolo Troubetzkoy Cavallo della slitta Bronzo, altezza cm. 20. Il principe russo riprende qui il tema già svolto, iso- lando in riposo un cavallo appesantito dal freddo e dalle fatiche espressione di un approccio sociale e ambientale significativo nell’opera dello scultore.

Tancredi Pozzi Tafani molesti Bronzo, altezza cm. 48.Timbro della Fonderia Sperati. Un cavallo dalle forme possenti,certo da tiro,si volge in una sosta a scacciare col muso e con la zampa poste- riore destra un insetto insistente.È un bronzetto di resa ed effetto immediato sulle forme del quale la luce si frange con effetti particolarmente vivaci.

84 Michelangelo Monti Elefante Bronzo, altezza cm. 25. Piccolo timbro della Fonderia Sperati. In Piemonte l’elefante fu noto e presente nelle ména- géries reali. Ciò sa lo scultore che rappresenta qui forse quel famoso Fritz che ebbe una vicenda quasi commovente a Stupinigi. Le lunghe zanne rivelano un possente giovane animale; le pesanti zampe mostrano una cattività rassegnata.

85 Giuseppe Giordani Camoscio Bronzo, altezza cm. 23.Timbro con il nome di Emilio Sperati. Su una base in marmo rosso d‘Africa una roccia con un camoscio in vedetta. Immagine classica di monta- gna in uno dei parchi del Piemonte, sorto dall’abban- dono delle rotte delle cacce reali.

Pierre Jules Mène Piccolo Cervo Leprotto Bronzi, altezze cm.12 e cm.7,5. (foto a pag. 38) Firmati: Mène e con traccia di cartiglio di fonderia. Sono esempi dell’arte celebratissima di Pierre Jules Mène che in Francia e in tutta Europa fu artefice con- teso per le sue opere, soprattutto per i bronzetti più minuti in cui s’addensa l’osservazione naturalistica e in cui si esprime una ricerca tecnica di altissima qualità.

86 NEL RICORDO DI GOZZANO sul pergolato, a zone di porpora e d’oro… D’innanzi a me, nel quadrato della finestra c’è un I BRONZETTI DEL MELETO tiglio che quest’anno non vuole ingiallire: è ancora vitale, tutto verde, come la Speranza; credo che la “Andai vagando nel silenzio antico prima neve lo troverà con tutte le sue foglie… Io e triste perduto come un mendicante quel tiglio ci somigliamo un poco…”. Mezzanotte scoccò, lenta, rombante Intorno a lui, nel salotto di gusto Napoléon III, nel- su quel dolce paese che non dico. l’angolo su due mensole ecco, festosi nella gestualità La luna sopra il campanile antico danzante, due bronzetti: un omaggio alla moda del pareva un punto sopra un i gigante” tempo. Di là, nello studio altri bronzetti s’appoggiano G.Gozzano La via del rifugio Torino 1907 sulle étagères, sostengono fiori di lampade.. proprio dove s’apre il libro più caro allo scrittore. Rimesso “Il Meleto non va visitato come un museo di anti- con cura, come si pensa fosse al tempo di Guido, chi arredi e polverosi ricordi ma letto come una l’arredo del Meleto riprende tutti i motivi così ben poesia e le sue stanze le si devono sfogliare una ritratti dal poeta: dopo l’altra come altrettante pagine di un libro di “Penso l’arredo che malinconia! versi: i versi di Guido Gozzano”. (Lilita Conrieri penso l’arredo squallido e severo Guido Gozzano Il Dolce Paese che non dico, II ediz., antico e nuovo: la pirografia Torino,1996). sui divani corinzi dell’Impero, Fa eco la voce dei ragazzi di una classe seconda le cartoline delle Bella Otero media di Agliè; “Dalla strada comunale un viale alle specchiere..che malinconia!”. molto curato punta diritto verso la villa, in mezzo Nel “salotto di nonna Speranza” dietro “il gran Diciassette anni dopo la morte di Guido un busto in un tappetino di verde erba, ai fianchi le rose, le gli- lampadario vetusto” due bronzetti gesticolanti. bronzo, opera di Leonardo Bistolfi fu innalzato al cini e i vecchi meli che diedero il nome alla tenu- Agliè, proprio davanti alle scuole.“Nel ricordo degli ta. Il cortile della villa è dominato da un’ampia Qui Guido venne a scrivere, a studiare. La bicicletta ammiratori, amici, concittadini vive” dice aiuola con magnolie secolari che fecero ombra a gli consentiva di muoversi fino al paese, al castello l’iscrizione sul semplice lastrone marmoreo. Guido e che testimoniano l’immortalità della sua sabaudo di Agliè… Si fermava a lungo a vedere i colo- viva voce” (Guida ai luoghi gozzaniani di Agliè a ri del Canavese, quando iniziava la lunga stagione cura della Scuola Media Olivetti di Agliè, Classe IIB, invernale. Anno scolastico 1977-78).È un invito a varcare il can- Qualche volta questo spazio gli pesava. Il 12 novem- celletto del giardino, a guardare la semplice facciata bre 1907 - è l’anno in cui viene pubblicata la sua a capanna affrescata - secondo la moda proprio nata prima raccolta di versi, la Via del Rifugio, ma è anche nel 1902- con esili e raffinati racemi liberty che rica- l’anno in cui i medici fanno per i suoi malanni una mano una immaginaria grande glicine arabescata.Ma diagnosi severa, tubercolosi - Guido scriveva dal sentiamo ancora i ragazzi: “Entrando nella sala da Meleto ad Amalia Guglielminetti: “Sono solo, unico pranzo e nelle sale successive sembra di essere tra- superstite del Meleto; mio fratello è in collegio, mia sportati leggeri e invisibili in una festosa sera di madre è via da più settimane e io sono qui con un secolo felice, in una signorile dimora tra sfarzi l’ultime foglie. Le voglio vedere cadere tutte, prima e preziosismi…”. d’‘inurbarmi’: ce ne sono ancora tante! Sul frutteto,

87 LA DOCUMENTAZIONE (tra il 1899 ed il 1901). È autore di monumenti pub- contatto con la scienza positivista (a Palazzo Lascaris blici, ma soprattutto si specializza in vivaci figurine e Targa tombale dedicata a Cesare Lombroso). Tra il GLI SCULTORI in piccoli bronzi di animali che espone al Circolo 1892 e il 1895 stringe rapporti con i pittori del grup- degli Artisti (1885) e alla Promotrice (1891). Tra i po divisionista: Previati, Pellizza, Segantini. I numerosi Schede biografiche a cura bronzetti Sperati emergono per intensità: Cacciatore allievi formatisi alla sua scuola divulgheranno il cosid- di Giuliana Brugnelli Biraghi con cane, Prima Midaia, In mutande, Calamaio detto“bistolfismo”, che degenerò nell’imitazione degli figurina. Con una modellazione pronta e vibrata aspetti più superficiali del decorativismo del maestro. BAZZARO ERNESTO (Milano 1859-1937), fratello del l’artista riesce a trasfondere nella creta e da questa al Una ricca documentazione della sua scultura è conser- pittore Leonardo. Era l’amico più caro di Sperati. È uno bronzo,l’espressiva vivacità dei soggetti ch’egli osser- vata nella Gipsoteca di Casale Monferrato. dei protagonisti più rappresentativi della scultura lom- va e riproduce dal vero. Nel 1905 presenta a Venezia barda allo scorcio del XIX secolo. Formatosi a Brera e “Medina”, ora alla GAM si Torino. Nel 1926 va in BORELLI STEFANO (Mondovì ?-?).Autore in collezio- legato al movimento della Scapigliatura, fu influenzato Somalia per alcuni anni e nel 1931 espone a Roma: ne Sperati del bronzetto che ritrae il fonditore, è soprattutto dal pittoricismo di Giuseppe Grandi,attratto Cammello, Elefante, Donna somala. ricordato come presentatore di opere alla mostra anche dalle ricerche luministiche del pittore Tranquillo della Società Promotrice delle Belle Arti nel 1915 e Cremona e dagli esiti impressionistici nell’uso del BISTOLFI LEONARDO (Casale Monferrato, 1859- nel 1918. modellato di Medardo Rosso,formatosi con lui a Milano. 1939). È uno degli scultori più importanti e discussi Apprezzato come ritrattista, tratta anche soggetti della tra otto e novecento.Fu anche pittore e disegnatore. CALANDRA DAVIDE (Torino 1856-1915). Allievo di vita quotidiana ed esotici,tipici del gusto orientalista che Frequenta all’Accademia di Brera il corso di scultura Tabacchi all’Accademia Albertina. La successiva espe- incontrava il favore del pubblico nell’Europa del tempo attratto dai modi impressionistici di Grandi e dagli rienza da lui svolta nei Reggimenti di cavalleria gli sug- (Beduina portatrice d’acqua, Donna che allatta sul artisti della Scapigliatura. Dal 1879 si stabilisce a gerirà gran parte della sua produzione artistica. Dalle cammello in Collezione Sperati) ed è autore di numero- Torino - deluso da Giuseppe Grandi che non accetta- figurette seducenti del periodo giovanile (Fiore di chio- si monumenti per il Cimitero Monumentale di Milano. va allievi - e studia all’Accademia Albertina con il stro, Testina spagnola) si volgerà prevalentemente verso Fu anche incisore all’acquaforte. Tabacchi. Nel 1882 apre uno studio per conto suo e la scultura a carattere storico, in cui si nota comincia ad eseguire piccoli bronzi di carattere aned- l’osservazione attenta per tutti i soggetti inerenti alla vita BEZZOLA ANTONIO (Campione d’Italia (Co)1846- dotico (Bambino sul cavallo a dondolo) e si dedica militare:Dragone del Re, Guerriero della Gallia con tro- Milano1929). Frequenta l’Accademia di Brera sotto la alla pittura di paesaggio. Nel 1902 con Thovez e feo bellico, una bellissima testina di Saraceno (1881). guida di Hayez, Strazza, Magni. Di quest’ultimo è allie- Calandra è tra i fondatori della rivista “L’Arte decora- Nel 1892 con il bozzetto vince il concorso per il monu- vo accanto a Barzaghi con cui realizza il bassorilievo tiva moderna” ed è tra i principali promotori della mento al principe Amedeo d’Aosta (al quale aveva par- del monumento a Napoleone III a Milano. famosa Esposizione internazionale - che diffonderà tecipato anche Bistolfi), che lo terrà occupato per 10 Dopo un’attività nella Fabbrica del Duomo, si trasferi- lo stile Liberty a Torino - per la quale egli disegna il anni e gli procurerà grande fama, onorificenze e incari- sce a Londra dove esegue alcuni busti. Risente nei manifesto. Partito dal verismo lombardo dagli anni chi pubblici. In quest’opera, che fu inaugurata nel 1902 monumenti sepolcrali, nei ritratti e nelle opere di Novanta egli si avvicina sempre più al simbolismo in occasione dell’“Esposizione internazionale d’Arte genere, del gusto impressionista scapigliato di internazionale, facendo un uso particolare dell’allego- decorativa moderna”,il verismo della statua equestre del G.Grandi. Espone a Vienna, Londra, Milano dove nella ria e accentuando il senso lineare e decorativo. Scrive Duca contrasta con il pittoricismo dei rilievi del basa- Galleria di Arte Moderna si conservano sue opere. d’arte, intrattiene corrispondenza con letterati e mento esaltante l’epopea sabauda, di evidente influsso poeti - famoso il carteggio con Pascoli - e si dedica Liberty.È autore di altri numerosi monumenti di perso- BISCARRA CESARE (Torino, 1866-1943), figlio del pit- sempre più alla scultura funeraria.Dal 1890 partecipa naggi illustri per varie città italiane, a volte portati a ter- tore Carlo Felice. Studia all’Accademia Albertina con attivamente alla vita artistica torinese e frequenta la mine con la collaborazione di Edoardo Rubino, come Odoardo Tabacchi e poi passa nello studio di Bistolfi cerchia di intellettuali di casa Lombroso entrando in quello del re Umberto I a cavallo,collocato a Roma aVilla

88 Borghese. Autore soprattutto di opere a soggetto militare e 1878. Fu presentata alla Mostra del Centenario della CARESTIA ZEFFIRINO, vercellese (1854-1908). Si per- ritratti di gusto verista. Espone alla Promotrice nel Società Promotrice delle Belle Arti (1942) dalla feziona all’Albertina sotto la guida del Tabacchi e poi 1884 e in altre città. Nella Collezione Sperati è pre- Galleria di Arte Moderna di Torino. Molti suoi gessi va a Roma. Rappresentante del romanticismo scapi- sente con un “cavallino all’abbeveraggio”. sono conservati nella pinacoteca di Varallo Sesia e alla gliato di gusto lombardo, è autore di busti, bassorilie- GAM di Torino si trovano anche la Petroliera, un altro vi e monumenti. Comincia la sua attività scolpendo le FORCHINO GIOVANNI BATTISTA (Torino ?-?). dei suoi successi che raffigura una fiera popolana e statue dei Giganti per il monumento del Traforo del Artista di buon livello,esprime notevoli capacità pla- l’Agricoltore, realistica testa bronzea fortemente Fréjus a Torino. Molte sue opere sono conservate al stiche ed un’inventiva variegata: doti rilevabili nei espressiva esposta alla Promotrice Torinese nel 1894. museo civico di Novara, fra cui “Umberto I a caccia bronzetti Sperati che con il suo nome sono traman- in Valsavaranche”, presente in bronzetto anche nella dati: l’orologio liberty con la figura di Sardanapalo GIORDANI GIUSEPPE (1860-1888), valsesiano. Studia Collezione Sperati. che ruba le vergini;lo splendidoTrofeo per il canot- all’Accademia Albertina ed è autore di monumenti taggio con il Varo della nave; l’inquietante Timbro funerari, busti, bassorilievi, opere di genere e di ani- CARMINATI ANTONIO (Brembate di Sotto (Bg) 1859- macabro. Dal 1904 espone alla Società Promotrice mali. Dal 1884 espone alla Promotrice (“Fiore Milano 1908).Studia prima a Brera poi all’Albertina di delle Belle Arti. Alpino”) e nel 1887 al Circolo degli Artisti. Nella Torino con Odoardo Tabacchi, infine a Roma con Collezione Sperati è presente con il “cane Fido” e Giulio Monteverde. Partecipa al concorso per il FUMAGALLI CELESTINO (Torino 1864 (1867) – con un “camoscio”. monumento di Dante a Trento (1894) e vince quello Milano 1941). Fu orafo, argentiere. Compì gli studi per Giuseppe Verdi a Milano. (1906) Realizza sempre all’Accademia Albertina con Leonardo Bistolfi. GRANDI GIUSEPPE (Ganna (VA), 1843-1894). Nato a Milano diverse opere, lavora nella Fabbrica del Divenne scultore richiesto: sua opera fu l’angelo in nel varesotto come Tabacchi è tra i più significativi Duomo. Nei suoi ritratti e bronzetti si ravvisano inte- rame posto sulla guglia della Mole Antonelliana. scultori della seconda metà dell’Ottocento. Studia ressi sociali. Del busto di donna “Tentazione”, pre- Espose alla Promotrice delle Belle Arti dal 1890 e al all’Accademia di Brera come allievo del ticinese sente in Collezione Sperati, l’originale fu esposto a Circolo degli Artisti dal 1893. Ebbe una fonderia in Vela,poi diviene assistente diTabacchi all’Albertina. Milano nel 1899. proprio in cui realizzò diversi bronzi di intonazione Tornato a Milano, partecipa al movimento anticon- scapigliata, oggi alla Galleria di Arte Moderna di formista della Scapigliatura con i pittori Cremona e CONFALONIERI FRANCESCO (Costa Masnaga (Co) Milano. Del 1906 è “Libellula” alla Galleria di Arte Ranzoni - che avevano studiato con lui a Brera - cer- 1850- Milano1925). Studia con lo Strazza a Brera, poi è Moderna di Torino. cando di ottenere nella scultura i risultati da essi rag- aiuto di Vincenzo Vela. Dal 1887 è docente di scultura giunti nella pittura.Tutta la sua produzione è carat- nell’accademia milanese. Le sue numerose opere pub- GINOTTI GIACOMO (1837-1897) valsesiano, allievo terizzata dalla ricerca di un marcato pittoricismo bliche, molte di soggetto religioso, gli diedero notevo- di Vela e di Tabacchi all’Accademia Albertina di classico, che compare già nel monumento milanese le fama. “Mirra”, un’opera tra verismo e sentimentali- Torino, dal 1865 al 1869. Da questi maestri deriva il a Cesare Beccaria (1871), una delle sue prime smo romantico, fu premiata a Milano nel 1879. Oggi è verismo sensuale e a tratti pittorico della sua produ- opere,scolpito prima nel marmo e poi sostituito da ivi, nella Galleria di Arte Moderna. Con “Saffo”(1876, zione di figurette di giovani donne dalle forme esu- quello in bronzo. Più tardi eseguirà il monumento riproposta anche aTorino nel 1884) Confalonieri vinse beranti. Il tema del nudo e dell’eros andava sempre alle Cinque Giornate di Milano, che lo renderà il Premio triennale di scultura. L’opera fu acquistata da più diffondendosi. A Roma, dove si trasferisce per famoso.Fra i molti ritratti va ricordato il Maresciallo re Umberto I che la donò alla sorella, Maria Pia del quindici anni, modella fra l’altro la Schiava dal bel Ney,in cui lo scultore si era ormai liberato da ogni Portogallo. Nella Collezione Sperati è suo il bronzetto corpo vigoroso e ricco di tensione dinamica, opera accademismo. che ritrae Alessandro Manzoni. molto replicata nel marmo e nel bronzo, che ebbe Grandi ha avuto una notevole influenza su quasi tutti largo consenso e sarà ripetutamente premiata otte- gli artisti del suo tempo. In particolare Bistolfi, CRESPI FERRUCCIO (Busto Arsizio (VA), 1861-1891). nendo la medaglia d’oro all’Esposizione di Parigi del Medardo Rosso e Troubetzkoy impareranno da lui la

89 lezione di una “scultura vibrante nello spazio e monumento. POZZI TANCREDI (Milano 1864-1924). Studia all’Ac- nella luce”.Alla GAM di Torino è presente con il bel MAROCHETTI CARLO (Torino 1805-1867). Si forma a cademia Albertina di Torino ed è autore del Monu- bronzo di Beethoven giovinetto (1874) e numerose Parigi ed opera prevalentemente in Francia e a mento in memoria di re Umberto I, colonna comme- sue opere si conservano nella Galleria d’Arte Londra, ma lascia in patria la sua opera migliore:il morativa eretta sul colle di Superga e inaugurata in Moderna di Milano.In Collezione Sperati notevole è il monumento equestre di Emanuele Filiberto (1838), occasione dell’inaugurazione della Esposizione di suo bronzetto raffigurante Cesare Beccaria e il tra- che rinfodera la spada dopo la battaglia di San Arte Decorativa Moderna del 1902. sgressivo “Putto fontana”. Quintino. La grande scultura gli fu ordinata da Carlo Nella Collezione Sperati si trova il bronzetto di un Alberto: è opera di accento romantico, felice per la cavallo (“Tafani molesti”), uno dei suoi soggetti prefe- GRIMALDI STANISLAO (Chambéry 1825-1903). spontaneità del movimento e l’effetto luministico. riti,che era stato esposto in gesso a nel Pittore e scultore. Allievo alla R.Accademia Militare di Nel 1861 si inaugurerà a Torino anche il monumento 1888.L’opera comparve anche nel citato Catalogo del Torino, studia pittura con Gonin. Partecipa alla prima a Carlo Alberto. Del relativo bronzetto nella Centenario della Promotrice del 1942 con il nome Guerra per l’Indipendenza del 1848/49, realizzando Collezione Sperati rimane solo il basamento bronzeo del collezionista, Rag Benedetto Fiore. Alla GAM di un album di fotografie delle campagne militari per con fregi di misure ridotte. Altre opere del Marochetti Torino è conservato il bronzo“L’odio”del 1915. incarico del ministro Alfonso La Marmora, per cui sono a Torino alla GAM, al museo del Risorgimento e venne nominato professore all’Albertina. Diventa all’Accademia Albertina. ROSSO MEDARDO (Torino 1858-1928). Pur essendo disegnatore di cavalli per il Re e ne esegue modelli torinese, si formò a Milano,dove si era trasferito con la bronzei, realizzando infine il monumento equestre al MÈNE PIERRE JULES (Parigi 1810-1879). È il più famiglia, negli stessi anni di Bazzaro, aderendo al clima La Marmora, di piazza Bodoni a Torino, che venne importante animalista francese del XIX secolo. Esegue antiaccademico della Scapigliatura lombarda i cui fuso da Emilio Sperati nel R. Arsenale (1889) e inau- opere bronzee di piccolo formato, molto riprodotte, riflessi si rivelano fin dalle sue prime opere,plasmate a gurato nel 1891. caratterizzate da un’attenta cura dei minimi particolari Milano negli anni ottanta con soggetti di genere: testi- e delle pose tipiche degli animali ritratti. Nel 1838 ne di donne e bambini di cui fa parte probabilmente LANCERAY EUGENIO ALEXANDRONOVIC (San costruisce la fonderia e comincia ad esporre le sue anche lo “Scugnizzo”, testa di ragazzo dallo sguardo Pietroburgo 1848 - 1886). Artista russo vissuto a opere ottenendo premi ai Salons parigini.In collezione birichino, della Collezione Sperati. Nel 1889 andò a lungo a Parigi dove produsse centinaia di statuette e Sperati “Piccolo cervo” e “Leprotto”. risiedere a Parigi dove maturò, a contatto con di piccoli gruppi in bronzo.Sono cavalli, cavalieri, l’esperienza impressionista, il suo linguaggio. arabi, spesso ambientati nel deserto africano e per- MONTI MICHELANGELO (Milano 1875-Torino 1946). Rifiutando ogni schema, deformando la realtà, egli sonaggi del suo paese.L’edizione completa fu realiz- Allievo a Brera sotto la guida di Barzaghi e Bazzaro, si riuscì a ottenere figure quasi evanescenti nella luce, zata dalla fonderia Susse. Altre sue opere vennero trasferisce a Torino nel 1895, dove seguirà plasmandole nella cera, nel gesso e nel bronzo, trasfe- edite e San Pietroburgo dal fonditore Chopin e in l’insegnamento di Tabacchi.Vicino al pittoricismo lom- rendo alla plastica alcuni effetti tipici della tecnica pit- Polonia. Sono spesso firmati in caratteri cirillici. In bardo, realizza monumenti, busti, ritratti, eleganti sta- torica. Sue opere sono nel Museo Rosso di Barzio collezione Sperati“L’addio del cosacco”. tuette di donne. Si accosta a Bistolfi e acquista forme (Lecco). plastiche più decorative. Nel 1911 concorre per il MARAZZANI VISCONTI conte AGOSTINO (Piacen- monumento della Regina Margherita a Bordighera. Nel RUBINO EDOARDO (Torino 1871-1954). Si forma za?-?). Buon animalista, partecipa con alcune opere Canavese realizza alcuni monumenti ai Caduti (Corio, all’Accademia Albertina, sotto la guida di Tabacchi. alla rassegne della Società Promotrice delle Belle Arti San Maurizio, San Francesco al Campo). Alla Gam di Compie il tirocinio nello studio di Bistolfi, accostan- del 1892 e del 1893, apprezzato da re Umberto I che Torino è il suo “Ritmo di danza antica”. In Collezione dosi al gusto Liberty allora dominante. Dal 1891 acquista una sua opera. In Collezione Sperati compa- Sperati compare come animalista con un realistico comincia ad esporre regolarmente a tutte le mostre re un piccolo monumento equestre di Amedeo di “Elefante”. della Promotrice. Savoia, forse tratto da una prova per il concorso del È autore di ritratti, busti, bronzetti simbolisti e di

90 monumenti funerari.Dotato di talento naturale che lo cipe Amedeo. risentendo l’influsso del suo pittoricismo plastico. faceva apprezzare per la sua abilità,in occasione della Nella attività svolta in età più matura segue l’evoluzione Compie frequenti viaggi anche all’estero. Nutre un Esposizione Nazionale del 1898 ebbe l’incarico di stilistica di Bistolfi con opere più classicheggianti e sin- profondo amore per il mondo animale ed è un ani- modellare la statua allegorica della Dora per la tetiche. Espone ripetutamente alla Società Promotrice malista di rara vivacità. Diventa un grande ritrattista, Fontana dei Mesi ideata dal Ceppi. Per il successo delle Belle Arti a Torino e alle mostre del Circolo degli molto richiesto dalle signore della borghesia e della ottenuto gli fu affidata anche l’esecuzione di altri Artisti. Realizza bronzetti e monumenti funerari. In vecchia aristocrazia, per la capacità di intuire il per- gruppi di statue e di nuovo per l’Esposizione del Collezione Sperati ha una interessante Testa di donna. sonaggio e per la naturalezza con cui sa cogliere 1902 gli fu commissionato il gruppo delle fanciulle l’espressione del soggetto.Tra i più felici è il ritratto danzanti (allegoria delle Arti decorative?) per il padi- TABACCHI ODOARDO (Valganna (Va) 1831-1905). di Segantini, colto in una delle sue pose più consue- glione centrale della mostra. Comincia anche a lavo- Studia scultura all’Accademia di Brera, poi va a perfe- te. Dal 1886 al 1896 abitò a Milano, frequentando gli rare con Davide Calandra, che lo vuole come suo col- zionarsi a Firenze, attratto particolarmente dal Scapigliati insieme al fratello Pietro, pittore. Esegue laboratore e per il quale terminerà alcune opere Bartolini, quindi a Roma. Nel 1868 ritorna a Milano anche opere di carattere monumentale, fra cui l’assai dopo la sua morte.Vince diversi concorsi fra cui quel- dove lavora per committenze private e monumenti discussa statua equestre dello Zar Alessandro III, fusa lo per la facciata del nuovo palazzo della Promotrice funebri. Nel 1868 è chiamato a Torino per succedere a a San Pietroburgo da Emilio Sperati. Nella Collezione al Valentino (1919). Vincenzo Vela alla cattedra di scultura all’Accademia di Palazzo Lascaris è il bronzo della Slitta (Izsvozcik), Nell’età matura,divenuto una figura di rilievo nella vita Albertina, ove insegnerà fino alla morte, formando alla modellato con vivacità e pittoricismo di ascendenza artistica torinese, si orienterà verso forme più austere, sua scuola quasi tutti gli scultori dell’epoca. Comincia scapigliata. Nel Museo del Paesaggio di Verbania rinunciando ai ritmi decorativi dell’arte floreale. Nella per lui un periodo di grande operosità che va dalla pro- Pallanza è conservata la sua gispoteca, rappresentati- Collezione Sperati si trovano alcuni dei suoi bronzetti duzione di monumenti storici a quelli funebri,dalle sta- va di tutta la sua attività. più noti come la Gressonara e la Pragelatina, dove tue di personaggi famosi alle sculture ‘di genere’ con appare ancora legato a moduli veristi.Varie sue opere bronzetti di giovani donne sensuali e seducenti come VELA VINCENZO (Ligornetto (Canton Ticino) 1820- sono conservate alla GAM di Torino. l’amatissima‘Tuffolina’(ragazza che si tuffa da uno sco- 91). Dopo aver lavorato da bambino nella cave come glio) di cui gli furono richieste centinaia di copie. Nel scalpellino, a dodici anni si stabilisce a Milano a lavo- SASSI FRANCESCO (Vercelli 1870-1943). Studia 1884 egli aveva fatto venire da Milano Emilio Sperati rare con i marmisti del Duomo mentre frequenta all’Accademia Albertina con Tabacchi ed è autore per affidargli la fusione di tutte le sue opere, a comin- l’Accademia di Brera e lo studio del Cacciatori; ma soprattutto di opere pubbliche e monumenti funebri. ciare dal Monumento a Garibaldi (collocato in corso dopo aver conosciuto Bartolini, si sente attratto Poi si accosta ai modelli liberty e nel 1899 modella Cairoli), a cui seguono quello del generale Alfonso La soprattutto da lui per lo studio dal vero: diverrà uno alcune statue per la Fontana dei Mesi ideata dal Ceppi Marmora per Biella e quello a Giovanni Lanza, per dei più importanti esponenti del realismo. Dopo aver al Valentino. È opera sua, in Collezione Sperati, una Casale Monferrato. Il Tabacchi segna il passaggio dalla vinto diversi premi ai concorsi di scultura, lascia targa del 1902 raffigurante Maria Cristina Gribaudi. visione veristica descrittiva del Vela alla visione sim- l’Accademia e va a Roma, dove lo studio di Michelan- bolista; all’esperienza accademica milanese unisce gelo e Bernini sarà decisivo per la sua arte. Qui ese- STAGLIANO ARTURO (Cuglionesi (Cb) 1867 - Torino aneliti scapigliati, arrivando alle soglie del Liberty, gue lo Spartaco, uno dei suoi capolavori, che presen- 1936). Studia a Napoli con Domenico Morelli fino al senza parteciparvi pienamente. In collezione Sperati ta dopo aver combattuto come volontario nelle 1894. Ad Anacapri, dove vive alcun tempo, conosce “Michelangelo”, “Arnaldo da Brescia”, “Alfonso la Cinque Giornate del 1848. Nel 1852 è invitato a Tori- Bistolfi. Lo segue a Torino dedicandosi alla scultura. Marmora”, la “Bagnante”,“Cagnolino levrerio”. no dai patrioti piemontesi dove gli verrà offerta la cat- Esegue la medaglia che la città di Casale offre a tedra di scultura all’Accademia Albertina, che terrà Bistolfi per il successo all’Esposizione di Venezia. È TROUBETZKOY PAOLO (Intra 1866-1938). Di nobile per un decennio, influenzando tutta la cultura figura- autore di monumenti ad Aosta, Treviso, Alba, Cuneo, famiglia russa, riceve i primi insegnamenti dal tiva italiana. Novara.Partecipa concorso per il monumento al prin- Ranzoni e da Bazzaro e studia le opere del Grandi, Ma nel 1867,deluso e amareggiato per l’esito del con-

91 DALL’ARCHIVIO SPERATI norificenza conferitagli “motu proprio” dal Re (14 di Re Umberto, dello scultore Rubino (6 maggio dicembre 1891). 1902). di Giuliana Brugnelli Biraghi 8. Il Comitato Esecutivo dell’Esposizione Generale 16 .Lettera del Ministro della Real Casa che annun- L’Archivio Sperati, conservato dal Consiglio Regio- del 1898 nomina lo Sperati a far parte della Com- cia allo Sperati la promozione da parte del Re a Uffi- nale del Piemonte in Palazzo Lascaris,è costituito da missione per l’organizzazione della sezione“Mobili, ciale nell’ordine della Corona d’Italia,per la fusione copie di una serie di documenti che la figlia Luisa lavori ed utensili in metallo” della Divisione indu- del monumento al principe Amedeo duca d’Aosta consegnò al tempo della Donazione dei bronzetti. strie e manifatture”(19 febbraio 1896). (10 maggio 1902). Ne riportiamo un breve elenco: 9. Comunicazione della nomina a rappresentante 17.Lettera del Ministro della Real Casa per trasmet- 1. Carta d’Ammissione di Emilio Sperati alla “Scuo- della classe degli Industriali nel 1° Collegio dei tergli il Diploma dell’onorificenza concessa dal Re la di Ornato” dell’Accademia di Brera (28 novem- Probi-Viri diTorino,per le Industrie metallurgiche e (25 maggio 1902). bre 1874). meccaniche (19 aprile 1898). 18.Telegramma del Comitato per il monumento a 2.Carta d’Ammissione di Emilio Sperati alla“Scuola 10.Articolo del giornale “La Lombardia” del 15 Garibaldi a Porto Maurizio che esprime entusiasti- di elementi di figura”(21 febbraio 1877). ottobre 1898 che rivendica l’origine milanese di che congratulazioni per la fusione compiuta dallo Emilio Sperati, erroneamente definito “torinese”. Sperati (4 maggio 1904). 3.Carta d’Ammissione di Emilio Sperati alla“Scuola di Architettura” (23 novembre 1883). 11. In “Revue universelle Internationale illustrée 19.A Sperati è offerta la carica di Ispettore scolasti- de Genève”, articolo “La fonderie artistique et les co delle Scuole Officine Serali di via Ormea 63, 4. Dichiarazione del Sindaco di Biella che attesta remarquables travaux de M.le chevalier Emile Spe- angolo via Bidone, a Torino (26 gennaio 1909). che il monumento al generale La Marmora, del rati à Turin”(Novembre 1898). Tabacchi, è stato fuso “con maestria” dallo Sperati 20. Nomina a membro del Comitato Esecutivo per (24 settembre 1889). 12. Sperati cav Emilio “Brevi cenni sullo sviluppo l’importante Gara Nazionale e Internazionale della della propria industria” (senza data ma Torino, primavera 1911, per il 5° anniversario del Regno 5. Dichiarazione di Odoardo Tabacchi che attesta la 1898). d’Italia (1° marzo 1910). perizia con cui Emilio Sperati ha fuso,per suo ordi- ne, le statue colossali: Garibaldi per Torino, La Mar- 13. Sperati è rieletto membro dell’Ufficio di Conci- 21. Lettera di accompagnamento della Relazione mora per Biella e il monumento Lanza per Casale (6 liazione dei Probi-Viri. Comunicazione del Presi- (mancante) sulla festa di inaugurazione del monu- dicembre 1889). dente dei Probi-Viri che gli rinnova la nomina (15 mento a Carlo Alfonso Bonafous, modellato e fuso maggio 1900). dallo Sperati (31 dicembre 1913). 6. Lettera del Ministro Rattazzi, che comunica allo Sperati la nomina da parte del Re a Cavaliere della 14. Contratto di lavoro per gli operai: proposte di 22. Lettera di ringraziamento del Bistolfi agli amici Corona d’Italia, per la fusione del Monumento al Emilio Sperati (12 giugno 1900). (tra cui lo Sperati) per la partecipazione per il pre- Generale La Marmora, inaugurato in quel giorno a mio da lui ricevuto e la nomina a Senatore del Torino (20 ottobre 1891). 15. “Il Fischietto” annuncia che il 7 maggio sarà Governo Nazionale (marzo 1923). inaugurato il monumento al Principe Amedeo,fuso 7.Altra lettera del Rattazzi al“Cavalier Emilio Spera- dal Cav.Sperati e il giorno successivo si inaugurerà 23. Necrologio per la morte di Emilio Sperati ti” per l’invio del Diploma Magistrale relativo all’o- sul colle di Superga la colonna votiva in memoria (“Il Nazionale”del 5 settembre 1931).

92 L’AVVENTURA DELLA COLLEZIONE letto, cercava di ricordare. Tutto è stato fatto sulla memoria e noi in questa presentazione al pubblico dei bronzetti della Collezione Sperati, a quelle definizioni abbiamo dato fede, limitandoci a correggere qualche Sono otto fogli battuti a macchina.Conservati nel picco- nome vistosamente errato (Lanséré= Lanceray) e qual- loArchivio della Collezione Sperati contengono il primo che evidente confusione di autore o di titolo. originale elenco della donazione fatta dalla Signora Luisa. Al momento della consegna delle opere alla Regione Cento bronzi, ottantacinque dipinti e quarantacinque Piemonte si è presentato, immediato, il problema pezzi fra ceramiche,porcellane,gessi,terrecotte,tappeti, della loro valorizzazione. Si sono fatte predisporre oggetti vari… perfino otto pipe e quattro cuscini di vetrine in cui sistemare i bronzetti più significativi e cuoio.Consunti,specifica una annotazione fra parentesi. si è dato incarico a Giuliana Biraghi, storico dell’arte, Il giorno ventotto aprile 1980 in Magliano Alfieri la di stilare un primo approccio per la storia della Col- signora Luisa Sperati vedova Mezzalama, in presenza lezione Sperati. È uscito così, nella seconda edizione di due testimoni, stilava di fronte a Ferrero Italo di del volume “Palazzo Lascaris, tre secoli di vita tori- Andrea, notaio in Alba, l’atto di donazione all’Ente nese” un capitolo che rivelava l’esistenza della dona- Regione Piemonte del complesso di oggetti e di zione. Poi il Consiglio Regionale, intendendo presen- opere d’arte ereditato dal padre. tare al pubblico, in visite guidate, il patrimonio d’arte La donazione è fatta “a condizione che detti beni del Palazzo, ha fatto predisporre una piccola,preziosa vengano custoditi e ambientati nelle sale di Palaz- brochure. Una signora anziana ha giocato con la sua zo Lascaris in Torino via Alfieri”. Si precisava che memoria - dice ancora Michelangelo Fessia - ora si “quelli di detti beni che dall’Ente donatario fossero deve predisporre una sistemazione, museale idonea, ritenuti non adatti allo scopo avrebbero dovuto una ‘grande vetrina’ per far conoscere tutta la colle- essere consegnati alla Suore Minime del Suffragio Nelle bacheche volute per l’allestimento permanente zione al grande pubblico. di via San Donato 31 a Torino”. dal Consiglio regionale del Piemonte a sinistra Nell’atto non era attribuito un valore ai beni donati:si le statuette esprimono l’eleganza del nudo auspicava che l’Ente, in sede di accettazione della mentre a destra compaiono donazione, si sarebbe avvalso delle perizie di esperti. significativi bronzetti animalistici. Il 15 giugno 1982 sulla Gazzetta Ufficiale compariva “in sunto” il decreto del Presidente della Repubblica Il Palazzo Lascaris, la “casa di tutti i Piemontesi”, appe- del 19 marzo di quell’anno, segnato con il numero na restaurato, accoglieva così il complesso di valori 356. L’onorevole Clelio Darida, in veste di guardasigil- d’arte che giungeva ad arricchire i già prestigiosi li, siglava l’autorizzazione alla Regione Piemonte ad ambienti.Quante erano le opere? Rispetto all’elenco,ci accettare quella donazione che,si precisava,all’epoca dice Michelangelo Fessia - che dopo Mario Pugno e era “del valore stimato di lire 108.800.000”. con Claudio Minnicelli è curatore di questo patrimo- Si compiva così, con atti ufficiali, una volontà stimolata e nio - le opere di fatto sono cresciute al momento in caldeggiata dal medico curante della Signora, il dottor cui, con la presenza di esperti sono state valutate a fini Enrico Gastaldi, consigliere regionale, membro del grup- assicurativi. Importante a questo punto è tener pre- po consiliare del partito repubblicano,residente in Prioc- sente che tutte le informazioni sulle opere sono state ca d’Alba dove la signora,malata,si era da tempo stabilita. tratte da quei ricordi che la Signora Luisa, malata e a

93 BIBLIOGRAFIA E. MAGRINI Il risultato della inchiesta referendum F.R.FRATINI Polemiche in Italia sull’arte moderna, sulle abitazioni popolari in Torino in La riforma Torino, 1970. VANNUCCIO BIRINGUCCIO SANESE De la piro- sociale, anno XIII,1906. B. BEARZI Benvenuto Cellini ed il Perseo, in “Con- technia presso Curtio Navo,Venezia, 1540. Storia universale illustrata, vol. II, Industria, Sonzo- vegno: B. Cellini”, (Roma - Firenze, 8 - 9 febbraio Description de ce qui a été pratiqué pour fondre gno editore, Milano, 1906. 1971), Roma,Accademia dei Lincei, 1972. en bronze, d’un seul jet, la figure équestre de Louis G. SEGANTINI Scritti e lettere (a cura di Bianca Mostra Arte e socialità in Italia Dal realismo al XIV élevéé par la ville de Paris dans la place Louis Segantini),Torino, Fratelli Bocca Ed., 1910. simbolismo 1865-1915, Milano, 1979. Le Grand en 1699, Paris, 1743. Almanacco della scultura, Milano, 1911. M. LEVA L’edilizia popolare all’inizio del nostro Dei delitti e delle pene, Livorno,1764,(anonimo,ma R. GROLLI Paolo Troubetzkoy scultore, Milano, 1912. secolo, in Piemonte vivo, 5 , ottobre 1974. C. Beccaria) L.V.BERTARELLI Guida d’Italia dei Touring Club A.A. MOLA La gipsoteca di Davide Calandra Savi- Catalogue des Bronzes édités par Antoine Louis Italiano, Sguardo d’insieme: l’industria, Hoepli gliano, 1975. Barye, Paris, 1880. editore, Milano, 1914. M. LEVA Stagione del liberty nelle case torinesi, in G. GODIO Vita africana Ricordi di un viaggio nel C. RICCI D. Calandra scultore, Milano Editori Alfieri Piemonte vivo, 2 aprile 1976. Sudan Orientale, Milano Vallardi, 1883. e Lacroix, 1916. Guida ai luoghi gozzaniani di Agliè a cura della R. BRAYDA (a cura di) Memorie di un architetto, L. MAGNE Décor du métal: le cuivre et le bronze Scuola Media Olivetti di Agliè, Classe II B,Anno sco- Camilla e Bertolero,Torino, 1888. Paris Laurens,1917. lastico 1977-78. A. STELLA Pittura e scultura in Piemonte (1842 - A. MELANI L’arte di distinguere gli stili, Ulrico Hoe- AA.VV. Fantasmi di bronzo, guida ai monumenti 1891), Paravia,Torino, 1893. pli, Milano, 1 di Torino (1808/1937), Martano Ed.,Torino, 1978. Guida di Torino, Paravia,Torino, 1895. “Il Marzocco”, Firenze, 18 luglio 1919. G. BRUGNELLI BIRAGHI, D.GARBARINO, M. L. MON- AA.VV.L’Arte all’Esposizione del 1898,Editori Roux SALVANESCHI Ernesto Bazzaro, Milano, 1921. CASSOLI TIBONE, Palazzo Lascaris, Tre secoli di e Frassati & C.,Torino, 1898. D.DONGHI Manuale dell’architetto vol. II, parte vita torinese, EDA,Torino,1979. Revue Universelle Internationale Illustrée, de prima, sez. II, III, Unione Tipografica Editrice, Tori- Oggi la fonderia, tecniche e strumenti, catalogo Genève, novembre 1898. no,1925. della mostra,Arezzo,1979. SPERATI Cav. EMILIO, “Brevi cenni sullo sviluppo S. TOFANARI d’animaux Catalogo A.A.V.V. Torino città viva Da capitale a metropoli della propria industria”,Torino, 1898. mostra, Firenze, 1928. 1880-1980. Cento anni di vita cittadina. Centro L’Illustrazione italiana,a.XXIX,n.18,4 maggio,Fra- “La Gazzetta del Popolo”, 10 settembre 1931. Studi Piemontesi,Torino, 1980. telli Treves Ed. Milano, 1902. “Il Nazionale”, 5 settembre1931. Il liberty a Torino, Schede ufficiali della Soprinten- “L’arte decorativa moderna”,Anno I,n.1,gennaio 1902. GRASSO L.Bistolfi. Milano, 1940. denza per i Beni Ambientali ed Architettonici del La Quadriennale Rivista letteraria illustrata della ANTONUCCI Ritratti e autoritratti della Tampa, Piemonte, redatte da M.LEVA PISTOI e Esposizione di Belle Arti N. 1, L’Opera nostra. Arti- Torino, 1952. A.FRIEDEMANN, ed.CRT,TORINO, 1981. colo di apertura,Torino l902. LEONARDO DA VINCI Manoscritto di Windsor M. DE MICHELI La scultura del Novecento, UTET, Gazzetta del Popolo della Domenica,Torino, mag- 12350.t da Scritti scelti di Leonardo da Vinci a cura Torino, 1981. gio 1902. di Anna Maria Brizio,Torino, UTET,1952. G. B. EMBSER Il R. Arsenale di Torino nel Settecen- “Il Fischietto”,Torino, 6 maggio 1902. E. PANOFSKY Il significato delle arti visive, Einau- to: lavoro e tecnica, EDA,Torino, 1981. E. THOVEZ Artisti contemporanei: Davide Calan- di,1962. A.MAGNAGHI,M.MONGE,L.RE Guida all’architettura dra in Emporium XV,89, Maggio 1902. I.CREMONA Il tempo dell’Art Nouveau, Torino 1964 moderna diTorino,Designers riuniti editori,Torino,1982. V.PICA L’arte decorativa all’Esposizione di Torino R. BOSSAGLIA Il Liberty in Italia, il Saggiatore, A. M. DE MICHELI La scultura dell’Ottocento, UTET, 1902, Bergamo, 1903. Mondadori, Milano, 1968. Torino, 1982.

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95 INDICE DEI LUOGHI E DEI NOMI Boffrand, scultore, 27 Chicago, 28 Ferrero Italo, notaio, 93 Bonafous Carlo Alfonso, 36 Chieri, 36 Ferro Cesare, pittore, 2, 4, 20, 42 Africa, 37 Bonaparte Letizia, principessa, 34 Chini Galileo, 9 Finarte, Milano, 76 Agliè, 5, 6, 87 Bonardi E., 11 Christies, casa d’aste, 56, 65 Follini Carlo, pittore, 20 Agnello, vescovo, 26 Borello, 16 Ciardi Giacomo, 20 Fondazione Gianni e Marella Agnelli, 45 Aitelli Efisio, giornalista, 19 Bottero G.B., 10, 16 Cina, 25 Fondazione per la Ricerca e la Cura del Cancro, 39 Albera Marco, collezionista, 41 Bourdelle, scultore, 27 Circolo degli Artisti, 9, 19, 72 Fontanesi Antonio, pittore, 20 Albertina Accademia di B.B.A,A., 31, 33 Bozzetti Cino, pittore, 20 Collas Achille, 28 Forchino Giovanni Battista, scultore, 60, 62, 67, 89 Albertoni, scultore, 16 Branca Giulio, 74 Colleoni Bartolomeo, monumento a, 45 Fradeletto,organizzatore della Biennale di Venezia, 25 Alessandro III, zar di Russia, 35, 36 Brera, Accademia di B.B.A.A., 29, 30 Cometti, 9 Fréjus, monumento al, 14, 15 Alfieri Vittorio, poeta, 3 Bresci, anarchico, 20 Confalonieri Francesco, scultore, 56, 73, 89 Frola Secondo, sindaco, onorevole, 12 Algeria, 37 Brescia, 32, 47 Contratti, scultore, 15, 20 Fuchs Georg, 10 Alovisio Maria, collezionista, 40 Bruxelles, 14, 78 Costa Pietro, scultore, 14, 41 Fumagalli Celestino,scultore,incisore e fonditore,32,39, Amedeo di Savoia, principe, duca d’Aosta, 5, 12, 15, 18, Bugatti Rembrandt, scultore, 9, 37, 38 Côte d’Ivoire, 37 57, 58 19, 20, 33, 34, 50 Buonarroti Michelangelo, statua, 31, 32, 46 Crane Walter, 10, 12 Gaillard, 11 Amedeo V di Savoia, 9 Cagni Umberto, esploratore, 57 Cravero Davide, 40 Garibaldi Giuseppe, monumento a, 15, 31, 49 Amedeo VI di Savoia, 19 Calandra Claudio avvocato, 48 Cremona Tranquillo, pittore, 29, 88 Gastaldi Enrico, medico, 29 Amedeo VII di Savoia, 19 Calandra Cravero Elena, 40 Crespi Giuseppe, scultore, 38, 83, 89 Gatti, scultore, 83 Aosta, valli di, 54, 72 Calandra Davide, scultore, 5, 6, 11, 12, 15, 18, 19, 20, 33, Creta, 25 Gavroche, 76 Arcangelo, 57 34, 35, 40, 43, 48, 52, 71, 88 Crimea, monumento a, 15 Gili, scultore, 49 Arnaldo da Brescia, 1, 15, 32, 47 Calandra Virginia, 40 Cristiania (Oslo), 57 Gilodi, architetto, 16 Ashbee, 10 Calcaprino, bar, 17 Cuneese, 54 Ginotti Giacomo, scultore, 3, 16, 33, 61, 89 Avogadro Amedeo, 16 Calderini Marco, pittore, 20 D’Aronco Raimondo, architetto, 8, 12, 17 Giolitti, onorevole, 5 Avondo Vittorio, pittore, 20 Calleri Arturo ( Caronte), caricaturista, 35 D’Azeglio Massimo, monumento a, 16 Giordani Giuseppe, scultore, 38, 82, 86, 89 Baglioni, scultore, 16 Canal Antonio detto il Canaletto, 45 Dal Bianco Mario,Antonietta, Ambra, Maria Pia, 40 Glasgow, 10 Barbo Cesare, monumento a, 16 Canonica Pietro, scultore, 16, 19 Darida Clelio, onorevole, 93 Govean Felice, monumento a, 16 Balzìco Alfonso, scultore, 15, 16 Carena Felice, 20 Darmstadt, 10 Gozzano Diodata, 6 Banfi Achille, orologiaio, 17 Carestia Zeffirino,scultore, 54, 89 Daumier, 28 Gozzano Guido, scrittore, 3, 5, 6, 87 Baratti e Milano, confetteria, 17 Carignano, palazzo, 14 De Amicis Edmondo, monumento a, 16 Grandi Giuseppe, scultore, 29, 33, 35, 56, 78, 88, 89 Barbédienne, bronzista, 32, 33, 37 Carlo I duca di Savoia, 19 De Amicis Edmondo, scrittore, 33 Grimaldi Stanislao, scultore, 31, 34, 90 Barye, scultore, 37, 38 Carlo III, duca di Savoia, 19 De Coubertin, fonderia, 27 Grosso Giacomo, pittore, 2, 19 Barzaghi Francesco, scultore, 30, 31, 88 Carlo Alberto, re di Sardegna, 7, 15, 19 Degas Edgard, 28 Grubicy, pittore, 20 Bava Eusebio, generale, monumento a, 16 Carlo Emanuele I ,duca di Savoia, 19 Delacroix Eugenio, pittore, 44 Guglielminetti Amalia, 87 Bazzaro Ernesto, scultore, 30, 36, 68, 69, 88 Carlo Emanuele II, duca di Savoia, 19 Delleani Lorenzo, pittore, 2, 19, 30, 32, 40 Guild, 10 Bazzaro Leonardo, pittore, 30, 88 Carlo Emanuele III di Savoia, re di Sardegna, 19 De Sonnaz, monumento a, 16 Hayez Francesco, monumento a, 31 Behrens Peter, 12 Carminati Antonio, scultore, 64 Dini Giuseoppe, scultore, 16 Hébard, 38 Belli G.scultore, 15 Horta Victor, 12 Beccaria Cesare, monumento a, 56 Carpanetto G.B., pittore, 9 Diodoro Siculo, 44 Beltrami G, 9 Carrera Pietro, architetto, 14, 16, 17 Dragone Angelo, critico d’arte, 20 Klein, bronzista, 32 Berlepsch, 10 Casale Monferrato, 31, 55 Duprè Giovanni, scultore, 15 Koch Alexander, 10 Bertarelli, guida, 13, 16 Catamantaledes, guerriero, 48 Egeo, mare, 26 Kûnzli, stampatori, 12 Bezzola Antonio, scultore, 88 Cavalleri Vittorio, pittore, 19, 20 Egitto, 25 La Farina, monumento a, 16 Biancamano Umberto, 19 Cavalli, generale, monumento a, 16 Emanuele Filiberto, duca di Savoia, 15, 19 La Marmora Alfonso, monumento a, 15, 31, 34, 51 Biella, 2, 31 Cavour, monumento a, 15, 31 Faldella Giovanni, scrittore, 19 La Marmora Alessandro, monumento a, 16 Bianchi Mosè, pittore, 20 Cellini Benvenuto, scultore, 27, 31, 32 Fattori Giovanni, pittore, 20 Lalique, 10 Biscarra Cesare, 16, 30, 32, 61, 74, 79, 88 Cena Giovanni, poeta, 20 Fenoglio Pietro, architetto, 16 Lanceray Eugenio Alexandronovic, 70, 90 Bistolfi Giovanni, 79 Ceppi Carlo, architetto, 14, 16 Fessia Michelangelo, 93 Lanzo, valli di, 54 Bistolfi Leonardo, scultore, 7, 9, 11, 16, 19, 30, 32, 34, 35, Ceragioli Giorgio, 11, 16 Ferdinando di Savoia, duca di Genova, monumento a, 19 Lascaris, palazzo, 29, 30, 32, 38, 93 40, 55, 63, 79, 87, 88 Ceruti, 9 Ferraris Galileo, monumento a, 20 Leonardo da Vinci, 26

96 Leva Pistoi Mila, storico dell’arte, 16, 17 Paoletti, 11 Stagliano Arturo, scultore, 65, 91 Lions Club Torino Castello, 39 Papi di Firenze, fonderia, 31, 32 Strasburgo, 12 Lippi di Pistoia, fonditore, 19, 20, 34 Parigi, 10, 32, 61 Stratta Carlo, 19 Lombroso Cesare, psichiatra, 55 Pastonchi Francesco, 6 Superga, 12, 43 Longoni Emilio, pittore, 30 Pavia, 26 Susse Albert,fonditore, 28 Luigi Amedeo di Savoia, principe, duca degli Abruzzi, esploratore, 57 Pellizza da Volpedo Giuseppe, pittore, 20 Tabacchi Odoardo, scultore, 3, 10, 15, 16, 31, 32, 33, 38, 46, 47, 51, 59, 82, 91 Mackintosh, 12, 44 Perseo, scultura, 31, 32 Tagliaferri Antonio, scultore, 32 Magliano Alfieri, 93 Pes di Villamarina, monumento a, 16 Taormina, 32 Magne Lucien, 26 Pescatore Matteo, giureconsulto, 16 Teatro D’Angennes (Gianduja), 79 Manfredini di Milano, fonderia, 31 Petitti, architetto, 16 Teja Casimiro, monumento a, 15 Manzoni Alessandro, statua di, 31, 56 Phillips, casa d’aste, 56 Teodorico, 26 Marazzani Visconti Agostino, scultore, 50, 90 Pica Agnol Domenico, 11, 20 Testona, 19 Marchiondi Istituto correzionale, 30 Piemonte, Consiglio Regionale, 4 Thovez Enrico, 10, 11 Margherita di Savoia, regina, 12 Pietro I di Savoia, 19 Tibone Angelo, 39 Marochetti, scultore, 7, 15, 90 Pozzi Tancredi, scultore, 12, 20, 43, 84, 90 Tibone Domenico, Rettore dell’Università, 39 Marocco, 37 Previati Gaetano, pittore, 20 Tiffany Louis Comfort, 10, 12 Mazzucotelli, 9 Priocca d’Alba, 95 Torino, 5, 6, 10, 12, 13, 31, 34, 36 Melani, 11 Promis Carlo, urbanista, 13 Toscanini Arturo, 32 Mène Pierre Jules, scultore, 38, 86, 90 Rama Jean Pierre, 25 Townsend, 10 Mesopotamia, 25 Ranzoni Daniele, pittore, 29 Trentino, 30 Micca Pietro, 16 Rattazzi, ministro, 34 Troubetzkoy Paolo (o Pavel), scultore, 30, 34, 35, 36, 37, 38, 70, 74, 82, 84, 91 Micheli,Venezia, 45 Ravenna, 26 Tunisia, 37 Milano, 13, 15, 29, 30, 31, 32 Reduzzi, scultore, 15, 16 Umberto I di Savoia, re d’Italia, 12, 19, 33, 40, 43, 54 Minnicelli Claudio, 93 Reycend G.A., architetto, 16 Umberto I, ponte, 15 Modena, Gustavo, attore, monumento a, 16 Riberi medico, monumento a, 16 Umberto I, galleria, 14 Monaco, 10 Ricaldone, Istituto, 5 Valabrega, 9 Mondella Lucia, 73 Rigotti Annibale, architetto, 17 Valentino, parco, 5, 12, 34 Monte Croce, 12 Rizzetti Angelo, 25 Valsugana, 30 Monti Augusto, 10 Robilant, generale, 16 Van de Velde, 12 Monti Michelangelo, scultore, 38, 85, 90 Rocca Canavese, 39 Vandone, ingegnere, 17 Monviso, 32 Rodin, scultore, 27 Vannuccio Biringuccio Sanese, 26 Morbelli, pittore, 20 Roma, 17, 32, Vayes, cave, 20 Morris, 12, 10 Rosso Medardo, 3, 29, 76, 88, 90 Vela Vincenzo, scultore, 15, 16, 30, 31, 91 Mucchi Anton Maria, pittore, 20 Rubino Edoardo, scultore, 10, 15, 16, 17, 19, 20, 32, 40, 41, 72, 75, 76, 90 Venezia, 45 Mulassano, caffè, 17 San Pietroburgo, 36 Verdone Adolfo, pediatra, 40 Murello, 40 Sardanapalo, 44 Verrocchio, Andrea di Cione detto il, 45 Musy, 9, 10 Sassi Francesco, 9 Vienna, 14, 32 Napoleone Bonaparte, 1, 49 Schuss (?), scultore, 66 Villanova Solaro, 40 Napoli, 32 Sclopis Federico, monumento a, 16 Viterbo, 26 Natta, galleria, 14 Segantini Giovanni, 20, 30 Vittorio Amedeo I, duca di Savoia, 19 Nelli di Firenze, fonderia, 31 Sella Quintino,monumento a, 16 Vittorio Emanuele II, re d’Italia, 5, 14, 19, 41 Newberry F.H.,10 Signorini Telemaco, pittore, 20 Vittorio Emanuele III, re d’Italia, 16, 12 Nomellini Plinio, pittore, 20 Simeom, collezione, 12 Vacchetta ingegnere, 8 Olbricht, 12 Sinai, monte, 26 Van der Stappen Charles, 9 Palagi Pelagio, scultore, decoratore, 27 Sobrero Ascanio, monumento a, 16 Volpedo, 21 Palizzi Filippo, pittore, 32 Società Promotrice delle Belle Arti, 9, 19, 32, 79 Wuitté, ministro, 31 Pandiani, Milano, 45 Sperati cav. uff. Emilio, 1, 2, 19, 29, 30, 31, 32, 34, 35, 36, 53, 57, 60, 64, 67, 77, Webb, 10 Panissera, conte, 15 79, 83, 84, 88 Zanardelli, onorevole, 5 Panofski Erwin, storico dell’arte, 31 Sperati Luisa ved. Mezzalama, 2, 4, 29, 42, 80, 93 Zenodoro, scultore, 26

97 CENNI SU PALAZZO LASCARIS

Palazzo Lascaris è un esempio significativo di dimora signorile della Torino barocca. Pur rimaneggiato nei secoli ha, infatti, mantenuto le sue caratteristiche di edificio padronale sia nelle sue strutture esterne che interne: dallo scenografico atrio a quattro campate con antiche colonne marmoree (per il costume del- l’epoca doveva assolvere alle funzioni rappresentati- ve nelle cerimonie di ricevimento), allo scalone d’onore; dagli aerei loggiati, alle raffinate sale auliche del primo piano. Il palazzo voluto dai Beggiami di Sant’Albano, viene costruito tra il 1663 e il 1665 nell’isola di Santa Fran- cesca Romana della Contrada di San Carlo su un pro- getto, come evidenziato da molteplici critici, di Ame- deo di Castellamonte. Nel 1674 il palazzo passa a Gabriella di Marolles,favo- rita di Carlo Emanuele II, che, maritata a Carlo delle Lanze, conte di Sales, abbellisce il complesso grazie ad artisti quali il pittore milanese Stefano Maria Legnani, che a Torino opera anche per la decorazione della Cappella dei Mercanti e di alcune sale di palaz- zo Carignano e di palazzo Barolo. Nel 1720 Gabriella dì Marolles vende il palazzo ai marchesi Carron di San Tommaso che qui risiedono sino al 1803. In questo periodo lo stabile subisce le prime trasformazioni. Tra queste il prolungamento della manica occidentale. Nel febbraio 1803 Giusep- pina Maria Anna, ultima discendente della linea pri- mogenita dei Carron di San Tommaso, sposa il mar- chese Agostino Lascaris di Ventimiglia. Da allora il palazzo assume il nome che porta tuttora. La storia dei Lascaris è complessa. Basti però ricorda- re che nel 1263 il suo capostipite, Guglielmo Pietro dei Conti di Ventimiglia sposa Eudossia Lascaris, figlia di Teodoro II, imperatore di Nicea.

98 99 Da allora all’originario nome ligure della famiglia si unisce quello greco. Dal matrimonio tra Agostino Lascaris e Giuseppina Carron di San Tommaso nasce un’unica figlia, Adele o Adelaide Susanna, che va in sposa al marchese Gustavo Benso di Cavour, fratello di Camillo.Oggi,a palazzo Lascaris,del grande statista rimane un ritratto, eseguito a metà ottocento da Luigi Fognola. Nel 1833 Adele Lascaris muore di parto appena ven- tiseienne. Il marito Gustavo si trasferisce con i figli, sempre a Torino, nell’avito palazzo di casa Cavour. I Benso mantengono tuttavia la proprietà di palazzo Lascaris sino al 1883 concedendolo in affitto, dal 1861,al Ministero dell’Interno,ad uso del Consiglio di Stato e, dal 1865, alla Corte di Cassazione. Il palazzo cessa così di essere dimora privata per dive- nire sede istituzionale. Alla scadenza del contratto con la Corte di Cassazione, Giuseppina Benso di Cavour Alfieri di Sostegno vende il palazzo per 480.000 lire al Banco di Sconto e Sete. Il complesso, che aveva mantenuto pressoché integra la proprietà originale, compresi giardini e rustici, viene lottizzato dal Banco: la parte su via dell’Arsena- le passa così alla Banca Tiberina che, demolite le vec- chie costruzioni, edifica una palazzina a tre piani. Lo stesso Banco modifica alcune parti del palazzo ed aggiunge due gallerie sui lati dei cortile. Nel 1899, l’11 luglio nel palazzo viene tenuta la prima “Adunanza” del Consiglio di Amministrazione della FIAT. Nel 1904 il Banco di Sconto vende l’immobile alla contessa Tiretta Lovadina. La contessa, nel 1917, lo rivende a Riccardo Gualino che,dal 1920,ne fa la sede della SNIA (poi SNIAVisco- sa). Il bombardamento di Torino del 13 luglio 1943 colpisce anche palazzo Lascaris. I danni più gravi si registrano nel salone centrale dove va distrutta parte degli affreschi secenteschi del Legnani. Nel 1948 la SNIA-Viscosa vende l’immobile alla

100 Camera di Commercio Industria ed Artigianato di Torino che,restaurato lo stabile,vi si insedia nel 1954. Il 16 gennaio 1975 la Regione Piemonte acquista il palazzo dalla Camera di Commercio. Dal 1979, dopo quattro anni, di restauri Palazzo Lascaris diventa la sede dell’Assemblea regionale del Piemonte. Nel corso delle opere di restauro sono, tra l’altro, scoper- ti - in due ambienti, già facenti parte dell’apparta- mento di Gabriella di Marolles - soffitti lignei a cas- settoni decorati e, sulle pareti, stucchi e due cicli di affreschi denominati, rispettivamente, “delle allego- rie” e “delle gesta di Sansone”. L’Aula consiliare, ricavata al di sotto del cortile, senza compromettere le strutture esterne, è stata rinnovata nel gennaio1997. Le vetrate della galleria al piano nobile, sono state sostituite - riportando le intelaiature alle originarie dimensioni e materiali - nel 2000. Nell’anno 2002 sono state recuperate tre sale al piano terra (già utilizzate come sede per la Biblioteca della Regione Piemonte). Riportate al primitivo splendore, le tre sale denominate “dei Presidenti”,“della Bandie- ra” e “dei Consiglieri”, sono ora fruibili per manifesta- zioni, conferenze stampa e mostre.

101 IL CONSIGLIO REGIONALE DEL PIEMONTE

È l’Assemblea che rappresenta direttamente i cittadi- ni del Piemonte. Eletto dal popolo, come il presidente della Giunta, il Consiglio è l’organo che discute, elabora ed approva le leggi regionali. Con la riforma del Titolo V della Costituzione, il Con- siglio regionale ha ampliato le sue competenze legis- lative e le caratteristiche di “Parlamento regionale”. Il Consiglio regionale, che ha autonomia funzionale, contabile ed organizzativa, esercita funzioni di indiriz- zo e di controllo nei confronti della Giunta regionale. Compongono il Consiglio piemontese sessanta consi- glieri, riuniti in gruppi consiliari secondo le diverse appartenenze politiche. I lavori del Consiglio sono guidati dall’Ufficio di Pre- sidenza, eletto dall’Assemblea in modo da assicurare la rappresentanza delle minoranze. Lo compongono il presidente, due vicepresidenti e tre consiglieri segretari.

La sede del Consiglio regionale del Piemonte è a Palazzo Lascaris, in Via Alfieri, 15, a Torino. Il sito Internet per conoscere il Consiglio regionale è http://www.consiglioregionale.piemonte.it L’Ufficio Relazioni con il Pubblico del Consiglio regio- nale del Piemonte ha sede in Via Arsenale, 14/g – 10121 Torino. Telefono 011. 57.57.444 - Fax: 011.57.57.445. E-mail: [email protected]

102 IL MONUMENTO DA CAMERA I bronzetti della Collezione Sperati in Palazzo Lascaris a Torino a cura di Maria Luisa Moncassoli Tibone

PERSONAGGI D’ALTRI TEMPI UN ARTIGIANO METROPOLITANO NEL RICORDO DI GOZZANO IL FONDITORE EMILIO SPERATI LUISA racconto di Pierluigi Berbotto pag. 1 pag. 29 I BRONZETTI DEL MELETO pag. 87 GUIDO racconto di Pier Massimo Prosio pag. 5 di Giuliana Brugnelli Biraghi IL BRONZETTO, LA DOCUMENTAZIONE UN’OCCASIONE PER GLI ANIMALISTI pag. 37 AL TEMPO DELL’“ARTE NOVA” GLI SCULTORI pag. 88 L’ESPOSIZIONE AL VALENTINO pag. 9 Schede biografiche MONUMENTI DA STUDIO di Giuliana Brugnelli Biraghi UNA RIVISTA PER PROPORRE I BRONZETTI D’ARTE L’ARTE DECORATIVA DALL’ARCHIVIO SPERATI pag. 92 pag. 10 DI TRE CULTORI DELLA MEDICINA pag. 39 di Giuliana Brugnelli Biraghi 1902: I MENU DELL’ESPOSIZIONE pag. 12 NELLA MEDAGLIA, UN MONUMENTO DA TASCA pag. 41 L’AVVENTURA DELLA COLLEZIONE pag. 93

NELLA PIAZZA, NELLA VIA BIBLIOGRAFIA pag. 94 L’EVOLUZIONE DELLA CITTÀ pag. 13 MONUMENTI DA CAMERA di Clara Palmas I BRONZETTI SPERATI pag. 42 INDICE DEI LUOGHI E DEI NOMI pag. 96 AL MONUMENTO DI CALANDRA IL PREMIO DEGLI ARTISTI IL MESSAGGIO EROICO pag. 19 L’ATTUALITÀ STORICA CENNI SU PALAZZO LASCARIS pag. 98 L’ELEGANZA DEL NUDO COSTUMI ESOTICI E TRADIZIONI POPOLARI BRONZI E BRONZETTI UNO SGUARDO ALL’INFANZIA IL CONSIGLIO REGIONALE LA RICCHEZZA DI UNA TECNICA pag. 25 IL RACCONTO ANIMALISTICO DEL PIEMONTE pag.102 In un revival del clima culturale che a Torino animò la grande Esposizione IL MONUMENTO DA CAMERA Internazionale d'Arte decorativa e moderna si presenta per la prima volta in Palazzo Lascaris,Via Alfieri 15,Torino modo organico la collezione Sperati. 5 dicembre 2002 – 1 febbraio 2003 Dal panorama urbano, animato dalla monumentomania ottocentesca- di cui si presentano gli eccezionali successi- i modelli realizzati per la via e per la piaz- A cura di Maria Luisa Moncassoli Tibone za, ridotti in bronzetti per un arredo di qualità, aprono la sfilata delle opere Allestimento a cura di Maria Pia Dal Bianco che trovano in diverse tematiche una loro provocante presentazione. Prodotti Main Sponsor: Consiglio Regionale del Piemonte da una tecnica raffinata e rara, spaziano dalle immagini della gloria patria alla raffinata malizia dei nudi, dalle figure esotiche ai costumi popolari, dai ritratti Questo libro presenta per la prima volta in modo organico la collezione di dell’infanzia alla sapiente ricerca degli artisti animaliers. Recanti molto spes- bronzetti d’arte di proprietà del Consiglio Regionale del Piemonte e conserva- so la firma di noti scultori, sono opere d’arte edite in riproduzioni d’autore ta nel Palazzo Lascaris.Si tratta del lascito della figlia del grande fonditore Cava- e rivelano il valore di multipli di qualità. Così la Collezione Sperati si inserisce lier Ufficial Emilio Sperati,composto da circa un centinaio di fusioni firmate da nell’importante azione di rilancio delle arti decorative che mosse da Torino e scultori attivi tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. La coinvolse tutti gli aspetti della vita che trionfarono nell’Esposizione curiosità di questa presentazione consiste nella frequente riduzione di model- Internazionale del 1902. li monumentali, nati per la via e la piazza, alla scala domestica - di qui il titolo Il monumento da camera - alla misura del bibelot. Per un revival di quel décor borghese ambiguamente cantato da Gozzano, vi sono due racconti degli scrit- tori Pier Luigi Berbotto e Pier Massimo Prosio.Ma al di là degli aspetti intriganti Gli autori di questi oggetti affettivi (e sono le beduine e le contadinelle, gli scugnizzi e i putti, i bersaglieri e i dragoni, i busti patriottici e gli animaletti) e in qualche Pier Luigi Berbotto caso più decisamente maliziosi (la statuetta In mutande del Biscarra o ilTimbro Scrittore. Ha ambientato a Torino due romanzi di successo: "Concerto rosso" e macabro del Forchino) si pone una questione assolutamente cruciale per il "L’ombra della cattedrale" e la raccolta di brevi racconti "Malvino nella città Novecento:quella della riproducibilità dell’opera d’arte.O,comunque,quella di dei suoni".Ha pure pubblicato "Luciano Pavarotti canto e controcanto".Scrive una arte “minore” come strumento di diffusione e propagazione di una “mag- per la rivista "Bell'Italia" e per altri periodici. giore” (con il sospetto, benefico, che maggiore e minore siano in qualche caso valutazioni quantitative piuttosto che qualitative…). Giuliana Brugnelli Biraghi I bronzetti, presentati nello scalone monumentale e nell’atrio del piano nobi- Storico dell’arte. Docente. Ricercatore. le del palazzo, sono stati quasi tutti fotografati da Pino Dell’Aquila e sono ordi- Ha partecipato alla realizzazione di opere storico-artistiche su palazzi e chie- nati nell’allestimento “accattivante” e originale di Maria Pia Dal Bianco. se torinesi, sulle Residenze sabaude, sulle Madame Reali. È stata la prima ad occuparsi della Collezione Sperati al momento della donazione.

Maria Luisa Moncassoli Tibone Storico dell’arte. Docente. Giornalista collaboratore di quotidiani e periodici. Autore di molti studi sul patrimonio artistico e di volumi su temi museografi- ci, iconografici, ambientali e sulle arti applicate. Dirige collane di storia e arte in Piemonte.

Clara Palmas in copertina: Odoardo Tabacchi (1831-1905) La sveglia. Bronzo, altezza cm. 70. Soprintendente ed Ispettore Centrale del Ministero per i Beni Culturali, è autore di saggi su restauri, cataloghi di mostre e studi sulla storia dei monumenti, delle strutture urbane e del paesaggio.

Pier Massimo Prosio Scrittore. Ha dedicato diversi volumi alla storia della cultura e della letteratura in Piemonte tra i quali la "Guida letteraria di Torino". Collabora a riviste let- Direzione Comunicazione Istituzionale terarie italiane e straniere. È autore anche di opere di narrativa.