PDF: PSRN ALLEGATO 2A Finale Precedente

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PDF: PSRN ALLEGATO 2A Finale Precedente REG. (UE) 1305/2013 PROGRAMMA NAZIONALE DI SVILUPPO RURALE 2014-2020 MISURA 4 - Investimenti in immobilizzazioni materiali SOTTOMISURA 4.3 - Investimenti in infrastrutture per lo sviluppo l’ammodernamento e l’adeguamento dell’agricoltura e della silvicoltura, compresi l’accesso ai terreni agricoli e forestali, la ricomposizione e il miglioramento fondiario, l’approvvigionamento e il risparmio di energia e risorse idriche TIPOLOGIA DI OPERAZIONE 4.3.1 - Investimenti in infrastrutture irrigue ALLEGATO 2a NOTE ALL’ ART.5.2 “CRITERI DI AMMISSIBILITÀ” Si riportano di seguito le note richiamate all’art. 5.2, di chiarimento a quanto disposto dai “Criteri di ammissibilità”. A) Criteri di ammissibilità generali applicabili a tutte le operazioni Per il criterio di ammissibilità A3 si specifica quanto segue: Per i progetti sottoposti a VIA ai sensi dell’art. da 20 a 28 del D. Lgs 152/06 e ss.mm.ii., lo studio di impatto ambientale corredato dal parere di compatibilità ambientale rilasciato dall’autorità competente a valle della procedura, costituiscono la richiesta analisi ambientale, da allegare alla domanda di sostegno. Per i progetti per i quali la normativa nazionale non prevede la procedura di VIA il proponente dovrà comunque effettuare un’analisi ambientale di qualità adeguata e che consideri esplicitamente l’impatto del progetto sugli obiettivi ambientali della Direttiva Quadro Acque, da allegare alla richiesta di finanziamento. Per il criterio di ammissibilità A4 si specifica quanto segue: - Secondo la normativa nazionale (D. Lgs 219/210, art. 4) l’atto finale del processo pianificatorio è l’approvazione del Piano di gestione da parte dei Comitati Istituzionali e Tecnici delle Autorità di Bacino di rilevanza nazionale. - Il criterio di ammissibilità A4 deve essere soddisfatto alla data di scadenza del bando. Alla data di pubblicazione del presente bando i Piani di gestione delle acque di tutti i Distretti idrografici risultano approvati dai Comitati Istituzionali e Tecnici delle Autorità di Bacino nazionale nonché approvati con DPCM, come da tabella seguente. DISTRETTO Approvazione nazionale Alpi Orientali D.p.c.m. 23/04/2014 G.U.n.193 del 21/08/2014 Fiume Po D.p.c.m. 8/02/2013 G.U, n.112 del 15/05/2013 Appennino Settentrionale D.p.c.m. 21/11/2013 G.U. n.147 del 27/06/2014 Bacino del Serchio D.p.c.m 18/02/2013 G. U. 112 del 15/05/2013 Appennino Centrale D.p.c.m. 5/07/2013 G.U. 34 dell’11/02/2014 Appennino Meridionale D.p.c.m. 10/04/2013 G.U. 160 del 10/07/2013 Sardegna D.p.c.m. 17/05/2013 G.U. n.254 del 29/10/2013 Sicilia D.p.c.m. 6/08/2015 G.U.n.258 del 5/11/2015 Per il criterio di ammissibilità A5, si specifica quanto segue: Alla data di pubblicazione del presente bando, per tutti i Distretti idrografici il Piano di gestione delle acque specifica le misure pertinenti al settore agricolo nel relativo Programma di misure (in conformità all’art. 11 della DQA). Per il criterio di ammissibilità A6 si specifica quanto segue: 2 In aggiunta all’obbligo di installazione di misuratori se non già presenti, è fatto obbligo della trasmissione al SIGRIAN dei dati di volume misurati conformemente a quanto stabilito alle Linee guida approvate con DM Mipaaf del 31/07/2015 e dai regolamenti regionali di recepimento. B) Criteri di ammissibilità specifici applicabili agli investimenti per il miglioramento di un impianto di irrigazione esistente o di un elemento dell’infrastruttura di irrigazione. Per il criterio di ammissibilità B1 si specifica quanto segue: Per risparmio idrico potenziale si intende “una riduzione nell’uso dell’acqua che, grazie all’investimento, potrebbe essere ottenuta in relazione alla quantità di acqua che fluisce attraverso l’impianto interessato dall’investimento, senza che si verifichi un impatto negativo sulle colture alle quali l’acqua viene fornita”. Si riporta di seguito un esempio relativo a investimenti in infrastrutture esistenti extra aziendali che può servire a chiarire il concetto. Un canale d’irrigazione che trasporta acqua per diverse aziende ha una portata d’acqua regolare, per esempio, 100.000 mc in un dato periodo. Il canale è in un pessimo stato di manutenzione e ciò comporta che 15.000 mc dei 100.000 mc vengano dispersi attraverso crepe, di modo che tale quantitativo non raggiunge mai gli utenti finali. Potrebbe non essere possibile ridurre il livello di perdita di acqua a zero. Tuttavia, un esperto esamina il sistema e conclude che, tramite interventi di adeguamento, sarebbe possibile ridurre le perdite di acqua attraverso le crepe da 15.000 mc a 5.000 mc. Ciò significa che il flusso di acqua attraverso il canale può essere ridotto di 10.000 mc, senza che ciò abbia alcun impatto negativo sugli agricoltori da esso serviti, perché continuano a ricevere la medesima quantità di acqua. In questo senso, 10.000 mc è il "risparmio idrico potenziale" nel periodo in questione. Espresso in termini percentuali è il 10% (10.000 mc su 100.000 mc). Per il criterio di ammissibilità B2 si specifica quanto segue: Si riporta di seguito un esempio che può servire a chiarire il concetto di riduzione effettiva del consumo d’acqua, sempre con riferimento a investimenti in infrastrutture esistenti extra aziendali. Con riferimento al canale di irrigazione richiamato all’esempio precedente (vedi nota al criterio di ammissibilità B.1), si supponga siano stati effettuati gli interventi di adeguamento del canale e che le perdite siano state effettivamente ridotte di 10.000 mc. Questo potrebbe essere visto come 10.000 mc di acqua "extra" messa a disposizione degli agricoltori. Tuttavia, poiché questo canale di irrigazione attinge da un corpo idrico il cui stato non è buono per motivi legati alla quantità di acqua, è richiesta una riduzione effettiva del consumo di acqua a livello dell’investimento (cioè una riduzione effettiva dell’acqua che passa attraverso il canale) pari al 50% del risparmio idrico potenziale. Poiché il risparmio potenziale di acqua è di 10.000 mc, l’effettiva riduzione del flusso idrico nel periodo di riferimento deve essere di 5.000 mc. L’altra metà del risparmio idrico potenziale (gli altri 5.000 mc “extra”) può essere, invece, trasferita agli agricoltori. Pertanto, vi è sia un beneficio economico per gli agricoltori serviti (in quanto 5.000 mc in più sono stati distribuiti) sia un beneficio ambientale in (in quanto 5.000 mc in meno sono stati prelevati dal corpo idrico interessato). Il risparmio idrico effettivo dovrà essere raggiunto su base annua e tale riduzione effettiva dovrà essere calcolata rispetto al consumo medio annuo degli ultimi 7 anni. 3 Per il calcolo del risparmio idrico effettivo, ossia della riduzione del prelievo conseguente all’investimento, occorre conoscere i dati di prelievo prima (consumo medio annuo degli ultimi 7 anni ) e dopo l’investimento, misurati, se prima dell’investimento esistevano misuratori, o stimati. se non esistevano misuratori. Si distinguono, pertanto, i seguenti casi: - presenza di misuratore al punto di prelievo: il volume prelevato pre intervento è la media del volume annuo prelevato negli ultimi 7 anni precedenti alla presentazione della domanda, misurato attraverso il misuratore presente al prelievo. Il volume prelevato annuo post intervento è quello che risulta dalla misurazione al prelievo successivamente alla realizzazione dell’intervento. - assenza di misuratore al punto di prelievo: il volume prelevato pre intervento è è la media del volume annuo prelevato negli ultimi 7 anni precedenti alla presentazione della domanda, stimato secondo le metodologie di stima dei prelievi e degli utilizzi (vedi allegato 9) individuate nell’ambito del Tavolo permanente di cui all’art. 3 del DM MiPAAF 31/07/2015 di approvazione delle Linee guida per la regolamentazione da parte delle Regioni delle modalità di quantificazione dei volumi idrici ad uso irriguo. Il prelievo post intervento è quello che risulta dalla misurazione al prelievo successivamente alla realizzazione dell’intervento attraverso il misuratore obbligatoriamente installato a titolo dell’investimento. Per il criterio di ammissibilità B2 e B3 si specifica quanto segue. L’elenco dei corpi idrici superficiali e sotterranei in stato non buono per motivi inerenti la quantità sono riportati alla fine del presente allegato, come da comunicazione MATTM n. 24869 del 22/12/2016. Per i corpi idrici superficiali, la condizione relativa allo stato quantitativo non buono per motivi inerenti la quantità d’acqua è derivata dal verificarsi delle condizioni “stato ecologico non buono” e “presenza di pressioni significative relative a prelievi”. Per i corpi idrici sotterranei si è fatto riferimento allo stato quantitativo. Le informazioni sono derivate dai database del reporting WISE caricati sul nodo SINTAI gestito da ISPRA alla data di pubblicazione del bando. C) Criteri di ammissibilità specifici applicabili agli investimenti che comportano aumento netto della superficie irrigata Per il criterio di ammissibilità C.1 si specifica quanto segue: Lo stato del corpo idrico interessato dall’investimento deve essere dimostrato richiamando i documenti del piano di gestione delle acque che lo attestano. Per il criterio di ammissibilità C.2 si specifica quanto segue: Per i progetti sottoposti a VIA ai sensi dell’art. da 20 a 28 del D. Lgs 152/06 e ss.mm.ii., lo studio di impatto ambientale corredato dal parere di compatibilità ambientale rilasciato dall’autorità competente a valle della procedura, costituiscono la richiesta analisi ambientale, da allegare alla domanda di sostegno. Per i progetti per i quali la normativa nazionale non prevede la procedura di VIA, un’analisi ambientale che mostri che l’investimento non avrà un impatto negativo sull’ambiente e, in particolare, sullo stato delle acque, dovrà essere effettuata dall’autorità competente oppure effettuata dal proponente e approvata dall’autorità competente. Per i criterio di ammissibilità C.5, C.6 e C.7 si specifica quanto segue: L’esistenza delle condizioni richieste ai punti C.5, C.6 e C.7 devono essere attestate da dichiarazione resa, su richiesta del proponente, dalla Autorità di distretto competente, al 31 ottobre 2013, per il territorio in cui ricade l’invaso.
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