LLogoogo -- ItaliaItalia -- URLURL Anno 11 N° 11 - 131 - LDP BiancoMuEditorelticolo e neror e- Novembre - Positivo 2019 - Direttore: Luigi Del Pozzo

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Lombardia

Desenzano del Garda - Airshow 2019 - ©2019 Copia Omaggio 3a Parte Storia di a cura di Lino Lucchini Organizzazione politico-amministrativa di Lonato (Dal Medio Evo al 1797)

Lonato del Garda: Casa del Podestà IL PODESTA’ VENEZIANO non trovò mai i mezzi per nel 1412, senza alcuna variazione, ad ripararlo. Da allora in poi al Podestà essi pertanto si rifacevano le sentenze Alcune sentenze ci attestano che, a soluzione di un Podestà, nobile bresciano venne concesso un alloggio del Podestà brescisno. almeno fino alla seconda metà del 1600 bresciano, non giurisperito e preso in affitto da privati. vi era un apposito palco dove veniva Lcompetente per il solo territorio di Egli aveva l’obbligo, unitamente al praticata la berlina. In una sentenza del Lonato e per pene punibili con sanzione Per il suo insediamento non era pre- Provveditore o separatamente, di assi- 14 febbraio 1661 si legge: sia posto alla pecuniaria senza limite trovò conferma vista alcuna formalità. stere a tutti i Consigli Comunali, senza berlina sulla piazza del Comune e stia li con ducale del doge Agostino Brandico diritto di voto. In assenza di almeno con il collo nella berlina le mani legate del 14 dicembre 1490, che ne stabilì la Le sue udienza erano tenute in una sala uno dei Rettori (così erano chiamati per dietro le spalle per un giorno intero In durata in carica annuale e con un salario a piano terra del palazzo del Provveditore questa funzione) la seduta non aveva altra sentenza del 29 aprile 1678 si di 12 fiorini da 32 soldi planet a carico posto in piazza. Le sedute erano avvisate validità. legge: sia posta alla berlina dove star del Comune. mediante suono di campana. debba per hore quattro. Presso l’Archivio Storico del Quale sede in Lonato al novo Ogni verbale di seduta era prece- Comune di Lonato è conservato un Esiste il lungo elenco del Podestà Podestà bresciano fu assegnato lo duto da questa formula: grosso volume cartaceo con coper- bresciani, iniziato già dal Cenedella stesso palazzo che era stato sede del tina in pelle, segnatura 32, dal titolo e aggiornato anche da chi scrive, ma Podestà Gonzaga. Questo fino al 1630. Arengo del molto illustre sig... RASPA (così era chiamato al tempi della ha bisogno di molte integrazioni e Podestà. Repubblica di Venezia il registro con i correzioni. Durante l’anno della peste Venezia verbali e le sentenze del giudice), dove fece ricoverare presso la fortezza Noi...per la Serenissima Signoria di sono riportate le sentenze adottate dal Il primo, nominato dal Consiglio lonatese gran parte del suo esercito. Venezia Podestà di Lonato, sedendo al Podestà veneto di Lonato nel periodo Comunale di il 29 agosto 1440 In quell’occasione furono requisite luogo solito nel Palazzo dove si rende che va dal 5 giugno 1660 al 17 marzo è stato Bartolomeo Averoldi. e riempite di soldati tutte le case ragione, sito in detta terra, nella contrada 1724. della Cittadella e anche il palazzo del di Piazza, premesso il suono della cam- L’ultimo fu Carlo Mugnani, nominato Podestà. Nel rigidissimo inverno suc- pana giusto il solito, venendo alla spedi- Si tratta di un importante docu- il 7 luglio 1796. Abbandonò la carica e cessivo i ricoverati nel palazzo del zione delli infrascritti rei, condanniamo, mento per la storia di Lonato: una rac- si allontanò furtivamente da Lonato il Podestà, per far fronte al freddo bru- assolviamo come segue, ecc. colta di ben 64 anni di cronache giudi- 18 marzo 1797, quando giunse notizia ciarono tutti gli infissi, le masserizie e ziarie per pene minori. Ricordiamo che della proclamazione della Repubblica le travi di soffitto, tanto che il palazzo Venezia riconobbe e adottò per quelli più gravi erano di competenza del Bresciana. rimase inagibile per secoli perché il Lonato gli Statuti concessi del Gonzaga Giudice del Maleficio di Brescia.

2 Novembre 2019 a cura di Amelia Dusi All’Abbazia di Maguzzano ella sala convegni dell’Abbazia di Baldus, racconta di avventure paradossali, dove non Maguzzano (Lonato del Garda), affollata mancano pranzi pantagruelici e feste bislacche. Ntanto da esserci gente in piedi appoggiata L’autore scrive in una sua propria lingua detta ‘mac- al muro, alle 8.30 di sabato 19 ottobre ha avuto inizio cheronica’, ma che, secondo Vittorio Messori, deve una giornata di riflessione sul tema: Abbazia e terri- prendere piuttosto il nome di ‘macaronica’ dal nome torio-storia, cultura, ambiente, spiritualità. I dieci della Macarona, un’antica cascina, già presente nel interventi programmati si sono succeduti secondo ‘500 nella prossimità dell’Abbazia di Maguzzano. l’ordine previsto, con visita al parco compresa. L’ing. Riccardo Davini ha esposto quanto in Don Michele Dal Bosco, responsabile dell’Ab- sede provinciale è stato stabilito a tutela del territo- bazia, ha sintetizzato l’attuale situazione del mona- rio dell’Abbazia e quanto in futuro si potrebbe fare stero, che vede la presenza dell’Opera di Don per la salvaguardia del paesaggio morenico com- Calabria nella proprietà e gestione della struttura preso nel golfo tra la Punta del Vo, il Lido di Lonato fin dal 1938. I confratelli qui residenti non arrivano e le propaggini del comune di Padenghe. alla decina, ma li si è avvertiti in questa giornata più che mai attivi e con lungimiranti progetti per il Un altro intervento interessante è stato quello futuro. di Raffaele Cattaneo, assessore per l’Ambiente e il Clima della Regione Lombardia, che provocatoria- Tra i contributi segnaliamo quello di padre Luigi mente si è chiesto se il silenzio abbia un valore eco- Albertini dell’Abbazia di Praglia, che ha svolto il nomico. La risposta è si, per varie ragioni, una delle tema “il silenzio delle Abbazie”. Ha trattato l’argo- quali è nell’osservazione che i grandi tecnocrati e i mento affidatogli con coerenza e limpidezza, sot- veri poteri forti operano sempre nel silenzio. Il rela- tolineando vari aspetti del silenzio, senza nessuna tore ha poi auspicato un antropocene, vale a dire mistificazione. Si sono così delineati per gli ascolta- una nuova era in cui l’uomo, con valori diversi da tori i caratteri positivi del silenzio dal punto di vista quelli portati in auge dalla rivoluzione industriale, umano, sacrale, biblico, ma non sono state taciute operi nel rispetto e nell’armonia con la Terra, senza le problematicità che a volte il non dire comporta. perdersi nell’ecologismo diventato ideologia o nell’indifferenza della corsa dei potenti al primato Interessante è stata anche la video-intervista mondiale. al giornalista e scrittore Paolo Rumiz, che ha espresso le sue impressioni sull’opera benedet- Si sono poi succeduti relatori che hanno espo- tina in Europa, dopo il suo viaggio presso alcune sto i nuovi obiettivi del Monastero di Maguzzano grandi Abbazie europee e l’edizione di un bel libro in ambito strutturale, in ambito organizzativo, in al riguardo: Il filo infinito. Egli è stato colpito dalla ambito relazionale e nell’ambito spirituale. Ha con- concretezza ed energia dei padri benedettini incon- cluso la giornata l’intervento di Costanza Lunardi, trati, dalla molteplicità degli aspetti del loro impe- che con la presentazione di immagini ha evidenziato gno vocazionale. la bellezza della natura nel complesso abbaziale di Maguzzano e dei dintorni. Grande emozione hanno Vittorio Messori ha invece parlato del proprio suscitato le immagini delle zone umide nell’area cir- incontro con l’Abbazia di Maguzzano e del suo parti- costante e in particolare quelle relative al Vallio, al colare insediamento in due stanze che dominano un rio Maguzzano. paesaggio a dir poco meraviglioso. Facendo poi la storia del convento, ha messo in evidenza che sorge È stato come un balzo nel paesaggio del pas- su un’altura che già i romani avevano apprezzato. sato, come era fino agli anni ‘80 del’900, quando la Ne fanno fede gli scavi archeologici degli anni ’90 zona aveva ancora un aspetto selvatico, le strade del del secolo scorso realizzati nel lato sud del chiostro. Reciago non erano state ancora asfaltate e si vede- Per queste dolci colline passava la strada, forse già vano donne, soprattutto nel pomeriggio, spigolare esistente all’epoca dei Cenomani, che univa Brescia nei campi fuori dalle mura del convento il frumento, a Verona. raccogliere le pannocchie rimaste dopo la trebbiatura del granoturco, cercare le cicorie, i radicchi selvatici, Altri nobili personaggi, oltre quelli dell’antica le sangiole, le putine, i ramponsoi o altro nei campi romanità, sono aleggiati nelle parole semplici e fami- delimitati da fossati con ai bordi gelsi capitozzati o bei liari del prof. Messori. Tra questi ricordiamo il sim- platani dai tronchi chiari. Figure chine, solitarie, senza patico poeta d’origini mantovane, ma a lungo resi- pretese, piene di fiducia nella natura. Tutto sembrava dente nell’Abbazia di Maguzzano, Teofilo Folengo più semplice. Ma il tempo ha divorato tanto e cam- detto Merlin Cocai. Questi, nel suo fantasioso poema biato soprattutto l’atteggiamento verso la campagna.

Editoriale a cura di Luigi Del Pozzo

Lombardia Raffaele Cattaneo che ha parlato ai pre- Il Garda e i suoi monasteri senti di “Economia, ambiente e spiritualità”. Naturalmente un altro personaggio che “giocava in casa”, e quindi fosse presente, è lo studioso e scrittore essata la buriana estiva legata anche un ampio e interessante resoconto all’interno Vittorio Messori con la sua relazione su “L’abbazia e in prevalenza al settore turi- di questo numero di GN e anche attraverso interviste il libero comune monastico”. Cstico, per i gardesani arriva un video ad alcuni fra i protagonisti del convegno stesso periodo di meritato riposo da dedi- sul nostro sito www.gardanotizie.it) una serie di tema- Infatti, Maguzzano è stato forse uno dei primi care a un po’ di vacanze, ma anche tiche relative alla vita monastica e non solo. comuni a ottenere il riconoscimento di “libero comune”: a interventi migliorativi delle proprie era il 1190 e il comune monastico di Maguzzano resse strutture ricettive. Ma a me piace Noi sul Garda di queste realtà ne abbiamo diverse fino al 1797 ossia fino alla sua soppressione. Sono però tenere viva l’attenzione sul territorio e ora anche facilmente visitabili, cosa che fino a qual- convinto che nessun approfondimento fatto in questa e sulle sue realtà forse troppo poco che anno fa era praticamente impossibile perché la sede vale come una visita al luogo. conosciute da noi gardesani. Mi rife- vita monastica rispecchiava in larga parte una vita di risco alla moltitudine di abbazie e monasteri presenti clausura e riserbo. Oggi le porte sono aperte e una P.S. Per questo numero ho deciso di lasciare libera sul territorio rivierasco e collinare del nostro lago. visita all’interno di queste abbazie ne vale assoluta- la prima pagina per dare spazio a una foto, per me mente la pena, approfittando magari di quelle visite suggestiva, della recente manifestazione aviatoria di Lo spunto mi è venuto partecipando a un incon- guidate in cui si conoscono anche storia e tradizioni , con le Frecce Tricolore, orgoglio tro legato all’abbazia di Maguzzano di Lonato in cui del luogo sacro. A dare importanza a questo tema a nazionale. una decina di relatori hanno sviscerato (e ne diamo Maguzzano è arrivato anche l’assessore della Regione Novembre 2019 3 Personaggi sul Garda a cura di Giorgio Maria Cambié Il fotografo dei fiori: Mario Pasotti onobbi Mario Pasotti sul Monte Mario Pasotti era nato a Garda nel Baldo. Un mio amico aveva un 1919. Si laureò all’Università di Firenze Cappuntamento con lui in vetta, nel 1947 e fu insegnante e preside sopra San Zeno di Montagna e io lo presso la scuola media statale di Garda. accompagnai una mattina in quella gita Fu uomo di cultura che sapeva comuni- montana. care con la gente semplice ascoltando e valorizzando le esperienze di vita del Dopo averlo incontrato lo seguimmo popolo. Si interessò profondamente per alcune ore nella sua ricerca di flora alla cultura e alla storia locali. Raccolse rara o interessante da fotografare. Cosi per anni dalla viva voce dei pescatori ne avemmo una lezione circa i fiori della e della gente del luogo modi di dire, montagna; dal bello e raro lilium mar- vocaboli, aneddoti, filastrocche dialet- DAL 31 OTTOBRE AL 9 NOVEMBRE tagon, alle profumatissime e minuscole tali che pubblicò nel volume Storie de nigritelle, alle piccole e delicate stelle Garda vecia del 1990, al fine di conser- alpine leontopodium alpinum nascoste vare un patrimonio folkloristico minac- fra le rocce. ciato dalla globalizzazione della parlata. Mentre lo stava preparando, mi chiese Da quel primo incontro montano di scrivere una prefazione al libro, pro- 16.000 PEZZI* fummo sempre in contatto. Pasotti posta che accolsi molto volontieri. Nel ande i aveva portato all’attenzione del pub- mio scritto ponevo in luce l’importanza r blico le incisioni rupestri preistoriche sui dello studio della parlata locale, impor- La g liscioni di roccia delle pendici del Baldo, tante in quanto, come scrissero i fra- , e un notevole interesse aveva riscosso telli Grimm, studiosi dell’800, la nostra negli anni successivi preparò validi onorario alle antichità delle Venezie”. un grande liscione di pietra, scoperto lingua è la nostra storia. professionisti. durante uno sbancamento edilizio a Ebbe una grande passione per la cati Ipe r

Castelletto, con interessantissime inci- Fu inoltre promotore di molte- Ricercò attivamente le vestigia fotografia: nel 1970 fondò il “Circolo me r sioni preistoriche e per tale ragione era plici manifestazioni locali, quali le del passato nel territorio gardesano, fotografico Città di Garda”, di cui rimase stato salvato integro. Io avevo riportato commemorazioni celebrative dell’as- scoprendo una necropoli protoveneta presidente fino al 1989, cercando di la notizia, con un breve studio, su varie sedio della Rocca di Garda per opera di in Garda, le incisioni rupestri sulle pen- trasmettere ai giovani il suo concetto di € 11,99 pubblicazioni, utilizzando anche infor- Federico Barbarossa o dell’annessione dici orientali del Benaco, insediamenti fotografia a servizio della cultura e della mazioni datemi da Pasotti. del Veneto all’Italia. Negli anni ‘50 preistorici del periodo “Polada” in Garda comunità. Valente fotografo naturalista, 1 kg collaborò attivamente all’istituzione e un importante insediamento della Pasotti collaborò con servizi fotografici Detersivo per lavatrice Ci accomunava anche la pas- e all’organizzazione della scuola di media età del bronzo in località Sant specializzati a pubblicazioni di impor- sione per lo studio delle tradizioni avviamento professionale ad indirizzo Andrea di Incaffi. A seguito di queste tanti case editrici di rilevanza nazionale. All in One Pods 90 lavaggi popolari. alberghiero, di cui vi era necessità in sue scoperte, fu nominato dal Ministero una zona a vocazione turistica che della Pubblica Istruzione “ispettore Si spense in Garda l’8 aprile 1992. DASH 74.000 PEZZI* a cura di Roberto Darra Lonato del Garda: Riscritto il monumento ai caduti € 0,99

Pasta di semola *Il numero dei pezzi si riferisce al totale complessivo disponibile in tutti gli ipe r 68.000 PEZZI* di grano duro 1 kg € 5,69 DE CECCO Caffè Qualità Rossa 250 g x4 LAVAZZA

razie alla Associazione dei soldati lonatesi caduti in guerra e mai Simonetti si è potuto ridare decoro al Garda. Pagine non sempre chiare che Fanti lonatesi e alla sensibilità arrivate ai loro cari. monumento. Voglio sottolineare che Morando Perini, Damiano Scalvini Gdi molti cittadini il monumento questa è una iniziativa popolare, di e Carlo Susara hanno raccolto come ai caduti collocato nella piazza del “Per celebrare il centenario della tutta la cittadinanza e non il desiderio cronaca anche in due volumi con il municipio riprende tutta la sua dignità Grande Guerra – spiega il presidente di uno sponsor unico”. titolo “Poi scese la notte”, in distri- storica. Si è infatti concluso nei giorni dell’associazione dei Fanti Morando buzione nelle edicole della citta- scorsi il suo restyling che compren- Perini – abbiamo portato avanti il pro- Il precedente similare intervento dina lonatese. Sono solo le ultime deva la pulizia del marmo e la ridefini- getto ‘Miei Carissimi’ con il recupero sui nomi scolpiti nella pietra era pubblicazioni di una lunga serie che zione dei nomi scritti, ormai diventati della corrispondenza di guerra di del 1984. “Dopo 35 anni lo ripropo- l’Associazione Fanti con il contributo ORDINI ONLINE quasi illeggibili. I fondi necessari per 58 lonatesi caduti al fronte. Lettere niamo, sperando che così facendo di storici e appassionati di storia E RITIRI QUANDO VUOI il lavoro sono arrivati grazie agli oltre presentate in vari incontri tenuti nel molte persone tornino a leggere i locale hanno messo in campo per centro contributi raccolti dall’asso- capoluogo e nelle frazioni a partire dal nomi”. E’ un altro tassello importante soddisfare la richiesta di maggiore CON LA TUA AUTO ciazione nella vendita di una copia del 2016. Ora grazie ai fondi raccolti e all’in- dell’operazione di pieno recupero conoscenza del Novecento e di due NELL'AREA DEDICATA LONATO cd comprendente le lettere scritte da teressamento dell’assessore Christian della storia della città di Lonato del devastanti conflitti mondiali. iperdrive.it

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ORDINI ONLINE E RITIRI QUANDO VUOI CON LA TUA AUTO NELL'AREA DEDICATA LONATO iperdrive.it "In Mostra" a cura di Mariateresa Martini Musica della terra: la pittura del sentire o scorso sabato 12 ottobre, nella 15° Giornata del Contemporaneo Ldi AMACI, a è stata inaugurata la mostra Musica della terra: la pittura del sentire. L’autunno della Collezione Paolo VI inizia con un nome importante: quello di William Congdon, pittore statunitense vissuto nella seconda parte della vita in Italia.

“Una mostra dedicata a un artista assai rilevante… soprattutto per l’in- americano: Pollock, Rothko, Newman. lavori di Congdon dipinto nell’ottobre timo e insieme sublime rapporto con la 1994, in esso suggerisce una percezione natura, che nei suoi dipinti fa capolino In realtà è un nomade nella vita più profonda del “vedere”: una perce- con la sua magnifica e sconvolgente e nell’arte: dopo l’apprendistato new- zione musicale, timbrica e ritmica, dello potenza. Davanti ai suoi lavori si perce- yorchese e l’Espressionismo Astratto, spazio, del tempo e della sua traduzione pisce un ardente rapporto con l’asso- ha trascorso dieci anni a Venezia, viag- in pittura. luto, venato di suggestioni romantiche giato moltissimo anche in Oriente (dal attualizzate da una più inquieta spiri- Messico, ad Atene, a Parigi, nel deserto Quello di Congdon è infatti un tualità novecentesca. E le opere prestate del Sahara, a Santorini, in Guatemala e, vedere con sentire “ciò che vediamo dalla Fondazione (The William Congdon infine, in Cambogia), per approdare al accade dentro il nostro sentire - il sentirlo Foundation di Buccinasco) sono davvero lieve di natura dell’ultimo periodo accadere” sono le parole stesse del pit- intense”, Paolo Sacchini, direttore della lombardo. tore americano. contrappunto di stagioni più lontane, Collezione Paolo VI. che creano un mosaico suggestivo di Nel 1959 si era convertito alla fede Interprete dell’arte novecentesca tutta la sua opera”, sottolinea Francesco La mostra è visitabile fino al 14 cattolica presso la Pro Civitate Christiana più attenta al tema della spiritualità, Gesti, curatore della mostra. dicembre in via Marconi 15 a Concesio. di Assisi, dove si trasferisce per quasi era tra gli artisti più stimati e apprezzati vent’anni. È il periodo di numerosi lavori da Papa Paolo VI, C. lo aveva incontrato Ritiratosi al monastero di Pittore profondamente radi- ispirati alla liturgia e alla Sacra Scrittura. di persona l’8 settembre 1971 a Subiaco: Bucinasco, Congdon si dedicò alla rela- cato nelle vicende storiche della sua Dopo una nuova serie di viaggi, in lo omaggiò con la sua Immacolata (nella zione con la Terra, tramite dell’Assoluto, epoca, Congdon ha attraversandolo Africa, in India e nel vicino oriente ai Collezione di Arte Contemporanea nel presente ci invita a riflettere: Musica quasi per intero (1912-1998) il secolo, quali dedica foto e dipinti, nel 1979, si dei Musei Vaticani), lasciando questa della Terra, Nebbia, morte della Terra, sperimentandone in prima persona stabilisce in una cascina-monastero a memoria del colloquio: “Tutto sono Verso Primavera… provocano la nostra i momenti più difficili: ambulanziere Gudo Gambaredo, nella Bassa Milanese, preso dall’intimo incontro col Papa. sensibilità, consentono di metterci in sin- nell’American Field Service su vari fronti presso una comunità monastica bene- Sono dentro i suoi occhi, così vivi dolci tonia dell’ascolto, non solo della visione, europei, è stato tra i primi soccorritori a dettina. Per i successivi vent’anni la pia- d’amore penetrante – abbracciante e di delle immagini. entrare nel campo di concentramento nura lombarda, piatta ma vitale, diviene sofferenza […]. E lasciandomi mi dice (e di Bergen-Belsen). Dopo esperienze il soggetto privilegiato della sua pittura non retoricamente) I will pray for you”. Per tutta la durata della mostra, sconvolgenti, decide di dedicarsi alla essenziale e composta. Quella che pos- (Congdon) ogni sabato alle ore 17.30, la pittura e nel 1948 si trasferisce a New siamo ammirare a Concesio. Collezione Paolo VI propone visite gui- York, dove entra nella Betty Parsons L’esposizione “si concentra sulle date gratuite. Gallery incontrando i principali espo- La mostra Musica della terra opere della maturità, dipinte negli ultimi nenti dell’Espressionismo astratto riprende la didascalia di uno degli ultimi vent’anni… con un nucleo di lavori… Info: www.collezionepaolovi.it

Spigolature Gardesane nelle Grandi Mostre: Impressioni d’Oriente Arte e collezionismo tra Europa e Giappone a mostra Impressioni d’Oriente. Arte e collezioni- riprodotto su un ventaglio, alla moda dell’Epoca, di smo tra Europa e Giappone ripercorre il grande Giovanni Segantini, attivo interprete di immagini Lfascino che il Giappone ha esercitato sulla cul- ispirate a suggestioni orientali, nei temi paesaggistici. tura occidentale, una volta riaperti porti e dogane e ripresi gli scambi culturali ed economici tra il 1860 In dialogo con capolavori dell’epoca di arte e il 1920. europea e della pittura giapponese, del mondo fluttuante o Ukiyoe. La mostra si sviluppa su quattro sezioni fonda- mentali, in quella dedicata al Giapponismo italiano La mostra è visitabile al Mudec (Milano ex sono esposte, fra diverse opere dei grandi artisti del Ansaldo) in via Tortona 56, fino al 2 febbraio periodo, L’amore alla fonte della vita in originale e prossimo.

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6 Novembre 2019 a cura di Pino Mongiello A Francesco Permunian il premio “Giuseppe Dessì” 2019 Unanime il voto della giuria che lo ha preferito a Gianrico Carofiglio

ata da ricordare: 28 settembre la via della redenzione. Sapendo 2019. A Villacidro, in Sardegna che il suo libro era arrivato in finale D(Medio Campidano) si sono insieme a “La versione di Fenoglio” assegnati i premi letterari “Dessì” di Gianrico Carofiglio, Permunian di Poesia e Prosa, insieme ad altri non pensava affatto di vincere. Molto premi speciali. Quella di quest’anno più popolare e accattivante era il suo è stata la trentaquattresima edizione. “rivale”; a lui, invece, sarebbe toc- cata in sorte la palma del secondo, Il premio è prestigioso: fin dal nobile certo, ma sempre di uno che suo apparire ha acquistato un posto non ha vinto. Questi erano, a un di di rilievo nel panorama italiano, presso, i ragionamenti rassegnati di senza sbavature e senza provinciali- Permunian, peraltro avvalorati dai smo. Negli ultimi decenni sono stati pronostici che si facevano alla vigilia. insigniti del Premio per la Narrativa, tra le altre, personalità come Maria Invece, al momento della accla- Corti (1991), Roberto Piumini (1995), mazione ufficiale del vincitore i pro- Marcello Fois (1997), Francesca nostici vengono improvvisamente Sanvitale (2003), Michela Murgia sovvertiti e, con un effetto sorpresa, si (2009), Nicolò Ammaniti, Salvatore apre un nuovo scenario. Sorprende Silvano Nigro. Davvero un elenco anche che il giudizio della giuria sia d’eccezione! stato unanime. Questo il verdetto: “Ironico e confidenziale quanto A noi gardesani interessa il ossessivo e provocatorio, Sillabario fatto che quest’anno a concorrere dell’amor crudele svela uno scrittore era stato invitato anche Francesco coraggioso, appartato poco incline Permunian, scrittore polesano ma alle mode letterarie, inconfondi- gardesano di adozione, essendo bile nella voce. Il protagonista del residente a Desenzano ormai da libro è un nano vissuto tra gli orfani quarant’anni. Il suo ultimo romanzo e gli esseri deformi di un convitto “Sillabario dell’amor crudele”, religioso, che parla delle violenze edito da Chiarelettere, si sta impo- subite…”. nendo come opera di rottura e di forte denuncia nei confronti della Il pubblico in piazza impara pedofilia, in questo caso indagata a conoscere dunque il vincitore. come autentico cancro che corrode e Dopo un primo incerto atteggia- minaccia la stabilità della Chiesa. Ma mento d’attesa, passa via via verso il libro non è contro la Chiesa, bensì un ascolto attento e convinto nei contro chi, agendo al suo interno, le confronti di uno scrittore che non procura danno. A scanso di equivoci, conosceva ma che si rivela, con la sua l’autore stesso cita in apertura questa inflessione veneta, subito autentico, frase del cardinal Martini: “Tutti schietto nel suo tormento, sincero questi peccati, nessuno escluso, nella comunicazione. E gli applausi sono stati commessi nella storia del non si fanno più attendere, ma si mondo. Ma non solo: sono stati com- ripetono più volte come a dire che messi anche da preti, da suore, da approvano il giudizio della giuria. religiosi, da cardinali, da vescovi, e perfino da papi. Tutti.” Sono stato testimone diretto dell’intera giornata del Premio, Fin da subito, insomma, il lettore essendo là accreditato in qualità di viene messo in guardia così da sapere accompagnatore dello scrittore. Ho che il libro che leggerà sarà ruvido e potuto documentare l’evento con severo nel suo contenuto. Grazie allo un ricco repertorio fotografico, ho sfondo grottesco e, a tratti, anche raccolto i commenti di autorità, gior- allo stile che riesce a sollevarsi su nalisti, uomini di cultura. Dalla Rai di una certa lievità, la lettura può proce- Sardegna chiedono che Permunian dere verso la scoperta di un mondo ritorni nell’isola, magari per parteci- “infernale”, rappresentato da un pare al prestigioso Festival di Gavoi. collegio per bimbi abbandonati, Non nascondo la mia debolezza dove accadono le più inquietanti emotiva: di fronte a tanta adesione nefandezze proprio per opera di chi di consenso ho provato una viva dovrebbe invece indicare e praticare commozione.

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Novembre 2019 7 a cura di Gualtiero Comini Al Mu.Sa. è arrivato un magico violino he Salò sia la Città della Musica è cosa arcinota. La prima comparsa a Salò della copia dell’Ole Questo riconoscimento le è dovuto sia per aver Bull realizzato a Cremona, definito in modo signi- Cdato i natali ad eminenti musicisti sia per l’alto ficativo “il violino della pace”, è stata la sera del 2 spessore artistico degli eventi musicali ospitati. agosto scorso, ultimo appuntamento della 61esima edizione dell’Estate musicale del Garda - Festival Salò si pregia di essere la patria di quello che fu internazionale del violino “Gasparo da Salò”. La considerato l’inventore del violino moderno, cioè copia fedele del prezioso strumento è stata prota- Gasparo Bertolotti, noto come “Gasparo da Salò”. gonista di quell’appuntamento che con lo stesso Ciò ha determinato una rivalità con Cremona che con mitico ed iconico violino, ha visto esibirsi il violini- Andrea Amati rivendica tale primato. sta Alessandro Quarta in “Alessandro Quarta plays Astor Piazzolla”, che i più ricorderanno sul palco del La diatriba tra la scuola liutaria bresciana e Festival di Sanremo a febbraio 2019 in uno strepitoso quella cremonese è andata avanti fin troppo tempo duetto con il “Volo”. e oggi ha trovato il modo di essere definitivamente ricomposta. Entrambi gli illustri personaggi possono Dopo la sua comparsa nel Duomo di Salò la sera essere considerati i perfezionatori del violino, ciascuno del 2 agosto la copia dell’Ole Bull è stata regalata a Un’immagine della foresta di Val di Fiemme avendo operato in modo autonomo. Salò ed esposta al Mu.Sa. nel corso della cerimonia del 10 settembre scorso, un’ulteriore occasione per Alla luce di ciò tra Salò e Cremona è nato un rinsaldare i legami tra Salò e Cremona. gemellaggio inossidabile nel nome del violino che le vede accomunate in molte circostanze. Prima di essere riposto nella teca dove potrà essere ammirato dai visitatori, è stato suonato da una violi- Il merito è da attribuirsi al sindaco salodiano nista coreana diplomata al conservatorio di Seul e Giampiero Cipani e ai due primi cittadini di Cremona da quattro anni allieva della Scuola internazionale di Giancarlo Corada e Gianluca Galimberti, che in Liuteria di Cremona.. questi anni hanno dato vita ad eventi che hanno coinvolto le due città. Mentore di questo connubio Alla cerimonia sono intervenuti il primo citta- nel nome del violino è stato Roberto Codazzi, noto dino Giampiero Cipani, il direttore del MuSa Giordano La copia del violino Ole Bull di Gasparo uscita dalla scuola musicologo cremonese che, da quando è diventato Bruno Guerri, il direttore artistico dell’Estate musicale di liuteria di Cremona direttore artistico dell’Estate musicale del Garda, lo Gasparo da Salò Roberto Codazzi, il maestro Angelo ha sponsorizzato e promosso. Tra gli altri l’evento del Sperzaga vice preside della Scuola internazionale di Festival Acque Dotte che si svolge nelle piazze salo- Liuteria di Cremona, Gabriele Calliari presidente di diane e cremonesi, e quest’anno anche mantovane, ha Federforeste, Davide Pace presidente della Comunità rinsaldato un legame che ha dato modo di metter in Montana e l’arciprete di Salò, Monsignor Gianluigi risalto le caratteristiche di città vocate alla musica quali Carminati. sono appunto Salò e Cremona. Al MuSa ha trovato collocazione nella sezione A riaffermare questo legame martedì 10 settembre liuteria nella teca accanto alla bellissima viola scorso, il Mu.Sa. ha ospitato un significativo evento. Francesco Bissolotti. L’antefatto dello stesso deve farsi risalire a un progetto della Provincia autonoma di Trento che ha voluto sia Non è l’originale, ma certo per gli appassionati fare memoria dell’utilizzo del legname di risonanza sarà una grande emozione poterne ammirare tutta proveniente dalle foreste trentine della Val di Fiemme l’eleganza. con i cui abeti da secoli, anche al tempo di Gasparo, si costruivano i migliori violini in Italia sia per sensibiliz- A proposito di copie di opere d’arte originali, zare, rispetto alla gravità dei danni riportati al patrimo- propongo una breve riflessione sul tema, spesso nio boschivo trentino a causa della straordinaria tem- oggetto di contrastanti opinioni. Partiamo dalle parole pesta Vaia dell’autunno del 2018. Dato il particolare per attingere alla semantica delle cose. Generalmente significato dell’iniziativa, essa ha coinvolto la città di si usa definire copia un disegno, una pittura, una Salò, la Scuola internazionale di Liuteria di Cremona, scultura, un’incisione, uno strumento che riproduca La violinista coreana diplomata al conservatorio di Seul la Comunità Montana Parco Alto Garda Bresciano, più o meno fedelmente un’opera d’arte. e da quattro anni allieva della Scuola Internazionale di Federforeste e appunto l’Assessorato all’Agricoltura Liuteria di Cremona. che ha suonato al Mu.Sa. l’Ole Bull di della Provincia Autonoma di Trento. Il complesso fenomeno della copia è tradizional- Gasparo mente legato alla fortuna di un artista o di un’opera, Il progetto è stata un’ importante iniziativa che e rientra pertanto nella storia del gusto e del collezio- si è affiancata alla rassegna Estate musicale del Garda. nismo. L’uso di copie di originali famosi (in vari ambiti Nell’ambito della collaborazione attivata tra tutti i sog- artistici) si diffonde soprattutto a partire dal periodo getti che l’hanno sostenuta la Provincia autonoma ha ellenistico – quello in cui l’espressione artistica acqui- donato alla Scuola di Liuteria di Cremona una forni- sta valore di per sé, per intrinseci attributi estetici, tura di prezioso legno di risonanza proveniente dalle per un’identità autonoma rispetto allo scopo (rituale, foreste demaniali di Paneveggio in Val di Fiemme. Per magico, sacrificale, liturgico) – in cui l’arte aggiunge concretizzare questo ricordo gli allievi della Scuola di alla tradizionale eteroreferenzialità un’orgogliosa e Liuteria “Stradivari” di Cremona, l’istituto liutario piu consapevole autoreferenzialità. prestigioso al mondo, hanno realizzato un violino che è la fedele copia dell’Ole Bull, il violino di Gasparo La copia dell’Ole Bull è stata esposta accanto esposto ora nel museo di Bergen in Norvegia. al contrabbasso Biondo del 1590, già Colonna, ori- ginale di Gasparo, il pezzo più prezioso esposto sta- L’originale fu del violinista norvegese Ole bilmente nella sezione del museo salodiano dedicata Bornemann Bull dal quale prese il nome, che è alla liuteria. La sezione ospita anche la copia dello appunto conservato nella sua città natale. L’Ole Bull, splendido busto di Gasparo da Salò, realizzato in il violino più celebre e iconico tra quelli forgiati da marmo da Angelo Zanelli (l’originale del 1906 è tut- Gasparo Bertolotti, è lo strumento che più di ogni tora conservato nella sala consiliare del municipio di altro rappresenta la scuola rinascimentale bresciana Salò), del quale d’Annunzio ebbe a dire: «Non si sa se di liuteria ed è vincolato da regole testamentarie che Gasparo stia aprendo il petto per trarne il violino o se ne impediscono gli spostamenti. Tale fornitura ha con- stia aprendo il violino per mettervi il cuore». sentito inoltre alla Scuola di Liuteria di Cremona di formare i propri studenti nella costruzione di preziosi Quindi è evidente che la copia dell’Ole Bull, con strumenti musicali con tecniche e materiali all’avan- gli altri strumenti che lo affiancano, contribuirà ora Il grande violinista Alessandro Quarta conb la copia dell’Ole guardia. Una forma di virtuosa resilienza, oltre che ad arricchire questa sezione del Museo salodiano, un Bull di Gasparo la sera del 2 agosto 2019 in Duomo ultimo l’eterna dimostrazione della capacità della musica e luogo che racconta la grande tradizione della scuola appuntamento dell’Estate Musicale del Garda dell’arte di trasformare in bellezza eventi negativi. bresciana di liuteria. 8 Novembre 2019 8a Puntata Stregati dal lago di Garda a cura di Pia Dusi L’amicizia tra Titus Heydenreich e Herfried Schlude

erfried Schlude, innamorato del l’altro due disegni della parrocchiale di lago di Garda e della cultura Gardone, vista dai giardini della Villa di Hgravitante attorno, stava pre- Cargnacco (Vittoriale). I dipinti presen- parando per il Touring Club Italiano tano lo stesso soggetto, ma non sono una visita alla Villa Cortine di Sirmione identici. Herfried Schlude ne aveva tro- e al suo parco. Sapendo che Titus vato una copia a Brescia. Heydenreich, già professore emerito, teneva corsi e lezioni all’Università di Data ormai la confidenza acqui- Erlangen sulla mitologia greco-romana, sita tra le due famiglie, un giorno lo pregò di fare insieme un’escursione venne a Tina e a Herfried l’idea di affi- preventiva sulla penisola di Catullo, per dare in estate a Titus la loro casa di avere da lui spiegazioni sulle numerose Gardone. Titus non avrebbe pagato scene mitologiche presenti su vasi, scul- nulla di affitto, aveva solo l’incombenza ture, fontane del parco della villa. di annaffiare fiori e piante del giardino, mentre gli Schlude erano impegnati in Nella pace del luogo, Titus si aggi- un viaggio. L’idea piacque. S’erano orga- rava con entusiasmo alla ricerca o alla nizzati in modo che Titus e la moglie scoperta di iscrizioni in latino. In epoca arrivavano a Gardone la sera prima romana, infatti, qui si trovava un presi- della partenza degli amici, pranzavano dio militare. Fatte le debite fotografie, insieme in un qualche ristorante e rice- il professore analizzava con calma ogni vevano poi le chiavi di casa. Dopo una fregio, ogni scritta e ciò gli permetteva settimana o una decina di giorni gli di stendere in seguito relazioni su tutti Schlude ritornavano dal viaggio, con- i particolari. sumavano un pasto tutti insieme in un ristorante del posto e si scambiavano le Una volta Herfried e la moglie scoperte, le sensazioni, le esplorazioni Tina furono invitati dal professor del viaggio degli uni o della perma- Heydenreich a casa sua in Germania. nenza degli altri. L’abitazione non era certo fatta per ospitare persone estranee e rispec- Al termine del soggiorno a chiava esattamente la riservatezza dei Gardone gli Heydenreich prepara- suoi abitanti. Era un fabbricato piccolo vano i bagagli e l’indomani mattina, affiancato da un enorme glicine che si prima della partenza, facevano insieme appoggiava letteralmente con i suoi ancora uno spuntino e qualche chiac- lunghi rami all’edificio fino a coprirne chiera per poi ripartire. La conversa- parte del tetto. Dava l’idea che da un zione a tavola tra di loro era sempre momento all’altro l’albero avrebbe molto varia, viva e appassionante, schiacciato la casa. perché Titus raccontava volentieri l’ar- gomento su cui stava lavorando e in La famiglia di Titus Heydenreich questo modo vivacizzava il dialogo abitava a Hemhofen, un comune tede- con scambio reciproco di conoscenze. sco di 5.200 abitanti, situato nel Land Testimonia tutto questo una lettera di chiesa parrocchiale di Gardone dipinta da Hans Thoma della Baviera, immerso nel verde e cir- Titus Heydenreich inviata agli Schlude affaticamento. Anche il 3 gennaio Nello “Zibaldone” di fine 2013 condato da boschi. La loro casa dispo- da Hemhofen il 15 luglio 2013, pochi 2013 Titus esprimeva un sincero rin- compare una foto di un Titus neva di una cucina e di un soggiorno mesi prima della scomparsa. A parte un graziamento agli Schlude per l’invito Heydenreich sorridente, come era nel consistente in una stanza angusta. Da breve cenno agli ‘acciacchi’, il professore a passare qualche giorno a Gardone in suo stile. A fianco si possono leggere un lato c’era un tavolo su cui troneg- scriveva di come si stesse svagando nel luglio, invito accettato, come sempre, due pagine scritte da Thomas Bremer, giava una macchina da scrivere, dietro preparare il materiale per lo ‘Zibaldone’ molto volentieri, ma salvo imprevisti. suo co-editore, in cui si legge che il 23 alla quale sedeva il professore a lavo- N. 56 dedicato alle ‘piccole isole’. Riferiva Aggiungeva, infatti, di aver bisogno dicembre 2013 dopo grave malattia, ma rare, circondato da pile di libri, da car- tra l’altro di aver ricevuto dalla Sardegna di tanti in bocca al lupo a livello salute. in modo del tutto inatteso, si era spento tellette, carte, lettere. Dal lato opposto un interessante articolo sull’isola Malu Comunicava inoltre che mentre il co- all’età di 77 anni Titus Heydenreich. La della stanza stava un altro tavolinetto Entu (Mal di Ventre) e sul movimento editore Thomas Bremer stava finendo rivista “Zibaldone”, il cui N° 56 da lui con- con un’altra macchina da scrivere, dove indipendentista sardo con tanto di foto di preparare per la primavera il N° 55 cepito era quasi completato, perdeva lavorava la moglie. Tutto attorno a della bandiera e delle banconote del dello ‘Zibaldone’ Fotografie in Italien, lui così dopo 28 anni di esistenza il suo fon- questi tavoli erano sparpagliate scatole posto. stava predisponendo in vista dell’au- datore, il suo spirito guida. Bremer evi- di libri, di documenti, di carte. tunno 2013 il materiale per il N° 56 su denzia inoltre che questo periodico non Il piacevole avvicendarsi delle Kleine Inseln (Isole minori) e ammetteva sarebbe esistito senza la carica emotiva Appesa a una parete attirò lo visite proseguì per molti anni. che, come al solito, alla luce dei contri- di Titus, senza il suo perseverante lavoro sguardo degli ospiti un quadro, che In una lettera del 16 giugno 2003 buti ricevuti c’era da imparare molto. nella ricerca di nuovi autori, nella reda- Titus presentò loro con orgoglio e Heydenreich, a nome anche della Sarebbe dunque dovuto venire in Italia zione dei testi, nella progettazione dei grande soddisfazione. Era la stampa moglie, ringraziava per l’offerta di “pro- anche nel luglio del 2013, ma in un ‘quaderni’ e nell’individuazione di temi gemella di quella che aveva visto teggere” la loro casa e il giardino per messaggio annunciava di non sentirsi attuali. Ma non sarebbe nemmeno esi- appesa nell’ingresso degli Schlude una decina di giorni in settembre. Gli bene e si vedeva costretto a rinunciare stito senza sua moglie Hildegard, senza a Gardone. In effetti, il pittore Hans sarebbe bastata una valigia di libri e al viaggio programmato. i suoi consigli, le sue traduzioni, le sue Thoma nel 1897 aveva eseguito tra la vista del lago per curare il senso di fotografie.

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Novembre 2019 9 a cura di Amelia Dusi Geografia del passato di Rivoltella e San Martino

Punto focale d’orientamento c’è più. Restano invece i documenti San Biagio che ne attestano la storia per almeno un secolo. Infatti, la nobile famiglia .Lorenzo - Cascina con podere a Marchetti mantovana, già vicina ai sud-ovest di Rivoltella, sui con- Gonzaga, ricevette il 12 dicembre 1690 Sfini di Desenzano, a nord dell’au- l’autorizzazione a far celebrare la messa In altro a sinistra: Casccina Marchetti - ; in alto a destra: Ossario San Martino; tostrada. Vi furono fatti negli anni ’80 nella cappella. Da quell’anno il vescovo in centro: San Michele; in basso: San Lorenzo importanti scavi archeologici, che di Verona, in occasione delle visite misero in luce un sepolcreto altomedie- pastorali a Rivoltella, vi si fermava per vale. E’ stato accertato recentemente, da l’obbligatoria ispezione prescritta dal un gruppo di lavoro sotto la guida della Concilio di Trento. In genere il presule professoressa Alexandra Chavarria e del vi arrivava dopo la visita a S. Zeno di prof. Gian Pietro Brogiolo dell’università Rivoltella, per poi recarsi a San Girolamo; di Padova, che la chiesetta rinascimen- qualche volta il percorso avveniva all’in- tale con resti romanici attualmente verso. Giuseppe Tosi nel suo libro Le esistente, purtroppo in grave degrado, chiese dimenticate riferisce che l’ultima è stata edificata sui resti di una chiesa relazione al riguardo è datata 1771. ben più vasta risalente al V-VI secolo La famiglia Marchetti, che ricevette il d.C. L’esistenza della chiesa era stata titolo nobiliare dall’imperatore Carlo segnalata da Giuseppe Tosi, storico e VI nel 1739, cedette le sue vaste case ricercatore di storia locale, e riportata rurali ai Leidi e questi le passeranno ai nel suo libro Le chiese dimenticate. Gli Cavasocca. Un Cavasocca agli inizi del studiosi di archeologia datano le fonda- ‘900 sposò una signorina Bertani, dei menta ritrovate all’epoca di Teodoacre e nobili Bertani di S. Maria della Venga. Teodorico, quindi la pieve sarebbe stata Forse per influenza di questa parentela la più antica del territorio di Desenzano. negli anni ‘20 del secolo scorso furono aperti, nei saloni della casa padronale S.Martino - Chiesa oggi Ossario per dismessi, grandi locali per l’essicazione i caduti della Battaglia del 24 giugno del tabacco che già i Bertani lavora- 1859. Di antica origine, forse legata a un vano altrove. Molte ragazze rivoltellesi monastero femminile francese, di sicuro vi lavorarono sotto una ferrea sorve- esisteva nel ‘500. Della primitiva chiesa glianza prescritta dalle leggi statali. Dal rimangono solo pochi elementi, come 1960 le Case Marchetti ospitano la fami- ci racconta G. Tosi in Le chiese dimenti- glia Girelli, quella di Moreno Aldo Girelli cate. Venne tenuta con cura dalla fami- e di sua madre Angelica. glia Tracagni. Ora la Società S. Martino e Solferino provvede alla sua custodia. S. Pietro - Frazione di Desenzano al confine con Centenaro di Lonato. Vi S.Michele - Cascina ottocente- era un antico palazzo-cascina abitato sca di San Martino a sud della cascina nell’800 dalla nobile fam. Ficca di origine Colombarone, sulla strada che da veneziana, che nel palazzo volle un ora- Montonale Basso, per Montonale Alto torio domestico attualmente scomparso. conduce a S. Martino. Ora trasformata L’ultimo discendente, Luigi Ficca, nel in B & B Corte S.Michele. 1859 rifornì di paglia e fieno il Comune di Desenzano per i giacigli dei feriti ricove- S.Paolo - Era la chiesetta rurale rati nelle chiese. Alla sua scomparsa lasciò delle Case Marchetti sulla strada che una generosa somma al progettato asilo da Montonale Basso porta a Montonale infantile A.V.E. (Asilo Vittorio Emanuele) Alto. ‘Era’, perché adesso l’oratorio non di via Annunciata, a Desenzano.

10 Novembre 2019 a cura di Osvaldo Pippa 7 ottobre 1900: l’aerostato a Lonato, “che emozioni!” ella bella città di Tolosa esiste un artistico Infatti, fin dal mattino del 7 ottobre 1900 giun- monumento eretto in memoria di un fatto sero i treni speciali con molti forestieri e, nelle strade e Nstorico, una battaglia avvenuta a Lonato il 3 nella piazza, vi era grande folla di signori e di autorità agosto 1796. civili e militari; personalità della cultura; diffusa pre- senza di agricoltori e di allevatori; un via-vai di cavalli L’elegante composizione scultorea, che richiama e di carrozze; inchini; strette di mano; belle ed eleganti Lonato, è dedicata al generale napoleonico Dupuy signore e signorine... e tutta questa solennità si svol- che comandava la 32esima brigata. Egli, nel 1796, geva tra lo sventolio di bandiere e con graziose deco- giunse a Lonato coi suoi soldati seguendo le pre- razioni floreali alle finestre e ai balconi. ziose indicazioni di un suo ufficiale che, dall’alto di un pallone aerostatico, gli segnalava la posizione degli Con molti ospiti si aprì nella mattinata la confe- Austriaci (museo aerospaziale Le Bourget-Parigi). renza della locale Cattedra Ambulante di Agricoltura, poi l’elenco dei riti, delle cerimonie e delle mostre è Un’arma segreta, dunque, che Napoleone aveva lungo (ed è ben raccontato nelle pagine del Numero voluto per il suo esercito dopo aver conosciuto i Unico delle 49^ Fiera di Lonato). Fratelli Montgolfier. Concluse le gare di tiro al bersaglio, a sera il E quella fu la prima volta che un uomo “volava” paese fu illuminato sfarzosamente “a luce elettrica” nel cielo di Lonato. (una rarità per quei tempi) e in teatro si rappresentò l’opera “Marta”, mentre i caffè e le osterie erano affol- Palloni per esplorazione furono innalzati anche il late di allegri clienti.. 23 giugno 1859 sulle colline di Castiglione e di Lonato dagli eserciti francese e piemontese, ma nulla scorsero (Omissis) le vedette. Così, il 24 giugno, fu all’improvviso battaglia feroce a Solferino e San Martino. Nel pomeriggio del giorno seguente, dopo lo sco- primento della lapide dedicata a C.Tarello (c’è tutt’ora Sull’argomento aerostati e mongolfiere nell’Ot- sulla scalinata del municipio) nelle vicina piazza del tocento vi fu una progressiva evoluzione scientifica Mercato tuonarono i cannoni grandinifughi esone- e storica, e questi strumenti in quel secolo sono stati rando fragorose cannonate, poi il corpo musicale avventurosamente utilizzati (si veda “Aerostati” di suonò la Marcia Reale facendo montare in piedi tutti i Marco Majrani). presenti al grido di “Viva il Re.”.

In uno di questi aneddoti si racconta che nel 1897 In seguito, unitamente al “Coro di Lonato”, la Banda l’ingegnere svedese Salomon Andrée tentò di sor- intonò “l’Inno a Tarello”. volare il Polo Nord con la sua mongolfiera. L’impresa suscitò grandi aspettative ed ebbe subito enorme Nel frattempo la folla si era fatta più fitta nella risonanza. Il coraggioso Andrée, infatti, si levò in volo piazza e nelle strade circostanti in attesa che il signor nel luglio 1897, ma la sua avventura finì tragicamente Baronio (forse capitano Baronio) e sua figlia Giuditta perché di lui e del suo pallone “Aquila” non si seppe approntassero il loro pallone per la prevista ascen- più nulla fino al 1930, quando i resti della mongolfiera sione libera. vennero ritrovati sul ghiaccio unitamente a decine di preziose lastre fotografiche... Dell’ingegner Salomon E’ significativo che l’aerostato nella piazza di e dei due suoi collaboratori, invece, nessuna traccia Lonato portasse appunto la denominazione “Andrée” perché - nel tentativo di tornare a piedi alla base di in onore del famoso esploratore Salomon, che risul- partenza - finirono sepolti nel ghiaccio o probabil- tava scomparso tra i ghiacci del Polo Nord. mente divorati dagli orsi. Finalmente, fra la curiosità generale, venivano atti- Ma il pallone di “Andrée” - nel frattempo – era vate le procedure di riempimento. La mongolfiera diventato famoso... lentamente prese forma e, trattenuta da una fune, si alzò sopra la piazza all’altezza dei tetti portando con se E allora? Fin dal 1897 Lonato aveva deliberato di la signorina Giuditta la quale, da quella altezza, inco- dedicare un ricordo marmoreo all’agronomo lonatese minciò a fare delle evoluzioni appesa ad un trapezio Marco Camillo Tarello che tanti benefici aveva por- e a salutare il pubblico che osservava sorpreso, trepi- tato all’agricoltura con le sue osservazioni scientifiche dante, or anche commosso. e calessi correndo sulla strada del Mancino verso e con i suoi insegnamenti (è stato sui libri delle scuole Padenghe mentre il pallone - continuando la sua corsa di agricoltura.). C’era tuttavia della gente che si sentiva “distur- - giungeva fino alle campagne vicino il lago dove scese bata” da quello spettacolo pericoloso, e incominciò a poi finalmente a terra e per fortuna senza incidenti... La celebrazione delle cerimonie, tuttavia, venne gridare: “Basta! Basta! Scenda. Scenda subito!” procrastinata all’ottobre del 1900, quando il pro- Fu così che anche la signorina Giuditta, ritrovata gramma dei festeggiamenti venne per tempo antici- Poco dopo, infatti, mentre si armeggiava per recu- sana e salva accanto al pallone afflosciato, fu quindi pato su tutti i giornali informando che erano stati isti- perare la corda che tratteneva la mongolfiera, quel riportata a Lonato, dove ricevette cortesie e felicita- tuiti anche dei treni speciali per far fronte alla prevista grosso pallone sfuggì di mano...” e “fece un po’ quel che zioni da parte della gente. forte affluenza di pubblico e di Autorità che sarebbero voleva”. Non ubbidiva ai comandi né a preghiere, e inco- convenuti a Lonato. minciava a salire, a salire, portando con sé la signorina Ma che giornata! Che emozioni! Giuditta fra le grida di orrore della folla… Passava l’alta Venne reso noto, inoltre, che tra le manifestazioni torre, va verso il castello, lo scavalcò, e scomparve alla Dopo quei giorni memorabili passarono pochi di contorno era previsto lo “slancio” di un pallone vista della gente impietrita che nella piazza temette per anni prima che i lonatesi vedessero nuovamente degli aerostatico denominato appunto “Andrée”. Notizia, un momento una tragedia... uomini librarsi in aria - come si racconta nelle pagine questa, che faceva presagire un forte concorso di visi- de “Il Novecento - Memorie Lonatesi” - ma di queste tatori e di curiosi. Urla, grida… e rapide decisioni… Partirono subito ulteriori avventure parleremo pure nella prossima all’inseguimento del pallone alcuni animosi con cavalli puntata. Novembre 2019 11 I racconti di Amelì

il manganello che porta sempre con sé, il drago Babacar che vi abita. Gioppino fa come gli viene detto, costringe il drago a uscire dalla grotta e lo affronta Gioppino e il tesoro a mani nude. Dopo un spaventoso corpo a corpo, Gioppino pone il muso erdinanda Onofrio ha steso, tra le ai piedi di un castello. Proprio lì c’è una la Maga. Gioppino non vede nessuno, del drago sotto il sedere e lo soffoca. altre, la sceneggiatura di una fiaba fonte e Gioppino si mette a lavare l’a- ma una stridula voce lo investe con La brutta maga ricompare e propone Fintitolata Il tesoro magico, che qui nimale per fare bella figura al mercato. parolacce, perché disturba la quiete. È la la terza prova: Gioppino deve dare un narriamo. Peccato che il riassunto non Purtroppo, due figuri loschi lo vedono voce della Maga che in modo sgarbato bacio alla Maga. Gioppino tentenna, valorizzi i vivaci dialoghi tra i perso- e tramano alle sue spalle per rubargli gli chiede se sia un cavaliere. Gioppino non vorrebbe, poi vorrebbe; si avvicina naggi, tutti burattini. il maiale. Così mentre l’uno intrattiene prima dice di no, poi si affretta a dire di sì. alla Maga, ma poi scappa via, perché Gioppino con stupide chiacchiere e E inizia un dialogo serrato tra i due, ricco sente un alito puzzolente. Non potendo Il tesoro magico è ambientato in facendolo ubriacare, l’altro porta via la di insulti, alla fine del quale la Maga esce, tornare a casa senza porcellino e senza una sperduta vecchia casa vicina a preda senza nessuna difficoltà e in un bruttissima, dalla Terra recitando una soldi, alla fine si decide e bacia la maga, un bosco. Gioppino è in cucina quando attimo spariscono ambedue. Gioppino formula magica sconclusionata e molto che sull’istante si trasforma in una cre- entra nella stanza sua sorella Bernarda. si rende subito conto di essere stato divertente. Gli propone quindi la prima atura bellissima con una bacchetta Questa subito lo rimprovera, perché giocato e si dispera. È poi preoccupato prova: deve percorrere tre leghe, porsi magica dono per Gioppino. non è con gli otto fratelli a raccogliere per quanto i fratelli gli diranno una volta davanti a un’antica quercia dal tronco castagne, unico loro sostentamento per tornato a casa. Gioppino cammina, cam- argentato e gridare il suo nome; dopo Però il tesoro è ancora lontano l’inverno. Gioppino si difende pronta- mina ingrugnito, quando presso alcune di che capiteranno cose strabilianti. protetto da un serpente. Gioppino mente dicendo di essere restato in casa case si imbatte in zia Rosilde, che natu- cammina, cammina, cammina e rin- per pensare, precisa che lo ha fatto per ralmente gli chiede perché sia così Gioppino arriva alla grande quercia, traccia la grotta del tesoro col serpente. quattro ore. La sorella lo accusa di lazza- stralunato. Gioppino le spiega tutto e fa quello che gli avevano detto di fare Il serpente è depresso perché mangia ronite acuta, ma lui ribatte esponendole lei lo rincuora spronandolo ad andare e subito compaiono una grande far- sempre e soltanto topi, comunque gli la propria decisione: andare al mercato dalla maga Magonia che vive nella valle falla, un bruco gigante e elfi e gnomi. rivela cosa deve fare per trovare il for- nel paese più vicino a vendere il porcello dell’Ombra. Gioppino, sottovalutando i Gioppino deve affrontare il campione ziere. Gioppino batte con la bacchetta di famiglia. Bernarda non è persuasa che pericoli e fiducioso nella propria furbizia, tra gli gnomi e qui Gioppino dà botte di magica per tre volte la terra, come gli è il progetto valga la pena, tanto più che il subito accoglie il suggerimento della zia santa ragione finché il suo avversario è stato detto, e appare la cassa del tesoro mercato è a due giorni di cammino. e si dirige verso quella valle lontana. costretto a fuggire. e il porcellino che gli era stato rubato, ma anche un mostro terribile. Segue una Gioppino rimane fermo nel suo Cammina, cammina, cammina, La Maga, comparsa all’improv- lotta furibonda, dalla quale esce vinci- proposito. Cammina, cammina col suo finalmente Gioppino trova il bosco e viso, propone la seconda prova: tore Gioppino, che diventa padrone del bel porcellino a fianco, fino a quando il fiume che zia Rosilde gli aveva indicato Gioppino deve percorrere tre leghe, tesoro, col quale ritorna a casa assieme arriva alle prime case del paese arroccato e incomincia a chiamare a squarciagola entrare nella grotta e affrontare, senza al porcellino.

12 Novembre 2019 IMPLANTOLOGIA A CARICO IMMEDIATO: in un giorno un nuovo sorriso!

SEDAZIONE COSCIENTE: ansie e paure dimenticate!

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Via Cesare Battisti, 27 - Lonato del Garda (BS) Tel. 030 9133512 Antiche famiglie di Desenzano a cura di AD La campana del Carnarolo arnarolo è una località agricola di Desenzano A lato di questo portone che era stato il princi- dietro il Monte Alto, vicino al Serraglio, vale a pale, nella parte esterna, vi sono due lapidi. Sull’una, Cdire nella punta sud-ovest del territorio comu- a destra, si legge che il luogo divenne proprietà della nale. Oggi è vicino a uno svincolo stradale molto traffi- famiglia Rambotti con atto steso il 28 gennaio 1595 cato, però è situato in una posizione tale che, una volta dal notaio desenzanese Gerolamo Bertazzi; i Rambotti raggiunto, si dimentica il fiume di veicoli in transito. l’avevano acquistata da Alessandro Gratarolo. Successivamente si legge che l’avv. Giovanni Rambotti La casa colonica doveva essere stata un tempo il 19 settembre 1895 festeggiò, insieme ai nipoti e ai notevole, non perché grande, ma per l’armonia delle pronipoti, il trecentesimo anno della possessione. Era parti che la costituivano. Tutta chiusa attorno a una Giovanni Rambotti un uomo alto e magro, dai capelli corte, attualmente vi si accede con l’auto passando per e dalla barba bianchissimi ben curati, dagli acuti occhi una strada selciata che immette sul lato est . Superato grigi, serio e pensoso; morirà nell’anno successivo a quello che doveva essere il muro orientale della corte, 79 anni. Figlio di Vincenzo e nipote di Giuseppe che si trova il complesso dell’edificio con la pars dominica e aveva voluto la chiesetta, Giovanni aveva occupato la pars rustica. Sulla destra si vede la parte riservata al posti di responsabilità nella Desenzano ai tempi della colono e alla sua famiglia. A sinistra si notano i porticati dominazione asburgica. Persona di valore, dalla rigida per gli attrezzi agricoli. Adiacente al porticato c’è un dirittura ottocentesca, era stato chiamato ad essere edificio alto, ma non largo, con all’interno, sulla parete il primo sindaco della Desenzano italiana. Dopo due di sinistra un camino e in fondo sul lato a destra un bel anni aveva voluto dimettersi per dedicarsi alla scuola portale con gli stipiti in pietra lavorata, però murato. e alla sua passione culturale: le ricerche archeologiche. Questo ingresso metteva un tempo in comunicazione È ricordato come il preside del Liceo Classico negli anni con la parte di abitazione padronale. della venuta a Desenzano di Giosuè Carducci, che poté ammirare la sua grande raccolta di reperti della cultura Prima del camino si nota, ancora oggi, una della Polada. Difatti leggiamo nella lapide sull’altro lapide di difficile lettura, che tramanda come la lato dell’ingresso, quello a sinistra, versi che riecheg- chiesetta del Carnarolo sia stata voluta dalla fami- giano strofe del temperamentoso poeta: glia Rambotti nella seconda metà del ’700, mentre era parroco don Vincenzo Gamba desenzanese e da “Rimanti//ti canteremo noi cipressi i cori//che un mese. Mai riuscirono a capire come succedesse lui fu benedetta il 25 settembre 1786 e dedicata a S. vanno eterni tra la terra e il cielo//e Pan//il dissi- questo. Giuseppe, lo sposo di Maria. Questo ambiente, alto e dio, o mortal, de le tue cure//ne la diva armonia stretto, negli anni ’70 del secolo scorso (il ‘900) presen- sommergerà”. La proprietà del Carnarolo dei Rambotti, per via tava l’altare e l’arredo sacro di cui oggi non c’è traccia. ereditaria, passò ad Antonio Papa e da questi alla fami- Come non si vedono i mobili che arredavano la zona Nell’agreste tenuta non mancava la campana. glia Baldi e quindi ai Baldi-De Gressi. A pochi metri, padronale del tutto diroccata in seguito alla grande Questa non era su un campanile della chiesetta, sottoterra, in una lunga galleria, transiterà la linea fer- nevicata dei primi anni ’80 del secolo scorso. Alcune ma, secondo il ricordo dei coloni che hanno curato roviaria dell’Alta Velocità. stanze, ora usate come deposito, mostrano grandi i campi della proprietà nell’ultimo mezzo secolo, camini e soffitti a volta, segni di pitture, finestre con era sopra una canna fumaria in mattoni rossi ancora Siamo contenti di aver vista in una domenica di infissi oggi sconnessi. Una di queste finestre con infer- ben visibile sui tetti dai vecchi coppi. Quando l’an- giugno la casa colonica, mentre conserva ancora un riata metallica occupa una sporgenza dell’edificio, ziano capofamiglia Giacomo Bertini venne a morire, po’ dell’atmosfera rurale che le danno i campi di fru- che, secondo chi ci accompagna nella visita, serviva la campana sprofondò nell’incavo della canna. Nelle mento attorno, con sullo sfondo a nord la punta dai per controllare il forestiero che bussasse al portone sul sere successive, nello stesso momento della caduta, cipressi aguzzi del Monte Alto e dietro, più rarefatto lato ovest dell’intero edificio. e quindi della morte di Giacomo, i familiari sentivano dalla lontananza, il becco del monte Pizzocolo. i rintocchi della campana e questo durò per almeno

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14 Novembre 2019 Araldica a cura di Giacomo Danesi Lo stemma civico di osa dice la legge è chiarissimo. Aprite questo link (http://www.araldicacivicaitaliana. Cit/2016/01/29/ciao-mondo/) e capirete l’impor- tanza e la sua portata.

Ma siamo in Italia. Ergo l’80% degli stemmi delle città e dei comuni non sono a norma e nemmeno rico- nosciuti dalla legge! Naturalmente, nessuno si preoc- cupa! Uno stemma araldico, comunale, provinciale o cittadino... cosa sarà mai?

In barba alla legge che ordina che sullo Statuto di un comune, di una città o di una provincia sia spe- cificato che lo stemma sia stato regolarmente ricono- sciuto, e pretende che si rendano noti i dati legali del riconoscimento, i sindaci o chi fa per essi adottano questa tecnica: scrivono in fondo allo Statuto del comune che lo stemma è stato legalmente ricono- sciuto. E da chi?

Alcuni fanno orecchie di mercante, altri scrivono che è stato riconosciuto dal Consiglio comunale, ovvero da loro stessi! Cosa che, naturalmente, non è lecita.

In ultima analisi la maggior parte dei sindaci sono a rischio di essere denunciati per falso in atto pub- blico. Ma nessuno si preoccupa. Cosa volete che sia uno stemma araldico! Invece, fin da questo numero, ogni mese vi illustrerò la bellezza, la complessità e l’importanza di uno stemma araldico comunale, provinciale o di una città. In pochi centimetri quadrati scopriremo un mondo. Vedremo nelle sue pezze all’in- terno dello scudo tutta la storia di quel luogo e il mes- saggio che esso manda al lettore.

Inizierò dal paese dove abito: Adro, in Franciacorta, in provincia di Brescia. Personalmente, lo conosco bene questo stemma, per aver avuto la for- tuna di studiarlo a fondo e di aver fatto pubblicare un piccolo volumetto di poco più di 60 pagine. Lo stesso fu poi distribuito dalle autorità comunali adrensi a tutte le famiglie del paese. Un’operazione culturale splendida. Scriverlo non è stato facile. Oltre che cono- scere la materia, anche se io prediligo l’Araldica eccle- siastica della quale ho scritto diversi libri, scoprirne i segreti significa andare a fare ricerche nell’archivio comunale, parrocchiale (importantissimo quest’ul- timo), provinciale e regionale. Significa centinaia e centinaia di faldoni da leggere e scoprire. Non solo. della materia: Maria Cristina Sintoni. rimarrete incantati dalle fotografie e dalla storia dello Occorreva poi mettere lo stemma norma di legge. stemma. Un’operazione, questa, sotto l’aspetto edito- Compito che ho affidato ad una vera autorità in Italia In fondo all’articolo troverete un link e aprendolo riale, che dovrebbe essere fatta da tutti i paesi della provincia. Ogni mese sul nostro mensile ne troverete uno che potrete leggere in pdf; nel contempo però, e sono certo, avrò modo di preparare altre pubblicazioni (in cartaceo e in pdf) per scoprire la nostra incredibile provincia di Brescia attraverso gli stemmi comunali.

Il prossimo riguarderà il Comune di , e vi accorgerete come la Storia, quella con la “S” maiuscola, che ha coinvolto la cittadina gardesana, abbia inciso sullo stemma. Non solo. Ma grazie anche ad alcuni filmati realizzati dal nostro direttore Luigi Del Pozzo, con la regia di Luca Delpozzo, (https://www.youtube. com/watch?v=pQt_b5ghA5k), ci permetterà di capire meglio tutto quanto è avvenuto sul piano storico, che ha dettato alla fine la conformazione dello stemma, cambiando anche di posizione un elemento importan- tissimo: la Corona sopra e dentro lo stemma e il colore del fondo dello scudo: da azzurro a rosso. E rimarrete sbalorditi quando apprenderete il perché! Anche di questo stemma c’è un filmato diretto dal nostro diret- tore che, naturalmente, vi mostreremo nel mese di dicembre.

Ora aprite il pdf del volumetto riguardante la ricerca dello stemma di Adro (Bs) collegandovi a questo link: http://www.araldicacivicaitaliana.it/wp- content/uploads/2016/12/ADRO.pdf Novembre 2019 15 Libreria del Garda Il 24° libro di Vittorio Messori

’ultima fatica del noto scrittore e apologeta cattolico le apparizioni), a volte piccoli e privati, che spesso trascu- Vittorio Messori, di casa a Maguzzano (Lonato), s’intitola riamo di interpretare, preferendo parlare di «coincidenze», L“Quando il Cielo ci fa segno - Piccoli misteri quoti- di «casualità», magari di «eventi bizzarri». Dunque, non è che diani” (ed. Mondadori); è il suo 24° libro. Messori qui ci ricorda il Cielo non ci parli: siamo noi a essere sordi. E non è che Dio qual è il ruolo primario della Chiesa, partendo da sue espe- non si mostri: siamo noi a essere ciechi. In pagine singolari e rienze personali (“Il segno del Cielo”). avvincenti, in cui si scopre l’atmosfera della confessione per- sonale, Vittorio Messori racconta – non certo da visionario Se è vero che la Chiesa è, come dice papa Francesco, un ma da cronista legato ai fatti oggettivi e da studioso razionale «ospedale da campo» che deve occuparsi anche dei corpi, è qual è – alcuni «segni» ricevuti nel corso della vita. altrettanto – se non più – vero che la sua missione primaria è prendersi cura della salvezza delle anime e dei bisogni Messori rende testimonianza alla verità della celebre mas- spirituali dei credenti. sima di Blaise Pascal: «L’ultimo passo della ragione umana è riconoscere che vi è un Mistero con una infinità di cose che Per aiutarci a ricordare questa dimensione trascendente, la superano». l’Aldilà ci invia dei «segni», a volte grandi e vistosi (i miracoli, Le storiche limonaie di

e limonaie di Gargnano sono “una vicenda storica”, di Garda, la prima cooperativa agricola d’Italia, finalizzata espressione di un paesaggio unico. A raccontarcele, con alla raccolta, cernita e commercializzazione di tale prodotto. Ldocumenti, approfondimenti e immagini, sono Alberta Cazzani e Laura Sarti, nel volume edito da Grafo con il patro- L’agrumicoltura raggiunse la massima espansione cinio del Comune di Gargano: “Le limonaie di Gargnano”. negli anni 1850-1855 quando a Gargnano si concentra- vano circa la metà delle limonaie presenti su tutta la riviera. “Cosa sono quegli alti pilastri saettanti verso il cielo, tutti La degenerazione delle piante per la malattia della gommosi, in fila, racchiusi su tre lati da bianche muraglie di pietra? Il la concorrenza del prodotto meridionale in seguito all’uni- lago di Garda, offre ancora esempi di strutture architettoni- ficazione del Regno d’Italia e soprattutto la scoperta della che introvabili altrove quali testimonianze tangibili di un’e- sintesi chimica dell’acido citrico, portarono via via all’abban- poca e di una civiltà. Le limonaie sono serre per la coltiva- dono graduale di questa attività agricola. Nel libro Twilight zione dei limoni alle quali, per secoli Gargnano ha legato la in , D.H.Lawrence narra: (…) Durante tutta l’estate, sui propria economia ed il proprio volto, costruite per rendere fianchi della montagna che scendono ripidi al lago, si vedono possibile l’agrumicoltura a questa latitudine (la più a nord file di nudi pilastri spuntare dal verde del fogliame come rovine del mondo). Nel 1840 si costituì a Gargnano la Società Lago di templi. (...) Non sono altro che delle piantagioni di limoni”. Villa Mazzucchelli a pubblicazione “Villa Mazzucchelli – Arte e storia di due inventari di guardaroba della metà del Settecento, pro- una dimora del Settecento” (Silvana Edizioni) è dedi- posta da Massimiliano Capella. Il libro è corredato da una Lcata alla nobile famiglia Mazzuchelli e alla straordinaria ricca bibliografia. villa da loro edificata a Ciliverghe, vicino a Brescia, nel XVIII secolo. Circondata da un rigoglioso parco secolare, Villa Mazzucchelli di Brescia è oggi la location ideale per eventi, La storia della nobile stirpe è tracciata, con precisione è in una posizione strategica tra la città e il lago di Garda, è e ricchezza di dettagli, da Danilo Agliardi, mentre Mauro dichiarata monumento nazionale. Costruita a metà del 1700 Bonetti e Angelo Loda dedicano i loro interventi rispetti- dal noto letterato Giammaria Mazzucchelli, è caratterizzata vamente all’architettura della dimora, di gusto palladiano, e da uno scenografico pronao di stampo palladiano. Al suo al prezioso patrimonio pittorico in essa conservato. A com- interno: arredi e oggetti d’epoca, affreschi scenografici pletamento del volume sono presenti un saggio di Enzo e sculture del Settecento. L’edificio ospita anche due par- Giacomini, che approfondisce il corpus bibliografico del ticolari collezioni: il Museo della Moda e del Costume e il conte Giammaria Mazzuchelli (1707-1765), noto letterato Museo del Vino e del Cavatappi, frutto della passione per il e personaggio cardine della famiglia, e una inedita lettura di collezionismo dei proprietari dell’edificio. Statuti Criminali del Garda alla presentazione di Mino Martinazzoli “La vitalità della Operazioni di microstoria, come si sa, sono largamente memoria”, nel libro “Gli Statuti Criminali della Comunità praticate in questi tempi, forse anche per una difficoltà o Ddella Riviera del Lago di Garda (1386)”, edito da Grafo: per un dubbio che si va insinuando, nonché sulla verità, sulla possibilità stessa della grande storia… “Non c’è bisogno di enfasi per dedurre la fatica com- piuta dall’Autore e qui descritta in numero ragguarde- Esplorazioni come questa meriterebbero lettori interes- vole di pagine tutte da leggere. Antonino Fedele non sati tra gli studiosi e soprattutto tra quanti oggi abitano la si è limitato a proporre un nuovo catalogo degli Statuti terra e gli ambienti evocati dalla ricerca. Sono loro i discen- criminali della Comunità della Riviera del lago di Garda. denti di quegli avi lontani, sono le comunità di oggi quelle Sull’originale nuovamente trascritto ha curato la traduzione, cui è demandato, per tramiti lunghi e profondi, un lascito chiara e pertinente. Poi, sul materiale così reso accessibile, cospicuo di cultura, di costumi, di regole sociali, di norme ha costruito un sagace lavoro interpretativo, che costi- collettive. La ricerca in questo libro si limita a un tempo e tuisce l’oggetto dell’analitica ed esauriente introduzione. un luogo circoscritti: tre decenni della seconda metà del XIV Soprattutto qui è il contributo, amorevole, che egli dedica ad secolo e la sintesi del diritto penale e processuale vigente, una terra alla cui bellezza intende restituire storia e memoria. all’epoca, nella Comunità della Riviera di Salò.”

16 Novembre 2019 Sorsi di poesia per unire il Garda

Biciclèta Fiöla de scarpulì Da la creasió

Nà pedàlada Mé, fiöla de scarpulì Cóme el Padretèrno 'n compagnia galavrina co’ le so sübrine en pèl l'à finì la sèrie dei animài, la fa mia mal. rose a fiurilì zbüzàc gh'è vegnù l'idèa de fàrde ùno enciodàde dal sò papà. dai àltri diferénte; Söi sintirulì l'à pensà de fàrlo inteligénte. dèl boscài Mé, fiöla de scarpulì Ma l’à dovù pentìrse en mès al frèsch. crisida a bròche e orasiù en latì, tra tomaje en pèl e söle de cüràm, quàsi sùbit, vedéndo Rìder e schersà arènt a lü che tacognàa pèse Adamo e Eva che se parlà del pö e del mén. a zgàlber vèc "magnàva el póm” col spach empegolàt. e i prìmi du fradèi Vìver 'n alégria che se ciapàva a pùgni. sènsa pensér Lü e la sò minèla come doéres èser presiuza come ‘n altar Quànte bèghe e quànte guère per sta be. romét de lizne, de teaje, el s' à fat 'sto animàl en mile e Franco Bonatti de martèi e fersì per mia fröstà e mìle sècoli de stòria, i stialì. credéndo de contentâr el móndo lasàndoghe en El so laorà e mé redità La mé zornada che capie a la consegna en po' de vanaglória. coza ulia dì: E pensâr che con tùta “diznà del dé che è dré.” l'enteligénsa che'l Padretèrno Quand dèle ólte a sta sura pensér el g’à més atórno varde a chèl che la düra una zornada Mé, fiöla de scarpulì no là gnancộr mè par che 'n fond èl sìes l'istès mestér ades ga dó valùr catà el sistema, sté vita buzerada! al bé che ‘l m’ha ulìt per nâr tùti d'acòrdo. dré a töt el sò südùr. Sèrto, 'sto Padretèrno el g'à da vérghene Só leàt sö stamatina e mè parìa na bàrba, che oramai el la stròsola, d'ésser padrù del mond e tra la zènt Resy Pescatori catà vergü che mè fès compagnia: e no sarìa da fårsene meravéia só restat sul, sulènt! che'l ghése sà le càrte prónte per butâr, da ’n dì con l'àltre, Gh'è stat ure dè sul, ure dè pas, La röda tut quânt a mónte. 'na quac ura piö brota, ennigulada, e sura tot vardà dè nó 'ntompas, Massimiliano Zermini Sò nóno èl naa 'n söpèi' a fà 'l patös, dè fa quac birulada ! e sò pàder, chè 'l faa 'l sensal dè lègna, a füria dè sgobà, dè fà la tègna, Carlo Turlini dè tègner strèt fina le gösse e i gös, Retràc èl gha fat èrba èn siti dè gramègna, e 'l gha fat case 'n-dóe nó 'l ghìa gna 'n-ös, Noember e 'l gha lassat öna sostanza dègna ‘Ndel me cör, el me casèt piö car, d’ön cónt, e 'n fiöl chè spend e fa 'l scapös. con tat de seradüra a cadenàs, ligac con en nastrì de biligornia, Gh’él o no gh’él? Èl fa 'l scapös e 'l viàgia èn automòbile, geluza tegne ensèma i me retràc. El gh’era. e adès 'l-è dré a spusà 'na balerina Pesèna ‘ndel pelòt, per fam sta ‘n pé Endó él?. secónd l'üsanza del nòst céto nòbile. arde delóns, endoe e chi sa chi, L’è sparit. du bèi üciù, la boca a pumilì Bressa l’è töta encuaciada Cosé la papa fada i nòscc gnarèi èn quàter bói i la fa 'ndà 'n papina, che adès l’è deentàda granda fés. ne la nebia spessa. e i fiöi dèi fiöi i turna a 'ndà 'n söpèi. Sentada sö la pèl d’en bosarì Che schers! somèe ‘na farfala de organdis, La Loza l’è istessa a la Palada. söl co ‘na gala la ma té i trisì. Angelo Canossi Amenemà vé föra Ensèma al nono Tone, galantòm en cantunsì de Mirabela che contentàa sèmper i me vese, col capilì de sul: gho ‘n mà en portogal che strenze be, éco noember Cioche, te dervet a guardia el so bastiù, isé fae giödese. coi mundì en scarsèla. Le me sorele e mé, sö che l’autina ‘ndo sìa fotografàt töc i Bresà Elena Alberti Nulli Cioche, te dervet, e che la mantignia padrù e benzina. te 'l dervet te 'sto regn. La prima Comuniù co’ la ghirlanda Cambiet monede? de vel che ma quarciàa i risulì, Valel amó el me rest? metà strinàc dal fèr dela Jolanda. Cógome de noember Otre misüre. Chí se sömena e cres Mé al mar en spiagia, arènt a ‘na barchèta foie 'ndó gh'èra pel Gambe ‘ncruzade per sconder el cüstüm Le cógome le taca vers matina acqua piöf vers el ciel e per fular ghie ‘na salvièta. a ciciarà de chesto e de chel lé, i dicc i sfoia mondcc Tè e mé murùs, mai sui, ma coi cüzi le starnüda söi mür de la cuzina la sbrega tende la compagnia la garantia i parènc, en udurì che té a batès el dé. la ma che la sirca el ciel cantàem e ridìem en alegria, Le scalda l’aria, le ghe dà en saùr la strenz la tera padrù del mond, sensa voga niènt. de mame che giràa sö le sübrine, la siga ale rice Mé e Té coi fiöi, quand ghom fat famia, abelazine, sensa fa rumur, averte che le vores... i niudì coi noni, me Papà e me Mama col cabaré de amur e scüdiline cioc come de nef nel bianc i se lea che, come Tè, gha it frèsa de ‘nda via. Le cogome j è bei tirabussù lanciacc söl bianc del mür Adès i öc i gha ‘mpanàt i öciai, che strica col cafè la nostalgia nel vöt d'oter dulur l’è mèi sarà el casèt piö prèst che ‘n frèsa en sac de storie, en treno de magù. i se pitüra. senò a le bozge ga crès enfina i cai. Bée el mé cafè de frèssa e…scape via. “Gho amò el fridur, fiöi car, fridur e zbèsa”. Elena Alberti Nulli Franca Grisoni Resy Pescatori

Novembre 2019 17 a cura di Pino Mongiello Mio fratello rincorre i dinosauri : a scuola si discute il film del giovane regista gardesano esordiente Stefano Cipani

’è da rimanere stupiti se per quasi solo una storia “d’invenzione”, cioè un un’ora e mezza un’assemblea racconto letterario non reale; se “esiste Cdi ragazzi di più classi partecipa davvero la famiglia di cui si parla nel film interessata all’incontro con un regista e, se sì, il regista l’ha conosciuta, e quali per parlare del suo primo film? rapporti conserva?”

Certo, qualcuno pensa ai fatti suoi Altri interrogativi hanno riguardato ma la stragrande maggioranza è attenta, l’impianto realizzativo delle riprese, ascolta, interviene con domande, sorride dalla sceneggiatura preordinata allo e un po’ corre dietro alle immagini del film svolgimento delle singole scene, com- visto qualche settimana prima al cinema prese quelle più difficili e pericolose che Cristal di Salò, un po’ sogna di ritrovarsi hanno richiesto l’intervento di una vera nel contesto di diverse scene che, a e propria controfigura. seconda dei casi, hanno saputo suscitare commozione, ilarità, sorpresa. Insomma, C’è stato poi chi ha chiesto “come quanto è accaduto nella scuola media avviene la scelta degli attori, quanto di San Felice del Benaco, il 22 ottobre dura un casting, chi sceglie davvero e scorso, tra i ragazzi e gli insegnanti della chi condiziona le scelte?” scuola e il giovane regista salodiano Stefano Cipani è di per se stesso un “Quanto potere ha la produzione?” Ed evento. Era stato preparato per lui un anche “come si sono comportati gli attori cesto di domande (segno che la progetta- famosi con un regista giovane e con altri zione dell’incontro era stata meticolosa), attori che non sono professionisti?” tutte pertinenti e in grado di chiedere cose nuove, non ripetitive, e quindi di “Quale rapporto ha Stefano conoscere, alla fine, tutte le tematiche del Cipani con il lago?” e “si sente sempre film, di scoprire il perché dell’incrociarsi più lontano dal suo luogo natìo per di diverse situazioni che costituiscono la motivi professionali o vi ritorna con trama dell’intera narrazione. tanta nostalgia?”

Stefano Cipani si è trovato al Il regista ha saputo stare coi piedi per centro di un interesse che forse non terra, non ha scansato alcuna domanda, immaginava, ma tra lui e i ragazzi c’è ha saputo stare al gioco dei ragazzi, e ha stata subito empatia. anche capito che qualcuno forse guarda al mondo cinematografico per provare Che cosa gli si chiedeva? se gli può essere congeniale. Si può dire Sostanzialmente si voleva sapere da lui che un “incontro con l’autore”, così che differenza c’è tra realtà e finzione, fresco e così sorprendente sia in grado tra recitare e vivere, tra entrare nella di dire quanto sia viva una scuola che, parte ed esserci. Il film tratta la vicenda pur tra mille problemi, ha però tra i suoi di un ragazzo down che, appena nato, insegnanti chi crede davvero al proprio pone grossi interrogativi alla famiglia lavoro e si sente realizzato quando fa che si trova impreparata a gestire la cosa. pedagogia attiva. Sembrerebbe di dover assistere a un film di denuncia socio-culturale sui problemi La mattinata si è conclusa, si può dell’handicap, invece no, perché tutto dire, con un colpo di scena, per la foto scorre con imprevedibile naturalezza, in ricordo. Tutti attorno al regista, ma con un gioco ad incastro tra ironia e rifles- la mano che copre il viso per non con- sione, con leggerezza ma senza bana- travvenire alla legge che tutela i minori. lità, lontano dai soliti luoghi comuni. E poi tanti autografi, richiesti anche Prima dell’handicap, peraltro – ha tenuto dagli insegnanti. Il professor Giacomo a dire Cipani –, si è voluto parlare della Turolla, che aveva aperto l’incontro famiglia, ed anche dell’adolescenza. I rappresentando l’intera scuola, gon- ragazzi si sono chiesti se “l’attore ado- golava e si compiaceva con la sua col- lescente che interpreta Gio è davvero lega Chiara. Sono certo che il regista down; quanti anni ha nella realtà; e i baci salodiano non dimentichi facilmente che gli attori si danno nel film sono veri?” un incontro come questo, anche per quell’omaggio così gradito, e così ina- Hanno anche chiesto se questa è spettato, che entrambi gli hanno fatto.

Aperto da

martedì a domenica

dalle ore 10.00

alle ore 18.00

Viale della Rimembranza, 3 - S. Eufemia (BS) - Tel. 0303365631 [email protected]

18 Novembre 2019 Il lago dei cigni Al Teatro Sociale di Brescia con il Balletto di Mosca

colpire un cigno con il suo arco, questo cigni, il Balletto di Mosca ha voluto si trasforma improvvisamente in Odette, mantenere intatte le coreografie origi- regina delle giovani fanciulle vittime di nali di Marius Petipa e Lev Ivanov del un incantesimo dal mago Rothbart. Egli, lontano 1895, tornando ad un’autentica onto alla rovescia per l’attesa del mondiale e solista del Teatro di Mosca, affascinato da tanta bellezza, rimane a versione della coreografia creata per il celebre Balletto di Mosca “La in particolare nei due splendidi pas de guardare mentre i cigni riacquistano un Teatro Mariinsky. CClassique” al Teatro Sociale di deux del I e del II atto. aspetto umano e cominciano a danzare. Brescia, il 6 novembre alle ore 20.30. Infine, ritrovata la sua prescelta, Sigfried Le scenografie si rifanno alla Altri grandi momenti dello spetta- le giurerà amore eterno, unico modo per corte imperiale russa di quel periodo, Il Lago dei cigni, dopo una prima colo sono la Danza dei quattro piccoli spezzare l’incantesimo che trasforma le inserendo realtà storica e fantasia versione del 1877 che non ebbe molto cigni, la Danza dei grandi cigni, che fanciulle in cigno al sopraggiungere di gotica. Le scene del I e del III Atto pre- successo fra il pubblico, incontrò l’ap- sinuosamente si muovono su un lago ogni alba. Il mago Rothrbart si presenta sentano uno stile classico fiabesco, prezzamento dei suoi spettatori suc- illuminato dalla luna, e gli splendidi al castello il giorno in cui il principe quasi magico, mentre il II e IV atto, cessivamente, nel 1895, grazie alla Walzer nella sala da ballo del palazzo deve scegliere la sposa. Con lui c’è la ambientati sul lago, hanno un ambiente coreografia di Marius Petipa e Lev reale. figlia Odile, il Cigno Nero, che assume le mistico, lunare, dove si alternano attimi Ivanov; da allora è diventato uno dei stesse sembianze di Odette per attirare tenebrosi e giochi di ombre e luci. più importanti balletti al mondo. Il La scena si svolge in un parco vicino l’attenzione del giovane. Sigfried sceglie Il Lago dei cigni rappresenta la per- doppio ruolo del Cigno Bianco, con al castello del principe Sigfried il quale, Odile come sposa, ma poi riconosce l’in- fetta unione di coreografia e musica l’ambiguità del Cigno Nero, si può un giorno, durante i festeggiamenti ganno del mago, lo sconfigge e ritrova ed è diventato sinonimo di balletto subito percepire grazie alle straordina- per il suo compleanno, si allontana dal l’amata Odette. stesso e fonte d’ispirazione per genera- rie capacità espressive e tecniche della castello attirato da uno stormo di cigni. zioni e generazioni di ballerini, nonché protagonista, Diana Ereemeva, etoile Giunge fino a un lago e mentre cerca di Con questa versione de Il Lago dei emblema della cultura popolare.

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ADV-Istituzionale Occhio 2019_A4_ITA.indd 1 Novembre 2019 1927/03/19 10:48 Consigli di chef

reggiano. Il primo assaggio è la scoperta di un sapore nuovo: il morbido riso unito al dolce del melone e al fresco del basilico, sposati colla tipica sapidità del grana.

Risotto al melone È un complesso di sapori che aguzza il palato e i parla del più e del meno attorno alla bella funghi della sua vita, serviti in un piccolo conteni- al gusto fa apprendere nuove note. Le novità non tavola, mentre i padroni di casa vanno e ven- tore di ferro dal lungo manico. vengono solo dai giornali, più dolci sono quelle per Sgono dalla cucina, dopo che l’entrée è stato la gola. Chi le offre sulle tavole nelle case o nei risto- ‘spolverato’; versano il vino nei bicchieri che vedono Si ritorna così a parlare di cibo e di ristoranti, ranti, regala sapori e saperi che allietano, almeno per quasi vuoti, stappano nuove bottiglie, intanto danno argomenti su cui ogni commensale è pronto a parlare qualche tempo, la vita. Massimo assicura che non gli ultimi ritocchi a quello che sarà il piatto forte del con leggerezza. Intanto Paola serve i piatti di risotto al ha usato nessun particolare condimento, ma che la convivio. melone. Il piatto appare bianco con sfumature color morbidezza del piatto è stata data dalla manteca- seppia, si distinguono pezzetti di melone arancio e tura, avvenuta solo grazie ai movimenti energici e Una parola tira l’altra e il discorso cade su verdi foglie di basilico; il tutto spolverato di parmigiano sapienti, per esperienza, dello chef. Matteo Salvini e sullo scandalo dell’hotel Metropol di Mosca. Ci si chiede come sia potuta avvenire la registrazione dell’operazione finanziaria nella sala-atrio, ripresa dalle immagini, che è l’ambiente centrale dell’hotel, su cui si aprono i vari ristoranti dell’albergo. Quasi tutti esprimono l’opinione che si tratti del solito scandalo gonfiato per non affrontare i veri problemi del paese. Chi tace, è perché non trova niente da dire. Avverte infatti che si sta affrontando un tema, quello politico, su cui i vari commensali “vanno con i piedi di piombo”, non volendo espri- mere apertamente il proprio pensiero, che sente fatto di insicuri entusiasmi e contraddizioni.

Il momento difficile viene superato, quando Irene osserva che il principale indagato, Gianluca Savoini, quale presidente dell’ente culturale Lombardia-Russia e conoscitore del russo, non potesse non sapere che quella sala d’albergo è un vero e proprio porto di mare e che ogni angolo dell’e- dificio è stato, ed è posto sotto sorveglianza da enti diversi e contrapposti da quando è stato costruito. Poi racconta che nell’anno in cui ha vissuto a Mosca al Metropol ha mangiato come antipasto i più buoni

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20 Novembre 2019 Economia a cura di Calibano Il gioco delle teste ari e pazienti lettori, siccome siamo in un Il secondo “grande” è il cinese Xi: “Gli Americani momento di altissima confusione nel quale non possono fare i vispi perché abbiamo in cassa la Cprovvedimenti economici e politici vengono maggior quantità di titoli del Tesoro americano. Se proposti, ventilati, scritti, poi dopo qualche giorno rompono li buttiamo sul mercato: ci smeniamo un vengono ritirati, cancellati, modificati, non posso fare bel po’ di soldi, ma ridiamo con quello che accade un panorama esaustivo del mucchio di tasse e aumenti all’America. Intanto andiamo avanti con la Via della Italiani vorrebbero vedere finire le sanzioni e rifiorire i surrettizi dei balzelli e delle norme terroristiche che seta. Quella terrestre è già in funzione e grazie all’alle- commerci fra i due Paesi, ma l’Unione europea e un l’attuale governo sta preparando, pertanto vi pro- anza con Putin portiamo ogni giorno masse di merci branco di loro politici incapaci non fanno che portare pongo un gioco: entriamo nelle teste dei “grandi” cinesi in Europa. Quella marittima è già bene avviata; danno al loro Paese.” della Terra e guardiamo cosa ne pensano del nostro abbiamo ottenuto basi navali nell’Oceano indiano che Paese (sì, con la P maiuscola). ci servono a proteggere il traffico mercantile. Abbiamo Cosa pensa la tedesca Frau Merkel? “Siamo riu- comperato il porto del Pireo dalla Grecia esausta, ma sciti a tamponare la situazione internazionale, tutt’al- Noblesse oblige, cominciamo da Donald Trump, dobbiamo arrivare a Trieste e a Genova, che ci por- tro che rosea. Trump si è accorto del nostro dumping, presidente USA: “Noi Americani non possiamo per- tano dritti nel cuore dell’ Europa. Ci servono anche per con l’Euro che comandiamo, e ha schiaffato un dazio dere l’Italia, la nostra portaerei nel Mediterraneo, che l’ Africa, che ormai è tutta roba nostra. Le resistenze del 25% su un numero di prodotti europei, molti tede- è anche il nostro deposito di bombe atomiche in zona. della Francia nei Paesi del Franco SEFA sono cessate di schi, ma anche di nazioni non coinvolte nelle produ- Abbiamo anche lì il maggior sistema di comunicazione fronte al nostro duro atteggiamento”. zioni dannose per gli USA, per il fatto che sono tutte che copre il Nord Africa e il Medio Oriente. Avevano un legate dall’UE. po’ scantonato; Giuseppe, che aveva cercato di entrare Ci spostiamo in Russia ed entriamo nella testa in buoni rapporti con la Cina, l’ho comperato con un di Putin: “Con Trump avrei potuto fare accordi se non Con l’accordo di Aquisgrana ci siamo divise le niente: un messaggio e-mail di auguri. Si è subito fosse stato per l’indegna cagnara di Hillary e Obama. nazioni dell’Europa: a noi tocca la Grecia dove ci siamo messo in riga e mi ha messo a disposizione i suoi ser- Pazienza. Mi hanno costretto ad allearmi con la Cina, già impadroniti di tutto. L’Italia tocca ai Francesi che vizi segreti per cercare le furfanterie che i vecchi gover- che era stata nostra storica nemica. Gli zar volevano stanno già acquistando le grandi industrie italiane nanti (che poi sono anche quelli di adesso) avevano arrivare al Mediterraneo. Io ci sono arrivato. Abbiamo per una pipa di tabacco e cercano di scalzare la sua fatto a mio danno con la Clinton. Ma deve fare altre una base a Tartus. Qualche giorno fa ho mandato le influenza nel Mediterraneo, cominciando dalla Libia. cose, ad esempio lasciare l’idea di farsi amica la Cina. truppe russe nelle basi siriane lasciate dagli Americani Lo scopo di Macron è quello di fare dell’Italia una colo- Ho mandato Mike (Pompeo) a dare gli ordini relativi a e le mie truppe garantiscono il confine tra la Siria e nia francese che può consolidare una forte presenza Giuseppi. Ho dovuto anche accogliere l’incartapeco- la Turchia; in pratica siamo la potenza egemone su francese nel Mediterraneo. Per adesso è un magazzino rito presidente italiano con il ministro degli esteri che quel lato del Mediterraneo. Se poi consideriamo che di manodopera africana clandestina usabile a bassi non capisce niente. Gli ho cacciato un po’ di quelle cia- abbiamo anche uno zampino il Libia, possiamo dire salari per tenere bassi i salari in Germania”. batte vecchie che sono i caccia F-35 a prezzo pieno e che sul Mediterraneo ci siamo arrivati. L’Italia cerca volevano che riducessi i dazi sul parmigiano. Neanche di tenere contatti commerciali con noi, ma le sanzioni E i nostri reggitori? E’ meglio che non tentiamo di per idea”. rendono le cose più difficili, anche se i prodotti italiani entrare nelle loro teste. Correremmo il rischio di tro- arrivano ugualmente , più cari, tramite il Kazakistan. Gli varvi il vuoto.

Città di Desenzano del Garda

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Società Solferino e San Martino CASTELLO DI DESENZANO VIA CASTELLO, 1 DESENZANO DEL GARDA (BS)

COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN MARTINO DELLA BATTAGLIA 2019

Nel giorno in cui si celebra la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate l’Amministrazione Comunale, la Società Solferino e San Martino, le Associazioni Combattenti e Reduci, le Associazioni d’Arma e 9 NOVEMBRE 2019 le Famiglie dei Caduti invitano i cittadiniNovembre a partecipare alla manifestazione unitaria a San Martino della Battaglia. 4PROGRAMMA DELLA MANIFESTAZIONE CITTADINA 19 G E N N A I O 2020 DOMENICA 3 NOVEMBRE ore 9.50 Ritrovo alla chiesetta dell’Ossario ore 10.00 Celebrazione della S. Messa ore 10.45 Alzabandiera dal pennone della Torre ore 11.00 Discorsi ufficiali davanti al Museo del Risorgimento A SEGUIRE Intrattenimento musicale della Banda cittadina e del Coro degli alunni delle scuole primarie Rinfresco a cura del Gruppo Sportivo San Martino della Battaglia Le Associazioni d’Arma rendono onore ai Caduti con posa di corone ai Monumenti di Desenzano, Rivoltella San Martino PARTNERS Lunedì 4 Novembre a Vaccarolo

Città di Desenzano del Garda www.comune.desenzano.brescia.it

Novembre 2019 21 Due nuove ambulanze per gli ospedali di Gavardo e

ue nuove ambulanze per i trasporti sanitari di emergenza Dintraospedalieri per i reparti di Pronto Soccorso di Gavardo e Manerbio, dell’ASST del Garda.

I nuovi mezzi, che hanno compor- tato un investimento totale di circa 237mila euro, rispettano le recenti linee guida in tema di soccorso e la normativa europea EN1789; sono dotate di tutti i più moderni sistemi di sicurezza sia per i pazienti che per gli operatori risultando tra i mezzi di soccorso più sicuri di Europa.

L’allestimento interno è basato sul principio dell’ergonomia in modo da facilitare gli interventi sanitari sui pazienti, la preparazione dei farmaci e, nel complesso, tutta l’organizzazione a bordo.

La barella ha un doppio anco- raggio, può sostenere fino a 280 kg ed è dotata di un sistema elettromec- canico che ne permette il caricamento elettrico evitando rischi per gli opera- tori durante la movimentazione dei carichi.

Dispongono di un frigorifero per la conservazione dei farmaci termo- Il pavimento è in resina antisci- dispongono infatti di comandi al sono integrati nel tetto e hanno supe- labili e di un cassetto caldo per la pre- volo e il rivestimento delle pareti è volante, navigatore integrato, rileva- rato i test della galleria del vento per parazione delle infusioni che necessi- arrotondato, senza spigoli o angoli, per tore di stanchezza per il conducente, ridurre i consumi e l’inquinamento. tano, per la loro somministrazione, di permettere una accurata disinfezione. crosswind per il mantenimento della Sono inoltre state testate con crash essere portate alla temperatura del corsia in caso di forte vento laterale, test dinamici ed è presente un corpo umano. Particolarmente curati anche sedute confortevoli per conducente sistema di chiamata di emergenza gli elementi dell’autoveicolo: ed accompagnatore; i lampeggianti dei soccorsi in caso di incidente.

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Calendario principali eventi 2017 GIUGNOOrari novembre Agrigelateria sull'Aia Venerdì 09: ore 20: Galletto ai ferri con patatine su prenotazione segue festa con ballo latino americano Domenica 11: PRESENTAZIONE PROGRAMMA EVENTI 2017 Daldalle ore martedì 17.30 alle 19: Party onal the Roadgiovedì con Radio Studio Più Mercoledì 14: ore 20: FESTIVAL DELLA15 MOZZARELLA - 19.30 piatti tipici con mozzarella appena fatta Venerdì 16: ore 20: Galletto ai ferri con patatine su prenotazione Sabato 17: ore 21: FESTA DAVenerdì BALLO LISCIO E NON... con orchestra, musiche anni 60 - 70 - 80 Mercoledì 21: 15 - 23 ore 20: SAGRA DELLA SALAMELLA con piatti tipici divertiti Sabato 24: ore 20: Spettacolo di musiche e danze e canti della tradizione con napoletanaSabato ed altro, in collaborazionee domenica con l’associazone Faro Tricolore Mercoledì 28: ore 20: Serata giovani11 - con 23.30 Agripizza, bruschette e patatine ORARIO INVERNALE: DA OTTOBRE A MAGGIO Lunedìgust chiuso - Martedì/Mercoledì/Giovedìo dalle 15:30 alle 19:30 ORARIO ESTIVO: DA GIUGNO A SETTEMBRE “ Venerdì dalle 15:30 alle” 23:00 Chuso il Lunedì Sabato e Domenica dalle 11:00 alle 23:00 Lunedì chiuso - Dal Martedì al Venerdì dalle 15:00 alle 23:30 Sabato e Domenica dalle 11:00 alle 23:30 PER PRENOTARE: OSulRARI nostroO INVERNA sitoLE: potete DA OTTOBR trovareE A MAGGIO [email protected] tuttiLunedì i nuovichiuso - Martedì/Mercoledì/Giovedìappuntamenti aggiornati dalle 15:30 alle 19:30 Venerdì dalle 15:30 alle 23:00 N.B. Il programm apotrebb esubire delle variazio- Sabato e Domenica dalle 11:00 alle 23:00 ni, pertanto verificare sul nostro sito internet o Desenzano del GchiamareardaDesenzano (Bs) -al Loc030. Fe9110nila 6zd/G3z9o - Te (BS)l. 030 9-1 Loc.10639 Fenilazzo - Tel. 0309110639PER PRENOTARE: [email protected] - www.agrige lat- www.cortefenilazzo.iteria.com -p [email protected]

Novembre 2019 23 12a puntata Storie di ferrovieri a cura di Giancarlo Ganzerla La Ferrovia Mantova Peschiera (FMP) – 1934-1967 I primi anni di onorevole esercizio e la seconda guerra mondiale

’inaugurazione della ferrovia fu sessantasei minuti impiegati allora dal fatta, com’era inevitabile dati i treno a vapore. Una bella immagine di una delle locomotive a vapore che hanno caratterizzato Ltempi, con esagerati inneggia- per alcuni decenni la F.M.P. Si tratta della 004, fotografata nel piazzale antistante le menti alle realizzazioni del regime. Nelle Negli anni che precedettero l’ini- officine della ferrovia, scattata dall’operaio di officina Dino Ongari nel 1957. Questa cronache giornalistiche dei giornali zio della seconda guerra mondiale macchina, ultima superstite delle quattro ex 870 FS, era già stata accantonata, ma locali, come La Voce di Mantova, si mani- tutto funzionò con regolarità, con le fu rimessa in funzione per supplire alla carenza di materiale di trazione dopo lo scon- festava fervente riconoscenza a colui duttili vaporiere che andavano avanti tro frontale alla Prevaldesca che aveva messo fuori uso il piccolo locomotore D. 12 e che aveva reso possibile (e ti pareva!) e indietro senza apparente sforzo, la nuovissima automotrice ALn 72 – 403. anche la costruzione di questa ferrovia, essendo il tracciato quasi privo di accli- (Foto e notizie ricevute da Alessandro Muratori). al duce, “nel cui nome si redimono le terre vità significative. Il Mincio “azzurro come il cielo riflesso nelle sue acque” del racconto, ripreso nel set- e si fondano le città”. tembre 2019 dalla sponda destra, all’altezza di Salionze. Dietro i pioppi cipressini Allo scoppiare della guerra, il della sponda sinistra correva la ferrovia Mantova-Peschiera. (Foto di G. Ganzerla) Sempre nella ormai debole spe- treno continuò a svolgere regolar- ranza che i finanziamenti di elettrifica- mente il suo compito, senza che la zione della linea potessero prima o poi linea subisse, almeno nei primi anni, A questo punto Carlo Origgi, Il viaggio verso Marmirolo, visto arrivare, prese avvio regolarmente il ser- danni particolari. D’altronde, non sceso dal treno con la famiglia, volle dal finestrino del treno con gli occhi vizio sulla Mantova-Peschiera. essendoci né ponti importanti, né via- vedere l’enorme locomotiva 691 e di un ragazzo, è un brano rievocante dotti o gallerie, non c’era motivo perché il racconto si dilunga a descriverne i rasserenanti paesaggi percorsi; in Le quattro locomotive a vapore venisse bombardata. Fino ai primi mesi la potenza e la velocità massima che questa descrizione si percepisce l’es- a tre assi ex gruppo 870 FS, costruite del 1943 anche la linea ferroviaria poteva raggiungere, cioè i 130 km/h. senza paesaggistica della Ferrovia in 168 esemplari dal 1903 al 1911, ma Milano-Venezia era stata risparmiata dai Mantova-Peschiera. rimesse pressoché a nuovo e re-imma- bombardamenti, che invece comincia- Continuava poi il suo racconto: tricolate con targa F.M.P., riuscivano a rono a colpire città come Milano. “Partito il convoglio, scese un silenzio “La linea ferroviaria costeggiava la garantire le quattro coppie di treni gior- improvviso. […] L’orologio della stazione riva sinistra del fiume Mincio, azzurro nalieri, andata e ritorno. Tre erano desti- Per sfuggire a queste distruzioni, lo segnava le quattordici. Percorremmo il come il cielo che rifletteva nelle sue acque. nate ai soli viaggiatori e una al materiale scrittore Carlo Origgi (nato a Musocco sottopasso per sbucare dall’altro capo, in I lunghi e alti filari di pioppi, ancora senza misto: viaggiatori e merci. –Milano - nel luglio del 1935) nel suo prossimità della stazione bianca e celeste foglie, disegnavano sulle due sponde libro Una Storia racconta la fuga con della linea Peschiera del Garda-Mantova. le loro sottili figure nelle acque calme Il tempo medio di percorrenza la famiglia dalla capitale lombarda. Il piccolo convoglio era già lì, pronto per la appena defluite dal lago. Rimanemmo lì, sull’intera tratta si aggirava intorno Sfollava, in treno, verso il paese di partenza. Era costituito dalla locomotiva a guardare questo meraviglioso quadro ai 66 minuti, comprese le fermate. La Marmirolo nel Mantovano, dove abitava 870 FS… (e ne descrive le caratteristiche della natura. Sulla sponda, ogni tanto velocità media corrispondente era il nonno. – N.d.r.) e da quattro vagoni.” si vedeva la figura di qualche anziano compresa tra i 30 e i 40 km/h. solitario pescatore con la sua canna, che Partì da Milano il 16 febbraio Notata come l’influenza termica immancabilmente alzava il braccio per Ai nostri giorni potrebbero sem- 1943, verso le undici del mattino, su del vicino lago aveva reso il clima salutare il passaggio del treno: Salionze, brare valori, in termini di tempo, alti, ma un convoglio trainato da una possente meno rigido, lo scrittore si concen- Monzambano, Valeggio sul Mincio. I come giustamente fa notare Alessandro locomotiva a vapore del gruppo 691: tra sull’atmosfera del piccolo treno e dolci colli morenici coltivati a vite, la cura Muratori: “…non si deve dimenticare che “A Brescia ci fu la prima breve fermata ne descrive le tipiche sensazioni che dei contadini per la campagna veronese, a quei tempi si passò direttamente dal […]. Ora il tempo si era messo certa- trasmetteva. mostravano l’amore per la terra, durante dorso del mulo o da un traballante car- mente verso il bello. Il sole attraverso i l’arco di secoli di duro lavoro e di fatiche retto su strade scomode e polverose ai vetri del finestrino scaldava piacevol- “L’aria era permeata dall’odore parti- immani. Roverbella era l’ultimo declivio comodi sedili di una carrozza ferroviaria mente lo scompartimento. In prossimità colare del fumo della locomotiva, grade- che portava verso Marmirolo. Le stazioni, di un servizio regolare. Già con la trazione di Desenzano, il treno rallentò la corsa e vole da sentire. Gli sbuffi bianchi che usci- una dopo l’altra, s’inserivano nel paesag- a vapore quindi si poterono apprezzare attraversò il ponte a una velocità notevol- vano dal fumaiolo, ogni tanto sparivano gio come in un plastico di grandi dimen- tutti i vantaggi del treno. E le sbuffanti mente ridotta (dal 1935 sul viadotto di portati lontano da un leggero vento. […] sioni. […] Il viaggio durò circa un’ora; 870, che si pensava dovessero scomparire Desenzano i treni dovevano transitare La locomotiva era come se volesse dirci alle quindici arrivammo alla stazione di dopo pochi mesi o anni, continuarono ad obbligatoriamente a 30 km/h perché il con quel suo particolare linguaggio: ‘Dai, Marmirolo.” onorare la Mantova-Peschiera col loro manufatto asburgico presentava gravi io sono pronta. Accomodatevi. Partiamo’. servizio: infatti gli anni passarono, ma l’e- crepe – N.d.r.). In lontananza vidi il Lago […] Il trillo del fischietto del capotreno La guerra, con le sue distruzioni, lettrificazione non fu mai realizzata.” di Garda, poi la fermata alla stazione; diede il via libera per la partenza. Dalla sembrava lontana. Solo qualche mese scesero parecchie persone, poche invece locomotiva partì un lungo fischio di con- dopo tutto cambiò. Il proclama dell’Ar- Comunque, pur con le autostrade salirono. […] Si stava avvicinando la senso, poi il piccolo convoglio si mosse mistizio di Badoglio dell’8 settembre e i percorsi asfaltati di oggi, penso nostra fermata…un fischio prolungato senza scossoni. Fece la prima curva dopo 1943 porterà tempi difficili per tutti, proprio che per andare da Mantova della locomotiva annunciava l’immi- la stazione e lentamente cominciò la sua anche per la piccola ferrovia lungo il centro a Peschiera, in auto, con il traf- nente arrivo alla stazione di Peschiera del corsa sui binari in leggera discesa, lungo i placido fiume. fico e i limiti di velocità da rispettare, Garda.” colli morenici del Garda.” si possa impiegare poco meno di quei (continua) 24 Novembre 2019

Famosi sul Garda a cura di Michele Nocera Vince Tempera: il decano dei maestri

ato a Milano il 18 settembre 1946, Vincenzo Tempera, in arte Nsemplicemente Vince, è tastieri- sta, arrangiatore, direttore d’orchestra e compositore. Milanese di nascita con padre catanese e madre di Imola, è un frequentato­re di Sirmione da anni.

Ama il lago di Garda, ma, in parti- colare la penisolè) catulliana, terra cara anche alla Callas. Sì perché il maestro è un amante della lirica, passione eredi- tata dal padre.

Frequenta il Conservatorio di Milano e inizia, poi, una lunga gavetta. Conosce Garni Kramer, anch’egli amante della penisola catulliana, e da lì nasce una importante. Numerose le partecipazioni splendida carriera, fatta di studi musi- al Premio Sirmione-Catullo (in foto cali ed esperienze infinite. Elencare le con il maestro Pinuccio Pirazzoli). sue partecipazioni a trasmissioni televi- sive sarebbe troppo lungo. Ma almeno Poi un premio speciale “Maria ricordare come il maestro resta, con le Callas” presso il Palazzo dei Congressi sue numerose direzioni d’orchestra al (in foto) deliziando il pubblico presente Fe­stival di Sanremo in testa alla classi- con le musiche di Armando Trovajoli fica seguito solo da Beppe Vessic­chio. eseguite al pianoforte. Da ricordare, poi, la sua presenza­ costante, come presi- Autore di canzoni, resta, nel pano- dente di giuria, al Festival del Garda. rama della musica italiana e non solo, una pietra miliare. Un vero personaggio che ha attra- versato la seconda metà del Novecento A Sirmione, negli anni, ha ricevuto e ancora oggi con esperienze indimenti- svariati premi­ . Tra questi, durante una cabili. A lui vanno i nostri migliori auguri festa dell’ospite, un riconoscimento di lunga vita!

26 Novembre 2019 11a parte Garibaldi sul Garda a cura di Osvaldo Pippa 1866 Terza guerra di indipendenza “scorto a colpo d’occhio il può supporre che le tende fossero col- locate sulle colline intorno alla ferrovia partito che si poteva trarre da quella al Folzone. cerchia di contrafforti che girano dall’e- Garibaldi a Lonato strema punta occidentale del Garda fino La seconda riproduce un posto di ai poggi di Castiglione, scagliona colà osservazione dei Garibaldini collocato Prevale la paura e con un ordine Nel frattempo, comincia l’opera tra Padenghe, Lonato e Esenta tutte le verosimilmente sulle colline del Castello e telegrafico (disastro irreparabile) pro- di assistenza ai feriti della battaglia di forze che può aver sottomano e si pre- rivolto verso il lago con viste su Sirmione pongono a Cialdini di retrocedere dal Po Custoza e dintorni. Con carri agricoli para a disperata battaglia”. e Peschiera. Quest’ultima immagine è verso Bologna e l’Appennino per difen- e carrozze centinaia di soldati sono stata stampata, ad ampia pagina, sul dere la Capitale (Firenze) mentre l’ar- soccorsi e trasportati a , a Racconta inoltre lo stesso Facchini giornale inglese “The Illustrated London mata del Mincio si ritirerà su Cremona Castiglione, a , a Brescia, ma che Garibaldi “teneva quartiere e ufficio News” il 21 Luglio 1866. e Piacenza. anche a Desenzano ed a Lonato. su nella Rocca” prendendo alloggio per sé nella casa Porro Savoldi dove rimase Il terzo disegno propone una vista Il Re teme la caduta della Lo scontro è stato cruento e le per- per 17 giorni con alcuni collaboratori. dalla sommità del castello nella quale Monarchia per quanto accaduto. dite alte (si saprà poi): fra morti, feriti o si scorgono il tratto di strada che pre- prigionieri furono di 7.000 uomini per E’ evidente che quest’ultima affer- cede il ponte ferroviario al Folzone, e Frattanto Garibaldi ha iniziato la sua gli Italiani e di 8.000 per gli Austriaci. mazione non è vera perché dopo pochi dei manipoli di garibaldini piazzati qua offensiva sul lago d’Idro e il 24 giugno giorni, forse convinto che gli Austriaci e là sulle colline sottostanti; sul monte avviene il primo scontro tra Garibaldini Nelle relazioni per Vienna gli stessi non volevano passare il Mincio, Tondo (poi detto “del Cavallo’’)... Si evi- e Austriaci a Ponte Caffaro. Austriaci segnalano che alcuni reparti Garibaldi riprende il comando delle sue denziano anche una serie di accam- italiani inspiegabilmente non li ave- truppe impegnate in Valsabbia, e il 3 pamenti con tende la località ‘’Piena” Superato il primo sbarramento, vano attaccati (mancanza di ordini del luglio 1866 viene ferito da una fucilata sovrastante la ferrovia. Garibaldi avanza ancora, ma il 25 generale La Marmora), e della loro vit- in località S. Antonio, sulla costa del lago giugno 1866 riceve una comunicazione toria avevano saputo dagli stessi Italiani d’Idro, proprio alla curva ove incomincia A Lonato esistono alcune copie di da La Marmora che lo informa dell’ac- che avevano dichiarato di essere stati la strada per . tale giornale. caduto: “E’ necessario abbandonare la sconfitti. linea del Mincio… Difendete Brescia Questa ferita lo costringe a letto per Questa relazione è stata presentata durante il tempo che occorrerà all’Eser- Nonostante i timori di La Marmora una settimana, poi si dovrà spostare durante l’affollata conferenza nella sala cito per riprendere l’offensiva. Ritirata su e del Re, gli Austriaci non hanno inten- con una carrozza, anche perché i suoi municipale di Lonato il 17 marzo 2011, Cremona e Piacenza”. Allora Garibaldi zione di passare il Mincio e di inseguire disturbi artritici vanno peggiorando. alla presenza delle autorità civili e mili- giunge a Lonato e poi prende visione gli Italiani perché sono preoccupati per tari, per ricordare il 150° anniversario del territorio. Richiama quindi della le notizie provenienti dalla Prussia. Le campagne di guerra in Italia dell’Unità d’Italia. truppa dalla riviera e fa giungere da vengono seguite da molti inviati di gior- Brescia il Terzo Reggimento. A Brescia Torniamo ora a Garibaldi a nali stranieri e le notizie sono riportate In precedenza, erano state illu- sono anche chiamate alle armi le com- Lonato. In un libercolo stampato a in tutta Europa. E per quanto riguarda strate anche le ragioni della venuta di pagnie della Guardia Nazionale. Lonato intorno al 1930 (distribuito poi Garibaldi a Lonato ne fanno fede tre Garibaldi a Lonato nell’aprile alle famiglie), il maestro Facchini Emilio immagini ritratte da un vignettista Con il ritiro dell’Esercito dal ricorda vari episodi di storia lonatese e inglese. 1862, allorquando col patrocinio Mincio, anche la divisione che asse- tra questi anche la presenza a Lonato dell’Eroe dei due Mondi vennero inau- diava Peschiera è stata richiamata al del Generale Garibaldi nei primi giorni La prima (riportata anche nel bel gurate la “Società degli Operai” (poi di seguito dell’armata schierata sull’Oglio. della Terza Guerra d’Indipendenza. . volumetto “Aspetti storici e sapori anti- Mutuo Soccorso), il campo del ‘’Tiro a Il basso Garda è così sgombro di militari chi nella Lonato del XIX secolo”) ritrae Segno” - istituzioni volute dai Garibaldini italiani. Egli scrive che Garibaldi, giunto a un accampamento garibaldino che ha e dal Partito d’Azione lonatese - e l’Uffi- Lonato nella sera del 25 giugno 1866, per sfondo il profilo di Lonato, per cui si cio del Registro e Bollo Mandamentale.

Novembre 2019 27 a cura di Sergio Bazerla Gardamusei: “alla scoperta di luoghi inimitabili”

’Associazione culturale Garda continua cosi a stringere nuove alle- Musei propone per l’anno scola- anze e a creare progetti condivisi Lstico 2019/2020 nuovi progetti per migliorare l’offerta, realizzare una didattici con l’obiettivo di incrementare comunicazione unica, una biglietteria il turismo scolastico sul territorio e favo- con pacchetti di visite a tariffe scontate, rire la conoscenza dei luoghi di cultura accrescere il flusso turistico in tutte associati. le stagioni e promuovere l’idea che il Garda e un luogo ideale per vacanze Il 2018 è nata GardaMusei Scuole colte. che, attraverso progetti didattici di rile- vante importanza culturale, ha coin- Le sponde del lago di Garda diven- volto non solo studenti locali, ma anche tano, cosi, il volano per ideare, proget- dalla Liguria, dalla Toscana, dall’Emilia e tare, coordinare i cosiddetti “svilup- dal Friuli. patori e acceleratori culturali”, ossia validi strumenti di capitalizzazione Per l’anno scolastico 2019/2020 il delle risorse e peculiarità piùrappresen- progetto “Alla scoperta di luoghi ini- tative dei territori di riferimento il cui mitabili” stimola l’incontro tra le scuole denominatore comune e la propensione e le 25 realtà di GardaMusei. Le scuole alla “grande bellezza”. Numerose sono le potranno, attraverso l’associazione, potenzialità che questo territorio offre aderire a uno dei percorsi didattici attraverso paesaggi mozzafiato, storia, tematici proposti e pianificare le gite arte, prodotti enogastronomici con scolastiche con la massima semplicità. una rosa di Comuni e musei di spicco Sarà infatti l’associazione ad occuparsi che aumentano l’interesse turistico, delle prenotazioni e della personaliz- accrescendone l’importanza a livello zazione dell’esperienza didattica, una nazionale e internazionale. L’iniziale volta definito l’ambito d’interesse della dimensione gardesana ha oggi supe- scuola o della classe. rato i confini territoriali, in linea con i risultati delle ricerche condotte da Le tematiche proposte per il primo Federalberghi per cui per ogni euro anno sono nove: archeologia, arte, eno- investito in ambito culturale ne tornano gastronomia, letteratura, lingue stra- sette al territorio, di cui quattro alle niere, musica, natura, Marconi, Pascoli e strutture ricettive e turistiche (alberghi Puccini e la Serenissima. e ristoranti).

“E’ un modo per offrire alle scuole la Capofila di GardaMusei e il migliore proposta didattica senza sforzi Vittoriale degli Italiani, storica resi- organizzativi”, ha dichiarato il direttore denza del poeta Gabriele d’Annun- generale di GardaMusei Giordano zio che, grazie alla propria identità dopo giorno attraverso collaborazioni Le scuole potranno quindi, attra- Bruno Guerri, “e valorizzare i beni cul- storica, culturale, turistica, ambientale e accordi nazionali e internazionali già verso l’associazione, aderire a uno dei turali e turistici dei nostri associati.” e internazionale, e riuscita in tempi bre- stipulati e in via di definizione. percorsi tematici proposti e pianificare vissimi a catalizzare interesse e adesioni. le uscite con la massima semplicità. Sara L’Associazione GardaMusei infatti l’associazione a occuparsi delle L’obiettivo di questa associazione e Il progetto “alla scoperta di luoghi prenotazioni e della personalizzazione Le tre sponde del lago di Garda quello di offrire una programmazione inimitabili” dell’esperienza didattica, una volta – lombarda, veneta e trentina – accol- annuale continuativa realizzando un definito l’ambito di interesse della gono ogni anno oltre 24 milioni di visi- circuito di iniziative culturali, turistiche, Questo è il nome del nuovo pro- scuola o della classe. tatori da aprile a ottobre: questi luoghi ambientali, enogastronomiche, di mar- getto didattico di GardaMusei Scuole di immensa bellezza rappresentano il keting territoriale sostenute da canali per l’anno scolastico 2019/2020. Il territorio di GardaMusei si estende terzo polo turistico italiano, ma non multimediali condivisi. L’Associazione GardaMusei infatti, a par- oltre i confini comunali della sede, sita tutti sanno che il territorio dispone tire dall’anno 2018, ha attivato la nuova in GardaMusei, arrivando a compren- anche di un ineguagliabile patrimonio I risultati già raggiunti dimostrano sezione Scuole con l’obiettivo di pro- dere anche le province vicine (Verona, culturale. Per valorizzare questo pre- come GardaMusei sia una realtà di porre agli istituti primari e secondari, Trento e Cremona) e le regioni limitrofe zioso capitale e nata l’idea di costitu- ampio respiro, con una costante siner- del territorio e non, attività didattiche e (Trentino, Veneto, Emilia Romagna e ire una rete tra istituzioni pubbliche e gia tra realtà e soggetti istituzionali uscite culturali sul territorio di propria Toscana). private ratificata il 21 ottobre 2015 in pubblici e privati; un incubatore di idee competenza. GardaMusei. e progetti senza confini temporali ne Importanti protocolli d’intesa inol- geografici, la cui validità e forza risiede Con il nuovo progetto GardaMusei tre contribuiscono a promuovere le ini- Ai fondatori si sono aggiunti, proprio nell’annullamento dei confini si propone di favorire il turismo sco- ziative dell’associazione a livello inter- in breve tempo, importanti realtà geografici. lastico nel proprio territorio implemen- nazionale (Istituto Italiano di Cultura per pubbliche e private, operanti nel settore tando flusso turistico nelle 25 realtà i Paesi Bassi e Istituto Italiano di Cultura culturale, turistico e commerciale del GardaMusei lavora su e per il ter- associate e dando risalto anche a quelle di Montreal). Il progetto ha già ricevuto lago di Garda e non solo. GardaMusei ritorio e continua a crescere giorno meno conosciute. il patrocinio di IPRASE. Locanda

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28 Novembre 2019 Eventi a cura di Michele Nocera Sempre grande lirica a Sirmione

erra di poeti (vedi Catullo, Carducci e molti voci importanti del panorama nazionale. Tutte vin- Altro momento da ricordare è l’esibizione altri), di cantanti lirici (come Maria Callas e altri), citrici di vari concorsi o già in carriera. Quindi non di due artisti del Teatro Grande di Brescia in un TSirmione con il suo clima romantico e ispiratore, è solo promesse, ma certezze. Come il soprano armeno sito alquanto suggestivo: il Castello Scaligero il luogo per eccellenza vocato all’arte. Quindi, durante Elizaveta Martirosyan: Rossini e Puccini interpre- Accompagnati dal complesso orchestrale Bazzini l’estate scorsa, numerose le occasioni divenute veri e tati con grande grazia. Così come i fratelli Paradiso. Consort, diretto dal maestro Aram Khacheh, propri eventi. Di alcune ne abbiamo già parlato. Rossella, mezzosoprano, e Stefano Paradiso, baritono si sono esibiti il soprano Sarah Tisba e il tenore dalle qualità vocali eccellenti. Ma quello che sicura- Domenico Menini. In programma le più celebri e Restano da ricordare due serate dedicate al mente ha rilasciato il segno è stato il tenore russo famose arie del repertorio verdiano, puc­ciniano e melodramma. La prima occasione, il 2 settembre Vitaliy Kovalchuk. Già cover in Arena, ha sfoderato donizettiano. Voci destinate a una brillante carriera scorso, svoltasi nella splendida chiesa di San Pietro voce possente in Aida e Tosca, ma, soprattutto, con anche per la dote, non così scontata, di una note- in Mavino, sulla penisola. Accompagnate al piano- il suo “Nessun dorma”. Il concerto faceva parte del vole presenza scenica. Sirmione è tutto questo: da forte dal maestro Angiolina Sensale si sono e­sibite Festival Internazionale dedicato a Maria Callas. sempre grande lirica!

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Novembre 2019 29 Madonna di San Polo Un caro ricordo

e ne è andato, “è tornato al Padre”, Don Nino mezzo ai suoi parrocchiani di diverse parrocchie. Prevosti ci ha lasciato e all’età di 82 anni da Fu parroco fra l’altro a Concesio, paese natale di SBrescia è volato in cielo lasciando un enorme Papa Montini, Paolo VI, che lo ricevette, nel 1963, a dolore nella comunità che frequenta la Fondazione Roma assieme ad altri trenta nuovi sacerdoti dioce- “Maria Mediatrice e Dispensatrice di Grazie” di sani e cinque religiosi; fu poi parroco della parroc- San Polo di Lonato del Garda. chia di Sant’Afra, proprio quella parrocchia, e quella chiesa che ha voluto dargli l’ultimo saluto stringen- Don Nino seguiva questo luogo mariano da dosi anche attorno alla sorella Caterina. Don Nino, Diocesi di Brescia. oltre vent’anni, in pratica dai suoi primi passi, e recentemente era stato elevato al titolo di monsi- non ha mancato della sua presenza in tutte le occa- gnore, “se i spetàa a mo’ èn po’!”, amava sottolineare Certamente la sua mancanza lascerà un vuoto sioni e necessità della presenza di un sacerdote, parlando della sua investitura e consapevole della incolmabile in tutti quanti hanno avuto la fortuna di celebrando le sante messe sia da solo sia conce- sua raggiunta età. conoscerlo, certamente però lui, da lassù non per- lebrando con i vescovi che al capitello mariano di derà occasione per essere vicino a quanti lo conob- Lonato si sono recati negli anni. A dare l’ultimo saluto, in una chiesa gremita bero e amarono ma anche a quanti non l’ebbero da suoi ex parrocchiani, ma anche di persone che conosciuto ma ai quali, nelle sue omelie mandava Disponibile al colloquio, nel suo dialetto bre- hanno avuto la fortuna di conoscere un uomo così sempre un saluto, nella speranza di poterli incon- sciano, con tutti allegro testimone di fede, in ricco di umanità e spiritualità, il vescovo di Brescia trare presso questa realtà mariana che dal colle di semplicità, sapeva trasmettere a tutti i valori cri- mons. Pierantonio Tremolada con la partecipa- San Polo domina la pianura sottostante quasi a pro- stiani forte anche della sua lunga esperienza in zione di moltissimi sacerdoti concelebranti della tezione dei suoi abitanti.

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30 Novembre 2019 Gienne dalla redazione di Gardanotizie.it Il respiro del tempo mensile del lago di Garda Reg. Trib. Brescia n° 57 A cura dell’Associazione di Studi Storici Carlo Brusa di Desenzano dell’11/12/2008 - R.O.C. n° 18101 Copia in distribuzione gratuita Direttore editoriale: Luca Delpozzo Direttore Responsabile: Luigi Del Pozzo Redazione: Francesca Gardenato Collaboratori: Sergio Bazerla, Velise Bonfante, Giorgio Maria Cambié, Gualtiero Comini, Giacomo Danesi, Roberto Darra, Amalia Dusi, Pia Dusi, Domenico Fava, Giancarlo Ganzerla, Lino Lucchini, Mariateresa Martini, Pino Mongiello, Michele Nocera, Alberto Rigoni, Silvio Stefanoni, Maurizio Toscano e Massimo Zuccotti. I testi e le fotografie pervenute, in redazione anche se non pubblicate, non verranno restituiti. abato 30 novembre alle ore 16.30 a Desenzano, nella personale idea su quanto lasciare detto agli eventuali lettori, Vietata qualsiasi riproduzione con Sala Pelèr di Palazzo Todeschini, per l’Associazione di ritenuti genericamente appartenenti alla famiglia. Ma la dispa- ogni mezzo, se non autorizzata Ricerche e StudiStorici “Carlo Brusa”, sarà presentato rità nel segnare sul manoscritto informazioni risulta uno degli dall’Editore S il libro I diari rivelati - Cronaca di Desenzano attraverso le aspetti più curiosi del libro. Una volta abituato alla personale Stampa: memorie di alcuni borghesi del ‘700, curato da Giuseppe Tosi. scrittura di ciascuno, il lettore può cogliere innumerevoli notizie Tipolitografia Pagani sul modus vivendi del ‘700 sul Garda e non solo. Soprattutto con Questi desenzanesi d’altri tempi sono Andrea e Gian Gian Battista Alberti si è informati sulla politica delle grandi Celofanatura editoriale Battista Alberti, padre e figlio, che hanno registrato quanto potenze europee, come ad esempio dei movimenti degli Coop Service tel. 030 2594360 da loro ritenuto importante del periodo tra gli ultimi decenni eserciti. La paura di occupazione militare del territorio, espe- del ‘600 e i primi anni ’50 del ‘700. Significative sono le anno- rienza drammatica per tutto il lago di Garda durante la guerra Esclusivista pubblicità: tazioni di Giuseppe Rambotti, padre di Vincenzo e nonno di Successione spagnola nei primi sei anni del ’700, è una com- LDP Videoproduzione & Editoria di Giovanni, il paleontologo, che ricostruiscono la genealogia ponente del bagaglio emotivo della gente di quel secolo. della famiglia. Sinteticamente danno informazioni sull’anda- Tel. 030 9919013 mento dei prezzi del mercato granario della seconda metà Sono però i fatti accaduti in Desenzano quelli che più Redazione: del ’700, mentre gli Alberti le avevano date per la prima metà coinvolgono e in ciascuno degli autori si può scoprire sotto del secolo. Incuriosiscono gli appunti relativi allo stato d’a- l’aspetto umano quanto preoccupava o colpiva i Desenzanesi Via Maguzzano, 15 nimo di chi era chiamato a sostenere una carica amministra- del tempo. Gli abitanti di quell’epoca, solo apparentemente 25017 Lonato del Garda - Bs tiva nel Comune al tempo della Repubblica di Venezia. Con lontana, risultano molto vicini a noi più di quanto si pensi. Lorenzo Andreis si è traghettati nella Desenzano di fine ‘700 Leggendo Diari ritrovati, possiamo renderci conto che il Tel. 030 9919013 (muore infatti nel 1794), i cui tratti l’autore lascia solo intra- passato è proprio lì dietro l’angolo. Insieme a Cronaca di [email protected] vedere. Sintetizza, infatti, al massimo le proprie affermazioni, Desenzano di don Giacomo Manerba, edita nel 2009 su ini- evidentemente refrattario a qualsiasi commento che andasse ziativa della stessa Associazione di Studi Storici, Diari rivelati Gienne, il mensile del lago di Garda, al di là di un asciutto ragguaglio sugli accadimenti di fami- costituisce un importante specchio degli usi e costumi della lo trovi nelle principali edicole e nei glia. Seguono le pagine di don Vincenzo Gamba, parroco società settecentesca affacciata a un Garda squassato da forti di Desenzano nella seconda metà del ‘700. Uomo dalla forte venti, terribili grandinate, nevicate primaverili, periodi lunghi punti d’interesse pubblico del Garda personalità, don Vincenzo fa interessanti osservazioni sulla di siccità, determinanti l’anno agricolo e quindi il reddito della e dell’Alto Mantovano: uffici turistici, beatificazione di Angela Merici. gente più che negli anni 2000. Grandi e piccoli accadimenti municipi, Iper di Lonato d/G, rendono interessante questo viaggio a ritroso e illuminante La Grande Mela di Sona. Ogni memorialista procede nei propri scritti con una la loro lettura. www.gardanotizie.it primo ed unico videogiornale on line del lago di Garda

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