[4/5/1749] Maria Grazia 01. Compravendita. Scritto in italiano

Al Nome di Dio 1749, indizione settima, il dì quarto di Maggio. [4/5/1749]

Franco del fu Gio[vanni] Canenaroli di Civago, qui presente per lui sponte ed in ogni [diritto], agendo a nome della Lucia sua moglie, per questa di rato promettendo, obbligando a tale effetto tutti i suoi beni, e colla protesta di cautelarla [garantirla], come abbasso [di seguito], ha dato, venduto ed alienato, dà. A Gian Dom[eni]co del fu Dom.[enico] pure Canevaroli di detto Civago qui presente che compera, stipula, accetta ed acquista per lui. La terza parte di detto Franco di una teggia, capannello e cortili colle ragioni spettanti, posti nel territorio di Civago, luogo detto “alla Scorza”, confinante con Pietro, fratello di detto Gian Dom.[eni]co da tre parti. Ad avere con ogni [diritto], dando e cedendo, costituendo, ponendo. Per prezzo di detta terza parte della suddetta teggia, capannello, cortili e ragioni, in tutto di lire ottanta, N° 80 di m[one]ta corrente di Mod[ena], mediante la stima fatta dal Caporale Marco Gazzanelli di detto Civago, perito eletto per una parte l l’altra. Le quali lire ottanta detto venditore per lui qui disse e confessò avere avuto e ricevuto dal suddetto acquirente stipulante per lui, avanti in tante [monete] onde rinuncia alla speranza in ogni. Costituendosi tenere sintantoche per prendere il quale gli concede piena licenza. Promettendogli di rispettare in [secondo la] forma. I quali beni come sopra venduti sono stati ceduti dal detto Gian Dom[eni]co al detto Pietro lui fratello nella divisione seguita sotto il giorno d’oggi fra essi fratelli in compenso della quale cessione, detto Gian Dom[eni]co è stato bonificato dal medesimo Pietro in cedergli altra teggia in luogo detto “alla Paesina” e come dal medesimo Istrumento di divisione. Le quali lire ottanta il detto Franco, per lui si è chiamato e si chiama sopra sé e beni tutti presenti e futuri a favore di detta sua moglie ad oggetto che resta cautata [garantita] per detta somma di lire ottanta come propria, salvo la disposizione dotale che accetta. Le quali cose atte e rate e di mai confutare sotto la doppia pena, la quale e per la quale, colla refusione dà, dànno per attendere sotto l’obbligazione per la quale sintantoche a rendere egualmente. Volendo. Sopra di che dandomi. Fatto in Civago e signatamente in casa di detto Gian Dom[eni]co comparente, alla continua presenza di detto Caporale Marco Gazzanelli e del Sig. D. [Don] Gian Dom[eni]co Stefanini, med[esim]o Curato di detto Civago, ambi testimoni noti e conosciuti. [segue scrittura in latino] Io, Bartolomeo Gili, figlio di Signiferi Antonio da Gazzano, Pubblico Notaio per Autorità Imperiale, come pure per Ferma Dispensa, dai presenti fui chiamato, per i quali qui mi sottoscrissi e, come al solito, munii del mio tabellionato come sigillo, secondo i requisiti. A lode di D. [Dio] O. [Onnipotente] e B.[Beata] M. [Maria] S. [sempre] V. Vergine] senza macchia concepita.

[ 5/5/1764 ] Maria Grazia 2. Compravendita. Scritto in italiano

Al Nome di Dio, l’anno 1764, indizione 15, il 5 di Maggio [ 5/5/1764 ]

Bartolomeo figlio del fu Matteo Poli di Civago, sotto Minozzo, qui presente per lui e di sua ragione propria, dà, vende, cede, aliena. A Domenico figlio del fu Domenico Caniparoli di detto luogo, qui presente stipulante ed accettante che compera ed acquista per sé e per i suoi. Una pezza di terra campiva, posta nel territorio suddetto, di misura sia quanta si voglia, tutta cade nella presente vendita, luogo detto “ai Caniparoli”. Confina da una [parte] la Chiesa, dall’altra Gio:[vanni] Caniparoli ed il fiume , e finalmente il detto compratore. Salvi. Ad avere, tenere, possedere con tutte, sino alla via pubblica, dando, cedendo, costituendo, possedendo, paciscendo, dimodoche in ogni. Per il prezzo ed a nome di prezzo di detta terra e sue ragioni di lire 15 di moneta di Modena, così tra loro concordati. Il qual prezzo il detto venditore, qui alla presenza di me, pubblicamente dice e confessa di averli ricevuti prima dal detto compratore stipulante in tante buone monete e legali che costituivano detta somma, delle quali fine, tacito, rinunciando all’eccezione della non numerata pecunia ed alla speranza in ogni. Costituendosi tenere e possedere di lui propria autorità sintantoche. Promettendogli evizione [di evitare] e legittima difesa in forma amplissima. Le quali cose tutte rate, grate e ferme e quelle osservare sotto la doppia pena la quale e la quale, sotto l’obbligo di sé e suoi, rinunciando e generalmente avendo giurato alla conformità del Ducale Decreto. Sopra di che pregando, dando. Fatto, letto e pubblicato a Civago suddetto e precisamente nel metato dei fratelli Gian Pellegrino e Domenico Gazzanelli, alla continua presenza di Gio:[vanni] del fu Bartolomeo Poli e di Giuseppe del fu Francesco Poli ambi di detto luogo, testimoni noti, idonei ed in forma adoperati. [segue scrittura in latini] Io, Paolo Antonio Gilli, figlio di Giovanni Battista da Fontanaluccia di Montefiorino, Ducato di Mutina [Modena] Diocesi di Reggio, ma ora abitante in Civago di Minozzo predetto, Pubblico Notaio Reggente per Autorità Imperiale, come anche per Dispensa, dai presenti tutti fui chiamato. Per i quali qui mi sottoscrissi e del mio tabellionato, come sigillo, segnai, munii ed aurenticai secondo i requisiti, salvo in tutto. A lode di Dio Onnipotente e Beata Maria sempre Vergine senza macchia concepita.

[23/3/1779] Maria Grazia 3. Processo. Scritto in italiano.

Invocato il Santissimo Nome di Nostro Signore Gesù Cristo. Correndo gli anni della Sua Gloriosissima Nascita mille settecento settanta nove, indizione duodecima, e giorni, mesi, ore e luoghi infrascritti. [23/3/1779]

E primo sotto il giorno 23 del mese di marzo. Davanti Sua Eccellenza, il Sig: Gian Pietro Cagnoli, Giureconsulto Nobile Modenese, Consigliere Intimo di Stato di Sua Altezza Ser[enissi]ma e Presidente, e gli Ill[ustrissi]mi e Chiarissimi Giureconsulti Signor Conte Bartolomeo Valdighi, Sig. Gian Antonio Ruga, Signor Conte Tommaso Ottone Chiodini, e Signor Conte Gaetano Bonani, tutti nobili modenesi e Degnissimi Consiglieri dell’Aula Civile dell’Ill[ustrissi]mo Supremo Consiglio di Giustizia per lo Serenissimo ed Eccelso Principe Don Francesco Terzo d’Este per la di Dio grazia Duca di Modena, Reggio duodecimo, della Mirandola secondo, Signore nostro. Esistente in Modena nel Ducal Palazzo e nella Camera delle loro solite Udienze, ivi sedenti per Tribunale, quali luogo e sedi, come così ed in ogni. Comparvero li Molto Magnifici di Legge Dottori e ……….. modenesi Signor Vincenzo Besini e Giacomo Pucci Procuratori e a nome della Maria Domenica Gazzanelli, vedova Gigli, di Civago e previa l’attuale prodotta di memoriale con Ducale prescritto di Commessione di causa, fecero istanza che fosse citata la parte, e che si scriva. Al tenore di memoriale qui segue. Ser[enissi]ma Altezza La Maria Domenica Gazzanelli, vedova lasciata dal fu servo Paolo Gigli di Civago in Lombardia, serva suddita ed operatrice ossequiosissima di Vostra Altezza Ser[enissi]ma, unitamente a Gio:[vanni] Pellegrino di lei zio paterno, istituirono mesi [or] sono, Giudizio nel foro di Minozzo contro Gian Antonio Bertolotti, Gian Domenico Caniparoli, ed altri, in lite, consorti di detto Civago, per ottenere l’esecuzione di una sentenza a loro favore già proferita e passata in giudicato, con cui veniva dichiarato spettargli ad essi Gazzanelli l’eredità della fu Domenica Bertolotti, di loro zia, da questa lasciatagli per testamento, e che da detti ………..era detenuta, come pretesi agrati, del fu D. [Don] Marco Bertolotti, germano fratello della detta testatrice Domenica, a questa premorto all’intestato, e ne hanno ottenuto Decreto favorevole per l’immissione in detta eredità, in seguito di cui ne hanno Giudizialmente conseguito l’attuale e corporale possesso. In oggi gli avversari predetti, con nuovo Giudizio, pretenderebbero di rendere vano il ricevuto possesso, e mantenersi essi nel medesimo, appoggiati da una transazione fatta da detto fu servo Paolo senza alcun legittimo mandato dei Gazzanelli, e che oltre l’essere all’eccesso lesiva agli oratori, patisce poi molte altre eccezioni; onde per non dispendiarsi in un purtroppo lungo Giudizio, troncare le inutili spese, e terminare con un solo Giudizio una tale vertenza; genuflessa perciò la predetta Maria Domenica ai piedi di Vostra Altezza Ser[enissi]ma, implorando il benefizio della Legge Unica, supplica umilmente che la cognizione del presente nuovo Giudizio sia commessa al Supremo Consiglio di Giustizia della prelodata Altezza Vostra Ser[enissi]ma che detta grazia equamente. Francesco Maria Pucci di Commessione.

Comanda Sua Altezza Ser[enissi]ma che il Consiglio di Giustizia provveda sopra l’esposto come troverà conveniente e giusto. Filippo Giuseppe Marchisio. 12 marzo 1779 2° Micheli.

A Sua Altezza Ser[enissi]ma Il Consiglio provveda 12 marzo 1779 Per la Maria Domenica Gazzanelli, vedova, di Civago in Lombardia. L’Ill[ustrissi]mo Consiglio ha ordinato che si citi la parte e che si scriva. A di detto furono fatte le citazioni e scritte le lettere del tenore seguente: Li Gian Antonio Bertolotti, Gian Domenico Caniparoli ed altri, in lite consorti. Ad istanza dei Signori Dottori Vincenzo Besini e Giacomo Pucci, Procuratori della Maria Domenica Gazzanelli vedova Gigli di Civago: D'ordine dell’Ill[ustrissi]mo Supremo Consiglio di Giustizia per [an]nunzio pubblico, ovvero legittimamente, in questi vengono citati e ricercati e cadauno di loro viene citato per la prima ora d’udienza; dopo debbono comparire davanti al predetto Ill[ustrissi]mo Supremo Consiglio a vedere e sentire i predetti Signori. stante in detto nome, produrre ossia riprodurre il memoriale col Ducale prescritto di Commissione di causa per fondare [approfondire]. La di cui copia insieme con le presenti se gli trasmette affinchè e successivamente chiedere, addimandare, e dal prelodato Sommo Tribunale assegnare alle parti quel termine o termini prescritti dalle Ducali costituzioni a dire e dedurre tutto, colla comminaturia in forma. [comminando secondo la forma] Idem ad eleggere qui in Modena il loro domicilio ove altrimenti saranno elette e confermate le scale del Palazzo di questo Ill[ustrissi]mo Pubblico, come copia. Modena 13 maggio 1779 Domenico Boccali V. [vice] Cancelliere.

Molto Magnifico ed Ecc[ellentissi]mo Signori di stanza delli Dottori Vincenzo Besini e Giacomo Pucci, Procuratori della Maria Domenica Gazzanelli vedova Gigli di Civago, o di suo agente d’ordine vostro, farà avere le qui annesse citazioni originali con copia dei beni e Ducale prescritto di Commissione di causa alli nominati in esse Gian Antonio Bertolotti, Gian Domenico Caniparoli ed altri in lite consorti in persona, potendosi a qualcuno di loro, se no alla casa della di solito loro rispettiva abitazione, con replicargli l’altra pure qui acclusa segnata nel dì, premesso il dovuto intervallo di tempo, dandocene indi con suo opportuno riscontro, ed intanto non permetterà che un codesto lei favore venga innovata o attivata cosa alcuna, ma in tutto e per tutto rimetterà a noi le parti, dovendo la presente servire di inibitoriale in forma, e per fine il signor ……. La contenti. Modena 13 marzo 1779 A piacervi.

Il Supremo Consiglio di Giustizia Domenico Boccali V. [vice] Cancelliere Signor Podestà di Minozzo.

1779. Indizione duodecima ed il giorno 9 del mese di aprile, in ordinaria Udienza. Davanti Comparve il Molto Magnifico di Leggi il Dottore e Lausidico Modenese Signor Pier Antonio Vandelli Procuratore ed a nome di Antonio Bertolotti, di Gian Domenico Caniparoli ed altri in lite consorti, ed elesse la sua casa per domicilio dei suoi principali, facendo istanza che sia confermata ed in ogni. Presenti li detti Signori Besini e Pucci a detto nome, alle predette cose acconsentendo. L’Ill[ustrissi]mo Supremo Consiglio ha confermato la casa del Dottor Pier Antonio Vandelli per domicilio dei suoi principali

1779. Indizione duodecima e giorno 8 del mese di ,aggio in ora di Udienza. Davanti Comparvero li detti Signori Basini e Pucci a detto nome, ed attualmente produssero una scrittura cogli enunciati in essa, facendo istanza che sia ammessa in ogni. Il tenore della scrittura e denunciati qui segue. I Signori Besini e Pucci a detti nomi attualmente producono documento in forma provante con domanda che venga annesso ed avuto in considerazione come sue, così. Successivamente avuta notizia che per parte degli avversari venghino [dis]prezzati gli ordini già spediti dai Tribunali di Minozzo e che si faccino lecito di turbare i principali dei comparenti nel possesso dell’eredità Bertolotti, faciendo sopra i beni della medesima degli atti possessori con violenza e con minacce, ed avendo già rovinato un oratorio esistente in detti beni, del quale hanno asportato tutte le pietre di macigno lavorato; e come epperò alfine provvedere. Fanno istanza che venga scritto in termini forti al Signor Podestà di Minozzo perché faccia osservare agli avversari Precetti trasmessigli anche con braccio militare, e perché rinnovi i Precetti più forti penali contro detti avversari, acciò nel quieto possesso non molestino i principali dei comparenti, rimettino le cose in [ri]pristino [in] rapporto all’oratorio non ardiscano infierire ulteriori danni e pregiudizi, come così. Salvo in ogni.

Avanti prod[otto] il dì 30 aprile 1779. Compariscono li Gio:[vanni] Pellegrino e Maria Domenica Gazzanelli di Civago e credendo di loro vantaggio il far esaminare a perpetua memoria e sopra gli infrascritti Capitoli li Signori Dottor Pellegrino Marcucci di Cesarana e Notaio Gian Martino Gatti di Silicagnana, salva però qualunque ragione e senza pregiudizio, e non altrimenti. Fanno reverente istanza che detti Capitoli siano ammessi e su questi, esaminati li predetti Signori testimoni, previo il precetto, a comparire, ed il giuramento di prestarsi da loro nelle solite forme, come così in ogni. Salvo sempre. Provare dunque vogliono ed intendono a perpetua memoria che la verità fu ed è di chi esso Signor Dottore Marcucci, non ha mai dato, proferito o pubblicato alcun lodo formale in alcuna causa,o vertenza fra li suddetti Gazzanelli od altre persone di Civago. Sopra questo Capitolo il Signor Dottore Marcucci. 2°. Che esso Signor Notaio Gatti non si è mai rogato di alcun formale e pubblico rogito di transazione tra li suddetti Gazzanelli ed altri di Civago, ne esisterne di questa alcun Istrumento nei suoi protocolli. Sopra questo secondo il Notaio Gatti. Questi per ora, salvo. Si ammettino e si esaminino di conformità li testimoni indicati. Li precetti alli Signori testimoni furono fatti il dì [oggi stesso], detto in faccia di me.

A dì suddetto 30 aprile 1779. Comparse mediante l’avviso avuto il Signor Dottore Pellegrino Marcucci di Cesarana in detto, e da esaminarsi come sopra e prestato il giuramento……… Indi sopra il Primo Capitolo disse. Per quanto possa avere memoria, non so di aver giudicato in qualità di arbitro, nella causa espressa nel Capitolo, cioè nn so di aver proferito lodo, o sentenza arbitrale nelle forme legittime; riportandomi quanto al resto all’esame ed alla deposizione che feci non ha gran tempo. Così è. Pellegrino Marcucci [di] mano propria. Addì 3 maggio 1779 Comparso, come sopra, il Signor Notaio Gian Martino Gatti di Silicagnana, testimonio indotto e da esaminarsi pure come sopra, al quale, dato il giuramento di dire la verità così come giurò. Di poi. Sopra il secondo Capitolo esaminato disse. Per quanto possa avere io memoria, non mi sono mai rogato di alcun pubblico ed autentico rogito di transazione tra li capitolanti Gazzanelli ed altri di Civago, e nemmeno di questi esisterne nei miei protocolli alcun istrumento, né memoria, riportandomi peraltro in tutto e per tutto all’esame, e disposizione da me fatta concernente una scrittura privata, come da detto esame al quale io Gian Martino Gatti di Silicagnana [di] mano propria. Addì 4 maggio 1779.

La soprascritta copia di Capitolato ed esami sono stati fedelmente rilevati da questi Atti Civili di Castelnovo di mano a me fedele, vedendosi l’originale firmato nei rispettivi deposti dalli Signori Marcucci e Gatti di rispettivo di loro carattere a me cognito, e perciò, previo il dovuto confronto, in piena fede ho apposto il mio sigillo. Io, Gio:[vanni] Battista Parini di……. Di Castelnovo, Notaio Pubblico e Cancelliere Deputato. Signor Vandelli Pier Antonio assente. L’Ill[ustrissi]mo Supremo Consiglio ha ordinato che si faccia Precetto in conformità. Addì 11 detto furono scritte le lettere del tenore seguente. …………… ed Ecc[ellen]te Signore, ad istanza delli Dottori Vincenzo Besini e Giacomo Pucci, Procuratori delli Gian Pellegrino e Maria Domenica Gazzanelli e di loro agente, [avverso] contro d’ordine nostro, farà seguire Precetto Penale, in forma, alli Gian Antonio Bertolotti e Gian Domenico Caniparoli qualmente ardiscono infierire ulteriori danni sopra li beni dell’eredità Bertolotti, né farsi lecito di turbare nel quieto possesso di quella li riferiti Gazzanelli, rimettendo le cose in [ri]pristino segnatamente [in] rapporto all’Oratorio esistente in detti beni che viene asserito essere stato dai medesimi Bertolotti e Caniparoli rovinato, con avere trasportato tutte le pietre di macigno lavorate, altrimenti userà ella di quei rimedi più forti che crederà opportuni, affinchè non vengano sprezzati i summenzionati Precetti.. Tanto eseguirà e per il Signore Iddio la consenti. Modena 11 maggio 1779. A piacere di vs. Il Supremo Consiglio di Giustizia Domenico Boccali …… Signor Podestà di Minozzo.

1779. Indizione duodecima, giorno 12 del mese di giugno, in ora di Udienza. Comparvero il detto Signor Pucci in detto nome e trattandosi di progetto fatto, fece istanza che fosse assegnato un unico termine in luogo di qualunque dilazione, presente il detto Signor Vandelli Pier Antonio a detti nomi, alle predette cose non acconsentendo ……. L’Ill[ustrissi]mo Supremo Consiglio ha assegnato alle parti un unico termine di trenta giorni continui a dire e dedurre tutto ciò che, in luogo di qualunque.

1779. Indizione duodecima del giorno 10 del mese di luglio, in ora di Udienza. Davanti. Comparve il detto Signor Pucci in detto nome, e qui prodotti, fece istanza che la causa fosse posta in Albo. Presenti il detto Signor Vandelli Pier Antonio in detti nomi, alle predette cose non acconsentire senonchè. L’Ill[ustrissi]mo Supremo Consiglio ha posto la causa in Albo.

1781. Indizione decima quarta, e giorno vigesimo ottavo 28 del mese di agosto. Davanti Comparve il detto Dottor Pucci a detto nome, e stante anche in forza di proposto accomodo che non ha avuto effetto per essersi procurato un ritrovato di mero raggiro, non è stata data sin qui esecuzione al Decreto delle Signorie Vostre Ill[ustrissi]me, fece istanza che venissero rinnovate lettere più forti al Signor Podestà di Minozzo per l’esecuzione al Decreto delle Sinorie Vostre Ill[ustrissi]me e come così. Salvo in ogni. L’Ill[ustrissi]mo Supremo Consiglio ha ordinato che si scriva in conformità. Dal 30 detto furono scritte lettere del tenore seguente. Molto Magnifico ed Eccellentissimo Signore Presentandogli che non ostante altra nostra a codesto Foro trasmessa sul conto della Causa di Gian Pellegrino, Maria Domenica Gazzanelli con li consorti, in lite con Gian Domenico Caniparoli, Gian Antonio Bertolotti e Marco Gazzanelli, tutti di Civago, la Signoria Vostra non abbia sinora data esecuzione al definitivo nostro Decreto proferito nella ridetta Causa, siamo però [perciò] colla presente di nuovo a dirle che si [ac] contenti di far avere piena ed immediata esecuzione all’accennato nostro Decreto, senza dar luogo alla parte di ulteriore ricorso, e per fine il Signore Iddio s’accontenti. A piaceri di Vostra Signoria.

Il Supremo Consiglio di Giustizia Domenico Boccali Cancell[iere] e …….. Podestà di Minozzo 1782

1782.Indizione decima quinta e giorno 15 di gennaio Davanti Comparivano il Molto Magnifico di Legge, Dottore e Lausidico [?] modenese Signor Giovanni Carandini ai detti nomi ed attualmente produsse una scrittura con supplica e fece istanza come in essa. Qui cade il tenore e supplica a detto nome , e previa l’attuale prodotta delle preci umiliate a Sua Altezza Ser[enissi]ma con grazioso scritto di concessione di revisione del Decreto proferito a favore di Gio:[vanni] Pellegrino e Domenica Gazzanelli, implorato qualunque, fa rispettosa istanza alle Signorie Vostre Ill[ustrissi]me, perché nel giudizio di revisione sia assegnato il termine ed a suo luogo e tempo, dichiarato a favore dei suoi Principali colla vittoria delle spese, come così protestandosi non se, ma solo in ogni. Serenissima Altezza Con definitivo Decreto proferito dal Supremo Consiglio di Giustizia il 19 maggio anno scorso, intimato però soltanto li 13 luglio successivo, venne dichiarato doversi a Gio:[vanni] Pellegrino e Domenica Gazzanelli vedova Gigli l’eredità della Domenica Bertolotti comprensiva anche dei beni del fu D. [Don] Marco e della fu Orsola, fratello e sorella di detta Domenica, ricusossi [ricusare] li Gio:[vanni] Domenico Caniparoli, Gio:[vanni] Antonio Bertolotti e Domenica Bertolotti Gazzanelli di Civago, Giurisdizione di Minozzo, servi e sudditi umilissimi della Altezza Vostra Ser[enissi]ma. Quanto è giusto e fondato il proferito Decreto sul costrutto processo in cui li supplicanti non hanno somministrato le occorrenti prove, perché fossero dichiarati i loro diritti, altrettanto in oggi riesce loro di un sommo gravame all’evidenza delle ragioni apparenti da autentici irrefragabili [irrefutabili] documenti, dai quali risulta che la eredità dell’Orsola e di D. [Don] Marco Bertolotti loro appartiene a totale esecuzione degli aventi causa dalla fu Domenica in forza non solo del diritto di successione, che ai rispettivi loro autori apparteneva per disposizione dello Statuto di Reggio, e dei Ducali Proclami, avendo già documenti che giustificano per ogni grado concludentemente la consanguineità, quant’anche per una solenne convenzione seguita il 6 di agosto 1737 a rogito del Notaio Paolo Zambonini, dalla quale apparisce che erede del fu D. [Don] Marco Bertolotti fu Bartolomeo suo agnato[?] in terzo grado canonico per una parte, giacchè per le altre due parti lo avevano Antonio fratello di Bartolomeo e Grisante, altro agnato congiunto in qual [uguale] grado con lo stesso D. [Don Marco], e che alla predetta Domenica fu peraltro più di liberalità che di giustizia lasciato di uso e godimento dell’eredità con l’obbligo di restituire non solo li beni stabili, ma anche li mobili che nel medesimo Istrumento sono partitamente [in modo particolareggiato] descritti. Con la scorta di tali recapiti, che cambiano al [di] fatto l’aspetto alla causa, quali non è stato prima possibile ai supplicanti di poter rinvenire, potrebbero lusingarli di ottenere la revisione del predetto Decreto, quant’anche fosse trascorso un termine di molti anni; nella circostanza però di non essere che pochi mesi trascorsi, si fanno con tutto il coraggio a supplicare la somma giustizia e clemenza di Vostra Altezza Serenissima a volersi benignamente degnare di concedergli per grazia la revisione, poichè tanto più facilmente sperano di ottenere, perché mostrando a colpo d’occhio l’efficacia delle loro ragioni da cui ne risulta il torto manifesto dell’altra parte, sembra che anche a termine di Giustizia, non potesse negarsi una nuova Udienza. Sopradichè. Francesco Favalotti di commissione.

Prima di risolvere, Sua Altezza Serenissima, in ordine all’esposto, comanda che il Consiglio di Giustizia riferisca colla rimessa del memoriale. ……… Rangone, 22 maggio 1781

Concede Sua Altezza Serenissima ai supplicanti l’implicata revisione e destina in Ministri Aggiunti i due Consiglieri Consultori di Gabinetto ed il Consigliere Morcali. ……..Rangone 22xcembre [dicembre] 1781 Reg. 117. Gio:[vanni] Marchioni, Segretario di Gabinetto di S. A. Ser.ma Sua Altezza Ser.[enissi]ma Si senta il Consiglio 22 maggio 1781.

Si concede l’implorata revisione e si destinano in aggiunti due Consiglieri Consultori di Gabinetto ed il Consigliere Morcali 22 dicembre 1781

Per li Gio:[vanni] Domenico Caniparoli, Gio:[vanni] Antonio Bertolotti, e Domenica Bertolotti Gazzanelli di Civago, giurisdizione di Minozzo Presente il detto Signor Pucci a detti nomi adimanda copia prima che in ogni.

L’Ill[ustrissi]mo Supremo Consiglio ha decretato la richiesta copia.

1782. Indizione decima quinta e giorno 15 di gennaio. Davanti Comparve il detto Signor Corradini a detto nome. Replica l’istanza altra volta fatta per l’assegnazione del termine come così è. Salvo in ogni. Presente il detto Signor Pucci a detto nome e non dissente che sia assegnata la prima di ragione. L’Ill[ustrissimo] Supremo Consiglio ha rassegnato la prima citazione.

1782. Indizione decima quinta e giorno 4 di maggio. Davanti Comparve il detto Corradini a detto nome, ed attualmente produsse scrittura cogli enunciati e fece istanza come in essa. Qui cade il termine della scrittura ed enunciati. Il Signor Corradini, a detto nome, ed a giustificazione sempre maggiore, non tanto delle ragioni competenti ai suoi principali, che dell’esposto nelle preci umiliate a Sua Altezza Serenissima già esistenti negli atti, attualmente produce un foglio che contiene l’albero discendenza e prova della consanguineità in gradi successibili [parentela più distanti di grado] dei suoi principali predetti, ed ascendenti loro furono con l’Orsola e D. [Don] Marco fratelli Bertolotti giustificato concludentemente a grado per grado con recapiti autentici, numerizzati per maggior chiarezza; quali prove si produssero nelle parti unitamente ad alcune fedi dei morti, all’estratto autentico delle partite dei beni descritti all’estimo del fu D. Marco Bertolotti e parimenti produce allegando nelle parti gli atti seguiti nel foro di Minozzo sin dall’anno 1767 fra gli avversari e li principali del comparente e fa istanza che il tutto sia avuto in considerazione e che, a suo luogo e tempo, sia dichiarato a favore dei medesimi coerentemente in quanto è stato nelle preci già prima.

N.B: Purtroppo è andato smarrito il seguito di questo scritto originale

A chiarimento di questa vertenza si allega lo schema della composizione della famiglia Bertolotti

24)Maria 1660/ 1664/ 9)Pietro 25)Lucia 1650/ 1671/+ >1727 1700/1746 10)Giovanni 26)Antonio 42)Don Domenic 1630/1718 1650/ 1674/+1759 1700/1746 3)Giovanni>>>>> 11)Domenico>>> 27)Bartolom>>> 43)Maria 1670/ 1670/ 12)Maria 28)Grisante 44)Domenica 1650/ 13)Grisante

1670/1729 …/1705 29)Don Marco 1)Domenico>>>> 1675/1740 1690/1767 1630/1675 1650/1718 30)Giovanni>>> 45)Cristoforo>>> 49)Giovanni 4)Marco>>>>>> 14)Domenico>>> 1677/ 1645/ 31)Antonio>>>>> 46)Caterina 15)Domenica 32)Domenica

33)Orsola 1720/1783

[28/04/1809] Maria Grazia 4. Dichiarazione di proprietà Scritta in italiano.

REGNO D’ITALIA Gazzano, li 28 di aprile 1809. Denuncio, io Domenico Caniparoli di Civago, figlio del fu Gian Domenico, al Sindaco locale la seguente possidenza posta in Civago, divisa e confina come segue e registrata nel catasto comunale sotto l’intestazione di Pietro Caniparoli. [ segue distinta dei beni ed area relativa ]

Maria Grazia 5. Nota di divisione.

REGNO D’ITALIA Nota di successiva divisione dei beni dei fratelli Domenico e Giuseppe del fu Gio:[vanni] Dom[enico] Canevaroli di Civago seguita l’anno 1809 del mese di luglio. [ segue la distinta delle località, dell’importo in lire di Modena e lire d’Italia ]

[16/9/1856] Maria Grazia 6. Testamento di Giuseppe Caniparoli

Nel nome di Dio Domini Estensi L’anno milleottocento cinquanta sei 1856. Indizione decima quarta XIV°, questo giorno decimo sesto 16 del mese di settembre. Giuseppe Caniparoli fu Gio:[vanni] Domenico, domiciliato in Civago, qui presente a me cognito, sano di tutti i sentimenti di spirito e di corpo, come ne è constatato e ne consta a me Notaio ed agli infrascritti testimoni, ha, in virtù di questo atto, dichiarato, come dichiara il suo testamento non cupativo [?] e l’ultima sua volontà, pregando me Notaio ad emettere e scrivere le sue disposizioni nel modo e tenore seguente. In primo luogo, disse, raccomando l’anima mia a Dio, alla B. V. Maria ed ai Santi miei avvocati. A titolo di legato sia ed in suffragio dell’anima mia e della mia moglie Maria Domenica Bertolotti, ho lasciato e lascio la somma di effettivi Zecchini dieci 10 da italiane lire undici e centesimi cinquantauno per cadauno da £ 11,51; con la metà della somma saranno celebrati tanti suffragi di messe, altre in uffizi da requiem, obito trigesimo anniversario; i suffragi di messe saranno celebrati entro il termine di anni tre decorrenti dal giorno della sepoltura del mio cadavere; in tal modo saranno celebrati i suffragi per l’anima della mia moglie e le messe entro tre anni dal giorno della morte della medesima. Ho lasciato e lascio l’usufrutto generale di tutte le mie possidenze alla mia carissima moglie Maria Domenica Bertolotti, vita vedovile lei natural durante, da godere in parti e porzioni uguali cogli miei figli Domenico, Angelo, Assunta, Maria Antonia Rachele e Caterina. Le figlie poi decadranno dal detto diritto di usufrutto nel caso passassero a marito. La parte poi che la Legge mi permette di disporre (cioè della metà del mio asse), ho lasciato e lascio ai miei figli maschi per nome Domenico ed Angelo in parti e porzioni uguali col carico però di somministrare il vitto, vestito, abitazione, vita lei natural durante alla figlia Maria Antonietta Rachele per trovarsi la medesima continuamente in stato di infelicità. In tutti poscia gli altri miei beni stabili, immobili, ragioni, azioni, crediti e diritti tutti, ovunque posti ed esistenti, tanto presenti che futuri, ho chiamato, nominato, ed istituito, chiamo, nomino, ed istituisco eredi universali in parti e porzioni uguali i miei figli Domenico, Angelo, Assunta, Maria Antonia Rachele e Caterina perché così in ogni. Questo è il mio testamento, questa è la mia volontà e voglio che sia osservata ed eseguita come la sola attendibile. Il presente atto ed ultima volontà così dichiarata dal disponente Giuseppe Caniparoli e da me scritta alla continua presenza sua e degli infrascritti testimoni, è stata d me Notaro letta, la quale il testatore disse essere ben intesa e di voler persistere nella medesima. Tutto ciò venne fatto di seguito e senza deviare ad altri atti. Il testatore è stato da me Notaro edotto delle Leggi relative al presente. -----Sopra di che----- Fatto, letto, pubblicato a chiara ed intelleggibile voce in Villa di Minozzo, nella casa abitata da me Notaro, in una camera ad uso studio, respicente con una finestra a ponente, il testatore ivi presente ed i Signori Tonelli Pellegrino fu Luigi di Monzone ed il Rev.[eren]do Don Domenico Zobbi del fu Giuseppe di , Guiducci Sante fu Battista di Villa suddetto, Monti Giacomo fu Gio:[vanni] Antonio di Civago, testimoni noti, idonei ed aventi i legali requisiti, i quali si firmano con me Notaro e col testatore esclusa la firma del testimonio Monti che interpellato si dichiara illetterato. Io Giuseppe Caniparoli== D. [Don] Domenico Zobbi fui testimonio== Tonelli Pellegrino testimonio== Dott. Nicola Defloriani del fu Giuseppe qual Pubblico Notaio, rsidente in Villa Minozzo delle premesse cose ho fatto rogito, qui mi sottoscrivo e vi appongo il segno del mio tabellionato. A L. D. D. O. M. [Firmato] Antonio Defloriani La presente copia concorda con il suo originale esistente presso di me sottoscritto. In fede [ firma] Dott. Nicola Defloriani Notaio.

Tassa Matrice_ Tariff. £ 1,50 Registro] Dennunz[ie] “ 1,00 Copia, carta etc. “ 3,00 ………….. “ 3,00 Onorario “ 10,00 ------Totale tariffa £ 18,50

Reggio, 27 settembre 1856

Altra simile copia fu presentata a questo generale archivio, pagata la tassa di £ 3 Come da bolla 1515 d’oggi. In fede [ firmato ] Dott: Onofrio Pisi coad.[iuvan]te

[11/3/1862] Maria Grazia. 7. Testamento di Maria Domenica Bertolotti, moglie di Caniparoli Giuseppe.

Datato 11/3/1862.

Nel nome di Dio L’anno mille ottocento sessanta due 1862, l’indizione romana quinta-V°- e questo giorno undici-11- del mese di marzo. Regnando S. M. Vittorio Emanuele II° per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d’Italia. Costituita avanti a me Notaro e testimoni infrascritti la Signora Bertolotti Maria Domenica fu Paolo, vedova del fu Caniparoli Giuseppe, cognita e domiciliata a Civago, ivi dimorante, sana di sua facoltà intellettuali e così tutti del corpo temendo di essere prevenuta dalla morte prima di aver disposto delle sue sostanze, nella quantità stabilita dalla legge, ha dichiarato, come dichiara, di volerne disporre nel seguente modo, col presente pubblico testamento: Premesso quindi la raccomandazione della propria anima all’Altissimo ed ai particolari sui avvocati, a titolo di legato suo ed in suffragio dell’anima sua, dispose della somma e quantità di zecchini quattro=4: da rogarsi in altrettanti Uffizi e messe non compreso l’obito, entro il termine di anni due =2 decorrenti dal suo decesso. A titolo di legato istituzione, in ogni ha lasciato e lascia la metà dei suoi beni ai diletti suoi figli Angelo e Domenico e figlie Maria Assunta in Gazzanelli Domenico e Caterina del fu Caniparoli Giuseppe, tutti domiciliati a Civago. In tutti poscia gli altri suoi beni di qualunque natura siano, ed ovunque posti, nomina ed istituisce suoi eredi universali e particolari li prenominati lei figli Caniparoli Angelo e Caniparoli Domenico, seco lei conviventi e ciò in ricompensa della cura a lei prestata, e che spera tuttavia di ricevere sua vita natural durante, con l’obbligo però di godere tali beni in compagnia della loro sorella e sua figlia Caniparoli Caterina finchè conserverà vita nubile e non altrimenti. La testatrice dopo essere stata la medesima edotta sulla forza, natura ed importanza dell’atto presente e leggi relative, disse essere questo l’ultimo suo testamento e l’ultima sua volontà, e di volere che valga in ogni miglior modo e forma. Le presenti cose furono, presenti la disponente e testimoni, tutte di seguito, senza devia[zio]ne ad atti estranei e da me scritte di mio pugno e carattere. Fatto, letto e pubblicato in Gazzano, capoluogo di in una casa ragioni fratelli Cappelletti, in una stanza al primo piano, avente luce per una finestra da levante, presenti li Signori Reverendo ed Illustre Masini D. [don] Andrea [figlio] del vivo Stefano, domiciliato a Morsiano, Prevosto e Reverendo Battistelli D. [Don] Paolo fu Luca, domiciliato a Morsiano, dimorante a Civago, Reverendo Rondini D. [Don] Giuseppe fu Luigi domiciliato a Gazzano e Casoli Giovanni fu Giuseppe, Segretario Comunale domiciliato a Minozzo, dimorante a Gazzano, testimoni noti, superiori ad ogni evizione, e sottoscritti con me Notaro, mentre la testatrice si dichiara illetterata. =Masini Andrea Prev[ost]o- testimonio =Battistelli D. [Don] Paolo- testimonio =D. [Don] Giuseppe Rondini- testimonio =Caselli Giovanni- testimonio Io Secchi D[ott]r Cristoforo fu Felice Notaio, residente in Gazzano, ne faccio rogito a L. di D. O. M.

Tassa Matrice £ 1,50 Squarzo ]?] Denunzia “ -,50 Copie 2, carta e scritturazione “ 3;16 Archivio “ 3;00 Onorario “ 6,50 Totale 14,66

Saldato

La presente copia concorda col suo originale In fede [firmato] Secchi D[otto]r Cristoforo Notaro

Reggio li 5 aprile 1862.

Altra simile copia è stata presentata al generale archivio e pagata la tassa in it. £ 3,00 con bolla N° 510 d’oggi Onofrio Peri Cancelliere La presente venne rilasciata alla testatrice dietro sua richiesta. In fede C. Secchi Notaio

[12/7/1869] Maria Grazia. 8. Divisione

Nel nome di Dio Stati d’Italia Provincia di Reggio- Gazzano- li 12 dodici luglio mille ottocento sesantanove 1869 La presente scrittura privata da valersi in giudizio, che [qualora] servi come pubblico documento, tutto ed a norma delle vigenti leggi. [per]tanto si dichiara che cessò di vivere Giuseppe quondam [del fu] Domenico Caniparoli di Civago nel terzo prossimo giugno ed ha lasciato al mondo due figli maschi e due donne, cioè Angelo, Domenico, Caterina ed Assunta maritata in Domenico Gazzanelli di Civago stesso, morto con testamento, ed ha erogato e lasciato alle figlie maritate la sola legittima che ascende ad una 8° parte ed agli altri chiamò eredi. Formato ho stato [fatto] da me infrascritto per commissione di tutti i suoi figli nel giorno nove del presente luglio, ove tutta la sua possidenza [i suoi beni] si trova in Civago stesso, la quale è affondata tra stabili, casamenti, capitali, armenti e rimanenti crediti e debiti a quanto segue: Stato attivo di qualunque specie e generale in Modenese lire 11502 Il passivo che aggrava lo stato con debiti e date dalla loro madre 2136 Resta lo stato libero in Modenese lire 9366 Che di legittima alla figlia Assunta in Gazzanelli sono [9366:8] lire 1170 e cioè Modenese 39-00-09. Si dichiara che alla loro madre Maria Domenica Bertolotti per la sua dote di Modenese £ 1950, si abbiano tanti stabili a godere scritta durante ciò: al campo del Lago campo e giara; sotto casa prato; alla Costarsa castagneto; ed altro fondo alli Caniparoli a corpo.E per gli altri convenuti le parti tutte si assegna a detta legittimaria Assunta in Gazzanelli i seguenti stabili e cioè: 1- L’orto sopra casa: orto con castagni, confina a levante con Antonio Monti, a meriggio il transito, a sera Gio:[vanni] Domenico e nipoti Caniparoli, da sett[entrion]e la strada lire 210 2- Nella Costetta: campo e prato, confina a levante la strada, a meriggio il restante del fondo degli eredi li detti, a sera la Chiesa ed a settentrione la vedova Francesca Gianasi. Salvi. 3- Tanto fondo saldivo e boschivo alla Bora Teggiola, confina da tre lati li detti eredi Caniparoli, e a levante con Medici ed il fosso. Lire 90 4- Più tanta macchina alla Zabocca, da scorporarsi per modenese Lire 12,10 5- Più una cassa di asse di castagno ed una cassa da panni, per modenese Lire 35 6- Più tanta capanna alle Lamepiane, confina alla strada, per Modenese 60 8- Più gli hanno dato tante pecore ed agnelli per Modenese Lire 106:17 9- Più di sementa devono dare quartari 3 ½ per Modenese Lire 21:15 che in totale fanno Modenese Lire 1170. Valore come sopra intiero e libera sua legittima. Con Dichiarazione che per detti stabili per il transito [co]sì come è sempre stato per il più comodo alle abitazioni e così per le fabbriche e le entrare comuni [co]sì delle capanne che delle stalle, e le aie comuni, ma ognuno per quella quota che le spetta agli eredi per eredità e la legittima per legittima e non per altro a secondo della parte toccatagli. Indi i fondi lasciati alla madre. Come già dichiarato al cessare del vivere di, siano divisi in quella porzione che sarà disposto da lei, in quanto alla sua dote, o in denari, o in stabili e quello che sovrappiù ci sarà di detti stabili, verrà diviso come è stato disposto dal padre, come si è fatto, di 8 parti come alla legittima. Qui presenti anche le parti li fratelli Caniparoli e la lei sorella Assunta ed il di lei marito Domenico Gazzanelli che assiste e presta il pieno consenso a detta sua moglie con sottosegnati con croce per essere illetterati e i Caniparoli di carattere [di mano propria]. Le parti predette dichiarano che al presente scritto valga come fine quietanza e mai di contraffare a quanto si è approvato, scritto in questo presente scritto ed infine di ridurre a rogito. La detta Assunta Caniparoli e suo marito accettano ed hanno accettato per sua intera legittima paterna gli effetti qui addietro descritti, come li Caniparoli hanno ceduto e cedono, e di mai più chiedere cosa [alcuna] e di molestarli in quanto hanno accettato e ceduto sia a detta sorella Assunta e li Caniparoli, promettendosi ambo le parti di mai più molestarsi, facendo fine, quietanza e assoluzione ed in caso di molestia, le parti per dette sottopongano sé stessi, suoi eredi e singoli suoi beni presenti e futuri di rato, così conferma il detto Gazzanelli per riguardo a detta sua moglie che presta il suo pieno consenso all’istanza. Fatto, letto e pubblicato il presente scritto qui in Gazzano ed in casa di me che scrivo di commissione, presenti le parti e i testimoni Giuseppe fu Lorenzo Gili di Morsiano e Francesco Maria Sassatelli di Fontanaluccia, testimoni noti, idonei e sottoscritti dopo le parti. - Angelo Caniparoli - Cro + ce della Assunta Caniparoli illetterata che afferma la presente. - Cro + ce di Domenico Gazzanelli illetterato che afferma a questo. - Gili Giuseppe fui testimonio - Francesco Sassatelli fui testimonio - Bernardi Tommaso fu Gio:[vanni] Battista di Gazzano testimonio. -

[2/4/1877] Maria Grazia 9. Divisione in data

Regno d’Italia- Provincia di Reggio Emiglia, Comune di Villaminozzo, Civago, li 2 dico due Aprile milleeottocento settanta sette 1877. Li qui presenti fratelli figli del fu Giuseppe Caniparoli e della fu Maria Domenica Bertolotti ambi di Civago, cioè Angelo, Domenico, Assunta maritata in Domenico Gazzanelli di detto Civago, e Caterina maritata in Caniparoli Francesco di Civago, parte sottoscritti di proprio carattere, e parti sottosegnati con croce per essere illetterati, sono venuti in via amichevole nella determinazione di dividere le loro sostanze ereditate dal defunto loro padre, e della defunta loro madre, i quali essendo morti ambi con testamento, ed avendo lasciato alle due figlie Assunta e Caterina la sola legittima eguale ad una ottava parte della loro possidenza, e gli altri due figli Domenico ed Angelo chiamano suoi eredi. E quindi formato lo stato dell’asse paterno il quale trovasi nel territorio di Civago, condiscende in totale lire 3576 dico tremila e cinquecentosettantasei e perciò l’ottava parte spettante per cadauna sorella, essendo uguale ad effettive lire 447,00 Eseguito poi lo stato materno il quale trovasi pure nel detto territorio, condiscendendo, ad effettive lire ottocento 800 e perciò toccando alle due sorelle Assunta e Caterina figlie della suddetta Maria Domenica Bertolotti, per sua legittima, italiane lire100 per cadauna e quindi in totale per cadauna sorella, tra asse paterno e materno, tra mobili ed immobili, italiane lire 547 dico cinquecentoquarantasette. E per detto valore le due sorelle Assunta e Caterina, sempre con l’assistenza del loro marito, hanno convenuto in via amichevole di accettare i sottoscritti beni stabili dagli altri due fratelli Domenico ed Angelo. Beni stabili che li due fratelli assegnano alla sorella Assunta dell’asse Paterno e Materno quale accetta e stipula. 1° ) Orto sopra casa, con castagni, confina a levante Antonio Monti, a meriggio il transito, a sera Giovanni Domenico Caniparoli, a sett[entrio]ne la strada, di misura are 80. 2° ) Alla costetta, campo e prato, confina a levante la strada, a meriggio il rimanente fondo dei condividendi Domenico ed Angelo, a sera la Chiesa, a sett.ne la vedova Gianasi, di misura are 52. 3 ) Alla Zabocca, macchia divisa in due parti fra le due sorelle e la parte assegnata all’Assunta confina a levante e meriggio li condividendi Angelo e Domenico, a sera il fosso, a sett.ne la condividente Caterina, di misura are 6,00. 4 ) Alla Borella, saldivo e boschivo, confina a levante Carlo Medici ed il fosso, e dagli altri tre lati, il rimanente fondo dei condividendi, di misura are 32,00 5 ) Al campo del Lago, campo parte di maggior corpo, a cui fanno limite a levante il rimanente fondo dei loro condividendi, a meriggio Monti Antonio, a sera i beni demaniali, a sett.ne la strada serviente, di are 13,20. E questo di ragione materna. 6 ) Alla Costa, castagnativo parte di maggior corpo e la parte, dell’appunto, vi fanno limite a levante la sorella Caterina, a meriggio ed a sera la strada, a sett.ne il fosso, di misura are 52,00- Parte di ragione materna. 7 ) Più una capanna alle Lamepiane, dalla cima al fondo, con ingressi, confina a levante la strada e dagli altri tre lati i condividenti, essendovi compreso anche una provisione ed aia. 8 ) Per mobili gli hanno dato una cassa di tavole, una cassa di panni. 9 ) Per capitali pecore 4. 10 ) Per sementi quartari 3 di grano. Che in totale dell’asse Paterno e Materno sono effettive lire cinque cento quarantasette dico 547 Beni stabili assegnata alla sorella Caterina dalli due fratelli Domenico ed Angelo, dell’asse Paterno e Materno. 1 ) Alla Costetta, diviso in due parti e la parte della detta Caterina confina a levante la strada serviente, a meriggio la strada comunale, a sera Paolo Gianasi, a sett.ne la condividente Assunta, di misura are 56 e c[entia]re 2. 2) Alla Bona Teggiola, campo e macchia diviso in più parti e la parte assegnata alla Caterina confina, a levante, il fosso, a meriggio li dividendi ed anche a sera, ed a sett.ne la condividente Assunta, di are 51 e centiare 10. 3) Ai Roncadelli, prato con castagni parte di maggior corpo, e la parte assegnata alla Caterina confina a levante [con] Gian Domenico Caniparoli e dagli altri tre lati li condividendi, di are 10,00. 4) Alla Zabocca, macchia, parte di maggior corpo e la parte assegnata alla Caterina, confina a levante ed a meriggio li condividenti, a sera ed a sett.ne il fosso. Di are 6,00 5) Alla Costarsa, castagneto diviso in tre parti e la parte assegnata alla Caterina confina a levante ed a sera li condividendi, a meriggio la strada ed a sett.ne il fosso. Di misura are 2 e centiare 96. E questo di ragione materna. 6) Al Campo del Lago, campo di maggior corpo e la parte assegnata alla Caterina, confina a levante Gian Domenico Caniparoli e dagli altri due lati li condividenti, di are 15 e centiare 10. 7) Una quarta parte di una capanna ai Caniparoli, confina a levante Giovan[ni] Domenico Caniparoli e dagli altri tre lati li condividenti. 8) Alle Lamepiane capanna, confina da tutti gli altri lati li condividenti. 9) Per mobili una cassa di tavole. 10) Per capitali pecore Per semenze quartari N° tre. Che in totale dell’asse Paterno e Materno sono effettive lire cinquecntoquarantasette dico 547. Li condividenti poi si garantiscono a vicenda il pieno e libero possesso degli assegni fatti e le due sorelle cioè Assunta assistita dal di lei marito Gazzanelli Domenico, e Caterina pure da suo marito Caniparoli Francesco promettono e dichiarano alla presenza degli infrascritti testimoni, di mai più ricercare diritto alcuno dai due fratelli Angelo e Domenico sopra tale eredità. Si notifica che le entrate delle capanne sono in comune a tutti per la loro porzione. Fatto, letto il presente scritto in Civago alla presenza delle parti e degli infrascritti testimoni che vengono a firmarsi dopo le parti. Domenico Caniparoli Angelo Caniparoli Cro+ce della Caniparoli Caterina Caniparoli Francesco o Franco Cro+ce dell’Assunta Caniparoli Cro+ce di Domenico Caniparoli Cecchini Giovanni teste Romiti Ferdinando testimonio Ed io Gaetano Alberghi scrissi di commissione e fui testimonio a quanto sopra Villa Minozzo li 6 giugno 1877 Eseguite le volture di revisione alli N° 199- 200 e 201 e pagate lire 4,80 per bollo e volture Il campioniere [firmato] Bonicelli

[18/11/1886] Maria Grazia 10. Compravendita

N° = Copia = Compra e vendita Regnando Sua Maestà Umberto Primo per grazia di Dio e per volontà della Nazione. ------Re d’Italia------L’anno 1886 mille ottocento ottanta sei, questo giorno 18 diciotto del mese di Novembre, alla Fabbrica, Comune di Careggine, nella casa del Sig.r Bresciani Ant[oni]o Emilio fu Michelangelo, di detto luogo, posto detto Borgo di Sopra, al numero civico 28, ventotto.------Avanti a me Franchi Giuseppe fu Gio:[vanni] Battista, Notaro Regio, residente in Careggine, iscritto presso il Consiglio Notarile del Distretto di Castelnovo in Garfagnana ed in presenza dei Signori Bresciani Antonio Emilio fu Michelangelo e Zerbini Battista fu Domenico Antonio ambi nati e domiciliati alla Fabbrica, Comune di Careggine, possidenti, testi nominati idonei e richiesti a quegli atti, si sono costituiti i signori:------Gigli Pellegrino fu Paolo, nativo di Civago, Comune di Villa Minozzo e domiciliato alla Fabbrica di Careggine, bracciante, e Caniparoli Angelo fu Giuseppe, nato e domiciliato a Civago, Comune di Villa Minozzo, possidente ed ambi da me personalmente conosciuti.------Quali Signori imporsi per procedere alla stipulazione del presente contratto ed in virtù del quale il nominato Gigli Pellegrino dà, vende ed aliena, come ha dato, ceduto, venduto ed alienato al nominato Caniparoli Angelo, che accetta, stipula ed acquista per sé e suoi i seguenti beni stabili posti ed esistenti nel territorio di Civago, Comune di Villa Minozzo e sono : ------1° ) Terreno selvato e campivo luogo detto “Alli Caniparoli”, Confina Poli Battista fu Antonio, eredi Bertolotti e Gigli Angelo. Salvi.------2° ) Campivo, luogo detto “ di là della capanna” , in terza parte, confina strada Comunale, Valpiani Angelo e Giannasi Rosa fu Paolo. ------3° ) Campivo e saldivo, luogo detto “ Campo Grande” , confina strada Comunale, strada Vicinale, e Giannasi Domenico. Salvi.------4° ) Pasturativo e boschivo, luogo detto” il Mandrione”, confina Poli Domenico, fratello Giuseppe e Gigli Flavia. Salvi. ------5° ) Pasturativo e boschivo, luogo detto “alla Calda” , confina [con] i beni Comunali, Poli Domenico fu Antonio e Gigli Flavia. Salvo. ------La detta compra e vendita vien fatta ed accettata per il prezzo e valore in complesso di italiane lire cento cinquanta 150, così convenuto dalle parti, e detta somma di italiane lire 150 cento cinquanta il venditore Gigli Pellegrino, e sentito da ma Notaro e testimoni, dichiara e confessa avere avuto dal suo acquirente Caniparoli Angelo, prima d’oggi e stante quindi un di già avvenuto pagamento, il Gigli Pellegrino, mentre ne fa assoluzione e quietanza, promette e si obbliga di nulla ricevere in conto della fatta vendita, chiamandosi così contento e pienamente soddisfatto. ------Dietro mia richiesta Gigli Pellegrino ha dichiarato di non firmare il presente atto, perché illetterato.- Fatto e da me Notaro ricevuto il presente atto, come solito mia casa, è stato redatto e riscritto da persona di mia fiducia, del quale ne ho dato lettura e pubblicazione alle parti, in presenza dei citati testimoni, che si firmano con Caniparoli Angelo a me Notaro, con dichiarazione delle parti che quanto è scritto è conforme alla loro volontà.------Questo atto è contenuto in tre pagine di questo foglio da bollo occupando tre linee della quarta pagina.------Caniparoli Angelo = Bresciani Emilio testimone Zerbini Battista testimonio Notaro Giuseppe Franchi

Registrato a Castelnovo Garfagnana lì 20 ottobre 1886, Vol 36 N° 838 Atti Pubblici in £ 7,20 firmato Reggio. La presente copia a richiesta di Caniparoli Angelo di Civago, Comune di Villa Minozzo ed in conformità dell’originale. Notaro Giuseppe Franchi Careggine 26 febbraio 1887 Specifica carta £ 2,40, scrittura £ 1,00, repertorio £ 0,50, onorario £ 2,00. Totale lire 5.90 cinque e centesimi novanta.

[18/12/1887] Maria Grazia 11. Compravendita

Vendita di terreni. L’anno mille ottocento ottanta sette = 1887 = ed il giorno diciotto 18 del mese di dicembre, in Gazzano, frazione del Comune di Villa Minozzo.------Il sottoscritto signor Bertolotti Ercole fu Antonio, nato e domiciliato a Civago, ha dato, venduto, dà e vende------Al sottoscritto Signor Caniparoli Angelo fu Giuseppe, nato e domiciliato in detto luogo, il quale compera ed acquista li sottoscritti appezzamenti di terra posti nel Comune di Villa Minozzo e precisamente in Civago, e cioè. ------1° Alli Caniparoli, lavorativo denominato “al pozzo” al quale fanno limite a levante Caniparoli Sante, a meriggio Poli Battista e l’acquirente, a sera li fratelli e sorella Magnani, ed a settentrione la via.------2° Alla ……….., castagneto, cui a levante Bertolotti Marianna, a meriggio Monti Giacomo e Bertolotti Teresa, a sera una via di servitù ed a settentrione Caniparoli Sante, salvi più precisi confini e come meglio in catasto, e con ogni adiacenza e pertinenza nulla eccettuato; beni che vengono venduti ed acquistati a corpo e non a misura, e che il venditore dichiara di sua ragione per titolo di annessione e liberi da ipoteca.------E per lo prezzo convenuto di lire settantacinque £ 75,00 che in presenza delli sottoscritti testimoni, viene numerato e rilasciato in legali valute che vengono ritirate dal venditore, il quale emette a favore del compratore fine e quietanza nella più valida forma, rimossa ogni e qualsiasi eccezione in proposito. ------La presente vendita viene inoltre fatta ed accettata colle altre clausole tutte di sua natura. ------Questo atto viene sottoscritto dalli Signori contraenti in concorso agli infrascritti testimoni premessane lettura conforme ------Bertolotti Ercole Caniparoli Angelo Secchi Felice teste Secchi Dott. Cristoforo teste.

Registrato a Castelnovo ne’ Monti Lì 22 ventidue dicembre 1887 al Numero 349- Vol 22 Atti Privati. Esatte Lire tre e centesimi sessanta. Il ricevitore Carpi

[8/9/1889] Maria Grazia. 12. Compravendita.

Regno d’Italia Provincia di , Comune di Villaminozzo ed in Civago, questo giorno 8 otto Settembre 1889 mille ottocento ottantanove, col presente privato scritto le parti intendono che sia valevole come pubblico documento tanto sia in giudizio che fuori, si dichiara che Giannasi Giuseppe fu Zaverio di Civago suddetto, ha dato, venduto e ceduto ed alienato, come dà, cede, vende ed aliena al Sig. Caniparoli Angelo fu Giuseppe di detto luogo un pezzo di terra saldiva posto in Civago stesso, denominato “La Costetta”, confina a levante il Comune, a mezzogiorno l’acquirente, a ponente la strada ed a sett Giannasi Clementina, di misura come trovasi in catasto; e ciò hanno fatto e fanno per il complessivo valore di Italiane £ 40, dico lire italiane quaranta che il venditore alla presenza dei testimoni dichiara di avere ritirato la suddetta somma a saldo di pagamento dando al compratore tutto il possesso, usi, diritti sia attivi che passivi passando a sottoscriversi i testimoni meno che il venditore che dichiara essere illetterato, ma si rimettono a quelle legate portate dalle vigenti leggi. Cro+ce di Giannasi Giuseppe Magnani Felice teste Fioravanti Paolo teste Io Tazzioli Lazzo [Lazzaro?] scrissi di commissione.

Registrato a Castelnovo Monti il 13 tredici settembre 1889 al N° 143 Vol 75 Atti Privati. Esatte lire due e centesimi quaranta. Il ricevitore Carpi

[2/8/1892] Maria Grazia. 13 Quietanza

L’anno mille ottocentonovantadue 1892 ed il giorno due 2 del mese di agosto in Civago, Comune di Villa Minozzo nella casa Romiti segnata col numero 99. Il sottocroce segnato Signor Romiti Francesco fu Domenico, nato e domiciliato a Civago, dichiara e confessa di aver conseguito e ritirato dalli Signori Caniparoli Angelo fu Giuseppe, Caniparoli Sante fu Giuseppe e Gazzanelli Giuseppe fu Domenico, nati e domiciliati in detto luogo, la somma di lire venticinque £ 25,00, compresi in detta somma cinque chili di formaggio, e questo a totale saldo e pagamento di quanto allo stesso è dovuto per indennizzo dei danni recatogli per atterramento di un castagno comune col nominato Gazzanelli Giuseppe e posto nel fondo di Caniparoli Domenico denominato “Alli Cerri delli Caniparoli”; promettendo di [ri]tenerli indenni da qualsiasi molestia di terzi per cui ne rilascia ampia e formale quietanza ed accettazione sotto l’obbligo della propria persona, beni ed eredi. Egli a conferma di tanto quella croce segna in presenza dei sottoscritti testimoni che si sottoscrivono premessane lettura. Cro+ce di Romiti Francesco analfabeta Giannini Venanzio teste Secchi Dott Pietro per teste.

[29/7/1896] Maria Grazia. 14. Compravendita

Regno d’Italia Regnando S. [Sua] Maestà per grazia di Dio e volontà della Nazione Umberto 1° Re d’Italia, l’anno mille ottocento novanta sei e questo giorno ventinove 29 del mese di giugno, in Civago di Villaminozzo, Provincia di Reggio Emilia, si stipula il seguente contratto come segue. ------Per mezzo del presente privato scritto, io dichiaro di mio carattere e intendo che sia fatto da Pubblico Notaro sia in giudizio che fuori. ------Si dichiara che Cattalini Angelo fu Olivo e condomini di Civago, ha dato conto, vende e cede a Gaspari Felice fu Guglielmo la casa al luogo denominato “Alla Costa” col prezzo convenuto di italiane lire 660 dico seicentosessanta che il Signor venditore dichiara alla presenza dei sottoscritti testimoni di avere ritirato la intiera som[m]a e di essere appieno soddisfatto e con oggi stesso [h]anno dato e dànno il pacifico possesso, usi, diritti attivi e passivi con tutte le aderenze e diritti che loro appartengono permettendo al compratore di non più molestarlo rimettendosi a tutte le regole che prescrive il vigente codice. ------Il presente contratto è stato fatto, letto e sottoscritto dalle parti e dai testimoni in loro presenza nella casa di Tazzioli Lazzaro. Fioravanti Narciso teste Magnani Francesco teste Addì 29 giugno 1896. Cattalini Fortunato scrisse e teste.

[8/6/1898] Maria Grazia 15. Compravendita

Regnando Umberto 1° per grazia di Dio e per volontà della Nazione d’Italia. ------L’anno mille ottocento novantotto ed il giorno otto del mese di giugno in Civago, Comune di Villaminozzo, nella casa del Signor Romiti Domenico. ------

Avanti di me Secchi Dott. Cristoforo Notaro residente in Gazzano, inscritto presso il Consiglio Notarile Provinciale di Reggio Emilia ed alla presenza delli testimoni Signori Romiti Domenico e Federico di Ferdinando commercianti e possidenti, nati e domiciliati a Civago, noto ed idonei, sono comparsi li Signori Giannasi Domenico e Giacomo, la loro madre Signora Gaspari Adelaide del fu Giacomo, nati e domiciliati a Civago, le loro sorelle Signore Manattini Delma e Valpiani Flavia del fu Giuseppe Giannasi, nate a Civago e domiciliate a Fontanaluccia, assistite dai loro rispettivi mariti, Signori Manattini Francesco fu Domenico e Valpiani Francesco fu Antonio, domiciliati a Fontanaluccia ed il Signor Caniparoli Giuseppe di Angelo, nato e domiciliato a Civago, agricoltori e possidenti, da me personalmente conosciuti, onde stipulare il presente atto col quale. ------Li Signori Giannasi Domenico e Giacomo, la Signora Gaspari Adelaide e le Signore Manattini Giannasi Delma e Valpiani Giannasi Flavia, assistite anche dalli nominati Signori Manattini Francesco e Valpiani Francesco e per le rispettive interessenze hanno dato e venduto, danno e vendono. ------Al Signor Caniparoli Giuseppe il quale dichiara di acquistare anche per il lui fratello germano Signor Caniparoli Fedele agricoltore e possidente e domiciliato a Civago e con denaro di comune ragione, compera ed acquista li sottonotati fondi in Civago, frazione del Comune di Villaminozzo. 1° In quello di Bandella o di Bertolo, campo e pastura, al quale fanno limite il fosso, a meriggio ragioni Tazzioli, a levante la Via, ed a settentrione Giannasi Giacomo e Domenico; in catasto al primario numero 93, subalterno 9 e 11. ------2° Alle Tagliate, pascolo e macchia, cui confinano a levante il distretto di Fontanaluccia, a mezzodì Giannasi Domenico,, a ponente Romiti Stefano ed a settentrione Medici Sante e come in catasto al primario numero 93, subalterno 14, che vengono venduti ed acquistati a corpo con ogni adiacenza e pertinenza e che li venditori dichiarano di loro ragione per titolo di successione e liberi da ipoteche. La presente vendita viene fatta ed accettata con tutte le clausole di sua natura e per lo prezzo convenuto di lire centocinquanta £ 150,00 che in presenza mia e delli Signori testimoni viene numerato e rilasciato in legali valute che vengono rilevate dalli Signori venditori, i quali ne fanno ampia quietanza ed assoluzione senza alcuna eccezione in contrario. ------Li venditori ed il Signor Manattini Francesco dichiarano di non sapere sottoscrivere. ------Richiesto ho ricevuto e scritto il presente atto che ho letto alle parti continuamente in presenza delli Signori testimoni i quali meco li sottoscrivono col Signor Valpiani Francesco e col Signor compratore. ------Quest’atto che li comparenti dichiarano conforme alla loro volontà, è steso sopra tre pagine di un foglio di carta bollata. ------= Valpiani Francesco= Caniparoli Giuseppe = Romiti Domenico teste = Romiti Federico teste = Secchi Dott. Cristoforo Notaio. ------

Registrato a Castelnovo Monti li 21 giugno 1898 al Vol --- al N° 87 esatte lire sette e centesimi venti Il ricevitore f.to Sedani Copia in conformità dell’originale rilasciata a richiesta del Signor compratore li 29 giugno milleootcentonovantotto In fede Secchi Dott: Cristoforo Notaro

[23 agosto 1901] Maria Grazia 16. Compravendita

Regnando Vittorio Emanuele Terzo per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d’Italia. L’anno millenovecentouno ed il giorno ventitre del mese di Agosto in Civago, frazione del Comune di Villaminozzo, nella casa di Romiti Domenico ad uso locanda.------Avanti di me Prati Dott: Daniele Notaro residente in Villaminozzo, inscritto presso il Consiglio del Distretto Notarile provinciale di Reggio Emilia, ed in presenza dei Signori Domenico Federico di Ferdinando Romiti, osti, nati e domiciliati a Civago, testimoni noti, idonei e richiesti, sono comparsi li Signori Cecchini Ferdinando di Pellegrino, commerciante, nato a Civago e domiciliato a Sarzana, provincia di Genova, e Caniparoli Giuseppe di Angelo, agricoltore, nato e domiciliato a Civago, a me noti di persona, all’oggetto di stipulare il presente atto, in forza del quale, il nominato Cecchini Ferdinando spontaneamente e con tutte le garanzie di legge ------Ha venduto e vende Al pure nominato Caniparoli Giuseppe, il quale dichiara di comperare non tanto per sé che pel lui fratello Caniparoli Fedele di Angelo, agricoltore, nato e domiciliato a Civago, da me conosciuto, e perciò con denari di comune, ed eguale ragione, compra ed acquista il seguente corpo di terra posta in Civago, Comune di Villaminozzo, che il Signor venditore dichiara di sua proprietà per titolo di compra, e libero da ipoteche, servitù, censi, livelli, e di altri oneri reali e cioè ------Alla noce, campo di are 28 e centiare novanta, al quale confinano a levante Angelo Caniparoli e compratori, a meriggio la strada di servitù, a sera Caniparoli Palma, a settentrione Caniparoli Antonio. ( N° del catasto 4243). ------Pel convenuto prezzo di italiane lire duecento cinquanta, che il venditore alla presenza e sentita da me Notaro e sottoscritti testimoni dichiara e confessa di avere avuto e ricevuto prima d’ora dalli compratori, per cui emette e favore dei medesimi ample assoluzioni e quietanza nella più valida forma rimossa ogni eccezione. ------Il presente contratto viene inoltre fatto colle altre clausole di sua natura traslative dell’immediato possesso e dominio a favore delli compratori. ------Non si sottoscrive il venditore perché dice di essere analfabeta. ------Richiesto io Notaro ho ricevuto, steso e scritto il presente atto che ho letto alli contraenti in presenza delli nominati testimoni, i quali si sottoscrivono col compratore e ne Notaro. ------L’atto presente che le parti a mia richiesta dichiarano conforme alla loro volontà, è scritto sopra tre pagine, compresa la presente, di un foglio bollato. Caniparoli Giuseppe Romiti Domenico teste Romiti Federico teste Daniele Prati Notaro Registrato a Castelnovo nei Monti addi 10 7mbre 1901 al N° 122, Vol 92 Mod I Esatte £ 12 lire dodici e lire 1 per diritti catastali di voltura con bolletta N° 296/191. Il Reggente firmato G. Rossi. Copia conforme all’originale che si rilascia al compratore. Villaminozzo 28 7mbre 1901. Daniele Prati Notaro