VINCENZO PIPINO Di Stefano Lorenzetto
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
14 CRONACHE il Giornale Domenica 5 dicembre 2010 tipi italiani VINCENZO PIPINO di Stefano Lorenzetto vevaappe- na 6 anni, Vincenzo Pipino, Il ladro più onesto d’Italia detto En- Acio, quando il resto del mondo decise di chiuderlo fuori per sempre, mettendo fra sé e lui porte blin- dateacinquemanda- «Rubavo i Canaletto te, impianti d’allarme, telecamere di sorve- glianza, fotocellule, vetri antisfondamento, grate. Il fattaccio accadde nella scuola ele- mentare Armando Diaz, durante la ricrea- zione. «Noi, figli dei poveri, denutriti, bra- ghecorteegelonisullemani,eravamoinulti- ma fila, perché il maestro riservava i primi per il piacere di restituirli» banchi ai figli dei sióri che lo riempivano di regalini»,eaVenezia,perantonomasialacit- tà dei «gran signori», ce n’erano tanti anche Anche Picasso, Magritte, De Chirico, Kandinskij, Klee, Braque, Balla, Malevich... allora di sióri, oh se ce n’erano. «Il capoclas- se,rampollodiunfarmacistadelsestiereCa- stello,venivainaulacolcestinodellameren- «Ho passato in galera 25 dei miei 67 anni. E oggi dico ai giovani: non imitatemi» da pieno d’ogni bendidio. Quel giorno ad- dentòperultimaunamela.Ioavevounbuco nellostomacograndecosì.Glichiesi:vànze- restituitotutto,eperfettamenteintegro,ma- «Per necessità. Strada facendo si trasforma bastavapercomprarmiiprimijeansdaVitta- COME IL GATTO me almeno el rosegòto, avanzami il torsolo gariincambiodiunpiccolocontributo»,vol- invirtù.Lamiagenerazionehasempreruba- dello. Un’estate adocchio un americano che DI HITCHCOCK da rosicchiare. “Toh, se lo vuoi, raccoglilo”, garmentedettoriscatto.«Laquesturaciface- to onestamente. Non ho mai tenuto in tasca escedall’hotelDesBainsconlafamiglia.Ave- Vincenzo Pipino risposecondisprezzo,elogettòsulpavimen- valasuabellafiguraenoimangiavamo.L’im- neppureuntemperino.Unavoltaandaiari- va un rotolone di dollari nel taschino della nella sua to.Non ci vidi più. Gli saltai addosso. Finen- portanteècheitesoridellacittànonandasse- pulire la casa di una nobildonna veronese, camicia. Corro alla Standa, acquisto un paio Venezia. Libero do a terra, si morsicò la lingua. Il sangue gli roperduti.SeilpatrimonioartisticodellaSe- Bianca Bevilacqua mi pare che si chiamas- di bermuda e raggiungo a nuoto la spiaggia dal 2008, evase zampillava dalla bocca. Mi espulsero a vita renissima è ancora al suo posto, ruberie di se. Nella cassaforte trovai un plicocon scrit- dei miliardari, per non dare nell’occhio. At- da un carcere dalle scuole di ogni ordine e grado». Napoleone a parte, lo si deve all’amorevole tosopra:“Daapriresolodopolamiamorte”. tacco bottone con John, il figlio scemo del- di massima Inrealtàstavanoperrinchiuderloall’Istitu- vigilanza che il qui presente Pipino Vincen- Unmalviventequalsiasil’avrebbeapertosu- l’americano, lo invito a giocare a calcio, do- sicurezza to medico psicopedagogico, «un nome che zo esercita da sempre. Finché avrò respiro, bito,chissàchecosapotevacontenere.Ioin- po un po’ un tiro finisce dritto nel capanno. della Svizzera ancora oggi mi fa venire la pelle d’oca», ma malavitosi foresti qui non ne arriveranno». vece lo lasciai intatto. Da ciò la contessa de- Conlascusadirecuperareilpallone,mifion- [Maurizio Don] sua madre Cesira tanto brigò per sottrarlo a Il ladro più onesto d’Italia sintetizza la sua dusse che fossi un ladro gentiluomo e fece do dentro, rubo dalla camicia tutti i dollari, quella sorte infelice che alla fine riuscì a tro- vitacosì:«Sonorimastoinprimaelementare pubblicare un’inserzione a pagamento su m’infilo il malloppo nelle mutande, poi fin- nellefamiglieprofanandol’intimitàdel- vargli un lavoro ancora più infelice: aiutante permezzo secolo». Destinosegnato quando tuttiigiornalid’Italia,offrendomi15milioni go un attacco di cacarella e me la svigno. Sa- le loro abitazioni? in un’agenzia di pompe funebri nei pressi di ti capita di nascere in calle Malatin, sinoni- di lire in cambio della refurtiva. Purtroppo i ranno stati200.000 euro di oggi. Il capo della «Semmai lo shock lo provavo io nel vedere Santa Maria Formosa. «A 8 anni tutto il gior- mo toponomastico di pellagra, rachitismo, gioielli erano già stati venduti, altrimenti Mobile, Angelo Sciuto, andò a colpo sicuro. com’erano tenute. Da quella di un grande no tra morti da vestire e bare da spolverare. pediculosi. Ha imparato a leggere e scrivere glieliavreirestituitivolentieri.Inparticolare Sospettava da tempo che il predone del Lido industriale, in piazza San Marco, uscii con i Dicaunpo’,leiavrebberesistito?».Poigarzo- in galera. Il tempo non gli è mancato: su 67 duegrossi orecchinicondiamanti esmeral- fossi io. Mi ritrovai a passare la notte nel car- calzini da buttare, tanto era sporca. Che di- nedipasticceria:«Dal bancoiltitolare mior- anni di vita, 25 li ha passati dietro le sbarre, dilivedoindossaredaunafamosissimaattri- cereminoriledelleZattere.L’indomaniven- sordine! Un brillante grosso così abbando- dinò: “Fischia!”. E io non ci riuscii, perché avendo come compagni di detenzione gli ce italiana ormai avanti con gli anni». nerotrepoliziottiainterrogarmi.Unodiloro nato sul bidè, pellicce per terra, orologi di avevo la bocca piena. Dovevo pur sfamarmi. Strangio, i Graviano, Francis Turatello, Mi- Ricorda la prima cosa che ha rubato? cominciòaspegnereilsuosigarosulmiocor- gran marca sparsi qua e là». Piombò in laboratorio, mi massacrò di botte cheleZaza,ValentinoGiontaeVincenzoSca- «Un bidone del latte da 50 litri. Non era faci- po, ho ancora i segni delle bruciature sulla Con quale criterio sceglieva gli obiettivi? emicacciò».Poiapprendistafotografo.Poi... rantino, il pentito della strage di via D’Ame- le, a 8 anni, farlo rotolare fino in calle Mala- pancia e sull’inguine, vuole vederli?». «Che domande! L’assenza del proprietario. Poi la strada diventò la sua scuola. Dicia- lioincuimorìilgiudicePaoloBorsellino,ma tin. Ad attendermi c’erano tutte le mamme, Lasci perdere. Continui. Un giorno del 1998 esco dall’Harry’s Dolci mo pure l’università: 3.000 furti tra musei e anche il professor Toni Negri, che è rimasto compresa la mia. Da quel giorno assicurai il «Io urlavo per il dolore, ma non confessavo. dellaGiudecca - sono golosissimodi pastic- abitazioni private; 50 gioiellerie svaligiate; suo grande amico, e Alberto Franceschini, rifornimento gratuito ai poveri del sestiere. Non volevo arrecare questo dispiacere a cini- emiscappal’occhiosuunpalazzocon una media di 30 quintali d’oro (che lui chia- unodeifondatoridelleBrigaterosse.Equelli Ilbidoned’alluminioloschiacciavoeloven- mio padre. Sette mesi di galera». le imposte chiuse, dall’altra parte del Baci- mapolentaperviadelcolore)rubatiogniset- chenonhaconosciutodentro,lihafrequen- devo a un robivecchi di calle de la Pegola. E una volta scarcerato? no San Marco, alle Zattere. Vado. Leggo i tre timana in giro per l’Eu- tati fuori: Enrico De Pe- Finchéquattropoliziot- «Una trentina di colpi cognomi sui campanelli: Collalto-Castillo, ropa, «a quel tempo va- dis,dettoRenatino,ilca- tinonmiaspettaronoal in giro per l’Europa. La Giustinian, Donà delle Rose. Il primo mi è leva 370 lire il grammo, podellabandadellaMa- varco. Fui portato in banda del buco l’ho in- nuovo. Corro alla biblioteca Marciana a far ne avevo talmente tan- gliana oggi sepolto in questura e bastonato. ventata io, insieme con ricerche e trovo un indizio: contessa Cecilia to che ero costretto a una chiesa di via della Allora funzionava così: i miei complici, altro CollaltoGiustinianinFalck.Ècomeunafru- darloincontovendita». Conciliazione; la sua ti pestavano. Ormai ero che Peppe er Pantera, stataalle mie sinapsi: acciaierie Falck ugua- E una quindicina di ar- amante Sabrina Minar- segnato a vita». Tiberio,FerribotteeCa- leAlbertoFalck,collezioneFalckugualeGio- resti,dicuitreinflagran- di; il suo braccio destro Avrebbepotutocam- pannelle dei Soliti igno- vanniAntonioCanal,CanalettougualeFon- za di reato («mai in Ita- AMORE PER VENEZIA Danilo Abbrucciati; An- biare vita. FONTEGHETO DE LA FARINA ti di Mario Monicelli. Si tegheto de la farina. La tela dei miei sogni». lia, due volte a Losanna tonio Spavone, detto ’O «Che cosa fa il procio- sceglieva un apparta- Perché? e una a Düsseldorf»), Ho espugnato il Palazzo Ducale Malommo, che guidava ne? Si gratta e ruba. Lo Portai via il celebre dipinto mento momentanea- «Raffigura il piccolo magazzino che sorgeva 300 denunce, 15 con- lacamorraprimadiRaf- arrestano il procione? mente disabitato sopra sul molodi San Marco.In primo piano sive- danne, un’evasione passando dal ponte dei Sospiri, faele Cutolo. Ma senza No. E allora che colpa mentre Alberto Falck scriveva unagioielleria,sitoglie- de un ponte che fu distrutto da quelle caro- spettacolaredaunpeni- il percorso““ inverso di Casanova mai possedere un’ar- nehoioseprovoquesto a due passi da me. Al telefono vanolemattonelleaven- gnedegliaustriaci.SullosfondolaPuntadel- tenziario svizzero del ma, senza mai non dico continuo prurito alle do cura di non far cade- la Dogana. Un dipinto di vivace puntigliosi- Cantone di Vaud. La Peggy Guggenheim l’ho torcere un capello ma mani?Dafornaioporta- minacciai di distruggerlo. «Non rei calcinacci giù di sot- tà, immerso in quella luce dorata tipica di La sua specialità era- «visitata» due volte in un anno anche solo farsi vedere vo il pane all’Arsenale. lo farà», disse il re dell’acciaio to e poi si aspettava la alcune giornate settembrine veneziane che no le collezioni d’arte. dalle sue vittime. Vidi la cambusa aperta pausa pranzo, quando i soloilCanalettoriuscivaarenderecontanta Non c’è dimora storica Pipino è sposato dal e mi caricai un sacco di preziosi non vengono abilità.Decidodiandarmeloaprendere.En-