R esp. VA S Ing. Stefano Franco P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

INDICE

A24.0 INTRODUZIONE pag. 1

A24.0.1 IL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO pag. 1

A24.0.2 DOCUMENTO DI PIANO pag. 3

A24.0.3 ELABORATI DEL DOCUMENTO DI PIANO pag. 4

A24.0.4 APPROCCIO PARTECIPATIVO pag. 6

A24.1 QUADRO RICOGNITIVO E PROGRAMMATORIO pag. 11

A24.1.1. PIANIFICAZIONE SOVRACOMUNALE (P.T.R.) pag. 11 A24.1.1.2 SISTEMA TERRITORIALE SETTORE OVEST, PEDEMONTANO pag. 11

A24.1.2 PIANIFICAZIONE SOVRACOMUNALE (P.T.C.P.) pag. 25 A24.1.2.1 MOBILITA' pag. 25 A24.1.2.2 PAESAGGIO pag. 26 A24.1.2.3 AGRICOLTURA pag. 29 A24.1.2.4 RISCHIO pag. 35 A24.1.2.5 COMPONENTE GEOLOGICA pag. 35

A24.1.3 ISTANZE pag. 36

A24.2 QUADRO CONOSCITIVO DEL TERRITORIO COMUNALE pag. 38

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t

P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.2.1 SISTEMA DELLA MOBILITÀ pag. 38 A24.2.1.1 DOTAZIONE INFRASTRUTTURALE DELL'AREA pag. 38 A24.2.1.2 RETE VIARIA pag. 39 A24.2.1.3 RETE FERROVIARIA pag. 40 A24.2.1.4 L’AEROPORTO E IL PIANO DI RISCHIO pag. 41 A24.2.1.5 TRASPORTO PUBBLICO pag. 42 A24.2.1.6 SISTEMA DEI PERCORSI AGRO-SILVO-PASTORALI E SENTIERISTICI pag. 44

A24.2.2 SISTEMA URBANO pag. 46 A24.2.2.1 FORMAZIONE DEL TERRITRIO E DELL'INSEDIAMENTO pag. 46 A24.2.2.2 IL TERRITORIO: IL SISTEMA URBANO E IL SISTEMA NATURALE pag. 50 A24.2.2.3 PARCO PINETA pag. 57 A24.2.2.4 SISTEMA SOCIO ECONOMICO pag. 62 A24.2.2.5 SISTEMA DEI SERVIZI ESISTENTI pag. 74 A24.2.2.6 PIANI DI SETTORE pag. 75 A24.2.2.7 SISTEMA VINCOLISTICO pag. 83

A24.2.3 SISTEMA DEL PAESAGGIO pag. 85 A24.2.3.1 CARATTERI ED ELEMENTI DEL PAESAGGIO RURALE ED URBANO pag. 85 A24.2.3.2 LINEE GUIDA PER L’ESERCIZIO DELLE FUNZIONI AMMINISTRATIVE IN MATERIA DI TUTELA DEI BENI PAESAGGISTICI pag. 95 A24.2.3.3 CLASSI DI SENSIBILITA' PAESAGGISTICA pag. 114

A24.2.4 SISTEMA AGRICOLO pag.116 A24.2.4.1 CARATTERI DEL SISTEMA AGRICOLO pag. 116 A24.2.4.2 AZIENDE CHE CONDUCONO TERRENI SUL TERRITORIO COMUNALE DI pag. 117 A24.2.4.3 UTILIZZO TERRENI SUL TERRITORIO COMUNALE DI VENEGONO SUPERIORE pag. 118

A24.3 VALUTAZIONI PRELIMINARI DEL PIANO pag. 129

A24.3.1 STATO DI ATTUAZIONE DEL PRG PREVIGENTE pag. 129

A24.3.2 ANALISI SISTEMICA: MODELLO DESCRITTIVO pag. 130 A24.3.2.1 SISTEMI ELEMENTARI NOTEVOLI pag. 131

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t

P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.3.2.2 MODELLO DESCRITTIVO pag. 137

A24.3.3 ANALISI SISTEMICA: CRITICITÀ E POTENZIALITÀ pag. 139 A24.3.3.1 POTENZIALITA'-RISORSE pag. 139 A24.3.3.2 NEGATIVITA'-VINCOLI pag. 139 A24.3.3.3 OBIETTIVI GENERALI pag. 140 A24.3.3.4 OBIETTIVI SPECIFICI pag. 140

A24.3.4 ANALISI SISTEMICA: MODELLO STRATEGICO pag. 143 A24.3.4.1 MODELLO STRATEGICO pag. 143 A24.3.4.2 SISTEMI ELEMENTARI NOTEVOLI pag. 147

A24.4 INDICAZIONI DI PIANO pag. 154

A24.4.1 QUADRO DI SINTESI DELLE STRATEGIE DI PIANO: L’IDEA DI VENEGONO pag. 154

A24.4.2 AMBITI DI TRASFORMAZIONE pag. 171 A24.4.2.1 INDIVIDUAZIONE AMBITI DI TRASFORMAZIONE pag. 171 A24.4.2.2 OBIETTIVI pag. 171 A24.4.2.3 COMPATIBILITA' CON P.T.C.P. pag. 172 A24.4.2.3 VERIFICA DEL CONSUMO DI SUOLO pag. 177

A24.4.3 CRITERI PER LA PEREQUAZIONE, COMPENSAZIONE, INCENTIVAZIONE pag. 179 A24.4.3.1 I CRITERI ATTUATIVI: MECCANISMI PEREQUATIVI, COMPENSATIVI E INCENTIVANTI pag. 179 A24.4.3.2 ISTITUTI DI CUI IL PIANO SI AVVALE pag. 181 A24.4.3.3 NORME PER LA COMPENSAZIONE pag. 181 A24.4.3.4 NORME PER LA PREMIALITA' pag. 182

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t

P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.0 INTRODUZIONE

A24.0.1 IL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Rispetto alla previgente disciplina, l’approvazione nel marzo del 2005 della LR 12 ha rappresentato un’innovazione radicale dell’ordinamento in materia urbanistica con l’introduzione di un sistema pianificatorio che, coerentemente con i principi di sussidiarietà introdotti dalla riforma del Titolo V della Costituzione, ha superato la più tradizionale impostazione gerarchica a cascata nei rapporti tra i diversi livelli di pianificazione (regionale e provinciale) e in base al quale “il governo del territorio si attua mediante una pluralità di piani, fra loro coordinati e differenziati, i quali, nel loro insieme, costituiscono la pianificazione del territorio stesso” (LR 12/2005, art. 2, c.1). Il sistema pianificatorio regionale risulta pertanto essere così articolato: Piano Territoriale Regionale (PTR), Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale e Piano di Governo del Territorio (PGT). Al livello comunale, la principale novità consiste dunque nell’introduzione di un nuovo strumento di pianificazione, il Piano di Governo del Territorio (PGT), e nella sua articolazione in tre atti, Documento di Piano (DdP), Piano delle Regole (PdR) e Piano dei Servizi (PdS), strumenti questi tra loro interrelati e coordinati ma anche relativamente autonomi nelle relative procedure di aggiornamento. Tale nuova impostazione si deve in parte al tentativo di rispondere in modo più agile e flessibile alle dinamiche di evoluzione del territorio. Lo schema adottato contempla infatti la scissione della programmazione nelle tre diverse componenti: strutturale (strategica), operativa e regolamentare e in tal modo coniuga esigenze apparentemente contrapposte: da un lato, quella di inquadrare le politiche territoriali, comunali e sovra locali, all’interno di un sistema organico e coerente, per garantire efficacia all’azione amministrativa, e, dall’altro, la necessità di disporre di strumenti operativi agili per rispondere tempestivamente a problematiche e istanze specifiche o settoriali non previste, né sempre prevedibili al momento della formazione degli strumenti urbanistici generali, in quanto generate da un contesto territoriale, come quello lombardo, fortemente dinamico. La finalità, in estrema sintesi, del superamento della pianificazione tradizionale e dell’introduzione di un nuovo sistema pianificatorio è dunque quella di assicurare alla pianificazione locale un’adattabilità in grado di tenere conto della complessità dei processi territoriali, pur garantendo un quadro di coerenza generale. Il nuovo strumento di pianificazione è l’occasione per il di: • analizzare le dinamiche socio-economiche ed insediative che interessano le diverse parti del territorio comunale, al fine di delineare politiche urbanistiche coerenti; • analizzare quanto sta avvenendo nel territorio a confine: nell’area metropolitana e nell’ambito dei comuni limitrofi al fine di valutare le ricadute esterne di scelte territoriali promosse da altre amministrazioni; • definire, valutandone la possibile e reale incidenza, le azioni di pianificazione per impostare politiche di governo diretto o indiretto (secondo le competenze) nella direzione utile al miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini residenti e dei city users, fornendo le risposte adeguate ai reali fabbisogni di oggi e a quelli ragionevolmente ipotizzabili nel breve–medio periodo; • definire un quadro normativo di riferimento chiaro e concretamente applicabile per governare le trasformazioni previste.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 1 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

In sintesi, si potrebbe dire che il PGT raccoglie le istanze di dinamicità delle trasformazioni territoriali (un piano che si può calibrare nel tempo), introduce una visione interdisciplinare della pianificazione (omogeneizzazione delle componenti urbanistiche, sociali, economiche, paesistico-ambientali) e struttura un percorso di partecipazione e attuazione che valorizza il ruolo delle Amministrazioni locali e degli utenti del territorio. Tra gli elementi di maggiore novità introdotti dalla LR 12/2005 vi è il tema della gestione della città pubblica. Al riguardo è utile fare cenno alle origini ed alle motivazioni dei cambiamenti di indirizzo. Si parte dal diritto, riconosciuto con la legge 765/67 e nel d.i. 1444/68, ad avere una città pianificata e dotata di quelle attrezzature pubbliche che la rendono vivibile. Da allora le considerazioni presenti nel dibattito e la situazione da cui ha tratto origine il concetto di standard sono profondamente mutati: . si è passati dalla esigenza di soddisfacimento di un “bisogno” alla propensione a soddisfare dei desideri: da una concezione essenzialmente quantitativa ad una più attenta alla qualità delle prestazioni. Inoltre il “bisogno” stesso, oggi, riguarda nuovi problemi molto più complessi; . non è più attuale la definizione di standard fondata sulla possibilità e sulla convinzione di poter rispondere alla domanda sociale esistente attraverso il raggiungimento di una ragionevole “medietà dell’offerta” ; . si è modificato, in generale, il rapporto pubblico/privato, nel senso della pubblicizzazione del privato e della privatizzazione del pubblico; . lo sviluppo urbano è uscito dalla fase di espansione alla quale si addiceva la prassi dell’accrescimento urbano temperato dalla previsione di una certa quantità di aree pubbliche. Uno dei limiti attribuiti, da diversi autori, alla vicenda e all’esperienza degli standard urbanistici: è quello di privilegiare il vincolo delle aree rispetto all’effettiva possibilità di realizzare e gestire attrezzature pubbliche. La nuova legge urbanistica (LR 12/2005), a sintesi di una serie di leggi settoriali precedentemente approvate, ha quindi modificato il concetto di standard come categoria chiusa di opere e di interventi ed ha introdotto un concetto di “servizio” come soddisfacimento di bisogni della collettività. Ne consegue che non è più possibile stabilire cosa sia un servizio con riferimento a liste predeterminate; in altre parole, è il bisogno mutevole nel tempo e nello spazio che richiede l’individuazione dei mezzi con i quali lo stesso deve essere soddisfatto. La prospettiva si sposta dunque da una visione del piano come strumento di regolazione e di disegno urbano ad una concezione di governo del territorio. La nuova normativa, da questo punto di vista, mette in evidenza che la città contemporanea è contraddistinta da un complesso sistema di interdipendenza tra diversi livelli di pianificazione e di programmazione che hanno come soggetto attori sia pubblici che privati.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 2 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.0.2 DOCUMENTO DI PIANO

Il DdP esplicita le strategie e gli obiettivi generali di sviluppo attraverso cui perseguire un miglioramento delle condizioni territoriali del comune, verificandone la sostenibilità; determina gli obiettivi quantitativi, facendo riferimento prioritariamente alla riqualificazione del territorio e alla minimizzazione del consumo di suolo, coerentemente con le risorse territoriali, energetiche, ambientali e paesaggistiche a disposizione. In tal senso, a partire dalle indagini conoscitive e ricognitive, il DdP definisce uno scenario territoriale condiviso; determina adeguate e specifiche politiche di intervento per i diversi sistemi funzionali (mobilità, insediamenti, servizi, attività produttive, etc.) compatibilmente con le risorse attivabili; individua puntualmente gli ambiti di trasformazione da assoggettare a pianificazione attuativa, stabilendo in linea di massima (secondo le modifiche introdotte dalla LR 4/08), gli indici urbanistici ed edilizi e le destinazioni funzionali; individua gli eventuali criteri di riferimento per le procedure negoziali; indica le modalità e i campi di applicazione dei criteri di perequazione, compensazione e incentivazione. Il DdP, svolge, al contempo un imprescindibile ruolo di cerniera e di raccordo tra la pianificazione comunale e quella d’area vasta, territoriale o di settore. Alcune delle previsioni di tali strumenti di pianificazione hanno carattere prescrittivo e immediatamente vincolante rispetto alla pianificazione comunale e pertanto devono obbligatoriamente essere recepite nello strumento urbanistico comunale, mentre altri contenuti necessitano per il loro corretto inserimento di ulteriori approfondimenti di dettaglio alla scala comunale per verificare la loro reale applicabilità alla consistenza e allo stato dei luoghi. In entrambi i casi, in sede di redazione del PGT, occorrerà tener conto e valutare quali previsioni sovralocali interessino il territorio comunale o incidano su determinati ambiti limitandone o condizionandone gli usi e, conseguentemente, occorrerà provvedere all’adeguamento della disciplina comunale definendo per detti ambiti usi compatibili e trasformazioni ammesse. Il Documento non è conformativo del regime giuridico dei diritti proprietari. Quindi la definizione puntuale del perimetro degli ambiti di trasformazione, degli indici e delle quantità dello sviluppo è demandata in coerenza con le indicazioni/criteri contenuti nel Documento di piano agli strumenti attuativi (piani di attuazione o programmi integrati di intervento). Rispetto a quanto avveniva con il Piano regolatore viene così ad essere superato il problema del consolidamento dei valori della rendita fondiaria a seguito dell'attribuzione delle destinazioni d'uso. Il DdP ha efficacia quinquennale. E’ evidente come le strategie e la programmazione in esso contenute, non si debbano però esaurire o limitare a tale arco temporale. Per questa ragione il DdP assume una duplice caratterizzazione: da un lato una dimensione strutturale e strategica, in grado di delineare lo scenario di sviluppo del comune nel medio - lungo periodo; dall’altro una dimensione programmatoria-operativa, finalizzata ad indicare le priorità delle azioni (pubbliche e private) da perseguire in un arco di tempo limitato (che potrebbe coincidere con il mandato amministrativo quinquennale).

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 3 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.0.3 ELABORATI DEL DOCUMENTO DI PIANO

QUADRO CONOSCITIVO E PROGRAMMATORIO A 01 PIANIFICAZIONE SOVRACOMUNALE - PIANO TERRITORIALE REGIONALE

A 02 a, b, c PIANIFICAZIONE SOVRACOMUNALE - PIANO TERRITORIALE COORDINAMENTO PROVINCIALE

A 03 VINCOLI AMMINISTRATIVI

A 04 ISTANZE, VINCOLI, ASPETTATIVE

QUADRO CONOSCITIVO DEL TERRITORIO A 05 INQUADRAMENTO TERRITORIALE VIABILISTICO

A 06 CARTA MOBILITA' COMUNALE

A 07a, b CARTA SISTEMA AGRICOLO- CARTA USO DEL SUOLO

A 08 TIPOLOGIE EDILIZIE E CARICO INSEDIATIVO

A 09 PRESTAZIONI ENERGETICHE DEGLI EDIFICI A 10 ESERCIZI COMMERCIALI

A 11 ORIGINI E FORMAZIONE DEL CENTRO STORICO

A 12 VALORE DEGLI EDIFICI DEL CENTRO STORICO

A 13 DESTINAZIONE E STATO D'USO DEGLI EDIFICI STORICI

A 14 CARTA PROPRIETA' COMUNALI

A 15 CARTA DELLE ATTREZZATURE DI USO E DI INTERESSE PUBBLICHE VALUTAZIONI PRELIMINARI DI PIANO A 16 STATO DI ATTUZIONE DEL P.R.G. VIGENTE

A 17 MOSAICO P.R.G. COMUNI LIMITROFI

A 18 a, b CRITICITA' E POTENZIALITA'

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 4 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

INDICAZIONI DI PIANO A 19 QUADRO DI SINTESI DELLE STRATEGIE DI PIANO - L'IDEA DI VENEGONO SUPERIORE A 20 TAVOLE DELLE PREVISIONI DI PIANO A 21 a AMBITI DI TRASFORMAZIONE E VERIFICA CONSUMO DI SUOLO A 21 b AMBITI DI TRASFORMAZIONE E RETE ECOLOGICA

A 22 CARTA SENSIBILITA' PAESAGGISTICA DEI LUOGHI A 23 CARATTERE DEL PAESAGGIO E REPERTORIO DEI BENI A 24 RELAZIONE ILLUSTRATIVA A 25 CRITERI DI INTERVENTO NEGLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE

Allegato A: Piano di rischio - individuazione della zona di tutela aeroporto di Venegono Superiore

Allegato B: ERIR Elaborato di Rischio di Incidente Rilevante

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 5 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.0.4 APPROCCIO PARTECIPATIVO

Per creare un modello di sviluppo che sia condiviso con la cittadinanza, è stato adottato un approccio partecipativo di costruzione del piano, nel pieno rispetto di quanto enunciato dalla Legge Regionale n. 12/2005 e s.m.i. all’art. 2 comma 5 che recita:

5. Il governo del territorio si caratterizza per:

1. la pubblicità e la trasparenza delle attività che conducono alla formazione degli strumenti; b) la partecipazione diffusa dei cittadini e delle loro associazioni; c) la possibile integrazione dei contenuti della pianificazione da parte dei privati.

Alcune Riflessioni In linea generale la partecipazione è uno strumento finalizzato al raggiungimento dell’inclusione attiva del cittadino nella presa di decisioni, dall’identificazione delle necessità e alla conseguente definizione delle politiche, fino all’esecuzione, implementazione, valutazione e monitoraggio delle politiche stesse.

Se si ha la volontà di generare un processo partecipativo, si necessita di canali adeguati alle caratteristiche del gruppo sociale cui ci si riferisce. Pertanto le metodologie partecipative sono e devono essere molto varie.

Va dunque detto che non esiste un modello unico applicabile a qualsiasi contesto, poiché ogni ambito fisico e sociale presenta le proprie caratteristiche, così come non esiste un kit di strumenti precostituito, ma va costruito ad hoc per rispondere alla situazione che si vuole affrontare.

Alcuni postulati

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 6 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

 Creare spazi di concertazione e di dialogo, canali ampi di informazione. Far ritornare l’informazione alla popolazione, nel linguaggio e nella forma culturale in cui ha avuto origine. Le persone devono dominare ampliamente l’informazione di cui si dispone perchè possano analizzare, valutare ed in definitiva accedere coscientemente alla presa di decisioni.  Partire dagli interessi della comunità; significa conoscere le motivazioni e necessità della gente che è coinvolta nel processo che si pretende attivare.  Creare una cultura di partecipazione tanto nei lideres, amministrativi, tecnici come nel resto della popolazione.  Rendere note le tecniche di investigazione per dare degli strumenti alle persone nelle interazioni con la realtà.  Proporre obiettivi concreti e precisi, non astratti e generici; facilitare la partecipazione e la dinamizzzione attraverso l’azione.  Cercare che le proposte partecipative abbiano benefici e risultati a breve termine (sotto forma di soddisfazioni, relazioni, risultati concreti). Soprattutto se il processo è lungo e complesso; al contrario molte persone possono scoraggiarsi e abbandonare l’impresa prima che i risultati a lungo raggio inizino a rendersi visibili.  Stabilire il controllo del lavoro da parte della gente e dei movimenti di base.  Devono tenersi in conto le differenze e particolarità all’interno del locale, che implichino attività differenti e cercare così di seguire i differenti orientamenti verso la partecipazione.

La partecipazione nei processi di governo del territorio

Anche la legge regionale 12/2005 all’art. 2 comma 5 precisa che il governo del territorio si caratterizza per la partecipazione diffusa dei cittadini e delle loro associazioni e per la possibile integrazione dei contenuti della pianificazione da parte dei privati. In questi termini si riconosce come imprescindibile la partecipazione continua della comunità locale in tutte le fasi della pianificazione, ossia nelle operazioni di conoscenza del territorio, identificazione dei problemi-necessità-priorità-risorse, elaborazione e condivisione dei progetti, finanziamento, informazione, mobilitazione, esecuzione, gestione, controllo, valutazione, monitoraggio. Tale processo offre la possibilità di un miglior adattamento alle situazioni concrete, una maggior capacità di utilizzo delle risorse convogliandole in situazioni nevralgiche, in modo più rispondente alle necessità espresse dai cittadini; inoltre garantisce un maggior controllo da parte dell’opinione pubblica sul reale operato, cosa che può comportare una partecipazione più assidua.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 7 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Il processo di pianificazione diviene una fase di apprendimento reciproco tra molteplici attori coinvolti, siano essi pianificatori, amministratori, cittadini e di comprensione delle diversità riscontrabili e di un destino comune, di crescita dell’intera comunità.

L’ascolto deve diventare la parte fondamentale della strategia: ascoltando gli abitanti e quanti coinvolti nel processo, con il loro carico di passioni nei confronti del luogo, i pianificatori sono in grado di confrontare la propria competenza tecnica con forme di conoscenza difficilmente accessibili ad un’indagine prettamente oggettiva del luogo.

In questo modo tutti i dati raccolti con metodologie partecipative possono confluire, in seguito a successive elaborazioni, in veri e propri piani e programmi. Incrociando ed elaborando i dati, anche con aiuto di cartografie digitali, si genera un sistema di informazione geografica con relativa produzione di mappe, tavole, grafici ecc. I risultati sono di fondamentale importanza per l’elaborazione di strategie, processi decisionali e per la definizione dei progetti.

Tecnicamente l’identificazione dei problemi-necessità-priorità-risorse da parte della popolazione locale avviene tramite indagini a partire da interviste a testimoni privilegiati, interviste in profondità (con domande aperte) e questionari, giochi, realizzazione di mappe tematiche con il coinvolgimento dei portatori di interesse, rispetto alle tematiche che si vogliono man mano affrontare. Sarà importante comprendere non solo le esigenze dei singoli, ma anche delle più piccole unità sociali riconosciute, dei portatori organizzati di interessi, strutturando gruppi focus, ossia gruppi di discussione sul tema di indagine. Questa metodologia permette la raccolta d’informazioni relative alla percezione soggettiva dei bisogni in un contesto locale, l’analisi delle quali consente di elaborare una diagnosi dei bisogni, cioè un’ipotesi delle cause che hanno determinato le situazioni-problema evidenziate e delle possibili soluzioni. In genere, tra le informazioni raccolte attraverso l’analisi qualitativa sono infatti evidenziate anche risorse locali ed idee innovative da sviluppare in vista della soluzione dei problemi.

La popolazione è determinante dunque nello stabilire priorità, selezionare soluzioni e mezzi per implementarle.

Strumenti adottati

Al fine di ottenere un quadro conoscitivo completo contenente informazioni sia oggettive che soggettive sul territorio di Venegono Superiore, le analisi di supporto al processo di pianificazione territoriale hanno previsto l’utilizzo di alcuni strumenti partecipativi come: le interviste mirate e dei focus group con i tecnici-professionisti che operano o che sono residenti nel territorio di Venegono Superiore e dei comuni limitrofi, con le associazioni sportive e con i commercianti. Gli obiettivi specifici di entrambi gli strumenti sono stati quelli di: - individuare le criticità e le opportunità “percepite” per il territorio di Venegono Superiore; - conoscere possibili “idee condivisibili” di sviluppo del territorio di Venegono Superiore; - verificare alcune linee progettuali individuate.

Approccio metodologico

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 8 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Per quanto riguarda le interviste mirate è stato individuato un campione il più rappresentativo possibile della popolazione di Venegono Superiore, caratterizzato dalle seguenti categorie:

- cittadino; - commerciante; - operatore turistico; - agricoltore/allevatore; - imprenditore edile/immobiliarista; - amministratore; - rappresentante associazioni.

Il modello di intervista adottato (vedi allegato I) richiedeva per varie tipologie di tematiche (servizi, aggregazione sociale, lavoro/studio, mobilità, ambiente e spazi verdi, paesaggio/identità, ambiente costruito, commercio) sostanzialmente due tipologie di pareri “quali criticità/opportunità percepisci attualmente?” e “come vedi Venegono Superiore proiettata nel futuro?”.

La scelta di affrontare l’approccio partecipativo attraverso interviste aperte e non questionari pre-formulati è scaturita dal fatto di voler ascoltare il territorio senza condizionamenti e lasciando aperti alcuni spunti di riflessione che avrebbero potuto essere trascurati mediante indagini maggiormente strutturate dai professionisti.

Il giorno 4 maggio 2010, presso lo Studio di Architettura e di Ingegneria Luraschi Franco, in via De Notaris 2 a Venegono Superiore, si è tenuto il tavolo tecnico con l'obiettivo di elaborare un “ritratto” condiviso del territorio da perseguirsi mediante riflessioni e strumenti non usuali nella pratica urbanistica “tradizionale”, quale punto di partenza necessario per pensare nuovi sviluppi territoriali.

L’invito lanciato dal moderatore è stato di percorrere il territorio alla ricerca degli stimoli e informazioni che consentano di leggere più attentamente i bisogni per elaborare poi trasformazioni efficaci.

Il gruppo ha lavorato per definire possibili scenari di sviluppo della realtà di Venegono Superiore.

All’incontro hanno partecipato n. 15 tecnici – professionisti residenti in Venegono Superiore o comunque che operano nel territorio.

L’incontro è stato strutturato su quattro momenti differenti:

- spiegazione delle motivazioni dell’incontro e della metodologia utilizzata;

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 9 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

- individuazione sul territorio esteso di riferimento di nodi (ossia progetti in corso e realtà già in essere selezionati in quanto considerati capaci di innescare processi virtuosi o fenomeni urbani di rilievo). - definizione delle risorse e criticità della realtà di Venegono Superiore; - definizione delle possibili aree di trasformazione strategiche per la riqualificazione del comune interna all'edificato.

In considerazione del numero dei presenti e delle caratteristiche del gruppo è stato scelto di lavorare in assemblea plenaria, evitando la formazione di sottogruppi.

La discussione è stata condotta con un taglio di carattere territoriale, ossia con un riscontro diretto sull'ortofotomappa, sempre presente al centro “del tavolo”, in quanto supporto capace di evocare suggestioni maggiori rispetto alla cartografia correntemente utilizzata.

Oltre alle interviste e i questionari, si indicano di seguito ulteriori momenti di confronto: TAVOLO TECNICO: 04.05.2010 e 01.12.2011 COMMISSIONE URBANISTICA: 30.03.2010, 06.12.2011, 20.12.2012 TAVOLO ASSOCIAZIONI SPORTIVE: 11.05.2010 CONFRONTO COMUNI VEDANO O. E CASTIGLIONE O.: 07.02.2011 CONFRONTO PARCO PINETA: 23.07.2011 ASSEMBLEA PUBBLICA: 09.02.2011 PRIMA CONFERENZA DI VAS: 21.06.2011 ASSEMBLEA PUBBLICA: 13.12.2011 TAVOLO ASSOCIAZIONI SPORTIVE: 16.01.2012 TAVOLO COMMERCIANTI: 01.02.2012 CONFRONTO COMUNI VEDANO O. E CASTIGLIONE O. IN PROVINCIA per RICOGNIZIONE CONFINI: 19.04.2012 CONFRONTO COMUNE per PIANO DI RISCHIO AEROPORTO E RICOGNIZIONE CONFINI: 09.05.2012 CONFRONTO COMUNE CASTIGLIONE O.: 24.05.2012 COMMISSIONE CONSILIARE P.G.T.: incontri vari

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 10 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.1 QUADRO RICOGNITIVO E PROGRAMMATORIO

A24.1.1. PIANIFICAZIONE SOVRACOMUNALE (P.T.R.)

A24.1.1.2 SISTEMA TERRITORIALE SETTORE OVEST, PEDEMONTANO

Il Consiglio Regionale, con DCR n.951 del 19/01/2010, ha approvato le controdeduzioni alle osservazioni al PTR che integrano e modificano la versione adottata con DCR n.874 del 30 luglio. Gli elaborati aggiornati sono stati pubblicati sul BURL n. 13 del 30 marzo 2010, 1° Supplemento Straordinario. Il piano è stato aggiornato, come previsto dall'art. 22 della legge regionale 12/05, sulla base dei contributi derivanti dalla programmazione regionale per l'anno 2011.

Dalla cartografia del PTR è possibile dedurre le seguenti considerazioni:

Tavola A – Ambiti geografici e unità tipologiche Ambito geografico dei paesaggi della Lombardia n. 7 Varesotto e Colline del Varesotto e valle Unità tipologica di paesaggio fascia alta pianura, paesaggi dei ripiani diluviali e dell’alta pianura asciutta

Tavola B – Elementi identificativi e percorsi di interesse paesaggistico Il territorio comunale non è interessato da elementi identificativi e percorsi di interesse paesaggistico.

Tavola C – Istituzioni per la tutela della natura Il territorio comunale è interessato dal Parco Regionale della Pineta di Appiano Gentile e

Tavola D – Quadro di riferimento della disciplina paesaggistica regionale Il territorio comunale è interessato dal Parco Regionale della Pineta di Appiano Gentile e Tradate

Tavola E – Viabilità di rilevanza regionale Il territorio comunale è interessato dalla linea ferroviaria FNM Milano-Laveno Mombello.

Tavola F – Riqualificazione paesaggistica: ambiti ed aree di attenzione regionale Il territorio comunale è ricompreso in aree e ambiti di degrado paesaggistico provocato da processi di urbanizzazione, infrastrutturazione, pratiche e usi urbani. Ambiti del Sistema metropolitano lombardo con forte presenza di aree di frangia destrutturate – [par2.1]

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 11 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

La tavola F (“Riqualificazione paesaggistica: ambiti ed aree di attenzione regionale”) fornisce un primo quadro sintetico alla scala regionale delle situazioni di degrado/compromissione paesaggistica in essere. In particolare : - nella fascia alpina e prealpina si registrano condizioni di elevata criticità relativamente agli effetti di degrado paesaggistico determinati dai fenomeni franosi e dalla diffusione e consistenza dell'urbanizzazione, infrastrutturazione e diffusione delle pratiche urbane sia nelle valli che negli ambiti sciabili; - nella fascia pedecollinare e della pianura, caratterizzata da una sommatoria di conurbazioni, sono significativi gli effetti di degrado/compromissione provocati dai processi di urbanizzazione e infrastrutturazione, particolarmente accentuati nella zona nord-occidentale; - nella fascia della pianura irrigua il degrado del paesaggio agrario appare molto rilevante soprattutto nel settore sud-orientale. Gli ambiti estrattivi e le discariche appaiono diffuse su tutto il territorio determinando condizioni di elevata criticità in alcune zone particolari come, ad esempio, nel territorio milanese e bresciano e nelle fasce fluviali dei fiumi maggiori (in particolare Po e Ticino).

Tavola G – Contenimento dei processi di degrado e qualificazione paesaggistica: ambiti ed aree di attenzione regionale Il territorio comunale è ricompreso in aree e ambiti di degrado paesaggistico provocato da processi di urbanizzazione, infrastrutturazione, pratiche e usi urbani. La tavola G (“Contenimento dei processi di degrado e qualificazione paesaggistica: ambiti ed aree di attenzione regionale”) completa il quadro tracciato alla scala regionale delle situazioni di degrado/compromissione in essere individuando le situazioni di maggiore rischio. In particolare : - nella fascia alpina e prealpina si registrano condizioni di elevato rischio di degrado delle aree boscate e dei pascoli, oltreché a quelli derivanti dal probabile incremento dell'urbanizzazione negli ambiti sciabili; - nella fascia della pianura irrigua i rischi di degrado/compromissione sono connessi da un lato alla forte espansione dell'urbanizzazione, nei territori compresi fra la direttrice Milano-Venezia e la strada Paullese e in quelli contermini alle previste grandi infrastrutture per la mobilità, e, dall'altro, ai rischi di eventi alluvionali nei territori delle fasce fluviali.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 12 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

QUADRO SINOTTICO TUTELE PAESAGGISTICHE DI LEGGE ART. 136 E 142 D.lgs.42/04 Il territorio comunale è interessato da aree di rispetto dei corsi d’acqua tutelati e dal parco regionale della Pineta di Appiano Gentile e Tradate e da bellezze di insieme (Villa Caproni)

Si precisa che il Comune di Venegono Superiore non risulta nell’elenco dei Comuni tenuti ad inviare il PGT adottato, o sua variante, in Regione in quanto coinvolti da obiettivi prioritari di interesse regionale e sovraregionale ai sensi dell'art. 13, comma 8 della LR n. 12 del 2005.

Al fine di una miglior comprensione del sistema territoriale cui la realtà di Venegono Superiore si inserisce, si riporta, in corsivo, il seguente stralcio del P.T.R., sottolineando i peculiari aspetti che interessano il comune.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 13 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

3.2 Fenomeni di degrado/compromissione paesaggistica provocati da: processi di urbanizzazione, di infrastrutturazione e di diffusione di pratiche e usi urbani I fenomeni più consistenti e percepibili di degrado/compromissione paesaggistica rilevabili nel territorio lombardo sono certamente connessi alle recenti dinamiche di sviluppo economico insediativo che spingono i nuovi processi di urbanizzazione, di infrastrutturazione e di diffusione di pratiche e usi urbani a sovrapporre sul territorio una moltitudine di interventi settoriali, spesso contraddittori tra loro, senza un adeguato confronto con una visione di insieme, determinando una condizione sempre più estesa di obliterazione dei caratteri identitari e di marcato disordine, non solo fisico, con effetti rilevanti anche sulle condizioni ambientali e sulla qualità della vita. Tali processi investono sempre più non solamente le aree periurbane, dove si sono storicamente manifestati con maggiore evidenza, ma anche i centri e i nuclei storici, i territori aperti agricoli e gli ambiti naturali, dove gli effetti di degrado/compromissione dovuti ai processi di urbanizzazione assumono scale e connotazioni particolari nei diversi contesti locali. Tra gli effetti di degrado/compromissione paesaggistica provocati dai processi di urbanizzazione sono da valutare anche quelli dovuti a interventi di recupero e riqualificazione, come ad esempio interventi di arredo urbano nei centri storici realizzati applicando modelli impropri e/o standardizzati che producono banalizzazione e omologazione e, talvolta, la perdita di autenticità irriproducibili. Si segnalano inoltre i fenomeni di forte degrado/compromissione paesaggistica e ambientale che è possibile registrare nelle aree contermini alle aree di cantiere di grandi opere infrastrutturali e edilizie prolungate nel tempo, la cui presenza, ancorché non stabilmente localizzata nel territorio, è diventata ormai un segno permanente e invasivo del paesaggio contemporaneo; fenomeni di degrado che si manifestano non solo durante l'esecuzione delle opere stesse ma anche, in molti casi, al termine, per il mancato o insufficiente risarcimento del cantiere stesso.

Aree ed ambiti di degrado/compromissione paesaggistica provocata da: processi di urbanizzazione, di infrastrutturazione e di diffusione di pratiche e usi urbani 2.1 Aree di frangia destrutturate, ovvero quelle vaste parti del territorio periurbano costituite da piccoli e medi agglomerati, caratterizzate dalla presenza di spazi aperti ‘riurbanizzati’ e oggetti architettonici molto eterogenei fra loro, privi di relazioni spaziali significative, dove si rileva una forte alterazione/cancellazione dell'impianto morfologico preesistente e la sostituzione con un nuovo assetto privo di alcun valore paesistico e ecosistemico.

Per quanto riguarda gli “Ambiti di degrado paesistico provocato da processi di urbanizzazione, di infrastrutturazione e di diffusione di pratiche e usi urbani” (vedi Tav H.2) il degrado consolidato è stato rappresentato riportando innanzitutto la sommatoria delle estese “conurbazioni” che formano il “Sistema metropolitano lombardo” come rappresentato nel PTR, che comprende le aree densamente urbanizzate lungo l’asse del Sempione, dell’area metropolitana milanese, della Brianza e lungo la direttrice Milano Verona (Bergamo – Brescia). In questo ambito un consumo di suolo sempre più elevato (evidenziato sulla carta riportando l'incremento della superficie urbanizzata >1% nel periodo 1999-2004) si accompagna ad una forte concentrazione di “aree di frangia destrutturate”, di elementi detrattori “assoluti” (cave, discariche etc) e “relativi”, sia di carattere “puntuale” (aeroporti, insediamenti industriali, centri commerciali, multisale cinematografiche, etc.) sia a “rete” (infrastrutture per la mobilità, elettrodotti, etc. ) che determinano, nel loro insieme, notevoli condizioni di criticità paesaggistica e ambientale; esse sono rilevabili anche nei nuovi sistemi di urbanizzazione lineare continua lungo i principali tracciati di collegamento, sia in pianura che nei fondovalle delle fasce alpine e prealpine (in particolare : , Valtellina, Valbrembana,

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 14 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Vaseriana, Valcavallina, Valcamonica, Valtrompia, Valsabbia), lungo le coste dei laghi (in particolare quelle lombarde del Lago Maggiore e del Garda, del lago di Como, e quelle orientale del lago d’Iseo) e lungo alcune direttrici di collegamento territoriale ( in Lomellina, tra Mortara e Vigevano, nell’Oltrepò Pavese, tra Voghera e Stradella, nel Cremonese – Mantovano tra Casalmaggiore e Viadana). Possono essere considerati ambiti a rischio di degrado paesaggistico provocato da fenomeni di urbanizzazione: - il grande ambito di espansione della “megalopoli padana” che dalla direttrice Milano-Verona tende ad estendersi verso sud, fino alla strada Paullese (Milano- Crema-Orzinuovi-Ghedi- Castiglione delle Stiviere verso il Mantovano), dove già si registrano significativi fenomeni di neo-urbanizzazione e che sarà innervata da nuove grandi infrastrutture per la mobilità (corridoi paneuropei, sistema viabilistico pedemontano, tangenziale est-esterna di Milano, la Bre-Be- Mi), - le “conurbazioni” di cui ai punti precedenti ancora non del tutto sature, e gli ambiti contigui ai nuovi tracciati di potenziamento dei collegamenti con Malpensa, alla strada Broni-Mortara, al raccordo autostradale tra l’A4 e la Valtrompia e alla grande crociera formata dall’asse autostradale Brennero-Verona-Parma-La Spezia (TiBre) e dalla proposta autostrada Cremona-Mantova. − La presenza di fenomeni di degrado paesaggistico in essere e potenziale determinati dai processi di urbanizzazione, infrastrutturazione e diffusione di pratiche e usi urbani nei contesti naturali di maggiore pregio della fascia alpina e prealpina è stata evidenziata utilizzando come indicatore il numero degli impianti sciistici (fonte Anef Ski Lombardia), particolarmente densi nei territori comunali di Madesimo, Chiesa in Valmalenco, Livigno, Passo dello Stelvio, S.Caterina Valfurva, Ponte di Legno, Aprica, Foppolo, Piani di Bobbio, Presolana, Monte Campione, Monte Maniva.

Per quanto riguarda i repertori del paesaggio lombardo, il comune di Venegono Superiore è caratterizzato dai seguenti elementi:

TRACCIATI GUIDA

33 – Ciclopista dei laghi lombardi Sottoscritto dalle province interessate nel 2006 riguarda un collegamento ciclabile pedemontano da a Peschiera del Garda (confine regionale) utilizzando parti delle rete ciclabili delle diverse province. Al suo interno potrebbero iscriversi, in un prossimo futuro e con l’obiettivo di trasferire il più possibile l’itinerario in sede separata dalla viabilità ordinaria, il tracciato da recuperare della ex ferrovia Grandate- (ex-FNM) e il progettato percorso della Volta Rotary Greenway, proposto dal Rotary International nel 2007 fra Appiano Gentile e Erba. Punto di partenza: Sesto Calende Punto di arrivo: Peschiera del Garda (confine regionale) Lunghezza complessiva: 286 km Tipologie di fruitori: ciclisti Tipologia del percorso: piste ciclabili dedicate, strade campestri e forestali, strade secondarie a traffico promiscuo. Capoluoghi di provincia interessati dal percorso: , Como, Bergamo, Brescia. Province attraversate: Varese, Como, Lecco, Bergamo, Brescia. Tipologie di paesaggio lungo l’itinerario: paesaggio insubrico, paesaggio dell’alta pianura, paesaggio delle colline moreniche, paesaggio delle valli fluviali escavate, paesaggio delle colline pedemontane, paesaggio degli anfiteatri morenici.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 15 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Internet: www.bicitalia.org/laghi/index.htm

35 - Tracciato della ex-ferrovia della Valmorea e della Valle Olona Vecchia linea ferroviaria dismessa e riattivata come ferrovia turistica nel tratto fra Malnate e Mendrisio che collegava la rete delle FNM a con la rete elvetica. Segue per gran parte la valle dell’Olona, segnata da elementi del paesaggio vetero-industriale. Accanto agli ipotizzati progetti di riattivazione dell’intero tronco ferroviario fino a Castellanza, il vecchio sedime potrebbe ospitare in fregio anche un ‘percorso verde’ ciclopedonale. Punto di partenza: Castellanza Punto di arrivo: Valmorea (confine di Stato) Lunghezza o tempo complessivi: 24 km Tipologie di fruitori: pedoni, ciclisti. Tipologia del percorso: sedime ferroviario dismesso Capoluoghi di provincia interessati dal percorso: -. Province attraversate: Varese, Como. Tipologie di paesaggio lungo l’itinerario: paesaggio delle valli fluviali escavate Internet: www.amicidellaferroviavalmorea.it

PARCHI REGIONALI E NATURALI (TAVOLA C) Pineta di Appiano Gentile e di Tradate istituito con LR 16.9.1983, n. 76 (BURL 19.9.1983 n. 37, 2º suppl. ord.)

3.7 VARESOTTO Termine geografico probabilmente improprio ma che in generale designa la porzione della provincia di Varese più connotata nei suoi caratteri paesistici. Il termine stesso è stato spesso usato, nella terminologia turistica, come sinonimo di area dai dolci contorni collinari o prealpini, disseminata di piccoli specchi lacustri, ma non priva di alcune sue riconoscibilissime specificità orografiche, come il Sacro Monte di Varese e il vicino Campo dei Fiori o come il Sasso del Ferro sopra Laveno. D‟altro canto, la celeberrima veduta ottocentesca della Gazzada, alle porte di Varese, identifica e testimonia dell‟alto valore paesaggistico di questo territorio. Varese stessa si è connotata nel passato, assieme alle sue castellanze‟, come modello di città giardino, meta ambita dei villeggianti milanesi. Il Varesotto detiene a livello regionale il primato della maggior superficie boschiva e inoltre sembra quasi respingere al suo margine meridionale la pressante richiesta di nuovi spazi industriali e commerciali. L‟asse stradale Varese-Laveno, in qualche misura, ne assorbe gli urti. Morfologicamente articolato, il sistema delle valli e delle convalli isola le maggiori emergenze montuose e movimenta i quadri percettivi, mutevoli e diversificati nel volgere di brevi spazi. Il caso più eclatante è forse quello della soglia di Ponte Tresa che raggiunta, dopo un angusto percorso vallivo, apre di fronte a sé lo scenario inatteso del Ceresio. Questa separazione di spazi contribuisce a formare unità territoriali ben riconoscibili quali il Luinese e la Val , la Valtravaglia e le altre vallate contermini (Val Cuvia, Valganna, Valceresio, Val ), l‟Anglante (sub-area che comprende le colline e i bacini morenici a sud-ovest di Varese), la Valle Olona e la Valle dell‟Arno. Il contenimento degli ambiti di espansione urbana, il recupero dei molti piccoli centri storici di pregio (basti accennare a , Arcumeggia, , ), la conservazione di un‟agricoltura dimensionata sulla piccola proprietà, il governo delle aree boschive

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 16 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o e un possibile rilancio delle strutture turistiche obsolete (alberghi, impianti di trasporto ecc.) anche in funzione di poli o itinerari culturali possono essere alcuni degli indirizzi più appropriati per la valorizzazione del paesaggio locale. Ambiti, siti, beni paesaggistici esemplificativi dei caratteri costitutivi del paesaggio locale Componenti del paesaggio fisico: crinali e versanti prealpini; valli sospese (Valganna, Val Marchirolo, valle di Pralugano, Val Rancina), trovanti (Preia Buia, Sasso Cavallaccio), grotte e cavità (, Valganna), emergenze particolari (rupe di Caldé); zona fossilifera di ; morene, conche e laghi (Varese, , Monate); Componenti del paesaggio naturale: zone umide e torbiere (Palude Brabbia e Isolino Virginia, lago di ... ); laghi e zone umide intervallive (Ganna, Ghirla, zona umida di Brinzio, Delio ... ); boschi e brughiere dei ripiani terrazzati di Tradate, , , , Gornate Olona e Castelseprio ... ); aree naturalistiche e faunistiche (Campo dei Fiori, fascia collinare intermorenica dei laghi, valle del Ticino, alta Val Veddasca, Monte Sette Termini, Valganna, Monte arsa ...); Componenti del paesaggio agrario: dimore rurali del Varesotto a portico e loggiato („lòbia‟), a ballatoio nelle valli del Luinese; terrazzi di coltivazione, prati e coltivi promiscui della collina; „ghiacciaie‟ di ; „alpi‟ e „monti‟ della Veddasca e Dumentina; ambiti del paesaggio agrario o ambiti insediativi particolarmente connotati (prati e coltivi della valle del Lanza, coltivi e antiche attività molitorie della valle del T. Acquanegra, coltivi di terrazzo della Valtravaglia da Nasca a Bedero, conca di Brinzio, praterie umide della Val Cuvia e della Valganna, coltivi e macchie boschive del Campo dei Fiori...) Componenti del paesaggio storico-culturale: sistema delle ville e residenze nobiliari della fascia morenica (, Varese, Gazzada, ... ) e altre residenze nobiliari del Varesotto (Cadegliano, Frascarolo, , Casalzuigno ... ); abbazie e conventi (, , Voltorre, Ganna, Santa Caterina del Sasso, Torba, Sesto Calende ... ); elementi, tracce, tradizioni della presenza di San Carlo Borromeo nel territorio varesino; edifici religiosi isolati (Castelseprio), oratori campestri, cappelle, „via crucis‟, „sacri monti‟ (Varese); affreschi murali, orologi solari, nicchie, statue ... ; sistema delle fortificazioni del territorio varesino (Varese, , Somma Lombardo, Besozzo, , Orino, ... ); siti archeologici (Castelseprio, , , Angera, Isolino Virginia, Besano, Torba); archeologia industriale e paleoindustriale delle valli del Ticino, Arno, Olona e dei dintorni di Varese (molini, folle e cartiere della valle dell‟Olona, cotonifici del Ticino e del bacino di Gallarate, birrificio di , vetrerie di Laveno); impianti collettivi e equipaggiamenti sociali delle aree vetero-industriali (case operaie di Gallarate, Busto, ; ospedali, colonie, scuole, asili, convitti; ex-villaggio Tci al Piambello); sedimi dismessi di reti storiche di trasporto (ferrovia della Valle Olona e Valmorea, funicolare di Varese, „ipposidra‟ del Ticino) e loro equipaggiamenti (stazioni e fermate delle ex-tramvie varesine); architetture in stile floreale d‟inizio Novecento di Varese e dintorni; architettura romanica del Varesotto (Bedero, Sarigo, , , , Ganna, Arcumeggia, Sesto Calende, , Voltorre ... ); porti, darsene e imbarcaderi del Verbano; cave e miniere di tradizione storica (cave di , cave di granito e porfido di Cuasso); tracciati storici (strada mercantile della Val Ganna, „via Mercatorum‟ del Ticino), sentieri e selciati dei percorsi di servizio ai centri montani; Componenti del paesaggio urbano: centri storici (, Gallarate, , , Varese e ex-castellanze, , Sesto Calende, Tradate, Malnate, , , Casalzuigno, , Induno Olona, Ganna, Angera, , Arcumeggia, Arzago Seprio, Azzate, Bisuschio, , , , Somma Lombardo, Viggiù, Brinzio, Arolo, Bassano, Cadegliano, Caldé, Castello Cabiaglio, Laveno, Brebbia, Due Cossani, Fabiasco, Lavena, Rancio Valcuvia, Viconago ... ); centri e nuclei storici montani della Val Veddasca (Cadero, Graglio, Armio, Lozzo, Biegno, Curiglia, Monteviasco); Componenti e caratteri percettivi del paesaggio:

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 17 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o belvedere, punti panoramici (Campo dei Fiori, Piambello, Sasso del Ferro, Monte Lema, Monte San Clemente, Sant‟Antonio); immagini e vedute dell‟iconografia romantica del Varesotto (Gazzada, Campo dei Fiori); altri luoghi dell‟identità locale (Giardini Estensi a Varese, Sacro Monte e Campo dei Fiori, Santa Caterina del Sasso, Rocca di Caldé, Castelseprio ... ).

4.4 FASCIA DELL’ALTA PIANURA Il paesaggio dell’alta pianura è stato quello più intensamente coinvolto nei processi evolutivi del territorio lombardo. È un paesaggio costruito, edificato per larghissima misura, che si caratterizza per la ripetitività anonima degli artefatti, peraltro molto vari e complessi. Questi si strutturano intorno alle nuove polarità del tessuto territoriale: i grandi supermercati, le oasi sportive e di evasione, gli stabilimenti industriali, le nuove sedi terziarie, i nuovi centri residenziali formati da blocchi di condomini o di casette a schiera e, in alcune zone più vicine alla città, vere e proprie unità insediative tipo „new town‟ (come Milano 2). La visualizzazione paesistica ha, come motivo ricorrente, come iconema di base il capannone industriale accanto al blocco edilizio residenziale, e poi lo spazio deposito, lo spazio pattumiera richiesti dalla gigantesca attività metropolitana. Però nel vissuto locale i sub-poli, le vere centralità dopo Milano (imperniata su Piazza del Duomo e vie adiacenti del nucleo storico di fondazione romana), sono rimasti i vecchi centri comunali, permanenze più meno riconoscibili, affogati dentro i blocchi residenziali nuovi, del tessuto rurale ottocentesco. Sono i riferimenti storici con la chiesa parrocchiale, le corti, le piazze paesane, le osterie trasformate in bar, della cintura o areola milanese. L’alta pianura, benchè ormai appaia come unico grande mare edilizio, impressionante quando lo si sorvola lungo i corridoi aerei, è ancora nettamente organizzata intorno alle vecchie strutture, i centri che si snodano sulle direttrici che portano alle città pedemontane. Esse, in passato, soprattutto Bergamo, Brescia e Como, hanno sempre avuto una loro autonoma capacità gestionale, una loro forza urbana capace di promuovere attività e territorializzazioni loro proprie, come rivela la stessa ricchezza monumentale dei loro nuclei storici, nei quali appaiono consistenti i richiami al periodo della dominazione veneziana. La geografia fisica dell’alta pianura è imperniata sui corsi fluviali che scendono dalla fascia alpina. Essi attraversano l‟area delle colline moreniche poste allo sbocco delle valli maggiori e scorrono incassati tra i terrazzi pleistocenici. I loro solchi di approfondimento rappresentano perciò un impedimento alle comunicazioni in senso longitudinale. L‟industrializzazione della Lombardia ha dovuto fare i conti con questo accidente fisico, e proprio nella realizzazione dei ponti, all‟epoca delle costruzioni ferroviarie essa ha trovato modo di esprimere il suo “stile” nel paesaggio. I solchi fluviali, anche minori, hanno funzionato da assi di industrializzazione ed è lungo di essi che ancora si trovano i maggiori e più vecchi addensamenti industriali (valle dell‟Olona, valle del Lambro, valle dell‟Adda, valle del Serio, mentre è stato meno intenso il fenomeno lungo il Ticino e l‟Oglio). In alcuni casi permangono ancora i vecchi opifici che rimandano alla prima fase dell‟industrializzazione e che oggi si propongono come testimonianze di “archeologia industriale”. La maggiore irradiazione industriale si ha lungo l‟Olona dove, corrispondentemente, si trova anche la maggior appendice metropolitana insieme con quella dell‟area Sesto-Monza attratta dal Lambro. Il grado di urbanizzazione si attenua procedendo verso nord, con l‟ampliarsi del ventaglio di strade in partenza da Milano. Si riconosce sempre più la tessitura territoriale di un tempo, assestata su strade prevalentemente meridiane o sub-meridiane che corrono al centro delle aree interfluviali, le lievissime indorsature tra fiume e fiume che formano l‟alta pianura, la quale nella sezione centro-orientale è movimentata dalle formazioni collinari della Brianza. La rete delle strade ha una maglia regolare a cui si conforma la struttura dei centri, di modo che l‟impressione generale, percepibile anche viaggiandovi dentro, è quella di una maglia di elementi quadrati o rettangolari che “cerca” Milano e il sud attraverso le sue principali direttrici stradali. Ma il paesaggio di recente formazione, percepibile attraverso la forma e il colore degli edifici (il cotto sostituito al cemento, i coppi dei tetti sostituiti da coperture di fabbricazione industriale), affoga in un‟unica crosta indistinta le vecchie polarità formate dai centri rurali (che il Biasutti all‟inizio del secolo aveva definito come aggregati di corti contadine) nei quali si inseriscono spesso le vecchie ville padronali. Indicate invariabilmente dai boschetti dei parchi, esse rappresentano l‟emanazione urbana, signorile o borghese, dei secoli passati, quindi oggetti di particolare significato storico e culturale.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 18 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Il paesaggio agrario ha conservato solo residualmente i connotati di un tempo. Persiste la piccola proprietà contadina, risultato delle frammentazioni del passato, sia la media proprietà borghese. La ristrutturazione in senso moderno dell’agricoltura, non vi è stata anche a causa del ruolo secondario dell’attività rispetto all‟industria, che è dominante e impone ovunque, anche tra i colli e le vallecole della Brianza, il suo elemento caratteristico, il capannone, togliendo molti dei caratteri di amenità a questo paesaggio già dolcissimo e celebrato dall’arte e dalla letteratura. La conduzione dei campi è fatta spesso part-time da lavoratori dell’industria che hanno rinunciato alla proprietà avita. Del resto l‟agricoltura in questa parte della regione (la Lombardia asciutta) ha scarsa redditività e ciò ha costituito un fattore non estraneo alle sollecitazioni industriali di cui è stata scenario. L’organizzazione agricola è diversa là dove si estende il sistema irrigatorio (come nelle zone attraversate dal canale Villoresi), basandosi su aziende di maggiori dimensioni che operano in funzione commerciale. Un tempo il paesaggio era ben disegnato dai filari di alberi (tra cui avevano importanza i gelsi), dalla presenza di qualche vigneto; ma l‟albero non è mai stato qui una presenza importante e comunque è stato sacrificato a causa della fame di terreno coltivabile (fondamentale era la coltivazione del grano). Oggi le macchie boschive si estendono ai bordi dei campi, lungo i corsi d‟acqua, nei valloncelli che attraversano le colline moreniche, nei solchi fluviali e nei pianalti pedemontani, intorno ai laghi dell’ambiente morenico. Si è imposta come pianta dominante la robinia, specie importata e di facile attecchimento, che banalizza gli scenari vegetali a danno delle specie originarie padane, come le querce, la cui presenza eleva la qualità del paesaggio anche nel giudizio della popolazione. La sezione superiore dell’alta pianura movimentata dai rilievi collinari morenici rappresenta il paesaggio più caratteristico dell’alta pianura lombarda. Esso dà luogo ad aree paesistiche con una loro spiccata individualità anche a causa della loro distinta collocazione, intimamente legata agli sbocchi in pianura degli invasi che accolgono i laghi prealpini. Ma oggi sia la Brianza, come le zone collinari abduane, il Varesotto, La Franciacorta e l‟ampio semicerchio a sud del lago di Garda sono state profondamente modellate dall’azione antropica, favorita dalla mobilità dei terreni, che ha modificato l‟idrografia, eliminato depressioni palustri, manomesso, spianato o terrazzato i dossi collinari a fini agricoli. Corti sparse e borghi posti su altura (a difesa delle erosioni) rappresentano le forme di insediamento tradizionali, a cui si aggiungono le ville signorili d‟epoca veneta. Più di recente si sono imposti i blocchi residenziali intorno ai vecchi centri abitati, le ville del successo borghese, le residenze dei pendolari che lavorano a Milano o in altri centri, i capannoni industriali, i supermercati, le nuove strade, ecc. secondo i modi caratteristici della città diffusa. Tuttavia nell’anfiteatro morenico del Garda ampie zone sono rimaste all’agricoltura, che trova nella viticoltura una delle sue principali risorse, ciò che vale anche per la Franciacorta. Le aree di natura nell’alta pianura sono ormai esigue: sono rappresentate dalle aree verdi residue nelle fasce riparie dei fiumi (dove già si sono avute diverse valorizzazioni, come il parco regale di Monza, il parco del Lambro d‟ambito metropolitano, il parco del Ticino). Altre aree di naturalità sopravvissute in parte sono le “groane”, negli ambienti dei conoidi, che alla maniera friulana potrebbero definirsi come “magredi”, cioè terreni poveri, ciottolosi, poco adatti all’agricoltura e perciò conservati si come tali.

VIII. Paesaggi dei ripiani diluviali e dell’alta pianura asciutta Nella parte occidentale della Lombardia il passaggio dagli ambienti prealpini alla pianura non è repentino. Vi si frappongono le ondulazioni delle colline moreniche ma anche, in un quadro ormai definito da linee orizzontali, le lingue terrazzate formatisi dalla disgregazione delle morene terminali dei ghiacciai quaternari. Il successivo passaggio alla fascia dell’alta pianura è quasi impercettibile risultando segnato perpendicolarmente solo dallo spegnersi dei lunghi solchi d‟erosione fluviale (Olona, Lambro, Adda, Brembo ecc.). La naturale permeabilità dei suoli (antiche alluvioni grossolane, ghiaiose-sabbiose) ha però ostacolato l’attività agricola, almeno nelle forme intensive della bassa pianura, favorendo pertanto la conservazione di vasti lembi boschivi - associazioni vegetali di brughiera e pino silvestre - che in altri tempi, assieme alla bachicoltura, mantenevano una loro importante funzione economica. Il tracciamento, sul finire del secolo scorso, del canale irriguo Villoresi ha mutato queste condizioni originarie solo nella parte meridionale dell’alta pianura milanese, in aree peraltro già allora interessate da processi insediativi. È su questo substrato che si è infatti indirizzata l‟espansione metropolitana milanese privilegiando

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 19 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o dapprima le grandi direttrici stradali irradiantesi dal centro città (Sempione, Varesina, Comasina, Valassina, Monzese) e poi gli spazi interclusi. I segni e le forme del paesaggio sono spesso confusi e contraddittori. E se il carattere dominante è ormai quello dell’urbanizzazione diffusa l‟indicazione di una tipologia propria desunta dai caratteri naturali (alta pianura e ripiani diluviali) è semplicemente adottata in conformità allo schema classificatorio scelto, rimandando a notazioni successive una più dettagliata descrizione dell‟ambiente antropico (vedi paesaggi urbanizzati). A oriente dell’Adda l’alta pianura è meno estesa, giacché la fascia delle risorgive si avvicina al pedemonte. Inoltre la costruzione di una funzionale rete irrigua ha di gran lunga avvicinato i suoi caratteri a quelli della pianura irrigua. Si rinvengono solo lembi residuali di terreni aridi e sassosi, mai soggetti a sfruttamento („strepade‟ nel Bergamasco).

Indirizzi di tutela (paesaggi dei ripiani diluviali e dell’alta pianura asciutta) Il suolo, le acque: il sistema naturale di drenaggio delle acque nel sottosuolo deve essere ovunque salvaguardato, come condizione necessaria di un sistema idroregolatore che trova la sua espressione nella fascia d’affioramento delle risorgive e di conseguenza nell’afflusso d’acque irrigue nella bassa pianura. Va soprattutto protetta la fascia più meridionale dell’alta pianura, corrispondente peraltro alla fascia più densamente urbanizzata, dove si inizia a riscontrare l’affioramento delle acque di falda. Vanno pure mantenuti i solchi e le piccole depressioni determinate dallo scorrimento dei corsi d’acqua minori (per esempio la Molgora) che, con la loro vegetazione di ripa sono in grado di variare l’andamento uniforme della pianura terrazzata. Le brughiere: vanno salvaguardate nella loro residuale integrità impedendo aggressioni ai margini, che al contrario vanno riforestati, di tipo edilizio e turistico- ricreativo (maneggi, campi da golf, impianti sportivi). Va anche scoraggiato il tracciamento di linee elettriche che impongano larghi varchi deforestati in ambiti già ridotti e frastagliati nel loro perimetro. È inoltre necessaria una generale opera di risanamento del sottobosco, seriamente degradato, precludendo ogni accesso veicolare. I coltivi: è nell’alta pianura compresa fra la pineta di Appiano Gentile, Saronno e la valle del Seveso che in parte si leggono ancora i connotati del paesaggio agrario: ampie estensioni colturali, di taglio regolare, con andamento ortogonale, a cui si conformano spesso strade e linee di insediamento umano. Un paesaggio comunque in evoluzione se si deve dar credito a immagini fotografiche già solo di una trentina d‟anni or sono dove l‟assetto agrario risultava senza dubbio molto più parcellizzato e intercalato da continue quinte arboree. Un paesaggio che non deve essere ulteriormente eroso, proprio per il suo valore di moderatore delle tendenze urbanizzative. In alcuni casi all’agricoltura potrà sostituirsi la riforestazione come storica inversione di tendenza rispetto al plurisecolare processo di depauperazione dell’ambiente boschivo dell’alta pianura. Gli insediamenti storici e le preesistenze: Ipotesi credibili sostengono che l‟allineamento longitudinale di molti centri dell’alta pianura si conformi all’andamento sotterraneo delle falde acquifere (si noti, in particolare, nell’alta pianura orientale del Milanese la disposizione e la continuità in senso nord-sud di centri come Bernareggio, Aicurzio, Bellusco, Ornago, Cavenago, Cambiago, Gessate o come Cornate, Colnago, Busnago, Roncello, Basiano). Altri certamente seguirono l’andamento, pure longitudinale dei terrazzi o delle depressioni vallive (per esempio la valle del Seveso, i terrazzi del Lambro e dell’Olona). Il forte addensamento di questi abitati e la loro matrice rurale comune - si tratta in molti casi dell’aggregazione di corti - costituisce un segno storico in via di dissoluzione per la generale saldatura degli abitati e le trasformazioni interne ai nuclei stessi. Si tratta, nei centri storici, di applicare negli interventi di recupero delle antiche corti criteri di omogeneità constatata l‟estrema parcellizzazione proprietaria degli immobili che può dar luogo a interventi isolati fortemente dissonanti. Come pure vanno riabilitati i complessi monumentali (ville, chiese parrocchiali, antiche strutture difensive) che spesso si configurano come fulcri ordina tori di un intero agglomerato. Le percorrenze: si impongono consistenti interventi di ridefinizione paesaggistica delle maggiori direttici stradali essendo ormai quasi del tutto compromessi gli orizzonti aperti e i traguardi visuali sul paesaggio. È il caso, emblematico, della statale 35 dei Giovi, nel tratto da Milano a Como, lungo la quale, ancora fino a una ventina d‟anni fa, l‟automobilista poteva apprezzare la tenue ma significativa modulazione del paesaggio: dalle campiture ancora segnate da rivi e

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 20 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o colatori, bordate di gelsi e pioppi, dell’immediata periferia milanese all’attraversamento lineare dei borghi d’incrocio (Varedo) o di strada (Barlassina), dai lievissimi salti di quota (a Seveso, a Cermenate) che stabiliscono le giaciture estreme delle lingue alluvionali alle tessiture agrarie più composite degli orli morenici che già preludono all‟ambiente collinare, infine alla discesa nell’anfiteatro comasco e nella conca lariana. Occorre riprendere e conferire nuova dignità a questi elementi di riferimento paesaggistico, tutelando gli ultimi quadri visuali, riducendo l‟impatto e la misura degli esercizi commerciali.

4.7 PAESAGGI URBANIZZATI L‟inserimento, in questa articolata descrizione dei paesaggi lombardi, di una categoria dedicata ai paesaggi urbani dimostra, in sostanza, come l‟evoluzione dinamica del territorio abbia ormai sovrapposto a contesti naturali più o meno caratterizzanti, una dimensione antropica dominante e percettivamente sostanziata. Il paesaggio urbano della Lombardia è un insieme di unità tipologicamente riconosciute che permea di sé gran parte del palinsesto naturale o agrario appena delineato in queste pagine. Una sua lettura e una sua corretta articolazione discende innanzi tutto da analisi di tipo urbanistico. In questa sede e per i propositi del piano è sufficiente rimarcare la sua rilevanza e il suo potenziale dinamico attraverso l‟identificazione di tre unità essenziali: poli urbani ad alta densità, aree urbane delle frange periferiche, urbanizzazione diffusa a bassa densità. È evidente che all’interno di questa distinzione di massima esistono articolazioni zonali o tipologiche ancora maggiori (che diversi recenti studi sull’argomento - Politecnico di Milano, AIM, - hanno messo in chiara luce) e sulle quali si potrebbe esercitare un controllo diretto a partire dalla strumentazione urbanistica di livello comunale. Il Piano Paesaggistico Regionale assume il tema del paesaggio urbano nella sua dimensione complessiva fornendo alcuni essenziali indirizzi di tutela proprio in rapporto al suo campo d‟azione: tutela delle aree paesaggisticamente rilevanti, conformità della produzione edilizia alla tradizione locale e all’evoluzione qualitativa della progettualità, difesa della percezione dei luoghi e delle visuali d’interesse paesaggistico.

XVI. Aree urbanizzate delle frange metropolitane La densità dell’urbanizzazione man mano che si allarga si riduce, si frammenta o si organizza altrimenti. Via via che ci si allontana dai poli urbani, originatori del sistema metropolitano, anche i “vuoti” modificano i loro caratteri. Lo sguardo coglie con frequenza sempre maggiore, visuali più ampie e più lontane. Tali vuoti urbani assumono caratteri diversi, da luoghi anonimi ed abbandonati, reliquati di urbanizzazioni “moderne”, a luoghi più ampi che ancora mantengono testimonianze, ormai “archeologiche”, dei paesaggi agrari, soffocati fra gli agglomerati di edifici, capannoni, svincoli e cave. È una “periferia metropolitana” punteggiata di nuclei ed elementi storici, spesso difficilmente percepibili e riconoscibili, che si colloca per lo più nell’alta pianura e nella fascia pedemontana lombarda con digitazioni verso le valli prealpine. Un tessuto insediativo che si salda, a partire dal “nocciolo” milanese alle città pedemontane di Varese, Como, Lecco; o si protende lungo le storiche vie di pianalto, i corsi d‟acqua o le nuove direttrici stradali (autostrade, superstrade, ecc); o, nel caso di Bergamo, Brescia e dei centri a ovest di Milano, si proietta lungo le vie storiche o le nuove direttrici viarie (autostrade e ferrovie), dando origine a nuovi continui urbani e a tipici “paesaggi di frangia”. È la grande regione urbana lombarda che ospita il concentrato dell’attività economica di tutti i settori, esclusa l‟agricoltura. In questi ambiti uso e riuso dell’edificato, consumo del suolo, si riproducono in sovrano disordine. La capacità di contenimento dei piani urbanistici è limitata e frenata dalla loro esclusiva competenza comunale. È l’area dove l‟assenza di piani territoriali di livello sovracomunale si fa sentire in modo più acuto. Un paesaggio che si definisce appendicolare dei poli urbani, ma che, in alcuni casi, per lo sfumare ed il modificarsi repentino di certi suoi caratteri, assume forme e strutture (insediamenti lineari, conurbazioni di centri, reticoli o losanghe) tali da essere esse stesse nuove forme di polarità urbana. Tipologicamente si possono riconoscere modelli insediativi diversi (una recente ricerca del Dipartimento di Scienze del Territorio del Politecnico di Milano ne ha riconosciuti

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 21 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

almeno sei), tutti caratterizzati dal dominio dell’edificato, del manufatto, come incrostazione antropica sulle forme naturali, e dal progressivo depauperamento dei caratteri naturali e agrari.

Indirizzi di tutela (aree urbanizzate delle frange metropolitane) Le caratteristiche di queste “aree di espansione e consolidamento” dell’area metropolitana vanno considerate in prospettiva dinamica. Su di esse si esercitano continui e profondi processi di trasformazione che tendono a colmare o restringere sempre più gli spazi rurali con edificazioni residenziali, industriali e di servizi. La tutela deve esercitarsi come difesa degli spazi verdi e del paesaggio agrario. Ma ad essa deve associarsi la ricucitura delle discontinuità o rotture delle trame territoriali indotte dalle più recenti iniezioni urbane. Un rigido controllo, in particolare, deve essere rivolto alle trasformazioni che tendono ad alterare o annullare le strutturazioni territoriali storiche: i nuclei originari dei centri rurali che si allineano lungo le strade principali dei pianalti e lungo le direttrici pedemontane, oltre che i cuori storici delle città e dei centri minori. Di questi vanno difesi anzitutto i contenuti architettonici e le strutture di base; va anche salvaguardata la percepibilità delle loro emergenze. Da questo punto di vista una tutela specifica di questi paesaggi riguarda il rispetto per la fruizione panoramica delle vicine Prealpi e dei paesaggi impostati su conoidi che digradano verso la bassa pianura: la percezione prima della “lombardità”. Si possono portare alcuni esempi canonici: la visuale sul Campo dei Fiori e il Sacro Monte di Varese dal pedemonte; la visuale su Montevecchia dalla ex-statale 36. Ciò si ottiene attraverso verifiche di compatibilità nei confronti dei coni visuali impostati sulle direttrici stradali e ferroviarie. Tutti gli elementi che formano lo spessore storico dell’area devono essere sottoposti a vincolo: santuari, chiese, ville signorili, case rurali caratteristiche, testimonianze dell’archeologia industriale, quartieri e case che segnano la storia dell’industrializzazione. È certamente uno dei temi più importanti del nostro tempo, che investe grande parte dei territori urbanizzati dell’area metropolitana. Insiemi che si assomigliano fra loro, nei quali è difficile riconoscersi ed identificarsi, dove domina l‟assenza di quei caratteri e di quegli elementi che rendono le periferie città. Insiemi dove gli spazi collettivi, i vuoti, le strade, assumono un‟immagine di residualità anonima; dove non esiste “architettura”, ma la rinuncia alla simbolicità, al significato, al ruolo rappresentativo. Insiemi di cose con funzioni e nature diverse, mescolanze di tipi e materiali di ogni genere, edifici “durevoli” e manufatti precari, in un assortimento di cui è difficile cogliere il senso. Luoghi dove si confrontano elementi e valori, fisici e culturali, di proporzioni diverse: il condominio e la villetta, la grande industria e il capannone artigianale, il viottolo e la superstrada, l‟area di “verde attrezzato” e un brano di paesaggio agrario, il negozio e l‟ipermercato. In questo panorama caotico e ambiguo è necessario ritrovare elementi ordinatori di un nuovo paesaggio costruito, pena la totale indifferenza percettiva e l‟appiattimento dei valori estetici. I „frammenti‟, di cui non si coglie più la loro funzione territoriale, rimarranno come riferimento culturale e possono guidare alla riscoperta delle tracce e dei segni scomparsi, in modo da far riemergere la maglia del tessuto storico con il quale confrontarsi nella riorganizzazione di forme e di nuovi tessuti. Le strade, i corsi d‟acqua naturali e artificiali, le aree naturali e agricole sono altri elementi significativi con i quali confrontarsi. L‟intervento urbanistico ed edilizio dovrà promuovere la qualificazione e la riqualificazione paesaggistica e ambientale, con particolare attenzione alla definizione dei „margini‟, alla ricomposizione delle frange urbanizzate e alla ricucitura dei tessuti disgregati, riscoprendo e reinserendo quei caratteri qualitativi oggi mancanti e qui descritti. Un sistema verde metropolitano. Gli ambiti delle frange periferiche a sviluppo metropolitano che contornano e tendono a collegare i centri principali con i poli esterni, stanno trasformando il territorio pedemontano lombardo, i pianalti e la pianura asciutta a nord di Milano, in un puro supporto artificializzato con influenze negative rispetto alla condizione ecologica di queste aree. È importante allora pensare a un vero e proprio sistema verde metropolitano che riorganizzi e valorizzi le aree naturali e agricole rimaste, ipotizzando anche rinaturalizzazioni e riforestazioni di nuovi territori. Una proposta di ampio respiro che lungo le valli fluviali con la loro vegetazione, con l’uso delle aree libere residuali, si ricolleghi ai modelli spesso invidiati delle altre città europee. Ciò richiede una visione di livello regionale. È

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 22 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

comunque necessario che in attesa di strumenti di pianificazione di livello intermedio, gli strumenti urbanistici comunali tengano presente questa necessità conservando gli elementi di naturalità, prefigurando il recupero delle zone boschive degradate, ricostituendo e consolidando la vegetazione riparia stradale e poderale. L’obiettivo non deve essere solamente di tipo paesaggistico o ricreativo ma anche ecologico, non dimenticando che quantità e qualità del verde influiscono sulla temperatura e sull’umidità mitigando gli estremi termici. Inoltre, la differenza di temperatura fra aree densamente edificate e aree agricole o naturali determina flussi d’aria dall’esterno verso l‟interno. Senza dimenticare l‟ossigenazione dell’atmosfera, la ritenzione delle polveri, la sterilizzazione batterica del pulviscolo depositato, la schermatura dei rumori.

XVII. Urbanizzazione diffusa a bassa densità Sono le aree dove i manufatti, le agglomerazioni, i segni dell’urbanesimo, si riducono di scala e si diffondono con un‟immagine rarefatta. La percezione è ampia. Cogliere visuali e panorami lontani diventa elemento costante e significativo. Si passa da nuclei o insiemi di manufatti ad altri, percorrendo ampi brani di paesaggi rurali e/o naturali. La presenza del nuovo tende a rapportarsi con pesi equivalenti al costruito storico, con modulazioni di intensità e forme diverse a seconda delle aree di sviluppo economico. Sono i grandi ambiti regionali della pianura irrigua a est dell’Adda e a sud di Milano, sono le campagne del Pavese e del Lodigiano. Territori contrassegnati da forti processi di crescita, dove la buona resa dell’agricoltura è di supporto all’attività terziaria e di servizio. Territori dove si stanno inserendo i primi germi della dispersione metropolitana con nodi -spesso edifici polifunzionali o centri commerciali, sempre accostati a una direttrice stradale -che fanno da volano all’urbanizzazione. Ma sono anche le zone del Mantovano e del Cremonese dove si formano nuove “joint ventures” urbane fra centri medi e piccoli, la cui prossimità agisce da catalizzatore. Basti pensare a “microsistemi urbani” come fra Ostiglia, Revere e Poggio Rusco; fra Casalmaggiore e Viadana; fra Casalpusterlengo, Codogno e il Po; alla zona intorno a Crema; fra Manerbio e Verolanuova. È l‟altra faccia della regione padana, quella della “campagna urbanizzata”, dove ormai seppellite le tracce degli insediamenti colonici originari (la distribuzione diffusiva dei contadini nelle corti rurali) vi si sostitusce una sempre più forte concentrazione demografica nei centri. Ne risulta un paesaggio per certi versi “desertificato”, osservando ad esempio le sempre più vuote ed estese lande monocolturali, e per altri più concentrato e “inquinato” da modelli urbani, proprio in quegli abitati che stanno conoscendo la loro più feconda e tumultuosa fase di crescita.

Indirizzi di tutela (aree urbane a bassa densità) Questi territori sono il potenziale substrato di ulteriori urbanizzazioni, fatto che deve essere fortemente controllato e reso compatibile con gli scenari paesaggistici di pianura. La tutela deve esercitarsi nella conservazione e valorizzazione degli elementi di identità che ancora permangono e distinguono luogo da luogo, nella verifica e ridefinizione dei caratteri tipologici e formali delle recenti edificazioni, ricomponendo eventuali lacerazioni e definendone i margini. Prioritaria risulta la conservazione dell’attività agricola, come condizione che possa evitare destinazioni diverse dei suoli, come pure importante risulta impedire le saldature fra i centri abitati. Come indicato anche per i „paesaggi delle frange periferiche‟ deve essere rispettata la fruizione panoramica delle direttrici stradali e ferroviarie verso gli elementi morfologici e storico-culturali. In relazione a questi ultimi dovrà essere condotta un‟attenta tutela nel caso di nuovi riutilizzi, garantendo non solo l‟integrità formale del bene ma anche la leggibilità del ruolo e della funzione storicamente avute nell’organizzazione del territorio (e, come esempio, può risultare non poco criticabile la riconversione della cascina fortificata di Tolcinasco in “country club”). Il contesto dell’urbanizzato. I ruoli si capovolgono, l‟edificato non prevale più sul paesaggio agricolo e naturale, i segni della storia sono ancora sufficientemente visibili e rintracciabili. I paesaggi agrari persistono ancora e costituiscono lo scenario di riferimento. Poco è irrimediabilmente perduto e pertanto la tutela deve essere rivolta a ricucire le smagliature determinate dall’edificazione con una sapiente e minuziosa ricerca delle sfumature e dei particolari. Dovrà essere rivolta speciale attenzione

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 23 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

alle tessiture territoriali e agrarie storiche, conservando i segni e le memorie; alle vie ai tracciati d‟interesse storico, paesaggistico e ambientale; alle presenze dell’ archeologia classica e/o industriale, ai centri e nuclei storici, alle ville, ai palazzi. La nuova edificazione, anche agricola, dovrà ricercare modalità di intervento edilizio e produttivo che coniughino la funzionalità con il rispetto della tradizione. Nuovo e tradizione. In questi ambiti il paesaggio costruito, per lo meno quello più storicamente sedimentato, riesce ad emergere evidenziando ancora i suoi caratteri, rendendo riconoscibili le differenze fra situazioni che si collocano in aree molto diverse della regione. La diversità è indicata dai segni che la cultura di queste società ha depositato nel territorio. Si riconoscono all’interno della Lombardia influenze culturali delle più disparate nei modi dell’abitare: un‟influenza schiettamente veneta nella parte orientale della regione, una spiccatamente padana nel vasto comprensorio agricolo meridionale, modelli e adattamenti multiformi nelle difficili condizioni delle regioni alpine e prealpine. È all’interno di questi messaggi formali che la nuova edificazione dovrà ricercare suggerimenti e indicazioni. Fondamentale sarà l‟individuazione di materiali, sistemi costruttivi, coperture, tipologie, colori per i quali potranno essere definiti abachi e repertori. Analoga attenzione dovrà essere rivolta ai segni minori, ma non meno significativi come le sistemazioni a terra, le delimitazioni, gli equipaggiamenti idraulici e stradali, i tipi e la disposizione delle componenti vegetali.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 24 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.1.2 PIANIFICAZIONE SOVRACOMUNALE (P.T.C.P.)

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) è stato approvato in data 11.04.2007 con deliberazione C.P. n.27 e successiva variante approvata in data 14.12.2010 con deliberazione C.P. n.60. Nelle Tav. A02 a,b,c del Documento di Piano è stato riportato stralcio delle previsioni relative al Comune di Venegono Superiore, contenute nelle tavole grafiche del PTCP. In questa sede si richiamano alcuni aspetti particolarmente significativi per l’inquadramento generale del territorio e le prescrizioni specifiche del PTCP, al fine di valutare la compatibilità del Documento di Piano con lo strumento provinciale.

A24.1.2.1 MOBILITA'

Carta della gerarchia stradale

La SP. 233, che seppur esterna al confine comunale, interessa i flussi venegonesi, viene definita come strada di secondo livello esistente (il secondo livello è costituito dalle afferenze alla rete di primo livello, già esistenti, da riqualificare, o solo progettate, connotate (o da connotare) da una transitabilità non compromessa da immissioni dirette e per una velocità di percorrenza ben superiore a quella media rivelabile su strade di rango inferiore. Questa rete di secondo livello riprende diversi tratti delle strade statali).

Si precisa che la SP. 233 è una strada che ad oggi, per importanza e flussi di traffico sostenuti, appartiene al secondo livello, e che è caratterizzata da criticità dovute alla saturazione o allo sviluppo interno ai centri abitati. Per questa arteria, nell’ambito di interesse del comune di Venegono Superiore, il P.T.C.P. non individua percorsi alternativi ad esclusione del nuovo tratto definito Varesina Bis, che non risolve comunque i problemi di saturazione dovuti ai flussi di traffico tra i comuni di questo ambito. Si ribadisce che questa arteria non interferisce direttamente con l’insediamento urbano, passando ad ovest, sul territorio del Comune di Castiglione Olona.

Le SP. 46 e SP. 2 vengono definite come strada di quarto livello esistente (strade locali di quarto livello quelle che svolgono il ruolo di smistamento del traffico all'interno del comune stesso o che permettono un collegamento tra le strade comunali e le strade di terzo livello).

Vengono segnalate la linea ferroviaria esistente e la relativa stazione. Si può notare come la prevalenza delle linee infrastrutturale siano orientate in direzione nord-sud, mentre ridotte sono quelle in direzione est-ovest. L’area territoriale in cui Venegono si inserisce è interessata dalle seguenti strade in progetto: - Tratto stradale del sistema della Pedelombarda (tangenziale di Varese): - Varesina bis (progettato e finanziato fino a Tradate e ipotizzato fino a Gazzada).

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 25 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Carta del trasporto pubblico La carta riporta i tracciati delle autolinee extraurbane lungo la SP 46/46dir e via Giulio Cesare, la rete ferroviaria e l’aeroporto minore Varese/Venegono Superiore. La rete ferroviaria rappresenta anche per il comune di Venegono Superiore un’importante risorsa in un’ottica di sviluppo del turismo sostenibile (e potenzialmente veloce) verso Milano.

Carta dei livelli di vincolo stradale La cartografia riporta i tracciati della ferrovia, della SP233, SP 46/46dir e SP2 come strade esistenti. Tra le strade in progetto riporta la viabilità Varese Como, la varesina bis e la Pedelombarda, quest’ultima come strada in progetto con livello di vincolo conformativo.

A24.1.2.2 PAESAGGIO

Unità tipologiche di paesaggio Il territorio del comune di Venegono si inserisce nell’unità tipologica di paesaggio della fascia collinare, contrassegnata dai paesaggi degli anfiteatri e delle colline moreniche (da Gallarate-Somma Lombardo fino a Varese e Laveno; da Varese fino ad Appiano Gentile).

Unità di paesaggio Il PTCP della Provincia di Varese suddivide il territorio in ambiti minori, definiti “Unità di Paesaggio” (Udp) che costituiscono unità minime che abbiano valenze naturali ed antropiche tali da caratterizzare l’ambito stesso. Il Comune di Venegono Superiore appartiene alla Udp della fascia collinare, contrassegnata dai paesaggi degli anfiteatri e delle colline moreniche (da Gallarate-Somma Lombardo fino a Varese e Laveno; da Varese fino ad Appiano Gentile).

Ambiti paesaggistici Il PTCP, in ottemperanza alla Legge Regionale 12/2005, che attribuisce valenza paesaggistico ambientale, ha suddiviso il territorio in “ambiti paesaggistici” che comprendono più Comuni. Il comune di Venegono è inserito nell’ambito n°2 Ambito 233 assieme ai comuni di (da nord a sud) Mozzate (CO), Carbonate (CO), Locate Varesino (CO), Tradate, Venegono Inferiore, e Lozza.

Strutture naturalistiche di definizione dell'ambito Pianura Penisole moreniche

Strutture storiche di definizione dell'ambito Viabilità romana: La strada Milano-Varese è di origine romana. La moderna strada per Varese fu voluta da Maria Teresa d’Austria. I tratti paralleli ancora emergenti della antica strada romana sono pochi. La strada storica era importante perché aveva un punto nodale in Coira, sede di arcivescovado

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 26 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

appartenente alla provincia ecclesiastica di Milano. Si riscontra il seguente tracciato: Milano Corso Sempione, piazzale Firenze, Villapizzone, Quarto Oggiaro, Baranzate, Ospiate, Garbagnae Milanese, Caronno Perusella, Saronno, , Turate, , Mozzate, Carbonate, Locate Varesino, Abbiate Guazzone, Tradate, Castiglione Olona, Il Ponte di Vedano Olona, Varese. Oltre Varese la S.S. percorre la Valganna e la Val Marchirolo sino a Ponte Tresa, punto di convergenza con la strada Angera-Ponte Tresa che sarà descritta successivamente. In territorio elvetico la strada conduce a Bellinzona, ai passi alpini del San Gottardo, del Lucomagno, del San Bernardino, poi a Coira quindi al lago di Costanza, dividendosi nelle direttrici del Reno e del Rodano.

Geometria agraria: non esistendo differenze sensibili di orientamento tra la geometria dell’Olona e quella della S.S. 233, di origine romana, quest’ambito potrebbe essere aggregato all’ambito dell’Olona. La differenza di orientamento di pochi gradi potrebbe essere attribuita alla interposizione di aree boscate tr ala strada e l’Olona. In ogni caso è preferibile considerare autonomi i due ambiti per questioni gestionali, ma soprattutto per consolidata integrazione dei comuni localizzati lungo la percorrenza.

Geometria dello spazio paesaggi di ampia percettibilità-arco alpino media percettibilità –colline moreniche, massicci prealpini ridotta percettibilità- presenze antropiche e naturalistiche di totale leggibilità.

Carta delle rilevanze e delle criticità La cartografia mette in evidenza alcuni percorsi ciclopedonali all’interno del Parco Regionale ed i nuclei storici.

Carta del sistema informativo beni ambientali: la cartografia mette in evidenza i seguenti elementi: 1) Il parco Regionale della Pineta di Appiano Gentile e Tradate 2) i vincoli sui corsi d'acqua, 150 m dalle sponde -art. 142 lett. c)

Rete ecologica Il PTCP individua cartograficamente le aree per la realizzazione della rete ecologica, la posizione dei varchi e i corridoi di connessione per consentire il flusso migratorio della fauna. La rete ecologica è articolata in diversi elementi fondamentali: Rete principale – core area: segue le direttrici nord-sud, che sono contraddistinte da idoneità medio-alta. Partendo dalle core areas il progetto ha definito aree di completamento delle core areas, sotto forma di corridoi o di configurazioni areali, per la riconnessione delle core areas. Rete secondaria – core area: contraddistinta da una idoneità medio-alta. Sono prevalentemente i collegamenti trasversali tra le due grandi direttrici della rete principale. A differenza della rete principale, quella secondaria si caratterizza per una diffusa frammentazione; le aree comprendono in molti casi tessuti agricoli o periurbani.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 27 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Fasce tampone: sorgono a margine delle core areas e sono state individuate prevalentemente sulle aree a bassa idoneità e comprendono fasce di territorio di diverso spessore a salvaguardia delle core areas stesse. Varchi: sono barriere opposte alla progressiva edificazione soprattutto lungo le vie di comunicazione che in diversi luoghi della Provincia stanno diventando luogo da privilegiare per uno sviluppo lineare; questo fenomeno può portare alla chiusura di corridoi e quindi all’isolamento di porzioni della rete. Nel progetto di rete ecologica sono stati individuati anche altri elementi: • piani attuativi critici • aree degradate potenzialmente idonee • infrastrutture esistenti ad alta interferenza • infrastrutture in progetto ad alta interferenza • tratti di corsi d’acqua da riqualificare • aree protette.

Elementi di progetto: Core areas di primo livello Corridoi ecologici e aree di completamento Fasce tampone di primo livello Ambiti paesaggistici

Nel territorio comunale vengono segnalati il parco regionale, core area principale, fascia tampone e completamento. In relazione a quanto disposto dalla D.G.R. n. 8/8515 del 26 novembre 2008 “Rete Ecologica Regionale e programmazione territoriale degli enti locali” appare evidente che l’area compresa nello schema di Rete Ecologica Provinciale è quasi interamente limitata alla porzione di territorio interna al Parco Regionale. La rete Regionale oltre agli ambiti interni al parco Pineta individua l’area verde sul confine ovest con castigliane Olona. Il PGT (tav A21b) individua all’interno del tessuto antropizzato quegli elementi che possono riagganciarsi alla rete provinciale e di conseguenza regionale. Nel territorio comunale sono stati rilevati: nodi ecologici in ambito urbano, territorio rurale urbano, territorio rurale perturbano, ville con ampia dotazione di verde, giardini di pregio. Al fine di garantire e tutelare la corretta funzionalità degli elementi della rete si pone l’attenzione su eventuali interventi di deframmentazione e mitigazione, prevedendo opere per il superamento delle barriere infrastrutturali. Nelle opere di riqualificazione degli assi viari, con particolare riguardo alla realizzazione del sottopasso ferroviario, si dovrà porre attenzione alla creazione di passaggi per la fauna (ponti, sottopassi, ecc.), soprattutto in corrispondenza degli ambiti di trasformazione. L’individuazione di aree idonee per il posizionamento di passaggi faunistici può essere utile sia come indirizzo per la progettazione di nuove strutture e/o riqualificazione delle esistenti e sia come obiettivo per eventuali interventi di compensazione. Appare più difficoltoso, stante l’assetto viario esistente e la necessità di individuare aree per la mobilità leggera, l’impianto nella viabilità di filari arborei con funzione di corridoio ecologico a supporto delle principali linee di spostamento degli animali, come soluzione alla frammentazione.

Repertorio del paesaggio Nel repertorio del paesaggio il Comune di Venegono viene menzionato per le seguenti realtà:

1) Parco Regionale;

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 28 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

2) Insediamenti difensivi: Castello Castiglioni Codice 12137.301 Classificazione: Castello XIV Proprietà: Castiglioni Stato di conservazione: l’attuale castello, per quanto pesantemente modificato, rileva ancora oggi la preesistenza trecentesca. Fonti: F. Conti, V. Hybsh, A. Vicenti, Op. Cit., Novara 1991 Rapporto con l’edificato: sorge alle spalle del borgo. Posizione orografica: Quota m 348. S’innalza in posizione elevata alla sommità del crinale morenico, con ampia vista sulla sottostante pianura. Analisi tipo stilemica: il castello è rifacimento romantico, in forme neogotiche, dall’antico castello. Presenta una pianta a U aperta verso mezzogiorno. Le torri originarie sono ancora riconoscibili nei due goticheggianti torrioni merlati che sovrastano il complesso.

3) Tracciati di interesse paesaggistico Percorsi stradali: S.S. 233 varesina Ponte Tresa-Varese, come strada di collegamento tra mete turistiche (si segnala pur se esterna al comune); percorsi pedonali e ciclabili principali: tracciato ferrovia Valmorea, linea ferroviaria castellana-Mendrisio

A24.1.2.3 AGRICOLTURA

Ambiti agricoli Il PTCP delle Provincia di Varese ha definito gli ambiti agricoli ai sensi della L.R. 12/2005, con efficacia prevalente rispetto alla pianificazione comunale. Il territorio comunale è interessato da ambiti agricoli su macro classe fertile. La capacità d'uso del suolo (LCC) classifica il territorio in macro classe F (classi da 1 a 3). Classi 1 e 3 adatte all’agricoltura, oltre ad essere compatibili con l’uso zootecnico e forestale, nello specifico: classe 1: suoli che presentano pochissimi fattori limitanti il loro uso e che sono quindi utilizzati per tutte le colture; classe 2: suoli che presentano moderate limitazioni da richiedere una opportuna scelta delle colture e/o moderate pratiche conservative; classe 3: suoli che presentano severe limitazioni tali da ridurre la scelta delle colture e da richiedere speciali pratiche conservative. Gli aspetti legati alla compatibilità degli ambiti di trasformazione con le aree agricole e boscate da P.T.C.P. sono trattati al successivo capitolo A24.4.2 "Ambiti di trasformazione", con riferimento all'elaborato A07 del Documento di Piano.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 29 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Dalla carta del valore agroforestale della provincia emerge che il territorio venegonese si caratterizza per essere un’area prevalentemente urbanizzata, limitata da aree naturali D1a, con un elemento di alto valore agricolo, rappresentato dall’ambito della Cascina dei prati, per cui si riportano gli indirizzi.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 30 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 31 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 32 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Il Comune di Venegono Superiore appartiene all’unità di paesaggio n. 15. Le schede degli ambiti agricoli principali, presenti all’interno dell’approfondimento tematico-volume 1- del PTCP, non evidenziano ambiti siti in Venegono Superiore.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 33 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Lo stesso si inserisce inoltre nella regione Agraria 4 – Colline di Varese che presenta le seguenti caratteristiche:

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 34 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.1.2.4 RISCHIO

Nella Carta del rischio 1 viene messo in evidenza il campo volo come rischio di incidente rilevante (art. 5.3). Nella Carta del Rischio 3 compare un’area a pericolosità molto bassa o nulla a confine con il Comune di Venegono Inferiore. Dalla Carta del rischio 5 si evince che parte del territorio comunale costituisce area di riserva provinciale (LNI).

A24.1.2.5 COMPONENTE GEOLOGICA Per quanto attiene la componente geologica si richiamano i seguenti studi:

1) COMPONENTE GEOLOGICA, IDROGEOLOGICA E SISMICA DEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO (Art. 57 della L.R. 11 Marzo 2005, n. 12) APPROFONDIMENTO RELATIVO ALLA PERICOLOSITA' PER FRANA E ALLA VERIFICA DELLA DISPONIBILITA' IDRICA redatto dal Dott. Geol. Marco Parmigiani, Tradate, Novembre 2012;

2) ADEGUAMENTO DELLO STUDIO GEOLOGICO DI SUPPORTO ALLA PIANIFICAZIONE URBANISTICA A SCALA COMUNALE ALLA L.R. 12/2005 (D.G.R. 8/1566 del 22/12/2005) redatto da Dott. Geol. Marco Parmigiani, Tradate, Aprile 2007

3) Relazione geologica ai sensi della L.R. 41/97, redatto da Dott. Geol. Carlo Lurati, Ottobre 1999

quali parte integrante del Piano di Governo del Territorio. Gli studi vengono pertanto allegati al Piano di Governo del Territorio.

Con riferimento alla verifica della disponibilità idrica, si precisa che il presente Documento di Piano definisce un incremento di popolazione ulteriormente ridotto rispetto a quanto riportato nel citato approfondimento idrogeologico e pertanto il bilancio disponibilità/fabbisogni futuri risulta ancora più favorevole.

Con riferimento alle aree potenzialmente franose e relative classi di pericolosità, si precisa che gli ambiti di trasformazione non interessano nessuna di queste aree. Inoltre il Piano delle Regole limita, nel tessuto urbano consolidato, alcune volumetrie già assentite nei versanti dal Piano Regolatore Generale (zona Monterosso e via dei Boschetti/via Colonia, zona Pianbosco). Lo stesso vale anche per le zone di fattibilità 4.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 35 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.1.3 ISTANZE

Le istanze preventive al P.G.T., pervenute al comune da parte dei cittadini, sono riportate nella sottostante tabella. Le stesse riguardano principalmente l’edificabilità dei terreni di proprietà, non discostandosi dalle modalità previste dal precedente strumento urbanistico.

n. richiesta mappali foglio superficie (mq)

Eliminazione Area a Standard e introduzione P.A. Mantenendo 1218‐1976‐2924‐2126‐2125‐6225‐ 1 10‐7 14746 Fascia di Rispetto nella zona 1791‐1792‐1217 in parte rivolta a sud dell'area

2 Richiesta di Edificabilità (B3) 3537‐4071‐1163 8 1652

3 Richiesta di Edificabilità 3479‐3480‐1930‐770 4 2190 4 Richiesta di Edificabilità (B3) 5691 4 1730 Eliminazione Area a Standard per parcheggio riservandone comunque una parte per la Pista Ciclabile, e 5 5999‐6000‐5995‐5996 10 882 successivo cambio di destinazione urbanistica della restante porzione in edificabile Richiesta di edificabilità di parte 6 858‐384‐246 9 3723 dei mappali

7 Richiesta di edificabilità 539‐540‐5994 9 6100

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 36 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Possibilità di cambio di destinazione del fabbricato 8 esistente da deposito 6654 8 982 a residenziale e successivo ampliamento Richiesta Ampliamento del 9 500‐391 9 17635 fabbricato esistente (Aermacchi)

Cambio di destinazione da Area 10 1010‐1906 8 3171 Agricola a Edificabile

11 Possibilità di ampliamento 1678 7 2718

Mantenimento dell'attuale 12 731‐1562 4 16764 destinazione Possibilità di ristrutturazione 13 senza obbligo di Piano Esecutivo 1369 4 101 (P.E.1.)

14 Possibilità di ampliamento 1285 4 1456

Eliminazione Area a Standard per parcheggio riservandone comunque una parte per la Pista 15 3691‐3688 10 779 Ciclabile, e successivo cambio di destinazione urbanistica della restante porzione in edificabile Conferma dell'edificabilità dei 16 2106‐2114‐2117 9 1773 mappali indicati

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 37 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.2 QUADRO CONOSCITIVO DEL TERRITORIO COMUNALE

A24.2.1 SISTEMA DELLA MOBILITÀ

A24.2.1.1 DOTAZIONE INFRASTRUTTURALE DELL'AREA

La realtà urbana locale cui il territorio di Venegono Superiore appartiene è ormai dilatata a livello di Città del Seprio, formata da un tessuto urbano senza soluzione di continuità in cui gli abitanti vivono con un aspettativa ed un tenore di vita cittadino, pur godendo di ampi spazi e zone verdi che sono come grandi parchi urbani facilmente accessibili e fruibili. La rete infrastrutturale – esistenti e previste alla scala provinciale – tra i poli di attrazione e le varie realtà urbane della Città del Seprio è fortemente condizionata dalle caratteristiche morfologiche del territorio e dalla mancanza di una pianificazione attenta, che da sempre hanno vincolato e condizionato lo sviluppo delle vie di comunicazione, che a tutt’oggi risultano insufficienti e inadatte a supportare l’elevata domanda di mobilità.

Si precisa però che la riflessione sulle reti deve coinvolgere non solo le infrastrutture, ma anche le dinamiche che possono condizionarne la funzionalità, quali la diversificazione degli orari, i comportamenti e le pratiche attualmente assodate nell'uso delle stesse, nonché scenari temporali del breve e lungo periodo. L’abitudine ormai consolidata dell’uso dell’automobile in ambito urbano deve essere messa in discussione anche a partire da una riqualificazione dello spazio pubblico che faciliti e stimoli la dimensione pedonale, anche attraverso una diversa gestione dello stazionamento.

Nello specifico il Comune di Venegono è interessato dalla SP 233, dalla SP 2 e 46 strade con valenza sovracomunale che presentano calibri ridotti e che attraversano il centro abitato congestionandolo. Questo fattore è inoltre aggravato dalla presenza dei passaggi a livello che si pongono sul territorio come vere e proprie barriere. Un problema, questo, molto sentito dalla popolazione residente e in transito, quotidianamente alle prese con difficoltà di spostamento. La Provincia di Varese deve essere interlocutore privilegiato per studiare e realizzare tutti quegli interventi, anche minimi, che possono aiutare a rendere più agevole la circolazione in un tratto che presenta ancora troppe criticità.

D’altro canto la presenza della ferrovia è sempre stata una risorsa, facilitando lo spostamento di persone con particolare riguardo dei pendolari (lavoratori e studenti) verso Milano e Varese, aspetto questo che ha anche condizionato nel tempo lo sviluppo urbano del Comune.

I collegamenti con Malpensa e le autostrade principali risultano relativamente veloci e sicuramente il sistema della Pedelombarda faciliterà ancor più l’accesso a dette infrastrutture. Si precisa che i collegamenti al sistema pedemontano sono rappresentati dalle strade con valenza sovra comunale sopra richiamate con le rispettive criticità.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 38 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.2.1.2 RETE VIARIA

La rete stradale presenta una struttura incompleta costituita da una sequenza di tracciati in direzione nord-sud che si possono richiamare partendo da ovest: la SP 233 Varesina, che lambisce il confine occidentale del Comune, la SP 46 e la SP2, che costituiscono la dorsale principale delle aree urbanizzate. Questo orientamento omogeneo è rafforzato dalla presenza della ferrovia Milano-Varese che taglia ulteriormente il territorio. Risultano carenti i collegamenti trasversali affidati a tracciati esclusivamente di carattere locale, venendo così a costituire uno schema di rete incompleto.

S.P. 233 Varesina La statale ha origine a Milano e termina al confine con la Svizzera presso Ponte Tresa (VA), attraversando Saronno, Cislago, Tradate e Varese. Il tracciato percorre dapprima l'area pianeggiante a Nord-Ovest dell'hinterland milanese, gli abitati di Saronno (VA) e Tradate (VA), e raggiunge Varese da Sud. Attraversato il capoluogo di provincia, la Statale si snoda nella Valganna, con andamento ondulato, fino al Confine di Stato con la Svizzera a Ponte Tresa (VA), sul ramo occidentale del Lago di Lugano, ad una decina di chilometri dall'omonimo centro del Canton Ticino. Il primo tratto del tracciato attraversa l'area densamente urbanizzata dell'hinterland milanese e della provincia di Varese, ed è caratterizzato da flussi molto elevati di veicoli, durante l'intero arco della giornata, con punte registrate nelle prime ore del mattino e nel tardo pomeriggio. Nei chilometri successivi al capoluogo varesino il traffico assume caratteristiche prettamente turistiche e di confine, con picchi nell'arco dei fine settimana.

SP 2 La strada provinciale 2 collega Busto Arsizio con Binago, in provincia di Como, mettendo in comunicazione alcuni fondamentali assi stradali di rilevanza regionale quali la SS 33 del Sempione, la superstrada 336 per Malpensa, la SP 233 Varesina e la SS 342 Briantea. Il suo tracciato sì diparte dal centro abitato di Busto Arsizio staccandosi dalla SS 33, connette il nucleo abitato di Busto con la superstrada per Malpensa e prosegue in direzione nord lungo la valle dell'Olona attraversando Fagnano Olona, Cairate, , e Vengono Superiore fino a varcare il confine provinciale e , attraversando il Parco della Pineta di Tradate e Appiano, raggiungere Binago. I dati dei rilievi effettuati nel 1999 mostrano come la SP 2 assorba un flusso medio giornaliero di veicoli pari mediamente a circa 14.000 veicoli/giorno, con punte maggiori il venerdi ed il sabato pari a circa 15.500 veicoli. Il giorno in cui si presenta il minor carico veicolare sull'arteria è invece la domenica, giorno in cui sono stati rilevati circa 10.000 veicoli (Fonte: Regione Lombardia). Dai dati si evince anche come l'incidenza di veicoli pesanti sia abbastanza contenuta.

SP 46 La SP 46 della Valle dell'Olona connette Malnate con Tradate, attraversando nel suo percorso i comuni di Vedano Olona, Vengono Superiore e Inferiore, percorrendo un tracciato quasi parallelo alla SP 233 Varesina.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 39 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

In comune di Vengono Superiore la strada si divide in una seconda direzione conducendo al Comune di Castiglione Olona (SP 46 dir). La strada attraversa i centri abitati dei citati comuni, configurandosi in questi tratti come vera e propria strada urbana. In considerazione di queste caratteristiche e della ridotta lunghezza della strada, non sono disponibili dati relativi ai flussi dì traffico, che si presumono però di tipo prettamente locale. Si richiamano le infrastrutture in progetto e in fase di attuazione quali il sistema della Pedelombarda e in particolare, nel territorio di riferimento, al completamento della tangenziale di Varese e la Varesina Bis, solamente abbozzata nel tratto da Tradate a Gazzada e non ancora progettata né finanziata.

A24.2.1.3 RETE FERROVIARIA

La ferrovia Saronno – Laveno è una linea ferroviaria italiana di proprietà regionale che collega Saronno a Laveno-Mombello, e permette di servire le aree lombarde comprese fra Milano, Varese ed il Lago Maggiore.

La ferrovia e le sue stazioni sono gestite da FerrovieNord. Il servizio passeggeri regionale è svolto da Trenord, sui percorsi Laveno Mombello Nord – Saronno – Milano Cadorna e Varese Nord – Saronno – Milano Cadorna. La linea è percorsa dai treni regionali Milano–Saronno–Varese, dai treni regionali Milano– Saronno–Varese–Laveno, dai treni regionali espressi Milano–Saronno–Varese–Laveno che effettuano tutte le fermate fra Laveno e Malnate, fermando poi solo a Tradate e Saronno. Da Laveno a Milano Cadorna con frequenza semioraria e rinforzo negli orari dei pendolari, i 77 treni [da lunedì a venerdì, 62 al sabato, 51 nei giorni festivi] che percorrono la direttrice 30 trasportano in media 25.500 passeggeri.

Nelle previsioni di sviluppo, l’attuale flusso ferroviario dovrebbe essere potenziato al fine di renderlo un sistema metropolitano attraverso la soppressione dei passaggi a livello. La realizzazione del sottopasso ferroviario nel comune di Venegono Superiore è un obiettivo prioritario nella viabilità dell’intera area, sia per il traffico comunale che di attraversamento. La viabilità in progetto si interfaccia con questa necessaria infrastruttura. Con riferimento alla viabilità ferroviaria, si tratta, nello specifico di puntare su una qualificazione del servizio e alla realizzazione di servizi di supporto e di contorno (parcheggi) oggi appena accettabili, oltre alla riqualificazione del manufatto della stazione. Si tenga conto che il servizio delle FNM garantito a Venegono in effetti serve anche per il vicino borgo di Castiglione Olona il quale, perso il collegamento della 'Valmorea, non ha altra alternativa. Di notevole importanza a tal proposito risulta il collegamento ferroviario a favore dei Parchi presenti nel territorio (Parco Pineta e Parco Locale Sovracomunale Rile Tenore Olona): l’infrastruttura ferroviaria è una risorsa per lo sviluppo di un turismo sostenibile. Risulta dunque prioritaria la realizzazione di una rete di mobilità leggera di collegamento tra i Parchi e la stazione ferroviaria.

Lungo la linea Saronno-Varese il PRG previgente ha applicato le normali zone di rispetto fissate dalla vigenti normative e ha anche evidenziate le fasce di tutela dal rumore che hanno portato a studiare una normativa particolare. Si deve segnalare che esistono non pochi edifici, anche di recente realizzazione, che hanno sfruttato alcune norme di deroga e che si sono venuti ad installare in zone che, oggi, risultano chiaramente penalizzate dall'inquinamento fonico. In attesa del piano di risanamento ambientale che dovrebbe essere predisposto dall'Ente gestore, la norme tecniche di P.G.T. richiedono la messa in opera di particolare forme di tutela passiva che siano tese alla tutela dei residenti.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 40 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.2.1.4 L’AEROPORTO e IL PIANO DI RISCHIO

Il territorio è interessato da un aeroporto Militare aperto al traffico civile, non commerciale, autorizzato. L’infrastruttura interessa direttamente i Comuni di Venegono Superiore ed Inferiore, mentre i vincoli e fasce di tutela interessano anche i limitrofi Comuni di Vedano Olona, Castiglione Olona e Tradate.

Per l'aviosuperficie si applicano le norme ICAO (recepite dall'art. 715 ter L. 58/04.01.1963 del Codice di Navigazione Aerea) che sono fissate entro il decreto che ha "disegnato" i vincoli che si estendono sia frontalmente che lateralmente all'infrastruttura. variando, come fissato dalla normativa internazionale, anche in altezza. secondo i "coni" di avvicinamento. La definizione di questi vincoli di inedificabilità o di edificabilità relativa sono stati ampiamente dibattuti in sede di prima applicazione e, oggi, sono rispettosi delle norme di sicurezza vigenti opportunamente calate sul territorio venegonese. Si deve segnalare, per altro, che esistono alcune situazioni di sofferenza dovute alla costruzione di edifici residenziali in aree allora "libere" ma che, oggi, sono oggetto di tutela; per essi le norme locali non possono, in pratica, incidere in alcun modo.

Ai sensi dell’art. 707 comma 5 del Codice di navigazione è parte integrante del presente PGT il Piano di Rischio che i comuni territorialmente competenti adottano, anche sulla base delle eventuali direttive regionali, nel rispetto del Regolamento dell’ENAC sulla costruzione e gestione degli aeroporti (aperti al traffico civile, compresi quelli militari aperti al traffico civile non commerciale autorizzato di aviazione generale come l’aeroporto di Venegono), di attuazione dell’Annesso XIV ICAO. Tali prescrizioni sono rilevabili nel “Regolamento di Costruzione e Esercizio degli Aeroporti”, in particolare nel capitolo 9 – Paragrafo 6 “Piani di Rischio” e capitolo n. 4 “valutazione e limitazione ostacoli”. Per quanto riguarda i piani di rischio previsti dall’ art. 707 comma 5 del Codice di navigazione che contiene tutte le indicazioni utili per la redazione e la successiva adozione negli strumenti urbanistici locali dei piani di rischio aeroportuali. La norma è finalizzata a fornire criteri ed indicazioni ai Comuni il cui territorio è soggetto a vincoli derivanti dai piani di rischio nelle direzioni di decollo ed atterraggio, per la tutela del territorio limitrofo agli aeroporti per i rischi derivanti all’attività aerea.

Il Piano di rischio è stato coordinato con i Comuni interessati dalla zona di tutela ed è costituito dai seguenti documenti, parte integrante del Documento di Piano: Allegato A: elaborato grafico contenente la planimetria dell’aeroporto e la base cartografica del territorio sulla quale viene riportata l’impronta delle aree di tutela. In tale tavola sono riportati anche i confini degli altri Comuni interessati dal Piano di Rischio. Il posizionamento delle aree di tutela è stato effettuato tenendo conto dell’ubicazione della pista di volo e della strip pubblicati dall’Enav nell’A.I.P.; i dati sono stati reperiti presso la Direzioni Aeroportuali ENAC di competenza. Nella stessa tavola Allegato A è presente un elaborato grafico nel quale, all’interno dell’impronta delle aree di tutela, sono state riportate le previsioni di piano. La tavola contiene inoltre una tabella con indicazione per ogni zona di tutela dei volumi (espressi in metri cubi) esistenti (e quindi già realizzati) e quelli realizzabili secondo le previsioni del presente strumento urbanistico.

Qui di seguito viene esposta la valutazione circa la coerenza del presente strumento urbanistico con le misure di tutela previste nel Regolamento per la Costruzione e l’Esercizio degli Aeroporti; la valutazione viene condotta tenendo conto della tabella di confronto riportata nella tavola Allegato A. L'unico elemento significativo è rappresentato dall'AT05, ambito di trasformazione a carattere residenziale con previsione di 1650 mc di volume edificabile, presente all'interno della zona A. Si sottolinea però che trattasi di una riconversione di un'area già urbanizzata, per cui il riuso diviene strumento strategico di

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 41 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

controllo del degrado urbano. L'ambito è oggi occupato da un'azienda dismessa e in stato di precarie condizioni strutturali, dovute ad un incendio. Il riutilizzo dell'area ai fini edificatori appare necessario al fine di poter rendere economicamente sostenibile l'intervento sulla stessa. Data la localizzazione, all'interno del tessuto residenziale, si ritiene inopportuna qualsiasi altra destinazione d'uso. Inoltre si precisa che la volumetria prevista (in riduzione rispetto a quella esistente) risulta decisamente esigua e pertanto non altera lo stato già in essere dell'edificato.

A24.2.1.5 TRASPORTO PUBBLICO

Il Comune di Venegono Superiore è servito: dalla linea ferroviaria FNM (Laveno Mombello Nord – Saronno – Milano Cadorna e Varese Nord – Saronno – Milano Cadorna); dalle autolinee di trasporto pubblico locale FNMA (B48 Tradate-Castiglione Olona).

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 42 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 43 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.2.1.6 SISTEMA DEI PERCORSI AGRO-SILVO-PASTORALI E SENTIERISTICI

Il territorio comunale è attraversato da percorsi agro-silvo-pastorali e sentieristici.

Negli elaborati grafici sono stati evidenziati i percorsi tabellati del Parco Pineta. Visto il frazionamento delle proprietà dei boschi, e le conseguenti problematiche rispetto all’accesso e alle manutenzioni dei sentieri, si è deciso di lavorare esclusivamente sulle strade pubbliche e consortili. I percorsi evidenziati consentono la formazione di anelli chiusi e quindi di percorsi continui sul territorio, il che ne consente un’agevole fruizione. Analizzando la distribuzione dei tracciati si può asserire che attraverso i percorsi di mobilità leggera è possibile raggiungere tutti i comuni contermini.

Tra i sentieri del Parco emerge la Pista Ciclopedonale dei laghi: con apposito tratteggio sono state indicate le porzioni per cui si propone la realizzazione di una pista ciclopedonale a lato della carreggiata, viste le condizioni di pericolosità del traffico. Questa soluzione si definisce tecnicamente percorso totalmente segregato: si tratta di percorsi sterrati o asfaltati che corrono paralleli a strade aperte al traffico veicolare, ma separati da cordoli, marciapiedi o guard-rail, in modo da rendere fisicamente impossibile la commistione con il traffico veicolare.

Nel resto del tracciato si propone di adottare soluzioni di differenziazione dell’aspetto della pavimentazione e opportune segnalazioni, oltre alla riduzione della velocità dei veicoli. Si definiscono percorsi logicamente segregati e sono tipici dei centri abitati: si tratta di porzioni di carreggiata riservate al transito delle biciclette, indicate solo da segnaletica orizzontale e talvolta verticale.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 44 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Per facilitare la fruizione del Parco, sono stati rintracciati alcuni parcheggi di interscambio distribuiti sul territorio comunale, che possono essere integrati con aree di sosta (pic-nic, percorsi vita)… La strategia adottata è quella di valorizzare l’accesso direttamente dal centro abitato, andando a creare due soli parcheggi all’interno del Parco (per razionalizzare il parcheggio “selvaggio” lungo le strade, poco rispettoso della vegetazione e paesaggisticamente inadeguato), in aree di proprietà pubblica. L’idea è quella di consentire ai residenti l’accesso al Parco direttamente dall’abitato creando dei percorsi continui e ad anello. 1.Parcheggio Velamp: la riqualificazione dell’area Velamp non potrà prescindere dalla creazione di posteggi adeguati alla fruizione del territorio, sia per quanto riguarda le funzioni da insediarsi, che per quanto riguarda la fruizione della stazione e delle piste ciclabili. 2.Parcheggio stazione: il parcheggio della stazione è un nodo strategico di interscambio treno-bici-auto per una fruizione sostenibile del territorio. La stazione costituisce un interessante portale d’accesso al Parco Pineta, al Plis R.T.O e alla pista ciclopedonale dell’Olona da parte di cittadini residenti in provincia, ma anche milanesi. 3.Parcheggio Parco Pineta: si tratta di un’area di proprietà comunale al lato del percorso della Moriggiola. Si propone la creazione di un parcheggio con relativa area di sosta (pic-nic, punti di approfondimento didattici, percorsi vita e di apprendimento). Si evidenziano le seguenti possibilità di stazionamento: su strada, come preferito dall’Ente Parco, in modo da compromettere il meno possibile l’area boscata, rispettivamente di 45 stalli (se paralleli alla strada) e 90 stalli (se perpendicolari). In questi due casi i parcheggi sono visibili e necessitano di manovra su strada. Si segnala anche la possibilità di creare un parcheggio interno, con unico passo carraio su strada, mascherato con la vegetazione. In questo caso potrebbero essere creati molti più posti auto, chiaramente andando a compromettere maggiormente il sottobosco. Oltre alla pista ciclabile dei laghi, che mette in connessione la stazione di Venegono con Castiglione Olona e quindi il Plis R.T.O. e la pista ciclabile della Valmorea, si segnala anche la necessità di un coordinamento con i comuni di Castiglione Olona e Vedano per realizzare una pista ciclopedonale a lato della SP 46 dir, necessaria per la fruizione pedonale della stazione ferroviaria. Il tratto infatti risulta estremamente pericoloso e non mostra difficoltà per la presenza di edifici a ridosso.

Altro nodo fondamentale trattato dal Piano è lo spazio pubblico della strada nella città consolidata che deve acquisire nuova qualità, mediante il potenziamento dei percorsi protetti e piste ciclopedonali, demandando in alcuni casi strategici ad ambiti più appropriati lo stazionamento delle auto. Questo non significa eliminazione dei parcheggi, ma loro collocazione in ambiti più appropriati per la qualità dell'immagine urbana che si vuol proporre, in funzione di una fruizione efficace dell'intero tessuto cittadino (Via Busti, P.zza San Giorgio, Santa Maria...). In questa maniera si conferisce carattere urbano alla maglia viaria principale, che, si ribadisce, vuole essere occasione di relazione e non mero collegamento funzionale.

I limiti già esposti ad una viabilità alternativa completa per i flussi in attraversamento, impediscono di allontanare dalle vie principali del centro abitato questi flussi, cosa che avrebbe migliorato la mobilità leggera interna.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 45 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.2.2 SISTEMA URBANO

A24.2.2.1 FORMAZIONE DEL TERRITORIO E DELL'INSEDIAMENTO

Il territorio comunale ha restituito una serie di reperti di epoca romana e le cronache segnalano il sito venegonese quale "nodo" secondario tra la viabilità storica delle direttrici Novara-Como e Cislago-Varese. In tale situazione non meraviglia che, seppure con modestissime variazioni, i nuclei storici si siano formati e mantenuti nei siti di Santa Caterina in Pianasca, di San Giorgio (Borghetto) e di via Garibaldi (Santa Maria) con piccole diramazioni che segnano le originali vie intercomunali. L'abitudine di edificazione e di riedificazione ha cancellato le maggiori tracce e, oggi, rimangono unicamente lacerti e resti di un passato certamente antico. Le cronache ci segnalano che i monumenti storici debbono essere fissati nei seguenti punti e manufatti: - chiesa dell'Annunciazione della Beata Vergine Maria, conosciuta come Santa Maria detta della Colombera, costruita - con il campanile coevo - su ordine e spese di C. Fr. Castiglioni - tra il 1544 e il 1678, che sorge come appendice del - castello primigenio dell'Xl secolo, abbondantemente trasformato nei secoli XIV, XVIII e XX, conosciuto come castello Castiglioni-Busti, oggi seminario dei Comboniani, - la caserma del castello, eretta nel 1536 ma rimaneggiata nel 1900 dal conte Caproni, con una interessante altana interna, - chiesa parrocchiale sotto il titolo di San Giorgio e casa d'abitazione del Parroco, (prima fondazione non nota, ma certamente esistente una cappella nel secolo XII, sostituita a metà del '400, ristrutturata in toto a partire dal 1902), - Santa Caterina, edificata nel 1433, ripristinata e restaurata nel 1901, e negli anni '80 del' X sec., - un edificio con portici in Santa Cattarina, datato al XVII secolo, - la cascina dei Prati, sicuramente presente all'inizio dell'800 ma di più antica formazione, - l'oratorio di San Rocco alla Colombera, eretto - forse - nei primi decenni del 1600, - la villa Caproni, eretta all'inizio del XX secolo, ma che mantiene al suo interno la cascina Colombera entro un parco che, ormai, conta essenze se- colati, posate secondo un disegno dello stesso progettista della villa reale di Monza, (legata con vincolo D.M. 11.09.1954 ex-lege 29.06.1939) - la chiesa di San Martino, che viene segnalata nel 1800 ma, sicuramente, è di costruzione ben più antica, anche se la forma a noi pervenuta è frutto di innumerevoli adattamenti. Si è perso l'edificio della Chiesa di San Defendente, pur segnalando che l'intero territorio deve essere considerato a rischio "archeologico" e che buona parte dello stesso ricade entro il "vincolo paesistico-ambientale". Per risalire, almeno un poco, nella storia: la cartografia del catasto di Maria Teresa d'Austria, sia nella prima che nella seconda stazione, individua: - Santa Maria, che si pone quale elemento cuspidale di quella che diverrà via Garibaldi, e che ha alla sua sinistra la già citata cappella di San Defendente, - il minuscolo nucleo di San Giorgio, conosciuto come "Borghetto", con il piccolo cimitero posto sul sagrato; - il nucleo di Pianasca con l'Oratorio di Santa Caterina;

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 46 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Nel complesso, dunque, il sito di Venegono si dispone lungo un'asta della viabilità quanto meno tormentata, frazionandosi in tre nuclei principali. Il Sommarione elenca i seguenti elementi: E - chiesa sotto il titolo di Santa Maria Assunta, F - chiesa sotto il titolo di San Defendente, G- chiesa parrocchiale sotto il titolo di San Giorgio e casa d'abitazione del parroco, H - chiesa sotto il titolo di Santa Cattarina. E il Cessato Catasto del Regno Lombardo Veneto, pur confermando l'impianto teresiano, aggiunge i seguenti particolari: - la presenza di Villa Cagnola (oggi villa Caproni); - il castello (oggi seminario dei Comboniani); - la cascina dei Prati; - la cascina Colombera; - il nucleo oggi conosciuto come la corte di via XXV Aprile. Entro i registri sono segnati i seguenti luoghi pubblici: A - chiesa parrocchiale sotto il titolo di San Giorgio; B - piazza davanti alla Chiesa; C - oratorio privato aperto al culto pubblico sotto il titolo di Santa Maria Assunta; D – cimitero; E - chiesa sotto il titolo di San Martino sussidiaria della parrocchiale; F - oratorio sotto il titolo di Santa Caterina. I dati catastali enumerano inoltre: - un oratorio privato; - una casa con bottega; - una casa di villeggiatura; - una casa civile con giardino; - una casa parrocchiale; - una fornace demolita; - un fabbricato per azienda rurale; - un laboratorio da fabbro; - una porzione di casa con laboratorio da falegname ed osteria; - una porzione di casa uso osteria con bottega; - una casa uso osteria; - una stazione ferroviaria; - un piazzale della stazione; - una ferrovia; - un casello ferroviario.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 47 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Infatti: tra il 1882 ed il 1884 si realizza la ferrovia Saronno - Tradate - Varese e, subito dopo il 1890, si inizia lo sviluppo turistico di Monte Rosso. Lo sviluppo prosegue lentamente ma in modo inesorabile fino alla levata del 1936: la cartografia IGM, pur nella modestia della scala, rende riconoscibili i segni dello sviluppo urbanistico che inizia a dibattersi tra una "tensione turistica" ed una più propriamente "industriale" (per tutti: la ditta Mazzucchelli - pettini e bottoni - che si apre nel 1849). Del 1928 è la riunione delle comunità di Vengono "Superiore" ed "Inferiore", con tutte le tensioni immaginabili. Mentre il "campo di volo" viene attivato, con dolorosissimi espropri, nel 1937 con l'emanazione del regio decreto che impose la realizzazione di un primo "campo di fortuna". Gli eventi bellici, con i bombardamenti su Milano, fecero sì che Venegono divenisse sede di una squadriglia per la caccia notturna (sei aerei Fiat CR.42). Dopo l’8 settembre il campo divenne sede del Gruppo Aerosiluranti "Buscaglia". Al termine del conflitto la pista venne dapprima utilizzata per il volo a vela e, quindi (1946), dall'Aeronautica Macchi che trasferì le attività che in precedenza gestiva attorno a Malpensa. L'attività industriale vide il suo riavvio con le commesse legate alle revisioni dei caccia Vampire. L'impianto di Venegono venne battezzato col nome di "Arturo Ferrarin".

Trattando dello sviluppo storico si è, di fatto, trattato anche dello sviluppo urbanistico dell'insediamento di Venegono Superiore che, come già detto, è ulteriormente sviluppato entro elaborati specialistici ai quali si rimanda. Occorre precisare che la situazione complessiva appare oggi ampiamente determinata e può essere sintetizzata, nuovamente, secondo il seguente schema, che parte da ovest e giunge fino ad est: - confine ovest con Castiglione: ripa notevolmente acclive con presenze boschive; - primo tratto della pianura occupato dagli stabilimenti di Macchi che determinano lo sky-line anche dalla lunga distanza; - tratto di pianura libero totalmente occupato dalla pista di volo e dalle sue fasce di rispetto; - tratto di pianura antropizzato con edilizia a villini ma entro terreni di pertinenza di modeste dimensioni; - barriera ferroviaria; - primo nucleo antico (Santa Caterina in Pianasca) che vede al proprio nord un insediamento produttivo (che si salda con quelli della contigua Vedano Olona) ed a sud un'edilizia di recente formazione di tipo rado; - asta di via Busti che si spinge da Santa Caterina a San Giorgio e che si costituisce come quinta architettonica di vecchia formazione sul lato sud mentre segna, verso nord, l'inizio degli insediamenti residenziali a ville che si sviluppano dal '20 in poi; - grande zona residenziale a media-bassa densità che si è saturata nel corso degli ultimi trent'anni e che presenta due grandi vuoti verdi che derivano: il primo da un insediamento agricolo che è stato "difeso" dalla proprietà fino agli anni '90 ed il secondo da un vincolo di tipo paesaggistico in funzione del cono di "visibilità" del castello dei Comboniani; - secondo nucleo antico di San Giorgio-via XXV Aprile il quale, nuovamente, divide: a nord i grandi insediamenti di "villeggiatura" del parco e della villa Caproni, a sud un'edilizia più compatta di recente realizzazione; - terzo nucleo antico di via Garibaldi attorno al quale si sono agglutinati nel tempo una serie di edifici di varia qualità e densità che si vanno a sfrangiare verso il verde della zona a parco. Si deve segnalare la realizzazione (tra il 1850 ed il 1990) della fascia produttiva che da sud si spinge verso il quadrante di sud-est, a contenimento della residenza che ha riempito il piano che si sviluppa tra la ferrovia e le pendici prealpine.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 48 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Come si vede, dunque, Venegono si trova nella situazione di un'alternanza tra spazi completamente liberi e spazi saturi, pur con ampi ambiti di tessuto "lasco" entro il quale si evidenziano forti tensioni. Le domande e le istanze giunte all’Amministrazione, anche a seguito dell'espletamento delle procedure di Legge. denunciano - appunto - una serie di spinte alla saturazione delle residue aree libere interne all’edificato, in analogia a quelle pervenute in occasione delle diverse varianti del P.R.G. previgente. Tali istanze continuano a configurarsi come richieste di tipo personale e non speculativo, ma tendendo alla saturazione con indici estremamente bassi; ciò in contrasto con il consumo di suolo, ma anche con le densità dei nuclei storici e con l'intera economia territoriale che vorrebbe concentrare qui le maggiori operazioni di recupero e di riqualificazione. Di tali sforzi di riqualificazione si era fatto carico, almeno in parte, il previgente P.R.G. ma la risposta della proprietà è stata di negazione e di contrapposizione alle proposte dell'Amministrazione tanto che, ormai da tempo, si è venuta concretizzando una diffusa posizione di accoglimento delle citate istanze. Nel corso dei secoli precedenti Venegono ha subito una certa pressione demografica, stimolata anche dalla politica amministrativa locale che, favorendo sia il turismo "milanese" che gli insediamenti produttivi, ha consentito la permanenza in sito della popolazione la quale, contrariamente a quanto avveniva in altri comuni della zona, poteva trovare il luogo occasioni di lavoro e di sviluppo. La mancanza, però, di un disegno urbanistico complessivo ha favorito uno sviluppo disorganico che non ha saputo dare una fisionomia precisa all'intero paese. Anche oggi la presenza dei tre nuclei antichi, ai quali si è unito il polo amministrativo di piazza Mauceri, e la presenza diffusa di un'edilizia estremamente rada, ha condotto ad un frazionamento tale per cui è difficile, nella stasi edilizia corrente, ipotizzare una inversione di marcia o il tentativo, credibile, di un "ridisegno" complessivo che tenti una unificazione, almeno funzionale. Il modello su cui il piano deve lavorare è quello del policentrismo, rafforzando la struttura dello spazio pubblico, piuttosto che sulla creazione di un sistema monocentrico che ormai è impossibile riproporre. Se le sacche di degrado urbanistico stanno, di mano in mano, per essere eliminate anche attraverso micro interventi (spesso scoordinati a livello estetico ma che, almeno, hanno il vantaggio di procurare una rioccupazione di volumi esistenti senza interessare ulteriori aree), diviene oggettivamente difficile sostenere che l'immagine complessiva del paese sia di elevata qualità. In effetti, accanto ad ambienti ed ambiti di notevole pregio, si alternano interi isolati edificati ad edilizia comune, poco qualificati. Le statistiche ci consegnano un patrimonio edilizio che, percentualmente, si rivela abbastanza giovane e tale da non sottostare alle richieste di una completa "sostituzione". Inoltre il tasso medio di abitazioni "in proprietà" è molto elevato al punto da far intuire una propensione al cambiamento molto limitata e tale da rendere del tutto impensabile un rapido turn-over del patrimonio edilizio esistente.

Rispetto al carico insediativo, rappresentato nell’elaborato grafico n. A08 (tipologie edilizie e carico insediativo), si può asserire che il territorio è caratterizzato principalmente da tipi edilizi isolati, mono e bifamiliari. Le parti di territorio a densità maggiore risultano essere i nuclei storici, dal Piano assunti, proprio per la densità e quindi capacità di generare socialità, elementi di notevole interesse. Gli interventi più recenti presentano anche alcune residenze a schiera e palazzine. Tra questi emerge l'intervento dell'Ex Sprea in cui si ritrovano palazzine plurifamiliari con alta densità, poco apprezzate dai residenti e da chi è alla ricerca di alloggi di qualità.

L’elaborato grafico A9 – Prestazioni energetiche degli edifici- dimostra che il parco immobiliare esistente risulta per lo più edificato prima della metà degli anni ‘70. Da questo si evince che, dal punto di vista del contenimento dei consumi energetici, necessita di interventi di miglioramento. Il Piano pertanto agevolerà e premierà interventi sull’edificato esistente atti a migliorare il comportamento dell’involucro edilizio e della componente

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 49 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

impiantistica. Questa premialità può inoltre consentire un rinnovamento urbano, interessante anche dal punto di vista della qualità estetica cui si accennava precedentemente.

A24.2.2.2 IL TERRITORIO: IL SISTEMA URBANO E IL SISTEMA NATURALE Il Comune di Venegono Superiore dispone di un territorio di Kmq. 6,90. Amministrativamente Venegono Superiore proviene dalla divisione dei Comuni di Venegono Superiore e di Venegono Inferiore che ha dato luogo alla creazione di due comuni indipendenti e, quarantanni fa (1960), anche territorialmente ben definibili. Oggi l'espansione dei due centri ha, di fatto, riunito fisicamente le due entità mantenendo comunque l'indipendenza comunale. Se a sud Venegono confina con il territorio gemello, a est il territorio confina con Binago, a nord con Vedano olona e ad ovest con Castiglione Olona. Il nostro Comune si trova sulla direttrice Saronno-Tradate-Varese e fa parte dei territori dell'ambito prealpino della nostra Provincia. Venegono Superiore, superata la fase più propriamente agricola che è durata fino al termine della Seconda Guerra mondiale ha assunto un ruolo non facilmente definibile nel contesto socio-economico della media provincia di Varese, poiché il suo territorio, per taluni versi favorito dalla posizione e dalla sua morfologia, per altri si è trovato limitato per i vincoli che hanno gravato e che gravano sul territorio. In ogni caso le attività agricole si sono presto ridotte e la popolazione insediata si è rapidamente adattata alle nuove situazioni occupazionali soprattutto fuori dal territorio comunale. Venegono, e il suo patrimonio boschivo, è stata poi "riscoperta" all'inizio degli anni ‘70 del secolo scorso, quando si è avuta una "fioritura" di manufatti residenziali che hanno favorito l'immigrazione di nuovi cittadini provenienti da un vasto hinterland che hanno qui trovato una sistemazione ben più accogliente di quella che avevano nei comuni di residenza: l'ambiente particolare, la tranquillità del sito, la buona caratterizzazione della comunità, i collegamenti terrestri sufficienti e tali da consentire un rapido raggiungimento dei vari luoghi di lavoro, la dimensione complessiva del Comune. etc. sono stati tutti i fattori positivi che hanno favorito questo rapido cambiamento. In questa situazione si è venuta cristallizzando una situazione che era già ben presente anche nel secolo precedente (cfr. R. Lucato: Appunti per una storia dello sviluppo urbanistico ed edilizio del Comune di Venegono Superiore' - 2000). Si aggiunga che, nei medesimi anni (1972), una grande industria aeronautica di interesse nazionale (Aermacchi) decise il trasferimento di tutte le linee produttive da Varese all'aeroporto di Venegono che, da allora, divenne ben più importante di un semplice 'campo di volo’ quale era stato fino a quel momento. Oltre a "Macchi", la presenza produttiva è significativa anche se, con la chiusura o la drastica riduzione di alcune attività storiche (che si stanno rapidamente e pesantemente ridimensionando), si deve segnalare una certa riduzione nell'offerta di lavoro. D'altro canto, presenze come quelle di Castiglione, Vedano Olona, Tradate e le stesse Varese e Milano, consentono il reperimento abbastanza agevole di occasioni di lavoro. E' evidente, dunque, che - statisticamente - la popolazione attiva denunci un marcato fenomeno di pendolarismo da lavoro in uscita, pur avendo in sito un numero di posti di lavoro superiore agli abitanti attivi. Nel complesso Venegono si trova ben integrata entro una maglia di relazioni intercomunali che fanno sì che il quadro socio economico sia piuttosto stabile, livellato verso gradi di benessere economico, nonostante l'attuale periodo di recessione.

Il Comune di Venegono Superiore, nel corso degli ultimi settant'anni, ha subito un discreto sviluppo socio-economico; tale linea positiva è continuata (pur segnando una flessione nelle percentuali di crescita) anche nei periodi di recessione nazionale e provinciale, consentendo ai Venegonesi di poter

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 50 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

elevare il tenore di vita e, in genere, i parametri complessivi di benessere. Secondo il pensiero corrente che trova anche riscontri di tipo più preciso, i fattori che hanno consentito tutto questo possono essere riassunti: territorio avente buone caratteristiche complessive, disponibilità di aree per la residenza a bassa densità con possibili interventi singoli, presenza di ambiti paesisticamente pregiati e rispondenti ad un immaginario corrente positivo, discreto grado di servizi a livello primario che consente il soddisfacimento delle principali necessità senza costringere a spostamenti extra-comune (uffici comunali, assistenziali, bancari, commerciali di vicinato, scolastici, socio-religiosi. etc.), sufficiente distanza dai maggiori centri per non risentire degli aspetti negativi dell'inurbamento, discreta presenza - nelle vicinanze di zone produttive e, conseguentemente, ridotta necessità di trasferimenti definitivi della propria residenza, sufficienti collegamenti alle reti della mobilità sia veicolare che su ferro (autostrada, ferrovie nord milano, linee di autoservizi, etc.), sufficiente vicinanza ai maggiori centri urbani e metropolitani per poter, con disagi minimi, sfruttare di tutti i servizi di secondo e terzo livello che possono interessare una popolazione evoluta (ospedali, scuole superiori, commercio, servizi amministrativi. etc.), gruppo umano insediato con discrete caratteristiche di socialità.

Da questo insieme di fattori, dunque, deve essere derivato l'attuale assetto e sviluppo comunale. In altri studi commissionati dall'Amministrazione si analizza puntualmente ed in modo dettagliato lo sviluppo della Comunità venegonese. Ad essi si rimanda per l'opportuno approfondimento; qui è sufficiente ricordare quanto segue: La grande stagione di sviluppo industriale degli anni '20-30 del secolo scorso ha portato a Venegono solo alcuni elementi che però si sono rivelati essenziali per le modifiche successive: - i primi insediamenti industriali; - il campo di volo; - le prime ville padronali che hanno occupato le pendici moreniche di Monterosso.

Chiuso il periodo bellico, anche a Venegono, si apre la grande stagione dello sviluppo edilizio, favorito: - dapprima da una sostanziale assenza dì programmazione urbanistica; - in seguito da una strumentazione di base che, prevedendo un notevole sviluppo demografico, consentiva un'edificazione diffusa in tutta la parte pianeggiante non occupata dall'aeroporto e una serie di interventi anche nel settore produttivo.

In tal maniera si è assistito al rapidissimo espandersi dell'edilizia residenziale rada che è stata, in parte, bloccata dall'emanazione della Legge urbanistica regionale del 1975 e dai successivi strumenti comunali di programmazione che hanno imposto una ulteriore limitazione all'iniziativa privata. In tal modo le pendici moreniche, interessate anche dalla "lottizzazione Grassetto" che si estendeva da Venegono Superiore a Tradate, sono state mantenute in uno stato di semi-libertà che dura fino ad oggi e che ha consentito la creazione del Parco Regionale della Pineta di Appiano Tradate.

La presenza, sul lato ovest del pianalto, delle proprietà demaniali e dell'aeroporto ha bloccato ogni espansione che, per altro, aveva già scavalcato il rilevato della ferrovia. Si sviluppava, negli stessi anni, un modesto nucleo produttivo che, prendendo spunto dai fabbricati industriali che si ponevano sul confine tra Venegono Inferiore e Venegono Superiore, iniziava a spingersi verso est, mantenendosi sotto le pendici collinari ma mescolandosi con la residenza.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 51 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Come abbiamo già accennato, Macchi trasferisce tra il 1970 ed il 1980 il grosso della produzione che, precedentemente, si localizzava negli stabilimenti di Varese città. La collocazione scelta, derivata evidentemente dall'insediamento originario, pone il complesso produttivo all'estremo confine di ovest, proprio sul limitare del ripido pendio che porta alla piana di Castiglione. Occorre riconoscere che la collocazione spaziale di questa industria non ha creato particolari problemi diretti all'assetto urbano ma ha fatto sentire la propria presenza in termini viabilistici ed ambientali. Ben più pesanti sono state le conseguenze legate alla collocazione degli spazi produttivi Sprea e Sordelli che, l'una nella parte centrale e l'altra nel settore meridionale del territorio, hanno segnato in modo indelebile la struttura urbana di Venegono. Solo la dismissione di Sprea (anni '90 del secolo scorso) ha alterato il quadro urbano di riferimento con la sostituzione della produzione con la residenza. Occorre segnalare, per altro, che l'estirpazione della Sprea e la creazione del nuovo quartiere residenziale sono avvenute al di fuori delle logiche disegnate dal P.R.G. degli anni '80, a seguito di una serie di valutazioni che hanno posto sul piatto della bilancia comunale problemi di tutela ambientale e problemi di fattibilità concreta.

L'ambiente fisico è sostanzialmente caratterizzato da quattro elementi: - la ripa scoscesa che da Castiglione porta alla parte pianeggiante in quota; - la pianura libera in quota; - la pianura edificata; - le pendici e le vallecole prealpine del parco.

Le incisioni che caratterizzano il territorio hanno un netto andamento nord-sud e, partendo dalla più profonda, determinata ad ovest dal fiume Olona, si susseguono fino all'interno degli spazi protetti del Parco. Lo stesso pianalto (la pianura posta in quota rispetto al letto di scorrimento dell'Olona) è segnato da due-tre colatori che presentano lo stesso andamento principale nord-sud. Alcuni, come il Fosso Zocca, prendono origine fuori dal nostro Comune mentre la più parte prendono avvio proprio dalle nostre pendici collinari. Il loro regime è quanto mai irregolare ma, purtroppo, non si debbono escludere momenti di profonda crisi con esondazioni anche violente come quelle che si sono verificate anche in anni recenti. Si deve segnalare che i colatori che tagliano la zona urbanizzata di Venegono hanno ampi tratti intubati, con evidenti grave problematiche collegate al questo fatto. In ogni caso, si rimanda agli studi specifici sia a livello idrogeologico che di "protezione civile" che accompagnano i presenti atti o che sono in atti presso il nostro Comune. Come già detto il territorio è segnato dalla presenza del sedime aeroportuale che, accanto a innegabili situazioni di tutela paesistica, presenta non lievi problematiche legate sia all'uso che alle varie forme di inquinamento e di rischio. Si deve aggiungere che anche la presenza delle linea ferrata FNM "Saronno-Varese", seppur considerata come una risorsa in ambito viabilistico, comporta una serie di preoccupazioni sia in merito alle condizioni di sicurezza che di assetto urbanistico. In effetti la stessa conformazione della ferrovia (che per larghi tratti corre in rilevato rispetto al profilo naturale del terreno) segna da un lato con una certa pesantezza il territorio e dall'altro non consente opere significative di mantenimento o di trasformazione. Dal punto di vista geologico, rimandando allo specifico studio allegato quale parte integrante del P.G.T., non debbono essere segnalate particolari situazioni di crisi ed anzi, valutando il solo aspetto geotecnico, nella più parte del territorio debbono rilevarsi situazioni di discreta qualità che favoriscono la realizzazione dei manufatti edilizi. Dal punto di vista agricolo, il sistema irriguo del territorio si presenta in misere condizioni e, sicuramente, questa è una delle condizioni che, più pesantemente, ha limitato lo sviluppo del settore primario anche nei tempi passati.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 52 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Il territorio comunale è occupato per il 50% circa dal Parco della Pineta di Appiano e Tradate, per il 30% dall’urbanizzato, per il 10% dall’aeroporto e per il rimanente 10% dalle aree agricole. Da una lettura dello stato del regime vincolistico a livello comunale emerge quanto segue: - Il 50% del territorio comunale (la porzione orientale) è interessata dal Parco, istituito con la L.R. 31/85, e sottoposto a vincolo idrogeologico. Tale porzione del territorio ricade, inoltre all’interno delle “Aree di salvaguardia e conservazione ambientale”, vincolo istituito dalla variante ‘95 del P.R.G., che prescrive particolari limiti e cautele dirette alla salvaguardia e conservazione delle caratteristiche ambientali per gli interventi di trasformazione edilizia ed urbanistica; - La presenza di due infrastrutture, la linea ferroviaria MI-VA e l’aeroporto, incide profondamente sul territorio, separando il centro abitato in due parti distinte; - I vincoli e le prescrizioni di natura geologica che hanno una ricaduta sul presente strumento riguardano la definizione delle aree appartenenti alla classe 3 di fattibilità con consistenti limitazioni all’edificazione, localizzate in prossimità dei versanti ad elevata acclività all’interno del parco e l’individuazione delle zone soggette ad azione erosiva di tipo attivo, localizzate sulle sommità dei suddetti versanti; - A livello urbano i vincoli esistenti riguardano il parco pubblico (Pratone) e il parco della Villa Caproni, tutelati dal vincolo ambientale (ex R.D. n. 1497/39) e la villa Caproni, tutelata dal vincolo monumentale (ex R.D. n. 1089/39)

In sintesi le aree vincolate occupano il 70% del territorio comunale, valutando la porzione di territorio occupata dal Parco regionale e dall’aeroporto.

Caratteri del sistema del verde comunale Come si evince dalla lettura della Relazione Generale e Tecnica della consulenza paesaggistica per il sistema del verde, redatta per il Comune di Venegono Superiore e approvata il 20.12.03, l'articolazione tipologica del verde comunale definisce quattro categorie di biotopi: i biotopi delle aree verdi (parco pubblico, verde attrezzato, verde di servizio a funzioni di tipo pubblico e verde di pertinenza residenziale), i biotopi delle aree seminaturali (verde territoriale), i biotopi dei corpi d'acqua temporanei e permanenti ed i biotopi delle aree agricole. I caratteri emergenti di tale analisi sono: - la bassa impermeabilizzazione del suolo in ambito urbano, caratterizzato da edifici uni/bi-familiari, per lo più accompagnata da piccole aree verdi; - la divisione del territorio comunale in due comparti segnati dall'asse di via Busti - via Roma - via dei Boschetti - via Streccia, il primo, ad est dell'asse, caratterizzato dalla presenza delle aree boscate del Parco e da una edificazione tipo villa in un contesto di aree verdi a medio-alta densità arborea (ove si localizzano, inoltre, le aree verdi di pregio); il secondo, ad ovest, ove i comparti edificati assumono un carattere urbano, con un incremento, seppur contenuto, della densità, ad eccezione delle quattro aree industriali principali, ove si riscontrano elevati gradi di impermeabilizzazione dei suoli; - la scarsa presenza di aree verdi pubbliche, ad eccezione del parco urbano e di interventi minimi di aree verdi attrezzate. Tale fattore, anche se comprensibile a fronte della presenza consistente di verde privato, assume un rilievo consistente nella generale politica di riqualificazione e valorizzazione ambientale che viene confermata dal Piano; - la localizzazione delle aree a verde sportivo, del verde di servizio a edifici pubblici e del parco urbano all'interno di un ambito circoscritto di circa 1km di raggio, il cui centro è rappresentato dall'incrocio tra via dei Boschetti e via Oberdan, in prossimità di un vuoto urbano di potenziale sviluppo; - la presenza di una vasta area in pieno centro (circa 8 ettari) con una chiara vocazione agricola;

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 53 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

- la profonda incisione sul territorio comunale ad opera della linea ferroviaria e dell'aeroporto; - la presenza di alcune aree di trasformazione urbana strategiche per il rilancio ecologico e paesistico dell'intero territorio comunale. Le schede dei servizi, contenute nel Piano dei Servizi approfondiscono, attraverso il richiamo di schede descrittive, i caratteri essenziali delle differenti tipologie di biotopo delle aree a verde pubblico. Sette sono le tipologie rilevate: parco urbano a media-densità arborea, verde attrezzato a medio-bassa densità, impianti sportivi e ricreativi all'aperto, verde di pertinenza di edifici pubblici, verde di pregio, filari arborei, vegetazione ripariale dei corpi d'acqua. Il carattere arboreo-arbustivo dei biotopi viene descritto attraverso il parametro della densità arborea: si intende a bassa densità arborea, un'area che presenta una copertura arborea pari al 20% della superficie complessiva, a medio-bassa densità arborea, un'area che presenta una copertura arborea pari al 40%, a media densità arborea, un'area che presenta una copertura arborea pari al 60% ed infine a medio-alta densità arborea, un'area che presenta una copertura arborea pari all’ 80% della superficie complessiva.

Strategie per la riqualificazione e valorizzazione paesaggistico-ambientale Dopo una lettura ed interpretazione dei caratteri morfologico-funzionali del territorio comunale, si determinano gli obiettivi e le strategie per il rilancio, la riqualificazione paesistica del territorio comunale e la messa in rete delle potenzialità ambientali. Tali opzioni di valorizzazione e sviluppo si articolano su differenti livelli: - il primo livello è costituito dai sistemi territoriali (naturale-urbano-agricolo) che per estensione territoriale, importanza funzionale ed omogeneità morfologica, costituiscono unità autonome e omogenee; - il secondo livello costituito dalla rete delle connessioni urbane e territoriali; - il terzo livello costituito dalle due infrastrutture principali dell'aeroporto e della ferrovia Milano-Varese. Sono stati, inoltre, individuati i nodi di interscambio tra i principali sistemi esistenti o di progetto, atti a garantire una continuità ecologica. Il Piano propone strategie e opzioni di riqualificazione e valorizzazione relative all'intero territorio comunale, distinguendo il sistema urbano da quello naturale. A livello urbano si prevede la costituzione di un sistema urbano in rete di aree verdi, come struttura dello spazio pubblico, attuabile attraverso strategie di valorizzazione, riqualificazione e potenziamento, costituito da aree per servizi e in particolare per attività ricreative (esistenti e di progetto) e da fasce di verde connettivo. A livello territoriale si individuano due poli di sviluppo per il tempo libero (legato alle attività del parco e che non prevede alcuna nuova edificazione) ed una rete di percorsi pedonali che ottimizzano i sentieri esistenti. Tali percorsi connettono in primo luogo il Parco all'ambito urbano (per una fruizione sostenibile dello stesso dall’abitato) ed in secondo luogo Venegono ai comuni limitrofi (Vedano Olona, a nord-est , Binago a nord-est e Venegono Inferiore, a sud, Castiglione Olona). Si prevede, inoltre un collegamento all'area, nel comune di Castelnuovo Bozzente, oggetto di proposta del Parco Pineta quale Sito di Interesse Comunitario secondo la Direttiva Habitat, finanziato dal progetto Life Natur. In questo contesto si inseriscono la pista ciclopedonale dei laghi e il collegamento del parco Pineta con il Parco Locale di Interesse Sovracomunale Rile Tenore Olona, oltre alla pista ciclopedonale della Valmorea.

Modalità e priorità d'attuazione Definite le strategie fondamentali per la riqualificazione paesistico-ambientale del territorio, il Piano delle Regole e il Piano dei Servizi determinano i

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 54 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

criteri d'intervento, le modalità e priorità d'attuazione articolate rispetto i sistemi delle aree naturali, delle aree agricole, del verde urbano e delle reti di connessione. L'obiettivo è quello di fornire all'Amministrazione comunale uno strumento operativo utile ad avviare il processo di trasformazione territoriale (attraverso i progetti-pilota) e ad orientarne l'evoluzione.

In sintesi le indicazioni di piano si articolano in:

- Sistema delle aree naturali Obiettivi: conservazione dei caratteri del paesaggio seminaturale e tutela delle presenze faunistiche. Interventi (sull'esistente e di progetto): 1. potenziamento e valorizzazione delle risorse esistenti attraverso la regolamentazione della fruizione, con scopi didattico-scientifici e la conservazione/incremento dei popolamenti arboreo-arbustivi naturali e seminaturali; 2. costituzione di due poli per il tempo libero nel Parco Pineta di Appiano e Tradate. Le attività insediabili dovranno essere compatibili con il Parco, essere individuate dall'Amministrazione comunale di concerto con l'ente gestore del Parco e comunque non si prevede alcun tipo di edificazione; 3. potenziamento e valorizzazione del corridoio ecologico nord-sud localizzato ad ovest dell'abitato di Venegono Superiore (Confine con Castiglione Olona).

- Sistema delle verde urbano Obiettivi: riqualificazione e valorizzazione in termini tipologico-funzionali degli spazi esistenti ed incremento delle connessioni a livello urbano. Interventi (sull'esistente e di progetto): 1. manutenzione, potenziamento e valorizzazione dell'esistente attraverso una valutazione fitosanitaria e statica, interventi straordinari sul verde con tipologie indifferenziate e di potenziamento del patrimonio arboreo; 2. costituzione di un sistema di aree verdi fruibili e interconnesse (inserite nella rete ciclopedonale) attraversamento il potenziamento di quelle esistenti e la formazione di nuove aree verdi: Tale sistema coinvolge le aree a verde pubblico e quelle destinate a funzioni di tipo pubblico, caratterizzate da una localizzazione strategica e da una discreta estensione; 3. conservazione e valorizzazione del verde di pregio; 4. costituzione di un sistema di verde connettivo.

- Rete delle connessioni urbane Obiettivi: connessione tra le aree verdi esistenti e di progetto, riqualificazione e consolidamento del verde diffuso e valorizzazione delle alberature stradali Interventi (sull'esistente e di progetto): 1. manutenzione, potenziamento e valorizzazione dell'esistente attraverso l'arredo urbano e mirati interventi di piantagione naturali e seminaturali;

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 55 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

2. costituzione di due poli per il tempo libero e le attività ricreative nel Parco Pineta di Appiano e Tradate. Le attività insediabili dovranno essere individuate dall'Amministrazione comunale di concerto con l'ente gestore del Parco e comunque non si prevede alcun tipo di edificazione; 3. potenziamento e valorizzazione del corridoio ecologico nord-sud localizzato ad ovest dell'abitato di Venegono Superiore.

- Rete delle connessioni territoriali Obiettivi: valorizzazione e potenziamento dei corridoi ecologici, connessione dell’abitato con i luoghi di maggiore diversità ambientale al fine di creare un continuum di aree a rilevanza territoriale. Interventi (sull'esistente e di progetto): 1. manutenzione, potenziamento e valorizzazione dell'esistente attraverso la conservazione ed il ripristino della vegetazione lungo i corsi d’acqua della rete idrografica minore e la rinaturazione delle sponde dei corsi d’acqua permanenti previo recupero delle aree degradate; 2. realizzazione di un sistema di percorsi-sentieri pedonali e/o ciclabili che connette il sistema del verde territoriale e quello urbano; 3. valorizzazione dei nodi d’interscambio tra i diversi sistemi territoriali; 4. potenziamento delle connessioni del corridoio ecologico occidentale.

- Sistema delle aree agricole Obiettivi: recupero dei caratteri del paesaggio agrario ad elevata diversità ambientale, rinaturazione-ripristino della maglia interpoderale ed incentivazione delle pratiche agricole eco-compatibili. Interventi (sull'esistente e di progetto): 1. conferma del parco agricolo tra le vie Battisti, Cervino, Pasubio e Moncenisio, definizione di un ulteriore parco agricolo tra le vie (Streccia e Giulio Cesare). Potenziamento della vocazione agricola mediante incremento della vegetazione arboreo-arbustiva; 2. Controllo e trasformazione dell’attività agricola nelle aree interessate da allagamenti.

- Infrastrutture ed aree industriali Obiettivi: mitigazione degli impatti visivi della linea ferroviaria Milano-Varese ed acustico-visivi delle aree industriali Interventi (sull'esistente e di progetto): 1. protezione antirumore con realizzazione di una barriera vegetale; 2. valorizzazione e potenziamento degli attraversamenti pedonali.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 56 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.2.2.3 PARCO PINETA L’area del il Parco Pineta di Appiano Gentile – Tradate consta di circa 4.820 ettari e si trova a cavallo delle provincie di Como e Varese, nella fascia pedemontana a Nord-Ovest di Milano; il centro geografico (corrispondente al comune di Castelnuovo Bozzente) dista circa 18 Km. da Como e 15 Km. da Varese. È costituito in provincia di Como da parte dei comuni di Lurago Marinone, Veniano, Castelnuovo Bozzente, Appiano Gentile, Beregazzo con Figliaro, Binago, Carbonate, Limido Comasco, Locate Varesino, Mozzate, Oltrona di S. Mamette; in provincia di Varese da parte dei comuni di Tradate, Vedano Olona, Venegono Inferiore e Venegono Superiore. La popolazione residente nei comuni elencati in precedenza ammonta (1998) a 70.794 abitanti, con una densità media di 682 ab./ Kmq (contro i 375 ab./Kmq della provincia di Como e i 657 ab./Kmq di quella di Varese. La giacitura è collinare nella parte Settentrionale e Orientale, mentre a Sud il paesaggio si addolcisce nella fascia chiamata “Altipiano Comasco”. La quota media è di 325 m. s.l.m., con un minimo di 243 m. a Sud, nel comune di Mozzate e un massimo di 447 m. nel settore Nord- Orientale del parco, a Beregazzo con Figliaro (CO). Agricolo 23% Verde sportivo 1% Urbanizzato 3% Vegetazione naturale 73% I fiumi Olona e Lura costituiscono i confini idrografici rispettivamente Occidentale e Orientale dell’area, senza interessarla direttamente. I corsi d’acqua che attraversano il territorio sono a regime torrentizio. I principali sono: il Fontanile di Tradate, che prende origine in prossimità dei comuni di Solbiate e Binago, e il Gradaluso, che nasce a Castelnuovo Bozzente; entrambi raggiungono il comune di Tradate, percorrendo il lato occidentale del Parco; infine il Bozzente, che scorre da Appiano Gentile verso meridione raccogliendo tutte le acque del settore sud-orientale del parco e confluisce a Mozzate con il Vaiadiga e l’Antiga. I tre torrenti, raggiunta la piana a Sud della pineta, proseguono il loro corso esaurendosi completamente nei territori comunali di Cislago, e (VA). Il Parco Pineta è situato nella fascia di territorio allo sbocco delle grandi vallate prealpine è caratterizzato da una conformazione di origine morenica estesa a tutto l’anfiteatro comasco. Questo “orizzonte” geomorfologico è ovviamente frutto dalle due azioni tipiche di un ghiacciaio: corrosione e deposito. L’altopiano della pineta infatti ha rappresentato il punto di convergenza delle fronti dei ghiacciai che scesero dal lago Maggiore, di Lugano e di Como. Durante le glaciazioni, i ghiacciai e le loro acque di fusione hanno formato delle colline (le morene) e dei grandi accumuli di sedimenti che, nei periodi a clima mite tra i grandi freddi delle glaciazioni, sono stati profondamente incisi dall’azione dei corsi d’acqua. Il panorama risultante è un sistema di terrazzi a ferretto tra i quali il più antico e caratteristico è proprio quello di Appiano Gentile – Tradate. Il ferretto, suolo argilloso, ricco di ossidi e idrossidi di ferro e alluminio, di colore rosso mattone, consiste in uno strato superficiale di alterazione rossastra delle masse alluvionali, per lo più ghiaiose, il quale provoca ristagno delle acque in superficie inducendo spesso la morte per asfissia delle piante. I terreni di “brughiera” invece, poveri di argilla e ricchi di sabbia e ghiaia, presentano una permeabilità elevatissima, che determina un uniforme dilavamento e quindi una distribuzione uniforme dell’acidità. Nei terreni a ferretto, al contrario, il dilavamento è più pronunciato negli orizzonti superficiali, perciò l’acidità, maggiore in superficie, decresce in profondità, dove si ha la rideposizione dell’idrato ferrico sciolto in superficie e la conseguente formazione del ferretto. La difficoltà di messa a coltura per le particolari condizioni di impermeabilità, è la caratteristica che accomuna queste due tipologie di suolo che caratterizzano il Parco. Il territorio, nella ricchezza di testimonianze, ha vissuto la sua evoluzione storica attraversando alcune tappe fondamentali.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 57 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Cenni storici Dopo il ritrovamento in località Appiano Gentile di un accetta cuneiforme risalente al 4000 a.C., la prima citazione storica importante è quella relativa all’occupazione dell’area compiuta dai Galli Edui, detti Insubri… centro di una diatriba “astratta” secondo cui la nostra “origine” non è romana ma deriva dagli Insubri stessi. 170 anni dopo l’arrivo dei Galli subentrano i Romani, le cui legioni sembrano essere le fondatrici di centri come Tradate e Abbiate Guazzone. Questi insediamenti lasciarono tracce indelebili soprattutto sulla gestione territoriale; nell’89 d.C. infatti vennero adottate alcune riforme tra cui la suddivisione delle terre (centuriazione) e loro bonifica. Dopo la caduta dell’impero romano, e dopo le invasioni di Longobardi e Franchi, la zona venne divisa in contee, più specificatamente sotto il “Contado del Seprio” che vide la sua fine in concomitanza con la battaglia vinta da Ottone Visconti nel 1289. Milano sotto il dominio dei Visconti era collegato a Varese dalla strada che attraversa Tradate (attuale Varesina), questa via di comunicazione, nel Quattrocento e Cinqucento, era interessata dal passaggio di personaggi illustri che attraversavano questo territorio o dove si recavano per la presenza di selvaggina, tra cui carnivori come orsi e lupi. La dominazione spagnola traghettò la popolazione del luogo verso la dominazione austriaca, lasciandosi alle spalle grossi problemi. Carlo VI d’Austria, dal settecento, intervenne sulla ripartizione ingiusta e gravosa dei tributi realizzando il catasto, poi nominato Teresiano. Questo passaggio storico, forse nulla al cospetto delle vicende su scala ben più grande, pare essere il precursore della nascita del parco pineta inteso come panorama forestale, non come istituzione. Dai documenti catastali il territorio del parco risultava occupato nella parte centrale da brughiera soggetta a progressivo impoverimento causato dal forte sfruttamento della popolazione. Il governo austriaco fece così partire il rimboschimento con due editti (datati 10 giugno e 6 settembre 1779) che stabilirono il passaggio dei terreni comunali alla proprietà individuale tramite asta e l’obbligo ai compratori di ridurre i fondi a coltura entro limiti di tempo ben precisi. Un grande contributo all’introduzione di piante arboree nella zona fu dato dai conti Castiglioni di Mozzate che nel 1779 acquistarono circa 70 ettari di brughiera bonificandola. Viene attribuita inoltre a Luigi Castiglioni l’introduzione nei boschi della zona della Robinia e di alte specie di provenienza nord americana. Dopo la Repubblica Cisalpina sotto il dominio di Napoleone, il ritorno degli austriaci portò un rinvigorimento dell’agricoltura con la messa a coltura delle brughiere improduttive rimaste, ma dopo la costituzione del Regno d’Italia la crisi economica mise in serio pericolo il settore agricolo. La popolazione dovette affidarsi al lavoro nelle manifatture o all’emigrazione. Per questo motivo, all’inizio del nostro secolo, i boschi erano aumentati ancora raggiungendo una superficie di 97 ettari.

Boschi La maggior parte del patrimonio forestale del parco è costituito da pinete di pino silvestre, presente sia come bosco puro sia consociato ad altre specie, soprattutto castagno. Un quarto circa dei boschi del parco è formato da castagneti, quindi pino e castagno caratterizzano circa il 60% del territorio boscato. Altra tipologia piuttosto diffusa sono i querceti di farnia, che coprono circa un 1/8 della superficie. La restante superficie è costituita da boschi di specie esotiche, quali robinia e quercia rossa. Si ricorda che la maggior parte dei boschi (circa il 97%) sono di proprietà privata. Il patrimonio forestale del Parco Pineta assomma 3.440 ettari di bosco, pari al 71,4% della superficie dell’area protetta, pari a 4.821 ettari. La maggior parte del patrimonio forestale del parco è costituito da pinete di pino silvestre, che interessano quasi 1/3 dei boschi. Sono solo raramente pure, anzi generalmente il pino è consociato con il castagno, nella forma diffusa del ceduo composto che, in pratica, ha costituito la forma prevalente di gestione. Un altro quarto, circa, dei boschi del parco è formato da castagneti, nella maggior parte dei casi governati a ceduo coniferato con il pino silvestre. Ecco che, dunque, pino e castagno da soli caratterizzano il 60% circa dei boschi. E’ piuttosto diffuso, peraltro, il bosco di quercia (farnia, rovere e loro ibridi), che occupa quasi 1/8 dei boschi e pare in leggera ma costante espansione.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 58 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

L’ultimo quarto dei boschi del parco è formato da specie esotiche, che peraltro si trovano diffuse un po’ in tutte le formazioni. La specie principale è la robinia, che da sola copre un quinto del patrimonio forestale, ma anche la quercia rossa e gli impianti di conifere sono ben rappresentati. Il patrimonio forestale del parco è decisamente consistente sia in relazione alla superficie territoriale sia in termini assoluti di biomassa. Il bosco del Parco Pineta, grosso modo, immagazzina più di mezzo milione di tonnellate di legno, che oltre ad essere una riserva di energia, luogo di svago e ricreazione, habitat di numerosissime specie animali e vegetali, è un fenomenale serbatoio di CO2. I boschi di oggi sono il frutto di scelte colturali e di gestione del territorio che risalgono oramai a qualche secolo fa. Le grandi opere di rimboschimento del ’700, la necessità di conservare i poveri suoli della brughiera, la fame di combustibile, strame, materiale da costruzione hanno plasmato le pinete e i castagneti. Più di recente, la massiccia introduzione della robinia e infine della quercia rossa, le estese piantagioni di conifere, l’ingresso oramai non controllato di altre specie esotiche hanno reso il paesaggio forestale della pineta di Appiano Gentile molto meno naturale di quanto non si crederebbe. Ne ha fatto le spese, in gran parte, il querceto, sicuramente meno produttivo delle altre specie coltivate, relegato nelle vallecole e nelle stazioni più umide, sul fondovalle, talvolta, come a Mozzate, risparmiato dai tagli per i fini venatori. Oggi, invece, una buona parte di questi boschi è abbandonata, venendo meno le condizioni socio-economiche che ne garantivano la coltivazione fino a pochi decenni fa. Ma come sarebbe sbagliato considerare solo gli aspetti negativi di questo abbandono, è altrettanto errato non sottolineare che il bosco, ancor oggi, costituisce una risorsa interessante e proprio in quelle formazioni, come i robinieti, che il naturalista guarda con meno interesse. I boschi del Parco Pineta, in effetti, riassumono le funzioni classiche della foresta ed incarnano alla perfezione quella “multifunzionalità” del bosco che già le prime norme di tutela forestale (che risalgono ai Romani, secondo il Di Berenger) hanno sancito e propugnato. Habitat per la fauna, luogo di biodiversità, protezione dei suoli e regimazione dei corsi d’acqua, produzione di legname e legna da ardere, luogo di svago e ricreazione, serbatoio di CO2, memoria storica e culturale della gestione del territorio, sono le funzioni del bosco.

Agricoltura L’attività agricola è indispensabile per il parco in quanto, se c’è l’agricoltore, ci sono i campi da coltivare e quindi viene mantenuto lontano il cemento. Da sempre l’agricoltore è il guardiano del territorio, un guardiano che ha modellato e ingentilito l’orografia ed il paesaggio; il custode attento del territorio perché sa che il rispetto della natura è il presupposto indispensabile non solo per il suo lavoro e quindi per la sua vita ma anche per la vita di tutto il nostro pianeta. In passato nei campi si vedevano coltivazioni di frumento, segale, orzo, avena e poi tanto miglio ed in minor misura panico, lino e canapa con qualche gelso e filari di vite e poi successivamente patate e mais, meglio conosciuto come “furmentùn” o “carlùn”. La coltivazione dell’uva ha particolarmente plasmato il nostro territorio e la memoria di questa coltura, che finì verso il 1880 con l’avvento della fillossera, vive ancora nei terrazzamenti ora non più avvitati ma tenuti a prato stabile o addirittura ripresi dalla natura con il sopravvento del bosco. Ma la vera trasformazione del territorio agricolo si ebbe con la coltivazione dei gelsi, perché con i “cavaler” si cominciava a mettere da parte qualche soldo per acquistare una pertica in più di terreno. A partire dagli anni ’60 è incominciata la monocultura di mais che ha portato ad un incremento e a un miglioramento della zootecnia; nelle stalle alle vecchie vacche di razza bruno alpina si sono sostituite le frisone, mucche pezzate bianche e nere di maggiori dimensioni. Attualmente la superficie agricola del parco si estende su 1.100 ettari e rappresenta il 23% dell’area protetta. Su questi terreni lavorano ben 43 aziende agricole, di cui 30 con sede aziendale all’interno del perimetro del parco. La maggior parte sono cerealicole-zootecniche (quasi l’80%) mentre le restanti sono aziende senza capi di bestiame o avicunicole. L’allevamento zootecnico è esclusivamente bovino e presenta ben 1.675 capi, di cui ben

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 59 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

1.337 da latte e il restante da carne. Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un ritorno delle vecchie buone pratiche agronomiche e si è così passati dalla monocultura del mais agli avvicendamenti di cereali autunno-vernini, in particolar modo orzo e grano, ma anche patate, soia ed ortaggi. Questo cambio di indirizzo colturale è stato obbligato dall’arrivo di un insetto americano noto come Diabrotica virgifera virgifera, il cui unico e valido metodo di lotta consiste appunto nell’avvicendamento del mais con cereali autunno-vernini o con altri tipi di coltivazioni. Il Parco Pineta sta cercando di incentivare e mantenere l’agricoltura soprattutto con lo scopo di rendere il contadino gestore del territorio. Fra le varie iniziative attuate si ricordano: • contributi per colture per la fauna a ciclo triennale, cioè coltivare sorgo o altri cereali, su piccole superficie, senza procedere alla raccolta, ma lasciandoli in campo come nutrimento per la fauna selvatica; • contributo per sfalcio posticipato dei prati al fine di non disturbare o peggio uccidere le giovani lepri; • distribuzione gratuita di sacchetti per confezionare le patate con una particolare dicitura che evidenzia la coltivazione in una area a parco; • convenzioni con agricoltori per ripristinare la viabilità forestale, per realizzare aree di sosta, stagni per anfibi e zone umide, per attività di ricerca e sperimentazione in campo forestale. Il futuro dell’agricoltura del parco sta sostanzialmente nella ricerca di una sempre più fattiva collaborazione tra il contadino ed il parco stesso, in modo da arrivare a creare dei prodotti di nicchia con un marchio di qualità che ricordi al consumatori che sta acquistando prodotti coltivati in un’area protetta. Occorre inoltre favorire la trasformazione e la vendita diretta in azienda in modo da garantire la sicurezza della genuinità al cittadino che compra, assicurando nel contempo all’agricoltore anche un maggior reddito a seguito dell’annullamento della catena di vendita. Altra prospettiva è costituita dalla coltivazione biologica o a ridotto impatto ambientale che consente sia l’apertura a nuovi mercati sia effetti positivi sul territorio per la riduzione dei prodotti chimici distribuiti. Un’ulteriore opportunità è lo sviluppo di agriturismi, a condizione che siano reali e non di facciata, allo scopo di riuscire a realizzare queste strutture all’interno di un percorso ciclo-pedonale che possiamo definire di “scoperta degli antichi sapori”. In sostanza un futuro per l’agricoltura c’è e sta nel Parco Pineta e nella collaborazione tra questo ed il mondo agricolo; collaborazione che è già iniziata e che deve continuare ed ampliarsi perché il contadino nel parco trova la possibilità di migliorare il proprio reddito e la propria vita ed il parco trova nel contadino il gestore del territorio ed il garante della sua sopravvivenza.

La fauna nel parco Accanto agli abitanti della pianura antropizzata, sono sorprendenti le forme di vita che costituiscono la fauna del parco. Le più conosciute sono i vertebrati, ma non bisogna dimenticare le moltitudini di insetti e microrganismi che abitano il suolo boschivo, i bioriduttori. Tale nome definisce la fondamentale opera di smontaggio e riciclaggio della materia organica condotta da questo esercito di piccoli consumatori, il loro interessante lavoro riporta sostanze ed energia vitale in ciclo nella catena alimentare. Si calcola ad esempio che in un ettaro di bosco di querce la biomassa (cioè la quantità in peso di esseri viventi in un determinato ambiente) dei vertebrati erbivori e carnivori sia in media 7 Kg. per ettaro (un ettaro corrisponde a 10.000 m.2), mentre la biomassa dei bioriduttori (lombrichi, larve di insetti, batteri, funghi, ecc.) è di circa 600 Kg. per ettaro. Ricordiamocene quando camminiamo in un bosco: il suolo sotto i nostri piedi è una comunità vivente.

Le Rane Rosse di bosco Tra i vertebrati più diffusi e allo stesso tempo poco conosciuti del bosco vi sono le Rane Rosse: si tratta di piccoli anfibi che vivono quasi tutta la loro

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 60 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

vita nella lettiera di foglie e rami caduti alla base delle piante.

I folletti mangiafunghi Oltre al tasso Meles meles e alla volpe Vulpes vulpes spicca una folta popolazione di scoiattoli costituita dallo scoiattolo rosso europeo Sciurus vulgaris: questo roditore vive nel parco con esemplari che hanno manti di colore diverso, dal rosso fulvo al bruno grigio. La presenza di un bosco misto a conifere e latifoglie favorisce Sciurus vulgaris che si nutre prevalentemente di semi di pino, di castagne e nocciole ma non solo: tra i cibi dello scoiattolo vi sono anche i funghi, tra cui molte delle specie non gradite all’uomo. In passato alcuni scoiattoli del parco, prelevati con tutte le cure nell’ambito di un programma scientifico, hanno costituito il nucleo che ha permesso di ripopolare il Parco delle Groane dove questa specie era scomparsa. Una popolazione in salute come quella della Pineta può quindi ricostituirne altre estinte sia con migrazioni spontanee sia grazie all’intervento dell’uomo, come è avvenuto, grazie a un altro parco, anche per i preziosi stambecchi del Gran Paradiso che hanno ripopolato l’arco alpino.

Rapaci, uccelli montanari e visitatori africani La comunità degli uccelli presente nel Parco Pineta durante l’anno è composta da molte specie (oltre 90 quelle note); sono prevalenti ovviamente quelle legate agli ambienti boschivi. Durante l’inverno sono molti i migratori a corto raggio che utilizzano il parco come area di alimentazione o dormitorio: è il caso del regolo Hegulus regulus, il passeriforme più piccolo d’Europa (5 grammi di peso e 8 centimetri di lunghezza) che proviene dalla lontana Russia, della peppola Fringilla montifringilla e del fringuello Fringilla coelebs provenienti da diverse zone dell’Europa settentrionale. Tra febbraio e marzo si osservano, assieme a queste specie, gruppi numerosi di lucherini Carduelis spinus che, prima di valicare le Alpi, si radunano per fare scorte di grasso tra campi e boschi.

Fonti - Sito Web Parco Pineta : http://www.parcopineta.org/index.html - Piano di settore agro-forestale, piano di indirizzo forestale per la tutela e la gestione delle aree boscate e la difesa dagli incendi boschivi (Maggio 2002).

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 61 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.2.2.4 SISTEMA SOCIO ECONOMICO Composizione della popolazione Il Comune di Venegono mostra una percentuale di popolazione femminile del 50,56%, di poco inferiore al valore provinciale (51,7%). Nel complesso, la popolazione è sensibilmente aumentata dal 2001 al 2010: + 6,24%.

Popolazione per genere, ISTAT 2010 – Provincia di Varese 2005 Totale Totale 2001 2010 Maschi Femmine Femmine % 3550 3631 50,56% 6733 7181

Analizzando la composizione per provenienza dei cittadini stranieri, emerge che il territorio è caratterizzato da una percentuale di stranieri sul totale della popolazione pari al 7,6%, in crescita rispetto al 2005, dato superiore ai comuni adiacenti inferiore solo a Malnate e pari al Comune di Tradate (7,6%). Dato superiore anche alla media provinciale al 2011 (7,2%).

% Famiglie con almeno uno Famiglie con Anno Residenti Stranieri Residenti Totale Minorenni Nati in Italia % Maschi Stranieri straniero capofamiglia straniero

2005 386 6.777 5,7% 99 50,3%

2006 376 6.711 5,6% 92 41 49,2%

2007 450 6.755 6,7% 108 184 147 73 52,0%

2008 500 7.055 7,1% 122 197 159 86 50,0%

2009 501 7.105 7,1% 123 201 162 90 49,5%

2010 548 7.185 7,6% 48,7%

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 62 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Tra gli stranieri maggiormente presenti nel comune di Venegono Superiore ci sono: albanesi, marocchini, romeni, ucraini, peruviani, tunisini, ecuadoregni, bengalesi, senegalesi, polacchi, salvadoregni, cingalesi, spagnoli, britannici, filippini, brasiliani, cubani, camerunensi, ivoriani, dominicani Residenti Stranieri per Nazionalità (2010) Provenienza per Continente (2010) Var. Anno %Masc %To Var. Anno Pos Nazione Residenti %Maschi Da Dove Quanti Prec. hi tale Prec.

1 Albania 204 50,0% 4,6% 57,7

Europa 316 46,2% 6,0% %

2 Marocco 102 56,9% 15,9% 27,0

Africa 148 58,1% 13,0% 3 Romania 38 52,6% -7,3% %

4 Ucraina 30 26,7% 76,5% 10,6

America 58 36,2% 16,0% % 5 Perù 25 24,0% 31,6% 4,7 6 Tunisia 23 69,6% 35,3% Asia 26 53,8% 18,2% %

7 Ecuador 10 50,0% 0,0% Totale 548 48,7% 9,4%

8 Polonia 9 11,1% 28,6% Provenienza per Area (2010)

9 Bangladesh 9 66,7% 350,0% %Masc %To Var. Anno Da Dove Quanti 10 Senegal 9 66,7% 0,0% hi tale Prec.

11 Sri Lanka (ex Ceylon) 8 62,5% 33,3% Europa Centro 44,5 244 46,7% 10,9%

Orientale %

12 El Salvador 8 25,0% 33,3% Africa 22,8

13 Regno Unito 5 60,0% 0,0% 125 59,2% 19,0%

Settentrionale %

14 Filippine 5 40,0% -28,6% 12,8

Unione Europea 70 45,7% -7,9% % 15 Spagna 5 20,0% 0,0% America Centro 10,0 16 Camerun 4 50,0% 0,0% 55 34,5% 17,0%

Meridionale %

17 Costa d'Avorio 4 25,0% 0,0% 3,3

Africa Occidentale 18 55,6% -5,3% 18 Cuba 4 50,0% 0,0% %

19 Brasile 4 75,0% 0,0% Asia Centro 3,1 17 64,7% 54,5%

Meridionale %

20 Guinea Bissau 3 66,7% 0,0% 1,6

21 Repubblica Dominicana 3 0,0% -25,0% Asia Orientale 9 33,3% -18,2% %

22 Grecia 3 100,0% 0,0%

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 63 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

23 Belgio 3 33,3% 0,0% Africa Centro 0,7 4 50,0% 0,0%

Meridionale %

24 Serbia 3 66,7% 0,0% America 0,5

25 Federazione Russa (Russia) 2 50,0% 0,0% 3 66,7% 0,0% Settentrionale %

26 Bielorussia 20,0% 0,4

Altri Paesi Europei 20,0% 0,0% % 27 Thailandia 2 50,0% 0,0% 0,2 28 Germania 2 0,0% 0,0% Africa Orientale 10,0% -66,7% %

29 Giappone 2 0,0% 0,0%

30 Svizzera 2 0,0% 0,0%

31 Canada 2 50,0% 0,0%

32 Francia 2 50,0% -71,4%

33 Bosnia-Erzegovina 1 100,0% 0,0%

34 Macedonia 1 0,0% 0,0%

35 Lituania 1 0,0% 0,0%

36 Paesi Bassi (Olanda) 1 100,0% 0,0%

37 Uruguay 1 100,0%

38 Portogallo 1 100,0%

39 Madagascar 1 0,0% -50,0%

40 Togo 1 100,0%

41 Nigeria 1 0,0% 0,0%

42 Stati Uniti d'America 1 100,0% 0,0%

43 Moldova 1 0,0% 0,0%

Elaborazione su dati Istat

Andamento demografico La popolazione è caratterizzata da un indice di vecchiaia e da un indice di dipendenza inferiori alla media provinciale (da 183,2% a 195,1 negli stessi anni). Si può affermare che la popolazione di Venegono Superiore è marcatamente più “giovane” rispetto a quanto è possibile rilevare dalle medie provinciale e regionale.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 64 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Anno % 0-14 % 15-64 % 65+ Abitanti Indice Vecchiaia Età Media

2007 13,0% 68,3% 18,7% 6.711 143,5% 42,3

2008 13,8% 67,5% 18,7% 6.755 135,8% 42,1

2009 13,5% 67,8% 18,8% 7.055 139,4% 42,3

2010 13,7% 67,2% 19,1% 7.105 138,7% 42,5

2011 13,6% 66,9% 19,5% 7.185 142,7% 42,8

Elaborazione su dati Istat al 1° gennaio di ciascun anno. Indice di vecchiaia e ultracentenari nel comune

Livello di istruzione I dati sul livello di istruzione sono riportati nelle tabelle seguenti.

Licenza di Alfabeti privi di Analfabeti Diploma scuola titoli di studio di media Licenza scuola inferiore o di Laure Comune Seconda di Scuola Totale a di cui: in di cui: in ria avviament element Totale età Totale età superior o are > 65 anni > 65 anni e profession ale Venegono Superiore 458 1.771 2.046 1.600 445 114 51 27 6.371 669.8 2.295.39 2.244.27 573.3 Lombardia 85 6 2.717.924 6 51 138.073 43.314 20.199 8.544.146 Popolazione residente di 6 anni e più per grado di istruzione. ISTAT 2001

La percentuale di laureati sul totale della popolazione è pari a 7,19%, di poco inferiore alla media lombarda che è 7,84%. Gli analfabeti sono lo 0,80%, contro il dato regionale dello 0,50%.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 65 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Indice di possesso del Diploma scuola media superiore Comune 19 anni e più 19-34 anni 35-44 anni Venegono Superiore 51,07 37,4 32,47 Lombardia 33,02 53,97 40,79 Indice di possesso del Diploma scuola media superiore. ISTAT 2001

Indice di non conseguimento della scuola dell’obbligo (15-52 Comune anni) Venegono Superiore 9,49 Lombardia 9,16 Indice di non conseguimento della scuola dell’obbligo (15-52 anni). ISTAT 2001

Con riferimento agli indici di possesso del diploma di scuola media superiore e agli indici di non conseguimento della scuola dell’obbligo i dati mostrano analogie con quelli regionali.

Mobilità Una fascia importante della popolazione residente si sposta per motivi di lavoro o studio. Il fenomeno del pendolarismo è significativo, soprattutto legato agli spostamenti in treno. La presenza della ferrovia ha rappresentato e rappresenta ancora un fattore di richiamo per la popolazione che cerca l’abitazione principale e sceglie di venire a vivere a Venegono proprio in funzione alla facilità di collegamento con Milano e Varese. Poi vi è un flusso significativo in entrata determinato dalla presenza delle aziende sul territorio.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 66 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Sistema produttivo locale

Il Comune di Venegono Superiore viene inserito nel P.T.C.P della Provincia di Varese nell’ambito socio-economico della dorsale orientale.

Al lato si riporta una tabella estratta dal PTCP della Provincia di Varese che mostra gli addetti nei macro settori economici per Ambito

Detto ambito presenta le seguenti caratteristiche:

Caratterizzazione in essere 1. Buona dinamica occupazionale in ragione di una significativa terziarizzazione;

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 67 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

2. Imprenditorialità consolidata e propensa al cambiamento; 3. Buona dotazione del sistema infrastrutturale elevato e sovra locale, con accessibilità dalle reti lunghe di rilievo sovra locale assicurata dall’asse della S.P. 233 e dalla ferrovia; 4. Sistema urbano di buona qualità, sia per gli insediamenti sia per i servizi alla popolazione e imprese; 5. Contesto paesistico-ambientale di discreta qualità, nonostante il carico insediativo elevato e la presenza significativa di aree dismesse;

Dinamiche in corso 1. Mantenimento dei tassi di sviluppo e di specializzazione; 2. Crescita e diversificazione del tessuto relazionale, con interlocuzione con sistemi sociali e produttivi esterni; 3. Risoluzione di alcuni nodi critici delle infrastrutture a livello locale e nuovo tracciato della Varesina, con aumento del profilo di accessibilità anche in ragione dell’allestimento sull’asse del progetto Pedemontana; 4. Qualificazione dei tessuti urbani storici, con buona articolazione funzionale; 5. Riuso delle aree dismesse per servizi e commercio.

Rischi 1. Delocalizzazione delle lavorazioni mature e incapacità di riassorbimento occupazionale da parte dei settori innovativi; 2. Perdita delle competenze tradizionali, scarsa propensione alla costruzione di scenari condivisi e alle sinergie di filiera; 3. Il mancato governo intercomunale delle dinamiche insediative induce nuove criticità al funzionamento della rete infrastrutturale; 4. Progressiva compromissione del valore delle componenti ambientali; 5. Banalizzazione dei processi di riqualificazione delle aree dismesse, prive di servizi alle imprese.

Voci dello Scenario di riferimento 1. Popolazione (alimentata dall’immigrazione, attratta dalle buone prospettive occupazionali); 2. Industria (innovazioni di prodotto, ma soprattutto innovazione di processo); 3. Congiuntura internazionale (mercati di delocalizzazione e mercati di sblocco); 4. Cultura e valori (dai valori industriali ai valori neo-industriali, a ritmo accelerato).

Come precedentemente descritto nello sviluppo di Venegono Superiore ha avuto una decisa importanza il settore produttivo. Oggi, nonostante la crisi finanziaria mondiale in atto, il settore produttivo rileva ancora la sua importanza. Dall’elenco della Camera di Commercio al 15 maggio 2011 risultano attive 72 aziende a carattere industriale, artigianale, di cui la maggior parte appartengono alla filiera della plastica. Dal gruppo emergono senza dubbio le seguenti imprese: Alenia Aermacchi, Mazzucchelli 1849 S.p.a., Alfatherm S.p.a, Elios. Dall’indagine partecipata (sentite alcune tra le realtà maggiori – Alenia Aermacchi, Elios, Alfatherm) è emerso che le stesse non necessitano di ulteriori spazi di sviluppo per l’attività produttiva, né tantomento intendono aumentare gli addetti sul territorio, fatta salva l’istanza preventiva inoltrata da Alenia Aermacchi (peraltro poco significativa in termini di ampliamento). Le necessità manifestate si riferiscono a viabilità ciclo-pedonale di collegamento con le aziende stesse per gli addetti che arrivano dal territorio o raggiungono l’azienda dalle stazioni (di Venegono Superiore e Inferiore). Un interesse

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 68 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

espresso dalla Società Alenia Aermacchi è la possibilità di attivare convenzioni (per i dipendenti) con l’Amministrazione Comunale per asilo nido e scuola materna. In generale, sempre dall’elenco della Camera di Commercio, risultano attive 479 partite IVA, esclusi i professionisti, che sul totale della popolazione, dai 15 ai 64 anni, rappresentano un’alta percentuale. Questo denota, come emerso dal PTCP della Provincia di Varese ,una spiccata imprenditorialità. Si registrano numerosi artigiani, legati principalmente all’edilizia, oltre ad attività di servizio alle imprese. Per quel che concerne l’attività agricola si rimanda al capitolo A24.2.4. del presente documento.

Sistema commerciale locale

La presente sezione è stata redatta a partire dalle indagini conoscitive di cui all’art. 5, comma 2, Regolamento regionale 3/00, commissionate dall’amministrazione comunale nel 2003, integrandole e modificandole secondo gli sviluppi degli ultimi anni.

Il Comune è caratterizzato da una rete distributiva nella quale il peso percentuale dei negozi di vicinato è preponderante, legata quindi essenzialmente ad un sistema di vendita tradizionale, basato su esercizi di dimensioni ridotte e di portata essenzialmente locale in entrambi i settori. Sul territorio di Venegono Superiore esiste infatti un'unica media struttura di vendita, mentre non esistono grandi strutture di vendita. La situazione commerciale è caratterizzata da esercizi riportati nella Tav. n. A11. Nell'elaborato grafico sono riportati anche i pubblici esercizi.

L’analisi della distribuzione della rete di vendita all’interno dell’abitato ha evidenziato che la maggior parte degli esercizi si trova nell’area centrale del Comune, compresi quelli di dimensioni più rilevanti. Come emerge dalla cartografia gli esercizi commerciali sono infatti concentrati lungo le vie principali (Via Busti-Via XXV Aprile, via Garibaldi, via Giulio Cesare, via Marconi, via Cesare Battisti) ed i nuclei storici. In località Pianbosco e Somadeo non sono invece presenti esercizi commerciali.

Nel corso degli ultimi quindici anni la rete del commercio al minuto ha conosciuto un processo di ridimensionamento quantitativo, più noto sotto la definizione di “crisi del commercio”, con particolare riferimento alle attività di piccole dimensioni, distinte quindi dalla grande distribuzione e alla distribuzione organizzata, ovvero dalle grandi superfici e dalle attività facenti capo alle maggiori società del settore. Nella realtà venegonese la contrazione è stata significativa nel settore dei generi alimentari, mentre il settore non alimentare è rimasto stabile. Dal momento che la popolazione è andata costantemente aumentando, si è verificato un aumento del numero di abitanti per esercizio in entrambi i settori. Inoltre, per quanto riguarda il settore alimentare, una dimensione consistente del numero di esercizi ha portato ad una diminuzione complessiva dell’offerta disponibile per abitante. Dall’indagine partecipata è emerso che i generi alimentari vengono acquistati dai venegonesi prevalentemente in medio/grandi strutture di vendita nei comuni limitrofi. Gli alimentari di vicinato sul territorio comunale risultano comunque apprezzati.

In sintesi il servizio di prossimità e il numero di superfici di vendita disponibili ogni 1000 risultano inferiore alla media regionale e ai valori registrati nell’unità territoriale, ma comunque risultano discreti. La verifica della relazione tra domanda ed offerta ha evidenziato che il mercato già assorbito dalle attività esistenti non esaurisce le potenzialità di spesa dei residenti del Comune di Venegono Superiore, anche in funzione del fatto che la

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 69 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

relativamente giovane età della popolazione manifesta una capacità di spesa più elevata. Per il settore alimentare la presenza di una media struttura di vendita di primo livello attiva nel Comune rappresenta un’offerta soddisfacente che già garantisce un buon servizio di prossimità ai residenti del Comune e non risulta quindi necessaria l’apertura di nuovi punti vendita di medie superfici. Ciò anche in funzione dell’abitudine espressa dai residenti stessi di far riferimento per il settore alimentare anche alle strutture medie e grandi presenti nei comuni limitrofi. Più complesso è la verifica del livello di servizio dei generi non alimentari, dato che non si tratta di consumi essenziali e quotidiani e data l’ampiezza della gamma di prodotti venduti, per i quali si registrano comportamenti dei consumatori molto vari e differenziati; si tratta infatti di consumi “elastici”, che variano al variare della tipologia dell’utente, del suo reddito, del suo livello di istruzione. Non si deve verificare il “livello di servizio” ai residenti, quanto la ricchezza della rete distributiva in sé. Per quanto riguarda il settore non alimentare lo studio sopra menzionato ritiene possibile ipotizzare l’apertura di medie strutture di primo livello, in modo da consentire un miglioramento del livello della rete distributiva e del servizio di prossimità per i residenti del Comune. Anche in questo caso l’apertura di medie strutture del settore non è comunque percepita dalla popolazione residente come una reale necessità, vista l’offerta presente sul territorio più esteso. Lo studio inoltre mette in evidenza che l’inserimento di attività di vendita di medie superfici, per il settore extralimentare, non indurrebbe effetti destabilizzanti sulla rete distributiva esistente. Naturalmente la possibilità di inserire attività di medie superfici di vendita dovrebbe essere puntualmente valutata e trovare spazio esclusivamente negli ambiti di trasformazione, in modo da garantire adeguate infrastrutture in termini di viabilità e posteggi, in modo da non generare ricadute negative sulla viabilità, la qualità dell’abitare e dell’ambiente.

Da ultimo si segnala una realtà che qualifica e allo stesso tempo diversifica la domanda commerciale: a Venegono Superiore esiste dal 2001 un gruppo di acquisto solidale, un insieme di persone che decidono di incontrarsi per acquistare all’ingrosso prodotti alimentari o di uso comune solitamente di produzione biologica o eco-compatibile (rispettosi dell’ambiente e dei lavoratori) da ridistribuire tra loro. Un gruppo d’acquisto diventa solidale nel momento in cui decide di utilizzare il concetto di solidarietà come criterio guida nella scelta dei prodotti. Solidarietà che parte dai membri del gruppo e si estende ai piccoli produttori che forniscono i prodotti, al rispetto dell’ambiente, ai popoli del sud del mondo e a coloro che -a causa della ingiusta ripartizione delle ricchezze- subiscono le conseguenze inique di questo modello di sviluppo. Attorno a questa realtà gravitano una trentina di nuclei familiari, provenienti da Venegono e dai comuni limitrofi (Tradate, Castiglione Olona, Mozzate, Albiolo…) con un acquisto medio che si aggira sui 35.000 Euro l’anno. Il GAS di Venegono Superiore è inserito in una rete di Gas e fa parte del DES Distretto di Economia solidale della Provincia di Varese. Il DES sta operando per costituire sul territorio provinciale una rete tra le realtà che a diverso titolo si richiamano ai valori, ai principi ed ai metodi dell'economia solidale, con lo scopo di valorizzare e sostenere le esperienze esistenti, di favorire l'elaborazione di nuovi progetti e la nascita di altre realtà solidali. L'Ass. rivolge quindi la propria attenzione alle realtà che si occupano di consumo critico, commercio equo e solidale, produzioni biologiche ed ecologiche, tutela ambientale, difesa della pace e dei diritti, cooperazione sociale e internazionale e che credono sia possibile applicare valori quali eticità, solidarietà e sobrietà anche all’economia. Il risultato a cui si aspira è la nascita di un sistema in cui l’economia possa soddisfare non solo i bisogni ma anche i valori delle persone e delle comunità, innovando le modalità di produrre, commerciare e consumare, ponendosi come "laboratorio pilota" locale in cui sperimentare forme di collaborazione secondo principi di sostenibilità ecologica, la valorizzazione della dimensione locale e delle relazioni, la partecipazione attiva e democratica, all’insegna di un’economia equa e socialmente sostenibile. I gruppi di acquisto sono una realtà importante da tenere in considerazione per interpretare le dinamiche commerciali, l’attenzione ai produttori locali, alle realtà locali, alla qualità del prodotto e dei rapporti che si creano avallano l’orientamento del piano di privilegiare il commercio di vicinato, a scapito di medie e grandi strutture di vendita. Anche l’attenzione all’agricoltura va in questo senso.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 70 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Tasso di occupazione

Il tasso di occupazione ed il tasso di attività per il comune di Venegono Superiore, riportati nella tabella seguente, mostrano una situazione positiva rispetto alla media regionale. Risultano però superiori alla media regionale anche i tassi di disoccupazione e di disoccupazione giovanile.

Tasso di disoccupazi Comune occupazio disoccupazi one attività ne one giovanile Venegono Superiore 51,55 5,00 18,18 54,26 Lombardia 50,36 4,73 14,50 52,86 Tasso di occupazione, disoccupazione, attività, ISTAT 2001

Frontalierato Altro aspetto che interessa la realtà economica del comune è il frontalierato. L’evoluzione del numero di frontalieri occupati in Canton Ticino, ha conosciuto dall’inizio degli anni ‘80 quattro fasi distinte: - primi anni ‘80: aumento dei frontalieri: da gennaio ‘81 a luglio ‘82 la crescita media mensile è stata del 5,4%. - estate ‘82 - marzo ‘84: i lavoratori frontalieri sono diminuiti mediamente del 4,9% per ogni mese. Il calo è coinciso con la breve ma intensa crisi del 1982. - dal 1984: la tendenza è nuovamente cambiata e si è avuto un periodo relativamente lungo di crescita dell’occupazione. L’incremento di frontalieri, che è stato costante fino al marzo 1991, è collegato alla forte crescita del prodotto interno lordo svizzero e ticinese. - 1991: stagnazione della produzione e dell’occupazione, tuttora in corso.

Dal primo trimestre del 2000, la manodopera straniera nel Cantone Ticino fa registrare una crescita percentuale continua sul totale degli addetti (totale comunque in diminuzione), variazioni stagionali escluse. L’effettivo totale in questi due anni è passato da 68.189 unità, nel primo trimestre 2000, ai 72.188 del primo trimestre 2002, vale a dire un aumento complessivo di 4.000 unità. L’aumento occupazionale della manodopera straniera, nel Canton Ticino, si è accompagnato, se pure con un significativo ritardo, negli ultimi anni, con la marcata riduzione del livello di disoccupazione e la progressiva crescita dell’impiego.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 71 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Nel primo periodo del 2002, la correlazione tra impiego effettivo di manodopera estera e disoccupazione sembra lasciar trasparire un certo fenomeno di saturazione del mercato del lavoro. La soprastante evidenzia questo fatto, rappresentando in ordinata sinistra il tasso di variazione annua dei disoccupati e quello dei posti di lavoro (impiego secondo la statistica USTAT), mentre in ordinata destra l’effettivo dei frontalieri. A fronte di una disoccupazione che da novembre 2001 ha ripreso a crescere e di un impiego che si espande ma ad un ritmo sempre più ridotto, l’effettivo della manodopera straniera nel primo trimestre del 2002 registra una progressiva (rispetto ad un anno prima) perdita di ritmo, evidenziata da una curva dei valori assoluti ormai piatta. La crescita in questo primo trimestre rispetto ad un anno prima si attesta a quota 2,0 % contro valori compresi tra il 3,5% e il 4,3% nei trimestri del 2001. I dati mensili confermano e rafforzano questo quadro. In marzo la crescita, rispetto ad un anno prima, è stata di 1.220 unità (+1,7%), la più bassa dagli inizi del 2000, periodo in cui il fenomeno espansivo stava prendendo slancio.

Canton Ticino: variazione manodopera estera, USTAT 2000-2002

Le categorie maggiormente colpite dalla congiuntura economica sono quelle dei frontalieri e degli stagionali, essenzialmente per due motivi. Queste categorie fungono da sempre, per l’economia ticinese, da ammortizzatori (riserva di manodopera) nei momenti di contrazione e/o espansione congiunturale. In secondo luogo, le altre categorie - domiciliati e dimoranti - spesso variano nel loro effettivo per motivi esterni al ciclo economico, quali le naturalizzazioni e le trasformazioni di permessi.

In termini di effettivo, gli stagionali, avendo ripreso a lavorare sul mercato ticinese a partire da marzo, evidenziano nel primo trimestre dell’anno una media particolarmente ridotta (558 unità). Grazie al significativo incremento

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 72 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

registrato a marzo, in ogni modo, hanno contribuito con un proprio +10,4% rispetto ad un anno prima alla crescita complessiva della manodopera estera impiegata nel mercato ticinese.

I frontalieri con 33.746 unità in maggio 2002 (per una media trimestrale di 32.865) hanno fatto segnare la punta massima degli ultimi 7 anni.

Osservando i dati a livello di settore, emerge ancora una volta il processo di terziarizzazione che contraddistingue l’impiego della manodopera estera. Dei 1.567 nuovi frontalieri occupati in Ticino, nel marzo 2002, oltre il 90% ha trovato posto nel terziario.

Canton Ticino: occupati, disoccupati, frontalieri, USTAT 1999 -2002

Canton Ticino: composizione manodopera estera, USTAT I trim 1999 – I trim2002

La tendenza rilevata nel primo scorcio del 2001 si conferma anche nel 4° trimestre dello stesso anno: il totale della manodopera straniera ha raggiunto nel Cantone Ticino le 72.607 unità, in aumento di 2.448 unità per rapporto allo stesso trimestre dell’anno precedente.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 73 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

In particolare, va segnalato l’incremento del numero di frontalieri che, attestandosi sulle 32.900 unità, registrano un aumento di 2.447 effettivi (sempre per rapporto allo stesso trimestre del 2000) e determinano l’aumento complessivo dei lavoratori stranieri. Infatti, per quanto riguarda le altre tre categorie di manodopera, vi è praticamente una compensazione numerica tra gli incrementi registrati dai domiciliati e dagli stagionali (rispettivamente +666 e +11 unità) e il calo subito dai dimoranti (-675 unità).

Va tuttavia ricordato che i dati relativi alla manodopera straniera stabile, ossia dimoranti e domiciliati, non sono molto indicativi, in quanto dipendono anche da fattori esterni, quali le naturalizzazioni e le trasformazioni dei permessi. Sono invece molto più significativi i valori riguardanti la manodopera che non risiede in modo stabile nel Cantone, cioè gli stagionali e soprattutto i frontalieri: in quanto fortemente relazionati all’andamento congiunturale.

A24.2.2.5 SISTEMA DEI SERVIZI ESISTENTI La descrizione e l'analisi della dotazione di servizi esistenti e previsti dal previgente P.R.G. sono riportate nella relazione del Piano dei Servizi. In questa sede è utile richiamare che la situazione attuale sia caratterizzata da una discreta dotazione, sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo, e della relativa soddisfazione degli utenti, emersa dall'indagine partecipativa. Si precisa che ad eccezione della stazione ferroviaria, il comando della sezione aerea della Guardia di Finanza e delle aree naturalistiche (Parco Pineta), non sono presenti sul territorio servizi a carattere sovracomunale. La dislocazione dei servizi però privilegia i nuclei storici e gli assi viabilistici principali. Vi sono zone come Monterosso e Pianbosco completamente prive di servizi. Per servizi e le attrezzature a scala sovracomunale la popolazione di Venegono Superiore fa riferimento ai poli di Tradate e Varese (Scuole, ospedali...).

I servizi esistenti sono riportati nella tav. A16 e suddivisi nelle seguenti categorie: 1) attrezzature pubbliche esistenti; 2) attrezzature tecnologiche esistenti; 3) attrezzature scolastiche esistenti; 4) chiese esistenti; 5) cimiteri esistenti; 6) monumenti esistenti; 7) parcheggi esistenti; 8) verde attrezzato e sport esistente.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 74 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.2.2.6 PIANI DI SETTORE

Piano commerciale comunale Con la stesura del nuovo strumento urbanistico viene redatto anche il Piano per il Commercio che adeguerà gli strumenti urbanistici comunali alle disposizioni in materia commerciale. Lo strumento costituisce articolazione integrante del P.G.T. per quanto attiene la disciplina relativa alle funzioni commerciali.

Indagini geologiche ed idrogeologiche La componente geologica e idrogeologica ai sensi della L.R 11 marzo 2005, n.12 e successive modificazioni è parte integrante del presente piano e ad esso si rimanda. Lo studio è stato aggiornato come richiesto dalla L.R. 11 marzo 2005, n.12. L’organizzazione dello stesso, dei rilevamenti diretti sul territorio e delle successive elaborazioni è stata impostata per soddisfare la specifica finalità di aggiornamento, analizzando e classificando con adeguato dettaglio l’intero territorio comunale sulla base delle caratteristiche geologiche, idrogeologiche e sismiche, con particolare riferimento alle aree di maggior interesse urbanistico e a quelle ritenute più sensibili all’impatto con lo sviluppo antropico futuro. In particolare l’attività di revisione ed integrazione ha riguardato i seguenti aspetti: - individuazione del reticolo idrico principale e minore e delle fasce di rispetto fluviale e delle relative norme ai sensi della D.G.R. n. 7/13950/03 e in risposta al parere espresso dalla Regione Lombardia con nota Y155.2004.000.7595 del 16/12/2004; - studio per la valutazione della compatibilità idraulica del Torrente S. Giorgio, appartenente al reticolo idrico principale e interagente con l’abitato, con individuazione delle aree potenzialmente soggette ad allagamenti per insufficienza d’alveo in occasione di particolari eventi alluvionali e attribuzione dei livelli di rischio; - analisi del rischio sismico locale per la valutazione degli effetti sismici di sito condotta adottando la procedura di I livello, così come definita nella D.G.R. 8/1566/05, che consente l’individuazione di ambiti areali caratterizzati da specifici scenari di Pericolosità Sismica Locale (PSL), passibili di amplificazione sismica. L'esito finale dello studio si è concretizzato nella redazione della “carta di fattibilità geologica alle azioni di piano” da utilizzarsi congiuntamente alle “norme geologiche di piano” che riportano le specifiche normative d’uso. Questi elaborati sintetizzano le principali problematiche di carattere geologico – tecnico e idrogeologico del territorio, indicando le caratteristiche di ogni area omogenea e i necessari interventi di salvaguardia da attuare, anche in relazione alla vincolistica ambientale vigente.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 75 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Piano di zonizzazione acustica La situazione rappresentata dal Piano di zonizzazione acustica del comune di Venegono Superiore, che si richiama come parte integrante del presente piano, viene di seguito sintetizzata. Tenendo presente quanto fin qui esposto, si riportano di seguito le indicazioni dei confini delle diverse zone e classificazioni.

ZONA I: Pianbosco: segmenti di confine [ Definizione: aree destinate al riposo ed allo svago, residenziali rurali, di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici]

Dai confini comunali con Venegono Inferiore a Sud e con la provincia di Como a Nord, seguendo il percorso via della Streccia – via dei Boschetti – via delle Missioni – percorrendo via delle Querce ed il suo ipotetico prolungamento fino al confine comunale, mantenendosi parallelo alla S. P. n. 2 (che viene classificata in zona 3 e dalla quale occorre mantenersi discosti con una fascia di completamento di zona 2). Si ricorda che l’ultimo tratto della S.P. 2 (via Como), dall’incrocio con via F.lli Kennedy fino al confine, è classificabile come strada di tipo Cb, che prevede una fascia di pertinenza acustica A di 100 m per lato ed una successiva fascia B di ulteriori 50 m, all’interno delle quali valgono limiti – per il contributo da traffico – di 50/40 dB(A) per insediamenti sensibili (peraltro non presenti in zona) e di 70/60 dB(A) in fascia A e 65/55 dB(A) in fascia B.

ZONA II:

Municipio: segmenti di confine [ Definizione: area interessata prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, limitata presenza di attività commerciali e assenza di attività industriali ed artigianali]

I confini sono così definiti: a N dal confine comunale a E dalla linea immaginaria parallela al tratto della S. P. n. 2 (via Como) e distante dallo stesso tratto di strada circa 100 m, fino ad incrociare via delle Missioni, proseguendo lungo la stessa via fino a piazza Santa Maria e da qui percorrendo via Oberdan - via dei Boschetti - via San Rocco (verso sud) e infine l’ideale prolungamento di via San Rocco fino al confine comunale con Venegono Inferiore a S dal confine comunale con Venegono Inferiore a W da via della Streccia, proseguendo lungo via San Rocco (verso ovest) - via S. Martino fino ad incrociare l’ideale prolungamento di via del Carso, proseguendo poi lungo lo stesso prolungamento e lungo via del Carso; successivamente percorre via Asiago - via Vittorio Veneto - l’ideale prolungamento di via Vittorio Veneto fino ad incrociare via Roma - via Roma (verso nord-ovest) fino ad incrociare la linea immaginaria parallela al tratto di via Como che va da via XXV Aprile fino all’incrocio con via delle Missioni e via delle Querce e distante da questo circa 50 m; prosegue lungo questa linea immaginaria, percorre via delle Querce e l’ideale prolungamento della stessa via delle Querce, parallelo alla S. P. n. 2 (via

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 76 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Como), fino al confine comunale.

Scuole: segmenti di confine I confini sono così definiti: a N da via Matteotti a E da via Pasubio fino a via Cervino a S da via Cervino fino all’altezza di via Tonale a W da via Tonale per il suo ipotetico prolungamento fino a via Matteotti a chiudere il poligono.

Briere: segmenti di confine I confini sono così definiti: a N dal confine comunale a E dalla linea immaginaria parallela a via Como, posizionata rispetto alla stessa via Como ad una distanza di circa 50 m verso est, fino ad incrociare via Plinio a S da via Plinio (verso nord), percorre via Paolo VI fino a via Milite Ignoto, poi per via Carducci a W da via Piave angolo Carducci, poi per via Virgilio (verso nord) e dal suo prolungamento fino al confine comunale con Vedano Olona a chiudere il poligono.

ZONA III

Via Como (S.P. 2): segmenti di confine [ Definizione: aree interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione; presenza di attività commerciali ed uffici; limitata presenza di attività artigianali ed assenza di attività industriali; aree rurali interessate da attività con macchine operatrici] È costituita dalla fascia parallela a via Como dai confini comunali con Binago/Vedano fino a via Asiago.

I confini sono così definiti: a N dal confine comunale a E partendo da sud, percorre via della Streccia, proseguendo lungo via San Rocco (verso ovest) - via S. Martino fino ad incrociare l’ideale prolungamento di via del Carso, proseguendo poi lungo lo stesso prolungamento e lungo via del Carso; successivamente percorre via Asiago - via Vittorio Veneto - l’ideale prolungamento di Via Vittorio Veneto fino ad incrociare via Roma - via Roma (verso nord-ovest) fino ad incrociare la linea immaginaria parallela al tratto di via Como che va da via XXV Aprile fino all’incrocio con via delle Missioni e via delle Querce e distante da questo tratto circa 50 m; prosegue lungo questa linea immaginaria, percorre via delle Querce e l’ideale prolungamento della stessa via delle Querce, parallelo alla S. P. n. 2 (via Como), fino al confine comunale.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 77 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

a S da via del Calcinaccio fino all’inizio di via Manzoni e da qui percorre via Manzoni e il suo ideale prolungamento verso nord, fino ad incrociare il prolungamento di via Foscolo; da questa intersezione prosegue lungo il prolungamento di via Foscolo percorrendo poi via Foscolo - via Giulio Cesare (verso sud) - via Campo dei Fiori fino all’intersezione con l’ideale prolungamento di via Sempione. a W dall’ideale prolungamento di via Sempione, proseguendo per la stessa e percorrendo via San Gottardo fino a via Monte Cervino, successivamente lungo la stessa via Monte Cervino – via Pasubio (verso nord) - via Matteotti e da questa lungo l’ideale prolungamento di via Tonale (verso nord) parallelo a via Cesare Battisti, fino all’incrocio con Piazza Monte Grappa; da qui si prosegue lungo la parallela a via Marconi mantenendosene distanziata di circa 30 m fino a tagliare via Coccetti. La percorre, proseguendo per le vie Virgilio - Carducci - Milite Ignoto - via Paolo VI - via Plinio fino a incrociare nuovamente la parallela posta idealmente a 50 m ad Est della provinciale (via Como) proseguendo in questo modo fino al confine comunale a chiudere il poligono.

Castiglione Olona: segmenti di confine I confini sono così definiti: a N dal confine comunale con Vedano Olona a E dall’ideale prolungamento di via Bixio, verso sud fino ad incrociare via De Gasperi, verso nord fino ad incrociare via L. da Vinci; da quest’ultimo punto di intersezione si prosegue lungo la stessa via L. da Vinci (verso ovest e successivamente verso nord), proseguendo lungo la via Galilei e infine lungo il suo ideale prolungamento fino al confine comunale. a S da via De Gasperi a W dal confine comunale con Castiglione Olona a chiudere il poligono.

Si ricorda che il tratto della via de Gasperi compreso tra l’incrocio con via Paolo Foresio e quello con via Turati è classificabile come strada di tipo Cb, che prevede una fascia di pertinenza acustica A di 100 m per lato ed una successiva fascia B di ulteriori 50 m, all’interno delle quali valgono limiti – per il contributo da traffico – di 50/40 dB(A) per insediamenti sensibili (peraltro non presenti in zona) e di 70/60 dB(A) in fascia A e 65/55 dB(A) in fascia B.

ZONA IV

FNM: segmenti di confine [ Definizione: - Aree interessate da traffico intenso, con alta densità di popolazione; elevata presenza di attività commerciali ed uffici; presenza di attività artigianali; limitata presenza di piccole industrie; aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie] È costituita dalla fascia percorsa dalle FNM. Al suo interno ricade, tra l’altro, l’attività industriale di maggior rilevanza interna al territorio.

I confini sono così definiti:

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 78 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

a N dal confine comunale con Vedano Olona a E dall’ideale prolungamento verso nord di via Virgilio, proseguendo lungo via Coccetti fino ad intersecare la parallela a via Marconi (distante da questa circa 30 m); si percorre questa parallela fino a Piazza Monte Grappa, da qui prosegue lungo la parallela a via Cesare Battisti, poi per via S. Gottardo – via Sempione - prolungamento ideale di via Sempione fino ad intersecare via Campo dei Fiori; da qui prosegue verso ovest e poi lungo la via Cesare Battisti (verso sud) fino al confine comunale. a S dal confine con Venegono Inferiore a W dalla parallela a via A. Ferrarin (distante da questa circa 100 m), fino ad incrociare la parallela a via De Gasperi (distante da questa circa 100 m), proseguendo lungo quest’ultima via parallela fino al confine comunale.

Zona industriale 1: segmenti di confine È presente nella fascia posta ad Est della linea FNM al confine con Venegono Inferiore. Al suo interno ricadono numerose attività lavorative di rilievo. L’ipotesi di variante allo strumento urbanistico prevede la realizzazione di una diversa viabilità che consenta un miglior accesso all’area senza dover gravare (o gravando il meno possibile ) sulla S.P. 46 (via Cesare Battisti, nella zona)

I confini sono così definiti: a N dalla via Campo dei Fiori fino al’incrocio con via Giulio Cesare a E dal confine comunale con Venegono Inferiore a S dal confine comunale con Venegono Inferiore a W dalla via Cesare Battisti fino alla via Campo dei Fiori a chiudere il poligono.

Zona industriale 2: segmenti di confine Anche questa zona è posta nella fascia ad Est della linea FNM al confine con Venegono Inferiore.

Anche in questo caso sono presenti attività lavorative di rilievo. L’ipotesi di realizzazione di una diversa viabilità prima indicata consentirebbe anche di non gravare ulteriormente sulle vie Cavour e Virgilio del territorio di Venegono Inferiore .

I confini sono così definiti: a N dalla via Foscolo e dal suo ideale prolungamento verso est fino ad incrociare il prolungamento verso nord della via Manzoni a E dal prolungamento della via Manzoni e da questa fino al confine comunale con Venegono Inferiore a S dal confine comunale con Venegono Inferiore a W dalla via Giulio Cesare fino alla via Foscolo a chiudere il poligono.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 79 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Osservazioni supplementari Nell’ambito del territorio comunale, devono essere identificate o quantomeno indicate le aree da destinare ad attività temporanee quali il mercato periodico e spettacoli ed intrattenimenti vari. Considerando da un lato le ormai consolidate consuetudini e dall’altro l’effettiva disponibilità di territorio, si ritiene opportuno continuare ad utilizzare per il mercato settimanale l’area già interessata dalla manifestazione, posta in via Aldo Moro. Per quanto attiene invece a manifestazioni temporanee, la variante di PRG contiene indicazioni in merito al possibile utilizzo a tale scopo dell’area c.d. del Pratone, che appare localizzata in maniera adeguata e che è stata fornita anche dei necessari servizi.

ZONA V

Aermacchi: segmenti di confine L’area utilizzata dall’attività produttiva viene classificata interamente in classe V, con fascia di IV in corrispondenza delle vie Monte Pellice – Ferrarin, fascia estesa per una profondità di 50 m dal ciglio stradale in direzione Ovest. Sempre in classe IV vengono classificate le aree poste ad Ovest di via Paolo Foresto (Somadeo).

Piano di Coordinamento territoriale del Parco della Pineta di Tradate e Appiano Gentile Come già esplicitato, il territorio di Venegono Superiore è ricompreso nel perimetro del Parco della Pineta di Tradate e Appiano Gentile. Il Piano Territoriale di Coordinamento (PTC) ha natura ed effetti di piano paesistico coordinato, ai sensi dell’art. 57 del decreto legislativo 31.3.1998, n.112, con i contenuti paesistici del piano territoriale di coordinamento provinciale, ed è approvato con i contenuti di cui all’art. 17 della l.r. 30/11/83, n. 86 (Piano generale delle aree regionali protette. Norme per l’istituzione e la gestione delle riserve, dei parchi e dei monumenti naturali nonché delle aree di particolare rilevanza naturale e ambientale) e successive modificazioni e integrazioni. Il piano territoriale assume anche i contenuti di piano territoriale paesistico ai sensi degli artt. 4 e 5 della l.r. 27/5/85, n. 57 (Esercizio delle funzioni regionali in materia di protezione delle bellezze naturali e subdelega ai comuni) e successive modificazioni e integrazioni. Il territorio del parco regionale è costituito dalle aree delimitate dal confine indicato sulle tavole di piano: del segno grafico che sulla tavola delimita il confine del parco fa testo il punto limite più interno verso il parco stesso. Il piano individua, all’interno del confine del parco regionale, le aree a parco naturale, aventi le caratteristiche di cui all’art. 2, comma 2, della legge 6 dicembre 1991, n. 394 (Legge quadro sulle aree protette).

Il PTC si compone dei seguenti elaborati, che si richiamano integralmente: - Norme Tecniche di Attuazione; - Tavole: 1. Articolazione territoriale (scala 1:10.000);

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 80 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

2. Aree proposte a parco naturale e modifiche ai confini ex l.r. 76/83 (scala 1:10.000).

I rapporti fra il PTC e il piano territoriale di coordinamento provinciale sono regolati dall’art. 3 della l.r. 5.1.2000, n. 1. Le previsioni urbanistiche del PTC sono vincolanti per chiunque, sono recepite di diritto nel presente Piano urbanistico e sostituiscono eventuali previsioni difformi che vi fossero contenute. I criteri e gli indirizzi sono i seguenti: a) dovranno essere sottoposte a specifica salvaguardia le aree verdi e gli elementi vegetali di rilevanza ambientale; b) dovranno essere tutelate e salvaguardate le superfici a bosco, sia a ceduo che ad alto fusto, nonché le aree con destinazione agricola e boschiva; c) dovranno essere tutelati i corsi d'acqua, anche con portata irregolare, nonchè le relative sponde; d) le nuove attività industriali, con esclusione dell'artigianato non nocivo all'igiene e alla salute pubblica, dovranno collocarsi al di fuori dei confini del parco; gli interventi di nuova ricollocazione dovranno prevedere i seguenti interventi: - integrazione visiva attraverso schermature verdi degli edifici e delle recinzioni - contenimento e limitazione dell’impatto sonoro; e) l'aggregato urbano dovrà preferibilmente essere definito da perimetri continui, al fine di conseguire il minor consumo di risorse naturali e territoriali; f) dovranno essere altresì definiti i parcheggi perimetrali, la viabilità di penetrazione al Parco, gli accessi al Parco stesso in coerenza con le previsioni del presente piano e dei suoi strumenti attuativi. Il piano è attuato dall'ente gestore del Parco, dalle Amministrazioni Provinciali di Como e Varese, dai singoli Comuni, dagli altri enti pubblici, dai privati singoli o associati, secondo le rispettive competenze, con gli atti e i provvedimenti previsti dalla legislazione vigente e dagli strumenti di cui ai successivi articoli. L'ente gestore promuove la concessione di incentivi e contributi a coloro che collaborano alla salvaguardia o al miglioramento dell'ambiente nei modi e nei casi previsti dalla legge e dalla presente normativa. Sono strumenti, provvedimenti e procedure di attuazione del PTC: - i piani di settore; - i regolamenti d'uso; - il piano di gestione; - gli interventi esecutivi di iniziativa pubblica e convenzionati; - i pareri, le certificazioni, le autorizzazioni, le denunce e le concessioni d'uso previste dalle presenti norme e dalla normativa vigente.

L'ente gestore predispone piani di attuazione per i seguenti settori funzionali, in ordine di priorità: a) agroforestale, per la tutela e gestione delle aree boscate e la difesa dagli incendi boschivi; b) fruizione sociale, ricreativa e culturale del Parco; c) tutela della fauna selvatica; d) tutela geologica ed idrogeologica;

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 81 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

e) cascine e patrimonio rurale. I regolamenti per l'uso del territorio e dei beni, nonché per la gestione dei servizi, sono approvati dall’Ente gestore.

Il piano di gestione, che costituisce strumento di programmazione economico-sociale per l’attuazione delle finalità del PTC, è predisposto dall’Ente gestore del parco e proposto alla Giunta regionale per l’approvazione. Il territorio del parco, comprensivo delle aree proposte a parco naturale ai sensi del precedente comma, è articolato nelle seguenti zone territoriali, individuate con apposito simbolo grafico nell’allegata Tav. 1: - zona di tutela agroforestale (art. 14); - zona agricola (art. 15); - zona di iniziativa comunale orientata (art. 16); - zona con presenza di strutture ed attrezzature sportive o ricreative e di interesse sociale (art. 17). Il PTC individua altresì, con appositi simboli grafici in Tav. 1,: - all’interno della zona di tutela agroforestale, gli ambiti agricoli e gli ambiti di prioritario interesse naturalistico (art. 14); - le cascine storiche (art. 20); - le attrezzature di servizio per il Parco (art. 24).

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 82 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.2.2.7 SISTEMA VINCOLISTICO

Il Comune di Venegono Superiore è soggetto ai seguenti vincoli:

1 Fascia di rispetto comunale (cimitero, strada, ferrovia);

2 Vincolo aeroportuale ex legge 04.02.1963 n. 58.

Vincoli a carattere Idrogeologico:

1 Vincolo Idrogeologico ex R.D.L. n° 3267 del 30.12.1923. Il territorio del Comune di Venegono Superiore presenta un'alta incidenza di aree sottoposte a vincolo idrogeologico ai sensi del R.D.L. n° 3267 del 1923 così come recepito dalla L.R. 27/2004).

2 Zona di rispetto delle opere di captazione di acqua destinate al consumo umano, perimetrata con criterio temporale (isocrona 60 gg.);

3 Zona di tutela assoluta delle opere di captazione di acqua destinata a consumo umano attualmente vigente, perimetrata con criterio geometrico (raggio 200 m), nella quale sono consentite le attività normate dall’art. 5 D.Lgs 258/2000 e s.m.i. e dai criteri regionali della DGR 7/12693/2003;

4 Zona di tutela assoluta delle opere di captazione di acqua destinata a consumo umano (area 10x10 m.) adibite unicamente ad opere asservite alla gestione dei pozzi (D. Lgs 258/2000 art. 5 e s.m.i.);

5 Area di discarica cessata per la quale ogni trasformazione d’uso del suolo è vincolata a specifiche indagini geotecniche e ambientali;

6 Fascia di rispetto assoluto estesa a 4 m o 10 m dagli argini;

7 Fascia di pertinenza morfologica dei corsi d’acqua;

8 Fascia delle aree che subiscono allagamento.

Vincoli a carattere paesaggistico:

1 Perimetro parco regionale DGR del 27/07/2000 n. 7/427 e s.m.i., corrispondente al vincolo paesaggistico art. 142 comma 1 lettera f) D. Lgs

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 83 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

22.01.2004 n. 42;

2 D.M. 11.09.1954 Dichiarazione di notevole interesse pubblico della zona comprendente il Parco Caproni e la località Pratone sita nell’ambito del Comune di Venegono Superiore, vincolo ex Legge 29.06.1939 n. 1497;

3 Edifici vincolati ai sensi del D.M. 11.09.1954 (Villa Caproni);

4 Edifici di valore storico monumentale.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 84 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.2.3 SISTEMA DEL PAESAGGIO

A24.2.3.1 CARATTERI ED ELEMENTI DEL PAESAGGIO RURALE ED URBANO

Ad integrazione di quanto già specificato nella sezione dedicata al Piano Territoriale Regionale e al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, in merito al sistema del paesaggio si mette in evidenza quanto segue.

Il territorio di Venegono Superiore appartiene all'Unità tipologica di paesaggio della fascia alta pianura, paesaggi dei ripiani diluviali e dell’alta pianura asciutta

Dalla cartografia del PTR è possibile dedurre le seguenti considerazioni:

Tavola A – Ambiti geografici e unità tipologiche Ambito geografico dei paesaggi della Lombardia n. 7 Varesotto e Colline del Varesotto e valle Olona Unità tipologica di paesaggio fascia alta pianura, paesaggi dei ripiani diluviali e dell’alta pianura asciutta

Tavola B – Elementi identificativi e percorsi di interesse paesaggistico Il territorio comunale non è interessato da elementi identificativi e percorsi di interesse paesaggistico.

Tavola C – Istituzioni per la tutela della natura Il territorio comunale è interessato dal Parco Regionale della Pineta di Appiano Gentile e Tradate

Tavola D – Quadro di riferimento della disciplina paesaggistica regionale Il territorio comunale è interessato dal Parco Regionale della Pineta di Appiano Gentile e Tradate

Tavola E – Viabilità di rilevanza regionale Il territorio comunale è interessato dalla linea ferroviaria FNM Milano-Laveno Mombello.

Tavola F – Riqualificazione paesaggistica: ambiti ed aree di attenzione regionale Il territorio comunale è ricompreso in aree e ambiti di degrado paesaggistico provocato da processi di urbanizzazione, infrastrutturazione, pratiche e usi urbani. Ambiti del Sistema metropolitano lombardo con forte presenza di aree di frangia destrutturate – [par2.1]

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 85 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

La tavola F (“Riqualificazione paesaggistica: ambiti ed aree di attenzione regionale”) fornisce un primo quadro sintetico alla scala regionale delle situazioni di degrado/compromissione paesaggistica in essere. In particolare : - nella fascia alpina e prealpina si registrano condizioni di elevata criticità relativamente agli effetti di degrado paesaggistico determinati dai fenomeni franosi e dalla diffusione e consistenza dell'urbanizzazione, infrastrutturazione e diffusione delle pratiche urbane sia nelle valli che negli ambiti sciabili; - nella fascia pedecollinare e della pianura, caratterizzata da una sommatoria di conurbazioni, sono significativi gli effetti di degrado/compromissione provocati dai processi di urbanizzazione e infrastrutturazione, particolarmente accentuati nella zona nord-occidentale; - nella fascia della pianura irrigua il degrado del paesaggio agrario appare molto rilevante soprattutto nel settore sud-orientale. Gli ambiti estrattivi e le discariche appaiono diffuse su tutto il territorio determinando condizioni di elevata criticità in alcune zone particolari come, ad esempio, nel territorio milanese e bresciano e nelle fasce fluviali dei fiumi maggiori (in particolare Po e Ticino).

Tavola G – Contenimento dei processi di degrado e qualificazione paesaggistica: ambiti ed aree di attenzione regionale Il territorio comunale è ricompreso in aree e ambiti di degrado paesaggistico provocato da processi di urbanizzazione, infrastrutturazione, pratiche e usi urbani. La tavola G (“Contenimento dei processi di degrado e qualificazione paesaggistica: ambiti ed aree di attenzione regionale”) completa il quadro tracciato alla scala regionale delle situazioni di degrado/compromissione in essere individuando le situazioni di maggiore rischio. In particolare : - nella fascia alpina e prealpina si registrano condizioni di elevato rischio di degrado delle aree boscate e dei pascoli, oltreché a quelli derivanti dal probabile incremento dell'urbanizzazione negli ambiti sciabili; - nella fascia della pianura irrigua i rischi di degrado/compromissione sono connessi da un lato alla forte espansione dell'urbanizzazione, nei territori compresi fra la direttrice Milano-Venezia e la strada Paullese e in quelli contermini alle previste grandi infrastrutture per la mobilità, e, dall'altro, ai rischi di eventi alluvionali nei territori delle fasce fluviali.

QUADRO SINOTTICO TUTELE PAESAGGISTICHE DI LEGGE ART. 136 E 142 D.lgs.42/04 Il territorio comunale è interessato da aree di rispetto dei corsi d’acqua tutelati e dal parco regionale della Pineta di Appiano Gentile e Tradate e da bellezze di insieme (Villa Caproni)

Si precisa che il Comune di Venegono Superiore non risulta nell’elenco dei Comuni tenuti ad inviare il PGT adottato, o sua variante, in Regione in quanto coinvolti da obiettivi prioritari di interesse regionale e sovraregionale ai sensi dell'art. 13, comma 8 della LR n. 12 del 2005.

Al fine di una miglior comprensione del sistema territoriale cui la realtà di Venegono Superiore si inserisce, si riporta, in corsivo, il seguente stralcio del P.T.R., sottolineando i peculiari aspetti che interessano il comune.

3.2 Fenomeni di degrado/compromissione paesaggistica provocati da: processi di urbanizzazione, di infrastrutturazione e di diffusione di pratiche e usi urbani

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 86 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

I fenomeni più consistenti e percepibili di degrado/compromissione paesaggistica rilevabili nel territorio lombardo sono certamente connessi alle recenti dinamiche di sviluppo economico insediativo che spingono i nuovi processi di urbanizzazione, di infrastrutturazione e di diffusione di pratiche e usi urbani a sovrapporre sul territorio una moltitudine di interventi settoriali, spesso contraddittori tra loro, senza un adeguato confronto con una visione di insieme, determinando una condizione sempre più estesa di obliterazione dei caratteri identitari e di marcato disordine, non solo fisico, con effetti rilevanti anche sulle condizioni ambientali e sulla qualità della vita. Tali processi investono sempre più non solamente le aree periurbane, dove si sono storicamente manifestati con maggiore evidenza, ma anche i centri e i nuclei storici, i territori aperti agricoli e gli ambiti naturali, dove gli effetti di degrado/compromissione dovuti ai processi di urbanizzazione assumono scale e connotazioni particolari nei diversi contesti locali. Tra gli effetti di degrado/compromissione paesaggistica provocati dai processi di urbanizzazione sono da valutare anche quelli dovuti a interventi di recupero e riqualificazione, come ad esempio interventi di arredo urbano nei centri storici realizzati applicando modelli impropri e/o standardizzati che producono banalizzazione e omologazione e, talvolta, la perdita di autenticità irriproducibili. Si segnalano inoltre i fenomeni di forte degrado/compromissione paesaggistica e ambientale che è possibile registrare nelle aree contermini alle aree di cantiere di grandi opere infrastrutturali e edilizie prolungate nel tempo, la cui presenza, ancorché non stabilmente localizzata nel territorio, è diventata ormai un segno permanente e invasivo del paesaggio contemporaneo; fenomeni di degrado che si manifestano non solo durante l'esecuzione delle opere stesse ma anche, in molti casi, al termine, per il mancato o insufficiente risarcimento del cantiere stesso.

Aree ed ambiti di degrado/compromissione paesaggistica provocata da: processi di urbanizzazione, di infrastrutturazione e di diffusione di pratiche e usi urbani 2.1 Aree di frangia destrutturate, ovvero quelle vaste parti del territorio periurbano costituite da piccoli e medi agglomerati, caratterizzate dalla presenza di spazi aperti ‘riurbanizzati’ e oggetti architettonici molto eterogenei fra loro, privi di relazioni spaziali significative, dove si rileva una forte alterazione/cancellazione dell'impianto morfologico preesistente e la sostituzione con un nuovo assetto privo di alcun valore paesistico e ecosistemico.

Per quanto riguarda gli “Ambiti di degrado paesistico provocato da processi di urbanizzazione, di infrastrutturazione e di diffusione di pratiche e usi urbani” (vedi Tav H.2) il degrado consolidato è stato rappresentato riportando innanzitutto la sommatoria delle estese “conurbazioni” che formano il “Sistema metropolitano lombardo” come rappresentato nel PTR, che comprende le aree densamente urbanizzate lungo l’asse del Sempione, dell’area metropolitana milanese, della Brianza e lungo la direttrice Milano Verona (Bergamo – Brescia). In questo ambito un consumo di suolo sempre più elevato (evidenziato sulla carta riportando l'incremento della superficie urbanizzata >1% nel periodo 1999-2004) si accompagna ad una forte concentrazione di “aree di frangia destrutturate”, di elementi detrattori “assoluti” (cave, discariche etc) e “relativi”, sia di carattere “puntuale” (aeroporti, insediamenti industriali, centri commerciali, multisale cinematografiche, etc.) sia a “rete” (infrastrutture per la mobilità, elettrodotti, etc. ) che determinano, nel loro insieme, notevoli condizioni di criticità paesaggistica e ambientale; esse sono rilevabili anche nei nuovi sistemi di urbanizzazione lineare continua lungo i principali tracciati di collegamento, sia in pianura che nei fondovalle delle fasce alpine e prealpine (in

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 87 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

particolare : Valganna, Valtellina, Valbrembana, Vaseriana, Valcavallina, Valcamonica, Valtrompia, Valsabbia), lungo le coste dei laghi (in particolare quelle lombarde del Lago Maggiore e del Garda, del lago di Como, e quelle orientale del lago d’Iseo) e lungo alcune direttrici di collegamento territoriale ( in Lomellina, tra Mortara e Vigevano, nell’Oltrepò Pavese, tra Voghera e Stradella, nel Cremonese – Mantovano tra Casalmaggiore e Viadana). Possono essere considerati ambiti a rischio di degrado paesaggistico provocato da fenomeni di urbanizzazione: - il grande ambito di espansione della “megalopoli padana” che dalla direttrice Milano-Verona tende ad estendersi verso sud, fino alla strada Paullese (Milano-Crema-Orzinuovi-Ghedi- Castiglione delle Stiviere verso il Mantovano), dove già si registrano significativi fenomeni di neo-urbanizzazione e che sarà innervata da nuove grandi infrastrutture per la mobilità (corridoi paneuropei, sistema viabilistico pedemontano, tangenziale est-esterna di Milano, la Bre-Be-Mi), - le “conurbazioni” di cui ai punti precedenti ancora non del tutto sature, e gli ambiti contigui ai nuovi tracciati di potenziamento dei collegamenti con Malpensa, alla strada Broni-Mortara, al raccordo autostradale tra l’A4 e la Valtrompia e alla grande crociera formata dall’asse autostradale Brennero- Verona-Parma-La Spezia (TiBre) e dalla proposta autostrada Cremona-Mantova. − La presenza di fenomeni di degrado paesaggistico in essere e potenziale determinati dai processi di urbanizzazione, infrastrutturazione e diffusione di pratiche e usi urbani nei contesti naturali di maggiore pregio della fascia alpina e prealpina è stata evidenziata utilizzando come indicatore il numero degli impianti sciistici (fonte Anef Ski Lombardia), particolarmente densi nei territori comunali di Madesimo, Chiesa in Valmalenco, Livigno, Passo dello Stelvio, S.Caterina Valfurva, Ponte di Legno, Aprica, Foppolo, Piani di Bobbio, Presolana, Monte Campione, Monte Maniva.

Per quanto riguarda i repertori del paesaggio lombardo, il comune di Venegono Superiore è caratterizzato dai seguenti elementi:

TRACCIATI GUIDA

33 – Ciclopista dei laghi lombardi Sottoscritto dalle province interessate nel 2006 riguarda un collegamento ciclabile pedemontano da Sesto Calende a Peschiera del Garda (confine regionale) utilizzando parti delle rete ciclabili delle diverse province. Al suo interno potrebbero iscriversi, in un prossimo futuro e con l’obiettivo di trasferire il più possibile l’itinerario in sede separata dalla viabilità ordinaria, il tracciato da recuperare della ex ferrovia Grandate-Malnate (ex-FNM) e il progettato percorso della Volta Rotary Greenway, proposto dal Rotary International nel 2007 fra Appiano Gentile e Erba. Punto di partenza: Sesto Calende Punto di arrivo: Peschiera del Garda (confine regionale) Lunghezza complessiva: 286 km Tipologie di fruitori: ciclisti Tipologia del percorso: piste ciclabili dedicate, strade campestri e forestali, strade secondarie a traffico promiscuo. Capoluoghi di provincia interessati dal percorso: Varese, Como, Bergamo, Brescia. Province attraversate: Varese, Como, Lecco, Bergamo, Brescia. Tipologie di paesaggio lungo l’itinerario: paesaggio insubrico, paesaggio dell’alta pianura, paesaggio delle colline moreniche,

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 88 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

paesaggio delle valli fluviali escavate, paesaggio delle colline pedemontane, paesaggio degli anfiteatri morenici. Internet: www.bicitalia.org/laghi/index.htm

35 - Tracciato della ex-ferrovia della Valmorea e della Valle Olona Vecchia linea ferroviaria dismessa e riattivata come ferrovia turistica nel tratto fra Malnate e Mendrisio che collegava la rete delle FNM a Castellanza con la rete elvetica. Segue per gran parte la valle dell’Olona, segnata da elementi del paesaggio vetero-industriale. Accanto agli ipotizzati progetti di riattivazione dell’intero tronco ferroviario fino a Castellanza, il vecchio sedime potrebbe ospitare in fregio anche un ‘percorso verde’ ciclopedonale. Punto di partenza: Castellanza Punto di arrivo: Valmorea (confine di Stato) Lunghezza o tempo complessivi: 24 km Tipologie di fruitori: pedoni, ciclisti. Tipologia del percorso: sedime ferroviario dismesso Capoluoghi di provincia interessati dal percorso: -. Province attraversate: Varese, Como. Tipologie di paesaggio lungo l’itinerario: paesaggio delle valli fluviali escavate Internet: www.amicidellaferroviavalmorea.it

PARCHI REGIONALI E NATURALI (TAVOLA C) Pineta di Appiano Gentile e di Tradate istituito con LR 16.9.1983, n. 76 (BURL 19.9.1983 n. 37, 2º suppl. ord.)

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 89 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

AMBIENTE URBANO - STATO DI DEGRADO Nel corso dei secoli precedenti Venegono ha subito una certa pressione demografica, stimolata anche dalla politica amministrativa locale che, favorendo sia il turismo "milanese" che gli insediamenti produttivi, ha consentito la permanenza in sito della popolazione la quale, contrariamente a quanto avveniva in altri comuni della zona, poteva trovare il luogo occasioni di lavoro e di sviluppo. La mancanza. però, di un disegno urbanistico complessivo ha favorito uno sviluppo disorganico che non ha saputo dare una fisionomia precisa all'intero paese. Anche oggi la presenza dei tre nuclei antichi, ai quali si è unito il polo amministrativo di piazza Mauceri, e la presenza diffusa di un'edilizia estremamente rada, ha condotto ad un frazionamento tale per cui è difficile, nella stasi edilizia corrente, ipotizzare una inversione di marcia o il tentativo, credibile, di un "ridisegno" complessivo che tenti una unificazione, almeno funzionale. Più che lavorare per costituire un policentrismo, bisogna prendere atto della struttura policentrica e qualificarne gli elementi notevoli e le reti. Se le sacche di dégrado urbanistico stanno, di mano in mano, per essere eliminate anche attraverso micro interventi (spesso scoordinati a livello estetico ma che, almeno, hanno il vantaggio di procurare una rioccupazione di volumi esistenti senza interessare ulteriori aree), diviene oggettivamente difficile sostenere che l'immagine complessiva della nostra località sia di elevata qualità. In effetti, accanto ad ambienti ed ambiti di notevole pregio, si alternano interi isolati edificati ad edilizia comune, qualitativamente inesistenti. Le statistiche ci consegnano un patrimonio edilizio che, percentualmente, si rivela abbastanza giovane e tale da non sottostare alle richieste di una "sostituzione". Si aggiunga a ciò che il tasso medio di abitazioni "in proprietà" è talmente elevato da far intuire una propensione al cambiamento molto limitata e tale da rendere del tutto impensabile un rapido turn-over del patrimonio edilizio esistente. Rimane però la possibilità di sfruttare alcune occasioni per la riqualificazione di interi ambiti consolidati.

AMBITI SPAZIALI DI RILEVANZA PAESISTICA SOVRACCOMUNALE E COMUNALE Nell'elencare i problemi di rilevanza sovraccomunale si segnalano i due temi legati alla gestione delle aree a verde e dell'aeroporto. In entrambi i casi si tratta di spazi debolmente edificati che costituiscono due emergenze spaziali di grande rilevanza che connotano i margini del Comune. Entro il territorio sono poi presenti altre due realtà urbane che vanno a costituire una sorta di spina verde: il 'Pratone' e la "Cascina Talamona"; essi costituiscono una sorta di bolla di compensazione dell'edificato fitto del pianalto. Sul lato nord del Comune, in prosecuzione degli spazi liberi di Vedano Olona, il quartiere di Monterosso si definisce come unità a connotazione specifica che, lontana dalla saturazione, possiede una serie di caratteristiche che debbono essere tutelate. Si debbono, infine, segnalare almeno altre due unità spaziali, per altri versi già citate varie volte in relazione: - le pendici boscate verso Castiglione, - l'incisione che partendo dalla stazione ferroviaria scende verso Fondo Campagna e da qui verso Castiglione Olona, in entrambi i casi si tratta di porzioni di territorio di modeste dimensioni ma che, per le loro caratteristiche intrinseche e per le funzioni da "separazione" che svolgono nei confronti degli altri abitati, meritano considerazione a tutela. In conclusione: se il Consorzio di gestione del Parco Pineta si deve far carico delle azioni di tutela delle aree entro il suo perimetro, se l'assetto dell'aeroporto sfugge ad ogni azione di effettivo controllo (l'insediamento della nuova caserma della Guardia di Finanza è emblematico delle "collaborazione" tra vari enti) a livello comunale, per le altre realtà elencate nel presente capitolo pare necessario proporre almeno un'azione di tutela se non di possibile potenziamento.

STRUTTURE DI RILEVANZA PAESISTICA SOVRACCOMUNALE E COMUNALE - CARATTERI CONNOTATIVI DELLE DIVERSE UNITÀ TIPOLOGICHE A livello di tutela paesaggistica si cita la presenza del Parco della Pineta: nato sull'onda delle previsioni contenute nella Legge regionale n. 76 del 16 settembre 1983, il parco naturale ha il proprio piano territoriale di coordinamento, approvato con DGR del 7 luglio 2000, n. 7/427 che definisce confini stessi dalla zona protetta. Il Parco, sostanzialmente, occupa tutto il lato destro e metà del lato nord del nostro Comune, ricomprendendo tutta l'unità paesistica delle

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 90 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

prealpi moreniche. Connotata da ampie aree boscate che costituiscono un discreto, sebbene parzialmente "eroso", polmone verde intercomunale l'unità paesistica è connotata da un paesaggio alquanto vario segnato da continue alterazioni altimetriche del territorio. A completamento del quadro appena tracciato, si deve segnalare, l'altra unità che seguendo i confini di nord e di ovest segna i confini con la vicina Castiglione. In questo caso l'area boscata è ridotta ad una limitata striscia che resiste sui pendii scoscesi che dalla quota altimetrica di Venegono scendono alla quota della zona di espansione di Castiglione. Se da punto di vista agronomico o ambientale essa non costituisce certo una grande riserva, tuttavia, valutata dal punto di vista puramente paesistico, essa è l'ultima possibilità che resta per assicurare la fisionomia tipica di Venegono. Proprio per sottolineare questa importanza e per comprenderne i risvolti sarebbe sufficiente constatare quello che succede nella pianura del campo di volo e quanto sia improbo determinare ove termina il territorio di Venegono Superiore rispetto a quello di Venegono inferiore.

AMBITI DI ELEVATA NATURALITÀ - GRADO DI SENSIBILITÀ DEI LUOGHI - PRESENZA DI "AMBITI DI CRITICITÀ" Se dunque esistono due ambiti di naturalità, esistono anche siti ove la naturalità è il mezzo di "confusione' o di transizione indolore tra il comune e un'altro, tra una specificità e l'altra. Ma gli stessi luoghi ad alta naturalità sono, come più volte abbiamo sottolineato, attaccati da una serie di pressioni che si stanno susseguendo nel tempo e che tenderebbero ad ulteriori "contrazioni" delle aree naturalmente libere al fine di assicurare una serie di servizi alle popolazioni che si sono ormai insediate nel cuore del Parco. La presenza umana ricerca risposte più adeguate ai bisogni, qualitativamente più soddisfacenti: la realtà urbana locale è ormai dilatata a livello di Città del Seprio, formata da un tessuto urbano senza soluzione di continuità in cui gli abitanti vivono con un aspettativa ed un tenore di vita cittadino, pur godendo di ampi spazi e zone verdi che sono come grandi parchi urbani facilmente accessibili e fruibili. Questo comporta spesso la ricerca di nuove attrezzature anche a scapito delle aree verdi. Dunque: la Pineta è pressata dalle abitazioni di Pianbosco e di Monterosso, la forra di Fondo Campagna subisce erosioni dalla presenza di manufatti venegonesi di vario genere, da infrastrutture - per altro necessarie - che debbono interallacciare Venegono con le realtà contermini e dalle zone già edificate degli altri comuni che necessitano, anch'esse, dei servizi di secondo livello. Si segnala, infine, la presenza di una modesta spina verde che si pone tra via Garibaldi e via Boschetti; essa è posta a cavaliere di un fosso che funziona da colatore per una vasto impluvio determinato dalla prime pendici collinari che trovano qui il loro naturale recapito. Il previgente strumento urbanistico ne prevedeva la tutela ma anche un utilizzo a fini residenziale dei margini verso le citate vie. La pianificazione esecutiva, pur con limitazioni e riduzioni nella parte di intervento edificatorio, ha recentemente delineato un possibile assetto finale dell'area e si é data concretizzazione alla creazione di un lungo spazio a nastro che da via san Rocco risale a nord tutelando. ma anche utilizzando a fini collettivi, le sponde di destra e di sinistra del fossaccio. Nuovi percorsi pedonali potranno percorrere da nord a sud le aree collettive ma proporranno anche attraversamenti pedonali inediti da est ad ovest. Proprio l'occasione di ristudio puntuale della zona ha confermato le necessità di 'completamento di alcuni lotti storici. Questa area ha la vocazione di divenire un area verde di quartiere interconnessa con il resto dell’edificato.

CENTRI STORICI, PERIMETRAZIONE, EDIFICI ISOLATI E MANUFATTI DI RILIEVO STORICO AMBIENTALE; I.G.M. 1/25000 Il Piano Regolatore previgente ha definito le aree storiche sulla scorta di documenti ricchi di dati e di elementi, quindi senza particolari difficoltà. Per questo motivo anche l'estensione delle analisi alle cartografie del 1936 non ha portato a modificazioni di qualche rilievo nei perimetri. In questa sede vengono confermati i tre nuclei storici (Garibaldi, San Giorgio e Pianasca), la presenza del "Seminario" e di "villa Caproni". Si prende atto che l’attuazione del PRG previgente ha eliminato un segno storico, quello della "Cascina Talamona", oggetto di piano esecutivo. Il Piano ha di fatto trasformato interamente i corpi di fabbrica della cascina originaria. Il venir meno di questo manufatto ha anche ridotto la valenza agricola/paesaggistica dell’area verde di pertinenza della stessa.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 91 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Riconoscendo la rilevanza paesaggistica e ormai anche storica di Monterosso e di alcune delle sue ville, si ritiene necessario definire questa zona come area di interesse paesaggistico, con specifiche linee di tutela individuate dal Piano. Ciò nonostante non si ritiene opportuno porre un vincolo di tipo monumentale o ambientale specifico sui manufatti. In conclusione, la variante conferma le perimetrazioni vigenti e, a fronte di una serie di operazioni urbanistico-edilizie che si sono ormai concretizzate, provvede ad una revisione della normativa che viene aggiornata sulla scorta delle indicazioni regionali e di valutazioni progettuali relative all’evolversi della disciplina, sia delle parti da sottoporre a pianificazione esecutiva. All’interno della norma si prevede infatti che i singoli interventi, fino alla ristrutturazione con demolizione con fedele ricostruzione, sono soggetti a titolo abilitativo. Si prevede la possibilità di proporre piani attuativi da parte del privato solo per interventi importanti che coinvolgano interi cortili, che verranno vagliati dalla commissione per il paesaggio. Si segnala infatti la pianificazione attuativa prevista non ha sortito i risultati che erano attesi, per una evidente riottosità degli operatori a riproporre tipologie ormai desuete e che altre non sono assolutamente decollate. Ci si rende conto che il sub-strato proprietario è notevolmente mutato, con un frazionamento eccessivo e con una perdita pesante nelle stime economiche, ma si debbono sottolineare, ancora una volta, gli interessi della comunità che si sovrappongono alle, pur legittime, aspettative dei singoli.

VIABILITÀ STORICA E DI INTERESSE PAESISTICO tracciati e snodi; segni ed edicole; allineamenti; alberature: muri e manufatti caratterizzanti Le indagini e gli studi che l'Amministrazione ha commissionato ad altri esperti hanno posto in evidenza le permanenze e le variazioni che il territorio venegonese ha subito e subisce in relazione alla maglia viaria. Dobbiamo rilevare, però, che la situazione si è ormai stabilizzata e la maglia infrastrutturale si è definita in tutte le sue componenti (con la sola eccezione del collegamento oltre ferrovia tra Venegono Inferiore e Vedano). In tal maniera anche gli aspetti più propriamente paesistici si sono definiti e oggi si possono sicuramente definire quali assi di grande importanza tutte le strade che sono ricomprese nel Parco. Purtroppo la forte attività edilizia del secolo XX ha pressoché cancellato le tracce più antiche lasciando deboli segnali che, però, sono ormai del tutto avulsi dal loro contesto originario. Si può, per contrasto, segnalare che alcuni manufatti 'moderni’, realizzati, ad esempio, lungo via Busti (asta appena centenaria) cominciano ad assumere una importanza connotativa caratterizzante particolari ambienti. Certamente l'incrocio viario di "Santa Caterina" è appartenente alla viabilità storica ma gli interventi degli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso ne hanno totalmente alterato impianto e morfologia: non così è avvenuto a san Giorgio/XXV aprile dove (limitatamente alla parte nord dell'incrocio) si sono mantenuti i connotati principali di inizio secolo e non così è avvenuto in via Garibaldi dove la "pelle" esterna dei contenitori edilizi ripropone ancora gli allineamenti e le cadenze storiche. La piazza Montegrappa è un nodo che negli anni ha subito profonde trasformazioni, poco consone rispetto al ruolo che dovrebbe assolvere. Quello che oggi si manifesta come uno snodo viario/parcheggio dovrebbe tornare a vivere come piazza, qualificando gli elementi presenti, soprattutto in virtù della percezione di chi arriva o semplicemente transita dal territorio comunale. Si rende necessario un intervento, se si vuole coraggioso, che ristabilisca ruoli e identità agli elementi che definiscono la piazza, in modo da restituire alla popolazione un nuovo spazio di socialità. Il sistema Pianasca - via Busti rappresenta un "biglietto da visita" per il paese e come tale va trattato. La riqualificazione dello spazio pubblico-strada deve essere affrontata a partire dalla formazione di un percorso protetto/pista ciclopedonale, realizzato demandando ad ambiti più appropriati lo stazionamento delle auto. Questo non significa eliminare i parcheggi, ma collocarli in ambiti più appropriati per la qualità dell'immagine urbana che si vuol proporre, in funzione di una fruizione efficace dell'intero tessuto cittadino. Ad integrazione della mobilità leggera, si propone di riqualificare e riaprire percorsi pedonali esistenti e scalinate, evidenziati nella cartografia. In questa maniera si conferisce carattere urbano alla maglia viaria principale, che, si ribadisce, vuole essere occasione di relazione e non mero collegamento funzionale.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 92 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Dal capo opposto rispetto alla Pianasca, si evidenzia un altro nucleo meritevole di riqualificazione: la Piazza della Chiesa di San Giorgio su cui gravitano anche la biblioteca, la scuola materna e l'oratorio. La riqualificazione della pavimentazione e dell'arredo urbano, la valorizzazione della mobilità leggera, associata alla presenza adeguata di posti auto, consentono la piena fruizione dell'ambito ricco di servizi ed attività commerciali.

Considerata la valenza storica e identitaria dei nuclei storici, si prevede la riqualificazione dello spazio-pubblico strada e delle corti interne. Il Piano delle Regole è sicuramente uno strumento strategico per migliorare l’aspetto compositivo attraverso la riqualificazione delle facciate, dell’arredo urbano, delle pavimentazioni, delle insegne, in modo da creare una percezione accogliente. Questo aspetto deve essere però a corollario di una reale trasformazione. Il vero motore della trasformazione è di ordine strutturale: il tessuto storico, proprio per la sua conformazione e la possibilità di ospitare varie funzioni (peculiarità assente nelle espansioni successive), deve tornare ad essere appetibile per l’introduzione di attività “produttive” e di servizio più contemporanee, anche di carattere innovativo, sociale e adeguate ai luoghi. Lo spazio pubblico strada risulta già ricco di attività commerciali e pertanto vitale; la riqualificazione dei fronti e della pavimentazione consentirà sicuramente di stimolarne maggiormente la vivacità. Il Piano persegue ulteriormente l’incentivazione del sistema commercio all’interno dei centri storici, quale naturale centro commerciale, non consentendo l’insediamento di nuove medie e grandi strutture. L'area verde di proprietà comunale a ridosso della via Garibaldi può essere un elemento qualificante per la ricostruzione dell'immagine delle corti, integrando la dimensione storica con quella naturale. Inoltre la vegetazione può essere strumento di mitigazione della percezione delle recenti espansioni residenziali che formano una quinta poco qualificata alla vista che si apre dagli androni dei cortili. Da ultimo, le scelte legate alla mobilità vanno nella direzione del recupero e rivitalizzazione dei centri storici, come la creazione di posteggi a ridosso dei nuclei stessi e il loro inserimento all’interno di un sistema di percorsi ciclopedonali.

GRANDE VIABILITÀ E CRITICITÀ DELL'IMMAGINE PERCEPITA Venegono è interessata, molto marginalmente, dalla strada provinciale 233 che da Saronno conduce a Varese: essa scorre appena fuori dal territorio comunale, lungo il margine ovest. Non interferirebbe con il nostro Comune se, date le situazioni di affollamento critico, le vie parallele ad essa non venissero impiegate quali "alternative" meno congestionate. In tal modo una buona quota percentuale del traffico. specie quello a breve-medio raggio si sposta immediatamente più ad est e impiega le aste venegonesi. Si aggiunga a ciò che, la tradizionale carenza di collegamenti est-ovest, riscontrabile in tutta questa parte di provincia, penalizza non poco tutti i vari comuni che si trovano sottoposti ad una continua pressione esercitata su attrezzature viarie certamente sotto dimensionate alle esigenze e che, tutte, percorrono territori ampiamente urbanizzati ed abitati. In Venegono abbiamo una provinciale (via Battisti) che percorre tutto il territorio da sud a nord (da Venegono Inferiore a Vedano Olona) correndo poco discosta dal rilevato ferroviario, contribuendo a creare una barriera difficilmente permeabile. Da questa, appena prima dal nucleo storico di Pianasca si stacca una ramo di collegamento verso Binago che, sostanzialmente è una delle poche alternative alla percorrenza Marone-Vedano-Binago. Per il vero, è stata tentata un'alternativa a via Battisti con la creazione di via Giulio Cesare ma l'asta, anche di ragguardevoli dimensioni, non ha un accesso agevole da Venegono Inferiore e non ha sbocco in Venegono Superiore andando ad inserirsi nel collo di bottiglia di via Garibaldi. La stessa via Boschetti, che attraverso i boschi sale verso Nord-Est non ha un'immissione ed un collegamento idoneo, dovendo arrotolarsi in complesse immissioni. Dal punto di vista di 'primo impatto" si deve riconoscere che le vie provinciali che interessano il nostro Comune non hanno alcuna caratterizzazione se non quella dovuta a questa loro forzata coabitazione di movimenti extra-comunali con quelli comunali. Non è riconoscibile alcuna gerarchia né alcun particolare accorgimento che possa

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 93 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

denunciare la presenza di aste di grado diverso di servizio, soprattutto per quel che concerne la mobilità leggera. Anche gli spazi laterali, solo per un breve tratto di via Battisti leggermente più ampi ma del tutto informi, non sono utilizzati per qualificazioni particolari ma rimangono, semplicemente, quali spazi 'dismessi". E' dunque necessaria un'ampia azione di riqualificazione sia funzionale che ambientale: queste azioni, però, non sono dipendenti dall’Amministrazione locale ma afferiscono ai gradi superiori i quali, per altro, non hanno proposto nei loro piani alternative di qualche concretezza.

La sfida è quella di creare un coerente sistema di spazi pubblici, integrando le strutture esistenti, per dotare Venegono di spazi di relazione efficaci ed accoglienti. Un anello ciclopedonale metterà in comunicazione tutte le strutture presenti nella rete, come evidenziato nella tavola grafica. Arretramenti anche puntuali delle recinzioni, gestiti con il criterio della compensazione, consentiranno anche l’introduzione di spazi di sosta ed elementi vegetali, trattati con continuità e coerenza lungo le direttrici individuate. La forte connotazione vegetale concretizza l’idea di creare un sistema di spazi pubblici-verdi a rete sul territorio, in modo da creare dei corridoi continui.

Si dovrà riqualificare e potenziare la rete di percorsi escursionistici, al fine di migliorare la fruibilità del territorio, intesa come servizio per il cittadino, anche attraverso criteri di compensazione. La ripresa del Parco da parte della comunità ha un valore paesistico insito nell’uso passato dei boschi. In questo ambito naturalistico appare prioritario porre attenzione alle aree di frangia edificate che si rivolgono al Parco Pineta, al fine di creare una relazione funzionale fra gli stessi.

VIABILITÀ DI FRUIZIONE PANORAMICA ED AMBIENTALE: ampie prospettive; attraversamenti di zone agricole e boscate; sentieri e strade alzaie; piste ciclo-pedonali; ferrovie ed infrastrutture dismesse. Non esiste, come già abbiamo segnalato, una viabilità specifica studiata dal punto di vista panoramico. Rimane il fatto che, stante la configurazione dei siti e dei luoghi, alcuni tratti della viabilità maggiore vengono ad assumere, nonostante tutto, una grande valenza panoramica e determinano alcune possibilità di ampie vedute o attraversano ambienti speciali. E' il caso di via Battisti, nel tratto tra Venegono Inferiore e Pianasca, quando costeggia le aree libere della piana aeroportuale; è il caso delle vie che percorrono la pineta di Tradate, per i tratti che dai nuclei antichi di Venegono si spingono entro le parti boscate, percorrendole da ovest ad est e da nord-est a sud-est. Parimenti, a livello cittadino, due tratti di vie locali acquistano una loro rilevanza quando sfilano - a destra o a sinistra - i terreni Talamona che costituiscono, come detto, un elemento peculiare entro il quadro cittadino attuale. Non esistono, evidentemente, strade alzaie o ad esse assimilabili, così come anelli ciclo pedonali e si hanno solo modesti accenni di penetrazioni pedonali di tipo trasversale dovuti, per lo più, ai più recenti piani esecutivi che si sono fatti carico di queste necessità. Parimenti non esistono ferrovie o infrastrutture dismesse che possano essere impiegate quali risorse paesisticamente interessanti, seppur la percorrenza della ferrovia offra coni visuali di particolare interesse sul paesaggio circostante.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 94 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.2.3.2 LINEE GUIDA PER L’ESERCIZIO DELLE FUNZIONI AMMINISTRATIVE IN MATERIA DI TUTELA DEI BENI PAESAGGISTICI

In riferimento al D. lgs. n. 42/2004 ed in attuazione della l.r. n. 12/2005 la Giunta Regionale ha approvato la d.g.r. 15 marzo 2006, n. 8/2121 “Criteri e procedure per l’esercizio delle funzioni amministrative in materia di tutela dei beni paesaggistici in attuazione della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12”. L’Amministrazione Comunale con lo scopo di promuovere una valida “azione” per la valorizzazione dell’intero territorio comunale, con particolare attenzione alla tutela, salvaguardia e recupero sia dei c.d. “elementi costitutivi del paesaggio”, nel 2008 si è dotata di linee guida per l’esercizio delle funzioni amministrative in materia di tutela dei beni paesaggistici, come strumento finalizzato al miglioramento della qualità paesaggistica degli interventi sul territorio. Ogni progetto di trasformazione paesaggistica che interferisca con più elementi costitutivi il paesaggio - siano essi afferenti il settore geomorfologico naturalistico piuttosto che antropico - dovrà prestare attenzione agli elementi di vulnerabilità e di rischio ed alle categorie compatibili di trasformazione proprie di ogni elemento. La proposta progettuale dovrà cogliere le opportunità di salvaguardia e valorizzazione che ogni elemento determina ma, soprattutto, dovrà garantire che le sinergie determinate dall'insieme degli elementi interessati possa "costruire" un progetto che aggiunge qualità paesaggistica al luogo che si propone di trasformare. Le schede di seguito illustrate costituiscono un riferimento di carattere generale per la valutazione delle trasformazioni paesaggistiche afferenti i singoli elementi descritti. Le schede sono suddivise in due grandi gruppi: geomorfologico naturalistico ed antropico.

ELEMENTI COSTITUTIVI DEL SETTORE GEOMORFOLOGICO E NATURALISTICO

VERSANTI DEFINIZIONE, CARATTERE PAESISTICO E VALUTAZIONI PERCETTIVE Sono costituiti dalle aree delimitate da un crinale e da un fondo vallivo. I versanti, generalmente ritenuti elementi di raccordo tra fondovalle e energie di rilievo, possono dar luogo a configurazioni differenti, versanti semplici molto acclivi con detriti di falda, versanti semplici poco acclivi, versanti terrazzati. Il versante è l'elemento percettivo dominante che determina la plastica dei paesaggi vallivi con la presenza diffusa di elementi morfologici particolari quali: orli di terrazzo, conoidi di deiezione, conoidi misti, depositi morenici, rocce esposte, detriti di falda, coltri eluviali, rupi, cascate, corsi d'acqua incisi, calanchi, rocce montonate o lisciate, piramidi di terra, paleofrane e nicchie di distacco. Il terrazzo di valle, per il suo carattere solitamente deforestato, si configura come potente elemento di contrasto con l'omogeneità della copertura boschiva dei versanti. Principalmente due le modalità di percezione dei versanti: dal versante opposto e dal fondovalle.

MODALITA' DELLE TRASFORMAZIONI Elementi di vulnerabilità e di rischio Alterazione del sistema orografico. Interventi antropici di periodo recente con tracce evidenti di frizione con il contesto ambientale. In funzione delle locali caratteristiche geologiche, gli interventi sui versanti possono creare situazioni di instabilità (frane, erosioni, decorticamento) anche di notevole importanza, per cui ogni trasformazione deve essere attentamente valutata dal punto di vista geologico. Tutte le trasformazioni operate sul versante acquistano una particolare evidenza percettiva in ragione della particolare esposizione visuale degli oggetti disposti su terreni acclivi: ciò è da tenere presente anche al fine della valutazione della compatibiltà di eventuali interventi trasformativi proposti. Categorie compatibili di trasformazione

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 95 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Sulle aree di versante aventi pendenza assoluta superiore al 30% devono, di norma, essere esclusi gli interventi edilizi nonché qualsiasi impedimento al deflusso delle acque, i riporti e i movimenti di terreno che alterino in modo sostanziale e/o stabilmente il profilo del terreno, salvo le opere relative a progetti di recupero ambientale.

CORSI D’ACQUA DEFINIZIONE, CARATTERE PAESISTICO E VALUTAZIONI PERCETTIVE Comprendono i corsi d'acqua naturali e artificiali, comprese le aree relative agli alvei ed ai paleoalvei dei corsi d'acqua naturali a morfologia variata delimitata da scarpate alluvionali o da superfici inclinate da terrazzamenti o a morfologia pianeggiante perimetrata dall'arginatura maestra. Il reticolo idrografico, con forme diverse e peculiari all'interno delle singole fasce geografiche, costituisce un elemento di costante connotazione del paesaggio lombardo.

MODALITA' DELLE TRASFORMAZIONI Elementi di vulnerabilità e di rischio La vulnerabilità è da porre in relazione alla particolare sensibilità del sistema alle modificazioni dei singoli elementi di piccola scala, non sempre adeguatamente rilevati e valorizzati, oltreché alle possibili e frequenti immissioni inquinanti. I rischi sono connessi principalmente alle trasformazioni dirette (regimazione) e indirette indotte dall'edificazione (copertura, deviazione, arginature), trasformazione e rimodellazione del suolo ai margini e interferenza delle reti tecnologiche (captazione di corpi d'acqua minori a regime variabile in fase di realizzazione delle strutture sotterranee). Categorie compatibili di trasformazione La tutela si esplica nel quadro di un adeguato ambito, tenuto conto in particolare del contesto idrogeomorfologico (con riguardo alle aree occupate normalmente dai corsi d'acqua ed alle aree di espansione in caso di piene ordinarie), del contesto vegetazionale e degli aspetti faunistici e storicoculturali. La tutela deve: evitare le alterazioni morfologiche, quali nuove attività estrattive e discariche, e movimenti di terra ai fini agricoli; promuovere la libera divagazione del corso d'acqua; promuovere la conservazione degli eventuali meandri, lanche, zone umide; promuovere il controllo e, nelle aree extraurbane, l'esclusione di nuove edificazioni anche ad uso agricolo e zootecnico con prescrizioni che precisino la compatibilità al contesto dei caratteri tipologici ed architettonici delle trasformazioni eventualmente ammesse; evitare la manomissione o la riduzione della vegetazione ripariale; promuovere interventi di manutenzione e di recupero ambientale con il ripristino della continuità della vegetazione ripariale anche sostituendo i seminativi con boschi o colture arboree; determinare la compatibilità degli interventi di regimazione idraulica, che devono essere programmati nell'ambito di comprensori di bacino ed essere improntati a tecniche di ingegneria naturalistica. In caso di interventi di riordino irriguo, di opere di miglioria o di ricomposizione fondiaria possono essere ammesse riorganizzazioni della rete irrigua e della connessa vegetazione riparia ed arborea, purché nel quadro di un generale controllo paesisticoambientale.

BOSCHI E FORESTE (di impianto naturale) DEFINIZIONE, CARATTERE PAESISTICO E VALUTAZIONI PERCETTIVE Insieme di una superficie di terreno e del soprassuolo arboreo che lo ricopre; quando l'estensione è notevole più che di bosco si parla di foresta.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 96 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A seconda dell'età delle piante che compongono il soprassuolo il bosco può essere coetaneo (specie arboree della stessa età) o disetaneo (specie arboree di età diversa), mentre in relazione alle specie può risultare puro (di una sola specie) o misto (di più specie). Secondo le modalità di rinnovo del soprassuolo arboreo il bosco può essere ceduo o di alto fusto. Costituiscono ambiti vincolati ai sensi dell'art. 142, comma 1, lettera g) del D.Lgs 42/2004. Alla forte connotazione percettiva come sistema naturale degli areali dei boschi e foreste si accompagna una diretta identificazione fra il loro grado di conservazione e lo stato di salute del territorio: acquistano quindi grande rilevanza simbolica, anche in relazione alla storica sacralizzazione di questi luoghi, oltre che grandissimo valore naturalistico ed estetico/percettivo.

MODALITA’ DELLE TRASFORMAZIONI Elementi di vulnerabilità e di rischio Nuovi interventi edilizi e di infrastrutturazione salvo le opere connesse all'attività forestale; Incendio; Nuove recinzioni; Traffico motorizzato diverso da quello per le attività agro-silvo-pastorali; Diminuzione della funzione di protezione idrologica del territorio nel caso di bosco degradato e di forti tagli. Categorie compatibili di trasformazione Le pratiche silvocolturali devono essere improntate a criteri naturalistici: nelle fustaie si deve favorire il rinnovo naturale della specie ed impedire il taglio a raso del bosco; il ceduo trentennale dovrebbe essere convertito in fustaia. Non deve essere ridotta la superficie delle aree, deve essere vietato il dissodamento, la sostituzione dei boschi con altre colture e l'allevamento zootecnico di tipo intensivo. E' consigliata la manutenzione e il reimpianto boschivo con specie autoctone delle aree alterate o riportabili allo stato di bosco.

ELEMENTI COSTITUTIVI DEL SETTORE ANTROPICO Infrastrutture, viabilità, e rete idrografica artificiale

VIABILITA' STORICA (segni territoriali) DEFINIZIONE, CARATTERE PAESISTICO E VALUTAZIONI PERCETTIVE Viabilità storica: si intende per strada storica ogni manufatto viario che per forma, struttura, funzione, titolo, mantenga o abbia mantenuto una sua rilevanza nel corso dei secoli e che, come tale, sia registrabile attraverso documenti storici (cartografici o testuali) e mediante le tracce residuali che ha lasciato sul terreno. In qualità di bene culturale, al concetto di strada vanno accostate oltre al manufatto viario in sé, anche le opere di supporto al traffico, quali ponti, osterie, locande, cippi edicole sacre, altre opere d'arte che sono parte integrante del sistema “strada” (si veda anche la scheda successiva 'opere d'arte territoriali') e che conservino anch'esse valore storico. Per forma si intende l'andamento planoaltimetrico del tracciato viario, considerato nella sua interezza da una titolazione propria o documentata da un progetto d'opera in sé concluso. Per struttura si intende il manufatto viabile col piano di calpestio o rotabile, nonché le massicciate e i muri di sostegno e contenimento. In questo senso si intende per strada storica non solo il manufatto rotabile o carrozzabile di età moderna, ma anche quello mulattiero e pedonale di epoca storica più antica, ivi compresi i tracciati che rientrano nel campo della ricerca archeologica. Per funzione si intende il ruolo assunto da tale via di comunicazione nel corso dei secoli e definibile secondo valutazioni di ordine territoriale o economico. Per titolo si intende la denominazione della strada stessa così come mantenuta e tramandata nel corso dei secoli. Costituiscono emergenze particolari quelle di cui può essere documentata o supposta l'antichità, la funzione originaria e l'identità del costrutto re. La soglia temporale per

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 97 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

riconoscimento del sistema o manufatto può essere convenientemente stabilita intorno alla metà del XIX secolo e si fonda sulla situazione registrata nelle mappe del catasto Lombardo-Veneto del 1850-1861. Eventuali tracciati realizzati dopo tale data possono pure essere ricompresi se siano dimostrativi, per concezione tecnica o per significato funzionale, di una chiara evoluzione della tecnica stradale, meritevole di segnalazione e tutela. Strutture recenti: Per le strutture più recenti, il valore paesistico é in funzione della panoramicità: possibilità di percezione dell'orizzonte e di singoli elementi e mete ottiche fruibili sia dal percorso che da punti di visuale isolati. Segni territoriali: i segni rilevabili della centuriazione romana; il sistema infrastrutturale dell'accessibilità dei fondi e la maglia poderale con le forme di appoderamento e le tipologie degli insediamenti sparsi. Le vie di antica formazione, dotate di valore storico-culturale per la loro caratteristica di segni strutturanti il territorio, possono assumere valore paesistico anche per la loro panoramicità.

MODALITA' DELLE TRASFORMAZIONI Elementi di vulnerabilità e di rischio Realizzazione di nuovi tracciati e varianti di tracciati preesistenti che implichino il disassamento delle direttrici storiche, la formazione di manufatti, attrezzature e arredi nonché la trasformazione di contesti ambientali stabilizzati. Perdita delle tracce di singoli segni territoriali sia individuali sia costitutivi di sistemi complessi Categorie compatibili di trasformazione Predisposizione di fasce di rispetto e protezione visiva della viabilità di interesse storico paesaggistico calibrate e distinte da quelle di pura inedificabilità. L'utilizzazione di tali aree è condizionata dal mantenimento di un assetto di decoro ambientale, con esclusione di deposito e accatastamento di materiali residuati o di scorte, macchinari ecc.; con esclusione di ogni indiscriminato uso espositivo e pubblicitario indiretto e non autorizzato in ordine alla compatibilità ambientale.

OPERE D’ARTE TERRITORIALI DEFINIZIONE, CARATTERE PAESISTICO E VALUTAZIONI PERCETTIVE Tutte quelle opere quali ponti, acquedotti, arginature e tutte quelle presenze territoriali diffuse, opera dell'uomo e non strettamente riconducibili ad edifici, spesso emergenze edilizie dei sistemi lineari. Sono elementi artificiali molto spesso posti in ambiti dotati di un alto grado di naturalità; costituiscono quindi delle polarità di forte orientamento della visione del quadro naturale. Tra le diverse opere, riconosciamo le passerelle e i ponti come elementi caratteristici del paesaggio: in legno o in pietra, antichi o costruiti uno o due secoli addietro. Le arginature costituiscono a volte un elemento di notevole impatto paesaggistico: le modalità di percezione più frequenti sono riferite alla visione di queste opere dall'acqua, dalla sponda opposta e dai percorsi lungo l'argine soprattutto in corrispondenza di insenature, anse, ecc.; in pianura costituiscono - a volte - un elemento di ostacolo alla percezione dei corsi d'acqua e si pongono come elementi emergenti dal piano di campagna.

MODALITA' DELLE TRASFORMAZIONI Elementi di vulnerabilità e di rischio Mancata manutenzione, abbandono. I ponti minori e le passerelle spesso decadono lentamente per incuria o spazzati via da un'alluvione. Forte impatto sul territorio del nuovo impianto di acquedotti con le loro strutture, i sistemi di canalizzazione e raccolta delle acque. Arginature:

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 98 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

a) per le nuove opere eccessiva artificializzazione dell'elemento naturale con conseguenti danni alla vegetazione riparia e agli ecosistemi animali; b) al contrario, per le arginature di origine storica, l'abbandono e la rinaturalizzazione spontanea o progettata.

Categorie compatibili di trasformazione Lungo i fondovalle fluviali e sulle sponde dei corsi d'acqua dovrebbe essere progressivamente disincentivata e preclusa la percorrenza automobilistica: il tema ricorrente dell'interposizione di nuovi attraversamenti delle valli fluviali e dei corsi d'acqua impone notevoli riflessioni sul probabile impatto. Per le nuove arginature la pratica progettuale deve rispettare rigorosamente il paesaggio con opere calibrate e con tecniche differenti a misura del contesto in cui si collocano (urbano o extraurbano). Per arqinature extraurbane si consiglia di adottare le soluzioni tecniche del “Quaderno opere di ingegneria naturalistica” e del “manuale tecnico di ingegneria naturalistica” approvato con DGR 29 febbraio 2000, n. VI/48740 (pubblicata sul BURL del 9 maggio 2000, 1° Supplemento Straordinario al n. 19).

FONTANILI DEFINIZIONE, CARATTERE PAESISTICO E VALUTAZIONI PERCETTIVE Emergenza spontanea della falda freatica o presa d'acqua da una falda freatica non affiorante, ma situata a piccola profondità. Elementi caratteristici sono la testa e l’occhio del fontanile. La testa è uno scavo di forma circolare con un diametro di parecchi metri. Da essa si di parte un canale che deriva l'acqua affiorante. L'occhio è un cilindro senza fondo in legno, cemento o lamiera, del diametro di circa 1 m, inserito nella testa del fontanile, per facilitare l'uscita dell'acqua che sgorga dal fondo. L'acqua esce da una soglia intagliata nel bordo superiore del cilindro. In ogni testa di fontanile si piantano parecchi di questi cilindri. Numerosi sono i fontanili costruiti per derivare acqua a scopo irriguo. Essi possono fornire portate variabili. I fontanili riguardano microambienti artificiali di regimazione delle acque in funzione di drenaggio e di approvvigionamento idrico. Costituiscono una emergenza testimoniale storico-archeologica di grande rilievo per complessità e durata dell'intervento necessario alla loro realizzazione e si configurano inoltre come sistema di altissimo valore ecologico e naturalistico

MODALITA' DELLE TRASFORMAZIONI Elementi di vulnerabilità e di rischio Manomissione del microambiente. Inquinamento delle falde superficiali. Categorie compatibili di trasformazione Mantenimento in uso del sistema. Rispetto rigoroso del microambiente. Deve essere promosso il ripristino ambientale delle aree rurali, il mantenimento delle aree di transizione, in quanto sensibili, e l'equilibrio dell'ecosistema urbano-rurale.

Elementi del paesaggio agrario e strutture verdi TERRAZZAMENTI DEFINIZIONE, CARATTERE PAESISTICO E VALUTAZIONI PERCETTIVE

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 99 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Riguardano modellamenti di versanti ripidi con gradoni ai fini di coltivazione agricola e di stabilizzazione idrogeologica. Si distinguono nei tipi con muri a secco (per le pendenze maggiori) o con scarpate artificiali (ciglioni) consolidate dal manto erboso. Sono un elemento fondamentale, storico e visuale, di identificazione del paesaggio agrario lombardo collinare, montano e delle riviere dei laghi subalpini. Terrazze e ciglioni sostituiscono al declivio continuo della pendice - così come più comunemente si presenta in natura - una successione di ripiani degradanti. Nella sistemazione a ciglioni la funzione di sostegno dei ripiani resta affidata alla coesione, o a quella della cotica erbosa, nella sistemazione a terrazze i ripiani sono sostenuti da muri a secco, costruiti con sassi ricavati sul luogo dallo spietramento del terreno. I muri di sostegno dei terrazzamenti agricoli costituiscono l'elemento di connotazione percettiva dal basso dei versanti coltivati. Oltre al particolare assetto morfologico, evocativo di una modalità di trasformazione antropica di lunga durata in assonanza con le componenti naturali del paesaggio, i terrazzamenti in pietra si pongono in relazione organica con il contesto di riferimento anche per la natura del materiale impiegato. La conservazione e il mantenimento dei terrazzamenti, oltre a svolgere una funzione di mantenimento delle caratteristiche del paesaggio, svolge una funzione di prevenzione dal degrado e di sicurezza della stabilità dei versanti.

MODALITA' DELLE TRASFORMAZIONI Elementi di vulnerabilità e di rischio Abbandono delIe coltivazioni. Assenza di manutenzione delle murature di contenimento o delle scarpate artificiali, dei canali di scolo e di fossi per il convoglio delle acque. Categorie compatibili di trasformazione Conservazione dei manufatti che li caratterizzano mediante la loro scrupolosa manutenzione, avendo cura, nel caso di parziali o totali rifacimenti di reimpiegare lo stesso tipo di materiale litoide e le stesse tecniche costruttive. Dovrà essere particolarmente controllato l'inserimento paesistico ambientale delle strade di accesso e di raccordo tra i terrazza menti utilizzati a fini agricoli evitando le massicciate in cemento a vista.

BOSCO DI IMPIANTO DEFINIZIONE, CARATTERE PAESISTICO E VALUTAZIONI PERCETTIVE Per bosco d'impianto si intendono colture legnose agrarie quali pioppeti e castagneti; i pioppeti sono impianti artificiali di specie ibride a rapido crescimento. I pioppeti sono fisicamente assimilabili a boschi in cui è però sempre ben evidente il sesto di impianto: occupano suoli freschi, anche inondati, ma non perennemente umidi. Frequentemente sono accompagnati da uno strato erbaceo di vegetazione invadente, formato da specie esotiche che spesso si ritrova anche lungo i greti dei fiumi. Si rileva una presenza più massiccia e diffusa di pioppeti in prossimità dei fiumi; in corrispondenza di zone golenali, di lanche e meandri relitti e di zone depresse con falda subaffiorante. Sia il pioppeto sia il castagneto, nei loro relativi ambiti, sono elementi fortemente connotativi del paesaggio. Il pioppeto come elemento di impianto rigidamente ordinato e monocolturale è indicativo dell'intervento antropico sul territorio utilizzando elementi naturali.

MODALITA' DELLE TRASFORMAZIONI Elementi di vulnerabilità e di rischio Incuria, abbandono

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 100 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Categorie compatibili di trasformazione Va sostenuta la pioppicoltura come elemento ormai caratteristico di diversificazione del paesaggio.

GIARDINI E VERDE URBANO DEFINIZIONE, CARATTERE PAESISTICO E VALUTAZIONI PERCETTIVE Giardini o parchi privati; giardini e parchi pubblici, viali e passeggiate alberate e in genere tutti i luoghi verdi all'aperto e le architetture vegetali (roccoli, viale delle rimembranze ed altre) che caratterizzano il paesaggio urbano. Il verde urbano rimane ancora oggi il luogo dove gli abitanti trascorrono la maggior parte del tempo libero e dove la domanda sociale di verde è sempre più pressante e motivata. Nelle città gli elementi vegetali e gli spazi verdi hanno funzioni diverse: dalla funzione ecologica, a quello di arredo stradale, dalla funzione scientifico-didattica, a quella culturale come testimonianza di epoche passate. Le ville, i giardini e i parchi che si distinguono per la loro non comune bellezza sono tutelati dalle norme del D.Lgs n. 42 del 2004 quando esista vincolo esplicito.

MODALITA' DELLE TRASFORMAZIONI Elementi di vulnerabilità e di rischio Mancata manutenzione, perdita sia del singolo elemento vegetale sia dell'impronta storica dell'area verde. Si deve prestare attenzione a non impoverire il patrimonio arboreo esistente e a conservarlo nel modo migliore; i parchi di ville, i parchi pubblici e le piantumazioni in luoghi pubblici - urbani e non - hanno obbedito nel tempo a precise scelte di decoro e di stile nella disposizione e nella scelta dell'essenza e della conformazione delle specie arboree che non può essere dimenticata o sottovalutata. Il patrimonio arboreo va soggetto a forme di decadenza, per età e per infortuni, più frequente che non l'edificato ed è per questo motivo che le cautele devono essere ancora maggiori, sempre e comunque in ordine al disegno generale che presiede allo sviluppo del territorio.

Categorie compatibili di trasformazione Nei casi in cui il valore dell'albero [per le sue essenze pregiate; per la sua collocazione in giardini e parchi monumentalj; per il suo valore di memoria storica (si veda anche la scheda relativa ai monumenti naturali)] richiede prioritariamente una attenzione conservativa assoluta, compatibilmente con i costi di intervento, si faccia ricorso alla dendrochirurgia o a pratiche analoghe di restauro e rivitalizza-zione utilizzando esperti qualificati nel settore botanico. La sostituzione degli individui da abbattere preferibilmente con esemplari della stessa specie se questa è pregiata e coerente con il sistema del giardino - e nel rispetto dei disegni originari (mappe, catasti, documenti storici). Devono impiegarsi esemplari di dimensioni quanto più possibile vicino a quelle degli altri alberi abbattuti (con un'altezza minima di 3 metri nel caso di alberi di grosse dimensioni), con modalità di trapianto tali da garantirne l'attecchimento. In generale la capitozzatura è consentita solo nei casi in cui l'essenza sia già stata in passato sottoposta a tale tipo di governo.

Sistemi insediativi INSEDIAMENTI con CASE ISOLATE DEFINIZIONE, CARATTERE PAESISTICO E VALUTAZIONI PERCETTIVE Sono insediamenti la cui principale unità costitutiva è rappresentata dalla casa isolata. Le case, separate una dall'altra sia dal punto di vista spaziale, sia da quello costruttivo, sono disposte una accanto all'altra oppure una dietro l'altra. La distanza fra due case non supera di regola la lunghezza media delle stesse. Se una parete laterale non presenta aperture, questa distanza può ridursi notevolmente. La disposizione può essere determinata da un elemento topografico

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 101 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

particolare: dal profilo del terreno, da una corso d'acqua e, di regola, da una strada. Si possono distinguere principalmente tre tipi di disposizione planimetrica: la disposizione indifferenziata, quella lineare e quella concentrica (oppure per poli). Disposizione indifferenziata: le case sono disposte una dietro l'altra o una accanto all'altra; il loro orientamento dipende dalle curve di livello, di conseguenza le case hanno tutte lo stesso orientamento. Disposizione lineare: le case sono disposte lungo una strada o lungo un passaggio; esse sono orientate verso questi ultimi. Disposizione concentrica: le case sono raggruppate intorno a uno spazio pubblico centrale verso il quale sono anche orientate. In questi insediamenti prevale l'immagine della discontinuità dell'edificato e la polarizzazione della percezione sui singoli elementi edilizi.

MODALITA' DELLE TRASFORMAZIONI Elementi di vulnerabilità e di rischio Anche se il progressivo intasamento degli spazi interstiziali appartiene alla dinamica storica delle modificazioni di questi insediamenti, tuttavia la rapidità e l'estraneità delle aggiunte e connessioni recenti costituisce un potenziale di rischio per l'immagine e la natura discreta dell'aggregazione. Categorie compatibili di trasformazione Conservazione scrupolosa degli elementi isolati superstiti (in particolare le case a torre) e dei percorsi e spazi aperti interposti agli edifici.

INSEDIAMENTI con CASE a SCHIERA DEFINIZIONE, CARATTERE PAESISTICO E VALUTAZIONI PERCETTIVE Si tratta di insediamenti compatti costituiti da più edifici collegati fra loro. Vi è una direzione, quella che corrisponde all'allineamento delle case sulla strada, secondo la quale il principio di aggregazione rimane sempre il medesimo. Per poter giungere a una definizione tipologica degli insediamenti con case a schiera è quindi di fondamentale importanza distinguere i differenti modi di sviluppo in profondità delle case che lo costituiscono. da questo dipende infatti la collocazione delle aperture e quindi anche la distribuzione delle parti costitutive dei singoli edifici e il rapporto con le aree libere circostanti. Come principio di aggregazione ogni casa è collegata a quella vicina, la parete divisoria è comune, di conseguenza le case offrono un fronte compatto verso la strada che costituisce l'elemento primario determinante per l'allineamento. Generalmente le case che compongono un insediamento con case a schiera sono di altezza simile e spesso anche i tetti di più edifici costituiscono un'unità costruttiva. Le case volgono a lIa strada il Iato di gronda. Negli insediamenti maggiori le schiere sono in genere ordinate una accanto all'altra e una dietro l'altra in un sistema di vie parallele a formare un villaggio compatto, un villaggio cioè in cui lo spazio libero è rappresentato, all'interno del suo perimetro, soltanto dalle strade. A differenza degli insediamenti con tipi isolati, queste forme di aggregazione sono contraddistinte dalla continuità dell'immagine architettonica, pur nella varietà delle singole componenti. Le cortine inquadrano sovente scorci e immagini selezionate del paesaggio circostante. Nella loro percezione lontana prevale la compattezza delle linee costituite dalle schiere, spesso rese evidenti nella loro successione a causa dell'acclività del terreno ad esempio nei versanti. N.B. Quanto detto sopra, così come per gli altri sistemi aggregativi, riguarda i nuclei di origine storica e non i progetti di nuovi insediamenti (piani esecutivi) - che utilizzano sistematicamente specifiche tipologie edilizie - nè le aggregazioni insediative di recente formazione.

MODALITA' DELLE TRASFORMAZIONI Elementi di vulnerabilità e di rischio

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 102 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Perdita di leggibilità del sistema. Ostruzione dei coni percettivi. Categorie compatibili di trasformazione Tutti gli interventi, anche sui singoli edifici, dovranno riferirsi e misurarsi alla complessità dell'insediamento.

INSEDIAMENTI con CASE a CORTE DEFINIZIONE, CARATTERE PAESISTICO E VALUTAZIONI PERCETTIVE Insediamenti composti di edifici la cui fondamentale caratteristica tipologica è costituita dallo spazio libero situato all'interno di un'area edificata, delimitata da un perimetro di strade. Le corti hanno una precisa collocazione e un preciso significato all'interno della struttura complessiva dell'insediamento: esse rappresentano l'elemento di collegamento tra il luogo pubblico della strada e quello privato delle case. Le corti sono però separate dalla strada e si differenziano da essa anche nella loro destinazione d'uso: assolvono cioè funzioni sia collettive che private. La singolarità dell'insediamento con case a corte consiste nel rapporto tra il fronte rivolto sulla corte e quello rivolto sulla strada e nella presenza di determinati elementi caratteristici come il portico e il ballatoio, il portale e l'androne. Il fronte loggiato con il portico al piano terreno non si volge sul lato verso strada. esso è tipico dello spazio della corte e conferisce all'edificio carattere di individualità. Pertanto lo spazio libero delle corti assume un significato particolare in quanto si distingue spazialmente e formalmente dal luogo pubblico della strada e della piazza. Non rientrano nella denominazione di insediamenti con case a corte gli insediamenti che comprendono all'interno di essi aree libere di casuale costituzione, dovute all'edificazione incompleta di un'area urbana oppure alIa presenza di chiostrine destinate a dar luce ai locali interni. Gli insediamenti con case a corte costituiscono solitamente nuclei compatti e omogenei. La loro disposizione è definita da una strada o da una maglia di percorsi da cui dipende direttamente anche la forma dell'insediamento e delle sue parti. Ogni casa a corte possiede generalmente un proprio ingresso cui si accede direttamente dalla strada. Più raramente ogni area libera è accessibile attraverso un'altra. Nella percezione ravvicinata e dinamica (a livello stradale) è evidente e qualificante l'aprirsi di spazi interni in sequenza, percepiti attraverso gli elementi di collegamento (androni, portali, ecc.)

MODALITA' DELLE TRASFORMAZIONI Elementi di vulnerabilità e di rischio Perdita di leggibilità del sistema. Categorie compatibili di trasformazione Tutti gli interventi, anche sui singoli edifici, dovranno riferirsi e misurarsi alla complessità dell'insediamento.

Tipi edilizi TIPI A SCHIERA DEFINIZIONE, CARATTERE PAESISTICO E VALUTAZIONI PERCETTIVE Tipi edificativi contigui con aperture solo verso strada e sullo spazio di pertinenza posteriore. Il passo o lato su strada del tipo a schiera è di circa m 4,50 - 5,50 e la profondità, più variabile, può giungere in alcuni casi a raddoppiare la parte di sedime occupata dall'edificio. Il primitivo assetto prevedeva la bottega e l'eventuale porticato al piano terreno, uno o due piani di abitazione con scala interna. Trasformazioni successive hanno spesso cancellato il primitivo assetto, con riorganizzazioni e rifusioni in due, tre o più elementi di schiera, destinati in età rinascimentale e barocca per lo più a formare piccoli palazzetti patrizi o, in età industriale, a costituire case multipiano per appartamenti, con alloggi disposti secondo piani orizzontali. In caso di rifusione e riorganizzazione successive

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 103 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

il sedime del fabbricato originario è rilevabile dai catasti antichi e dai setti murari ortogonali alla strada. Il tipo edilizio a schiera, con i suoi connotati essenziali permette di percepire, se non alterato, l'impronta più profonda della struttura dello spazio urbano.

MODALITA' DELLE TRASFORMAZIONI Elementi di vulnerabilità e di rischio Riorganizzazioni spaziali tendenti a cancellare le tracce delle costanti dimensionali caratteristiche, definite dalle murature, dalla distribuzione verticale e e conseguente modificazione della cortina edilizia. Categorie compatibili di trasformazione Differenti valutazioni in rapporto all'intervento sull'esistente o di nuova edificazione. Il valore di trasformazioni conservative della testimonianza di tipologie storicamente definite, può non costituire un fenomeno positivo per la nuova edificazione. In particolare per le recenti declinazioni banalizzate del tipo a schiera come impianto diffuso per insediamenti di tipo speculativo, occorre valutare con particolari cautele il grado di compatibilità di questi insediamenti come modelli insediativi omologanti e disattenti alle particolarità dei luoghi, spesso inseriti in piani esecutivi di notevole impatto.

TIPI A CORTE DEFINIZIONE, CARATTERE PAESISTICO E VALUTAZIONI PERCETTIVE Unità edilizia che si organizza attorno alla corte/cortile che è uno spazio necessario alla abitazione stessa dove si compiono operazioni di lavoro di carattere rurale. Gli elementi che si dispongono intorno alla corte sono sia residenziali sia legati all'attività rurale. Il tipo ed il suo sviluppo è chiaramente sempre legato all'attività, da ciò consegue l'adattamento del tipo edilizio al mutare delle condizioni dell'attività stessa. In essi l'edificazione sulle strade si presenta continua e scandita dai grandi ingressi carrai.

MODALITA' DELLE TRASFORMAZIONI Elementi di vulnerabilità e di rischio Perdita del valore unitario della corte, suo frazionamento ed inserimento di percorsi, volumi recinzioni improprie per am pliamenti, ristrutturazioni parziali ecc.

Categorie compatibili di trasformazione Rispetto dei percorsi esistenti e delle corti. Riuso dei rustici ad altri fini non alterando i rapporti volumetrici. Sostituzione di singole componenti scegliendo tecnologie adeguate. Scelte compositive accorte in caso di aggiunta di corpi.

TIPI IN LINEA DEFINIZIONE, CARATTERE PAESISTICO E VALUTAZIONI PERCETTIVE

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 104 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Fatti edilizi che comportano un'aggregazione delle dimore secondo piani orizzontali aggregati su elementi di distribuzione verticale e senza immediato e diretto rapporto con gli eventuali spazi di pertinenza (corti, giardini, ecc.). Tipologia edilizia di origine urbana caratteristica dell'età industriale. Il tipo può essere allineato lungo una strada o aggregarsi attorno a spazi e cortili interni con disimpegno degli alloggi anche attraverso ballatoi. Spesso le prime realizzazioni di edilizia economico-popolare hanno svolto queste soluzioni affidando al cortile interno una funzione aggregativa.

MODALIT A' DELLE TRASFORMAZIONI Elementi di vulnerabilità e di rischio Ampliamenti che nascondono, mutano o alterano radicalmente la distribuzione degli spazi, dei percorsi, e delle loro relazioni. Categorie compatibili di trasformazione Conservazione degli elementi caratterizzanti la tipologia negli edifici di accertata storicità Particolare attenzione nei nuovi insediamenti connotati da questi tipi particolarmente interferenti sui coni percettivi degli ambiti vincolati. Valutare l'impatto visuale dei piani esecutivi che propongono questo tipo edilizio.

EDIFICI MONOFAMILIARI ISOLATI DEFINIZIONE, CARATTERE PAESISTICO E VALUTAZIONI PERCETTIVE Tipo caratterizzato dalla sua collocazione isolata nell'ambito del singolo lotto di proprietà. Tutti i fronti costituiscono degli affacci interni suddivisi secondo modalità consolidate influenzati dalla presenza o meno di un raccordo verticale fra i piani. Rappresentano una concezione dell'abitare che si sviluppa ampiamente in età industriale a partire dai primi decenni dell'ottocento, sia nella forma aulica della villa borghese, con più o meno parco romantico, sia nel villino piccolo borghese poi esteso ad ogni ceto sociale nei tessuti di sviluppo della città e dei centri minori. Nei primi decenni del XX secolo si registrarono formazioni di sistemi insediativi di villini monofamigliari, a volte contigui in sistemi a coppie, promossi sia nell'ambito dell'edilizia economico-popolare sia da parte di enti e industrie come alloggi per i dipendenti. Gli elementi, isolati o in sistemi coerenti, sono speso impostati su maglie indifferenziate e non hanno significativi punti di riferimento percettivo.

MODALITA' DELLE TRASFORMAZIONI Elementi di vulnerabilità e di rischio Ampliamenti notevoli e ristrutturazioni complete, spesso accompagnate da una cancellazione dell'impianto originale o di singoli elementi decorativi. Maggiore sensibilità per gli edifici compresi in un sistema coerente anche stilisticamente. Categorie compatibili di trasformazione Valutazione della qualità e origine dell'edificio: a) opere significative rispetto alle semplici reiterazioni di modelli definiti dalla manualistica professionale b) progetti significativi di autori minori con forte radicamento locale. Quando l'ampliamento è preponderante valutare la possibilità di costituire una nuova coerenza architettonica. Nei limiti previsti dalla normativa urbanistica ed edilizia, gli ampliamenti e i sopralzi non si devono porre come semplici aggiunte volumetriche, ma esprimere soluzioni formali congruenti alle caratteristiche compositive ed architettoniche dell'edificio esistente.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 105 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

EDIFICI DI ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE DEFINIZIONE, CARATTERE PAESISTICO E VALUTAZIONI PERCETTIVE Edifici a carattere industriale spesso di grande consistenza volumetrica, più o meno oggi in funzione.

MODALITA' DELLE TRASFORMAZIONI Elementi di vulnerabilità e di rischio Completo abbandono delle strutture, riuso improprio Categorie compatibili di trasformazione Un'efficace tutela attiva può essere esercitata solamente entro un quadro di conoscenza e attenzione locale che sola può rendere conto delle ragioni dell'eventuale riutilizzazione e delle modalità delle ristrutturazioni inerenti.

Materiali ed elementi costruttivi LEGNAME DEFINIZIONE, CARATTERE PAESISTICO E VALUTAZIONI PERCETTIVE Il legno è impiegato nella realizzazione degli ultimi piani di edifici di tipo rurale in pietra; in questi casi la parete è costituita da pilastri portanti in muratura e tamponamenti con tavoloni inchiodati o incastrati. Il legno è sempre impiegato per le strutture dei tetti a capriate o in forme più semplici (puntoni appoggiati etc.). Nelle costruzioni a struttura lignea, la percezione è fortemente influenzata dal materiale adottato e dall'integrazione con l'ambiente circostante.

MODALITA' DELLE TRASFORMAZIONI Elementi di vulnerabilità e di rischio Perdita dell'impronta caratteristica per interventi impropri che mascherano la tecnica costruttiva originaria: in particolare nelle trasformazione sull'esistente il reimpiego del materiale non più con funzione strutturale ma come semplice rivestimento con conseguente alterazione del rapporto fra percezione delle qualità materiali dell'edificato e tecnica costruttiva tipica. Categorie compatibili di trasformazione Attenzione nella valutazione di compatibiltà dell'uso del legno come materiale da costruzione associato a tecniche costruttive, per i nuovi edifici, estranee alla tradizione culturale lombarda ad es. di tipo anglosassone (balloon frame) o nordico.

COTTO DEFINIZIONE, CARATTERE PAESISTICO E VALUTAZIONI PERCETTIVE (per il cotto nelle coperture vedere l a scheda relativa ai manti ) Materiale costitutivo delle murature. I laterizi sono il materiale da costruzione maggiormente diffuso nella tecnica costruttiva tradizionale degli insediamenti. La muratura laterizia è costituita da mattoni variamente disposti in corsi legati con malta (di testa, di taglio o a tramezza). Il mattone è anche elemento costitutivo delle murature "miste": nella muratura mista "imbottita" i paramenti sono in pietra da taglio o a spacco e l'interno di laterizio (in tal caso i conci dei paramenti sono collegati con l'interno mediante morse); in quella "reticolata" si forma una specie di intelaiatura in pietra riempiendola con laterizi; in quella listata si fanno fasce alternate di pietra e di laterizi. Spesso coperta da intonaco, la muratura acquista una rilevanza

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 106 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

paesistico-percettiva quando è stata concepita in cotto a vista. I mattoni variano per dimensioni dai tipi più grandi (fino a 30 x 15 x 8) medioevali, realizzati con basse temperature di cottura, a quelli a volte assai piccoli e ad alta temperatura di cottura dell'età barocca, fino a stabilizzarsi nelle dimensioni attuali (25x12x5,5) alla fine del XVIII secolo. I corsi di mattoni sono sempre legati con letti di malta di calce aerea. Il mattone cotto è utilizzato sia per l'edilizia cittadina che per quella rurale. Venne spesso utilizzato per decorazioni in contorni o cornici con pezzi speciali Elemento notevole nella percezione delle facciate murarie - quando sono state concepite in mattoni a vista - di cui caratterizza sia il colore che la tessitura.

MODALITA' DELLE TRASFORMAZIONI Elementi di vulnerabilità e di rischio Intonacature o stonacature improprie, sabbiature aggressive sia per il cotto che per i corsi di malta Categorie compatibili di trasformazione Valutare caso per caso la possibilità di introdurre il mattone”faccia a vista” come materiale di finitura esterna, anche in relazione alla fascia geografica di riferimento per definire il rapporto con la tradizione costruttiva del contesto.

INTONACI DEFINIZIONE, CARATTERE PAESISTICO E VALUTAZIONI PERCETTIVE Modalità di rivestimento delle murature. Raramente la muratura in mattoni, soprattutto negli edifici di civile abitazione, era destinata a rimanere a ”faccia a vista” poiché l'impiego di mattoni poco cotti per ragioni di economia negli edifici tardo-medioevali ne rendeva precaria la conservazione sotto l'effetto dell'umidità e del gelo e ancor più in età barocca quando l'uso dell'intonaco diviene un elemento di decoro dell'edificio. L'intonaco utilizzato era costituito da malte a base di calce aerea, molto porose, adatte a permettere la traspirazione del muro e con alta caratteristica di plasticità, quindi adatte a seguire i movimenti di dilatazione e assestamento delle murature. Inoltre, anche le soluzioni cromatiche risultano condizionate dall'uso di questo tipo di intonaco; anche se non si trattava di una vera e propria tecnica di affresco, la tinteggiatura antica era fatta con colori a tempera assai diluiti che venivano stesi quando l'intonaco non era ancora asciutto: il pigmento così ”faceva corpo” con l'intonaco e in luogo di formare una crosta opaca permetteva una riflessione per trasparenze tale da dare una sensazione di brillantezza pur con l'uso di scarso pigmento. La situazione muta a partire dalla metà del XIX secolo quando l'uso di malta a base di calci idrauliche e cementizie iniziano a modificare il trattamento superficiale delle pareti esterne; soprattutto l'uso del cemento come legante introduce su larga scala i rivestimenti in graniglia.

MODALITA' DELLE TRASFORMAZIONI Elementi di vulnerabilità e di rischio Rischio nelle manutenzioni e ristrutturazioni di scrostamenti di intonaci dotati di storicità accertata. Intonaci nelle nuove costruzioni di tipo non convenzionale e/o fortemente vistoso (strollature eccessive, graffiature, ecc.). Categorie compatibili di trasformazione Poichè la scelta del tipo di intonaco o di un colore condiziona in modo assai consistente la percezione dell'involucro edilizio e quindi modifica assai lo “stato dei luoghi e l'aspetto esteriore degli edifici” si deve dedicare molta cura nella valutazione della scelta di materiali e colori adatti, escludendo il più possibile l'uso di malte cementizie, di rivestimenti plastici e di colorazioni improprie. Per gli interventi su edifici storici si dovrà ripetere il colore esistente se filologicamente accertato.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 107 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

MATERIALI DA RIVESTIMENTO DEFINIZIONE, CARATTERE PAESISTICO E VALUTAZIONI PERCETTIVE Applicazione di un materiale di caratteristiche pregiate su un altro materiale privo o povero di tali caratteristiche, sfruttata per lo più a scopo decorativo, isolante, impermeabilizzante o protettivo. Rivestimento in legno: si rivestono in legno costruzioni in muratura sia a scopo decorativo sia per isolante termico. Rivestimento ceramico: le murature possono essere rivestite con materiale ceramico o vetroso a forma di tessere musive, di sezione regolare quadrata, di qualche cm di Iato e di pure regolare spessore (3-4 mm.) . Rivestimento in laterizi: costruzioni in laterizio ordinario od in altro materiale sono rivestite a scopo essenzialmente decorativo con mattoni scelti, di colore uniforme, a spigoli vivi, detti mattoni da paramento. Rivestimento in pietre naturali: si impiegano pietre naturali, facilmente tagliabili a lastre, e lucidabili. Sono impiegate a scopo decorativo.

MODALITA' DELLE TRASFORMAZIONI Elementi di vulnerabilità e di rischio Per gli interventi sull'esistente l'introduzione di materiali non congruenti con la immagine storica dell'edificio. L'introduzione sistematica in singoli interventi e in tempi diversi di materiali di rivestimento incompatibili può produrre un effetto complessivo di modificazione dello stato dei luoghi molto rilevante. Categorie compatibili di trasformazione Poiché la scelta del materiale di rivestimento condiziona in modo assai consistente la percezione dell'involucro edilizio e quindi modifica assai lo stato dei luoghi e l'aspetto esteriore degli edifici, valutare attentamente le proposte di rivestimento in quanto fattore determinante per la compatibilità. Valutare l'opportunità di proporre l'asportazione di rivestimenti più o meno recenti evidentemente incoerenti con il tipo di fabbricato.

APERTURE E SERRAMENTI DEFINIZIONE, CARATTERE PAESISTICO E VALUTAZIONI PERCETTIVE La forma e la disposizione di portoni, porte e finestre ha sempre obbedito, anche in età industriale, a proporzioni e ritmi assai precisi, dettati dalle esigenze di illuminazione e di difesa dalle intemperie, da necessità strutturali e da criteri compositivi che sono propri anche di sistemi edilizi minori. La tradizionale finestra a due ante con montante centrale è indubbiamente la soluzione più costante e caratteristica in qualsiasi fascia paesistica in cui si collochi e ad essa si accompagna sempre l'uso di legnami di scarso pregio e pertanto da proteggere con vernici coprenti. Riguardo alle modalità di percezione delle aperture, in relazione alla valutazione di compatibilità delle trasformazioni, è da verificare, oltre alla percezione lontana, relativa soprattutto agli aspetti di forma delle aperture e composizione dei fronti, anche una percezione ravvicinata in cui si rilevano gli elementi di finitura dei serramenti e la qualità dei materiali. Nella percezione di scorcio è di notevole importanza il filo di impostazione del serramento rispetto allo spessore murario.

MODALITA' DELLE TRASFORMAZIONI Elementi di vulnerabilità e di rischio

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 108 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Per gli edifici esistenti la modificazione indiscriminata dei rapporti proporzionali delle aperture (anche per ragioni di aeroilluminazione) e la loro composizione nelle facciate, costituisce una forte perdita dell'identità figurativa del sistema edilizio. In particolare quando esistono connessioni rilevabili fra gli elementi di apertura con la tecnica muraria e il tipo edilizio. In alcuni contesti, l'apertura generalizzata di vetrine con dimensioni in usuali costituisce un elemento di forte alterazione del rapporto strada-edificio in termini d'uso e di percezione. L'introduzione e la sostituzione di componenti con materiali e tecniche improprie determina un fattore di rischio non tanto nella sua singolarità quanto nella sistematicità della trasformazione. Negativo nelle ristrutturazioni l'uso di serramenti metallici, con legnami esotici e con vetri altamente riflettenti.

Categorie compatibili di trasformazione Per gli interventi su fabbricati esistenti: Si tratta anzitutto di capire qual'è il sistema proporzionale (sia nel rapporto pieni/vuoti, sia nel rapporto dimensionale base/altezza dell'apertura) usato nelle diverse aree culturali e di valutare i limiti entro i quali si può ovviare o recuperare una eventuale situazione di degrado, che si traduce anche in un riordino strutturale delle murature portanti. Per le nuove costruzioni:: Valutare la coerenza ed il grado di ordine nella composizione e forma delle aperture, in rapporto sia all’immagine complessiva del fabbricato che la sistema linguistico e strutturale del progetto proposto. Porre attenzione inoltre al rapporto fra la specchaitura delle vetrate e la dimensione dei telai, in relazione alla suddivisione spesso eccessiva dei serramenti.

BALLATOI, PORTICI e LOGGIATI DEFINIZIONE, CARATTERE PAESISTICO E VALUTAZIONI PERCETTIVE Ballatoi, portici e loggiati sono fra gli elementi costruttivi più diffusi e ricchi di variazioni formali dell'architettura rurale. Essi determinano e caratterizzano le facciate con i loro ritmi, le proporzioni e i materiali cui sono costituiti. In generale il ballatoio, non molto profondo, è sempre stato usato sia come disimpegno dei vari locali che come spazio per l'essiccazione dei prodotti agricoli. Il tipo più antico è costituito da una o più serie di mensole, in pietra o in legno, che sorreggono un piano di tavole, anch'esso in legno o in pietra, e da montanti verticali che formano il parapetto e salgono fino alla linea di gronda del tetto. Il ballatoio, collocato sul Lato delle facciate meglio esposte al sole si sviluppa sulla parete più lunga dell'edificio e poteva girare anche sul Iato del timpano. In generale gli elementi in legno, che lo compongono sono appena sbozzati senza decorazioni e abbastanza sottili. Anche in edifici a portici e loggiati si trovano ballatoi, collocati nelle parti alte delle costruzioni e prospettanti sui loggiati. Spesso ringhiere e telai di sostegno in ferro sono state sostituite al legno in tempi recenti. Il portico aveva anch'essa funzione promiscua, poiché era utilizzato per il disimpegno dei locali al piano terreno e di accesso alle scale, come spazio coperto per i materiali, come zona per l'essiccazione e il deposito dei prodotti agricoli, come area di sosta all'aperto per le persone. Solitamente presenta una pavimentazione in acciottolato, raramente in lastroni di pietra o di cotto, in qualche caso rialzata rispetto al piano della corte. Il ritmo delle suddivisioni delle campate dei portici e dei loggiati divenne molto regolare nell'Ottocento. I loggiati, con le stesse funzioni dei ballatoi, consentivano però lo sfruttamento di uno spazio coperto ben più ampio ed erano quindi particolarmente adatti per l'essiccazione dei prodotti agricoli. Si sviluppano anche su più piani e qualche volta hanno doppia altezza. Sono per lo più realizzati completamente in legno con pavimentazione in assiti e solai solo con orditura principale. In alcuni edifici adibiti a fienili i loggiati sono costituiti dal prolungamento delle falde del tetto, e spesso sono chiusi da un tamponamento con assito di legno.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 109 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

MODALITA' DELLE TRASFORMAZIONI Elementi di vulnerabilità e di rischio Rischio di sostituzione impropria o eliminazione di queste componenti significative nella trasformazione degli edifici rurali esistenti. Categorie compatibili di trasformazione Conservazione degli elementi materiali e formali che costituiscono ballatoi, portici e loggiati negli edifici esistenti.

GRONDE DEFINIZIONE, CARATTERE PAESISTICO E VALUTAZIONI PERCETTIVE Parti della copertura aggettanti oltre il filo della muratura perimetrale dei fabbricati. Possono essere di diverse misure in rapporto alla tecnica costruttiva della copertura e al tipo di finitura di sottogronda (in legno, con manto di copertura in vista, ecc.). Importante elemento di definizione della qualità architettonica degli insiemi di fabbricati, sia nella percezione complessiva che nelle visioni selezionate dei sottogronda in ragione della differente matericità dei materiali utilizzati (legno, pietra). MODALITA' DELLE TRASFORMAZIONI Elementi di vulnerabilità e di rischio Misure e materiali non appropriati al fabbricato e al contesto, soprattutto negli elementi di lattoneria a protezione del legname: scossaline, mantovane metalliche sovradimensionate e con materiali riflettenti.

Categorie compatibili di trasformazione Valutare attentamente la misura dell'aggetto di gronda e il materiale di sottogronda in rapporto al tipo di fabbricato e, per l'int_rvento sull'esistente, la dimensione e i materiali rilevati. Evitare l'introduzione generalizzata di gronde in contesti che ne sono privi

TETTI DEFINIZIONE, CARATTERE PAESISTICO E VALUTAZIONI PERCETTIVE Struttura edilizia complessa costituita da singole componenti diverse come il manto di copertura, l'orditura strutturale, le gronde, i camini, ecc. Assolve la funzione di conclusione e protezione dagli agenti atmosferici le strutture e gli spazi sottostanti. Il tetto tradizionale è generalmente a falde. Molti tetti sono costituiti da due falde o spioventi che si appoggiano ai lati più lunghi delle murature perimetrali della costruzione, così da formare una linea di displuvio in sommità della stessa lunghezza dell'edificio cui corrispondono, alla base del tetto, le linee di gronda. Sono molto rari i casi in cui le falde presentano linee di gronda e di colmo parallele ai lati più corti, che comportano un maggior sviluppo in altezza e una pendenza molto pronunciata delle falde stesse. Molto diffusi sono anche i tetti a padiglione, i cui frontoni hanno anch'essi gli spioventi; essi risalgono al sette-ottocento. Sono rari invece i tetti con una sola falda, utilizzati soprattutto per coprire costruzioni accessorie.

MODALITA' DELLE TRASFORMAZIONI Elementi di vulnerabilità e di rischio

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 110 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Per le trasformazioni di tetti esistenti sono elementi di rischio l'introduzione incontrollata di abbaini, alte scossaline e mantovane, timpani, terrazzi nello sviluppo della falda, modificazione delle pendenze. Categorie compatibili di trasformazione La struttura del tetto è in stretta relazione con l’andamento delle murature di appoggio sottostanti e l'articolazione della pianta; a volte una semplificazione dell'andamento planimetrico si traduce in una più ordinata composizione della copertura. Le copertura piane (a volte con strato vegetale) possono contribuire, in alcuni casi particolari, a risolvere problemi di percezione di elementi del paesaggio a causa del minor sviluppo dell'altezza complessiva del fabbricato. Per i nuovi fabbricati, il tipo di andamento della copertura adottato è da valutare in stretta verifica di coerenza con il sistema linguistico e costruttivo dell'intervento in sé e con il contesto di riferimento.

MANTI DI COPERTURA IN COTTO DEFINIZIONE, CARATTERE PAESISTICO E VALUTAZIONI PERCETTIVE Tipo di manto di copertura costituito da elementi semplici (tegole) provenienti dalla lavorazione in fornace, con forme e posa atti a consentire il deflusso delle acque meteoriche. Il tetto lombardo è tipicamente quello realizzato con i cosiddetti "coppi" a canale: con l'uso di accorgimenti di recente introduzione è diventato affidabile allo stesso livello di altre soluzioni. D'uso più recente è il manto di copertura in tegole marsigliesi, adottato per edifici di costruzione tardo ottocentesca e del XX secolo, assai impiegato nelle coperture di capannoni industriali e dei quali costituisce un elemento caratterizzante. I manti sono in stretta relazione con il tipo di costruzione della struttura sottostante (vedi scheda 2.5.9d relativa ai tetti) e con la pendenza delle falde. La copertura costituisce, con il tipo di finitura esterna delle murature, uno dei principali elementi di connotazione materica dell'edificato. Il cotto, attraverso la sua qualità cromatica e la tessitura differente in relazione al tipo di tegola, è un materiale di rilevante attenzione ambientale. Particolare evidenza assume in quei sistemi aggregati la cui percezione dall'alto è possibile con relativa frequenza.

MODALITA' DELLE TRASFORMAZIONI Elementi di vulnerabilità e di rischio In relazione alla sostituzione dei manti in edifici esistenti, costituisce un elemento di rischio la sostituzione di manti con componenti (tegole) apparentemente simili ma determinanti una immagine sostanzialmente differente (introduzione generalizzata della tegola "portoghese" e "olandese" al posto del coppo e della marsigliese). Categorie compatibili di trasformazione Per gli interventi su fabbricati esistenti: Rifacimenti anche con sostituzione del tipo di componente (con attenzione ai rischi individuati più sopra), purché non contrastanti con le caratteristiche locali e con scelta appropriata al tipo di copertura (in rapporto alla pendenza, allo sviluppo di falda, al sistema di posa, alle eventuali sottostrutture isolanti, ecc.); Per le nuove costruzioni: Valutare la scelta del componente in funzione all'immagine complessiva del fabbricato e soprattutto in coerenza al tipo e geometria strutturale proposta per il tetto.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 111 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

RECINZIONI DEFINIZIONE, CARATTERE PAESISTICO E VALUTAZIONI PERCETTIVE Chiusura perimetrale di spazi aperti, spesso coincidente con il limite di proprietà o a delimitazione delle pertinenze dei singoli edifici (giardini o cortili) in sistemi fondiari più estesi. A volte svolgono funzioni diverse come il contenimento del bestiame ecc. Scarse sono le recinzioni e le chiusure nell'edilizia dell'età storica: quando vengono realizzate, soprattutto per delimitare le corti, erano costituite da semplici muri. La cancellata che trova le prime applicazioni nelle ville patrizie più importanti del Settecento in corrispondenza del cortile d'onore, si estendono progressivamente all'edilizia borghese e popolare solo nel tardo ottocento. Del tutto ignota è la recinzione nelle strutture insediative di villaggio nelle quali il basso muretto in pietra o la sbarra lignea di chiusura del fondo era utilizzata solamente per impedire il passaggio del bestiame da un fondo all'altro; soprattutto all'interno del tessuto edilizio dei villaggi la continuità dello spazio non costruito rappresenta una delle condizioni essenziali per la vivibilità degli stessi. La recinzione è, per sua natura, molto spesso uno degli elemento più direttamente percepibile dagli spazi pubblici e concorre a definire l'immagine complessiva degli insediamenti suburbani a tipi isolati.

MODALITA' DELLE TRASFORMAZIONI Elementi di vulnerabilità e di rischio Introduzione generalizzata di chiusure degli spazi aperti. Oggi, in molte ristrutturazioni di insediamenti di villaggio, si assiste a tentativi di parcellizzazione, con chiusure di vario genere, che rendono del tutto irriconoscibile, oltre che spesso non più percorribile, lo spazio pubblico insediativo.

Categorie compatibili di trasformazione I manufatti dovranno rispettare le caratteristiche e pertanto definire: materiali, colori, dimensioni, altezza (massima o minima), piantumazione eventualmente da associare con specificazione delle essenze. In generale è preferibile la soluzione di minore impatto visuale e costruttivo, privilegiando le tecniche più leggere, escludendo per quanto possibile i manufatti prefabbricati in cemento o simili.

PAVIMENTAZIONI ESTERNE DEFINIZIONE, CARATTERE PAESISTICO E VALUTAZIONI PERCETTIVE Tutte le opere di sistemazione delle superfici del terreno con materiali lapidei, cementizi o bituminosi, posati con tecniche diverse. Ciottolato (o acciottolato): pavimentazione fatta con ciotoli di forma ellissoidica dissimmetrica, disposti a contatto, con la base maggiore in basso su un letto di sabbia e battuti con mazzeranghe in modo da ottenere il conguaglio delle loro facce superiori secondo la sagoma stabilita, ed un sufficiente costipamento. Al ciottolato si associano talvolta guide di pietra lavorata che occupano la zona centrale della strada e rendono meno disagevole il transito dei veicoli. Lastricato: pavimentazione formata da conci di pietra di forma parallepipeda o cubica disposti secondo corsi continui normali od obliqui rispetto all'asse stradale. Selciato: è formato da selci di forma parallepipeda rettangola ovvero a tronco di piramide con rastremazione assai lieve. Le pavimentazioni costituiscono l'elemento di connotazione materica del piano orizzontale degli spazi pubblici e concorrono fortemente all'immagine complessiva dei luoghi.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 112 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

MODALITA' DELLE TRASFORMAZIONI Elementi di vulnerabilità e di rischio Eliminazione anche parziale di pavimentazioni storiche per il passaggio di condotte e reti tecnologiche di qualsiasi natura. Categorie compatibili di trasformazione In caso di passaggi di reti che comportino scavi e smontaggi di pavimentazioni storiche è assolutamente necessario che alla fine dei lavori venga ripristinato lo stato del luogo con le medesime tecniche di posa e possibilmente con il materiale di recupero precedentemente asportato. Nel caso in cui si intervenga in situazioni già degradate, si avrà cura di rendere contestuali le opere di canalizzazione con il. restauro della pavimentazione originaria (es. recenti asfaltature di acciottolati da ripristinare).

RETI TECNOLOGICHE DEFINIZIONE, CARATTERE PAESISTICO E VALUTAZIONI PERCETTIVE Non costituiscono per se stesse degli elementi di qualità paesistica; tuttavia a volte determinano una forte interferenza con la percezione del paesaggio o con la conservazione di singoli elementi costitutivi di esso. In genere si tratta di: A) condotti di fognature; B) condotte idriche e relativi pezzi speciali; C) linee elettriche aeree; D) linee elettriche o linee di telecomunicazioni interrate;

MODALITA' DELLE TRASFORMAZIONI Elementi di vulnerabilità e di rischio Le categorie A, B e D costituiscono potenziali elementi di rischio per le pavimentazioni storiche e per il patrimonio arboreo urbano. La categoria C inoltre può interferire direttamente e negativamente nella percezione degli ambiti vincolati.

Categorie compatibili di trasformazione Categorie A, B, D: Ripristino integrale delle superfici sovrastanti gli interventi con gli stessi materiali nel rispetto assoluto delle tecniche di messa in opera primitiva; Nel caso di taglio di alberi si provveda alla sostituzione con esemplari in ugual numero, e della stessa specie riguardo a quelli asportati, di età adeguatamente adulta. Categoria C: la successione degli elementi di sostegno sia dislocata in modo da preservare eventuali visuali di: monumenti, chiese, corsi d'acqua (fiumi, canali); non siano danneggiati con attraversamenti i fondi interessati ubicando gli appoggi e conduttori dell'elettrodotto in fregio a confini o ad elementi fisici dei medesimi (recinzioni, percorsi veicolari); siano ripristinati a perfetta regola d'arte le superfici sovrastanti lo scavo per la posa dei sostegni della linea elettrica in progetto; nel caso di tagli di alberi si provveda a sostituire in egual numero e specie le eventuali essenze arboree abbattute, collocandole a dimora in sedime adatto;

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 113 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

eventuali sostegni metallici dovranno essere tinteggiati in modo da raggiungere l'effetto del massimo mimetismo con l'ambiente circostante.

CARTELLONISTICA e INSEGNE DEFINIZIONE, CARATTERE PAESISTICO E VALUTAZIONI PERCETTIVE Le insegne e iscrizioni commerciali storiche costituiscono un elemento di connotazione positiva degli edifici che le contengono, oltre che sotto l'aspetto figurativo, anche come memoria delle loro destinazioni originarie: in particolare per quelle che costituivano un sistema organico lungo i tracciati viari (stazioni, alberghi, locande, ecc.). Oggi la crescente domanda di comunicazione commerciale - sia pubblicitaria generica, sia di indicazione dell'ubicazione degli spazi commerciali - ha configurato il fenomeno della cartellonistica come un elemento di forte connotazione dello spazio pubblico, spesso di segno negativo a causa del disordine complessivo generato dalla presenza di oggetti contrastanti per forme, dimensioni e colorazioni di forte impatto visivo.

MODALITA' DELLE TRASFORMAZIONI Elementi di vulnerabilità e di rischio Rischio di sostituzione sistematica delle insegne storiche con nuovi manufatti o mano-missione tramite scrostamenti e/o pitturazione delle facciate contenenti iscrizioni o graffiti. Eccessivo disordine visivo negli ambiti vincolati causato dalla presenza invasiva di cartelloni pubblicitari e insegne commerciali non coordinate Categorie compatibili di trasformazione Nelle aree soggette a specifico vincolo paesaggistico, norma generale è la limitazione della posa in opera di cartellonistica di ogni tipo pur tenendo presente l'esigenza della cartellonistica informativa che in ogni caso dovrà essere tale da non essere di nocumento al quadro ambientale; dovranno in particolare essere rispettate la corretta collocazione in ordine alla salvaguardia delle grandi visuali, dei coni ottici, degli intonaci di edifici monumentali, escludendo in ogni caso la collocazione di cartellonistica di grandi dimensioni il cui colore alteri la gamma delle tonalità presenti nell'ambiente; ulteriore attenzione dovrà porsi per la posa di segnaletica pubblicitaria, per lo più luminosa, quali insegne di alberghi, supermercati, centri artigianali o commerciali, quando per la loro dimensione interferiscano con la lettura e la percezione dell'ambiente naturale circostante e con i profili edilizi storicamente consolidati.

A24.2.3.3 CLASSI DI SENSIBILITA' PAESAGGISTICA La legge affida alle Commissioni per il paesaggio la responsabilità di valutazione della compatibilità paesaggistica degli interventi proposti. Accertato preliminarmente che l'area oggetto dell'intervento sia soggetta a vincolo paesaggistico e richiamate e valutate le motivazioni del vincolo esistente, si ritiene, in linea generale, che la valutazione di compatibilità paesaggistica possa avvenire dopo aver: . effettuato la lettura e la interpretazione del contesto paesistico, . individuato gli elementi di vulnerabilità e di rischio, . valutato le trasformazioni conseguenti alla realizzazione dell'intervento proposto e quindi la compatibilità paesaggistica del progetto. Le motivazioni espresse dalle Commissioni per il Paesaggio devono ripercorrere sinteticamente i tre passaggi che hanno condotto alla definizione del parere finale. L’'individuazione degli "elementi costitutivi" del paesaggio è una operazione da condurre con attenzione per cogliere la ricchezza e varietà dei segni connotativi. Si tratta di riconoscere quali elementi situati all'interno degli ambiti di vincolo concorrano alla costruzione dell'identità del paesaggio in cui si

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 114 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

colloca il progetto. A tal fine si ritiene utile il rimando alle precedenti schede relative ai singoli elementi costitutivi del paesaggio che consentono l'identificazione di tali elementi, ne segnalano il grado di sensibilità e vulnerabilità ed indicano, esemplificativamente, alcune categorie di trasformazione compatibili con la conservazione degli elementi connotativi considerati. Tenendo conto di questo quadro conoscitivo si dovrà prendere in considerazione l'entità delle trasformazioni territoriali indotte dal progetto, verificando sia le alterazioni introdotte nell'assetto delle configurazioni paesaggistiche tutelate che la sua capacità di porsi in "composizione" con il contesto. Sotto il profilo della conservazione delle tessiture strutturali del territorio dovranno essere considerate le alterazioni di continuità dell'assetto naturalistico e la conservazione degli elementi e dei sistemi storico-culturali. Il rapporto progetto-contesto sarà preliminarmente esaminato utilizzando alcuni parametri valutativi di base: . di ubicazione o di tracciato, adottando tra le alternative possibili quella di minore impatto con l'assetto paesaggistico, ponendosi in rapporto di aderenza alle forme strutturali del paesaggio interessato, al fine di contenere l'uso di manufatti di grande percepibilità ed estraneità con il contesto; . di misura ed assonanza con le caratteristiche morfologiche dei luoghi; occorre che gli interventi proposti si mostrino attenti a porsi in "composizione" con il contesto sia per scelte dimensionali dei volumi, che per scelte delle caratteristiche costruttive e tipologie dei manufatti, coerenti con i caratteri ed i valori del contesto e della loro percezione visuale; . di scelta e trattamento di materiali e colori dei manufatti, nonché di selezione e disposizione delle essenze vegetazionali per le sistemazioni esterne, anche ai fini di mitigazione dell'impatto visuale e di stabilire continuità con le situazioni di immediato contesto alberato; . di raccordo con le aree adiacenti, prevedendo ripristini e compensazioni, particolarmente nelle opere di viabilità o che, comunque, richiedano consistenti alterazioni del piano di campagna per scavi e riporti.

Il Piano Territoriale Paesistico Regionale (P.T.P.R.) afferma che: . ogni intervento che opera una trasformazione del territorio, configurandosi come “perturbazione” dello stato di fatto, comporta anche una modifica del paesaggio: . la qualità paesistica degli interventi progettati rappresenta un primario valore territoriale. Ne consegue che quanto più un luogo risulta contraddistinto da una propria e riconoscibile caratteristica paesaggistica, tanto più la “perturbazione” risulta percepibile. La Regione Lombardia, con D.G.R. 8 novembre 2002, n. 7/11045 ha emanato le “linee guida per l’esame paesistico dei progetti” previste dall’art. 30 delle Norme di Attuazione del P.T.P.R.. Il metodo proposto consiste nel delineare un percorso tecnico-amministrativo che vede coinvolti a diverso titolo sia il progettista - che, contestualmente alla elaborazione del progetto, opera una propria valutazione paesaggistica - sia l’Amministrazione Comunale - cui compete l’espressione del giudizio complessivo di merito -. Il Comune di Venegono, già nel 2008, ha reputato opportuno applicare la metodologia introdotta dal P.T.P.R. agli interventi edilizi più rilevanti per diffusione e per impatto visivo e più precisamente ai seguenti progetti: . nuova costruzione ed ampliamento, . ristrutturazione edilizia, . recupero abitativo dei sottotetti ai sensi della l.r. 12/2005, . relative varianti. Sulla scorta delle indicazioni delle citate linee guida per il paesaggio e di approfondimenti successivi, l’elaborato A22 del presente Documento di Piano individua la sensibilità paesaggistica del territorio comunale da utilizzare per le valutazioni di merito, a corredo dei modelli di domanda di permesso di costruire e di DIA.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 115 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.2.4 SISTEMA AGRICOLO

A24.2.4.1 CARATTERI DEL SISTEMA AGRICOLO

Come già esplicitato nella lettura del P.T.C.P. l'ISTAT suddivide la Provincia di Varese in 6 regioni agrarie. Venegono Superiore appartiene alla regione Agraria 4 – Colline di Varese. La regione agraria della Collina di Varese presenta i tratti caratteristici delle aree periurbane. Anche per effetto della presenza nel territorio del capoluogo provinciale, la densità agricola (rapporto tra abitanti e superficie agricola) è molto elevata (supera i 5.000 abitanti per Kmq). La superficie agricola rappresenta il 19,8% della superficie territoriale totale della regione agraria. Il terreno agricolo risulta utilizzato in modo diversificato rispetto alle altre regioni agricole provinciali: se, infatti, prevalgono i prati permanenti e i pascoli, una quota rilevante è comunque coltivata a seminativo. “I punti di forza di questa regione agricola sono il florovivaismo e la zootecnica da latte, il punto di debolezza è la pressione per l’uso del suolo, le opportunità sono l’espansione del florovivaismo ed il consolidamento della filiera del latte, mentre le minacce sono la riduzione degli attivi agricoli non operanti nel florovivaismo, e l’unicità nel canale di vendita (filiera del latte)”.

Se si osserva la suddivisione della Provincia secondo le unità territoriali previste dal Piano di Sviluppo Regionale si vede che il Comune di Venegono Superiore è inserito nelle aree periurbane. Dal confronto delle due classificazioni, il sistema dell’agricoltura di montagna e delle zone svantaggiate si sovrappone, mentre il restante territorio di collina e pianura viene identificato come zona di agricoltura periurbana, intesa come quelle “in cui l’attività agricola ha un ruolo margine in termine socio-economici e risulta compromessa dallo sviluppo urbanistico, infrastrutturale e produttivo per quanto riguarda la disponibilità delle risorse fondiarie.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 116 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.2.4.2 AZIENDE CHE CONDUCONO TERRENI SUL TERRITORIO COMUNALE DI VENEGONO SUPERIORE Come si evince dalla tabella sottostante nel territorio operano aziende sia con sede legale nel Comune di Venegono che in altri. In analogia con le caratteristiche della regione agraria Colline di Varese prevalgono le aziende legate al florovivaismo e alla zootecnica da latte. Di 18 aziende, solo 3 hanno sede legale a Venegono Superiore. Rispetto ai dati della Camera di Commercio, riportati al Capitolo A24.2.4.1. Fonte: SIARL Regione Lombardia (inserimenti a SIARL alla data del 22/05/2012)

Ragione sociale Indirizzo Forma giuridica NOTE SOCIETA' A RESPONSABILITA' AKIKI S.R.L. LGO GUIDO DONEGANI N.2 - MILANO Aziende non classificabili LIMITATA Seminativi e altri erbivori non AZ. AGR. CARAVATI ADRIANO VIA FUSINATO, 61 - 21100 VARESE (VA) IMPRESA INDIVIDUALE da latte VIA PASCOLI, 20 - 21040 VENEGONO AZ. AGR. VALLINI CLAUDIO IMPRESA INDIVIDUALE Bovini da latte INFERIORE (VA) LOCALITÀ MOTTA, 1 - 22070 Cereali, proteiche e AZ.AGR.BOSETTI GABRIELE IMPRESA INDIVIDUALE CASTELNUOVO BOZZENTE (CO) oleaginose riso escluso VIA CASCINA RONCO, 1 - 21040 DALLE AVE ANTONIO IMPRESA INDIVIDUALE Bovini da latte VEDANO OLONA (VA) VIA GARIBALDI , 36 - 21040 VENEGONO Seminativi e altri erbivori non FERRARIO PIERANGELO IMPRESA INDIVIDUALE SUPERIORE (VA) da latte VIA KENNEDY 24 - 21040 VENEGONO Coltivazioni permanenti FLORICOLTURA BRUGIOLI CLAUDIO IMPRESA INDIVIDUALE INFERIORE (VA) diverse FLOROVIVAISTICA PIAZZA DI PIAZZA VIA LITTA RUSCA - 22070 LURAGO Coltivazioni permanenti IMPRESA INDIVIDUALE FABRIZIO MARINONE (CO) diverse VIA COMO - 21040 VENEGONO Altri erbivori non da latte e GALLI GIUSEPPINA SUPERIORE (VA) seminativi GIARDINI LE BETULLE DI BARIZZA VIA DEI PLATANI 22 - 21040 GORNATE- Coltivazioni permanenti IMPRESA INDIVIDUALE MARCO OLONA (VA) diverse MARELLA CLAUDIO VIA FALCONE, 1 - 22070 BINAGO (CO) IMPRESA INDIVIDUALE Bovini da latte

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 117 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

PAGANI F.LLI SOCIETA' AGRICOLA CASALE CASCINAZZA - BINAGO SOCIETA' SEMPLICE Seminativi diversi VIA VALMORANA 5 - 22070 FENEGRO' PAGANI MAURIZIO IMPRESA INDIVIDUALE Seminativi diversi (CO) PEROTTI PIERMARIA VIA G. GALILEO 14 - 20100 MILANO (MI IMPRESA INDIVIDUALE Aziende non classificabili VIA MONTE ROSA, 18 - 21040 PLATEROTI MATTEO IMPRESA INDIVIDUALE Bovini da latte VENEGONO SUPERIORE (VA) SOCIETA' AGRICOLA PAVESI PAOLO E VIA DEI FAGIANI, 18 - 21050 LONATE SOCIETA' SEMPLICE Bovini da latte FRANCESCO S.S. CEPPINO (VA VIA PASCOLI 18 - 21040 VENEGONO VALLINI ROBERTO IMPRESA INDIVIDUALE Bovini da latte INFERIORE (VA) Cereali, proteiche e ZAFFARONI CLAUDIO VIA DONIZETTI 10 - 22078 TURATE (CO) IMPRESA INDIVIDUALE oleaginose riso escluso

A24.2.4.3 UTILIZZO TERRENI SUL TERRITORIO COMUNALE DI VENEGONO SUPERIORE Fonte: SIARL Regione Lombardia (inserimenti a SIARL alla data del 22/05/2012)

Dalla tabella sottostante si evince che le aziende agricole interessano una superficie catastale pari a mq 1026806, di cui solo 854556 mq utilizzati e condotti. Rispetto alla superficie totale del Comune, pari a 6,9 km, risulta che il14% del territorio del comune è catastalmente interessato dalle aziende agricole, ma solo il 12,38% risulta utilizzato e condotto a fini agricoli. Dall’elaborato grafico A07b si evince che la maggior parte delle aree interessate ai fini agricoli sono all’interno del territorio del Parco Pineta, alcuni sono all’interno del tessuto consolidato esistente, e il resto nei dintorni dell’aeroporto. Si precisa che la cartografia riporta la superficie catastale, chiaramente i terreni all’interno del perimetro dell’aeroporto sono computati ai fini catastali, ma non sono utilizzati.

CONDUZIONE DELLA SCADENZA AFFITTO SUP SUP SUP COMUNE MAPPALE UTILIZZO DELLA PARTICELLA PARTICELLA DELLA PARTICELLA CATATSTALE UTILIZZATA CONDOTTA

VENEGONO VIVAIO FLORICOLI E PIANTE 47 (2) AFFITTO 40 40 40 SUPERIORE ORNAMENTALI VENEGONO VIVAIO FLORICOLI E PIANTE 48 (2) AFFITTO 175 175 175 SUPERIORE ORNAMENTALI

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 118 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

VENEGONO 61 (2) AFFITTO 31/12/2013 PRATO POLIFITA DA VICENDA 2940 1400 2940 SUPERIORE VENEGONO 61 (2) AFFITTO 31/12/2013 BOSCO MISTO 2940 1540 2940 SUPERIORE VENEGONO 64 (2) AFFITTO 31/12/2012 PRATO POLIFITA DA VICENDA 26670 26000 26000 SUPERIORE ALTRA SUPERFICIE NON UTILIZZATA VENEGONO 299 (2) AFFITTO 10/11/2020 (TERRENI ABBANDONATI, ATTIVITA' 790 7 790 SUPERIORE RICREATIVE) VENEGONO 299 (2) AFFITTO 10/11/2020 FABBRICATI AGRICOLI 790 458 790 SUPERIORE VENEGONO 299 (2) AFFITTO 10/11/2020 TARE E INCOLTI 790 325 790 SUPERIORE VENEGONO 349 (2) AFFITTO 31/12/2013 SILOMAIS E MAIS CEROSO 1090 1090 1090 SUPERIORE VENEGONO 350 (4) ALTRE FORME 31/12/2013 SILOMAIS E MAIS CEROSO 7760 7760 7760 SUPERIORE VENEGONO 351 (2) AFFITTO 31/12/2013 SILOMAIS E MAIS CEROSO 850 850 850 SUPERIORE VENEGONO 384 (1) PROPRIETA MAIS DA GRANELLA 2295 2200 2200 SUPERIORE VENEGONO 391 (4) ALTRE FORME 10/11/2014 PRATO POLIFITA DA VICENDA 51840 12500 51840 SUPERIORE VENEGONO 391 (4) ALTRE FORME 10/11/2014 TARE E INCOLTI 51840 39340 51840 SUPERIORE VENEGONO 429 (1) PROPRIETA SILOMAIS E MAIS CEROSO 1730 1730 1730 SUPERIORE VENEGONO 429 (1) PROPRIETA ERBAIO DI GRAMINACEE 1730 1730 1730 SUPERIORE VENEGONO 437 (2) AFFITTO 31/12/2013 SILOMAIS E MAIS CEROSO 1660 1600 1600 SUPERIORE VENEGONO 437 (2) AFFITTO 31/12/2013 GRANO (FRUMENTO) TENERO 1660 1600 1600 SUPERIORE VENEGONO 438 (2) AFFITTO 31/12/2013 SILOMAIS E MAIS CEROSO 960 960 960

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 119 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

SUPERIORE VENEGONO 438 (2) AFFITTO 31/12/2013 ERBAIO DI GRAMINACEE 960 960 960 SUPERIORE VENEGONO 441 (2) AFFITTO 31/12/2013 SILOMAIS E MAIS CEROSO 5230 5230 5230 SUPERIORE VENEGONO 443 (4) ALTRE FORME 31/12/2020 PRATO POLIFITA DA VICENDA 630 150 150 SUPERIORE VENEGONO 443 (4) ALTRE FORME 31/12/2020 PRATO POLIFITA DA VICENDA 630 150 150 SUPERIORE VENEGONO 443 (4) ALTRE FORME 31/12/2020 PRATO POLIFITA DA VICENDA 630 150 150 SUPERIORE VENEGONO 443 (4) ALTRE FORME 31/12/2020 PRATO POLIFITA DA VICENDA 630 150 150 SUPERIORE VENEGONO 447 (4) ALTRE FORME 31/12/2020 PRATO POLIFITA DA VICENDA 117890 22850 22850 SUPERIORE VENEGONO 447 (4) ALTRE FORME 31/12/2020 PRATO POLIFITA DA VICENDA 117890 22850 22850 SUPERIORE VENEGONO 447 (4) ALTRE FORME 31/12/2020 PRATO POLIFITA DA VICENDA 117890 22850 22850 SUPERIORE VENEGONO 447 (4) ALTRE FORME 31/12/2020 PRATO POLIFITA DA VICENDA 117890 22850 22850 SUPERIORE VENEGONO 527 (4) ALTRE FORME 31/12/2020 PRATO POLIFITA DA VICENDA 81880 4400 4400 SUPERIORE VENEGONO 527 (4) ALTRE FORME 31/12/2020 PRATO POLIFITA DA VICENDA 81880 4400 4400 SUPERIORE VENEGONO 527 (4) ALTRE FORME 31/12/2020 PRATO POLIFITA DA VICENDA 81880 4400 4400 SUPERIORE VENEGONO 527 (4) ALTRE FORME 31/12/2020 PRATO POLIFITA DA VICENDA 81880 4400 4400 SUPERIORE ALTRA SUPERFICIE NON UTILIZZATA VENEGONO 532 (2) AFFITTO 10/11/2020 (TERRENI ABBANDONATI, ATTIVITA' 1400 13 1400 SUPERIORE RICREATIVE) VENEGONO 532 (2) AFFITTO 10/11/2020 TARE E INCOLTI 1400 1152 1400 SUPERIORE

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 120 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

VENEGONO 532 (2) AFFITTO 10/11/2020 FABBRICATI AGRICOLI 1400 235 1400 SUPERIORE VENEGONO 553 (4) ALTRE FORME 31/12/2020 PRATO POLIFITA DA VICENDA 83195 4850 4850 SUPERIORE VENEGONO 553 (4) ALTRE FORME 31/12/2020 PRATO POLIFITA DA VICENDA 83195 4850 4850 SUPERIORE VENEGONO 553 (4) ALTRE FORME 31/12/2020 PRATO POLIFITA DA VICENDA 83195 4850 4850 SUPERIORE VENEGONO 553 (4) ALTRE FORME 31/12/2020 PRATO POLIFITA DA VICENDA 83195 4850 4850 SUPERIORE VENEGONO 575 (4) ALTRE FORME PRATO POLIFITA DA VICENDA 990 990 990 SUPERIORE VENEGONO 713 (4) ALTRE FORME 10/11/2014 PRATO POLIFITA DA VICENDA 270 270 270 SUPERIORE VENEGONO 716 (4) ALTRE FORME 10/11/2014 PRATO POLIFITA DA VICENDA 1180 1180 1180 SUPERIORE VENEGONO 732 (4) ALTRE FORME 31/12/2020 PRATO POLIFITA DA VICENDA 270 65 65 SUPERIORE VENEGONO 732 (4) ALTRE FORME 31/12/2020 PRATO POLIFITA DA VICENDA 270 65 65 SUPERIORE VENEGONO 732 (4) ALTRE FORME 31/12/2020 PRATO POLIFITA DA VICENDA 270 65 65 SUPERIORE VENEGONO 732 (4) ALTRE FORME 31/12/2020 PRATO POLIFITA DA VICENDA 270 65 65 SUPERIORE VENEGONO 837 (4) ALTRE FORME 31/12/2020 BOSCO MISTO 6380 1270 6380 SUPERIORE VENEGONO 837 (4) ALTRE FORME 31/12/2020 PRATO POLIFITA DA VICENDA 6380 3200 6380 SUPERIORE VENEGONO 837 (4) ALTRE FORME 31/12/2020 TARE E INCOLTI 6380 1910 6380 SUPERIORE VENEGONO 838 (1) PROPRIETA BOSCO MISTO 8160 8160 8160 SUPERIORE VENEGONO 841 (1) PROPRIETA PRATO POLIFITA DA VICENDA 8180 8180 8180 SUPERIORE

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 121 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

VENEGONO 842 (1) PROPRIETA PRATO POLIFITA DA VICENDA 21800 21800 21800 SUPERIORE VENEGONO 845 (2) AFFITTO 10/09/2013 TARE E INCOLTI 9170 1100 9100 SUPERIORE VENEGONO 845 (2) AFFITTO 10/09/2013 MAIS DA GRANELLA 9170 8000 9100 SUPERIORE VENEGONO 853 (2) AFFITTO 10/09/2013 TARE E INCOLTI 5250 2000 5200 SUPERIORE VENEGONO 853 (2) AFFITTO 10/09/2013 MAIS DA GRANELLA 5250 3200 5200 SUPERIORE VENEGONO 882 (2) AFFITTO 31/12/2019 PRATO POLIFITA DA VICENDA 1030 1030 1030 SUPERIORE VENEGONO 883 (2) AFFITTO 31/12/2013 PRATO POLIFITA DA VICENDA 9310 9310 9310 SUPERIORE VENEGONO 884 (2) AFFITTO 31/12/2019 PRATO POLIFITA DA VICENDA 23200 9000 9000 SUPERIORE VENEGONO 887 (4) ALTRE FORME 10/11/2014 PRATO POLIFITA DA VICENDA 4200 4100 4200 SUPERIORE VENEGONO 887 (4) ALTRE FORME 10/11/2014 TARE E INCOLTI 4200 100 4200 SUPERIORE VENEGONO 891 (2) AFFITTO 31/12/2013 PRATO POLIFITA DA VICENDA 2040 2040 2040 SUPERIORE VENEGONO 896 (2) AFFITTO 31/12/2019 PRATO POLIFITA DA VICENDA 19830 18230 18230 SUPERIORE VENEGONO 899 (2) AFFITTO 31/12/2013 PRATO POLIFITA DA VICENDA 4780 4780 4780 SUPERIORE VENEGONO 900 (2) AFFITTO 31/12/2013 PRATO POLIFITA DA VICENDA 4920 4920 4920 SUPERIORE VENEGONO 902 (2) AFFITTO 31/12/2013 PRATO POLIFITA DA VICENDA 2800 2800 2800 SUPERIORE VENEGONO 909 (2) AFFITTO 31/12/2013 PRATO POLIFITA DA VICENDA 3980 3980 3980 SUPERIORE VENEGONO 914 (2) AFFITTO 07/02/2021 BOSCO MISTO 2430 2430 2430 SUPERIORE

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 122 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

VENEGONO 931 (1) PROPRIETA BOSCO MISTO 1150 1150 1150 SUPERIORE VENEGONO 932 (1) PROPRIETA MAIS DA GRANELLA 4320 4320 4320 SUPERIORE VENEGONO 934 (1) PROPRIETA BOSCO MISTO 1060 1060 1060 SUPERIORE VENEGONO 970 (2) AFFITTO 31/12/2012 PRATO POLIFITA DA VICENDA 4220 4200 4200 SUPERIORE VENEGONO 974 (2) AFFITTO 31/12/2012 PRATO POLIFITA DA VICENDA 5080 5000 5000 SUPERIORE VENEGONO 977 (2) AFFITTO 31/12/2012 PRATO POLIFITA DA VICENDA 5080 5000 5000 SUPERIORE VENEGONO 979 (2) AFFITTO 31/12/2013 PRATO POLIFITA DA VICENDA 12060 8000 12060 SUPERIORE VENEGONO 979 (2) AFFITTO 31/12/2013 BOSCO MISTO 12060 4060 12060 SUPERIORE VENEGONO 997 (2) AFFITTO 31/12/2013 PRATO POLIFITA DA VICENDA 1170 1050 1100 SUPERIORE VENEGONO 997 (2) AFFITTO 31/12/2013 BOSCO MISTO 1170 50 1100 SUPERIORE VENEGONO 1004 (2) AFFITTO 31/12/2013 PRATO POLIFITA DA VICENDA 720 720 720 SUPERIORE VENEGONO 1101 (4) ALTRE FORME 14/05/2012 BOSCO MISTO 13500 13500 13500 SUPERIORE VENEGONO 1117 (4) ALTRE FORME 14/05/2012 BOSCO MISTO 2700 2700 2700 SUPERIORE VENEGONO 1137 (2) AFFITTO 31/12/2020 BOSCO MISTO 580 580 580 SUPERIORE VENEGONO 1138 (2) AFFITTO 31/12/2020 PRATO POLIFITA DA VICENDA 8160 5000 8100 SUPERIORE VENEGONO 1138 (2) AFFITTO 31/12/2020 TARE E INCOLTI 8160 3100 8100 SUPERIORE VENEGONO 1139 (2) AFFITTO 31/12/2020 PRATO POLIFITA DA VICENDA 500 200 500 SUPERIORE

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 123 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

VENEGONO 1139 (2) AFFITTO 31/12/2020 BOSCO MISTO 500 300 500 SUPERIORE VENEGONO 1218 (2) AFFITTO 31/12/2013 TARE E INCOLTI 4830 130 4830 SUPERIORE VENEGONO 1218 (2) AFFITTO 31/12/2013 PRATO POLIFITA DA VICENDA 4830 4700 4830 SUPERIORE VENEGONO 1238 (4) ALTRE FORME BOSCO MISTO 7320 7320 7320 SUPERIORE VENEGONO 1249 (4) ALTRE FORME 14/05/2012 BOSCO MISTO 7980 7980 7980 SUPERIORE VENEGONO 1261 (4) ALTRE FORME 10/11/2014 PRATO POLIFITA DA VICENDA 1160 1160 1160 SUPERIORE VENEGONO 1315 (1) PROPRIETA FABBRICATI AGRICOLI 110 110 110 SUPERIORE VENEGONO 1351 (4) ALTRE FORME 10/11/2014 PRATO POLIFITA DA VICENDA 2250 2250 2250 SUPERIORE VENEGONO 1786 (1) PROPRIETA ALTRE PIANTE ARBOREE DA LEGNO 5890 5890 5890 SUPERIORE VENEGONO 1858 (1) PROPRIETA TARE E INCOLTI 1320 320 1320 SUPERIORE VENEGONO 1858 (1) PROPRIETA MAIS DA GRANELLA 1320 1000 1320 SUPERIORE VENEGONO 1875 (2) AFFITTO 31/12/2013 SILOMAIS E MAIS CEROSO 2260 2260 2260 SUPERIORE VENEGONO 1876 (2) AFFITTO 31/12/2013 SILOMAIS E MAIS CEROSO 1670 1600 1600 SUPERIORE VENEGONO 1876 (2) AFFITTO 31/12/2013 GRANO (FRUMENTO) TENERO 1670 1600 1600 SUPERIORE VENEGONO 1877 (2) AFFITTO 31/12/2013 SILOMAIS E MAIS CEROSO 1000 1000 1000 SUPERIORE VENEGONO 1877 (2) AFFITTO 31/12/2013 GRANO (FRUMENTO) TENERO 1000 1000 1000 SUPERIORE VENEGONO 1946 (2) AFFITTO 07/02/2021 BOSCO MISTO 2440 2440 2440 SUPERIORE

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 124 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

VENEGONO 1956 (2) AFFITTO 31/12/2013 TARE E INCOLTI 3430 600 3400 SUPERIORE VENEGONO 1956 (2) AFFITTO 31/12/2013 PRATO POLIFITA DA VICENDA 3430 2800 3400 SUPERIORE VENEGONO 1960 (2) AFFITTO 31/12/2013 PRATO POLIFITA DA VICENDA 1140 750 1140 SUPERIORE VENEGONO 1960 (2) AFFITTO 31/12/2013 TARE E INCOLTI 1140 390 1140 SUPERIORE VENEGONO 1961 (2) AFFITTO 31/12/2013 TARE E INCOLTI 4260 600 4200 SUPERIORE VENEGONO 1961 (2) AFFITTO 31/12/2013 PRATO POLIFITA DA VICENDA 4260 3600 4200 SUPERIORE VENEGONO 2440 (2) AFFITTO 31/12/2013 PRATO POLIFITA DA VICENDA 4970 4970 4970 SUPERIORE VENEGONO 2667 (1) PROPRIETA TARE E INCOLTI 220 200 200 SUPERIORE VENEGONO 2723 (2) AFFITTO 31/12/2019 PRATO POLIFITA DA VICENDA 1025 1025 1025 SUPERIORE VENEGONO 3395 (4) ALTRE FORME 10/11/2014 PRATO POLIFITA DA VICENDA 1560 900 1560 SUPERIORE VENEGONO 3395 (4) ALTRE FORME 10/11/2014 TARE E INCOLTI 1560 660 1560 SUPERIORE VENEGONO 3396 (4) ALTRE FORME 10/11/2014 PRATO POLIFITA DA VICENDA 3190 1500 3190 SUPERIORE VENEGONO 3396 (4) ALTRE FORME 10/11/2014 TARE E INCOLTI 3190 1690 3190 SUPERIORE VENEGONO 3449 (4) ALTRE FORME PRATO POLIFITA DA VICENDA 1025 1025 1025 SUPERIORE VENEGONO 3450 (4) ALTRE FORME PRATO POLIFITA DA VICENDA 845 845 845 SUPERIORE VENEGONO 3451 (2) AFFITTO 31/12/2013 SILOMAIS E MAIS CEROSO 4870 4870 4870 SUPERIORE VENEGONO 3451 (2) AFFITTO 31/12/2013 ERBAIO DI GRAMINACEE 4870 4870 4870 SUPERIORE

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 125 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

VENEGONO 3674 (4) ALTRE FORME 10/11/2014 PRATO POLIFITA DA VICENDA 605 605 605 SUPERIORE VENEGONO 3677 (4) ALTRE FORME 10/11/2014 PRATO POLIFITA DA VICENDA 238215 210350 238215 SUPERIORE VENEGONO 3677 (4) ALTRE FORME 10/11/2014 TARE E INCOLTI 238215 27865 238215 SUPERIORE VENEGONO 3723 (1) PROPRIETA BOSCO MISTO 2880 2880 2880 SUPERIORE VENEGONO 4274 (1) PROPRIETA MAIS DA GRANELLA 320 320 320 SUPERIORE ALTRA SUPERFICIE NON UTILIZZATA VENEGONO 4460 (1) PROPRIETA (TERRENI ABBANDONATI, ATTIVITA' 1340 1300 1300 SUPERIORE RICREATIVE) VENEGONO 4461 (1) PROPRIETA TARE E INCOLTI 5040 2500 5000 SUPERIORE VENEGONO 4461 (1) PROPRIETA PRATO POLIFITA DA VICENDA 5040 2500 5000 SUPERIORE VENEGONO 5010 (2) AFFITTO 31/12/2013 PRATO POLIFITA DA VICENDA 230 230 230 SUPERIORE VENEGONO 5105 (4) ALTRE FORME 31/12/2020 FABBRICATI AGRICOLI 2400 200 2400 SUPERIORE VENEGONO 5105 (4) ALTRE FORME 31/12/2020 TARE E INCOLTI 2400 2200 2400 SUPERIORE VENEGONO 5153 (1) PROPRIETA BOSCO MISTO 280 280 280 SUPERIORE VENEGONO 5154 (1) PROPRIETA BOSCO MISTO 1560 1560 1560 SUPERIORE VENEGONO 5398 (2) AFFITTO 31/12/2013 BOSCO MISTO 5879 179 5879 SUPERIORE VENEGONO 5398 (2) AFFITTO 31/12/2013 PRATO POLIFITA DA VICENDA 5879 5700 5879 SUPERIORE VENEGONO 5401 (2) AFFITTO 31/12/2013 PRATO POLIFITA DA VICENDA 12725 11500 12725 SUPERIORE VENEGONO 5401 (2) AFFITTO 31/12/2013 BOSCO MISTO 12725 1225 12725

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 126 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

SUPERIORE VENEGONO 5474 (1) PROPRIETA PRATO POLIFITA DA VICENDA 19880 19550 19550 SUPERIORE VENEGONO 6335 (1) PROPRIETA TARE E INCOLTI 150 150 150 SUPERIORE VENEGONO 6336 (1) PROPRIETA TARE E INCOLTI 20 20 20 SUPERIORE VENEGONO 6495 (1) PROPRIETA MAIS DA GRANELLA 5247 5247 5247 SUPERIORE VENEGONO 6497 (1) PROPRIETA MAIS DA GRANELLA 164 164 164 SUPERIORE VENEGONO 6512 (2) AFFITTO 31/12/2013 PRATO POLIFITA DA VICENDA 4951 4951 4951 SUPERIORE VENEGONO 6516 (2) AFFITTO 31/12/2013 PRATO POLIFITA DA VICENDA 38670 38670 38670 SUPERIORE VENEGONO 6533 (1) PROPRIETA MAIS DA GRANELLA 3110 3110 3110 SUPERIORE VENEGONO 6537 (1) PROPRIETA MAIS DA GRANELLA 880 880 880 SUPERIORE VENEGONO 6609 (1) PROPRIETA PRATO POLIFITA DA VICENDA 2675 950 2675 SUPERIORE VENEGONO 6609 (1) PROPRIETA TARE E INCOLTI 2675 175 2675 SUPERIORE VENEGONO 6609 (1) PROPRIETA MAIS DA GRANELLA 2675 1550 2675 SUPERIORE VENEGONO 6617 (1) PROPRIETA PRATO POLIFITA DA VICENDA 230 150 230 SUPERIORE VENEGONO 6617 (1) PROPRIETA MAIS DA GRANELLA 230 80 230 SUPERIORE VENEGONO 6618 (1) PROPRIETA PRATO POLIFITA DA VICENDA 2635 800 2635 SUPERIORE VENEGONO 6618 (1) PROPRIETA TARE E INCOLTI 2635 1735 2635 SUPERIORE VENEGONO 6618 (1) PROPRIETA MAIS DA GRANELLA 2635 100 2635

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 127 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

SUPERIORE VENEGONO 6619 (1) PROPRIETA PRATO POLIFITA DA VICENDA 200 200 200 SUPERIORE VENEGONO 6651 (1) PROPRIETA TARE E INCOLTI 320 320 320 SUPERIORE VENEGONO 6846 (1) PROPRIETA PRATO POLIFITA DA VICENDA 21940 8550 21940 SUPERIORE VENEGONO 6846 (1) PROPRIETA TARE E INCOLTI 21940 790 21940 SUPERIORE VENEGONO 6846 (1) PROPRIETA MAIS DA GRANELLA 21940 12600 21940 SUPERIORE

Per quanto riguarda gli ambiti agricoli interni all’abitato esistente l’obiettivo è quello di mantenere i caratteri del paesaggio agrario, individuando due parchi agricoli dove si concentreranno la progettazione e sistemazione del verde, che avranno comunque un carattere di tipo estensivo. Si privilegeranno fasce di verde connettivo, attraverso l’incremento della vegetazione arbustiva (siepi agricole) che consentono di legare le aree al proprio contesto anche in riferimento alle indicazioni CEE (Reg.1257/99).

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 128 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.3 VALUTAZIONI PRELIMINARI DEL PIANO

A24.3.1 STATO DI ATTUAZIONE DEL PRG PREVIGENTE

Il Piano Regolatore Generale variante generale previgente è stato redatto adottato con D.C.C. n. 2 del 24/01/2003 e approvato con D.C.C. n. 38 del 20/12/2003 e D.G.R. n. VII/19628 in data 26.11.2004. Rispetto alle previsioni di PRG si può affermare che sono ancora disponibili sul territorio comunale alcuni lotti all'interno del tessuto edificato di completamento, destinati a residenza, poco significativi in termini di carico insediativo. Rimangono invece aree significative interessate da Piani esecutivi non attuati:

Di seguito vengono invece riportate aree significative, individuate dal P.R.G. Vigente come Piani esecutivi e attrezzature pubbliche che non sono state oggetto di trasformazione (rif.Tav n. A17a):

- AS 1.A. via Boschetti (parzialmente); - AS.5 via de Gasperi; - AS.6 via Pasubio; - ASV area ex Velamp.

Si precisa inoltre che dei Piani di recupero individuati nei centri storici di Pianasca, San Giorgio e via Garibaldi è stata data attuazione esclusivamente al Pe16 di via Garibaldi, mentre nei Piani di Recupero a carattere industriale non sono stati realizzati quelli della “Mazzucchelli 1849 Spa” e della “Hoonved”

Alla data di adozione del P.G.T. risultano in fase di attuazione i seguenti piani esecutivi: 1) PL Ambito AC4 di via Monte Pellice; 2) PL Ambito AC1 di via Marconi 3) PL Ambito AS 2 di via Pasubio; 4) PL Ambito AS1.1B di via Garibaldi; 5) Ambito PE16 di via Garibaldi.

In questi ambiti valgono le relative convenzioni e nello specifico:

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 129 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

1) PL Ambito AC4 di via Monte Pellice: Delibera Consiglio Comunale n. 45 del 29.09.2008 “Approvazione definitiva piano di lottizzazione Ambito AC4 via Monte Pellice, ai sensi dell’art. 25 comma 1 della L.R. 12/2005 e dell’art. 2 comma 2 lettera c della L.R. 23/1997”; 2) PL Ambito AC1 di via Marconi: Delibera Consiglio Comunale n. 26 del 05.06.2008 “Approvazione definitiva piano di lottizzazione Ambito AC1 via Marconi, ai sensi dell’art. 25 comma 1 della L.R. 12/2005 e dell’art. 2 comma 2 lettera f della L.R. 23/1997”; 3) PL Ambito AS 2 di via Pasubio: Delibera Consiglio Comunale n. 46 del 29.09.2008 “Approvazione definitiva del Piano di Recupero Ambito AS2 via Pasubio, in variante ai sensi dell’art. 25 comma 1 della L.R. 12/2005 e dell’art. 2 comma 2 lettera d della L.R. 23/1997; 4) PL Ambito AS1.1B di via Garibaldi: Delibera Consiglio Comunale n. 44 del 26.11.2002 “Approvazione definitiva del Piano Particolareggiato AS1.B di via Garibaldi; 5) Ambito PE16 di via Garibaldi: Delibera Consiglio Comunale n. 35 del 27.09.2007 “Approvazione definitiva del Piano di Recupero Ambito PE n. 16 via Garibaldi, ai sensi dell’art. 2 comma 2 lettera d della L.R. 23/1997 e dell’art. 25 comma 1 della L.R. 12/2005.

A24.3.2 ANALISI SISTEMICA: MODELLO DESCRITTIVO

L'analisi condotta ha lo scopo di approfondire la conoscenza del contesto territoriale. La realtà di Venegono Superiore è stata sintetizzata in sistemi, al fine di avere una rappresentazione della complessità insita nel territorio. Ogni sistema evidenziato è costituito da componenti legati fra loro da relazioni significative. Trattasi di un insieme di regole messo in evidenza dai comportamenti fruitivi di chi lo utilizza. Il sistema obbliga ad evidenziare le componenti, ma soprattutto le loro ragioni d'insieme, la struttura profonda della loro solidità e costringe ad esplicitare tutto questo in una descrizione sintetica e chiara. Ne conseguono una lettura attenta della realtà osservata, la ricerca di un ordine interno e di conseguenza una descrizione più approfondita e completa, quindi più efficace, rispetto alle descrizioni zoonistico - quantitative tradizionali, basate sulla divisione in comparti delle attività e degli spazi e su una visione sommaria dei complessi urbani territoriali. Ovviamente l'analisi proposta è di tipo interpretativo ed il risultato, il modello, è una lettura “personale” del sito (chiaramente supportata dal processo partecipato di conoscenza del territorio). L’analisi ha prodotto un modello globale di descrizione della realtà urbana nel tentativo di comprenderne la natura dinamica, la complessità e le relazioni reciproche fra le sue diverse componenti. Alla base di tale processo stanno analisi accurate dell'evoluzione storica, dell'uso del suolo, della morfologia e tipologia del tessuto urbano, delle infrastrutture urbano e territoriali, delle tradizioni e memorie dei luoghi; proprio per questo motivo, pur presentando, i sistemi, una lettura non sempre puntuale per esigenze di schematicità e sintesi, il risultato globale è indicativo di regole e relazioni che sono alla base della struttura e del modo di vivere nella realtà locale. La scelta dei sistemi rappresentativi della specifica situazione sociale e urbana, delle attività e dei flussi, in funzione dei bisogni e dei desideri dell'”abitatore” (inteso come abitante con ruolo attivo) e della collettività, è stata condotta sulla scorta del processo partecipativo e del confronto con l’Amministrazione. L’analisi ha condotto alla creazione di un modello descrittivo della realtà di Venegono Superiore costituito dalla sovrapposizione dei singoli sistemi. Tale modello ha costituito la base per la successiva fase di valutazione e individuazione degli obiettivi, attraverso la quale sono stati rintracciati: Positività/Risorse, Negatività/Vincoli, Obiettivi generali, Obiettivi specifici (declinati per sistema). Da qui la creazione di un modello strategico che è stato successivamente declinato nei singoli sistemi.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 130 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.3.2.1 SISTEMI ELEMENTARI NOTEVOLI

1) Sistema della mobilità e della viabilità

Si precisa che la riflessione sulle reti ha coinvolto non solo le infrastrutture, ma anche le dinamiche che possono condizionarne la funzionalità, quali la diversificazione degli orari, i comportamenti e le pratiche attualmente assodate nell'uso delle stesse, nonché scenari temporali del breve e lungo periodo. La realtà urbana locale cui il territorio di Venegono Superiore appartiene è ormai dilatata a livello di Città del Seprio, formata da un tessuto urbano senza soluzione di continuità in cui gli abitanti vivono con un aspettativa ed un tenore di vita cittadino, pur godendo di ampi spazi e zone verdi che sono come grandi parchi urbani facilmente accessibili e fruibili. La rete infrastrutturale – esistenti e previste alla scala provinciale – tra i poli di attrazione e le varie realtà urbane della Città del Seprio è fortemente condizionata dalle caratteristiche morfologiche del territorio e dalla mancanza di una pianificazione attenta, che da sempre hanno vincolato e condizionato lo sviluppo delle vie di comunicazione, che a tutt’oggi risultano insufficienti e inadatte a supportare l’elevata domanda di mobilità. La rete stradale presenta una struttura incompleta costituita da una sequenza di tracciati in direzione nord-sud che si possono richiamare partendo da ovest: la SP 233 Varesina, che lambisce il confine occidentale del Comune, la SP 46 e la SP2, che costituiscono la dorsale principale delle aree urbanizzate. Questo orientamento omogeneo è rafforzato dalla presenza della ferrovia Milano-Varese che taglia ulteriormente il territorio. Risultano carenti i collegamenti trasversali affidati a tracciati esclusivamente di carattere locale, venendo così a costituire

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 131 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

uno schema di rete incompleto. Nello specifico il Comune di Venegono è interessato dalla SP 233, dalla SP 42 e 46 strade con valenza sovracomunale che presentano calibri ridotti e che attraversano il centro abitato congestionandolo. Questi assi infatti sono interessati da flussi di traffico di attraversamento (verso Castiglione, Como, Vedano Olona, Venegono Inferiore) e presentano scarsa qualità urbana e traffico intenso con conseguente inquinamento atmosferico ed acustico. Questo fattore è inoltre aggravato dalla presenza dei passaggi a livello che si pongono sul territorio come vere e proprie barriere con evidenti ricadute sull’inquinamento ambientale (atmosferico ed acustico). Un problema, questo dei passaggi a livello, molto sentito dalla popolazione residente e in transito, quotidianamente alle prese con difficoltà di spostamento. La ferrovia rappresenta comunque un sistema di trasporto di grande articolazione, in funzione alla dimensione dei flussi pendolari (studenti e lavoratori) e legati a motivi di svago. L’automobile è considerato il mezzo principale di spostamento sia interno che esterno al centro abitato. L’abitudine ormai consolidata dell’uso dell’automobile in ambito urbano è sicuramente stimolata dalla mancanza di qualificazione dello spazio pubblico che faciliti e stimoli la dimensione pedonale, anche attraverso una diversa gestione dello stazionamento. In relazione alla ferrovia si segnala la necessità di riqualificare la stazione, quale ulteriore porta della città, oltre a spazio pubblico utilizzato quotidianamente dai pendolari (studenti e lavoratori).

Ad una scala più locale , la rete stradale della città consolidata, definita dall’espansione urbana a partire dagli anni ’50, si è sviluppata seguendo la logica di interventi privati estemporanei, in assenza di una reale pianificazione. Le strade presentano sezioni ridotte e risultano per lo più prive di marciapiedi e di precisa gerarchia. L’assenza di una valenza pedonale e di un fronte edificato che lo contestualizzi non conferisce allo spazio pubblico-strada alcuna qualità urbana. In essa si registrano flussi relativamente deboli, se si escludono i momenti di accesso alle scuole. La fruizione pedonale, seppur contenuta, viene espletata direttamente sulla carreggiata, con disagio espresso dai residenti in termini di sicurezza. Il territorio urbanizzato presenta una dotazione di posti auto adeguata ai flussi, anche se la loro collocazione prevalente lungo le vie generano una bassa qualità percettiva dello spazio pubblico-strada.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 132 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

2) Sistema dei nuclei storici

Il territorio di Venegono Superiore è caratterizzato dalla presenza di tre nuclei storici con caratteristiche urbanistiche e architettoniche significative, al momento poco qualificati (Pianasca, Borghetto, Porta Romana).

Nel tempo, a causa del mutamento degli usi del territorio, si sono innescati fenomeni di degrado in ambiti con potenziali caratteristiche di qualità diffusa. La vitalità e l’abbandono dei nuclei storici sono in relazione alla loro vivibilità e rispondenza alle esigenze contemporanee. Tuttavia se ne riconosce la potenzialità di catalizzatori, ossia la possibilità di generare ricadute positive anche sull’edificato limitrofo, in termini di qualità architettonica e funzionale. Detti nuclei storici sono riconosciuti dalla popolazione come elementi di identità, nonostante sia fortemente diffusa una resistenza al loro recupero e utilizzo da parte dei residenti. Ai piani terra si può leggere il segno di attività differenti dalla residenza, che in parte resiste ancora. In relazione allo stato di trasformazione degli edifici, si può asserire che la maggior parte del tessuto presenta edifici parzialmente compromessi da interventi di ristrutturazione e/o manutenzione estemporanei nel tempo. Alcuni edifici risultano completamente compromessi e potrebbero essere intesi come occasione di riqualificazione urbanistica.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 133 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

3) Sistema del verde e dello spazio pubblico

In tutto il territorio si riscontra una considerevole presenza di spazi aperti con valenza naturalistica, ma risulta assente una struttura coerente e continua degli stessi, capace di strutturare realmente lo spazio pubblico e di valorizzare la componente naturale del paesaggio. Un elemento notevole è sicuramente rappresentato dalla componente boscata esterna agli ambiti urbanizzati che è interessata dal Parco Pineta. Le aree boscate sono riconosciute per la loro valenza paesistica, dovuta alle potenzialità sceniche che le rendono piacevoli da un punto di vista visivo, ma risultano poco sfruttate per una fruizione reale di percorrenza e sosta all’interno delle stesse. I boschi dunque risultano una presenza da sfondo (paesaggio da cartolina) e per questo marginale e poco fruita. Essendo caduti quasi totalmente gli usi economici di questi ambiti, le macchie boscate risultano prive di manutenzione. Altre aree verdi di interesse pubblico con valenza ambientale-paesaggistico risultano il Pratone, il parco del Castello dei Missionari, l’area verde agricola della Cascina dei Prati, l’area a confine tra Castiglione Olona e Venegono. Questi parchi urbani non sono inseriti in un sistema di spazi verdi di relazione più ampio. La città consolidata è caratterizzata da una presenza diffusa di giardini all’interno degli isolati, alcuni di elevata qualità tanto da contribuire all’immagine identitaria del comune, come il quartiere Monterosso. Pur mantengono un utilizzo privato, questi spazi sono importanti dal punto di vista paesaggistico ma anche ambientale e di qualità dell’abitare. Qualche viale alberato costituisce l'unico elemento di continuità nella maglia urbana.

Per quanto riguarda la consistenza dei servizi pubblici, si registra una adeguata dotazione di servizi ed attrezzature in

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 134 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

relazione alla dimensione urbana. La presenza di servizi è diffusa sull’intero territorio comunale senza una centralità o una vera e propria visione di insieme. Non sono presenti strutture di interesse sovra comunale ad esclusione della stazione ferroviaria.

Si ravvisa, con la conferma dell’indagine partecipata, la necessità di spazi di relazione, capaci di stimolare una reale aggregazione, creando una dimensione pubblica dinamica e accogliente. A questo proposito si segnala la richiesta di piazze da parte dei cittadini. Altre riflessioni emerse riguardano la biblioteca, che viene definito come servizio di qualità, ma manca di una sede adeguata; il centro sportivo che presenta una palestra obsoleta e dimensioni contenute dato che alcune realtà sportive utilizzano attrezzature nei paesi contermini; necessità di spazi adeguati per i giovani e il centro anziani.

Il castello dei Missionari, dato il canale di dialogo aperto durante la redazione del PGT, può rappresentare una possibilità di soddisfare la richiesta di alcuni servizi pubblici utilizzando il patrimonio edilizio esistente, e ancor più riqualificando un patrimonio di pregio paesistico, riconosciuto fortemente dalla comunità locale.

Le aree esclusivamente residenziali ostacolano la libera fruizione su tutto il territorio, in quanto prive di punti di interesse, aree di sosta e socializzazione. Altro elemento incongruente è rappresentato dal Synergy, esperienza di alloggi protetti per anziani e abitazioni a prezzi calmierati per le giovani coppie residenti o da insediare, che non è decollato. L’edificio tra l’altro si configura come una criticità nel paesaggio.

Per supportare l’incremento della popolazione giovane bisogna stimolare il mercato locale del lavoro.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 135 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

4) Sistema del paesaggio e dell’identità Dal punto di vista paesistico il territorio di Venegono Superiore presenta delle specificità, pur se alternati ad interi isolati edificati ad edilizia comune, qualitativamente inesistenti. Dal paesaggio del Parco della Pineta, agli spazi agricoli, passando per le ville storiche e i nuclei storici, molti sono gli elementi notevoli che caratterizzano il paesaggio locale: scorci panoramici, scalinate e tracciati paesaggistici, nuclei storici, Villa Caproni, castello dei Missionari, parco Pratone, praterie ed incolti, cascine. La popolazione si riconosce nel proprio territorio e pochi sono gli elementi di degrado paesistico riscontrati: le recenti edificazioni in luogo della Ex Sprea, il Synergy, il campo di volo per l’inquinamento acustico. L’edificato attorno ai nuclei storici non viene inteso dai residenti come una criticità, rispetto alla riconoscibilità e al senso di appartenenza. La criticità nella città consolidata viene percepita nella densità differente dei recenti interventi e non nella mancanza di qualità delle proposte progettuali. L’evidente forza del paesaggio boschivo è sfondo per gli insediamenti, ma per molti costituisce un patrimonio non pienamente conosciuto e valorizzato, oltre ad una difficoltà di gestione per il confronto con il Parco. La stessa presenza di una rete di strade e di sentieri tra Parco e paese non appare ancora pienamente pensata come un sistema in grado di generare paesaggio. Aree boscate, terrazze e versanti coltivati sono soggetti a fenomeni di abbandono, nonostante la varietà e la ricchezza di presenze. La progressiva scomparsa dell’economia del bosco ha trasformato un sistema insediativo in un insieme di oggetti, a volte abbandonati: segnali recenti di inversione di questa tendenza fanno pensare alla possibilità di rinnovare i significati del sistema. La presenza della ferrovia e l’idea di un paese con valenza paesaggistica da fruire orienta tuttora il mercato immobiliare.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 136 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.3.2.2 MODELLO DESCRITTIV O

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 137 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Dall’analisi sistemica emerge che la realtà urbana locale cui il territorio di Venegono Superiore appartiene è ormai dilatata a livello di Città del Seprio, formata da un tessuto urbano senza soluzione di continuità in cui gli abitanti vivono con un aspettativa ed un tenore di vita cittadino, pur godendo di ampi spazi e zone verdi che sono come grandi parchi urbani facilmente accessibili e fruibili. All’interno di questo sistema il comune presenta delle vocazioni che vanno sicuramente affinate per consentire lo sviluppo socio-economico che caratterizzerà lo scenario del P.G.T..

Dal punto di vista prettamente urbanistico il Comune appare come una realtà articolata e in parte frammentata, comunque dotata di un’identità, quella della cittadina di "tranquilla operosità", (già definita dalle varianti del PRG) capace ancora di caratterizzarla, anche se in parte carente dal punto di vista del disegno urbano.

Una tale configurazione è determinata dallo sviluppo edilizio incontrollato e poco pianificato che ha rotto la continuità del tessuto, impedendo le relazioni fra gli elementi. All’interno delle aree edificate il verde, seppur copiosamente presente, manca di continuità e non è quindi in grado di assolvere alla sua funzione di spazio pubblico, quale elemento strutturante. Le barriere fisiche dovute alle differenze di quota e agli assi di collegamento contribuiscono ad aggravare la situazione che possiamo riscontrare nel sistema dei flussi: mancanza di una distribuzione continua e pluridirezionale degli stessi. Chiaramente non ha un peso minore la distribuzione dei servizi e la mancata qualità dei percorsi che collaborano a creare una quasi totale dipendenza dall’automobile. Si viene a creare una complessità dei diversi flussi – lavorativo, del tempo libero, commerciale, ecc., in direzione dei vari poli interni e dei paesi limitrofi.

Lo sviluppo urbano a partire dagli anni ’50, avvenuto senza una vera pianificazione urbanistica, ha creato aree di espansione che restano luoghi delegati esclusivamente alla funzione residenziale specifica, creando una separazione interna e questo andando anche ad interessare le aree naturali di Pianbosco; ogni ambito non instaura una dialogo con quello adiacente e tanto meno con l’intero sistema urbano. E’ difficile a questo punto pensare alla città come un sistema, in quanto la viabilità è carente da parecchi punti di vista e ostacola la comunicazione, gli spazi collettivi sono quantitativamente sufficienti, ma non sono strutturati in modo idoneo (a rete) e hanno perso la caratteristica primaria di luoghi della socializzazione.

A partire dagli anni ’50 la dimensione urbana risulta essere notevolmente dilatata, assumendo connotazioni estranee al lessico tradizionale. La simultaneità delle azioni, l’assenza di un coordinamento urbanistico dei singoli interventi estemporanei, ne hanno impedito il costituirsi di una dimensione pubblica e di un'immagine unitaria, compatta e stabile nel tempo. Questo in netta contrapposizione con le immagini consolidate dei nuclei storici che via via sono stati scaricati del loro ruolo, che li rendeva vivaci e vitali, soprattutto grazie all’esistenza di un mix funzionale. Non bisogna osservare spaventati il disordine, sostanziale o apparente, che accompagna il declino dell’assetto dei centri abitati, ma cercare di individuare dietro l’insensatezza del caos, i tratti di un ordine diverso. Tale nuovo ordine non dovrà prescindere dalla polarità, operando trasformazioni capaci di dare risposte più adeguate ai nuovi bisogni, a partire da poli di rilancio all’interno dell’edificato esistente. Occorre prendere atto che si è sviluppata una nuova domanda, da un'utenza affatto immemore della propria storia e inesorabilmente proiettata nel futuro.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 138 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.3.3 ANALISI SISTEMICA: CRITICITÀ E POTENZIALITÀ

A24.3.3.1 POTENZIALITA'-RISORSE

- Valenza paesaggistica del territorio (patrimonio di ville storiche e relativi parchi, Parco Pineta, Castello dei Missionari, Santa Maria, Villa Caproni...); - Presenza di ampie aree verdi; - Presenza della ferrovia e quindi collegamento veloce con Milano e Varese; - Appartenenza alla "Città del Seprio" (ambito territoriale istituzionalizzato con Accordo di Programma “Comitato dei Comuni del Seprio”); - Presenza di realtà produttive forti.

A24.3.3.2 NEGATIVITA'-VINCOLI

- Assenza di un piano strategico di collaborazione con comuni contermini; - Limitata riqualificazione dei nuclei storici; - Limiti infrastrutturali nella viabilità interna e di attraversamento; - Le recenti trasformazioni hanno prodotto un parco immobiliare invenduto a causa della mancata rispondenza delle soluzioni proposte alle reali aspettative di qualità della popolazione; - Mancanza di spazi adeguati per l'aggregazione; - Mancanza di una dimensione pubblica dello sviluppo urbanistico a partire dagli anni '60; - Barriera della ferrovia; - Inquinamento acustico Aermacchi e Guardia di Finanza; - Carenza di strutture ricettive.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 139 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.3.3.3 OBIETTIVI GENERALI

- Realizzazione di una mobilità sostenibile; - Riduzione del consumo di suolo; - Riqualificazione dell'edificato esistente; - Riqualificazione dello spazio pubblico; - Miglioramento della fruizione del Parco Pineta; - Riqualificazione energetica dell'edificato.

A24.3.3.4 OBIETTIVI SPECIFICI

REALIZZAZIONE DI UNA MOBILITA' SOSTENIBILE L’obiettivo condiviso di creare nel territorio venegonese una mobilità sostenibile viene recepito e tradotto negli elaborati del Piano dei servizi dai quali emergono considerazioni sulla fruizione sostenibile del territorio comunale, quale obiettivo strategico del Piano.

Obiettivi strategici: - realizzazione di percorsi alternativi per decongestionare le arterie principali esistenti; - realizzazione di nuovi tracciati di mobilità leggera; - realizzazione /spostamento di parcheggi in aree più adeguate.

RIDUZIONE DEL CONSUMO DI SUOLO Visti lo sviluppo urbanistico degli ultimi anni e la conformazione del territorio del comune di Venegono, l’Amministrazione intende limitare la trasformazione di ambiti esterni al TUC, concentrandosi sulla riqualificazione del tessuto consolidato esistente.

Obiettivi strategici: Le aree che saranno interessate da ambiti di trasformazione sono le seguenti: - PIANASCA: la trasformazione della Pianasca è supportata dall’interesse pubblico di creare uno spazio degno di essere definito “piazza”. - AREA VELAMP: ambito di trasformazione a carattere polifunzionale indirizzata ad attività”sportive-tempo libero e ludico”, con possibilità di inserire alcune funzioni di interesse pubblico e limitata offerta residenziale. L’intervento consiste nella trasformazione e soprattutto nella riqualificazione ambientale degli stabilimenti Velamp, realtà produttiva attualmente dismessa.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 140 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

RIQUALIFICAZIONE DELL'EDIFICATO ESISTENTE Altro obiettivo strategico del Piano è quello di valorizzare l’esistente, migliorandone la qualità formale e le possibilità di fruizione e rispondenza ad esigenze più contemporanee. La riqualificazione, gestita prevalentemente attraverso il Piano delle Regole, interesserà i seguenti ambiti: Obiettivi strategici: - Nuclei storici (riqualificazione delle facciate, esaltandone anche le caratteristiche cromatiche e gli elementi significativi, dell’arredo urbano, delle pavimentazioni, delle insegne, ma anche facilitazione nell’inserimento di nuove funzioni compatibili); - Ville e giardini storici; - Tessuto residenziale consolidato, valorizzando le peculiarità di ogni ambito.

RIQUALIFICAZIONE DELLO SPAZIO PUBBLICO Obiettivo strategico è quello di migliorare i servizi esistenti, anche coinvolgendo soggetti diversi sul territorio.

Obiettivi strategici: - Coinvolgimento dei padri Comboniani per migliorare l’offerta di servizi pubblici andando a valorizzare strutture già esistenti (integrazione strutture sportive, fruizione area verde parco, miglioramento accessibilità del Parco Pineta mediante l’utilizzo di spazi a parcheggio di loro proprietà). - Riqualificazione delle piazze: Pianasca, San Giorgio, Santa Maria. - Riqualificazione dello spazio pubblico della strada che dovrà acquisire nuova qualità, mediante il potenziamento dei percorsi protetti e piste ciclopedonali, demandando in alcuni casi strategici ad ambiti più appropriati lo stazionamento delle auto. Questo non significa eliminazione dei parcheggi, ma la loro collocazione in ambiti più appropriati per la qualità dell'immagine urbana che si vuol proporre, in funzione di una fruizione efficace dell'intero tessuto cittadino (Via Busti, via Garibaldi, Pianasca, Santa Maria).

MIGLIORAMENTO DELLA FRUIZIONE DEL PARCO PINETA Obiettivo strategico è quello di migliorare la fruizione del parco, inteso come servizio pubblico.

Obiettivi strategici: - realizzazione di collegamenti diretti tra l’abitato e il parco, per una fruizione dei residenti direttamente dal centro abitato e in chiave sostenibile (piste ciclopedonali, tra le quali pista ciclopedonale dei Laghi in collaborazione con la Provincia); - realizzazione di aree attrezzate e sosta per gli utenti esterni;

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 141 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

- possibilità di compensazioni a favore del parco.

RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA DELL'EDIFICATO Gli interventi di nuova realizzazione, ma soprattutto la riqualificazione dell’esistente, dovranno essere basati su criteri di sostenibilità ambientale e risparmio energetico, la cui gestione sarà demandata al Piano delle Regole e al Regolamento Edilizio. Anche gli ambiti di trasformazione saranno improntati e definiti su tali criteri attraverso le Schede degli ambiti di trasformazione.

Obiettivi strategici: - Utilizzare le risorse sostenibili a disposizione, differenziandone l’approvvigionamento; - Preservare il sistema idrografico, anche attraverso tecnologie che consentano il riuso, il riciclo ed il risparmio idrico; - Utilizzare tecnologie che massimizzino la permeabilità dei suoli; - Utilizzare tecnologie che migliorino gli involucri edilizi per il risparmio energetico; - Utilizzare materiali naturali e sistemi tecnologici per perseguire l’alta qualità ambientale degli edifici.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 142 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.3.4 ANALISI SISTEMICA: MODELLO STRATEGICO

A24.3.4.1 MODELLO STRATEGICO

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 143 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 144 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Il primo postulato che caratterizza il modello strategico è che il Sistema Territoriale della città del Seprio presenta numerose polarità, le quali consentono di indirizzare il futuro sviluppo degli enti locali (assecondando e valorizzando le singole peculiarità), ed al contempo condividendo le rispettive scelte di sviluppo territoriale. Da qui discende il riconoscimento che la ricchezza del territorio sta nel fare sistema e quindi si reputa determinante instaurare un rapporto tra i nodi e i sottonodi della rete.

Inoltre, internamente al territorio comunale, l’intenzione è di valorizzare l’urbanità diffusa, in cui tutte le parti siano caratterizzate, ricche di riferimenti e di canali adatti per la comunicazione.

Il dinamismo dell’età contemporanea ha travolto l’antico assetto polare del territorio, ha rotto i confini tra città e campagna ed ha innescato un processo irreversibile di diffusione pluridirezionale dell’insediamento. La centralità, come categoria caratterizzante l’urbano, perde il suo significato classico di riferimento univoco di un intorno relativamente ampio e acquisisce quello di uno dei possibili riferimenti di un sistema aperto di relazioni, in un ambito spaziale in crescente espansione.

La nuova logica potrebbe essere quella della continuità: continuità di fruizione, di flussi, di spazio pubblico e relativa struttura verde, di luoghi di aggregazione. Questa idea di continuità e di movimento si deve tradurre, non in un miglioramento dell’accessibilità fine a sé stesso, ma nella capacità dei luoghi di generare movimento, attraverso ad esempio l’inserimento di nuove attività (sfruttando anche i vuoti urbani), capaci di soddisfare le esigenze della contemporaneità e un’utenza più allargata.

Non si vuol creare un policentrismo fatto di nodi e reti meri collegamenti fra di essi, ma una continuità, non legami, percorsi, ma relazioni. Si attua una ricerca di modelli di relazione più liberali, capaci di raccogliere le differenze, la mutazione e l’apporto indispensabile degli attori presenti nel territorio.

Il conferimento di una nuova specificità/identità deve essere interpretato come necessità di riqualificazione locale, ma anche per dare a Venegono Superiore un nuovo ruolo, all’interno del Sistema della Città del Seprio in trasformazione.

Ciò significa tra l’altro, attribuire un luogo ed una configurazione ad entità urbane che ne erano prive, ovvero trasformare la spontaneità, se non la casualità, in sistematicità e rappresentatività.

Lo spazio pubblico va inteso come luogo dove la città sperimenta i modi della propria autorappresentazione, esprime i propri valori, il proprio modo di pensare e di "stare". Lo spazio urbano è il contenitore fisico di tutto ciò che accade nella città ed è la sua essenziale definizione formale. Quest'ultima è lo strumento con cui si riesce a far sì che una città adempia alle sue esigenze sociali.

In sostanza, l’istanza di riqualificazione dei sistemi insediativi, allo stato attuale delle cose, si presenta come esigenza di trasformazione dei sistemi di organizzazione e di gestione delle risorse disponibili, artificiali e naturali, e pertanto, dal punto di vista del progetto, come condizione necessaria per l’innovazione degli strumenti e dei metodi, rivolti soprattutto alla reintegrazione funzionale e alla qualificazione ambientale dell’esistente.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 145 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

In tal senso non si promuove la demolizione di edifici esistenti, se non in caso di forti incongruenze funzionali, né la totale realizzazione ex-novo di infrastrutture di servizio, ma l’utilizzazione degli spazi liberi disponibili e il recupero di alcune aree poco utilizzate.

Col finire degli anni '80 sono venute meno le spinte espansionistiche iniziali (l’esplosione demografica, il boom economico, ecc.) e ha preso il via un nuovo corso: la domanda da quantitativa si è trasformata in qualitativa.

Il nuovo obiettivo non è quello della crescita, ma della modificazione dell’esistente che è ancor più di un processo di riqualificazione come viene generalmente definito.

Alzare il livello della qualità urbana significa concepire progetti globali, coerenti e sistemici tali da garantire l’estensione di quella immagine che la città presenta nella sua parte più antica.

La necessità di economizzare il territorio per ragioni ambientali, sociali ed economiche sta diventando sempre più evidente. In questo modo l'organismo urbano indirizza il suo sviluppo al proprio interno attraverso numerose strategie, come la riconfigurazione degli spazi pubblici, la rivitalizzazione di spazi inutilizzati, il recupero di aree industriali, l’incremento della densità edilizia in aree caratterizzate da un costruito sparso e diradato. Ciò permette di salvare e valorizzare i corridoi verdi esistenti, ambiti di paesaggio rurale all'interno dell'edificato.

Preesistenza, nuova edificazione e ambiente naturale devono tornare a costituire gli ingredienti di una stessa progettualità, abbattendo il muro delle frontiere vincolistiche contrapposte che ne impediscono la naturale evoluzione verso forme più proficue di coazione in grado di coniugare le ragioni dello sviluppo con quelle della tutela.

A questo proposito si richiama l’attenzione alle aree non trasformate attorno ai nuclei edificati, strategici per il notevole valore paesistico-ambientale e di fruizione della componente boscata, realtà che genera nella cittadinanza uno spiccato senso di appartenenza e di riconoscibilità del paesaggio. In questi ambiti naturalistici appare prioritario porre attenzione alle aree di frangia edificate, al fine di creare una relazione funzionale fra gli stessi.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 146 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.3.4.2 SISTEMI ELEMENTARI NOTEVOLI

1) Sistema della viabilità e della mobilità

In un contesto non propriamente cittadino, come la realtà di Venegono si presenta, una mobilità più sostenibile può essere perseguita, percorrendo alcune linee guida, tra cui: 1. stimolare esternamente l'utilizzo del treno e dei trasporti pubblici nei collegamenti con le realtà limitrofe; 2. sviluppare spazi pubblici più qualificati atti a stimolare la fruizione pedonale, specie se accompagnata dalla presenza di occasioni e attività commerciali; 3. differenziare i percorsi automobilistici, pedonali e ciclabili; 4. lavorare su un buon piano degli orari.

Non potendo in questa sede agire sulla riorganizzazione della mobilità territoriale, vengono di seguito proposte delle azioni possibili e compatibili con scenari, in cui i tempi di risposta siano adeguati ai bisogni esistenti.

Un fattore che si vuol perseguire nella pianificazione è l'integrazione tra due culture: il camminare a piedi e lo spostarsi in automobile. Queste devono essere incluse, fatte convivere senza ridurne gli effetti positivi, assecondandone le potenzialità a beneficio della città favorita, tra l’altro, dalla presenza della ferrovia.

Occorre recuperare una dimensione pedonale, creando una compatibilità tra la presenza delle persone e la corsa dei veicoli: la dimensione dell’andare veloce, quella del passeggiare e del sostare devono convivere qualificandosi reciprocamente, in modo da accelerare gli spostamenti e moltiplicare gli appuntamenti.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 147 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Oggi ci troviamo di fronte ad un scelta realizzata parecchi decenni fa che ha escluso la possibilità di convogliare all’esterno dell’abitato il traffico di attraversamento. Sulla città consolidata “storica” gravano i flussi automobilistici in attraversamento (direttrice Pianasca, via Busti, San Giorgio, via Como), portando con sé le criticità legate alla sicurezza, ma soprattutto all'impossibilità di piacevole fruizione di questo ambito privilegiato. E' del tutto evidente come sarebbero auspicabili soluzioni in grado di alleviare tale carico. La soluzione più immediata sarebbe quella di realizzare una viabilità alternativa, come rappresentata nell’elaborato grafico riportato nel capitolo successivo, capace di non far pesare sul centro abitato il passaggio di coloro che transitano sul territorio nelle varie direzioni e, soprattutto, dei carichi che si muovono con mezzi più grandi. Una tale soluzione risulta ormai poco fattibile, per la mancanza di interesse del Comune di Vedano a realizzare il tratto di propria competenza e per la criticità di inserire un tratto di viabilità nel Parco. Va anche detto che l'avvenuta antropizzazione del territorio rende qualsiasi soluzione alternativa non solo dispendiosa per le casse pubbliche, ma in molti casi, addirittura impossibile.

Di ordine prioritario è l'intervento di riqualificazione delle sedi viarie, conferendo ad esse la doverosa qualità urbana, a partire dalla realizzazione di percorsi protetti, anche con attenzione “chirurgica” con anelli diffusi su tutto il territorio.

Si prevede un trattamento urbano della via Busti, atto a conferire un’immagine diversa, di asse di fruizione e non di mero attraversamento. Essendo il primo confronto con la città, bisogna lavorare come fosse il “biglietto da visita”, vera spina dorsale per una fruizione agevole della realtà urbana. Su di essa si innestano infatti i percorsi fruitivi secondari che dovranno essere gerarchizzati e comunicati con immediatezza, mediante una segnaletica accattivante e d efficace. Un'adeguata gerarchizzazione dei tracciati viari permetterà la chiara lettura del tessuto urbano e di conseguenza l'incremento della qualità, supportato da un efficace sistema di stazionamento.

La realizzazione di percorsi pedonali e ciclabili consentirà di scaricare le vie dalla presenza delle automobili a favore di una fruizione locale dell’abitato in chiave sostenibile. La definizione di una rete pedonale, piacevole e sicura da percorrere, invita le persone a muoversi di più a piedi. La strategia del Piano prevede la formazione di un anello continuo su tutto il territorio di Venegono Superiore. L’automobile è considerato il mezzo principale di spostamento sia interno che esterno al centro abitato. L’abitudine ormai consolidata dell’uso dell’automobile in ambito urbano deve essere messa in discussione anche a partire da una riqualificazione dello spazio pubblico che faciliti e stimoli la dimensione pedonale, anche attraverso una diversa gestione dello stazionamento. Gli assi di fruizione vanno arricchiti di occasioni, in modo da creare percorsi dinamici e generatori di flussi e non semplici collegamenti funzionali.

Si sottolinea da ultimo la necessità di riqualificare la stazione ferroviaria, in modo da creare uno nodo di interscambio piacevole e degno accesso alla città di Venegono Superiore, oltre a garantire uno spazio di qualità ai residenti che la vivono quotidianamente.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 148 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

2) Sistema dei nuclei storici

Per i nuclei storici si deve prevedere non una semplice operazione di "maquillage" a livello epidermico, bensì una trasformazione di ordine strutturale che muove dai comportamenti per approdare all’organizzazione fisica dello spazio.

Il Comune presenta nuclei storici (Pianasca, borghetto, Porta Romana) che possono trovare nel Piano delle Regole uno strumento funzionale atto a migliorare l’aspetto compositivo, attraverso la riqualificazione delle facciate (esaltandone anche le caratteristiche cromatiche e gli elementi significativi), dell’arredo urbano, delle pavimentazioni (in parte già operato), delle insegne, in modo da innescare un processo virtuoso di maggior identificazione del centro storico, trascurato negli anni, anche per la complessità dovuta dall’estremo frazionamento delle proprietà. Ma quello che si auspica è una trasformazione di ordine strutturale che renda appetibile il tessuto storico, caratterizzato un tempo da un mix funzionale non presente nel resto del tessuto, per l’inserimento di attività “produttive” e di servizio contemporanee, anche di carattere innovativo e adeguate ai luoghi (servizi sociali, culturali, commerciali…). L’attento studio del tessuto consentirà di localizzare correttamente le attività. In questo modo i nuclei storici possono acquisire una nuova vita, motore della riqualificazione e allo stesso tempo della conservazione delle proprie caratteristiche tipologico- architettoniche, nonché materiche. Si riconosce a questi ambiti un ruolo di poli attrattori capaci di innescare processi virtuosi anche sull’intorno. Il centro storico, in tale contesto, esce dal suo forzato isolamento ed è chiamato ad essere partecipe di una realtà più ampia con ruoli e funzioni adeguati alle nuove esigenze.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 149 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

3) Sistema del verde e dello spazio pubblico

Si propone la riprogettazione delle aree vuote e degli spazi verdi disorganizzati, prevedendo la creazione di un sistema del verde ben strutturato, non più elemento subordinato al costruito, ma con una propria autonomia progettuale e un'ampia dotazione di spazi collettivi. La creazione di una continuità di spazi pubblici abbatterà gli ostacoli fruitivi, precedentemente richiamati.

L’obiettivo è quello di valorizzare la diffusione dei servizi nell'abitato e soprattutto di introdurre nuove attività che siano capaci di caratterizzare l'area e di rispondere ad una domanda nuova e diversificata dell'utenza. Più che all’introduzione di nuovi servizi si dovrà provvedere a dinamizzare e riqualificare realtà già presenti, considerata l’attuale dotazione. Il territorio necessita più che altro della messa in rete delle attrezzature o una semplice tematizzazione delle stesse.

Esplicativo di questo atteggiamento è stato il modo di affrontare il tema del verde come possibile catalizzatore di nuove attività dinamizzatrici dal punto di vista economico e socio-culturale. La formula della diffusione è pensata secondo un criterio di inserimento di assi attrezzati. Si tratta di porre lo spazio verde collettivo a telaio e fattore di riconoscibilità della città, riconoscendo agli spazi aperti un ruolo strutturale e non residuale.

La piantumazione degli assi viari, dove è possibile, diventa uno strumento fondamentale per la gerarchizzazione degli stessi e struttura verde connettiva. Un trattamento a verde verrà realizzato nelle aree di parcheggio per permettere

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 150 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

una integrazione d'immagine degli stessi nella città, oltre che migliorare il drenaggio del terreno.

Riconoscendo al verde la valenza di servizio pubblico, particolare attenzione viene posta nella riqualificazione della componente boscata presente su tutto il territorio. Innanzi tutto l'area verde di protezione non deve essere ridotta a favore di nuove espansioni urbane. La domanda di nuovi spazi viene soddisfatta internamente alle aree già urbanizzate o in aree di frangia già parzialmente antropizzate.

Le aree boscate andranno riqualificate stimolando nuovi usi, legati anche alla fruizione turistico-ricreativa. In questa ottica non bisogna trascurare le potenzialità dei collegamenti tra Parco Pineta, Plis RTO e pista ciclopedonale della Valmorea, seguendo il progetto della green way della Pista Ciclopedonale dei Laghi.

Per quanto riguarda il tessuto residenziale consolidato, puntuali interventi sulla viabilità, a favore di una mobilità leggera, possono produrre un miglioramento della percezione pubblica su quella privata.

Non da ultimo, nell’ottica di una pianificazione urbana sostenibile, sarà necessario attivare un ventaglio di azioni combinate sul territorio, per esempio raggruppando sullo stesso sito attività e standard di qualità che siano in grado di apportare benefici sociali ed economici per l’intera comunità, con effetti positivi nella vita di ogni giorno.

La sfida è quella di creare un ambiente vivo e sufficientemente attraente e quindi far sì che le famiglie residenti rimangano lì dove abitano, e utilizzino il territorio non riducendolo ad un dormitorio.

Questo consente inoltre la creazione di spazi pubblici più definiti in grado anche di accogliere e sostenere una dimensione commerciale a livello di vicinato e quindi diffusa e a corretta scala urbana.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 151 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

4) Sistema del paesaggio e dell’identità

La valorizzazione paesaggistica è senza dubbio determinante in termini di rilancio dello sviluppo locale. Lo sviluppo socio- economico di Venegono è estremamente legato alle valenze paesistiche del territorio che deve essere preservato e valorizzato. Oltre agli aspetti naturalistici e ambientali, che vanno dalle aree boscate ai paesaggi agricoli, non mancano emergenze storico-artistiche e architettoniche.

I numerosi nuclei storici sono urbanisticamente interessanti e capaci di offrire possibilità di rigenerazione del tessuto consolidato. Di conseguenza, si dovrà operare con coscienza non solo all’interno dei nuclei, ma anche a ridosso degli stessi, impedendo che nuovi interventi o interventi sugli edifici esistenti possano in qualche modo alterarne la specificità.

Dal punto di vista paesistico la valorizzazione dei boschi e del paesaggio agricolo diventa determinante. Il lago, il torrente, le masse boscate, le essenze presenti, le radure per pascoli e coltivazioni, i manufatti agricoli come le cascine, terrazzamenti vanno preservati, ma solo grazie al conferimento di un nuovo ruolo: questi elementi devono diventare un tema di lavoro specifico per elaborare regole e progetti in grado di gestire al meglio le emergenze.

Piantumazione, terrazzamenti hanno valenze anche di tenuta dei versanti e il loro necessario mantenimento deve essere perseguito in relazione alla qualità degli accessi, alla vivibilità e alla fruizione complessiva del territorio.

Si promuove la riqualificazione e la promozione della rete di sentieri presenti sul territorio in quanto sistema riconosciuto che genera paesaggio.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 152 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Ripensare il cuore del tessuto edificato in chiave paesistica, vuol dire ridare un senso ai nuclei storici, al tessuto delle ville, alla via Busti e restituirli ai cittadini che potranno riappropriarsi del centro abitato in un ambiente gradevole e carico di significato.

Da ultimo dovranno essere sfruttate le possibilità per trattare il Parco Pineta non solo come sfondo, ma come risorsa attiva, attraverso lo sviluppo di un turismo sostenibile, per i residenti, i cittadini dei comuni contermini fino ad un bacino più ampio, anche a scala provinciale e regionale, data la presenza della ferrovia.

In questo senso il contenimento della diffusione dell’urbanizzato e il corretto inserimento dell’edificazione che si rende necessaria divengono strumenti di costruzione del paesaggio.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 153 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A.24.4 INDICAZIONI DI PIANO

A24.4.1 QUADRO DI SINTESI DELLE STRATEGIE DI PIANO: L’IDEA DI VENEGONO SUPERIORE

L’obiettivo finale dell’approccio descritto è di arrivare a definire l’idea della città di Venegono Superiore, a partire dalla quale verranno costruite le strategie, il Piano dei Servizi e delle Regole, in modo coerente e consequenziale. L’esplicitazione delle strategie è stata supportata dalla realizzazione di schede che mostrano le trasformazioni proposte. La scelta di elaborare dette schede nasce dalla volontà di facilitare la comprensione delle scelte strategiche a tutti gli attori coinvolti nella costruzione e gestione del Piano. La descrizione delle trasformazioni previste viene di seguito declinata, avvalendosi delle suddette schede.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 154 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 155 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 156 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 157 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 158 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 159 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 160 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 161 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 162 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 163 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 164 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 165 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 166 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 167 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 168 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 169 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 170 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.4.2 AMBITI DI TRASFORMAZIONE

A24.4.2.1 INDIVIDUAZIONE AMBITI DI TRASFORMAZIONE Il P.G.T. Individua 5 ambiti di trasformazione, di cui due per la riqualificazione di area industriale/artigianali esistenti (At01, At04), una di riqualificazione di una porzione di tessuto edificato esistente (At05), due già oggetto di P.L. del P.R.G. previgente (At02, At03).

A24.4.2.2 OBIETTIVI

L’At01 ha la finalità di riqualificare l’area industriale dismessa Ex Velamp. L'Area della Velamp merita sicuramente di essere trattata come ambito di trasformazione. La bonifica dell'area e la conseguente riqualificazione ambientale possono avvenire esclusivamente attraverso un intervento che sia remunerativo per l'investitore e qualificante per la comunità. In funzione della reale necessità di nuove residenze, si reputa non prioritario considerare la funzione residenziale tra le ipotesi principali di trasformazione di questo ambito. La localizzazione al di là della stazione ferroviaria rende l’area occasione per realizzare un parcheggio di interscambio auto-treno. La localizzazione a ridosso di un’area verde, contigua al territorio agricolo-boschivo dei Comuni di Castiglione Olona e Vedano Olona, rende l’ambito appetibile a un uso sportivo e per i tempo libero e ludico da integrarsi a funzioni pubbliche.

Per quanto riguarda gli ambiti a carattere residenziale, al fine di limitare il consumo di suolo non urbanizzato, la nuova edificazione è stata calibrata su una reale domanda di abitazioni, sia interna sia da ambiti esterni, essendo Venegono ancora attrattivo per la presenza della ferrovia e di un contesto urbano piacevole. Si precisa a questo proposito che l’attuale parco immobiliare invenduto è limitato prevalentemente al piano attutivo Ex Sprea, che presenta tipologie edilizie non rispondenti alle reali aspettative dei residenti e di chi sceglie di abitare a Venegono, per le motivazioni precedentemente esposte.

Gli interventi negli ambiti di trasformazione dovranno avvenire seguendo i criteri dell’architettura sostenibile, con un'attenzione particolare da rivolgersi all'inserimento paesaggistico dei manufatti nel contesto, oltre all’individuazione di tipologie più compatte atte a salvaguardare la risorsa del suolo, ma capaci di rispondere alle aspettative della popolazione residente (case a schiera, palazzine da 4/6 unità immobiliari).

In relazione agli ambiti di trasformazione residenziali si stima un incremento di popolazione residente pari a 91 abitanti.

Al 31 dicembre 2011 i residenti del Comune di Venegono Superiore risultano pari a 7252 abitanti, mentre gli abitanti stimati negli interventi in corso al momento dell’adozione del Piano risultano pari a 161. Da qui si evince che gli abitanti totali stimati dal P.G.T. risultano 7504.

La capacità insediativa prevista dallo strumento urbanistico risulta pertanto ben al di sotto della capacità insediativa prevista dall’ultima variante del P.R.G. previgente (8363 abitanti).

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 171 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

L’incremento risulta pari al 3,41% della popolazione e in uno scenario temporale di piano, pari a 10 anni, risulta inferiore al trend di crescita dell’ultimo decennio (di + 6,24%). La scelta di limitare la realizzazione di nuove unità abitative in ambiti di trasformazione è dettata dalla volontà di limitare il consumo di suolo e dalla possibilità di utilizzo del consolidato esistente, realtà che per altro necessità di una maggior qualificazione e in oltre presenta tagli ampi che potrebbero essere ridotti.

Sempre con riferimento all’edificato esistente, il piano, al fine di preservare le aree di interesse paesaggistico con ampia dotazione di verde, ha eliminato volumetrie in ampliamento, riducendo così le potenzialità volumetriche già in essere nel P.R.G. previgente, oltre ad aver eliminato alcuni piani esecutivi previsti dal precedente strumento urbanistico.

Dal punto di vista degli standard previsti dalla normativa vigente (minimo 18,00 mq/abitante) ci limitiamo, in questa sede, ad affermare che, avendo ridotto la capacità insediativa rispetto al PRG e modificato la composizione dello standard, la verifica risulta ampiamente soddisfatta.

Il Piano dei Servizi dettaglia la verifica quantitativa degli standard per abitante (e ad esso si rimanda), ma al di là del dato quantitativo, definisce un programma di interventi di carattere qualitativo, orientato fondamentalmente su alcuni filoni principali, in grande parte fra loro interconnessi. Il Piano dei Servizi definisce un disegno urbano coerente con le esigenze di qualità e sostenibilità ambientale prefissati nel Documento di Piano, realizzabile mediante progetti globali, coerenti e sistemici.

A24.4.2.3 COMPATIBILITA' CON P.T.C.P. Dal punto di vista della mobilità l’intervento nell’At01 è pensato in modo da non ostacolare il traffico della viabilità provinciale, andando anzi a risolverne alcune criticità, come già ampiamente illustrato nella descrizione dell'idea di Venegono Superiore.

Dal punto di vista della compatibilità con le aree agricole e boscate emerge che nessuna area di trasformazione interferisce con le aree boscate in vincolo idrogeologico.

Nello specifico, con riferimento agli elaborati grafici A07 a (carta uso del suolo), b (sistema agricolo, in cui sono state sovrapposte gli ambiti di trasformazione ai terreni ad uso agricolo da SIARL), si precisa quanto segue:

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 172 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

At01: l'ambito di trasformazione è interessato da un'area boscata da P.T.C.P.. Il bosco risulta completamente al margine dell'area edificabile e verrà preservato, ad esclusione del passaggio della nuova strada prevista. L’area boscata non è interessata da usi agricoli come si evince dal sottostante estratto della tavola A07 a.

. Estratto tav. A07a

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 173 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Estratto tav. A07b

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 174 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

At03: l'ambito di trasformazione è interessato in parte da un'area agricola a prato da P.T.C.P., in parte da un’area boscata L'area agricola non risulta attualmente coltivata e l’intero ambito si configura come una frangia dell’edificato esistente. Come indicato nell'apposita scheda (tav.A25-At04) l’area boscata viene mantenuta.

Estratto tav. A07a

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 175 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

Estratto tav. A07b

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 176 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.4.2.4 VERIFICA DEL CONSUMO DI SUOLO

Dall’elaborato grafico A21 del Documento di Piano, relativa alla verifica del consumo di suolo, si evince che il consumo di suolo derivante dalle trasformazioni proposte sul territorio risulta del tutto contenuto. Il rapporto tra il tessuto urbano consolidato TUC (quella parte di territorio comunale su cui è già avvenuta l’edificazione o la trasformazione dei suoli, comprendendo in essa le aree libere intercluse o di completamento-art. 10 L.R. 12/2005 – Piano delle Regole) e le aree di trasformazione esterne allo stesso è infatti pari al 0,18%. Il dato assoluto infatti dimostra un aumento di 0,50 ha su 321.48 ha di tessuto consolidato, come rappresentato nella seguente tabella:

AREE DI TRASFORMAZIONE

AREE DI TRASFORMAZIONE APPARTENENTI AL TESSUTO ANTROPIZZATO

At01 28.675 mq At02 2.117 mq At04 2.052 mq At05 2.436 mq

SUPERFICIE TOTALE AMBITI DI TRASFORMAZIONE APPARTENENTI AL TESSUTO CONSOLIDATO ATTUALE 35.280 mq 3,528 ha

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 177 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

AREE DI NUOVA EDIFICAZIONE

At03 5.649 mq

SUPERFICIE TOTALE At03 AREE DI TRASFORMAZIONE 5.649 mq 0,5649 ha

SUPERFICIE TOTALE TESSUTO URBANO CONSOLIDATO ATTUALE 3.214.834 mq 321,483 ha

SUPERFICIE TOTALE AMBITI DI TRASFORMAZIONE ESTERNI AL TUC 5.649 mq 0,5649 ha

PERCENTUALE CONSUMO DI SUOLO 0,18% 0,18%

Tutti gli ambiti di trasformazione risultano interni al tessuto edificato esistente, ad esclusione di:

- At03 che risulta area di frangia al territorio del Comune di Castiglione Olona (zona Somadeo), già oggetto di Piano attuativo del PRG previgente.

Gli altri rappresentano aree di trasformazione interne all’edificato, di modificazione urbanistica dell’esistente, non più adeguato a soddisfare le esigenze contemporanee della cittadinanza e/o di riqualificazione ambientale.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 178 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

A24.4.3 CRITERI PER LA PEREQUAZIONE, COMPENSAZIONE, INCENTIVAZIONE

A24.4.3.1 I CRITERI ATTUATIVI: MECCANISMI PEREQUATIVI, COMPENSATIVI E INCENTIVANTI

Perequazione, compensazione e incentivazione sono indicati (art. 11) dalla LR 12/2005 come strumenti di riferimento dell’azione urbanistica. La legge conferma l’efficacia operativa del "meccanismo" perequativo, già sperimentata in recenti esperienze di pianificazione, legandola ai concetti di compensazione e incentivazione urbanistica. La LR 12/2005 (come modificata dalla recente LR 4/2008) all’art. 8, c. 2, lett. e), attribuisce al DdP l’individuazione degli ambiti di trasformazione e la definizione degli eventuali criteri di compensazione, perequazione e incentivazione. Questa indicazione sembra riferire al DdP la definizione degli indirizzi per la delimitazione del campo di azione delle regole urbanistiche e procedurali delle trasformazioni (ad esempio la scelta di indici e parametri omogenei per ambiti strategici e/o di trasformazione che si trovino nelle medesime condizioni di fatto e di diritto), nonché i criteri per l’acquisizione di aree da destinare ad usi di interesse collettivo (le quantità minime di cessioni da garantire in forma compensativa nei processi di trasformazione e di nuova urbanizzazione) e le politiche e gli obiettivi da supportare con specifiche forme di incentivazione (ad esempio nel favorire edilizia sociale, forme di bioarchitettura, etc.), che troveranno nel PdS, nel PdR e nelle convenzioni dei Piani attuativi o dei Programmi Integrati il livello prescrittivo/normativo necessario per la loro operatività. In questo senso DdP, PdS e PdR si configurano come strumenti sostanzialmente indipendenti, ma necessariamente complementari nella definizione dei contenuti per l’applicazione dei meccanismi di perequazione e di compensazione (e di incentivazione). L’applicazione di meccanismi attuativi di tipo perequativo e compensativo è diventata perciò una delle condizioni per garantire la sostenibilità ambientale e finanziaria delle azioni e delle strategie del PGT, in un’ottica complessiva di riqualificazione del territorio e di miglioramento della qualità dei luoghi dell’abitare, a partire da un coinvolgimento diretto dei privati nei processi di trasformazione urbana.

La perequazione Il modello perequativo introdotto dalla LR 12/2005 si configura come meccanismo attuativo del PGT finalizzato al superamento dei limiti connessi all’applicazione dell’esproprio nell’acquisizione di aree ad uso pubblico. Uno strumento al tempo stesso capace di risolvere le controversie giuridiche legate al “doppio regime” dei suoli urbani (suoli edificabili e suoli vincolati a standard), causa di una disparità di trattamento tra proprietari di aree nelle medesime condizioni di fatto (suoli urbanizzati o urbanizzabili), nonché di limitare le difficoltà connesse alla reiterazione dei vincoli una volta decaduti dopo i cinque anni dalla loro apposizione (Cfr. Sentenza Corte Costituzionale 179/99). L’applicazione di meccanismi perequativi/compensativi marginalizza il ricorso allo strumento dell’esproprio, e garantisce una uniformità di trattamento di tutti i suoli urbani a partire da regole urbanistiche omogenee (indici di edificabilità e quote di cessione per aree pubbliche, opere) definite sulla base delle condizioni di fatto e di diritto delle aree, assicurando una sostanziale "indifferenza" delle scelte del piano rispetto alla proprietà delle aree. Nell’applicazione del meccanismo perequativo all’interno di comparti soggetti a Piano Attuativo o a Programma Integrato di Intervento (perequazione intracomparto) il primo comma dell’articolo 11 della LR 12/05, conferma la sostanziale indifferenza rispetto alla struttura fondiaria, a partire da un concetto di ripartizione proporzionale, tra tutti i proprietari degli immobili interessati dagli interventi, degli “onori” (in base ad un indice di edificabilità omogeneo attribuito a tutte le aree comprese nel comparto di intervento) e degli “oneri” (la cessione di aree per opere di urbanizzazione) della trasformazione.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 179 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

La compensazione Il secondo comma dell’art. 11 della LR 12/2005 sancisce che “a tutte la aree del territorio comunale, ad esclusione delle aree destinate all’agricoltura e di quelle non soggette a trasformazione urbanistica” può essere attribuito un indice di edificabilità territoriale, differenziato per parti omogenee del territorio comunale (tessuti urbani consolidati, aree di recupero ma anche aree destinate ad usi pubblici o di interesse generale), ma inferiore rispetto al minimo indice fondiario. Nel caso dell’indice unico, l’utilizzazione della edificabilità attribuita alle aree destinate ad usi di interesse pubblico o generale è vincolata alla cessione gratuita al Comune delle stesse aree utilizzate. Inoltre, il successivo comma 3 specifica che “alle aree destinate alla realizzazione di interventi di interesse pubblico o generale, non disciplinate da piani e da atti di programmazione, possono essere attribuiti, a compensazione della loro cessione gratuita al comune, aree in permuta o diritti edificatori trasferibili su aree edificabili previste dagli atti di PGT, anche non soggette a Piano attuativo”. Ciò comporta che il proprietario dell’area destinata a servizi, nel momento della cessione della stessa al Comune, trasferisca la quota di edificabilità attribuita su un’altra area edificabile di sua proprietà, ovvero venda la volumetria ad altri proprietari di aree edificabili. A facilitazione della procedura di transazione compensativa dei diritti edificatori viene sancita (comma 4) la libera commerciabilità dei suddetti diritti attribuiti a fini di compensazione. “In alternativa a tale attribuzione di diritti volumetrici”, il proprietario può procedere direttamente alla realizzazione delle opere di urbanizzazione ovvero dei servizi o di attrezzature pubbliche o di interesse pubblico o generale. Questa possibilità è già introdotta all’articolo 9, relativo al PdS, ai commi 12 e 13, in cui si afferma “che non configurano vincolo espropriativo e non sono soggette a decadenza le previsioni del PdS che demandino al proprietario dell’area la diretta realizzazione di attrezzature e servizi ovvero ne contemplino la facoltà in alternativa alla pubblica amministrazione”. Parallelamente alla possibilità di realizzare le attrezzature e servizi da parte dei privati, si può valutare anche l’opportunità di gestione di servizi complementari all’infrastruttura realizzata.

Le incentivazioni premiali In via generale l’incentivazione consiste nell’attribuire al proprietario che elimina manufatti disarmonici o promuove la riqualificazione urbana, dei premi urbanistici o crediti edificatori supplementari. Prevedono l’incentivazione le leggi regionali della Lombardia e Veneto. In particolare la Legge Regionale Lombardia n. 12/2005, all’art. 11, c. 5, espressamente sancisce che “il documento di piano può prevedere a fronte di rilevanti benefici pubblici aggiuntivi rispetto a quelli dovuti e coerenti con gli obbiettivi fissati, una disciplina di incentivazione, in misura non superiore al 15% della volumetria ammessa per interventi ricompresi in piani attuativi finalizzati alla riqualificazione urbana. Un’analoga disciplina di incentivazione può essere prevista anche ai fini della promozione dell’edilizia bioclimatica e del risparmio energetico in coerenza con i criteri e gli indirizzi regionali previsti dall’art. 44, comma 18, nonché ai fini del recupero delle aree degradate o dismesse, di cui all’art. 1, comma 3bis, e ai fini della conservazione degli immobili di interesse storico-artistico ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004. L’introduzione di meccanismi di incentivazione applicati a processi di trasformazione urbanistica intende dunque porsi come strumento di stimolo a sostenere politiche “virtuose” di miglioramento della qualità urbana, consentendo altresì all’Amministrazione di indirizzare con maggior forza ed efficacia gli esiti delle pratiche negoziali verso obiettivi di condiviso interesse collettivo. I meccanismi incentivanti possono avere finalità differenti e articolate; dal sostegno a forme di bioarchitettura, alla promozione di edilizia sociale, fino alla incentivazione di una maggior rapidità dei processi di trasformazione, che spesso diventa una condizione essenziale per garantire la reale fattività, in tempi brevi, di servizi e di attrezzature, legate alla operatività dell’intervento privato.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 180 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

L’istituto della incentivazione urbanistica ha come obiettivo quello di incentivare il privato alla realizzazione di edifici ed interventi con determinate caratteristiche edilizie e/o prestazionali finalizzate al perseguimento di elevate prestazioni in campo energetico e della promozione della bioedilizia, attraverso bonus edificatori supplementari e non superiori al 15% rispetto quelli già assegnati alle aree. L’incentivazione urbanistica nel Piano di Governo del Territorio, si attua in maniera differenziata su territorio comunale nei modi sotto indicati con le modalità declinate nel Piano delle Regole.

INCENTIVAZIONE URBANISTICA NEGLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE All’interno di queste aree non si applica l’incentivazione urbanistica, essendo per esse già definiti meccanismi di acquisizione di ulteriori diritti edificatori (meccanismi premiali legati a “crediti” a favore dell’Amministrazione comunale , possibilità di allocare quote dei diritti edificatori generati dall’istituto della “compensazione urbanistica”) tarando così la massima capacità insediativa sopportabile dall’area-lotto e prevedendo con altri meccanismi l’eventuale perseguimento di obiettivi di risparmio energetico, bioedilizia e residenza pubblica.

A24.4.3.2 ISTITUTI DI CUI IL PIANO SI AVVALE

In ottemperanza a quanto previsto dalla L.R. 11 marzo 2005, n. 12, art. 11, il PGT si avvarrà degli strumenti della compensazione e premialità, con le seguenti modalità:

A 24.4.3.4 NORME PER LA COMPENSAZIONE

1. Le disposizioni del presente articolo trovano applicazione nei seguenti ambiti: a. nei fronti stradali contraddistinti in tinta arancio, come definite all’interno degli elaborati di PGT del Piano delle Regole e del Piano dei Servizi. b. nell'area contornata in tinta arancio, come definite all’interno degli elaborati di PGT del Piano delle Regole e del Piano dei Servizi, funzionale alla realizzazione del parcheggio pubblico delle scuole (PP8).

3. Per quanto attiene gli ambiti di cui al punto a, laddove il proprietario del fondo attiguo al sedime stradale, sia favorevole alla cessione di una porzione di terreno funzionale all'allargamento della sede stradale, riceverà diritti edificatori in permuta pari all'indice della zona calcolato sull'area ceduta fino ad un massimo di 65 mc ed un minimo di 30 mc ad unità immobiliare. E' fatto salvo il diritto dell'Amministrazione comunale ritenere o meno opportuna la realizzazione dell'opera pubblica. La compensazione è strettamente correlata alla realizzazione dell'opera pubblica. Le modalità andranno definite in sede di stipula di apposita convenzione.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 181 P i a n o d i G o v e r n o d e l T e r r i t o r i o d e l C o m u n e d i V e n e g o n o S u p e r i o r e – A 2 4 - R e l a z i o n e D o c u m e n t o d i P i a n o

2. Per quanto attiene gli ambiti di cui al punto b, laddove il proprietario del fondo attiguo al sedime stradale, sia favorevole alla cessione della porzione di terreno funzionale alla realizzazione del parcheggio pubblico delle scuole (PP8), riceverà diritti edificatori in permuta pari a mc 450,00 liberamente trasferibili sulle aree di atterraggio dei fabbricati C6 residenziali esistenti non pertinenziali all'attività agricola nel Parco agricolo, ad esclusione dei fabbricati accessori. E' fatto salvo il diritto dell'Amministrazione comunale ritenere o meno opportuna la realizzazione dell'opera pubblica. La compensazione è strettamente correlata alla realizzazione dell'opera pubblica. Le modalità andranno definite in sede di stipula di apposita convenzione.

A24.4.3.5 NORME PER LA PREMIALITA' 1. Ai fini del perseguimento di obiettivi di interesse generale, per il miglioramento della qualità ambientale degli insediamenti e urbana, sono attribuite delle incentivazioni e premialità, non cumulabili, elencate ai successivi punti 1 e 2, quale incremento del volume esistente alla data di adozione del PGT, ma nel rispetto di tutti gli altri parametri urbanistici definiti dalle norme d’ambito: 1. Al fine di riqualificare il patrimonio edilizio esistente in tutto il territorio, ad esclusione dei nuclei antichi, degli edifici di valore storico monumentale, delle ville di interesse storico, oltre che negli ambiti e nelle tipologie esclusi dall'applicazione del recupero dei sottotetti ai fini abitativi, sono consentite premialità pari al 15% del volume esistente, in funzione di miglioramenti energetici tali da far rientrare l'edificio in classe B o comunque pari alla riduzione del 30% del fabbisogno energetico per la climatizzazione invernale; pari al 20% del volume esistente, in funzione di miglioramenti energetici tali da far rientrare l'edificio in classe A. Tali requisiti dovranno essere comprovati dal progettista mediante idonea rappresentazione (simulazioni energetiche, relazione tecnica-illustrativa, elaborati grafici). 2. Al fine di incentivare esempi virtuosi di edilizia sostenibile, nelle nuove costruzioni sono consentite premialità pari al 5% del volume assentibile, nel caso di realizzazione di edifici in classe energetica A o che comunque siano interessanti esempi di architettura bioecologica (progettazione bioclimatica, utilizzo di materiali naturali, sistemi di riciclo delle acque, permeabilità dei suoli e microclima). Tali requisiti dovranno essere comprovati dal progettista mediante idonea rappresentazione (simulazioni energetiche, relazione tecnica-illustrativa, elaborati grafici). 3. Al fine di incentivare il recupero dei fabbricati dei Nuclei storici i piani integrati di intervento che interessino l’intero o più fabbricati saranno esenti da oneri di urbanizzazione.

i n g. F r a n c o L u r a s c h i a r c h. D o n a t e l l a C a t t a n e o a r c h. F r a n c e s c a P o r f i r i a v v. D i e g o G r a n a t a s e d e o p e r a t i v a: v i a D e N o t a r i s, 2 V e n e g o n o S u p e r i o r e - V A t e l. 0 3 3 1 8 5 8 6 1 9 e-m a i l: i n f o @ l u r a s c h i f r a n c o . i t 182