AssoSoftwareDayPress venerdì, 29 novembre 2019 AssoSoftwareDayPress venerdì, 29 novembre 2019

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

29/11/2019 Italia Oggi Pagina 32 CINZIA DE STEFANIS 5 Documenti online uniformati

28/11/2019 Agenda Digitale 7 Nuove regole tecniche sul documento informatico: verso un sistema organico

28/11/2019 Digital 4 Biz 12 Qual è lo stato di digitalizzazione del sistema Paese? Quali sono i principali fattori critici che ne rallentano la diffusione?

Agricoltura e Dogane

29/11/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 8 Davide ColomboManuela Perrone 13 Anche i Cda di Inps e Inail nel nuovo pacchetto nomine

29/11/2019 Italia Oggi Pagina 28 15 brevi

29/11/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 5 Marco Mobili 17 Imu e Tasi, tempi più lunghi per sanare mancati versamenti

29/11/2019 Italia Oggi Pagina 30 GIULIA PROVINO 19 Intesa tra Gdf e Dogane

29/11/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 2 Maurizio CaprinoRaoul de Forcade 20 Le imprese: economia in pericolo

Contabilità e Bilancio

29/11/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 32 Franco Roscini Vitali 23 Addio al pdf per le relazioni finanziarie delle quotate

29/11/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 35 Alessandro Sacrestano 25 Professionisti, «Resto al Sud» a progetti con Ateco diverso

29/11/2019 Italia Oggi Pagina 29 ANDREA FRADEANI 27 Quotate con bilanci a incastro

29/11/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 24 Massimo Bordignon 29 Una revisione complessiva verso l' equità

Fatturazione Elettronica

29/11/2019 Italia Oggi Pagina 30 FRANCO RICCA 31 Certificazione fiscale col Pos

29/11/2019 Italia Oggi Pagina 27 33 L' e-fattura un pericolo per la sicurezza dello stato

29/11/2019 italiaoggi.it 35 Nel 2021 la certificazione fiscale con il Pos

29/11/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 30 37 Prove più rigide a carico dell' operatore intermedio Fisco e Dichiarazioni

29/11/2019 Italia Oggi Pagina 30 39 Addizionali alla cassa

28/11/2019 Corriere Comunicazioni 40 Amazon non ci sta: 'Poche tasse in Italia? Paghiamo il dovuto. Dati distorti e investimenti ignorati'

29/11/2019 EutekneInfo 41 Comunicazione dei redditi da lavoro autonomo dei pensionati entro il 2 dicembre

29/11/2019 Italia Oggi Pagina 31 DEBORA ALBERICI* 43 Controlli a chi tace il c/c estero

29/11/2019 Italia Oggi Pagina 34 44 Cumulo, redditi all' Inps entro il 2 dicembre

29/11/2019 Pagina 5 FRANCESCO GRIGNETTI 46 Da Maestrelli a Presta Così Renzi restituì il prestito per la villa

29/11/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 9 G.Par. 48 Fisco, flat tax per le famiglie: la Lega rilancia con la fase 2

29/11/2019 Italia Oggi Pagina 30 GIULIANO MANDOLESI 50 Forfetari, controllo srl discrezionale

29/11/2019 La Nazione Pagina 9 52 Il governo aiuta i piccoli Comuni Stipendio di 1.500 euro ai sindaci

29/11/2019 EutekneInfo 53 Indennità di recesso corrisposta dallo studio professionale con ritenuta fiscale dubbia

29/11/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 2 Carmine Fotina 55 Invitalia in pole position per la nuova Iri Patuanelli tiene la delega

29/11/2019 Pagina 33 DI ROBERTO PETRINI 57 La manovra va verso la fiducia Arriva il ravvedimento per l' Imu

29/11/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 33 Luca Gaiani 59 Legittima la trasformazione in Srl per tassare la plusvalenza al 24%

29/11/2019 Italia Oggi Pagina 41 61 Lo Scaffale degli Enti Locali

29/11/2019 EutekneInfo 62 PEX inapplicabile al consorzio senza struttura operativa

29/11/2019 EutekneInfo 64 Pronto il codice per versare l' addizionale IRPEF di spettanza ai Comuni in dissesto finanziario

29/11/2019 italiaoggi.it 65 Ravvedimento operoso per Imu, Tari e Tasi

29/11/2019 Italia Oggi Pagina 27 CRISTINA BARTELLI 67 Ravvedimento per Imu & co.

29/11/2019 Italia Oggi Pagina 33 MICHELE DAMIANI 69 Scuole di danza agevolate

29/11/2019 EutekneInfo 70 Trasformare la società prima che ceda un immobile non è abuso del diritto

Industria 4.0

29/11/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 22 Andrea Biondi 72 «Etica e impresa non sono antagonisti»

29/11/2019 La Nazione Pagina 2 74 «Italia al sicuro, niente rischi» 28/11/2019 Corriere Comunicazioni 77 5G, primo intervento chirurgico live grazie alla rete Tim

29/11/2019 La Stampa Pagina 27 FERDINANDO NELLI FEROCI 79 con PECHINO L' UE deve avere un' unica voce

29/11/2019 Italia Oggi Pagina 35 81 Eppi in tour: in Basilicata focus sulle energie rinnovabili

28/11/2019 Corriere Comunicazioni 83 Fabbrica intelligente, formazione 4.0 e sostenibilità le parole d' ordine

28/11/2019 Corriere Comunicazioni 85 Intelligenza artificiale, ecco la mappa europea dei talenti

28/11/2019 Corriere Comunicazioni 87 Paradosso Italia: al top del manufatturiero ma Industria 4.0 non decolla

28/11/2019 Agenda Digitale 88 Quando il robot fa danni: ecco come scatta l' Anomaly detection

29/11/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 11 Nicoletta Picchio 93 Ricerca, dalle imprese il 60% della spesa

28/11/2019 Corriere Comunicazioni 95 Robot e controllo macchina 'all-in-one': nasce l' architettura unificata

29/11/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 39 Claudio Tucci 97 Tecnologie e «safety partnership»: la sicurezza sul lavoro gioca d' anticipo

Lavoro e Previdenza

29/11/2019 Pagina 29 Giacomo Valtolina 99 Aule per 10 mila posti campus e laboratori La Cattolica raddoppia

29/11/2019 EutekneInfo 100 Domande solo telematiche per la riduzione contributiva in edilizia

29/11/2019 La Repubblica Pagina 43 DI CONCITA DE GREGORIO 101 Se sette mesi vi sembran pochi

Privacy e GDPR

28/11/2019 Agenda Digitale 102 DPO, ecco come sceglierlo: le caratteristiche chiave

28/11/2019 Agenda Digitale 108 Le Sardine e Facebook: ecco perché servono nuove regole a tutela della democrazia

29/11/2019 EutekneInfo 111 Nuovo questionario antiriciclaggio da compilare in modalità informatica

28/11/2019 Agenda Digitale 113 Partite Iva e privacy: tutti gli adempimenti per adeguarsi al Gdpr

29/11/2019 Italia Oggi Pagina 28 ANTONIO CICCIA MESSINA 117 Social, foto col consenso

28/11/2019 Agenda Digitale 119 Sovvenzioni pubbliche e trasparenza: che cambia per imprese e terzo settore

29/11/2019 Italia Oggi Pagina 28 ANTONIO CICCIA MESSINA 124 Un velo sulle prove dei concorsi pubblici

[§23327041§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 32 Italia Oggi Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

L' AgID cambia le regole di formazione, protocollo, gestione, conservazione degli atti informatici

Documenti online uniformati

Le linee guida (ora al vaglio Ue) faranno da Testo unico

CINZIA DE STEFANIS

Un unico corpo normativo contenente le regole tecniche sul documento informatico. Ma tenendo conto di quesiti e richieste di chiarimenti, pervenute all' AgID (agenzia per l' Italia digitale), nonché della dottrina e della giurisprudenza pronunciata in questo lasso di tempo. Senza trascurare i mutamenti tecnologici e le innovazioni intervenute. Dopo ben cinque anni, l' AgID ha mutato le regole concernenti la formazione, la protocollazione, la gestione e la conservazione dei documenti informatici attraverso l' emanazione delle linee guida introdotte dal decreto correttivo del 2017 (dlgs 13 dicembre 2017, n. 217) al CAD, il codice dell' amministrazione digitale (dlgs n. 82/2005). La consultazione è terminata nei giorni scorsi e il testo delle nuove «linee guida sulla formazione, gestione e conservazione dei documenti informatici» è stato notificato alla Commissione europea ai sensi della direttiva 2015/1535. Le linee guida entreranno in vigore il giorno successivo a quello della loro pubblicazione sul sito istituzionale di AgID, di cui si darà notizia sulla Gazzetta Ufficiale. Esse si applicheranno a partire dal centottantesimo giorno successivo alla loro entrata in vigore. Composizione delle linee guida. Il testo si compone di un documento principale suddiviso in 4 capitoli e di 6 allegati: 1) glossario dei termini e degli acronimi; 2) formati di file e riversamento; 3) certificazione di processo; 4) standard e specifiche tecniche; 5) metadati; 6) comunicazione tra Aree organizzative omogenee (AOO) di documenti amministrativi protocollati. Gestione documentale. La gestione documentale è un processo che può essere suddiviso in tre fasi principali: formazione, gestione e conservazione. Nell' ambito di ognuna delle suddette fasi si svolgono una serie di attività, che si distinguono per complessità, impatto, natura, finalità e/o effetto, anche giuridico, alle quali corrispondono approcci metodologici e prassi operative distinte. In ambito digitale, gli obblighi di pubblicazione di atti e provvedimenti amministrativi aventi effetto di pubblicità legale (o comunque derivanti dalla normativa in materia di trasparenza) dovranno essere assolti con la pubblicazione nei rispettivi siti web istituzionali. In base alle nuove linee guida AgID, affinché il processo di pubblicazione on line possa generare un prodotto atto ad assolvere i suddetti obblighi è necessario che esso garantisca la conformità di quanto pubblicato all' originale, l' autorevolezza dell' ente emanatore e del sito web, la validità giuridica dei documenti e, quindi, la loro veridicità, efficacia e perdurabilità nel tempo.

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[§23327041§] venerdì 29 novembre 2019

Italia Oggi Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

Archivio informatico. Ai fini di una corretta organizzazione dei documenti informatici, dei fascicoli informatici e delle serie informatiche, nella pubblica amministrazione sarà il manuale di gestione documentale a definire la struttura dell' archivio all' interno del sistema di gestione documentale. L' archivio informatico (formato ai sensi del capo IV, «Sistema di gestione informatica dei documenti», del dpr n. 445/2000) dovrà prevedere, già nella sua fase di progettazione, continuità e rigore, dovendo assicurare certezza e trasparenza all' attività giuridico amministrativa. © Riproduzione riservata.

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[§23327042§] giovedì 28 novembre 2019

Agenda Digitale

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

Nuove regole tecniche sul documento informatico: verso un sistema organico

Le precedenti regole tecniche su formazione, gestione e conservazione del documento informatico erano contenute in una molteplicità di atti, con norme spesso ridondanti. Le Linee Guida Agid poste a consultazione cercano di creare un sistema organico che tenga conto anche della giurisprudenza e delle innovazioni tecnologiche

Dopo cinque anni, l' Agenzia per l' Italia Digitale rimette mano alle regole tecniche sul documento informatico e lo fa mediante il nuovo strumento delle Linee Guida , introdotto dal correttivo al Codice dell' Amministrazione Digitale (CAD - D.lgs. 82 del 2005) del 2017 (D.lgs. 13 dicembre 2017, n. 217). Senza entrare nel merito della questione relativa al valore giuridico delle "nuove" Linee Guida, che sostituisco i vecchi di "DPCM", in questo articolo cercheremo di analizzare le novità introdotte dal documento inviato in consultazione pubblica. Linee guida per un sistema organico di regole Le precedenti regole tecniche sulla formazione, gestione e conservazione del documento informatico erano contenute in una molteplicità di atti, con norme spesso ridondanti e poco armoniose tra loro. Le Linee Guida in discussione pubblica cercano di ricondurre ad un sistema organico non solo le precedenti regole tecniche sul documento informatico, sulla gestione e sulla conservazione, ma di tener conto e fare tesoro anche di tutti i quesiti e le richieste di chiarimenti pervenute ad AGID nel corso degli ultimi 5 anni, nonché della giurisprudenza e della dottrina formatasi in questo periodo, senza dimenticare le innovazioni ed i mutamenti tecnologici intervenuti. Per quanto AGID abbia cercato di rendere il documento "autoconsistente", in ogni caso, le "nuove" regole tecniche devono essere lette con accanto il testo del CAD e del TUDA (DPR 445 del 2000), che contengono le norme e le definizioni di base, non riportante nel già corposo testo delle Linee Guida, inoltre, non sono state introdotte nemmeno le definizioni che per legge sono di competenza di altri Enti ed organismi, come ad esempio la definizione di repertorio. Il paragrafo 1.4 delle Linee Guida, così com' è, abrogherà espressamente il DPCM 13 novembre 2014, contenente "Regole tecniche in materia di formazione, trasmissione, copia, duplicazione, riproduzione e validazione temporale dei documenti informatici", il DPCM 3 dicembre 2013, contenente "Regole tecniche in materia di sistema di conservazione", ad eccezione dell' art. 13 che rimane in vigore fino alla emanazione delle Linee guida di cui all' art. 29 del CAD, infatti la Circolare n. 65 del 10 aprile 2014 non è interessata dalle suddette Linee Guida. È prevista, inoltre, anche l' integrale sostituzione della Circolare n. 60 del 23 gennaio 2013 dell' AGID , in materia di "Formato e definizione dei tipi di informazioni minime ed accessorie associate ai messaggi scambiati tra le Pubbliche Amministrazioni", con l' allegato 6 relativo a "Comunicazione tra AOO di documenti amministrativi protocollati". Per quanto concerne, invece, il DPCM 3 dicembre 2013, contenente "Regole

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[§23327042§] giovedì 28 novembre 2019

Agenda Digitale

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tecniche per il protocollo informatico", non essendo stato possibile prevedere l' abrogazione dell' intero dispositivo, in quanto adottato in attuazione tanto del CAD quanto del TUDA, sono state puntualmente individuate le singole disposizioni che sono abrogate. Quali argomenti non rientrano nelle Linee guida Dopo aver chiarito le abrogazioni e la loro portata, prima di addentrarci nell' esame delle novità introdotte, occorre esaminare quali argomenti non rientrano in queste Linee Guida. In particolare, sono due gli ambiti che l' AGID ha scelto di non trattare nella stesura di questa sorta di testo unico: la trasmissione e la sottoscrizione elettronica del documento informatico. Alcuni hanno considerato questa come una grave mancanza, occorre però considerare che la trasmissione e la sottoscrizione elettronica sono state oggetto di un' apposita normativa comunitaria, il Regolamento eIDAS (Reg. UE n. 910/2014), che ha toccato solo incidentalmente il documento informatico. Secondo la nostra modesta opinione, sembra, però, corretto, che queste due materie siano oggetto di apposite Linee Guida, come è reso evidente nei due richiami, effettuati nel paragrafo 1.6, alle Linee Guida sui domicili digitali e alle Linee Guida sui certificati elettronici qualificati. Come si compongono le linee guida Entrando ora nel merito, diversamente dalle precedenti regole tecniche, le Linee Guida in discussione non contengono solo precetti normativi, ma anche indicazioni pratiche e consigli su come adempiere alle varie prescrizioni, ulteriori indicazioni e specificazioni potranno essere fornite dall' Agenzia per l' Italia Digitale, mediante future circolari e linee guida di indirizzo. Sebbene queste Linee Guida cerchino di aggiornare le regole tecniche sul documento informatico, per adeguarle all' attuale contesto normativo e tecnologico, non fanno tabula rasa del pregresso, anzi, partendo proprio dalle norme già consolidate delle precedenti regole tecniche, cioè da quelle norme che nel corso degli ultimi 5 anni sono state oggetto di una attenta opera di studio ed interpretazione da parte degli esperti del settore e degli operatori, riscrivono ed introducono altre regole per chiarire concetti ed aspetti poco chiari e finora non ben comprensibili. Tutto ciò consente, come spesso accade, di non distruggere né disconoscere quanto di buono è stato fatto negli anni precedenti e non destabilizzare un sistema che ha raggiunto una certa maturità, eliminando anche le certezze acquisite. Il testo si compone di un documento principale articolato in 4 capitoli e di 6 allegati : Glossario dei termini e degli acronimi Formati di file e riversamento Certificazione di processo Standard e specifiche tecniche Metadati Comunicazione tra AOO di Documenti Amministrativi Protocollati. In tutto il documento, proprio nell' ottica di semplificazione individuata dal legislatore, sono state richiamate in nota le norme citate. Nel primo capitolo particolare rilevanza è data all' ambito soggettivo , in generale le linee guida si applicano ai soggetti di cui all' art. 2, commi 2 e 3 del CAD mentre le disposizioni particolari per la Pubblica Amministrazione sono evidenziate di volta in volta nel testo, ed all' ambito oggettivo delle Linee Guida, ossia le disposizioni del CAD a cui è data attuazione. Il secondo capitolo disciplina la formazione dei documenti informatici , occupandosi delle modalità di formazione del documento informatico, delle copie, dei duplicati e degli estratti; inoltre un paragrafo specifico è riservato al documento amministrativo informatico. La gestione documentale

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[§23327042§] giovedì 28 novembre 2019

Agenda Digitale

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

è affrontata nel terzo capitolo e, sempre tenendo presente la limitazione della delega di AGID in materia, è stata profondamente rivista ed integrata con gli specifici richiami al TUDA. Con il supporto delle Istituzioni archivistiche è stato fatto un importante lavoro di valorizzazione dei paragrafi relativi a classificazione dei documenti informatici (3.2), aggregazioni documentali informatiche e archivio informatico (3.3), compiti del responsabile della gestione documentale (3.4) e manuale di gestione documentale (3.5). Di rilevanza fondamentale l' introduzione dei paragrafi relativi ai formati di file ed al riversamento. Il quarto ed ultimo capitolo si occupa della conservazione, dove si è voluto reintrodurre il concetto di conservatore accreditato non più presente nel CAD e definire meglio le aree di competenza e le professionalità richieste ai conservatori da quelle del Titolare dell' oggetto di conservazione. Sono stati introdotti i sei profili professionali che devono essere presenti nell' organizzazione di un conservatore accreditato e delineata, in caso di affidamento del servizio, la ripartizione delle competenze fra Responsabile del servizio di conservazione e Responsabile della conservazione. Il Responsabile della conservazione deve essere interno alla PA Inoltre, è stato chiarito che la redazione del manuale di conservazione spetta sempre al Responsabile della conservazione, fermo restando il coordinamento con il manuale del conservatore accreditato in caso di affidamento Responsabile della conservazione che, per la Pubblica Amministrazione, resta un soggetto interno, al contrario di quanto può avvenire per i privati che possono avvalersi anche di un "libero professionista", purché garantisca i necessari requisiti di terzietà rispetto al Conservatore accreditato. Questa, che potrebbe, essere considerata un' ingiustificata disparità di trattamento, soprattutto nel caso di piccoli Enti pubblici, sprovvisti di un' adeguata figura professionale, vuole rappresentare, invece, u na garanzia per i cittadini e la comunità, impedendo che la Pubblica Amministrazione affidi a terzi l' onore e gli oneri legati al ruolo di Responsabile della conservazione , senza più seguire di prima persona la conservazione dei propri documenti. Pertanto, così come avviene per altre figure a cui nella Pubblica Amministrazione è demandata la responsabilità di garanzia e controllo in particolari settori e funzioni, anche per la conservazione dei documenti amministrativi informatici è stato deciso di non consentire di delegare questa funzione di garanzia all' esterno , lasciando unicamente al soggetto pubblico la responsabilità di una funzione così delicata. Occorre considerare, poi, che, in base all' art. 44, 1-quater, del CAD, è il Responsabile della conservazione, che decide se procedere alla conservazione dei documenti informatici all' interno dell' Ente o se affidarla all' esterno, decisione che può essere presa nell' ambito di una pubblica amministrazione solo da parte di un soggetto interno alla stessa e dotato di idonei poteri decisionali. Utilizzo del cloud nellaconservazione dei documenti Il paragrafo 4.12, che tratta la selezione e scarto dei documenti informatici , è stato redatto con il supporto delle Istituzioni archivistiche, definisce la procedura da attuare ed i soggetti che ne sono responsabili. Le Linee Guida affrontano, inoltre, l' importante aspetto del cloud nella conservazione dei documenti informatici da parte dei soggetti pubblici e dei conservatori accreditati, ribadendo che la "materiale" conservazione dei dati e delle copie di sicurezza di questi soggetti deve avvenire sul

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[§23327042§] giovedì 28 novembre 2019

Agenda Digitale

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territorio nazionale. Le relative componenti tecnologiche, hardware e software, possono essere eventualmente utilizzate solo per fornire servizi fiduciari qualificati o svolgere l' attività di gestore di posta elettronica certificata o di gestore dell' identità digitale SPID . Sulla scelta di mantenere gli oggetti conservati all' interno del territorio nazionale si è tenuto anche conto delle esigenze derivanti dalle attività di vigilanza in capo ad AgID e a quei soggetti cui, per legge, è demandata la vigilanza in materia come le Soprintendenze archivistiche, così come previsto dall' art. 36, comma 2, lett. a) del D.P.C.M. 29 agosto 2014, n. 171 , che al di fuori dei confini nazionali perderebbero la propria giurisdizione. In sostanza, una Pubblica Amministrazione o un Conservatore accreditato, che volesse avvalersi di sistemi in cloud per i propri sistemi di conservazione, dovrebbe rivolgersi esclusivamente a fornitori che abbiano un' infrastruttura per la fornitura di servizi di cloud conforme ai requisiti di sicurezza previsti per i servizi di cui all' art. 29 del CAD e riservata, sia "logicamente" sia "fisicamente", a questi servizi. Non possono, quindi, coesistere accanto al servizio di conservazione, ad esempio, servizi di posta elettronica non certificata o "semplici" servizi per il repository di file. Inoltre, nel caso di servizi erogati per la pubblica amministrazione, il servizio deve essere qualificato come previsto dalla Circolare AgID n. 3 del 9 aprile 2019 e, conseguentemente, essere presente nel "Catalogo dei servizi cloud per la PA qualificati". Aggiornamento e revisione degli allegati In merito agli allegati è stato fatto un lavoro di aggiornamento e revisione importante: il Glossario è stato rivisto ed integrato chiarendo le precedenti definizioni ed introducendone di nuove. Formati di file e riversamento Il secondo allegato sui formati di file e riversamento è molto corposo e completamente rivoluzionato rispetto al precedente, con l' introduzione di nuovi formati e la previsione, per ogni formato, di una scheda descrittiva contenente apposite raccomandazioni per la lettura e la scrittura dei documenti. La certificazione di processo Il terzo allegato introduce la "certificazione di processo" nella gestione e conservazione del documento informatico, dando così, finalmente, concreata attuazione agli articoli 22, comma 1bis, sulle "Copie informatiche di documenti analogici", e 23-ter, comma 1bis, sui "Documenti amministrativi informatici", del CAD. Il Codice, infatti, statuisce che la copia informatica di un documento analogico è quel documento che ha contenuto e forma identici a quelli del documento originale da cui è tratto ed occorre predisporre processi e strumenti che, mediante il "raffronto" della copia con l' originale, garantiscano tale eguaglianza. Questa prima parte sembra, quindi, fare riferimento a processi non automatizzati che richiedono il raffronto visivo da parte di un operatore, quindi l' intervento umano, al fine di verificare l' identità di contenuto e firma tra copia e originale. I due articoli, però, continuano aggiungendo che, oltre a processi basati sul raffronto, è possibile utilizzare processi che, a prescindere dal "raffronto", quindi, dall' intervento umano, diano garanzia della "corrispondenza dell' originale e della copia", purché tali processi siano certificati. Questa previsione sembra fare riferimento, a sistemi automatizzati che, pur non avendo la capacità cognitiva di effettuare un raffronto di forme e contenuto tra due documenti, consentono, comunque, di generare una "perfetta" copia informatica

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[§23327042§] giovedì 28 novembre 2019

Agenda Digitale

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

di un documento analogico. La certificazione, pertanto, deve riguardare un processo che garantisca un determinato risultato, cioè l' identità tra copia e originale. La finalità è quella di consentire la dematerializzazione di grandi quantità di documenti analogici, evitando, così, di dover ricorrere allo strumento del raffronto per la copia di ogni singolo documento. L' allegato si spinge fino a chiarire l' efficacia probatoria della certificazione di processo, distinguendo, giustamente, tra il valore probatorio della copia informatica - risultato della certificazione di processo - con attestazione di conformità all' originale rilasciata da un notaio o da altro pubblico ufficiale e la copia informatica - risultato della certificazione di processo - che non contenga una attestazione del notaio o altro pubblico ufficiale. Nel fare tale distinzione, l' allegato indica che "una copia fatta da chiunque fa piena prova fino a disconoscimento e che il soggetto che vuole comunque utilizzare quel mezzo di prova deve proporre istanza di verificazione (ex artt. 2712 c.c. e 216 del c.p.c.)". Questa precisazione sembra, però, mal conciliarsi con la recente sentenza della Corte di Cassazione , n. 19155 del 17/07/2019, in cui la Corte sancisce che per poter far valere in giudizio un documento informatico non riconosciuto dall' autore non è necessario proporre istanza di verificazione, in quanto l' art. 20 del CAD attribuisce al giudice il potere di valutare liberamente "l' idoneità del documento informatico a soddisfare il requisito della forma scritta e il suo valore probatorio" in relazione alle caratteristiche di sicurezza, integrità e immodificabilità". Trasporto di documenti amministrativi informatici tra AOO della PA L' ultimo allegato, relativo alle "Comunicazione tra AOO di Documenti, Amministrativi Protocollati", individua le modalità tecniche per assicurare il trasporto di documenti amministrativi informatici tra AOO della pubblica amministrazione, al fine di adempiere a quanto previsto sia nel "Piano Triennale per l' Informatica nella Pubblica Amministrazione" sia nell' art. 47 del CAD, favorendo "l' interazione tra i sistemi informatici delle PA" mediante la comunicazione automatizzata, "tra amministrazioni e/o tra le Aree Organizzative Omogenee (AOO) delle pubbliche amministrazioni", dei documenti amministrativi informatici protocollati. Il 4 novembre le linee guida sul documento informatico sono state notificate all' Unione Europea ai sensi della Direttiva 2015/1535, procedura che terminerà il 5 febbraio 2020; la prima fase prevista per l' emanazione delle regole tecniche ex art. 71 del CAD è ormai giunta al termine, il 16 novembre, infatti, è scaduto il termine della consultazione pubblica, durante la quale chiunque ha potuto commentare il testo delle nuove regole e proporre suggerimenti. ______@RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§23327043§] giovedì 28 novembre 2019

Digital 4 Biz

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

Qual è lo stato di digitalizzazione del sistema Paese? Quali sono i principali fattori critici che ne rallentano la diffusione?

La trasformazione digitale interessa il settore privato quanto quello pubblico. Alla luce dei ritardi del nostro Paese, certificati anche dal Digital

Economy and Society Index, l' Osservatorio Agenda Digitale organizza un percorso di Workshop e Webinar con l' obiettivo di fornire evidenze e strumenti per comprendere lo stato di digitalizzazione del sistema Paese e i principali fattori critici che ne rallentano la diffusione. L' obiettivo è quello di qualificare la domanda e l' offerta di soluzioni digitali in ambito pubblico e misurare la maturità digitale istruendo il processo per il progressivo e definitivo switch-off dei servizi pubblici dall' analogico al digitale.Scopri i dettagli qui .@RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§23327044§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 8 Il Sole 24 Ore Agricoltura e Dogane

VERSO IL CDM

Anche i Cda di Inps e Inail nel nuovo pacchetto nomine

L' ex ministro Damiano nell' Istituto sugli infortuni Lunedì anche i vertici Sogin

Davide ColomboManuela Perrone

roma Il pacchetto di nomine che dovrebbe approdare lunedì in Consiglio dei ministri riguarda cinque enti. Si parte da Invitalia, con la riconferma di Domenico Arcuri ad amministratore delegato e l' indicazione di Andrea Viero come presidente. Nel Cda dovrebbero entrare Paola Ciannavei, Sergio Maccagnani e Stefania Covello. Lo sblocco servirà anche a capire meglio il possibile contributo della società nelle crisi industriali aperte, ex Ilva in primis. Attesa al varco anche Sogin, la società di Stato controllata al 100% dal ministero dell' Economia e responsabile del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi. Il Consiglio è scaduto a luglio. La scelta del nuovo amministratore delegato, al posto di Luca Desiata, dovrebbe ricadere su un interno: l' ingegnere nucleare Emanuele Fontani, in Sogin dal 2008. Come presidente si parla di Perri. Nel Cda Enrico Zio, Meola Luce e Raffaella Di Sipio. Approderà sul tavolo del Governo, inoltre, il dossier dell' Agenzia nazionale per la sicurezza stradale e ferroviaria, prevista dal decreto Genova e mai fatta decollare: alla guida andrà, come reso noto dalla ministra Paola De Micheli all' indomani del crollo del viadotto sulla A6 Torino-Savona, il dirigente del ministero delle Infrastrutture Fabio Croccolo, al posto di Alfredo Principio Mortellaro che fu nominato a gennaio da Danilo Toninelli. Sulla partita delle agenzie fiscali, l' intesa tra le forze di maggioranza ruoterebbe intorno al ritorno di Ernesto Maria Ruffini alle Entrate e alla riconferma di Benedetto Mineo alle Dogane (si veda Il Sole 24 Ore di ieri), mentre per il Demanio, in sostituzione del prefetto Riccardo Carpino, oltre al nome di Alessandra Dal Verme, attualmente alla Ragioneria generale dello Stato, circola quello di un outsider indicato dal M5S: Massimiliano Conti. Nella girandola complessiva delle nomine che non necessitano di passaggi a Palazzo Chigi è atteso il via libera ai consigli di amministrazione di Inps e Inail, organismi reintrodotti con il decreto di gennaio per dare una nuova governance ai due istituti e rimasti finora in sospeso anche per via della crisi di governo di agosto. In Inail accanto al nuovo presidente appena insediato, Franco Bettoni, è confermato come vice Paolo Lazzara, nominato con decreto il 28 ottobre scorso, avvocato e docente di Diritto amministrativo all' Università degli Studi Roma Tre, ma la vera notizia è che nella terna dei consiglieri spicca il nome dell' ex ministro Dem del Lavoro, Cesare Damiano, il cui ultimo incarico parlamentare è stato di presidente della Commissione Lavoro di Montecitorio. Nel 2008 Damiano come ministro fu autore del decreto legislativo 81, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi

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[§23327044§] venerdì 29 novembre 2019

Il Sole 24 Ore Agricoltura e Dogane

di lavoro, che disegnò le nuove attività e l' organizzazione dell' Inail. Gli altri due nomi indicati per il Cda sono Francesca Maione e Teresa Armato. All' Inps accanto al presidente, Pasquale Tridico, dovrebbe arrivare come vicepresidente Luisa Gnecchi, ex parlamentare Pd, già membro della Commissione Lavoro ed esperta di lunghissimo corso di questioni previdenziali. Se confermata in questa posizione la Gnecchi prenderà il posto di Adriano Morrone, un dirigente interno dell' Inps che era stato nominato in marzo sub-commissario in quota Lega. Gli altri consiglieri indicati sono Roberto Lancellotti, Rosario De Luca e Patrizia Tullini. In Inps il primo compito che aspetta il nuovo Cda sarà la gestione della riorganizzazione voluta da Tridico, che prevede un' ampia rotazione dei dirigenti centrali. Queste nomine vengono adottate con un decreto del presidente del Consiglio (Dpcm) cui seguirà un decreto del ministero del Lavoro per definire le remunerazioni. Restano aperte, invece, le questioni delle Authority, dove le nomine coinvolgono il Parlamento. Su Agcom e Privacy non si è ancora trovata la quadra. Complici le resistenze pentastellate sul nome di Antonello Giacomelli e la cautela del Pd sul nome per coprire la casella della protezione dei dati personali, visti gli scontri tra l' attuale Garante, Antonello Soro, e Davide Casaleggio. In ogni caso, fonti governative negano la volontà di procedere con nuove proroghe (i vertici sono già stati riconfermati fino al 31 dicembre) e confidano in un' intesa su figure di alto profilo entro la fine dell' anno.Prima della raffica di rinnovi in primavera, quando il valzer riguarderà le principali partecipate statali: Eni, Enel, Leonardo, Poste, Mps. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§23327046§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 28 Italia Oggi Agricoltura e Dogane

brevi

Agenzia delle dogane (Adm) e Malta Gaming Authority (Mga) aumentano il livello di cooperazione, con l' obiettivo di evitare le infiltrazioni della criminalità nel gioco online. A confermarlo ad Agipronews è Michele Magro, Chief Counsel International affairs del regolatore maltese, durante Sigma Malta. I giovani avvocati dell' Aiga esprimono «perplessità e preoccupazione» circa la pubblicazione del decreto del Mef n.106/2019, che entrerà in vigore il prossimo 1° aprile 2020, in tema di riforma dell' assistenza tecnica nel contenzioso fiscale, perché «estende in modo allarmante anche ad altri soggetti, professionisti e non, la possibilità di difendere il cittadino innanzi alle commissioni tributarie». Continua in Italia la ripresa del mercato immobiliare che nel primo semestre 2019 segna un +5,91% che fa seguito al +10,72% registrato nel primo semestre 2018 rispetto al 2017. È quanto emerge dal nuovo Rapporto dati statistici notarili (Dsn) pubblicato ieri sul sito www.notariato.it, contenente i dati sulle compravendite di beni immobili per il primo semestre 2019. In Italia la raccolta differenziata aumenta con un buon ritmo, passando dal 55,9% del 2017 al 58,8% del 2018. I maggiori player del settore si rafforzano e crescono. Ma le criticità non mancano: gli investimenti restano concentrati nei territori più avanzati; alcuni operatori minori sono in difficoltà; calano le operazioni straordinarie, anche a causa dell' incertezza nelle policy del nostro paese. Questo lo scenario che emerge da L' industria del waste management in Italia: quadro competitivo, scenari impiantistici, innovazione, l' Annual Report 2019 di Was, il think tank sulle strategie di gestione dei rifiuti di Althesys, presentato ieri a Roma. «Il bilancio di esercizio di Enel spa si è chiuso con un risultato netto di 3.456 milioni di euro, in aumento del 52,2% (+1.186 milioni di euro) rispetto al risultato dell' esercizio precedente (che a sua volta aveva registrato un incremento del 32% rispetto a quello ancora precedente). Il patrimonio netto si è attestato a 27.943 milioni di euro, in aumento del 2,6% rispetto al corrispondente dato del 2017». È quanto emerge dalla relazione (n. 121 del 12 novembre 2019) della sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti sulla gestione finanziaria di Enel spa relativa all' anno 2018. «È fondamentalmente errato equiparare tutte le aziende digitali senza tenere in considerazione le differenze dei business in cui operiamo: l' imposta sulle società si basa sui profitti, non sui ricavi, e i nostri profitti sono rimasti bassi sia perché il business consumer retail è un business con margini ridotti sia per i continui, forti investimenti di Amazon in Italia che, dal 2010, ammontano a oltre 1,6 miliardi di euro. Nel caso di Amazon, la nostra aliquota fiscale effettiva globale dal 2010 al 2018 è stata mediamente

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[§23327046§] venerdì 29 novembre 2019

Italia Oggi Agricoltura e Dogane

del 24% e la nostra attività di business consumer è in perdita. E questo rapporto ignora anche il record di investimenti e la continua creazione di posti di lavoro in Italia». Lo si legge in una nota di Amazon sul rapporto dell' Area studi Mediobanca «Multinationals: Financial Aggregates» (si veda ItaliaOggi di ieri). © Riproduzione riservata.

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[§23327047§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 5 Il Sole 24 Ore Agricoltura e Dogane

Imu e Tasi, tempi più lunghi per sanare mancati versamenti

Dl fiscale. Sì della commissione Finanze all' estensione del ravvedimento sui tributi locali. Credito d' imposta al 30% anche per chi accetta pagamenti con smartphone. Iva al 5% per assorbenti bio

Marco Mobili

roma Via libera al ravvedimento operoso lungo anche per i tributi locali e meno vincoli di spesa per i Comuni. Estensione del credito d' imposta del 30% sulle commissioni bancarie anche per pagamenti tracciabili con smartphone o altre forme di moneta elettronica. Scontrino unico e semplificazioni degli adempimenti di trasmissione e memorizzazione dei dati dei corrispettivi per commercianti e artigiani che accettano pagamenti tracciati con carte, bancomat o prepagate. Sono alcune delle modifiche approvate ieri dalla commissione Finanze della Camera al decreto fiscale collegato alla manovra e su cui i deputati torneranno a lavorare questa mattina e nella serata di oggi per consegnare il testo del Dl, rivisto e corretto, all' Aula di Montecitorio lunedì in serata. L' obiettivo del Governo è quello di licenziare il testo del provvedimento tra mercoledì e giovedì prossimo, ricorrendo al voto di fiducia, così da spedirlo al Senato per il voto finale con i saldi blindati necessari per far decollare i lavori sul disegno di legge di bilancio. Maggioranza e Governo sono comunque alle prese con alcuni nodi ancora da sciogliere. A quelli legati all' articolo 4 su appalti e subappalti e all' articolo 39 sui reati tributari (si veda il servizio in pagina), ieri sera si sarebbe aggiunto anche l' emendameto con cui il Governo punta ad assegnare al Mef nuove risorse per aumentare i trattamenti economici dei vertici del ministero, autorizzare nuove assunzioni alle Entrate e alle Dogane e creare alla Ragioneria generale dello Stato un nuovo ufficio di ispettori sull' andamento del bilancio pubblico. Parte dell' Esecutivo - secondo quanto riportato ieri sera dall' agenzia di stampa Public Policy - vorrebbe inserirlo tra i nuovi correttivi del Governo e dei relatori (Carla Ruocco M5s e Gian Mario Fragomeli del Pd) in arrivo al decreto fiscale. Ma sulla polemica di nuove assunzioni di direttori e aumenti di stipendi in periodo di spending review innescata dalla Lega, fonti del Mef hanno precisato che non aumenta né potrebbero aumentare in alcun modo gli stipendi dei vertici e dei funzionari del Ministero, che sono sottoposti a rigorosi tetti di legge. La parte dell' emendamento che non dovrebbe trovare ostacoli è quella che dà il via libera alle assunzioni all' agenzia delle Entrate e delle Dogane. Il nuovo personale sarà utilizzato per "garantire" gli impegni derivanti dagli adempimenti tributari, di semplificazione, contrasto all' evasione fiscale e frodi. I posti banditi a concorso complessivamente saranno 300 per funzionari, 200 per profili professionali area II e 100 area III, prima fascia retributiva. Si attende poi una riformulazione parlamentare del correttivo sull' Iva ridotta al 5% per prodotti igienici femminili bio.

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[§23327047§] venerdì 29 novembre 2019

Il Sole 24 Ore Agricoltura e Dogane

Tra gli emendamenti approvati ieri, invece, va segnalato quello presentato da Alberto Gusmeroli della Lega che ha ottenuto il via libera all' unanimità con cui si estende anche ai tributi locali il ravvedimento operoso. In pratica, non viene fissata più una scadenza per l' autocorrezione ma il contribuente potrà rimediare a omissioni o errori di versamento finché non gli arriverà un atto di contestazione dall' ente locale. Infine, oltre ai due correttivi sui pagamenti tracciati, c' è l' ok della Commissione per il correttivo del Governo che esonera i servizi segreti dall' obbligo di archiviazione dei dati della fatturazione elettronica. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§23327049§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 30 Italia Oggi Agricoltura e Dogane

Giochi/2

Intesa tra Gdf e Dogane

GIULIA PROVINO

L' Agenzia delle dogane e dei monopoli pronta a fornire informazioni sui gestori di servizi di gioco e i loro clienti alla Guardia di finanza. Il protocollo d' intesa, siglato ieri dal direttore Antifrode e Controlli dell' Agenzia dogane e monopoli, Maurizio Montemagno, e il comandante del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza, Giovanni Padula, è volto a rafforzare lo scambio di informazioni, ponendo particolare attenzione al tema dell' offerta «illegale» di giochi. Con l' accordo, l' Agenzia si impegna a fornire al Nucleo speciale della Gdf le informazioni e gli elementi utili per le attività ispettive e altre investigazioni antiriciclaggio nei confronti dei prestatori di servizi di gioco, degli altri operatori del settore e dei clienti. @Riproduzione riservata.

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[§23327050§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 2 Il Sole 24 Ore Agricoltura e Dogane

Genova nel caosAllarme infrastrutture . Oggi la riapertura della carreggiata Sud della Torino-Savona

Le imprese: economia in pericolo

Maurizio CaprinoRaoul de Forcade

Qualsiasi ritardo nello sblocco della viabilità di servizio a Genova e alla Liguria rischia di creare gravi danni al sistema portuale e a quello produttivo. È l' accorato richiamo che sale dal mondo dell' impresa, mentre cominciano a computarsi gli effetti della chiusura della A6 e della situazione di emergenza sulla A26 (dove si marcia su una sola carreggiata, con una corsia a scendere e una salire). Il porto ha perso in due giorni il 30- 40% di merci e ha dovuto risolvere anche il problema dei carichi rimasti fermi e accumulati mentre la A26 era chiusa. A questo si aggiunge la sofferenza delle imprese, che non ricevono approvvigionamenti. La riapertura dell' A6 Oggi la situazione dovrebbe migliorare e si dovrebbe capire anche di quanto. Infatti, per le 11 è prevista la riapertura della carreggiata Sud dell' A6, l' unica rimasta in piedi a Madonna del Monte dopo la frana di domenica. E dovrebbero arrivare i risultati delle prove di carico sui viadotti Pecetti e Fado dell' A26, preannunciati l' altro ieri come imminenti dal governatore della Liguria, Giovanni Toti, e attesi invano per tutto ieri. Dunque, finirà l' interruzione del traffico sull' A6, anche se si viaggerà solo su una corsia per senso di marcia, con cambio di carreggiata. Inoltre, bisognerà sperare che non arrivino altri allarmi maltempo: se scatterà l' allerta rossa, il traffico verrà di nuovo interrotto. Infatti, c' è il rischio che la frana di domenica riprenda a muoversi, coinvolgendo anche la carreggiata più lontana e potenzialmente resistente (fu costruita dieci anni dopo quella crollata, con tecniche più evolute che tra l' altro consentono di ridurre il numero di pile e con esso il rischio che vengano colpite dalle frane). Sull' A26, una volta studiato sotto il peso di camion carichi il comportamento dei viadotti che erano stati chiusi urgentemente lunedì sera, si saprà se sarà possibile aprire al traffico più delle due corsie (una per senso di marcia) disponibili da martedì. In caso positivo, potrebbero diminuire le code registrate in questi giorni. Sul fronte dell' impresa però la preoccupazione è forte. I timori delle imprese «Gli operatori del porto - afferma il presidente di Confindustria Genova, Giovanni Mondini - mi ricordano che ogni container genera 200 dollari di indotto. È palese, quindi, quanto disastroso sarebbe l' impatto se iniziassimo a perdere centinaia di container al giorno. Questo dà il polso della situazione per quanto riguarda la filiera del porto, che riguarda terminalisti, spedizionieri, agenti marittimi, trasportatori e così via. Ma poi c' è l' impatto su tutta l' altra attività produttiva. Non sappiamo quanto questa situazione di crisi della viabilità potrà permanere. Ma se resta così, anche nel breve e medio periodo, è un disastro; perché con una viabilità ridotta a una corsia sulla A26, e con la riapertura parziale della A6, che speriamo avvenga il più presto possibile, abbiamo comunque

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[§23327050§] venerdì 29 novembre 2019

Il Sole 24 Ore Agricoltura e Dogane

una tratta dimezzata, che è baricentrica per il traffico verso Genova e Savona». Secondo Mondini si tratta di «una situazione che inevitabilmente farà perdere traffici al porto e impatterà anche sulle aziende produttive del territorio genovese, perché ci saranno ritardi nelle consegne delle materie prime e dei semilavorati per le aziende di trasformazione, che poi avranno difficoltà a evadere gli ordini. Molte imprese lavorano su commessa, quindi si tratta di un ritardo che, alla lunga, impatterà sempre di più sul sistema produttivo. È una situazione preoccupante. Senza contare che andiamo verso Natale e questo può andare a incidere anche sul mondo del commercio». Mondini sottolinea che «ci vuole un piano di emergenza per controlli e ripristini dei viadotti e della rete autostradale, sulla quale deve essere garantita la sicurezza. E allo stesso tempo bisogna partire con un piano shock per portare a compimento altre opere necessarie, come la Gronda autostradale di Genova, per la quale c' è un progetto esecutivo già pronto, o anche il tunnel della Val Fontanabuona. Se queste opere fossero state realizzate nei tempi giusti, oggi soffriremmo meno per i disagi che stiamo subendo». E se il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, ieri ha annunciato di aver «definito, insieme Fs e alle Regioni Liguria e Piemonte un piano per potenziare i collegamenti ferroviari (soprattutto per i pendolari, ndr) nell' area che è stata interessata dal crollo del viadotto dell' A6», ieri il porto di Genova ha impegnato tutte le sue forze per smaltire tir in coda e merce ferma. A partire dalle 18 di mercoledì sera, infatti, lo scalo ha lavorato fino alle 2 di ieri mattina a ciclo continuo, servendo 600 autisti e scaricando in tutto oltre 900 container. I porti bloccati «Il tappo - chiarisce Paolo Signorini, presidente dell' Autorità portuale di Genova e Savona - si è creato anche nel momento in cui la A26 era completamente interdetta. E quando riaprirà la A6 avremo un problema consistente a Savona, perché stiamo stoccando e accumulando scorte sulle banchine savonesi che non possono ripartire, in quanto sono destinate, in primis, alla Val Bormida, che è luogo al momento inaccessibile. A Genova abbiamo avuto in parte quell' effetto; inoltre, con la A26 parzialmente interdetta e la A6 bloccata, parte della merce non è proprio arrivata». Le richieste dei terminalisti Un allarme arriva anche da Assiterminal, l' associazione dei terminalisti, che formula una serie di richieste indirizzate al Governo. In primo luogo, si chiedono interventi a sostegno del lavoro portuale: riconoscimento, per un periodo di 12 mesi, di una riduzione del 50% della contribuzione previdenziale annua a carico dei datori di lavoro; differimento contributivo di un anno per il versamento dei contributi Inps; differimento del versamento unitario delle imposte sui redditi e dell' imposta regionale sulle attività produttive. Poi si chiedono interventi per imprese portuali e terminalisti: riduzione temporanea dei canoni concessori; apertura anticipata e prolungata dei porti; riduzione del 50% delle accise sui prodotti energetici per i mezzi operativi dei terminal; riduzione del 50% delle percentuali di verifica in sede di controlli doganali nel periodo emergenziale. Infine Assiterminal chiede interventi a sostegno della logistica: accelerare l' iter per la Zes della

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[§23327050§] venerdì 29 novembre 2019

Il Sole 24 Ore Agricoltura e Dogane

Valpolcevera; ampliare l' applicazione, del Ferrobonus; azzerare il pedaggio autostradale per l' autotrasporto. «Il sistema portuale ligure - sottolinea Alessandro Ferrari, direttore di Assiterminal - convoglia buona parte del traffico portuale di destinazione finale del sistema italiano diretto in Nord Italia e nel centro Europa; traffico che circola quasi esclusivamente su gomma. Se parte del traffico container, a causa dell' assenza di collegamenti autostradali, fosse dirottato su altri scali europei, ci sarebbe anche un danno enorme per l' erario». Una riflessiona condivisa anche dal presidente di Federlogistica-Conftrasporto, Luigi Merlo. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§23327051§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 32 Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

TRASPARENZA

Addio al pdf per le relazioni finanziarie delle quotate

Assonime illustra il formato unico elettronico obbligatorio dal 2020

Franco Roscini Vitali

Relazioni finanziarie delle società quotate in formato elettronico a partire dall' esercizio sociale 1° gennaio 2020. La circolare 25 del 28 novembre di Assonime illustra le novità contenute nel regolamento della Commissione europea n. 2019/815 che ha imposto l' obbligo di pubblicare le relazioni finanziarie annuali nel formato xhtml, con la marcatura di alcune informazioni del bilancio consolidato secondo le specifiche xbrl. Alla base del regolamento, è la direttiva 2013/50/Ue, nell' ambito della rivisitazione della direttiva Trasparency volta a migliorare il regime di trasparenza delle società quotate, che ha previsto, a decorrere dal 1° gennaio 2020, che la relazione finanziaria annuale debba essere predisposta in un formato elettronico unico di comunicazione: non è più ammesso l' utilizzo di altri linguaggi informatici, quali il pdf. Assonime precisa che, questa innovazione trova fondamento nei supposti benefici per emittenti, investitori e autorità che rileverebbero dall' adozione di un formato elettronico armonizzato, il quale, a giudizio del legislatore comunitario, agevola la comunicazione delle informazioni e favorisce accessibilità, analisi e comparabilità delle relazioni finanziarie annuali. Al fine di assistere gli emittenti e le società di software nella creazione del formato xbrl, l' Esma ha pubblicato un manuale che dovrebbe essere oggetto di aggiornamento annuale. La relazione finanziaria comprende, bilancio d' esercizio e consolidato, relazione sulla gestione, attestazioni di conformità delle persone responsabili; deve essere resa pubblica anche la relazione del revisore legale che, tuttavia, può essere pubblicata ancora nei linguaggi informatici finora utilizzati. Nel nostro ordinamento, l' articolo 154-ter del Tuf prevede che gli emittenti quotati devono mettere a disposizione del pubblico entro quattro mesi dalla chiusura dell' esercizio sociale e pubblicare almeno 21 giorni prima dell' assemblea la relazione finanziaria annuale che rispetti i principi del regolamento 2019/815 (formato xhtml dell' intera relazione e marcatura in xbrl di alcune voci del consolidato): questo anche quando si usufruisca del maggior termine di sei mesi per la tenuta dell' assemblea di approvazione del bilancio. Assonime rammenta che il formato elettronico unico riguarda le modalità di comunicazione dei documenti che compongono la relazione finanziaria annuale (non la semestrale), senza incidere sul loro contenuto, che rimane disciplinato dalla disciplina nazionale di riferimento e dai principi contabili internazionali Ifrs omologati a livello europeo.

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[§23327051§] venerdì 29 novembre 2019

Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

L' obbligo del formato elettronico non comprende, oltre alla relazione del revisore legale, gli altri documenti informativi pubblicati ma che non rientrano in senso proprio nella relazione finanziaria annuale: per esempio, relazione sul pagamento ai governi e relazione sulla remunerazione. Per gli emittenti che hanno un esercizio sociale 1° luglio-30 giugno, le nuove previsioni si applicano a partire dalla relazione finanziaria annuale relativa all' esercizio 1° luglio 2020-30 giugno 2021. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§23327052§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 35 Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

MEZZOGIORNO

Professionisti, «Resto al Sud» a progetti con Ateco diverso

All' iniziativa finanziata fondi fino a un importo totale di 200mila euro Per i non residenti trasferimento obbligatorio entro 60 giorni dall' ok

Alessandro Sacrestano

L' incentivo «Resta al Sud »- disciplinato dal decreto interministeriale 174/17, - si rifà il look. In attesa di allargare ulteriormente dal 2020 la platea dei beneficiari, nel frattempo l' agevolazione si apre ai soggetti che svolgono attività libero-professionali. Si tratta dei soggetti iscritti in ordini o collegi professionali, ma anche degli esercenti professioni non organizzate in ordini o collegi disciplinate dalla legge 4/13. Ampliato anche il range anagrafico degli aspiranti beneficiari: ora le porte delle sovvenzioni si aprano a tutti i soggetti di età compresa tra i 18 e i 45 anni, residenti nelle regioni ammesse (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) e già costituiti all' atto della presentazione della domanda o, al massimo, che vi si trasferiscano nei 60 giorni dopo la comunicazione dell' esito positivo dell' istruttoria, che diventano 120 per i residenti all' estero. I richiedenti non devono essere titolari di contratti di lavoro dipendente né trovarsi nell' esercizio di imprese, o comunque essere stati beneficiari, nell' ultimo triennio, di ulteriori incentivi nazionali a favore dell' autoimprenditorialità. I liberi professionisti non devono essere stati titolari di partita Iva per l' esercizio di un' attività analoga a quella proposta nei dodici mesi precedenti la presentazione della domanda di agevolazione. Più nel dettaglio, è inibito l' accesso alle agevolazioni per i professionisti che risultano essere titolari, nei dodici mesi precedenti la presentazione della domanda, di partita Iva associata a un codice Ateco identico, fino alla terza cifra di classificazione delle attività economiche, a quello corrispondente all' attività oggetto domanda di ammissione alle agevolazioni. Oltre ai professionisti che, se richiesto dovranno essere iscritti negli appositi albi professionali, chi presenta istanza di agevolazione deve operare in forma di impresa individuale o di società, anche cooperativa, a questo punto costituite anche tra professionisti. Le imprese così composte, o i liberi professionisti, dovranno mantenere la loro residenza, o sede legale, nei territori agevolati per tutta la durata del finanziamento. Nel caso delle società, il Regolamento chiarisce che nella compagine potranno figurare anche soggetti privi dei precedenti requisiti, purché in misura non superiore a un terzo, e che gli stessi non abbiano rapporti di parentela fino al quarto grado con gli altri soggetti richiedenti. A ciascun progetto potrà essere attribuito un finanziamento fino a 50mila euro per ogni richiedente dotato dei requisiti di ammissibilità alla misura e, comunque, fino a un ammontare totale di 200mila euro. Il finanziamento - rimborsabile in otto anni dall' erogazione del finanziamento, di cui i primi due anni di pre-ammortamento - è concesso a copertura del 100% delle spese ammissibili, ed è così

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[§23327052§] venerdì 29 novembre 2019

Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

strutturato:1) 35% come contributo a fondo perduto erogato dal Soggetto gestore (da non rimborsare); 2) 65% sotto forma di finanziamento bancario a condizioni agevolate. Mentre gli interessi saranno abbattuti tramite un contributo in conto interessi erogato da Invitalia, l' intervento del Fondo centrale di garanzia per le Pmi permetterà di coprire fino all' 80% del finanziamento bancario. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§23327054§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 29 Italia Oggi Contabilità e Bilancio

Una circolare Assonime in materia di formato elettronico unico di comunicazione

Quotate con bilanci a incastro

Relazione annuale in Xhtml, il consolidato in Xbrl

ANDREA FRADEANI

Nuovo formato per le relazioni finanziarie annuali delle quotate: dovranno essere redatte, a partire dagli esercizi finanziari aventi inizio il 1° gennaio 2020 o in data successiva, nel formato elettronico unico di comunicazione di cui al regolamento delegato (Ue) 2019/815. Assonime, con la circolare 25/2019 pubblicata ieri, illustra i punti salienti della nuova modalità di redazione fondata sull' interazione fra due linguaggi informatici: l' Xhtml, con cui dovrà essere codificata l' intera relazione finanziaria annuale che, semplificando, assumerà quindi le vesti di una sorta di pagina web; l' Xbrl, con cui si dovrà marcare il bilancio consolidato in essa contenuto. Un primo contributo chiave della circolare riguarda la definizione dell' insieme dei documenti da codificare nel nuovo formato, secondo Assonime, che pure sottolinea come la tematica sia già all' attenzione delle autorità europee (sarebbe possibile, peraltro, anche un intervento del legislatore nazionale), si tratterebbe della relazione finanziaria annuale in senso proprio, ossia del progetto di bilancio d' esercizio, del bilancio consolidato, della relazione sulla gestione nonché dall' attestazione di conformità dell' amministratore delegato e del dirigente preposto ex quinto comma dell' art. 154-bis del Tuf. Il formato elettronico unico di comunicazione non sarebbe dunque obbligatorio per gli altri documenti informativi pubblicati verso il mercato con le medesime formalità quali, ad esempio, la relazione dei revisori legali sui bilanci, la relazione sul pagamento ai governi ex dlgs 139/2015 e la relazione sulla remunerazione ex art. 123-ter del Tuf; simile conclusione si potrebbe inoltre sostenere, ad esempio, per la dichiarazione non finanziaria ex dlgs 254/2016 nonché per la relazione sul governo societario ex art. 123-bis del Tuf qualora siano offerte in documenti autonomi e non quali paragrafi della relazione sulla gestione. La circolare affronta quindi l' impiego di Xbrl, obbligatorio solo con riferimento al bilancio consolidato Ifrs e, peraltro, sulla base di una precisa road map: si inizierà col marcare tutti i numeri in una valuta dichiarata indicata nel prospetto della situazione patrimoniale-finanziaria, nel prospetto dell' utile (perdita) d' esercizio e nelle altre componenti di conto economico complessivo, nel prospetto delle variazioni di patrimonio netto e nel rendiconto finanziario oltre a poche altre informazioni essenzialmente anagrafiche, comunicate nel consolidato o attraverso riferimenti incrociati ad altre parti della relazione finanziaria annuale, specificate nella tabella 1 dell' allegato II al regolamento 2019/815; per gli esercizi finanziari aventi inizio il 1° gennaio 2022 o in data successiva, invariati gli obblighi di marcatura già citati con riferimento ai prospetti quantitativi, si amplierà notevolmente l' insieme delle altre informazioni da codificare in Xbrl visto che si dovrà prendere a riferimento la tabella 2 dell' allegato II al regolamento 2019/815 (si tratta di circa

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[§23327054§] venerdì 29 novembre 2019

Italia Oggi Contabilità e Bilancio

240 campi, essenzialmente testuali, offerti tipicamente nell' ambito delle note). La marcatura deve avvenire attraverso la tassonomia vigente predisposta dall' Esma, derivata da quella della Ifrs Foundation, che può essere estesa (il nuovo formato non impone, infatti, un particolare schema di esposizione delle informazioni) ma con il sistema degli ancoraggi. La circolare affronta temi quali la marcatura volontaria (sia con riferimento al consolidato che ad altre parti della relazione finanziaria annuale diverse da questo), l' impatto del Regolamento 2019/815 sul deposito dei bilanci in formato elaborabile presso il registro imprese, il ruolo della marcatura nel processo di preparazione del bilancio consolidato e il processo di redazione del bilancio. @Riproduzione riservata.

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[§23327055§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 24 Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

SISTEMA DA CAMBIARE

Una revisione complessiva verso l' equità

Massimo Bordignon

Una serie di drammatiche vicende in campo infrastrutturale hanno messo in evidenza un problema fondamentale del Paese, l' incapacità di programmare nel medio-lungo periodo. Sotto la pressione dei media e dell' opinione pubblica, il sistema politico reagisce alle emergenze, ma non è capace di perseguire politiche di maggior respiro, che richiedono prima di tutto una attenta programmazione e poi un' altrettanto attenta attuazione per diversi anni. È bene realizzare però che questo non riguarda solo le infrastrutture fisiche, ma anche quelle immateriali del Paese. Una delle più importanti di queste è il sistema tributario. Non solo perché alle imposte è delegato il compito fondamentale di finanziare la spesa pubblica, ma anche perché questo deve avvenire rispettando una serie di princìpi che stanno alla base dello stato di diritto e della convivenza civile. Il sistema tributario deve aspirare a essere equo ed efficiente, ma anche non eccessivamente invasivo nella vita dei contribuenti, in grado di adattarsi alle legittime differenti aspirazioni di governi politici con preferenze diverse, tener conto e accompagnare le modifiche del sistema economico sottos tante. Il sistema tributario italiano ha perso da tempo queste caratteristiche. Immaginato nelle sue strutture portanti nei lontani anni 70, non ha conosciuto una riforma degna di questo nome da oltre due decenni. Piuttosto, si è assistito a uno stillicidio di continui micro-interventi indotti da varie emergenze, politiche o di gettito, che ne hanno in gran parte snaturato il disegno originale. Legioni di politici si sono esercitati nel dubbio obiettivo di introdurre micro riforme per accontentare le varie clientele, senza preoccuparsi della coerenza del disegno originale o dei suoi princìpi fon danti. La lista è infinita. Dalla proliferazione di detrazioni e deduzioni per i motivi più vari, all' eliminazione casuale di tributi locali, all' esplosione di regimi speciali per cespiti e categorie di contribuenti vari. Con conseguenze esiziali. Per esempio, l' Irpef, da imposta progressiva su tutti i redditi, a forza di sottrarvi cespiti vari è diventata un' imposta sui soli redditi da lavoro, e di fatto, per la diffusa evasione degli altri redditi, un' imposta sui soli redditi da lavoro dipendente e assimilati. È davvero difficile giustificare la forte progressività esistente su una base imponibile così ri dotta. In più, il terrore di perdere consenso da parte di politici in campagna elettorale permanente ha reso impossibile sostenere un discorso razionale sul fisco. Di tasse si può oramai parlare in pubblico solo per dire che vanno ridotte a tutti su tutto, indipendentemente dalle loro caratteristiche. Così, non si riesce a riformare il catasto, benché sia ovviamente del tutto obsoleto e iniquo, perché una volta rivisto qualcuno pagherebbe di più, anche se qualcun altro pagherebbe di meno. Non si può agire

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[§23327055§] venerdì 29 novembre 2019

Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

sul sistema di deduzioni e detrazioni, nemmeno quelle più assurde, perché le categorie interessate le difendono a tutti i costi. Non si può rivedere la struttura delle aliquote dell' Iva, nonostante ci siano ovvie assurdità nella definizione dei beni e servizi soggetti alle diverse aliquote, perché qualcuno ci rimetterebbe, anche se qualcun altro ci guadagnerebbe, e cos ì via. Eppure mai come ora il sistema tributario italiano avrebbe bisogno di una revisione complessiva. In parte per riportare a razionalità i tributi esistenti e affrontare il tema fondamentale dell' evasione fiscale. Ma anche perché modifiche strutturali nel funzionamento dell' economia hanno cambiato radicalmente lo scenario sulla cui base il sistema tributario era stato inizialmente i deato. Per esempio, in Italia come altrove, si è ridotta la quota dei redditi da lavoro sul valore aggiunto, il che rende difficile sostenere la spesa pubblica tassando prevalentemente questi redditi. Per non parlare della crescente separazione tra il momento della produzione e del consumo, delle pratiche elusive delle imprese multinazionali, delle nuove imprese del web che richiedono di ripensare le forme tradizionali di tassazione dei redditi societari e di cap itale. Affrontare questi problemi richiede di superare la logica dei micro-interventi e ragionare in termini di riforma complessiva del sistema, guardando anche a cosa succede fuori dai confini nazi onali. Università Cattolica del Sacro Cuore © RIPRODUZIONE RISERVATA Una serie di drammatiche vicende in campo infrastrutturale hanno messo in evidenza un problema fondamentale del Paese, l' incapacità di programmare nel medio-lungo periodo.

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[§23327059§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 30 Italia Oggi Fatturazione Elettronica

Le novità in arrivo con il decreto 124/2019 collegato alla manovra di bilancio

Certificazione fiscale col Pos

Sistemi evoluti di incasso? Niente invio corrispettivi

FRANCO RICCA

Sarà introdotta nel 2021 la certificazione fiscale con il Pos: i commercianti al dettaglio, le imprese artigiane e gli altri contribuenti Iva esonerati dall' obbligo di fatturazione, che adottano «sistemi evoluti di incasso» mediante forme di pagamento elettronico «che consentono la memorizzazione, l' inalterabilità e la sicurezza dei dati», potranno fare a meno di trasmettere i corrispettivi all' agenzia delle entrate mediante il registratore telematico o la procedura web. L' utilizzo dei predetti sistemi, infatti, assolverà gli obblighi di memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei corrispettivi di cui all' articolo 2, commi 1 e 2, del dlgs n. 127/2015. Lo prevede uno degli emendamenti al dl 124/2019 (collegato fiscale) depositati dai relatori del provvedimento. Il testo definitivo dell' emendamento è un po' diverso rispetto a quello diffuso qualche giorno fa (si veda ItaliaOggi del 23 novembre), che puntava, poco realisticamente, a introdurre la novità della «valenza fiscale» del Pos già dal 1° gennaio prossimo. Anche nei contenuti sostanziali, il nuovo testo, facendo riferimento a sistemi di incasso provvisti di determinati requisiti che dovranno essere individuati dall' agenzia delle entrate, appare tecnicamente più puntuale del precedente, che ricollegava invece la sostituzione degli obblighi fiscali all' incasso del corrispettivo attraverso carte di debito, carte di credito o prepagate emesse da operatori finanziari soggetti all' obbligo di comunicazione previsto dall' articolo 7, sesto comma, del dpr 605/73 e attribuiva a detti operatori l' obbligo di trasmettere i dati delle transazioni all' agenzia delle entrate. Naturalmente, la definizione delle soluzioni tecniche idonee a garantire l' integrità dei dati e, probabilmente, la trasmissione diretta all' agenzia richiederà, come si osserva nella relazione, tempi «di adeguamento tecnologico» che hanno portato a fissare al 1° gennaio 2021 l' avvio della novità. Va osservato, ancora, che non è espressamente previsto l' esonero dagli obblighi di certificazione fiscale mediante scontrini e ricevute e di annotazione dei corrispettivi nell' apposito registro; tale previsione, contenuta nel precedente testo dell' emendamento, sembrava però superflua, in quanto l' assorbimento dei predetti obblighi negli adempimenti di cui ai commi 1 e 2 del citato articolo 2 è già sancito dalla legge. Lotteria degli scontrini e fattura elettronica. Un altro emendamento (si veda ItaliaOggi di ieri) fa slittare dal 1° gennaio al 1° luglio 2020 il debutto della cosiddetta «lotteria degli scontrini» e sostituisce la sanzione a carico dell' esercente che non consente la partecipazione alla lotteria con una segnalazione ai fini di controllo fiscale. Riguardo alla lotteria, è da evidenziare che, al momento, tutta l' attenzione è incentrata sugli scontrini elettronici. Anche nel provvedimento attuativo dell' Agenzia delle entrate del 31 ottobre 2019 si individuano, quali strumenti che consentono

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[§23327059§] venerdì 29 novembre 2019

Italia Oggi Fatturazione Elettronica

la partecipazione alla lotteria, i registratori telematici e la procedura web di trasmissione dei corrispettivi. Occorre però ricordare che, in base al comma 541 dell' articolo 1 della legge n. 232/2016, la partecipazione alla lotteria deve essere consentita anche con riferimento a tutti gli acquisti di beni o servizi, effettuati al di fuori dell' esercizio di un' attività economica, documentati con fattura, alla condizione che i dati di quest' ultima siano trasmessi telematicamente all' agenzia delle entrate. Il rinvio di sei mesi offre quindi l' occasione per attuare anche questa disposizione, in modo da evitare che l' adozione della fattura (elettronica) quale strumento di certificazione degli incassi risulti penalizzante perché non consente ai clienti la partecipazione alla lotteria. © Riproduzione riservata.

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[§23327061§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 27 Italia Oggi Fatturazione Elettronica

L' e-fattura un pericolo per la sicurezza dello stato

L' utilizzo dei file delle fatture elettroniche potrebbe mettere a rischio la sicurezza della Repubblica. Per questo motivo gli organismi speciali per la sicurezza , i c.d. servizi segreti, saranno espressamente esclusi dalle nuove attività di trattamento, conservazione e memorizzazione dei file delle fatture elettroniche previste dall' articolo 14 del decreto legge n.124 del 2019 (c.d. collegato fiscale). È questo lo scopo dell' emendamento che il governo, ha presentato alcuni giorni fa, durante i lavori di conversione del decreto in commissione finanze della camera e che è stato approvato ieri. L' esecutivo giudica dunque troppo elevati i rischi connessi alle attività di analisi del rischio sui file completi delle fatture elettroniche e procede ad escludere dagli stessi tutte le attività facenti capo ai c.d. servizi di sicurezza. L' emendamento in oggetto si propone infatti di aggiungere alla disposizione normativa sopra ricordata, un nuovo comma 5-quater in base al quale gli organismi previsti dalla legge n.124/2017 (Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segreto) non saranno soggetti alle nuove attività ma agli stessi continueranno invece ad applicarsi la speciale disciplina prevista dalla suddetta legge. Si pone la questione se siamo davvero sicuri che le attività che il legislatore intende demandare all' Agenzia delle entrate ed alla Guardia di finanza in ordine ai dati contenuti nelle fatture elettroniche, non possa mettere a rischio anche le attività degli stessi contribuenti. Il quadro che emerge dalle vicende in oggetto è abbastanza inquietante. Da un lato abbiamo infatti un amministrazione finanziaria che avrà libero accesso a tutte le informazioni contenute nei file delle fatture elettroniche che potranno essere elaborate e trattate fino al 31 dicembre dell' ottavo anno successivo a quello della presentazione di riferimento. Dall' altro abbiamo invece le imprese ed i liberi professionisti che potrebbero venire esposti, per effetto delle attività sopra esposte, a tutta una serie di rischi inerenti la conoscibilità da parte di terzi delle attività svolte dagli stessi, segreti e privative industriali comprese. Se così non fosse non si comprenderebbe il senso dell' emendamento che l' esecutivo targato Giuseppe Conte ha inserito nel dl.124/2019. La relazione tecnica che accompagna l' emendamento in oggetto prevede infatti l' esenzione dai trattamenti per i dati delle operazioni compiute dai servizi segreti proprio al preciso fine di evitare che «il processo ordinariamente previsto per la fatturazione elettronica, ivi compresa la memorizzazione, conservazione e consultazione delle medesime fatture elettroniche, possa determinare, attraverso l' aggregazione dei dati contenuti nelle stesse, la conoscibilità dell' attività svolta dagli stessi Organismi di informazione per la sicurezza, in violazione del principio di riservatezza».

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[§23327061§] venerdì 29 novembre 2019

Italia Oggi Fatturazione Elettronica

Siamo dunque di fronte a un' ammissione, piuttosto esplicita, dei rischi per la riservatezza delle informazioni che la filiera della fattura elettronica e delle analisi di rischio da effettuarsi sulle stesse, può presentare. Queste poche righe che caratterizzano l' emendamento all' articolo 14 del decreto legge n.124 del 2019 potrebbero nascondere tutta la fragilità del sistema della fatturazione elettronica, che dal 1° gennaio 2019 è divenuta obbligatoria, salvo alcune eccezioni, per tutti i contribuenti italiani. Fragilità che la stessa amministrazione finanziaria si è più volte affrettata a smentire di fronte, ad esempio, alle criticità sollevate dal Garante della privacy e da altre istituzioni. Andrea Bongi © Riproduzione riservata.

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[§23327063§] venerdì 29 novembre 2019

italiaoggi.it

Fatturazione Elettronica

Nel 2021 la certificazione fiscale con il Pos

I commercianti al dettaglio, le imprese artigiane e gli altri contribuenti Iva esonerati dall' obbligo di fatturazione, che adottano "sistemi evoluti di incasso" mediante forme di pagamento elettronico potranno fare a meno di trasmettere i corrispettivi all' agenzia delle entrate

Sarà introdotta nel 2021 la certificazione fiscale con il Pos: i commercianti al dettaglio, le imprese artigiane e gli altri contribuenti Iva esonerati dall' obbligo di fatturazione, che adottano «sistemi evoluti di incasso» mediante forme di pagamento elettronico «che consentono la memorizzazione, l' inalterabilità e la sicurezza dei dati», potranno fare a meno di trasmettere i corrispettivi all' agenzia delle entrate mediante il registratore telematico o la procedura web. L' utilizzo dei predetti sistemi, infatti, assolverà gli obblighi di memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei corrispettivi di cui all' articolo 2, commi 1 e 2, del dlgs n. 127/2015. Lo prevede uno degli emendamenti al dl 124/2019 (collegato fiscale) depositati dai relatori del provvedimento. Il testo definitivo dell' emendamento è un po' diverso rispetto a quello diffuso qualche giorno fa (si veda ItaliaOggi del 23 novembre), che puntava, poco realisticamente, a introdurre la novità della «valenza fiscale» del Pos già dal 1° gennaio prossimo. Anche nei contenuti sostanziali, il nuovo testo, facendo riferimento a sistemi di incasso provvisti di determinati requisiti che dovranno essere individuati dall' agenzia delle entrate, appare tecnicamente più puntuale del precedente, che ricollegava invece la sostituzione degli obblighi fiscali all' incasso del corrispettivo attraverso carte di debito, carte di credito o prepagate emesse da operatori finanziari soggetti all' obbligo di comunicazione previsto dall' articolo 7, sesto comma, del dpr 605/73 e attribuiva a detti operatori l' obbligo di trasmettere i dati delle transazioni all' agenzia delle entrate. Naturalmente, la definizione delle soluzioni tecniche idonee a garantire l' integrità dei dati e, probabilmente, la trasmissione diretta all' agenzia richiederà, come si osserva nella relazione, tempi «di adeguamento tecnologico» che hanno portato a fissare al 1° gennaio 2021 l' avvio della novità. Va osservato, ancora, che non è espressamente previsto l' esonero dagli obblighi di certificazione fiscale mediante scontrini e ricevute e di annotazione dei corrispettivi nell' apposito registro; tale previsione, contenuta nel precedente testo dell' emendamento, sembrava però superflua, in quanto l' assorbimento dei predetti obblighi negli adempimenti di cui ai commi 1 e 2 del citato articolo 2 è già sancito dalla legge. Lotteria degli scontrini e fattura elettronica. Un altro emendamento (si veda ItaliaOggi di ieri) fa slittare dal 1° gennaio al 1° luglio 2020 il debutto della cosiddetta «lotteria degli scontrini» e sostituisce la sanzione a carico dell' esercente che non consente la partecipazione alla lotteria con una segnalazione ai fini di controllo fiscale. Riguardo alla lotteria, è da evidenziare che, al momento, tutta l' attenzione è incentrata sugli scontrini elettronici.

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[§23327063§] venerdì 29 novembre 2019

italiaoggi.it

Fatturazione Elettronica

Anche nel provvedimento attuativo dell' Agenzia delle entrate del 31 ottobre 2019 si individuano, quali strumenti che consentono la partecipazione alla lotteria, i registratori telematici e la procedura web di trasmissione dei corrispettivi. Occorre però ricordare che, in base al comma 541 dell' articolo 1 della legge n. 232/2016, la partecipazione alla lotteria deve essere consentita anche con riferimento a tutti gli acquisti di beni o servizi, effettuati al di fuori dell' esercizio di un' attività economica, documentati con fattura, alla condizione che i dati di quest' ultima siano trasmessi telematicamente all' agenzia delle entrate. Il rinvio di sei mesi offre quindi l' occasione per attuare anche questa disposizione, in modo da evitare che l' adozione della fattura (elettronica) quale strumento di certificazione degli incassi risulti penalizzante perché non consente ai clienti la partecipazione alla lotteria. © Riproduzione riservata.

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[§23327064§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 30 Il Sole 24 Ore Fatturazione Elettronica

i nuovi obblighi

Prove più rigide a carico dell' operatore intermedio

L' onere è rispettato se l' identificativo Iva è nella fattura emessa dal fornitore

Vincoli probatori più stringenti per gli operatori che realizzano vendite a catena per rilevare il trasporto e per comunicare l' eventuale identificativo Iva a cui attribuire la cessione. La regola generale sarà quella di imputare il trasporto alla cessione fatta nei confronti dell' operatore intermedio nel caso in cui, in presenza di più cessioni consecutive, i beni siano trasportati da uno Stato membro all' altro, direttamente dal primo cedente all' ultimo cessionario della catena e il trasporto/spedizione sia effettuato dall' operatore intermedio o da un terzo che agisce per suo conto. Di conseguenza, è la suddetta cessione nei confronti dell' operatore intermedio a essere considerata non imponibile nel Paese di partenza. Affinché l' operazione possa essere gestita in tal modo è necessario predisporre un quadro probatorio dettagliato. Innanzitutto occorrerà che la parte che beneficia della non imponibilità della cessione intraUe provi che le condizioni ex articolo 138 della direttiva 2006/112 siano soddisfatte. In particolare, il cedente deve dar prova del trasporto effettivo nello Stato membro d' arrivo dei beni costituenti oggetto della cessione attraverso una serie di documenti espressamente previsti dal regolamento (Ue) 1912/2018 (con decorrenza dal 1° gennaio 2020). Ma oltre alle prove classiche della cessione intraunionale, nelle operazioni a catena rileva un elemento probatorio aggiuntivo: l' operatore intermedio deve provare che è lui stesso, ovvero un terzo per suo conto, a occuparsi del trasporto. Ciò serve a individuare chi è l' operatore intermedio e, quindi, a quale vendita della catena è imputato il trasporto. Sicché potrebbe ritenersi che la prova dell' organizzazione del trasporto (ai fini dell' imputazione del trasporto alla cessione dei confronti dell' operatore intermedio) sia preliminare alla prova del trasporto stesso (ai fini nella non imponibilità della cessione intraUe nel Paese di partenza). Uno scenario diverso si apre quando l' intermediary operator comunica al cedente di avere una partita Iva nello Stato membro di partenza dei beni. Il suo acquisto sarà un acquisto interno, mentre la cessione successiva da lui effettuata sarà la cessione propriamente Ue disciplinata dall' articolo 138 della direttiva Iva qualora sussistano tutte le altre condizioni. A tal fine è determinante la prova della comunicazione, la quale, tuttavia, non necessita di particolari formalità (basta anche un semplice scambio di mail). Non c' è bisogno neppure che sia fatta per ogni transazione: l' operatore intermedio potrà indicare al fornitore una volta sola l' identificativo Iva che sarà usato per tutte le vendite in quello Stato membro. Ma cosa succede se l' operatore intermedio o il suo fornitore non sono capaci di dare prova della comunicazione?

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[§23327064§] venerdì 29 novembre 2019

Il Sole 24 Ore Fatturazione Elettronica

La prova sarà comunque soddisfatta se l' identificativo Iva dell' operatore intermedio emerge dalla fattura emessa dal fornitore e l' importo Iva da pagare nello Stato membro da cui i beni sono trasportati è stato addebitato in fattura. Se mancano anche tali elementi si presume che le condizioni per l' applicazione della non imponibilità Iva alla cessione effettuata dall' operatore intermedio non sussistono. Quanto alla tempistica, in linea di principio, la comunicazione andrebbe fatta prima che l' evento rilevante ai fini Iva abbia luogo, poiché il venditore deve sapere se addebitare o meno l' Iva sull' operazione. Tuttavia potrebbe accadere che la comunicazione sia effettuata dopo che la cessione stessa sia realizzata. Fino al termine di presentazione della dichiarazione Iva periodica, il cedente può semplicemente correggere la fattura indicando l' Iva dovuta sulla transazione e indicare tale importo nella sua dichiarazione; dopo il cedente potrà ancora correggere la fattura includendo l' Iva dovuta sulla transazione, dovrà però intervenire anche sulla dichiarazione Iva secondo le norme previste dal proprio Stato membro. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§23327065§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 30 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

Addizionali alla cassa

Pronto il codice tributo per il versamento, tramite modello F24, dell' addizionale comunale all' Irpef di spettanza dei comuni dichiarati in dissesto finanziario. A istituirlo la risoluzione delle Entrate n. 98/E di ieri. Con la risoluzione n. 97/E, sempre di ieri, sono stati istituiti per la regione autonoma Friuli Venezia Giulia, i codici tributo per l' utilizzo in compensazione dei crediti d' imposta per il miglioramento della competitività delle imprese e per le erogazioni liberali relative a progetti di promozione e organizzazione di attività culturali e di valorizzazione del patrimonio culturale. © Riproduzione riservata.

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[§23327067§] giovedì 28 novembre 2019

Corriere Comunicazioni

Fisco e Dichiarazioni

Amazon non ci sta: 'Poche tasse in Italia? Paghiamo il dovuto. Dati distorti e investimenti ignorati'

L' azienda replica alle informazioni fornite da Mediobanca nel report Web&Soft: 'Conclusioni errate. Nostri profitti bassi e in campo ingenti risorse'

" Amazon paga tutte le tasse dovute in Italia . E il rapporto di Mediobanca ignora il record di investimenti e la continua creazione di posti di lavoro nel Paese ": Amazon non ci sta e a poche ore dalla pubblicazione dell' edizione 2019 del focus Web&Soft dell' Area studi di Mediobanca - report che indaga il "peso" dei colosso del web e software nel nostro Paese dal quale emerso che nel 2019 sono stati versati al fisco solo 64 milioni complessivi - in una nota mette nero su bianco la propria posizione e controbatte alle informazioni contenute nello studio. "È fondamentalmente errato equiparare tutte le aziende digitali senza tenere in considerazione le differenze dei business in cui operiamo : l' imposta sulle società si basa sui profitti, non sui ricavi, e i nostri profitti sono rimasti bassi sia perché il retail è un business con margini ridotti sia per i continui, forti investimenti di Amazon in Italia che, dal 2010, ammontano a oltre 1,6 miliardi di euro", si legge nella nota di Amazon Italia. " La nostra aliquota fiscale effettiva dal 2010 al 2018 è stata mediamente del 24% - puntualizza l' azienda guidata da Mariangela Marseglia - e la nostra attività di international retail è in perdita . E questo rapporto ignora anche il record di investimenti e la continua creazione di posti di lavoro in Italia , che aggiungerà ulteriori 1.000 dipendenti a tempo indeterminato ai 6.500 entro la fine del 2019 - dipendenti che lavorano in oltre 20 sedi diverse con tutti i livelli di esperienza, istruzione e competenze, come, ad esempio, ingegneri, software developer, esperti di logistica o di marketing". Secondo Amazon il Rapporto dell' Area Studi Mediobanca trarrebbe conclusioni errate almeno per quanto riguarda Amazon. " Il rapporto non ha preso in considerazione l' impatto di tutte le entità italiane , ma solo 7 delle 11 società con cui Amazon opera in Italia che hanno ricadute in termini di gettito sia a livello locale sia a livello nazionale attraverso Iva, Irpef, Ires, Tasi,Tari. Inoltre, Amazon paga tutte le tasse dovute in Italia e in tutti i Paesi in cui operiamo e le tasse pagate in Italia sono più alte rispetto a quelle dichiarate nel rapporto in quanto, da maggio 2015, abbiamo una succursale italiana di Amazon EU Sarl che registra tutti i ricavi, le spese, i profitti e paga le imposte dovute in Italia per le vendite al dettaglio, non in Lussemburgo". @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§23327068§] venerdì 29 novembre 2019

EutekneInfo

Fisco e Dichiarazioni

Comunicazione dei redditi da lavoro autonomo dei pensionati entro il 2 dicembre

Il mancato adempimento comporta una sanzione pari all' importo annuo della pensione percepita nell' anno a cui si riferisce la dichiarazione stessa

Alla luce del divieto di cumulo della pensione con i redditi da lavoro autonomo, l' art. 10 comma 4 del DLgs. 503/1992 dispone che i titolari del trattamento pensionistico sono obbligati a comunicare annualmente all' INPS i redditi da lavoro autonomo conseguiti nell' anno precedente. In merito, l' Istituto previdenziale, con il messaggio n. 4430 depositato ieri, ha fornito gli opportuni chiarimenti circa l' individuazione dei soggetti tenuti a ottemperare alla comunicazione dei redditi di lavoro autonomo conseguiti nel corso del 2018, nonché le modalità e i termini da rispettare. L' incumulabilità prevista dall' art. 10 comma 1 del citato decreto è parziale, ovvero fissata nella misura del 50% fino a concorrenza dei predetti redditi da lavoro, e riguarda i soggetti titolari di pensione , con diverse eccezioni. Difatti, sono esclusi dall' obbligo di comunicazione i titolari di: pensione e assegno di invalidità avente decorrenza entro il 31 dicembre 1994; pensione di vecchiaia, che per effetto dell' art. 72 della L. 388/2000, dal 1° gennaio 2001, è interamente cumulabile con i redditi da lavoro autonomo, indipendentemente dall' anzianità contributiva utilizzata per il riconoscimento e la liquidazione della prestazione; pensione di vecchiaia liquidata nel sistema contributivo; pensione di anzianità e di trattamento di prepensionamento a carico dell' assicurazione generale obbligatoria (AGO) e delle forme sostitutive ed esclusive della medesima; pensione o assegno di invalidità a carico dell' AGO dei lavoratori dipendenti, delle forme esonerative, sostitutive ed esclusive della medesima o delle gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi con un' anzianità contributiva pari o superiore a 40 anni. Inoltre, sottolinea l' INPS con il messaggio in commento, sono esclusi dall' adempimento anche i seguenti soggetti: i titolari di pensione di invalidità e di assegno di invalidità, dalla cui attività sia derivato, nel corso del 2018, un reddito da lavoro autonomo pari o inferiore a 6.596,46 euro ; nonché i percettori di redditi derivanti da attività svolte nell' ambito di programmi di reinserimento degli anziani in attività socialmente utili, promosse da enti locali e altre istituzioni pubbliche e private. Risultano, invece, cumulabili le indennità percepite per l' esercizio della funzione dei giudici di pace, dai giudici onorari aggregati e dai giudici tributari, le indennità e i gettoni di presenza percepiti dagli amministratori locali, così come le indennità connesse a cariche pubbliche elettive. Mentre le remunerazioni percepite dai sacerdoti non sono assoggettate al regime del divieto di cumulo. Da un punto di vista operativo, la dichiarazione deve essere trasmessa telematicamente attraverso il portale dell' Istituto entro il 2 dicembre 2019 (vale a dire entro il termine ultimo per la presentazione della dichiarazione dei redditi ai fini IRPEF). L' interessato

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[§23327068§] venerdì 29 novembre 2019

EutekneInfo

Fisco e Dichiarazioni

dovrà autenticarsi e accedere all' apposita area "Dichiarazione Reddituale - RED Semplificato" (all' interno della sezione "Tutti i servizi") e scegliere la Campagna di riferimento 2019. Per i cittadini muniti di PIN dispositivo sarà possibile rendere la comunicazione anche attraverso il servizio Contact Center Multicanale. Si precisa che i redditi da lavoro autonomo dovranno essere dichiarati al netto dei contributi previdenziali e al lordo delle ritenute fiscali, mentre, per quanto attiene al reddito di impresa, l' importo sarà al netto anche delle eventuali perdite deducibili imputabili all' anno di riferimento del reddito. A coloro che non ottemperino all' obbligo di presentazione della dichiarazione sarà applicata una sanzione per una somma pari all' importo annuo della pensione percepita nell' anno cui si riferisce la dichiarazione medesima. Sarà l' ente previdenziale di appartenenza a prelevare detta somma direttamente sulle rate di pensione dovute al trasgressore (art. 10 comma 8- bis del DLgs. 503/1992). Con le stesse modalità previste per la dichiarazione relativa all' anno 2018, ed entro gli stessi termini (ovvero entro il 2 dicembre), dovrà essere trasmessa dai pensionati, nei cui confronti trova applicazione il divieto di cumulo della pensione con i redditi da lavoro autonomo e che svolgano nel corrente anno attività di lavoro autonomo, la dichiarazione a preventivo per l' anno 2019. Attraverso tale ulteriore adempimento, disposto dall' art. 10 comma 4- bis del DLgs. 503/1992 (introdotto dall' art. 1 comma 210 della L. 662/1996), gli enti previdenziali potranno effettuare le trattenute delle quote di pensione non cumulabili con i redditi da lavoro autonomo secondo il reddito che i soggetti interessati prevedono di conseguire nel corso del 2019. Le trattenute che verranno operate sulla pensione "a preventivo" saranno successivamente conguagliate sulla base della dichiarazione dei redditi 2019, resa a consuntivo nell' anno 2020.

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[§23327069§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 31 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

La Cassazione sulla mancata denuncia di depositi svizzeri emersi dalla lista Falciani

Controlli a chi tace il c/c estero

Legittimo l' accertamento sulla base di presunzioni

DEBORA ALBERICI*

È legittimo l' accertamento Irpef a carico del presunto evasore se ha taciuto al fisco il conto corrente in Svizzera. Lo ha sancito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 31085 del 28 novembre 2019, ha respinto il ricorso di un contribuente i cui depositi all' estero erano emersi dalla lista Falciani. La sezione tributaria ha chiarito innanzitutto che in tema di presunzioni semplici, gli elementi di prova non debbano essere più di uno, ben potendo il giudice fondare il proprio convincimento su uno solo di essi, purché grave e preciso, dovendo il requisito della «concordanza» ritenersi menzionato dalla legge solo in previsione di un eventuale, ma non necessario, concorso di più elementi presuntivi. Ha quindi fatto bene la Ctr a convalidare l' atto impositivo dal momento che, viene ricostruito in sentenza, il contribuente era intestatario di un conto corrente in un paese a fiscalità privilegiata, di cui non aveva fatto denuncia ai fini fiscali e che sul conto erano state fatte movimentazioni nell' anno oggetto di contestazione. In altri termini i giudici hanno correttamente ritenuto provata la pretesa tributaria sulla base di presunzioni semplici, le quali possono consistere anche in un solo indizio, in assenza di idonea prova contraria fornita dal contribuente infatti, la non contestata presenza di disponibilità finanziarie sul conto aperto presso l' istituto bancario svizzero intestato all' uomo, lascia ritenere seppure a livello presuntivo, che l' amministrazione, mediante la raccolta dei dati emergenti dal conto corrente bancario, abbia assolto al suo onere probatorio. In definitiva, l' incontestata presenza di disponibilità finanziarie sul conto aperto presso l' istituto bancario svizzero lascia ritenere, seppur a livello presuntivo, che il fisco, mediante raccolta dei dati emergenti dal conto corrente bancario, abbia assolto al suo onere probatorio. La Commissione regionale non è, pertanto, incorsa nella denunciata violazione di legge avendo fatto corretto uso dei criteri di ripartizione dell' onere della prova valutando tutti i fatti sottoposti al suo esame. Anche la procura generale del Palazzaccio ha sollecitato lo stesso epilogo, chiedendo al Collegio di respingere il ricorso dell' imprenditore. © Riproduzione riservata.

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[§23327072§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 34 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

Cumulo, redditi all' Inps entro il 2 dicembre

Prossimo adempimento a carico dei pensionati che svolgono lavoro autonomo, i quali entro il 2 dicembre devono produrre all' Inps dichiarazione dei redditi 2018 derivanti da tale attività. A ricordarlo è lo stesso ente con una apposita nota (messaggio n. 4430/2019). La trattenuta delle quote di pensione non cumulabili con il reddito da attività autonoma viene infatti effettuata provvisoriamente, sulla base dei redditi che i pensionati prevedono di conseguire nel corso dell' anno. Le trattenute sono poi conguagliate sulla base della dichiarazione dei redditi effettivamente percepiti, rilasciata dagli interessati entro lo stesso termine stabilito per la denuncia ai fini dell' Irpef (Unico 2019). L' omissione della dichiarazione reddituale comporta il versamento all' ente previdenziale di una somma, a titolo di sanzione, pari all' ammontare di un anno di pensione. Soggetti interessati. Dopo l' abolizione totale dei limiti al cumulo per le pensioni di vecchiaia e invalidità, per effetto dell' articolo 19 della legge n. 133/2008, la scadenza riguarda ormai i soli titolari di pensione invalidità liquidati su una anzianità contributiva inferiore a 40 anni. A tal fine (40 anni) è utile anche la contribuzione relativa a periodi successivi alla decorrenza della pensione, purché già utilizzata per la liquidazione di supplementi. Nulla da dichiarare. L' art. 10, comma 2, del dlgs n. 503/1992 stabilisce che le disposizioni in materia di incumulabilità con i redditi da lavoro non si applicano nei confronti dei titolari di pensione di invalidità dalla cui attività dipendente o autonoma derivi un reddito complessivo annuo non superiore all' importo del trattamento minimo. Pertanto, i titolari di pensione di invalidità e di assegno di invalidità liquidato con un' anzianità contributiva inferiore a 40 anni, che sarebbero in linea di principio soggetti al divieto parziale di cumulo della pensione con i redditi da lavoro autonomo, non lo sono in concreto assoggettati a tale divieto qualora nell' anno 2018 abbiano conseguito un reddito da lavoro autonomo pari o inferiore a 6.597 euro. Redditi da dichiarare. I redditi da lavoro devono essere dichiarati al netto dei contributi previdenziali e al lordo delle ritenute erariali. Il reddito d' impresa deve essere dichiarato al netto anche delle eventuali perdite deducibili imputabili all' anno di riferimento del reddito. Gli interessati che svolgono nel corrente anno attività di lavoro autonomo sono inoltre tenuti a comunicare il reddito che prevedono di conseguire nel corso del 2019. Le trattenute che verranno

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[§23327072§] venerdì 29 novembre 2019

Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

operate sulla pensione «a preventivo» saranno conguagliate sulla base della dichiarazione dei redditi 2019 resa a consuntivo nell' anno 2020. Per la dichiarazione è possibile utilizzare il portale dell' Istituto: www.inps. it - Moduli e procedere all' invio on line, previa autenticazione con Pin. Una volta autenticatosi con Pin può accedere ai Servizi per il cittadino e selezionare la voce Dichiarazioni Reddituali (per la dichiarazione Red Semplificato). Nel successivo pannello occorre scegliere la Campagna di riferimento (dichiarazione redditi per l' anno 2019). In alternativa è possibile scaricare il modulo 503 Aut, compilarlo e inviarlo a mezzo Pec alla sede competente. © Riproduzione riservata.

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[§23327073§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 5 La Stampa Fisco e Dichiarazioni

Con il compenso per il documentario su Firenze prodotto dall' agente tv l' ex premier rimborsò l' imprenditore . Tra loro un legame nato 10 anni fa

Da Maestrelli a Presta Così Renzi restituì il prestito per la villa

FRANCESCO GRIGNETTI

Francesco Grignetti inviato a Firenze È un rapporto che viene da lontano, quello tra Matteo Renzi e Riccardo Maestrelli, l' imprenditore fiorentino che ha prestato i famosi 700mila euro all' ex premier. Si può fissare una prima data al maggio 2009. Renzi è il giovane ambizioso presidente della provincia che cerca di dare la scalata al capoluogo e Maestrelli il figlio del più famoso Egiziano, uno che si è fatto da solo con una catena di supermercati (poi ceduti), la trasformazione e vendita di frutta all' ingrosso, le società immobiliari, gli hotel di lusso in Versilia, e senza dimenticare la Lucchese calcio. Ebbene nel 2009 Riccardo Maestrelli si dà un gran daffare per la campagna elettorale del giovanotto di Rignano. Organizza e paga le spese per una cena di lusso all' hotel Hilton da cento coperti, dove gli imprenditori cittadini si autotasseranno di 1000 euro ciascuno per essere a tavola con il candidato sindaco. In quell' occasione, chiamava all' appello il suo amico Riccardo Fusi, un altro immobiliarista, poi finito nei guai: «Devo fare l' esattore... Sicchè devo raccattare un po' di persone». L' uomo è schivo. Di sue interviste, poche. Diceva nel 2011 alla Gazzetta di Lucca, mentre s' ipotizzava un ritorno della famiglia al calcio: «Io penso che i politici facciano un mestiere difficile e che in questo momento la percezione della gente verso la politica è assolutamente negativa. Personalmente, penso che se la politica fosse fatta nella maniera giusta sarebbe una cosa bella». A Riccardo Maestrelli piace la bella politica, insomma. E gli piace Matteo Renzi. Nell' estate del 2014, per ritemprarsi dalle fatiche di palazzo Chigi, l' amico premier passa la settimana di Ferragosto in un suo resort di lusso in Versilia, il "Villa Roma Imperiale". Desta scandalo all' epoca, e lo scatenatissimo Alessandro Di Battista ci impiantò pure un' interrogazione parlamentare, lo sconto di cui la famiglia Renzi beneficia. Ma forse ai grillini interessava soprattutto alzare i toni. Tempo qualche mese, e Riccardo Maestrelli viene catapultato da Renzi nel cda di una società minore di Cassa Depositi e Prestiti, la Cdp Immobiliare srl. Sconosciuta ai più, questa srl detiene in portafoglio circa 200 grandi immobili che un tempo erano dello Stato, poi transitati all' Iri, di qui a Fintecna, e ora a Cdp. Valore stimato, circa 2 miliardi di euro. Quel cda, tecnicamente in fase di transizione perché le nuove nomine sono state annunciate pochissimi giorni fa, gestisce grandi operazioni immobiliari: per la riconversione della ex Manifattura Tabacchi di Firenze, opera pregevole dell' architetto Nervi alle Cascine, stringe accordi con un grande fondo immobiliare inglese, Aermont, e ne sta nascendo un Centro polifunzionale; a Roma, la ex Dogana di San Lorenzo diventerà uno studentato di lusso in partnership

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[§23327073§] venerdì 29 novembre 2019

La Stampa Fisco e Dichiarazioni

con gli olandesi di Tsh; il tentativo di trasformare in hotel l' ex Poligrafico dello Stato, sempre a Roma, in piazza Verdi, è fallito quando la multinazionale Four Season all' ultimo si è tirata indietro e ora si avvia a diventare una sede per l' Enel. Grandi affari, insomma, per uno snello organismo che sfugge alla vetrina. Nel frattempo, come ha scoperto L' Espresso, i Maestrelli versano, con più bonifici, ben 300 mila euro alla fondazione renziana Open. E nel giugno 2018 anticipano i 700 mila euro (passando per il conto dell' anziana madre) che a Renzi servono come caparra per l' acquisto della nuova villa di Firenze. I soldi vengono rimborsati nel giro di quattro mesi, quando l' ex premier potrà incassare 120 mila euro da un giro di conferenze e soprattutto altri 450 mila come compenso per il documentario "Firenze secondo me", prodotto dal nuovo amico Lucio Presta, l' agente che più conta in tv. Il documentario non ha gran fortuna. Mediaset lo rifiuta perché ritiene esorbitante la richiesta di 3 milioni di euro per i diritti. Così anche la Rai. Finirà sui canali Discovery (e chissà quanto c' entra che lamanager Marinella Soldi, fiorentina, nel 2013 fosse stata una candidata di Renzi per la Rai) e come audience è un flop. Ma il rapporto con Presta si stringe ancor di più, tanto che è lui, uomo di televisione, a gestire il palco della Leopolda 9 e sarà il suo pupillo Paolo Bonolis a intervistare Renzi nel gran finale. Questo vorticoso giro di soldi ha generato una segnalazione dell' Unità informazioni finanziarie presso Bankitalia. E ora una nuova inchiesta da parte della procura di Firenze senza indagati nè ipotesi di reato, al momento. - © RIPRODUZIONE RISERVATA il caso Nel 2009 il figlio della famiglia di imprenditori aiutò Renzi nella campagna elettorale ansa Lucio Presta, agente dello spettacolo.

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[§23327075§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 9 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

LAPROPOSTA

Fisco, flat tax per le famiglie: la Lega rilancia con la fase 2

Aliquota al 15% con tetti differenziati per nuclei mono e bireddito

G.Par.

Nel cantiere della riforma fiscale che il Governo punta ad aprire dopo la sessione di bilancio cerca spazio anche la proposta sulla flat tax al 15% per le famiglie. Nonostante gli esponenti della maggioranza giallorossa abbiano più volte chiuso all' ipotesi della tassa piatta, il senatore leghista Armando Siri ha delineato ieri i contorni del suo progetto di prelievo fiscale ridotto per le famiglie monoreddito fino a 55mila euro e per quelle bireddito fino a 70mila euro. Un progetto che sarà trasposto in un disegno di legge che sarà depositato nei prossimi giorni. L' occasione per rilanciare l' idea di un' aliquota unica anche per le famiglie è stato il forum «Flat tax fase II» organizzato presso la sala Koch di Palazzo Madama. Un intervento che ha un costo stimato da Siri in 13 miliardi di euro (da coprire con riduzione di spesa improduttiva e con deficit «fruttifero») un impatto su 10 milioni di famiglie e nel complesso su 30 milioni di persone. Già, perché il punto di partenza è quello di ragionare su un modello nuovo che ruota intorno ai concetti di famiglia fiscale e reddito familiare. La flat tax targata Siri è, infatti, un' imposta familiare diversamente dall' attuale Irpef che invece si applica sulle singole persone fisiche. In questo contesto la flat tax al 15% si applicherebbe per i nuclei monoreddito fino a 50mila euro e per quelli bireddito fino a 65mila euro, mentre per evitare l' effetto "scalone" con una drastica fuoriuscita ci sarebbe un cuscinetto sia nella fascia 50-55mila euro sia in quella 65-70mila euro con un' aliquota che cresce progressivamente fino alla tassazione reale. L' effetto semplificazione è nella cancellazione dell' attuale panorama di detrazioni e deduzioni. Si punta, invece, a una deduzione di base che aumenta al crescere dei membri della famiglia e si riduce all' aumentare del reddito. Un modo per assicurare la progressività del prelievo. Il tutto grazie a un algoritmo che dovrebbe essere tradotto anche in un' App («così tutti potranno calcolare le imposte da pagare» ha annunciato Siri). L' unica eccezione potrà essere rappresentata da deduzioni temporanee o di scopo per sostenere specifiche finalità. A chiudere il cerchio ci sarà poi una clausola di salvaguardia con l' ipotesi di un credito d' imposta da applicare qualora il nuovo sistema si rivelasse più gravoso di quello attuale. Anche secondo le prime simulazioni presentate dall' ex sottosegretario alle Infrastrutture (finito al centro di polemiche politiche che ne hanno portato alla revoca per le vicende giudiziarie da cui è stato interessato) si può arrivare, a seconda delle situazioni, a risparmi considerevoli anche nell' ordine di 5mila euro annuali o superiori. La proposta smuove le acque e fa discutere. Docenti universitari e "addetti ai lavori" intervenuti

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[§23327075§] venerdì 29 novembre 2019

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

al forum. Marco Miccinesi, ordinario di diritto tributario alla Cattolica, ha sfatato il mito del rischio di violazione della progressività (già di fatto venuta meno per tante categorie di reddito dai capitali alle locazioni) e plaude a un' aliquota piatta che punti a tutelare la famiglia. Dario Stevanato, ordinario di diritto tributario a Trieste, ha chiarito di non essere contrario alla flat tax ma ha posto l' accento sulle criticità della proposta Siri: dalle soglie oltre le quali si crea un salto alle incognite nel passaggio da monoreddito a bireddito, dalle penalizzazioni per i single (quasi sempre i più giovani che iniziano a lavorare) che sarebbero esclusi al non sapere cosa succederà degli altri regimi sostitutivi esistenti. Da Loredana Carpentieri, ordinario di diritto tributario alla Parthenope di Napoli, è arrivato un monito: le maggiori risorse alla famiglia con la flat tax possono tradursi in maggiori consumi se la riforma verrà percepita come stabile e permanente. Francesca Mariotti, direttore politiche fiscali di Confindustria, ha messo in guardia dalle possibili complicazioni per i sostituti d' imposta. Mentre Fabrizia Lapecorella, direttore generale del dipartimento Finanze del Mef, ha spiegato che il peso specifico assunto dall' Irpef e dal suo gettito nel sistema tributario ha finora complicato i progetti di riforma. Ma in vista dell' avvio del cantiere della riforma fiscale la proposta Siri apre un fronte di discussione. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§23327077§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 30 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

analisi di due risposte a interpello delle entrate

Forfetari, controllo srl discrezionale

GIULIANO MANDOLESI

Forfettari, il controllo di srl diventa discrezionale. Il controllo «di fatto» di una srl, una delle cause ostative per la permanenza nel forfettario, rischia infatti di diventare un parametro totalmente discrezionale nelle mani dell' Agenzia delle entrate che può potenzialmente rilevarlo anche solamente quando il contribuente con regime agevolato emette fatture nei confronti di una società di cui possiede una quota non di controllo. Questo presa di posizione dell' agenzia delle entrate (mancante di supporto normativo) si evince da due risposte, la n. 501 e la n. 334, ad altrettanti interpelli presentati da contribuenti che chiedevano conferme circa la possibilità di applicare il regime forfettario essendo però soci minoritari di srl, a cui fatturano o intendevano fatturare compensi professionali pari al 40%-50% del proprio monte ricavi annuo. Secondo l' agenzia delle entrate, nonostante in entrambi i casi non sussista alcun controllo di diritto né influenza dominante sulla società di cui sono o sarebbero soci (ai sensi del primo comma, numeri 1 e 2, e secondo comma dell' articolo 2359 codice civile), né rapporti di parentela tra i soci (ai fini della verifica del controllo indiretto) in linea di principio, non dovrebbe operare la causa ostativa di cui alla lettera d) del comma 57 dell' articolo 1 della legge n. 190 del 2014 ovvero quella che sancirebbe l' esclusione del forfettario dal regime agevolato per possesso di quota di controllo di srl, eppure, si configurerebbe il controllo di fatto per la sola presenza di fatturazione incrociata. Ulteriore aggravante è che in entrambi sembra essere valutata al contrario la percentuale dell' incidenza dell' ammontare fatturato (il 40%-50% sopracitati) che in realtà è sempre relativa all' ammontare dei compensi annui del contribuente forfettario che nulla ha a che vedere con la società di cui è socio minoritario. Il concetto di controllo di fatto invece starebbe in piedi se fosse ribaltato ovvero che il 50% o del 40% del totale del fatturato della srl fosse traslato al forfettario grazie all' emissione di quest' ultimo di un tot di fatture deducibili dalla società stessa. In questo caso è chiaro come si configurerebbe in maniera inequivocabile il così definito controllo indiretto tramite influenza dominante di cui al punto 3 del primo comma dell' articolo 2359 del codice civile, poiché sarebbe palese che, indipendentemente dalla quota di partecipazione posseduta, senza l' attività del forfettario la società difficilmente riuscirebbe ad operare. La problematica in realtà è frutto della relativa cripticità della norma che ha introdotto ed integrato le cause ostative del il regime forfettario (di cui all' articolo 1, comma 57, lettera d), della legge 23 dicembre 2014, n.

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[§23327077§] venerdì 29 novembre 2019

Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

190) lasciando campo libero all' interpretazione quasi in toto dell' agenzia delle entrate che è poi andata addirittura oltre quanto legiferato circoscrivendo a piacimento le cause ostative, stabilendo salvacondotti e perimetrando l' applicazione e la permanenza nel regime agevolato attraverso un numero mai visto di risposte ad interpelli presentati dai contribuenti ovviamente disorientati. Corretto appare invece quanto rilevato al termine della risposta n.501 circa la dovuta verifica in relazione al rapporto tra forfetario ed srl che deve essere necessariamente un rapporto di lavoro autonomo e non riconducibile, ai fini fiscali, ad un rapporto di lavoro da cui ritrarre reddito di lavoro dipendente o assimilato a quello di lavoro dipendente. In questo caso si tratterebbe infatti di una cosiddetta falsa partita Iva ed il relativo reddito generato passerebbe automaticamente da tassazione con imposta sostitutiva forfettaria alla più onerosa Irpef progressiva. © Riproduzione riservata.

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[§23327082§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 9 La Nazione Fisco e Dichiarazioni

Il governo aiuta i piccoli Comuni Stipendio di 1.500 euro ai sindaci

Intesa con Ali e Anci, finora chi guida un paese sotto i seimila abitanti prendeva meno di mille euro netti

Uno sconto sulle sanzioni per i ritardatari di Imu e Tasi: è una delle novità del decreto fiscale. La misura, contenuta in un emendamento che ieri ha avuto l' ok all' unanimità, consentirà di utilizzare il ravvedimento operoso per tributi locali come Imu, Tasi e Tari. Si tratta di uno strumento che consente al contribuente, che si sia accorto di aver commesso degli errori, di rimediare ottenendo una riduzione delle sanzioni. Tra gli altri emendamenti, spiccano lo scontrino unico per pagamenti elettronici e invio dei dati all' Agenzia delle entrate, credito d' imposta su tutte le commissioni, non solo per chi accetta acquisti col Pos, e il taglio dell' Iva del 5% su alcuni prodotti, tra cui gli assorbenti femminili. Martedì il tour de force potrebbe concludersi con la richiesta da parte dell' esecutivo della questione di fiducia.

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[§23327083§] venerdì 29 novembre 2019

EutekneInfo

Fisco e Dichiarazioni

Indennità di recesso corrisposta dallo studio professionale con ritenuta fiscale dubbia

In assenza di chiarimenti di prassi, appare prudente la sua applicazione

Il recesso dell' associato dallo studio professionale può essere accompagnato dal riconoscimento in capo allo stesso di un' apposita indennità , corrispondente al conferimento inizialmente effettuato e a una quota aggiuntiva, idonea a tener conto dell' apporto dato dal medesimo associato recedente all' acquisizione della clientela. Dal riconoscimento di tale indennità sorge una serie di tematiche fiscali in capo sia al professionista recedente, sia allo studio professionale. Con riferimento all' inquadramento della somma percepita dall' ex associato, in base a quanto chiarito dall' Agenzia delle Entrate (ris. 10 aprile 2008 n. 142 ), anche nel caso degli studi professionali dovrebbe poter trovare applicazione l' art. 20- bis del TUIR, secondo cui le somme attribuite ai soci nei casi di recesso si considerano redditi di partecipazione, da ricomprendere nella categoria reddituale da cui traggono origine (circ. Agenzia delle Entrate 13 febbraio 2006 n. 6 , 7.12). La somma percepita dall' associato uscente, pertanto, si configura come reddito di lavoro autonomo ( cfr. Norma di comportamento AIDC n. 111/1991 ), assoggettabile - al ricorrere delle determinate condizioni previste dall' art. 17 comma 1 lett. l) del TUIR - a tassazione separata ( cfr. ris. Agenzia delle Entrate n. 142/2008). L' indennità percepita assume, poi, rilevanza reddituale per la sola differenza da indennizzo (ossia la parte che eccede il prezzo pagato per l' acquisto o la sottoscrizione delle quote annullate), con relativa tassazione pro quota della stessa durante le annualità nelle quali verrà percepita. Specularmente, l' associazione professionale potrà considerare gli importi corrisposti all' ex associato quali componenti negativi deducibili ai fini della determinazione del reddito prodotto dall' associazione medesima ( cfr. C.M. 17 maggio 2000 n. 98 , 1.5.7; ris. Agenzia delle Entrate 25 febbraio 2008 n. 64 ). La deduzione risulterebbe, poi, limitata alla sola parte afferente la "differenza da recesso" (ossia alla quota parte di indennizzo che non costituisce restituzione dell' apporto iniziale), dovendo avvenire pro quota nel corso delle annualità in base all' effettivo pagamento della stessa. Sussistono, invece, dubbi circa l' obbligo di applicazione di una ritenuta ex art. 25 comma 1 del DPR 600/73 sulle somme corrisposte dallo studio all' ex associato. In proposito, secondo l' AIDC, l' indennità di recesso, pur costituendo reddito di lavoro autonomo, non potrebbe essere considerata alla stregua di un compenso da assoggettare a ritenuta, essendo il frutto di un mero adempimento di un' obbligazione nascente dal rapporto associativo (cfr. Norma di comportamento AIDC n. 111/1991). Non è, tuttavia, chiaro se tale orientamento possa considerarsi conforme all' impostazione data dalla prassi, posto che con la R.M. 24 maggio 1995 n. 127 l' Amministrazione ha affermato che per l' associato recedente sarebbe esclusa la possibilità di scomputare l' importo delle ritenute alla fonte relative alla somma attribuitagli dall' associazione. Dal documento di prassi

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[§23327083§] venerdì 29 novembre 2019

EutekneInfo

Fisco e Dichiarazioni

non appare, infatti, agevole evincere se le ritenute per le quali viene richiesta la possibilità di scomputo siano quelle subite dall' associazione professionale relativamente ai compensi incassati e poi attribuiti al socio oppure se siano quelle eventualmente effettuate dall' associazione per le somme attribuite al socio a titolo di recesso. Tuttavia, considerati i profili di incertezza e nonostante la posizione dell' AIDC, si potrebbe optare per l' effettuazione della ritenuta sulle somme pagate a titolo di recesso dallo studio associato. Ciò in considerazione: - della formulazione particolarmente ampia dell' art. 25 comma 1 del DPR 600/73; - della circostanza per cui, in base all' impianto normativo e all' orientamento della prassi, l' indennità di recesso avrebbe natura di reddito di lavoro autonomo. Il professionista uscente dovrebbe poter scomputare la ritenuta Inoltre, aderendo alla tesi prudenziale che vede l' associazione rivestire la qualifica di sostituto d' imposta, il professionista uscente dovrebbe poter legittimamente scomputare la ritenuta subita (in quanto percipiente del compenso), in virtù del principio generale di cui all' art. 22 comma 1 lett. c) del TUIR (il quale, per l' appunto, attribuisce al contribuente il diritto di scomputare dall' imposta dovuta le ritenute d' acconto che sono state operate sui redditi che hanno concorso a formare il suo reddito complessivo, nonché su quelli tassati separatamente). Il divieto delineato dal citato documento di prassi sembrerebbe, infatti, poter trovare applicazione nelle sole ipotesi in cui le somme attribuite all' associato rappresentino gli ordinari utili derivanti dall' attività professionale trasferiti allo stesso in applicazione del principio di trasparenza.

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[§23327084§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 2 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

CRISI INDUSTRIALI

Invitalia in pole position per la nuova Iri Patuanelli tiene la delega

Istruttoria aperta al Mise L' ipotesi d' ingressi a tempo nel capitale delle aziende

Carmine Fotina

ROMA «Un soggetto pubblico, chiamiamola nuova Iri o come volete voi, capace di evitare shock al sistema produttivo e shock occupazionali». Con un post su Facebook anche ieri il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli ha rilanciato l' idea di un salvagente per l' industria. L' istruttoria è ancora tutta da definire, anche se più di un elemento converge sul nome di Invitalia come possibile soggetto per svolgere il ruolo, con un' opportuna ridefinizione della missione istituzionale. Dal 2002 ciò che resta dell' Iri è stato inglobato nella Fintecna, la controllata al 100% di Cassa depositi e prestiti che coordina le liquidazioni. Nelle settimane scorse in ambienti della maggioranza si era anche parlato di un coinvolgimento del Fondo italiano di investimento (anch' esso partecipato da Cdp, con il 43%) in operazioni di salvataggio industriale. Ma non ci sono stati successivi riscontri, né sembrano esserci margini per un coinvolgimento di Cdp in questa partita. Difficile anche la creazione di un veicolo societario pubblico completamente nuovo. Primo candidato sarebbe invece Invitalia - Agenzia nazionale per l' attrazione degli investimenti e lo sviluppo d' impresa - che è al 100% di proprietà del ministero dell' Economia ed è vigilata dal ministero dello Sviluppo economico. Fin dalle prime settimane dopo il giuramento da ministro, Patuanelli aveva parlato con i suoi collaboratori di un possibile riassetto dei compiti di Invitalia. E a quanto risulta al Sole 24 Ore, nella delicata partita delle deleghe del ministero, non ancora assegnate, Patuanelli terrà per sé oltre all' energia anche quella relativa all' Agenzia nazionale di sviluppo. Ad ogni modo, nonostante la suggestione rievocativa, oggi sarebbe difficile riproporre senza sostanziali cambiamenti il modello Iri. Il perimetro stretto delle regole europee in materia di aiuti di Stato, il contesto di mercato e quello politico non potrebbero consentire interventi stile Gepi, la partecipata dell' Iri che nacque per entrare nel capiate di aziende in crisi, praticamente decotte. Lo strumento, che sia Invitalia o un altro, dovrebbe presumibilmente accompagnare investitori privati, in alcuni settori ritenuti strategici per la manifattura, con un periodo massimo di mantenimento dell' investimento pubblico dopo il quale si esce dall' azienda target. Se sarà confermata la scelta finale di Invitalia, l' Agenzia potrebbe orientarsi sempre di più verso operazioni di turnaround con ingresso attraverso equity in aziende strategiche per il tessuto industriale. Integrando a questa missione, che non necessariamente dovrebbe passare per la modifica dello statuto (già oggi Invitalia è nel capitale di Industria Italiana Autobus e Sider Alloys), gli strumenti di politica

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[§23327084§] venerdì 29 novembre 2019

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

industriale che gestisce (contratti di sviluppo e altri incentivi) e il credito attraverso Mcc-Banca del Mezzogiorno che sarà il polo per creare la Banca pubblica degli investimenti. Invitalia, per i cui vertici dopo una lunga impasse si attende la svolta al consiglio dei ministri di lunedì (con la conferma dell' a.d. Domenico Arcuri e la nomina a presidente di Andrea Viero), è stata definita da Patuanelli un'«opzione» per l' ingresso nell' equity di Am Investco Italy accanto ad ArcelorMittal, attuale gestore dell' Ilva. Nelle settimane scorse si era già fatto il nome dell' Agenzia per il salvataggio della Whirlpool. In una seconda fase, dopo la ristrutturazione affidata a un supercommissario, potrebbe essere valutato un suo intervento per Alitalia. Per operazioni di questo tipo, se si concretizzassero,occorrerebbe una norma che autorizzi il ministero dell' Economia a sottoscrivere un aumento del capitale sociale di Invitalia. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§23327085§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 33 La Repubblica Fisco e Dichiarazioni

LEGGE DI BILANCIO

La manovra va verso la fiducia Arriva il ravvedimento per l' Imu

Scende dal 22 al 5% l' Iva sugli assorbenti femminili, ma solo per quelli biodegradabili Il governo potrebbe "blindare" anche il decreto fiscale

DI ROBERTO PETRINI

ROMA - Con "stop and go", lunghe fasi di stallo e scatti improvvisi il decreto fiscale, in discussione alla Camera, procede lento tra i contrasti nella maggioranza e, sullo sfondo, comincia a scorgersi la fiducia. La stessa sorte potrebbe toccare alla legge di Bilancio, ora al Senato: la fiducia sarebbe necessaria se si dovesse profilare il rischio di non effettuare un esame completo da parte dei due rami del Parlamento o di arrivare pericolosamente vicini alla soglia del 31 dicembre quando scatta l' esercizio provvisorio. La situazione è resa ancora più complicata dall' ingorgo di tre decreti legge: sisma (approvato ieri dalla Camera, ora passa al Senato), scuola e clima. Due gli "scatti" di ieri. Il primo è l' intesa sulla riduzione dell' Iva sugli assorbenti femminili: si ridurrà dal 22 al 5%, ma solo per i prodotti compostabili e biodegradabili. Cruciale l' incontro tra le sette parlamentari guidate da Laura Boldrini e il ministro dell' Economia Gualtieri di mercoledì sera. L' emendamento, che riguarderà solo i prodotti femminili, sarà concordato da governo e relatore e sarà subito firmato dalle 32 parlamentari dell' intergruppo donne, trasversale a tutti partiti. «Dopo anni di battaglie, un primo importante risultato che apre finalmente un varco su un tema che interessa milioni di ragazze e di donne». L' altra questione riguarda l' estensione dell' istituto del ravvedimento operoso anche a tutte le tasse locali comprese l' Imu e la Tasi. Il ravvedimento operoso, in vigore da una ventina di anni, consente a chi non ha pagato per vari motivi di autodenunciarsi e mettersi in regola pagando l' intero ammontare e gli interessi, ottenendo uno sconto sulle sanzioni. Fino ad oggi l' utilizzo per i tributi locali era assai circoscritto e con tempi limitati. L' emendamento, proposto da Forza Italia ma accolto con voto unanime, approvato ieri permette invece di allungare i tempi e aiutare i ritardatari. Soddisfatta la Confedilizia: «Si parificano le condizioni ed inoltre bisogna notare che l' imponibile dell' Imu è difficilmente eludibile, dunque spesso gli omessi versamenti sono attribuibili a condizioni economiche di reale difficoltà», ha osservato il presidente Giorgio Spaziani Testa. Intesa anche sulla stretta agli appalti al fine di evitare l' evasione delle ritenute fiscali Irpef. La norma, presente nel decreto, è stata ritenuta eccessivamente burocratica, soprattutto per le piccole imprese costrette a pagare l' Irpef per conto della società o della cooperativa a cui avevano concesso un appalto. Così si introduce un tetto di 200 mila euro del contratto, al di sotto del quale si rafforzeranno solo i controlli e cadrà la cosiddetta responsabilità in solido dei pagamenti al fisco. Sopra questa

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[§23327085§] venerdì 29 novembre 2019

La Repubblica Fisco e Dichiarazioni

soglia rimarranno le regole più stringenti. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Il ministro dell' Economia Roberto Gualtieri, 53 anni, esponente del Pd, è ministro dal settembre scorso.

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[§23327086§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 33 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

ABUSO DEL DIRITTO

Legittima la trasformazione in Srl per tassare la plusvalenza al 24%

Nessun vantaggio indebito: stessa base imponibile dell' Irpef progressiva Sarebbe invece elusiva la ri-trasformazione della Srl in società personale

Luca Gaiani

Non è elusiva la trasformazione da società di persone a Srl per tassare una plusvalenza al 24% anziché con le aliquote Irpef progressive dei soci. Il chiarimento giunge dalla risposta a interpello n. 503/2019 diffusa ieri, 28 novembre, dall' agenzia delle Entrate. Il vantaggio fiscale ritraibile dalla operazione non è infatti da considerare indebito. Sarà invece censurabile la ri-trasformazione in Snc dopo aver realizzato la plusvalenza come Srl. Con la risposta n. 503/2019, le Entrate affrontano gli eventuali profili di abuso di una operazione assai diffusa: la trasformazione di una società dalla forma personale (Snc o Sas) a quella di società di capitali (Srl o Spa) in vista del conseguimento di un reddito rilevante. Il caso L' interpello esamina il caso di una Sas che ha cessato l' attività operativa ed è attualmente dotata di un patrimonio di natura esclusivamente immobiliare. La società ha in corso la vendita di un fabbricato con il realizzo di una importante plusvalenza. I soci, tenuto conto del minor carico fiscale per imposta personale che si genererebbe qualora la plusvalenza fosse realizzata da una società di capitali, intendono trasformare la Sas in Srl prima della stipula dell' atto di cessione. L' operazione, che secondo l' istante sarebbe motivata anche da ulteriori aspetti extrafiscali, comporterebbe un risparmio dato dal differenziale tra il 24% di Ires e le aliquote marginali dei soci (a cui la plusvalenza verrebbe imputata per trasparenza se la vendita avvenisse da parte della società di persone). La risposta delle Entrate L' Agenzia sottolinea preliminarmente che, al di là delle diverse finalità extra fiscali, l' operazione di trasformazione prospettata ha come dichiarata e prevalente motivazione quella di assoggettare la plusvalenza derivante dalla vendita del fabbricato all' Ires del 24% in luogo dell' Irpef progressiva. Per valutare la eventuale natura abusiva della trasformazione, la risposta n. 503 esamina preliminarmente la sussistenza del primo requisito posto dall' articolo 10-bis della legge 212/2000 e cioè l' esistenza di un vantaggio tributario indebito. Le Entrate affermano, correttamente, che, con la trasformazione da Sas a Srl, non si genera alcun vantaggio indebito, non risultando violata alcuna ratio legis impositiva riguardante le plusvalenze, dato che, nell' uno o nell' altro caso, non muta la base imponibile su cui calcolare le imposte. La scelta del regime impositivo (quello della Srl che tassa autonomamente il reddito con aliquota proporzionale

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[§23327086§] venerdì 29 novembre 2019

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

al posto di quello della Sas che assegna il reddito ai soci) comporta sì un abbattimento dell' aliquota, ma questa scelta non è censurabile in ottica anti-abuso essendo i due regimi posti su un piano di pari dignità. La mancanza del requisito di vantaggio tributario indebito fa sì che la descritta trasformazione sia da considerare comunque legittima, senza necessità di analizzare le ulteriori ragioni extrafiscali indicate dall' istante. Da ultimo, l' agenzia delle Entrate sottolinea che verrebbe invece a configurarsi un vantaggio indebito laddove la Srl si ri-traformasse in società personale dopo aver realizzato la plusvalenza, risultando la originaria trasformazione meramente strumentale al conseguimento di tale vantaggio. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§23327088§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 41 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

Lo Scaffale degli Enti Locali

Autore - Cristina Carpanedo Titolo - L' accertamento dei tributi locali Imu Tasi Tari - Guida all' attività di accertamento dopo la mini riforma del Decreto crescita Casa editrice - Maggioli, Rimini, 2019, pp. 364 Prezzo - 56 euro Argomento - L' attività di accertamento dei tributi locali assume un ruolo determinante nella gestione delle entrate, da condurre nell' ambito delle norme e degli strumenti resi disponibili ai comuni. La complessità della fase accertativa obbliga l' operatore a definire delle strategie operative di analisi per affrontare la cosiddetta lotta all' evasione mediante la necessaria conoscenza delle norme, delle sentenze significative e delle banche dati necessarie a definire la fattispecie impositiva. Il volume in questione offre una guida per l' accertamento dei principali tributi locali nel contesto definito dalla legge n. 296/2006 e dai decreti legislativi nn. 471/472 e 473 del 1997. L' apertura del libro è dedicata alle numerose novità introdotte dal c.d. Decreto crescita che rappresenta, in questo frangente, una sorta di mini riforma nel campo della fiscalità locale, operante fin da subito e che approva l' istituto dei compensi incentivanti a favore del personale dipendente, correlati all' attività di accertamento Imu e Tari. I nove capitoli che compongono l' opera affrontano e analizzano la procedura accertativa per il recupero dei tributi e il sistema sanzionatorio applicato alla fiscalità locale, le banche dati rese disponibili dall' Agenzia delle entrate in un contesto caratterizzato dalla semplificazione degli adempimenti, le modalità di notifica degli atti nell' era digitale, la fattispecie relativa alle aree edificabili di rilevante complessità ai fini Imu e Tasi, le casistiche frequenti e di particolare complessità ai fini Imu (l' abitazione principale, i fabbricati strumentali e l' imposizione sui coltivatori diretti) e ai fini Tari (magazzini e imballaggi dei supermercati). Chiude il libro una serie completa di modelli proposti per la gestione della fase accertativa. © Riproduzione riservata.

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[§23327089§] venerdì 29 novembre 2019

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Fisco e Dichiarazioni

PEX inapplicabile al consorzio senza struttura operativa

Secondo l' Agenzia delle Entrate, in tal caso, non sussiste il requisito della commercialità

Con risposta ad interpello n. 502 di ieri, 28 novembre 2019, l' Agenzia delle Entrate ha negato , ai fini della fruizione del regime PEX, la sussistenza del requisito della commercialità di cui all' art. 87 comma 1 lett. d) del TUIR, in capo ad un consorzio per mancanza di una struttura operativa, sia in termini di personale che in termini di immobilizzazioni immateriali. Nel caso di specie, nel dicembre 2018 la società X aveva posto in essere la cessione della partecipazione in un consorzio che gestiva la concessione demaniale di un' area. Nel periodo compreso tra il 2006 e il 2018 il predetto consorzio era stato interessato da una sospensione , dapprima parziale e poi integrale, della concessione in ragione di una richiesta di ampliamento dell' area in concessione, cui aveva fatto seguito la deliberazione di diniego e il contenzioso dinanzi al giudice amministrativo. In considerazione di tali eventi, secondo quanto dichiarato dalla società, il 2009 sarebbe stato l' ultimo anno di effettiva operatività del consorzio. Va, al riguardo, rilevato che, ai fini dell' accesso al regime di esenzione, il requisito dell' esercizio da parte della società partecipata di un' attività commerciale o industriale, previsto dall' art. 87 comma 1, lett. d) del TUIR, deve sussistere, a norma del comma 2, a decorrere almeno dall' inizio del terzo periodo d' imposta anteriore al realizzo della partecipazione. A supporto della possibile sussistenza del requisito, la società richiama l' interpretazione fornita dall' Amministrazione finanziaria (circ. nn. 10/2005 e 7/2013 ) per cui, in caso di società partecipata in liquidazione ordinaria , la valutazione non deve essere effettuata nel triennio antecedente il momento del realizzo, ma il periodo di osservazione deve retroagire all' inizio della fase di liquidazione; analogo principio è esteso al caso della liquidazione "di fatto", cui, secondo la società, dovrebbe essere assimilata la casistica della sospensione dell' attività del consorzio. Con la risposta in commento, l' Agenzia richiama l' orientamento fornito dalla circ. n. 7/2013 ( 1.1) al fine di evidenziare, in via preliminare, che l' esercizio di impresa commerciale, a cui è subordinato il regime di esenzione, è individuato sulla base dei criteri di cui all' art. 55 del TUIR, con la conseguenza che le disposizioni recate dall' art. 87 devono intendersi riferite alle attività che danno luogo a reddito di impresa . Inoltre, sempre ad avviso del documento richiamato: - il criterio formale di qualifica del reddito d' impresa, previsto dall' art. 55 del TUIR, costituisce condizione necessaria, ma non sufficiente ad individuare il requisito della commercialità; - esso deve essere definito sulla base di un criterio sostanziale , secondo il quale non tutti i redditi prodotti nell' esercizio d' impresa sono riferibili ad un' attività commerciale nel senso richiesto dalla disciplina in esame. In altre parole, secondo l' Agenzia, il regime PEX opera nei casi in cui il patrimonio della società partecipata

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[§23327089§] venerdì 29 novembre 2019

EutekneInfo

Fisco e Dichiarazioni

si configuri come azienda, e quest' ultima sia funzionale all' esercizio di attività di impresa, nonché dotata di una capacità, anche potenziale, di svolgere concretamente un' attività produttiva . Tale valutazione, nel caso prospettato, deve avere ad oggetto l' identificazione di una struttura operativa idonea allo sfruttamento, anche solo potenziale, della summenzionata concessione, condizione che, ad avviso dell' Agenzia, non risulta soddisfatta. Anche spostando il periodo di osservazione nella fase antecedente alla sospensione della licenza, la struttura organizzativa del consorzio, sia in termini di personale che in termini di immobilizzazioni materiali, risulta non idonea allo svolgimento dell' attività commerciale nei termini descritti. Infatti, dall' esame dei bilanci, non si rinvenivano strutture operative attribuibili al consorzio mentre il personale, rimasto stabile nel numero di tre dipendenti fino alla sospensione della concessione, è stato poi assunto, con continuità di rapporto, da un' altra società, cessando quindi il proprio rapporto di lavoro con il consorzio; alla data del 31 dicembre 2018 il consorzio aveva un solo addetto . Le conclusioni cui giunge l' Agenzia sembrano coerenti con quelle espresse nella citata circ. n. 7/2013 ( 5) nella parte in cui negava il requisito di commercialità in tutte le ipotesi di attività rivolte alla mera gestione passiva di asset da cui derivi la percezione di passive income . Pur se ciò non risulta esplicitato nel documento, l' Agenzia sembra considerare il consorzio alla stregua della società holding, in relazione alla quale il requisito deve essere valutato in capo alle società partecipate (art. 87 comma 5 del TUIR); anche seguendo tale impostazione, però, la condizione non è soddisfatta posto che le consorziate si limitano a un mero sfruttamento passivo della concessione intestata al consorzio, con conseguente impossibilità di fruire del regime di esenzione.

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[§23327090§] venerdì 29 novembre 2019

EutekneInfo

Fisco e Dichiarazioni

Pronto il codice per versare l' addizionale IRPEF di spettanza ai Comuni in dissesto finanziario

Con la ris. n. 98 di ieri, l' Agenzia delle Entrate ha istituito il codice tributo " 996R ", denominato "Recupero dell' addizionale comunale all' Irpef di competenza dei comuni dichiarati in dissesto finanziario ai sensi dell' articolo 251 del D.Lgs. n. 267/2000", per consentire il versamento tramite modello F24 delle somme dovute a titolo di recupero dell' addizionale comunale all' IRPEF, a seguito degli avvisi di accertamento notificati ai contribuenti domiciliati nei Comuni in cui è stato dichiarato il dissesto finanziario , ai sensi dell' art. 251 del DLgs. 267/2000. In sede di compilazione del modello F24, il codice tributo va esposto nella sezione "ERARIO" in corrispondenza delle somme indicate nella colonna "importi a debito versati", indicando altresì i seguenti dati riportati nell' avviso di accertamento: - nel campo "rateazione/regione/prov./mese rif.", il codice catastale del Comune beneficiario; - negli omonimi campi, il codice ufficio, il codice atto e l' anno di riferimento (nel formato "AAAA").

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[§23327091§] venerdì 29 novembre 2019

italiaoggi.it

Fisco e Dichiarazioni

Ravvedimento operoso per Imu, Tari e Tasi

Attualmente la possibilità è consentita solo ai tributi gestiti dall' Agenzia delle entrate. La novità in un emendamento al decreto legge fiscale (dl 124/19) a firma Alberto Gusmeroli (Lega) approvato ieri in commissione finanze della camera

Ravvedimento operoso per Imu, Tari e Tasi. Attualmente la possibilità è consentita solo ai tributi gestiti dall' Agenzia delle entrate. La novità in un emendamento al decreto legge fiscale (dl 124/19) a firma Alberto Gusmeroli (Lega) approvato ieri in commissione finanze della camera. La commissione ieri ha approvato anche alcuni degli emendamenti presentati nei giorni scorsi dal governo e dai relatori (Carla Ruocco, M5s, e Gian Mario Fragomeli, Pd). Il provvedimento è atteso all' esame dell' aula il prossimo 3 dicembre per essere poi esaminato dal Senato e approvato entro il 25 dicembre, considerato il calendario sembra inevitabile il ricorso al voto di fiducia. Tra gli altri emendamenti in arrivo un nuovo fascicolo dei relatori e del governo con la versione modificata dell' articolo 4 sugli appalti (si veda ItaliaOggi di ieri) e la riapertura della rottamazione con il saldo e stralcio. Possibile che in questa nuova finestra trovi spazio anche la rottamazione degli avvisi bonari per cui è stato depositato un emendamento Pd. Le sanatorie fornirebbero la base per consentire l' abbassamento promesso da Roberto Gualtieri, ministro dell' economia sulla plastica tax. E la modifica che prenderebbe forma di un abbassamento dell' Iva al 5% per i prodotti biodegradabili (anche assorbenti) sarebbe inserita nel decreto fiscale sebbene intervenga su una norma della legge di bilancio. In corso di valutazione anche le modifiche all' articolo 39 sui reati fiscali. Ravvedimento operoso. Via libera dunque alla correzione in bonis degli omessi versamenti dei tributi locali anche oltre la data di presentazione della dichiarazione relativa all' anno di commissione della violazione, senza per questa prevedere una scadenza predeterminata. Non si potrà accedere al ravvedimento solo nel caso in cui sia stata già notificata la cartella esattoriale. L' emendamento presentato dal vicepresidente della commissione finanze della Camera, il leghista Gusmeroli era stato dapprima bocciato dalla maggioranza poi accantonato e alla fine «ripescato» e approvato: «Si va incontro al cittadino che ha difficoltà, riducendo le sanzioni. È una forma di compliance assolutamente positiva», ha commentato Gusmeroli. Giudizio positivo per Confedilizia che ha visto accolta una sua richiesta presentata in sede di audizione: «Finora si è avuto un sistema di garanzie differenziato che non trovava giustificazioni e che la Camera dei deputati finalmente corregge», scrivono da Confedilizia in una nota. «Ne diamo volentieri atto alla Commissione Finanze, che ha approvato l' emendamento all' unanimità». Le altre approvazioni. Ok all' estensione del credito di imposta anche per le commissioni sui pagamenti tracciati con altri strumenti che non siano i Pos. Inoltre è stato approvato un emendamento che stabilisce che con il pagamento attraverso le carte di credito non sarà

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[§23327091§] venerdì 29 novembre 2019

italiaoggi.it

Fisco e Dichiarazioni

più necessario adempiere agli obblighi fiscali, come la memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica, dal 2021 (si veda altro articolo a pagina 30). Via libera, poi, all' emendamento del governo, che fissa l' esonero della fatturazione elettronica per i servizi segreti (si veda altro articolo in pagina) . Infine passa l`emendamento a firma dei deputati di Forza Italia Roberto Pella, vice presidente Vicario a Anci, e Sestino Giacomoni, vice presidente della commissione finanze di Montecitorio, che abroga alcuni tetti di spesa del dl 78/2010. Si tratta del divieto di effettuare spese per relazioni pubbliche, convegni, mostre e di rappresentanza nel limite del 20% della spesa del 2009, la razionalizzazione della spesa per la stampa di relazioni e pubblicazioni o le limitazione in materia di acquisto di immobili» (si veda quanto anticipato da ItaliaOggi il 21/11/19). © Riproduzione riservata.

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[§23327093§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 27 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

Approvato emendamento al decreto fiscale. In arrivo nuova rottamazione dei ruoli

Ravvedimento per Imu & co.

Anche ai tributi locali esteso il pagamento in ritardo

CRISTINA BARTELLI

Ravvedimento operoso per Imu, Tari e Tasi. Attualmente la possibilità è consentita solo ai tributi gestiti dall' Agenzia delle entrate. La novità in un emendamento al decreto legge fiscale (dl 124/19) a firma Alberto Gusmeroli (Lega) approvato ieri in commissione finanze della camera. La commissione ieri ha approvato anche alcuni degli emendamenti presentati nei giorni scorsi dal governo e dai relatori (Carla Ruocco, M5s, e Gian Mario Fragomeli, Pd). Il provvedimento è atteso all' esame dell' aula il prossimo 3 dicembre per essere poi esaminato dal Senato e approvato entro il 25 dicembre, considerato il calendario sembra inevitabile il ricorso al voto di fiducia. Tra gli altri emendamenti in arrivo un nuovo fascicolo dei relatori e del governo con la versione modificata dell' articolo 4 sugli appalti (si veda ItaliaOggi di ieri) e la riapertura della rottamazione con il saldo e stralcio. Possibile che in questa nuova finestra trovi spazio anche la rottamazione degli avvisi bonari per cui è stato depositato un emendamento Pd. Le sanatorie fornirebbero la base per consentire l' abbassamento promesso da Roberto Gualtieri, ministro dell' economia sulla plastica tax. E la modifica che prenderebbe forma di un abbassamento dell' Iva al 5% per i prodotti biodegradabili (anche assorbenti) sarebbe inserita nel decreto fiscale sebbene intervenga su una norma della legge di bilancio. In corso di valutazione anche le modifiche all' articolo 39 sui reati fiscali. Ravvedimento operoso. Via libera dunque alla correzione in bonis degli omessi versamenti dei tributi locali anche oltre la data di presentazione della dichiarazione relativa all' anno di commissione della violazione, senza per questa prevedere una scadenza predeterminata. Non si potrà accedere al ravvedimento solo nel caso in cui sia stata già notificata la cartella esattoriale. L' emendamento presentato dal vicepresidente della commissione finanze della Camera, il leghista Gusmeroli era stato dapprima bocciato dalla maggioranza poi accantonato e alla fine «ripescato» e approvato: «Si va incontro al cittadino che ha difficoltà, riducendo le sanzioni. È una forma di compliance assolutamente positiva», ha commentato Gusmeroli. Giudizio positivo per Confedilizia che ha visto accolta una sua richiesta presentata in sede di audizione: «Finora si è avuto un sistema di garanzie differenziato che non trovava giustificazioni e che la Camera dei deputati finalmente corregge», scrivono da Confedilizia in una nota. «Ne diamo volentieri atto alla Commissione Finanze, che ha approvato l' emendamento all' unanimità». Le altre approvazioni.

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[§23327093§] venerdì 29 novembre 2019

Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

Ok all' estensione del credito di imposta anche per le commissioni sui pagamenti tracciati con altri strumenti che non siano i Pos. Inoltre è stato approvato un emendamento che stabilisce che con il pagamento attraverso le carte di credito non sarà più necessario adempiere agli obblighi fiscali, come la memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica, dal 2021 (si veda altro articolo a pagina 30). Via libera, poi, all' emendamento del governo, che fissa l' esonero della fatturazione elettronica per i servizi segreti (si veda altro articolo in pagina) . Infine passa l`emendamento a firma dei deputati di Forza Italia Roberto Pella, vice presidente Vicario a Anci, e Sestino Giacomoni, vice presidente della commissione finanze di Montecitorio, che abroga alcuni tetti di spesa del dl 78/2010. Si tratta del divieto di effettuare spese per relazioni pubbliche, convegni, mostre e di rappresentanza nel limite del 20% della spesa del 2009, la razionalizzazione della spesa per la stampa di relazioni e pubblicazioni o le limitazione in materia di acquisto di immobili» (si veda quanto anticipato da ItaliaOggi il 21/11/19). © Riproduzione riservata.

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[§23327095§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 33 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

due emendamenti alla manovra per sostenere il settore

Scuole di danza agevolate

MICHELE DAMIANI

Un credito di imposta del 40% a favore delle scuole che assumeranno insegnanti di danza con un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Inoltre, detraibilità delle spese sostenute per l' iscrizione annuale e l' abbonamento a corsi di danza, teatro, musica e recitazione. È quanto prevedono due emendamenti alla legge di Bilancio, presentati dal senatore e segretario della commissione finanze e tesoro di palazzo Madama Andrea de Bertoldi (Fd' I), recanti «misure e incentivi fiscali per il settore della danza». L' iniziativa del senatore de Bertoldi trova le sue basi nel momento di crisi che sta passando il comparto (si veda ItaliaOggi del 4 novembre). Le risorse per finanziare i due provvedimenti vengono ricavate dal Fondo per il reddito di cittadinanza. Il primo intervento, come detto, prevede un credito di imposta del 40% per le assunzioni a tempo indeterminato di personale nelle scuole di danza, per un periodo non superiore a cinque anni. Per questo intervento sono previsti stanziamenti per 50 milioni di euro nel 2020, per 100 milioni nel 2021 e per 150 milioni nel 2022. Il secondo emendamento stabilisce che le spese, per un importo non superiore a 260 euro, sostenute per l' iscrizione annuale e l' abbonamento a corsi di danza, teatro, musica e recitazione per i ragazzi tra i 5 e gli 8 anni, potranno essere detratte al momento della dichiarazione dei redditi. Le scuole per le quali sarà possibile detrarre le spese dovranno essere individuate da un decreto del Mibact. «Il settore, ad oggi, sta passando un momento di difficoltà», racconta a ItaliaOggi il senatore de Bertoldi. «Questo per via di una serie di storture, come l' identificazione delle scuole in associazioni sportive dilettantistiche per godere delle agevolazioni fiscali proprie degli sportivi dilettanti. La danza è arte, non sport. L' Italia è la patria dell' arte e della cultura e non è possibile che la danza non sia tutelata come merita proprio nel nostro paese. Con questo intervento cerchiamo di rilanciare il comparto, anche per renderlo più in linea con gli altri paesi europei», conclude de Bertoldi. © Riproduzione riservata.

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[§23327096§] venerdì 29 novembre 2019

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Fisco e Dichiarazioni

Trasformare la società prima che ceda un immobile non è abuso del diritto

Cessioni di beni post trasformazione progressiva possibile se, nel passaggio di forma societaria, non cambiano le regole di calcolo delle plusvalenze

La trasformazione omogenea progressiva da società commerciale di persone a società di capitali, da parte di una società che intende poi procedere alla cessione di un proprio immobile, consente di assoggettare la plusvalenza immobiliare, che concorre a formare il reddito della società, all' aliquota proporzionale IRES del 24% invece che alle aliquote progressive IRPEF dei soci, ma questa circostanza, anche laddove configuri un vantaggio fiscale, perché le aliquote progressive IRPEF dei soci sono più elevate, non configura in ogni caso un vantaggio fiscale indebito censurabile ex art. 10- bis della L. 212/2000. Questa la conclusione cui perviene l' Agenzia delle Entrate nella risposta a interpello n. 503 pubblicata ieri, con riguardo allo specifico caso di una snc che intende trasformarsi in srl e poi cedere un immobile facente parte del proprio patrimonio. L' Agenzia delle Entrate osserva che "è la scelta del regime impositivo ( trasparente o opaco ) che comporta, nello specifico caso in esame, un risparmio di aliquota di imposta, scelta che non appare sindacabile in ottica anti-abuso risultando posta dall' ordinamento tributario su un piano di pari dignità". La risposta potrebbe apparire scontata al punto da chiedersi se era il caso di porre la domanda, non fosse che solo pochi mesi fa la stessa Agenzia delle Entrate, con la risposta interpello Agenzia Entrate 11 giugno 2019 n. 185 aveva affrontato un altro caso di trasformazione omogenea progressiva da snc a srl e successiva cessione di un bene societario, ravvisando in tal caso "condotta abusiva ai sensi dell' articolo 10-bis della legge n. 212 del 2000". In quel caso, a essere ceduta, dopo la trasformazione da società commerciale di persone a società di capitali, era non un immobile, bensì una partecipazione societaria e la richiamata risposta a interpello n. 185/2019 aveva affermato che "l' effettuazione della trasformazione da snc a srl appare un' operazione ultronea rispetto all' obiettivo economico perseguito di cedere il 70% delle quote ... e preordinata a consentire l' ottenimento di un indebito vantaggio fiscale consistente nell' applicazione dell' articolo 87 del TUIR anziché del combinato disposto di cui agli articoli 58 , comma 2 e 5, comma 1, del TUIR". Il coordinamento logico tra le due risposte apparentemente antitetiche dell' Agenzia delle Entrate sembrerebbe dover essere ricercato nell' inciso della risposta di ieri in cui viene argomentata la natura non indebita del vantaggio fiscale osservando "che la cessione dell' immobile sia effettuata nell' ambito di una società trasparente ai fini fiscali (società di persone) o nell' ambito di una società opaca (società di capitali), non muta la base imponibile su cui calcolare l' imposta". Sembrerebbe dunque di capire che per l' Agenzia delle Entrate la luce verde alle cessioni di beni post trasformazione progressiva scatta per i beni le cui regole di calcolo della relativa plusvalenza rimangono

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[§23327096§] venerdì 29 novembre 2019

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Fisco e Dichiarazioni

invariate nel passaggio dal reddito di impresa dei soggetti IRPEF alla base imponibile IRES, mentre rimane preclusa per i beni che, nel passaggio di forma societaria, cambiano le regole di determinazione delle relative plusvalenze. In realtà, se si può senz' altro condividere la risposta di ieri data in relazione alla cessione post trasformazione di un immobile, pare errata in radice quella dello scorso giugno concernente la cessione post trasformazione di una partecipazione societaria per il semplice fatto che anche questa casistica non consente in realtà di realizzare alcun indebito risparmio d' imposta (si veda " La PEX al 95% post trasformazione non è un vantaggio indebito " del 1° luglio 2019). Indebito risparmio d' imposta in caso di ri-trasformazione Così come non può che essere condivisibile la chiosa finale della risposta n. 503 di ieri, laddove l' Agenzia delle Entrate puntualizza che "qualora, a seguito della trasformazione da società di persone a società di capitali fosse deliberata la ri-trasformazione da società di capitali a società di persone risulterebbe integrato il requisito dell' indebito risparmio d' imposta, risultando la momentanea trasformazione in società di capitali meramente strumentale al conseguimento dello stesso".

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[§23327097§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 22 Il Sole 24 Ore Industria 4.0

l' incontro della fondazione guido carli

«Etica e impresa non sono antagonisti»

Il punto chiave: la sostenibilità ha valore finanziario ed economico

Andrea Biondi

«Due termini che non devono essere antagonisti, quanto piuttosto diventare protagonisti in una visione moderna dell' economia negli anni che viviamo». Gianni Letta, presidente onorario della Fondazione Guido Carli, è entrato così nel cuore della discussione organizzata dalla Fondazione nella sede di Borsa Italiana: "Etica e Impresa. Due realtà conciliabili? Una sfida ancora aperta". Di certo è una partita che ora si sta giocando, e a livello mondiale. Romana Liuzzo - presidente della Fondazione Guido Carli e nipote dell' economista ex governatore della Banca d' Italia dal 1960 al '75 - ha ricordato il decalogo messo a punto in estate dalla Business Roundtable, associazione che riunisce circa 200 ceo di aziende con con un fatturato totale di 7 triliardi di dollari, che ha fissato come finalità dell' azienda la creazione di valore per tutti gli stakeholder abbandonando il mantra della massimizzazione dei soli profitti. «Il riferimento a solidi valori etici costituisce una guida valida per le decisioni» e «assume una valenza di particolare rilievo anche alla luce delle nuove sfide poste dalla tecnologia», recita un passaggio del messaggio inviato dal presidente della Repubblica, . «Nell' epoca dell' industria 4.0, alla vigilia di quello che si annuncia come un cambio epocale nelle modalità di lavoro e nel conseguente rapporto impresa-lavoratore, mettere al centro l' etica appare come la chiave per garantire una vera e propria sostenibilità della produzione», ha detto nel suo intervento la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Globalizzazione, digitale, intelligenza artificiale pongono sfide e opportunità. E questo è un punto chiave della discussione giocata sulla vicinanza-lontananza fra i concetti di etica e impresa che però, per il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, non possono essere disgiunti: «Non c' è impresa senza etica» e «la sostenibilità è un concetto armonico: va coniugata come sostenibilità ambientale, economica e sociale». Ma il salto di qualità sta nel considerare che etica e sostenibilità hanno «un grandissimo valore economico. La sostenibilità diventa quindi una dimensione strategica, in grado di attrarre gli investitori», ha spiegato la presidente di Enel, Patrizia Grieco, esemplificando un messaggio comune a tutti i partecipanti al panel di discussione finale: Urbano Cairo (Cairo Communications); Fedele Confalonieri (Mediaset), Stefano Domenicali (Lamborghini); Sergio Dompé (Dompé Group); Carlo Mazzi (Prada): Paola Severino (Luiss); Marco Tronchetti Provera (Pirelli). È ovvio che ci sono da considerare fattori esogeni, portato dei tempi. Digitale e la concorrenza dei

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[§23327097§] venerdì 29 novembre 2019

Il Sole 24 Ore Industria 4.0

colossi del web incombe sui settori dell' editoria ad esempio. E qui il pensiero facilmente va al tema della differente fiscalità. Tema da sanare da parte del legislatore, ma che con l' etica è strettamente connesso. Ma quanto è etico che lo Stato subentri nella gestione di un' attività? «Se lo Stato si occupa di Alitalia per un periodo transitorio non lo vedo così scandaloso», ha chiosato Confalonieri. Poi però «le impresa devono essere competitive sul mercato altrimenti lo paga la collettività», ha concluso Tronchetti Provera. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§23327098§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 2 La Nazione Industria 4.0

«Italia al sicuro, niente rischi»

«Incentivi, crediti d' imposta e risorse europee per riconvertire l' industria» Spread giù e lotta all' evasione: un tesoretto con cui ridurre le tasse nel 2020

di Davide Nitrosi ROMA Ministro Gualtieri, davvero il meccanismo salva- Stati (il Mes) mette a rischio la fiducia sui titoli di Stato italiani? «L' unica cosa che danneggia l' Italia sono le polemiche pretestuose della Lega e dei suoi alleati - risponde Roberto Gualtieri, Pd, ministro dell' economia -. La propaganda di questi giorni è surreale: perché Salvini non ha detto nulla a dicembre quando sono state definite e annunciate tutte le linee portanti della riforma? O nei mesi successivi in cui si è svolto il negoziato che ha portato al testo pubblicato a giugno? Sapevano ogni cosa perché ne avevano discusso in Consiglio dei ministri e in Parlamento. Si sono disinteressati completamente di cose che oggi descrivono come sciagure». Che cosa cambia la riforma del Mes? «La riforma del Mes non introduce alcuna novità problematica e non presenta nessun rischio per l' Italia che non ha e non avrà bisogno di chiedere il sostegno del Mes, in quanto il paese è solido. Ma sostenere adesso che non lo si vuole più significa voler privare il Paese dell' ombrello della Bce, perché il Mes è indispensabile per attivare il famoso 'bazooka' introdotto da Draghi. La verità è che Salvini e la Meloni sono contro il Mes perché vogliono portarci fuori dall' euro. Ma noi non gli permetteremo di rovinare l' Italia». Dopo il taglio della plastic tax, lei ha lanciato un piano nazionale per la plastica sostenibile in accordo con le imprese: incentivi, ricerca, riconversione industriale. Come funziona? «C' è una grande emergenza ambientale che riguarda anche lo smaltimento della plastica. Non possiamo gridare al pericolo quando vediamo le condizioni dei nostri mari che ne sono invasi e poi fare finta di niente: ce lo chiedono a gran voce i milioni di giovani scesi in piazza in tutto il mondo. Il Piano sarà una grande operazione collettiva con cui accompagnare e coordinare, in raccordo con gli enti territoriali, le parti sociali e il mondo della ricerca, le politiche e le azioni tese a ridurre lo spreco e l' abuso di plastica monouso, a promuovere il riciclo e il riuso, a sostenere lo sviluppo e l' innovazione della nostra filiera produttiva, una delle più importanti in Europa. È un' operazione molto ambiziosa che considero fondamentale per il futuro ambientale del Paese».

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[§23327098§] venerdì 29 novembre 2019

La Nazione Industria 4.0

Assomiglia al piano dell' Emilia-Romagna: quanto ha inciso nel cambiamento della plastic tax il governatore Bonaccini? «Il presidente Stefano Bonaccini è stato il primo a varare per la sua regione un piano del genere, a cui anche noi vogliamo ispirarci. L' esempio dell' Emilia-Romagna è importante, così come la consapevolezza che è necessario prepararsi per tempo alle nuove norme europee che imporranno comunque un cambio di passo. Tutto ciò è nell' interesse dell' ambiente e anche dei nostri produttori. Dal dialogo con loro e con le categorie sociali, e grazie alla forte spinta e anche alle critiche di Bonaccini, è scaturita l' idea del piano e di una modifica profonda della norma in bilancio, che riduce l' imposizione di circa il 70% ed esclude completamente la plastica riciclata e tutti i dispositivi medici e gli imballaggi di medicinali. Abbiamo anche costituito un tavolo permanente per monitorarne l' attuazione». Quanto investirete nel Piano? «Nella legge di Bilancio all' articolo 79 abbiamo già previsto robusti crediti di imposta rispettivamente per la riconversione produttiva e per la formazione connessa al correlato adeguamento tecnologico. Anche la norma relativa ad Industria 4.0 contiene un credito d' imposta nella misura del 10% per le imprese che realizzano progetti ambientali, che includono beni strumentali nuovi acquistati dal gennaio 2017. Ma col Piano sulla plastica sostenibile vogliamo canalizzare risorse aggiuntive nazionali ed europee, nel quadro del Green new deal che lanciamo con la manovra e che è al centro del programma della nuova Commissione europea». Dove si trovano le risorse per ridurre la plastic tax e rimodulare il sussidio per le auto aziendali? «Anche sulle auto aziendali abbiamo scelto di seguire la logica dell' incentivo, aumentando l' attuale beneficio fiscale per le auto a bassissime emissioni, riducendolo solo per quelle super inquinanti, e salvaguardando comunque tutti i contratti esistenti. Nessuno avrà un aumento di tasse di un solo euro. La copertura complessiva necessaria, circa un miliardo e cento, è già stata individuata e non richiederà alcuna nuova imposta né maggiore deficit». Risparmio sullo spread e lotta all' evasione possono generare risorse aggiuntive? «Siamo fiduciosi che con l' approvazione della manovra avremo un' ulteriore riduzione dello spread che potenzialmente può liberare risorse ancora maggiori di quelle già recuperate dal momento della formazione del nuovo governo. Al tempo stesso i dati molto positivi sulle entrate ci dicono che l' impegno del governo di contrasto all' evasione e per la promozione dei pagamenti elettronici potrà generare risorse molto superiori ai 3,2 miliardi che abbiamo stimato nella legge di bilancio».

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[§23327098§] venerdì 29 novembre 2019

La Nazione Industria 4.0

Una boccata di ossigeno: servirà per ridurre le tasse? «Tutto questo ci consentirà di realizzare nel corso del 2020 una organica riforma fiscale per ridurre le tasse ulteriormente dopo l' intervento importante sul cuneo fiscale che già realizziamo con la manovra. Questo governo non intende limitarsi a saldare il conto del Papeete e scongiurare l' aumento dell' Iva, ma realizzerà riforme profonde per rimettere in moto l' Italia, rilanciandone la crescita, la coesione e l' equità». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§23327099§] giovedì 28 novembre 2019

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

5G, primo intervento chirurgico live grazie alla rete Tim

Protagonista il professor Giorgio Palazzini, che ha partecipato in diretta multistreaming 4K da Roma in collegamento con l' ospedale di Terni. Elisabetta Romano: 'Primo esempio di sinergia tra le competenze tecnologiche e quelle della sanità del futuro'

E' stato il primo teleconsulto immersivo in diretta 4K di chirurgia a distanza che si sia mai svolto in Europa sulla rete 5G di Tim . Protagonista della sperimentazione, da Roma, il professor Giorgio Palazzini , uno dei massimi esperti di tecnologie applicate alla chirurgia, che grazie a un visore in realtà virtuale è stato "teletrasportato" nella sala operatroia dell' ospedale Santa Maria di Terni in cui si stava svolgendo un intervento laparoscopico a cura dell' equipe medica coordinata dal Professor Chang-Ming Huang dell' Università Fujian Medical di Fuzhon.Grazie a tre telecamere, di cui una speciale a 360° ad altissima definizione, installate nella sala operatoria dell' Ospedale e trasmesse in simultanea, il Professor Palazzini ha infatti partecipato in diretta all' operazione osservando contemporaneamente l' intervento e i dati biometrici del paziente, potendo zoomare e selezionare i dettagli di interesse oltre ad osservare, sempre in un' unica vista, la ripresa dell' organo interno del paziente, grazie alla telecamera laparoscopica anch' essa connessa alla rete. Grazie all' altissima qualità della video comunicazione in 4K e all' immediatezza della realtà immersiva - garantite dalla bassa latenza del 5G - il Professor Palazzini ha potuto accedere alle informazioni diagnostiche in tempo reale e commentare, seguire l' operazione come se facesse parte dell' equipe a Terni.L' evento è stato seguito in diretta multistreaming da oltre 30mila chirurghi da tutto il mondo e da più di 2.500 medici, chirurghi e addetti al settore presenti presso l' Auditorium Massimo di Roma, in occasione del 30° Congresso Internazionale di chirurgia dell' apparato digerente."Oggi è stato compiuto un importante passo avanti nel mondo della chirurgia, grazie alla sinergia tra le competenze tecnologiche e quelle della sanità del futuro - dichiara Elisabetta Romano , Chief Innovation & Partnership Officer di Tim - Si aprono nuove opportunità per il settore che si potrà avvalere di innovative soluzioni al servizio dei pazienti e di tutta la comunità scientifica. Grazie alla 5G Digital Business Platform , la piattaforma innovativa di Tim che abilita i servizi digitali, e alle caratteristiche specifiche del 5G insieme alla robotica, all' intelligenza artificiale e all' Internet of Medical Things si stanno definendo scenari sfidanti e Tim vuole dare il proprio contributo alla crescita del Paese ed estendere al più ampio numero di persone la conoscenza e le tecniche all' avanguardia disponibili in questo ambito"."Questo è solo l' inizio di una nuova era, oltre che di teledidattica, in tutte le branche mediche - aggiunge Giorgio Palazzini , professore della III Clinica Chirurgica Sapienza Università di Roma, che da circa trent' anni si interessa di telemedicina - Ma il suo futuro prossimo sarà la chirurgia da remoto grazie ai robot e al 5G con tempi di latenza

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[§23327099§] giovedì 28 novembre 2019

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

praticamente nulli. Il che vuol dire operare pazienti ricoverati in qualsiasi ospedale dotato di connettività 5G e robot . Scambiarsi informazioni in tempo reale su esami diagnostici come TAC e Risonanze con alto volume di dati".@RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§23327100§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 27 La Stampa Industria 4.0

con PECHINO L' UE deve avere un' unica voce

FERDINANDO NELLI FEROCI

Chiunque di questi tempi parli con esperti, diplomatici, politici americani si sentirà ripetere in maniera ossessiva che il problema numero uno per gli Usa è la Cina. Quella Cina che ha accumulato un surplus commerciale insostenibile nei confronti degli Stati Uniti. Che sta diventando il rivale strategico degli Usa nello sviluppo delle tecnologie emergenti (cyber, telecomunicazioni, intelligenza artificiale ecc.), e non rispetta gli impegni assunti in sede di Wto. Che, grazie a un accorto uso di soft power e capacità di penetrazione economica, si sta affermando come potenza globale, non solo economica ma anche politica (si veda il caso dell' Africa). Che sta, silenziosamente ma efficacemente, potenziando il proprio arsenale militare, convenzionale e nucleare. E quegli stessi interlocutori americani vi diranno che siamo molto prossimi all' avvio di una nuova guerra fredda, in cui l' avversario strategico degli Usa non è la Russia di Putin, ma la Cina di Xi Jinping. In un crescendo di mobilitazione politico-mediatica nel quale è difficile verificare quanto queste preoccupazioni siano motivate e quanto corrispondano alla sperimentata tecnica della ricerca del "nemico esterno" per compattare il fronte interno. In Europa la percezione della Cina è molto diversa. E' vero che chiediamo alla Cina di fare di più per aprire il proprio immenso mercato interno alle esportazioni di merci e servizi provenienti dall' Europa; per ridurre i sussidi alle imprese pubbliche o para-pubbliche; per garantire condizioni di maggiore certezza del diritto per gli investimenti esteri, una protezione efficace dei diritti di proprietà intellettuale, e per contrastare trasferimenti di tecnologie non previsti da specifiche disposizioni contrattuali. Arriviamo anche a esprimere, con molta cautela, qualche preoccupazione per le repressioni a Hong Kong o nel Xinjang, o per la situazione complessiva dei diritti dell' uomo e delle libertà fondamentali in Cina. Ma la verità è che in Europa non consideriamo la Cina come una minaccia alla nostra sicurezza. E anzi, sia pure con qualche differenza di toni, siamo portati a considerare la Cina più come una grande opportunità che come una sfida esistenziale. Siamo affascinati dagli straordinari risultati raggiunti dalla Cina in termini di crescita economica e di sviluppo di nuove tecnologie. E siamo sensibili alla circostanza che la Cina si presenti come la potenza garante di una globalizzazione regolata, e stia dalla nostra parte sul contrasto del cambiamento climatico o del protezionismo. Manteniamo un atteggiamento ambiguo nei confronti degli investimenti cinesi nei nostri Paesi, che vorremmo incoraggiare, pur garantendoci un controllo su quei settori delle nostre economie che consideriamo di interesse strategico. E infine siamo apertamente in concorrenza, fra noi europei, per conquistare posizioni sul grande mercato cinese.

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[§23327100§] venerdì 29 novembre 2019

La Stampa Industria 4.0

Questa divaricazione di percezioni fra le due sponde dell' Atlantico rispetto al fenomeno Cina rischia alla lunga di diventare un ulteriore elemento di divisione nel rapporto fra l' Europa con gli Usa, in questi anni già messo alla prova da troppe iniziative del presidente americano. Gli Usa stanno esercitando pressioni sempre più pesanti sugli europei perché si allineino sulle loro posizioni sulla Cina, con il rischio di costringere gli europei, in alcune circostanze, a dover scegliere fra l' alleato tradizionale e la potenza emergente. E continueranno sicuramente su questa strada, in un anno di campagna elettorale, cercando di dividere anche su questo gli alleati europei. All' Italia, ad esempio, non perdonano la firma (un po' frettolosa) del Memorandun of Understanding sulla Belt and Road in occasione della visita di Xi Jinping a Roma. L' Europa non ha ancora definito una visione strategica comune del rapporto con la Cina. Non ha messo a fuoco in maniera condivisa rischi e opportunità di un rapporto complicato ma inevitabile con il gigante asiatico. Ci ha provato per la prima volta la Commissione europea nel maggio scorso, con un documento strategico che avrebbe meritato maggiore attenzione da parte dei governi, che evidentemente preferiscono presentarsi a Pechino in ordine sparso. Eppure la definizione di una autentica linea comune europea ci aiuterebbe moltissimo: a evitare le divisioni e la concorrenza fra europei; a confrontarci in maniera costruttiva con gli alleati americani (ad esempio sulla controversa questione delle tecnologie 5G); ma anche a ottenere garanzie e contropartite dalla Cina. Meglio provvedere rapidamente se vogliamo davvero dare sostanza e contenuto alle nostre ambizioni geo-politiche. - © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§23327103§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 35 Italia Oggi Industria 4.0

Eppi in tour: in Basilicata focus sulle energie rinnovabili

È possibile conciliare in maniera virtuosa la realizzazione di impianti per lo sviluppo di energie rinnovabili in particolari contesti ambientali, senza deturparne il paesaggio? Quali soluzioni tecniche possono essere applicate per superare i vincoli paesaggistici, preservando la bellezza e il valore culturale di siti ambientali dalle caratteristiche uniche? Queste le domande a cui si è cercato di dare risposta in occasione dell' Eppi in tour «Energie rinnovabili e contesto ambientale: il ruolo del perito industriale», che si è tenuto a Matera sabato 23 novembre nella suggestiva cornice di Casa cava, il centro culturale polivalente interamente scavato nella roccia situato nei sassi di Matera. L' evento, organizzato dall' Eppi (la Cassa dei periti industriali) in collaborazione con l' Ordine di Matera, è il quarto appuntamento del ciclo di Eppi in tour, questa volta dedicato ai professionisti e colleghi provenienti dalle regioni del Sud: Basilicata, Calabria, Campania e Puglia. Territori rappresentati, in apertura di convegno, da diversi esponenti degli ordini provinciali coinvolti, che hanno portato il loro saluto alla platea, plaudendo alla scelta della sede: Matera, capitale europea della cultura 2019 e città tra le più antiche del mondo. Valerio Bignami, presidente dell' Ente di previdenza, e Claudio Guasco, presidente del Consiglio nazionale, si sono poi confrontati in un proficuo dialogo su come una cassa di previdenza per un verso, attraverso le leve degli investimenti sostenibili c.d. Esg, e una professione come quella del perito industriale, attraverso l' altissima specializzazione e l' ampio ventaglio di competenze che la caratterizza, possano intercettare e sostenere prospettive professionali e di tutela della categoria, in linea con le più recenti istanze di preservazione dell' ambiente e dell' ecologia. Ma quando si parla di contesti ambientali dalle caratteristiche uniche, e del ruolo che i professionisti hanno nell' implementare nuove soluzioni tecniche e impiantistiche a beneficio dell' ambiente e dei cittadini, non si può prescindere dalla regolamentazione di cui la pubblica amministrazione locale si dota. Ecco che allora per raccontare il caso materano è intervenuta l' assessore all' urbanistica del comune, l' architetto Maria Rosaria Mongelli, spiegando la storia dello sviluppo del territorio urbano, e dei sassi, della sua città, a partire dai primi piani regolatori introdotti, fino all' ultimo regolamento urbanistico che si sta in questi giorni portando all' approvazione, dopo un ampio percorso di consultazioni e confronto pubblico. Per sostanziare ancora una volta come i periti industriali siano già pronti a rispondere con soluzioni tecniche innovative alle particolari richieste energetiche e di utilizzo di materiali sostenibili provenienti da contesti urbani con speciali caratteristiche, sono poi intervenuti quattro professionisti, che in diversi territori hanno realizzato progetti che vanno dall' applicazione dell' intelligenza artificiale

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[§23327103§] venerdì 29 novembre 2019

Italia Oggi Industria 4.0

al mini eolico, fino all' utilizzo della biomassa legnosa per la creazione di energia completamente verde. In chiusura di evento, si è svolta la tavola rotonda dal titolo «Previdenza e professione, tra centro e territori». Due esponenti nazionali dell' Eppi si sono confrontati con tre presidenti degli ordini provinciali. Un momento che ha rinsaldato il dialogo tra «centro» e «periferia», mettendo a fattor comune informazioni, idee e opinioni sui futuri prioritari ambiti di intervento per sostenere la categoria. Una giornata ricca di contenuti, di esperienze, quindi, per aumentare non solo la visibilità della professione e la consapevolezza dei suoi ampi margini di sviluppo, ma soprattutto anche per divulgare i valori e i principi che caratterizzano un sistema previdenziale e di welfare solido e sostenibile: perché senza lavoro, non c' è previdenza. Il prossimo appuntamento. Il 30 novembre a Cagliari, ultimo appuntamento del ciclo di cinque Eppi in tour, questa volta dedicato agli ordini dei periti industriali delle regioni Sardegna e Sicilia. Tema dell' evento, il «Recupero e il riciclaggio dei rifiuti e degli scarti alimentari», e anche in questa occasione saranno presentate esperienze e progetti innovativi realizzati da periti industriali del territorio. Un altro passo verso soluzioni che rispettano i principi dell' economia circolare, grazie al lavoro che i periti industriali quotidianamente svolgono. © Riproduzione riservata.

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[§23327104§] giovedì 28 novembre 2019

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

Fabbrica intelligente, formazione 4.0 e sostenibilità le parole d' ordine

La fotografia scattata dall' Osservatorio Mecspe Pmi Italia mostra un settore in fermento sia sul piano della managerializzazione sia sull' adozione delle soluzioni digitali per aumentare la produttività. Ma è arrivato il momento di investire sul capitale umano e sostenere la svolta green

Imprese a conduzione familiare, giunte alla seconda generazione, guidate perlopiù da over 50, proiettati al futuro, che ammirano il coraggio delle start- up innovative e si ispirano al loro spirito visionario, investendo in tecnologie innovative e sulla formazione come chiave di crescita per attrarre i giovani. Questi ultimi iniziano a farsi strada, ricoprendo ruoli manageriali (i manager under 35 sono presenti per il 36% nelle aziende) e compongono sempre più l' organico, con gli under 25 che raggiungono il 15%. È questo il tessuto delle Pmi italiane del manifatturiero mostrato dall' Osservatorio Mecspe Pmi Italia, realizzato da Senaf, che ha analizzato la propensione e la spesa delle organizzazioni nei confronti delle nuove tecnologie. Sicurezza informatica e cloud computing, le principali voci di spesa tecnologica Stando alla ricerca, il processo di trasformazione digitale in Italia è a buon punto; lo riconoscono quasi sei imprenditori su 10 che indicano, come molto o abbastanza, la crescita aziendale raggiunta finora in quest' ottica. Guardando nel dettaglio alle tecnologie e ai processi innovativi già in uso in azienda, al primo posto su tutti spicca la sicurezza informatica, su cui il 75% ha maggiormente investito, seguita dal cloud computing (37%), simulazione (31%), produzione additiva (23%) e Internet of Things (23%). Al contrario, se da un lato si innova, dall' altro rimangono alcune criticità che continuano a condizionare l' andamento aziendale. A partire dai tempi giudiziari in caso di controversia, individuati come un freno dal 36% dei rispondenti, insieme alla burocrazia (29%) e agli aspetti fiscali (15%). Il processo di innovazione in azienda è reso tale grazie, soprattutto, agli investimenti in ricerca e sviluppo (il 53% delle Pmi ha destinato, nei primi 6 mesi del 2019, fino al 10% del proprio fatturato in R&D, con un 19% che si è spinto fino al 20%) e ai diversi benefici raccolti mediante l' industria 4.0. Il 52% dichiara di avere raggiunto maggiore efficienza e velocità di produzione, il 44% ha riscontrato un miglioramento della competitività sul mercato a seguito di un percorso intrapreso in questa direzione; mentre la razionalizzazione dei costi e una migliore qualità del prodotto con, di conseguenza, una riduzione degli scarti, hanno avuto un significativo vantaggio, ottenendo risposta rispettivamente dal 37% e dal 36% degli intervistati. Nel confronto con gli altri, il 24% ammira soprattutto il coraggio delle start-up e il 17% il loro spirito visionario e il modo di approcciarsi al mercato. Formazione 4.0 e persone sempre al centro dei processi La formazione si rivela la strada migliore per raccogliere appieno le opportunità offerte dalla rivoluzione industriale, con il 76% degli imprenditori consapevole che questa sia la strada maestra anche per attrarre i giovani in azienda, e

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[§23327104§] giovedì 28 novembre 2019

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

l' 80% che ritiene in generale primario il ruolo della persona per il successo dello stabilimento produttivo. Le Agenzie di ricerca del personale, insieme alle Università, sono il riferimento più importante per quanto riguarda la ricerca di nuove professionalità che facciano fronte alle sfide dell' Industria 4.0, scelte rispettivamente dal 53% e dal 47% delle aziende. Seguono gli istituti tecnici (39%), ma anche web e social, in particolare LinkedIn, ormai sempre più considerati per il recruiting specializzato: il 24%, infatti, se ne serve, con una percentuale allineata a quella delle società di consulenza. L' Imprenditore/Top Manager è riconosciuto invece come la figura più adatta a valutare le competenze digitali e 4.0 in azienda, indicato dal 40% rispetto all' Innovation Manager e Responsabile Progetti I4.0 (28%); mentre gli strumenti principali per portare l' innovazione in azienda risultano la partecipazione a fiere specializzate, importanti quanto il trasferimento di conoscenza (60%), la consulenza mirata (47%), la partecipazione a workshop e convegni (45%), la comparazione con aziende analoghe (28%) e la tutorship universitaria (16%). Focus sulla sostenibilità La consapevolezza del ruolo primario della sostenibilità è una questione sempre più sentita dalle realtà imprenditoriali. Se il 27% non ha ancora attuato cambiamenti ma ha in programma di farlo in futuro, il 40% ammette che negli ultimi anni, il proprio impegno a favore della tematica sia cresciuto sempre più. A partire dagli investimenti: il 72% ha prestato attenzione agli aspetti di riduzione dei consumi e il 64% si è concentrato su fattori legati all' inquinamento e all' impatto ambientale. Inoltre, la considerazione è alta anche verso il coinvolgimento diretto dei dipendenti. Il 44% delle aziende, infatti, ha destinato risorse in favore della formazione, dell' assistenza e dei progetti di responsabilità sociale. @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§23327108§] giovedì 28 novembre 2019

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

Intelligenza artificiale, ecco la mappa europea dei talenti

Secondo lo studio 'AI talent in the Labour market' di LinkedIn, la distribuzione geografica e demografica dei lavoratori attivi nel settore è molto disomogenea. Uk, Germania e Francia ospitano la metà di tutti gli specialisti del Vecchio Continente. L' Italia si posiziona a un livello medio-basso con appena il 7,32% degli esperti operativi

I talenti attivi nell' ambito delle Intelligenze artificiali (Ia) sono distribuiti in maniera disomogenea, sia a livello geografico che a livello demografico. A dirlo è uno studio LinkedIn generato dall' Economic Graph, che delinea nuovi spunti basati su dati oggettivi sulle dinamiche che connettono l' emergere delle Ia e il mercato del lavoro. Il nuovo report "Ai talent in the Labour market" dedicato alle ultime tendenze relative ai talenti operanti nell' ambito delle Intelligenze Artificiali in Europa e in Italia dimostra quanto le giuste politiche da adottare in questo settore possono cambiare in positivo lo scenario attuale. Il rapporto prende in esame la distribuzione e la concentrazione relativa ai talenti e alle competenze legate alle Ia negli stati membri dell' Ue, in diversi territori e contesti demografici. Con talento nell' ambito delle Ia si intendono gli individui che hanno sia competenze sia nell' ambito del calcolo statistico che di analisi dei big data, entrambe necessarie per costruire ed eseguire gli algoritmi che alimentano le tecnologie di Ia. Analizzando alcuni tra i dati principali, emerge che solo tre paesi in Europa ospitano da soli la metà di tutti i professionisti che operano nel settore delle Ia, ovvero Regno Unito (24%), Germania (14%) e Francia (12%). Altri paesi che attraggono un buon numero di talenti in questo ambito, sono Irlanda, Finlandia, Cipro, Lussemburgo, Svezia e Paesi Bassi. La ricerca rivela, inoltre, che l' Europa è in evidente ritardo rispetto agli Stati Uniti. Gli Usa assumono il doppio delle persone qualificate per le Ia rispetto ai paesi membri dell' Unione Europea, nonostante la forza lavoro totale sia solo la metà di quella europea. L' intelligenza artificiale nei settori industriali Prendendo in esame il talento nell' ambito delle Ia da un punto di vista industriale, vediamo che due terzi delle persone con competenze in materia di Ia lavorano nel settore tecnologico (Ict) o in ambito accademico. Le conoscenze e le tecnologie legate all' intelligenza artificiale non sono ancora diffuse in molti segmenti dell' economia europea - vediamo che altri settori sono sottorappresentati quando si tratta di talenti Ia. Inoltre, è emerso anche che la distribuzione del talento nell' abito delle Intelligenze Artificiali risulta disomogenea anche a seconda del sesso, del livello d' istruzione e demografico. Con il fine di trasformare l' Unione Europea in un' area leader nell' ambito dell' Intelligenza Artificiale, e allo stesso tempo con l' obiettivo di rendere più equilibrata la distribuzione dei talenti del settore in tutti gli ambiti socioeconomici e geografici, i responsabili politici hanno oggi il dovere di agire

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[§23327108§] giovedì 28 novembre 2019

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

per rendere più stabili e "nutrire" gli ecosistemi di Intelligenza Artificiale in Europa. Infatti, gli ecosistemi industriali dell' Ia favorirebbero una maggiore diffusione nell' ambito della ricerca teorica e applicata, contribuirebbero alla diffusione delle competenze in materia di Ia nei vari programmi di studio e a diversi livelli di istruzione. Monitorando le modalità di acquisizione delle competenze in materia di intelligenza artificiale in tutta l' Ue, e gestendo in maniera idonea la definizione di parametri di riferimento tra i paesi, si potrebbe contribuire anche a determinare se le attuali disparità possono essere collegate alle politiche comunitarie esistenti - o all' assenza di tali politiche. Senza questo tipo di approccio, l' intelligenza artificiale potrebbe diventare un nuovo fattore di disuguaglianza in Europa, il che rischia di compromettere i principi chiave del progetto europeo. La distribuzione geografica dei lavoratori attivi nell' ambito dell' AI La presenza di lavoratori operanti nell' ambito delle Intelligenze Artificiali varia in modo significativo tra gli Stati membri dell' Unione Europea. La maggior parte dei talenti dell' Ia è concentrata in Europa occidentale e le competenze relative alle Ia sono una risorsa più rara nell' Europa centrale e orientale. Anche la disparità geografica all' interno dell' Europa occidentale è a sua volta netta. La metà di tutti i lavoratori attivi nel campo delle Intelligenza artificialI in Europa ha sede in soli tre paesi: Regno Unito (24%), Germania (14%) e Francia (12%). Il Regno Unito è in testa con un margine significativo, con quasi un quarto di tutti i talenti in Europa, anche se la sua popolazione attiva rappresenta solo il 13,4% della forza lavoro totale dell' Europa. In questa classifica, l' Italia si posizione ad un livello medio-basso con appena il 7,32% sul totale, ovvero con un valore tre volte inferiore rispetto al Regno Unito, e metà della Germania. @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§23327109§] giovedì 28 novembre 2019

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

Paradosso Italia: al top del manufatturiero ma Industria 4.0 non decolla

È quanto emerge dal rapporto Digital Italy 2019. Secondo i dati di Intesa Sanpaolo il 38% delle imprese distrettuali usa tecnologie 4.0, ma si scende nei settori tipici del made in Italy quali agroalimentare, moda e arredo. Periste lo skill mismatch fra domanda e offerte

Le imprese distrettuali che adottano tecnologie 4.0 sono circa il 38% contro il 30% di quelle non distrettuali. Ma nei settori tipici del made in Italy - agroalimentare, arredo e moda - il tasso di adozione dell' hi-tech di nuova generazione risulta inferiore alla media : è quanto emerge dal rapporto Digital Italy 2019 presentato a Roma da The Innovation Group . " In Italia è necessaria una decisa accelerazione degli investimenti immateriali - misurati dalla spesa in R&S - il cui peso sul Pil non supera il 2,9%, contro una media europea del 4,1%", si legge nel capitolo dedicati allo scenario macroeconomico a firma di Gregorio De Felice, Responsabile Direzione Studi e ricerche di Intesa Sanpaolo . "Se in Italia, infatti, in R&S nel 2017 si spendeva in media per abitante 386 euro (in aumento del 19% rispetto al 2008), in Germania vi era una spesa pari a 1.200 auro per abitante, in aumento del 48% sul 2008". Le analisi di Intesa Sanpaolo sulla situazione delle imprese italiane mostrano, infine, "un significativo ritardo accumulato da parte delle aziende in termini di e-skill oltre alla necessità di affrontare l' ormai persistente skill mismatch tra domanda e offerta soprattutto per le imprese distrettuali : è questo il grande paradosso di un Paese manifatturiero che punta sul digitale ma che non riesce ad offrire adeguate competenze alle imprese ". Secondo De Felice "è bene favorire un orientamento maggiore del sistema universitario verso le aree tecnico-scientifiche, considerato che la media dei laureati italiani in queste discipline è pari al 23% contro il 36% della Germania". Nel report Digital Italy 2019 anche il " Digital Innovation Index " - elaborato sulle risposte di un campione di 202 imprese - dal quale emerge che oltre la metà degli intervistati (52%) ritiene che la propria azienda si trovi in una fase "intermedia del processo trasformativo", contro il 28,7% che ne è solo all' inizio e il 19,3% che si reputa invece in una fase avanzata. @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§23327110§] giovedì 28 novembre 2019

Agenda Digitale

Industria 4.0

Quando il robot fa danni: ecco come scatta l' Anomaly detection

La rapida diffusione di automi in contesti non solo industriali mette al centro della scena lo sviluppo di sistemi di "autodiagnosi" necessari alla correzione di errori potenzialmente fatali per l' uomo. Un' analisi delle tecniche finora messe a punto e gli obiettivi degli studi in corso

I robot autonomi stanno diventando parte integrante della nostra vita quotidiana. E la tendenza dovrebbe crescere nei prossimi anni. Dalle auto a guida autonoma agli aspirapolvere intelligenti, dagli assistenti virtuali fino ai robot che assistono gli anziani, i robot stanno trovando spazio in contesti applicativi che vanno oltre il tradizionale orizzonte della fabbrica , dove peraltro sono tuttora impiegati allo scopo di incrementare la produzione. Per questo la ricerca sta mettendo a punto sistemi orientati alla previsione e "correzione" di eventuali errori potenzialmente pericolosi per l' uomo: vediamo lo stato dell' arte.Indice degli argomentiService robot: quelli che fanno il lavoro sporcoSecondo il report annuale della Federazione Internazionale di Robotica dello scorso anno, fra il 2016 e il 2017 è stato registrato un incremento dell' 85% nelle vendite di service robot (il nome con cui sono generalmente identificati i robot non industriali impiegati nella logistica, nella difesa, nella medicina, nella casa, nell' intrattenimento e nell' agricoltura ), superando le centomila unità vendute in un solo anno generando un fatturato di quasi 7 miliardi di dollari.Se molti conoscono le 4 "V" dei big data (ossia, volume , variety , velocity e veracity ), pochi sanno che esiste anche il loro corrispettivo robotico: le 4 "D" della robotica, ovvero dirty , dull , dangerous e dexterous (a volte anche dear oppure delicate ). Mentre le 4 "V" dei big data identificano le caratteristiche di queste enormi quantità di dati, le 4 "D" della robotica descrivono gli ambiti nei quali l' utilizzo di un robot è preferibile a quello di un operatore umano.Dirty , si riferisce a tutti quei compiti considerati "sporchi" , come, ad esempio, la pulizia di un pavimento o la verniciatura di un' automobile; dull si riferisce a compiti che sono tediosi e ripetitivi per un essere umano, come tappare le bottiglie in una linea di produzione o avvitare migliaia di viti; dangerous descrive tutte quelle situazioni che sono troppo pericolose perché un essere umano sia direttamente coinvolto, esempi sono il disinnescare esplosivi, l' esplorazione spaziale e la ripulitura di ambienti contaminati da radiazioni; infine, dexterous , che fa riferimento alla destrezza , rappresenta tutte quelle situazioni in cui il grado di precisione necessario è tale per cui sarebbe molto arduo o impossibile per un operatore umano raggiungerlo, come per esempio in alcuni interventi chirurgici di precisione.Così come il paradigma delle 4 "V" dei big data si è evoluto acquisendo la quinta V, vulnerability (ad indicare questioni legate all' etica e alla privacy nell' analisi dei dati), recentemente, alle 4 "D" della robotica si è aggiunta la quinta: domestic , proprio ad indicare quanto pervasiva sia diventata la presenza dei robot nella nostra

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[§23327110§] giovedì 28 novembre 2019

Agenda Digitale

Industria 4.0

quotidianità.Robot "domestici", la sfida per i progettistiIl fatto che i robot non siano più relegati unicamente nelle fabbriche, dove operano in un ambiente quasi totalmente controllato e largamente prevedibile (comunemente detto "strutturato"), pone grandi sfide ai progettisti . Essere in grado di operare in un mondo aperto e in larga misura sconosciuto, sia nella sua struttura sia nella sua evoluzione, richiede ai robot un grado di autonomia decisamente maggiore . In questi ambienti, infatti, un robot deve essere capace di reagire e di prendere decisioni in situazioni complesse, dinamiche, imprevedibili e caratterizzate da un elevato grado di incertezza. Basti pensare alla gamma di situazioni che un' auto autonoma si trova a dover fronteggiare mentre percorre strade condivise con altri mezzi a motore, autonomi o meno, e con ciclisti e pedoni .Fra i tanti aspetti che lo sviluppo di robot realmente autonomi coinvolge, in questo articolo ci concentreremo su un fattore chiave: l' anomaly detection , che consiste nel dotare il robot di sistemi e metodi che gli permettano di rilevare anomalie nel proprio funzionamento , anche in relazione all' ambiente in cui opera, per poi, conseguentemente, segnalare l' anomalia agli operatori o applicare delle azioni correttive per cercare di ritornare ad uno stato non anomalo ( recovery ).La presenza di un' anomalia non adeguatamente rilevata e gestita potrebbe risultare in un ingente danno economico o sociale causato sia dal non aver svolto il compito assegnato sia da possibili danni al robot stesso . Ancora più grave, nel caso in cui il robot operasse a contatto con le persone , un malfunzionamento potrebbe mettere a rischio la loro incolumità . Infatti, sebbene un' anomalia nel funzionamento di un aspirapolvere intelligente potrebbe essere scocciante, ma tutto sommato non un problema grave, un' anomalia in un robot che nutre un anziano o che gli ricorda quando prendere i medicinali potrebbe avere conseguenze molto severe. Un altro esempio potrebbe essere relativo alle anomalie di un robot autonomo addetto alla sorveglianza di beni o edifici ."Auto-riparazione", la long-term autonomyÈ importante sottolineare come, per i service robot che saranno operativi a breve nei nostri contesti quotidiani, la rilevazione di anomalie debba essere svolta autonomamente dai robot stessi perché non è ovviamente pensabile che tali robot siano costantemente supervisionati nel loro funzionamento da operatori umani, come invece capita spesso nei contesti industriali. In questo senso, lo studio dei metodi che permettano ai robot autonomi di identificare e far fronte a guasti ed anomalie è uno degli argomenti principali di un nuovo filone di ricerca nel mondo della robotica: la long-term autonomy , ovvero, la capacità da parte di un robot di essere operativo per lunghi periodi di tempo in modo completamente autonomo. Un esempio emblematico a cui idealmente tendere, anche se non si tratta di un robot completamente autonomo, è Opportunity, il rover marziano della NASA rimasto operativo per ben 14 anni .Il tema dell' anomaly detection nei robot non è nuovo: a livello scientifico è stato studiato almeno a partire dalla metà degli anni Ottanta dello scorso secolo. Ciò che è nuovo è che, nel contesto attuale, il problema diventa molto più complesso di quanto non lo fosse nel passato . Rilevare anomalie nel funzionamento di un robot industriale che svolge compiti prefissati e ripetitivi , come muoversi ripetutamente da un punto A a un punto B, è intuitivamente meno difficile che identificare comportamenti anomali in robot autonomi che affrontano situazioni continuamente

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[§23327110§] giovedì 28 novembre 2019

Agenda Digitale

Industria 4.0

mutevoli , come nel caso di un robot che accompagna gruppi di visitatori in un museo affollato. Per esempio, nel primo caso, ciò che dovrebbe fare il robot, cioè il suo comportamento nominale , è facilmente descrivibile e, in certa misura, verificabile osservando il robot. Nel secondo caso, invece, il comportamento nominale non è immediatamente apparente per un osservatore (il robot deve precedere o affiancare il gruppo dei visitatori?).Robot, i sistemi di autonomy detectionInizialmente, la ricerca sull' anomaly detection nei sistemi robotici si è focalizzata sulle tecniche cosiddette model-based , ovvero basate sulla costruzione di un modello analitico che descrive attraverso equazioni matematiche , regole, oppure formule logiche il comportamento nominale (senza anomalie) di un robot. Durante l' esecuzione delle attività del robot, l' output del modello, cioè quello che le equazioni matematiche, le regole o le formule logiche predicono essere il comportamento atteso del robot , è comparato ai dati letti dai sensori e, in caso di discordanza, un' anomalia viene rilevata.Per esempio, il comportamento di un robot aspirapolvere potrebbe essere descritto con regole comprendenti la seguente: "se la batteria è scarica, allora dirigiti verso la stazione di ricarica" ; in questo contesto, una anomalia è identificata se i dati rilevati dai sensori a bordo del robot indicano che la batteria è scarica e il robot si sta allontanando dalla stazione di ricarica. Un approccio in qualche modo simile, ma meno impiegato, prevede di creare modelli delle anomalie e poi di confrontare i dati letti dai sensori con tali modelli , al fine di identificare se il comportamento del robot presenta una delle anomalie note o meno.Negli ultimi anni, grazie agli enormi passi in avanti dell' intelligenza artificiale e del machine learning (apprendimento automatico) e alla sempre crescente disponibilità di dati, la ricerca scientifica si è concentrata prevalentemente nello sviluppo di approcci cosiddetti data-driven per l' anomaly detection .Gli approcci data-driven , guidati dai dati, presentano il grande vantaggio di non necessitare di un esperto di dominio per la creazione del modello. Infatti, il modello è appreso in modo automatico dai dati prodotti dai sensori di cui il robot è provvisto con l' ausilio di tecniche di machine learning e data mining . Questo svincolamento dall' esperto di dominio non rappresenta un passo avanti solo dal punto di vista dell' efficienza, in termini di costi e di tempo, ma permette anche di costruire modelli appropriati anche per sistemi robotici per i quali, data la loro complessità, risulta impossibile anche per un esperto elicitare e formalizzare in un modello analitico tutte le relazioni tra l' enorme numero di componenti che costituiscono il robot e le possibili interazioni con l' ambiente circostante.Dati "etichettati": il problema della scarsitàCome è noto, le tecniche di machine learning e data mining possono essere suddivise in due grandi paradigmi: il supervised learning e l' unsupervised learning . Appartengono al supervised learning tutti quegli algoritmi che per imparare a discernere tra anomalie e comportamento nominale hanno bisogno di esempi di funzionamento passato in cui ogni lettura dei sensori ad un dato istante temporale è etichettata come anomala o non anomala. Disporre di una grande quantità di dati "etichettati" in questo modo non è tuttavia facile .Inoltre, a complicare ulteriormente il quadro, gli esempi etichettati come anomalie sono in genere notevolmente meno numerosi rispetto a quelli etichettati come nominali. Questo sbilanciamento

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[§23327110§] giovedì 28 novembre 2019

Agenda Digitale

Industria 4.0

rende generalmente più difficile per gli algoritmi imparare a discriminare anomalie da comportamenti nominali con accuratezza .Talvolta, per ovviare a questi inconvenienti, si ricorre a quella che viene chiamata injection di anomalie, ovvero, alcune anomalie vengono causate intenzionalmente per poter registrare le corrispondenti letture dei sensori e associare a tali letture l' etichetta di anomalia . Tecniche di injection di anomalie che impiegano esempi sotto forma di letture di sensori modificate artificialmente per rappresentare dati non nominali, sono usate spesso in ambiti, come quello dei sistemi spaziali autonomi , in cui non è possibile oppure non è economicamente conveniente introdurre una anomalia reale mentre il sistema opera nel suo ambiente.Non è tuttavia sempre facile prevedere tutti gli eventuali tipi anomalie che potrebbero verificarsi: per questo motivo la ricerca scientifica si è focalizzata anche sull' unsuperived learning . Gli algoritmi unsupervised , a differenza di quelli supervised , non hanno bisogno di supervisione , ovvero non hanno bisogno di un' etichetta associata ad ogni esempio. Questi algoritmi cercano di scoprire la struttura nascosta dei dati forniti in input , un esempio sono gli algoritmi di clustering , che assegnano ogni esempio ad un gruppo ( cluster ) con lo scopo di formare cluster i cui i membri sono accomunati da una qualche caratteristica comune.Semi-supervised learning, il metodo vincenteGli esempi che non possono essere assegnati ad alcun cluster vengono detti outlier , e sono proprio questi gli esempi che in un' ottica di anomaly detection verranno considerati come anomali. Il fatto che le anomalie siano rappresentate dagli outlier pone una grande limitazione. Infatti, assimilando le anomalie ad outlier , stiamo intrinsecamente facendo l' assunzione che le anomalie siano qualcosa di molto diverso dagli esempi nominali e di molto raro , e quindi queste tecniche non sono applicabili in casi in cui le anomalie sono rappresentare da piccoli scostamenti che si verificano con una certa frequenza.Per questi motivi, quando l' obiettivo è l' anomaly detection , un terzo paradigma è sempre più spesso impiegato: il semi-supervised learning , che giace a metà tra il supervised learning e l' unsupervised learning . Nel semi-supervised learning l' etichetta è necessaria solo per gli esempi che riflettono comportamento nominale. In questo caso l' algoritmo apprende un modello del solo comportamento nominale e quando a tale modello verranno presentati degli esempi non conformi a tale comportamento, questi saranno riconosciuti come anomalie. In questo modo non è più necessario né porre limiti sulla numerosità delle anomalie e nemmeno possedere a priori esempi etichettati di tutti i possibili tipi possibili di anomalie che possono verificarsi.Per esempio, seguendo questo paradigma nel caso di un robot per la sorveglianza degli spazi interni a un edificio, sarà possibile effettuare dei giri di sorveglianza "di prova" sotto la supervisione di operatore umano, il quale potrà certificare la correttezza del comportamento del robot. I dati provenienti dai sensori del robot raccolti in questa fase costituiranno gli esempi etichettati come nominali e saranno usati per apprendere un modello del comportamento nominale del robot. In seguito, quando il robot sorvegliante si muoverà autonomamente nello stesso ambiente (senza la supervisione dell' operatore umano), i dati provenienti dai sensori saranno confrontati con il modello nominale al fine di identificare deviazioni anomale dal comportamento atteso.L' anomaly detection in sistemi robotici, in conclusione, non è solo

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[§23327110§] giovedì 28 novembre 2019

Agenda Digitale

Industria 4.0

un argomento di ricerca stimolante, ma presenta anche una rilevanza pratica sempre maggiore , legata alla crescente autonomia dei robot che operano in contesti di vita quotidiana.BibliografiaIFR (2018). Executive Summary World Robotics. 2018 Service Robot. https://ifr.org/downloads/press2018/Executive_Summary_WR_Service_Robots_2018.pdfKunze, L., Hawes, N., Duckett, T., Hanheide, M., Krajník, T. (2018). Artificial intelligence for long-term robot autonomy: a survey. IEEE Robotics and Automation Letters, 3(4), 4023-4030.Khalastchi, E., Kalech, M. (2018). On fault detection and diagnosis in robotic systems. ACM Computing Surveys (CSUR), 51(1), 9.Chandola, V., Banerjee, A., Kumar, V. (2009). Anomaly detection: A survey. ACM Computing Surveys (CSUR), 41(3), 15.@RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§23327111§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 11 Il Sole 24 Ore Industria 4.0

COMITATO LEONARDO

Ricerca, dalle imprese il 60% della spesa

Ritardo italiano: 1,3% del Pil, contro il 3% della Germania, il 2,2% in Francia e il 2,1% Ue

Nicoletta Picchio

ROMA Investire in ricerca e innovazione fa crescere le imprese. Quelle che operano nei settori ad alta tecnologia sono più competitive e crescono. I benefici non restano circostritti alle singole aziende: l' ampliarsi dei settori ad alta tecnologia aumenta l' efficienza produttiva di tutto il sistema. È quanto emerge dalla ricerca presentata ieri al Forum del Comitato Leonardo (nato nel 1993 per iniziativa di Confindustria, Agenzia Ice e alcuni imprenditori), di cui è presidente Luisa Todini. «In Italia, seconda manifattura d' Europa, abbiamo raggiunto risultati importanti: siamo il terzo paese per fatturato nella meccanica strumentale con oltre 49 miliardi di euro, sesto al mondo per numero di robot industriali, nascono nel nostro paese oltre 10mila start up innovative e leader nel biotech della salute, nel 2018 sono stati registrati oltre 4400 brevetti», ha detto la presidente Todini, sottolineando che il 60% della spesa in ricerca e sviluppo arriva dal mondo delle imprese. Il rapporto tra spesa in ricerca e sviluppo e pil vede l' Italia con cifre inferiori rispetto agli altri paesi industrializzati Ue: siamo all' 1,3%, contro il 3% della Germania, il 2,2 della Francia e il 2,1 della Ue a 28 paesi. «Bisogna coniugare innovazione e crescita con l' interesse generale, è la grande sfida del paese», ha detto il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. «Abbiamo un 20% di imprese eccellenti, un 60% in fase di transizione e dobbiamo aiutarle a fare il salto di qualità», ha continuato, rivolgendosi al ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli. «Oggi prevale un atteggiamento negativo, occorre recuperare un clima diverso, che non vuol dire non criticare, ma avere un rapporto di lealtà istituzionale. Il successo del governo è il successo di tutti noi», ha detto ancora Boccia. Uno degli strumenti importanti per l' impresa è Industria 4.0: «occorre mantenerne l' impianto e accelerare su alcuni punti. Non è un incentivo, è una strategia per avere un' industria ad alto valore aggiunto, alta produttività e alta quantità di investimenti», ha insistito il presidente di Confindustria, ricordando l'«innovazione implicita che non emerge dai bilanci» delle pmi. Il dialogo con il governo è aperto: «il nostro impegno è lavorare per lo sviluppo delle imprese, con Boccia, che ho conosciuto quando sono diventato ministro, c' è una reciproca collaborazione, stiamo andando nella stessa direzione senza litigare», sono state le parole di Patuanelli. Innovazione, competitività, export vanno insieme, ha sottolineato Carlo Ferro, presidente dell' Agenzia Ice: «l' economia italiana vive per il 32% di export, innovazione e internazionalizzazione possono dar vita ad un circolo virtuoso in cui la prima accresce l' eccellenza dell' offerta, la seconda la dimensione di scala e questa arricchisce la capacità di finanziare nuova ricerca e generare nuova innovazione».

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[§23327111§] venerdì 29 novembre 2019

Il Sole 24 Ore Industria 4.0

Il Forum è stato organizzato da Agenzia Ice, Confindustria e Leonardo, azienda leader del settore dell' alta tecnologia. «Investiamo il 12% dei ricavi in ricerca», ha detto il presidente, Giovanni De Gennaro. Secondo la ricerca, realizzata dal Centro Economia Digitale e presentata dal presidente, Rosario Cerra, i settori ad alta e medio alta tecnologia sono vettori di innovazione nel sistema industriale: hanno un peso limitato sul totale dell' economia in termini di valore aggiunto e occupazione, ma contribuiscono rispettivamente per una quota del 17,15 e 40% alla spesa complessiva privata in ricerca e sviluppo. Le indicazioni di policy sono cinque: un approccio di sistema alle politiche pubbliche in ricerca e innovazione; garantire un flusso di investimenti con un orizzonte di medio-lungo periodo; avere strategie finalizzate ad un obiettivo; massimizzare il ritorno dei programmi nazionali ed europei; sviluppare una piattaforma industriale europea. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§23327112§] giovedì 28 novembre 2019

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

Robot e controllo macchina 'all-in-one': nasce l' architettura unificata

L' offerta lanciata sul mercato da B&R, unità del business Robotics and Discrete Automation di Abb. L' Ad Wimmer: 'Per i produttori massima ottimizzazione dei processi e investimenti garantiti in ottica di sviluppo futuro'

Un' architettura unificata per robotica e controllo macchina per consentire ai produttori di cavalcare l' onda della "personalizzazione di massa" ottimizzando i processi di ogni singolo lotto, e ai clienti di poter acquistare robot già integrati con tutti i componenti di controllo e azionamento : questa la novità annunciata da B&R, unità del business Robotics and Discrete Automation di Abb."L' integrazione della flotta di robot Abb nell' offerta B&R fa della nostra organizzazione un vero fornitore one-stop - commenta Sami Atiya, Presidente del business Robotics and Discrete Automation di Abb -. Siamo l' unica azienda che offre ai clienti nel settore dell' automazione industriale una gamma completa di soluzioni hardware e software integrate, che comprende controllo, attuazione, robotica, sensoristica, analisi ed elettrificazione".I costruttori di macchine potranno scegliere fra un' ampia gamma di robot, con modelli articolati , Scara, paralleli e pallettizzatori, in diverse taglie e con diverse capacità di carico. Opzione particolarmente importante - spiega l' azienda - per applicazioni che richiedono un alto grado di sincronizzazione con altri componenti, ad esempio le applicazioni di picking. Integrando i robot Abb nel sistema di automazione della macchina, i clienti potranno beneficiare di un livello di sincronizzazione elevatissimo fra robotica e unità di controllo della macchina. Poiché il robot non avrà più un' unita di controllo separata, tutte le interfacce fra macchina e robot saranno eliminate; inoltre, tutti gli assi e i sensori comunicheranno sulla stessa rete, portando la precisione a livelli finora inimmaginabili, nell' ordine dei microsecondi."La nuova soluzione integrata ci consente di supportare i costruttori di macchine migliorando i loro processi e proteggendo i loro investimenti in automazione in ottica futura - sottolinea Hans Wimmer, amministratore delegato di B&R -. Il robot è sempre stato un sistema separato, con un' unità di controllo e un armadio elettrico dedicati. Ingegneria, diagnostica e manutenzione vengono tutte effettuate con sistemi dedicati e con linguaggi specifici della robotica, che spesso richiedono un programmatore specializzato".Programmazione più intuitiva in un unico ambiente di sviluppoIntegrare robotica e automazione significa anche che basterà una sola unità di controllo e un unico sistema di ingegnerizzazione per lo sviluppo, la diagnostica e la manutenzione, senza bisogno di un armadio di controllo separato per il robot, con conseguente riduzione degli ingombri.La programmazione più intuitiva è un altro vantaggio chiave della combinazione fra robotica e controllo di macchina. Invece di programmare l' applicazione robotica in un ambiente di sviluppo e l' applicazione di macchina in un altro, ci

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[§23327112§] giovedì 28 novembre 2019

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

saranno una sola applicazione e un solo ambiente di sviluppo. Questo contribuirà a ridurre drasticamente i tempi di sviluppo. Con i componenti software "pronti all' uso" di mapp Technology, gli sviluppatori potranno impostare e configurare velocemente l' applicazione di macchina, inclusa la robotica, senza conoscere linguaggi specifici di programmazione robotica.Massima sincronizzazione fra sensori e movimenti dei robotL' integrazione semplificherà anche la sincronizzazione fra sensori e movimenti del robot. Il risultato di un controllo di qualità con una telecamera di visione B&R può essere convertito in un comando per il robot ABB in meno di un millisecondo, in modo che eventuali pezzi difettosi possano essere rimossi dal processo di produzione senza interventi manuali e senza rallentare il processo stesso.Non dovendo più utilizzare hardware, reti di comunicazione e applicazioni separati, i costruttori di macchine possono raggiungere una sincronizzazione molto più stretta fra il robot e gli altri componenti della macchina. I movimenti del robot e di tutti gli assi di controllo della macchina possono essere coordinati con una precisione al microsecondo, aumentando la produttività della macchina e la capacità del processo.I robot vengono programmati nell' ambiente di progettazione universale di B&R esattamente come tutti gli altri componenti di automazione, mentre il gemello digitale consente di simulare e ottimizzare l' intera sequenza cinematica della macchina, inclusa la parte robotica, prima ancora di costruire la macchina stessa. Progettazione e sviluppo diventano così più veloci ed economici, abbassando di conseguenza la soglia d' ingresso per i costruttori di macchine che vogliono implementare i robot nella loro produzione e aumentare il ritorno sull' investimento.@RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§23327113§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 39 Il Sole 24 Ore Industria 4.0

Scenari. Hi-tech e soluzioni di Industria 4.0 possono giocare un importante ruolo di prevenzione riducendo i rischi, ma un nuovo approccio può passare anche dalla condivisione di modelli adottati dai big con le aziende dell' indotto

Tecnologie e «safety partnership»: la sicurezza sul lavoro gioca d' anticipo

Claudio Tucci

Da un lato, ci sono le nuove tecnologie, spinte da Industria 4.0, che giocano un ruolo di prevenzione, riducendo i rischi sui luoghi di lavoro. Dall' altro lato, c' è la volontà da parte di grandi aziende, come Enel ad esempio, di promuovere una cultura della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro in tutti i paesi in cui operano e in particolare con le imprese (fornitrici) chiamate a collaborare nello stesso ambito produttivo. La strategia è condividere il proprio modello di salute e sicurezza con l' indotto, in un' ottica di «Safety partnership»; e così incidere, su ampia scala, su cultura e comportamenti. Nella convinzione che questa impostazione può rappresentare una sfida alla lunga vincente. L' occasione per confrontarsi sui nuovi approcci alla sicurezza nei luoghi di lavoro c' è stata un paio di settimane fa proprio in Enel, a Roma, in una giornata di studio con aziende, Inail, istituzioni, esperti di «Health and Safety». Certo, l' obiettivo-Paese, condiviso da tutti gli operatori, è azzerare morti, infortuni e malattie professionali. Gli infortuni mortali sul lavoro accertati nel 2018 sono risultati in calo del 4,7% rispetto al 2014 (fonte: Open data Inail); e ciò costituisce il miglior incentivo per incrementare ulteriormente i livelli di sicurezza. Anche gli infortuni in azienda sono in costante diminuzione, segno che le politiche di prevenzione all' interno dell' impresa producono effetti positivi. Il tema culturale e operativo affrontato in Enel si intreccia con le azioni del sistema delle imprese e con l' esigenza di conferire certezza ed efficacia al quadro normativo. «Con il patto per la fabbrica imprese e sindacati hanno fatto un deciso passo avanti, condividendo un approccio comune e nuovo ai temi di salute e sicurezza», ha sottolineato Maurizio Stirpe, vicepresidente di Confindustria per il Lavoro e le relazioni industriali. «Da anni, la giurisprudenza insegna che le regole cautelari che individuano i confini di obblighi e responsabilità del datore di lavoro sono esclusivamente quelle che indicano, con precisione, le modalità e i mezzi necessari per evitare il verificarsi dell' evento - ha aggiunto Fabio Pontrandolfi, dirigente di Confindustria e responsabile dei temi di salute e sicurezza sul lavoro -. Il legislatore, adesso, è chiamato a conformarsi a questi principi: una prevenzione efficace si fonda su regole semplici, chiare e precise, altrimenti si finisce per utilizzare le norme solo per la ricerca di un colpevole.

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[§23327113§] venerdì 29 novembre 2019

Il Sole 24 Ore Industria 4.0

Questo, soprattutto in un tessuto produttivo caratterizzato, per il 95%, da imprese che occupano meno di 10 dipendenti». L' ultimo Ccnl dei metalmeccanici ha aperto a un nuovo modello di prevenzione: i cosiddetti "break formativi", vale a dire interruzioni temporanee dell' attività per procedere ad aggiornamenti su macchinari e processi direttamente nel luogo di lavoro. In linea con l' esigenza di maggior efficacia, le Regioni hanno riconosciuto l' inadeguatezza del modello formativo da loro stesse propugnato. Del resto, guardando ai singoli settori, di esperienze all' avanguardia in tema di prevenzione ce ne sono. Prendiamo ad esempio la meccanica, dove da anni si fanno investimenti su processi e strategie per prevenire gli infortuni. Altro settore "sensibile" è il chimico-farmaceutico. Negli ultimi otto anni, tanto per fare un altro esempio concreto, in AbbVie nello stabilimento di Campoverde sono stati investiti circa 100 milioni di euro per nuove linee di confezionamento e nuove aree di produzione di principi attivi (e ulteriori 30 milioni di dollari sono stati annunciati). L' azienda si è dotata di sistemi gestionali e di controllo fortemente automatizzati; oltre che di un ampio programma di formazione continua. Il punto è che laddove la sicurezza è vissuta come valore, prima che come rispetto delle regole, e non come fattore competitivo, i risultati si vedono. Enel, negli ultimi cinque anni, ha ridotto di oltre il 60% gli infortuni sul lavoro, diventando un benchmark nel settore elettrico europeo. «La chiave di volta per raggiungere l' eccellenza nel settore della safety su tutto il nostro perimetro è stata creare un grande progetto che tenga il passo con le tecnologie innovative dell' azienda - ha spiegato Attilio Cherubini, responsabile globale Health, Safety, Environment & Quality di Enel -. Si tratta del programma SHE 365, Safety Health Environment, che si basa su tre principali linee di azione: aumentare il coinvolgimento delle imprese, rafforzare la catena del commitment, facilitare e favorire la condivisione di esperienze e best practice interne al Gruppo. L' azione di quest' anno si focalizza sull' obiettivo di migliorare gli standard di sicurezza delle aziende che lavorano con noi. Abbiamo raggiunto risultati importanti che ci spingono a continuare su questa strada». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§23327114§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 29 Corriere della Sera Lavoro e Previdenza

Il piano e il via all' anno accademico

Aule per 10 mila posti campus e laboratori La Cattolica raddoppia

Giacomo Valtolina

MILANO La sede storica in Sant' Ambrogio che raddoppia con l' acquisizione della caserma che fu quartier generale di Garibaldi. Con un «campus diffuso» di edifici, aule e laboratori nelle vie vicine. L' università Cattolica accoglierà così gli studenti a Milano. Le matricole aumentano e l' ateneo sta cercando e creando spazi. Con il nuovo ampliamento a pochi metri da largo Gemelli l' università avrà aule per 10mila posti, gli studenti entreranno nel 2023 e il cantiere sarà chiuso nel 2026. Il progetto esecutivo sarà pronto nei prossimi mesi, l' ateneo adesso aspetta il via libera dagli uffici ministeriali per entrare e avviare i lavori. Il piano è stato rilanciato all' apertura dell' anno accademico. La cerimonia si è svolta ieri, con un saluto dell' arcivescovo Mario Delpini e con un intervento del segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin, e nel discorso inaugurale il rettore Franco Anelli, che ha richiamato l' impegno dell' università Cattolica alla vigilia del centenario dalla fondazione, ha sottolineato che «accogliere significa anche offrire spazi materiali»: «Perché per un' università viva è necessario un luogo, una piazza, un chiostro, non un mero ambiente virtuale». Il rettore ha ricordato i numeri («Negli ultimi cinque anni la nostra popolazione studentesca è cresciuta del 16%»). E gli interventi avviati. Entro un anno l' ateneo avrà recuperato 1.200 posti nelle vie adiacenti, da via Olona a via Lanzone a via San Vittore. Ma l' attenzione è sullo spazio della ex caserma in Sant' Ambrogio, con grandi aule e un auditorium da 770 posti, come da progetto dello studio Beretta Associati. Il rettore è intervenuto sui tempi: «Attendiamo la consegna della porzione della caserma Garibaldi su via Santa Valeria. Confido che quanto pattuito nei protocolli d' intesa si possa celermente attuare». Dopo il suo discorso la prolusione del cardinale Parolin sul ruolo della diplomazia pontificia «al lavoro per la pace». Al pranzo organizzato dopo la cerimonia per l' inaugurazione del 99esimo anno accademico c' era anche la senatrice a vita Liliana Segre.

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[§23327115§] venerdì 29 novembre 2019

EutekneInfo

Lavoro e Previdenza

Domande solo telematiche per la riduzione contributiva in edilizia

Per i periodi di paga da gennaio a dicembre 2019, i datori di lavoro dovranno presentare il modulo «Rid-Edil» entro il 15 marzo 2020

Con la circolare n. 145 pubblicata ieri l' INPS fornisce le istruzioni operative ai fini della fruizione della riduzione contributiva prevista in favore delle aziende edili dall' art. 29 del DL 244/1995 (conv. L 341/1995 ). Si ricorda che l' agevolazione in esame è stata confermata nella misura dell' 11,50% dal DM 24 settembre 2019 , emanato dal Ministero del Lavoro di concerto con il Ministero dell' Economia e delle finanze (si veda " Riduzione contributiva per le aziende edili confermata all' 11,50% " del 6 novembre). I datori di lavoro che hanno diritto all' agevolazione sono quelli classificati nel settore industria, con i codici statistici contributivi (CSC) da 11301 a 11305, e nel settore artigianato, con CSC da 41301 a 41305, nonché caratterizzati dai codici Ateco 2007 da 412000 a 439909. Il beneficio consiste in una riduzione dei contributi dovuti per le assicurazioni sociali diverse da quella pensionistica e si applica ai soli operai occupati per 40 ore settimanali , escluso lo 0,30% destinato al finanziamento dei fondi interprofessionali per la formazione continua. Il datore potrà accedere alla riduzione qualora: sia in possesso del DURC attestante la regolarità contributiva; rispetti i minimi retributivi previsti da leggi, regolamenti, contratti collettivi, stipulati dalle organizzazioni sindacali più rappresentative su base nazionale, ovvero da accordi collettivi o contratti individuali, qualora ne derivi una retribuzione di importo superiore a quello previsto dal contratto collettivo; non abbia riportato condanne passate in giudicato per la violazione della normativa in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro nel quinquennio antecedente la data di applicazione dell' agevolazione. Niente riduzione in presenza di contratti di solidarietà La riduzione non spetta in presenza di contratti di solidarietà o se per il lavoratore sono previste specifiche agevolazioni contributive ad altro titolo. Il datore dovrà presentare telematicamente entro il 15 marzo 2020 il modello "Rid-Edil", disponibile all' interno del Cassetto previdenziale. In caso di accoglimento dell' istanza, alla posizione contributiva sarà attribuito il codice di autorizzazione 7N, mentre il datore potrà fruire dell' agevolazione attraverso le denunce UniEmens fino al mese di competenza di febbraio 2020. All' interno del flusso sarà necessario indicare lo sgravio con il codice L206 (L207 in caso di recupero degli arretrati); invece, in caso di operai non più in forza all' azienda occorrerà inserire nell' elemento "TipoLavStat" il codice NFOR. Infine, l' INPS illustra gli adempimenti per le aziende cessate o sospese , le quali, per poter recuperare lo sgravio per i mesi antecedenti l' evento, dovranno inoltrare l' istanza avvalendosi della funzionalità "Contatti" del Cassetto previdenziale e allegando una dichiarazione conforme al fac-simile allegato alla circolare in commento.

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[§23327116§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 43 La Repubblica Lavoro e Previdenza

Invece Concita

Se sette mesi vi sembran pochi

DI CONCITA DE GREGORIO

«C ronaca di ordinaria disfunzione e di paziente attesa, quella che riguarda me e altre decine di migliaia di pensionati statali giunti alla tanto agognata quiescenza. Nessun vittimismo, per carità. Rifugge dai miei valori e dalla mia visione del mondo. In cattedra da Nord a Sud per quarant' anni in scuole secondarie, finalmente a riposo, pensavo di realizzare qualche sogno e far fronte a qualche bisogno con la buonuscita. Non che sia una somma considerevole, ma basterebbe per i miei progetti, abituata com' è, la mia generazione nata a metà degli anni '50, a vivere senza sprechi eccessivi, quelli che rimproveravo ai miei allievi inclini al consumismo. Poche vacanze in 35 anni di vita familiare, perché prevalevano altre priorità: figli all' università in città lontane dalla Lucania affinché costruissero un futuro migliore del mio (una avvocatessa, ora, occupata in ambito finanziario-bancario, l' altro all' estero come neurologo con dottorato di ricerca), viaggi sognati e quasi mai fatti. Col gruzzolo del Tfr, pensavo, avrei potuto aiutare i figli nell' acquisto di un quartierino, magari eseguire lavori straordinari di manutenzione domestica, ma non avevo fatto i conti con le norme approvate negli anni più difficili della crisi, i primi di questo decennio, che procrastinavano anche di tre- quattro anni il percepimento del gruzzolo accumulato in oltre quarant' anni. Un rimedio normativo a tale ingiustizia, però, legato a "quota 100", consentirebbe di ottenere un anticipo dello stesso Tfr. Fino a 45mila euro, con interessi a carico dei pensionati, ma ad oggi, a distanza di oltre sette mesi (altro che 60 giorni), l' accordo tra Abi e governo rimane incompiuto. Le buone intenzioni contenute nel provvedimento approvato a marzo si scontrano con una burocrazia e un apparato statale ancora ottocenteschi, producendo un danno enorme agli oltre 230 mila ex lavoratori della pubblica amministrazione in paziente attesa. È la solita Italietta allo sfascio, debole con i forti e forte coi deboli. Ci fosse un solo parlamentare ad interrogare il ministro competente o un partito che si facesse carico di sollevare e denunciare questo sopruso insopportabile. Niente, a oltre sette mesi dall' approvazione dell' accordo, il silenzio regna sovrano». ©RIPRODUZIONE RISERVATA Statali, liquidazione negata La burocrazia vessa i deboli f g Donato Ricigliano , San Fele, provincia di Potenza, professore in pensione E-mail Per raccontare la vostra storia a Concita De Gregorio scrivete a concita @repubblica.it I vostri commenti e le vostre lettere su invececoncita.it.

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[§23327117§] giovedì 28 novembre 2019

Agenda Digitale

Privacy e GDPR

DPO, ecco come sceglierlo: le caratteristiche chiave

Familiarità con la normativa, conoscenza delle misure di sicurezza dei dati, certificazioni: la legge spiega quali competenze deve possedere il DPO. Serve però consapevolezza sul suo ruolo da parte da parte dei designanti, per evitare il rischio di non essere compliant al GDPR

I dati del rapporto Clusit di marzo 2019 rivelano che il DPO è presente formalmente nel 65% delle organizzazioni , mentre nel 6% dei casi si tratta di una presenza di tipo informale (un soggetto che svolge i compiti del DPO senza essere ufficialmente nominato tale). I risultati della ricerca evidenziano nel 2018 un incremento del 46% di società che hanno introdotto il DPO nella propria organizzazione; è diminuita sia la quota di rispondenti che ha dichiarato di volere introdurre la figura nel prossimo futuro (5% contro il 57% del 2017), sia la percentuale di imprese che ritengono di non introdurla (6% contro il 15% del 2017).L' incremento indicato non riflette però l' effettiva consapevolezza, da parte dei designanti, del ruolo e delle responsabilità del DPO, con il rischio che sotto diversi profili la nomina di tale figura si traduca (e si sia tradotta) in una "non conformità". Occorre, a questo punto, chiedersi: perché valutare la conformità della scelta di un DPO? Q uali elementi devono essere considerati?Indice degli argomentiLa normativaLa questione della possibile non conformità era stata sottolineata anche nell' articolo " Il DPO e il rischio di conflitto di interessi: profili e allocazione delle responsabilità" . L' indagine per rispondere alle due domande deve partire, in primo luogo, dalla valutazione delle ragioni che spingono una società a dotarsi o meno del DPO. Si ricorda che, al di là dei casi strettamente obbligatori indicati dall' art. 37 GDPR e delle limitate casistiche individuate dal WP29 nelle Linee-guida del 13 dicembre 2016 sui responsabili della protezione dei dati (ad esempio, le banche), negli altri casi è demandata al titolare del trattamento ogni scelta in merito alla nomina del DPO.Ad oggi possiamo dire che, nonostante appaia notevolmente cresciuta la sensibilità del management sul tema della protezione dei dati (considerato che circa il 63% delle organizzazioni ha rilevato tale circostanza: cfr. Rapporto Clusit 2019 , cit., pag. 156), le ragioni che spingono gli enti a implementare volontariamente il proprio organico con il DPO rispondono più a una logica di forma che di sostanza , considerando (erroneamente) l' inserimento formale del DPO una " prova" del proprio adeguamento al GDPR oppure nell' ottica di demandare in tale modo tutte le attività di adeguamento a tale figura, sgravandone il titolare. Emblematico sul punto è il numero di comunicazioni dei dati di contatto di DPO nominati nel territorio nazionale pervenute al Garante già nel settembre 2018 (quindi, solo dopo 4 mesi dall' entrata in vigore del regolamento): più di 40.000 . Seppure una parte delle comunicazioni sia riconducibile agli enti obbligati a nominare tale figura, resta il fatto che un numero così elevato solleva più di

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[§23327117§] giovedì 28 novembre 2019

Agenda Digitale

Privacy e GDPR

qualche perplessità in merito alla effettiva corrispondenza della nomina alla posizione assunta dal soggetto designato.In molti casi l' incarico del DPO viene di fatto "snaturato" (quando non addirittura confuso con altre possibili figure professionali, come quella del Privacy Manager o del Privacy Specialist ), passando da controllore terzo e imparziale dei trattamenti posti in essere dall' ente a figura operativa, coinvolta in prima persona nella gestione e implementazione delle stesse policy e strategie aziendali di trattamento dei dati personali che poi - quale DPO - dovrebbe controllare (integrando così il classico caso di unione in unico soggetto dei ruoli antitetici di controllato e controllore). È evidente che un tale approccio non può che determinare un' ipotesi di nomina inefficace, esponendo l' ente in ogni caso alle ingenti sanzioni pecuniarie previste dall' art. 83, par. 4, del GDPR . Una nomina conforme non può quindi prescindere dalla consapevolezza del ruolo e delle competenze allo stesso affidati dal GDPR. Ma quali sono le competenze che un buon DPO deve avere e che, quindi, il designante deve tenere in considerazione per la scelta del "giusto" candidato?Le competenze del DPOL' art. 37, par. 5, GDPR dispone che: "I l responsabile della protezione dei dati è designato in funzione delle qualità professionali , in particolare della conoscenza specialistica della normativa e delle prassi in materia di protezione dei dati, e della capacità di assolvere i compiti di cui all' articolo 39 ". Al fine di chiarire il contenuto sostanziale delle competenze richieste dalla normativa, nelle " Linee Guida sul responsabile della protezione dei dati "- WP243 rev. 01 (cfr. l' Allegato, punto 8) viene precisato che:"Fra le competenze e conoscenze specialistiche pertinenti rientrano le seguenti:conoscenza della normativa e delle prassi nazionali ed europee in materia di protezione dei dati, compresa un' approfondita conoscenza del GDPR;familiarità con le operazioni di trattamento svolte;familiarità con tecnologie informatiche e misure di sicurezza dei dati;conoscenza dello specifico settore di attività e dell' organizzazione del titolare/del responsabile:capacità di promuovere una cultura della protezione dati all' interno dell' organizzazione del titolare/del responsabile".Nel vademecum "The DPO Handbook - Guidance for data protection officers in the public and quasipublic sectors on how to ensure compliance with the European Union General Data Protection Regulation " (frutto di una collaborazione transnazionale che ha coinvolto esperti giuristi e funzionari delle autorità di controllo di diversi Paesi, tra cui il Garante italiano, pubblicato sul sito del Garante lo scorso 5 agosto; cfr. pagg. 126-127), si osserva che: "On the first point - expert knowledge - the EU Institutional DPOs' "professional standards" document notes the need for the following: e xpertise in the area of EU privacy and data protection law , in particular Article 16 of the Treaty on the Functioning of the European Union, Article 8 of the Charter of Fundamental Rights of the European Union, Regulation (EC) 45/2001 and other relevant data protection legal instruments, and expertise in IT and IT Security ; and good understanding of the way the institution [to which the DPO is appointed] operates and

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[§23327117§] giovedì 28 novembre 2019

Agenda Digitale

Privacy e GDPR

of its personal data processing activities, and an ability to interpret relevant data protection rules in that context. Technical knowledge of IT systems should be especially emphasised. As the French data protection authority, the CNIL puts it: In relation to informatics, a good understanding is required of the terminology , [IT] practices and different forms of processing of data. A DPO should be knowledgeable about, for example, data management and exploitation systems, types of software, files and data storage systems, as well as about the requirements of confidentiality and security policies (data encryption, electronic signatures, biometrics, ). This knowledge should enable [the DPO] to monitor the deployment of IT projects and to provide useful advice to the controller responsible for the processing".In sintesi, il candidato ideale dovrebbe possedere solide conoscenze giuridiche specializzate in materia e una significativa confidenza con il settore IT ; diversamente, incontrerebbe notevoli difficoltà a rapportare la normativa ai processi aziendali e in particolare ad adempiere efficacemente alle proprie funzioni "ispettive". È naturalmente altrettanto importante l' esperienza accumulata dal DPO nel settore di attività dell' ente designante: è chiaro che le relative peculiarità (ad esempio, regolamentazioni e prassi specifiche per quell' attività) incidono fortemente sulla definizione dei percorsi di accountability. Nel citato Handbook viene, infatti, precisato che: " The nature of the required "expert knowledge" and "abilities" may vary depending on the activities of the controller : a DPO for a tax authoritywill require different expertise than one working for an educational or welfare authority. The EDPS refers to this as the need for " proximity " (of the DPO to the entity she serves). T he DPO has a central role within the institution/body: DPOs are [i.e., should be] familiar with problems of the entity where they work (idea of proximity) and, given their status, have a crucial role to play in giving advice and help in solving data protection issues [read: as specific to the body in question]".Gli elementi chiave per la scelta del DPOTuttavia, come emerge dal " Rapporto Clusit 2017 sulla Sicurezza ICT in Italia (che, seppure realizzato in relazione a DPO nominati prima dell' entrata in vigore del GDPR, rivela sul punto dati indicativi: v. pagg. 162-167), nella pratica elementi chiave per la scelta del DPO risultano essere:per il 64,2% delle società intervistate, il possesso di certificazioni;delle società intervistate, il possesso di certificazioni; per il 39% , l' anzianità nel ruolo (senza però attribuire a titolo di studio e inquadramento - impiegato/quadro/dirigente - un peso significativo);, l' anzianità nel ruolo (senza però attribuire a titolo di studio e inquadramento - impiegato/quadro/dirigente - un peso significativo); solo per il 25,8 % altri elementi quali le competenze ed esperienze specifiche di settore, il Curriculum Vitae .È significativo notare come, per le organizzazioni italiane, i più frequenti criteri di scelta di un DPO consistano in requisiti diversi da quelli espressi dalla norma e dai citati documenti

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[§23327117§] giovedì 28 novembre 2019

Agenda Digitale

Privacy e GDPR

"integrativi". In aggiunta, quanto al criterio del possesso di "certificazioni" (che dal Rapporto Clusit emerge quale il più popolare), sembra opportuno sottolineare che il citato Handbook ricorda che le correnti "certificazioni" su base volontaria (spesso aventi ad oggetto non solo le competenze del DPO in senso stretto ma anche, più in generale, sicurezza, audit , privacy ), seppure utili e raccomandabili - specie quando rilasciate da enti sovranazionali di assoluta fama, come ad esempio ISACA -, non sono però riconducibili a quelle disciplinate dall' art. 42 GDPR. Queste ultime, infatti, riguardano esclusivamente i trattamenti di dati personali effettuati dai titolari o dai responsabili e hanno la finalità di dimostrare la loro trasparenza e conformità al GDPR, senza alcun rilievo in relazione alle competenze personali di un soggetto.Pertanto non scaricano l' ente designante dalla responsabilità di valutare la sussistenza in capo al potenziale DPO dei requisiti idonei ad adempiere ai compiti tipizzati dal GDPR: " As the Italian data protection authority, the Garante, put it: As is the case with all socalled 'unregulated professions', proprietary schemes have been developed to certify, on a voluntary basis , professional skills and competences. Such schemes are managed by several certification bodies. Certifications of this kind - which do not fall under the scope of Article 42 of the GDPR - are sometimes issued following attendance of training and/or learning verification courses.Though representing a valuable tool that, similarly to other attestations, can provide evidence of a professional' s having at least basic knowledge of the applicable rules, such certifications do not equate, per se, to 'qualifications' enabling the discharge of DPOrelated tasks and cannot replace the obligation on public administrative bodies to evaluate the requirements a DPO must meet with a view to the tasks and duties set out in Article 39 of the GDPR. As the Confederation of European Data Protection Organisations (CEDPO) puts it: Candidates will probably show you a lot of certificates and diplomas they have gained over the years to show how qualify they are. But how to tell which are valuable and which are not? First thing, you should check is the credentials of the party giving the training and certification. If it is a wellknown accredited panEU or national organization (in some countries even data protection authorities are certifying), you may feel more comfortable. Also, find out the agenda of the training courses. A one day event or certifications obtained mainly as a result of a payment and a very simple exam will not have anyone trained into a reliable DPO ". (cfr. Handbook, pag. 129). Deve pertanto essere ben chiaro ai designanti che, senza nulla togliere all' importanza di training e relativi riconoscimenti (che comunque possono guidare gli enti nella scelta dei profili qualificati, come già avviene in altri ambiti ove costituiscono criteri di selezione), è indiscutibile che il DPO debba essere scelto tra soggetti che abbiano competenze effettive , e pertanto verificabili. Come fare a individuare tali competenze? Come scegliere il DPO più adatto alla nostra realtà di trattamento?L' importanza della documentazioneL' ente, una volta compreso quali requisiti richiede la normativa per un' adeguata nomina del DPO, per evitare di cadere

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[§23327117§] giovedì 28 novembre 2019

Agenda Digitale

Privacy e GDPR

in errore dovrebbe documentare le proprie valutazioni, dando evidenza dei criteri che ha adottato per individuare il soggetto (interno o esterno) che ritiene abbia le caratteristiche idonee per coprire la carica di DPO e delle ragioni che lo hanno spinto alla nomina. Ciò anche in un' ottica di accountability : Come noto, il titolare ha infatti l' obbligo di essere conforme alla normativa e, contemporaneamente, di potere in ogni momento dimostrare tale conformità (cfr. GDPR, cons. 74 e 85; artt. 5 " Principi applicabili al trattamento di dati personali ", 24 "Responsabilità del titolare del trattamento", 35 "Valutazione d' impatto sulla protezione dei dati" ).In tale prospettiva, senza dubbio una diligente documentazione della valutazione effettuata dal titolare sulle caratteristiche del DPO assume particolare valore anche in una fase di verifica / audit (interno o esterno o anche da parte del Garante): le informazioni documentate infatti contribuiscono a dare evidenza del percorso di adeguamento condotto dal titolare , facilitando la verifica. Ma non solo: va rilevato anche che la loro eventuale assenza costituisce di per sé, in questa sede, oggetto di rilievo (per approfondimenti sul punto, v. Giancarlo Butti, Maria Roberta Perugini "Audit e GDPR - Manuale per le attività di verifica e sorveglianza del titolare e del DPO", Franco Angeli, 2019). A tale proposito, nel già citato Handbook è stato evidenziato che:"The main point to make in this introduction to the DPO is that, in terms of the GDPR, it is a crucial new institution that should be seen as an essential means to give practical effect to the "accountability" (duty to demonstrate compliance) principle discussed earlier: where a DPO has been appointed, and dutifully fulfils her tasks (), that should result in better, more comprehensive and serious compliance with the GDPR than was achieved through the mainly external supervision by the data protection authorities in relation to the 1995 Data Protection Directive. Now, under the GDPR, DPAs have both a direct, knowledgeable contact point within the organisation of all relevant controllers, and an ally within the controller' s organisation (cfr. pag. 120)".Le domande da porsiConsiderato quanto sopra e il significativo ruolo assunto dal DPO nell' ottica del GDPR, da un punto di vista pratico risulta senz' altro utile per l' ente partire dalla definizione preventiva degli elementi essenziali da prendere in considerazione per indagare la complessiva conformità della nomina. Di seguito, l' esemplificazione di una possibile checklist :sono soggetto all' obbligo di nomina del DPO?Il DPO nominato possiede le caratteristiche individuate dalla legge e dal WP29 o da altri enti autorevoli, quali l' EDPS?con quali modalità sono stati "reclutati" i candidati alla nomina (ad esempio bando di gara, manifestazione di interesse)?quanto tempo il DPO deve impegnare per lo svolgimento della sua attività?sulla base di quali criteri o valutazioni è stato determinato il compenso economico del DPO?quali risorse (sia in termini economici, sia in termini di personale ed infrastrutture) verranno messe a disposizione del DPO?con quali referenti dell' alta direzione il DPO interagirà?l' atto di designazione o il contratto di servizi sottoscritto per la nomina sono sufficientemente chiari ed espliciti?quali compiti sono assegnati

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[§23327117§] giovedì 28 novembre 2019

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Privacy e GDPR

al DPO? Qualora il DPO svolga per la società altre funzioni, queste sono compatibili con la nomina?l' attività svolta DPO risulta dalle evidenze documentali e dalle interviste svolte in sede di verifica?Procedere sistematicamente, operando una seria analisi preventiva sulle motivazioni e sull' opportunità di provvedere alla nomina di un DPO, induce due risultati positivi : da un lato, condurre l' ente a una piena consapevolezza delle caratteristiche della propria realtà di trattamento e della effettiva complessità dell' attività del DPO in questo contesto. Dall' altro lato, e per l' effetto, restituire alla figura del DPO la giusta rilevanza nell' ambito delle organizzazioni presso cui è nominato: la presa di coscienza , da parte dell' ente, della effettiva portata dei compiti e delle responsabilità che la legge pone a carico del DPO e della funzione chiave che esso svolge per la compliance aziendale è senz' altro fondamentale presupposto per valorizzare correttamente tale figura nel contesto aziendale, sotto il profilo della attribuzione di risorse e strumenti e, non ultimo, del riconoscimento di un trattamento economico adeguato.@RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§23327119§] giovedì 28 novembre 2019

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Privacy e GDPR

Le Sardine e Facebook: ecco perché servono nuove regole a tutela della democrazia

Facebook è padrone assoluto di ciò che può o non deve essere detto sulla piazza virtuale. Gli utenti, totalmente privi di diritti, sono semplici strumenti di questo potere immenso, e fuori da ogni controllo. Servono misure di argine adeguate, a tutela della dignità e dei diritti dei singoli, e della democrazia

L' oscuramento della fan page del movimento delle Sardine è l' ultima prova in ordine di tempo che Facebook, attore geopolitico di importanza strategica, in grado di condizionare i risultati delle elezioni degli stati del mondo, è padrone assoluto di ciò che può o non deve essere detto sulla piazza virtuale . Gli utenti, totalmente privi di diritti, sono semplici strumenti di questo potere immenso, e fuori da ogni controllo.Ricostruiamo i fatti per provare a capire perché se al momento Facebook non brilla per trasparenza, per il futuro non c' è da aspettarsi grandi cambiamenti.Indice degli argomentiL' oscuramento delle SardineLa Facebook fanpage del movimento delle Sardine è stata oscurata il 24 novembre intorno alle 21,00 per poi essere misteriosamente riattivata intorno all' una del mattino del 25, con l' unica sintetica spiegazione " La pagina non presenta violazioni ".Subito dopo l' oscuramento della pagina ufficiale, il movimento ha aperto un' altra fanpage, anche questa rimossa e poi riattivata, questa volta senza spiegazioni.Non si sa nulla riguardo al motivo dell' oscuramento, solo teorie . La più accreditata ritiene che la decisione sia stata determinata da un mail bombing organizzato da un gruppo di simpatizzanti di Salvini . Perché ciò dovrebbe aver determinato la sospensione della pagina (e non una semplice verifica dei contenuti) non è noto.Ciò che preoccupa è che, né prima della sospensione, né dopo la riattivazione, Facebook non ha fornito alcuna spiegazione, al di fuori del laconico "La pagina non presenta violazioni".Ufficialmente i parametri che determinano le scelte di Facebook riguardo alla rimozione di certi contenuti, sono gli Standard della Community , che descrivono che cosa è e non è consentito pubblicare su Facebook."Le nostre normative (n.d.r.: gli Standard) si basano sui feedback ricevuti dalla nostra community e sui consigli di esperti in settori quali tecnologia, sicurezza pubblica e diritti umani", ma né questi feedback, né l' identità e i consigli degli esperti sono condivisi con gli utenti.Nella sezione introduttiva agli Standard della Community, il social spiega che la sua intenzione è tutelare la libertà di espressione, con il solo limite dato dalla necessità di proteggere autenticità, sicurezza, dignità e privacy. Gli standard, raggruppati in sei sezioni principali (Violenza e comportamenti criminali; Sicurezza; Contenuti deplorevoli, Integrità ed autenticità, Rispetto della proprietà intellettuale, Richieste relative ai contenuti), a loro volta suddivise in 23 sottosezioni , riportano descrizioni assai generiche, sfuggenti e facilmente manipolabili.Il documento precisa che Facebook, a fronte di contenuti rilevanti e di pubblico interesse, ha il potere di consentirli anche se contrari agli Standard della Community,

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[§23327119§] giovedì 28 novembre 2019

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Privacy e GDPR

previo un bilanciamento fra danno e pubblico interesse, alla luce degli standard internazionali dei diritti umani ("se si tratta di contenuti rilevanti e di pubblico interesse. Procediamo in questo modo solo dopo aver soppesato l' interesse pubblico rispetto ai potenziali danni e ci basiamo sugli standard internazionali in materia di diritti umani per effettuare queste valutazioni"). Quindi, regole sì, ma Facebook può discostarsene, basta una buona motivazione.Quali "standard internazionali dei diritti umani"?Desta perplessità il riferimento agli "standard internazionali dei diritti umani" anche perché non esistono Standard internazionali oggettivi e condivisi . Non a caso se si cerca su Google "Standard internazionali in materia di diritto umani", si viene indirizzati al sito di Scientology , un altro soggetto che non ha fatto della trasparenza la sua guida. La nebulosa di Facebook, dunque, avvolge anche i diritti umani, negando in partenza un terreno oggettivo di discussione . Analoghe considerazioni per i concetti di "rilevanza e pubblico interesse" che sono rimessi all' assoluta discrezionalità del social, secondo criteri non verificabili e tantomeno contestabili.Come nascono gli Standard della CommunityGli Standard della Community come nascono? Il social spiega che si svolgono due incontri al mese. Per prepararsi, si studia un po' di materiale, si consultano gli esperti e redigono gli Standard, dopodiché si applicano. Manca solo la descrizione della pausa caffè, oltre a qualunque riferimento ai criteri utilizzati per decidere come modificare/implementare gli standard. Nessun documento, nessuna spiegazione .Spostando l' attenzione sulle "Linee guida interne relative all' applicazione degli standard" ( le misure di enforcement ), troviamo una confessione di Zuckeberg, una delle tante, con la quale ci dice che il sistema di applicazione degli Standard è tutto tranne che perfetto, cioè sbaglia:"I nostri standard sono buoni proporzionalmente alla forza e accuratezza della loro applicazione- ma quest' ultima non è perfetta" ()".Un sistema imperfettoIn sintesi, il meccanismo descritto da Facebook prevede la presenza di un team (umano o artificiale che sia) che lavora a verificare quali contenuti fra quelli segnalati siano contrari agli Standard, e quindi da oscurare. Però Facebook ci avverte di un problema che chiama "sfida", "quella di applicare in modo accurato i nostri standard ai contenuti che ci sono stati segnalati. In questo caso sbagliamo perché i nostri standard non sono sufficientemente chiari ai nostri revisori di contenuti. In questo caso, lavoreremo per colmare queste lacune. Il più delle volte, tuttavia, commettiamo errori perché i nostri processi coinvolgono le persone e le persone sono fallibili"In sintesi, Facebook ammette che il sistema di applicazione degli Standard non è perfetto e che ciò incide negativamente sugli standard ("Le nostre politiche sono buone proporzionalmente alla forza e l' accuratezza della nostra capacità di applicarle - ma quest' ultima non è perfetta"), ma poi attribuisce la difettosità della fase applicativa al fatto che gli standard non sono sufficientemente chiari ("facciamo errori perché le nostre policy non sono sufficientemente chiare ai nostri revisori di contenuti"). Ma allora perché Facebook non chiarisce meglio gli Standard, o non istruisce meglio i suoi revisori di contenuti?In questo sistema caratterizzato da tanta umana fallibilità, sarebbe stato ragionevole aspettarsi che il social mettesse a punto un meccanismo di correzione degli errori, dando una seconda chance agli utenti o quanto meno un diritto a ricevere

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[§23327119§] giovedì 28 novembre 2019

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Privacy e GDPR

spiegazioni. Ma niente di tutto ciò. Zero diritti, sia che Facebook abbia torto, sia che abbia ragione.C' è speranza per il futuro?Per il futuro Facebook promette di migliorare, concedendo all' utente la possibilità (qualcosa di meno di un diritto) di chiedere al social di rivedere le sue decisioni. In tal caso, se Facebook non riconoscerà l' errore, il contenuto rimarrà oscurato, senza che l' utente sia avvertito, e senza alcuna motivazione. Se, invece, riconoscerà l' errore, l' utente sarà avvisato ed il post ripristinato, ma sempre senza fornire alcuna motivazione. In entrambi i casi, è Facebook che decide cosa tenere online e cosa no, l' utente non ha alcun diritto, neppure di sapere se la sua richiesta è stata letta, tantomeno di avere delle spiegazioni.Speriamo nel futuro? Dall' anno prossimo sarà operativo l' Oversight Board di Facebook , un Comitato di supervisione composto da soggetti nominati dal CEO di Facebook, e retribuiti da un trust, finanziato da Facebook. Non è chiaro, dunque come questo organo, che, in estrema sintesi, avrà la funzione di esaminare le decisioni di Facebook riguardo all' oscuramento dei contenuti, e di proporre miglioramenti e modifiche negli Standard della Community, possa essere considerato realmente indipendente. A ciò si aggiungono molte perplessità sui meccanismi operativi che lasciano molto spazio a Facebook per discostarsi dalle decisioni dell' Oversight Board e a quest' ultimo ampia discrezionalità riguardo alla scelta delle istanze degli utenti a cui dare risposta. Vi è anche il serio dubbio che la reale funzione dell' Organo non sia quella di migliorare il servizio di monitoraggio dei contenuti , bensì di rimuovere le responsabilità da Zuckeberg e da Facebook riguardo a censura e pregiudizi politici, oltre ad introdurre un argine alle contestazioni delle varie Authority antimonopolistiche.Riservandomi di tornare sul tema per analizzarlo più nel dettaglio, mi limito ad osservare che il futuro, al di là delle roboanti apparenze. non promette grandi cambiamenti.Da utenti privi di diritti, ci possiamo solo rammaricare (rectius: sbattere la testa contro il muro) se il nostro post o il nostro profilo vengono oscurati senza spiegazioni , da cittadini abbiamo il diritto di chiedere, invece, ai nostri regolatori nazionali ed internazionali che cosa stanno aspettando per decidersi ad assumere le misure di argine adeguate, a tutela della dignità e dei diritti dei singoli, e della democrazia.@RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§23327120§] venerdì 29 novembre 2019

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Nuovo questionario antiriciclaggio da compilare in modalità informatica

Il Consiglio nazionale ha pubblicato la versione aggiornata del documento, che dovrà essere compilato entro il 31 gennaio 2020

Ieri il CNDCEC, con l' Informativa n. 108/2019 , ha reso disponibile il documento "Antiriciclaggio: questionario per l' adempimento degli obblighi di vigilanza sugli iscritti ( art. 11 DLgs. 231/2007, come modificato dal DLgs. 125/2019 )", che rappresenta una versione aggiornata rispetto a quella pubblicata, con l' Informativa n. 48/2018 , il 21 giugno 2018. In particolare, il questionario è stato semplificato in modo significativo con riferimento ai contenuti e al formato delle risposte in ragione del differimento dell' operatività delle regole tecniche al 1° gennaio 2020, ma anche per consentirne la compilazione in modalità informatica , tramite la piattaforma e-learning "Concerto". Si ricorda che, ai sensi dell' art. 11 del DLgs. 231/2007, agli ordini professionali, in qualità di organismi di autoregolamentazione, sono attribuiti poteri di vigilanza e controllo sul rispetto degli obblighi antiriciclaggio da parte dei professionisti iscritti nei propri albi. In sede di attuazione della V direttiva antiriciclaggio da parte del DLgs. 125/2019 , è stata ampliata la portata degli obblighi di comunicazione, nei confronti del MEF, in capo a tali organismi (si veda " Obbligo di relazione annuale per gli organismi di autoregolamentazione " del 16 novembre 2019). In particolare, entro il 30 marzo di ogni anno, gli stessi dovranno pubblicare una relazione contenente: - il numero dei decreti e delle altre misure sanzionatorie (suddivisi per tipologia di infrazione) adottati nei confronti dei rispettivi iscritti nell' anno solare precedente; - il numero di segnalazioni di operazioni sospette ricevute per il successivo inoltro alla UIF; - il numero e la tipologia di misure disciplinari, adottate nei confronti dei rispettivi iscritti a fronte di violazioni gravi, ripetute, sistematiche ovvero plurime degli obblighi previsti dal DLgs. 231/2007 in materia di controlli interni, di adeguata verifica della clientela, di conservazione e di segnalazione di operazioni sospette. Nella citata Informativa si evidenzia che ciascun ordine territoriale dovrà selezionare un campione di iscritti che dovranno compilare il questionario. Nelle premesse del documento si sottolinea, peraltro, come resti in ogni caso nell' autonomia degli ordini territoriali la decisione relativa alle modalità di svolgimento di tali attività di vigilanza. Nel caso si opti per l' utilizzo del questionario in esame, lo stesso dovrà essere: - compilato con autodichiarazione che i dati in esso contenuti sono veri e reali, dagli iscritti all' Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili che svolgono l' attività professionale secondo quanto disposto dall' ordinamento professionale (DLgs. 139/2005 ); - somministrato con frequenza annuale e riguardare la raccolta di dati e di informazioni riferite all' anno solare precedente alla richiesta di compilazione. In una prossima Informativa istruzioni e link alla piattaforma Inoltre, tramite una Informativa di prossima pubblicazione, il Consiglio nazionale

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[§23327120§] venerdì 29 novembre 2019

EutekneInfo

Privacy e GDPR

fornirà a breve le istruzioni e i link alla piattaforma informatica per la somministrazione del questionario da inviare agli iscritti entro il 31 dicembre 2019 , richiedendone la compilazione entro il 31 gennaio 2020 . La mancata compilazione del questionario dovrà essere valutata dall' ordine territoriale ai fini del corretto adempimento degli obblighi di vigilanza a esso imposti dalla legge. Gli argomenti individuati dal questionario riguardano: - l' organizzazione dello studio professionale e degli adempimenti antiriciclaggio; - l' adeguata verifica della clientela; - la conservazione documentale; - la segnalazione di operazioni sospette. Viene, infine, evidenziato, come il questionario contenga la formula per l' autorizzazione al trattamento dei dati prevista dal regolamento vigente in materia di privacy e protezione dei dati a cui viene data massima garanzia di riservatezza da parte dell' ordine destinatario del questionario compilato.

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[§23327121§] giovedì 28 novembre 2019

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Privacy e GDPR

Partite Iva e privacy: tutti gli adempimenti per adeguarsi al Gdpr

Adeguarsi al GDPR per una partita Iva non vuol dire copiare un' informativa privacy: la messa a norma comporta infatti la creazione di documenti e procedure nonché l' implementazione di sistemi informatici. Anche per partite Iva e ditte individuali, è sconsigliabile procedere in modalità fai da te

Le partite Iva, con le pmi, sono tra le categorie più spaventate dalla normativa europea sulla data protection e privacy e ciò per vari motivi: per motivi di budget; per paura di dover modificare significativamente il proprio business; per un' infondata convinzione di non essere soggetti al GDPR .Il presente articolo non vuole quindi essere un manuale su come diventare esperti privacy in pochi passi , quanto piuttosto un aiuto per capire passo dopo passo gli adempimenti che piccoli imprenditori, professionisti e partite iva devono affrontare per adeguare la propria attività.Indice degli argomentiPrimo, non improvvisarsiPer affrontare al meglio la messa a norma di un' impresa , seppur piccola, in primo luogo bisogna comprendere che si tratta di un' attività complicata che necessita competenze multidisciplinari che spaziano dal piano giuridico, a quello gestionale, sino ad arrivare al piano tecnico-informatico. Salvo rare eccezioni, anche per le cosiddette "partite iva", è da ritenere quindi caldamente sconsigliabile procedere ad un' operazione di adeguamento home made. La percezione che un imprenditore può avere del proprio business spesso è differente dalla realtà dei fatti vista attraverso il filtro del Regolamento Europeo. Capita difatti molte volte di incontrare clienti che, di primo acchito, si lasciano andare con affermazioni del tipo "io non tratto dati", questo perché la cultura GDPR non è ancora molto radicata e, quindi, le persone comuni non hanno una esatta comprensione di cosa sia un trattamento di dati; per non parlare della comprensione della differenza tra dato sensibile (oggi dato particolare) e dato personale. Si sconsiglia quindi il copia incolla di informative dai siti dei propri competitor e ciò anche perché, deve essere chiaro, una piccola differenza di trattamento comporta adempimenti anche molto diversi per l' imprenditore.Partite Iva e privacy: a chi non si applica il GDPRL' articolo 2 comma 2 del GDPR afferma che il regolamento "non si applica ai trattamenti di dati personali: [] c) effettuati da una persona fisica per l' esercizio di attività a carattere esclusivamente personale o domestico".In base a tale previsione normativa possiamo dire quindi che (in linea di massima) il discrimine tra l' applicabilità della norma e la non applicabilità è il carattere professionale dell' attività svolta dal soggetto . Pertanto se, ad esempio un soggetto decidesse di diventare un influencer , fino a che non eserciterà tale attività come una vera e propria professione , possiamo dire che, in linea di massima, potrebbe essere esentato dall' applicazione del GDPR mentre, dal momento in cui inizierà a prendere incarichi, sponsorizzare prodotti, ricevere pagamenti, sarà obbligato

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[§23327121§] giovedì 28 novembre 2019

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Privacy e GDPR

ad essere in compliance.Volendo semplificare ulteriormente potremmo considerare come spartiacque la creazione di una partita iva.Da questo momento in poi, per liberi professionisti, ditte individuali e simili è consigliabile mettersi in regola sotto il punto di vista privacy come sotto ogni altro punto di vista normativo.I documenti necessari per il Gdpr a portata di partite IvaIn primo luogo sarà necessario munirsi di un registro delle attività di trattamento .Il registro è un documento contenente le principali informazioni relative alle operazioni di trattamento svolte dal titolare del trattamento. Ma non solo, questo documento di fatto costituisce espressione diretta delle valutazioni di accountability che incidono, ad esempio sui tempi di data retention, sulle basi giuridiche scelte, sull' individuazione dei soggetti autorizzati a trattare i dati.L' art. 30 del GDPR afferma che tale adempimento non è obbligatorio per "imprese o organizzazioni con meno di 250 dipendenti, a meno che il trattamento che esse effettuano possa presentare un rischio per i diritti e le libertà dell' interessato, il trattamento non sia occasionale o includa il trattamento di categorie particolari di dati di cui all' articolo 9, paragrafo 1, o i dati personali relativi a condanne penali e a reati di cui all' articolo 10 ".Tuttavia, l' importanza di tale registro è talmente cruciale ai fini dell' adeguamento che, a parere di chi scrive, risulta di fatto un adempimento imprescindibile .A tal riguardo il Garante della Privacy sul suo sito internet ha predisposto un modello semplificato di registro di trattamento il quale si presenta in sostanza come una tabella di excel in cui ogni riga costituisce un flusso diverso di dati, mentre le colonne indicano le varie informazioni relative ad un determinato flusso.In generale, è da ritenere che un professionista del tipo partita iva generi i seguenti flussi di dati:Preventivi;Gestione clienti e contabilità;Gestione e mail;Sito Internet.Partendo da tale assunto, per il professionista sarà quindi necessario dotarsi di u na informativa ex art. 13 GDPR che disciplini i rapporti con clienti e fornitori (già dalla fase di preventivo).Dovrà nominare eventuali responsabili del trattamento tra cui, i principali potrebbero essere il commercialista e i servizi di cloud o di hosting che ospitano informazioni capaci di rientrare nella categoria "dati personali".Sul punto, è utile ricordare che la maggior parte dei servizi di cloud hanno presentato già nomina a responsabile esterno scaricabile dal relativo sito internet.A mero titolo esemplificativo, Google sul proprio sito afferma:"I clienti che utilizzano G Suite e Google Cloud Platform operano in genere come titolari del trattamento dei dati per tutti i contenuti personali che forniscono a Google attraverso l' utilizzo dei servizi Google Cloud. Il titolare del trattamento dei dati determina gli scopi e i mezzi per il trattamento dei dati personali. Poi c' è il responsabile del trattamento dei dati. Solitamente siamo noi. In qualità di responsabile del trattamento dei dati, Google Cloud gestisce i dati personali per conto del titolare del trattamento dei dati, quando quest' ultimo utilizza G Suite o Google Cloud Platform "Non solo, sempre la grande G ha pubblicato tutta una sezione dedicata al loro ruolo nei confronti dei clienti alla luce del GDPR. In tale sezione del sito è possibile altresì individuare l' atto vincolante considerato come elemento imprescindibile

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[§23327121§] giovedì 28 novembre 2019

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al fine di nominare un responsabile del trattamento.Come Google, occorre ribadirlo, anche molti altri servizi si sono premurati di disciplinare i rapporti con i clienti professionali ai fini privacy e, pertanto, sarà sufficiente cercare bene per poter trovare il relativo atto giuridico di nomina a responsabile esterno.Sicurezza informaticaCiò detto, una volta redatto il registro dei trattamenti e i conseguenti documenti (informative e nomine) per il libero professionista o per la piccola ditta individuale sarà necessario sottoporre ad un esame accurato i propri sistemi informatici di modo da innalzare il livello di sicurezza.A tal riguardo è utile evidenziare come tale passaggio non comporti per forza degli esborsi eccessivi.Esistono difatti programmi gratuiti che, ad esempio riescono a cifrare il disco dei laptop (siano essi Mac o Windows) garantendo un ottimo livello di sicurezza.Nel dettaglio, per i sistemi Windows, tra gli altri, esiste un programma chiamato #Bitloker (già incluso in molte versioni da Vista in poi) che permette di cifrare il disco aumentando notevolmente il livello di protezione dei dati. Anche per Mac esistono sistemi analoghi. Uno su tutti è il programma FileValut anch' esso in grado di cifrare il disco permettendo, ad esempio, in caso di furto, di valutare seriamente la possibilità di non notificare il data breach al Garante ed ai clienti . Ricordiamo difatti che l' art 33 GDPR obbliga a notificare le violazioni all' Autorità competente "a meno che sia improbabile che la violazione dei dati personali presenti un rischio per i diritti e le libertà delle persone fisiche". Pertanto, se il libero professionista o la ditta individuale subiscono un data breach è necessario che gli stessi valutino la necessità, o meno, di notificare la violazione al Garante, ricordando che, in ogni caso, permarrà l' obbligo di annotare il breach in un apposito registro da munire, possibilmente, di data certa.Policy privacy da seguire per professionisti e partite IvaOltre a quanto detto, il professionista/partita iva, seppur da solo, dovrà valutare la predisposizione di policy che disciplinino le best practice a cui ispirarsi nel trattamento di dati . Ora, è evidente che per un singolo professionista, la creazione di policy potrebbe risultare un lavoro quasi autoreferenziale. Così però non deve essere. Anche se chi predispone la policy è lo stesso destinatario, è utile che si proceda con simili attività, se non altro per permettere riflessioni approfondite su cosa fare e cosa non fare nell' esercizio della propria attività di impresa . Fermarsi e riflettere sui singoli passaggi, sulle prassi a volte naturali, permette difatti di individuare criticità anche in passaggi apparentemente innocui.In questo modo, ad esempio, il libero professionista potrà comprendere i pericoli insiti nell' utilizzo del car play nelle auto a noleggio e ricordarsi di cancellare i dati personali dopo l' utilizzo. Potrà poi decidere una corretta policy di backup, in modo da riuscire a riavviare la propria attività in caso di backup. Un' altra policy importante potrebbe essere quella che risponde alla domanda "come comportarsi a seguito di un breach?". Se ci si pone simili interrogativi prima che l' evento avvenga, sarà difatti più semplice e veloce la reazione del professionista. Si potrebbe, per ipotesi, individuare un tecnico fidato a cui rivolgersi, ma anche un avvocato da contattare tempestivamente per valutare se notificare o meno la breccia al Garante, riuscendo così a scegliere i professionisti

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[§23327121§] giovedì 28 novembre 2019

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più adatti alle proprie esigenze.In conclusione, come si diceva, anche per partite iva e ditte individuali, è sconsigliabile procedere con un adeguamento fai da te in quanto, come visto, la messa a norma di un' azienda comporta creazione di documenti e procedure nonché la implementazione di sistemi informatici. In ogni caso, per chi volesse intraprendere il percorso verso l' adeguamento, sarà importante prendere in considerazione (come minimo) tutti gli aspetti sopra evidenziati. Adeguarsi al GDPR non vuol dire copiare un' informativa privacy, alla luce di quanto sopra, questo concetto dovrebbe essere chiaro.@RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§23327125§] venerdì 29 novembre 2019 Pagina 28 Italia Oggi Privacy e GDPR

PRIVACY/ I principi applicati in una sentenza del tribunale di Bari

Social, foto col consenso

E il placet è revocabile in ogni momento

ANTONIO CICCIA MESSINA

Stop alla diffusione sui social network di foto di persone senza il loro consenso. E l' assenso alla pubblicazione può essere revocato in qualsiasi momento. Questi i principi applicati dal tribunale di Bari con l' ordinanza del 7 novembre 2019, resa nella causa n. 6359/2017, con la quale il giudice ha ritenuto illegittimo l' operato di una signora, che ha pubblicato su Facebook quasi mille fotografie di un papà e dei suoi figli. L' interessato aveva spedito alla signora una raccomandata con la quale aveva dichiarato di non acconsentire alla pubblicazione sul profilo social e aveva chiesto, senza successo, la rimozione delle foto. Ne è seguita una causa e, all' esito, il tribunale scrive che la pubblicazione di una fotografia ritraente una persona è subordinata alla manifestazione, esplicita o implicita, del consenso da parte della persona ritratta. Sulla base di questo principio, il tribunale ha appurato plurime violazioni. La prima violazione ha per oggetto il diritto all' immagine, da cui discende il divieto di pubblicazione delle fotografie. Con riferimento a questo profilo, il parametro normativo è duplice; da un lato c' è l' articolo 10 del codice civile (sull' abuso di immagine altrui) e dall' altro l' articolo 96 della legge sul diritto d' autore n. 633/1941 (divieto di esporre il ritratto di una persona). La seconda violazione tocca la disciplina della privacy: a questo proposito il tribunale cita l' articolo 6 del Regolamento Ue 2016/679 sulla protezione dei dati, noto come Gdpr, ai sensi del quale, di regola, ci vuole il consenso per trattare dati personali. Il giudice, pertanto, constatato il dissenso dell' interessato alla pubblicazione della sua immagine, ha concluso che la signora in questione ha compiuto un' attività illecita: l' omessa cancellazione delle foto dal proprio profilo Facebook realizza un abuso dell' immagine altrui. L' oggetto del dispositivo della sentenza è, dunque, l' ordine di immediata rimozione di ogni fotografia ritraente l' interessato e i suoi figli. Per la cronaca la sentenza fissa una penale per ogni giorno di ritardo nella rimozione delle fotografie. La sentenza, anche se non affronta direttamente il problema, rappresenta un' interpretazione dell' articolo 2, paragrafo 2, lettera c), del Gdpr che, stando alla lettera, esclude il trattamento dei dati per scopi esclusivamente personali dall' applicazione della normativa sulla privacy (e, quindi, escluderebbe la necessità del consenso ai sensi dell' articolo 6). Da notarsi anche che il «considerando» n. 18 al Gdpr considera come esclusivamente personale l' uso di un social network. Ora, per evitare contraddizioni, si deve dedurre che il tribunale di Bari non ha considerato «esclusivamente personale» la comunicazione sistematica, che si realizza caricando le foto sui social. In questo senso prevedeva espressamente, tra l' altro, il vecchio codice

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[§23327125§] venerdì 29 novembre 2019

Italia Oggi Privacy e GDPR

della privacy italiano. Attenzione, dunque, a postare o a tenere in rete foto di chi non ha piacere di apparire o continuare a essere esposto. © Riproduzione riservata.

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[§23327126§] giovedì 28 novembre 2019

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Privacy e GDPR

Sovvenzioni pubbliche e trasparenza: che cambia per imprese e terzo settore

Dal 30 giugno 2019 anche i soggetti beneficiari di sovvenzioni pubbliche - terzo settore e imprese - devono farsi carico della pubblicazione delle erogazioni, non più solo la PA. Ecco chi sono i soggetti obbligati, cosa devono pubblicare e perché c' è ancora resistenza alla trasparenza negli enti pubblici

Con il Decreto Crescita 2019, il Governo ha specificato e chiarito gli obblighi informativi in materia di trasparenza delle erogazioni di sovvenzioni pubbliche da parte di due categorie di soggetti: enti del Terzo Settore e imprese.Dal 30 giugno 2019, infatti, non è più solo la pubblica amministrazione a doversi fare carico della pubblicazione delle erogazioni, ma anche gli stessi soggetti beneficiari.Vediamo chi sono i soggetti obbligati, cosa devono pubblicare e perché c' è ancora tanta resistenza alla trasparenza negli enti pubblici.Indice degli argomentiTrasparenza, quanta resistenza nella PASono infatti tante e nemmeno tanto velate sono le resistenze alla trasparenza da parte di burocrati e politici che invece di preoccuparsi di incentivare la pubblicazione sul web in modalità chiara e accessibile da parte della PA, e di obbligarne la divulgazione attraverso il social, introducendo sanzioni incisive in caso di inottemperanza, vorrebbero invece ridurre gli obblighi di pubblicazione, purtroppo considerati spesso solo una vera e inutile scocciatura che pochi leggono, pochi analizzano e commentano. Per molti funzionari pubblici, insomma, la cosiddetta " burocrazia della trasparenza" sottrarrebbe tempo alle più importanti pratiche di cui si occuperebbe la PA.Le amministrazioni hanno tanto da fare, c' è poco personale e sono troppo impegnate per preoccuparsi di informare compiutamente i cittadini. Molti dipendenti pubblici non sono ancora nemmeno formati e informati sul valore assoluto della trasparenza i cui livelli essenziali dovrebbero essere garantiti su tutto il territorio nazionale.Nonostante ciò, ora in questo ora in quel provvedimento normativo, vengono introdotti, in ordine sparso, nuovi obblighi di pubblicazione e sanzioni, che però forse dovrebbero essere integrati o quantomeno richiamati nel testo normativo base, il Codice della Trasparenza.Da ultimo, quasi inosservato l' art. 35 del Decreto n. 34 del 30 aprile 2019 (cosiddetto Decreto Crescita ) , "Misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi", convertito in legge dall' art. 1, comma 1, L. 58/2019 introduce alcuni obblighi in materia di trasparenza delle erogazioni di sovvenzioni pubbliche , obblighi ulteriori rispetto a quelli previsti dal D.lgs 33/2013, posti a carico di imprese ed associazioni, non del tutto nuovi in effetti perché già previsti dalla legge n. 124/2017, art. 1 commi da 125 a 129, ma adesso meglio specificati, al fine di chiarire e consentire ai soggetti obbligati di adempiere correttamente ai previsti adempimenti.Le novità in fatto di obblighi di pubblicazione delle sovvenzioniLa prima novità è che a decorrere dal 1° gennaio 2018, gli obblighi di pubblicazione previsti dall' articolo 26 del decreto

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[§23327126§] giovedì 28 novembre 2019

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Privacy e GDPR

legislativo 14 marzo 2013, n. 33 , si applicano anche agli enti e alle società controllate di diritto o di fatto, direttamente o indirettamente, dalle amministrazioni dello Stato, mediante pubblicazione nei propri documenti contabili annuali, nella nota integrativa del bilancio. In caso di inosservanza di tale obbligo si applica una sanzione amministrativa pari alle somme erogate.Ricordiamo cosa prevede l' art. 26 " Obblighi di pubblicazione degli atti di concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi e attribuzione di vantaggi economici a persone fisiche ed enti pubblici e privati".Le pubbliche amministrazioni di cui all' art. 1 comma 2 del d.lgs n. 165/2001 (tutte le amministrazioni dello Stato, gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le aziende e amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunità montane, e loro consorzi e associazioni, le istituzioni universitarie, gli Istituti autonomi case popolari, le Camere di Commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni, tutti gli enti pubblici economici nazionali, regionali e locali, le amministrazioni, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale, l' ARAN Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, Agenzie Fiscali) e adesso quindi anche gli enti e le società controllate direttamente o indirettamente dalle amministrazioni dello Stato, hanno:l' obbligo di pubblicare gli atti con i quali sono determinati i criteri e le modalità cui devono attenersi per la concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi e ausilii finanziari e per l' attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati.cui devono attenersi per la concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi e ausilii finanziari e per l' attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati. l' obbligo di pubblicare gli atti di concessione delle sovvenzioni, contributi, sussidi ed ausilii finanziari alle imprese, e comunque di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati di importo superiore ai 1000 euro. Se i soggetti beneficiari sono controllati di diritto o di fatto dalla stessa persona fisica o giuridica ovvero dagli stessi gruppi di persone fisiche o giuridiche, vengono altresì pubblicati i dati consolidati di gruppo.La pubblicazione costituisce condizione legale di efficacia dei provvedimenti.Inoltre, la mancata, incompleta o ritardata pubblicazione rilevata d' ufficio dagli organi di controllo è altresì rilevabile dal destinatario della concessione o attribuzione e da chiunque altro abbia interesse anche ai fini del risarcimento del danno da ritardo da parte dell' amministrazione , ai sensi dell' art. 30 del d.lgs n. 104/2010.E' ovviamente esclusa per motivi di privacy la pubblicazione dei dati identificativi delle persone fisiche destinatarie dei provvedimenti di cui al presente articolo, qualora da tali dati sia possibile ricavare informazioni relative allo stato di salute ovvero alla situazione di disagio economico-sociale degli interessati.L' art. 35 citato aggiunge all' art. 26 del Codice della trasparenza anche l' obbligo di pubblicare i dati consolidati di gruppo, ove i soggetti beneficiari siano controllati dalla stessa persona fisica o giuridica ovvero dagli stessi gruppi di persone fisiche o giuridiche.Entriamo quindi nel merito delle novità per terzo settore e impreseTerzo settoreL' obbligo di pubblicazione riguarda:le associazioni di protezione ambientale a carattere nazionale

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e quelle presenti in alcune regioni,le associazioni,le Onlus e le Fondazioni,le cooperative sociali che svolgono attività a favore degli stranieri,le associazioni dei consumatori e degli utenti rappresentative a livello nazionale .Cosa è obbligatorio pubblicareVediamo qual è il contenuto dell' obbligo di pubblicazione e quali i tempi di pubblicazione.I soggetti obbligati, entro il 30 giugno di ogni anno , sono tenuti a pubblicare "le informazioni relative a sovvenzioni, sussidi, vantaggi, contributi o aiuti, in denaro o in natura, di importo pari o superiore a 10.000 euro che siano stati loro erogati nell' esercizio finanziario precedente dalle pubbliche amministrazioni, dagli enti pubblici economici , dagli ordini professionali e dalle società in controllo pubblico.Il limite, come già chiarito nella circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali del 11 gennaio 2019, va inteso in senso cumulativo e scatta allorquando il totale dei vantaggi economici è pari o superiore ai 10.000 euro con obbligo quindi di pubblicare tutte le voci che hanno concorso al raggiungimento di tale valore.Già il 30 giugno 2019 è obbligo pubblicare le sovvenzioni ricevute nell' anno 2018, indipendentemente dall' anno di competenza cui le somme si riferisconoIl contributo per essere oggetto di pubblicazione non deve avere carattere generale e deve essere privo di natura corrispettiva, retributiva o risarcitoria.La circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali del 11 gennaio 2019 , benchè antecedente al Decreto Crescita specifica che le informazioni da pubblicare, preferibilmente in forma schematica e di immediata comprensibilità per il pubblico, dovranno avere ad oggetto i seguenti elementi:denominazione e codice fiscale del soggetto ricevente.denominazione del soggetto erogante.somma incassata. ( per ogni singolo rapporto giuridico sottostante).data di incasso.causale.Dove pubblicareLa norma indica i propri siti internet o analoghi portali digitali, ma la circolare specifica che ove l' ente non disponga di alcun portale digitale la pubblicazione potrà avvenire anche sul sito internet della rete associativa alla quale l' Ente del Terzo Settore aderisce.ImpreseAnalogo obbligo di pubblicità riguarda i soggetti che esercitano attività industriali dirette alla produzione di beni o servizi, attività intermediaria nella circolazione dei beni, attività di trasporto per terra, per acqua o per aria, attività bancaria o assicurativa, altre attività ausiliarie delle precedenti. In tal caso non è prevista la pubblicità nel sito web ma nelle note integrative del bilancio di esercizio e nell' eventuale bilancio consolidato.I soggetti che redigono il bilancio in forma abbreviata e quelli comunque non tenuti alla redazione della nota integrativa assolvono all' obbligo mediante pubblicazione delle medesime informazioni e importi, entro il 30 giugno di ogni anno, su propri siti internet, secondo modalità liberamente accessibili al pubblico o, in mancanza di questi ultimi, sui portali digitali delle associazioni di categoria di appartenenza.Obbligo aggiuntivo per le cooperative sociali che svolgono attività a favore degli stranieriÈ quello di pubblicare trimestralmente nei propri siti internet o portali digitali, l' elenco dei soggetti a cui sono versate somme per lo svolgimento di servizi finalizzati ad attività di integrazione, assistenza e protezione sociale. In tal caso non sussiste il limite dell' importo dei 10.000 euro al di sotto del quale la pubblicazione è considerata irrilevante, quindi le cooperative sono tenute a pubblicare somme anche di importi minimi.Soggetti esclusiSe

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però si tratta di aiuti di Stato e degli aiuti de minimis la registrazione nel Registro nazionale degli aiuti di Stato con conseguente pubblicazione nella sezione trasparenza ivi prevista, a cura dei soggetti che concedono o gestiscono tali aiuti, tiene luogo della pubblicazione, a condizione che venga dichiarata l' esistenza di aiuti oggetto di obbligo di pubblicazione nell' ambito del citato Registro nazionale, nella nota integrativa di bilancio, sul proprio sito internet o in mancanza sul portale digitale delle associazioni di categoria di appartenenza.Le sanzioni previsteA vigilare sull' obbligo di trasparenza sono in via preliminare, come già evidenziato le stesse Amministrazioni pubbliche che potranno anche erogare ai soggetti obbligati la sanzione in caso di inottemperanza.A partire dal 1 gennaio 2020 è prevista una sanzione pari all' 1% degli importi ricevuti con un importo minimo di 2.000 euro, nonché la sanzione accessoria dell' adempimento agli obblighi di pubblicazione.Decorsi 90 giorni dalla contestazione senza che il trasgressore abbia ottemperato agli obblighi di pubblicazione, si applica la sanzione della restituzione integrale del beneficio ai soggetti eroganti. Secondo quanto espresso dal Consiglio di Stato nel Parere n. 01449/2018 la sanzione restitutoria è applicabile solo alle imprese e alle cooperative sociali che da un lato sono ONLUS mentre sotto il profilo civilistico sono società che assumono di diritto la qualifica di imprese sociali.Competenti a irrogare le sanzioni saranno le stesse amministrazioni che hanno erogato il beneficio oppure, negli altri casi, l' amministrazione vigilante o competente per materia.Dove vanno a finire gli importi delle sanzioni?Se i soggetti che hanno erogato le sovvenzioni, i sussidi, i vantaggi, i contributi o gli aiuti, in denaro o in natura, privi di natura corrispettiva, retributiva o risarcitoria sono Amministrazioni centrali dello Stato che hanno adempiuto agli obblighi di pubblicazione previsti dall' art. 26 del decreto legislativo 33/2013, i proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie irrogate ai soggetti obbligati e gli importi erogati a titolo di beneficio sono versati ad apposito capitolo dell' entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnati ai pertinenti capitoli degli stati di previsione delle amministrazioni originariamente competenti per materia.Se invece le Amministrazioni centrali dello Stato invece non hanno adempiuto agli obblighi di pubblicazione previsti dall' art. 26 del Codice della trasparenza, gli importi delle sanzioni e le somme erogate saranno versati all' entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate al Fondo per la lotta alla povertà e all' esclusione sociale .Qualche dubbio finaleSorgono però, a questo punto, alcune perplessità: chi dovrebbe sanzionare un Ministero se persino l' ANAC deputata a sanzionare appare ad oggi poco incisiva? E perché non prevedere espressamente tra gli obblighi di pubblicazione a carico dei soggetti obbligati anche la "dichiarazione di non essere soggetti all' obbligo perché non si sono ricevute erogazioni di qualsiasi natura"?Come fa un cittadino interessato a sapere se un' associazione che non pubblica è inadempiente o non ha ricevuto sovvenzioni nel caso in cui anche l' Amministrazione non abbia pubblicato il dato?keyboard_arrow_right keyboard_arrow_left Tra le tantissime associazioni che già dal 30 giugno 2019 sono tenute a pubblicare ne ricordiamo alcune: Il Club alpino italiano, Amici della terra, Associazione Kronos 1991, Federnatura, Fondo ambiente italiano, Gruppi ricerca ecologica, Italia nostra, Lega ambiente, Mare vivo, World Wildlife

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Fund, associazione Greenpeace, Ente Nazionale per la Protezione degli Animali - E.N.P.A. onlus, Club Alpino Italiano -CAI, - Coordinamento di associazioni per la tutela dell' ambiente e dei diritti di utenti e consumatori, C.T.S. - Centro Turistico Studentesco e Giovanile, Associazione Italiana per il World Wide Fund for Nature - onlus, Ente nazionale per la protezione italiana, Associazione Italiana Operatori Polizia, Accademia Kronos-AK, A.C.L.I Anni Verdi, Associazione nazionale dei Rangers d' Italia, ACU - Associazione Consumatori Utenti, ADICONSUM - Associazione Difesa consumatori e ambiente, ADOC - Associazione Difesa Orientamento Consumatori, con sede legale in Roma, ADUSBEF - Associazione per la difesa degli utenti dei servizi bancari, finanziari, postali ed assicurativi; Altroconsumo - Associazione Indipendente di Consumatori, con sede legale in Milano, Via Valassina, 22; Associazione Utenti Servizi Radiotelevisivi; Assoconsum Onlus, Assoutenti - Associazione Nazionale degli Utenti dei Servizi Pubblici; Cittadinanzattiva; Coordinamento delle associazioni per la tutela dell' ambiente e la difesa dei diritti di utenti e consumatori; CODICI - Centro per i diritti del cittadino; CTCU - Centro Tutela Consumatori Utenti Verbraucherzentrale Sudtirol, Federconsumatori - Federazione Nazionale di consumatori e Utenti, La Casa Del Consumatore, Lega Consumatori; Movimento Consumatori, Movimento Difesa Del Cittadino, U.Di.Con - Unione per la Difesa dei Consumatori, Unione Nazionale Consumatori, Confconsumatori e tante altre.@RIPRODUZIONE RISERVATA.

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Un velo sulle prove dei concorsi pubblici

ANTONIO CICCIA MESSINA

Velo sulle prove dei concorsi pubblici, sui verbali di correzione dei compiti e sui curriculum dei candidati. Non si applica, infatti, l' accesso civico generalizzato (previsto dalla norme sul Foia italiano, articoli 5 e 5-bis del dlgs 33/2013): questo il parere n. 200 del 7 novembre 2019 del garante della privacy, che ha confermato la decisione di una università di negare a una persona l' accesso civico generalizzato agli elaborati scritti, ai verbali di correzione e ai curricula dei partecipanti a un concorso pubblico. La legge, spiega il garante, blocca l' accesso civico se questo può nuocere in concreto alla tutela dei dati personali dei partecipanti stessi. Il garante ricorda che con l' accesso civico chiunque può ottenere i dati e usarli liberamente. Un po' troppo soprattutto per un curriculum e per l' elaborato scritto. Non consentendo l' accesso civico ai curricula e agli elaborati scritti, prosegue il parere, si deve negare l' accesso civico anche ai loro verbali di correzione. E peraltro non si possono nemmeno fornire i documenti, bianchettando qua e là: la presenza nei curricula di dati e informazioni dettagliate degli interessati, nota il garante, rende particolarmente difficile, se non impossibile, l' anonimizzazione del documento, mentre il fatto che l' elaborato scritto sia redatto di proprio pugno può rendere possibile la re-identificazione a posteriori del candidato. Lo sbarramento all' accesso civico generalizzato non blocca, però, la strada a quei concorrenti che chiedono copia degli atti di altri candidati invocando un loro specifico diritto ai sensi delle norme sull' accesso documentale (articoli 22 e seguenti della legge 241/1990). Il Foia ha, dunque, una sua nicchia di applicazione e non può aprire le porte alla divulgazione delle informazioni sui cittadini. Ci sono, infatti, molti tipi di accesso e i cittadini devono usare quello appropriato agli scopi di volta in volta perseguiti, rispettando i limiti previsti anche a tutela dell' interesse privato alla riservatezza. © Riproduzione riservata.

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