AssoSoftwareDayPress mercoledì, 06 febbraio 2019 AssoSoftwareDayPress mercoledì, 06 febbraio 2019

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

06/02/2019 EutekneInfo Auto nuova del familiare incompatibile col reddito di cittadinanza 5

06/02/2019 La Nazione Pagina 19 Dalla Rete all' accredito dei soldi Ecco come fare e tutte le regole 7

06/02/2019 La Nazione Pagina 19 L' Isee va richiesto ed è gratuito 8

06/02/2019 Pagina 1 MARTINA PENNISI Guida allo Spid, l' identità digitale per il reddito di cittadinanza 9

06/02/2019 Corriere della Sera Pagina 7 MARTINA PENNISI Spid, l' identità digitale per ottenere l' assegno Tutti i passi da seguire 10

06/02/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 6 Marco Rogari La spesa Pa gestita da Consip sale a 49 miliardi: 3 di risparmi 11

05/02/2019 Agenda Digitale Tessera Sanitaria e CNS: come si attivano e diventano firma elettronica avanzata 13

06/02/2019 Italia Oggi Pagina 3 FRANCO ADRIANO Fiducia pure sul dl Semplificazioni 15

06/02/2019 Pagina 4 PAOLO BARONI Tim, Carige e l' incognita Brexit I dossier caldi del neopresidente 17

Agricoltura e Dogane

06/02/2019 Corriere della Sera Pagina 4 Christian Benna Il «no» alla Tav consegnato (solo) a Parigi 18

06/02/2019 La Nazione Pagina 35 Paolo Pellegrini La novità VinMare entra nella vetrina del 'Vigneto Toscana' 19

06/02/2019 Il Messaggero Pagina 2 Tav, consegnata l' analisi alla Francia Nel dossier c' è il no 20

06/02/2019 La Stampa Pagina 5 MARCO BRESOLIN MAURIZIO TROPEANO Tav, più costi che benefici per 7 miliardi L' analisi del gruppo Ponti alla Francia 22

Contabilità e Bilancio

06/02/2019 Italia Oggi Pagina 35 Smart meters, limiti al beneficio 23

Fatturazione Elettronica

05/02/2019 Agenda Digitale Associazione temporanea di imprese e split payement 24

06/02/2019 EutekneInfo Con la fatturazione elettronica si riduce il rischio di controllo per il revisore 25

06/02/2019 Italia Oggi Pagina 33 FABRIZIO G. POGGIANI E-fattura da trasmettere subito 26

05/02/2019 Agenda Digitale Fatturazione elettronica verso l' estero. Non obbligo ma opportunità 28

06/02/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 22 Giovanni PetruzzellisGabriele Ferlito Nicolino MonacoGiuseppe Acciaro e Pietro Correddu La pensione di 50mila euro non preclude l' accesso al forfettario 29

06/02/2019 Italia Oggi Pagina 34 I.R. Reverse interno, autofattura alternativa alla fattura integrata 31

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2019 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 2 06/02/2019 Italia Oggi Pagina 30 DUILIO LIBURDI E MASSIMILIANO SIRONI Sul fatturato regime forfettario a ostacoli 33

06/02/2019 EutekneInfo Ultima chiamata per la comunicazione dei dati delle fatture 35

Fisco e Dichiarazioni

06/02/2019 Italia Oggi Pagina 32 FRANCA FACCINI Alla Sicilia i 3,64 decimi dell' Iva 36

06/02/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 23 Antonino CanniotoGiuseppe Maccarone Contratti a termine, l' extra senza istruzioni 37

06/02/2019 Italia Oggi Pagina 30 CRISTINA BARTELLI Dal 2020 via all' IrpefIresPlus 38

06/02/2019 EutekneInfo Gli alloggi dei militari scontano l' ICI 40

06/02/2019 Italia Oggi Pagina 39 Imu e Tasi saranno più salate 41

06/02/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 19 Pagina a cura diGiovanni GallucciMaricla Pennesi La web tax rischia di cadere sulla doppia imposizione 42

06/02/2019 EutekneInfo Ospitalità di soggetti diversi dai clienti deducibile in base all' inerenza 44

06/02/2019 EutekneInfo Proventi da compravendite di beni e da prestazioni di servizi critici ai fini CFC 46

06/02/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 5 Antonello OrlandoMatteo Prioschi Riscatto laurea, i conti sul forfait 48

06/02/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 22 Luigi Lovecchio Saldo e stralcio sui debiti dall' attività di liquidazione 49

06/02/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 3 Laura Serafini Savona alla Consob, Tim e conti bancari i primi dossier 50

06/02/2019 Corriere della Sera Pagina 5 D. Mart. Semplificazioni, posta la fiducia Ed è bagarre a Montecitorio 52

06/02/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 1 Stangata per lo Stato: paghi l' Imu ai Comuni 53

06/02/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 2 Pasquale MirtoGianni Trovati Sopresa in Cassazione: lo Stato paghi l' Imu 54

06/02/2019 Italia Oggi Pagina 35 ANDREA BONGI Studi, minicompensi pericolosi 55

Industria 4.0

05/02/2019 Corriere Comunicazioni 5G, barriere anti-cinesi? Tagliavini: "Battaglia azzardata e antistorica" 57

06/02/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 8 C.Fo. A marzo la prima gara sull' intelligenza artificiale 58

06/02/2019 La Nazione Pagina 24 Elena Comelli Berlino si muove contro le Opa straniere 59

05/02/2019 Agenda Digitale Come cambierà la conoscenza umana ai tempi dell' intelligenza artificiale 60

06/02/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 10 Nicoletta Picchio Connext, accordo imprese-Google per il digitale 63

05/02/2019 Corriere Comunicazioni Ict controcorrente: +4% l' anno, mercato da 4,6 trilioni di dollari nel 2022 65

06/02/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 8 IFONDI 66

06/02/2019 Pagina 42 JAIME D' ALESSANDRO Il postino robot nato a Milano bussa alle porte del Giappone 67

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2019 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 3 06/02/2019 La Repubblica Pagina 44 Intelligenza artificiale Record di brevetti negli ultimi 5 anni 69

06/02/2019 La Stampa Pagina 30 LUIGI GRASSIA La batteria per le rinnovabili 70

06/02/2019 Corriere della Sera Pagina 26 MASSIMILIANO DEL BARBA La scommessa della Formazione 4.0 Più fondi agli istituti tecnici superiori 72

06/02/2019 La Repubblica Pagina 42 MASSIMO BANZI Ora investire sui tecnici 73

06/02/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 8 Carmine Fotina Pa, bando Mise da 50 milioni per lanciare gli appalti innovativi 75

06/02/2019 La Stampa Pagina 21 ritratto del millennial in auto: condividere più che possedere 76

05/02/2019 Agenda Digitale Telemarketing, così cambierà nel 2019 con le nuove regole 77

05/02/2019 Agenda Digitale Teoria dell' argomentazione nell' intelligenza artificiale: cos' è e a che serve 79

06/02/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 17 Gianluca Di Donfrancesco Un fondo sovrano anti-takeover in arrivo per la Germania 81

06/02/2019 Italia Oggi Pagina 28 Un fondo sovrano tedesco bloccherà opa ostili estere 83

06/02/2019 La Stampa Pagina 29 GABRIELE BECCARIA Al display, sognando Leonardo 84

Lavoro e Previdenza

06/02/2019 EutekneInfo Reddito di cittadinanza, ANC: «Anche i commercialisti tra i Navigator» 86

06/02/2019 La Repubblica Pagina 18 ALESSIA CANDITO Se il sindaco regala un fondo pensione a tutti i nuovi nati 88

Privacy e GDPR

06/02/2019 La Stampa Pagina 18 WALTER RAUHE "Niente spionaggio, rispettate la sicurezza" Le condizioni di Merkel a Huawei sul 5G 89

05/02/2019 Corriere Comunicazioni Cybersecurity, nelle aziende italiane budget in aumento. Anche per le nuove competenze 90

05/02/2019 Agenda Digitale Fusione tra le Authority, i vantaggi ai tempi di big data e Gdpr 92

Sanità Digitale

06/02/2019 La Nazione Pagina 4 Eleonora Mancini «Così abbiamo ricreato il tatto» 95

06/02/2019 La Stampa Pagina 31 GIUSEPPE BOI A una donna la prima mano bionica 97

06/02/2019 La Repubblica Pagina 44 MICHELE BOCCI È made in Italy la prima mano robotica 99

06/02/2019 Il Messaggero Pagina 23 Ecco la mano bionica che dura per sempre 100

06/02/2019 La Nazione Pagina 4 La mano robotica che dura per sempre 102

06/02/2019 Corriere della Sera Pagina 14 Marco Gasperetti Primo impianto di mano robot: si comanda con il cervello 103

06/02/2019 La Nazione Pagina 4 SCIENZA AMICA 104

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2019 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 4 06/02/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 10 Francesca Cerati Svezia, trapiantata mano-robot italiana sensibile al tatto 105

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[§19318746§] mercoledì 06 febbraio 2019

EutekneInfo Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

Auto nuova del familiare incompatibile col reddito di cittadinanza

Per presentare la domanda telematica sul portale dedicato servono le credenziali SPID

Tra un mese sarà possibile presentare la richiesta per accedere al reddito di cittadinanza . Lo scorso lunedì 4 febbraio è stato infatti presentato il sito dedicato ( www.redditodicittadinanza.gov.it ) attraverso il quale si potrà inoltrare l' istanza a partire dal 6 marzo (si veda " On line il sito sul reddito di cittadinanza, domande dal 6 marzo " del 5 febbraio 2019). Il beneficio in esame è stato introdotto dal DL 4/2019 , il cui iter di conversione in legge è stato avviato in Commissione Lavoro al Senato, che ha avviato un ciclo di audizioni (si veda " Reddito di cittadinanza, ANC: «Anche i commercialisti tra i Navigator» " di oggi). L' Aula di Palazzo Madama ieri ha invece respinto una proposta di questione pregiudiziale. Il reddito di cittadinanza - o pensione di cittadinanza, se erogato in favore di nuclei familiari composti esclusivamente da uno o più soggetti di età pari o superiore a 67 anni - è una misura di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all' esclusione sociale, che si concretizza in un sostegno economico ad integrazione dei redditi familiari, associato ad un percorso di reinserimento lavorativo e sociale. La spettanza si determina al ricorrere di una serie di requisiti , che devono sussistere cumulativamente al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata dell' erogazione del beneficio e che riguardano la cittadinanza, la situazione reddituale e patrimoniale, nonché il godimento di beni durevoli a disposizione del nucleo familiare richiedente. In particolare, il richiedente deve essere cittadino maggiorenne italiano o Ue, oppure, suo familiare che sia titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente o, ancora, cittadino di Paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo. È, inoltre, necessario essere residente in Italia per almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo. Il nucleo familiare complessivamente considerato, deve poi essere in possesso di un valore ISEE inferiore a 9.360 euro , un valore del patrimonio immobiliare (diverso dalla casa di abitazione) non superiore a 30.000 euro, nonché di un valore del patrimonio mobiliare non superiore a 6.000 euro per il single, incrementato, fino al raggiungimento di una serie di soglie, in base al numero dei componenti della famiglia, alla presenza di più figli e di componenti affetti da disabilità. L' art. 2 del DL 4/2019 richiede poi che il valore del reddito familiare sia inferiore ad una soglia di 6.000 euro annui - aumentata a 7.560 euro ai fini dell' accesso alla pensione di cittadinanza e a 9.360 euro, se il nucleo familiare risieda in abitazione in locazione - moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza (cui si rinvia nella tabella in calce all' articolo). Infine, nessun componente del nucleo familiare deve essere intestatario a qualunque titolo o avere piena disponibilità di autoveicoli e motoveicoli nuovi o "seminuovi", nonché di navi e imbarcazioni da diporto. Restano invece esclusi dal diritto al Rdc i nuclei familiari a cui appartengano soggetti che abbiano reso dimissioni volontarie (fatte salve quelle rese per giusta causa), per un periodo di dodici mesi successivi alla data delle dimissioni. Il reddito di cittadinanza viene erogato per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi e si compone di due parti. Una integra il reddito familiare fino alla predetta soglia di 6.000 euro moltiplicati per la scala di equivalenza, l' altra, destinata solo a chi è in affitto , incrementa il beneficio di un ammontare annuo pari al canone di locazione fino ad un massimo di 3.360 euro (1.800 euro per la pensione di cittadinanza); l' integrazione di 1.800 euro viene concessa, inoltre, ai nuclei familiari residenti in abitazioni di proprietà per il cui acquisto o per la cui costruzione sia stato contratto un mutuo da parte di componenti del medesimo nucleo familiare. L' importo complessivo, sommate le due componenti, non può comunque superare i 9.360 euro annui (780 euro mensili), moltiplicati per la scala di equivalenza. I soggetti interessati possono presentare domanda telematica sul sito www.redditodicittadinanza.gov.it , accedendo con credenziali SPID o, in alternativa, rivolgendosi agli Uffici postali abilitati al servizio o ai CAF. L' erogazione , che avviene mediante il rilascio di una Carta di pagamento elettronica (c.d. "Carta Reddito di cittadinanza"), è condizionata dalla circostanza che i componenti maggiorenni del nucleo familiare, non già occupati e non frequentanti un regolare corso di studi o di formazione rendano la dichiarazione di

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2019 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 6 immediata disponibilità al lavoro (c.d. "DID") e aderiscano ad un percorso personalizzato di accompagnamento all' inserimento lavorativo e all' inclusione sociale, mediante la sottoscrizione del "Patto di lavoro" o del "Patto per l' inclusione sociale". Il DL 4/2019 introduce, infine, dei vantaggi per le aziende che assumano a tempo pieno e indeterminato percettori del Rdc, grazie all' esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a carico del datore di lavoro e del lavoratore, con esclusione dei premi e contributi dovuti all' INAIL. Composizione nucleo familiare Scala di equivalenza Valore del reddito familiare Un adulto 1 6.000 euro Un adulto e un minore 1,2 7.200 euro Due adulti 1,4 8.400 euro Due adulti e un minore 1,6 9.600 euro Due adulti e due minori 1,8 10.800 euro Due adulti e tre minori 2 12.000 euro Tre adulti e tre minori 2,1 12.600 euro Quattro adulti 2,1 12.600 euro.

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[§19318747§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 19 La Nazione Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

TEMPI E MODI RICHIESTE ON LINE, AI CAF O ATTRAVERSO POSTE ITALIANE Dalla Rete all' accredito dei soldi Ecco come fare e tutte le regole

FIRENZE CHI HA I REQUISITI per richiedere il reddito di cittadinanza può presentare domanda dal 6 marzo. Ma nel frattempo meglio non stare con le mani in mano: se non si ha l' Isee è bene attivarsi, e in fretta, per richiederlo gratuitamente ai Caf o online tramite il sito dell' Inps. Prima del 6 marzo è consigliabile attivare lo Spid, il sistema pubblico di identità digitale, rivolgendosi a uno dei provider accreditati ed elencati sul sito www.spid.gov.it. IL REDDITO di cittadinanza si può infatti richiedere anche autonomamente, in pochi click, senza fare code agli sportelli, collegandosi al sito www.redditodicittadinanza.gov.it. Ma per farlo è indispensabile essere in possesso dello Spid. In alternativa, le domande possono essere presentate ai Caf, che però non si dicono ancora pronti ad accoglierle, oppure agli uffici postali. Quelli della Toscana, fa sapere Poste Italiane, sono già preparati a ricevere le domande. Oggi è prevista una riunione a livello regionale ed entro qualche giorno sarà pronta la modulistica. Una volta presentata la domanda, non c' è che da aspettare al massimo due settimane. Le informazioni del potenziale beneficiario vengono infatti comunicate all' Inps entro dieci giorni lavorativi ed entro i successivi cinque giorni l' istituto di previdenza verifica il possesso dei requisiti. SE LA DOMANDA viene accolta, al richiedente sarà consegnata una carta, emessa da Poste Italiane, nella quale sarà erogato il sussidio a partire da aprile. La carta consentirà di acquistare beni e servizi di base, effettuare prelievi di contante entro un limite mensile che, per chi vive solo, è di 100 euro, o effettuare un bonifico al proprietario della casa per pagare l' affitto, o alla banca per saldare la rata del mutuo. Per quanto riguarda l' adesione al percorso personalizzato di accompagnamento all' inserimento lavorativo e all' inclusione sociale, il cittadino non dovrà fare niente. Sarà il centro per l' impiego più vicino che lo convocherà entro 30 giorni dal riconoscimento del reddito di cittadinanza per stipulare il 'patto per il lavoro'. Ciò avverrà se nella famiglia almeno uno dei componenti è disoccupato da non più di due anni o ha un' età inferiore a 26 anni, o è beneficiario, o lo è stato fino ad un anno prima, della Naspi o di altro ammortizzatore sociale, o ancora se ha sottoscritto negli ultimi due anni un 'patto di servizio' nei centri per l' impiego. IN TUTTI gli altri casi sarà convocato dai servizi del Comune competenti per il contrasto alla povertà, per stipulare il 'patto per l' inclusione sociale'. Nel caso di convocazione dal centro per l' impiego, il beneficiario del reddito dovrà rispettare gli impegni previsti nel patto per il lavoro, tra i quali rientra quello di accettare almeno una delle tre offerte di lavoro 'congrue'. Nei primi dodici mesi di fruizione del beneficio, la sede della prima offerta di lavoro proposta potrà trovarsi entro al massimo 100 chilometri di distanza dalla residenza o raggiungibile in 100 minuti con i mezzi pubblici, se è la seconda offerta potrà essere entro i 250 chilometri di distanza, la terza collocata ovunque nel territorio italiano. Dopo i 12 mesi di fruizione di beneficio, la distanza massima dalla residenza sale ad un massimo di 250 chilometri se prima o seconda offerta, in tutta Italia se terza offerta. Monica Pieraccini.

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[§19318749§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 19 La Nazione Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

L' Isee va richiesto ed è gratuito

Se non si ha l' Isee è bene attivarsi per richiederlo gratuitamente ai Caf o online tramite il sito dell' Inps. Prima del 6 marzo è consigliabile attivare lo Spid, sistema pubblico di identità digitale.

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[§19318748§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 1 Corriere della Sera Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

Le richieste online Guida allo Spid, l' identità digitale per il reddito di cittadinanza

MARTINA PENNISI

Nome e password. E poi ci si potrà mettere davanti al computer per chiedere il reddito di cittadinanza sul sito Internet. Per i dati e dialogare online con la Pubblica amministrazione bisogna rivolgersi a uno dei nove soggetti abilitati a fornirli. Ecco come fare. a pagina 7.

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[§19318751§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 7 Corriere della Sera Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

La guida Spid, l' identità digitale per ottenere l' assegno Tutti i passi da seguire

MARTINA PENNISI

MILANO Lunedì il vice premier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio, presentando il sito Internet dedicato al reddito di cittadinanza, ha citato l' identità digitale Spid. Avranno capito subito di cosa stava parlando i neo maggiorenni e i docenti che hanno usato i 500 euro del Bonus cultura e quanti hanno sfruttato il servizio negli ultimi tre anni per ottenere più rapidamente un certificato anagrafico o gestire pratiche Inail, Inps o Equitalia. In totale, 3 milioni e 400 mila persone che dal 2016 hanno richiesto nome e password per accedere ai servizi della Pubblica amministrazione solo via Internet. L' identità digitale Spid, appunto. Adesso sarà obbligato ad adottarla chiunque, dal 6 marzo, voglia candidarsi all' assegnazione dei 780 euro mese senza recarsi di persona ai Caf o presso un ufficio postale e affidandosi solo al sito www.redditodicittadinanza.gov.it. Il consiglio è di togliersi il pensiero Spid (e quello dell' Isee) prima della fatidica data, con l' approssimarsi della quale potrebbe esserci un po' di affollamento digitale e non. Come fare? Bisogna innanzitutto scegliere uno fra Aruba, Infocert, Intesa, Namirial, Poste, Register, Sielte, Tim o Lepida. Sono tutti soggetti privati, fatta eccezione per l' ultimo che fa capo all' Emilia Romagna, in grado di fornire le credenziali. Al momento, l' 85 per cento degli italiani adottanti della prima ora (anzi, soprattutto delle italiane, visto che il 61 per cento è donna) ha optato per Poste, solleticato/a probabilmente dalla possibilità di completare l' operazione allo sportello. Pur trattandosi di uno strumento digitale, Spid è stata infatti fornita offline nel 76 per cento dei casi. Chi preferisse fare tutto online può affidarsi a Sielte o Tim, che a differenza di altri per ora non chiedono alcun pagamento per il riconoscimento de visu via Webcam. Spid, dotata di tre diversi livelli di sicurezza in base alla delicatezza dei servizi cui concede l' accesso, è gratuita per i primi due anni. Cosa accadrà dopo non è chiaro. O meglio, si sta aspettando un segnale politico per capire il destino dell' intero progetto: resterà soprattutto in mano ai privati? Verrà sostenuto da investimenti importanti, come auspicato dal numero uno del Team per la Trasformazione digitale Luca Attias in una intervista al Corriere della Sera ? Il coinvolgimento nella macchina del reddito di cittadinanza, seppur non come conditio sine qua non , fa ben sperare. Tornando alla richiesta di Spid, per il riconoscimento di persona e via Webcam sono sufficienti un documento, la tessera sanitaria, una email e un numero di cellulare. Chi ne è in possesso può usare la carta nazionale dei servizi o la firma digitale. Potenzialmente si possono avere più identità da diversi provider. Arrivate le credenziali - può volerci qualche giorno - non resta che scoprire su www.spid.gov.it/servizi dove usarle.

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[§19318750§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 6 Il Sole 24 Ore Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

LA «CENTRALIZZAZIONE» La spesa Pa gestita da Consip sale a 49 miliardi: 3 di risparmi

Nel 2018 cresce del 31% il flusso «trattato» in proprio dalla società del Mef L' ad Cannarsa: piccoli ritocchi al Codice appalti per velocizzare le gare

Marco Rogari

Roma Oltre 12,5 miliardi nel 2018 di "erogato", la spesa per acquisti Pa gestita in "proprio" da Consip, con una crescita del 31% sul 2017. Circa 48,6 miliardi di uscite presidiate con "strumenti" centralizzati, che rappresentano oltre la metà dei 90 miliardi considerati sulla carta aggredibili (in realtà non in toto) del flusso complessivo di oltre 130 miliardi destinato alle forniture della pubblica amministrazione. E risparmi sui prezzi d' acquisto superiori ai 3 miliardi: il 18% in più rispetto al 2017. I risultati conseguiti quest' anno dalla società controllata dal ministero dell' Economia, almeno sulla base dei dati di preconsuntivo, appaiono quasi fuori contesto in un momento in cui la spending review non sembra andare tanto di moda. «Il modello della centralizzazione non può essere superato - afferma l' ad di Consip, Cristiano Cannarsa -, anche perché tutto mira al raggiungimento di obiettivi su cui in questi anni si è puntato in maniera importante, come la trasparenza, la tracciabilità delle operazioni e anche i controlli antiriciclaggio». L' attività svolta nel 2018 lo conferma. «Quello dell' erogato, il valore di spesa che la pubblica amministrazione indirizza su strumenti Consip, è un dato di grande rilevanza, perché per la prima volta vengono superati i 10 miliardi», sottolinea Cannarsa, che è al timone di Consip dal giugno 2017. La società del Mef, insomma, è rimasta fedele alla sua mission anche dopo gli scossoni giudiziari del 2016, mostrando pure un bilancio senza numeri in rosso: le prime stime di chiusura mostrano un utile netto di quasi 5 milioni e un valore della produzione di quasi 80 milioni. «In 18 mesi questa gestione - afferma Cannarsa - ha prodotto circa 10 milioni di utile netto per l' azionista». E quanto ai target riguardanti la razionalizzazione degli acquisti Pa, Cannarsa fa notare che «il cosiddetto indice di copertura, ovvero il rapporto tra l' erogato e la spesa di pertinenza supera il 30%. E questo dimostra che gli strumenti Consip sono entrati in pianta stabile nella Pa e ciò si traduce anche in uno intervento strutturale sul risparmio». Un' ulteriore conferma in questo senso arriva dalla ricognizione effettuata annualmente da Mef e Istat, dalla quale emergono risparmi in tutte le aree merceologiche interessate dalla centralizzazione degli acquisti: si va dal 60% realizzato nell' area dell' It (server, telefonia, stampanti) al 25% conseguito sull' acquisto di veicoli, al 30% sul versante dei carburanti e al 10% su quello dell' energia elettrica. Nel 2018 è cresciuto anche il ricorso da parte delle imprese, in particolare le Pmi, al Mepa, il mercato elettronico per gli acquisti sotto "soglia" comunitaria. «Un mercato al dettaglio che sfiora i 4 miliardi, con una crescita del 26% sul 2017», osserva Cannarsa. Complessivamente il valore della gare pubblicate nel 2018 è stato di circa 8,7 miliardi contro i 6,7 miliardi dell' anno precedente. «Consip - dice l' ad - ha assunto un ruolo di cerniera tra le imprese e la spesa della Pa. Sostanzialmente Consip svolge un' attività che è anche quella di scegliere le imprese che presentano capacità di offerta e solidità necessaria per stipulare contratti con la Pa. Una scelta effettuata applicando pienamente il Codice degli appalti e le linee guida dell' Anac». Anche per questo motivo, ma non solo, Cannarsa auspica che Governo e Parlamento possano prendere in considerazione la possibilità di migliorare il Codice appalti «con piccoli interventi immediati», finalizzati ad esempio a velocizzare l' aggiudicazione delle gare. Secondo l' ad di Consip, «se ci concentrassimo sull' offerta tecnica e sull' offerta economica, come si fa in Europa, e limitassimo l' analisi della documentazione amministrativa a chi risulta essere primo in graduatoria, avremmo tempi molto più ristretti, riducendo così il contenzioso e consentendo anche a

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Consip di bandire più gare». In attesa di possibili correzioni, Cannarsa definisce «un risultato molto importante» il patrocinio dell' Avvocatura generale dello Stato (scattato il 1° gennaio 2019) per le gare legate al programma di razionalizzazione della spesa sulle quali fino allo scorso anno Consip si avvaleva del libero foro. «In questo modo - aggiunge - Consip viene ulteriormente riconosciuta come soggetto al servizio dello Stato». © RIPRODUZIONE.

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[§19318752§] martedì 05 febbraio 2019

Agenda Digitale Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

Tessera Sanitaria e CNS: come si attivano e diventano firma elettronica avanzata

Come si attiva la Ts/Cns (Tessera Sanitaria e Carta nazionale dei servizi) e in che modo questo strumento può essere utilizzato come firma elettronica avanzata (FEA)

C' è un cuore digitale, noto a pochi però, nella Tessera Sanitaria: carta ben nota a tutti i cittadini per il suo utilizzo nelle prestazioni sanitarie o per essere usata nelle farmacie al fine di gestire il monitoraggio della spesa sanitaria con la verifica e registrazione del codice fiscale del titolare. In altri contesti, per esempio finanziari, la Tessera Sanitaria è utilizzata come evidenza per il Codice Fiscale. La Tessera Sanitaria servirebbe anche per il controllo d' accesso al Fascicolo Sanitario Elettronico. Tessera sanitaria: a cosa serve il microchip Ma la Tessera Sanitaria (TS) presenta a vista un micro chip e ci si può chiedere a cosa serve questo dispositivo elettronico. Questo serve a far diventare la TS una Carta Nazionale dei Servizi che dal punto di vista normativo (è definita nel Codice dell' amministrazione digitale) è il documento rilasciato su supporto informatico per consentire l' accesso per via telematica ai servizi erogati dalle pubbliche amministrazioni. Lo strumento così ottenuto diventa quindi TS-CNS e ovviamente per utilizzare la componente elettronica bisogna disporre di un PIN che viene rilasciato con modalità diverse in base alla Regione di residenza del titolare della TS-CNS. Prima di approfondire quest' ultimo tema è bene ricordare che la CNS può essere emessa anche in modo indipendente dalla TS. L' esperienza di riferimento in Italia è quella delle Camere di Commercio che emettono la CNS con la firma digitale sia su smart card che su token USB; questa opzione consente di eliminare il lettore di smart card. La specifica e ampia descrizione del servizio è consultabile sul sito. Come si attiva la CNS In questa sede vogliamo dare indicazioni su come si attiva la CNS (si richiede il PIN) e su come questo strumento può essere utilizzato come firma elettronica avanzata (FEA) oltre che come da norma primaria "per consentire l' accesso per via telematica ai servizi erogati dalle pubbliche amministrazioni". Per prima cosa si segnala la consultazione delle informazioni navigabili a partire dalla seguente pagina del sito del MEF. In questa pagina vengono fornite una serie di informazioni sull' utilizzo della TS-CNS comprese le informazioni per l' installazione e la configurazione del software e dell' hardware indispensabili per il funzionamento della stessa. E' ovvio, ma sempre utile ricordare che per utilizzare la TS-CNS è indispensabile disporre di un lettore di smart card salvo un' altra possibilità che descriveremo tra breve. A titolo di esempio indichiamo la pagina della Regione Lazio dedicata all' attivazione della TS-CNS. Nelle altre Regioni i meccanismi sono analoghi. Quindi, ci si reca al punto di attivazione prescelto tra quelli indicati e ci si fa riconoscere a vista presentando un documento di identità valido. Completata l' operazione si ricevono il PIN e il PUK (con varie opzioni di consegna). Il PUK analogamente a quello delle SIM telefoniche serve per sbloccare la TS-CNS nel caso di digitazione errata del PIN per tre volte. Le informazioni regionali si coordinano con quelle del portale della TS-CNS ma forniscono anche indicazione su quale lettore di smart card acquistare per l' utilizzo della TS-CNS. TS-CNS per la firma elettronica avanzata Altre possibilità legali e funzionali sono meno note ed è opportuno ricordarle in questa occasione. Per esempio nell' articolo 61, comma 2 del DPCM 22 febbraio 2013 si stabilisce che la CNS sostituisce, nei confronti della pubblica amministrazione, la FEA ai sensi delle regole tecniche stabilite nello stesso decreto. I formati da utilizzare per la FEA sono gli stessi per la firma elettronica qualificata ed è tecnicamente possibile differenziare la tipologia di firma utilizzando il certificato digitale del sottoscrittore che è diverso da quello emesso da un prestatore di servizi fiduciari qualificato per la firma qualificata. Per effettuare queste operazioni bisogna avere delle conoscenze informatiche specifiche e per generare una FEA, anche di ulteriore software rispetto a quello da utilizzare per l' accesso ai servizi. Questo software è gratuito ed indicato nei casi per i quali una organizzazione consente delle attività amministrative che possono utilizzare la FEA generata tramite TS-CNS. Certamente non si tratta di operazioni semplici per chi non ha specifiche competenze

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2019 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 14 informatiche ma anche per gli esperti possono esserci problemi. Una ulteriore possibilità potrebbe scaturire dall' antenna installata nella CNS. Infatti la TS_CNS ha un circuito NFC (Near Field Communication) ovvero un' antenna "interna" che costituisce un contatto indiretto (contactless) alle funzionalità del microchip. La presenza dell' antenna può essere verificata, per esempio, ad un tornello di ingresso della metropolitana sovrapponendo l' abbonamento elettronico alla TS_CNS. Il terminale tenta di "accendere" il microcircuito ma le due antenne interferiscono e il tornello non si apre. Se il tornello si apre l' antenna è assente o guasta. Queste carte sarebbero utilizzabili da smartphone con sistema operativo Android con un' apposita App che è commercialmente disponibile da tempo ma che non è particolarmente diffusa viste anche le spinte istituzionali verso lo SPID (il Sistema Pubblico di Identità Digitale) e la Carta d' Identità Elettronica. Per quest' ultima sarà resa disponibile una App che è in corso di approvazione da parte della Commissione europea su notifica del Governo Italiano ai sensi delle regole eIDAS (il regolamento europeo 910/2014) sugli schemi di autenticazione. Ne abbiamo già scritto in queste pagine. Futuro incerto per la TS-CNS come strumento di autenticazione Per concludere è utile ricordare anche l' incognito futuro della TS-CNS come strumento di autenticazione visto l' art. 64, comma 2-nonies del CAD che rende non obbligatorio (l' accesso può avvenire) l' uso di CIE e CNS. Poi la disponibilità dell' APP per la CIE sarà concorrenziale anche per SPID anche se quest' ultimo è presentato come strumento per l' autenticazione in mobilità. Ma la TS-CNS è anche e senza alternative TS con l' opzione di TEAM (Tessera Europea Assicurazione Malattia). Per questi scopi bisognerà trovare alternative ad una carta senza microchip (se la CNS non ci sarà più). La tecnologia permette di utilizzare l' onnipresente smart phone mediante le smart card virtuali già utilizzate per i pagamenti elettronici e il controllo presenze con l' opzione del PIN biometrico per i dispositivi mobili che dispongono del lettore di impronte. @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§19318805§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 3 Italia Oggi Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

Il governo blinda il testo, bagarre in Aula. Di Maio e Di Battista coi gilet gialli a Parigi Fiducia pure sul dl Semplificazioni

Venezuela, Salvini con Usa e Ue. Savona capo della Consob

FRANCO ADRIANO

Dopo lo stop del Colle il governo ha blindato il testo nell' Aula della Camera, ponendo la questione di fiducia sulla legge di conversione del decreto legge Semplificazioni. Un provvedimento lievitato a dismisura (è quadruplicato nel numero di articoli e commi) nel corso del suo esame, nonostante le molte norme stralciate già al Senato su imput della presidente Maria Elisabetta Casellati. L' intervento del ministro per i Rapporti con il parlamento, Riccardo Fraccaro, è stato accolto dalle proteste dell' opposizione. Enrico Borghi per il Pd ha parlato di «espropriazione» del parlamento. «Ormai è diventata una consuetudine da parte del governo del cambiamento di non dare al parlamento la possibilità di esprimersi. Ma doveva potersi esprimere il parlamento su un provvedimento su cui è dovuto intervenire il presidente della Repubblica». Proteste anche da Forza Italia: «Siamo in tempi di saldi e il ministro applica il tre per uno, mette una fiducia al prezzo di tre», ha dichiarato Simone Baldelli. In precedenza l' Aula aveva respinto la pregiudiziale di costituzionalità presentata contro il decreto, a prima firma di Francesco Paolo Sisto (FI) con una maggioranza risicata, considerato che si tratta di Montecitorio: 274 voti contrari, 206 favorevoli e 20 astenuti. Sarà Paolo Savona a guidare la Consob. Il presidente del consiglio Giuseppe Conte prenderà l' interim degli Affari europei. Marcelo Minenna ricoprirà l' incarico di direttore generale, come prevede l' intesa raggiunta tra Lega e M5s. Per Conte, protagonista della trattativa con Bruxelles che ha evitato all' Italia la procedura di infrazione per deficit eccessivo in rapporto al debito, si tratta della prosecuzione di un impegno già assunto. Per Savona si tratta di un importante riconoscimento dopo che gli fu negato il posto di ministro dell' Economia. Oggi è il candidato a 5 stelle, Minenna, a subito lo stop del Colle sulla strada della poltrona di numero uno della Consob. Il consiglio dei ministri ha reso ufficiale la designazione. Sarà comunque il capo dello Stato a pronunciare l' ultima parola. Per il Pd c' è incompatibilità. La vicecapogruppo a palazzo Madana Simona Malpezzi ha affermato: «Savona non può fare il presidente Consob, il governo non può ignorare le leggi. Le ragioni di incompatibilità di Savona sono diverse. Il ministro ha lavorato fino al maggio del 2018 per il fondo Euklid, quindi per un soggetto vigilato da Consob, e in più risulta in conflitto con le leggi Madia e Frattini. Se il consiglio dei ministri approvasse la nomina, pur in presenza di tali incompatibilità, ci troveremmo di fronte a una situazione gravissima e senza precedenti». Ma il vicepremier Matteo Salvini lo difende: «È una garanzia». I leader M5s, Luigi Di Maio, e Alessandro Di Battista, hanno incontrato a Parigi, Christof Chalencon, uno dei leader riconosciuti dei «gilet gialli». Il vento del cambiamento ha valicato le Alpi», ha commentato Di Maio. Per il M5s sono «molte le posizioni e i valori comuni che mettono al centro i cittadini, i diritti sociali, la democrazia diretta e l' ambiente». «Non parliamo ancora di alleanza, ma certamente di dialogo», ha confermato il feeling Chalencon, che la prossima settimana sarà a Roma: «Siamo d' accordo su tutto». Proseguono le audizioni sul decreto «Reddito di cittadinanza e quota 100» in commissione Lavoro. I sindacati hanno lanciato l' allarme sul reddito di cittadinanza sostenendo che si rischia una guerra fra poveri. Anche per la Caritas gli incapienti della provvidenza rischierebbero di essere proprio i veri poveri. Un' osservazione condivisa dall' Ufficio parlamentare di bilancio per il quale sarebbero svantaggiate le famiglie più numerose e non verrebbe raggiunto più di

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2019 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 16 un quarto dei nuclei in povertà assoluta. «Chi oggi lavora e ha un reddito minore» di quanto gli spetterebbe con il reddito di cittadinanza in teoria ha un incentivo a smettere di lavorare», ha lanciato la provocazione il presidente dell' Upb, Giuseppe Pisauro, «per dare un' idea di che tipo di fenomeno potenziale abbiamo di fronte». Il presidente Nicolas Maduro ha escluso che in Venezuela si tengano elezioni presidenziali anticipate, sostenendo che le uniche all' orizzonte sono le legislative del 2020. Il vicepremier Matteo Salvini si è smarcato dal M5s, allineandosi agli Usa ed alla Ue, attaccando lo stesso Maduro: «È un fuorilegge: affama, incarcera e tortura il suo popolo. Spero in elezioni libere e democratiche il prima possibile». «Apprezzo le doti di equilibrio di Conte», ha concluso Salvini, «ma non si può negare l' evidenza». Opposizioni ancora all' attacco sul neutralismo del governo Conte. Matteo Salvini non interverrà personalmente alla Giunta per le autorizzazioni del Senato sul caso Diciotti, convocata per il 7 febbraio: «Porto uno scritto, perché scripta manent, spiegando quello che non ho fatto da solo ma tutti insieme per la sicurezza, per difendere i confini, la legalità e il decoro del paese». Salvini è tornato a ribadire il concetto che la sorte del governo non è «per nulla» legata alla decisione del Senato sull' autorizzazione a procedere nell' ambito del caso Diciotti». I Cinquestelle sembrano ancora indecisi su come votare sulla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini. Il primo voto in Giunta si terrà entro il 23 febbraio. Il presidente e relatore Maurizio Gasparri presenterà la sua relazione la prossima settimana. . Manuel Bortuzzo, il giovane nuotatore colpito da un colpo di pistola all' Axa a Roma, ha «una lesione midollare completa» e non potrà più camminare. Lo ha riferito Alberto Delitala, direttore del Dipartimento di Neuroscienze del San Camillo di Roma. «La possibilità di riacquisto del movimento delle gambe con le conoscenze mediche attuali non è possibile», ha spiegato. Al momento la pista dello scambio di persona resta la più accreditata. «Lo stadio della Roma si fa e i proponenti se vogliono potranno aprire i cantieri già entro l' anno». Lo ha annunciato la sindaca di Roma Virginia Raggi presentando la relazione del Politecnico di Torino sulla mobilità relativa al nuovo insediamento previsto nella zona di Tor di Valle. Il Campidoglio calcola un miliardo di euro di investimenti. Papa Francesco ha concluso la storica visita di tre giorni negli Emirati Arabi Uniti, primo pontefice nella Penisola araba, culla dell' Islam, con la comunità cattolica locale. Sono circa 180 mila i fedeli che lo hanno accolto nella Zayed Sports City, il più grande stadio di Abu Dhabi, e nelle aree adiacenti. I cattolici sono circa 900 mila, il 10 per cento della popolazione. Il ministro della Salute, Giulia Grillo, ha firmato il decreto di nomina dei 30 membri non di diritto del Consiglio superiore della sanità. «La squadra è finalmente pronta e sono molto orgogliosa e felice di presentarla a tutti. Abbiamo scelto il top assoluto per esclusivi meriti scientifici e in trasparenza. Il merito dev' essere finalmente la bussola che orienta le nomine in questo paese», ha affermato il ministro della Salute. Dopo l' insediamento dei 30 membri, il Css deciderà il nuovo presidente che sarà, specifica il ministro: «Un nome condiviso, di prestigio e che interpreterà pienamente l' alto mandato scientifico del Consiglio». Fra i 30 nominati anche Camillo Ricordi, che aprì al metodo Stamina. Per la prima volta al mondo una mano robotica è stata impiantata in modo permanente e potrà essere utilizzata quotidianamente. L' intervento è stato eseguito in Svezia su una donna di 45 anni che aveva subito l' amputazione della mano nel 2002. L' arto robotico è stato costruito grazie ad un progetto europeo guidato dall' italiano Christian Cipriani della Scuola Superiore Sant' Anna di . Il prossimo intervento sarà eseguito in Italia. È stata rinviata a giudizio, a Reggio Calabria, con l' accusa di appropriazione indebita e malversazione, Adriana Musella, presidente dell' associazione antimafia «Riferimenti». Insieme a Musella è stata rinviata a giudizio una sua collaboratrice. Non sarebbero stati utilizzati per gli scopi stabiliti fondi ricevuti dagli enti pubblici che ne finanziavano l' attività. Ufficialmente a casa in malattia, invece, faceva la guida turistica «in nero» in Costa Smeralda. Dopo aver accumulato 200 giorni di assenza dal lavoro in due anni, la Gdf di Olbia ha denunciato un funzionario dell' Enac in servizio nell' aeroporto gallurese per truffa aggravata.

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[§19318823§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 4 La Stampa Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

Il primo scoglio: le contromisure a un' uscita dura di Londra dalla Ue Ma la grana più grossa è la nomina di Minenna a segretario generale Tim, Carige e l' incognita Brexit I dossier caldi del neopresidente

PAOLO BARONI

L' idea tore del «piano B» che prevedeva l' uscita dell' Italia dall' euro che 8 mesi fa gli costò di fatto il posto di ministro dell' Economia diventa il «Piano B» che (copyright Mara Carfagna) ora consente al governo di chiudere la falla della Consob. Uomo della prima, della Seconda e pure della Terza repubblica, economista di alto livello, prima al Servizio studi di Bankitalia e poi direttore generale di Confindustria con Carli, ministro dell' Industria con Ciampi, quindi consigliere speciale di Berlusconi, ma anche banchiere (Cis, Bnl, Fondo Interbancario) e presidente di importanti società come Impregilo, Gemina e Adr, Paolo Savona a 82 anni compiuti approda sull' ennesima poltrona di prestigio. Lo fa portandosi dietro l' etichetta di «amico dei poteri forti» maturata in sessant' anni di carriera ai più alti livelli che si somma a quella di euroscettico, antitedesco e nemico dell' euro (e quindi pure della Bce e del suo presidente Mario Draghi). Che ne ha decretato il successo sotto le consegne grillo-leghiste ma che poi, al momento di formare il governo, otto mesi fa, gli è costato il declassamento dall' Economia agli Affari europei. L' interessato oggi nega di aver mai teorizzato lo sganciamento dell' Italia dall' Eurozona. «A me capita per la strada, girando, che qualcuno che mi dica: "mi raccomando, non usciamo dall' euro". Ma chi l' ha mai detto?» si lamentava ancora nei giorni scorsi stufo di commentare ancora la cosa e ormai convinto «da molto tempo, che dell' Europa e del mercato comune ne abbiamo assolutamente bisogno». Ma tant' è, l' etichetta gli è rimasta. Due mesi per l' insediamento Ora cambia casacca e da guardiano dei mercati finanziari dovrà come prima cosa trovare il modo di ristabilire un dialogo meno problematico con Francoforte. Sul suo tavolo, di qui ai prossimi mesi quando la sua nomina diventerà effettiva, troverà molti dossier delicati. Le procedure di nomina avviate ieri dal governo richiederanno all' incirca due mesi di tempo e al momento di insediarsi, attorno ad aprile, Savona rischia di doversi misurare da subito col caso Brexit che in quei giorni dovrebbe entrare nel vivo ma rispetto alla quale alla Consob hanno già predisposto tutte le contromisure per garantire la regolarità degli scambi anche in caso di uscita dura del Regno Unito dalla Ue. Poi dovrà misurarsi con due questioni che di qui a primavera saranno certamente rimaste aperte, come la soluzione della crisi Carige e la guerra per il controllo di Telecom in corso senza esclusione di colpi tra Elliott e Vivendi. Su un orizzonte di tempo più lungo (anche dello stesso mandato di Savona che sulla carta è di 7 anni) ad impegnare il nuovo presidente saranno però soprattutto le sfide legate all' impatto delle nuove tecnologie in campo finanziario: la trasformazione e l' evoluzione dei servizi legati al fintech, che porta con sè la questione della disintermediazione delle posizioni ed il ruolo sempre più importante che stanno assumendo in questo campo colossi globali come Google o Alibaba. E poi c' è altrettanto rilevante il tema del «Reg Tech», ovvero l' incrocio tra intelligenza artificiale e le regole che servono ad assicurare ai mercati trasparenza, affidabilità e rispetto delle leggi. Il nodo segretario La grana più grossa per Savona potrebbe però essere tutta interna agli uffici che affacciano su piazza Verdi. Per rimuovere l' attuale segretario generale Giulia Bertolozzo, il cui incarico scade solo nel 2023, e far posto al preferito dei 5 Stelle Marcello Minenna, andrebbe avviata una procedura inedita. Alla Consob, infatti, non ci sono precedenti in materia e l' unica via che si può seguire e quella che replica le procedure di nomina che per le posizioni apicali interne prevedono un voto a maggioranza qualificata ed il voto favorevole di 4 commissari su 5. Maggioranza che non è detto che Savona riesca poi a trovare. P. BAR. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.

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[§19318753§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 4 Corriere della Sera Agricoltura e Dogane

Il «no» alla Tav consegnato (solo) a Parigi

Valutazione trasmessa all' ambasciatore francese senza consultare la Lega: «Opera non conveniente»

Christian Benna

torino Il no alla Tav Torino-Lione è da ieri un' opera in 80 pagine scritta anche nella lingua di Flaubert. Ma non ancora «tradotta» in quella dell' altro azionista di governo, la Lega, che attende da circa un mese di poter visionare l' analisi costi-benefici, frutto del lavoro di quattro mesi del team di esperti guidato da Marco Guido Ponti. Il ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli, come promesso alla sua omologa di Parigi Élisabeth Borne, ha fatto recapitare all' ambasciatore francese in Italia Christian Masset lo studio contenente il responso dell' Italia (che è negativo) sulla linea ferroviaria internazionale. «Una grande opera che non conviene realizzare - questa la sentenza dell' analisi - neppure assecondando le stime più ottimistiche sul traffico merci tra Francia-Italia». Il passaggio di documenti è stato concordato con la Borne e risulta «un punto di partenza - fa sapere il ministero ai Trasporti in una nota - per una interlocuzione tra i due esecutivi». In pratica, dopo i numeri, le tabelle e gli annunci, bisogna trattare con la controparte transalpina. Che invece non ha alcuna intenzione di fermare i cantieri della Torino-Lione, visto che sono stati scavati quasi 25 chilometri di galleria e 9 del tunnel di base. Analoga procedura di contatto verrà seguita con l' Unione Europea, a Bruxelles dove Toninelli, dopo i richiami della Commissione («Sono a rischio i fondi Ue stanziati per la Tav»), è atteso nelle prossime settimane. Tuttavia la fuga in avanti del ministro, senza consultare l' altra metà del governo, sta causando più di un mal di pancia nella Lega, che oggi nelle piazze e nei cantieri, per voce del leader Matteo Salvini, propone una Tav Leggera, un tracciato low cost - cancellando la stazione di Susa e conservando la linea storica da Torino alle gallerie - pur di risparmiare e avanzare con il tunnel di base. E questa non è l' unica anomalia. Alla Francia è stata consegnata solo l' analisi costi-benefici. Quella giuridica, che tiene conto di penali in caso di rinuncia alla Tav, e che ha fatto rientrare in pista i lavori per il Terzo Valico, sarebbe rimasta nel cassetto. Bocche semicucite da parte della squadra di tecnici di Toninelli che si limitano a dire che ora stanno lavorando sull' analisi di un' altra grande opera, la Tav Brescia-Padova. «Un' opera che costa otto miliardi di euro - si lascia sfuggire Marco Ponti - quasi quanto la Torino-Lione e quanto è costata la Tav Torino Milano. Certe previsioni di spesa per certe grandi opere tendono a gonfiarsi inverosimilmente nel nostro Paese». Come i 4,7 miliardi di euro necessari per completare la Torino-Lione sarebbero una cifra troppo onerosa rispetto al traffico delle merci che oggi, in tutta il Penisola, e non solo tra Francia e Italia, non supera il 7% del totale. L' analisi, che glissa sui benefici ambientali, boccia senza appello l' urgenza di far correre «velocemente» le merci. Il traffico ferroviario funziona solo se è competitivo rispetto alla strada. E oggi, secondo i tecnici di Ponti, non lo è. Perché costa di più. E inoltre sovvenzionare i binari farebbe perdere allo Stato gli introiti delle accise dal gasolio e dai pedaggi .

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[§19318754§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 35 La Nazione Agricoltura e Dogane

PRIMA EDIZIONE A LIVORNO La novità VinMare entra nella vetrina del 'Vigneto Toscana'

Paolo Pellegrini

FIRENZE IL VIGNETO Toscana in vetrina. Una settimana per mettere in mostra, agli operatori del settore ma ormai anche al grande pubblico (anche il Chianti Classico aprirà la sua Collection per la prima volta ai winelovers), le novità delle 11 docg, 40 doc e 6 igt che fanno della regione - con i suoi 2,8 milioni di ettolitri di vino prodotti in circa 60mila ettari di vigne - la sesta regione d' Italia per volume di prodotto (il 6,3% del totale), ma una delle prime per qualità e soprattutto per valore di prodotto esportato, con 980 milioni di euro di fatturato e il 20% delle bottiglie italiane vendute all' estero. Un settore, il vitivinicolo, che rappresenta oltre un sesto dell' intero Pil agricolo della regione, 530 milioni di euro sui 2.974 totali. UNA SETTIMANA che ormai è un classico, e che comunque quest' anno di arricchisce di una interessante novità, che si inserisce non programmata nel calendario ufficiale ma che arricchisce sicuramente il panorama. Si tratta di VinMare, prima edizione di una rassegna di iniziativa privata in agenda a Livorno, in Fortezza Vecchia, dal 12 al 14: non parte dai Consorzi sotto l' egida della regione, ma offre in rassegna ai soli operatori i vini di 23 denominazioni delle 5 province costiere. Che tuttavia, insieme a quella che ormai si chiama 'altra Toscana' saranno presenti anche alla Fortezza da Basso di Firenze sabato 9 per PrimAnteprima, in concomitanza con BuyWine, iniziativa della Regione che mette in contatto 215 aziende, 80 delle quali biologiche, con 200 buyers invitati da 44 paesi del mondo. E' IL COLPO di start per la Settimana, che prosegue domenica 10, ancora alla Fortezza da Basso, con Chianti Lovers: protagonisti il Consorzio Chianti Docg, il territorio più vasto della Toscana con i suoi 10.165 ettari di vigne per 608mila ettolitri, e il Morellino di Scasano, docg recente ma emergente sui mercati e nei gusti degli appassionati. Poi sarà la volta (11 e 12) della Chianti Classico Collection alla Stazione Leopolda, ancora a Firenze, dopodiché il 'circo del vino' si sposta a San Gimignano il 13, alla Fortezza di Montepulciano il 13 e il 14 (ma in realtà l' Anteprima avrà già preso avvio dal 9), e infine a Montalcino il 15 e il 16 per Benvenuto Brunello. Con la cerimonia delle stelle per l' ultima annata e l' apposizione della piastrella firmata. Quest' anno, dicono i rumors, opera di Alex Zanardi. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§19318755§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 2 Il Messaggero Agricoltura e Dogane

Le grandi opere Tav, consegnata l' analisi alla Francia Nel dossier c' è il no

Lo studio su costi e benefici nelle mani dell' ambasciatore perché lo trasmetta a Parigi Il ministero dei Trasporti: adesso parta il confronto. L' Eliseo: noi andiamo avanti

IL CASO ROMA Il dossier di 80 pagine sulla Tav con l' analisi costi benefici è stato consegnato all' ambasciatore francese ieri poco dopo le 18. Non una dichiarazione di guerra ma quasi. Visto che le conclusioni, come ampiamente previsto, non danno scampo alla Torino-Lione. Anzi il no al completamento dell' opera, scritto nero su bianco dai tecnici scelti da Danilo Toninelli, non potrebbe essere più netto. Una posizione che la Francia non condivide. Solo l' altro ieri il ministro dei Trasporti Elisabeth Borne, ha invitato l' Italia ad andare avanti, a rispettare cioè gli impegni assunti a livello internazionale con Parigi e con l' Europa. Sulle stessa linea, come noto, anche Bruxelles che ha ribadito che fermarsi adesso potrebbe costare al nostro Paese 1,2 miliardi di euro, tra penali e soldi da restituire alla Ue. In sostanza, i patti vanno rispettati, anche perché sul versante francese hanno già scavato 25 chilometri di gallerie, e anche in Italia i cantieri sono aperti. La tratta è considerata strategica, fondamentale per collegare i due Paesi e sviluppare i commerci. LE LINEE GUIDA Del resto a Parigi sanno bene che la commissione che ha stilato il verdetto negativo, pur divisa al suo interno, è composta da docenti ed esperti tutti dichiaratamente No-Tav, a cominciare dal presidente Marco Ponti. Cinque componenti su sei sono collegati direttamente o indirettamente a società di cui Ponti è il dominus indiscusso. Nulla di male ovviamente, ma l' orientamento, ribadito nel dossier, è lo stesso: bisogna puntare sulla linea autostradale e non sul ferro. I costi per terminare l' opera, sostengono gli esperti del Mit, sarebbero superiori ai benefici. Addirittura, secondo i rumors, per circa 7 miliardi. Una tesi tutta da dimostrare visto che si basa su argomentazioni molto deboli. Tant' è che uno dei componenti della commissione avrebbe preso le distanze dai risultati evidenziati nella conclusioni. Alla base del no, come anticipato dal Messaggero, ci sarebbero sostanzialmente tre fattori. LE ARGOMENTAZIONI Da un lato la relazione indica che l' opera non va completata perché il traffico tra Italia e Francia sarebbe, da qui ai prossimi anni, in forte calo. Una proiezione in contrasto con i dati elaborati dalla Bocconi e da altri centri studi indipendenti. Il secondo punto riguarda il possibile calo delle accise sul gasolio e i mancati introiti dai pedaggi che graverebbero sulle casse dello Stato proprio a causa del trasferimento del traffico dalla strada ai binari dell' alta velocità, cancellando un milione di Tir. Il terso punto riguarda la comparazione con le altre opere infrastrutturali, da cui emergerebbe un divario troppo alto sul fronte delle risorse spese e da spendere. Nessuna considerazione invece sulle eventuali penali da pagare che, secondo l' Avvocatura, possono arrivare fino a 3,4 miliardi in caso di stop. Senza contare i soldi da restituire alla Ue. Spetterà adesso all' ambasciatore Christian Masset inviare il documento a Parigi, alla Telt per la precisione, per una analisi accurata. Un passaggio concordato da Toninelli e Borne. Un «punto di partenza di una interlocuzione tra i due esecutivi», fanno sapere dal ministero dei Trasporti. Presto, si aggiunge, ci sarà un incontro bilaterale. Analoga procedura verrà seguita con l' Unione Europea prima ancora della validazione e della pubblicazione del dossier che resta top secret. Di certo gli interlocutori di Toninelli vogliono chiudere la partita entro due settimane e non sono disposti a perdere tempo. Pazienza quasi esaurita anche per Matteo Salvini. Il leader leghista insiste per andare avanti e attacca: deve «curarsi chi sostiene che sia in atto lo scambio tra il no all' autorizzazione a procedere e lo stop alla Tav». Parla invece di «umiliazione per il Parlamento e per gli italiani», il parlamentare di Forza Italia Osvaldo Napoli. «Così il governo francese verrà a conoscenza della pretestuosa e fantasiosa analisi costi-benefici». La consegna dell' analisi alla Francia, aggiungono dall' opposizione,

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2019 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 21 arriva all' indomani del monito dell' Unione Europea sulle possibile conseguenze dei ritardi dell' Italia sui fondi stanziati per l' opera. Una coincidenza che fa pensare visto che il dossier è pronto da mesi. Umberto Mancini © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§19318756§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 5 La Stampa Agricoltura e Dogane

Tav, più costi che benefici per 7 miliardi L' analisi del gruppo Ponti alla Francia

Oggi l' incontro a Bruxelles. Il M5S prepara una presentazione show come per il reddito

MARCO BRESOLIN MAURIZIO TROPEANO

Ieri l' analisi costi e benefici sulla Torino-Lione è stata consegnata all' ambasciatore francese a Roma, Christian Masset. Oggi, probabilmente, il documento sarà portato ai dirigenti che si occupano del dossier per conto della commissaria alle Infrastrutture, Violeta Bulc. Poi scenderanno in campo i ministri. Il dossier resta secretato ma ieri hanno iniziato a circolare, da fonti attendibili, indiscrezioni che stimano in sette miliardi di euro il saldo negativo tra il costo di realizzazione della nuova linea ferroviaria e i suoi benefici. Una cifra compatibile con quanto fatto trapelare nei giorni scorsi dal ministero delle Infrastrutture al culmine dello scontro politico tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio, e cioè che «dalla conclusione dello studio sta emergendo un saldo fortemente negativo a carico della prosecuzione dell' opera». Adesso, resta da capire quale sia il peso assegnato dalla commissione dei saggi ai costi legati al mancato incasso delle accise sui carburanti e dei pedaggi da parte dello Stato. Due criteri che sono stati duramente contestati dalla Lega già utilizzati nell' analisi costi e benefici per il Terzo Valico. In quel caso il costo del mancato incasso di accise e pedaggi era stato stimato in 905 e 864 milioni. Poi è arrivata la correzione della struttura di missione del ministero perché il calcolo di quelle due voci è in contrasto con le linee guida del Mit e dell' Ue. Alla fine, togliendo quelle due cifre il saldo negativo scendeva da 2,351 miliardi a poco meno di 600 milioni e nell' ipotesi mediana l' analisi è diventata positiva. Si vedrà. Quel che è certo e che l' uso di quei criteri ha destato perplessità anche in Francia e venerdì scorso, la ministra Borne, visitando il cantiere Tav, aveva ribadito che uno degli obiettivi della nuova linea è di spostare le merci dalla gomma al treno. Punto di vista condiviso da Bruxelles. E adesso la palla passa proprio a Parigi e poi a Bruxelles. La Francia punta a studiare attentamente le carte per preparare le sue valutazioni in un confronto con il governo italiano. Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli dovrebbe in tempi stretti incontrare la sua collega Borne. Con Bruxelles il primo confronto sulla relazione stilata dagli esperti sarà invece nelle prossime ore. Il faccia a faccia - a livello di tecnici e funzionari - avverrà con tutta probabilità oggi, ma il confronto sullo studio rischia di non essere risolutivo, serviranno altri incontri, probabilmente. Anche perché i funzionari del gabinetto guidato dalla commissaria Violeta Bulc non hanno avuto il tempo di leggere la relazione. A Bruxelles, per le riunioni con gli emissari dei governi, i funzionari sono abituati a ricevere in anticipo i documenti, in modo da arrivare al tavolo «preparati». Ma a quanto pare il ministero delle Infrastrutture ha preferito non spedire via mail l' analisi, che verrà consegnata «brevi manu». Un modo, probabilmente, per prendere ulteriore tempo, visto che poi la palla sarà nelle mani dei tecnici della Commissione, che dovranno analizzare i numeri e la metodologia utilizzata. A quel punto verso la metà di febbraio è probabile un incontro a tre più «politico», tra i ministri di Italia e Francia e la commissaria Bulc. Al di là di questi appuntamenti istituzionali, però, il governo o meglio, la componente del M5S sarebbe intenzionata a presentare i risultati dell' analisi costi e benefici in un grande evento mediatico simile a quello realizzato per il lancio del reddito di cittadinanza. Una scelta che suona come una risposta politica dei grillini alla visita del ministro Salvini al cantiere di Chiomonte e che serve anche per rilanciare un dossier da cui la Lega, ma anche il ministro del Tesoro, Giovanni Tria, avevano preso le distanze. Alla fine, dunque, al netto della propaganda elettorale la decisione sulla Tav sarà tutta politica e la sintesi, ad oggi, sembra ancora lontana. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.

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[§19318758§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 35 Italia Oggi Contabilità e Bilancio

Le Entrate sull' iperammortamento Smart meters, limiti al beneficio

Contatori intelligenti del gas, iperammortamento limitato. Gli smart meters, ossia i c.d. contatori intelligenti, possono beneficiare dell' agevolazione dell' iper-ammortamento solamente se operanti a livello di macchine e componenti di un sistema produttivo in senso stretto. Inoltre, qualora il prezzo di acquisto del bene in questione dovesse risultare sproporzionato rispetto al costo della sua installazione, tale da determinare una significativa incongruità nell' utilizzo dell' incentivo, i costi di installazione rilevanti ai fini dell' iperammortamento non dovranno eccedere il 5% del prezzo dei singoli contatori. Sono questi i chiarimenti forniti dall' Agenzia delle entrate nel principio di diritto n. 2, pubblicato il 1° febbraio 2019. Il caso portato all' attenzione dell' Amministrazione finanziaria riguarda una società operante nel settore della distribuzione del gas, che deve procedere con l' installazione di contatori intelligenti (smart meters) in sostituzione di quelli tradizionali. L' istante chiede, dunque, al Fisco chiarimenti in relazione alla possibilità di beneficiare, con riferimento a tale tipologia di investimento, dell' agevolazione dell' iperammortamento, e se possono essere inclusi nell' importo dell' investimento eventualmente agevolabile anche i costi di installazione dei nuovi contatori. Secondo le Entrate, i contatori intelligenti sono ammessi all' agevolazione in quanto classificabili nella voce «componenti, sistemi e soluzioni intelligenti per la gestione, l' utilizzo efficiente e il monitoraggio dei consumi energetici e idrici e per la riduzione delle emissioni». Tale ammissibilità, tuttavia, va circoscritta a «quelle soluzioni che interagiscono a livello di macchine e componenti del sistema produttivo», con conseguente esclusione dei beni che, pur svolgendo analoga funzione, interagiscono a livello di impianti generali o per altre finalità. Con riferimento al secondo quesito, conclude il Fisco, onde fugare gli effetti negativi dovuti alla sproporzione tra prezzo di acquisto e costi di installazione degli smart, quest' ultimi oneri non possono eccedere il 5% del prezzo dei singoli contatori.

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[§19318759§] martedì 05 febbraio 2019

Agenda Digitale Fatturazione Elettronica

Associazione temporanea di imprese e split payement

DOMANDA È stata costituita tra la società A e B un' ATI di tipo verticale per la realizzazione di un' opera pubblica.La mandataria è la società A, la

DOMANDA È stata costituita tra la società A e B un' ATI di tipo verticale per la realizzazione di un' opera pubblica. La mandataria è la società A, la mandante è la società B. La società A ha emesso una fattura elettronica di acconto all' ente pubblico con l' applicazione dello split payment, quello che volevo sapere cortesemente, se la fattura che la società B emetterà alla società A è con il regime dello split payment oppure con l' applicazione dell' IVA?? Bruno Ciccarelli RISPOSTA L' Agenza Entrate con il Principio di diritto n.17 del 17/12/2018 ha affermato che la costituzione dell' ATI «si inquadra, giuridicamente, nella figura del mandato collettivo speciale con rappresentanza, che, ai sensi dell' articolo 48, comma 16, del decreto Legislativo 18 aprile 2016, n. 50 (c.d. codice appalti pubblici e contratti di concessione) "non determina di per sé organizzazione o associazione degli operatori economici riuniti, ognuno dei quali conserva la propria autonomia ai fini della gestione, degli adempimenti fiscali e degli oneri sociali". Ne deriva che gli obblighi di fatturazione ai sensi dell' articolo 21 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, nei confronti della stazione appaltante, sono assolti dalle singole imprese associate relativamente ai lavori di competenza da ciascuna eseguiti». Ne consegue le operazioni tra A e B non rientrano nell' applicazione dello split payment. Per porre domande a Salvatore De Benedictis sul tema "Fatturazione Elettronica e Conservazione Digitale" è possibile inviare le proprie domande a: [email protected] Potranno essere presi in esame solo i quesiti sottoscritti con cognome e nome @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§19318760§] mercoledì 06 febbraio 2019

EutekneInfo Fatturazione Elettronica

Con la fatturazione elettronica si riduce il rischio di controllo per il revisore

In questo modo i revisori legali, in linea di principio, possono ridurre la dimensione dei campioni dei documenti da sottoporre a controllo

Se a molti commercialisti l' entrata in vigore della fatturazione elettronica sta creando alcune difficoltà, e si potrà esprimere un giudizio soltanto in futuro sugli effetti positivi, per quanto riguarda l' attività dei revisori il corretto funzionamento della fatturazione elettronica permette(rà) una riduzione del rischio di revisione. Essa costituisce, infatti, un elemento che rafforza il sistema di controllo interno aziendale, determinando pertanto una riduzione del rischio di controllo. Il processo amministrativo è tracciabile e il Sistema di Interscambio (SdI) effettua alcuni controlli non sempre previsti nel processo tradizionale. In dettaglio, il SdI verifica : la presenza delle informazioni minime obbligatorie previste per legge (gli estremi identificativi del fornitore e del cliente, il numero e la data della fattura, la descrizione della natura, quantità e qualità del bene ceduto o del servizio prestato, l' imponibile, l' aliquota e l' IVA), che i valori della partita IVA del fornitore (cedente/prestatore) e di partita IVA o codice fiscale del cliente (cessionario/committente) siano esistenti, cioè presenti in Anagrafe tributaria, nonché la coerenza tra i valori dell' imponibile, dell' aliquota e dell' IVA. Non è pertanto più possibile emettere fatture con partite IVA non corrette, in quanto tali fatture vengono scartate dal Sistema di Interscambio. Attraverso l' esame delle fatture scartate così come del numero di note di credito emesse nel corso dell' esercizio, a differenza del passato, il revisore avrà un elemento per valutare l' efficacia dei controlli interni. Con l' emissione delle fatture cartacee, infatti, c' era sempre la possibilità, seppur non prevista dalle normative, di eliminare fisicamente le fatture non corrette e procedere con l' emissione della nuova fattura senza lasciare traccia a posteriori. A regime, inoltre, la fatturazione elettronica agevolerà anche la registrazione contabile , riducendo i rischi di errori. Le nuove regole comportano però anche nuovi controlli e nuovi rischi per i revisori. Nella prima fase di implementazione del nuovo processo, è importante che il revisore verifichi l' affidabilità del software utilizzato dall' impresa, ad esempio verificando che il numero di fatture consegnate dal SdI a una determinata data sia coerente con quello che risulta contabilizzato dall' azienda. Il processo di fatturazione elettronica velocizza significativamente i tempi richiesti per l' individuazione delle fatture da ricevere a fine esercizio, considerato che non è più possibile spedire fatture retrodatate settimane o mesi dopo la loro emissione. La rigidità e velocità del processo elettronico per il revisore rappresenta una maggiore tutela. Le peculiarità sopra descritte del processo di fatturazione elettronica contribuiscono a ridurre il rischio di frode, considerata l' impossibilità di emettere fatture nei confronti di partite IVA inesistenti. L' entrata in vigore della fatturazione elettronica determina effetti rilevanti anche sulle verifiche periodiche (di cui all' art. 14 del DLgs. n. 39/2010), oggetto del principio di revisione SA 250B . Effetti rilevanti anche sulle verifiche periodiche Si ricorda che il revisore periodicamente nel corso dell' esercizio è chiamato a verificare la corrispondenza tra fatti amministrativi e scritture contabili, nonché a verificare la correttezza della contabilità. I revisori dovranno modificare le precedenti prassi per quanto riguarda la verifica, a campione, della corretta rilevazione nelle scritture contabili delle fatture attive e passive. L' individuazione delle fatture da verificare, infatti, dovrà necessariamente avvenire on line , considerata la non valenza fiscale della copia cartacea e l' eliminazione, peraltro, dell' obbligo di conservazione della versione cartacea. La fatturazione elettronica, pur non riducendo in misura significativa il rischio di revisione, comporta comunque una riduzione del rischio di controllo e del rischio di frode che può consentire ai revisori legali, in linea di principio, di ridurre la dimensione dei campioni dei documenti da sottoporre a controllo.

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[§19318763§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 33 Italia Oggi Fatturazione Elettronica

Una risposta delle Entrate ai dottori commercialisti ha creato qualche incertezza E-fattura da trasmettere subito

Il documento differito senza i 10 giorni di moratoria

FABRIZIO G. POGGIANI

Fatture elettroniche differite con obbligo di trasmissione immediata. La fattura differita deve, a regime, indicare la data di emissione, che corrisponde alla data di trasmissione al Sistema di interscambio (SdI), non beneficiando dei dieci giorni previsti dalle disposizioni del collegato alla legge di Bilancio 2019. Una risposta dell' Agenzia delle entrate fornita nell' ambito dell' incontro con i rappresentanti del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (Cndcec) lo scorso 15 gennaio (la n. 1.1) ha ingenerato una ulteriore confusione, soprattutto con riferimento ai numerosi contribuenti che anticipano l' emissione della fattura differita alla fine di ogni mese. Nella risposta citata, l' Agenzia delle entrate ha precisato, innanzitutto, che le regole, di cui all' art. 21 (e osiamo affermare dell' art. 21-bis per le fatture semplificate) non sono cambiate, con la conseguenza che la data della fattura corrisponde alla data di effettuazione dell' operazione, in presenza di una fattura immediata (quella emessa entro le ore 24) ma, come sostenuto dalla stessa agenzia, in presenza di fattura differita, che si ricorda può essere emessa entro il giorno 15 del mese successivo a quello in cui viene effettuata l' operazione (lettera a, comma 4 art. 21), in relazione all' emissione di idonei documenti (di trasporto o documenti equipollenti), «la data della fattura è la data di emissione della fattura elettronica» poiché «la data di effettuazione è indicata nei documenti di trasporto riportati in fattura». La stessa Agenzia delle entrate, in merito alla fattura immediata, ha precisato che la data è quella di effettuazione, anche se la spedizione al SdI avverrà entro dieci giorni, ai sensi dell' art. 11, dl 119/2018 a regime (ovvero dal 1° luglio) o, nel primo semestre, entro i termini di liquidazione (entro il giorno 16 del mese successivo, in caso di operatore mensile o entro il 16 del secondo mese successivo per il trimestrale). Quindi, nonostante che le disposizioni prevedano la corretta emissione (trasmissione) di qualsiasi tipologia entro i dieci giorni successivi, se il chiarimento fosse confermato in un documento di prassi così come fornito, paradossalmente, si «obbligherebbe» tutti i contribuenti che hanno emesso i documenti di trasporto (ddt), per esempio, nel mese di luglio e che predispongono, anticipando il termine (per gestire al meglio gli incassi o per report periodici), le fatture a fine mese (31 luglio) a inviarle (quindi trasmetterle) entro la medesima data; il che appare alquanto assurdo giacché una fattura immediata, emessa il 31 luglio, potrà essere inviata entro il 10 agosto, mentre una fattura differita, emessa nella medesima data e riferita ai ddt del mese di luglio, dovrà essere inviata il giorno stesso. Si ritiene, al contrario, che le fatture differite, innanzitutto, possano richiamare soltanto i ddt (numero e data di emissione), senza ulteriori indicazioni (in linea con quanto dichiarato dall' AdE) e che, se emesse entro fine mese, possano far riferimento ai documenti di trasporto del mese, siano datate nel medesimo giorno ma possano essere trasmesse nei dieci giorni successivi all' emissione, ai sensi del citato art. 11, dl 119/2018, non facendo riferimento al momento dell' effettuazione dell' operazione, rilevato dal documento di trasporto, ma al momento dell' emissione della fattura differita. Resta ancora aperto il problema delle fatture relative alle prestazioni sanitarie fatturate verso soggetti che pretendono, oltre che la fattura elettronica anche l' indicazione del paziente e del tipo di prestazione eseguita; è il tipico caso delle imprese di assicurazione. Sul tema si ricorda che l' art.

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10-bis del dl 119/2018, come modificato dai commi 53 e 54 della legge 145/2018 (legge di Bilancio 2019) dispongono l' assoluto «divieto» di fatturazione elettronica, oltre che a quelli che trasmettono i dati al Sistema tessera sanitaria (Sts) ai «soggetti che non sono tenuti all' invio dei dati al Sistema tessera sanitaria» ma «con riferimento alle fatture relative alle prestazioni sanitarie effettuate nei confronti delle persone fisiche»; le Entrate (Faq del 29/1/2018) hanno precisato che l' operatore sanitario non potrebbe emettere fattura elettronica anche nell' ipotesi in cui i dati della prestazione resa non fossero oggetto di una comunicazione al Sistema tessera sanitaria a causa di eventuale opposizione manifestata del contribuente e, quindi, si ritiene che il divieto deve essere ulteriormente esteso a tutti gli operatori sanitari e per tutte le prestazioni di questo tipo, a prescindere dal fatto che i dati siano inviati o meno al citato sistema, in ossequio alle indicazioni del Garante della privacy. © Riproduzione riservata.

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[§19318764§] martedì 05 febbraio 2019

Agenda Digitale Fatturazione Elettronica

Fatturazione elettronica verso l' estero. Non obbligo ma opportunità

DOMANDA Le scrivo da una azienda grossista spagnola che si dedica alla vendita di giocattoli e cancelleria in numerosi paesi dell' Ue (Italia inclusa).

Sono numerosi i nostri clienti che ci chiedono delucidazione circa la fatturazione elettronica e la PEC. Come dobbiamo comportarci? Possiamo continuare a inserire regolare fattura nei colli o dobbiamo comportarci diversamente? Cosa dovrà fare un nostro cliente non appena riceve la nostra fattura? Vittoria Pascarosa RISPOSTA Gli obblighi di fatturazione elettronica riguardano le operazioni effettuate tra soggetti residenti o stabiliti in Italia. Per le cessioni a soggetti né residenti né stabiliti Lei può continuare come per il passato ad emettere fatture analogiche. Tuttavia i provvedimento 89757 del 30 aprile 2018, punto 9.1, prevede che: "Con riferimento alle operazioni di cessione di beni e di prestazione di servizi effettuate e ricevute verso e da soggetti non stabiliti nel territorio dello Stato, gli operatori IVA residenti trasmettono le seguenti informazioni secondo il tracciato e le regole di compilazione previste dalle specifiche tecniche allegate al presente provvedimento: i dati identificativi del cedente/prestatore, i dati identificativi del cessionario/committente, la data del documento comprovante l' operazione, la data di registrazione (per i soli documenti ricevuti e le relative note di variazione), il numero del documento, la base imponibile, l' aliquota IVA applicata e l' imposta ovvero, ove l' operazione non comporti l' annotazione dell' imposta nel documento, la tipologia dell' operazione." Il successivo punto 9.2 prevede che: "La comunicazione di cui al precedente punto 9.1 è facoltativa per tutte le operazioni per le quali è stata emessa una bolletta doganale e quelle per le quali siano state emesse o ricevute fatture elettroniche secondo le regole stabilite nei punti precedenti." Se lei dovesse optare quindi per la emissione della fattura elettronica, ed evitare quindi la trasmissione mensile del c.d. esterometro, può stampare (o inviare per email) al suo cliente una copia analogica della fattura elettronica, considerato che il suo cliente (estero) non riceverà dal sistema di interscambio alcuna notifica. Per quanto riguarda la modalità di emissione della fattura elettronica le indicazioni per la compilazione sono le seguenti: - codice destinatario XXXXXXX, non inserendo il codice fiscale; - cap 000000; - nel campo CodicePaese la sigla del paese di residenza del cliente; - nel campo idpartitaIVA l' identificativo IVA del cliente Per porre domande a Salvatore De Benedictis sul tema "Fatturazione Elettronica e Conservazione Digitale" è possibile inviare le proprie domande a: [email protected] Potranno essere presi in esame solo i quesiti sottoscritti con cognome e nome @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§19318767§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 22 Il Sole 24 Ore Fatturazione Elettronica

La pensione di 50mila euro non preclude l' accesso al forfettario

Giovanni PetruzzellisGabriele Ferlito Nicolino MonacoGiuseppe Acciaro e Pietro Correddu

Il Forum di Telefisco Iniziamo la pubblicazione delle prime risposte ai quesiti che i lettori hanno inviato la Forum di Telefisco 2019. Sono oltre 2200 le domande arrivate; e più della metà riguardano il regime forfettario, seguito dalla fatturazione elettronica e dalla pace fiscale.

Fattura elettronica 1 Rileva anche la fattura in pdf Una fattura elettronica datata 2018, trasmessa dal fornitore il 10 gennaio 2019, può essere registrato ai fini Iva nell' anno 2018 attraverso il pdf cartaceo? Il pdf ricevuto nel 2018 ha sicuramente rilevanza, l' esistenza sullo SdI della stessa fattura impone però, per non duplicare l' operazione nelle comunicazioni che l' emittente storni la fattura da SdI. La detrazione, se la fattura è stata registrata nel gennaio 2019, va al 16 febbraio 2019.

2 Ricevute destinate a scomparire Da una risposta fornita dall' agenzia delle Entrate sembra che un ristorante dal 1° luglio non possa più emettere ricevuta fiscale ma fattura elettronica o scontrino. È così? Dal 1°luglio 2019, per i soggetti Iva con un volume d' affari superiore a 400.000 euro, e dal 1° gennaio 2020 per tutti gli altri, non si potranno più emettere le ricevute fiscali. Se il cliente chiederà la fattura, «non saranno più possibili forme di documentazione diverse dalla fatturazione elettronica» (risposta delle Entrate a Telefisco 2019).

3 Come cointestare la fattura B2C Come si compila una fattura elettronica in caso di cointestazione a più soggetti? Si può considerare cointestata la fattura elettronica con un solo soggetto committente e gli altri soggetti destinatari della stessa fattura indicati solo nella descrizione all' interno della fattura? Per l' agenzia delle Entrate non è plausibile l' emissione di una fattura cointestata verso cessionari/committenti soggetti passivi Iva (B2B), mentre ciò è consentito nei confronti di privati consumatori (B2C). In quest' ultimo caso, si ritengono applicabili le stesse regole seguite per lo spesometro e confermate in una risposta delle Entrate all' evento del Cndcec del 15 gennaio 2019, quindi, nel macroblocco «CessionarioCommittente» (corrispondente alla sezione Identificativi Fiscali dello spesometro) vanno riportati i dati di uno solo dei soggetti (risoluzione 5 luglio 2017, 87/E, risposta 8), mentre in campo a descrizione libera (ad esempio, nell' elemento Causale del macroblocco «Dati Generali») va inserito il codice fiscale e i dati dei cointestatari.

4 L' esonero esteso all' esterometro Un soggetto identificato in Italia ma non residente (articolo 35 ter del Dpr 633) è esonerato dalla fatturazione elettronica; è obbligato a presentare l' esterometro per le fatture attive e per le fatture passive fatte con la partita Iva italiana verso soggetti esteri? L' esonero dall' obbligo della fattura elettronica dovrebbe implicare anche l' esonero dall' esterometro.

5 In caso di trasferte all' estero Una società manda in trasferta i dipendenti all' estero; tali dipendenti fanno fare la fattura degli alberghi esteri intestati alla società. Prima tali fatture di acquisto di alberghi non rientravano nell' Intrastat, adesso devono per forza essere registrati nell' esterometro? In contabilità come devono essere registrati? Le regole previste in ordine al luogo di effettuazione delle prestazioni di servizi (articoli da 7-ter a 7-septies del Dpr 633/1972) non sono cambiate. Pertanto, nel caso di fattura emessa da alberghi situati al di fuori del territorio dello Stato (come definito nell' articolo

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7 del citato decreto Iva) l' operazione è da considerarsi extra-territoriale. La fattura, che recherà l' addebito dell' imposta estera, può essere annotata in contabilità generale (senza transitare sui registri Iva) e i relativi importi non dovranno essere indicati nella dichiarazione annuale. L' operazione non andrà riepilogata nel modello Intrastat in quanto rientra nell' ambito di applicazione dell' articolo 7-quater del Dpr 633/1972.

Regime forfettario 6 Niente "paletti" per i pensionati Un pensionato che ha un reddito lordo da pensione di 50mila euro può accedere al regime forfettario? La risposta è positiva. La legge di Bilancio 2019 ha infatti eliminato la causa di esclusione che fino allo scorso anno precludeva l' accesso al forfait per i titolari di redditi da pensione di importo superiore a 30mila euro.

7 Il tetto dei 65mila riguarda il 2018 Se per l' anno 2019 non supero i 65000 euro ma ho superato nell' anno 2018 tale importo, posso aderire al regime forfetario nel 2019? La risposta è negativa. Il mancato superamento della soglia di 65mila euro va verificato con riferimento ai compensi e ricavi dell' anno precedente. Come chiarito dall' agenzia delle Entrate nella circolare 6/E/2015 (par. 9.6), l' ammontare dei ricavi conseguiti nell' anno precedente a quello in cui si intende applicare il regime forfettario deve essere determinato con riferimento al regime utilizzato nel medesimo periodo d' imposta. Pertanto, coloro che nell' anno precedente hanno applicato il regime ordinario di determinazione del reddito d' impresa effettueranno tale verifica con riferimento ai ricavi imputati secondo il criterio della competenza. Viceversa, i soggetti che già determinavano il reddito in base al principio di cassa (ad esempio i professionisti) devono effettuare la verifica basandosi su questa modalità di imputazione.

8 Quando l' attività è "riconducibile" In relazione alla causa ostativa rappresentata dal possesso di partecipazioni in Srl, cosa si intende per attività della società "riconducibile" a quella della partita Iva individuale? Il controllo di una Srl immobiliare (compravendita e locazione di immobili) da parte di un architetto è causa ostativa al regime forfettario? L' attività professionale di un architetto non è in alcun modo riconducibile a quella di compravendita e locazione di immobili. Pertanto si ritiene non applicabile nel caso di cui al quesito la causa di esclusione prevista dalla normativa. 9 Da minimo a forfettario Un contribuente, non avendo ancora compiuto 35 anni, usufruisce ancora del regime dei minimi. Nel corso del 2019 percepisce compensi superiori a 45mila euro, ma inferiori a 65mila euro.

È obbligato a passare al regime ordinario retroattivamente dal 1° gennaio 2019 (con conseguente assolvimento dell' Iva - e adempimenti conseguenti - sulle fatture già emesse) e poi al forfettario dal 1° gennaio 2020 o può mantenere il regime dei minimi per tutto il 2019 e passare al regime forfettario dal 1° gennaio 2020? Nell' ambito del regime dei minimi, il superamento dei limiti di 30mila euro prevede due distinte ipotesi in relazione agli effetti temporali della fuoriuscita dal regime stesso. Il regime cessa di avere efficacia dall' anno successivo a quello viene superato il limite di 30mila euro ma entro il limite del 50% del predetto limite stesso (cioè ricavi inferiori a 45mila euro). Nel caso in cui, invece, i ricavi o compensi superino di oltre il 50%il limite di 30mila euro (superiori a 45mila euro) il regime cessa di avere applicazione nell' anno stesso in cui avviene il superamento. In tal caso, il contribuente dovrà porre in essere gli ordinari adempimenti contabili ed extracontabili posti a carico degli imprenditori e dei professionisti. Pertanto, nel caso del quesito, il superamento del limite dei 45.000 nel corso del 2019, comporta la fuoriuscita dal regime con effetto retroattivo, ossia dal °1 gennaio 2019, con l' onere di regolarizzare i conseguenti adempimenti contabili e fiscali (anche agli effetti dell' Iva), salvo il caso in cui il contribuente, fermo restando il possesso di tutti i requisiti richiesti dalla legge 190/2014, applichi il regime forfettario.

10 Tra ex colleghi niente preclusioni Due soggetti che sono stati licenziati nel corso del 2019, intendono aprire la partita Iva e fattureranno ad un loro ex collega anche lui licenziato nel corso del 2019. Possono accedere al regime forfettario? Non sussiste la causa di esclusione qualora l' attività svolta in regime forfettario non sia prestata nei confronti del proprio datore di lavoro e di colui che lo è stato nei due anni precedenti.

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[§19318769§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 34 Italia Oggi Fatturazione Elettronica

videoforum 2019/le risposte degli esperti ai quesiti degli spettatori Reverse interno, autofattura alternativa alla fattura integrata

I.R.

ItaliaOggi pubblica le risposte degli esperti ai quesiti posti dagli spettatori nel corso del Videoforum del 23 gennaio 2019 sulle novità in materia fiscale e di lavoro REVERSE CHARGE Per le fatture elettroniche in reverse charge, l' autofattura deve essere elettronica? Risponde Giuliano Mandolesi Si ritiene che il gentile lettore faccia riferimento al reverse charge interno ex art 17 dpr 633/72. In relazione alla corretta gestione del reverse interno, si fa presente che l' autofattura costituisce modalità alternativa all' integrazione della fattura con l' aliquota e l' imposta dovuta e la conseguente registrazione della stessa ai sensi degli articoli 23 e 25 del dpr 633/72. Qualora il contribuente scelga l' utilizzo dell' autofattura, dovrà inviarla elettronicamente indicando come codice il TD01. REVERSE CHANGE E INTRA Per quanto riguarda la registrazione di fatture di acquisto in reverse change ex art.17 ove c' è l' obbligo di autofattura, quest' ultima deve essere elettronica e quindi inviata allo Sdi? Vale lo stesso anche per le fatture di acquisto Intra? Come fare per adempiere al reverse charge interno, integrazione- autofatturazione, dopo la ricezione di una fattura elettronica e quali sono le implicazione con i registri Iva? Risponde Giuliano Mandolesi In merito alla corretta gestione del reverse charge interno va precisato, come anche indicato dall' Agenzia delle entrate nelle Faq, che l' utilizzo dell' autofattura rappresenta una modalità alternativa all' integrazione della fattura con l' aliquota e l' imposta dovuta e la conseguente registrazione della stessa ai sensi degli articoli 23 e 25 del dpr 633/72. Visto quanto indicato dall' Agenzia stessa, essendo l' autofattura alternativa alla doppia registrazione in registro acquisti/vendite, si ritiene siano adempiuti correttamente gli obblighi di legge procedendo anche unicamente alla doppia registrazione contabile ai sensi degli articoli 23 e 25 del dpr 633/72. Qualora invece il contribuente scelga l' utilizzo dell' autofattura, dovrà inviarla elettronicamente allo Sdi indicando come codice il TD01. Per gli acquisti comunitari ed extracomunitari invece nulla cambia ed oltre agli obblighi relativi ad integrazione e doppia registrazione in registro acquisti/vendite, l' operatore Iva residente o stabilito in Italia sarà tenuto ad effettuare l' adempimento della comunicazione dei dati delle fatture d' acquisto ai sensi dell' art. 1, comma 3bis, del dlgs. n. 127/15 (esterometro). E-FATTURA, CESSIONI PERIODICHE SENZA DDT Caso: cessione di latte crudo franco stalla, ritirato dal caseificio (non cooperativa) compilando un registro delle consegne e non Ddt. Il prezzo del latte varia in base alla qualità e alcuni parametri (grasso, proteine...) verificati con analisi a sorpresa durante il mese mentre i litri totali del mese potranno essere verificati correttamente solo a consuntivo (a causa di scostamenti dei litri effettivi rispetto ai litri annotati nel registro consegne dovuti al prelievo dal frigo dell' allevatore al camion del caseificio, altri dovuti al calo fisiologico per caldo/freddo, altri dovuti allo scarico dal camion al caseificio). Considerati questi presupposti, fino al 2018, il caseificio inviava all' allevatore i dati per la fatturazione a mezzo fac-simile di fattura (con prezzo e litri definitivi) entro una settimana dalla fine del mese di consegna. L' allevatore emetteva fattura datata ultimo giorno del mese di consegna. Si chiede se, a seguito dell' introduzione della fattura elettronica, tale modalità sia corretta: emissione di fattura da parte dell' allevatore entro circa una settimana dalla fine del mese con data indicata in fattura pari all' ultimo giorno del mese. La fattura elettronica verrebbe quindi inviata al Sdi entro circa una settimana dalla fine del mese di consegna. Questo in quanto non è materialmente possibile per l' allevatore conoscere i corretti dati di fatturazione l' ultimo giorno del mese (in quanto variabili, come precisato sopra). Risponde Giuliano Mandolesi Secondo quanto disposto dall' art 73 lettera b) del dpr 633/72 e dal correlato decreto

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2019 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 32 ministeriale del 15/11/1975 per le cessioni di beni il cui prezzo, in base a disposizioni legislative, usi commerciali, accordi economici collettivi o clausole contrattuali, è commisurato ad elementi non ancora conosciuti alla data di effettuazione dell' operazione la fattura può essere emessa entro il mese successivo a quello in cui i suddetti elementi sono noti o il prezzo è stato comunque determinato. Per queste tipologie di cessioni, effettuate tra le stesse parti, può essere emessa una sola fattura. Restano ferme le disposizioni degli articoli 6 e 21 del dpr 633/72 e successive modifiche e integrazioni qualora anteriormente alla determinazione del prezzo siano emesse fatture ovvero siano eseguiti pagamenti, anche parziali, dei corrispettivi (ovvero va emessa fattura elettronica per l' importo ricevuto). Tuttavia per i pagamenti anche parziali effettuati nei confronti di uno stesso produttore agricolo nel corso di un mese, può essere emessa, entro il mese successivo, una sola fattura. Queste tipologie di cessioni inoltre devono risultare da annotazioni nei libri o registri previsti dall' art. 53, terzo comma, del dpr 633/72, ovvero dai documenti di trasporto o dagli altri idonei documenti di cui all' art. 21, quarto comma. In alternativa risulta comunque utilizzabile la fattura differita ai sensi dell' art 21 c.4 del dpr 633/72. ESTEROMETRO Se decidiamo di far transitare le fatture emesse verso l' estero tramite Sdi, per evitare l' esterometro, come ci dobbiamo comportare per le fatture emesse verso paesi extra- Cee (esempio la Svizzera)? Ossia il Cap e l' identificativo fiscale/Partita Iva come vanno indicati? Risponde Giuliano Mandolesi Secondo quanto indicato nel provvedimento dell' agenzia delle entrate del 30 aprile 2018 con riferimento alle operazioni di cessione di beni e di prestazione di servizi effettuate e ricevute verso e da soggetti non stabiliti nel territorio dello Stato, gli operatori Iva residenti trasmettono le seguenti informazioni secondo il tracciato e le regole di compilazione previste dalle specifiche tecniche allegate al presente provvedimento: i dati identificativi del cedente/prestatore, i dati identificativi del cessionario/committente, la data del documento comprovante l' operazione, la data di registrazione (per i soli documenti ricevuti e le relative note di variazione), il numero del documento, la base imponibile, l' aliquota Iva applicata e l' imposta ovvero, ove l' operazione non comporti l' annotazione dell' imposta nel documento, la tipologia dell' operazione. Per le sole fatture emesse, le comunicazioni di cui sopra, possono essere eseguite trasmettendo al sistema dell' Agenzia delle entrate l' intera fattura emessa compilando solo il campo «CodiceDestinatario» con un codice convenzionale (XXXXXXX) indicato nelle specifiche tecniche allegate al presente provvedimento. E-FATTURA E ACQUISTO CARBURANTE Se ci si reca presso lo stesso distributore di carburante più volte nello stesso mese e si paga con carta di credito normale (non carta di pagamento della compagnia petrolifera) il distributore dovrebbe fare ogni volta una fattura elettronica; non è possibile invece avere una unica fattura riepilogativa mensile? Risponde Giuliano Mandolesi La soluzione prospetta ovvero quella della fattura riepilogativa mensile è possibile attraverso l' utilizzo della fattura differita ex art 21 c.4 lettera a) dpr 633/72 secondo cui «per le cessioni di beni la cui consegna o spedizione risulta da documento di trasporto o da altro documento idoneo a identificare i soggetti tra i quali è effettuata l' operazione (... ) nonché per le prestazioni di servizi individuabili attraverso idonea documentazione, effettuate nello stesso mese solare nei confronti del medesimo soggetto, può essere emessa una sola fattura, recante il dettaglio delle operazioni, entro il giorno 15 del mese successivo a quello di effettuazione delle medesime». Come indicato dall' Agenzia delle entrate nella Faq n. 21 del 27 novembre 2018, l' introduzione dell' obbligo di fatturazione elettronica non ha modificato le disposizioni di cui all' articolo 21, comma 4, del dpr n. 633/72 e quindi è possibile l' emissione di una fattura elettronica «differita». Secondo la norma si può emettere una fattura entro il giorno 15 del mese successivo a quello di effettuazione dell' operazione di cessione di beni o prestazioni di servizi. A titolo d' esempio, quindi, per operazioni di cessione di beni effettuate il 20 gennaio 2019, l' operatore Iva residente o stabilito potrà emettere una fattura elettronica «differita» il 10 febbraio 2019 avendo cura di: - emettere al momento della cessione (20 gennaio), un Ddt o altro documento equipollente (con le caratteristiche stabilite dal dpr n. 472/96) che accompagni la merce; - datare la fattura elettronica con la data del 10 febbraio 2019, indicandovi i riferimenti del documento o dei documenti di trasporto (numero e data); - far concorrere l' Iva alla liquidazione del mese di gennaio. FATTURA ELETTRONICA A PRIVATO Un artigiano che deve consegnare la copia cartacea della fattura elettronica al privato può emetterla sui moduli fatture prestampati in duplice copia utilizzati fino al 2018 e in seguito trasmetterla elettronicamente? Risponde Giuliano Mandolesi Secondo quanto disposto dall' art 1 del dlgs 127/2015 e nelle faq dell' Agenzia delle entrate «l' operatore Iva residente o stabilito è obbligato ad emettere la fattura elettronica anche nei rapporti con i consumatori finali (B2C) e a consegnare agli stessi una copia della fattura elettronica emessa, in formato analogico o elettronico, salvo che il cliente non rinunci ad avere tale copia». Dall' analisi di quanto indicato dunque la «copia cartacea» non può essere emessa sui moduli prestampati utilizzati fino al 2018 poiché il formato analogico-cartaceo deve essere il clone di quello elettronico inviato allo Sdi.

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[§19318771§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 30 Italia Oggi Fatturazione Elettronica

Il Concetto di prevalenza non ha i confini delimitati Sul fatturato regime forfettario a ostacoli

DUILIO LIBURDI E MASSIMILIANO SIRONI

Regime forfettario a ostacoli. Tale impressione si ritrae da una lettura ragionata delle diverse risposte di carattere interpretativo che l' Agenzia delle entrate ha fornito nel corso dei recenti incontri con la stampa specializzata. Il forfait. La legge di Bilancio per l' anno 2019 (legge n. 145/2019) ha notevolmente ampliato il novero dei potenziali beneficiari del regime forfettario di cui alla legge n. 190/2014, uniformando (indipendentemente dal codice ATECO relativo all' attività svolta) la soglia di accesso dei ricavi o compensi realizzati nell' anno precedente a euro 65 mila. Oltre a ciò, è però opportuno segnalare che sono state modificate anche alcune delle condizioni ostative all' ingresso, tra cui vi è quella relativa alla precedente condizione di lavoratore dipendente del contribuente potenzialmente interessato ad accedere a questo istituto. Proprio sulle cause di ostacolo per usufruire dei benefici del forfait si sono concentrate molte delle risposte che l' Agenzia delle entrate ha dato nel corso degli incontri con la stampa specializzata (tra cui il Videoforum di ItaliaOggi). Lo status di lavoratore dipendente. Prima delle modifiche introdotte dalla legge n. 145/2018, era previsto che non potevano accedere al regime «i soggetti che nell' anno precedente hanno percepito redditi di lavoro dipendente e redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente, di cui rispettivamente agli articoli 49 e 50 del Testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del presidente della repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, eccedenti l' importo di 30 mila euro; la verifica di tale soglia è irrilevante se il rapporto di lavoro è cessato». Vi era dunque un vero e proprio limite di carattere quantitativo (euro 30 mila) con un ben preciso arco temporale («nell' anno precedente« rispetto al forfait) e una definita tipologia di reddito (lavoro dipendente e assimilato) tale per cui, la causa ostativa risultava essere sufficientemente chiara e oggettivamente individuabile. La modifica. A decorrere dal 1° gennaio 2019, l' art. 1, comma 57, lett. d-bis della legge n. 145/2018 ha modificato tale condizione, prevedendo ora che risulta precluso l' accesso al regime forfetario alle «persone fisiche la cui attività sia esercitata prevalentemente nei confronti di datori di lavoro con i quali sono in corso rapporti di lavoro o erano intercorsi rapporti di lavoro nei due precedenti periodi d' imposta, ovvero nei confronti di soggetti direttamente o indirettamente riconducibili ai suddetti datori di lavoro». Vi è dunque la sostituzione di una soglia quantitativa con una qualitativa finalizzata a verificare, indipendentemente dall' entità del reddito di lavoro dipendente (o assimilato), quale fosse lo status di un dato soggetto nel biennio antecedente rispetto a quello in cui si vuole usufruire del forfait. Tuttavia, tale preclusione non risulta essere assoluta, bensì circoscritta solo ai casi in cui l' attività oggetto del regime agevolato sia esercitata prevalentemente nei confronti del datore di lavoro o di altri soggetti a lui direttamente o indirettamente riconducibili. Il fatturato. Il concetto di prevalenza non è stato ulteriormente chiarito e nel silenzio della norma, è ragionevole ritenere che il parametro di riferimento sia costituito dal fatturato o dai compensi. Ciò acclarato, rimane tuttavia sul tavolo un' ulteriore questione attinente alla declinazione della prevalenza, ovvero se la stessa debba intendersi «assoluta» o «relativa». Volendo esemplificare, la prima fattispecie può essere rappresentata da un soggetto che, a fronte di ricavi pari a 100, fattura 51 al suo ex datore di lavoro, mentre il secondo caso è quello di colui che (sempre a fronte di ricavi pari a 100), fattura 30 al suo ex datore di lavoro, e 10 ad altri sette soggetti del tutto indipendenti e non riconducibili al medesimo. Vi è al riguardo un legittimo dubbio se la seconda situazione abbia tutti i requisiti per poter integrare causa ostativa tanto quanto la prima. L' interpretazione. Ad avviso di chi scrive, anche la prevalenza relativa costituisce causa ostativa per l' accesso al regime agevolato, in quanto la relazione illustrativa alla legge di Bilancio chiarisce come la finalità di questa previsione

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2019 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 34 sia quella di «[] evitare un incentivo indiretto alla trasformazione di rapporti di lavoro dipendente in altre forme contrattuali che godono dell' agevolazione». Proprio in questa prospettiva, si ritiene che privilegiare una lettura che valorizzi la sola prevalenza assoluta (50% + 1 del fatturato) quale ostacolo al regime, rischierebbe di violare la ratio della disposizione. Da ultimo, si evidenzia che anche il frazionamento di fatturato tra una pluralità di soggetti facenti parte di un gruppo societario (di cui fa parte anche l' ex datore di lavoro), debba essere considerata cumulativamente ai fini della valutazione della prevalenza e dell' applicazione della condizione ostativa. © Riproduzione riservata.

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[§19318772§] mercoledì 06 febbraio 2019

EutekneInfo Fatturazione Elettronica

Ultima chiamata per la comunicazione dei dati delle fatture

Entro il 28 febbraio 2019 i dati del secondo semestre 2018, dopo di che l' adempimento è abolito

Il 28 febbraio 2018 scade il termine per effettuare la comunicazione dei dati delle fatture ( art. 21 del DL 78/2010), con riferimento ai documenti emessi e registrati nel secondo semestre 2018 (1° luglio-31 dicembre 2018). Per coloro che avessero optato per la periodicità trimestrale di trasmissione dei dati, resta ferma la possibilità di inviare, entro il predetto termine, anche i dati relativi al terzo trimestre 2018 senza l' applicazione di sanzioni, per effetto dell' art. 11 del DL 87/2018. La comunicazione è abolita a far data dall' anno di imposta 2019. Pertanto, l' invio dei dati relativi all' ultimo trimestre/semestre del 2018, entro il 28 febbraio 2019, sarà l' ultimo a dover essere effettuato. A decorrere dall' anno di imposta 2019, il monitoraggio delle operazioni tra soggetti residenti stabiliti in Italia avverrà, invece, mediante l' emissione e la ricezione delle fatture elettroniche . Per le cessioni e prestazioni che intercorrono con soggetti non stabiliti, invece, è dovuto il c.d. esterometro, vale a dire una comunicazione operativamente analoga alla comunicazione dei dati delle fatture vigente sino al 2018 (si veda " L' esterometro misura gli acquisti da soggetti non stabiliti " del 5 febbraio 2019), sempreché non sia stata emessa fattura elettronica facoltativa oppure bolletta doganale. Sono esonerati da tutti gli obblighi di legge sin qui menzionati (spesometro, emissione di fattura elettronica, esterometro) i soggetti che si avvalgono del regime di vantaggio o del regime forfetario. Resta ancora in vigore, compilando il modello polivalente, la comunicazione delle operazioni in contanti relative al turismo , entro il 10 o 22 aprile 2019, ai sensi dell' art. 3 comma 2- bis del DL 16/2012. Per quanto riguarda la comunicazione dei dati delle fatture relative al secondo semestre 2018, va osservato che - in tale periodo - sono stati previsti, in via anticipata, gli obblighi di fatturazione elettronica per le prestazioni rese in forza di subappalti pubblici nonché per le cessioni di carburante in rapporti commerciali antecedenti la distribuzione al dettaglio. Si osserva che, come indicato nella circolare Agenzia delle Entrate n. 1/2017 , non dovranno essere inclusi nella comunicazione i dati delle fatture emesse e ricevute in formato elettronico, transitate per il Sistema di Interscambio (SdI) dal 1° luglio 2018, nei citati settori, dunque già acquisiti dalla stessa Agenzia. L' esonero non è totale poiché il soggetto passivo dovrà comunque trasmettere i dati relativi alle altre fatture, per le quali l' emissione non è avvenuta in formato elettronico. Escluse le fatture elettroniche emesse per carburanti e subappalti pubblici Si pensi al caso degli intermediari nel settore dei carburanti (es. grossisti o trader), esonerati dall' invio dei dati relativi ad acquisti e cessioni di benzina e gasolio (documentati, per obbligo, dal 1° luglio 2019 con fattura elettronica) ma non dai dati riferiti alle compravendite di GPL e metano (salvo che sia stata emessa e-fattura su base facoltativa). Un comportamento di tenore analogo dovrà essere tenuto rispetto ai dati delle fatture elettroniche emesse e ricevute dalle amministrazioni pubbliche ex art. 1 comma 2 della L. 196/2009. Per queste amministrazioni, infatti, l' esonero dalla comunicazione riguarda i soli dati relativi alle fatture elettroniche transitate per il SdI. Invece, le amministrazioni individuate dall' art. 1 comma 2 del DLgs. 165/2001 sono esonerati anche dalla comunicazione delle fatture emesse nei confronti dei consumatori finali ( art. 1- ter del DL 148/2017).

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[§19318773§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 32 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

in G.U. il decreto sulle nuove modalità di riparto Alla Sicilia i 3,64 decimi dell' Iva

FRANCA FACCINI

Via libera alle nuove modalità di attribuzione alla Sicilia della compartecipazione all' Iva. È stato, infatti, pubblicato sulla G.U. n. 30 del 5/2/2019, il decreto del ministro dell' economia e delle finanze 25 gennaio 2019 con il quale viene data attuazione all' art. 2 del dpr 1074 del 1965 che, a seguito delle modifiche apportate dall' articolo unico del dlgs 25 gennaio 2018, n. 16, dispone che dal 2017 spettano alla Regione Siciliana i 3,64 decimi dell' Iva «maturata» nel territorio. Per rendere operativo il nuovo meccanismo di determinazione del gettito spettante alla Sicilia è stata necessaria l' emanazione di un decreto con il quale sono state concordate le nuove modalità di attribuzione del gettito Iva, che deve essere calcolato in applicazione del criterio del «maturato», in sostituzione del metodo del gettito «riscosso» nel territorio della regione. Il sistema si allinea, dunque, a quello che era stato introdotto dal 2016 esclusivamente per l' Irpef, per il quale dal 2017 la compartecipazione è fissata a 7,10 decimi del tributo statale maturato nella regione. Per gli altri tributi, invece, continua a valere il principio generale che spettano alla Regione, ai sensi dell' art. 36 dello Statuto, i 10/10 di tutte le entrate tributarie erariali «riscosse» nel territorio siciliano. Detta nuova misura di compartecipazione potrebbe a primo acchito fa pensare che si crei una perdita di gettito per la Sicilia, ma in realtà ciò non accade proprio perché non si dovrà più fare riferimento al gettito «riscosso» nel territorio siciliano, ma al gettito dell' Iva «maturata» in ambito regionale, determinata applicando annualmente al gettito nazionale Iva complessivo affluito al bilancio dello Stato, esclusa l' Iva all' importazione, al netto dei rimborsi, delle compensazioni e della quota riservata all' Unione europea a titolo di risorse proprie Iva, l' incidenza della spesa per consumi finali delle famiglie in Sicilia rispetto a quella nazionale, così come risultante dai dati rilevati dall' Istat nell' ultimo anno disponibile. Il gettito dell' Iva, come si legge all' art. 1 del decreto, viene, quindi, assegnato alla Sicilia mediante attribuzione diretta ad opera della Struttura di gestione dell' Agenzia delle entrate.

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[§19318775§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 23 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

CONTRIBUTI INPS Contratti a termine, l' extra senza istruzioni

Maggiorazioni sui rinnovi da versare, ma mancano le indicazioni dell' Istituto

Antonino CanniotoGiuseppe Maccarone

Il decreto dignità (Dl 87/18 - L.96/18), per scoraggiare il ricorso sistematico ai contratti a tempo determinato con gli stessi lavoratori, ha introdotto un incremento della contribuzione dello 0,50% che si applica a ogni rinnovo: al primo rinnovo si paga lo 0,5% in più, al secondo l' 1%, al terzo l' 1,5% e così via. Il ministero del Lavoro, nella circolare 17/2018, ha precisato che a regime la maggiorazione interessa tutti i rinnovi, mentre per i periodi pregressi la data spartiacque è il 14 luglio 2018 (momento da cui sono in vigore le nuove regole). Da tale data per i rinnovi si paga la maggiorazione anche se si tratta di contratti a termine stipulati e conclusi nel periodo antecedente l' entrata in vigore del Dl 87/2018. A sei mesi di distanza, stante l' assenza di istruzioni da parte dell' Inps, le aziende non sanno come comportarsi per i versamenti. Infatti, pur ipotizzando che il contributo post rinnovo possa essere versato in misura pari all' 1,9% (1,40% + 0,50%), resta da capire come trasferire all' Istituto gli eventuali arretrati. Non è questa la sola norma in attesa di indicazioni. Va al riguardo considerato che in un contesto come l' attuale - segnato di una serie non indifferente di disposizioni (già note, appena emanate e/o in fieri) i cui adempimenti, come consuetudine, dovranno essere curati da datori, consulenti e intermediari - la funzionalità del sistema postula che tutti gli attori coinvolti svolgano al meglio la propria parte e che le necessarie istruzioni di prassi giungano in modo chiaro e, soprattutto, tempestivo. Ma non sempre queste condizioni si realizzano. Il provvedimento meno giovane ancora in attesa di istruzioni è quello sull' incentivo in favore delle aziende che impiegano o formano persone detenute o internate. La normativa originaria (legge 193/2000) è stata modificata dal Dl 101/2013 e dal Dm n. 148 del 24 luglio 2014, incidendo su aspetti normativi e contributivi. La percentuale di riduzione complessiva è, infatti, salita al 95% (era l' 80%). Più recenti sono le disposizioni sulla detassazione dei premi di risultato e il welfare aziendale oggetto - dal 2016 - di reiterati interventi legislativi. In estrema sintesi, al verificarsi delle condizioni previste dai diversi piani di incremento della produttività, il datore può erogare ai dipendenti un premio, assoggettato a una imposta del 10% sostitutiva dell' Irpef e delle addizionali regionali e comunali. I lavoratori possono optare per l' erogazione di tali premi in servizi e beni di welfare. Entro regole e limiti definiti, servizi e beni erogati dal datore nell' ambito di un piano di welfare non costituiscono reddito di lavoro dipendente e, a seguito del regime di armonizzazione delle basi fiscali e previdenziali (Dlgs 314/1997), non rilevano ai fini dell' imponibile contributivo. Mentre sul fronte fiscale le Entrate hanno più volte fornito indicazioni (l' ultima circolare è la 5/2018), nessuna precisazione è pervenuta dall' Inps. In attesa di istruzioni è, infine, anche l' esonero dal pagamento delle quote di accantonamento del Tfr relative alla retribuzione persa a seguito della riduzione oraria o sospensione dal lavoro e dal pagamento del "contributo di licenziamento" (articolo 2, comma 31, legge 92/2012) da parte di società in procedura fallimentare o in amministrazione straordinaria beneficiarie del trattamento straordinario di integrazione salariale negli anni 2019 e 2020 in seguito a crisi per cessazione di attività, in base all' articolo 44 del Dl Genova (109/2018 - L. 130/18). La materia è stata oggetto di chiarimenti ministeriali (circolare 19/2018), ma mancano le indicazioni dell' Inps. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§19318777§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 30 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

Presentata alla camera la proposta di legge che punta a far emergere il sommerso Dal 2020 via all' IrpefIresPlus

Imposta sostitutiva del 15% sul reddito incrementale

CRISTINA BARTELLI

IrpefIresPlus. Non è uno scioglilingua ma un' imposta sostitutiva che si applicherà a partire dal 10% del reddito dichiarato in più rispetto all' anno precedente dal contribuente, che sconterà un' aliquota d' imposta di favore pari al 15%. Mettendo il contribuente al riparo dagli accertamenti, esclusi i casi di reati gravi. L' imposta si applicherà dal 1° gennaio 2020 sui redditi conseguiti nel 2019 e avrà una durata temporale di tre anni. Una sorta di antipasto dell' avvio della flat tax per tutti. Il progetto è fortemente voluto dai sottosegretari Massimo Garavaglia e Massimo Bitonci, nonché dal vicepresidente della commissione finanze della Camera Alberto Gusmeroli. Al momento l' idea è scritta nero su bianco in un progetto di legge, il n. 1501, presentato alla Camera e sostenuto dalle firme di tutti i deputati della Lega in commissione finanze. L' imposta sostitutiva si applica ai soggetti che già pagano l' Irpef o l' Ires, siano essi titolari di partita Iva o società. L' aliquota è pari al 15% e va a sostituire Irpef, Ires e addizionale regionale e comunale. Lo scopo della proposta della Lega è quello di far emergere materia imponibile per finanziare al termine di un triennio l' avvio della flat tax per tutti. Ed è anche un correttivo in corsa al sistema della flat tax attualmente approvato. Il quale soffre di un difetto evidente, adesso riconosciuto nella proposta di legge: non far crescere il fatturato in prossimità della soglia massima di 65 mila euro (regime forfettario) o di 100 mila euro (flat tax). Il meccanismo per cui il fatturato oltre quella soglia è tassato con un' aliquota molto bassa, il 15% appunto, è il tentativo di superare questo difetto. Più nello specifico, per centrare l' obiettivo la proposta di legge considera che sul maggior reddito rispetto all' anno precedente, aumentato dell' incremento Istat (il riferimento è il 2019 per il primo anno di vigenza), si applica l' imposta sostitutiva denominata IrpefIresPlus al 15%. Attenzione però: affinché scatti questo prelievo è necessario che il contribuente dichiari almeno il 10% in più rispetto all' anno precedente. Oltre il tetto del 10% emerso non sono previsti accertamenti fiscali se non nel caso di reati tributari particolarmente gravi o di frodi fiscali. Il tutto sarà in prova per tre anni. La proposta mira all' ambizioso obiettivo di far emergere una fetta del sommerso di oltre 100 miliardi di euro per la sola Irpef «permettendo di traghettare», si legge nel documento, «il sistema Irpef dalle attuali aliquote progressive alla flat tax 15%». Ma le agevolazioni per chi emerge non si fermano qui. Sul reddito eccedente soggetto all' imposta sostitutiva non saranno dovuti, in deroga alle regole in vigore, i contributi previdenziali e assistenziali, ferma restando la possibilità di optare per il versamento dei contributi previdenziali in forma volontaria «al fine di aumentare la propria quota pensionistica di accantonamento». Un' altra agevolazione, non di poco conto, è quella che deriverà dalla conformità dell' eccedenza di reddito dichiarato. Se per i due anni successivi la base imponibile supererà il reddito dichiarato al lordo degli oneri deducibili dell' anno 2019, maggiorato della percentuale Istat dell' anno, di una percentuale del 10%, il reddito si considererà conforme. E ciò comporterà, come detto la non accertabilità, fatti salvi reati tributari per cui scatta il procedimento penale o mancata dichiarazione di redditi esteri.

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[§19318778§] mercoledì 06 febbraio 2019

EutekneInfo Fisco e Dichiarazioni

Gli alloggi dei militari scontano l' ICI

L' esenzione per gli immobili di Stato e altri enti destinati ai fini istituzionali non vale con concessione del bene a fronte del pagamento di un canone

Con l' ordinanza n. 3268 depositata il 5 febbraio 2019, la Corte di Cassazione ha deciso che l' esenzione ICI prevista dalla lett. a) dell' art. 7 comma 1 del DLgs. 504/92 per gli immobili posseduti dallo Stato riguarda soltanto quelli destinati esclusivamente ai compiti istituzionali e, pertanto, non può spettare per le unità immobiliari adibite ad abitazione dei militari e delle relative famiglie (alloggi di servizio) posseduti dal Ministero della Difesa. Nel caso di specie, lo Stato Maggiore dell' Aeronautica del Ministero della Difesa ha proposto ricorso contro il Comune di Roma Capitale avverso la decisione della C.T. Reg del Lazio che ha ritenuto legittimo l' avviso di accertamento dell' ente locale con riguardo agli alloggi di servizio dei militari . Si ricorda che l' art. 7 comma 1 lett. a) del DLgs. 30 dicembre 1992 n. 504, recante la disciplina dell' ICI, stabilisce che sono esenti dall' imposta gli "immobili posseduti dallo Stato, dalle regioni, dalle province, nonché dai comuni, se diversi da quelli indicati nell' ultimo periodo del comma 1 dell' articolo 4, dalle comunità montane, dai consorzi fra detti enti, dalle unità sanitarie locali, dalle istituzioni sanitarie pubbliche autonome di cui all' articolo 41 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, dalle camere di commercio, industria, artigianato ed agricoltura, destinati esclusivamente ai compiti istituzionali". L' esenzione stabilita dalla citata lett. a) è subordinata alla condizione che gli immobili (fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli), posseduti dallo Stato, dalle Regioni, dalle Province e da altri enti, siano destinati esclusivamente ai compiti istituzionali degli stessi (Cass. 24 settembre 2003 n. 14146 ha affermato che spetta all' ente pubblico fornire la prova sulla destinazione esclusiva dell' immobile). Come ribadito dalla Cassazione nell' ordinanza in commento, affinché possa operare l' esenzione, l' utilizzo dell' immobile deve essere " diretto " e " immediato " per l' assolvimento delle finalità dell' istituto e non può considerarsi tale l' affidamento o la concessione del bene al godimento personale e privato di terzi a fronte del pagamento di un canone (in tal senso, tra le altre, Cass. 17 luglio 2015 n. 15025 e 30 dicembre 2011 n. 30731 ). Per gli immobili posseduti dal Ministero della Difesa "destinati esclusivamente ai compiti istituzionali" ( cfr. anche Cass. 8 novembre 2017 n. 26453 ), quindi, l' esenzione ICI prevista dalla lett. a) dell' art. 7 comma 1 del DLgs. 504/92 non può riguardare gli immobili (fatti oggetto di obbligatorio accatastamento) costituiti dagli alloggi per l' abitazione del personale di servizio e delle relative famiglie ove tale utilizzo sia conseguente a una concessione amministrativa del bene a fronte del pagamento di un canone . Assoggettamento anche all' IMU La decisione ha conseguenze anche ai fini dell' IMU , considerato che la disposizione contenuta nell' art. 9 comma 8 del DLgs. 23/2011 ripropone nella sostanza quella dettata dalla lett. a) dell' art. 7 comma 1 del DLgs. 504/92 ai fini dell' ICI in relazione alla destinazione degli immobili ai soli fini istituzionali. Il menzionato comma 8, infatti, fa riferimento agli "immobili posseduti dallo Stato, nonché gli immobili posseduti, nel proprio territorio, dalle regioni, dalle province, dai comuni, dalle comunità montane, dai consorzi fra detti enti, ove non soppressi, dagli enti del Servizio sanitario nazionale, destinati esclusivamente ai compiti istituzionali". Seppur la disposizione IMU sia stata riformulata rispetto a quella dell' ICI, essa si differenzia da quella previgente sotto due profili: - da un lato, fornisce una diversa elencazione degli enti interessati; - dall' altro, con riferimento agli enti locali, circoscrive l' esenzione agli immobili da essi posseduti nel proprio territorio.

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[§19318779§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 39 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

bilancio enti Imu e Tasi saranno più salate

«Anche quest' anno viene concesso ai comuni più tempo per approvare i bilanci e contestualmente stabilire le aliquote di Imu, Tasi e addizionali. Solito rito, seguiranno ulteriori rinvii. La novità, stavolta è che il governo ha deciso che i tributi potranno anche aumentare». Così, su Twitter, il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, in merito al differimento del termine per la deliberazione dei bilanci di previsione degli enti locali, previsto dal decreto del ministero dell' interno 7 dicembre 2018, appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale. https://twitter. com/gspazianitesta/status/1074953250087071744 © Riproduzione riservata.

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[§19318781§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 19 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

FISCO La web tax rischia di cadere sulla doppia imposizione

Nell' imposta introdotta dalla legge 145/18 imprese distinte solo per dimensioni La disciplina sarebbe più equa con la possibilità di dedurre quanto pagato

Pagina a cura diGiovanni GallucciMaricla Pennesi

In attesa che in Europa si trovi un consenso unanime all' introduzione della Digital services tax (Dts), ciascun Paese ha ritenuto di dare la propria interpretazione al problema della tassazione dei servizi digitali. In Italia l' imposta sui servizi digitali introdotta dalla legge di bilancio 2019 reca però in sé i medesimi limiti della proposta di direttiva Ue Com(2018)148 final a cui si ispira. Così articolata, infatti, la disciplina si applicherebbe indistintamente a tutte le imprese domestiche, comunitarie o extra-comunitarie, senza distinguere - se non in base al fattore dimensionale - tra imprese digitali che hanno già assolto le imposte sul reddito in misura congrua e quelle che invece usufruiscono di regimi fiscali di vantaggio. Sono solo queste ultime imprese che, in concreto, riescono a beneficiare di un tax rate effettivo particolarmente basso, e a queste sole dovrebbe rivolgersi una web-tax che miri ad attenuare le sperequazioni esistenti e a porre le basi per una sana e leale concorrenza. Permane, quindi, un potenziale problema di doppia imposizione gravante sulle imprese fiscalmente "virtuose", dal momento che la nuova web-tax potrebbe trovare applicazione anche in scenari puramente domestici, e non è prevista la possibilità di fruire di un credito d' imposta. Tale criticità potrebbe essere "mitigata" dalla possibilità di dedurre il costo del tributo dalle imposte sui redditi, e su questo specifico aspetto andrebbe fatta chiarezza, in quanto, essendo venuto meno il meccanismo della rivalsa previsto dall' abrogata (e mai attuata) imposta sulle transazioni digitali introdotta dalla legge di bilancio 2018, secondo l' articolo 99 del Tuir sembrerebbero esservi i presupposti per ritenere deducibile dal reddito d' impresa l' imposta in argomento. Restano, tuttavia, evidenti i limiti e i difetti di una misura locale, i quali vanno a rafforzare la tesi che solo attraverso una soluzione condivisa a livello globale sarà possibile introdurre efficaci strumenti di tassazione in ambito digital economy. Tanto più che molti Paesi hanno già avviato misure individuali volte all' introduzione di una web-tax: tale scenario, per un' impresa multinazionale, comporterebbe il doversi districare tra una giungla di regole locali. Ad oggi, oltre all' Italia, i Paesi Ue che hanno annunciato l' introduzione di una web-tax sono Spagna, Francia e Austria, a cui si aggiunge il Regno Unito. L' imposta sul digitale spagnola, ispirata anch' essa alla proposta di Dst europea, ricalcherebbe quella italiana quanto ad ambito soggettivo, oggettivo e territoriale, differenziandosi per la soglia domestica di ricavi pari a 3 milioni. La Francia sta lavorando ad un provvedimento da presentare a fine febbraio con efficacia retroattiva al 1° gennaio che colpirà i cosiddetti Gafa (Google, Amazon, Facebook e Apple) al superamento di una duplice soglia di fatturato (750 milioni globali e 25 milioni in Francia) con un' imposta variabile, in base ai ricavi realizzati, fino al 5 per cento. L' Austria ha annunciato che a breve introdurrà la propria digital tax, la quale - da indiscrezioni - colpirà con l' aliquota del 3% solo i ricavi delle pubblicità realizzati nel Paese da imprese che superano i 750 milioni di fatturato globale e 10 milioni di fatturato in Austria. Infine, il Regno Unito, che ha programmato l' introduzione dal 2020 di un' imposta del 2% sui ricavi di certi servizi digitali (motori di ricerca, social media e on-line marketplace) realizzati da imprese profittevoli con fatturato globale superiore a 500 milioni di sterline. Intanto, l' accelerazione che hanno avuto i lavori Ocse con l' accordo di principio raggiunto da oltre 120 Paesi, tra cui l' Italia, sulle regole comuni per la tassazione delle multinazionali del web, getta nuove ombre sul destino della web-tax

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[§19318782§] mercoledì 06 febbraio 2019

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Ospitalità di soggetti diversi dai clienti deducibile in base all' inerenza

Sembrerebbe comunque da escludere la riconducibilità automatica tra le spese di rappresentanza

Ai sensi dell' art. 1 comma 5 del DM 19 novembre 2008, non costituiscono spese di rappresentanza le c.d. "spese di ospitalità", vale a dire le spese di viaggio, vitto e alloggio sostenute per ospitare clienti, anche potenziali, in occasione di: - mostre, fiere, esposizioni ed eventi simili in cui sono esposti i beni e i servizi prodotti dall' impresa; - ovvero visite a sedi, stabilimenti o unità produttive dell' impresa. La recente risposta a interpello n. 22/2019 offre l' occasione per ritornare sulla qualificazione da attribuire alle suddette spese sostenute per: - i clienti (effettivi o potenziali), ma in contesti diversi dai suddetti; - soggetti differenti dai clienti, sia nelle citate occasioni, sia in occasioni differenti. Con riferimento al primo caso, si pensi: - ai ricevimenti organizzati in occasione di ricorrenze aziendali in cui siano ospitati clienti dell' impresa ai quali, durante l' evento, sia anche presentato in anteprima il nuovo catalogo dei prodotti oggetto della propria attività; - alla colazione di lavoro offerta ad un cliente in un ristorante ubicato nei pressi della sede dell' impresa. Ad avviso della circ. CNDCEC n. 9/IR/2009 ( 3), la riconducibilità di tali spese tra quelle di rappresentanza non sembra potersi far derivare, in modo automatico, dalla mancata esplicita indicazione delle stesse tra gli oneri che non configurano spese di rappresentanza ai sensi dell' art. 1 comma 5 del DM 19 novembre 2008. In pratica, "il trattamento fiscale delle spese di ospitalità sostenute in occasioni diverse da quelle espressamente richiamate nella norma in esame dovrà essere individuato (...) alla luce delle finalità e del contesto nel quale le stesse sono inquadrabili, ben potendo prospettarsi una loro qualificazione fiscale che, sfuggendo alla dicotomia tra spese di rappresentanza e spese di pubblicità, finisca per inquadrarle tra le spese gestionali direttamente inerenti all' attività dell' impresa". Con specifico riferimento agli oneri sostenuti a beneficio dei clienti, tale impostazione è stata avallata anche dalla circ. Agenzia delle Entrate n. 34/2009 , laddove si afferma che le spese di viaggio, vitto e alloggio, anche se sostenute in occasione degli eventi citati dall' art. 1 comma 1 lett. d) del citato DM (cioè, feste , ricevimenti e altri eventi di intrattenimento organizzati in occasione di mostre, fiere, ed eventi simili in cui sono esposti i beni e i servizi prodotti dall' impresa), non costituiscono spese di rappresentanza. Infatti, la disposizione di cui all' art. 1 comma 5 del DM 19 novembre 2008 è di tipo "speciale" rispetto a quella di cui all' art. 1 comma 1 lett. d) del medesimo DM. Per quanto riguarda, invece, la seconda ipotesi, secondo la norma di comportamento AIDC n. 177 , non possono essere qualificate tout court di rappresentanza le spese di ospitalità (viaggio, vitto e alloggio) sostenute: - a beneficio di soggetti diversi dai clienti (effettivi o potenziali); - con motivazioni economico-aziendali differenti dalla mera finalità promozionale o di pubbliche relazioni. Piuttosto, la deducibilità di tali spese dal reddito d' impresa deve essere vagliata alla luce dei criteri generali di inerenza. In particolare, dal momento che, nel caso dell' ospitalità offerta a fornitori, agenti e rappresentanti , la finalità perseguita è, di regola, quella di una migliore economicità degli affari dell' azienda, gli oneri in esame devono essere considerati inerenti, a condizione che essi siano correlati in senso ampio all' impresa in quanto tale. Peraltro, non può escludersi a priori che, anche nell' ipotesi di ospitalità di soggetti diversi dai clienti, siano ravvisabili finalità promozionali o di pubbliche relazioni (ad esempio, tutte le volte in cui le spese siano dirette esclusivamente a fornire un' immagine positiva dell' azienda), con la conseguente classificazione dei relativi oneri tra le spese di rappresentanza. Nel senso che, in determinate ipotesi, le spese di ospitalità di soggetti diversi dai clienti possano considerarsi inerenti all' attività d' impresa e, come tali, deducibili senza sottostare ai limiti dell' art. 108 comma 2 del TUIR, si era già pronunciata la circ. Assonime n. 32/2009 ( 2) riguardo al caso degli agenti: potrebbe essere il caso, ad esempio, delle spese di ospitalità per riunioni organizzate dalla ditta mandante per illustrare le nuove strategie di marketing, le caratteristiche dei nuovi prodotti, ecc. A sostegno della propria tesi, Assonime richiama il passo della circ. Agenzia delle Entrate n. 34/2009 , nel quale si legge che "a ben vedere, non può fondatamente sostenersi un collegamento diretto tra le (...) spese sostenute per gli

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2019 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 45 agenti e il conseguimento dei ricavi dell' impresa. In tal caso, quindi, l' inerenza deve essere valutata alla stregua dei principi generali dell' articolo 109 del TUIR, prescindendo dall' applicazione" dell' art. 1 comma 5 del DM 19 novembre 2008. Infine, pare opportuno ricordare che le spese di vitto e alloggio sono comunque deducibili nel limite del 75% del relativo ammontare ( ex art. 109 comma 5 del TUIR), indipendentemente dalla circostanza che siano sostenute con finalità di rappresentanza o meno.

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[§19318783§] mercoledì 06 febbraio 2019

EutekneInfo Fisco e Dichiarazioni

Proventi da compravendite di beni e da prestazioni di servizi critici ai fini CFC

Tra i dubbi da chiarire, quello della rilevanza o meno dei ricavi conseguiti da fattispecie non interamente all' interno del gruppo

Il DLgs. 142/2018 , nel recepire la direttiva 2016/1164/UE (c.d. "direttiva ATAD"), così come modificata dalla successiva direttiva 2017/952/UE , interviene in modo assai significativo sulla disciplina CFC, riscrivendo, tra le altre, il relativo ambito applicativo: sul fronte estero, in particolare, a decorrere dal periodo d' imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2018, è richiesto che il soggetto controllato estero integri due presupposti, ovvero sconti una tassazione effettiva inferiore alla metà di quella che si sarebbe registrata in caso di residenza italiana e realizzi proventi per oltre un terzo riconducibili a una, o più, delle sette categorie citate dall' art. 167 comma 4 lett. b) del TUIR. Soffermandosi proprio su questo aspetto, colpisce la lettera delle ultime due ipotesi, ove si citano come critici, ai fini del calcolo di legge: - i proventi derivanti da operazioni di compravendita di beni, con valore economico aggiunto scarso o nullo, effettuate con soggetti appartenenti al medesimo gruppo (n. 6) e, - i proventi derivanti da prestazioni di servizi , con valore economico aggiunto scarso o nullo, effettuate a favore di soggetti riconducibili allo stesso gruppo (n. 7). È bene ricordare come la versione del decreto approvata in via preliminare dal Consiglio dei Ministri lo scorso 8 agosto 2018 ipotizzasse come "sensibili" al riguardo, in un unico capoverso (il n. 6), i proventi rientranti nella categoria dei "redditi da operazioni di cessione di beni o prestazione di servizi a valore economico aggiunto scarso o nullo" con realtà incluse nel perimetro del medesimo gruppo. I successivi pareri della Commissione Finanze del Senato e della pari Commissione della Camera, in esordio, evidenziavano l' opportunità di allineare la previsione italiana ai contenuti della direttiva ATAD che, all' art. 7 paragrafo 2 lettera a) n. vi), enuncia tra le ipotesi passive i "redditi da società di fatturazione che percepiscono redditi da vendite e servizi derivanti da beni e servizi acquistati da e venduti a imprese associate, e aggiungono un valore economico scarso o nullo": il testo comunitario, al fine di individuare l' esistenza di elementi reddituali che determinano l' applicazione della disciplina CFC, fa quindi riferimento, così riportavano le stesse osservazioni parlamentari, "non solo alle cessioni ma anche agli acquisti di beni, nonché alle prestazioni di servizi rese e ricevute con valore economico aggiunto scarso o nullo". Il Governo, confermata la scelta di porre al centro delle valutazioni non i redditi del soggetto estero controllato, quanto i suoi proventi, ha cercato di dare un seguito ai pareri ricevuti attraverso la riscrittura del passaggio finale dell' art. 167 comma 4 lett. b) del TUIR nei termini richiamati in premessa. La formulazione della norma infine licenziata, tuttavia, e a ben vedere la sua stessa matrice comunitaria, sollevano non pochi dubbi agli operatori: ad esempio, con riferimento alle società dedite alla sola attività di compravendita di beni,dovrebbe essere chiarito se i proventi di cui ci si deve preoccupare, in relazione alla relativa incidenza percentuale sul fatturato e al valore economico aggiunto con la sottostante operazione, siano o meno solo quelli che il soggetto controllato estero ritrae dalla vendita a parti "correlate" di beni acquistati da società anch' esse appartenenti al gruppo. Attratte alla nuova disciplina anche le cessioni di beni La questione è di estrema rilevanza nella prospettiva di comprendere se i proventi conseguiti nella vendita a soggetti terzi di prodotti precedentemente acquistati in seno al gruppo, o quelli realizzati nella cessione a realtà "correlate" di beni forniti da società non "consociate", non concorrano in ogni caso alle verifiche CFC: la ratio del meccanismo deporrebbe contro una siffatta esclusione, ove almeno si intendesse realmente perseguire l' obiettivo di contrastare ogni soggetto preposto da un gruppo alla mera fatturazione, ma la lettera della direttiva ATAD in primis potrebbe avallare una diversa conclusione. Il testo definitivo dell' art. 167 comma 4 lett. b) del TUIR, avuto riguardo alle prestazioni di servizi (n. 7), non aiuta, anzi: sulla base della norma oggi in vigore, infatti, risulterebbero potenzialmente criticiai fini del test i soli proventi del soggetto controllato estero derivanti da prestazioni di servizi effettuate " a favore " di soggetti " correlati ", formulazione non in linea, in ultimo, con i pareri parlamentari e idonea a ingenerare ulteriori dubbi circa i confini

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[§19318784§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 5 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

Riscatto laurea, i conti sul forfait

L' opzione. Gli under 45 possono valorizzare gli anni di studi post 1995 con una cifra predefinita Le conseguenze. Il costo è inferiore rispetto al sistema standard ma anche l' importo della pensione sarà ridotto

Antonello OrlandoMatteo Prioschi

Il riscatto della laurea "a forfait" riservato agli under 45 costa meno, ma ha anche un effetto ridotto sull' importo della futura pensione. Un ulteriore elemento da prendere in considerazione per valutare l' opportunità di ricorrere a questa soluzione introdotta quest' anno dal decreto legge 4/2019 e in attesa delle istruzioni operative da parte dell' Inps. Il riscatto agevolato può essere utilizzato solo se il periodo del corso legale di studi si trova in un arco temporale di competenza del metodo contributivo. In parole povere questo vuole dire che chi richiede il riscatto dovrà avere studiato, almeno in parte, dal 1996 in poi. Va inoltre tenuto presente che, per potere ottenere il riscatto, il soggetto dovrà avere terminato il percorso di studi e avere ottenuto il titolo e, soprattutto, non dovrà avere lavorato durante gli anni universitari. Nel caso, infatti, i periodi di studio fossero coperti da contribuzione obbligatoria, non sarà possibile ottenere il riscatto, salvo che per eventuali periodi non coperti (nel caso di lavori estivi o di breve durata). In riferimento al risparmio fiscale, il decreto non specifica regimi particolari, motivo per il quale valgono le regole generali che prevedono una completa deducibilità dell' onere dal reddito fiscalmente imponibile, nonché la rateizzabilità in un massimo di 10 anni senza applicazione di interessi. In assenza di rivalutazione e immaginando un accesso a pensione all' età di vecchiaia alle condizioni di trasformazione del montante contributivo in pensione a oggi vigenti, i 5.240 euro di contributi che si versano per riscattare "a forfait" ogni anno di corso si traducono in un aumento dell' assegno lordo mensile di circa 20 euro. Quindi una laurea quadriennale riscattata in questo modo consente un aumento prospettico teorico della pensione di circa 90 euro mensili lordi. Ma quanto è il risparmio rispetto al riscatto tradizionale? Nel caso del riscatto accessibile a tutti, senza limiti di età, i periodi che si considerano nel metodo contributivo vengono riscattati pagando un onere direttamente proporzionale all' ultimo reddito imponibile previdenziale da lavoro percepito (fra il 33 e il 34% applicato a tale base di calcolo). Quindi il risparmio sarà tanto maggiore quanto più guadagnerà il lavoratore al momento della richiesta. Va però considerato che il titolare di un reddito lordo di 40mila euro che riscatti un corso di studi di 4quattro anni, pagherà quasi 53.000 euro, ma - rateizzando in 10 anni- avrà un risparmio d' imposta di almeno 21.000 euro (il 41% del riscatto sarà quindi pagato dalla deducibilità fiscale). A fronte di questo costo maggiore rispetto al riscatto "forfettizzato" la pensione futura aumenterà però di almeno 225 euro lordi mensili, dunque più del doppio di quello prodotto dal riscatto di laurea agevolato. In questo scenario va inoltre considerato che il risparmio fiscale sarà sempre massimizzato rateizzando in 10 anni in quanto, in presenza di redditi non eccessivamente elevati, frazionare l' onere in 10 anni (sia per la forma agevolata, sia per quella ordinaria di riscatto) consente di utilizzare l' aliquota marginale Irpef più alta ai fini della deducibilità (toccando un massimo del 43% più una media del 3% fra addizionali regionali e comunali). L' operazione si rivelerà dunque molto meno conveniente in periodi privi di redditi o di residenza fiscale all' estero in assenza di accordi internazionali che consentano di fruire del vantaggio della deducibilità. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§19318785§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 22 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

PACE FISCALE Saldo e stralcio sui debiti dall' attività di liquidazione

Confermato lo stop alla sanatoria a beneficio degli avvisi bonari

Luigi Lovecchio

Disco rosso al saldo e stralcio per gli avvisi bonari. Possono invece senz' altro rientrare nella nuova sanatoria tutti i debiti derivanti dalla liquidazione delle dichiarazioni, eseguite in base agli articoli 36 bis, Dpr 600/1973, e 54 bis, Dpr 633/1972. Si tratta delle prime significative risposte dell' agenzia delle Entrate, fornite nel corso di Telefisco, sulla nuova definizione agevolata della legge di Bilancio 2019. La prima risposta era abbastanza scontata ma lascia ugualmente insoddisfatti. Non si può fare a meno di notare che da tutte le sanatorie della pace fiscale restano sempre fuori gli avvisi bonari. Il contribuente che, magari con fatica, è riuscito a tenere in piedi la rateazione degli avvisi, anche con un Isee basso, non potrà fruire dello stralcio, solo perché non si è in presenza di importi affidati all' agente della riscossione. La seconda risposta presenta, invece, alcuni profili di interesse. La liquidazione delle dichiarazioni può determinare l' emersione sia di imposte dichiarate e non versate sia la richiesta di maggiori imposte per il disconoscimento, ad esempio, di oneri deducibili. Detto in altri termini, la procedura di cui all' articolo 36 bis può essere meramente liquidatoria, quando si limita al recupero dei tributi evidenziati in denuncia, oppure accertativa, quando si risolve nella rettifica dei dati dichiarati. Occorre stabilire se le iscrizioni a ruolo conseguenti possano, in entrambi i casi, beneficiare dello stralcio. A ben vedere, nella normativa di riferimento si richiamano i debiti rinvenienti sia dall' omesso versamento di imposte risultanti dalla dichiarazione sia dalle attività di liquidazione sopra indicate. La formulazione di legge potrebbe prestarsi ad una duplice lettura. Da un lato, potrebbe arguirsi che i due requisiti debbano coesistere. Se così fosse, sarebbero ammessi allo stralcio gli omessi versamenti delle imposte dichiarate purché questi emergano dalle procedure liquidatorie, in base agli articoli 36 bis/600 e 54 bis/633. Si ritiene, tuttavia, che non sia questo il senso della legge e che la particella «e» che connette le due fattispecie (omesso pagamento di imposte dichiarate, da un lato, e iscrizioni da 36 bis, dall' altro) abbia la funzione di ammettere entrambe, separatamente considerate, ai benefici di legge. Questo, se si vuole, anche per motivi di semplificazione, poiché non sarebbe stato sempre agevole riscontrare con precisione le ragioni del recupero. Si pensi, ad esempio, alla correzione di errori materiali di riporto di somme commessi dal contribuente: la liquidazione che ne scaturisce come sarebbe stata interpretata ai fini dello stralcio? La risposta dell' Agenzia sembra confermare la lettura estensiva dell' ambito della definizione agevolata, poiché si riferisce a tutti i tributi rivenienti dalle ridette attività di liquidazione, senza distinzione alcuna. È di interesse anche l' ulteriore precisazione in ordine ai tributi ammessi alla sanatoria. La norma, in effetti, non detta alcuna elencazione tassativa delle imposte definibili. Ciò che conta è che il debitore sia una persona fisica e che l' affidamento derivi dalla liquidazione delle dichiarazioni annuali. Ne consegue che nulla osta a che lo stralcio includa anche tutte le imposte sostitutive dell' Irpef che, in quanto tali, sono oggetto delle medesime procedure di controllo. Si pensi ad esempio alla cedolare secca sulle locazioni immobiliari. L' agenzia delle Entrate ha confermato l' esattezza di questa conclusione. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§19318786§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 3 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

Savona alla Consob, Tim e conti bancari i primi dossier

Il via libera. Il Consiglio dei ministri ha avviato la procedura di nomina del nuovo presidente. Va completato il confronto con gli istituti di credito sulle valutazioni patrimoniali della Bce

Laura Serafini

La partita più calda sulla quale la Consob sarà chiamata a intervenire nei prossimi giorni è la contesa per la governance di Tim. Una saga ormai in atto da anni che, però, complice il fatto che sta entrando nel vivo la partita per la società unica della rete in fibra sta subendo un' accelerazione in queste settimane. Se tutto procede secondo copione il nuovo presidente, Paolo Savona, dovrebbe insediarsi nell' arco di un mese e mezzo e quindi giungere proprio quando una prima istruttoria - dopo le segnalazioni inviate negli ultimi giorni da Vivendi e l' ex ad di Tim, Amos Genish - approderà al collegio della commissione, visto che i primi incontri con i vertici di Tim, Vivendi e lo stesso Genish sono stati fissati per il 19 febbraio. Nel frattempo, però, la commissione sta lavorando a delicate questioni che riguardano il sistema bancario. Proprio quelle banche che il vicempremier Matteo Salvini nei giorni scorsi ha detto che sarebbero ben vigilate con un presidente come Savona. La questione riguarda le comunicazioni relative agli esiti dello Srep, la valutazione della Bce sull' adeguatezza dei requisiti patrimoniali e sulla gestione dei rischi delle banche. Modalità di comunicazione sulle quali a fine 2018 la Consob ha messo in consultazione una raccomandazione in applicazione delle norme della direttiva sul market abuse. La consultazione si è chiusa, sono arrivati i contributi degli operatori vigilati e l' Autorità deve passare alla fase di confronto per poi pubblicare il documento finale. A fine 2018 la Bce ha inviato alle banche italiane l' esito dello Srep, nel quale erano contenute anche le aspettative di vigilanza su ulteriori coperture da effettuare sullo stock dei crediti problematici, sulla base delle valutazioni fatte istituto per istituto in base alla delibera adottata dal Ssm (il braccio di vigilanza della Bce) nel luglio scorso. A seconda dello stato di salute delle singole banche, il Ssm ha indicato accantonamenti su crediti da adottare dal 2020 per i prossimi 4, 5 o 6 anni. A fronte di queste richieste (non cogenti, ma raccomandate) sono state avviate verifiche preliminari dagli uffici tecnici dell' Autorità per valutare con le banche (sicuramente le maggiori, come Unicredit e IntesaSanpaolo) gli impatti contabili nei bilanci bancari degli accantonamenti, soprattutto laddove siano decise anche svalutazioni di crediti che comportino deducibilità Ires e Irap delle rettifiche. La verifiche sono connesse a quanto previsto nella raccomandazione Consob, che in realtà è soltanto applicativa delle disposizioni sul market abuse. Nella raccomandazione si spiega che «con riferimento alle ulteriori risultanze Srep, si rileva che le regole di redazione dell' informativa finanziaria richiedono di fornire, nelle note al bilancio o nella relazione sulla gestione,informazioni aggiuntive qualora siano rilavanti per la comprensione da parte del pubblico. Informazioni relative ad eventuali requisiti qualitativi vincolanti o raccomandazioni che...possono avere un impatto sulle valutazioni di bilancio si ritiene debbano essere fornite nelle note al bilancio». Il confronto in corso può essere utile ai fini delle informazioni da inserire in bilancio a partire dall' esercizio 2019. Anche se tra le obiezioni presentate dal mondo bancario in fase di consultazione c' è il fatto che la Consob sarebbe l' unica Autorità europea a prevedere questa forma di ulteriore articolazione delle norme in materia. Tra gli altri fronti aperti c' è la selezione, dopo la presentazione delle candidature nei mesi scorsi, del nuovo comitato degli operatori di mercato e degli investitori (gli stakeholders) chiamato ad agevolare il confronto con il mercato e a dare pareri in materia regolamentare. Il monitoraggio sui dossier bancari caldi, Carige e Banca Popolare di Bari (i cui vertici sono stati sanzionati nei mesi scorsi da Consob) prosegue. A giugno, poi, c' è l' appuntamento con le nomine interne: scadono il dg Angelo Apponi e il vice dg. L' arrivo del presidente porta la maggioranza necessaria per eleggere i successori a 4 voti su 5 (gli stessi necessari per eleggere il segretario generale). La maggioranza qualificata rende improbabile una "compensazione" per Marcello Minenna,

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2019 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 51 estromesso dalla corsa per la presidenza: per lui sarebbe molto difficile coagulare il consenso tra i 4 membri del collegio. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§19318787§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 5 Corriere della Sera Fisco e Dichiarazioni

Oggi il voto Semplificazioni, posta la fiducia Ed è bagarre a Montecitorio

D. Mart.

«Ricorso alla fiducia troppo facile», aveva ammonito solo alcuni giorni fa il presidente della Camera, Roberto Fico. E così ieri la richiesta del voto di fiducia anche sul cosiddetto decreto legge semplificazioni ha scatenato la bagarre tra i banchi dell' opposizione in vista dello scrutinio blindato previsto per oggi pomeriggio. Sul decreto semplificazioni, il governo era ed è in fortissimo ritardo dopo i pasticci combinati al Senato. Era dovuto intervenire il Quirinale per costringere Lega e M5s ad asciugare un testo che, diventato molto pesante per la quantità e la varietà di temi trattati, è anche ad alto rischio per il governo perché in molti ci hanno messo bocca: portando a casa chi la proroga al 30 giugno per la restituzione del prestito Alitalia di 900 milioni, chi il congelamento di 18 mesi per le trivellazioni petrolifere, chi la regionalizzazione delle concessioni idroelettriche, chi norme non troppo severe per la circolazione degli Ncc, chi la stretta sulla concentrazione della proprietà delle farmacie nell' ambito regionale, chi 1.851 assunzioni in polizia da un concorso del 2017 le cui graduatorie sono state comunque falcidiate. Tra i tanti tagli si è salvata la «tassa sulla bontà» - il raddoppio dell' Ires per il settore no profit operato a dicembre dalla Finanziaria era stato stigmatizzato dal Capo dello Stato nel discorso di fine anno - che ora, con il decreto, torna al 12%.

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[§19318789§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 1 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

CASSAZIONE Stangata per lo Stato: paghi l' Imu ai Comuni

Lo Stato deve pagare ai Comuni Imu e Ici arretrata sui propri immobili. È la novità che emerge da un' ordinanzacon cui la Cassazione ha condannato l' agenzia del Demanio in una lite con un Comune. Le conseguenze potrebbero essere pesanti per i conti pubblici: lo Stato deve versare agli enti locali una quota di miliardi a oggi difficile da calcolare. Mirto e Trovatia pag. 2.

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[§19318788§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 2 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

DISMISSIONI Sopresa in Cassazione: lo Stato paghi l' Imu

Il Demanio è un ente pubblico economico e non rientra fra i soggetti esenti

Pasquale MirtoGianni Trovati

Lo Stato deve pagare ai Comuni l' Imu arretrata sui propri immobili. L' inedito, dirompente, si nasconde in poche righe di un' ordinanza (la 3275/2019) con cui la Cassazione ha condannato l' agenzia del Demanio al termine di una infinita battaglia di carte bollate con un Comune. La questione affrontata dalla Suprema Corte è minima, e riguarda quattro case e altrettante opere idrauliche a Concordia sulla Secchia, piccolo Comune del modenese a un passo dal confine con la Lombardia. Ma le sue conseguenze sono esplosive per i conti pubblici. Pessime per quelli dello Stato, che dovrebbe sborsare agli enti locali una quota di miliardi al momento difficile da calcolare; e ovviamente ottime per i Comuni, a partire da Roma che dovrebbe battere cassa a ministeri ed enti pubblici dei più vari generi. Ma ce n' è per tutti, visto che il Demanio è titolare di immobili per 62 miliardi di euro a valore di libro secondo l' ultimo Conto del Patrimonio del ministero dell' Economia. Il cambio di rotta è enorme, ma è chiarissimo nelle parole dei giudici di Cassazione, che fra le altre cose, sempre ieri, con un' altra pronuncia (la 3268) hanno imposto al ministero della Difesa di pagare l' Imu per gli appartamenti dati in uso ai militari. L' agenzia del Demanio, spiegano, «ha natura di ente pubblico economico del ministero dell' Economia, dotato di autonomia economica e gestionale, e in quanto tale non rientra tra i soggetti di cui all' articolo 7, comma 1, lettera a) del Dlgs 504/1992». E i «soggetti di cui» all' articolo, comma eccetera sono quelli che hanno diritto all' esenzione da Ici e Imu. Su questa base, la Cassazione ha condannato il Demanio a pagare i tre avvisi emessi dal piccolo Comune emiliano per l' Ici 2005-2007, e già che c' era ha imposto all' Agenzia di versare anche 1.700 euro delle spese del giudizio. Ma soprattutto ha aperto le cateratte di una battaglia potenzialmente infinita fra i Comuni e lo Stato. Perché il parametro utilizzato per sciogliere la questione è originale quanto si vuole. Ma per fermarlo serve una pronuncia contraria delle Sezioni Unite o una norma, di carattere interpretativo per affrontare anche il passato. E proprio questa sembrerebbe la via più rapida per provare a spegnere l' incendio prima che si estenda troppo. Fuori dal raggio d' azione dell' Imu resterebbero infatti solo gli immobili utilizzati per le finalità istituzionali del proprietario. Ma l' agenzia del Demanio è titolare del mattone di tutte le istituzioni. La sindaca di Roma Virginia Raggi dovrebbe pretendere l' Imu su Palazzo Chigi, per poi andare a bussare alla porta di Tria per avere l' imposta sul "suo" sconfinato palazzo a Via XX Settembre, senza dimenticare di rivolgersi agli altri ministeri, alle agenzie fiscali e agli altri enti ospitati dal Demanio. Ma anche i suoi colleghi lontano dalla Capitale avrebbero di che sbizzarrirsi fra Ragionerie provinciali, caserme dei carabinieri, sedi locali dell' agenzia delle Entrate, e poi terreni, spiagge e così via. La bordata della Cassazione potrebbe dare nuova benzina al Mef che sta accelerando sul piano di dismissione degli immobili pubblici previsto dalla manovra, con l' ambizione di superare i 950 milioni indicati come obiettivo di quest' anno a Bruxelles. Ma per rimediare alla falla aperta dalla Cassazione serve ben altro. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§19318791§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 35 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

Le stime su base provinciale del modello Isa condizionano commercialisti e consulenti Studi, minicompensi pericolosi

Parcelle basse minano l' affidabilità e innescano controlli

ANDREA BONGI

Compensi troppo bassi possono far sprofondare l' affidabilità fiscale di commercialisti e consulenti del lavoro. Con il rischio di essere inseriti nelle liste selettive ai fini dei controlli tributari. Applicare tariffe per le singole prestazioni inferiori a quelle mediamente stimate su base provinciale dal modello Isa AK05U può far scendere, anche di molto, il punteggio medio complessivo e il conseguente giudizio di affidabilità fiscale del professionista. Tutto ciò per effetto del meccanismo di calcolo sul quale sono basati i nuovi indicatori che, con effetto dal periodo d' imposta 2018, sostituiscono i vecchi studi di settore. Gli importi medi delle singole prestazioni rilevanti ai fini del giudizio di affidabilità fiscale dei commercialisti e dei consulenti del lavoro sono evidenziate all' interno della nota metodologica del modello AK05U che si trova allegata al decreto ministeriale del 30 dicembre 2018 (in G.U. n.3 del 4 gennaio 2019). Scorrendo le tariffe utilizzate dal modello in questione e prendendo a riferimento la provincia di Milano si possono evidenziare alcuni semplici esempi. Per il modello 730 il modello Isa chiede un importo medio di euro 59,00 (identico peraltro su tutto il territorio nazionale). L' indicatore associato ai compensi percepiti per il modello 730, si legge nella nota metodologica, intercetta le situazioni in cui il compenso medio dell' attività è minore del corrispondente valore della soglia inferiore provinciale di riferimento. Qualora si verifichi la condizione, continua la nota, l' indicatore è applicato e il relativo punteggio assume valore 1. Come si può facilmente comprendere se il professionista in questione ha percepito compensi mediamente più bassi per tale attività, l' entrata in scena dell' indice di affidabilità con il valore di 1, finirà per abbassare l' intero giudizio di affidabilità del contribuente che altro non è che una media aritmetica di una pluralità di indicatori. Detto del modello 730 vediamo invece quali sono i compensi calcolati dal modello Isa dei commercialisti e dei consulenti del lavoro per altre tipologie di prestazioni. Sempre facendo riferimento alla provincia di Milano per un modello Unico/Redditi di una persona fisica non titolare di partita Iva il compenso minimo richiesto è di euro 89 che salgono a 226 quando il contribuente è titolare di partita Iva. Queste tipologie di compensi sono variabili da una provincia all' altra. Un modello 770/CU ordinario fino a un massimo di 10 sostituti è invece valorizzato 173 euro, mentre il singolo invio telematico, non connesso ad alte prestazioni professionali, è valorizzato in 10 euro (importo identico su tutto il territorio nazionale). In maniera piuttosto singolare il modello Isa in questione individua invece in euro 1.231, valevoli su tutto il territorio nazionale, il compenso minimo per le attività svolte sulla base di un incarico giudiziale. Le istruzioni alla compilazione del modello specificano che rientrano in questa tipologia di attività gli incarichi assegnati al professionista quale delegato dal giudice dell' esecuzione a compiere le operazioni di vendita immobiliare e mobiliare e di custode nei processi esecutivi; gli incarichi di amministratore giudiziale e di ispettore giudiziale; gli incarichi relativi alle funzioni di amministratore dei beni di soggetti sottoposti a misure di prevenzione. Ora come è noto per queste tipologie di attività (lo stesso dicasi anche per le nomine di curatore, commissario giudiziale ecc. ) il compenso del professionista è stabilito dal giudice o dal tribunale, per cui appare difficile ipotizzare un giudizio di inaffidabilità per compensi sui quali il professionista non ha un vero e proprio potere contrattuale. In totale gli indicatori di anomalia che agiscono all' interno del modello Isa AK05U sono ben 67. Di questi ultimi 40

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2019 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 56 sono basati sul compenso medio percepito dal professionista per ogni particolare tipologia di prestazione effettuata nell' anno. Tali tipologie di attività sono elencate, una ad una, nel quadro C del modello Isa in questione dedicato alle «modalità di espletamento dell' attività». Su logiche molto simili a quelle sopra descritte si muovono anche i modelli Isa di altre categorie professionali quali, ad esempio, gli avvocati, gli ingegneri e i geometri. In attesa di vedere i primi responsi di affidabilità fiscale calcolati dal nuovo software di calcolo, le indicazioni che si traggono dalla lettura delle note metodologiche confermano il rischio di ottenere un punteggio basso quando il professionista applica tariffe inferiori a quelle stimate dai nuovi Isa. © Riproduzione riservata.

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[§19318794§] martedì 05 febbraio 2019

Corriere Comunicazioni Industria 4.0

5G, barriere anti-cinesi? Tagliavini: "Battaglia azzardata e antistorica"

Diventa ogni giorno più appassionante il tema della sicurezza delle reti di telecomunicazioni di nuova generazione 5G. E ciò è determinato dal confronto/scontro innescato dal presidente Trump nei confronti dei produttori di tecnologie Ict cinesi. Presi di mira, in particolare, i principali vendor di Tlc, colossi industriali in rapidissima ascesa che stanno imponendosi sui mercati internazionali con i propri prodotti e sistemi ad elevato contenuto tecnologico. L' elemento scatenante della disputa sulla sicurezza delle reti è stato l' avvio della sperimentazione di reti di tecnologia 5G che saranno, in breve tempo, le autostrade digitali di cui si avvarranno le società evolute per dare vita a nuovi modelli di business ed attivare innovativi servizi sociali. Intelligenza artificiale, Iot, Smart city, Smart mobility, Smart working, Smart health, Cyber security, Manifattura additiva, sono solo un esempio delle soluzioni e sistemi che attraverso le infrastrutture mobile di nuova generazione troveranno applicazione nell' immediato futuro. Un business miliardario che si consumerà nei prossimi anni e che genererà una radicale trasformazione dei modelli di sviluppo economico e sociale. Pensare di innalzare barriere per tentare di frenare l' avanzata tecnologica di realtà mondiali che hanno investito, negli ultimi vent' anni, ingenti risorse in ricerca e sviluppo per passare da "fornitori di mano d' opera" a detentori di tecnologie proprietarie ad elevato contenuto di innovazione sembra impresa azzardata ed antistorica. Così come sembra poco opportuno porsi in aperto conflitto nei confronti di potenze industriali con le quali sia Paesi europei che d' oltre oceano hanno intessuto e continuano a gestire rapporti commerciali con reciproco interesse. Non vi è dubbio che su un tema così delicato come quello della tutela dei dati, sia ad uso industriale che personale, si debba porre la massima attenzione per evitare manipolazioni e condizionamenti che possono mettere in crisi i criteri e le modalità di gestione democratica di qualsiasi società. Quello che riteniamo debba essere fatto è uno sforzo di cooperazione teso a mettere a fattor comune competenze e strategie al fine di accelerare l' attivazione di programmi e progetti innovativi in grado di migliorare il livello di qualità della vita e ridurre il divario culturale e sociale tra Paesi avanzati ed aree del terzo e quarto mondo. L' auspicio è quello che si attivi uno sforzo congiunto, tra i vari attori in campo, produttori, autority, consumatori, per definire standard che in maniera trasparente possano garantire i più alti livelli di sicurezza nell' uso e nella gestione di dati sensibili. @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§19318795§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 8 Il Sole 24 Ore Industria 4.0

challenge internazionale A marzo la prima gara sull' intelligenza artificiale

I progetti iniziali sono l' interconnessione banche dati e lotta all' evasione fiscale

C.Fo.

ROMA L' interoperabilità delle banche dati e il contrasto all' evasione fiscale potrebbero essere tra i primi settori in cui sperimentare l' intelligenza artificale nella Pubblica amministrazione. Entro marzo dovrebbe scattare la prima "competizione" relativa ai fondi messi in legge di bilancio per progetti nei settori delle tecnologie emergenti: intelligenza artificiale (IA), blockchain, internet of things (15 milioni annui dal 2019 al 2021). Sarà lanciata una "challenge" internazionale, iniziando a mettere sul piatto una piccola parte dello stanziamento. Secondo gli indirizzi del ministero, lo sviluppo che sta avendo il machine learning si adatta benissimo alla soluzione di antichi punti deboli della Pa, come l' interoperabilità delle banche dati o il controllo dell' evasione e dell' elusione fiscale. La prima competizione pubblica potrebbe essere lanciata quasi in concomitanza con il varo della strategia per l' Intelligenza artificiale, sulla quale il lavoro sembra essere più avanti rispetto al documento sulla blockchain (l' 8 febbraio si riuniranno di nuovo al Mise le due commissioni di esperti). Ma all' impegno pubblico potrebbe aggiungersi quello privato. C' è infatti un passaggio della norma inserita in manovra che consente ai privati - enti, associazioni, imprese o singoli cittadini - di apportare risorse al Fondo tecnologie emergenti. Qual è lo scopo? «Se un privato - osserva Cioffi - vuole dare un contributo allo sviluppo tecnologico del Paese e poi, magari, entra in azionariato con una delle startup che nasceranno, perché dire di no a priori?». Il sottosegretario M5S, a chi mette in relazione l' impegno pubblico su questi settori con gli interessi della Casaleggio Associati, ricorda che «si sta parlando di tecnologie promesse con strategie e programmi a livello europeo. L' Europa non può stare aguardare mentre Cina e Usa accelerano. E non può fare da sola la Germania, né la Francia, né l' Italia. Tra i ricercatori si è iniziato a parlare della necessità di un Cern dell' intelligenza artificiale, e noi possiamo candidarci ad ospitarlo, magari simbolicamente in una città di quella che era la Magna Grecia, culla del pensiero». Di certo, sull' IA i tempi dovranno essere brevi. La Commissione Ue ha invitato i paesi membri a dotarsi entro metà del 2019 di una Strategia nazionale per l' intelligenza artificiale, fissando come target 20 miliardi di investimenti pubblici e privati fno al 2020. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§19318797§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 24 La Nazione Industria 4.0

Berlino si muove contro le Opa straniere

Il ministro Altmaier: fondo sovrano per frenare le scalate ostili. Focus sulla Cina

Elena Comelli

MILANO LA GERMANIA si attrezza, dopo aver subito le scorribande degli investitori cinesi, per proteggere le industrie strategiche. Peter Altmaier, ministro dell' Economia tedesco, ha chiesto la creazione di un fondo d' investimento statale che possa intervenire per prevenire acquisizioni di grandi aziende tedesche. In un documento che illustra la «Strategia industriale al 2030» della Germania, Altmaier sostiene che lo Stato dovrebbe essere in grado di acquisire partecipazioni nelle società «per un periodo limitato» e «In casi molto critici». L' INIZIATIVA fa parte di una reazione contro gli investimenti cinesi in aziende tedesche, che si è scatenata dopo l' acquisizione del gruppo tedesco di robotica Kuka, da parte del produttore di elettrodomestici cinese Midea. Questa mossa ha alimentato il timore che alcune delle tecnologie industriali più avanzate del Paese, solitamente molto più aperto della Francia agli stranieri, potessero finire in mani cinesi. I sospetti sui piani cinesi sono cresciuti con la pubblicazione del Made in China 2025, il piano decennale del presidente Xi Jinping, che punta a trasformare la Cina in una potenza hi-tech dominante in 10 settori avanzati. DA QUI deriva una serie di interventi, prima a livello legislativo, per innalzare barriere alle società cinesi che cercano di acquisire attività tedesche, poi con l' abbassamento a dicembre della soglia di partecipazione per lo screening delle acquisizioni straniere. La reazione ha già avuto alcune conseguenze concrete. A luglio, il governo berlinese ha dato mandato alla banca di sviluppo statale KfW di comprare una quota del 20 per cento in 50Hertz, un gestore della rete ad alta tensione, per prevenire l' acquisizione di quella quota da parte di un investitore statale cinese. IL MESE successivo, la cinese Yantai Taihai ha ritirato la sua offerta per Leifeld Metal Spinning, un produttore tedesco di macchine utensili specializzato nell' industria aerospaziale e nucleare, dopo che il governo ha cercato di bloccare l' accordo. Altmaier ha anche chiesto a Bruxelles di modificare la normativa sulla concorrenza, che a suo dire è troppo concentrata sui mercati nazionali e regionali, ma non presta sufficiente attenzione alla competizione globale. Il ministro è un chiaro sostenitore della fusione proposta tra Alstom e Siemens, che l' Ue invece ha deciso di bloccare. Altmaier sostiene che è nell' interesse «politico ed economico» assicurare la sopravvivenza di determinati «campioni» nazionali, compresa la travagliata Deutsche Bank. SU ALTRI fronti, come quello delle batterie al litio per l' auto elettrica, ha chiesto il sostegno dello Stato per la formazione di consorzi mirati all' installazione anche in Europa di fabbriche di batterie, considerate strategiche per un continente che si avvia al boom dell' auto elettrica senza una produzione interna della componente essenziale. Nella sua strategia, Altmaier vorrebbe perseguire l' obiettivo di aumentare la quota del manifatturiero sul Pil della Germania dal 23 al 25% entro il 2030. Nell' Unione europea nel suo insieme, secondo Altmaier, dovrebbe essere portata al 20%. In Italia, nel 2017 questa quota è scesa sotto il 15%. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§19318798§] martedì 05 febbraio 2019

Agenda Digitale Industria 4.0

Come cambierà la conoscenza umana ai tempi dell' intelligenza artificiale

La conoscenza distribuita sarà determinante in un futuro in cui sarà sempre più difficile restare aggiornati sull' evoluzione dei proprio settore. La novità è che molto più di oggi gran parte di questa conoscenza sarà contenuta in macchine. Come cambieranno la scuola e il lavoro e il ruolo dell' intelligenza artificiale

Nel contesto della società della conoscenza, in cui paradossalmente diventa quasi impossibile per una persona essere costantemente aggiornata su quanto avviene nel suo settore, un uso opportuno dell' intelligenza artificiale permetterà non solo fruire di conoscenze distribuite ma anche di creare nuove conoscenze, in una spirale virtuosa che favorirà quelle aziende che sapranno far leva sui dati e creerà nuovi metodi didattici e di apprendimento. Un futuro in cui le conoscenze personali saranno sdoppiate nei nostri digital twin e sarà sempre più richiesta la capacità di lavorare in team misti, uomini/macchine, come recentemente affermato anche dalla responsabile HR di Intel che, in una tavola rotonda in cui si parlava del futuro del lavoro, ha affermato che "tra le caratteristiche maggiormente richieste nella prossima decade vi sarà quella di aver capacità di lavorare in team misti, composti da persone e macchine/IA". Cambiamenti epocali di cui sta prendendo coscienza anche il mondo accademico, come ben sintetizzato nel discorso che il rettore dell' Università di Rotterdam ha tenuto in apertura della cerimonia di laurea di mio figlio: "abbiamo come università una sfida di fronte a noi. Non ci è più richiesto di insegnare conoscenze ai ragazzi ma di insegnare come acquisire conoscenze e come applicarle". La difficoltà di restare aggiornati In effetti se osserviamo la crescita di dati si vede un raddoppio nella loro produzione ogni anno (il che significa che ogni nuovo anno produciamo una quantità di dati superiore a quella creata in tutti gli anni precedenti messi insieme) e, ancora più significativo, abbiamo una crescita di informazioni (dati che servono a qualcosa, a qualcuno) che ormai ha superato la capacità di acquisizione del singolo. Vi sono talmente tanti articoli (1,8 milioni di articoli scientifici pubblicati ogni anno, fonte FutureEarth) e tanti canali di pubblicazione (basti pensare ai 20.000 blog in aree scientifiche, una pubblicazione ogni 2 secondi) che è difficile arrivare ad un numero preciso. Questi articoli oggi sono letti per il 50% solo da chi li scrive e chi fa la revisione, solo il 10% viene citato da altri (e questo numero è inflazionato dalla regola perversa che attribuisce valore alla citazione per cui si è visto crescere di 7 volte il numero delle citazioni per articolo negli ultimi 25 anni - fonte Wall Street Journal). Si noti come il valore informativo di molti di questi articoli è inferiore al valore informativo che si potrebbe estrarre considerando gli articoli che vengono rifiutati in quanto per ciascuno di questi viene fornita, da esperti del settore, la motivazione su cosa non va bene in quell' articolo. IEEE, associazione che aggrega circa 460.000 tecnici/scienziati/accademici riceve ogni anno milioni di articoli e di questi ne pubblica un 20% ma effettua il peer-review (analisi critica) su tutti. Andando ad utilizzare le informazioni associate a quelli che sono rifiutati si potrebbe estrarre una enorme quantità di conoscenze. Il tempo di obsolescenza della conoscenza Questi volumi significano che diventa impossibile per una persona essere costantemente aggiornata su quanto avviene nel suo settore. Nel 1990 il tempo di acquisizione medio di conoscenza nei settori scientifici era stimato intorno ai 4 anni mentre il tempo di obsolescenza era intorno ai 10 anni (con tempo di obsolescenza si intende la perdita del 50% di valore delle conoscenze possedute - fonte Knight). Questo rapporto tra tempo richiesto per apprendere e periodo in cui quell' apprendimento perde valore sta cambiando rapidamente. Oggi, in alcuni settori, il tempo di apprendimento supera il tempo di obsolescenza: questo significa che diventa impossibile restare aggiornati! Ovviamente non tutti i settori sono uguali: secondo Shùppel il tempo di obsolescenza nel settore IT è ormai intorno a 2 anni (1 anno nel settore security) la media nei settori tecnologici (incluso medicina) è intorno ai 3 anni. Il ruolo dei digital twin E' evidente che si sia di fronte ad un problema. Occorre migliorare la fase di apprendimento e trovare un modo di contrastare l' obsolescenza. Sul versante apprendimento si iniziano a considerare (e sperimentare) tecnologie innovative sia nelle modalità di erogazione dei contenuti (con una crescente attenzione a personalizzazione e

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2019 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 61 contestualizzazione) sia nella identificazione delle conoscenze da "aggiornare". In questo ambito giocheranno un ruolo primario i digital twin. L' idea è quella di creare, così come oggi già si fa per le macchine (si pensi alle turbine di General Electric o alle auto di Tesla), una copia digitale, il digital twin, delle conoscenze della persona (a differenza di una macchina la copia delle conoscenze umane deve acquisire le conoscenze che vengono acquisite ma anche essere in grado di monitorare quelle che vengono, nel tempo, scordate!). Questa copia digitale diventa il punto di partenza per lo sviluppo di servizi di education da parte di molti attori, incluso l' area HR della azienda per cui si lavora. In prospettiva non si avrà più un curriculum da sottoporre per una assunzione ma si manderà il proprio digital twin a negoziare posto, attività e ovviamente remunerazione. Il digital twin inizierà ad essere sviluppato nel percorso scolastico e sarà il digital twin, in sostanza, a sostenere gli esami! Una bella notizia che eviterebbe lo stress da esame ma al contempo crea lo stress da "sapere": se non sai non passi. Digital twin e proprietà della conoscenza Il digital twin diventa fondamentale nella pianificazione dell' aggiornamento. Su questo versante abbiamo due attori interessati: la persona stessa, ovviamente, e il suo datore di lavoro. Mentre la persona è verosimilmente interessata a migliorare le sue conoscenze sia per far meglio il lavoro attuale/in arrivo sia per trovare sbocchi alla sua crescita professionale il datore di lavoro è probabilmente più interessato al primo aspetto che non a preparare la persona a trovarsi un nuovo lavoro. Un aspetto non secondario legato al digital twin è quello della proprietà della conoscenza. Oggi molte aziende impongono che la conoscenza sviluppata dai loro collaboratori resti in azienda (non disclosure agreement) e sia di proprietà dell' azienda stessa. Con il digital twin le cose si complicano. L' azienda gestisce (in software sui suoi sistemi) il digital twin dei collaboratori e attraverso applicazioni software (l' intelligenza artificiale qui ci va a nozze) determina la distribuzione delle conoscenze attuali e future (e quindi i piani di investimento mirati per aggiornare la conoscenza dei singoli) e forma i team di progetto sulla base delle conoscenze distribuite. Le criticità Fin qui sembra tutto abbastanza lineare. In realtà questo meccanismo apre le porte, dal punto di vista aziendale, alla gestione integrata delle conoscenze. Si noti che il punto cruciale è che il digital twin non è un cv in cui c' è scritto che una persona sa una certa cosa, bensì una sorta di avatar che "sa" fare quella cosa. Quindi, estremizzando, a una azienda potrebbe essere sufficiente avere il digital twin e lasciare a casa il physical twin, cioè noi come persone. E' chiaro che una rappresentazione virtuale ha poco valore se non può essere convertita in azione (execution). Ma per questo potrebbero esserci i robot. Il mio digital twin potrebbe essere utilizzato per addestrare un robot a fare le cose che so fare io. Questa è chiaramente una dirompenza che dovrà essere gestita. Una azienda potrà mantenere (e utilizzare) il digital twin di un suo collaboratore nel momento in cui questo dia le dimissioni (o vada in vacanza, in pensione)? Sarà permesso trasferire conoscenza da un digital twin ad un robot? Un futuro di team uomo-macchine Rethinking Robotics, la produttrice del robot Baxter, è arrivata alla terza generazione di robot e si sta avviando a rilasciare la quarta. La prima generazione consisteva di robot che potevano interagire con i lavoratori senza alcuna misura di protezione (non erano quindi necessarie barriere), nella seconda generazione il lavoratore insegnava a Baxter come effettuare una certa azione prendendogli la "mano" e facendogliela fare in modo guidato. La terza generazione, oggi disponibile, vede Baxter osservare quanto stanno facendo i suoi collaboratori umani e imparare da questo per lavorare nel team. Non ha quindi più bisogno di essere addestrato. Nella quarta generazione l' obiettivo e di creare dei team misti robot-persone che insieme siano in grado di trovare l' approccio migliore a raggiungere un certo obiettivo. Baxter 4.0 sarà quindi in grado di continuare ad imparare ma anche di insegnare ai suoi collaboratori umani osa devono fare. In questa evoluzione si vede chiaramente la motivazione espressa all' inizio dell' HR di Intel di richiedere ai futuri collaboratori la capacità di lavorare in team misti, uomini/macchine. Il futuro vedrà necessariamente una conoscenza distribuita e l' execution sfrutterà questa conoscenza distribuita. La novità è che molto più di oggi gran parte di questa conoscenza sarà contenuta in macchine. I nuovi approcci alla conoscenza distribuita Unanimous AI, una start up americana, mette a disposizione di medici un servizio di conoscenze fruibile in tempo reale in cui la conoscenza è costruita da persone e da "macchine". Medici sparsi in tutto il mondo condividono la loro conoscenza (il loro digital twin) e un collante di intelligenza artificiale provvede a rendere accessibile queste conoscenze integrandole con le conoscenze derivate, attraverso machine learning, dalla consultazione di milioni di articoli, entro pochi secondi dal momento in cui questi vengono resi disponibili su internet. Il singolo medico in presenza di un paziente con sintomi/esami dubbi può far ricorso a questa conoscenza come se parlasse ad un suo collega per una consultazione. Il progresso nel settore della comprensione del parlato e nella sintesi vocale rende naturale questa interazione uomo-macchina. Unanimous AI è un esempio di un nuovo approccio alla conoscenza distribuita reso possibile dai progressi della intelligenza artificiale. Dicevo all' inizio come uno degli aspetti critici sia quello di erogare la conoscenza richiesta al momento più opportuno. Di nuovo l' intelligenza artificiale può fornire gli strumenti che analizzando (interagendo con) il digital twin identificano le lacune di conoscenza rispetto a quanto serve (servirà a breve) e confezionano pillole di conoscenza in modo efficacemente fruibile. Su questa linea (pillole di conoscenza) stiamo vedendo l' evoluzione che trasforma i corsi in micro-corsi. In una iniziativa congiunta IEEE EIT Digital si sta sviluppando un corso sulla Digital Transformation che in realtà consiste di 108 moduli che possono essere aggregati a piacere a seconda delle necessità specifiche e quindi personalizzati nel contenuto e forma di erogazione. Conoscenza e intelligenza cooperativa Una ulteriore evoluzione sarà quella di passare da una conoscenza distribuita all' emergere di conoscenza (e intelligenza) cooperativa, cioè risultante dalla interazione tra vari punti di conoscenza e di messa a valore di tale conoscenza (si impara molto attraverso una osservazione critica di quello che si fa e relativi risultati). Abbiamo dichiarato da tempo che stiamo andando verso (o addirittura siamo) la

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2019 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 62 società della conoscenza dove i dati sono la nuova materia prima e la conoscenza il nuovo oro. Attraverso un opportuno uso dell' intelligenza artificiale si potrà non solo fruire di conoscenze distribuite ma creare nuove conoscenze in una spirale virtuosa che ovviamente favorirà quelle aziende che sapranno far leva sui dati (ed ovviamente qualcuna, non volendo fare nomi) parte con un enorme vantaggio. Si noti, tuttavia, che in un contesto di conoscenze massicciamente distribuite ed accessibili diventa possibile sviluppare servizi anche per chi non ha fisicamente il repository (la banca dati) purché abbia l' accesso. Il concetto di flipped classroom prenderà sempre più piede, io come persona imparo attraverso l' accesso a contenuti, micro corsi, presenti nel web e che identifico tramite servizi di aggiornamento specifici per me, poi partecipo a delle classi (spesso virtuali) per discutere l' applicazione di quelle conoscenze. L' interazione non avviene, come è stato fino ad oggi, per imparare, ma per mettere in pratica quanto ho imparato. Le macchine avranno più conoscenza di noi (già oggi è così) ma entrando in simbiosi con loro continueremo ad essere noi a guidare l' execution. @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§19318799§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 10 Il Sole 24 Ore Industria 4.0

EVENTI Connext, accordo imprese-Google per il digitale

Al via domani a Milano l' evento di partenariato industriale di Confindustria L' obiettivo è quello di facilitare la costruzione di reti e alleanze

Nicoletta Picchio

ROMA Quattro grandi temi: la persona al centro del progresso; la fabbrica intelligente; il territorio e lo sviluppo sostenibile; le aree metropolitane. Più un focus sul made in Italy nel mondo. Da domani prenderà il via Connext, il primo grande evento nazionale di Confindustria per connettere le imprese, immaginando il futuro dell' Italia, seconda manifattura in Europa. L' appuntamento milanese, che si terrà il 7 e l' 8 al Mi-Co, Milano Congressi, è la tappa di un percorso partito l' anno scorso con i road show sul territorio, e che proseguirà con il market place, la piazza virtuale che si è già avviata e continuerà ad esistere anche in futuro. Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, inaugurerà l' evento domani mattina, insieme al presidente di Assolombarda, Carlo Bonomi, Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, e Giuseppe Sala, sindaco di Milano. Assolombarda e Unindustria hanno contribuito a realizzare l' iniziativa, aperta anche ai non iscritti alla confederazione. Grandi e piccole aziende, seminari, incontri btob, approfondimenti su temi specifici e paesi, dal Marocco come ponte per l' Africa alla Cina alla Germania, puntando all' internazionalizzazione. Il calendario è denso, per facilitare al massimo la costruzione di reti e di alleanze e far fare un salto di qualità al sistema produttivo, in una logica di progetto paese. Saranno firmati anche accordi: Boccia e Matt Brittin, presidente Business e Operations di Google EMEA, domani formalizzeranno una collaborazione per aiutare le imprese nella trasformazione digitale. Sempre su innovazione, digitale, fabbrica intelligente, internet delle cose, si concentreranno i seminari di Italtel-Exprivia, di Siemens, e di IBM. Tra le grandi imprese presenti ci sarà Tim, che con Olivetti presenta due seminari su tecnologie innovative, dal 5G, grazie alle sperimentazioni in corso, all' intelligenza artificale, ai Big Data. Enel lancerà la nuova proposta Enel X per la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare, ci sarà un confronto su Futur-E, economia circolare per dare nuova vita a 23 centrali termoelettriche. Sull' economia circolare, smantellamento delle ex centrali nucleari e dei rifiuti radioattivi, compresi quelli medicali, verterà anche il seminario di Sogin di domani, mentre l' 8 si terrà l' evento "Deposito nazionale, progetto paese" cui parteciperà Boccia con i vertici di Sogin, l' ad e il presidente Luca Desiata e Marco Ricotti. Tra le grandi aziende sarà a Connext anche Eni: una presenza decisa per valorizzare il patrimonio di innovazione e competenze aziendali e per raccontare l' impegno di Eni sul processo di decarbonizzazione e in quello fondamentale dell' economia circolare. Ci sarà il gruppo Leonardo ed anche il gruppo Fs che presenterà la app "nugo" dedicata a soluzioni di viaggio innovative, e Audi. Industria ma anche banche: avrà uno stand a Connext Intesa San Paolo, con un primo evento domani sul made in Italy, un dialogo tra il responsabile della Banca dei territori, Stefano Barrese, e l' ex ambasciatore Usa David Thorne, per parlare di nuovi mercati. Sono previsti anche un focus Germania e un focus Cina: obiettivo, sostenere l' internazionalizzazione delle imprese. Mastercard Europe organizzerà un seminario sull' evoluzione dei pagamenti aziendali e uno sul tema smart data per un' azienda 4.0. Altro argomento la formazione: 4.Manager avrà uno stand istituzionale a altri quattro legati ai driver tematici di Connext; Fondimpresa punterà sulla formazione digitale; Umana organizzerà 11 workshop sui diversi servizi a disposizione delle aziende. Endered Italia si soffermerà sul welfare aziendale. Fondirigenti presenterà il progetto D20 Leader, destinato a 100 ventenni di talento, il bando sarà pronto in primavera. Sarà presente anche la Luiss, per raccontare il nuovo modello formativo dell' ateneo, in particolare con la lezione del rettore Andrea Prencipe, domani

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2019 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 64 pomeriggio, puntando sulle professioni del futuro con un approccio sempre più internazionale. A Connext parteciperanno con un proprio stand anche le 20 start up che hanno vinto il bando, partito a metà gennaio, collegato ai quattro driver tematici (179 partecipanti). Saranno anche inserite nel market place. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§19318807§] martedì 05 febbraio 2019

Corriere Comunicazioni Industria 4.0

Ict controcorrente: +4% l' anno, mercato da 4,6 trilioni di dollari nel 2022

La spesa Ict mondiale, che riunisce i budget in hardware, software, servizi e telecomunicazioni di aziende private e enti pubblici, varrà 4.600 miliardi di dollari nel 2022, con un tasso di crescita medio del 4% l' anno. La stima arriva dall' ultimo studio di Idc, che ha analizzato gli investimenti previsti in 53 paesi del mondo in oltre 100 categorie tecnologiche. La spesa delle aziende in tecnologie di informazione e comunicazione risentirà del rallentamento dell' economia globale e della guerra dei dazi, mentre la spesa dei consumatori soffrirà per la saturazione sui mercati smartphone e tablet; tuttavia, a garantire la crescita ci saranno gli investimenti delle imprese in digital transformation. Nel dettaglio, Idc stima che i clienti commerciali (aziende e pubbliche amministrazioni) rappresenteranno circa il 63,5% della spesa totale Ict entro il 2022, pari a 2.900 miliardi di dollari, mentre i consumatori copriranno il 36,5% della spesa (1.700 miliardi). Il segmento a più alta crescita è quello dei servizi professionali (+7%), grazie alla veloce espansione dei budget aziendali per servizi e infrastrutture cloud. A investire in Ict sono soprattutto le aziende dei media (+6%), del settore bancario (+5%), del retail (+5%) e della manifattura (+5%). Al contrario, presenteranno tassi di crescita inferiori alla media i budget Ict dei governi e delle imprese del commercio all' ingrosso e dell' edilizia. "Nel breve periodo, la trade war tra Stati Uniti e Cina continua a accrescere la volatilità dell' outlook", afferma Stephen Minton, vice president del Customer Insights & Analysis group di Idc. "Alcune aziende si trovano anche a fronteggiare un indebolimento delle vendite in Cina, mercato di esportazione chiave per l' industria manifatturiera. L' impatto della trade war sulla stessa Cina potrebbe perdurare e le aziende dei settori manifatturiero e servizi finanziari sono le più esposte". Anche per l' Asia-Pacifico la guerra dei dazi Usa-Cina crea incertezza: alcune aziende dipendono dalla Cina per il loro fatturato e potrebbero allontanarsi dal mercato Usa, mentre altre potrebbero cercare di potenziare l' export verso gli Stati Uniti. Idc considera la trade war un' opportunità per l' India, ma in generale molte aziende in Asia cercheranno un difficile equilibrio nelle relazioni commerciali con Usa e Cina e subiranno gravi impatti da un' eventuale ulteriore escalation. A contrastare il sentiment negativo sull' economia in Cina c' è l' aumento della domanda globale di soluzioni Ict legate alla digital transformation, come cloud e intelligenza artificiale, che spingono gli investimenti delle grandi imprese e degli enti pubblici in settori come retail, manifattura, sanità, servizi finanziari. Il trend tocca anche i paesi europei: "Le aziende dell' Europa occidentale non solo vogliono abbracciare le nuove tecnologie, come AI e robotica, per migliorare i processi di business, ma adottano nuovi approcci alla spesa It, guidati dalla domanda dei clienti", sottolinea Andrea Minonne, research analyst for Western Europe del Customer Insights & Analysis group di Idc. "Ciò vale soprattutto per industrie come retail, banking, trasporti e telecomunicazioni, che hanno un rapporto diretto col cliente". In generale, però, la crescita della spesa Ict dell' Europa occidentale resta indietro a quella dell' Asia Pacifico e a quella degli Stati Uniti. Nonostante la relativa maturità, il mercato Ict americano cresce del 4,5% grazie agli investimenti in cloud, AI e applicazioni mobili, uguagliando di qui al 2022 i tassi di crescita dei mercati emergenti dell' America Latina e imponendosi come secondo mercato mondiale per ritmi di crescita della spesa Ict dopo la Cina. @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§19318808§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 8 Il Sole 24 Ore Industria 4.0

IFONDI

100 milioni Obiettivo della dote Il decreto ministeriale firmato da Luigi Di Maio destina alla "domanda pubblica intelligente" 50 milioni del Fondo crescita sostenibile. L' obiettivo è raddoppiare la dote, utilizzando fondi europei o di altre amministrazioni 45 milioni Blockchain, IA e Iot La legge di bilancio ha previsto un Fondo per interventi volti a favorire lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di intelligenza artificiale, blockchain e internet of things, con una dotazione di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021.

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[§19318809§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 42 La Repubblica Industria 4.0

Il reportage Il postino robot nato a Milano bussa alle porte del Giappone

JAIME D' ALESSANDRO

Tokyo adotta un "nostro" automa per la consegna della corrispondenza Ed è in arrivo, sul modello dell' Ai, un laboratorio nazionale della robotica Dal nostro inviato TOKYO H a portato un pacco ad una coppia di anziani a Minamisma, cittadina nella prefettura giapponese di Fukushima che ha sofferto non poco per il maremoto del 2011 e l' incidente alla vicina centrale nucleare. Yape, il robot a guida autonoma nato a Milano, questo fine settimana ha percorso senza intoppi le strade del centro, superando incroci ed aggirando ostacoli con la sua livrea rossa e il logo delle poste giapponesi. Si autobilancia sulle due ruote, ha otto sensori di prossimità, un radar e sei videocamere attraverso le quali riconosce persone, veicoli, segnaletica. Può trasportare fino a 30 chili di peso percorrendo anche 40 chilometri. Il pacco di Minamisma era leggero, la distanza breve, eppure Yape ha compiuto un' impresa non da poco. Un robot italiano scelto da un colosso come Japan Post, in una terra di robot come il Giappone, non è una cosa da tutti i giorni. «Quella consegna ha sancito la fine della prima fase di test», racconta Simone Fiorentini, 32 anni, cofondatore della startup milanese. « Ci aspettano altri due anni di prove, ma intanto Yape è fra i due veicoli di terra rimasti in gara dei 20 scelti all' inizio». L' unico capace di rivaleggiare con CarriRo Deli dell' azienda Zmp di Tokyo. Sembrava non ci fosse partita, il Giappone è il primo produttore di robotica industriale al mondo e non ammette di buon grado che qualcun altro possa fare meglio. Ma Yape alla fine l' ha spuntata sia perché su strada ha dimostrato di essere più affidabile, sia per la piattaforma software per le consegne sviluppata sempre dall' azienda milanese, che ha già raccolto investimenti per sei milioni di euro ed è valutata circa 20 milioni. A quanto pare funzionano in maniera egregia. Fiorentini, Phd al Politecnico di Milano, ha passato un mese al freddo nelle strade fittizie di una vecchia scuola guida ad una cinquantina di chilometri dalla centrale di Fukushima, provando e riprovando le abilità di Yape assieme agli ingegneri delle poste e della Hitachi che li affiancavano. Intendiamoci, non è come vincere il Nobel. Yape ha " solo" confermato che in fatto di meccanica siamo fra i primi Paesi al mondo. Terzi per l' esattezza nella robotica industriale, dopo lo stesso Giappone e la Germania. E siamo settimi nell' impiego dell' automazione con 160 robot ogni mille operai. Ancora: secondo la testata inglese The Economist, che ha stilato una graduatoria delle nazioni più avanzate in ricerca, regolamentazione e formazione riguardo a intelligenza artificiale ( Ai) e robotica, arriviamo undicesimi subito dopo gli Stati Uniti e prima della Cina. « Parliamo di uno dei pilastri delle nostre esportazioni » , racconta Barbara Mazzolai, a capo del centro di ricerca di biorobotica dell' Istituto italiano di tecnologia ( Iit). « Ma la sa una cosa? Pochi se ne rendono conto. Per restare ai vertici dobbiamo intanto convincerci che siamo una potenza e dobbiamo investire per rimanere tali creando nuovi mercati e posti di lavoro invece di crescere generazioni di precari frustrati ». Si tratta anche di saper trovare investimenti ed opportunità. La Mazzolai, ad esempio, coordinerà il progetto GrowBot, dedicato alla cosiddetta " robotica soft" ispirata a piante e animali, con poco meno di sette milioni di euro stanziati dalla Commissione europea. Oltre all' Iit, ne fanno parte il Gran Sasso Science Institute e la Linari Engineering Srl in Italia. All' estero, fra gli altri, c' è la Tel Aviv University in Israele e il Centre National De La Recherche Scientifique ( Cnrs) in Francia. Ovviamente la Scuola Superiore Sant' Anna di Pisa, che ha costruito la mano robotica della quale si parla a pagina 4, è della partita. « Il problema da noi non sta nella fuga dei cervelli, andare all' estero ha un valore enorme, ma è nel non riuscire a riportarli indietro dopo che hanno fatto esperienza come invece avviene in Israele o in Cina», prosegue la ricercatrice dell' Iit. Cita poi come esempio il Laboratorio Nazionale di Artificial Intelligence guidato da Rita Cucchiara nato quest' estate per unire le forze delle università e dei centri di ricerca italiani in fatto di Ai. A quanto pare, presto potremo veder qualcosa di simile anche per la robotica. Una buona notizia. Se non uniamo le forze e guardiamo all' estero è difficile immaginare un futuro. Non siamo come il

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Giappone che ha un mercato interno da 128 milioni di cittadini ed è la terza economia al mondo. Abbiamo però in comune il tasso di invecchiamento della popolazione che nel loro caso si è tradotto in investimenti capillari nella robotica. Alle Japan Post sono convinti che nel giro di dieci anni cominceranno a non avere più fattorini. La soluzione sono i veicoli a guida autonoma per le consegne come Yape che in Giappone non è arrivato per caso. È cresciuto in seno ad eNovia, la "fabbrica di imprese" fondata a Milano nel 2013. Già valutata 122 milioni di euro, lavora con i politecnici e con loro sviluppa prodotti e servizi creandoci attorno delle aziende capaci di stare in piedi e affrontare i mercati. Non si limita quindi a trovare finanziamenti per intuizioni che appaiono brillanti, ma costruisce compagnie unendo la competenza delle università e le giuste figure imprenditoriali. Riduce così il rischio di insuccesso e si può permettere di puntare all' estero. A proposito di opportunità. « Lo scorso anno abbiamo portato qui a Tokyo, a nostre spese, 12 startup per l' Italy Innovation Day » , racconta l' ambasciatore Giorgio Starace nella residenza a due passi dalla Tokyo Tower. « Vogliamo far capire agli imprenditori giapponesi che non siamo solo bravi nel campo dell' agroalimentare e della moda. E quest' anno si replicherà, in autunno, raddoppiando il numero delle startup». Considerando l' entrata in vigore dell' Economic Partnership Agreement (Epa) stipulato fra Europa e Giappone per l' abbattimento dei dazi doganali, si tratta del più grosso accordo commerciale mai negoziato da Bruxelles, per noi si aprono prospettive interessanti. Sperando, nel frattempo, che Yape arrivi fino alla fine. Come ha fatto a Minamisma, consegnando quel pacco. «C' erano del riso e dei dolci», rivela Simone Fiorentini. « La coppia di anziani ha ricambiato con un inchino e un gran bel sorriso». © RIPRODUZIONE RISERVATA Simone Fiorentini, uno dei "padri" del robot Yape, durante i test nella prefettura di Fukushima.

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[§19318810§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 44 La Repubblica Industria 4.0

Intelligenza artificiale Record di brevetti negli ultimi 5 anni

Il 50% di tutti i brevetti relativi a progetti e idee sull' intelligenza artificiale è stato pubblicato negli ultimi 5 anni. Lo rivela l' Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale, una delle agenzie specializzate dell' Onu con sede a Ginevra. Le richieste di brevetti sono 170.000 sin da quando sono cominciate le ricerche sul tema, negli anni Cinquanta. Il boom è iniziato nel 2001 ma è appunto solo nell' ultimo quinquennio che si è concentrato il grosso dei progetti. In termini numerici l' ambito più gettonato è quello del "machine learning". In questo periodo la crescita annua dei brevetti è stata del 175%, ben al di sopra del ritmo in altri ambiti (in media del 33%). A dominare sono Cina e Stati Uniti e occorre ricordare che solo una frazione dei brevetti cinesi è depositata anche fuori dalla Repubblica popolare. Quanto alle organizzazioni, nell' AI dominano Ibm (8.290 richieste) e Microsoft (5.930). Nella classifica delle domande accettate, comandano la giapponese Toshiba con 5.223 brevetti riconosciuti e la sudcoreana Samsung (5.102). - s.c.

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[§19318811§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 30 La Stampa Industria 4.0

Le energie verdi non si possono attivare a comando e richiedono grandi capacità di accumulo La batteria per le rinnovabili

Edison la abbina a un super-impianto Rimedio all' incostanza di Sole e vento

LUIGI GRASSIA

Le energie rinnovabili sono state a lungo svantaggiate, rispetto a quelle convenzionali, dalla limitata capacità di immagazzinarle. In linea di massima le fonti tradizionali di energia si usano a comando, nel momento in cui servono, e di solito non hanno un grande necessità di accumulo. Invece l' energia del sole o del vento si produce soltanto quando il sole decide di farsi vedere, o quando il vento decide, a suo capriccio, di soffiare, e non quando glielo chiediamo noi schiacciando un pulsante o girando una manopola; perciò queste energie incostanti e poco prevedibili vanno generate in qualunque momento ce ne sia occasione anche se al momento non servono, o servono poco, e bisogna immagazzinarle per l' uso successivo. Accompagnare il boom Negli anni recenti il boom delle energie rinnovabili è stato sostenuto non solo dalla crescente efficienza e dal minor costo della loro produzione, ma anche dalla disponibilità di sistemi di accumulo sempre più validi (cioè più leggeri, meno ingombranti e più capaci di immagazzinare l' energia); ma questa non è l' unica strada verso cui si indirizza la ricerca scientifica e tecnologica: batterie sempre migliori devono anche dimostrare operativamente di essere sempre più capaci di lavorare in associazione con le centrali di generazione. La Edison, uno dei maggiori produttori di energia elettrica in Italia e, oltretutto, con una forte vocazione alle rinnovabili, ha abbinato un grande sistema di accumulo da 822 kWh al suo impianto fotovoltaico di Altomonte, in provincia di Cosenza, per sperimentare la capacità di queste batterie di essere complementari all' energia ricavata dal Sole. L' impianto di accumulo è stato fornito dall' azienda Electro Power Systems e agisce a supporto del sistema fotovoltaico di Altomonte (con 3,3 MegaWatt di potenza installata). La sua funzione è di compensare la variabilità che è tipica delle rinnovabili, permettendo di sperimentare le capacità dei sistemi di accumulo di mettersi al servizio della rete; in pratica le batterie vengono sperimentate nella loro capacità di rendere disponibile, quando necessaria, l' energia elettrica immagazzinata, sopperendo non solo alle discontinuità di produzione dell' energia fotovoltaica ma anche a quelle che colpiscono sempre qualunque tipo di rete elettrica. Così Giovanni Brianza, vicepresidente esecutivo di Edison e responsabile delle strategie di innovazione del gruppo: «Il sistema di accumulo di Altomonte è un progetto innovativo che permette a Edison di rafforzare le competenze nella gestione delle batterie. L' obiettivo è di studiare le potenzialità di questi sistemi e di sviluppare i modelli di business più adeguati per il loro impiego». « Le fonti rinnovabili», continua Brianza, «e in particolare l' energia solare e quella eolica, sono per loro natura non programmabili. L' uso delle batterie permette di immagazzinare l' energia in eccesso prodotta dal sole o dal vento nei momenti di abbondanza, quando se ne produce in eccesso, rendendola di nuovo disponibile quando ce n' è effettivamente bisogno. Fare innovazione è cruciale, soprattutto in questa fase di sviluppo del sistema energetico, e la sperimentazione di nuove modalità di gestione dell' energia è uno dei pilastri della nostra strategia. I sistemi di accumulo abbinati a impianti come quello di Altomonte consentono di ottimizzare la gestione dell' energia colmando lo iato fra le previsioni e l' elettricità effettivamente prodotta». Come 65 mila smartphone Visto dall' esterno, il sistema di immagazzinamento di Altomonte passa quasi inosservato, si confonde con gli altri edifici dell' impianto produttivo: è racchiuso in un anonimo container di 12 metri di lunghezza e 5,5 tonnellate di peso complessivo. Dentro si trovano 108 moduli di batterie agli ioni di litio con una potenza installata

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2019 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 71 di 500 kiloWatt. Per dare un' idea, l' energia immagazzinata da queste celle sarebbe sufficiente a far percorrere più di oltre 4000 chilometri a un' auto elettrica, oppure potrebbe ricaricare simultaneamente 65.000 smartphone, o tenere accesa una lampada Led per 8 anni. Per eguagliare la sua capacità di accumulo, sarebbero necessari oltre 13.000 «power bank», i caricatori d' emergenza per cellulari e tablet. Il sistema può essere controllato sia localmente ad Altomonte sia dalla sede centrale della Edison a Milano; si può intervenire con comandi di accumulo o di erogazione o si può delegare tutto a un sistema automatico, abilitandolo a intervenire per correggere gli squilibri dell' impianto fotovoltaico rispetto al programma di funzionamento. E prima o poi con lo sviluppo dell' Intelligenza Artificiale tutto verrà delegato a un robot. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.

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[§19318813§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 26 Corriere della Sera Industria 4.0

La scommessa della Formazione 4.0 Più fondi agli istituti tecnici superiori

Agli Its 55 milioni nei prossimi due anni. Ma il modello tedesco rimane un miraggio

MASSIMILIANO DEL BARBA

In Germania le chiamano Fachhochschule . Sono, letteralmente, scuole d' alta formazione professionalizzante e contano qualcosa come 880 mila iscritti. Aperte a chi non vuole intraprendere un percorso universitario, sono la fucina dei colletti blu del digital manufacturing . In Francia si chiamano invece Brevet Technicien Supérieur , hanno più o meno le stesse funzionalità e raccolgono a oggi 240 mila studenti. In Italia, dato che solo due ragazzi su dieci arrivano alla laurea e la condizione di disequilibrio tra domanda e offerta è palesemente cronica, nel 2008 si è cercato di creare un percorso di formazione tecnica alternativo che fosse in grado di accompagnare nel mondo del lavoro il restante 80% dei nostri giovani. Così sono nati gli Its, acronimo di Istituti tecnici superiori: a oggi se ne contano 101 - di cui 20 in Lombardia - e per ora contano poco meno di 12 mila iscritti. Un' inezia, rispetto ai nostri vicini di casa. E c' era pure qualcuno pronto a scommettere sulla loro estinzione. Poi è arrivato il piano Industria 4.0 e su questa formazione "post-secondaria" alternativa alla laurea si sono riaccesi i riflettori. Tanto che, finanziati tradizionalmente dal Miur grazie anche a un' integrazione dell' Fse attraverso le Regioni, dal 2018 hanno ricevuto, proprio per i percorsi abilitanti a competenze di stampo manufatturiero, una ulteriore iniezione di risorse da parte del ministero dello Sviluppo economico: dieci milioni nel 2018, che quest' anno diverranno 20 e il prossimo saranno 35. «Una buonissima notizia - commenta Alessandro Mele, presidente dell' Associazione Rete Fondazione Its Italia - anzitutto perché la norma contenuta nella Manovra 2019 consente di superare la logica del bando. In alte parole - prosegue - si supera lo status di start up, si stabilizza il sistema e si dà la possibilità a imprese, università ed enti locali (di norma gli attori degli Its, che si costituiscono in fondazione, ndr ) di creare nuovi istituti per rispondere alle esigenze del mondo del lavoro». Che è poi il loro fine ultimo. E da questo punto di vista i dati della piattaforma Indire del Miur sono incoraggianti: l' 82,5% dei diplomati Its ha trovato lavoro a un anno dal diploma, l' 87,3% dei quali in un' area coerente con il percorso formativo concluso. Insomma, per stare al passo della Quarta rivoluzione industriale gli Its sono cruciali. Come hanno scritto Federico Butera della Bicocca e Marco Leonardi della Statale di Milano sul Sole 24 Ore dello scorso 8 gennaio, «senza il loro contributo, una politica educativa in mano solo all' università rischia di sbagliare bersaglio come già avvenne dieci anni fa con il "3+2" che partì come università professionalizzante ma di professionalizzante non ebbe mai quasi nulla». Scendendo più in profondità, le due aree (delle sei) dove offerta e domanda s' incontrano con maggior facilità sono la «mobilità sostenibile» e le «tecnologie per il made in Italy» ma, a otto anni dalla nascita del sistema Its, è in corso una revisione dei profili che prevede anche la partenza di cinquanta nuove classi, sulle odierne 485, tutte orientate a Industria 4.0. Qualche esempio? Nel nuovo laboratorio dell' Its Umbria Academy di Foligno gli studenti hanno appena reingegnerizzato un drone per migliorarne le prestazioni utilizzando tecniche di design thinking e di additive printing . All' Its Maker di Bologna, invece, si sta realizzando un robot capace di muoversi nei tunnel autostradali per calibrare la potenza dei sistemi di ricircolo dell' aria. All' Its Aerospazio e Meccatronica Piemonte di Torino si lavora con la realtà aumentata per fare manutenzione da remoto. Stiamo diventando tedeschi?

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2019 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 73

[§19318815§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 42 La Repubblica Industria 4.0

L' intervento Ora investire sui tecnici

MASSIMO BANZI

Per rimanere ai vertici bisogna incentivare l' istruzione di Q ualche anno fa la rivista Time ha pubblicato una mappa del mondo dove ad ogni Paese era associato il prodotto esportato di maggiore valore. Per l' Italia si tratta di " Engineering Products", il che vuol dire macchinari industriali e altri prodotti di ingegneria. Questa capacità dell' Italia è una tradizione che ci portiamo dietro da molti anni grazie al fatto che nonostante tutto siamo ancora un Paese che produce cose. Spesso partecipo ad eventi in giro per il mondo dove ci si domanda come fare a riportare il manifatturiero. Poi inevitabilmente qualcuno mi domanda: "E in Italia?" In Italia, finché dura, siamo ancora un Paese manifatturiero. È un settore che ha come controparte la presenza di molte aziende che producono macchinari avanzati e robotica. Già negli anni 50 la Olivetti si era interessata delle applicazione del " Controllo Numerico", che poi ha portato alle macchine usate per lavorazioni ad alta precisione, creando un' apposita divisione e aprendo la strada a queste tecnologie ( su Youtube si trovano degli interessanti video dell' archivio storico Olivetti che raccontano questa attività pionieristica). Oggi ci sono interi distretti dedicati a questo tipo di produzioni ( vedi per esempio la "Packaging Valley" in Emilia Romagna). La Federazione Internazionale di Robotica ( Ifr) riconosce all' Italia il sesto posto nel mondo come produttori di robot industriali. Worlds Top Exports ci mette al terzo posto. Tutto questo coronato da istituti di ricerca di eccellenza come l' Istituto Italiano di Tecnologia di Genova o il Sant' Anna di Pisa. È un dato molto positivo, il mondo però non sta a guardare. In questo momento assistiamo ad un' accelerazione dell' innovazione grazie all' intelligenza artificiale ( Ai) dove Paesi come la Cina intendono diventare leader mondiali. L' Italia si trova in una situazione particolare: tutte queste aziende che lavorano nella robotica o nella manifattura ad alta precisione, hanno fame di tecnici ed esperti. Ma l' Italia diventa sempre meno attrattiva e migliaia di persone qualificate nate nel nostro Paese si trasferiscono all' estero. Un esodo che abbinato con la scarsa capacità di attrarre immigrazione qualificata mina seriamente le nostre prospettive future. Se l' Italia vuole rimanere in testa alle classifiche deve fare uno sforzo investendo sull' istruzione e imparando, per esempio, da esperienze innovative come la School of Artificial Intelligence che Marco Trombetti ha creato dentro Pi Campus a Roma. Diventa fondamentale " democratizzare" le tecnologie rendendole più comprensibili ad un pubblico più ampio ( che è quello che proviamo a fare con Arduino). Se ci aspettiamo che le aziende italiane adottino le metodologie dell' Industria 4.0, ci serviranno parecchi tecnici e persone esperte. La maggior parte dei programmi sono tarati per industrie grandi o medie, mentre coprono meno le medio piccole ( che rappresentano un pezzo importante dell' economia italiana). Dobbiamo mettere assieme delle metodologie per aiutare queste imprese a capire i fondamentali cambiamenti dell' industria ma anche capire come fare a riqualificare persone che hanno voglia di lavorare ma che non hanno la preparazione tecnica adeguata. Non solo. Le aziende devono lavorare tra di loro per creare dei centri di ricerca capaci di analizzare gli aspetti più avanzati dell' intelligenza artificiale e le sue applicazioni e, allo stesso tempo, formare dei "tecnici dell' Ai" che possano poi applicare in forma pratica queste tecnologie. Soprattutto bisogna investire in progetti open source che sono il metodo migliore per assicurarsi che qualunque innovazioni rimanga di proprietà di tutti ( già adesso le grandi aziende di Internet rilasciano open source i componenti principali delle loro Ai). Non è difficile, si può fare. Basta credere nelle competenze e nella voglia delle persone di ritrovare l' orgoglio del proprio lavoro.

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Se vi capita fatevi un giro alla Maker Faire di Roma, a ottobre. Noi portiamo lì una bella selezione del panorama della ricerca universitaria assieme a tante piccole aziende che ci provano. 120 mila persone vengono li a vedere che c' è un Italia innovativa, che inventiva e ha voglia di cambiare. © RIPRODUZIONE RISERVATA L' autore è fra i " padri" del processore Arduino Ha insegnato all' Interaction Design Institute di Ivrea ed è curatore di Maker Faire .

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[§19318816§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 8 Il Sole 24 Ore Industria 4.0

SVILUPPO ECONOMICO Pa, bando Mise da 50 milioni per lanciare gli appalti innovativi

Il sottosegretario Cioffi: «Parte il piano innovazione Smarter Italy» «In campo nel progetto Ue sui semiconduttori con 410 milioni in sei anni»

Carmine Fotina

ROMA «Entro marzo lanceremo il primo bando del ministero dello Sviluppo economico per la "domanda pubblica intelligente" e la prima challenge internazionale per progetti sull' intelligenza artificiale». Andrea Cioffi, sottosegretario dei Cinque Stelle con delega alla competitività e agli interventi per il sistema industriale, anticipa i contenuti del piano governativo "Smarter Italy" 2019-2023. «Gli appalti di innovazione e l' IA saranno i primi capitoli a partire, nel frattempo lavoriamo alla strategia nazionale sulla blockchain, al progetto Ue sui semiconduttori, finanziato in manovra con 410 milioni, allo sviluppo di un supercalcolatore presso il Cineca di Bologna e a una struttura nazionale di cloud unico per le imprese armonizzando i data center sparsi nel paese». Il ministro Luigi Di Maio ha appena firmato il decreto ministeriale che destina ai bandi di domanda pubblica intelligente - appalti di innovazione/o pre-commerciali - 50 milioni del Fondo crescita sostenibile, integrabili anche con risorse Ue. L' obiettivo del ministero sarebbe quello di raddoppiare almeno la dote, arrivando a 100 milioni. Dopo una serie di esperimenti isolati, dunque, per la domanda pubblica dovrebbe aprirsi un nuovo filone. Funzionerà così: il ministero individuerà, insieme alle amministrazioni, ad esempio le città, i "fabbisogni smart", esigenze pubbliche da esaudire sviluppando da zero delle nuovi soluzioni. Il decreto prevede che le imprese partecipino ai bandi proponendo uno studio di fattibilità tecnica, i prototipi, il rilascio sperimentale della soluzione e un piano per diffonderla a livello di Pa. In sostanza, con questo modello non si parte più dai beni e servizi da comprare, ma dai fabbisogni di innovazione da soddisfare, con esempi svariati che vanno dai trasporti alla sostenibilità ambientale. La formula del "pre commercial public procurement", prevista fin dall' accordo di partenariato sull' uso dei fondi strutturali 2014-2020, prevede anche una convenzione con l' Agenzia per l' Italia digitale. La strategia su intelligenza artificiale e blockchain (si veda l' articolo in basso) e i progetti di coinvestimento europei sulla microelettronica e l' Hpc (high performance computing, cioè il supercalcolo) sono altri capitoli del programma "Smarter Italy". Per il progetto di interesse comune europeo sulla microelettronica in manovra sono stati inseriti 410 milioni in sei anni e saranno coinvolti anche i siti italiani di StMicroelectronics. «Quanto al progetto sull' Hpc - spiega Cioffi - puntiamo alle applicazioni industriali che potranno derivare dal supercalcolatore in progamma al Cineca di Bologna. Una macchina pre-exascale oppure exasacale che, secondo gli obiettivi, supererà la potenza di calcolo del supercomputer del Department of energy statunitense, raggiungendo 250-300 milioni di miliardi di calcoli al secondo». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§19318818§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 21 La Stampa Industria 4.0

ritratto del millennial in auto: condividere più che possedere

EGLE SANTOLINI

I perconnessi, eppure spesso molto soli. Preoccupati dal futuro, e come dargli torto. Obbligati a essere speciali, più grintosi, per emergere. Ma con una spinta irresistibile a restare umani, a condividere più che possedere, a rispettare l' ambiente. È il ritratto dei millennial tracciato da una ricerca di Bain&Company per Quattroruote su 2700 ragazzi ripartiti fra Italia, Gran Bretagna e Germania: la Generazione Y dei nati fra il 1984 e il 1995. Prima osservazione: la crisi ha picchiato durissimo sui primi a diventare adulti con prospettive meno rosee di chi li ha preceduti: -0,4% di calo del pil pro capite in Italia fra il 2000 e il 2015 (contro un +1,2 per la Germania e un +1,1 per la Gran Bretagna), che si traduce in un reddito inferiore del 17% rispetto alla generazione precedente. Di conseguenza, le scelte importanti della vita vengono rimandate: nozze, figli, acquisto di una casa e anche di un' auto. Le immatricolazioni calano dunque del 50% nella fascia 18-29 anni. E si prende meno la patente, anche se nelle aree urbane il fenomeno è parzialmente temperato, negli ultimi anni, dal ricorso al car sharing: perché un' auto in città può essere d' impiccio causa traffico e parcheggio difficile; ma la sera, per uscire con gli amici, guidare serve eccome. Alla domanda «se li avessi a disposizione, per che cosa utilizzeresti i tuoi risparmi?», ecco dunque che l' opzione «per un' altra auto» compare solo al quinto posto, dopo «li metterei nel conto corrente», «li userei per le spese quotidiane», in qualche caso «l' acquisto di una casa» e, specialità italiana, «una vacanza da sogno». Il cambiamento è visibile. «Però è una rivoluzione a metà - commenta Gianluca Di Loreto, partner di Bain&Company - più ci si allontana dalle grandi città più i millennial conservano con l' automobile un rapporto caldo, empatico». Molto interessanti, intanto, i numeri sull' attitudine alla condivisione e l' attenzione alla convenienza. Il 55% dei millennial è disposto a utilizzare il car sharing, ma il dato arriva addirittura al 66 se si tiene conto delle risposte dei nati dopo il 1995: la tendenza è destinata a crescere imperiosamente. Sull' elettrico, i ragazzi italiani si dimostrano poi mediamente più informati rispetto ai coetanei inglesi e tedeschi, anche se dicono di essere disposti a ricorrervi solo in presenza d' incentivi. La (parziale) sorpresa arriva quando si parla di Adas, cioè dei sistemi di guida autonoma: i millennial sono aperti al futuro, sì, ma con qualche timore, visto che alla frase «non avrei problemi a fare altro mentre l' auto guida da sola», magari scrollare Instagram, su una votazione a disposizione da 1 a 5 la media italiana è stata freddina: 2,5. Condividere sì, ma con i coetanei più che con l' intelligenza artificiale. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.

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[§19318821§] martedì 05 febbraio 2019

Agenda Digitale Industria 4.0

Telemarketing, così cambierà nel 2019 con le nuove regole

Anni di telefonate moleste e azioni borderline hanno portato alla demonizzazione del telemarketing. Tre nuovi provvedimenti potrebbero però consentire una svolta a vantaggio di tutti (aziende, call center e consumatori) e farlo diventare veicolo per l' acquisizione di nuovi clienti nel rispetto delle regole

Il 2018 può essere considerato l' anno della svolta per il settore del telemarketing, con un nuovo sistema di regole a vantaggio di tutti, di cui godremo i vantaggi nel corso di questo 2019. Sono stati infatti messi in campo tre provvedimenti molto importanti: La Legge 5/2018 contro il "telemarketing selvaggio" (gennaio 2018) (gennaio 2018) Il nuovo regolamento europeo sulla privacy ( GDPR ) (maggio 2018) e il codice privacy novellato dal decreto legislativo 10 agosto 2018, n. 101 ) (maggio 2018) e il codice privacy novellato dal Il codice deontologico sottoscritto dalle associazioni di categoria e dai consumatori per iniziativa di OIC (Osservatorio Imprese e Consumatori), a novembre 2018 L' effetto combinato di questi nuove disposizioni è quella di avere definito un quadro di tutele a vantaggio di tutti. La nuova legge sul telemarketing in sintesi In estrema sintesi, la nuova legge sul telemarketing prevede che: si possano iscrivere al Registro Pubblico delle Opposizioni anche i numeri di telefonia mobile ; ; al medesimo Registro siano ammessi (in pratica, d' ufficio) tutti i numeri di telefonia fissa , anche quelli assenti dagli elenchi pubblici; , anche quelli assenti dagli elenchi pubblici; una volta iscritti al Registro sia possibile, nel tempo, revocare l' iscrizione oppure limitarla : ad esempio, si potrà ritirare l' opposizione solo in relazione ad alcuni specifici soggetti consentendo loro il contatto di direct marketing; : ad esempio, si potrà ritirare l' opposizione solo in relazione ad alcuni specifici soggetti consentendo loro il contatto di direct marketing; una volta iscritti al Registro, tutti i consensi resi in passato (sia online che offline) siano cancellati, fatta eccezione per quelli precedentemente rilasciati "nell' ambito di specifici rapporti contrattuali in essere, ovvero cessati da non più di trenta giorni, aventi ad oggetto la fornitura di beni o servizi"; fatta eccezione per quelli precedentemente rilasciati "nell' ambito di specifici rapporti contrattuali in essere, ovvero cessati da non più di trenta giorni, aventi ad oggetto la fornitura di beni o servizi"; gli operatori dei call center indichino all' utente come hanno ottenuto i suoi dati personali (da elenchi pubblici o dall' acquisto di banche dati); personali (da elenchi pubblici o dall' acquisto di banche dati); la linea chiamante sia identificata con prefisso unico per le telefonate di direct marketing e con un altro prefisso unico per le ricerche di mercato; per le telefonate di direct marketing e con un altro prefisso unico per le ricerche di mercato; si osservi l' obbligo per i call center di verificare presso il Registro Pubblico delle Opposizioni, almeno una volta al mese, che i numeri che intendono chiamare per fini pubblicitari non siano iscritti nel Registro; presso il Registro Pubblico delle Opposizioni, almeno una volta al mese, che i numeri che intendono chiamare per fini pubblicitari non siano iscritti nel Registro; sia vietato l' utilizzo dei compositori automatici per la ricerca dei numeri telefonici; per la ricerca dei numeri telefonici; sia vietata la cessione a terzi di liste di iscritti al Registro per finalità di direct marketing; al Registro per finalità di direct marketing; In caso di cessione a terzi di dati relativi alle numerazioni telefoniche, il titolare del trattamento sia tenuto a comunicare agli interessati gli estremi identificativi del soggetto a cui i medesimi dati sono trasferiti ; ; siano potenziate le sanzioni , che arriveranno fino alla sospensione dell' attività e alla revoca della licenza in caso di mancato rispetto delle legge da parte di singoli call center; , che arriveranno fino alla sospensione dell' attività e alla revoca della licenza in caso di mancato rispetto delle legge da parte di singoli call center; il titolare risponda in solido delle violazioni commesse da call center cui ha affidato il servizio. Le nuove tutele del GDPR Il GDPR e la nuova legge sulla privacy italiana aumenta la possibilità sanzionatoria, non solo amministrativa ma anche penale, con la reclusione da sei mesi fino a sei anni: Trattamento illecito di dati. "Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, al fine di trarre per sé o per altri profitto ovvero di arrecare danno all' interessato, operando in violazione del Regolamento arreca un danno all' interessato, è punito con la reclusione da sei mesi fino a un anno e sei mesi. E nei casi più gravi fino a tre anni". "Salvo che il fatto

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2019 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 78 costituisca più grave reato, chiunque, al fine di trarre per sé o per altri profitto ovvero di arrecare danno all' interessato, operando in violazione del Regolamento arreca un danno all' interessato, è punito con la reclusione da sei mesi fino a un anno e sei mesi. E nei casi più gravi fino a tre anni". L' acquisizione fraudolenta di dati personali oggetto di trattamento su larga scala è punita con la reclusione da uno a quattro anni. Comunicazione e diffusione illecita di dati personali oggetto di trattamento su larga scala è punita con la reclusione da uno a sei anni. L' inosservanza dei provvedimenti del Garante è punita con la reclusione da tre mesi a due anni. Il codice deontologico delle associazioni Infine, Assocontact, l' associazione datoriale delle società che gestiscono i servizi di Contact Center in outsourcing, ha avviato una collaborazione con l' Osservatorio Imprese e Consumatori, la realtà di cui fanno parte undici associazioni di Consumatori a livello nazionale, al fine d' identificare delle nuove procedure atte a regolamentare l' attività del Telemarketing garantendo e tutelando il rispetto dei diritti dei consumatori. Il lavoro di confronto, analisi e studio tra le associazioni dei consumatori ed Assocontact, ha prodotto la redazione di un nuovo "Codice procedurale in materia di telemarketing e tutela del trattamento dei dati personali dei clienti", il cui scopo sarà quello d' indicare in maniera compiuta e organica le attività condotte e di disciplinare il settore. In particolare, il Codice Procedurale abbraccia i seguenti principi cardine: La formazione continua , professionale e certificata degli operatori; , professionale e certificata degli operatori; Il dialogo tra i rappresentanti delle diverse parti coinvolte Utenti /Ass. Consumatori -Istituzioni, con l' idea di creare un Organismo Pluralistico di Controllo, che vigili sull' applicazione delle "best practice" in materia; tra i rappresentanti delle diverse parti coinvolte Utenti /Ass. Consumatori -Istituzioni, con l' idea di creare un Organismo Pluralistico di Controllo, che vigili sull' applicazione delle "best practice" in materia; Coadiuvare il consumatore nel percorso migliore per offrire un servizio in linea con le migliori "best practice" del settore. Gli obiettivi L' insieme di questi provvedimenti (Legge 5/2018, D.L. 101/18, Codice deontologico) va in tre direzioni ben precise: La prima è relativa alla possibilità da parte degli utenti di fare una sorta di "punto zero" sui consensi spesso rilasciati in modo inconsapevole con l' iscrizione al registro dell' opposizione, e di poter verificare in ogni momento la provenienza dei dati che sono stati utilizzati per effettuare la chiamate. spesso rilasciati in modo inconsapevole con l' iscrizione al registro dell' opposizione, e di poter che sono stati utilizzati per effettuare la chiamate. La seconda è relativa una maggiore attenzione alla cessione delle liste a soggetti terzi , con l' obbligo di informare l' interessato in relazione al soggetto che riceve i dati, in modo da limitare la vendita incontrollata dei dati. , con l' obbligo di informare l' interessato in relazione al soggetto che riceve i dati, in modo da limitare la vendita incontrollata dei dati. La terza relativa ad una responsabilità solidale tra committenti e call center. Un nuovo impulso alla regolamentazione del telemarketing sarà anche dato dalla approvazione definitiva del cosiddetto Regolamento ePrivacy che riguarda specificatamente la tutela dei dati personali nelle comunicazioni elettroniche e che abroga la direttiva 2002/58/CE che potrebbe obbligare ad avere un consenso specifico da parte dell' interessato per finalità di marketing al telefono. Perché si è arrivati a questo punto Alzi la mano chi non si è sentito infastidito dalle chiamate dei call center che effettuano attività di telemarketing. Comportamenti spregiudicati e spesso borderline hanno portato nel tempo a una sorta di demonizzazione per cui le "telefonate moleste", dopo il terrorismo islamico e l' immigrazione clandestina, sono diventate il male assoluto. Tale situazione è sicuramente giustificata dal fatto che negli ultimi anni ci sono stati abusi nell' utilizzo di questo strumento per vendere soprattutto servizi di telecomunicazione ed energia che hanno creato una situazione di "rigetto" a qualsiasi proposta ricevuta al telefono. Per raggiungere gli obiettivi commerciali, i grandi player del mondo della telefonia e dell' energia negli anni passati hanno infatti chiuso uno se non due occhi, ricorrendo spesso a partner commerciali non del tutto qualificati, obbligandoli per sopravvivere ad azioni molto spesso "border line". Una nuova fase per il telemarketing: 2019 La speranza è quindi quella di aprire una nuova fase in cui il telemarketing è uno strumento utilizzabile dalle aziende in modo regolato al servizio e vantaggio dei consumatori, in grado di aprire nuovi mercati, oltre a quelli tradizionali, quali quelli assicurativi e finanziari, dove la concorrenza è ancora in fase iniziale. Sarà necessario però un percorso di crescita culturale da parte dei consumatori che devono diventare più attenti nel rilascio dei consensi ed esigenti il rispetto delle regole e sarà necessario da parte dell' aziende una maggiore responsabilizzazione nella scelta di partner commerciali in grado di garantire requisiti di professionalità e qualità, riconoscendo in modo equo e sostenibile il valore delle attività svolte. Viene dunque finalmente tracciata una strada che permette di operare nel mercato con una cultura di rispetto non solo della normativa vigente, specie per quanto attiene la privacy, ma nella estrema tutela di tutte le parti coinvolte, nel desiderio di garantire sviluppo e sostenibilità ad un settore che dà lavoro a più di 40.000 addetti, per lo più giovani e donne in aree depresse. In questo nuovo contesto di regole, il telemarketing potrà essere un elemento fondamentale nel processo di acquisizione e gestione di nuovi clienti, anche grazie all' integrazione con le nuove tecnologie di intelligenza artificiale, utilizzate da una parte per prevedere ed anticipare le esigenze dei clienti e dall' altra per organizzare al meglio il nostro tempo e le nostre spese. Si aprono quindi scenari molto interessanti per le attività di telemarketing future, ma sarà necessario anche e soprattutto un cambio di mentalità da parte degli operatori telefonici, non più semplice interlocutori obbligati a ripetere infinite volte sempre il medesimo script, ma veri e propri professionisti in grado di capire, non solo cosa proporre ai clienti, ma anche quando proporglielo, e soprattutto di ascoltare e valorizzare il contenuto della telefonata, a prescindere dall' esito definitivo della chiamata, nel rispetto pieno delle regole stabilite tra le parti. @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§19318822§] martedì 05 febbraio 2019

Agenda Digitale Industria 4.0

Teoria dell' argomentazione nell' intelligenza artificiale: cos' è e a che serve

Cos' è la teoria dell' argomentazione e perché è importante nell' intelligenza artificiale. Cosa sono i sistemi di argomentazione astratti e le semantiche e come si fa a calcolarne le estensioni, grazie alla suite ConArg dell' Università di Perugia per lo sviluppo di soluzioni applicative che usano processi di argomentazione

Situata nell' ambito dell' Intelligenza Artificiale, più in particolare nella branca della "Knowledge Representation and Reasoning" (rappresentazione della conoscenza e ragionamento), la Teoria dell' Argomentazione studia il modo in cui avviene il ragionamento umano e si occupa di fornire mezzi per formalizzare la conoscenza, in modo da renderla comprensibile alle macchine che ne faranno uso per inferire nuove informazioni. Tra i modelli con i quali la conoscenza può essere rappresentata ed analizzata, il più diffuso fa utilizzo dei cosiddetti "Abstract Argumentation Frameworks". Nel Dipartimento di Matematica e Informatica dell' Università degli Studi di Perugia è stata messa a punto una suite di strumenti, denominata ConArg, volta a facilitare la ricerca nell' ambito della Teoria dell' Argomentazione ed a permettere lo sviluppo di soluzioni applicative che fanno uso di processi di argomentazione. Vediamo di cosa si tratta e perché è importante con qualche esempio per renderne più agevole la comprensione ma partiamo, ovviamente, con un po' di filosofia. Logos e teoria dell' argomentazione Molte applicazioni dell' informatica (come i sistemi di raccomandazione, la guida assistita o, ancora, i controlli antifrode delle banche) prevedono l' utilizzo di strumenti per la rappresentazione strutturata di dati e tecniche di ragionamento automatico per trarre conclusioni utili a partire dalle informazioni inizialmente disponibili. Ad esempio, le piattaforme che offrono servizi di compravendita online sono in grado di stabilire quali interessi o preferenze abbiano i propri utenti, così da poter suggerire ad ognuno un insieme di articoli ai quali potrebbe essere interessato. Il semplice asserire un fatto come conseguenza di questo tipo di ragionamento non è sufficiente per provarne la veridicità, ma bisogna altresì fornire le ragioni per giustificarne la credibilità agli occhi di una persona razionale. Scienziati come Galileo, non si sono limitati a proclamare le proprie convinzioni, ma hanno, invece, fornito argomentazioni valide per giustificare le teorie proposte, al fine di renderle accettabili anche da parte di altre persone. Il processo dialettico del convincere gli altri per mezzo di un ragionamento strutturato viene descritto da Aristotele attraverso il concetto di Logos (in greco "scegliere", "raccontare", "pensare"), che corrisponde al fornire fatti che supportano una particolare tesi allo scopo di persuadere gli ascoltatori. Un esempio comune di utilizzo del Logos può essere riscontrato nelle promozioni di prodotti i cui slogan pubblicitari recitano: "costa meno di un caffè al giorno". Il ragionamento logico che il destinatario della promozione è portato a seguire è del tipo: posso permettermi un caffè al giorno, pertanto posso permettermi anche di comprare il prodotto. Gli Abstract Argumentation Frameworks La Teoria dell' Argomentazione offre diversi modelli con i quali la conoscenza può essere rappresentata ed analizzata, che differiscono sia per come viene strutturata l' informazione iniziale, sia per il tipo di ragionamento che viene effettuato per dedurre ulteriore conoscenza. Uno dei modelli più diffusi e studiati negli ultimi venti anni fa utilizzo dei cosiddetti "Abstract Argumentation Frameworks" (sistemi di argomentazione astratti), ovvero strutture dati che permettono la formalizzazione di dibattiti tra due o più parti che manifestano posizioni differenti riguardo ad una certa tematica. Tali sistemi possono essere rappresentati mediante un grafo orientato i cui nodi vengono detti argomenti; gli archi che mettono in relazione i nodi del grafo simboleggiano gli attacchi che gli argomenti conducono l' uno verso l' altro. Il contenuto dei nodi è un' astrazione dell' informazione originale che permette di concentrarsi sul cosiddetto stato di accettazione degli argomenti: in un discorso che considereremmo coerente, infatti, occorre che ogni affermazione sia giustificata affinché possa essere considerata valida. L' analisi delle relazioni tra argomenti permette di identificare quali tra di essi sono i più attendibili e quindi accettabili. Pensiamo, ad esempio, ad un dibattito condotto sull' utilità del praticare sport, al quale i partecipanti contribuiscono con diverse argomentazioni e diversi punti di vista. In particolare, le posizioni emergenti sono le

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2019 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 80 seguenti. Si dovrebbe praticare sport due volte a settimana. Chi si sente già in forma può astenersi dall' esercizio fisico. Praticare sport richiede tempo libero che non tutti hanno a disposizione. Praticare sport è un' attività salutare che contribuisce a mantenersi in forma. Bastano pochi minuti di esercizio fisico al giorno. A partire da queste informazioni è possibile ricavare un abstract argumentation framework come quello riportato nella figura qui sotto, in cui ogni argomento è identificato con una lettera corrispondente ad uno dei punti sopra elencati. Le relazioni di attacco (le frecce nel grafo) sono costruite a partire da deduzioni logiche: il fatto che praticare sport richiede di avere tempo libero a disposizione (punto c), ad esempio, costituisce un ostacolo al fare esercizio due volte a settimana (punto a). Tuttavia, l' osservazione fatta nel punto e, cioè che bastano pochi minuti di esercizio fisico al giorno per mantenersi allenati, smentisce quanto affermato nel punto c e per questo mettiamo una freccia che va da e a c. Similmente vengono individuati anche gli eventuali altri attacchi da e verso gli altri argomenti. I criteri di accettazione degli argomenti Una volta costruito il grafo rappresentante il dibattito, è possibile iniziare a ragionare (in maniera automatica) su quali siano gli argomenti che verrebbero accettati più facilmente da una persona razionale e quelli che, invece, verrebbero respinti. Esistono diversi criteri con i quali verificare lo stato di accettazione dei vari argomenti. Tali criteri vengono detti semantiche e consentono di selezionare sottoinsiemi di nodi del grafo che rappresentano una parte coerente del discorso. Risolvere un problema di argomentazione equivale a trovare tali sottoinsiemi. Il requisito più basilare che richiediamo per un sottoinsieme accettabile di argomenti è che questi non si attacchino tra di loro (e in tal caso il sottoinsieme viene detto conflict-free). Nell' abstract argumentation framework in figura, gli insiemi di nodi {a,d}, {a,d,e} e {b,c} sono tutti esempi di sottoinsiemi di questo tipo, mentre {a,c} ed {e,c} non lo sono. In altre parole, è coerente ritenere vero che non tutti abbiano il tempo di praticare sport e che, contemporaneamente, le persone già in forma non ne abbiano bisogno, mentre è poco ragionevole sostenere che basti allenarsi per pochi minuti al giorno e continuare a pensare di non aver abbastanza tempo a disposizione. La semantica admissible A partire da questo primo criterio di selezione, che tiene conto solamente dell' esistenza o meno di una relazione di attacco tra due argomenti, se ne possono derivare altri, più complessi, che considerano anche una nozione di difesa. Rifacendoci al detto "il nemico del mio nemico è mio amico", possiamo dire che un nodo ne difende un altro se il primo attacca gli attaccanti del secondo. Nel nostro esempio, e difende a dall' attacco di c e d difende a da entrambi gli attacchi di b e c. Considerando il concetto di difesa, possiamo quindi raffinare il nostro criterio di accettabilità e selezionare solamente gli argomenti che non si attaccano a vicenda e che, inoltre, sono difesi da eventuali attacchi. Chiamiamo questa semantica admissible. Gli insiemi di argomenti di questo tipo sono chiaramente meno numerosi di quelli conflict-free. Nell' esempio in figura, {a,d} e {a,d,e}, sono sottoinsiemi admissible, mentre {b,c} no. Infatti, le affermazioni "chi si sente già in forma può astenersi dall' esercizio fisico" e "praticare sport richiede tempo libero che non tutti hanno a disposizione" non sono giustificate di fronte al fatto che "praticare sport è un' attività salutare che contribuisce a mantenersi in forma". Semantiche complete e grounded I sottoinsiemi admissible che lasciano fuori solo gli argomenti attaccati e non difesi appartengono alla semantica complete. Nel nostro esempio, l' estensione {a,d,e} è complete mentre {a,d} no lo è in quanto esclude l' argomento e che, però, non ricevendo attacchi, non ha motivo di essere reputato non valido. Molto più restrittiva della semantiche precedentemente introdotte, quella grounded rappresenta il più piccolo insieme complete ed è pertanto unica. Nel nostro esempio, l' estensione {a,d,e} è la grounded e costituisce il nucleo di informazione che siamo razionalmente spinti a ritenere vera. L' interpretazione dell' estensione grounded {a,d,e} nell' esempio condotto è la seguente. "Tutti dovrebbero praticare sport almeno due volte a settimana, anche chi si sente in forma e pensa di non averne bisogno. Il poco tempo libero a disposizione non deve essere una scusa per sottrarsi all' esercizio fisico! Infatti, un allenamento regolare contribuisce a mantenersi in salute. Oltretutto bastano pochi minuti al giorno." Semantiche preferred e stable Nel nostro particolare esempio, l' estensione {a,d,e} appartiene, oltre che alle semantiche admissible, complete e grounded, anche alla cosiddette preferred e stable. La preferred è costituita dalle più grandi estensioni admissible (le massime per inclusione insiemistica), mentre la stable caratterizza i sottoinsiemi conflict-free i cui argomenti attaccano tutti quelli fuori dall' estensione. A seconda della finalità, una o più semantiche possono essere considerate per spigare/confutare una certa teoria o posizione. Calcolare le estensioni per una determinata semantica non è tuttavia un compito facile: un argumentation framework di soli dieci argomenti (da ritenersi, dunque, di piccole dimensioni) può arrivare ad ammettere più di mille estensioni conflict-free. Si rivelano pertanto necessari strumenti per la risoluzione automatica dei problemi di argomentazione astratta. Nel Dipartimento di Matematica e Informatica dell' Università degli Studi di Perugia è stata messa a punto una suite di strumenti, denominata ConArg, volta a facilitare la ricerca nell' ambito della Teoria dell' Argomentazione ed a permettere lo sviluppo di soluzioni applicative che fanno uso di processi di argomentazione. In particolare, vengono fornite funzionalità per calcolare gli insiemi di estensione per tutte le semantiche più utilizzate e studiate, visualizzare gli abstract argumentation frameworks e le estensioni trovate, programmare applicativi attraverso un' apposita libreria e studiare le proprietà inerenti alle varie semantiche. Nell' immagine riportata di seguito viene mostrata l' interfaccia grafica di ConArg che consente di creare in maniera intuitiva un abstract argumentation framework sul quale è poi possibile andare a studiare le varie semantiche. Le estensioni per ogni semantica vengono mostrate direttamente sul grafo visualizzato, attraverso una differente colorazione. @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§19318824§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 17 Il Sole 24 Ore Industria 4.0

POLITICHE INDUSTRIALI Un fondo sovrano anti-takeover in arrivo per la Germania

La proposta del ministro Altmaier per difendere la «sovranità tecnologica» Una nuova Antitrust Ue per permettere lo sviluppo di «campioni europei»

Gianluca Di Donfrancesco

Lo Stato in campo per difendere la «sovranità industriale e tecnologica tedesca». E una riforma dell' Antitrust Ue che consenta lo sviluppo di «campioni europei». L' agenda presentata ieri dal ministro dell' Economia, Peter Altmaier, schiera Berlino nel nuovo contesto sovranista della competizione globale, articolando linee di intervento sul fronte interno ed europeo. Il piatto forte della proposta, contenuta in un paper sulle «strategie dell' industria nazionale per il 2030», è quella di creare un fondo pubblico di investimenti con il compito di entrare «temporaneamente» nel capitale di aziende strategiche tedesche, prima che possano essere "vittime" di investitori esteri. Cinesi, in primo luogo, ma anche statunitensi. Da quando, nel 2016, la cinese Midea ha acquisito la tedesca Kuka (robot industriali), Berlino si è messa sulla difensiva: a dicembre ha intensificato i controlli sulle acquisizioni estere di aziende tedesche; a luglio, la Kfw (più o meno l' equivalente della Cassa depositi e prestiti) ha preso il controllo del 20% di 50Hertz, un' operatore nel mercato della distribuzione di energia, per prevenire l' acquisizione da parte di un gruppo statale cinese; in agosto, il Governo è riuscito in sostanza a bloccare l' acquisizione di un' azienda tedesca specializzata in macchinari per aerospazio e industria nucleare (Leifeld Metal Spinning) da parte di un altro gruppo cinese (Yantai Taihai). Nella visione di Altmaier, i pericoli non vengono solo dalla Cina. Il ministro ha citato anche i fondi di venture capital statunitensi, che finanziano le società tecnologiche tedesche e in questo modo le trasformano «passo dopo passo, in aziende americane». Per impedire che tecnologie chiave «vengano vendute e lascino il Paese», ha spiegato, «lo Stato può spingersi fino ad acquisire in via temporanea quote nelle società» che le sviluppano. Senza il fine di «nazionalizzarle e amministrarle nel lungo termine», ha precisato il ministro dell' Economia, che nel suo paper ha individuato una serie di settori strategici, tra cui siderurgia, chimica, ottica, auto, tecnologie ecologiche, difesa, aerospazio, stampa 3D e intelligenza artificiale (per la quale ha invocato uno sforzo congiunto europeo sul modello di Airbus). Tra i campioni nazionali da difendere: Siemens, Thyssenkrupp, Deutsche Bank e le case automobilistiche. La difesa di questi campioni, in deroga alle logiche di mercato, ha spiegato Altmaier, sarebbe indispensabile per difendere «lo stile di vita» tedesco. Poiché le «dimensioni contano», lo stesso cambio di passo è raccomandato a livello europeo: «Non c' è Paese di successo che conti esclusivamente e senza eccezioni sulle forze di mercato per raggiungere i propri obiettivi». La Germania e l' Europa dovrebbero muoversi in questa direzione, soprattutto in settori chiave per il futuro, come la fabbricazione di batterie per auto elettriche. Secondo il ministro, forte sostenitore della fusione tra Siemens e Alstom, l' Antitrust Ue dovrebbe tenere in considerazione il contesto globale, dominato dalla competizione tra Usa e Cina, anziché guardare solo al mercato europeo. La proposta di Altmaier può trovare facile sponda in Francia e punta a un cambio di paradigma a Berlino, che farebbe da specchio al giro di vite sugli investimenti cinesi adottato negli Stati Uniti. Ieri, la cancelliera in persona, Angela Merkel, è tornata sul caso Huawei, il colosso cinese delle tlc messo sotto inchiesta dall' Amministrazione Usa. Merkel ha ribadito che l' operatore dovrà garantire la sicurezza dei dati se vuol partecipare alla costruzione della rete 5G in Germania. Il Governo di Berlino sta ancora valutando se seguire l' esempio del Regno Unito e mettere al bando la compagnia cinese.

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[§19318825§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 28 Italia Oggi Industria 4.0

Un fondo sovrano tedesco bloccherà opa ostili estere

La Germania è pronta a lanciare un fondo sovrano per proteggere le industrie ritenute strategiche da tentativi di opa ostile straniera: lo ha annunciato il ministro dell' economia Peter Altmaier. «In alcune situazioni critiche, e per un periodo limitato, lo Stato potrebbe esso stesso rilevare quote di società», ha affermato. Lo scudo servirebbe a proteggere alcuni gruppi di punta nel digitale e nell' intelligenza artificiale, oppure segmenti come lo sviluppo di sistemi a guida autonoma. «Qualunque ingerenza pubblica va limitata allo stesso necessario», ha tuttavia aggiunto il ministro. In dicembre era stata abbassata dal 25 al 10% del capitale la soglia oltre la quale lo Stato può bloccare acquisizioni dall' estero. Altri settori sotto tutela sono difesa, tlc, acqua e media.

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[§19318745§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 29 La Stampa Industria 4.0

ALL' EVENTO TEDX DI TORINO, IN PROGRAMMA DOMENICA PROSSIMA, LA LEZIONE DI FLORIANA FERRARA Al display, sognando Leonardo

"Come il digitale può renderci più creativi"

GABRIELE BECCARIA

Per Floriana Ferrara il display è l' equivalente della tela. Se la tela bianca aspetta il disegno che le darà vita, il display è altrettanto muto, finché da una tastiera non si propagano gli impulsi giusti. È così che prende forma un software, vale a dire l' anima di un' app come di un videogioco. E di tutto ciò che ci connette, rendendo le nostre vite esperienze sempre più ibride, affacciate sull' abisso digitale. «Molti pensano all' informatica come a una materia fredda, eppure è vero il contrario. Anche noi creiamo dal nulla: siamo gli artisti della contemporaneità». Così dice, con allegria contagiosa, Floriana Ferrara, laureata in scienze dell' informazione all' Università di Bari e famosa per i suoi record: prima donna in Italia a diventare Master Inventor dell' Ibm (che significa ideatrice di software, con tanto di brevetti) e leader del progetto «Nerd» (pensato per spalancare l' universo dell' elettronica alle studentesse) è stata una degli esperti del Team Digitale: guidato fino a pochi mesi fa dall' ex vicepresidente di Amazon, Diego Piacentini, è ora in mano a Luca Attias con l' obiettivo di portare l' amministrazione pubblica nel XXI secolo. Raccontando di se stessa, lei porta sulla scena altre due donne: la prima è una celebrità e la seconda un' ombra consegnata alla storia. Una è Ada Lovelace, genio matematico, madrina dell' informatica e, tra l' altro, fascinosa figlia di Lord Byron. L' altra è la madre di Leonardo da Vinci. «Non sapremo mai chi fosse davvero. Se una contadina o una "serva", come si diceva. Di sicuro doveva essere un cervello, oltre che molto bella». Leonardo spunta tra display e software non a caso. Floriana Ferrara parlerà anche di lui domenica prossima, all' evento «Genius ex machina» di TedXTorino. Insieme con altri 14 personaggi - di discipline e professioni diverse - spiegherà la propria idea di creatività, ispirandosi all' Icona Universale: pittore-ingegnere-inventore-pubblicitario, nell' anno che rievoca il mezzo millennio dalla sua scomparsa. «Con il linguaggio della programmazione realizziamo ciò che prima non c' era e risolviamo tanti problemi quotidiani». Assaggiare questa possibilità non è difficile. Lo si può fare con il progetto «Nerd»: nato dalla creatività di Floriana Ferrara e Paola Velardi dell' Università La Sapienza, è l' acronimo spiritoso di «Non è Roba per Donne». «Con amiche e colleghe, volontarie della Fondazione Ibm, apriamo le porte alle studentesse delle superiori, in collaborazione con le facoltà di informatica: quest' anno saremo a Milano, Bari, Napoli, Roma, Genova, Alessandria e Padova - racconta -. Vogliamo vincere gli stereotipi e spingere le ragazze a creare i propri chatbot». Si imparano i principi, ci si attrezza con i «pennelli» adatti e si dà sfogo alla fantasia.«C' è chi crea app contro il bullismo e altre per gli appassionati di balletto. E altre ancora che facilitano l' insegnamento della matematica». Floriana Ferrara è l' incarnazione di questa voglia di creatività, in cui - spiega - «la tecnologia è un supporto e un moltiplicatore». Lei vanta una ventina di brevetti e, tra i tanti, ricorda l' app che protegge i dati sensibili sugli smartphone e quella che gestisce le code al supermarket o alle poste. Si occupa di sviluppare soluzioni innovative per l' Ibm e si dice orgogliosa di aver fatto parte del team che crea le «tubature per la trasformazione digitale dell' Italia», diffondendo l'«Anpr», l' anagrafe nazionale in rete. E poi cita la carta d' identità elettronica, lo «Spid» (il sistema di identità digitale), il «PagoPA» (per il pagamento online dei servizi) e la neonata «Io»: è l' app che porta sullo smartphone proprio i servizi pubblici. Umani e macchine sono destinati alla convivenza - spiegherà al TedX -, attingendo al passato dell' arte e della

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2019 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 85 scienza, come ci suggerisce l' irrequietezza di Leonardo. Tra le 8 mila ragazze che hanno già preso parte a «Nerd» ci sono non solo idee, ma realtà. Alcune sono entrate a far parte della quotidianità scolastica, qualcun' altra è una potenziale start-up. Sulla tela bianca del digitale lo spazio è infinito. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.

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[§19318830§] mercoledì 06 febbraio 2019

EutekneInfo Lavoro e Previdenza

Reddito di cittadinanza, ANC: «Anche i commercialisti tra i Navigator»

In audizione in Senato, il sindacato di categoria chiede di includere i professionisti tra i destinatari di Quota 100

I commercialisti sono soggetti qualificati alla consulenza del lavoro e, in quanto tali, dovrebbero poter essere selezionati per assistere i percettori del reddito di cittadinanza nella ricerca dell' occupazione. La richiesta arriva dall' ANC, ascoltata ieri in audizione dalla Commissione Lavoro del Senato, nell' ambito dell' iter di conversione in legge del DL 4/2019 , riguardante reddito di cittadinanza e Quota 100. Presenti per conto dell' associazione Marco Cuchel, Presidente, e Miriam Dieghi, Consigliera nazionale con delega ai rapporti politici, che hanno suggerito diversi correttivi affinché le misure contemplate dal decreto funzionino al meglio. Tra questi, quello di individuare soggetti "estremamente qualificati", conoscitori delle "esigenze delle imprese e della attitudini dei lavoratori", a cui affidare il ruolo di tutor (i c.d. Navigator ), pena "la totale inefficacia della prospettiva". Nell' albo dei commercialisti, ha spiegato l' ANC, ci sono "oltre 21 mila colleghi specializzati in materia di lavoro, che quotidianamente intrattengono stretti rapporti con imprese e lavoratori". L' associazione, inoltre, ha sottolineato la necessità di modificare i parametri per individuare i soggetti aventi diritto. Bisognerebbe tener presente, si legge nel documento consegnato ieri mattina, "la mappatura economica del Paese, che si differenzia enormemente da Nord a Sud, e il diverso costo della vita". "La soglia di povertà varia enormemente": al Sud è di 560 euro, mentre nelle area metropolitana del Nord di 826. "Uno dei correttivi - ha sottolineato l' ANC - potrebbe essere l' applicazione di una diversificazione territoriale per l' integrazione per l' affitto, prendendo a riferimento i dati ISTAT o quelli dell' osservatorio immobiliare dell' Agenzia delle Entrate". In più, sia nel caso del reddito di cittadinanza che in quello della pensione di cittadinanza, "sarebbe necessario procedere a opportune verifiche sul pregresso lavorativo e fiscale". Chi ha avuto attività lavorative autonome e non ha sistematicamente versato imposte, tributi e contributi, "non può avere diritto alla pensione di cittadinanza". La misura servirebbe per evitare possibili abusi e nella stessa direzione va la proposta di "verificare la situazione del nucleo familiare richiedente", con riferimento a "licenziamenti nei 12 mesi precedenti, riduzioni dell' orario di lavoro, separazioni tra coniugi o cambi di residenza". Quanto, invece, alla distanza tra luogo di residenza e quello da cui arriverà la proposta di lavoro , secondo l' ANC, "le tre proposte dovrebbero essere tutte entro i 100 km o comunque non superare l' ambito regionale, favorendo il pendolarismo rispetto allo sradicamento dei lavoratori dal proprio contesto familiare". Il sindacato di categoria si è anche detto favorevole all' obbligo formativo e di riqualificazione professionale, ma il limite delle otto ore settimanali, "estremamente basso", andrebbe aumentato a 20 ore (più altre 20 di lavori socialmente utili). Si propone, inoltre, di "escludere dal beneficio quei nuclei familiari in cui siano presenti soggetti che hanno commesso reati particolarmente gravi", o eventualmente prevedere la "revoca retroattiva" nel caso in cui ci si macchiasse di tali reati in un periodo successivo. Gli incentivi per le imprese , infine, andrebbero concessi anche a chi assume lavoratori part time o a tempo determinato e non solo per le assunzioni a tempo pieno e indeterminato. Riguardo a Quota 100 , il focus dell' ANC si è concentrato soprattutto sull' esclusione dei professionisti da questa misura. "Si rileva la necessità - ha spiegato -, anche per agevolare nuovi ingressi di giovani nel mercato del lavoro, ottenendo così una spinta occupazionale e uno svecchiamento delle professioni, di prevedere dei meccanismi di sussidiarietà tra INPS e Casse private, così da favorire l' estensione del diritto a tutti i lavoratori". Tra l' altro, ha sottolineato il sindacato, "se da un lato si escludono le Casse dai fondi costituiti per la revisione del sistema pensionistico, dall' altro si va a mettere a rischio l' equilibrio degli stessi enti togliendo di fatto dai bilanci crediti ancora esigibili, in spregio agli iscritti che versano regolarmente". Il riferimento è alla norma che contempla il saldo e stralcio dei contributi previdenziali, contenuta nella legge di stabilità 2019. "Il profilo anche costituzionale di questo problema è evidente, così come è evidente la questione aperta dei mancati versamenti alla Casse dei contributi integrativi corrisposti dai clienti". In riferimento a " Opzione donna ", la misura che consente di andare in pensione con 58 anni di

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2019 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 87 età (59 se autonome) e 35 di contributi, l' ANC chiede di "portare a regime il provvedimento", rimodulandolo in misura più equa, in modo da evitare "la serie di forti penalizzazioni oggi previste".

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[§19318831§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 18 La Repubblica Lavoro e Previdenza

S T O R I E A Soverato Se il sindaco regala un fondo pensione a tutti i nuovi nati

ALESSIA CANDITO

Un regalo per il presente e un salvadanaio da rompere in futuro. Nello zainetto che il Comune di Soverato ha deciso di regalare ad ogni nuovo nato in paese ci sono body, bavaglini, peluche e pannolini, con tanto di logo del piccolo centro del catanzarese, ma anche una lettera, con gli estremi di un fondo pensione attivato dall' amministrazione per i nuovi nati. «Tutti, italiani e stranieri» ci tiene a specificare il sindaco Ernesto Alecci. «Ne avranno diritto tutti i bambini nati dall' 1 gennaio 2009 in poi - specifica - basta che siano residenti qui in paese». Niente paletti di reddito, nazionalità, cittadinanza o anni di residenza. Chi vive a Soverato è di Soverato. «Qui - spiega Alecci - vogliamo ricostruire e coltivare il senso di comunità che si va sgretolando». Anche nella piccola perla turistica del litorale ionico catanzarese crisi ed emigrazione hanno lasciato il segno e aperto vuoti. In tanti partono e i nuovi nati sono sempre di meno. A chi ha il coraggio di rimanere e mettere su famiglia, l' amministrazione «ha voluto dare un aiuto piccolo ma concreto» dice il sindaco. Per il Comune, l' esborso è minimo, poco più di 50 euro per ogni bambino. Garantisce l' apertura del fondo pensione, attivato dall' amministrazione dopo aver esaminato le offerte di varie compagnie assicurative e istituti di credito, che poi toccherà a genitori e parenti alimentare. Come tutti i prodotti previdenziali è riscattabile anche in anticipo, ma solo per validi motivi. Si potrà accedere al 50% o più di quanto accumulato in caso di gravi motivi di salute o per l' acquisto della prima casa, mentre il 30% potrà essere prelevato per finanziare gli studi. «Quanto possa essere d' aiuto per supportare i progetti futuri di ogni bambino, dipenderà come verrà gestito. Noi - spiega Alecci - abbiamo voluto tracciare un solco e lanciare un segnale sull' importanza di una gestione più oculata del risparmio, anche minimo». A suo dire «ottimista di natura» Alecci mette le mani avanti e afferma: «Non sono catastrofista». Ma poi confessa «sono preoccupato. È un momento sempre più incerto e non si può non guardare con timore alla tenuta del sistema pensionistico nazionale». Per questo, sostiene «a differenza di altri, abbiamo voluto investire sul futuro e non monetizzare il presente». Quanto meno per i prossimi due anni, già messi a bilancio. «Poi - dice il sindaco - si vedrà». Congiunture politiche permettendo.

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[§19318833§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 18 La Stampa Privacy e GDPR

LA STRETTA SULLA MULTINAZIONALE CINESE DOPO LE MOSSE DI USA, AUSTRALIA E NUOVA ZELANDA "Niente spionaggio, rispettate la sicurezza" Le condizioni di Merkel a Huawei sul 5G

La cancelliera chiede a Pechino di seguire gli standard della Germania sulla rete telefonica

WALTER RAUHE

Angela Merkel detta alla Cina una serie di condizioni per il coinvolgimento della sua multinazionale delle telecomunicazioni Huawei nella costruzione e gestione della nuova rete digitale 5G in Germania. Nel corso della sua visita ufficiale in Giappone, la cancelliera tedesca ha così chiesto alle autorità di Pechino il pieno e incondizionato rispetto delle norme sulla privacy e una garanzia che le tecnologie come i dati degli utenti della futura rete di telefonia mobile non vengano passati dalle società cinesi al governo e che non avvengano operazioni di spionaggio a scapito di privati e aziende. Parlando con studenti della Keio University di Tokio, Angela Merkel ha messo in chiaro che chiunque partecipi allo sviluppo e alla gestione di una rete di telefonia mobile in Germania deve rispettare gli standard di sicurezza del Paese e adattarsi alle sue regole e leggi. I moniti lanciati dalla cancelliera tedesca in Giappone vengono però interpretati da molti analisti e commentatori come una clamorosa inversione di rotta della Germania rispetto alla maggioranza della comunità internazionale, Stati Uniti, Gran Bretagna e Canada in testa, che nelle settimane scorse avevano invece messo la Huawei sul banco degli imputati accusandola di attività spionistiche e furto di dati sensibili e di copyright su ordine del regime cinese. Il colosso cinese con sede a Shenzhen verrà con ogni probabilità messo definitivamente al bando da Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda dalle infrastrutture delle telecomunicazioni digitali dei rispettivi Paesi come alla partecipazione alle aste per la costruzione delle reti 5G. L' atteggiamento assunto da Berlino in questa delicata controversia è però tutt' altro che chiaro. Mentre ancora settimana scorsa gli stessi servizi segreti tedeschi del Bundesnachrichtendienst Bnd avevano lanciato un chiaro monito al governi della Grande coalizione di Angela Merkel di escludere le aziende cinesi dall' asta per la rete 5G sottolineando il pericolo reale di un eccessivo controllo della rete mobile da parte di una multinazionale (la Huawei) sospettata di passare informazioni e dati sensibili alle autorità politiche di Pechino, la dichiarazioni della cancelliera al margine del suo incontro di ieri con il primo ministro giapponese Shinzo Abe a Tokio, sembrano andare in una direzione opposta tradendo un atteggiamento più possibilista e morbido nei confronti della Cina. La cancelliera esige sì garanzie alle ditte cinesi che intendono operare (e che già operano in grande stile) in Germania, ma non sostiene una loro esclusione a priori alle imminenti aste per lo sviluppo della rete 5G nazionale. La Cina è ormai il principale partner commerciale della Germania e colossi come Volkswagen o Siemens esportano fino al 40% dei loro prodotti nel Paese asiatico. Affari che il governo tedesco non sembra disposto a mettere in discussione soprattutto in un segmento così importante come lo sviluppo della rete digitale e di telefonia mobile, una delle più antiquate e meno veloci dell' intero vecchio continente. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.

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[§19318800§] martedì 05 febbraio 2019

Corriere Comunicazioni Privacy e GDPR

Cybersecurity, nelle aziende italiane budget in aumento. Anche per le nuove competenze

Le imprese italiane aumentano gli investimenti sulla prevenzione dei rischi e sui processi di adeguamento al Gdpr, ma faticano ad adattarsi alla rapida evoluzione delle modalità di aggressione. È questa in estrema sintesi la fotografia scattata dalla ricerca dell' Osservatorio Information Security & Privacy della School of Management del Politecnico di Milano, presentata questa mattina al convegno "Winter is coming: adapt to react". Secondo i risultati dell' indagine, il mercato italiano delle soluzioni di information security & privacy nel 2018 continua a crescere, raggiungendo il valore di 1,19 miliardi di euro, in crescita del 9% (dopo il +12% fatto registrare nel 2017). A trainare il mercato sono soprattutto le grandi imprese, con il 75% della spesa complessiva, concentrata su adeguamento al Gdpr (General Data Protection Regulation) e componenti di sicurezza più tradizionali (come Network Security, Business Continuity & Disaster Recovery, Endpoint Security). Il 43% delle Pmi investe in sistemi di information security & privacy, con i progetti di adeguamento al Gdpr come principale motivazione di spesa (70%). Circa nove su dieci hanno adottato soluzioni di sicurezza informatica di base, mentre le tecnologie più sofisticate (quali ad esempio Intrusion Detection e Identity & Access Management) sono adottate dal 64% delle medie imprese (+20%) e dal 39% delle piccole. Oltre la metà del campione (il 52%) non si sta ancora muovendo sul fronte della cyber sicurezza, adotta al massimo soluzioni di base e non ha inserito profili specializzati su questi temi. Ma guardando al futuro, gli ambiti in cui le imprese dichiarano di voler aumentare i propri investimenti sono invece le componenti più innovative, come Cloud Security (sul quale il 71% delle organizzazioni dichiara di prevedere un aumento di budget), Industrial Security (52%), Artificial Intelligence & Machine Learning (50%), e protezione in ambiti Mobile (47%) e IoT (47%). Il 63% delle grandi imprese ha aumentato il budget per la cyber sicurezza e nel 52% è presente un piano di investimenti pluriennale, anche se quasi una su cinque non prevede ancora investimenti dedicati o stanzia risorse solo in caso di necessità. Il Gdpr e la creazione di nuove competenze Rispetto al Gdpr, l' 88% delle imprese ha dedicato uno specifico budget nel 2018 (era il 58% un anno fa). Quasi un' impresa su quattro ha già completato il processo di adeguamento al regolamento, mentre il 59% ha progetti strutturati ancora in corso. Il 2018 ha registrato un boom del Data Protection Officer (Dpo). Meno rapida la diffusione del Chief Information Security Officer (Ciso), presente formalmente nel 47% delle aziende, informalmente nel 12% e di prossima introduzione nel 2% del campione: il Data Protection Officer oggi è presente nel 71% delle imprese (+46%), il Chief Information Security Officer nel 59%, mentre sono sempre di più i profili emergenti come il Cyber Risk Manager, l' Ethical Hacker e il Machine Learning Specialist. Le aziende stanno cercando di acquisire e potenziare le competenze specializzate in sicurezza e privacy. Il 41% delle grandi imprese analizzate prevede un aumento dell' organico dedicato alla gestione della security, il 2% una diminuzione, il resto lo manterrà invariato. Sul fronte privacy, invece, il 38% inserirà nuovi profili e soltanto l' 1% li ridurrà. Il ruolo dell' Intelligenza artificiale Cresce l' attenzione per nuove tecnologie come l' Artificial Intelligence, considerata una minaccia da appena il 14% delle imprese, mentre il 40% già oggi sta utilizzando tecniche di Ai o Machine Learning per prevenire potenziali minacce e identificare gli attacchi ancora prima che si verifichino (17%), per ottimizzare la gestione di eventuali incidenti di sicurezza automatizzando il processo decisionale e il tempo di risposta (15%) e per intercettare possibili frodi (8%). Il 36% del campione sta pianificando di adottare soluzioni di intelligenza artificiale nel prossimo futuro. E nascono attori innovativi che propongono soluzioni di information security & privacy: sono 417 le startup a livello internazionale, per un totale di 4,75 miliardi di dollari di investimenti raccolti. "Il mercato delle soluzioni per la sicurezza informatica e la privacy è dinamico, con consapevolezza e budget in crescita, anche se non con lo stesso ritmo del 2017", spiega in una nota Gabriele Faggioli, Responsabile Scientifico dell' Osservatorio Information Security & Privacy. "Ma allo stesso tempo si registra un' accelerazione senza precedenti del numero e della varietà degli attacchi e le imprese non sembrano adeguatamente preparate. Gli investimenti effettuati negli ultimi anni sono

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2019 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 91 una buona base di partenza, che ha permesso di mettere in campo strutture organizzative, procedure e competenze, ma è necessaria una maggiore pervasività delle iniziative di sicurezza a tutti i livelli manageriali e organizzativi delle imprese e un maggiore coinvolgimento dei profili dedicati alla security nelle strategie di business". Cyber rischi e coperture assicurative Le principali finalità dei cyber attacchi subiti dalle imprese nello scenario attuale sono truffe, come phishing e business email compromise (83%), e estorsioni (78%), poi intrusione a scopo di spionaggio (46%) e interruzione di servizio (36%). Ma nei prossimi tre anni le aziende temono soprattutto spionaggio (55%), truffe (51%), influenza e manipolazione dell' opinione pubblica (49%), acquisizione del controllo di sistemi come impianti di produzione (40%). I principali obiettivi degli attacchi sono oggi account email (91%) e social (68%), seguiti dai portali eCommerce (57%) e dai siti web (52%). Nel prossimo triennio, le imprese prevedono che gli hacker si concentreranno su device mobili (57%), infrastrutture critiche come reti elettriche, idriche e di telecomunicazioni (49%), smart home & building (49%) e veicoli connessi (48%). La principale vulnerabilità è costituita dal comportamento umano: per l' 82% delle imprese la prima criticità è la distrazione e scarsa consapevolezza dei dipendenti, seguita da sistemi It obsoleti o eterogenei (41%) e da aggiornamenti e patch non effettuati regolarmente (39%). Per minimizzare il rischio, l' 80% delle imprese ha avviato piani di formazione del personale. Il mercato dell' assicurazione del rischio cyber prevede oggi svariate possibilità di copertura riguardanti la perdita o la divulgazione di dati personali e sensibili, la compromissione del sistema informativo e la sua interruzione di servizio. "A livello internazionale è un settore già molto radicato, mentre in Italia si trova ancora in una fase di sviluppo, seppure in crescita rispetto alla precedente rilevazione", commenta Alessandro Piva, Direttore dell' Osservatorio Information Security & Privacy. "Il 33% delle imprese ha sottoscritto coperture assicurative di trasferimento del rischio cyber (+6%), di cui il 18% che ha scelto polizze completamente dedicate al cyber risk e il 15% che ha optato per assicurazioni generaliste che lo coprono parzialmente. Il 25% sta valutando se attivarle, il 30% è informato della possibilità ma non ha intenzione di farne uso, mentre il 12% non ne è a conoscenza". @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§19318806§] martedì 05 febbraio 2019

Agenda Digitale Privacy e GDPR

Fusione tra le Authority, i vantaggi ai tempi di big data e Gdpr

In epoca di pervasività del digitale sarebbe opportuno evitare dualità e separazioni istituzionali di competenze nella protezione dei consumatori e dei dati personali. Ecco perché, anche alla luce di due Ordinanze TAR Lazio, si dovrebbe riflettere su una possibile fusione tra Garante privacy e Antitrust

Mentre si discute di una possibile "fusione" tra Garante privacy ed Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni), due ordinanze del Tar Lazio fanno riflettere sulla opportunità che la fusione possa riguardare anche Garante privacy e Autorità Garante Concorrenza e Mercato (AGCM o Antitrust), o che quantomeno siano trasferite sotto l' ombrello del Garante privacy le competenze nella repressione delle pratiche commerciali scorrette. Una simile ipotesi, anche in attesa di una definizione condivisa a livello europeo di concetti quali intelligenza artificiale, big data, o larga scala, permetterebbe di garantire un livello superiore di protezione ai dati personali e di evitare dicotomie nella tutela dei consumatori. A quasi nove mesi dall' entrata in vigore del Gdpr, i suoi effetti cominciano a farsi sentire e a creare turbamento, quindi, non solo tra titolari, responsabili ed interessati al trattamento, ma anche tra le Autorità. Le nuove competenze dell' Antitrust Come noto, ad opera dei D.Lgs. nn. 145/2007 e 146/2007 (che hanno recepito le direttive comunitarie 2006/114/CE e 2005/29/CE) oltre a quelle su intese, abuso di posizione dominante, concentrazioni e fusione, all' Autorità Garante Concorrenza e Mercato (AGCM o Antitrust) sono state attribuite nuove competenze su pubblicità ingannevole, quella comparativa illecita e su pratiche commerciali sleali o scorrette, che incidono sul consumatore. A tutela di quest' ultimo, l' Antitrust interviene e irroga sanzioni fino a 5 milioni di Euro per ogni pratica che valuta scorretta. Alla luce delle nuove norme sulla privacy (Regolamento (UE) 2016/679 GDPR, D.Lgs. 101/2018), queste competenze di AGCM - a tutela del singolo "consumatore" - sono tuttavia sovrapponibili e/o coordinabili con quelle del Garante privacy, che agisce a tutela del trattamento del dato dell'"interessato" e non sono autonome, ma poste in sfere contigue, riferite allo stesso soggetto, interessato-consumatore. L' ipotesi di accorpamento Garante Privacy-Agcom-Agcm Va valutata quindi l' opportunità, in epoca di pervasività del digitale, di non mantenere questa dualità nella protezione di un soggetto tradizionalmente debole, evitando una separazione istituzionale di competenze che crea dicotomia, antinomia ed inefficacia. Ciò anche in considerazione della necessità che si affermi prima possibile una "etica del digitale" anche in termini di resilienza istituzionale, come ha da ultimo affermato il Presidente del Garante privacy Soro in occasione della Giornata europea della privacy: " contro ogni rischio di espropriazione del diritto da parte della tecnica, è proprio questa proiezione, nella dimensione digitale, dello Stato e della sua stessa sovranità a dimostrare come la protezione dati possa divenire presupposto di sicurezza, promuovendo quella resilienza indispensabile per la difesa della democrazia ". Nella direzione dell' accorpamento delle tutele si iscrive quindi il crescente interesse su una possibile "fusione" tra Garante privacy ed AGCOM (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) (cfr. in ordine cronologico, la proposta del Commissario Agcom Antonio Nicita e gli autorevoli contributi, anche di sapore diverso, di Rocco Panetta, country leader per l' Italia della IAPP, Luca Bolognini, Presidente dell' Istituto Italiano Privacy, Fabiana Di Porto, Professore associato di Diritto dell' Economia e dell' Innovazione all' Università del Salento, esperta di big data e antitrust, Antonio Capone, Professore ordinario di Telecomunicazioni e Preside della Scuola di Ingegneria Industriale e dell' Informazione del Politecnico di Milano, l' avvocato Gilberto Nava dello Studio Chiomenti). Riflessioni a margine delle ordinanze 335/2019 e n. 336/2019 L' ultimo caso che di seguito menziono suscita interesse sulla possibilità che la "fusione" possa riguardare anche Garante privacy ed AGCM (e quindi addirittura tre Autorità?), ovvero in alternativa, e propendo per questa seconda più pulita ipotesi, che le competenze nella repressione delle pratiche commerciali scorrette (PCS) siano "semplicemente" trasferite al Garante privacy, perché il consumatore è innanzitutto soggetto interessato dal trattamento dei suoi dati personali. Si consideri infatti quanto segue: nella adunanza del 29 novembre 2018, l' AGCM

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2019 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 93 ha emesso provv. n. 27432 con il quale ha contestato ad operatore OTT di aver posto in essere due pratiche commerciali scorrette , ai sensi degli artt. 21 e 22 e degli artt. 24 e 25 del Codice del Consumo. Con lo stesso provvedimento l' AGCM ne ha vietato la continuazione, ha irrogato due sanzioni amministrative pecuniarie di 5 milioni di euro ciascuna ed ha imposto obbligo di pubblicare una dichiarazione rettificativa molto gravosa; ha emesso provv. n. 27432 con il quale ha contestato ad operatore OTT di aver posto in essere , ai sensi degli artt. 21 e 22 e degli artt. 24 e 25 del Codice del Consumo. Con lo stesso provvedimento l' AGCM ne ha vietato la continuazione, ha di euro ciascuna ed ha imposto obbligo di pubblicare una dichiarazione rettificativa molto gravosa; le due sanzioni sono state impugnate innanzi il TAR Lazio . Con ordinanze nn. 335 e 336 del 2019, la Sez. Prima del TAR ha sospeso "l' esecuzione del provvedimento gravato, limitatamente all' imposizione dell' obbligo di esporre e pubblicare la dichiarazione rettificativa" "in considerazione delle difficolta tecniche prospettate, anche in ordine ai tempi necessari per la completa ottemperanza" ed ha fissato merito "a breve", per l' udienza pubblica del 17 aprile prossimo, rilevato che il ricorso "per l' estrema complessità delle questioni poste, merita di essere approfondito nella fase di merito"; . Con ordinanze nn. 335 e 336 del 2019, la Sez. Prima del TAR ha sospeso "l' esecuzione del provvedimento gravato, limitatamente all' imposizione dell' obbligo di esporre e pubblicare la dichiarazione rettificativa" "in considerazione delle difficolta tecniche prospettate, anche in ordine ai tempi necessari per la completa ottemperanza" ed ha fissato merito "a breve", per l' udienza pubblica del 17 aprile prossimo, rilevato che il ricorso "per l' estrema complessità delle questioni poste, merita di essere approfondito nella fase di merito"; ed in effetti la vertenza appare emblematica per la delicatezza del tema ed i possibili riflessi sui consumatori e sulla reputation della società, ma in disparte il futuro esito del giudizio, questo provvedimento sanzionatorio è comunque una freccia scoccata non dal Garante privacy ma dall' AGCM e non per sue competenze "classiche" (intese, abuso di posizione dominante, concentrazioni e fusione) ma per pratiche riferibili al consumatore; si legge infatti con riferimento al par. "II. La Pratica Commerciale" del provvedimento dell' AGCM: "3. Il procedimento concerne due distinte pratiche, poste in essere da (), aventi ad oggetto la raccolta, lo scambio con terzi e l' utilizzo, a fini commerciali, dei dati dei propri utenti-consumatori, incluse le informazioni sui loro interessi on line. Pratica a) 4. Nella fase di prima registrazione dell' utente nella Piattaforma () (sito web e app), il Professionista ha adottato un' informativa priva di immediatezza, chiarezza e completezza, in riferimento alla propria attivita di raccolta e utilizzo, a fini commerciali, dei dati dei propri utenti. Pratica b) 5. Il Professionista applica, in relazione ai propri utenti registrati, un meccanismo che, tramite i diversi passaggi in cui si articola, comporta la trasmissione dei dati degli utenti dalla Piattaforma (sito web/app) del social network ai siti web/app di terzi e viceversa, senza preventivo consenso espresso dell' interessato, per l' uso degli stessi a fini di profilazione e commerciali". 4. Nella fase di prima registrazione dell' utente nella Piattaforma () (sito web e app), il Professionista ha adottato un' informativa priva di immediatezza, chiarezza e completezza, in riferimento alla propria attivita di raccolta e utilizzo, a fini commerciali, dei dati dei propri utenti. 5. Il Professionista applica, in relazione ai propri utenti registrati, un meccanismo che, tramite i diversi passaggi in cui si articola, comporta la trasmissione dei dati degli utenti dalla Piattaforma (sito web/app) del social network ai siti web/app di terzi e viceversa, senza preventivo consenso espresso dell' interessato, per l' uso degli stessi a fini di profilazione e commerciali". c' è certamente il fine commerciale, ma siamo comunque in un ambito di "adozione di informativa" e di "mancanza di preventivo consenso", esattamente valori da GDPR, fondanti la "fiducia" e l' accountability nel rapporto di trattamento del dato personale, oggetto di tutela da parte del Garante privacy. ed infatti questa eccezione di incompetenza è stata sollevata in via preliminare, come riportato nel par. "Sulla competenza dell' Autorita e sulle questioni procedurali": "34. () eccepisce, in via preliminare, che l' Autorita agirebbe "[] sulla base di premesse erronee ed al di la delle proprie competenze nella misura in cui utilizza le norme a tutela del consumatore per analizzare condotte che dovrebbero essere valutate sulla base della normativa sulla privacy e sul trattamento dei dati personali. []." Al riguardo, nel par. "V. Valutazioni Conclusive - Questioni preliminari" l' AGCM così risponde: "44. La prospettazione suggerita da () al fine di ricondurre la fattispecie sanzionata nell' ambito delle esclusive attribuzioni del Garante Privacy non puo pero essere condivisa e cio sulla base della normativa di riferimento che delinea il perimetro delle rispettive competenze attribuite alle due Autorita indipendenti e dello specifico interesse che risulta essere violato per effetto della condotta sanzionata. 45. Infatti, la circostanza che alle condotte della societa sia applicabile la normativa sulla privacy, non la esonera dal rispettare le norme in materia di pratiche commerciali scorrette. Va, infatti, rilevato che la disciplina della privacy garantisce la protezione dei dati personali, definiti come informazioni relative ad una persona (fisica o giuridica), allo scopo di tutelare dette posizioni giuridiche che si qualificano, quali diritti fondamentali della persona umana, spettando al Garante per la Protezione dei Dati Personali la competenza ad applicare le sanzioni per la violazione degli obblighi ivi previsti. Diversamente, il Codice del Consumo, in materia di pratiche commerciali scorrette, ha l' obiettivo di tutelare il consumatore da scelte economiche indotte da pratiche ingannevoli e aggressive che non trovano regolazione in specifiche discipline. 46. Ne consegue che le due discipline hanno un campo di applicazione materiale differente e perseguono interessi distinti. Di conseguenza non sussiste un conflitto tra le due discipline, integrandosi, piuttosto, le stesse in maniera complementare. 47. In punto di fatto, rileva che il presente procedimento concerne due condotte, entrambe connesse alla raccolta, scambio con terzi e utilizzo, a fini commerciali, da parte di (), dei dati dei propri utenti, valutate dall' Autorita sotto il profilo dell' impatto che esse hanno sulle decisioni commerciali dei consumatori. Tali condotte, una specificatamente ingannevole ed una specificatamente aggressiva, non trovano divieto e riscontro alcuno ne nel D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196, Codice in materia di

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2019 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 94 protezione dei dati personali, come da ultimo modificato dal D.Lgs. 10 agosto 2018, n. 101, ne nel Regolamento generale sulla protezione dei dati personali (UE) 2016/679, ne in altra normativa privacy, bensi integrano due ipotesi di pratiche commerciali scorrette, il cui accertamento, ai sensi del combinato disposto di cui agli artt. 19, comma 3 e 27, comma 1-bis, del Codice del Consumo spetta, in via esclusiva, all' Autorita Garante della Concorrenza e del Mercato. Trattandosi di pratiche scorrette ai sensi del Codice del Consumo, risulta evidente la competenza dell' Autorita senza esistenza di contrasto con altre normative, ne settoriali ne trasversali". Privacy e tutela dei consumatori, perché affidarle a una sola Autorità Sul punto, esprimo le seguenti considerazioni: Nel provvedimento impugnato, si afferma che "non sussiste un conflitto tra le due discipline, integrandosi, piuttosto, le stesse in maniera complementare": ebbene, a prescindere dalla domanda sul se vi sia "conflitto" o "complementarietà", emerge un apparato radicale di tutela immerso in un humus di affiorante sensibilità che rende del tutto compatibile le due normative (privacy e consumatore) che certo potrebbe giustificare una stretta sinergia, anche basata su una "convergenza istituzionale". Ma questa ipotesi aprirebbe la stura a tutta una serie di "convergenze parallele", stante la trasversalità del tema della privacy, presente in molti aspetti delle attività anche di altre Autorità. In alternativa e come già detto, l' ipotesi di affidare ad un unico soggetto istituzionale (Garante privacy) queste competenze ne rafforzerebbe la tutela e risponderebbe anche ad un comune sentire che vuole la tutela dei dati personali porsi come antecedente logico-giuridico-gerarchico di qualsiasi altra tutela (in quanto connaturata nell' individuo) e godere di un gradiente di protezione superiore, fino alla possibile collocazione tra i diritti fondamentali (non così scontata). Peraltro, i timori di uno squilibrio istituzionale e/o del rischio di offuscamento delle attività e prerogative del Garante privacy, che oggi si fanno derivare da una fusione per "incorporazione", mi appaiono invece provenire, più che da "fuoco amico", dal vento della digitalizzazione che soffia così improvviso ed impetuoso che le radici da opporre debbono essere quanto più estese possibili. Esse devono essere rese ben salde innanzitutto da una corretta e condivisa definizione, in ambito europeo, ontologica prima che giuridica, etica prima che istituzionale, dei concetti di "Intelligenza Artificiale", "big data", "algoritmo" e "larga scala", attualmente ancora divisi tra visione scientifica, giuridica, tecnica e etica. Questa mancanza di percezione può essere tra le più grandi vulnerabilità dell' uomo nel rapporto con il mondo computazionale, nei confronti del quale egli fatica a sviluppare un "sesto senso" digitale ormai obbligatorio. Priorità alla privacy Nella direzione del trasferimento di competenze al Garante privacy sembrerebbe militare proprio la circostanza che l' AGCM, si legge nel provv. n. 27432, si sia "limitata ad accertare e sanzionare - "ex post" e in applicazione della disciplina dettata dal Codice del Consumo - la presenza di pratiche commerciali scorrette" ponendo, almeno temporalmente, la tutela del "consumatore" e la misura dell' impatto di pratiche commerciali scorrette ad un momento successivo a quello della tutela del singolo come "interessato al trattamento". Si accorda priorità (forse anche gerarchica) alla privacy, quale valore ex se, valore che inerisce, si legge, a posizioni giuridiche "che si qualificano quali diritti fondamentali della persona umana". Aspettiamo di leggere la sentenza. @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§19318792§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 4 La Nazione Sanità Digitale

«Così abbiamo ricreato il tatto»

Pisa, l' inventore Cipriani: la protesi si ricarica come un cellulare

Eleonora Mancini

PISA LA BELLEZZA e l' emozione della sensibilità, la libertà dei movimenti. Tatto e dinamicità: sono i doni della tecnica elevata alla massima potenzialità. «La nostra mano è sensorizzata e sfrutta al massimo la potenzialità del passaggio dei fili», spiega il ricercatore italiano, il professor Christian Cipriani (nella foto), dell' Istituto di Bio- Robotoca della Scuola Sant' Anna, responsabile del progetto di ricerca europeo DeTOP. È la svolta nel campo della biorobotica e degli impianti di ultima generazione di mani su pazienti amputati. La loro vita potrà migliorare grazie appunto all' impianto che collega la mano robot a ulna e radio attraverso due viti particolari, anch' esse 'sensibili', dotate di sensori che comunicano con i nervi e cervello. Innovazione della ricerca Made in Italy.

Professore, può spiegare la portata di questa innovazione? «Il primo dato è che si tratta del primo impianto transradiale stabile e permanente. In pratica, grazie a due viti, che collegano la protesi direttamente alle ossa, cioé al radio e all' ulna, è possibile un interfacciamento fra lo scheletro e la protesi stessa».

Perché il fatto che sia permanente è una novità assoluta? «Perché prima iniziative simili hanno riguardato sperimentazioni temporanee. Invece, adesso, siamo già in una fase successiva».

Per capirci, qual è la differenza fra l' impianto della famosissima atleta Bebe Vio e quello della donna svedese? «La protesi di Bebe Vio usa un invaso ed è caratterizzato da una struttura rigida che si connette con il gomito. Invece, nel nostro caso, abbiamo un sistema connesso direttamente con lo scheletro».

Chi sinora ha usato una protesi tradizionale può passare a questa più innovativa? «Certamente. Potrebbe sostenere l' intervento di osteointegrazione».

Entrando nei dettagli, cosa caratterizza questo impianto? «Le viti, senza dubbio. Perché consentono, a differenza di altri impianti solo meccanici, di avere sensibilità. La nostra mano è sensorizzata e sfrutta al massimo la potenzialità del passaggio dei fili. Si tratta di fili elettrici, come i jack dello stereo, inseriti nelle viti e che fanno da tramite protesi-nervi».

Quindi ripristina il tatto? «Praticamente sì. Le protesi tradizionali sono meccaniche, questa invece è anche elettrica».

Come si ricarica e quanto dura? «Si ricarica come avviene per il cellulare. Ha una batteria esterna. Per la durata, invece, si parla di un giorno e mezzo due».

La donna alla quale è stata impiantata la mano robotica la sta già usando? «Per ora soltanto in realtà virtuale. L' intervento è avvenuto a dicembre. Abbiamo atteso circa un mese prima di diffondere la notizia perché volevano essere certi che tutto fosse andato bene».

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Quali atti o movimenti potrà eseguire la donna con la sua nuova mano? «Tutti. Tranne andare sott' acqua, perché si tratta di un meccanismo elettrico. Potrà anche guidare e vivere la quotidianità in modo normale». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§19318796§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 31 La Stampa Sanità Digitale

SUCCESSO DEL PROGETTO EUROPEO: "LA PROSSIMA OPERAZIONE PREVISTA IN ITALIA" A una donna la prima mano bionica

Impiantata in Svezia: "Replica quella biologica" Creata grazie a un team del Sant' Anna di Pisa

GIUSEPPE BOI

La sera vanno al pub o a mangiare una pizza. I più sportivi si sfidano a calcetto. La mattina si chiudono in un laboratorio e studiano come regalare una vita normale a chi l' ha perduta. Come la 45enne svedese a cui, per la prima volta al mondo, è stata trapiantata in maniera stabile e permanente una mano robotica. Non una protesi tradizionale, ma uno strumento capace di restituire la sensibilità a chi ha perso un arto. Una normalità ritrovata grazie all' impianto transradiale (sotto il gomito), studiato e progettato dai ragazzi del team di ricerca della Scuola Superiore Sant' Anna di Pisa. Un gruppo che ieri non solo ha festeggiato un successo, ma - dicono con un pizzico di autoironia - «abbiamo toccato con mano, perdonate il gioco di parole, lo scopo di ore e ore di lavoro». La mano robotica capace di restituire la capacità sensoriale nasce in Italia, in Toscana, dove la Scuola Sant' Anna coordina dal 2016 il progetto di ricerca europeo «DeTop». Un programma finanziato dalla Commissione europea all' interno del programma «Horizon 2020», guidato da Christian Cipriani, direttore dell' Istituto di BioRobotica dell' istituto pisano. L' ingegnere elettronico di Lucca dirige un gruppo - di italiani, ma con «contaminazioni» tedesche e messicane - composto da 20 studiosi che tra Pisa e Pontedera, sede della Prensilia srl, ha sviluppato l' arto bionico. Un lavoro che è andato oltre il laboratorio di ricerca. La mano robotica, infatti, è stata prima costruita in Svezia, a Mölndal, dalla Integrum e poi impianta a una donna al Sahlgrenska University Hospital, a Göteborg, dai chirurghi Richard Brånemark e Paolo Sassu. Hanno impiantato nell' avambraccio di una 45enne una serie di strutture in titanio che fanno da ponte tra ossa, terminazioni nervose e l' arto artificiale. Così attraverso 16 elettrodi inseriti nei muscoli residui hanno stabilito un collegamento diretto tra protesi e ulna e radio della paziente. Da ieri sta imparando a usare l' arto robotico, utilizzando la realtà virtuale. Come un bambino, reimpara i movimenti, rifamigliarizzando con i gesti e le sensazioni di toccare gli oggetti. Allo stesso tempo segue un programma di riabilitazione per riacquistare la forza nei muscoli dell' avambraccio, indeboliti dopo la perdita dell' arto. Tra poche settimane, poi, smetterà di fare test al computer e sarà in grado di reggere la mano robotica e tornerà a casa per riprendere la vita che faceva fino al 2002, quando era stata sottoposta all' amputazione. «Grazie a questa interfaccia uomo-macchina, unita alla destrezza e al grado di sensibilità della mano artificiale, ci aspettiamo che nel giro dei prossimi mesi la donna riacquisti funzionalità motorie e percettive molto simili a quelle di una mano naturale - spiega Cipriani -. Questo non sarà comunque l' unico impianto previsto: sono infatti partite in Italia le attività di ricerca per il reclutamento di un secondo paziente per un nuovo intervento chirurgico in programma all' Università Campus Bio-Medico di Roma che verrà effettuato da team clinici dello stesso Campus e dell' Istituto Ortopedico Rizzoli (altre eccellenze italiane che fanno parte del progetto "DeTop", ndr)». Un risultato che trasformerà in realtà non solo il sogno della signora svedese, ma anche quello dei 20 ricercatori tra i 25 e i 40 anni che hanno affiancato Cipriani in un progetto che è un mix di utopia e pionierismo. Ieri, finita una giornata di studio, hanno ripreso la vita di tutti i giorni. «In questi tre anni siamo diventati amici oltre che colleghi - raccontano dal team -. Fare ricerca non è facile: è faticoso, i tempi sono lunghi e spesso il risultato sembra lontanissimo. Poi arrivano giornate come queste e capisci che il tuo lavoro ha partorito qualcosa di concreto, che aiuta le persone ogni giorno». Portato a casa un risultato, si pensa già al prossimo obiettivo: «Perché il nostro impegno abbia senso - sottolineano -

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2019 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 98 dobbiamo rendere questa tecnologia "commerciale", vale a dire a disposizione di tutti». Sempre mantenendo lo stesso segreto: «Quello di un gruppo giovane che ha vissuto e vive in simbiosi giorno dopo giorno», proprio come il legame tra mano artificiale e ossa biologiche che ridà una speranza di vita vera a tante persone che hanno perso una mano. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.

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[§19318802§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 44 La Repubblica Sanità Digitale

La novità È made in Italy la prima mano robotica

MICHELE BOCCI

Progettata a Pisa, è fissa e durerà per sempre. Impiantata su una donna in Svezia di È integrata in modo permanente nell' organismo e soprattutto dotata di tatto. Poche settimane fa in Svezia è stata impiantata, anche grazie alla tecnologia italiana, una mano bionica. L' intervento, su una donna di 45 anni, apre le porte a un cambiamento epocale: il passaggio dalla sperimentazione alla pratica clinica di una tecnica in grado di cambiare la vita di chi ha subito un' amputazione. Non è uno strumento utile soltanto durante le prove di laboratorio, dunque, ma da utilizzare tutti i giorni. « L' operazione che è stata fatta in Svezia è complesso ma adesso diventa replicabile » , spiega Christian Cipriani dell' Istituto di robotica della Scuola superiore Sant' Anna di Pisa. È lui il responsabile scientifico del progetto Detop ( che sta per " dexterous transradial osseointegrated prosthesis with neural control and sensory feedback"), finanziato dalla Commissione Europea. È la prima volta al mondo che un impianto bionico di quel tipo viene messo in modo permanente. « Faremo un nuovo intervento simile a Roma, con una collaborazione tra il Campus Biomedico e il Rizzoli di Bologna e anche uno in Svezia » , spiega Cipriani, che ha già avviato anche una collaborazione con il centro protesi dell' Inail a Budrio ( Bologna). L' intenzione è quella di portare la nuova tecnologia a chi ha bisogno a costi che non siano proibitivi per il sistema sanitario, comunque paragonabili a quelli di altri grandi interventi chirurgici. Cipriani azzarda anche una previsione economica, parlando di circa 40mila euro a paziente. L' operazione sulla donna svedese si è svolta nel dicembre scorso. « Abbiamo aspettato un po' di tempo a renderla nota perché volevamo essere certi che fosse andata bene - spiega l' ingegnere del Sant' Anna - Ora possiamo dire che è riuscita. La paziente sta facendo la riabilitazione » . L' impianto è transradiale, cioè parte da da sotto il gomito. « Il centro svedese ha inventato una tecnica per innestare la protesi di titanio nelle due ossa dell' avambraccio, radio e ulna, sfruttando la tecnica dell' osteointegrazione combinata alle interfacce muscolari. Noi abbiamo preparato la mano robotica. Ha dei sensori, soprattutto nella zona dei polpastrelli, che sono connessi ai nervi del braccio e mimano i recettori della mano. Per questo la donna ha recuperato in parte anche il tatto » . L' idea, visto che l' arto è permanente, è quella di fare nel tempo degli "upgrade" teconologici, nel caso la ricerca in questo campo vada avanti. «Si potranno sostituire le parti esterne mantenendo la struttura principale attaccata alle ossa della donna » . Da anni il Sant' Anna di Pisa è all' avanguardia nella ricerca sulla robotica, anche a scopi medici. « Fino ad ora, anche in Svezia, avevano fatto trattamenti simili per l' avambraccio ma senza interfacciare la protesi con i nervi » , spiega sempre Cipriani. Il nuovo intervento invece, grazie a sedici elettrodi inseriti nei muscoli permetterà mobilità e sensibilità, con evidenti vantaggi nella vita quotidiana, sia dal punto di vista pratico che sociale. La strada per il futuro è tracciata, ora si cercano i pazienti da arruolare per i nuovi interventi. © RIPRODUZIONE RISERVATA THE TOP PROJECT INTEGRUM CHALMERS UNIVERSITY OF TECHNOLOGY Christian Cipriani della Scuola superiore Sant' Anna di Pisa, a capo del progetto Detop.

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[§19318803§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 23 Il Messaggero Sanità Digitale

Ecco la mano bionica che dura per sempre

IL PROGETTO Riuscirà ad allacciarsi le scarpe da sola, a tenere una tazzina da caffè tra le dita e a salutare gli amici stringendo le cinque dita. Dal 2002, da quando le avevano amputato la mano destra, si era abituata fare tutto (o quasi) con la sinistra. Ora, la rivoluzione. Per la prima volta al mondo una mano robotica è stata impiantata in modo permanente. L' intervento, in Svezia. Su una donna svedese di 45 anni, nel Sahlgrenska University Hospital di Göteborg. È stato eseguito dai chirurghi Richard Brtnemark e Paolo Sassu. Al braccio della paziente hanno fissato un dispositivo transradiale (sotto il gomito) e innestate viti in titanio nelle due ossa dell' avambraccio (radio e ulna). IL PONTE La protesi nasce dal progetto europeo DeTOP, guidato da Christian Cipriani, dell' Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant' Anna di Pisa. Quando sarà individuato il paziente verrà eseguito un impianto uguale in Italia. Dal Campus Biomedico di Roma e dall' Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. Si sta, infatti, cercando un candidato che si presti all' operazione ma, secondo i progettisti, deve avere una casistica diversa da quella signora svedese. Non si aspetta solo il paziente per fare il prossimo intervento. I ricercatori, come sempre, attendono finanziamenti: il progetto DeTop, della durata di quattro anni, ha davanti a sé ancora solo dodici mesi. Per questo, al momento, è difficile prevedere i tempi in cui i chirurghi potranno entrare di nuovo in sala operatoria per l' impianto di nuove mani. La mano della signora svedese afferra e si muove come una naturale grazie ad un ponte di titanio che collega le ossa e le terminazioni nervose nei muscoli. La tecnica è la stessa degli impianti dentali: l' osso si rigenera intorno alla vite. E diventa un tutt' uno con il corpo estraneo. Ci vorrà, però, ancora un po' di tempo perché la signora riesca ad avere il massimo della confidenza con la protesi bionica. Deve allenarsi. IL CONTROLLO Sta, infatti, imparando ora a controllare la nuova mano. «Deve nuovamente imparare a muovere i muscoli che non utilizza da molto tempo. Per questo è connessa ad un sistema che riconosce le contrazioni e fa muovere un avatar della mano sul monitor di computer. Ci aspettiamo che nel giro dei prossimi mesi - spiega Christian Cipriani - la paziente riacquisisca funzionalità motorie e percettive molto simili a quelle di una mano naturale». La correttezza (e la naturalezza)dei movimenti, secondo i ricercatori, si deve alla raggiunta connessione dello strumento con il cervello. «Al dialogo tra i cervello e la periferia del sistema nervoso» sottolinea il ricercatore. Il futuro prossimo venturo? Le mani robotiche destinate alle macchine. Pensiamo a quelle che vengono utilizzate nelle aziende per afferrare e manipolare gli oggetti. Le protesi che sono state impiantate negli ultimi dieci anni non erano permanenti e avevano una connessione limitata con il cervello. Limitata, dunque, la risposta sensoriale al tatto. Al ruvido, al liscio, al caldo o al freddo. Condizione che costringeva i pazienti a fare affidamento solo sulla vista nel momento in cui usa la protesi. Un handicap che sembra essere stato superato con quest' ultimo strumento: la donna potrà recuperare la sensibilità perduta dopo l' amputazione attraverso, appunto, dei sensori che guidano la stimolazione del nervo. Uno degli elementi portanti di questo lavoro è che si tratta della prima tecnologia utilizzabile nella vita di tutti i giorni, non solo all' interno di un laboratorio di ricerca. «Di sicuro - aggiunge Cipriani - questa mano potrà garantire più tipi di presa, sufficienti per avere una totale autonomia. I NERVI Nel giugno del 2017 è stata impiantata in una donna siciliana, la prima mano bionica che imita il tatto in

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2019 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 101 modo molto simile a quello naturale. L' intervento al Policlinico Gemelli di Roma. Una protesi non fissa. La novità era nel codice che permetteva alla mano di trasmettere ai nervi del braccio amputato tutta la varietà di percezioni. Quelle che avrebbero ricevuto i recettori nervosi alla base del tatto. L' INCIDENTE Raccontava l' imprenditrice siciliana Loretana Puglisi, 55 anni, che aveva perso l' arto per un infortunio sul lavoro: «Era la vigilia di Natale 2016. L' impastatrice del negozio mi portò via la mano sinistra. Per un anno mi sono svegliata la notte dopo aver rivissuto l' incubo della mano staccata dal mio corpo. Il primo anniversario è stato duro da affrontare. Poi la situazione è migliorata». Ora, il passo avanti dell' intervento svedese. Carla Massi © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§19318812§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 4 La Nazione Sanità Digitale

La mano robotica che dura per sempre

Storico intervento in Svezia su una paziente di 45 anni. «Un arto a tutti gli effetti»

PISA PER la prima volta al mondo una mano robotica è stata impiantata in modo permanente. Una mano elettrica e meccanica, che consente di sentire gli oggetti e di gestire bene i movimenti. Sarà quindi possibile muovere le dita, allacciarsi le scarpe, compiere gesti e movimenti quotidiani prima d' ora impensabili. L' intervento è stato eseguito in Svezia, al Sahlgrenska University Hospital sotto la guida del professor Richard Brånemark e del dottor Paolo Sassu, su una donna di 45 anni. Presto la nuova tecnica arriverà anche in Italia. Due interventi sono previsti al Campus Biomedico di Roma e all' Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. L' IMPIANTO transradiale stabile e permanente parte da sotto il gomito arrivando a controllare la mano robotica. Nel corso dell' operazione sono stati innestati impianti in titanio nel radio e nell' ulna della donna, sfruttando la tecnica dell' osteointegrazione combinata alle interfacce muscolari. L' impianto consentirà di controllare in modo naturale la mano robotica e di restituirne le percezioni sensoriali. L' innovazione è il risultato del progetto di ricerca europeo DeTOP (Dexterous Transradial Osseointegrated Prosthesis with neural control and sensory feedback), coordinato da Christian Cipriani, dell' Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant' Anna di Pisa e finanziato dalla Commissione Europea nel programma Horizon 2020. A differenza di altri impianti, con questo è possibile, attraverso 16 elettrodi nei muscoli residui, estrapolare una quantità maggiore di informazioni e di consentire un controllo più efficace dell' arto. Gli elettrodi impiantati nei nervi permettono di creare un collegamento diretto tra la protesi e il sistema nervoso e quindi di recuperare le sensazioni tattili perdute dopo l' amputazione attraverso sensori che guidano la stimolazione del nervo. «Grazie a questa interfaccia uomo-macchina così accurata - commenta Christian Cipriani, responsabile scientifico del progetto DeTOP - e grazie alla destrezza e al grado di sensibilità della mano artificiale, ci aspettiamo che nel giro dei prossimi mesi la donna riacquisisca funzionalità motorie e percettive molto simili a quelle di una mano naturale». Eleonora Mancini © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§19318817§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 14 Corriere della Sera Sanità Digitale

Creata a Pisa Primo impianto di mano robot: si comanda con il cervello

Marco Gasperetti

Non solo la signora, 45 anni, svedese, professione inge-gnere, tra poco potrà uti-lizzare una mano robotica e muoverla con il pensie-ro, ma quell' arto potrà so-stituirlo senza troppi pro-blemi quando la tecnolo-gia ne creerà uno più sofisticato e sempre più simile a quello biologico. Insomma, una rivoluzio-ne. Protagonista un grup-po di scienziati della Scuo-la Superiore Sant' Anna di Pisa e del Sahlgrenska University Hospital di Göteborg che, per la prima volta al mondo, hanno realizzato un impianto «transradiale stabile e permanente», un mix stile cyborg di elettrodi, nervi, muscoli e ossa capace di dare impulsi sofisticati a una mano robotica. «La persona mutilata non solo potrà utilizzare l' arto co- mandandolo dal cervello - spiega Christian Cipriani, 38 anni, direttore dell' Istituto di BioRobotica del Sant' Anna e coordina-tore del progetto finanzia-to dalla Commissione Europea nel programma Horizon 2020 - ma avrà anche sensazioni tattili attraverso i sensori che guidano la stimolazione dei nervi». La paziente, che si è sottoposta volon- tariamente al trapianto, non ha ancora la mano collegata. In questa prima fase le sono stati impiantati perni di titanio nelle ossa dell' avambrac-cio e sedici elettrodi nei nervi. «È un sistema neu-rale, cioè direttamente collegato al cervello - dice Cipriani - e questo collegamento diretto tra protesi e sistema nervoso consente al paziente di recuperare gran parte del-le sensazioni tattili. Con la nuova mano robotizzata inoltre si possono mani-polare con più precisione gli oggetti. Quando poi saranno realizzati arti più sofisticati potranno essere sostituiti senza problemi». In questo periodo la don-na sta abituandosi a muo-vere con il pensiero un avatar, una mano virtuale riprodotta al computer. Quando, tra qualche setti-mana, perni di titanio, fili ed elettrodi inseriti nelle ossa e nei nervi si saranno assestati, sarà collegata la mano robotica capace di captare e tradurre in movimento i segnali mioelettrici dei muscoli. E la nuova mano sarà pronta ad accarezzare il mondo.

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[§19318819§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 4 La Nazione Sanità Digitale

IL COMMENTO SCIENZA AMICA

QUESTA volta possiamo stare davvero tranquilli. La mano robotica che viene con successo trapiantata a una donna svedese e che l' accompagnerà sempre fino all' ultimo respiro, non è una superfetazione mostruosa del suo corpo. Non richiama sinistri fantasmi evocati dal mito della intelligenza artificiale protesi a sostituire l' uomo, come i robot a Palazzo Chigi o al Quirinale, sognati dalle previsioni testamentarie di Casaleggio. Né appare una rivisitazione del Golem, la mitica creatura medievale animata in laboratorio inseguendo un sogno che dorme al fondo della coscienza da millenni, quello di non morire mai. Si tratta in questo caso di un' armoniosa complementarietà fra umano e meccanico, una sorta di generoso aiuto che la scienza sa offrire all' uomo, senza pretesa di abbatterne la fragilità, senza volerlo liberare dall' imperfezione e dalla vecchiaia: il vecchio sogno che Faust coltivava e che gli faceva concludere un patto col diavolo. Siamo sul piano di una estensione della ricerca scientifica che sostenga il nostro potere di arginare il difetto, il male, l' incidente, senza per questo insuperbirci nella convivenza con i limiti imposti dalla Natura. La quale ci ha fatto per godere una vicenda di cittadini della terra e del cosmo con un inizio e una fine. Un' esperienza che non è eterna. Perché come si nasce, poi si muore. E così il Tempo, rendendo ogni esperienza irripetibile, impreziosisce ogni minuto, ogni ora, ogni anno della nostra unica esistenza. Era questa consapevolezza a far rifiutare a Ulisse nell''Odissea' il dono dell' immortalità col quale Calipso voleva irretirlo per distoglierlo da tornare a Itaca, da Penelope. Anche la signora svedese dalla mano robotica, resterà mortale, userà la sua nuova mano come quella perduta senza per questo dono della ricerca scientifica sentire di poter spiccare il volo dall' umano verso il divino. Sarà questo trapianto felicemente attuato una nuova prova della fluidità dei confini che si instaurano fra macchina e corpo nella loro complementarietà. Perché non dobbiamo dimenticare che il corpo è la macchina più perfetta e più prestigiosa che sia stata creata e non dall' uomo ma da Dio se si ha fede, dalla Natura, se non si crede. E ogni macchina inventata dall' uomo non potrà che tentare di somigliarle senza mai riuscire a sostituirla. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§19318820§] mercoledì 06 febbraio 2019 Pagina 10 Il Sole 24 Ore Sanità Digitale

PROTESI ARTIFICIALI Svezia, trapiantata mano-robot italiana sensibile al tatto

La Sant' Anna di Pisa è capofila del progetto europeo che ha sviluppato l' impianto

Francesca Cerati

Vive in Svezia la prima donna bionica. Sara (nome di fantasia) di 45 anni è stata sottoposta ieri al primo impianto permanente al mondo di mano robotica dai chirurghi del Sahlgrenska University Hospital, di Gothenburg. Mano protesica e interfaccia uomo-macchina sono stati realizzati grazie al progetto europeo DeTop, guidato dal 38enne Christian Cipriani, dell' Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant' Anna di Pisa, al quale abbiamo chiesto se siamo di fonte davvero a un cambio di paradigma nell' ambito delle protesi artificiali. «È la prima vera dimostrazione di un innesto bionico - spiega Cipriani - nel quale non si distingue più dove finisce il corpo e dove inizia la protesi artificiale. Un traguardo che potrà essere applicato anche agli arti inferiori e che apre nuove frontiere nell' uso degli elettrodi». Già, perchè la grande innovazione di questo intervento è il fatto che si tratta di un impianto permanente osteo-integrato neuromuscolare. In pratica, la protesi si aggancia direttamnte all' osso attraverso delle viti impiantate chirurgicamente. E queste stesse viti consentono la connessione agli elettrodi che vengono inseriti sia nei muscoli sia nei nervi e che hanno il compito di decodificare i segnali e indurre sensazioni tattili. In questo caso specifico nelle ossa dell' avambraccio (radio e ulna) della donna sono state impiantate delle strutture in titanio come ponte fra ossa e terminazioni nervose da un lato e la mano robotica dall' altro. Grazie a 16 elettrodi inseriti nei muscoli residui è stato possibile stabilire un collegamento diretto tra la protesi e il sistema nervoso. Così la mano robotica può essere controllata in modo più efficace e diventa possibile anche ripristinare il senso del tatto. Risultato ottenuto anche grazie a Prensilia, spin-off della Scuola Sant' Anna di Pisa, nata nel 2009 e in cui lavorano 5 ricercatori. «La difficoltà è riuscire a riprodurre il senso del tatto in modo che sia fisiologicamente appropriato - sottolinea Cipriani - e quindi individuare i pattern giusti affinchè la sensazione sia il più possibile naturale. Con questo feedback sensoriale il paziente è in grado, attraverso la pratica quotidiana, di prendere oggetti delicati come le uova senza romperle».Per arrivare a controllare con successo movimenti multipli e complessi, Sara - alla quale la mano era stata amputata nel 2002 - deve però prima seguire un programma di riabilitazione per riacquistare forza nei muscoli dell' avambraccio, indeboliti dopo l' amputazione e, attraverso la realtà virtuale, imparare a controllare la mano robotica. La tecnica dell' osteointegrazione era già stata sperimentata con successo su un paziente con amputazione transomerale (sopra il gomito), ma non era ancora possibile nelle amputazioni transradiali, dove il fissaggio deve essere effettuato su due piccole ossa invece che su un unico osso di dimensioni più grandi, come nella parte superiore del braccio. «Questa tecnica è di fatto un' evoluzione di quella sopra il gomito - continua Cipriani - ma nell' omero ci sono solo due muscoli (tricipite e bicipite, ndr) attraverso i quali non si può fare un controllo naturale della mano. Il salto dall' omero all' avambraccio offre l' opportunità ai ricercatori di studiare qualcosa che prima non era possibile fare, ovvero il collegamento tra il cervello e la periferia e in che modo è possibile ripristinarlo». Per quanto riguarda i costi, che variano ampiamente da Paese a Paese e dal tipo di pagatore (Servizio sanitario nazionale, assicurazioni), al prezzo della mano robotica, che è intorno ai 10-15mila euro, vanno aggiunti quelli dell' intervento chiurugico, operazione complessa e che richiede svariate ore. Questo non sarà comunque l' unico impianto previsto: dopo la Svezia sono partite anche in Italia le attività di ricerca per il reclutamento di un secondo paziente per un nuovo intervento chirurgico in programma all' Università Campus Bio-Medico di Roma che verrà effettuato da team clinici del Campus Bio-Medico e dell' Istituto Ortopedico Rizzoli. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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