uis Periodico trimestrale registrato presso il Tribunale di Ferrara al numero 4 delT 9.2.2010 imesN. 4 DICEMBRE 2010

Sport e disabilità Quando lo sport sceglie la disabilità La ricerca della felicità Consigli per sorridere alla vita Progetto intervista Le nostre Iene intervistano Alexia

Caro Babbo Natale Willy the king: Pensieri e lettere natalizie il ballerino nell’albero William Boselli racconta la sua storia

L’Ausl di Ferrara ha un nuovo direttore generale Intervista al Dott. Paolo Saltari

Una Commissione a misura di anziano uisTimes Trimestrale - Anno 2010 - Mese Dicembre - Numero 4Sommario

Editoriale 3 di Marco Fasolino

Direttore Responsabile Marco Fasolino Una Commissione a misura di anziano [email protected] 4 Intervista all’on.Ugo Lisi Caposervizio di Salvatore Catorano Salvatore Catorano [email protected] 7 I giochi di una volta Art Director e Progetto Grafico di Maria Rosa Milani Massimo Zizi [email protected] Photo Editing 10 I disturbi del sonno nella donna Federico Bacchelli e nell’anziano di Anna Chiara Planta Segreteria di Redazione Maria Rosa Milani [email protected] 12 Progetto Intervista Hanno collaborato a questo numero Intervista ad Alexia Alexia, William Boselli, Giorgio Bianchini, Giovanni Cristianini, Roberta Fogli, Maria Rosa Milani, Paola Milani, Anna Neri, Anna Chiara Planta, Paolo Saltari, L’Azienda USL di Ferrara ha un nuovo Lorenzo Sani, Sabrina Trapella 14 Direttore Generale di Sabrina Trapella Stampa Tipografia Moderna 17 Caro Babbo Natale Ufficio Distribuzione Pensieri e lettere natalizie Ufficio commerciale di distribuzione Editore La ricerca della felicità Sirte Srl 20 Via Massarenti, 61 - 40138 Bologna di Paola Milani Direzione Editoriale 22 L’assistente sociale: Fabanet Communication Srl L’assistenza sociale e la riabilitazione della persona divenuta disabile Immagini e Foto di Arianna Marchetti Alcune immagini sono state acquisite da album privati. Si ringraziano i proprietari Convegno sulle attività sportive Pubblicità 25 [email protected] nei disabili di Roberta Fogli

Willy the King: il ballerino nell’albero 28 di Lorenzo Sani

31 La vecchiaia solitaria I numeri della solitudine ed i consigli per viverla bene di Giovanni Cristianini

Non autosufficienza... 33 Numeri in aumento e spesa da ripensare di Redazione TerzaEta.com Editoriale

Cari Lettori,

siamo giunti a dicembre, il mese delle luci e del Natale, degli auguri e dei regali. Ovunque le città si accendono di luci e colori, di immagini e di emozioni. In ogni angolo c’è un parti- colare che richiama la nostra attenzione, uno scintillio che ci fa brillare gli occhi, musica e canti tradizionali che ci riportano a chissà quali ricordi custoditi gelosamente nella mente e nel cuore di ognuno di noi.

Il Natale è dunque un momento speciale dell’anno, una miscela di gioia, calore, perdono, tenerezza e amore, che dovrebbe coinvolgere, senza distinzioni, adulti e bambini. Ma pur- troppo, non sempre la realtà è la stessa per tutti. In un clima così particolare, era giusto Marco Fasolino dedicare qualche attenzione anche all’altra faccia della medaglia, non dimenticandoci di Direttore Responsabile coloro che questa festa non riescono a viverla immersi nell’affetto e nel calore familiare. [email protected] Pensiamo a quei bimbi costretti a trascorrere il Natale ora in una casa ora nell’altra, a coloro che una casa non ce l’hanno o chi fatica a trovare l’affetto di una casa premurosa e accogliente attorno a sé. Agli oltre 250.000 malati terminali in Italia. Oppure a quei 2 milioni di bambini malati di Aids, o ai 143 milioni che soffrono la fame. Ai 300mila che ogni giorno imbracciano un fucile e sparano, strappati troppo presto ai giochi dell’infanzia e all’allegria, coinvolti in guerre che qualcuno ha imposto loro con crudeltà e ferocia. Ai tanti costretti loro malgrado a vivere gravi disabilità ma che, nonostante sembrino imprigionati da un corpo loro ostile, agguantano quotidianamente la vita con forza e caparbietà, come tanti “ballerini nell’albero”, come ci insegna l’articolo sulla storia di Willy (a pag. 28).

Tutto ciò ci dà l’opportunità di soffermarci maggiormente sulla sofferenza umana, sul dolo- re, sulla solitudine che, come beffardi gemelli oscuri, accompagnano la vita di chi è meno fortunato di noi.

C’è un dono che possiamo sempre dare a tutti, quello di un sorriso confortante a chi ci chiede ancora e sempre segnali di fiducia e di speranza. Così le nostre lettere a Babbo Natale (a pag. 18) vogliono essere più di un semplice augurio di Natale, facendo in modo che questa luce resti viva a lungo, anche dopo il Natale, e che la gioia del dono non si af- fievolisca mai troppo presto.

Con l’augurio che ciascuno di noi possa trascorrere un sereno Natale e possa celebrare l’inizio del nuovo anno con l’animo sereno ed il cuore colmo di felicità.

Auguri a tutti! Una Commissione a misura di anziano Intervista all’On. Ugo Lisi

La recente presentazione di una proposta di legge di iniziativa parlamen- tare, dovrebbe portare a breve all’istituzione di una commissione per l’an- ziano con compiti di indirizzo e controllo sull’attuazione degli accordi in- ternazionali e della legislazione relativa ai diritti ed alla tutela dei soggetti di età superiore a sessanta anni.

a tempo l’On.le Ugo Lisi, coadiuvato dai colleghi On.le Souad Sbai ed On.le Maurizio Scelli, perora l’opportunità di istituire un organismo attraverso Dil quale per gli anziani possa esservi un riferimen- to in grado di tutelarne i diritti e migliorarne la qualità della vita. L’iniziativa può essere iscritta nel solco di un impegno ormai consolidato a favore della terza età da parte dell’On.le Lisi che dapprima si è adoperato per l’istituzione della festa del nonno e, successivamente, è stato tra i sottoscrittori di una serie di normative volte ad agevolare, in termini economici, la condizione dei disabili. Pertanto, l’istituzione di una commissione parlamentare per l’anziano, appare la naturale evoluzione di un percorso già avviato da tempo che dunque merita tutti gli approfon- dimenti del caso, ancor di più in un periodo di forti tensioni socio-economiche, legate ad un restringimento delle possi- bilità di spesa.

Appare dunque del tutto naturale rivolgerci all’On. Lisi per capire innanzitutto se tali inizizative politiche,- insie On. Ugo Lisi me all’impegno a sostegno delle categorie più disagiate e Vice Presidente della Com- gli investimenti necessari (riduzione Iva, abbattimento missione Parlamentare per le Questioni Regionali e compo- barriere, politiche di inclusione sociale) per agevo- nente della VIII Commissione lare le condizioni di vita dei cittadini disabili, (Ambiente, Territorio e Lavori saranno confermati? Pubblici). Sin dal suo insediamento il Governo Ber- Già deputato nelle legislature lusconi ha dimostrato di avere il giusto ri- XIV e XV, in cui è stato com- ponente della Commissione spetto nei confronti della diversa abilità. Parlamentare Affari Sociali e È vero, siamo in un periodo di grave crisi della Commissione Parlamen- economica, una crisi dinanzi alla quale tare Bilancio, nonché membro molte categorie sociali, economiche e della Commissione Bicamerale produttive sono portate più a rimarca- per l’Infanzia e l’Adolescenza e della Commissione Parlamen- re le loro difficoltà che ad avere quel- tare d’inchiesta sulla morte la giusta visione d’insieme, propria di della giornalista Ilaria Alpi. una comunità, che ci fa fare un passo indietro dinanzi all’impossibilità di ve- der realizzati tutti i nostri desiderata.

4 uisTimes Ma per i cittadini diversamente abili i cordoni della borsa sere tutti più che ottimisti. non saranno mai chiusi, poiché le politiche a loro sostegno sono solo la base di partenza per riaffermare l’uguaglianza Il disegno di legge, prevede l’istituzione oltre che della di tutti i cittadini ed il loro diritto di avere pari opportunità, Commissione anche di un Osservatorio sulla Terza Età. Si pari dignità e pari possibilità di partenza. tratta di un tentavo di valorizzare le sinergie tra pubblico e privato? In tale contesto, l’istituzione di una commissione -parla Ovviamente sì! L’attività dell’Osservatorio risulta essere mentare per l’anziano appare più che opportuna, visto an- quella di un braccio operativo dinamicamente essenziale che il progressivo aumento dell’età media di vita. Tuttavia per la Commissione. In tale osservatorio si sublimerebbero l’iter è appena iniziato ed inevitabilmente l’approvazione le migliori esperienze pubbliche e private che operano nella del disegno di legge avrà tempi e dinamiche che le chiede- tutela degli anziani e dei cittadini più deboli. La commissio- remmo di dettagliarci. ne non potrà che trarne grande giovamento. Il nostro sistema parlamentare prevede un bicameralismo perfetto, nell’ambito del quale una legge dello Stato, per di- ventare tale, deve essere approvata in copia conforme in tutti e due i rami del Parlamento, di conseguenza, ogni mi- nima modifica di un testo comporta la famosa navette tra Camera e Senato, Senato e Camera. Ciò consente di avere testi legislativi molto ponderati e molto approfonditi, ma al tempo stesso questo procedimento allunga di molto i tempi. Su una cosa posso però sbilanciarmi immediatamente: nel Parlamento l’esigenza di dar vita ad una Commissione volta a tutelare i diritti della terza età è totalmente condivisa. Sui tempi è inutile sbilanciarsi, ma sull’esito finale possiamo es- Ovviamente, con una popolazione anziana che in pochi decenni sfiorerà il 50% dei cittadini, non si può prescinde- re da una valutazione in ordine ai trattamenti pensionisti- ci. In merito la Commissione e l’Osservatorio avranno solo un ruolo di consulenza o si spingeranno fino alla redazione di proposte di leggi organiche, intervenendo anche in am- bito socio-finanziario? Se la vocazione dell’osservatorio è maggiormente consulen- ziale, non c’è ombra di dubbio che la commissione avrà ben altri ruoli. Penso proprio che in materia pensionistica, non ci sia miglior propulsore della commissione e non vedo perché da essa non possa partire la redazione di proposte di legge che dovranno essere discusse nelle aule parlamentari.

Prescindendo dagli organismi futuri, ritiene inevitabile un ulteriore intervento sul sistema pensionistico volto a rive- dere in aumento i tempi di uscita dal sistema lavoro, coe- rentemente con la crescita della vita media? Primo o poi questo problema dovremo cominciare a porce- lo. Fino ad ora, però, l’abbiamo affrontato sempre e soltan- to in termini quasi punitivi e non con la dovuta propositività. Il fatto che l’età media stia velocemente aumentando è una cosa buona, mica una colpa… ciò significa, ovviamente, che in termini di esperienza ed in termini di responsabilità, il la- voratore maturo può dare un grande contributo alla collet- tività. Per portare a spasso i nipotini nel parco, grazie a Dio, ha tanto tempo davanti a sé…

Torniamo dunque alla sua ultima proposta di legge, è l’en- nesima che è riferita alla popolazione anziana. Come mai

5 uisTimes una tale attenzione da parte di un deputato che, vista l’età rattere sociale. media dei parlamentari, potremmo giustamente conside- rare estremamente giovane? A proposito della festa dei Nonni, quest’anno grazie anche Per due motivi, uno di carattere personale ed uno di caratte- alle sinergie determinate con associazioni del volontariato re istituzionale. Sin da piccolo ho avuto come riferimenti va- ed Onlus, la celebrazione e la considerazione della stessa loriali gli insegnamenti dei nonni, figure alle quali non smet- ha avuto un rilevo mai acquisito prima. Un progetto che terò mai di sentirmi legato. Se ciò che ho vissuto io hanno dunque aveva ragion d’essere, ma come si conciliano le avuto la fortuna di viverlo in tanti, vuol dire che non ci può “celebrazioni di un giorno” con la necessità di garantire ai essere una rimozione di questo patrimonio di affetti che -per nonni attenzioni e tutele costanti? vade la nostra società. Quel patrimonio va tutelato, difeso e La festa dei nonni cresce di anno in anno. Ancora ricordo valorizzato. Credo anche che un parlamentare debba guar- gli scetticismi con cui fu accolta da tanti partiti. Poi, come dare non soltanto a se stesso, ma anche alla società che si spesso accade, le piazze, i quartieri, le sedi delle associazioni muove intorno a lui. La nostra società senza il contributo e le case presero il sopravvento. Adesso si celebra una festa delle persone anziane non va da nessuna parte. di popolo, attesa dai nostri figli e che, finalmente, è diven- tata un vero e proprio momento di unità nazionale. Poi, in realtà, si tratta di fare in modo, come per tutti gli altri ap- puntamenti ricorrenziali che dall’attenzione di un giorno si passi all’interesse di un anno. Ma ciò avviene per ogni festa nazionale che si ricordi e si rispetti.

Tra gli anziani l’utilizzo della tecnologia è in crescita in modo esponenziale, tanto che il web sarà il canale infor- mativo più utilizzato. Crede che attualmente la politica e le istituzioni riescano ad essere al passo con i cittadini? La domanda è molto interessante, ma la risposta è assai complessa. I tempi della politica non hanno, purtroppo, nul- la a che vedere con i tempi della vita quotidiana, anche con i tempi un po’ più lenti con cui organizzano le loro giornate i nostri nonni. Ultimamente la politica ha provato a rinnovar- si e a svecchiarsi anche grazie all’utilizzo delle nuove tecno- Tra le altre cose, ha proposto anche l’istituzione di una logie. Un’esigenza di trasparenza ha contribuito a ciò. Ma giornata per i diritti dell’anziano. Ovviamente non possia- dire che da qui, avendo il tempo per navigare, si possano mo esimerci dal chiederle quali siano i diritti che ad oggi conoscere tutti i propositi della politica ce ne corre… vede poco tutelati e sui quali, in qualche modo, la giornata dovrebbe operare un’attività di sensibilizzazione. Se la sente di promettere ai lettori di QuisTimes una inte- La giornata per i diritti dell’anziano deve essere organizzata razione dinamica ed aggiornata con l’attività, spesso nota come un’autentica giornata di rivendicazione sociale. Allo solo agli addetti ai lavori, che viene svolta in Parlamento e stesso modo in cui si celebra, giustamente, la giornata dei rivolta alla disabilità ed alla terza età? lavoratori, così bisogna organizzare la giornata a testimo- Questo deve essere il nostro impegno, questa deve essere la nianza e tutela di quei cittadini che dopo aver dato tanto nostra sfida. Da parte mia, come Lei sa, c’è la collaborazione alla società godono un riposo che non è spassosa inattività, più proficua. bensì eccellente contributo per la vita quotidiana dei figli e dei nipoti. La rivendicazione della difesa e della tutela del diritto alla serenità, all’agiatezza e alla tranquillità economi- Salvatore Catorano che e sociali deve essere almeno il punto di partenza. Resp. Redazione terzaeta.com

La cosa tuttavia non rischierebbe di duplicare temi e con- tenuti che meritoriamente la festa dei nonni, fissata per il 2 ottobre, già affronta e ribadisce? No, assolutamente no! La festa dei nonni è una festa di testimonianza, una festa della famiglia, in cui figli e nipoti tributano il doveroso riconoscimento ed il consequenziale omaggio a chi rappresenta la radice della comunità fami- liare. La giornata a tutela dell’anziano ha un valore di ca-

6 uisTimes I giochi di una volta Quando giocare era divertente davvero

atale, tempo di regali, nuovi usi per oggetti ormai non più utili a nessuno. tempo di giochi. Chi non ha passato il Ad esempio se si rompeva la bicicletta, poco male, il no- NNatale in famiglia gio- stro Renzo era comunque felicissimo, perché sapeva già cando a Tombola con la nonna di poter giocare al “Roda e Baston”! Sfilando dal telaio il che tiene il cartellone dei nume- vecchio cerchione della bicicletta e avendo la pazienza o ri (perché i numeri sono grandi e la fortuna di rintracciare in cantina o in soffitta un bastone riesce a vederli bene!), il nonno bello dritto, ci si ritrovava d’un fiato a rincorrere il cerchio che si perde sempre con tutti quei per spingerlo sempre più veloce tra la strada e la ferrovia, numeri, e il papà che non fa altro che parlare per distrarre e per correggerne la traiettoria e la velocità, rispondendo tutti e fare tombola per primo!? lestamente a guizzi, scarti o balzi che sassi e dossi lo co- Il Natale è però il tempo in cui i bambini sognano i giochi stringevano a fare. che troveranno sotto l’albero. Quanti giochi hanno oggi i nostri bambini… da quelli iper- elettronici rumorosi e ipnotizzanti, a quelli che ripetono ossessivamente frasi inespressive e di cui presto il bimbo si stanca, a quelli ispirati al cartone animato del momen- to, in una rincorsa modaiola che allena e prepara i bambini alle abitudini meno ispirate degli adulti. Noi invece abbia- mo chiesto ai nostri nonni quali fossero i loro giochi, quali erano i passatempi che assorbivano le loro attenzioni quasi sessant’anni fa… e abbiamo fatto numerose scoperte! Innanzitutto, abbiamo scoperto che i giochi che facevano i nostri nonni esistono ancora oggi, anche se spesso si ca- muffano dietro nomi moderni e stranieri. Inoltre, ci siamo resi conto che i giochi dei nostri nonni, piuttosto che essere acquistati in negozio, venivano assemblati dalle mani del genitore, o in collaborazione tra questi e il bambino, usan- do oggetti d’uso comune che venivano riadattati o fabbri- Poi Walter e Antonio ci hanno raccontato che da piccoli gio- cavano sempre con i tappi! In pratica, disegnavano nella sabbia una pista, provvista na- turalmente di curve, controcurve e tanti bei rettilinei, cu- nette e avvallamenti. Poi a turno ogni giocatore metteva il suo tappo all’inizio della pista e con un bel colpetto assesta- to con precisione e misura sul proprio tappo cercava di far- lo arrivare più svelto degli altri al traguardo, facendo però attenzione alla curve, ché uscire da quelle avrebbe signifi- cato ricominciare dal punto occupato dal tappo prima del troppo energico tiro. Causando il più delle volte un drastico rivolgimento delle posizioni di gara, che si accompagnava a inaspettati entusiasmi e bruschi scoramenti. I tappi ave- vano sempre i volti dei ciclisti più famosi dell’epoca: Binda, cati appositamente. Questo apriva tra l’altro la strada a un Magni, Guerra, Bobet, Coppi e Bartali, naturalmente. Il tut- pre-gioco, non meno divertente del gioco vero e proprio, la to per accrescere l’emozione della gara e della sfida. ricerca smaniosa e impaziente di oggetti non più utilizzati, antiquati o rotti, e la rincorsa a concepire creativamente Siamo però incuriositi dal Bac e Pandon (che forse qualcu-

7 uisTimes Ma le ragazze di allora che facevano? Possibi- le che solo i bambini giocassero? Le bambine giocavano eccome: c’era sempre il gioco della “campana”, conosciuto anche come “mondo”. Il bello di giocare a campana è che non serve praticamente niente! Bisogna semplicemente disegnare la campana per terra (con un ges- setto, oppure con una pietra di tufo o di quelle rosse). Ogni giocatore deve avere una pietra, e dalla scelta della pietra si riconoscono i gioca- tori esperti, perché se vuoi avere speranze di vincere, la tua pietra deve essere abbastanza piatta, non troppo grande, e nemmeno troppo liscia, altrimenti scivola troppo quando la lan- ci. La regola più importante è che si gioca sal- tellando su una gamba sola. Per decidere chi sarà il primo ad iniziare il gioco, si fa la conta. Il primo giocatore entra nella casella TERRA e tira la pietra nella casella con il numero 1. Sal- tando su una gamba sola va dalla TERRA alla casella 1, raccoglie la pietra, gira su se stesso e no chiamava lippa)! Il nome ci risuona familiare, ma nessu- torna alla TERRA. Poi tira la pietra nella casella no di noi ne conosce le regole. 2, salta nella casella 1 e poi nella casella 2, raccoglie la pietra Se le ricorda però benissimo Lucia, che da piccola vedeva e, sempre saltando, torna indietro fino alla TERRA. Continua sempre suo fratello giocarci (lei non ci giocava molto, per- tirando la pietra nella casella 3 e va avanti allo stesso modo, ché non essendo molto svelta, dice che prendeva sempre il fino alla casella CIELO. Adesso deve giocare in senso contra- bastone in testa!) rio, quindi dal CIELO lancia la pietra nella casella 8, poi nella Il gioco, che vagamente assomiglia al baseball, consiste nel casella 7 e così via fino a tornare sulla TERRA. Nelle caselle colpire, a turno, con una mazza, detta “bac” , lunga più o meno come l’avambraccio, un pezzo di legno con l’estremi- tà appuntite, lungo circa 10 cm, e mandarlo il più lontano possibile. La distanza tra la casa base da cui si lancia ed il posto in cui si riesce a spedire il pàndalo o “pandòn” viene misurata pazientemente con la mazza. A questo punto uno dei com- pagni di giochi raccoglie il pandòn e lo lancia verso la “base” del battitore (circa un metro e mezzo o due di diametro) cercando di centrare la base. Se il lanciatore che ha il compi- to di far arrivare il pandòn dentro la casa base riesce nel suo compito, il battitore viene “seccato” (eliminato). Il battitore viene “seccato” anche dagli avversari se riescono a prendere al volo il pandòn una volta colpito dal “bac”. Il gioco è individuale e ogni giocatore, fino a che non è elimi- 4 - 5 e 7 - 8, si possono appoggiare entrambi i piedi. Ma nato, può ricoprire, non contemporaneamente ovviamen- attenzione, in nessun caso la pietra o il giocatore possono te, il ruolo di battitore e di lanciatore. Naturalmente vince toccare le righe che delimitano le caselle. E non bisogna mai chi ottiene per primo il punteggio stabilito all’inizio. Il gioco pestare le righe! Se la pietra cade in una casella sbagliata però era complicato da altre regole e regolette, tra cui la o sopra una riga, il giocatore perde il turno e può ricomin- principale era quella che se alzando da terra il pandòn, lo ciare, partendo dalla casella dove ha commesso l’errore, si riusciva poi a colpire al volo prima di lanciarlo lontano, soltanto dopo che tutti gli altri hanno giocato. Come nella il punteggio veniva raddoppiato, triplicato ecc. a seconda migliore tradizione, vince chi finisce per primo! di quante volte si riusciva a colpire in volo il pandòn, prima del lancio definitivo. Tra l’altro sembra che il pandon fosse nient’altro che un vecchio manico di scopa! Maria Rosa Milani Segretaria di Redazione

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Come affrontare un disturbo che colpisce 12 milioni di italiani, perché in- dagare l’insonnia anche quando non c’è. Una contraddizione solo appa- rente, che ha lo scopo di migliorare la qualità del sonno attraverso una gestione terapeutica.

disturbi del sonno risultano scarsamente diagnosticati nell’ambito della medicina generale, a meno che non vengano posti all’attenzione del medico dal paziente Istesso, che li identifica come problema importante per la salute. Un’adeguata attenzione nei confronti di una serie di indicatori dell’insonnia è importante per evidenziare la presenza dei disturbi del sonno nel singolo soggetto e definirne più accuratamente l’incidenza, spesso sottostimata nella popolazione. Gli indicatori si possono dividere in notturni e diurni:

• Fibromialgie Indicatori notturni • Aumento del rischio di ipertensione in gravidanza • Alterazioni endocrine e neurologiche della Difficoltà dell’addormentamento menopausa Risvegli notturni frequenti o precoci al mattino Cattiva qualità del sonno • Alterazioni sulla sessualità con riduzione del desiderio Indicatori diurni • Aumento del cortisolo, con riduzione dell’energia Astenia vitale, stanchezza, ipertensione e iperglicemia Ansia Irritabilità Depressione In gravidanza i disturbi del sonno comportano vulnerabilità Sonnolenza sia per la donna (che può manifestare depressione in Disturbi dell’attenzione o della memoria gravidanza e in puerpuerizio e psicosi post-partum), sia per il feto (causando un parto prematuro o addirittura disturbi cognitivi nel bambino una volta nato). Indicativi risultano essere i risultati dello studio osservazionale MORFEO, da cui è emerso che in Italia In menopausa i tre disturbi maggiori rappresentati l’insonnia è un problema che riguarda circa 12 milioni di dall’insonnia sono: depressione, disturbi del respiro e persone, di cui quasi la metà non ha mai ricevuto diagnosi. fibromialgia. Pertanto, in una donna che lamenti insonnia Più in dettaglio, lo studio Morfeo ha evidenziato la superiore grave come il sintomo più invalidante della menopausa, incidenza dell’insonnia nelle donne in cui la componente ripetute vampate di calore, soprattutto notturne, e uno ormonale riveste un ruolo chiave. stato di ansia paralizzante, la terapia deve basarsi sul Nella donna, infatti, un’alterazione della qualità e quantità trattamento con ipnotici ed antidepressivi per ripristinare il del sonno comporta conseguenze negative quali: ritmo sonno veglia. La scelta dell’ipnotico ed il suo dosaggio • Disturbo dell’umore devono essere adeguati alla minima dose efficace, che nelle • Alterazioni del ciclo mestruale donne anziane è minore rispetto alle donne giovani.

10 uisTimes La disponibilità di alcune benzodiazepine nelle formulazioni intervento deve essere in gocce si traduce in una migliore maneggevolezza impostata “a gradini” e la del farmaco e permette una maggiore flessibilità formulazione in gocce ne nell’individuazione del dosaggio minimo efficace (che permette l’attuazione. può risultare inferiore anche di un 20% rispetto a quello In linea teorica, le opzioni ottenibile con la formulazione in compresse). farmacologiche per Per quanto riguarda il trattamento farmacologico l’insonnia includono dell’insonnia nell’anziano, la scelta degli agenti da utilizzare anche gli antistaminici, gli deve tenere conto di una serie di fattori importanti tra cui si antidepressivi e i fitoterapici. Piper methysticum, conosciuta come kava-kava annoverano la risposta a precedenti terapie, le preferenze Purtroppo l’impiego degli del paziente, la disponibilità di altri trattamenti, le antistaminici si associa a vertigini che negli anziani controindicazioni, gli effetti collaterali, le interazioni con le comporta il rischio di cadute, affaticamento, secchezza terapie concomitanti ed i costi. Un agente ipnotico con profilo delle fauci dovuti agli effetti atropinici di questi farmaci. di sicurezza ideale deve Per quanto riguarda gli antidepressivi, tra i possibili eventi essere privo di effetti avvezzi vanno annoverati la sedazione mattutina, la residui al mattino, non deve sonnolenza diurna, la potenziale tossicità cardiaca e alla influire sulla memoria, possibile insorgenza di allucinazioni, delirio, convulsioni, non deve associarsi ad dolori addominali e dorsali. Problemi di safety sono stati abitudine-dipendenza riscontrati anche in seguito all’impiego di alcuni fitoterapici dopo uso protratto. Le considerati comunemente rimedi naturali sostanzialmente benzodiazepine a breve privi di rischi, come ad esempio la valeriana, cui sono e in vita rappresentano stati associati casi di disturbi psichiatrici ed allucinazioni. Valeriana Officinalis nell’anziano l’opzione Analogamente, l’uso della Kava Kava, una pianta dotata terapeutica di prima scelta ed il dosaggio deve essere di azione calmante, miorilassante ed ipnoinduttrice, ha adeguato alla dose minima efficace, che nell’anziano è comportato gravi problemi di sicurezza legati alla severa minore. tossicità epatica indotta da questo prodotto fitoterapico.

Preferibile è la formulazione in gocce, che consente una Concludendo, anche se il paziente anziano non si lamenta somministrazione più elastica e versatile. Nel trattamento dell’insonnia, è sempre opportuno da parte del medico farmacologico dell’insonnia nell’anziano, la strategia di indagarne la presenza, specie se si riscontrano gli eventuali indicatori diurni, ad esempio astemia, ansia, irritabilità e sonnolenza diurna, in modo da instaurare un adeguato trattamento che prevede l’utilizzo di una benzodiazepina in gocce con conseguenti vantaggi in termini di maneggevolezza. Gli obiettivi principali della gestione terapeutica dell’insonnia consistono dunque nell’aumentare nella donna e nell’anziano in particolare, le qualità e le quantità del sonno e soprattutto nel ridurne il tempo di latenza, cui ne consegue un miglioramento delle funzioni diurne.

Dott.ssa Anna Chiara Planta Ninfa dormiente, Antonio Canova Medico Chirurgo

11 uisTimes Progetto Intervista Intervista ad Alexia

opo un’estate frenetica pas- grande supporto, mi hanno trasmesso sata sui palchi di tutta Italia integrità e forza di volontà… Mi hanno Nome: Alessia Aquilani Data di nascita: 19 Maggio 1967 a interpretare le canzoni del lasciato coltivare la mia passione con Luogo di nascita: La Spezia Dnuovo album (“Stars”), Ale- discrezione e fiducia. Segno zodiacale: Toro xia si è concessa una breve pausa per Premi: prima a San Remo 2003 (Per dire scambiare due chiacchiere con i nostri M: Hai mai pensato di cantare in una di no), seconda a San Remo 2002 (Dimmi inviati speciali Mil- orchestra di liscio? come) Album: 11 (Fan Club, 1997; The Party, va e Giancarlo. Sai, dalle mie parti 1998; Happy, 1999; The Hits, 2000; Mad Nel panorama mu- ci sono tantissime For Music, 2001; Alexia, 2002; Il cuore a sicale italiano è orchestre famose! modo mio, 2003; Gli occhi grandi della difficile incontrare A: In passato mi luna, 2004; Da grande, 2005; Alé, 2008; una persona più sono cimentata Ale&c., 2009) Ultimo Singolo: Biancaneve disponibile e cor- anche nel reperto- Segni particolari: Simpatia diale di Alexia. In- rio folk romagnolo, fatti, non appena facevo parte di un la incontriamo, ci gruppo che suona- orecchiette con le cime di rapa? accoglie con uno va nelle balere, non A: Spaghetti alla carbonara! splendido sorriso era il mio genere e un affettuoso ab- ma mi sono diver- M: E cosa invece ti piace mangiare braccio. tita a frequentare standotene seduta sul divano a guar- quei luoghi peni di dare la TV? Milva: Possiamo allegria. A: Pizza e gelati! darci del tu? Sai, io da buona roma- M: Qual è il tuo co- G: Quando sei sul palco dai l’impres- gnola sono abitua- lore preferito? sione di grande forza e sicurezza, ma ta ad entrare subi- A: Mi piace il nero, hai qualche rito scaramantico prima to in confidenza! e mi piace anche il di esibirti sul palcoscenico? Dicci, dicci, come blu scurissimo. A: Ho un chiodo arrugginito che ho tro- mai hai scelto di chiamarti Alexia? “ vato su un palco. Lo tengo in tasca e lo

Alexia: La scelta del nome d’arte fu fat- M: Ma sei fidanzata? Se non lo sei, ti stringo prima di salire sul palco. ta con il mio primo produttore. Voleva- consiglio di non fartene un cruccio, mo un nome dall’aria internazionale, perché per mia esperienza personale M: Spesso cambi look, dal colore dei in quanto il mio repertorio era tutto in gli uomini non sono proprio così indi- capelli al taglio sempre cortissimo e di inglese. spensabili nella vita di una donna… tendenza, che cosa ti fa venire voglia A: Ah! Ah! Ah! Grazie per il consiglio, di cambiare? M: Ma hai sempre saputo che saresti ma ti posso solo dire che ho una vita A: La noia! Mi piace essere stimola- “ diventata una cantante o avevi anche privata soddisfacente! ta dal mio aspetto, anche se la gente altri sogni da ragazzina? A: Ho sempre sognato e aspirato di M: Ok, visto che diventare una cantante professionista sulla tua vita ed ho convogliato tutte le mie energie sentimentale Ci vuole grande coraggio per non cadere giù perché questo si potesse avverare. non ti sbilan- c’è tanto da combattere in questa vita tutta da vivere ci, passiamo ai bisogna farsi coraggio, per non voltarsi più Giancarlo: Che ruolo credi abbia avuto tuoi gusti in fat- per andare avanti anche quando, ogni passo stai soffrendo e poi c’è sempre chi si aspetta, i miracoli da te la tua famiglia nella realizzazione del- to di cibo! Me- la tua carriera? glio spaghetti è dura ma non cedere, devi farlo per te A: La mia famiglia ha avuto un ruolo di alla carbonara o Il refrain di Grande Coraggio, Alexia (Alé, 2008)

12 uisTimes spesso non mi riconosce… e poi i miei capelli crescono tantissimo e sono in- gestibili.

M: C’è un posto segreto nel quale ti ritiri per ritrovare la serenità dopo le fatiche di un tour? A: A casa al mare, dove tutto è più tranquillo e a misura d’uomo. I ritmi sono tranquilli e il mare mi rigenera.

G: Sei una persona che tende a preoc- cuparsi per il futuro o preferisci vivere il tuo presente senza preoccuparti di quello che potrà accadere? A: Il futuro mi preoccupa eccome! Spe- cialmente quello che ci si presenta da- vanti a tutti noi… Cerco di dare in mio contributo con la musica e i miei album prestano con infinito coraggio a questi ruoli e speriamo che (soprattutto gli ultimi), dove racconto la nostra fragilità ma la tua influenza ne stimoli molte altre! anche la forza infinita che riusciamo a trovare dentro di noi per difenderci da questa dura realtà. M: Sogno utopistico: credi che una persona disabile potrà mai condurre il festival di Sanremo? A: Magari! Mi verrebbe da pensare che anche la musica avrebbe lo spazio che si me- rita, cosa che ad oggi non ha più!

M: E il tuo sogno nel casset- to? A: Sono una persona fortu- nata e non potrei chiedere di più… spero di poter conser- vare questo karma positivo il più possibile e di non perde- Milva B., argentana doc, classe 1962. re il mio equilibrio. Questo è Adora il ballo liscio, in particolare il gruppo “Renzo e Luana”, spesso il mio sogno! ospiti alla Festa dell’Unità di Filo; ama altrettanto la piadina romagnola con la salsiccia e la cipolla e la sua squadra del G: Ce lo fai un saluto ai let- cuore è la Juve. tori del Quis Times? A: Cari amici, è stato un vero piacere rispondere alle vo- stre domande, spero di non La copertina dell’ultimo album di Alexia, “Stars”. avervi annoiato!!! Vi mando un abbraccio carico di affet- M: Pensi che la musica possa essere di aiuto alle persone to e un do di petto!!! disabili? A presto! A: Certo! La musica crea immagini e sensazioni uniche, ti entra nelle viscere e ti fa volare!!

M: Cosa credi si possa fare ancora per portare in risalto i problemi delle persone disabili? Giancarlo Z., codigorese doc classe 1964. Trova stimolante addentrarsi nei meandri A: I media ne parlano poco… si può fare molto e molto di Milva & Giancarlo delle previsioni meteorologiche, ama la più… Io mi sento di ringraziare le persone come te che si Iene in carriera montagna, in particolare il trekking.

13 uisTimes L’Azienda U.S.L. di Ferrara ha un nuovo Direttore Generale

offre molti spunti, grazie alla buona progettualità cheha Paolo Saltari è nato nella provincia saputo condurre il mio predecessore. Progettualità che si- di Ferrara, precisamente a Bonde- curamente porterò avanti soprattutto nei settori dei servizi come le cure primarie, servizi per disabili, anziani e in gene- no, 60 anni fa. rale servizi rivolti alle fasce “deboli” della popolazione , non ultima la rete ospedaliera. Sicuramente il mio impegno sarà rivolto alle innovazioni opo la laurea in Medici- organizzative, tenendo però conto delle minori risorse a di- na e Chirurgia si è spe- sposizione. cializzato in Puericultura e Igiene e Sanità pubbli- Entrare sulla scena ferrarese contemporaneamente al D Dott. Rinaldi (nuovo direttore dell’Azienda Ospedale ca, ed ha lavorato prima nella sua provincia, poi a Rovigo e a Verona Sant’Anna – Ferrara, ndr), sarà garanzia di cambiamenti e dal 2000 in Friuli Venezia Giulia. positivi e migliorativi per i cittadini? Con incarico triennale, è stato Di- Con il Dott. Rinaldi faremo un percorso parallelo in sinto- rettore Generale dell’Azien- nia: obiettivo sarà l’apertura dell’Ospedale di Cona ela da Ospedaliera Santa Maria degli Angeli di Porde- riattivazione del “vecchio” S. Anna. L’anello storico none. dell’ospedale S. Anna verrà ristrutturato e recupe- rato, diverrà sede di ambulatori di primo livello, Dott. Saltari, che sensazione le dà il ri- radiologia, prelievi, dialisi, servizi ter- entro nel territorio ferrarese, dopo ritoriali attualmente dislocati in un’importante carriera in altre pro- diverse sedi della città, diverrà vince regionali e extra regionali? un grande condominio, o me- Decisamente una sensazione di po- glio, una “Cittadella della sa- sitività. Ritengo, per l’esperienza lute” che, oltre ai servizi che maturata in questi anni, che ho pocanzi citato, si aggiun- l’Emilia Romagna sia una Re- geranno il Centro Universi- gione molto attenta al wel- tario, 3 Medicine di Gruppo, fare e ai servizi sanitari e Uffici Amministrativi Comu- che non abbia nulla da nali e Uffici Amministra- invidiare ad altre realtà tivi Socio-Sanitari. Verrà nazionali. raggiunto così un livello di Ritorno a Ferrara equità e qualità di servizi dopo 15 anni sicuramente a favore dei con piacere, cittadini, che troveranno questo terri- in uno stesso ambiente torio una plurità di servizi.

Quali sono secondo lei le priorità nel territo-

14 uisTimes Castello Estense, Ferrara rio ferrarese? per realizzare massimi obiettivi con adeguato conte- La prima priorità, e lo dico con enfasi, è il lavoro! Il nimento dei costi. nostro territorio ha un serio problema legato all’oc- cupazione; la seconda è la conclusione e l’attivazio- Da dove partirà? ne dell’ospedale di Cona, assieme alla creazione di Questa è una bella domanda... attualmente si sta ri- una rete ospedaliera efficace ed efficiente. In terza vedendo tutta l’organizzazione in generale, sempre battuta abbiamo la necessità di mantenere e poten- in un ottica di cambiamento e di contenimento dei ziare la rete extra-ospedaliera. Ad oggi sono tutte costi; sono convinto che sia il momento di cambia- priorità adeguatamente affrontate, ma esiste sem- re non solo perché ci sono meno risorse disponibili, pre la possibilità di migliorare. ma piuttosto perché è necessario un rinnovamento e adeguamento delle strutture organizzative, dei Il trasferimento dei fondi della Sanità alle Aziende servizi, della tecnologia per rimanere al passo con il USL sono sempre meno. Come pensa di poter far progresso in generale, per dare risposte sempre più fronte ai bisogni dei cittadini ferraresi? adeguate alle persone che afferiscono ai servizi del- I fondi vanno saputi utilizzare, emerge sempre più la la sanità pubblica. necessità di trovare soluzioni organizzative innova- tive che tengano conto di minor costi e sempre più Quali sono le prospettive per il Fondo per la Non servizi. Autosufficienza (FRNA)? È assolutamente necessaria una rivalutazione della Il Fondo non subirà tagli, anzi credo proprio che ver- situazione attuale per capire come ottimizzare le ri- rà riconfermato. Siamo ancora in una fase embrio- sorse, tenendo presente che i servizi non possono es- nale, ma credo che sarà necessaria un’oculata valu- sere ridotti, questo vale sia per il pubblico che per il tazione sui criteri di utilizzo di questo fondo. privato. Inutile sottolineare che se l’azienda pubblica funziona bene, anche il privato ne trae giovamento, Vede particolari risorse nel nostro territorio che ma occorre una grande sinergia e lavoro di squadra non ha visto in altri? Se sì, quali?

15 uisTimes Sicuramente il valore culturale e l’interesse forte per una collaborazione efficace ed efficiente. Empa- per l’assistenza sul territorio. Così come la capacità tia, capacità di confronto e competenze relazionali di lavorare sodo per ottenere il massimo risultato sono gli ingredienti giusti per ottenere massimi ri- delle risorse impegnate. sultati attraverso il lavoro di gruppo e più in gene- rale nel lavoro di rete. Cosa pensa dell’Accreditamento dei Servizi Socio Sanitari? Che consiglio dà ai privati che operano nel mondo Credo che l’Accreditamento dei Servizi Socio Sanitari sanitario e socio-sanitario? sia una necessità e un’opportunità. Una necessità Mi viene in mente uno slogan “La qualità paga!”; perché, in un territorio così fornito di servizi, si ren- coltivare con il pubblico un rapporto serio e corret- dono sempre più necessarie regole precise, volte to diventa sempre più necessario e foriero di profi- organizzare e omogeneizzare le diverse realtà. Una cue collaborazioni. Sono necessarie regole chiare, e opportunità, perché è assolutamente necessaria sempre più indispensabile diventa il fattore traspa- una conoscenza reciproca, attraverso il confronto renza in ogni tipo di rapporto. per puntare ad una crescita generale. Attraverso l’accreditamento hai l’opportunità di “capire cosa A chi sente di rivolgere il primo augurio di Natale? fai” e allo stesso tempo di rendere “trasparente” ciò Sicuramente a chi è in difficoltà: disoccupati con che fai. Naturalmente ritorniamo anche sulla que- situazioni difficili, chi ha perso il lavoro e deve far stione del contenimento dei costi, non è vero che le fronte agli impegni familiari quotidiani, agli amma- lati in generale e a tutti gli operatori che lavorano con impegno, dedizione e serietà ogni giorno all’in- terno dei servizi.

Ringraziamo il Direttore per la piacevole conversa- zione e per il tempo che ci ha dedicato, rivolgendo- gli un grosso in bocca al lupo per la nuova esperien- za e naturalmente...

Auguri di Buon Natale dalla Redazione di Quis Times!! cose che costano meno non siano fatte bene. Qual è il primo consiglio che dà ai suoi collabora- Sabrina Trapella tori? Coordinatrice C.S.R. Sono fermamente convinto che ascoltare e mettersi sempre in discussione siano elementi fondamentali

16 uisTimes Tradizioni Natalizie nel mondo La leggenda del vischio In Francia i bambini dispongono le loro scarpe ordinatamente, poiché Gesù Bambino passerà la notte del 24 a riporre i suoi doni dentro di esse. ’era una volta, in un paese tra i monti, un vecchio Addobberà anche l’albero con frutta e dolci. mercante. L’uomo viveva solo, non si era mai sposa- È tradizione accendere un ceppo di legna per scaldare il Bambino to e non aveva più nessun amico. che gira nella notte fredda. Da questa usanza, deriva anche uno dei dolci nata- Il vecchio mercante si girava e rigirava nel letto, lizi più diffusi, ovvero la bùche de Noêl. Il presepio in Francia è molto curato; senzaC poter prendere sonno. Gli affari, quel giorno, erano an- sono particolarmente famosi i presepi della Provenza, composti da statuine dati benissimo: comprando a dieci, vendendo a venti, moneta d’argilla vestite con costumi realizzati a mano, molto precisi nei dettagli e rea- su moneta, aveva fatto un bel mucchietto di denari. Si levò. Li listici, chiamati Santons. volle contare. Erano monete passate chissà in quante mani, guadagnate chissà con quanta fatica. Ma quelle mani e quella fatica a lui non dicevano niente. Il mercante non poteva dormire. Uscì di casa e vide gente In Spagna il giorno più festeggiato nel periodo natalizio è il 28 dicembre, giorno che andava da tutte le parti verso lo stesso luogo. Pareva in cui arrivano i los Reyes, i Re Magi. A cavallo o su carri sfilano per che tutti si fossero passati la parola per partecipare a una le città e distribuiscono dolci e caramelle. La figura di Babbo Natale festa. Qualche mano si tese verso di lui. Qualche voce si levò: è meno sentita. Nei presepi spagnoli, alle classiche statuine, si af- “Fratello, - gli gridarono - non vieni?” Fratello?! A lui fratello? fiancano quelle di Tio, un tronchetto d’albero che, se scosso, sprigiona dolcetti Ma che erano questi matti? Lui non aveva fratelli! e quella di Caganer, un portafortuna natalizio. Era un mercante; e per lui non c’erano che clienti: chi com- prava e chi vendeva. Ma dove andavano? Si mosse un po’ curioso. Si unì a un gruppo di vecchi e di fanciulli. Fratello! Oh, In Gran Bretagna l’albero di Natale la fa da padrone tra le varie decorazioni. An- certo, sarebbe stato anche bello avere tanti fratelli! Ma il cuore che a Londra, a Trafalgar Square è tradizione addobbare un altissimo gli sussurrava che non poteva essere loro fratello. albero allestito con luci, nastri e ghirlande. La notte del 24 Babbo Quante volte li aveva ingannati? Comprava a dieci e rivendeva Natale porta i doni ai bambini, lasciandoli in un grosso sacco sotto a venti. E rubava sul peso. E piangeva miseria per vender più l’albero. I bimbi, per ringraziarlo, lasciano sul tavolo della cucina un bicchiere caro. E speculava sul bisogno dei poveri. E mai la sua mano si di latte e un pezzo di dolce per lui e una carota per la sua renna e la mattina apriva per donare. No, lui non poteva essere fratello a quella del 25 aprono i doni. Proprio quel giorno l’atmosfera è festosa ed è usanza povera gente che aveva sempre sfruttata, ingannata, tradita. riunirsi con le persone care e cucinare un buon pranzo con dolci tipici quale Eppure tutti gli camminavano a fianco. Ed era giunto, con per esempio il Christmas Pudding. Sono usati per i festeggiamenti anche fuochi loro, davanti alla Grotta di Betlemme. Ora li vedeva entrare e d’artificio o mortaretti. nessuno era a mani vuote; anche i poveri avevano qualcosa. E lui non aveva niente, lui che era ricco. Entrò nella grotta insieme con gli altri; s’inginocchio insieme agli altri.- “Signo- Negli Stati Uniti il Natale si festeggia in modo molto diverso, a seconda del re, - esclamò - ho trattato male i miei fratelli. Perdonami.” E Paese e delle origini etniche. Nel Nord America le tradizioni sono proruppe in pianto. molto simili a quelle europee e seguono per la maggiore le usanze Appoggiato a un albero, davanti alla grotta, il mercante conti- di origine inglese o francese. Negli Stati del Sud il Natale cattolico è nuò a piangere, e il suo cuore cambiò. Alla prima luce dell’alba molto sentito. La natività ha una grossa importanza e vengono allestiti prese- quelle lacrime splendettero come perle, in mezzo a due foglio- pi o intagliate statue artigianalmente, vengono fatte processioni e preghiere. line.... Era nato il vischio. Inoltre, nell’attesa del 25 dicembre, vengono festeggiati diversi santi, che -por tano piccoli doni e contribuiscono ad accrescere il clima di festa. In California Babbo Natale arriva sul surf, tra le onde. In alcuni Paesi del sud si spara in aria. A Washington anche la Casa Bianca è in festa e il Presidente ha il compito di accendere le luci di un gigantesco albero.

17 uisTimes Ehi, Babbo, ti ricordi di me?!

Cinzia, 46 anni - Mamma di due bimbi Sono quel bambino che tanto tempo fa aspettava il cavallino a dondolo rosso e blu. Quanto mi piaceva spingermi veloce, quanta energia c’era nelle mie gam- be. Aspettavo il Natale con i miei fratelli, mio padre e mia madre, si addob- bava l’albero tutti insieme e anche in seguito, dopo la morte dei miei genito- ri per un po’ abbiamo mantenuto la tradizione. Se ripenso a quando ero bambino ricordo che mio padre vendeva giocattoli, vedevo in anteprima tutte le novita’ e se devo essere sincero non mi manca- vano di certo, ma il tuo dono per me era sempre speciale, mi faceva sentire felice. Come mi dava immensa soddisfazione accompagnare mio padre alla fiera il giorno della Befana in un paesino vicino a Bari e vedere i bambini felici di ricevere un dono proprio come lo ero io. Mio padre era parecchio burbero, spesso duro, ma a suo modo ci amava, non avevo un gran rapporto con lui ma il destino ci ha portato ad amare la vita sui mercati, le piazze e la gente. Se ti devo dire la verita’ sono sempre stato un tipo solitario, forse per- che’ sono cresciuto da solo, dopo la morte di mia madre (avevo 15 anni), sono rimasto un po’ con mio fratello piu’ grande, ho fatto diversi lavoretti fino a quando sono riuscito a mettere da parte un gruzzoletto per comprare un po’ di merce e “fare il mercato”. Uhhh!!! Come mi giravano bene gli affari, ci sapevo fare!!! D’estate mi tra- sferivo in Riviera, a Rimini... li’ mi ospitava una signora, avevo 18 anni che mi diceva: “Figlio mio, ma quando dormi tu!!??”. Le lacrime mi rigano le guance al solo pensiero di quelle parole, mi mancava mia madre, ero solo, ma tenevo in pugno la mia vita, nessuno mi poteva fermare... A 18 anni mi sono comprato una Renault 18 nera, ricordo ancora la targa “BA 714704”, la pagai 12.000.000 delle vecchie lire... Che soddisfazione! Partivo con il mio carico di indumenti, maglioncini da donna e bambino, ca- micie di flanella, tute da bambino, esponevo gli scatoloni con le “orecchie aperte”, uno vicino all’altro, 1, 2, 3, 4, 5 scatoloni, quando gli altri al massimo ne avevano 3 o 4, e vendevo tutto. Mi emoziono molto quando rivivo quei momenti, li ricordo intensamente, riprovo le stesse emozioni e se chiu- do gli occhi mi sembra ancora di essere a quei tempi. La sera ci si trovava al bar con gli amici, ricordo che facevamo un gioco con le carte “al re”, non si giocavano soldi ma bevute, al temine o uscivi con la sete o uscivi ubriaco! Un giorno, avevo 21 anni, uscimmo a fare una scampagnata con 4/5 amici, propongo ad un amico di fare uno scherzo agli altri, di andarcene con la macchina e lasciare tutti gli altri a piedi... lo scherzo lo hanno fatto a me ed insieme a loro ci si e’ messo pure il destino; ricordo che ho cammi- nato tanto per tornare al paese, sono arrivato al bar, mi sono appoggia- to al muro, le mie gambe... non potevo piu’ sentirle... da li’ in poi non ho piu’ niente di bello da raccontarti, caro Babbo Natale. Oggi nell’animo sono ancora quel ragazzo di 18 anni con la Renault 18 nera, ma non ho piu’ sogni, non ho piu’ futuro, sono qui in un letto ad aspettare che termini il giorno e ne ricominci un altro. Cio’ che mi rimane e’ la mia solitudine, i ricordi e il meraviglioso sentire dell’amore di mia madre... So che non fai i miracoli, ma io te lo chiedo comunque... potresti riportar- mi al mercato????!!!!

18 Angelo, 45 anni - Ospite Nucleo Gravi Disabilità uisTimes Caro Babbo Natale, sorrido nello scrivere questa lettera, e' come tornare bambini per qualche minuto; ma la consapevolezza che mi appartiene e' tutt'altro che infantile... Mi chiamo Franca e sono una signora adulta e matura, immagino che ora sarai stupito di saperlo, bene... pensa a quanto sono stupita io nello scriverti queste parole... Vivo in una struttura protetta e questo mi stupisce ancora di piu'... Sai, la mia vita era ben altro, abituata ad un tenore fatto di paillettes e lustrini, di amici, risate, di arte ma anche di duro lavoro, di amore... poi... in pochi attimi la mia vita e' cambiata; un problema di salute e ho capito che non siamo eterni, che quello che possediamo non e' eterno, e a volte e' solo un'illusione. La mia malattia mi ha fatto conoscere un mondo di cui ignoravo l'esistenza! Un mondo fatto di sofferenza, di dolore, di profonda ingiustizia... anche divina, se vogliamo! Sono circondata da uomini e donne che affrontano l'ultimo tratto di vita insieme, a fianco l'uno dell'al tra, e molti di loro, non se ne rendono nemmeno conto a causa della loro malattia. Ecco perche' parlo di ingiustizia divina, malattie che tolgono la dignita' della persona. Sarebbe piu' semplice andarsene con una folata di vento... via... ma non e' cosi', la vita non e' cosi'... e quindi... stringiamo i denti- e andiamo avanti con grinta. Ripenso spesso alla mia casa, alle feste che facevo, ai Natali trascorsi con le persone che amavo, e so che qualora ritornassi in quella casa non sarebbe piu' la stessa cosa... quella casa non ha piu' la vita che aveva prima... e' un po' come me... ne ha viste e vissute tante... ma ora e' cambiata... sem plicemente perche' le cose cambiano, perche' tutto cio' che c'era prima... ora se n'e' andato! A volte, alla notte, penso alla mia vita, a cio' che ho avuto e vissuto, con un pizzico di nostalgia, scende una lacrima e penso di tornare a casa, poi mi rendo conto che anche qui ho costruito qualcosa,- con le persone, per me stessa e mi dico di restare, anche se ancora non la sento come casa mia... poi mi addormento, e quando apro gli occhi sono ancora qui... con tanta gente che si prende cura di me, qualche anziano mi sorride o mi abbraccia, altri mi cercano, altri ancora si fanno una cantata a tavo la in mia compagnia, e qualcuno... sottovoce... all'orecchio mi bisbiglia: "Meno male che ci sei tu, Franca, a tener allegra la baracca!" - Questo mi riempie di gioia... sapere che sto aiutando qualcuno a sorridere... meraviglioso... cosi' com'e' meraviglioso aver incontrato delle persone che si prendono cura di noi con amore. Una di queste e' Marco (il nostro animatore) che riesce ogni giorno a farci sorridere, riuscendo a farmi sentire importante e viva! Detto questo, perdona lo sfogo, caro Babbo... torniamo a noi... cosa posso chiederti per Natale?? Se fossi una bambina ti chiederei una bambola, o un vestitino nuovo, magari una bicicletta rosa e io ci attaccherei sopra i brillantini, cosi', da farmi vedere ogni volta in lontananza e tutti direbbero: "Arriva la Francaaa!!"... Ma non sono piu' una bambina... ho molti anni in piu', ma non sperare che ti dica quanti ne ho... e' un segreto... non perche' non voglia dirtelo, ma perche' io stessa ho perso il conto! Sapessi quanto sto ridendo ora, caro Babbo... Quello che ti chiedo e’ la possibilita' di aiutare chi non e' stato fortunato quanto lo sono stata io, ed alleviarne la sofferenza con una risata! Questo ti chiedo. Tu pensa a darmi la salute, che la forza e la grinta ce le metto io! Ora ti lascio, spero di non averti annoiato e di averti fatto fare una risata mentre leggevi la mia lettera. Ti abbraccio forte, la tua Franca Verri!!!

Franca Verri - Ospite Residenza Socio Sanitaria

Matteo, 6 anni - Prima Elementare (Bologna) 19 uisTimes La ricerca della felicità...

a sempre l’Umanità si questo contesto che chi lavora nel sociale deve inserirsi, ed è interrogata su cosa è proprio per perseguire questi obbiettivi che sono sempre sia la felicità e quale sia maggiori le possibilità per l’anziano o per il disabile. Dla strada da percorrere Il vivere in armonia con il mondo esterno è un passo im- per arrivare ad essa. A queste do- portante, difficile, che non sempre riusciamo a perseguire mande, antiche quanto la storia da soli. Essere consapevoli dei nostri limiti ci consente di dell’uomo, non è facile rispondere. chiedere aiuto. Chiedere aiuto ci consente di superare, at- Oggi, nel nostro Mondo, dominato traverso idonei supporti, i momenti cruciali della crescita da logiche commerciali che velocemente creano pseudo-bi- dell’uomo. sogni e altrettanto velocemente li distruggono sostituendoli La consapevolezza di non essere soli, ma di essere una con altri, è facile cadere nella trappola di correlare la felicità tessera importante, insieme ad altri milioni di tessere, del con il possedere beni materiali. grandioso mosaico che la Natura ha creato e nel quale ci ha In quest’ottica l’uomo, chiuso nel proprio individualismo, reso protagonisti, è la chiave per aprire la porta della vera rincorre il miraggio dell’avere come fonte di felicità, ingan- felicità. nandosi e ottenendo soltanto brevi momenti di effimero Non è facile capire quale sia il nostro posto nella società, a piacere. volte non è facile capire il nostro posto nemmeno all’inter- La felicità però è ben altra cosa, ed è proprio questo il senso no della nostra famiglia. Ma capire di essere parte di qual- della crescita e della maturazione dell’individuo: il bambino cosa di grande, infinito e magnifico non può che renderci prova piacere nel ricevere un dono, ma questo piacere è felice. Siamo parte di un gioco che si chiama vita! E la nostra momentaneo e proprio a causa di questa limitazione tem- vita si mescola e quella di infinite altre persone. porale, è destinato a trasformarsi in frustrazione e si rendo- Ogni tanto ci dimentichiamo di quanto valgano le persone, no pertanto necessari rinforzi sempre maggiori per arrivare perché siamo presi dalla frenesia del lavoro e della vita mo- allo stesso livello di soddisfazione. derna, ma ogni persona che incontriamo nella nostra vita L’adolescente e poi l’adulto devono invece imparare a pro- ci dona momenti di felicità, che sia il sorriso di un figlio che ti guarda appena sveglio o che sia la morbida carezza sulla “Una sola rondine non fa primave- testa da parte del nonno. ra, né un sol giorno; così neppure una sola giornata o un breve tem- Paola Milani - Psicologa po rendono la beatitudine o la feli- cità”. (Etica Nicomachea - Aristotele) vare soddisfazione da ciò che viene definito “rinforzo intrin- seco”, ovvero dal fare le cose per il piacere stesso di farle, in un’ottica di continuità che si autoalimenta. Ogni singolo uomo è parte viva della comunità; la felicità individuale è parte della felicità generale. La felicità, quindi, ha una dimensione “collettiva” e non può prescindere dall’equità, dalla solidarietà, dalla reciprocità, dal vivere in armonia con il mondo esterno. Chi aspira alla felicità deve condurre la propria esistenza te- nendo sempre ben presenti questi quattro elementi, come un navigante che, per non perdere la rotta, deve aver sem- pre lo sguardo sui quattro punti cardinali della bussola. È in

20 uisTimes Il principe triste

n un tempo lontano, in un regno lontano un re aveva un figlio triste che non usciva mai dalla torre del suo castello, non si divertiva, non sorrideva mai.

Il re, preoccupato e affranto da questa situazione, convocò a palazzo tutti i saltimbanchi, acrobati, giocolieri del regno nella speranza di riuscire a strappare un sorriso al figlio, ma quello niente, completamente abulico.

Allora il re chiese consiglio ai medici di Corte e questi, dopo un consulto (ancora non esistevano gli antidepressivi) sentenziarono che per guarire la profonda tristezza del principe bisognava trovare un uomo veramente felice, farsi consegnare da lui la sua camicia e farla indossare al principe.

Il re, disperato, alla testa dei suoi consiglieri, si mise in viaggio esplo- rando tutti gli angoli del regno alla ricerca di un uomo felice.

Dopo giorni e giorni, quando ormai la speranza di trovare l’uomo felice sembrava venir meno, in lontananza il re udì il suono di un flauto proveniente da una radura oltre un bosco.

Subito si diresse là e trovò seduto sotto un albero un conta- dino che, dopo il duro lavoro nei campi, suonava il suo flauto seduto all’ombra di un albero.

Il re capì che quello era l’uomo felice, scese da cavallo, gli si avvicinò e gli tolse la maglia per farsi consegnare la camicia…ma sor- presa…

L’uomo felice non aveva camicia!!!

Non esiste una strada verso la felicità. La felicità è la strada (Confucio)

21 uisTimes L’Assistente Sociale e la riabilitazione della persona divenuta disabile

Il Montecatone Rehabilitation Institute si trova a circa 5 km da Imola, in zona collinare, a circa 200 metri di altitudine. Si svilup- pa su 6 piani con camere, palestre e servizi funzionali alla riabili- tazione di pazienti traumatizzati.

in Reparto Acuti e Post Acuti, Unità Operativa Rien- tri, l’Unità Operativa Gravi Cerebrolesioni Acquisi- te, il Day Hospital ed ambulatori, ed il Dipartimen- to Reinserimento di cui fanno parte il Servizio Socio Educativo, il Servizio di Psicologia e la Terapia Occu- pazionale Il Dipartimento Reinserimento ha il compito di por- re in essere quelle azioni ed interventi che integra- no il progetto riabilitativo funzionale, concorrendo a comporre il progetto riabilitativo globale. La finalità è quindi quella di assicurare gli interventi necessari a favorire la migliore qualità di vita possibile nel corso del ricovero e ad organizzare un percorso di rientro sul territorio di residenza che risponda alle esigenze di continuità riabilitativa ed assistenziale. nna Neri (nella foto), Assistente Sociale, la- vora da diversi anni al Montecatone Reha- L’assistente sociale che opera a Montecatone è bilitation Institute (MRI), dove svolge con Apassione la sua attività assistenziale alle persone disabili. Una quotidianeità fatta di sacrifici e soddisfazioni, di cui ci piace mettere in luce gli aspet- ti più qualificanti.

Anna, da quanti anni lavori a Montecatone? Cos’è Montecatone? Ho iniziato a lavorare qui il 15 gennaio 2002. Ricordo bene quel giorno perché nevicava e salire a Monte- catone (che si trova nelle colline di Imola) con la neve è una vera avventura. Sono approdata a Monteca- tone dopo molti anni di lavoro in un servizio sociale territoriale. Il cambiamento è stato molto grande, ma molto stimolante. MRI è un ospedale riabilitativo che accoglie persone con lesione al midollo spinale o con lesione cerebrale. A Montecatone la riabilita- zione ha una lunga storia ma l’attuale assetto risale al 2001 quando, a seguito di una ristrutturazione dei locali, ha modificato anche le sue caratteristiche- or ganizzative. Attualmente abbiamo il Dipartimento di Riabilitazione, che comprende l’area critica (terapia intensiva e sub intensiva), l’Unità Spinale, articolata

22 uisTimes quotidiano di programmazione e progettazione de- gli interventi? A Montecatone arrivano persone provenienti da tutta Italia; al di là dell’Emilia Romagna, le Regioni maggiormente rappresentate sono quelle del Sud. Negli anni abbiamo avuto modo di verificare che ci sono realtà territoriali in cui le risorse attivabili sono molto scarse, altre in cui c’è poca attenzione e la ge- stione assistenziale è completamente a carico della famiglia. Anche le strutture (RSA, Case Protette...) non sempre sono in grado di gestire situazioni clini- che complesse.

Ricordi un caso in particolare? parte integrante dell’equipe tecnica che elabora e Non posso dire che ci sia un persona in particola- conduce il progetto di riabilitazione individuale del re di cui mi ricordi. In questi anni ho avuto modo paziente. Quale parte del progetto è di tua compe- di conoscere tante storie, tante vite, ed ho potuto tenza esclusiva? apprezzare la capacità di affrontare la nuova con- Uno dei punti centrali dell’attività riabilitativa è il la- dizione con forza e determinazione. Le persone che voro in équipe: Medico, Fisioterapista, Case Mana- ricordo maggiormente sono quelle con minori risor- ger Riabilitativo, Infermiere o Case Manager -Infer se, maggiore complessità e un contesto territoriale mieristico, Logopedista, Psicologo, Assistente Sociale poco ricettivo, per le quali è stato più impegnativo ed Educatore Professionale. organizzare la dimissione. Altri sono rimasti impressi Ogni professionista contribuisce alla costruzione nella memoria per la loro particolare storia di vita, del progetto riabilitativo globale dando il proprio come il ragazzo ventenne albanese, appena arrivato apporto professionale e la propria “lettura” della si- in Italia, divenuto tetraplegico a seguito di un tuffo tuazione. Al momento dell’ingresso in ospedale, gli in mare a Iesolo, e quindi impossibilitato a rientrare Assistenti Sociali incontrano i familiari assieme allo in Patria, o un ragazzo campano, tetraplegico da 10 psicologo per raccogliere elementi utili alla costru- anni, praticamente allettato. Venuto a Montecatone zione del progetto e valutare precocemente segnali per curare una lesione da decubito, è tornato a casa di disagio che necessitano di interventi di supporto dopo 8 mesi con una prospettiva di vita nuova, con- già dalle prime fasi del ricovero. sapevole che avrebbe potuto farcela. Ora vive solo, Come Assistenti Sociali abbiamo il compito di sup- usa il computer e ha relazioni sociali, e quando deve portare i familiari nelle varie pratiche burocratiche e tornare qui da noi per visite di controllo, viene da di mantenere i contatti con i servizi del territorio per solo in treno. impostare il rientro. Quanto nella quotidianità la componente emotiva Cosa sono i servizi territoriali e come vengono at- aiuta e ostacola il tuo lavoro? tivati? Il carico emotivo è alto. Siamo esposti al dolore, alla Nel tempo abbiamo “affinato” alcune modalità di disperazione, alla rabbia di chi si trova, dall’oggi al contatto con i servizi territoriali per facilitare il più domani, nell’impossibilità di muoversi, lontano da possibile la continuità sul territorio e la risposta ai bi- casa, dai propri affetti, dal proprio progetto di vita. sogni al momento del rientro a domicilio. Attraverso È facile identificarsi con la vita delle persone che si la “procedura dimissioni”, che viene inviata al medi- incontrano. In alcuni momenti il dolore ti contagia. co di base e ai responsabili territoriali Asl e Comune, Ma, come operatori sappiamo di dovere essere per cerchiamo di individuare e coinvolgere gli operatori loro risorsa che aiuta ad intravedere un futuro pos- che prenderanno in carico la persona al momento sibile. Il nostro compito è accompagnare, sostenere, del rientro al domicilio o supporteranno nell’indivi- supportare il paziente in questo faticoso e lungo per- duazione di una struttura di accoglienza. I servizi con corso. Lavorare in gruppo aiuta a gestire l’impatto i quali collaboriamo sono il Servizio Sociale, il Punto emotivo delle situazioni che incontriamo, condivi- Unico (nelle ASL in cui è presente), il Servizio Infer- dendo le emozioni. mieristico e il Servizio Riabilitativo. Arianna Marchetti Quali sono gli ostacoli che incontri nel tuo lavoro Educatrice C.S.R.

23 uisTimes 24 uisTimes OR.MA LEGGERA Quando lo sport sceglie la disabilità

vincia di Ferrara. Evento che ogni volta ha visto una Convegno sulle attivi- sempre maggiore adesione e partecipazione non tà sportive nei disabili solo di persone con disabilità, ma anche di un pub- Quando lo sport è considerato blico normodotato. come una scelta, da provare, I relatori, Prof. Giovanni Grazzi specialista in Medici- praticare, eventualmente anche na dello sport dell’Università degli Studi di Ferrara, da scartare per dedicarsi ad al- Lorenzo Major, atleta di canoa, scherma e tiro a se- tro... ma solo dopo aver provato e gno e Elena Marescotti, professoressa dell’Università degli studi di Ferrara, hanno ampiamente illustrato e scelto! approfondito come sia possibile anche per persone con disabilità acquisire conoscenze sportive, sceglie- re e competere. l’Assessore allo sport della provincia di Fer- rara, Davide Bellotti, ad aprire il convegno L’intervento del Prof. Grazzi introduce il tema dell’im- “Or.ma Leggera. Quando lo sport sceglie la portanza dell’attività fisica e come tutte le persone È disabilità”. dovrebbero essere messe in condizioni di poterla praticare. L’evento ha voluto mettere in risalto il meeting spor- tivo rivolto a persone con disabilità che già da diversi L’esperienza di Lorenzo Major, ex campione di Karate, anni vede l’aggregazione di tutti i Centri socio Ria- dopo un grave incidente con conseguenze importan- bilitativi residenziali e diurni del territorio della pro- ti a livello motorio, sceglie di continuare la propria

Da sinistra: Lorenzo Major - Campione mondiale di kayak; Sig. Paolo Carli - Sindaco del comune di Comacchio; Giovanni Grazzi - Specialista in medicina dello sport Università degli studi di Ferrara; Davide Bellotti - Assessore provinciale sport; Roberta Fogli - Coordinatrice del proget- to OR.MA Leggera, Elena Marescotti - Professoressa Univer- sità degli Studi di Ferrara

25 uisTimes carriera sportiva raggiungendo eccellenti risultati.

La prof.ssa Marescotti sottolinea “I giochi non sono in modo particolare il significato ancora fatti... dell’educazione permanente. Educazione permanente L’espressione “i giochi non sono e disabilità” ancora fatti” è particolarmente si- gnificativa quando si parla di edu- cazione, anzi, la si potrebbe assumere a pieno titolo come slogan, inteso nella sua corretta accezione di “frase concettosa e sintetica, orecchiabile e sugge- stiva, destinata a rimanere impressa nella mente e a persuadere l’ascoltatore”. Questo modo di dire, infat- ti, viene usato per fare riferimento a situazioni aper- te, processuali, che non solo riconoscono l’esistenza di un futuro, ma si affidano al futuro con fiducia o, meglio, reclamano un futuro come spazio-tempo in cui intervenire, in cui decidere, in cui progettare e realizzare.

Affermare che, in educazione, “i giochi non sono an- cora fatti” significa allontanarsi dai porti – sicuri e mortificanti al tempo stesso – dei destini già segnati, degli approdi determinati a priori, dei miopi traguar- di stabiliti ancor prima di intraprendere un viaggio che, posta così la questione, non si ritiene neppure sia il caso di avviare… “tanto già si sa dove si andrà a finire”. In educazione è tutt’altro, nessuno è così arrogante da saperlo con sicurezza: si ha piuttosto te. Quella dell’educazione è una sorta di arroganza al l’intelligente umiltà di non stabilire mete ultime e contrario, dunque, che difende con le unghie e con conclusive, ma solo tappe intermedie e procedurali, i denti quanto ancora non afferra, ma sa di potere e perché l’educazione è un’avventura, un percorso, un volere afferrare. È, per usare un altro modo di dire, processo, una sfida che guarda lontano, che mira ol- rovesciandolo, credere “che sia meglio una gallina tre, che punta sempre più in alto. Permanentemen- domani che non un uovo oggi”. L’educazione, se è

26 uisTimes autentica, ovvero se è sorretta da un’anima scientifi- E se questo è avvenuto, è perché lo sport, qui, non ca che la postula come ricerca, “non concede sconti ha avuto nessun ruolo impositivo o compensativo, a nessuno” e si offre, quindi, a tutti indistintamente ma è stato considerato come una scelta: da provare, – di là da malcelati pregiudizi e da ipocriti buonismi da reiterare, eventualmente anche da scartare per – come occasione irrinunciabile per disvelarsi e co- dedicarsi ad altro. In quest’ultimo caso, laddove do- struirsi. vesse verificarsi, non si creda che abbia fallito o tra- dito il suo mandato educativo: al contrario, educare Questo slogan, dunque, a differenza di quanto so- è anche e soprattutto dare gli strumenti per sceglie- litamente avviene nella propaganda ideologica o re, ma mai precocemente, e aprire il ventaglio delle pubblicitaria, ad esempio, non intende persuadere possibilità. Ciò che conta è che tutti coloro che sono l’ascoltatore acriticamente o in superficie, tramite stati i protagonisti di OR.MA LEGGERA lo siano stati l’assuefazione meccanica, ma, al contrario, accom- senza ipotecarsi e senza ipotecare nessuno di “pro- pagnarlo in un ragionamento, in una argomenta- fezie autoavveranti”, sorretti da una professionalità zione sul senso dell’educazione che è sì di carattere educativa che non si può improvvisare alla meno teorico, ma con ricadute di grande incidenza sulla peggio, ma che è il frutto di una formazione rigorosa prassi, sulla quotidianità degli atteggiamenti, dei e continua. comportamenti, delle scelte. “I giochi non sono an- cora fatti”, allora, è quel convincimento di fondo che L’educazione, infatti, non ha in sé, costitutivamente, ci spinge e ci sprona a pensare in termini educativi a solo il dovere della fiducia, ma anche quello della tutte quelle situazioni che comunemente sono de- competenza, della pazienza e del coraggio, perché cretate come statiche, senza sbocchi, senza margini se “i giochi non sono ancora fatti”, è un dovere, ol- di trasformazione migliorativa. tre che un diritto, “continuare a giocare”. La cosa più seria che ci sia, oltre che l’anima stessa di qualsiasi La disabilità è stata, e per certi versi ancora è, una ricerca scientifica. Anzi, proprio per questo. di queste situazioni. Ma lo è sempre meno, grazie ad una iniziativa come OR.MA LEGGERA, che ha in- dividuato nello sport un’occasione privilegiata e pre- Roberta Fogli ziosa per dimostrare a tutti come nessuno sia più Coordinatrice dell’Equipe Educativa di “Or.ma Leggera” lo stesso dopo questa esperienza, avendo acquisito nuove abilità, nuove consapevolezze, nuove cono- scenze, nuove percezioni e nuove modalità di rap- portarsi con sè stesso, con gli altri, con un ambiente.

27 uisTimes Willy the king: il ballerino nell’albero

speciale, papà Aderamo, glorioso camionista dei Un’associazione per racconta- tempi eroici (oggi ha 84 anni), la mamma Rina e due re la sua esperienza, il basket, sorelle che hanno qualche anno più di lui, Graziana e Marina. Willy è il terzo della cucciolata e da bambino qualche viaggio, un sito inter- sbucava in tutte le foto del matrimonio di Marina, net e perfino un libro... E tan- ricorda oggi prendendosi in giro, ma anche ponendo ti amici. Questo è il mondo di Willy the King.

illiam Boselli

ha 47 anni e vive a Bo- logna. Poco W “ dopo la maggiore età sco-

prì di avere un angioma al midollo, patologia all’epoca

inoperabile, che progressi- vamente gli ha fatto perde- “ re l’uso prima delle gambe e poi delle braccia. Oggi Willy è “tetra”, tetraplegico. Lavorava in un negozio Willy e Dan Gay, storico cestista della Fortitudo Bologna di abbigliamento con un nome che era tutto un pro- l’accento sulla sua incontenibile vitalità. gramma, Tempest, vicino al palasport di Piazza Azza- Negli anni della malattia, cioè dai 18 in poi, famiglia rita, a Bologna, il mitico piccoloMadison , tempio del e amici, sono sempre basket e della buona musica. Poi ha perso il lavoro, stati le sue braccia non l’affetto col titolare del negozio e la sua famiglia, e le sue gambe al

Nulla può modificare il -cor punto che se gli chie- so prestabilito delle cose nel

Niente ha mai potuto fermare la forza del cuore delle persone che mi amano di di fare un bilancio della destino che ci è stato asse-

e che amo. L’energia profusa da loro era la ricarica per un uomo che ama la sua esistenza, senza esi- gnato. Non lo possono fare vita, la linfa essenziale che mi permetteva di non cedere di fronte alle lusin- i denari, non lo possono fare ghe della depressione. Quante volte mi hanno tolto dalle spalle i legni duran- tazione Willy ti risponde: le medicine, non lo posso-

te questa Via Crucis. Non ho mai avuto silenzio attorno a me ed è stata la mia ”Io sono“ un uomo felice”. no fare le religioni. Ma una salvezza. Mi auguro solo che tutte queste persone abbiano ricevuto da me Difficile che qualcuno carezza sul cuore può lenire piccolissimi particolari da mettere in solaio per i periodi di riflessione: il valore un poco il dolore a cui tutti l’abbia visto piangere, e siamo votati. Nell’intricato della vita, il senso positivo che c’è anche nella sofferenza e l’ineluttabilità dei “ sentimenti. Io sono stato, e sono tuttora, circondato, assediato e asserraglia- sicuramente ha pianto. La universo psicologico che si to da un amore corale che mi viene sottolineato ogni istante. Quindi, se un prima cosa che ti colpisce nasconde dietro alla cogni- giorno sentirete pronunciare uno di questi nomi che vi ho elencato, magari di quest’uomo è infatti il zione del dolore, nell’im- in un ristorante, o alla fermata dell’autobus, al cinema o a teatro, giratevi, possibilità di trasmettere chiedetegli di me e stringetegli la mano. È il minimo che possiate fare, per- sorriso. Un sorriso sem- emozioni con il linguaggio ché non sarete mai stati così vicino in vita vostra al significato di amicizia. pre pronto, spontaneo, del corpo, nella prospettiva Citazione tratta da “Il ballerino nell’albero” contagioso. Willy è il di percorrere i marciapiedi del mondo attraverso i suoi testimonial del sorriso e accessi per le carrozzelle, c’è ma sarebbe più corretto dire che è stato il lavoro a del buonumore. il mio giardino segreto di fe- perdere lui, che già all’epoca era al centro di un mon- licità, c’è la capacità di aprire quando voglio il cancello per do di amici e amiche che tutti i giorni passavano di Lo scorso anno, nel no- una grande festa sull’erba. là per un saluto, anche se non avevano alcunché da vembre 2009, un gruppo comprare. di suoi amici, tra i quali Citazione tratta da “Il ballerino anche tanti baskettari, nel nell’albero Willy ha sempre avuto molti amici e una famiglia senso di tifosi e giocatori

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di pallacanestro, hanno dato vita ad un’asso- “Ho solo tutti i miei movimenti imprigionati nel tronco di un albero. Ogni gesto che ciazione sociale, il Willy The King Group, che compio silenziosamente resta racchiuso all’interno del mio corpo. Io so di muovermi benissimo. Solo che voi non lo vedete. Ma sono un gran ballerino, credetemi. Ho tempo, lo sostiene nelle piccole esigenze, ma soprattutto ho ritmo, ho gioia più di quanto immaginiate. Anche se appaio disarmato, sono forte e “ si propone di far conoscere a più persone possibile fiducioso. Ma soprattutto sono sorridente. l’esperienza di una persona che nonostante le avver- La malattia ha una duplice valenza: può dare senso all’esistenza o può toglierlo. Perché ora so esattamente chi sono e so cosa è importante e cosa è accantonabile. Non ho rim- sità riesce a vedere positivo. pianti che mi pungolano l’animo, non ho mai sentito le mancanze di qualcosa che non “La vita è una cosa meravigliosa, un dono superbo possedevo, perché ho amici e famiglia. La pelle è l’organo più vasto e ricettivo che abbia- che non va sprecato” ripete come un disco che si è mo ed io godo della socialità e del riconoscimento che si manifesta con i gesti d’amore più naturali, come una carezza o la delicatezza con cui mi si allaccia un bottone. Ho le incantato, perché ci crede davvero. Ne è convinto. ruote, ma non manco di nulla. Conosco l’inestimabile valore degli affetti speciali, nel Famiglia e amici sono il cemento della sua esistenza: preciso attimo nel quale voi inseguite gli effetti speciali io ho raggiunto la consapevolezza troppo spesso le famiglie che hanno un congiunto del potere, l’interpretazione esatta del necessario. E, credetemi, non c’entra il denaro. disabile si sentono sole, con un peso fatto di buro- Necessario e ricchezza sono come acqua e olio: li puoi lasciare a contatto per anni ma non si mescoleranno mai. Uno nella mia condizione si trova a doversi interro- crazia e incomprensioni che rischiano di diventare gare sui principi e sui dogmi che fino a quel disgraziato momento governavano soffocanti. L’isolamento e la solitudine sono un pe- la sua vita”. ricoloso piano inclinato sul quale la vita può rotolare Citazione tratta da “Il ballerino nell’albero giù e diventa sofferenza quotidiana. Non è difficile far sentire a una persona la propria presenza, basta appunto, l’importanza dell’amicizia. È sempre lì che poco, una telefonata, una visita, un pensiero. Willy e si torna. Sappiamo quanti tormenti, quanta inquie- la sua famiglia soli non lo sono mai stati e mai, per un tudine, quanto pessimismo attraversi talvolta le solo secondo, si sono sentiti abbandonati. nuove generazioni, giovani di oggi e uomini doma- ni, quanti errori, quante valutazioni approssimative Con l’associazione Wtkg Willy porta avanti un pro- siano dietro l’angolo, forse anche per il troppo avere getto in cui crede moltissimo, con i bambini e i ra- e nascondano la semplicità di certi sentimenti dei gazzi. Lo fa con l’obiettivo di farli riflettere, attraverso quali ci si arriva perfino a vergognare. Non a caso il la propria testimonianza, su quello che ai loro occhi progetto si chiama “Willy torna a scuola”, perché è rischia di apparire un assurdo: la bellezza della vita, nelle aule, senza pedanterie, senza voler fare l’adul- “La vita è una cosa meravigliosa, un dono superbo che non va sprecato”

to o l’insegnante, ma sentendosi uno di loro, che Willy incontra i ragazzi. Ogni incontro diventa così un momento unico, bellissimo, a detta degli studenti che poi rimangono legati a questo amico con le ruo- te, che parla il loro stesso linguaggio e sa arrivare al cuore in maniera semplice, diretta, vera.

Ai ragazzi Willy spiega anche come la domotica ab- bia cambiato in positivo la sua vita, rendendogli possibili alcune cose, come gesti piccoli e per noi Willy in compagnia di Sale Djordjevic, ex guardia della Fortitudo Bologna insignificanti, utilizzando un particolare dispositivo

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che trasforma i comandi vocali in impulsi infrarossi cemente far riflettere, anche altri. Parla dell’amicizia, in tutto simili a quelli di un normale telecomando. La dei viaggi,“ del basket naturalmente. Il libro ha un ti- gente “normale” conosce solo una parte della tec- tolo con una vaga sfumatura zen, “Il ballerino nell’al- nologia, il disabile ne apprezza il lato più in ombra, bero” che fotografa alla perfezione l’autore: il corpo quello in cui si accorciano le distanze e si abbattono di Willy, infatti, è immobile come il fusto di un albero le barriere. Con l’ausilio di un paio di occhiali senza secolare, ma dentro c’è un ballerino agile e scattan- te, capace di conquistarti con le sue evoluzioni. Lo “La mia vita è un viaggio continuo proprio per questo. I tanti amici che mi chiamano sanno bene i bimbi di due quinte elementari ai quali o che mi raggiungono stimolano impegni e progetti continui. Cosa facciamo ora che viene la bella stagione? Dove andiamo domani sera? Organizziamo qualcosa per il ha fatto provare, nel corso di un incontro, a scrivere compleanno di tizio? E se andassimo una settimana al mare? Vorrei davvero essere sul computer con i suoi occhiali... da super eroe. È in grado di descrivervi quanto è bello tutto ciò, quanta linfa vitale c’è dentro, quanto lì, per gioco, il mondo si è improvvisamente ca- affetto ricevo. Quanto sono fortunato” povolto, le certezze, anche per i bambini, sono Citazione tratta da “Il ballerino nell’albero” diventate molto più fragili. Hanno scoperto, diver- lenti, con una sorta di puntatore laser tra i naselli, tendosi un mondo, che un disabile può essere molto Willy riesce tranquillamente a scrivere sulla tastiera più abile di loro e chi, dopo svariati tentativi ce l’ha virtuale del suo computer e difatti in questa maniera fatta a scrivere il proprio nome sulla tastiera ha esul- amministra quotidianamente il sito dell’associazione tato come se avesse fatto un goal, incorniciato dagli (www.wtkg.it). Questa è un’attività che lo coinvolge applausi dei compagni di classe. moltissimo ed altrettanto lo motiva. Willy èsem- pre in contatto con gli amici, pronto ad aprire la sua Famiglia, amicizia, domotica: le parole chiave del- porta anche a chi non conosce, sempre nel segno dell’amicizia e di quei principi che sono i cardini dell’associazione. Con Alessandro Dall’Olio ha recentemente scritto “Sono un un libro in cui racconta la sua vita e tutte queste esperienze che spera possano essere utili, o sempli- gran ballerino” la vita di Willy. “Se devo pensare a una cosa che mi manca, non saprei cosa rispondere. Ho tutto quello che mi interessa e che mi serve, non baratterei mai un amico col biglietto vincente del Superenalotto. Ecco, forse mi piacerebbe che il giorno avesse qual- che ora in più, perché ho davvero tante cose da fare e che mi tengono impegnato”.

Bene, se vi va, venite a trovare anche voi Willy The King, il nostro piccolo grande re che vi aspetta dall’al- tra parte del computer con gli occhiali da super eroe per ricambiare i vostri saluti e allacciare una nuova amicizia. Cercatelo al sito www.wtkg.it, Willy ci sarà, come ha scritto con autoironia nella pagina finale del suo bel libro: “Se avete voglia venite a trovarmi, il caffè è sul fuoco. Vi aspetto. Non mi muovo!”.

Lorenzo Sani Presidente Associazione Willy the King Group Le foto dell’articolo sono state cortesemente fornite da Gabriele Fiolo

30 uisTimes La vecchiaia solitaria I numeri della solitudine ed i consigli per viverla bene

adere nella retorica dei buoni sentimenti, la vecchiaia solitaria è un problema massimamente soprattutto nel periodo pre-natalizio, sem- femminile, vuoi perché l’aspettativa di vita è dapper- bra costituire la naturale inclinazione di ogni tutto maggiore nella donna e vuoi perché è un fatto Cdiscorso o ragionamento. Così associare il di costume diffuso che l’uomo sposi una donna più Natale ad un’atmosfera di gioia e di bontà diffusa, giovane. La vedovanza e la solitudine, quindi, si ad- induce a considerare quanti stanno “peggio”, vivono dicono alla donna che sopravvive generalmente al in condizioni disagiate e che alla felicità di giornate marito più anziano e biologicamente più fragile. così intense trascorse in famiglia, non possono che opporre una triste solitudine. Secondo un censimento di qualche anno fa, più della Tuttavia i limiti di tali sentimentalismi sono proprio metà delle donne italiane ultrasessantenni viveva in nella loro temporaneità e vacuità che spesso non ri- condizione di solitudine, in quanto composta da ve- sulta accompagnata dove (42%) o nubili da alcun program- (16%). Qualche altra ma serio di inter- cifra in nostro pos- vento e si limita ad sesso evidenzia una esprimersi in gene- situazione difficile rose azioni di soli- anche nelle zone ru- darietà, pur sempre rali dove, contraria- apprezzabili, ma mente all’opinione spesso parziali e comune, il 40% de- prive di una cornice gli anziani, uomini organica all’interno e donne, vive solo della quale le stesse e per di più, secon- dovrebbero essere do dati di comune iscritte. Col rischio osservazione, in un che passato l’effet- ambiente meno for- to del trascinamen- nito di servizi sociali to emozionale, chi e sanitari rispetto c’era già, continui a alle città. In queste vivere nel proprio ultime, comunque, disagio, forse anco- la situazione non si ra più solo e mar- presenta meno di- ginalizzato, almeno sagevole per l’indi- fino alla successi- viduo anziano che va ondata di buoni è costretto a condi- sentimenti. zioni di vita difficili e malsicure per tutta Proprio per questo una serie di circo- abbiamo scelto di stanze tra cui pre- occuparci in modo analitico ed approfondito di temi dominano la mancanza di spazi verdi, i ritmi di vita che da anni vedono gli esperti e gli specialisti del accelerati, il traffico, l’inquinamento e, soprattutto, settore impegnati nel rilevare e denunciare sacche l’inconsistenza dei rapporti umani che fanno senti- di criticità e situazioni di disagio individuale, presen- re l’anziano più solo ed isolato, per assurdo, proprio tando i dati che, ad oggi, emergono, soprattutto con quando fa parte di quei grandi formicai che sono le riferimento alle persone sole di una certa età e pro- megalopoli. vando ad immaginare possibili soluzioni organiche. La solitudine dell’anziano nelle grandi città si è inol- Innanzitutto va rilevato che sia in Italia che all’estero, tre aggravata, in questi ultimi anni, per l’aumento

31 uisTimes della violenza e della criminalità, di cui gli anziani sono spesso le vittime indifese, come dimostra un’indagine condotta abbastanza recentemente in un po- polare sobborgo roma- no.

Tra le altre situazioni di estremo disagio mes- se in evidenza da tale questionario, risulta che gli anziani soli non si fidano più di uscire di casa nemmeno nelle ore del pomeriggio, non vogliono ricevere visi- te di alcun tipo e non aprono assolutamente conseguono al pensionamento, agendo sulla base la porta a chicchessia, neppure all’assistente sociale di conflitti esistenziali non risolti nell’età adulta, po- benché ne riconoscano la voce. Il quadro che ne ri- trebbero essere causa di ulteriore disadattamento sulta è abbastanza triste ed inquietante se pensiamo nell’età senile. che questi anziani delle grandi città, soli o a coppie, finiscono con il rinchiudersi nella loro casa dove li È necessario pertanto che ai fini dell’igiene mentale attendono lunghe e interminabili giornate di inatti- dell’anziano siano presi in esame interventi gerago- vità e solitudine. E non si creda che la solitudine a gici che insegnino a prevenire isolamento e inattività due sia migliore, in quanto le coppie generalmente e, sempre a tale fine, a promuovere le varie attività si mantengono escluse dalla società in maniera più di tempo libero, sia di tipo relazionale che occupa- ermetica dei singoli. zionale. Anche gli attuali servizi socio-sanitari posso- no fornire, certamente, un contributo importante in Nelle grandi città sono più numerose di quanto si tale funzione preventiva, ma possono servire soprat- pensi le coppie di vecchi coniugi, segregate fra le tutto, secondo noi, a migliorare i rapporti tra anzia- mura domestiche, che vagano per la casa come om- no ed operatori geriatrici ed anche tra l’anziano e gli bre silenziose ed estranee, nella migliore delle ipo- utenti di altri gruppi di età in modo da sviluppare con tesi indementiti, disperati e depressi nella peggiore. il vecchio una migliore consonanza che coinvolga Il progressivo restringersi delle relazioni sociali, in- operatori sanitari, malati e cittadini, eliminando ogni fatti, non può essere senza conseguenza sulla salute area di conflittualità che tenda alla esclusione o alla mentale dell’anziano. Ci sono svariati studi, a que- sopportazione del vecchio, atteggiamento quest’ul- sto proposito, tra cui uno molto noto di Loewenthal timo quant’altri mai negativo e pernicioso. sull’influenza dell’isolamento sociale nei riguardi delle malattie mentali. L’autore avrebbe dimostrato È indispensabile, pertanto, prima di ogni intervento che la solitudine si trova spesso alla base di molte- socio-economico, medico, occupazionale, ricreazio- plici stati di confusione mentale nel soggetto senile nale e attivante, educare i singoli e tutto il complesso e, inoltre, di altre turbe psichiche definite generica- antropologico alla accettazione pacifica della condi- mente come “indebolimento mentale”. L’abitudine zione senile, compito preminente e specifico della all’isolamento, durante il corso della vita, non porta geragogia a indirizzo sociale. necessariamente nella vecchiaia a disordini mentali, mentre, com’è noto, l’isolamento che non avviene per scelta, quello subito per motivi socio-economi- Prof. Giovanni Cristianini ci o per malattia cronica, può agire da fattore sca- Specialista in Geriatria e Gerontologia tenante di disturbi psichici. Ad esempio, secondo alcuni psicogeriatri, la solitudine e l’inattività che

32 uisTimes Non autosufficienza: numeri in aumento e spesa da ripensare

on sembrano aver registrato significativi avan- mandare in corto circuito tutto il sistema. zamenti le politiche di sostegno rivolte alla po- A tal proposito può essere utile richiamare i dati relativi alle polazione italiana anziana e non autosufficiente. patologie su cui i servizi sanitari si trovano ad intervenire, NAnzi, nonostante i dati parlino di un trend cre- per giungere a capire come arginare la spesa legata ai pro- scente con riferimento alla terza età (nell’arco dei prossimi babili aumenti degli indici di disabilità riconducibili al pro- 18 anni, la percentuale di over sessantacinquenni passerà gressivo invecchiamento della popolazione. dal 20% al 27%) ed all’indice di dipendenza, destinato a In Italia il 75% della spesa sanitaria è riferita a patologie passare dal 30,1% al 44,4%, a causa anche della crisi, i tagli derivanti dallo stile di vita (obesità, alcool, ridotta attività agli Enti Locali, rischieranno di compromettere una situa- motoria, ecc…), e ciò implica una consistente sproporzione zione già di per sé critica. tra la spesa sanitaria indirizzata a beneficio degli anziani e Infatti, volendo fare un confronto tra indici di invalidità ed quella socio assistenziale. Infatti, i 103 miliardi di euro -at ipotesi di spesa, bisogna rilevare vari aspetti confliggenti tualmente destinati a tale capitolo di spesa sono utilizzati, che, come emerso dai dati presentati durante il “Forum sul- per una quota pari a 45 Mld di euro, per l’assistenza ospe- la non autosufficienza” tenutosi recentemente, dovranno daliera, farmaceutica e convenzionale degli ultra sessanta- essere necessariamente affron- cinquenni ed appena 500 milio- tati e superati attraverso l’indi- ni sono riferibili alla spesa che i viduazione di scelte strategiche comuni destinano all’assistenza che in qualche modo, possano domiciliare. bilanciare la fisiologica com- Praticamente per ogni euro che pressione di spesa che si regi- i comuni spendono in assistenza strerà nei prossimi anni. domiciliare, vengono utilizzati Come detto, lo scenario attuale 55 euro per la spesa ospedalie- è caratterizzato dal progressivo ra, 28 euro per i farmaci, 2 euro invecchiamento della popolazio- per i trasporti, ecc… ne, con una incidenza rilevante Tale divario indica il chiaro sbi- delle disabilità che tuttavia si lanciamento della spesa verso accompagna ad una maggiore trattamenti che intervengono diffusione di innovazioni tec- una volta che sia riscontrata nologiche e farmaceutiche, cui una patologia da curare e non però non sempre è legata una prima. Nonostante il 75% di ma- sufficiente presenza di linee gui- lattie sia dunque riconducibile de diagnostiche e terapeutiche. a stili di vita, la spesa sanitaria Quest’ultimo aspetto, per quan- è quasi interamente focalizzata to possa apparire parziale, se sull’intervento “a valle” che in considerato rispetto al progres- tali casi, sia in termini di scelta sivo aumento della domanda strategica che di risultati acqui- espressa e dei bisogni di salute sibili, può apparire come la va- di una popolazione sempre più lutazione più erronea. globalizzata, assume un rilievo A maggior ragione in conside- assoluto. Anche perché richiede razione delle percentuali in au- un ripensamento delle modalità di intervento rispetto alle mento di cui si accennava in precedenza. Se infatti per il differenti patologie rilevate ed una più accentuata atten- sistema sanitario si dovesse confermare tale profilo di spe- zione verso quella flessibilità e sostenibilità economica che sa ed un’organizzazione tutta incentrata sulla cura, con una appare necessaria. A maggior ragione, se si considera che crescita degli anziani, il conseguente aumento degli indici l’attuale sistema fondato sui servizi sanitari regionali non è di non autosufficienza e la compressione delle disponibilità affatto sostenibile e continuare ad intervenire quando- or degli Enti Locali, non ci sarebbe alcuna ipotetica sostenibili- mai non si può far altro che curare il paziente, rischia di tà per un sistema già oggi in grossa difficoltà.

33 uisTimes È dunque gioco forza immaginare quale prima soluzione cui anche perché nei prossimi anni 15 milioni di anziani saran- ricorrere, un deciso indirizzamento delle scelte socio-po- no disabili. litiche verso un’attività di promozione della salute, rivolta Ed in tale ottica, solo l’affermazione di reti sociali supporti- anche ad ultra sessantacinquenni od ottantenni, i quali non ve, della mobilità e di una vita attiva, potranno a ragione es- sono in alcun caso legittimati ad adottare stili di vita meno sere uno dei fattori protettivi più potenti per la promozione attenti, data l’età. della salute nella popolazione anziana, poiché risultano in Anche perché proprio una maggiore diffusione della prati- grado di combinare interventi che incidano sui fattori am- ca sportiva, insieme ad una corretta alimentazione e ad un bientali saluto-genici e, dall’altro, sulle pratiche di cura della mutamento delle condizioni sociali (con la riduzione delle salute abitualmente applicate dalla medicina generale e da ore di lavoro, una maggiore salubrità di alcuni ambienti di quella specialistica. vita, quali la casa ed il luogo di lavoro, ecc…) hanno già de- Di conseguenza, si richiedono interventi comuni ed un ap- terminato un abbassamento delle percentuali di disabilità proccio integrato volto a connettere le scelte politiche con le dallo 0,4% al 2%, nonostante un trend che, come visto, è reti di emergenza, gli ambienti di vita ed anche con soggetti chiaramente in crescita. Ciò significa che pur prevedendo pubblici e privati che possano operare sul fronte della pre- un innalzamento delle percentuali di soggetti non autosuf- venzione (media, palestre, centri di ritrovo anziani, ecc…). ficienti, tale aumento dovrebbe risultare meno che propor- In tal modo dovrebbero finalmente assumere corposità zionale rispetto alla crescita del numero di anziani, arginan- quelle strategie integrate ed intersettoriali che in genere do in tal modo il ricorso di questi ultimi a cure e ricoveri vedono impegnati amministrazioni pubbliche ed esponenti ospedalieri. del mondo economico, al fine di modificare gli ambienti di Si derivano da tali argomentazioni anche una serie di ulte- vita, rimuovere gli ostacoli che favoriscono l’adozione di stili riori inferenze che in qualche modo dovrebbero condiziona- di vita salutari ed assurgere al ruolo cui le istituzioni dovreb- re le scelte e le decisioni in campo socio-sanitario e politico. bero tendere, quello cioè di avvocato e pubblica difesa della Emerge infatti che la disabilità è sì un problema individua- salute dei cittadini. le, ma fortemente connesso ai contesti di vita di chi ne è riguardato. Ecco dunque che le ripartizioni della spesa non potranno prediligere determinati canali e tralasciarne altri, dalla Redazione di TerzaEta.com

34 uisTimes Gestione Residenze Socio-Sanitarie Tutta la cura che ci vuole

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