Enrica Fiandra

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Enrica Fiandra ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte TAV. I PARIGI, LOUVRE - LODOVICO CIGOLI: LA DEPOSIZIONE (INV. 88o) ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte ENRICA FIANDRA PORTE E CHIUSURE DI SICUREZZA NELL'ANTICO ORIENTE OMAN GHIRSHMAN donava nel 1958 all' Istituto L'indagine sulla funzione delle cretule attraverso Italiano per il Medio e l'Estremo Oriente, diretto l'esame dell'impronta lasciata sul retro di esse dal­ R in quel tempo da Giuseppe Tucci, un esemplare l'oggetto sigillato, ha portato, com'è ormai noto, di pomello a piastra proveniente dalla città sacra di alla individuazione di una particolare categoria di Dur Untash T choga-Zanbil (Iran). cretule usate essenzialmente su pomelli per la chiu­ Si tratta di un grande pomello (fig. 1 e TAv. I, sura delle porte (fig. 2). 2 ) Questo risultato, se da un r-3) t l di ceramica invetriata con base quadrangolare, lato ha stimolato l'approfondimento della ricerca appartepente ad una categoria di pomelli con l'iset·i­ sulle origini dell'organizzazione amministrativa nel zione U 1Un-tash-0 Napirisha (GAL), rinvenuti in campo dell'economia antica, 3) dall'altro rappresenta gran numero accuratamente stivati nei depositi della un invito all'indagine " tecnologica, sul funziona­ ziggurat. 2 ) mento dei sistemi di chiusura e di sicurezza adottati L'oggetto fu depositato nel 1959 presso il Museo per gli accessi sia alle città sia alle stanze all'interno Nazionale d'Arte Orientale di Roma dove è ora con­ dei complessi architettonici antichi. servato; fu esposto dal 1959 al 1979 ed è tuttora Tra gli esempi più significativi che offrono la pos­ inedito. sibilità di una estesa e variata ricerca vi è la città La ragione della sua presentazione è dettata princi­ sacra di Tchoga-Zanbil (fig. 3) dalla quale proviene palmente dai rapporti che si possono stabilire tra il pomello qui presentato. esso e la grande quantità di elementi, simili, ritrovati Un esame sul posto, compiuto nel 1976 per una in altri scavi in Oriente e che ancora non hanno verifica diretta delle strutture architettoniche e dei trovato una loro precisa collocazione funzionale. loro elementi accessori, ha sollecitato l'analisi fun- Cartina dell'antico medio-oriente con le località citate nel testo I ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte tash-Napirisha (GAL). Con la sua morte vi fu un brusco arresto dei lavori; il fratello Kidin-Khutran, suo succes­ sore, sembra non aver avuto alcun interesse a continuarne l'opera. Forse una valida ragione, che giustificherebbe la sospensione dei lavori, è offerta proprio dalla presenza delle innumerevoli iscrizioni impresse ovunque con il nome del fratello e predecessore. Il centro di pellegri­ naggio perdette di colpo la sua importanza e precipitò verso l'abbandono. Non riuscì più a risollevarsi e con­ nuò nel degrado fino alla spogliazione del poco rimasto all'epoca della conquista assira verw il 640 a.C. In epoca achemenide, soltanto la ziggurat era agibile e forse solo nella sua parte inferiore. L'indagine sui sistemi di chiusura di sicurezza avrà inizio proprio da questo eccezionale monumento (fig. 4); saranno poi analizzati via via le porte delle cinte murarie e gli altri edifici sacri della città san­ tuario. La ziggurat di Tchoga-Zanbil (fig. 5), come gli edifici appartenenti a questa tipologia, è un organismo dalla struttura tecnica e formale assai compatta e geo­ metrica, ma articolata, nella distribuzione planime­ trica e spaziale interna, in aderenza al soddisfaci­ mento delle diverse ed eterogenee funzioni in essa accorpate. È nota la sua primaria destinazione sacrale, ma molte altre funzioni sorte in dipendenza delle esi­ genze del culto trovano il loro espletamento in locali appositamente progettati e predisposti. Tra questi in primo luogo vi sono i magazzini situati al primo piano in area periferica. Ad essi sono destinati numerosi locali articolati e d~sposti in funzione del contenuto in essi depositato. E noto 6l che i santuari e in gene­ rale i luoghi sacri rappresentano anche centri di potere e di interessi materiali di notevole rilevanza. Spesso le donazioni non sono del tutto spontanee e si configurano piuttosto come tasse obbligatorie. Di qui l'esigenza di grandi spazi riservati allo stivaggio delle offerte e a tutto quanto doveva garantire il fun­ zionamento dell'intero complesso. Vi sono ambienti I - ROMA, MUSEO NAZIONALE D'ARTE ORIENTALE di servizio anche di piccole dimensioni, posti in posi­ PROIEZIONE E SEZIONE DEL POMELLO DA TCHOGA-ZANBIL zione di difficile accesso, ben protetti da chiusure manovrabili dall'esterno. Erano forse questi i "te­ sori , dove si custodivano le merci e i manufatti più preziosi. zionale dei sistemi di chiusura e di sicurezza adottati nell'antico oriente a partire dal IV millennio. La Questi locali erano disposti lungo il lato sud orien­ ricerca che ne è derivata ha procurato delle conse­ tale della ziggurat; nella metà verso levante di questo guenze interpretative nuove e anche inattese legate, stesso lato, attraverso un varco coperto a volta si peraltro, agli studi sull'uso dei sigilli e delle cretule accede al vano 19 (fig. 5). Da questo, proseguendo per porte e chiavistelli. verso destra, si raggiungono i vani 20, 21, 22 e a sinistra il vano r8 (fig. 5). Verso la metà del XIII secolo a.C. il sovrano e\amita L'insieme di questi vani è denominato da Ghirsh­ Untash-Napirisha fece costruire un centro religioso che, man tempio d'Inshushinak B. 7l Che cor,tenesse pre­ dal suo nome, fu chiamato Dur-Untash, situandolo a ziosi tesori sembra potersi dedurre dalle attenzioni circa 30 km. di distanza da Su~a, capitale dell'Elam. riservate alle chiusure di sicurezza delle porte e dalle Come afferma Roman Ghirshman 4l il sovrano per tutto dimensioni dei catenacci. La porta d'accesso al vano il periodo del suo regno (1265-1245 a.C.) 5) si dedicò interamente alla costruzione della città sacra: migliaia di rg rivelava la consueta particolare eleganza nel rive­ oggetti che costituivano la dotazione del tempio, com­ stimento di canne di vetro bianco e nero disposte presi i mattoni, portano il suo nome e il suo titolo: Un- obliquamente sull'imposta !ignea. Questa porta si 2 ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte apriva avanti-destra ruotando su un montante di legno trattenuto in alto da un cardine di pietra ritro­ vato in posto i il montante, in basso, terminava con un puntale di pietra cavo nel quale era infisso e che, a sua volta, ruotava agevolmente su un appoggio lapideo. All'interno, sulla spalletta di sinistra per chi entra, è infissa una pietra grigia lavorata ad anello nella parte sporgente, con il foro passante di diametro cm. 8,5 recante il nome inciso di Untash-Napirisha (figg. 6 e 7). In corrispondenza del foro, immerso orizzontal­ mente nello spessore della muratura, vi è un tubo di terracotta. Questi due elementi servivano a facilitare lo scorrimento del catenaccio: il paletto era guidato dall'anello di pietra che ne regolava la posizione e si infilava con giustezza nel cilindro di terracotta anne­ gato nella muratura. I due elementi avevano la fun­ zione di mantenere orizzontale il catenaccio. 3- TCHOGA-ZANBIL- VEDUTA AEREA DEL SANTUARIO (da Ghirshman) Tra i vani 20 e 21 vi è un'altra porta che aveva la possibilità di essere serrata con un robusto catenaccio (figg. 8 e g). L'imposta anche qui si apriva avanti- destra verso l'interno del vano 21. Infisse nella spalletta sul lato interno della stanza vi erano due grosse pietre appiattite fornite entrambe verso l'estremità libera di un foro passante di cm. g di diametro. Anch'esse recano il nome di Untash-Napirisha. Servivano per sorreggere un grosso catenaccio che assicurava lo sbarramento della porta. La manovra del catenaccio avveniva dall'esterno i solo così chi serrava la porta non sarebbe rimasto bloccato all'interno della stanza. Il sistema doveva essere del tutto analogo a quello KISH 1 o cm. 2 - PROFILI DI POMELLI RICAVATI DAL CALCO 4- TCHOGA-ZANBIL- LATO NORD-OVEST DELLA ZIGGURAT DEL RETRO DI ALCUNE CRETULE RITROVATE IN VARIE LOCALITÀ RIPRESA NEL 1976 3 ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte / ,~ ..._ l u uru.r ,_ 5 - TCHOGA-ZANBIL - PLANIMETRIA DELLA ZIGGURAT, DELLA CINTA INTERNA DI MURA E DI ALCUNI TEMPLI (da Ghirshman) 4 ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte 6 8 9 comunemente adoperato in Egitto (fig. w). 8) Si attuava lo scorrimento per mezzo di una corda fis­ sata al catenaccio e passante all'esterno attraverso opportuni fori praticati nello spessore delle imposte. Dopo la manovra di scorrimento del catenaccio la porta rimaneva serrata; la corda veniva avvolta in­ torno al pomello infisso nella mura tura all'esterno, a lato dell'accesso. Nel caso di Tchoga-Zanbil il po­ mello di bronzo (fig. II), trovato ancora infisso nella parete laterale della spalletta di sinistra del varco verso il vano 21, conferma che il sistema di chiusura era manovrato dall'esterno secondo la procedura de­ scritta. 7 La forma del pomello, ora conservato al museo di Teheran, è perfettamente funzionale e merita una 6 - TCHOGA-ZANBIL, LA ZIGGURAT - INTERNO DEL VANO I9 accurata presentazione. La parte infissa nel muro ha SUBITO DOPO LO SCAVO. SONO VISIBILI L'ANELLO DI PIETRA la forma allungata e appuntita di un cavicchio; una E IL TUBO DI TERRACOTTA INSERITI NEL MURO (da Ghirshman) aletta sporgente impediva la sua estrazione dal muro 7 - TCHOGA-ZANBIL, LA ZIGGURAT - ANGOLO DEL VANO I9 e la rendeva più stabile e fissa nella malta che la NEL I976 tratteneva.
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